Plastic Passion

di Hyperviolet Pixie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** I. So cold ***
Capitolo 3: *** II. Metamorphosis ***
Capitolo 4: *** III. Never Gonna Be The Same ***
Capitolo 5: *** IV. Plastic Passion ***
Capitolo 6: *** V. Ice Queen ***
Capitolo 7: *** VI. The Time is Running Out ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Plastic Passion

 

Prologue

 

 

« Piove» Realizzò Pansy Parkinson guardando le gocce di pioggia battere rumorosamente contro la finestra del bagno del secondo piano. Una considerazione stupida, si trovò a pensare.
« E di traverso, per di più.» Convenne con lei Daphne Greengrass spostandosi dal viso un ciuffo di capelli biondi.
Sbuffarono piano seguite a ruota da Millicent Bulstrode.
Il bagno era piccolo, umido e sporco. Accendersi una sigaretta babbana lì dentro, con la finestra chiusa, sarebbe stato un suicidio. Non avrebbero fatto in tempo a uscire dal bagno in quanto le avrebbero scoperte subito.
« E’ da stamattina alle sette e mezza che non fumo. Sto andando in astinenza da nicotina. » sibilò Daphne facendo una smorfia di disgusto alla sua immagine riflessa nel piccolo specchio.
Pansy alzò un sopraciglio fissando la bionda che, ora, faceva smorfie strane guardandosi allo specchio.
« Tutto ok? » Le chiese scettica. Daphne sorrise mesta: « Tu, piuttosto, come stai?».
Pansy abbassò lo sguardo e si lasciò sprofondare nei ricordi.

                                   

-Tre mesi prima-

 

Le vacanze estive erano trascorse fin troppo velocemente, si trovò a considerare Pansy Parkinson mentre, cercando di nascondere il malumore con un’espressione seria, si materializzò a Kings Cross tenendo il braccio del padre. Durante le vacanze se l’era goduta come non aveva mai fatto prima e, in parte, ne stava ancora pagando le conseguenze. Solo la sera prima era andata a festeggiare nella Londra babbana il compleanno di Millicent insieme a tutti i suoi compagni di corso e amici vari. Ricordava precisamente ogni attimo della serata: la litigata con un gruppo di ragazzi babbani, la rissa che ne era seguita e il pugno che Draco aveva ricevuto sull’occhio destro. Dopo la mezzanotte, invece, i suoi ricordi si facevano vaghi. Ricordava a grandi linee di essere andata via con Daphne e altri ragazzi di Nocturn Alley, di aver bevuto molti alcolici babbani, di aver provato una specie di sigaretta babbana che andava aspirata più a lungo di quelle normali e poi non ricordava altro. In compenso, aveva un martellante dolore alla testa e un padre incazzato al suo fianco.
Il binario 9 e ¾ si presentava come tutti gli anni. Persone di ogni tipo correvano qua e là senza fare caso a chi o a cosa urtavano con i grossi bauli che trasportavano. Il Signor Parkinson salutò freddamente la figlia, per ricordarle che era ancora arrabbiato con lei, e se ne andò lasciandola sola con una grande valigia da trasportare, senza magia.
Se la scuola non fosse ricominciata quel giorno, pensò amaramente Pansy, lei a quell’ora poteva essere benissimo nel suo letto a dormire.
La testa le faceva sempre più male e il nervosismo era alle stelle, quando per sbaglio andò addosso all’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel preciso momento.

« Ouch. Pan, fai attenzione!» la redarguì una ragazza bionda e sottile.
« Daphne.» La salutò svogliatamente mentre il suo sguardo analizzava la figura snella di Daphne Greengrass. Lei e Daphne non erano mai state molto amiche e solamente durante l’estate appena conclusa avevano stretto. Pansy considerava la biondina altamente irritante, una presenza sgradevole in quanto era l’unica che non aveva paura di dire in faccia quello che pensava. Ogni commento malevolo da parte di Daphne, per Pansy, era peggio di una stilettata alla stima che nutriva nei confronti di se stessa. Anche un semplice: « Pan, hai la matita sbavata.» detto da lei faceva male. In quel momento, Pansy si trovava orrenda e non voleva vedere l’aura di perfezione che emanava la Greengrass anche dopo una nottata di bagordi.
« Come va?» Le chiese la bionda sistemandosi sul naso un paio di occhiali da sole scuri. Anche per lei, la sbronza del giorno prima era stata pesante e aveva lasciato segni, pensò Pansy intimamente soddisfatta.
« Fin troppo bene.» Rispose con un finto sorriso stampato sulle labbra. « E tu?».
« Benissimo. Mal di testa, occhiaie, mal di collo a parte. » Rispose Daphne con un sorriso talmente sincero da far crollare il muro difensivo che la Parkinson si ostinava ad erigere in sua presenza.
« Mal di collo?» Le chiese scioccata. « Che hai fatto?».
« Non lo so. Non mi ricordo. Forse ho preso un po’ d’aria quando sono andata su quel veicolo babbano con le ruote.» Rispose alzando le spalle.
« Sei messa maluccio.» Commentò Pansy alzando il suo baule da terra per dirigersi dentro il treno. Dentro di sé sorrideva malignamente: Daphne cominciava a non sembrarle più tanto perfetta. Parlando del più e del meno, come facevano sempre per evitare che il pesante silenzio carico di tensione gravasse su di loro, presero posto in uno scompartimento vuoto.   
« Dobbiamo tenere occupati dei posti per Draco e gli altri?» Le chiese la bionda indicando i sedili vuoti.
« Nah.»

Draco Malfoy. Pansy si stupiva ancora del fatto che gran parte degli studenti di Hogwarts pensassero a loro come ad una coppia. Draco Malfoy e Pansy Parkinson non erano fidanzati, né tanto meno lei aspirava ad un ruolo del genere nella vita del suo migliore amico. Sapeva benissimo come Draco trattava le ragazze. Era stronzo, perfido e maligno. Era cosciente del fatto di essere bello e non lo nascondeva.

« Stupido narcisista.» sussurrò.
« Come, prego?»
« Niente e nessuno.» Rispose chiudendo lì la questione. Per un attimo si era dimenticata della presenza sgradevole al suo fianco. Sistemò il baule e si lasciò sprofondare sul sedile subito seguita dalla ragazza bionda.
« Quando siamo a Hogwarts ti vorrei parlare.»
« A proposito di cosa?» Chiese Pansy notevolmente stupita. Non parlavano molto tra di loro. A scuola, Pansy doveva badare a quel gruppo di ochette che si ostinava a chiamare amiche nonostante le avessero dato più volte un motivo valido per farsi odiare.
« A proposito dello stupido narcisista.»
« Draco?» Chiese Pansy inclinando il capo, curiosa.
A quella risposta, Daphne scoppiò a ridere. Una risata cristallina che a Pansy fece venire i brividi e subito si rese conto dell’errore commesso.
« Greengrass, puoi anche smettere di ridere.» Replicò freddamente cercando di caricare il cognome della ragazza con più odio possibile.
« Dio, sembri una ragazzina innamorata, Parkinson. Ci manca poco che ti metta a sospirare.» Nonostante tutto, Daphne sembrava sorriderle ancora in modo sincero, ma Pansy non si fece intenerire. Vigilanza costante, Daphne è pur sempre una serpeverde, sembrava sussurrarle la sua vocina interiore.
« Se solo volessi lo potrei avere. » Replicò piccata la ragazza sistemandosi una ciocca di capelli neri dietro le orecchie con fare fintamente disinteressato.
« Lo so. Solo mi chiedo perché tu ti ostini a non volerlo. »
Fece per rispondere alla provocazione della bionda, ma notò in quel momento, fuori dal finestrino, Draco Malfoy che salutava i genitori.
« Sta arrivando, Greengrass. Il discorso finisce qui. Sono fatti miei e odio parlare della mia vita privata. Draco non fa per me e credo tu questo lo sappia bene.»
Con questa frase, Pansy chiuse il discorso e, incrociando le braccia al petto aspettò pazientemente che i loro compagni si degnassero di arrivare.

Il primo ad entrare fu Theodore Nott. Diede un’occhiata veloce a Pansy e capì che non tirava aria. Salutò Daphne con un rapido bacio sulla guancia e cominciarono a parlare del più e del meno facendo finta che Pansy non esistesse. Tiger e Goyle, che entrarono poco dopo, non furono tanto accorti. Fecero il loro ingresso in modo chiassoso e plateale. Salutarono con una pacca sulla spalla Pansy che consideravano ormai una compagna di bevute. Peccato che Pansy non avesse le loro capacità di ripresa e il mal di testa ricominciò a farsi sentire più potente che mai. Subito dopo, Zaini e Malfoy entrarono occupando gli ultimi posti rimasti liberi.
Pansy sorrise amaramente pensando all’orribile viaggio che l’aspettava.

 

*

 

Chiusa in quel bagno pensò solo che il giorno della sua rovina era stato quel primo settembre dello stesso anno, anche se ormai le sembrava un giorno tanto lontano. Sospirando si accese la sigaretta babbana che tanto bramava, subito seguita da Daphne che le sorrise apertamente. Ancora non si era abituata a quel sorriso. In passato si erano rivolte solo sguardi di circostanza correlati da sorrisini di scherno. Pansy aveva sempre odiato Daphne, ma non l’aveva mai voluto dare a vedere. Il motivo era uno soltanto: Draco Malfoy, il ragazzo che in quei tre mesi era diventato la sua rovina.
Millicent prese tra le dita tremanti per il freddo la sua sigaretta e l’accese anche lei.
Sapeva che l’amicizia con Daphne le sarebbe costata parecchio in termini di salute e reputazione. In tre mesi passati al fianco, come una amica, una confidente, un’alleata e una sostenitrice, era diventata diversa. Suo padre lo diceva sempre che Pansy era debole e facile da influenzare, ma a Pansy non gliene fregava niente. Lei voleva bene a Daphne e Daphne ricambiava anche se intimamente sapeva che Draco Malfoy era legato a doppio filo a Pansy.

 

*

 

Angolino infimo dell’autrice:

Hola.
Dopo una marea di ripensamenti ho deciso di scrivere e pubblicare questa storiella. E’ una Draco/Pansy, coppia che adoro moltissimo. Non so quanto sarà lunga e non so nemmeno se la porterò a termine, a dire il vero. In quest’ultimo periodo non mi sono dedicata molto alla scrittura per motivi personali, quindi mi trovo un po’ arrugginita, ma spero non si noti molto e spero anche di riprendere la mano (:
A proposito di eventuali altre coppie ho le idee molto confuse, ma spero di dare presto eventuali delucidazioni in merito.
Probabilmente, molto presto spero, questa storia sarà seguita da one shot in onore di Draco Malfoy u.u Okay, non ve ne frega nulla xD
Uh, dimenticavo, spero che i salti temporali siano stati resi in modo chiaro. Nel caso fatemi sapere tutto :D
Comunque spero vi piaccia, sinceramente.
Vi prego di farmi presente qualsiasi cosa non vi vada a genio e io ne terrò conto per i prossimi capitoli.
Molte grazie per l’attenzione (:

 

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Capitolo 2
*** I. So cold ***


I

So Cold

 

And try to justify
All the things we have inside.
(You never will...)
And try to comprehend
All the things I have in mind.
(You never will...)

Fiction – From First to Last

 

 

Tutto quel verde le dava la nausea eppure non ci poteva fare nulla. L’essere capitata a Serpeverde, in effetti, non le aveva giovato molto. Il verde e l’argento stonavano con i colori dei suoi capelli, dei suoi occhi e del suo incarnato. D’altronde non aveva la carnagione lattea, i capelli biondi e gli occhi verdi di Daphne. Con un sospiro fin troppo esagerato si mise davanti allo specchio del dormitorio che doveva condividere con le altre ragazze del suo anno. 
Sì, i suoi colori erano decisamente il bronzo, il nero e in alternativa il blu scuro nonostante ciò cominciò a indossare fieramente la sua divisa verde/argento. Ogni serpeverde doveva andare fiero dei suoi colori e così faceva lei ogni giorno della sua vita. 
Mancavano ancora un paio di giorni all’inizio delle vacanze di Natale e lei avrebbe tanto voluto tornare a casa, addormentarsi nel suo letto, vestirsi con i colori che le andava e non vedere lui per un bel po’. 

Lui, Malfoy, stava cominciando a darle seriamente fastidio con i suoi stupidi commenti, le sue battutine e i suoi sorrisini che sapevano molto di falso. 
La loro “relazione” aveva assunto toni ufficiosi. Pansy sorrise al pensiero. Malfoy era sempre stato, in fin dei conti, il suo migliore amico e trovarsi da confidente ad amante era stato un passo decisamente avventato. Non sapeva nemmeno se si poteva considerare la sua ragazza o comunque se doveva continuare a considerarsi un’amica per lui. Di una cosa sola era certa: per il resto della scuola lei e Draco stavano assieme. Agli occhi di tutti, il momento in cui la loro storia era stata resa “ufficiale” – quasi rise nella mente a quel termine – fu durante il Ballo del Ceppo, ma nessuno sapeva che in realtà a quel ballo erano andati insieme in quanto Malfoy non riusciva a trovare una ragazza alla sua altezza e Pansy aveva rifiutato talmente tanti inviti (aspettando invano quello di Nott) che gli altri si erano scoraggiati e nessuno le aveva più chiesto niente. 
Theodore Nott. Pansy aveva avuto una cotta per quell’esile ragazzino per gran parte del quarto anno, mentre i primi tre anni di scuola pensava che l’unico ragazzo che avrebbe potuto far parte della sua vita fosse Draco Malfoy. 
Ma il giovane mago era troppo superficiale, vanitoso, narcisista, pieno di sé e arrogante, oltre che totalmente e incondizionatamente perfetto e Pansy, da brava snob qual era, odiava tutto ciò che poteva farla sembrare inferiore e farla passare in secondo piano.

 

*

 

-         Circa due mesi prima –

 

« Non so se ti potrebbe interessare » Cominciò Daphne soppesando le parole « Ma la McGranitt ha deciso che Draco sarà in punizione con Potty tutte le sere a partire da oggi fino a data da destinarsi.» Esclamò Daphne ghignando. « Il piano ha funzionato, direi. E noi ne siamo uscite pulite, per di più.» 
« Beh, mandare a entrambi una lettera minatoria mi pareva un’idea stupida, Daph, ma avevo dimenticato di chi stavamo parlando. D’altronde sono stupidi entrambi. Tiger e Goyle purtroppo non hanno l’esclusiva.» Sibilò Pansy, astiosa.
Daphne, sempre ghignando soddisfatta, si sedette sul prato affianco a Pansy. Erano diventate amiche in modo strano e veloce. Un passaggio talmente rapido, da odio profondo ad amicizia vera, che ancora le lasciava spiazzate. Avevano capito subito di avere un problema e allo stesso tempo una faccenda in comune. 
Daphne aveva sempre creduto di amare Draco, o almeno di adorarlo così tanto da essere disposta a rinunciare a qualsiasi cosa per lui, e Pansy odiava Draco a causa dell’aura di perfezione che ostentava (per certi versi simile a quella della bionda affianco a lei) e al tempo stesso gli voleva bene perché era l’unica a sapere che dietro a quella perfezione si nascondeva del marcio. Daphne eppure sapeva benissimo che l’unica persona che sarebbe stata in grado di possedere il cuore di Draco sarebbe stata Pansy, l’unica ragazza che si preoccupava per lui come amica e non per poter fare un viaggio nel letto del biondo serpeverde. Entrambe ferite da lui avevano deciso di allearsi. 
Ottobre era appena arrivato portandosi con sé un vento a tratti gelido, ma all’esterno faceva sempre più che caldo che all’interno della loro sala comune. La superficie serena del lago le pareva quasi un oltraggio visti i sentimenti contrastanti che le si muovevano all’interno. 
Da un lato si sentiva in colpa, dall’altro molto soddisfatta. Draco si meritava dalla prima all’ultima le punizioni che stava subendo. 
« Pan.» Cominciò Daphne cercando lo sguardo dell’amica, che rimaneva puntato fermamente sul lago. « Dobbiamo smetterla di farlo mettere in punizione. E’ la terza volta che lo facciamo, prima o poi capirà che c’è dietro qualcosa o qualcuno.» 
« Già. Draco è stupido, ma non fino a questo punto.»
« Sai bene che non lo è. E’ astuto e sa giocare le sue carte. Se ci scoprisse riuscirebbe a farcela pagare in modi che non possiamo nemmeno immaginare.» Daphne rinunciò a cercare di guardare negli occhi Pansy e lasciò quindi correre il suo sguardo lungo la superficie del lago verso i monti che si intravedevano in lontananza. 
« Non mi importa.» 
« Pan.» 
Daphne poteva solo immaginare il motivo dei sentimenti contrastanti che animavano la sua neoamica. Con un sorriso amaro dipinto sul volto, l’abbracciò forte. Sentì i muscoli di Pansy irrigidirsi dapprima per poi rilassarsi. 
Pansy dovette fare ricorso a tutta la sua buona volontà per evitare di piangere su quella spalla così confortante nonostante fosse così ossuta. Purtroppo per lei, le scappò un singolo singhiozzo seguito da una lacrima. Si morse forte la lingua e presto il respiro e il battito del suo cuore tornarono al loro ritmo naturale. Pericolo scampato, pensò Pansy amaramente. 

Piangere non le era mai piaciuto, soprattutto di fronte alle altre persone. Se proprio ne sentiva il bisogno, si chiudeva a chiave in un cubicolo del bagno di Mirtilla Malcontenta e si sfogava o cominciava a prendere a calci e pugni ogni cosa che le capitava tra le mani. Si scostò dalla stretta, si alzò e si diresse all’interno della scuola. Ora aveva voglia di litigare. Deviò velocemente verso il campo da quidditch sapendo benissimo che lì poteva trovare la persona più irritante di tutta Hogwarts. 
Velocemente salì sulle tribune verso il posto in cui la squadra di serpeverde sedeva lanciando insulti di ogni tipo verso i ragazzi vestiti di rosso/oro che si stavano allenando. 
Draco, contrariamente a quanto si aspettava, non insultava, ma prendeva appunti sulle strategie di gioco della squadra avversaria per la prossima partita di campionato.
« Pansy?» Chiese quasi stupefatto quando si rese conto della presenza della sua compagna di studi. « Che ci fai qui?».
« Niente che ti possa interessare.» Rispose facendo ghignare i ragazzi della squadra di serpeverde.
« Nervosa?» Le chiese con lo sguardo di chi la sapeva lunga.
« Io? Nah. Aveva solo voglia di vedere il mio Dracuccio.» Disse con la voce stucchevole che usava sempre in sua presenza quando c’era gente di altre case nei dintorni. Adorava vederlo in difficoltà e in imbarazzo.
« Smettila di recitare. Qui sanno tutti come sei veramente. Se sei venuta per litigare puoi anche andare, oggi non ne ho voglia, Parkinson.» 
Pansy sorrise. « Qualcosa ti turba, amor mio?» 
Draco alzò un sopraciglio, scettico.
« Quegli sporchi grifondoro potranno batterci? O forse è qualcosa di più grave, tipo una punizione molto lunga 
« La voce si è già sparsa?» Le chiese nascondendo a fatica un’espressione contrita.
« Sai, conosci anche tu la Brown e la Patil. Pettegole della peggior specie. Mi sembra anche che la Brown la conosci anche molto intimamente 
Draco ghignò. Si sentiva sempre alquanto soddisfatto quando gli si ricordavano le sue avventure e relazioni precedenti. « In un certo senso conosco anche la Patil, a meno che non differisca dalla gemella per qualche particolare che non ho potuto notare.»
« Stronzo! Non me l’hai detto!»  Esclamò Blaise Zabini tirando una pacca sulla spalla, che di amichevole non aveva niente, al biondo.
Pansy alzò un sopraciglio: 
« Malfoy, che gusti orrendi.» 
Sapeva di piacere fisicamente a Malfoy e quindi si trovò disgustata. Si sentiva paragonata a quella Grifondoro orrenda.
« E' bruttissima.» Continuò sempre più orripilata. Sapeva che la sua reazione poteva passare per gelosia sia agli occhi di Draco che agli occhi di tutti gli altri Serpeverde presenti, ma in un certo modo, contava sul loro buon senso: lei non aveva motivo per essere gelosa di Draco Malfoy.
« Dai, Pan. Facciamoci un giro.» Le propose alzandosi in piedi e consegnando a Zabini i suoi appunti sugli allenamenti.

Camminavano fianco a fianco in silenzio senza meta. Draco la condusse fino al lago e, non appena arrivato sotto la grande quercia secolare, si sedette a terra subito seguito da Pansy. Frugò nelle tasche del mantello fino a che non trovò un pacchetto di sigarette magiche. Ne porse una a Pansy che rifiutò.
«
 Sai benissimo che penso che fumare quella merda è equivalente a fumare aria profumata.» Lanciò uno sguardo truce alla sigaretta al mentolo rimpiangendo di non essersi portata dietro il suo pacchetto di sigarette babbane.
« Quelle che fumi sono babbane, Pan. Mi stupisco come tu e Daphne possiate amarle così tanto.»
Pansy alzò le spalle. 
Draco accese la sigaretta e si voltò a guardare la ragazza negli occhi che, perplessa, ricambiò lo sguardo. 
« Adesso che c'è?» Le chiese scocciata.
«
 Hai gli occhi rossi. Tutto ok?» 
« Sì, è il vento.» mentì Pansy. Non poteva certo dirgli che si era messa a piangere solo un attimo prima in compagnia di Daphne. 
Draco sembrò crederle. 
« Tu e Daphne siete diventate fin troppo amiche negli ultimi tempi. In cinque anni di scuola solo adesso, come mai?» Le domandò celando la curiosità.
« Non posso avere un'amica?» Le chiese scontrosa.
« Oggi sei insopportabile, Pan. Meno male che io sono troppo di buon umore. Non mi rovinerò la giornata a causa tua.» Le sorrise. 
« Come mai sei di buon umore?» 
Draco la fissò a lungo prima di risponderle: 
« Non penso siano affari tuoi, Parkinson.»
Pansy stette zitta pensando semplicemente che stava facendo bene a punirlo. Da quando era iniziata la scuola, il loro rapporto si stava deteriorando. Non riusciva a confidarsi con lui come aveva sempre fatto. Non riusciva a fissarlo negli occhi. Non riusciva ad abbracciarlo. Non riusciva ad essere gentile con lui. 
Non riusciva più a comportarsi normalmente perché si era resa conto che forse gli voleva più bene di quanto immaginasse e la voglia di baciarlo era maggiore di ogni altro sentimento razionale che provava nei suoi confronti. 
Pansy abbassò lo sguardo da quei freddi occhi grigi che la stavano fissando con insistenza. 
« Draco, scusami.» Disse con voce malferma cercando in tutti i modi di non guardarlo. Gli stava chiedendo scusa e non sapeva nemmeno per che cosa. 

*


Si guardò disgustata allo specchio per l'ultima volta. L'immagine riflessa sembrava molto più stanca di quanto non lo fosse lei in realtà. Distolse lo sguardo dallo specchio e, dopo aver preso la borsa con i libri di scuola, uscì sbattendo la porta.
Lo specchio, si chiese, non doveva mica essere lo specchio dell'anima? Perché quando si guardava allo specchio vedeva solo il verde, colore simbolo di equilibrio, di staticità, ma soprattutto della forza?

Angolino infimo dell'autrice:

Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento (:
Ci sto riprendendo la mano xD
Comunque, a chi interessasse, io sono alquanto interessata al significato dei colori. 
Praticamente ho trovato che il verde simboleggia anche l'autostima. All'inizio, quando Pansy dice che il verde non è il suo colore, intendo infatti che la ragazza ha poca autostima, anche se poi può sembrare il contrario. Invece poi, dice anche che alla lunga ci si abitua a portare il verde. Infatti, uno degli altri significati del verde che ho trovato, sta a indicare il marcio, il veleno e Pansy non è esattamente la classica brava ragazza tutta scuola/chiesa/famiglia. Spero di essere stata chiara anche se so benissimo che non sono molto brava a spiegarmi xD
Comunque le recensioni sono sempre gradite xD Non siate timidiii °O°

Ringraziamenti:

Ladymarie: Ahah xD io non mi sono per niente abituata ad Astoria in quanto ho rimosso completamente dalla mia testa gli avvenimenti del settimo libro xD Per me la situazione si è fermata al sesto ^.^ Grazie mille per la recensione!

MabyChan: Graaaazie mille per i complimenti (: sono contenta che il mio stile di scrittura ti piaccia nonostante sia un po' arrugginito! Grazie mille per la recensione (: Spero solo che anche questo capitolo possa essere di tuo gradimento!
.

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Capitolo 3
*** II. Metamorphosis ***


II
Methamorphosis



I'm away,
you're here to stay 
and I'm away 
and you're ok
You're here to stay 
and I'm away,
you're here to stay 
and I'm ok

I’m ok, You’re ok – MXPX

 



Daphne Greengrass era terribilmente pigra e non aveva pazienza. Nonostante queste particolarità della sua indole, preferiva di gran lunga rimboccarsi le maniche e scegliere la sua prossima vittima piuttosto che stare lì ad aspettare che qualche ragazzo si accorgesse di lei. Solamente durante il quinto anno, però, si era resa conto che non riusciva a comportarsi da cacciatrice con l'unica persona che desiderava realmente. Da quel momento aveva cominciato a credere che forse il dio Amore aveva rivolto lo sguardo verso di lei, ma non ne era più tanto certa. L'unico ragazzo che voleva era anche l'unico che non la degnava di un'occhiata. Sapeva benissimo che in amore andava sempre così: le belle ragazze, quelle desiderate da tutti, alla fine rimanevano sole. Per questo continuava a pensare che la fortuna non era esattamente una sua alleata. Oltretutto si riteneva sfortunata anche in amicizia. Andava d'accordo solo con Blaise Zabini, suo amico da tempi remoti e Theodore Nott. In pratica le mancava un'amica femmina con cui spettegolare, scambiarsi consigli sul trucco e i vestiti, nonostante sapeva che quegli argomenti non li avrebbe mai trattati. Fin dal primo giorno di scuola aveva compreso di suscitare l'invidia delle sue compagne, Pansy compresa. La Parkinson però, essendo una ragazza molto discreta -e di questo doveva dargliene atto-, non si era mai lasciata andare a commenti malevoli verso la sua persona, tranne in un'occasione ben precisa, il ballo del ceppo. A partire dal giorno dell'annuncio del ballo, Daphne sapeva che Draco Malfoy sarebbe andato con Pansy Parkinson perché, in cuor suo, era convinta che quei due fossero realmente fatti per stare assieme. Per questo motivo aveva deciso di accettare al volo l'invito di Theodore Nott, ragazzo di cui Pansy Parkison si proclamava cotta. Lì, in quel momento preciso, iniziò la vera rivalità tra le due. I giorni prima del ballo furono un tutt'uno di insulti -più o meno velati- nei confronti della sua persona. Quello che l'aveva fatta stare peggio era una frase captata, senza intenzione alcuna, durante un intervallo nei pressi del bagno delle ragazze del quarto piano, posto in cui si recava spesso per fumare in pace qualche sigaretta babbana, pessimo vizio che le aveva passato il padre.
« Penso che accetterò l'invito di Draco »  stava dicendo Pansy, con il solito tono di voce sciocco, al branco di oche che la seguivano sempre e l'avevano eletta come leader indiscussa della nobile casa di Serpeverde.
« D'altronde Draco con chi potrebbe andare al ballo se non con me? Tutta Hogwarts crede che ci sia qualcosa di speciale tra di noi. Non è vero, ma perché non posso far credere a tutti che io e Draco facciamo coppia fissa?». Una risatina terribilmente falsa risuonò nel bagno.
« Draco potrebbe fare coppia con Daphne.» Intervenì una voce, che Daphne riconobbe come quella di Tracey Davies, sedando all'istante la risata.
« Draco con quella? Dio, no! Tracey, sai quanto Draco è fissato con le apparenze! Più che una coppietta sembrerebbero fratello e sorella!».
Daphne Greengrass non odiava. Odiare era un semplice sentimento e lei si riteneva più sofisticata, ma in quel momento odiò Pansy Parkinson. Dimenticandosi completamente la ragione che l'aveva spinta verso quel bagno del quarto piano se ne andò pensando in tutti i modi come farla pagare a Pansy Parkinson.
Purtroppo però per lei -e per fortuna per la Parkinson- aveva lasciato ogni suo singolo progetto nel dimenticatoio nel momento in cui aveva stretto amicizia, nel vero senso della parola, con la ragazza. Si trovava bene con lei perché erano entrambe ragazze che sapevano il fatto loro. Pansy per quanto si mostrasse stupida al mondo, in realtà, era solo l'ennesima ragazzina che nascondeva se stessa dietro ad una maschera e questo Daphne lo capiva bene essendo come lei.

Eppure l'aveva vista cambiare giorno dopo giorno, inesorabilmente. Ormai sapeva qual era il motivo di questa sua metamorfosi, ma non se ne preoccupava. Aveva sempre saputo che Pansy, prima o poi, avrebbe potuto accorgersi dei sentimenti che provava nei confronti di Draco. Daphne non era una stupida ragazzina piagnucolosa. Lei non stava male se il ragazzo che le piaceva non la degnava nemmeno di uno sguardo. Ma se lui l'avesse degnata di uno sguardo un giorno sì e un giorno no, allora sì che se le sarebbe presa.
Ricordava benissimo quella domenica mattina che svegliandosi decisamente fuori forma dopo un festino serpeverde, aveva scoperto che Pansy non era tornata in dormitorio per dormire. L'aveva cercata in giro per scuola, ma niente da fare.

*

- Circa un mese prima -

Pansy non era tornata in dormitorio. Finalmente riusciva a capirne in pieno il significato. L'aveva cercata ovunque senza mai trovarla e allora aveva deciso di fare una cosa che non era assolutamente da lei: aveva deciso di arrendersi. Quando avrebbe voluto, Pansy Parkinson sarebbe uscita allo scoperto e le avrebbe raccontato tutto. Camminando a vuoto per i corridoi senza fare caso alle persone che le passavano accanto guardandola con occhio critico, giunse fino alla porta del bagno del secondo piano, il suo luogo preferito in cui andare a fumare.
Aprì la porta e davanti a lei trovò una figurina avvolta in un largo mantello estivo che tremava dal freddo, ma che, nonostante tutto, continuava imperterrita a fumare nervosamente la sua sigaretta, ormai giunta al filtro. La finestra su cui era affacciata era rivolta direttamente verso il campo da quidditch. La ragazza si girò e non appena realizzò che la studentessa di serpeverde che aveva di fronte era Daphne Greengrass sembrò calmarsi.
« Tutto ok, Pansy? » le chiese Daphne cercando di non far vedere quanto fosse irritata.
« Non lo so.»  rispose l'amica con voce tremante. « Ho fatto una sciocchezza. Un'enorme, orribile sciocchezza. Sono sicura che dopo che te l'avrò detto mi odierai a morte.»
« Tranquilla. Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Ma sappi solo che non te ne faccio una colpa.»  rispose, ma la sua voce non sembrava molto sincera.
« Daphne, non fingere. Con me non attacca.» le intimò quasi sottovoce Pansy.
« Pan. Non mi interessa nulla. Non soffro mica se so che un'amica è contenta. Devi solo darmi un po' di tempo per accettare la cosa.»
« Hai tutto il tempo che ti serve, Daph. Sappi solo che non era mia intenzione e che, molto probabilmente, io e Draco non ci guarderemo più in faccia per il resto della nostra vita.»

*

Daphne sapeva che l'intento di Pansy non era quello di mentirle dato che anche lei era convinta che tra lei e Draco non potesse esserci futuro. La giovane Greengrass era convinta che, forse, avrebbe dovuto cominciare anche lei a badare alle apparenza come già faceva la sua compagna di corso. Lei e Malfoy sembravano davvero fratello e sorella, quindi non avevano futuro insieme.
In quel momento, sorridendo con fare mellifluo, uscì dal dormitorio con una nuova prospettiva: trovarsi un ragazzo moro che potesse piacerle.

 

Angolino infimo dell'autrice:

Yo. E il terzo capitolo è fatto.
In teoria da questo momento inizia la storia vera e propria senza stacchi temporali. Ci saranno dei flashback, credo, ma non così lunghi.
Non credo di avere niente da dire su questo corto capitolo dedicato a Daphne, sinceramente.
Recensioni? xD

Ringraziamenti:
Ladymarie: Oddio, grazie mille per la recensione e i complimenti. Mi sento veramente soddisfatta quando qualcuno apprezza quello che scrivo :)
Mojito86: ahahaha xD Grazie mille :) Sono contenta che tu abbia deciso di fare un'eccezione xD Draco/Pansy non è la tua coppia preferita, eh? xD Ma sono così pucci-pucci >.< Ok, mi sto portando fuori :) Grazie mille ancora ^.^
ioetexsempre: non devi scoraggiarti in questo modo. Nessuna storia è banale, secondo il mio punto di vista. Spetta a chi la scrive non farla sembrare banale :) Poi le recensioni servono appunto per migliorarsi, per darsi nuovi stimoli e tutto. Prova a pubblicare qualcosa :) Comunque, grazie mille per i complimenti :)
MabyChan: ahah xD e pensare che nei prossimi capitoli volevo far diventare Pansy una carognetta xD Grazie mille °-°
Stephenye: Grazie mille :) Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento. ^.^

 

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Capitolo 4
*** III. Never Gonna Be The Same ***


III
Never Gonna Be The Same

 

Who we are, 
What we all are, 
It's nothing but a point of view 
(Who we are) 
It's nothing but a point of view

We All Turn Back to Dust – From First to Last

 

Pansy Parkinson non si definiva una stupida. Stupidi erano lo Sfregiato e il suo cagnolino da compagnia Ronald Weasley, ma più di tutti lo era Ginevra Weasley. Alla giovane età di quindici anni, la ragazza era intrappolata in una storia seria. Questo non andava bene. Pansy era sicura che nessuno avrebbe dovuto avere un ragazzo fisso prima dei vent'anni. L'adolescenza andava goduta e non c'era nessun bisogno di avere una relazione con qualcuno che pretendeva di passare con te ogni singolo minuto della sua vita. L'importanza della libertà era un fattore che, ormai, nessuno teneva più in considerazione. Stare con qualcuno, nella testa della giovane, significava stare in gabbia. 
Tuttavia esisteva sempre un "ma" e quel "ma" era Draco Malfoy. 
Lei rimaneva sempre della stessa opinione, eppure con lui era diverso. Continuava a cercarlo con lo sguardo, trovava in ogni occasione il pretesto per sfiorargli la guancia con una mano, riusciva a trovare scuse per riuscire a portarlo in una qualche aula deserta anche solo per dargli un bacio veloce lontano da occhi indiscreti. 
Lui non era da meno.
Tutte le mattine, Pansy si svegliava con un interrogativo che le ronzava insistentemente nel cervello. Non ne aveva mai parlato a Daphne o a chicchessia, ma continuava a chiederselo:doveva considerarsi la ragazza di Draco Malfoy?
Camminando velocemente tra i corridoio pressoché deserti cercò di raggiungere il suo dormitorio. Mancava ancora un'ora al momento della partenza del treno per Londra e lei doveva ancora andare a recuperare il suo baule. Tutta la mattinata era stata impegnata a cercare di sfuggire a Draco Malfoy e adesso doveva muoversi se intendeva raggiungere il villaggio prima di lui.
Era una settimana che cercava di evitarlo. Non voleva salutarlo, non voleva fargli auguri, non voleva passare il Natale lontana da lui. Se l'avesse incontrato non avrebbe avuto più il coraggio di tornare a casa per le feste.
Arrivata nei sotterranei cominciò a correre come mai aveva fatto prima. Passò davanti all'ufficio di Piton e lo vide con la coda dell'occhio, ma non ci fece caso più di tanto.
Arrestò la sua corsa esattamente davanti ad un muro e ansante sussurrò la parola d'ordine. Attraversò a passo sostenuto la sala comune ed entrò in camera sua sbattendo la porta. Guardò l'orologio: mancavano 50 minuti. Aveva tutto il tempo e il villaggio non era lontano.
« Pan, penso che io e te dobbiamo parlare.» Esclamò una voce nell'oscurità che le fece rizzare i peli sul collo. Si girò verso il suo letto e notò il profilo scuro di Draco Malfoy. Il ragazzo, che prima stava comodamente seduto, si alzò e in un paio di passi raggiunse Pansy.
« Non mi dici niente, Pan?»
« No.» Rispose Pansy cercando di non abbassare lo sguardo da quegli occhi così magnetici anche nell'oscurità del dormitorio.
« Dubito che tu non abbia niente da dirmi. Prova a pensarci.» Si abbassò leggermente per fissarla. « Sono due settimane che mi eviti.»
« Una.» lo corresse Pansy con un sussurro a malapena udibile.
« Allora lo ammetti che mi stai evitando?»
« Non ho mai smentito. Ti sto evitando, Draco. Posso andare ora? Ho un treno da prendere.»
« Mi mancherai.» Le sussurrò prima di darle un bacio sulla fronte e di uscire dalla stanza. Pansy non pensava che lui potesse essere così tenero. Sorrise in cuor suo. Draco non era tenero o dolce. Teneri erano i coniglietti pelosi che lei adorava tanto, ma di sicuro non Draco Malfoy.

Fece un incantesimo al suo baule lo ridusse in modo da poterlo portare con sé in tasca. Corse fuori dal dormitorio e cominciò a cercare Draco ovunque. Lo trovò subito nella camera che divideva con Theo e gli altri. 

Gli sorrise e cercando di contenere la tristezza che quella separazione le provocava gli sussurrò: « Ciao Draco. Buone feste.»
Gli lanciò un bacio volante e lui le sorrise di rimando.
« Ciao Pan.»

 

*


Daphne aveva deciso di rimanere a scuola durante quelle odiose vacanze di Natale. Odiava il Natale, odiava il pan di zenzero, odiava i familiari, ma soprattutto odiava ricevere regali. Prima di conoscere Pansy non usava mai la parola "odio", ma ormai, a forza di stare con la ragazza aveva imparato a distiguingere l'odio dal semplice fastidio.
Era convinta che se qualcuno le regalava qualcosa voleva solo dire che aveva bisogno di qualcosa.
La mattina di Natale si svegliò di cattivo umore cadendo pesantemente dal letto. Ringraziò il fatto che nessuna delle sue compagne aveva deciso di rimanere a scuola per le vacanze. Se l'avessero vista cadere, l'avrebbero presa in giro per l'eternità.
Sbadigliando a bocca aperta senza nemmeno prendersi la briga di coprirsi con la mano, si diresse in bagno e si cominciò a preparare per il pranzo.
Uscì dal bagno due ore dopo completamente rinnovata. Si guardò allo specchio cominciando a fare le sue solite smorfie. D'altronde quale modo migliore di quello esisteva per imparare a fingere di sorridere?
« Daph?» la porta si aprì, lasciando intravedere la figura esile di Theodore Nott, uno dei pochi ragazzi rimasti a scuola per le vacanze.
«Theo, entra pure.» Lo invitò lei. «Sono pronta.»
Il ragazzo, senza farsi pregare più di tanto, entrò nella stanza con in mano una scatola di latta.
« Cos'è?» Le chiese lei.
« Una scatola.»
« C'ero arrivata.» Replicò lei, scocciata.
« Morgana, come sei.» Disse sorridendole. Con una mano sollevò il coperchio della scatola producendo un rumore metallico che fece venire i brividi a Daphne.
« Non mi dire che sono biscotti allo zenzero.» Esclamò lei cercando di nascondere il disappunto.
« Esatto!» assentì lui sorridendo apertamente. « Oh, amo il Natale!».
E in quel momento, solo in quel momento, Daphne si rese conto che, in fin dei conti, non esisteva un ragazzo che differiva così tanto da lei.
« Buon Natale, Daph.» Le porse un biscotto a forma di cuore che Daphne morsicò cautamente. Il sapore non era male, ma non faceva per lei. Tuttavia non si sentiva di deludere il compagno di corso e allora continuò a sbocconcellare il biscotto fino a finirlo.
« Buon Natale anche a te, Theo.»  

Forse il Natale non la faceva più tanto schifo.

 

 

*


So che c'eravamo promessi di non regalarci niente, ma non ho saputo resistere.
Buon Natale, Pansy.
E' solo un pensierino, spero non rimarrai delusa.


« Troppo banale.»

Buon Natale e felice anno nuovo.
D.M.

« Cos'è 'sto schifo? Nooo. Troppo serio.»

Spero che tu ti stia divertendo anche senza di me, stronza.
Sei a casa e io a scuola.
Buon Natale.
Ti ...

 

« Nah.»

C'eravamo promessi non regalarci niente, lo so.
Buon Natale, Pansy.
Mi manchi già.
Draco

 

« L'hai scritta 'sta cazzo di lettera?» gli chiese Blaise Zabini entrando nella camera e sbattendosi la porta alle spalle. « Muoviti che Daphne e Theo ci stanno aspettando per andare a pranzo.»
« Zitto.»
« Sai che la Regina delle Nevi ha mangiato i biscotti allo zenzero di Theo? E a lei lo zenzero non piace!»
« Zitto.»
« Merlino, come siamo malmostosi.»
« Il regalo è banale, non le piacerà.» Si lamentò Draco.
« Ma smettila! Non è affatto banale, considerando che non siete nemmeno insieme. E poi, Malfoy, mi piacerebbe sapere che ti prende ultimamente. Sembri cotto.»
« Blaise? Ti va di andare a schiantarti giù dalla torre?»
« Buon Natale anche a te, Draco.»

 

 

*

Angolino infimo dell'autrice:
Scusate ma non faccio in tempo a ringraziare le singole persone :)
Grazie mille a tuttiiii.
Fatemi sapere se vi è piaciuto anche questo capitolo *-*

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Capitolo 5
*** IV. Plastic Passion ***


IV

Plastic Passion


Plastic passion is a gold guarantee
This plastic passion is murdering me
Oh! it's a plastic passion

Plastic Passion – The Cure


La musica di quel piccolo carillon continuava a suonare all'infinito. Non aveva bisogno di essere caricato in quanto si trattava di un marchingegno ideato per far cadere in uno stato torposo le ignare bambine babbane che lo usavano. Eppure a lei non capitava mai niente quando lo ascoltava suonare e osservava la piccola ballerina danzare accompagnata dalla rigida versione in miniatura di un cavaliere. Si era immaginata più volte che quell'impettito signorino potesse essere il suo futuro principe e quella ballerina potesse essere lei.
Da quando era tornata a casa non aveva mai smesso di ascoltare quella musica dolce e un po' malinconica, a tratti ipnotica. Le note si susseguivano, una dopo l'altra, e lei cercava di accompagnarle toccando i tasti del pianoforte per trovare quello che gli si avvicinava di più.
Con suo malgrado, il giorno di Natale non era ancora riuscita a riprodurre quella nenia con nessun altro tipo di strumento. L'idea che non potesse essere riprodotta l'aveva sfiorata, ma aveva accantonato subito quell'ipotesi.
Il giorno di Natale era arrivato presto e altrettanto presto se n'era andato. Si stava già deprimendo a immaginare il suo ritorno ad Hogwarts. Come avrebbe potuto guardare in faccia Draco dopo quel regalo?
Improvvisamente le era venuta voglia di guardarlo, di stringerlo a sé e di immaginare Draco mentre glielo sceglieva. Sorrise e si passò una mano sulla fronte per togliersi un ciuffo ribelle di capelli corvini che le era sceso davanti agli occhi. Si alzò dallo sgabello del pianoforte e si diresse in camera sua.


*


- Qualche giorno prima, 25 dicembre -


La neve cadeva leggera fuori dalla finestra. Pansy sbuffò infastidita. Avrebbe preferito uscire in mezzo alla neve, bagnarsi tutta e sporcarsi piuttosto che stare seduta composta e aspettare che anche l'ultimo dei suoi più infimi parenti se ne fosse andato. Mentre aspettava, tra un sorriso falso e una risposta monosillabica alle domande che le venivano poste, guardava fuori dalla finestra aspettandosi chissà che cosa.
No, nessuno la sarebbe venuta a salvare.
« Pansy cara.» Nonna Parkinson non demordeva: la stava per assalire ancora con un'altra ondata di domande. «Com'è possibile che una ragazza così bella come te non abbia il ragazzo.»
« Evidentemente è possibile, nonna.» Esclamò in risposta la magra figura di sua cugina Heather. Si erano sempre odiate cordialmente per i motivi più svariati. Bambole rotte, vestiti rubati, sbronze collettive finite in rissa, ragazzi rubati... i motivi erano stupidi eppure loro si odiavano.
Solitamente Pansy non rispondeva a provocazioni di quel tipo, ma non resistette: « Sai, nonna» iniziò con noncuranza. «Un ragazzo c'è, ma non è niente di ufficiale. Sono due mesi che ci vediamo e non voglio affrettare le cose.» Lanciò uno sguardo truce alla cugina e sorrise alla nonna.
« Oh Pansy, che ragazza giudiziosa che sei. Fai bene a non affrettare le cose. Hai solo 15 anni.»
« 16»
« Stessa cosa. Come si chiama il tuo fidanzatino?»
Pansy storse la bocca a quel termine e con una certa soddisfazione si preparò a pronunciare
quel nome: « Draco, Draco Malfoy.»
Cercò di caricare il cognome di quanta più enfasi riuscisse e si girò a fissare malignamente la cugina, la cui bocca ora era spalancata.
Un rumore, come di qualcosa che sbatteva contro il vetro, la distolse dalla sua intima vittoria. Girò la testa verso la finestra e vide un barbagianni con un pacchettino nel becco fissarla.

Il suo regalo.
Corse ad aprire al gufo e senza degnare di ulteriori attenzioni quella gente falsa come Giuda, scappò in camera sua.
Il pacchetto non era esageratamente grande e Pansy si chiese chissà cosa c'era dentro.
Osservò un paio di volte l'involucro argentato che l'avvolgeva e subito si decise ad aprirlo. All'interno trovò una piccola collana con un cuore di plastica come ciondolo. Spalancò gli occhi dalla sorpresa: lui si era ricordato che lei aveva una passione assurda per la plastica.


*


Tirò fuori il cuore dal pacchettino e lo osservò ancora meravigliandosi. Era stupendo e lui aveva proprio azzeccato i suoi gusti.
La plastica era la sua fonte di nutrimento. Adorava l'odore e le varie forme che le potevano imprimere. Adorava la plastica perché da bambina credeva che la faccia delle persone era completamente composta da quel materiale e con il passare del tempo aveva capito che non si era sbagliata più di tanto. Perché tutti portavano una maschera e la sua era di plastica.




Angolino infimo dell'autrice.

Vi prego di scusare immensamente il mio ritardo e il capitolino molto corto :]

Non ho molto tempo a disposizione per commentare il capitolo, ma sappiate che a me non convince molto. Bah.

Ci tenevo però a ringraziare chi ha messo la storia nei preferiti, chi la recensisce e chi la legge :]

Ringraziamenti:

Stephenye: sono contenta che ti piaccia molto la mia storia! Inoltre i battibecchi tra loro mi è piaciuto molto scriverli. In fondo li immagino come un gruppo di bambini un po' troppo cresciuti e affetti da “crisi adolescenziale”. No? È giusto che anche i cattivi poi abbiano un attimo di pausa per godersi la loro vita :] Grazie mille per la recensione!

Mojito86: oddio o.o non volevo dare l'impressione che Draco fosse cotto a puntino xD anche perché non ce lo vedo per niente a sbavare dietro senza ritegno a una ragazza (anche se la ragazza in questione è Pansy xD). In effetti, dovrei rivedere un po' il comportamento del caro Draco. Grazie mille per la recensione!

Ladymarie: ahahah, vai tra che la storia non la perdi più adesso che ce l'hai tra i preferiti. Ormai mi sono ripromessa che devo aggiornarla più di frequente e spero proprio di riuscirci! Grazie mille per la recensione!



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Capitolo 6
*** V. Ice Queen ***


V

Ice Queen

 

 

When she embraces
Your heart turns to stone
She comes at night when you are all alone
And when she whispers
Your blood shall run cold
You better hide before she finds you
Ice Queen - Within Temptation

 

 

Daphne sbuffò guardando attentamente Pansy Parkinson abbracciare un più che imbarazzato Draco Malfoy. Avrebbe voluto esserci lei in quel momento tra le braccia del ragazzo, ma cercò di accantonare quel pensiero decisamente malsano dalla testa. Non aveva mai provato gelosia nei confronti di Pansy, ma solo e soltanto una bruciante e fastidiosa invidia. Perché lei poteva avere tutto ciò che voleva Daphne? Pansy aveva gli amici, una famiglia unita e aveva Draco. Lei invece cos’aveva? Due genitori che facevano finta di non conoscersi nonostante abitassero sotto lo stesso tetto, una sorellina minore incredibilmente fragile e aveva una bellezza fuori dal comune che metteva in soggezione ogni essere di sesso maschile che tentasse un approccio.

Pansy non era bellissima e nemmeno tanto simpatica, eppure aveva tutto.

Draco e Pansy stavano sicuramente parlando delle vacanze; Daphne si sentiva di troppo. Si alzò dal divanetto e senza fare caso a nessuno uscì dal dormitorio.

Solo poco tempo prima si era arresa all’evidenza di non poter stare con Draco, ma perché arrendersi senza nemmeno averci provato?

Camminava per i corridoi del dipartimento di incantesimi lanciando occhiate raggelanti ad ogni ragazzino si permettesse di ostacolarle il cammino e dopo quel girovagare raminga si stufò e si recò in biblioteca. Notò con la coda dell’occhio che la mezzosangue Granger sedeva nel reparto di Antiche Rune. Non erano ancora ricominciati i corsi che lei stava già studiando? Peccato che non avesse tempo per provocarla un po’.

Senza farsi notare estrasse un libro dalla copertina consunta dal reparto di pozioni avanzate e cercò qualcosa che potesse fare al caso suo.

Al diavolo le apparenze quando poteva avere Draco Malfoy. Avrebbe fatto di tutto per toglierlo a Pansy.

 

*

 

La Sala Grande per il pranzo era di nuovo piena constatò Daphne sbocconcellando l’arrosto che aveva nel piatto. Tutti gli studenti che si erano allontanati da scuola per le vacanze di Natale erano tornati. La ragazza guardò la tavola di Serpeverde nuovamente piena. Con tutto quel rumore non avrebbe mai sentito niente.

« Theodore.» sussurrò Daphne richiamando l’attenzione del suo amico seduto di fronte a lei.

« Sì?» Rispose il ragazzo ricambiando lo sguardo della bionda.

« Ho bisogno di un piccolo aiuto.»

« Un favore?» Le chiese arcuando un sopracciglio e fissandola con sguardo indagatore.

« Una specie. Sto portando avanti un progetto e ho bisogno che mi aiuti con una pozione.»

« Un progetto?» ridacchiò Theodore « Credi che sia così stupido? Tesoro, il mio istinto mi dice che trami qualcosa.»

« Stai tranquillo. Non ho ancora intenzione di uccidere nessuno.»

Theodore fissò accigliato Michael Corner che era appena entrato nella Sala Grande tenendo per mano Susan Bones.

« Peccato.» sussurrò il ragazzo assumendo un’espressione contrita. Daphne guardò Michael che la salutò con un cenno della mano ricevendo in risposta solo uno sguardo di compassione rivolto più alla ragazza con lui che al Corvonero stesso.

« Tempo due giorni e si mollano. Corner non è capace di avere relazioni serie.» commentò la Serpeverde.

« E tu come fai a dirlo, scusa?» le chiese Theodore divertito.

« Ti risponderei che è tutto merito dell’intuito femminile, ma pare che io ne sia del tutto priva.»

« E allora come fai a saperlo?»

« Ho un appuntamento con lui stasera subito dopo cena.» rispose Daphne indifferente.

« Non hai cuore.» Commentò il ragazzo servendosi il dolce. « Penso che tu sia la ragazza con il soprannome più azzeccato.»

« Soprannome?» Gli chiese mostrandosi decisamente curiosa. Amava sapere che c’era gente che parlava di lei.

« Sì, Draco ha coniato apposta per te il soprannome di “Regina del Ghiaccio”, ma Zabini pensa sia più bello “Regina delle Nevi”.»

Daphne non commentò. Smise di mangiare il suo arrosto già freddo, appoggiò la forchetta e rivolse un’occhiata inceneritrice al suo amico Blaise che non la intercettò.

« Te la sei presa?» Theodore la fissò attentamente. Lei dissentì.

« E’ vero. E il soprannome di Pansy qual è?». Voleva tanto saperlo almeno avrebbe avuto qualcosa in mano con cui prenderla in giro.

« Draco non si è espresso in merito.» Rispose « Blaise aveva trovato un bell’aggettivo per soprannominarla, ma Draco ci ha fatto capire che su di lei non possiamo non dire nulla. Sai quanto diventa permaloso se gli tocchi le sue cose.»

Daphne lo sapeva bene e come al solito si chiese perché non potesse essere una di quelle cose che nessuno oltre a Draco poteva toccare.

« Che soprannome ha trovato Blaise? »

« Eh, Daph. Non posso dirtelo. Se Draco venisse a sapere che lo sa qualcun altro potrebbe seriamente sguinzagliarci contro Tiger e Goyle e io non sono pronto a morire giovane.» concluse Theodore alzando le spalle.

Osservò Pansy, seduta poco lontana da lei, sorridere timidamente all’indirizzo di Draco. Quei due da quando si frequentavano si erano rammolliti.

Vide la mano della ragazza coprire quella di Draco. Li vide scambiarsi un bacio ben poco casto davanti agli occhi sconcertati degli insegnanti che li ripresero.

Stavano dando spettacolo e lei non poteva permetterlo.

« Pansy, potrei parlarti?» chiese a voce alta sperando che potesse sentirla nonostante il rumore delle posate e dei piatti. La giovane si girò verso di lei e la sua espressione si fece grave. Forse aveva capito di aver esagerato.

« Daph, scusami.»

Daphne si alzò da tavola facendo segno a Pansy di seguirla, ma l’altra rimase ferma al suo posto.

« Posso parlarti in privato? »

Pansy non diede segno di volerla seguire, allora Daphne si precipitò fuori dalla Sala Grande lasciandosi alle spalle i richiami degli insegnanti.

Percorse i corridoi deserti in velocità e si chiuse dentro al bagno del secondo piano. Una sigaretta era l’ideale per distendere i nervi.

 

*

 

Bene nutri l'odio migliore con assiduità
dagli ambascia e rancore, lui t'accecherà
Nutri l'odio migliore con felicità
dagli ambascia e rancore e ti ripagherà

 L'odio migliore - Marlene Kuntz



Pansy era nervosa. Sapeva di avere esagerato in Sala Grande durante la cena e le dispiaceva, ma d’altronde quand’era con lui non riusciva a comportarsi razionalmente. Era consapevole di aver ferito Daphne, la sua nuova migliore amica, e si sentiva terribilmente in colpa, eppure non si sentiva ancora pronta ad affrontarla.

Finì la sua cena velocemente e si alzò da tavola. Sapeva esattamente dove poteva trovare la ragazza, ma doveva sperare di trovarla ancora là, soprattutto da sola.

Aprì la porta e l’odore di fumo l’avvolse. Sì, Daphne era ancora là a fumare da sola.

Entrò chiudendosi la porta alle spalle. Nonostante la finestra fosse spalancata, il bagno assomigliava vagamente ad una camera a gas.

« Mi volevi parlare?» Le chiese raggiungendola e sedendosi sul ripiano del lavandino affianco a lei.

Daphne la guardò per un attimo dritta negli occhi. Un’espressione di disprezzo puro le aveva deformato i lineamenti.

« Pensavo che da amica avresti capito. » Le sussurrò con voce infusa di una calma pericolosa. La quiete prima della tempesta. « Ma non hai capito, Pansy. In queste due settimane che sei stata via, mi sei mancata. Arrivi e cosa succede? Mi lasci perdere per stare con Draco ben sapendo che non mi sono ancora abituata all’idea che state assieme!»

Pansy non provò nemmeno a esprimere delle parole per difendersi. Pansy si passò una mano tra i capelli neri con un gesto che sapeva di rassegnazione.

La bionda serpeverde scese dal ripiano e s’incamminò verso la porta del bagno.

« Ti odio.» sussurrò gettando a terra un mozzicone di sigaretta.

Pansy spero solo di aver sentito male. Rilassò i muscoli della schiena e si appoggiò con la schiena allo specchio del bagno.

Aveva sbagliato tutto con Daphne.

 

Capitolo corto, lo so. Penso che però è intenso dai xD

Non mi piace, ma mi serviva per introdurre i prossimi che saranno –spero- più intensi e più vissuti. E ovviamente vedremo che cosa ha intenzione di fare Daphne ^.^

Suuuu. Recensioniii xD

 

 

Dai, ringrazio un po’ ora u.u

 

Stephenye: Ho aggiornato. Visto come sono brava? xD Ci ho messo poco a scegliere il regalo per Pansy, anche perché è stato quel ciondolino a darmi l’idea per scrivere la fan fiction. Ovviamente la canzone “Plastic Passion” dei The Cure mi ha anche dato una mano u.u Come ti pare questo capitolo? Spero che non deluda le tue aspettative :] grazie mille per la recensione, cara!

 

Ladymarie: sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, effettivamente penso sia uno dei miei preferiti di questa storia. spero che ti piaccia anche questo capitolo :] Grazie mille per la recensioni! Baci.

 

Mojito86: Spero solo che tu possa rivalutare Pansy eh! Con Draco ho deciso di andarci giù pesante. Voglio renderlo ancora più dolce dei capitoli prima cosicché quello che architetterà Daphne sarà ancora più grave xD Come sono sadica con i miei personaggi u.u Spero che la storia sia ancora di tuo gradimento u.u Grazie mille per la recensione!

 

 

Spazietto spammeggiante: ho scritto altre storie Draco/Pansy un po’ particolari, dai. Se volete andatevele a leggere!

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Capitolo 7
*** VI. The Time is Running Out ***


VI

The time is running out

 

 

Ma tête me dit de m'en aller
mais mon coeur pleure,
je garde espoir
 qu'un jour tu feras mon bonheur.

Libère moi – J-na

 

 

Se la speranza fosse stata un’arma, lei sarebbe stata sicuramente l’ultima a morire, considerò tirandosi a sedere sul divanetto della Sala Comune che stava dividendo con gli altri ragazzi del suo stesso anno. Poco lontano da lei, su una poltrona nera  dall’aria fin troppo scomoda, sedeva Daphne Greengrass che elargiva sorrisi ben più che falsi a chiunque le capitasse a tiro. L’ultimo sorriso l’aveva dedicato proprio a lei e l’aveva reso ancora più falso attraverso lo sguardo estremamente raggelante che l’aveva ghiacciata sul posto. Si domandò come mai nessuno a parte lei avvertiva l’elettricità che permeava ogni angolo della stanza.

Theodore e Blaise avevano scommesso sulla durata dell’amicizia estremamente labile che aveva legato le due ragazze e Nott si era visto nettamente sconfitto. Sapeva anche che all’interno della Casa era in atto altre scommesse che riguardavano la durata della sua storia con Draco, ma non voleva stare ad ascoltare quelle ragazzine gelose.

Eppure il giorno prima aveva sentito chiaramente Tracy Davies discutere con Sally-Anne Perks a proposito di Daphne Greengrass: le due erano convinte che stesse tramando qualcosa dato che spariva per ore con Nott e nessuno riusciva mai a trovarli. Pansy però preferiva credere che dietro a quelle sparizioni ci fosse una sottospecie di storia romantica.

Illusa che non era altro.

Sperava ancora di riuscire a chiarire con la ragazza senza dover attuare nessun tipo di scelta. Amicizia o amore? Che poi non era nemmeno amore, ne era sicura. Ma proprio non vedeva perché dovesse scegliere. Draco le piaceva e con Daphne si trovava da Dio.

Sprofondando sul divano si diede ancora un’ultima volta dell’illusa.

« Daphne?» sentì la voce di Theodore. La ragazza lo seguì dolcemente fuori dal dormitorio e Pansy si sentì morire.

Erano quasi due giorni che non parlavano. La situazione le era decisamente sfuggita di mano.

Prese una decisione rapidamente e seguì i due fuori dalla Sala Comune. Theodore, il primo dei due ad accorgersi che Pansy li aveva seguiti, lasciò Daphne da sola a sbrigarsi della faccenda sparendo negli immensi sotterranei di Hogwarts.

« Cosa c’è?» Le chiese Daphne appoggiandosi al muro freddo e umido. Pansy le si mise esattamente di fronte e cercò le parole per scusarsi, ma non ne trovò di adatte.

« Sei qui per fare scena muta?» Rincarò la dose.

Pansy prese un profondo respiro sapendo di fare la figura dell’idiota sia con lei, sia che qualcuno passasse di lì accidentalmente.

Con uno slancio l’abbracciò e affondò la testa nei capelli biondi di Daphne. La ragazza sorpresa, da principio s’irrigidì, ma poi anche le sue mani corsero a stringere il corpo esile di Pansy a sé. Una sensazione di calore l’avvolse e la morsa che le attanagliava il cuore sembrò allargarsi rapidamente lasciandole quel muscolo che spesso aveva considerato traditore battere sempre più forte. Abbracciare Daphne, nonostante la ragazza fosse così ossuta e spigolosa, era sempre una cosa magnifica esattamente come se la ricordava.

Daphne si staccò improvvisamente. « Non ti ho ancora perdonata, fai passare un po’ di tempo.»

Girò i tacchi e se ne andò nella direzione in cui era sparito Theodore.

« Il tempo è distruttore.» Sussurrò Pansy al vuoto che aveva lasciato Daphne di fronte a lei.

 

 

*

 

Entrò nel bagno di Mirtilla Malcontenta sbattendo rumorosamente la porta e imprecando all’indirizzo di una divinità pagana qualsiasi. Che Daphne Greengrass fosse estremamente volgare, era un dato di fatto risaputo da tutta la scuola, primini compresi. Aveva appena finito di insultare la dea della Discordia quando Theodore ebbe una sorta di moto di compassione nei suoi confronti (o più probabilmente nei confronti del lavandino che Daphne aveva cominciato a tempestare di calci).

« Tutto bene?» Le chiese nonostante non gli interessasse veramente la risposta. Daphne lo squadrò smettendo tempestivamente di scalciare.

« Assolutamente.» Affermò riprendendo il suo solito tono vagamente disinteressato. « Hai intenzione di fissarmi tutto il giorno o possiamo continuare la nostra cara pozione?» Gli chiese con tono palesemente ironico tanto da far sorridere il compagno.

« Va bene, schiavista. Tra l’altro non mi hai ancora detto cosa ci guadagno ad aiutarti.»

Daphne sorrise melliflua: « Passerai molto tempo con la sottoscritta. Tempo speso ottimamente, aggiungerei!»

Theodore sbuffò: « Ho sempre avuto ragione a dire che non hai cuore, altro che cuore di ghiaccio e simili.»

Daphne sorrise sinceramente per la prima volta dopo tutti quei giorni trascorsi a meditare vendetta. Stare con Theodore, anche se non l’avrebbe mai ammesso davanti ad anima viva, le faceva bene.

_________
Chiedo immensamente scusa, ma per una volta che avevo il capitolo pronto ho perso la chiavetta usb.
Sfiga ._. 
Comunque dai, grazie a tutti come al solito :)
Ringrazio moltissimo le mie tre recensitrici di fiducia e mi scuso per non aver scritto un capitolo più lungo.
Purtroppo non è un bel momento e spero solo che finisca presto.

Fatemi sapere che ne pensate, per piacere :)

Faith

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