Plastic Passion di Hyperviolet Pixie (/viewuser.php?uid=4157)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** I. So cold ***
Capitolo 3: *** II. Metamorphosis ***
Capitolo 4: *** III. Never Gonna Be The Same ***
Capitolo 5: *** IV. Plastic Passion ***
Capitolo 6: *** V. Ice Queen ***
Capitolo 7: *** VI. The Time is Running Out ***
Capitolo 1 *** Prologue ***
Plastic Passion
Prologue
«
Piove»
Realizzò Pansy Parkinson guardando le gocce di pioggia
battere rumorosamente
contro la finestra del bagno del secondo piano. Una considerazione
stupida, si
trovò a pensare.
« E di
traverso, per di più.» Convenne con lei Daphne
Greengrass spostandosi dal viso
un ciuffo di capelli biondi.
Sbuffarono
piano seguite a ruota da Millicent Bulstrode.
Il bagno
era piccolo, umido e sporco. Accendersi una sigaretta babbana
lì dentro, con la
finestra chiusa, sarebbe stato un suicidio. Non avrebbero fatto in
tempo a
uscire dal bagno in quanto le avrebbero scoperte subito.
« E’ da
stamattina alle sette e mezza che non fumo. Sto andando in astinenza da
nicotina. » sibilò Daphne facendo una smorfia di
disgusto alla sua immagine
riflessa nel piccolo specchio.
Pansy
alzò un sopraciglio fissando la bionda che, ora, faceva
smorfie strane
guardandosi allo specchio.
« Tutto
ok? » Le chiese scettica. Daphne sorrise mesta: «
Tu, piuttosto, come stai?».
Pansy
abbassò lo sguardo e si lasciò sprofondare nei
ricordi.
-Tre mesi
prima-
Le
vacanze estive erano trascorse fin troppo velocemente, si
trovò a considerare
Pansy Parkinson mentre, cercando di nascondere il malumore con
un’espressione
seria, si materializzò a Kings Cross tenendo il braccio del
padre. Durante le
vacanze se l’era goduta come non aveva mai fatto prima e, in
parte, ne stava
ancora pagando le conseguenze. Solo la sera prima era andata a
festeggiare
nella Londra babbana il compleanno di Millicent insieme a tutti i suoi
compagni
di corso e amici vari. Ricordava precisamente ogni attimo della serata:
la
litigata con un gruppo di ragazzi babbani, la rissa che ne era seguita
e il
pugno che Draco aveva ricevuto sull’occhio destro. Dopo la
mezzanotte, invece,
i suoi ricordi si facevano vaghi. Ricordava a grandi linee di essere
andata via
con Daphne e altri ragazzi di Nocturn Alley, di aver bevuto molti
alcolici
babbani, di aver provato una specie di sigaretta babbana che andava
aspirata
più a lungo di quelle normali e poi non ricordava altro. In
compenso, aveva un
martellante dolore alla testa e un padre incazzato al suo fianco.
Il
binario 9 e ¾ si presentava come tutti gli anni. Persone di
ogni tipo correvano
qua e là senza fare caso a chi o a cosa urtavano con i
grossi bauli che
trasportavano. Il Signor Parkinson salutò freddamente la
figlia, per ricordarle
che era ancora arrabbiato con lei, e se ne andò lasciandola
sola con una grande
valigia da trasportare, senza magia.
Se la
scuola non fosse ricominciata quel giorno, pensò amaramente
Pansy, lei a
quell’ora poteva essere benissimo nel suo letto a dormire.
La testa
le faceva sempre più male e il nervosismo era alle stelle,
quando per sbaglio
andò addosso all’ultima persona che avrebbe voluto
vedere in quel preciso
momento.
«
Ouch.
Pan, fai attenzione!» la redarguì una ragazza
bionda e sottile.
«
Daphne.» La salutò svogliatamente mentre il suo
sguardo analizzava la figura
snella di Daphne Greengrass. Lei e Daphne non erano mai state molto
amiche e
solamente durante l’estate appena conclusa avevano stretto.
Pansy considerava
la biondina altamente irritante, una presenza sgradevole in quanto era
l’unica
che non aveva paura di dire in faccia quello che pensava. Ogni commento
malevolo da parte di Daphne, per Pansy, era peggio di una stilettata
alla stima
che nutriva nei confronti di se stessa. Anche un semplice: «
Pan, hai la matita
sbavata.» detto da lei faceva male. In quel momento, Pansy si
trovava orrenda e
non voleva vedere l’aura di perfezione che emanava la Greengrass
anche dopo
una nottata di bagordi.
« Come
va?» Le chiese la bionda sistemandosi sul naso un paio di
occhiali da sole
scuri. Anche per lei, la sbronza del giorno prima era stata pesante e
aveva
lasciato segni, pensò Pansy intimamente soddisfatta.
« Fin
troppo bene.» Rispose con un finto sorriso stampato sulle
labbra. « E tu?».
«
Benissimo. Mal di testa, occhiaie, mal di collo a parte. »
Rispose Daphne con
un sorriso talmente sincero da far crollare il muro difensivo che la Parkinson
si ostinava ad
erigere in sua presenza.
« Mal di collo?»
Le chiese scioccata. « Che hai fatto?».
« Non lo
so. Non mi ricordo. Forse ho preso un po’ d’aria
quando sono andata su quel
veicolo babbano con le ruote.» Rispose alzando le spalle.
« Sei
messa maluccio.» Commentò Pansy alzando il suo
baule da terra per dirigersi
dentro il treno. Dentro di sé sorrideva malignamente: Daphne
cominciava a non
sembrarle più tanto perfetta. Parlando del più e
del meno, come facevano sempre
per evitare che il pesante silenzio carico di tensione gravasse su di
loro, presero
posto in uno scompartimento vuoto.
«
Dobbiamo tenere occupati dei posti per Draco e gli altri?» Le
chiese la bionda
indicando i sedili vuoti.
« Nah.»
Draco
Malfoy. Pansy si stupiva ancora del fatto che gran parte degli studenti
di
Hogwarts pensassero a loro come ad una coppia. Draco Malfoy e Pansy
Parkinson
non erano fidanzati, né tanto meno lei aspirava ad un ruolo
del genere nella
vita del suo migliore amico. Sapeva
benissimo come Draco trattava le ragazze. Era stronzo, perfido e
maligno. Era
cosciente del fatto di essere bello e non lo nascondeva.
« Stupido narcisista.»
sussurrò.
« Come,
prego?»
« Niente
e nessuno.» Rispose chiudendo lì la questione. Per
un attimo si era dimenticata
della presenza sgradevole al suo fianco. Sistemò il baule e
si lasciò
sprofondare sul sedile subito seguita dalla ragazza bionda.
« Quando siamo a Hogwarts ti vorrei parlare.»
« A
proposito di cosa?» Chiese Pansy notevolmente stupita. Non
parlavano molto tra
di loro. A scuola, Pansy doveva badare a quel gruppo di ochette che si
ostinava
a chiamare amiche nonostante le avessero dato più volte un
motivo valido per
farsi odiare.
« A
proposito dello stupido
narcisista.»
« Draco?»
Chiese Pansy inclinando il capo, curiosa.
A quella
risposta, Daphne scoppiò a ridere. Una risata cristallina
che a Pansy fece
venire i brividi e subito si rese conto dell’errore commesso.
« Greengrass, puoi anche
smettere di
ridere.» Replicò freddamente cercando di caricare
il cognome della ragazza con
più odio possibile.
« Dio,
sembri una ragazzina innamorata, Parkinson. Ci manca poco che ti metta
a
sospirare.» Nonostante tutto, Daphne sembrava sorriderle
ancora in modo
sincero, ma Pansy non si fece intenerire. Vigilanza
costante, Daphne è pur sempre una serpeverde, sembrava
sussurrarle la sua
vocina interiore.
« Se solo
volessi lo potrei avere. » Replicò piccata la
ragazza sistemandosi una ciocca
di capelli neri dietro le orecchie con fare fintamente disinteressato.
« Lo so.
Solo mi chiedo perché tu ti ostini a non volerlo. »
Fece per
rispondere alla provocazione della bionda, ma notò in quel
momento, fuori dal
finestrino, Draco Malfoy che salutava i genitori.
« Sta
arrivando, Greengrass. Il discorso finisce qui. Sono fatti miei e odio
parlare
della mia vita privata. Draco non fa per me e credo tu questo lo sappia
bene.»
Con
questa frase, Pansy chiuse il discorso e, incrociando le braccia al
petto
aspettò pazientemente che i loro compagni si degnassero di
arrivare.
Il primo
ad entrare fu Theodore Nott. Diede un’occhiata veloce a Pansy
e capì che non
tirava aria. Salutò Daphne con un rapido bacio sulla guancia
e cominciarono a
parlare del più e del meno facendo finta che Pansy non
esistesse. Tiger e Goyle,
che entrarono poco dopo, non furono tanto accorti. Fecero il loro
ingresso in
modo chiassoso e plateale. Salutarono con una pacca sulla spalla Pansy
che
consideravano ormai una compagna di bevute. Peccato che Pansy non
avesse le
loro capacità di ripresa e il mal di testa
ricominciò a farsi sentire più
potente che mai. Subito dopo, Zaini e Malfoy entrarono occupando gli
ultimi
posti rimasti liberi.
Pansy
sorrise amaramente pensando all’orribile viaggio che
l’aspettava.
*
Chiusa in
quel bagno pensò solo che il giorno della sua rovina era
stato quel primo
settembre dello stesso anno, anche se ormai le sembrava un giorno tanto
lontano. Sospirando si accese la sigaretta babbana che tanto bramava,
subito
seguita da Daphne che le sorrise apertamente. Ancora non si era
abituata a quel
sorriso. In passato si erano rivolte solo sguardi di circostanza
correlati da
sorrisini di scherno. Pansy aveva sempre odiato Daphne, ma non
l’aveva mai
voluto dare a vedere. Il motivo era uno soltanto: Draco Malfoy, il
ragazzo che
in quei tre mesi era diventato la sua rovina.
Millicent
prese tra le dita tremanti per il freddo la sua sigaretta e
l’accese anche lei.
Sapeva
che l’amicizia con Daphne le sarebbe costata parecchio in
termini di salute e
reputazione. In tre mesi passati al fianco, come una amica, una
confidente, un’alleata
e una sostenitrice, era diventata diversa. Suo padre lo diceva sempre
che Pansy
era debole e facile da influenzare, ma a Pansy non gliene fregava
niente. Lei voleva
bene a Daphne e Daphne ricambiava anche se intimamente sapeva che Draco
Malfoy
era legato a doppio filo a Pansy.
*
Angolino
infimo dell’autrice:
Hola.
Dopo una
marea di ripensamenti ho deciso di scrivere e pubblicare questa
storiella. E’
una Draco/Pansy, coppia che adoro moltissimo. Non so quanto
sarà lunga e non so
nemmeno se la porterò a termine, a dire il vero. In
quest’ultimo periodo non mi
sono dedicata molto alla scrittura per motivi personali, quindi mi
trovo un po’
arrugginita, ma spero non si noti molto e spero anche di riprendere la
mano (:
A
proposito di eventuali altre coppie ho le idee molto confuse, ma spero
di dare
presto eventuali delucidazioni in merito.
Probabilmente,
molto presto spero, questa storia sarà seguita da one shot
in onore di Draco
Malfoy u.u Okay, non ve ne frega nulla xD
Uh,
dimenticavo, spero che i salti temporali siano stati resi in modo
chiaro. Nel
caso fatemi sapere tutto :D
Comunque
spero vi piaccia, sinceramente.
Vi prego
di farmi presente qualsiasi cosa non vi vada a genio e io ne
terrò conto per i
prossimi capitoli.
Molte
grazie per l’attenzione (:
|
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Capitolo 2 *** I. So cold ***
I
So
Cold
And try to
justify
All the things we have inside.
(You never will...)
And try to comprehend
All the things I have in mind.
(You never will...)
Fiction
– From First to Last
Tutto quel
verde le dava la nausea eppure non ci poteva fare nulla.
L’essere capitata a Serpeverde, in effetti, non le aveva
giovato molto. Il verde e l’argento stonavano con i colori
dei suoi capelli, dei suoi occhi e del suo incarnato.
D’altronde non aveva la carnagione lattea, i capelli biondi e
gli occhi verdi di Daphne. Con un sospiro fin troppo esagerato si mise
davanti allo specchio del dormitorio che doveva condividere con le
altre ragazze del suo anno.
Sì, i suoi colori erano decisamente il bronzo, il nero e in
alternativa il blu scuro nonostante ciò cominciò
a indossare fieramente la sua divisa verde/argento. Ogni serpeverde
doveva andare fiero dei suoi colori e così faceva lei ogni
giorno della sua vita.
Mancavano ancora un paio di giorni all’inizio delle vacanze
di Natale e lei avrebbe tanto voluto tornare a casa, addormentarsi nel
suo letto, vestirsi con i colori che le andava e non vedere lui per un
bel po’.
Lui, Malfoy,
stava cominciando a darle seriamente fastidio con i suoi stupidi
commenti, le sue battutine e i suoi sorrisini che sapevano molto di
falso.
La loro “relazione” aveva assunto toni ufficiosi.
Pansy sorrise al pensiero. Malfoy era sempre stato, in fin dei conti,
il suo migliore amico e trovarsi da confidente ad amante era stato un
passo decisamente avventato. Non sapeva nemmeno se si poteva
considerare la sua ragazza o comunque se doveva continuare a
considerarsi un’amica per lui. Di una cosa sola era certa:
per il resto della scuola lei e Draco stavano assieme. Agli occhi di
tutti, il momento in cui la loro storia era stata resa
“ufficiale” – quasi rise nella mente a
quel termine – fu durante il Ballo del Ceppo, ma nessuno
sapeva che in realtà a quel ballo erano andati insieme in
quanto Malfoy non riusciva a trovare una ragazza alla sua altezza e
Pansy aveva rifiutato talmente tanti inviti (aspettando invano quello
di Nott) che gli altri si erano scoraggiati e nessuno le aveva
più chiesto niente.
Theodore Nott. Pansy aveva avuto una cotta per quell’esile
ragazzino per gran parte del quarto anno,
mentre i primi tre anni di scuola pensava che l’unico ragazzo
che avrebbe potuto far parte della sua vita fosse Draco Malfoy.
Ma il giovane mago era troppo superficiale, vanitoso, narcisista, pieno
di sé e arrogante, oltre che totalmente e
incondizionatamente perfetto e Pansy, da brava snob qual era, odiava
tutto ciò che poteva farla sembrare inferiore e farla
passare in secondo piano.
*
- Circa due
mesi prima –
«
Non so se ti potrebbe interessare » Cominciò
Daphne soppesando le parole « Ma la McGranitt ha
deciso che Draco sarà in punizione con Potty tutte le sere a
partire da oggi fino a data da destinarsi.»
Esclamò Daphne ghignando. « Il piano ha
funzionato, direi. E noi ne siamo uscite pulite, per di
più.»
« Beh, mandare a entrambi una lettera minatoria mi pareva
un’idea stupida, Daph, ma avevo dimenticato di chi stavamo
parlando. D’altronde sono stupidi entrambi. Tiger e Goyle
purtroppo non hanno l’esclusiva.» Sibilò
Pansy, astiosa.
Daphne, sempre ghignando soddisfatta, si sedette sul prato affianco a
Pansy. Erano diventate amiche in modo strano e veloce. Un passaggio
talmente rapido, da odio profondo ad amicizia vera, che ancora le
lasciava spiazzate. Avevano capito subito di avere un problema e allo
stesso tempo una faccenda in comune.
Daphne aveva sempre creduto di amare Draco, o almeno di adorarlo
così tanto da essere disposta a rinunciare a qualsiasi cosa
per lui, e Pansy odiava Draco a causa dell’aura di perfezione
che ostentava (per certi versi simile a quella della bionda affianco a
lei) e al tempo stesso gli voleva bene perché era
l’unica a sapere che dietro a quella perfezione si nascondeva
del marcio. Daphne eppure sapeva benissimo che l’unica
persona che sarebbe stata in grado di possedere il cuore di Draco
sarebbe stata Pansy, l’unica ragazza che si preoccupava per
lui come amica e non per poter fare un viaggio nel letto del biondo
serpeverde. Entrambe ferite da lui avevano deciso di allearsi.
Ottobre era appena arrivato portandosi con sé un vento a
tratti gelido, ma all’esterno faceva sempre più
che caldo che all’interno della loro sala comune. La
superficie serena del lago le pareva quasi un oltraggio visti i
sentimenti contrastanti che le si muovevano all’interno.
Da un lato si sentiva in colpa, dall’altro molto soddisfatta.
Draco si meritava dalla prima all’ultima le punizioni che
stava subendo.
« Pan.» Cominciò Daphne cercando lo
sguardo dell’amica, che rimaneva puntato fermamente sul lago.
« Dobbiamo smetterla di farlo mettere in punizione.
E’ la terza volta che lo facciamo, prima o poi
capirà che c’è dietro qualcosa o
qualcuno.»
« Già. Draco è stupido, ma non fino a
questo punto.»
« Sai bene che non lo è. E’ astuto e sa
giocare le sue carte. Se ci scoprisse riuscirebbe a farcela pagare in
modi che non possiamo nemmeno immaginare.» Daphne
rinunciò a cercare di guardare negli occhi Pansy e
lasciò quindi correre il suo sguardo lungo la superficie del
lago verso i monti che si intravedevano in lontananza.
« Non mi importa.»
« Pan.»
Daphne poteva solo immaginare il motivo dei sentimenti contrastanti che
animavano la sua neoamica. Con un sorriso amaro dipinto sul volto,
l’abbracciò forte. Sentì i muscoli di
Pansy irrigidirsi dapprima per poi rilassarsi.
Pansy dovette fare ricorso a tutta la sua buona volontà per
evitare di piangere su quella spalla così confortante
nonostante fosse così ossuta. Purtroppo per lei, le
scappò un singolo singhiozzo seguito da una lacrima. Si
morse forte la lingua e presto il respiro e il battito del suo cuore
tornarono al loro ritmo naturale. Pericolo
scampato, pensò Pansy amaramente.
Piangere non
le era mai piaciuto, soprattutto di fronte alle altre persone. Se
proprio ne sentiva il bisogno, si chiudeva a chiave in un cubicolo del
bagno di Mirtilla Malcontenta e si sfogava o cominciava a prendere a
calci e pugni ogni cosa che le capitava tra le mani. Si
scostò dalla stretta, si alzò e si diresse
all’interno della scuola. Ora aveva voglia di litigare.
Deviò velocemente verso il campo da quidditch sapendo
benissimo che lì poteva trovare la persona più
irritante di tutta Hogwarts.
Velocemente salì sulle tribune verso il posto in cui la
squadra di serpeverde sedeva lanciando insulti di ogni tipo verso i
ragazzi vestiti di rosso/oro che si stavano allenando.
Draco, contrariamente a quanto si aspettava, non insultava, ma prendeva
appunti sulle strategie di gioco della squadra avversaria per la
prossima partita di campionato.
« Pansy?» Chiese quasi stupefatto quando si rese
conto della presenza della sua compagna di studi. « Che ci
fai qui?».
« Niente che ti possa interessare.» Rispose facendo
ghignare i ragazzi della squadra di serpeverde.
« Nervosa?» Le chiese con lo sguardo di chi la
sapeva lunga.
« Io? Nah. Aveva solo voglia di vedere il mio
Dracuccio.» Disse con la voce stucchevole che usava sempre in
sua presenza quando c’era gente di altre case nei dintorni.
Adorava vederlo in difficoltà e in imbarazzo.
« Smettila di recitare. Qui sanno tutti come sei veramente.
Se sei venuta per litigare puoi anche andare, oggi non ne ho voglia,
Parkinson.»
Pansy sorrise. « Qualcosa ti turba, amor mio?»
Draco alzò un sopraciglio, scettico.
« Quegli sporchi grifondoro potranno batterci? O forse
è qualcosa di più grave, tipo una punizione molto
lunga?»
« La voce si è già sparsa?»
Le chiese nascondendo a fatica un’espressione contrita.
« Sai, conosci anche tu la Brown e la Patil. Pettegole della
peggior specie. Mi sembra anche che la Brown la
conosci anche molto intimamente.»
Draco ghignò. Si sentiva sempre alquanto soddisfatto quando
gli si ricordavano le sue avventure e relazioni precedenti. «
In un certo senso conosco anche la Patil,
a meno che non differisca dalla gemella per qualche particolare che non
ho potuto notare.»
« Stronzo! Non me l’hai detto!»
Esclamò Blaise Zabini tirando una pacca sulla
spalla, che di amichevole non aveva niente, al biondo.
Pansy alzò un sopraciglio: «
Malfoy, che gusti orrendi.»
Sapeva di piacere fisicamente a Malfoy e quindi si trovò
disgustata. Si sentiva paragonata a quella Grifondoro orrenda.
«
E' bruttissima.»
Continuò sempre più orripilata. Sapeva che la sua
reazione poteva passare per gelosia sia agli occhi di Draco che agli
occhi di tutti gli altri Serpeverde presenti, ma in un certo modo,
contava sul loro buon senso: lei non aveva motivo per essere gelosa di
Draco Malfoy.
« Dai,
Pan. Facciamoci un giro.» Le propose alzandosi in piedi e
consegnando a Zabini i suoi appunti sugli allenamenti.
Camminavano
fianco a fianco in silenzio senza meta. Draco la condusse fino al lago
e, non appena arrivato sotto la grande quercia secolare, si sedette a
terra subito seguito da Pansy. Frugò nelle tasche del
mantello fino a che non trovò un pacchetto di sigarette
magiche. Ne porse una a Pansy che rifiutò.
« Sai
benissimo che penso che fumare quella merda è equivalente a
fumare aria profumata.» Lanciò uno sguardo truce
alla sigaretta al mentolo rimpiangendo di non essersi portata dietro il
suo pacchetto di sigarette babbane.
« Quelle
che fumi sono babbane, Pan. Mi stupisco come tu e Daphne possiate
amarle così tanto.»
Pansy alzò le spalle.
Draco accese la sigaretta e si voltò a guardare la ragazza
negli occhi che, perplessa, ricambiò lo sguardo.
« Adesso
che c'è?» Le chiese scocciata.
« Hai gli
occhi rossi. Tutto ok?»
« Sì,
è il vento.» mentì Pansy. Non poteva
certo dirgli che si era messa a piangere solo un attimo prima in
compagnia di Daphne.
Draco sembrò crederle.
« Tu e
Daphne siete diventate fin troppo amiche negli ultimi tempi. In cinque
anni di scuola solo adesso, come mai?» Le domandò
celando la curiosità.
« Non
posso avere un'amica?» Le chiese scontrosa.
« Oggi
sei insopportabile, Pan. Meno male che io sono troppo di buon umore.
Non mi rovinerò la giornata a causa tua.» Le
sorrise.
« Come
mai sei di buon umore?»
Draco la fissò a lungo prima di risponderle: «
Non penso siano affari tuoi, Parkinson.»
Pansy stette zitta pensando semplicemente che stava facendo bene a punirlo. Da quando
era iniziata la scuola, il loro rapporto si stava deteriorando. Non
riusciva a confidarsi con lui come aveva sempre fatto. Non riusciva a
fissarlo negli occhi. Non riusciva ad abbracciarlo. Non riusciva ad
essere gentile con lui.
Non riusciva più a comportarsi normalmente perché
si era resa conto che forse gli
voleva più bene di quanto immaginasse e la voglia di
baciarlo era maggiore di ogni altro sentimento razionale che provava
nei suoi confronti.
Pansy abbassò lo sguardo da quei freddi occhi grigi che la
stavano fissando con insistenza.
« Draco,
scusami.» Disse con voce malferma cercando in tutti i modi di
non guardarlo. Gli stava chiedendo scusa e non sapeva nemmeno per che
cosa.
*
Si
guardò disgustata allo specchio per l'ultima volta.
L'immagine riflessa sembrava molto più stanca di quanto non
lo fosse lei in realtà. Distolse lo sguardo dallo specchio
e, dopo aver preso la borsa con i libri di scuola, uscì
sbattendo la porta.
Lo specchio, si
chiese, non doveva mica essere lo specchio dell'anima?
Perché quando si guardava allo specchio vedeva solo il
verde, colore simbolo di equilibrio, di staticità, ma
soprattutto della forza?
Angolino
infimo dell'autrice:
Spero
che questo capitolo sia stato di vostro gradimento (:
Ci sto riprendendo la mano xD
Comunque, a chi interessasse, io sono alquanto interessata al
significato dei colori.
Praticamente ho trovato che il verde simboleggia anche l'autostima.
All'inizio, quando Pansy dice che il verde non è il suo
colore, intendo infatti che la ragazza ha poca autostima, anche se poi
può sembrare il contrario. Invece poi, dice anche che alla
lunga ci si abitua a portare il verde. Infatti, uno degli altri
significati del verde che ho trovato, sta a indicare il marcio, il
veleno e Pansy non è esattamente la classica brava ragazza
tutta scuola/chiesa/famiglia. Spero di essere stata chiara anche se so
benissimo che non sono molto brava a spiegarmi xD
Comunque le recensioni sono sempre gradite xD Non siate timidiii
°O°
Ringraziamenti:
Ladymarie:
Ahah xD io non mi sono per niente abituata ad Astoria in quanto ho
rimosso completamente dalla mia testa gli avvenimenti del settimo libro
xD Per me la situazione si è fermata al sesto ^.^ Grazie
mille per la recensione!
MabyChan:
Graaaazie mille per i complimenti (: sono contenta che il mio stile di
scrittura ti piaccia nonostante sia un po' arrugginito! Grazie mille
per la recensione (: Spero solo che anche questo capitolo possa essere
di tuo gradimento!
.
|
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Capitolo 3 *** II. Metamorphosis ***
II
Methamorphosis
I'm away,
you're here to stay
and I'm away
and you're ok
You're here to stay
and I'm away,
you're here to stay
and I'm ok
I’m
ok, You’re ok – MXPX
Daphne
Greengrass era terribilmente pigra e non aveva pazienza. Nonostante
queste
particolarità della sua indole, preferiva di gran lunga
rimboccarsi le maniche
e scegliere la sua prossima vittima piuttosto che
stare lì ad aspettare
che qualche ragazzo si accorgesse di lei. Solamente durante il quinto
anno,
però, si era resa conto che non riusciva a comportarsi da cacciatrice
con l'unica persona che desiderava realmente. Da quel momento aveva
cominciato a
credere che forse il dio Amore aveva rivolto lo
sguardo verso di lei, ma
non ne era più tanto certa. L'unico ragazzo che voleva era
anche l'unico che
non la degnava di un'occhiata. Sapeva benissimo che in amore andava
sempre
così: le belle ragazze, quelle desiderate da tutti, alla
fine rimanevano sole.
Per questo continuava a pensare che la fortuna non era esattamente una
sua
alleata. Oltretutto si riteneva sfortunata anche in amicizia. Andava
d'accordo
solo con Blaise Zabini, suo amico da tempi remoti e Theodore Nott. In
pratica
le mancava un'amica femmina con cui spettegolare,
scambiarsi consigli
sul trucco e i vestiti, nonostante sapeva che quegli argomenti non li
avrebbe
mai trattati. Fin dal primo giorno di scuola aveva compreso di
suscitare
l'invidia delle sue compagne, Pansy compresa. La Parkinson
però, essendo una
ragazza molto discreta -e di questo doveva dargliene atto-, non si era
mai
lasciata andare a commenti malevoli verso la sua persona, tranne in
un'occasione ben precisa, il ballo del ceppo. A partire dal giorno
dell'annuncio del ballo, Daphne sapeva che Draco Malfoy sarebbe andato
con
Pansy Parkinson perché, in cuor suo, era convinta che quei
due fossero
realmente fatti per stare assieme. Per questo motivo aveva deciso di
accettare
al volo l'invito di Theodore Nott, ragazzo di cui Pansy Parkison si
proclamava
cotta. Lì, in quel momento preciso, iniziò la
vera rivalità tra le due. I
giorni prima del ballo furono un tutt'uno di insulti -più o
meno velati- nei
confronti della sua persona. Quello che l'aveva fatta stare peggio era
una
frase captata, senza intenzione alcuna, durante un intervallo nei
pressi del
bagno delle ragazze del quarto piano, posto in cui si recava spesso per
fumare
in pace qualche sigaretta babbana, pessimo vizio che le aveva passato
il padre.
« Penso che
accetterò l'invito di Draco »
stava dicendo Pansy, con il
solito tono di voce sciocco, al branco di oche che la seguivano sempre
e
l'avevano eletta come leader indiscussa della nobile casa di
Serpeverde.
« D'altronde
Draco con chi potrebbe andare al
ballo se non con me? Tutta Hogwarts crede che ci sia qualcosa
di speciale tra
di noi. Non è vero, ma perché non posso far
credere a tutti che io e Draco
facciamo coppia fissa?». Una risatina
terribilmente falsa risuonò nel
bagno.
« Draco
potrebbe fare coppia con Daphne.»
Intervenì una voce, che Daphne riconobbe come quella di
Tracey Davies, sedando
all'istante la risata.
« Draco con quella?
Dio, no! Tracey,
sai quanto Draco è fissato con le apparenze! Più
che una coppietta sembrerebbero
fratello e sorella!».
Daphne Greengrass non odiava. Odiare era un semplice sentimento e lei
si
riteneva più sofisticata, ma in quel momento odiò
Pansy Parkinson.
Dimenticandosi completamente la ragione che l'aveva spinta verso quel
bagno del
quarto piano se ne andò pensando in tutti i modi come farla
pagare a Pansy
Parkinson.
Purtroppo però per lei -e per fortuna per la Parkinson-
aveva lasciato ogni suo
singolo progetto nel dimenticatoio nel momento in cui aveva stretto
amicizia,
nel vero senso della parola, con la ragazza. Si trovava bene con lei
perché
erano entrambe ragazze che sapevano il fatto loro. Pansy per quanto si
mostrasse stupida al mondo, in realtà, era solo l'ennesima
ragazzina che
nascondeva se stessa dietro ad una maschera e questo Daphne lo capiva
bene
essendo come lei.
Eppure
l'aveva vista cambiare giorno dopo giorno,
inesorabilmente. Ormai sapeva qual era il motivo di questa sua
metamorfosi, ma
non se ne preoccupava. Aveva sempre saputo che Pansy, prima o poi,
avrebbe
potuto accorgersi dei sentimenti che provava nei confronti di Draco.
Daphne non
era una stupida ragazzina piagnucolosa. Lei non stava male se il
ragazzo che le
piaceva non la degnava nemmeno di uno sguardo. Ma se lui l'avesse
degnata di
uno sguardo un giorno sì e un giorno no, allora
sì che se le sarebbe presa.
Ricordava benissimo quella domenica mattina che svegliandosi
decisamente fuori
forma dopo un festino serpeverde, aveva scoperto che Pansy non era
tornata in
dormitorio per dormire. L'aveva cercata in giro per scuola, ma niente
da fare.
*
- Circa un mese
prima -
Pansy non era
tornata in dormitorio. Finalmente riusciva a capirne in
pieno il significato. L'aveva cercata ovunque senza mai trovarla e
allora aveva
deciso di fare una cosa che non era assolutamente da lei: aveva
deciso di
arrendersi. Quando avrebbe voluto, Pansy Parkinson sarebbe
uscita allo
scoperto e le avrebbe raccontato tutto. Camminando a vuoto per i
corridoi senza
fare caso alle persone che le passavano accanto guardandola con occhio
critico,
giunse fino alla porta del bagno del secondo piano, il suo luogo
preferito in
cui andare a fumare.
Aprì la porta e davanti a lei trovò una figurina
avvolta in un largo mantello
estivo che tremava dal freddo, ma che, nonostante tutto, continuava
imperterrita a fumare nervosamente la sua sigaretta, ormai giunta al
filtro. La
finestra su cui era affacciata era rivolta direttamente verso il campo
da
quidditch. La ragazza si girò e non appena
realizzò che la studentessa di
serpeverde che aveva di fronte era Daphne Greengrass sembrò
calmarsi.
« Tutto ok, Pansy? » le chiese Daphne cercando di
non far vedere quanto fosse
irritata.
« Non lo so.» rispose l'amica con voce
tremante. « Ho fatto una
sciocchezza. Un'enorme, orribile sciocchezza. Sono sicura che dopo che
te
l'avrò detto mi odierai a morte.»
« Tranquilla. Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Ma
sappi solo che non te
ne faccio una colpa.» rispose, ma la sua voce non
sembrava molto sincera.
« Daphne, non fingere. Con me non attacca.» le
intimò quasi sottovoce Pansy.
« Pan. Non mi interessa nulla. Non soffro mica se so che
un'amica è contenta.
Devi solo darmi un po' di tempo per accettare la cosa.»
« Hai tutto il tempo che ti serve, Daph. Sappi solo che non
era mia intenzione
e che, molto probabilmente, io e Draco non ci guarderemo più
in faccia per il
resto della nostra vita.»
*
Daphne
sapeva che l'intento di Pansy non era quello di mentirle dato che anche
lei era
convinta che tra lei e Draco non potesse esserci futuro. La giovane
Greengrass
era convinta che, forse, avrebbe dovuto cominciare anche lei a badare
alle
apparenza come già faceva la sua compagna di corso. Lei e
Malfoy sembravano
davvero fratello e sorella, quindi non avevano futuro insieme.
In quel momento, sorridendo con fare mellifluo, uscì dal
dormitorio con una
nuova prospettiva: trovarsi un ragazzo moro che potesse piacerle.
Angolino infimo dell'autrice:
Yo. E il terzo capitolo è
fatto.
In teoria da questo momento inizia la storia vera e propria senza
stacchi temporali. Ci saranno dei flashback, credo, ma non
così lunghi.
Non credo di avere niente da dire su questo corto capitolo dedicato a
Daphne, sinceramente.
Recensioni? xD
Ringraziamenti:
Ladymarie:
Oddio, grazie mille per la recensione e i complimenti. Mi sento
veramente soddisfatta quando qualcuno apprezza quello che scrivo :)
Mojito86:
ahahaha xD Grazie mille :) Sono contenta che tu abbia deciso di fare
un'eccezione xD Draco/Pansy non è la tua coppia preferita,
eh? xD Ma sono così pucci-pucci >.< Ok, mi sto
portando fuori :) Grazie mille ancora ^.^
ioetexsempre:
non devi scoraggiarti in questo modo. Nessuna storia è
banale, secondo il mio punto di vista. Spetta a chi la scrive non farla
sembrare banale :) Poi le recensioni servono appunto per migliorarsi,
per darsi nuovi stimoli e tutto. Prova a pubblicare qualcosa :)
Comunque, grazie mille per i complimenti :)
MabyChan:
ahah xD e pensare che nei prossimi capitoli volevo far diventare Pansy
una carognetta xD Grazie mille °-°
Stephenye:
Grazie mille :) Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento.
^.^
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Capitolo 4 *** III. Never Gonna Be The Same ***
III
Never Gonna Be The Same
Who
we are,
What we all are,
It's nothing but a point of view
(Who we are)
It's nothing but a point of view
We
All Turn Back to Dust – From First to Last
Pansy
Parkinson non si definiva una stupida. Stupidi erano lo
Sfregiato e il suo cagnolino da compagnia Ronald Weasley, ma
più di tutti lo
era Ginevra Weasley. Alla giovane età di quindici anni, la
ragazza era
intrappolata in una storia seria. Questo non andava bene. Pansy era
sicura che
nessuno avrebbe dovuto avere un ragazzo fisso prima dei vent'anni.
L'adolescenza andava goduta e non c'era nessun bisogno di avere una
relazione
con qualcuno che pretendeva di passare con te ogni singolo minuto della
sua
vita. L'importanza della libertà era un fattore che, ormai,
nessuno teneva più
in considerazione. Stare con qualcuno, nella testa della giovane,
significava
stare in gabbia.
Tuttavia esisteva sempre un "ma" e quel "ma" era Draco
Malfoy.
Lei rimaneva sempre della stessa opinione, eppure con lui era diverso.
Continuava a cercarlo con lo sguardo, trovava in ogni occasione il
pretesto per
sfiorargli la guancia con una mano, riusciva a trovare scuse per
riuscire a
portarlo in una qualche aula deserta anche solo per dargli un bacio
veloce
lontano da occhi indiscreti.
Lui non era da meno.
Tutte le mattine, Pansy si svegliava con un interrogativo che le
ronzava
insistentemente nel cervello. Non ne aveva mai parlato a Daphne o a
chicchessia,
ma continuava a chiederselo:doveva considerarsi la ragazza di
Draco Malfoy?
Camminando velocemente tra i corridoio pressoché
deserti cercò di
raggiungere il suo dormitorio. Mancava ancora un'ora al momento della
partenza
del treno per Londra e lei doveva ancora andare a recuperare il suo
baule.
Tutta la mattinata era stata impegnata a cercare di sfuggire a Draco
Malfoy e
adesso doveva muoversi se intendeva raggiungere il villaggio prima di
lui.
Era una settimana che cercava di evitarlo. Non voleva salutarlo, non
voleva
fargli auguri, non voleva passare il Natale lontana da lui. Se l'avesse
incontrato non avrebbe avuto più il coraggio di tornare a
casa per le feste.
Arrivata nei sotterranei cominciò a correre come mai aveva
fatto prima. Passò
davanti all'ufficio di Piton e lo vide con la coda dell'occhio, ma non
ci fece
caso più di tanto.
Arrestò la sua corsa esattamente davanti ad un muro e
ansante sussurrò la
parola d'ordine. Attraversò a passo sostenuto la sala comune
ed entrò in camera
sua sbattendo la porta. Guardò l'orologio: mancavano 50
minuti. Aveva tutto il
tempo e il villaggio non era lontano.
« Pan, penso che io e te dobbiamo parlare.»
Esclamò una voce nell'oscurità che
le fece rizzare i peli sul collo. Si girò verso il suo letto
e notò il profilo
scuro di Draco Malfoy. Il ragazzo, che prima stava comodamente seduto,
si alzò
e in un paio di passi raggiunse Pansy.
« Non mi dici
niente, Pan?»
« No.»
Rispose Pansy cercando di non abbassare lo
sguardo da quegli occhi così magnetici anche
nell'oscurità del dormitorio.
« Dubito che tu
non abbia niente da dirmi. Prova a
pensarci.» Si abbassò leggermente per fissarla.
« Sono due settimane che mi
eviti.»
« Una.»
lo corresse Pansy con un sussurro a
malapena udibile.
« Allora lo
ammetti che mi stai evitando?»
« Non ho mai
smentito. Ti sto evitando, Draco.
Posso andare ora? Ho un treno da prendere.»
« Mi
mancherai.» Le sussurrò prima di darle un
bacio sulla fronte e di uscire dalla stanza. Pansy non pensava che lui
potesse
essere così tenero. Sorrise in cuor suo.
Draco non era tenero o dolce.
Teneri erano i coniglietti pelosi che lei adorava tanto, ma di sicuro
non Draco
Malfoy.
Fece un incantesimo al suo
baule lo ridusse in
modo da poterlo portare con sé in tasca. Corse fuori dal
dormitorio e cominciò
a cercare Draco ovunque. Lo trovò subito nella camera che
divideva con Theo e
gli altri.
Gli
sorrise e cercando di contenere la
tristezza che quella separazione le provocava gli sussurrò:
« Ciao Draco. Buone
feste.»
Gli lanciò un
bacio volante e lui le sorrise di
rimando.
« Ciao
Pan.»
*
Daphne aveva
deciso
di rimanere a scuola durante quelle odiose vacanze di Natale. Odiava il
Natale,
odiava il pan di zenzero, odiava i familiari, ma soprattutto odiava
ricevere
regali. Prima di conoscere Pansy non usava mai la parola "odio", ma
ormai, a forza di stare con la ragazza aveva imparato a distiguingere
l'odio
dal semplice fastidio.
Era
convinta che se qualcuno le regalava qualcosa voleva solo dire che
aveva
bisogno di qualcosa.
La
mattina di Natale si svegliò di cattivo umore cadendo
pesantemente dal
letto. Ringraziò il fatto che nessuna delle sue compagne
aveva deciso di rimanere
a scuola per le vacanze. Se l'avessero vista cadere, l'avrebbero presa
in giro
per l'eternità.
Sbadigliando
a bocca aperta senza nemmeno prendersi la briga di coprirsi con la
mano, si diresse in bagno e si cominciò a preparare per il
pranzo.
Uscì
dal bagno due ore dopo completamente rinnovata. Si guardò
allo specchio
cominciando a fare le sue solite smorfie. D'altronde quale modo
migliore di
quello esisteva per imparare a fingere di sorridere?
«
Daph?»
la
porta si aprì, lasciando
intravedere la figura esile di Theodore Nott, uno dei pochi ragazzi
rimasti a
scuola per le vacanze.
«Theo,
entra pure.» Lo invitò
lei. «Sono
pronta.»
Il ragazzo, senza farsi pregare più di tanto,
entrò nella stanza con in mano una scatola di latta.
« Cos'è?» Le chiese lei.
« Una scatola.»
« C'ero arrivata.» Replicò lei,
scocciata.
« Morgana, come sei.» Disse sorridendole. Con una
mano sollevò il coperchio della scatola producendo un rumore
metallico che fece
venire i brividi a Daphne.
« Non mi dire che sono biscotti allo zenzero.»
Esclamò lei cercando di nascondere il disappunto.
« Esatto!» assentì lui sorridendo
apertamente. « Oh, amo il Natale!».
E in quel momento, solo in quel momento, Daphne si
rese conto che, in fin dei conti, non esisteva un ragazzo che differiva
così tanto
da lei.
« Buon Natale, Daph.» Le porse un biscotto a forma
di cuore che Daphne morsicò cautamente. Il sapore non era
male, ma non faceva
per lei. Tuttavia non si sentiva di deludere il compagno di corso e
allora
continuò a sbocconcellare il biscotto fino a finirlo.
« Buon Natale anche a te, Theo.»
Forse il Natale non la faceva più tanto schifo.
*
So che c'eravamo
promessi di non regalarci
niente, ma non ho saputo resistere.
Buon Natale, Pansy.
E' solo un pensierino,
spero non rimarrai delusa.
«
Troppo banale.»
Buon
Natale e felice anno nuovo.
D.M.
«
Cos'è 'sto schifo?
Nooo. Troppo serio.»
Spero
che tu ti stia divertendo anche senza di me, stronza.
Sei a casa e io a scuola.
Buon Natale.
Ti ...
«
Nah.»
C'eravamo
promessi non regalarci niente, lo so.
Buon Natale, Pansy.
Mi manchi già.
Draco
«
L'hai scritta 'sta cazzo di lettera?» gli
chiese Blaise Zabini entrando nella camera e sbattendosi la porta alle
spalle.
« Muoviti che Daphne e Theo ci stanno aspettando per andare a
pranzo.»
«
Zitto.»
« Sai che la
Regina delle Nevi ha mangiato i
biscotti allo zenzero di Theo? E a lei lo zenzero non piace!»
«
Zitto.»
« Merlino, come
siamo malmostosi.»
« Il regalo
è banale, non le piacerà.» Si
lamentò
Draco.
« Ma smettila!
Non è affatto banale, considerando
che non siete nemmeno insieme. E poi, Malfoy, mi piacerebbe sapere che
ti
prende ultimamente. Sembri cotto.»
« Blaise?
Ti va di andare a schiantarti giù
dalla torre?»
« Buon Natale
anche a te, Draco.»
*
Angolino infimo
dell'autrice:
Scusate ma non faccio in tempo a ringraziare le singole persone :)
Grazie mille a tuttiiii.
Fatemi sapere se vi è piaciuto anche questo capitolo *-*
|
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Capitolo 5 *** IV. Plastic Passion ***
IV
Plastic
Passion
Plastic
passion is a gold guarantee
This plastic passion is murdering me
Oh! it's a plastic passion
Plastic
Passion – The Cure
La
musica di quel piccolo carillon continuava a suonare all'infinito.
Non aveva bisogno di essere caricato in quanto si trattava di un
marchingegno ideato per far cadere in uno stato torposo le ignare
bambine babbane che lo usavano. Eppure a lei non capitava mai niente
quando lo ascoltava suonare e osservava la piccola ballerina danzare
accompagnata dalla rigida versione in miniatura di un cavaliere. Si
era immaginata più volte che quell'impettito signorino
potesse
essere il suo futuro principe e quella ballerina potesse essere lei.
Da
quando era tornata a casa non aveva mai smesso di ascoltare quella
musica dolce e un po' malinconica, a tratti ipnotica. Le note si
susseguivano, una dopo l'altra, e lei cercava di accompagnarle
toccando i tasti del pianoforte per trovare quello che gli si
avvicinava di più.
Con
suo malgrado, il giorno di Natale non era ancora riuscita a
riprodurre quella nenia con nessun altro tipo di strumento. L'idea
che non potesse essere riprodotta l'aveva sfiorata, ma aveva
accantonato subito quell'ipotesi.
Il
giorno di Natale era arrivato presto e altrettanto presto se n'era
andato. Si stava già deprimendo a immaginare il suo ritorno
ad
Hogwarts. Come avrebbe potuto guardare in faccia Draco dopo quel
regalo?
Improvvisamente
le era venuta voglia di guardarlo, di stringerlo a sé e di
immaginare Draco mentre glielo sceglieva. Sorrise e si passò
una
mano sulla fronte per togliersi un ciuffo ribelle di capelli corvini
che le era sceso davanti agli occhi. Si alzò dallo sgabello
del
pianoforte e si diresse in camera sua.
*
-
Qualche giorno prima, 25 dicembre -
La
neve cadeva leggera fuori dalla finestra. Pansy sbuffò
infastidita.
Avrebbe preferito uscire in mezzo alla neve, bagnarsi tutta e
sporcarsi piuttosto che stare seduta composta e aspettare che anche
l'ultimo dei suoi più infimi parenti se ne fosse andato.
Mentre
aspettava, tra un sorriso falso e una risposta monosillabica alle
domande che le venivano poste, guardava fuori dalla finestra
aspettandosi chissà che cosa.
No, nessuno la sarebbe venuta a
salvare.
« Pansy cara.» Nonna Parkinson non demordeva: la
stava
per assalire ancora con un'altra ondata di domande.
«Com'è
possibile che una ragazza così bella come te non abbia il
ragazzo.»
« Evidentemente è possibile, nonna.»
Esclamò in
risposta la magra figura di sua cugina Heather. Si erano sempre
odiate cordialmente per i motivi più svariati. Bambole
rotte,
vestiti rubati, sbronze collettive finite in rissa, ragazzi rubati...
i motivi erano stupidi eppure loro si odiavano.
Solitamente Pansy
non rispondeva a provocazioni di quel tipo, ma non resistette:
«
Sai, nonna» iniziò con noncuranza. «Un
ragazzo c'è, ma non è
niente di ufficiale. Sono due mesi che ci vediamo e non voglio
affrettare le cose.» Lanciò uno sguardo truce alla
cugina e sorrise
alla nonna.
« Oh Pansy, che ragazza giudiziosa che sei. Fai bene
a non affrettare le cose. Hai solo 15 anni.»
« 16»
« Stessa
cosa. Come si chiama il tuo fidanzatino?»
Pansy storse la bocca a
quel termine e con una certa soddisfazione si preparò a
pronunciare
quel
nome:
« Draco, Draco Malfoy.»
Cercò di caricare il cognome di quanta
più enfasi riuscisse e si girò a fissare
malignamente la cugina, la
cui bocca ora era spalancata.
Un rumore, come di qualcosa che
sbatteva contro il vetro, la distolse dalla sua intima vittoria.
Girò
la testa verso la finestra e vide un barbagianni con un pacchettino
nel becco fissarla.
Il suo regalo.
Corse ad aprire al gufo
e senza degnare di ulteriori attenzioni quella gente falsa come
Giuda, scappò in camera sua.
Il pacchetto non era
esageratamente grande e Pansy si chiese chissà cosa c'era
dentro.
Osservò
un paio di volte l'involucro argentato che l'avvolgeva e subito si
decise ad aprirlo. All'interno trovò una piccola collana con
un
cuore di plastica come ciondolo. Spalancò gli occhi dalla
sorpresa:
lui si era ricordato
che lei aveva una passione assurda per la plastica.
*
Tirò
fuori il cuore
dal pacchettino e lo osservò ancora meravigliandosi. Era
stupendo e
lui aveva proprio azzeccato i suoi gusti.
La plastica era la sua
fonte di nutrimento. Adorava l'odore e le varie forme che le potevano
imprimere. Adorava la plastica perché da bambina credeva che
la
faccia delle persone era completamente composta da quel materiale e
con il passare del tempo aveva capito che non si era sbagliata
più
di tanto. Perché tutti portavano una maschera e la sua era
di
plastica.
Angolino
infimo dell'autrice.
Vi
prego di scusare immensamente il mio ritardo e il capitolino molto corto
:]
Non
ho molto tempo a disposizione per commentare il capitolo, ma sappiate
che a me non convince molto. Bah.
Ci
tenevo però a ringraziare chi ha messo la storia nei
preferiti, chi
la recensisce e chi la legge :]
Ringraziamenti:
Stephenye:
sono contenta che ti piaccia molto la mia storia! Inoltre i
battibecchi tra loro mi è piaciuto molto scriverli. In fondo
li
immagino come un gruppo di bambini un po' troppo cresciuti e affetti
da “crisi adolescenziale”. No? È giusto
che anche i cattivi poi
abbiano un attimo di pausa per godersi la loro vita :] Grazie mille
per la recensione!
Mojito86:
oddio o.o non volevo dare l'impressione che Draco fosse cotto a
puntino xD anche perché non ce lo vedo per niente a sbavare
dietro
senza ritegno a una ragazza (anche se la ragazza in questione
è
Pansy xD). In effetti, dovrei rivedere un po' il comportamento del
caro Draco. Grazie mille per la recensione!
Ladymarie:
ahahah, vai tra che la storia non la perdi più adesso che ce
l'hai
tra i preferiti. Ormai mi sono ripromessa che devo aggiornarla
più
di frequente e spero proprio di riuscirci! Grazie mille per la
recensione!
|
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Capitolo 6 *** V. Ice Queen ***
V
Ice
Queen
When she
embraces
Your heart turns to stone
She comes at night when you are all alone
And when she whispers
Your blood shall run cold
You better hide before she finds you
Ice
Queen -
Within Temptation
Daphne
sbuffò guardando attentamente Pansy Parkinson abbracciare un
più che
imbarazzato Draco Malfoy. Avrebbe voluto esserci lei in quel momento
tra le
braccia del ragazzo, ma cercò di accantonare quel pensiero
decisamente malsano
dalla testa. Non aveva mai provato gelosia nei confronti di Pansy, ma
solo e
soltanto una bruciante e fastidiosa invidia. Perché lei
poteva avere tutto ciò
che voleva Daphne? Pansy aveva gli amici, una famiglia unita e aveva
Draco. Lei
invece cos’aveva? Due genitori che facevano finta di non
conoscersi nonostante
abitassero sotto lo stesso tetto, una sorellina minore incredibilmente
fragile
e aveva una bellezza fuori dal comune che metteva in soggezione ogni
essere di
sesso maschile che tentasse un approccio.
Pansy non
era bellissima e nemmeno tanto simpatica, eppure aveva tutto.
Draco e
Pansy stavano sicuramente parlando delle vacanze; Daphne si sentiva di
troppo.
Si alzò dal divanetto e senza fare caso a nessuno
uscì dal dormitorio.
Solo
poco tempo prima si era arresa all’evidenza di non poter
stare con Draco, ma perché arrendersi senza nemmeno averci
provato?
Camminava
per i corridoi del dipartimento di incantesimi lanciando
occhiate raggelanti ad ogni ragazzino si permettesse di ostacolarle il
cammino
e dopo quel girovagare raminga si stufò e si recò
in biblioteca. Notò con la
coda dell’occhio che la mezzosangue Granger sedeva nel
reparto di Antiche Rune.
Non erano ancora ricominciati i corsi che lei stava già
studiando? Peccato che
non avesse tempo per provocarla un po’.
Senza
farsi notare estrasse un libro dalla copertina consunta dal
reparto di pozioni avanzate e cercò qualcosa che potesse
fare al caso suo.
Al
diavolo le apparenze quando poteva avere Draco Malfoy. Avrebbe
fatto di tutto per toglierlo a Pansy.
*
La
Sala
Grande
per il pranzo era di
nuovo piena constatò Daphne sbocconcellando
l’arrosto che aveva nel piatto.
Tutti gli studenti che si erano allontanati da scuola per le vacanze di
Natale
erano tornati. La ragazza guardò la tavola di Serpeverde
nuovamente piena. Con
tutto quel rumore non avrebbe mai sentito niente.
«
Theodore.» sussurrò Daphne richiamando
l’attenzione del suo
amico seduto di fronte a lei.
«
Sì?» Rispose il ragazzo ricambiando lo sguardo
della bionda.
«
Ho bisogno di un piccolo aiuto.»
«
Un favore?» Le chiese arcuando un sopracciglio e fissandola
con
sguardo indagatore.
«
Una specie. Sto portando avanti un progetto e ho bisogno che mi
aiuti con una pozione.»
«
Un progetto?» ridacchiò Theodore « Credi
che sia così stupido?
Tesoro, il mio istinto mi dice che trami qualcosa.»
«
Stai tranquillo. Non ho ancora intenzione di uccidere
nessuno.»
Theodore
fissò accigliato Michael Corner che era appena entrato
nella Sala Grande tenendo per mano Susan Bones.
«
Peccato.» sussurrò il ragazzo assumendo
un’espressione contrita.
Daphne guardò Michael che la salutò con un cenno
della mano ricevendo in
risposta solo uno sguardo di compassione rivolto più alla
ragazza con lui che
al Corvonero stesso.
«
Tempo due giorni e si mollano. Corner non è capace di avere
relazioni serie.» commentò la Serpeverde.
«
E tu come fai a dirlo, scusa?» le chiese Theodore divertito.
«
Ti risponderei che è tutto merito dell’intuito
femminile, ma
pare che io ne sia del tutto priva.»
«
E allora come fai a saperlo?»
«
Ho un appuntamento con lui stasera subito dopo cena.» rispose
Daphne indifferente.
«
Non hai cuore.» Commentò il ragazzo servendosi il
dolce. « Penso
che tu sia la ragazza con il soprannome più
azzeccato.»
«
Soprannome?» Gli chiese mostrandosi decisamente curiosa.
Amava
sapere che c’era gente che parlava di lei.
«
Sì, Draco ha coniato apposta per te il soprannome di
“Regina del
Ghiaccio”, ma Zabini pensa sia più bello
“Regina delle Nevi”.»
Daphne
non commentò. Smise di mangiare il suo arrosto
già freddo,
appoggiò la forchetta e rivolse un’occhiata
inceneritrice al suo amico Blaise
che non la intercettò.
«
Te la sei presa?» Theodore la fissò attentamente.
Lei dissentì.
«
E’ vero. E il soprannome di Pansy qual
è?». Voleva tanto saperlo
almeno avrebbe avuto qualcosa in mano con cui prenderla in giro.
«
Draco non si è espresso in merito.» Rispose
« Blaise aveva
trovato un bell’aggettivo per soprannominarla, ma Draco ci ha
fatto capire che
su di lei non possiamo non dire nulla. Sai quanto diventa permaloso se
gli
tocchi le sue cose.»
Daphne lo
sapeva bene e come al solito si chiese perché non potesse
essere una di quelle
cose che nessuno oltre a Draco poteva toccare.
«
Che
soprannome ha trovato Blaise? »
«
Eh,
Daph. Non posso dirtelo. Se Draco venisse a sapere che lo sa qualcun
altro
potrebbe seriamente sguinzagliarci contro Tiger e Goyle e io non sono
pronto a
morire giovane.» concluse Theodore alzando le spalle.
Osservò
Pansy, seduta poco lontana da lei, sorridere timidamente
all’indirizzo di
Draco. Quei due da quando si frequentavano si erano rammolliti.
Vide la
mano della ragazza coprire quella di Draco. Li vide scambiarsi un bacio
ben
poco casto davanti agli occhi sconcertati degli insegnanti che li
ripresero.
Stavano
dando spettacolo e lei non poteva permetterlo.
«
Pansy,
potrei parlarti?» chiese a voce alta sperando che potesse
sentirla nonostante
il rumore delle posate e dei piatti. La giovane si girò
verso di lei e la sua
espressione si fece grave. Forse aveva capito di aver esagerato.
«
Daph,
scusami.»
Daphne si
alzò da tavola facendo segno a Pansy di seguirla, ma
l’altra rimase ferma al
suo posto.
«
Posso
parlarti in privato? »
Pansy non
diede segno di volerla seguire, allora Daphne si precipitò
fuori dalla Sala
Grande lasciandosi alle spalle i richiami degli insegnanti.
Percorse
i corridoi deserti in velocità e si chiuse dentro al
bagno del secondo piano. Una sigaretta era l’ideale per
distendere i nervi.
*
Bene nutri
l'odio migliore con
assiduità
dagli
ambascia e rancore, lui t'accecherà
Nutri l'odio
migliore con felicità
dagli
ambascia e rancore e ti ripagherà
L'odio migliore - Marlene Kuntz
Pansy era nervosa. Sapeva di avere esagerato in Sala Grande durante la
cena e
le dispiaceva, ma d’altronde quand’era con lui non
riusciva a comportarsi
razionalmente. Era consapevole di aver ferito Daphne, la sua nuova
migliore
amica, e si sentiva terribilmente in colpa, eppure non si sentiva
ancora pronta
ad affrontarla.
Finì
la
sua cena velocemente e si alzò da tavola. Sapeva esattamente
dove poteva
trovare la ragazza, ma doveva sperare di trovarla ancora là,
soprattutto da
sola.
Aprì
la
porta e l’odore di fumo l’avvolse. Sì,
Daphne era ancora là a fumare da sola.
Entrò
chiudendosi
la porta alle spalle. Nonostante la finestra fosse spalancata, il bagno
assomigliava vagamente ad una camera a gas.
«
Mi
volevi parlare?» Le chiese raggiungendola e sedendosi sul
ripiano del lavandino
affianco a lei.
Daphne la
guardò per un attimo dritta negli occhi.
Un’espressione di disprezzo puro le
aveva deformato i lineamenti.
«
Pensavo
che da amica avresti capito. » Le sussurrò con
voce infusa di una calma
pericolosa. La quiete prima della
tempesta. « Ma non hai capito, Pansy. In queste due
settimane che sei stata
via, mi sei mancata. Arrivi e cosa succede? Mi lasci perdere per stare
con
Draco ben sapendo che non mi sono ancora abituata all’idea
che state assieme!»
Pansy non
provò nemmeno a esprimere delle parole per difendersi. Pansy
si passò una mano
tra i capelli neri con un gesto che sapeva di rassegnazione.
La bionda
serpeverde scese dal ripiano e s’incamminò verso
la porta del bagno.
« Ti odio.» sussurrò
gettando a terra un
mozzicone di sigaretta.
Pansy spero
solo di aver sentito male. Rilassò i muscoli della schiena e
si appoggiò con la
schiena allo specchio del bagno.
Aveva
sbagliato
tutto con Daphne.
Capitolo
corto, lo so. Penso che però è intenso dai xD
Non
mi piace, ma mi serviva per introdurre i prossimi che saranno
–spero- più
intensi e più vissuti. E ovviamente vedremo che cosa ha
intenzione di fare
Daphne ^.^
Suuuu.
Recensioniii xD
Dai,
ringrazio un po’ ora u.u
Stephenye:
Ho aggiornato. Visto come sono brava? xD Ci ho messo poco a scegliere
il regalo
per Pansy, anche perché è stato quel ciondolino a
darmi l’idea per scrivere la fan
fiction. Ovviamente la canzone “Plastic Passion”
dei The Cure mi ha anche dato
una mano u.u Come ti pare questo capitolo? Spero che non deluda le tue
aspettative :] grazie mille per la recensione, cara!
Ladymarie:
sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, effettivamente
penso sia
uno dei miei preferiti di questa storia. spero che ti piaccia anche
questo
capitolo :] Grazie mille per la recensioni! Baci.
Mojito86:
Spero solo che tu possa rivalutare Pansy eh! Con Draco ho deciso di
andarci giù
pesante. Voglio renderlo ancora più dolce dei capitoli prima
cosicché quello
che architetterà Daphne sarà ancora
più grave xD Come sono sadica con i miei
personaggi u.u Spero che la storia sia ancora di tuo gradimento u.u
Grazie
mille per la recensione!
Spazietto
spammeggiante: ho scritto altre storie Draco/Pansy un po’
particolari, dai. Se volete andatevele a leggere!
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Capitolo 7 *** VI. The Time is Running Out ***
VI
The
time is
running out
Ma
tête me dit de m'en aller
mais mon coeur pleure,
je garde espoir
qu'un jour tu feras
mon bonheur.
Libère
moi – J-na
Se la
speranza fosse stata un’arma, lei sarebbe stata sicuramente
l’ultima a morire,
considerò tirandosi a sedere sul divanetto della Sala Comune
che stava
dividendo con gli altri ragazzi del suo stesso anno. Poco lontano da
lei, su
una poltrona nera dall’aria
fin troppo
scomoda, sedeva Daphne Greengrass che elargiva sorrisi ben
più che falsi a
chiunque le capitasse a tiro. L’ultimo sorriso
l’aveva dedicato proprio a lei e
l’aveva reso ancora più falso attraverso lo
sguardo estremamente raggelante che
l’aveva ghiacciata sul posto. Si domandò come mai
nessuno a parte lei avvertiva
l’elettricità che permeava ogni angolo della
stanza.
Theodore
e Blaise avevano scommesso sulla durata dell’amicizia
estremamente labile che
aveva legato le due ragazze e Nott si era visto nettamente sconfitto.
Sapeva
anche che all’interno della Casa era in atto altre scommesse
che riguardavano
la durata della sua storia con Draco, ma non voleva stare ad ascoltare
quelle
ragazzine gelose.
Eppure il
giorno prima aveva sentito chiaramente Tracy Davies discutere con
Sally-Anne
Perks a proposito di Daphne Greengrass: le due erano convinte che
stesse tramando
qualcosa dato che spariva per ore con Nott e nessuno riusciva mai a
trovarli.
Pansy però preferiva credere che dietro a quelle sparizioni
ci fosse una
sottospecie di storia romantica.
Illusa che
non era altro.
Sperava
ancora di riuscire a chiarire con la ragazza senza dover attuare nessun
tipo di
scelta. Amicizia o amore? Che poi
non
era nemmeno amore, ne era sicura. Ma proprio non vedeva
perché dovesse
scegliere. Draco le piaceva e con Daphne si trovava da Dio.
Sprofondando
sul divano si diede ancora un’ultima volta
dell’illusa.
«
Daphne?»
sentì la voce di Theodore. La ragazza lo seguì
dolcemente fuori dal dormitorio
e Pansy si sentì morire.
Erano
quasi due giorni che non parlavano. La situazione le era decisamente
sfuggita
di mano.
Prese una
decisione rapidamente e seguì i due fuori dalla Sala Comune.
Theodore, il primo
dei due ad accorgersi che Pansy li aveva seguiti, lasciò
Daphne da sola a
sbrigarsi della faccenda sparendo negli immensi sotterranei di
Hogwarts.
«
Cosa
c’è?» Le chiese Daphne appoggiandosi al
muro freddo e umido. Pansy le si mise
esattamente di fronte e cercò le parole per scusarsi, ma non
ne trovò di
adatte.
«
Sei qui
per fare scena muta?» Rincarò la dose.
Pansy
prese un profondo respiro sapendo di fare la figura
dell’idiota sia con lei,
sia che qualcuno passasse di lì accidentalmente.
Con uno
slancio l’abbracciò e affondò la testa
nei capelli biondi di Daphne. La ragazza
sorpresa, da principio s’irrigidì, ma poi anche le
sue mani corsero a stringere
il corpo esile di Pansy a sé. Una sensazione di calore
l’avvolse e la morsa che
le attanagliava il cuore sembrò allargarsi rapidamente
lasciandole quel muscolo
che spesso aveva considerato traditore battere sempre più
forte. Abbracciare
Daphne, nonostante la ragazza fosse così ossuta e spigolosa,
era sempre una
cosa magnifica esattamente come se la ricordava.
Daphne si
staccò improvvisamente. « Non ti ho ancora
perdonata, fai passare un po’ di
tempo.»
Girò
i
tacchi e se ne andò nella direzione in cui era sparito
Theodore.
«
Il
tempo è distruttore.» Sussurrò Pansy al
vuoto che aveva lasciato Daphne di
fronte a lei.
*
Entrò
nel
bagno di Mirtilla Malcontenta sbattendo rumorosamente la porta e
imprecando
all’indirizzo di una divinità pagana qualsiasi.
Che Daphne Greengrass fosse
estremamente volgare, era un dato di fatto risaputo da tutta la scuola,
primini
compresi. Aveva appena finito di insultare la dea della Discordia
quando
Theodore ebbe una sorta di moto di compassione nei suoi confronti (o
più
probabilmente nei confronti del lavandino che Daphne aveva cominciato a
tempestare di calci).
«
Tutto
bene?» Le chiese nonostante non gli interessasse veramente la
risposta. Daphne
lo squadrò smettendo tempestivamente di scalciare.
«
Assolutamente.» Affermò riprendendo il suo solito
tono vagamente
disinteressato. « Hai intenzione di fissarmi tutto il giorno
o possiamo
continuare la nostra cara pozione?» Gli chiese con tono
palesemente ironico
tanto da far sorridere il compagno.
«
Va
bene, schiavista. Tra l’altro non mi hai ancora detto cosa ci
guadagno ad
aiutarti.»
Daphne
sorrise melliflua: « Passerai molto tempo con la
sottoscritta. Tempo speso
ottimamente, aggiungerei!»
Theodore
sbuffò: « Ho sempre avuto ragione a dire che non
hai cuore, altro che cuore di
ghiaccio e simili.»
Daphne
sorrise sinceramente per la prima volta dopo tutti quei giorni
trascorsi a
meditare vendetta. Stare con Theodore, anche se non l’avrebbe
mai ammesso
davanti ad anima viva, le faceva bene.
_________
Chiedo immensamente scusa, ma per una volta che avevo il capitolo
pronto ho perso la chiavetta usb.
Sfiga ._.
Comunque dai, grazie a tutti come al solito :)
Ringrazio moltissimo le mie tre recensitrici di fiducia e mi scuso per
non aver scritto un capitolo più lungo.
Purtroppo non è un bel momento e spero solo che finisca
presto.
Fatemi sapere che ne pensate, per
piacere :)
Faith
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