Siamo Amore

di Ary_kod
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sogno avverato o infranto? ***
Capitolo 2: *** Nuove conoscenze ***
Capitolo 3: *** Tra lacrime e risate ***
Capitolo 4: *** Ascolta il tuo cuore ***
Capitolo 5: *** Sei speciale ***
Capitolo 6: *** Sogni, obblighi e verità ***
Capitolo 7: *** Angelo custode ***
Capitolo 8: *** Il migliore di tutti ***
Capitolo 9: *** Paure e desideri ***
Capitolo 10: *** Ti amo ***
Capitolo 11: *** Fidanzati ***
Capitolo 12: *** Caccia all'amore ***
Capitolo 13: *** Sorpresa ***
Capitolo 14: *** Problemi in vista ***
Capitolo 15: *** Un bacio come premio ***
Capitolo 16: *** Dolcezza e gelosia ***
Capitolo 17: *** Non ti riconosco ***
Capitolo 18: *** Parole taglienti ***
Capitolo 19: *** Scusa ***
Capitolo 20: *** Migliori amiche ***
Capitolo 21: *** Un piano perfetto ***
Capitolo 22: *** Favori e confessioni ***
Capitolo 23: *** Da capo ***
Capitolo 24: *** Fidati di me ***
Capitolo 25: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 26: *** Lasciami ***
Capitolo 27: *** Grazie ***
Capitolo 28: *** Casa dolce casa ***
Capitolo 29: *** Un futuro con te ***
Capitolo 30: *** Finalmente soli ***
Capitolo 31: *** Ti aspetterò ***
Capitolo 32: *** A te ***
Capitolo 33: *** Un mare di sogni ***



Capitolo 1
*** Sogno avverato o infranto? ***


Quel giorno che tanto aspettava era finalmente arrivato, tra poche ore si sarebbe deciso il suo destino.
Giada salì in macchina e accompagnata dai suoi genitori si diresse a Roma per fare l'ultimo esame prima di poter entrare nella scuola dei suoi sogni.
Era una scuola molto prestigiosa, dalla quale era uscita gente importante.
Al pomeriggio si svolgevano lezioni di canto, ballo, recitazione, fotografia, scrittura, pittura e molte altre discipline e alla fine si riceveva una certificazione nel corso scelto.
Affianco alla scuola superiore, c'era anche l'università e questo un po' la spaventava perché anche i ragazzi universitari avrebbero partecipato ai corsi pomeridiani e lei si sentiva a disagio tra persone più grandi di lei.
Giada non abitava molto lontano dalla scuola ma quel tempo che trascorse in macchina le sembrava non passare mai. 
Quel giorno lo aveva aspettato a lungo ma ora aveva paura perché stava andando nella scuola in cui il suo sogno avrebbe potuto realizzarsi ma avrebbe anche potuto terminare prima ancora di iniziare. Infatti lei doveva sostenere l'esame sul corso scelto per il pomeriggio, sì perché lei entrava al quinto anno e quindi doveva sostenere l'esame di tutte le materie, compreso il corso pomeridiano che aveva scelto di seguire e lei ovviamente aveva deciso di frequentare quello di canto.
Il canto era la sua vita, cantava da quando era piccolissima, e la sua prima esibizione su un palco non la avrebbe mai potuta dimenticare; aveva solo sette anni ma quando si trovò lì, a cantare con il microfono in mano, capì che quello era il suo sogno ed era ciò che voleva continuare a fare in futuro.
«Siamo arrivati» disse il padre di Giada.
«Sei pronta amore?» le chiese sua madre facendole un sorriso.
Lei fece cenno di sì con la testa mentre prendeva la borsa.
«Comunque vada noi saremo orgogliosi di te» la rassicurò il padre dopo aver notato il suo sguardo preoccupato.
«E sarai sempre la nostra cantante preferita, per noi hai già vinto» aggiunse la madre.
«Lo so. Vi voglio bene» disse Giada uscendo dalla macchina.

Giada entrò e si guardò attorno, pensò alla prima volta che era entrata lì, per fare il primo esame, e si ricordò di come le sembrava lontano l'ultimo in quel momento.
Pensava di non farcela a passare tutte le materie scolastiche e invece ce l'aveva fatta, aveva passato un esame dopo l'altro ed ora era lì, per l'ennesima volta in quella scuola, per affrontare l'esame che forse avrebbe cambiato il suo futuro.
Giada guardò l'ora e si accorse che era tardi, attraversò il corridoio ed entrò nell'aula in cui c'erano tutti gli altri ragazzi che dovevano sostenere l'esame di canto come lei.
Alcuni le erano famigliari, altri non li aveva mai visti. C'era chi provava le proprie canzoni, chi ascoltava musica, chi rileggeva i testi, chi parlava e chi camminava per la stanza ansioso.
Giada si diresse verso una sedia libera per ripassare ma qualcuno la spinse da dietro facendola cadere.
«Scusami, non volevo, ti ho fatto male?» le disse un ragazzo alto e castano; poi le tese una mano per aiutarla a rialzarsi.
«No no, sto bene» disse lei timidamente.
«Io sono Alessandro, piacere» si presentò lui.
«Io sono Giada, il piacere è mio Alessandro» rispose lei.
«Chiamami pure Ale, mi chiamano tutti così» disse lui.
«Va bene, allora piacere Ale»
In quel momento un professore entrò nella sala per accompagnare i ragazzi in studio.

Poco dopo il provino iniziò.
Uno dopo l'altro gli alunni si esibivano davanti ai professori e alla fine dell'esame gli veniva comunicato se erano stati ammessi oppure no.
«Ora tocca ad Alessandro e la sua band» disse la preside.
Davanti ai professori si presentarono cinque ragazzi e subito Giada riconobbe quel ragazzo che aveva conosciuto prima nell'aula.
«Quindi ha una band» pensò tra lei e lei osservandolo.
L'esame iniziò e la band cantò una loro canzone, scritta da Alessandro, il cantante.
«Non sono niente male, mi piacciono» pensò mentre continuava a guardare incantata Alessandro.
Quando l'esame terminò i professori espressero il loro verdetto: ammessi.
I cinque ragazzi ringraziarono e si andarono a sedere nei banchi.
«Ora è il turno di Giada» disse la preside mentre Giada stava ancora guardando Ale che riceveva i complimenti dagli altri alunni per essere entrato nella scuola.
Il cuore le cominciò a battere forte, scese dalle gradinate e si diresse verso il centro del palco.
«Ciao, cosa canti?» le chiese la preside.
«Nothing's real but love di Rebecca Ferguson» rispose lei prendendo il microfono dall'asta.
Quando finì di cantare tutti la applaudirono, compresi i professori. Lei cercò lo sguardo di Ale e lui le fece l'occhiolino.
«Per noi sei ammessa» le communicò uno dei professori.
Giada ringraziò i professori e si sedette vicino a Marianna. 
Ale era nel banco davanti al suo, si girò e le disse: «complimenti, sei stata bravissima».
«Grazie, anche voi siete stati bravi» disse lei sorridendo.
«Complimenti, avete passato tutti gli esami e siete stati ammessi in questa scuola» affermò la preside. Giada non poteva credere di essere riuscita a realizzare il suo sogno.

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Capitolo 2
*** Nuove conoscenze ***


Finiti i provini gli alunni vennero accompagnati nelle loro stanze che si trovavano in un edificio tra la scuola superiore e l'unniversità e in cui alloggiavano gli studenti di entrambe le scuole.
Giada era in camera con Marianna e Sofia e appena entrate in stanza fecero conoscenza, anche loro frequentavano il corso di canto.
«Io sono di Roma» disse Sara alle compagne.
«Davvero? Anch'io sono di Roma, vivo a venti minuti da qui» disse Giada.
«E tu invece di dove sei?» chiese Giada a Marianna.
«Di Firenze» rispose lei.
«Ragazze, sono quasi le cinque, dobbiamo andare alla riunione» avverti Sofia.
«Sì, meglio se andiamo o arriveremo in ritardo» disse Marianna.
Durante la riunione un professore spiegò tutte le regole della scuola e comunicò gli orari in cui sarebbero iniziate e terminate le lezioni, poi spiegò come funzionavano i corsi pomeridiani e lasciò la parola al professore di canto che disse: «Parlo per gli alunni che frequenteranno il mio corso, da domani inizieranno le lezioni ma ho deciso di assegnarvi un duetto che preparerete da soli e presenterete venerdì davanti agli alunni che frequentano già il corso. Naturalmente vi sarà dato un voto e la coppia migliore riceverà un premio, i peggiori, invece, potrebbero essere espulsi dal corso. Delle band parteciperà solo il cantante per problemi tecnici che presto risolveremo. Ora appendo il foglio con le coppie e le canzoni. Potete andare»
Tutti andarono a vedere cosa e con chi avrebbero duettato, Giada lesse i nomi dall'alto al basso fino ad arrivare al suo: 'Giada e Ale - Fix you.'
L'idea di duettare con Ale le piaceva, non sapeva perché ma era contenta, però l'idea di cantare quella canzone la rattristava; non voleva ricordare quel momento, e quella canzone ne era la colonna sonora.
Anche Ale quando guardò il foglio sorrise e subito andò da Giada.
«Ehi, dovremo cantare insieme, la conosci la canzone? le disse Ale.
«Sì» rispose Giada.
«Anch'io, è una delle mie preferite. Ti va se questa sera la proviamo?»
le domandò lui.
«Ok, ma dove ci troviamo?»
chiese lei.
«Possiamo fare nella mia stanza, Federico esce con il resto della band, e immagino torneranno tardi.» rispose lui.
«Va bene, allora ci vediamo dopo. Ciao» disse lei.
«Ciao Giada» la salutò lui.


Dopo cena, Giada bussò alla porta di Ale.
«Ciao Giada, entra pure»le disse lui.
«Allora...proviamo?» Chiese lei.
«Sì ma che ne dici se prima ci conosciamo un po', non so niente di te, a parte il tuo nome»
«Ok... cosa vuoi sapere?»
«Quanti anni hai?» le chiese lui.
«18»
«18? Sei una delle più piccole quindi»
«Sì, a quanto pare sono la più giovane. Tu ne hai 21, invece, giusto? Fai l'unniversità quindi?»
«Sì, come fai a sapere la mia età?» chiese lui curioso.
«Ehm..lo hanno detto quando hanno presentato la vostra band.» Rispose lei arrossendo.
«Però te lo ricordi...hanno detto l'età di tutti. Ho per caso fatto colpo su di te?» le disse Ale con un sorrisetto malizioso.
«No. Ho semplicemente una buona memoria» si giustificò lei.
«Sì sì, certo, e allora perché sei diventata tutta rossa?»
«Perché fa caldo...Ale basta per favore, ora proviamo» disse lei cercando di chiudere l'argomento.
«Ok, però prima dimmi solo un'altra cosa. Sei fidanzata?» le chiese lui.
«No, e per un bel po' non lo voglio essere» 
«Perchè?»
«Esco da una storia complicata» 
«Che è sucesso?» chiese Ale.
«Non mi va di parlarne ora, e poi ci conosciamo a malapena» lo liquidò lei.
«Va bene, scusami, sono un po' curioso» si scusò lui.
«Sì, l'ho notato...giusto un po'» rispose lei ironica.
«Ahaha...mi stai già simpatica piccolina. Dai proviamo» disse lui.

Iniziarono a provare, quando Ale notò che....

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Capitolo 3
*** Tra lacrime e risate ***


Iniziarono a provare quando Ale notò che a Giada stava scendendo una lacrima, allora fermò la base e la guardò.
«Perché piangi?» le chiese lui preoccupato.
Lei non rispose, si asciugò la lacrima e continuò a fissare il muro davanti a lei.
«Scusa Ale...ma non ci riesco» disse lei uscendo dalla stanza piangendo.
Ale non sapeva che fare, non sapeva se inseguirla o lasciarla un po' sola. Non sapeva se piangesse per colpa sua, se avesse detto qualcosa di sbagliato, se piangesse perché non le riusciva la canzone, o forse per qualche altro motivo che lui non conosceva.
Poi decise di andare da lei ma quando si trovò davanti alla porta della stanza di Giada si fermò ad ascoltare le voci che provenivano da dentro.
«Che è successo Giada?» chiese Sofia preoccupata vedendo l'amica entrare in stanza piangendo e chiudersi in bagno.
«Dai esci, non farci preoccupare» le disse Marianna bussando alla porta del bagno.
Finalmente Giada uscì e asciugandosi gli occhi disse: «Non vi preoccupate, sto bene, non è successo nulla»
«Giada...non mentire, stavi piangendo. È successo qualcosa con Ale?» le chiese Sofia.
«No no. È stato solo un momento di tristezza, ma ora è passato» rispose lei per tranquillizzare le amiche.
Ale che stava ancora ascoltando decise di entrare, bussò alla porta e Marianna lo fece entrare.
«Ragazze mi potete lasciare solo con Giada, per favore?» Chiese lui.
«Va bene» risposero le ragazze uscendo dalla stanza.
«Perché sei corsa via piangendo? Ho forse detto qualcosa di sbagliato?»
«No, tu non centri nulla, tranquillo»
«È allora che è successo?»
«Niente, non ti preoccupare, è stato solo un momento di tristezza.»
«Ti va di parlarne?»
«No, ormai è passato, sto bene, non serve»
«Giada, i tuoi occhi dicono il contrario, dicono che non stai bene. Ti farà bene parlarne con qualcuno, fidati» le disse lui accarezzandole il viso dolcemente.
«È solo che non mi piace quella canzone» rispose Giada.
«Forse non ti conosco ancora molto bene, ma non mi sembri il tipo di persona che piange perché non le piace una canzone» disse lui, poi aggiunse: «Dai fidati, ti voglio solo aiutare»
«Ok...quella canzone mi ricorda un momento molto brutto che ho vissuto 8 anni fa....e ogni volta che l'ascolto non posso evitare di pensarci.»
«Che momento?» Chiese lui.
«Ero in macchina con i miei genitori e mia sorella, stavamo ascoltando il nuovo cd dei Coldplay che era appena uscito, stavamo cantando insieme la canzone Fix you. Era la nostra canzone preferita e ci eravamo promessi che sarebbe stata per sempre la colonna sonora della nostra famiglia e del nostro amore.» Giada fece una pausa.
«È perché ora non ti piace più quella canzone?» chise Ale non aspettandosi la risposta che le stava per dare Giada.
«Perché si è trasformata nella colonna sonora di un incubo, di una tragedia. Mentre cantavamo quella canzone, papà ha perso il controllo dell'auto e abbiamo avuto un incidente» le scese una lacrima.
«Mi dispiace, non lo sapevo» si scusò lui, poi aggiunse: «ma è finita bene, per fortuna. Tu stai bene e anche i tuoi genitori e tua sorella. Li ho visti ai provini, quando ti hanno accompagnato.»
«Loro non sono i miei veri genitori, o meglio sì, ma lo sono diventati quando hanno adottato me e mia sorella dopo quell'incidente. In realtà sarebbero i nostri zii, ma li chiamiamo comunque mamma e papà perché per noi sono stati fondamentali, ci vogliono bene come se fossimo le loro vere figlie e non ci hanno sempre appoggiato in tutto.»
«Quindi i tuoi veri genitori...» iniziò a chiedere Ale, ma si bloccò a metà frase maledicendosi di averla iniziata.
«Non ce l'hanno fatta» rispose lei guardando il pavimento.
Ale si sentì in colpa di averle fatto ricordare quel momento di nuovo. La guardò, aveva un espressione triste e le lacrime le rigavano il suo viso così dolce.
Ale l'abbracciò e lei si strinse in quell'abbraccio che avrebbe voluto non finisse mai, si sentiva protetta tra le sue braccia.
«Perché non lasciamo le prove per domani e andiamo a fare un giro in paese? C'è la sagra e oggi è l'ultimo giorno» chiese lui con la speranza di tirarle un po' su il morale.
«Ma sono quasi le 10, domani iniziano le lezioni» disse lei asciugandosi le lacrime.
«Dai, ti prometto che torniamo per le 11» insistette lui.
«Va bene, andiamo» accettò lei.

Quando arrivarono alla sagra guardarono le bancarelle fino a quando non si ritrovarono davanti alle giostre.
«Gli autoscontri, ci salivo sempre con la mia migliore amica» disse Giada sorridendo.
«E con un amico sei mai salita?» Le chiese Ale.
«No, perchè?» Chiese lei non capendo.
«Perché oggi proverai il brivido di salirci con me. Le piace l'idea, signorina Giada?
«Certo, signor Ale»
Ale comprò tre biglietti e salirono in un autoscontro, due volte guidò Ale, la terza invece Giada.
Non smettevano di ridere e quella sera che era iniziata tra le lacrime finì tra le risate.

Alle 11 tornarono al residence.
«Questa è stata la nostra prima sera da alunni della scuola» disse Ale.
«Sono stata bene con te, grazie Ale» le disse lei.
«E di che, anch'io sono stato molto bene con te.» Rispose lui sorridendole. Lei ricambiò il sorriso e cercò le chiavi della stanza in borsa.
«Ci vediamo domani Ale, notte» disse lei aprendo la porta.
«Buona notte, piccolina» disse lui dandole un bacio sulla guancia.
Poi ognuno entrò nella propria stanza.
«Piccolina?» pensò lei.
Anche suo cugino la chiamava in quel modo e lei l'aveva sempre odiato, ma quel soprannome detto da Ale sembrava avere un suono diverso, forse più dolce, e in fondo anche se le costava ammetterlo le piaceva quando la chiamava così.

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Capitolo 4
*** Ascolta il tuo cuore ***


Il giorno dopo Giada si svegliò verso le sei anche se la sveglia era alle sette.
Non era riuscita a dormire molto perché era agitata per l'inizio delle lezioni, aveva paura di non essere all'altezza di quella scuola e di non fare amicizia con i suoi compagni di classe.
Si alzò e andò in bagno a prepararsi, quando uscì anche Sofia e Marianna si erano svegliate e si stavano vestendo.
«A che ora sei tornata ieri sera? Non ti abbiamo sentito tornare» chiese Marianna.
«Alle 11, ma stavate già dormendo e non vi ho voluto svegliare» rispose Giada.
«In realtà volevamo parlare un po' ma eravamo talmente stanche che ci siamo addormentate subito. Tu dove sei stata?» chiese Sofia strofinandosi gli occhi ancora assonnata.
«In paese, c'era la sagra.» rispose Giada.
«Ma sei andata da sola?» le chiese Marianna.
«No, con Ale» disse Giada mentre si pettinava i capelli.
«Ti piace?» chiese di nuovo Marianna.
«chi?» Cercò di dissimulare Giada.
«Come chi, Giada. Ale. Ieri sei entrata in camera piangendo, poi è arrivato lui, siete rimasti un bel po' soli e poi siete usciti insieme. Noi non siamo riuscite nemmeno a sapere cosa avevi. E poi si vede come vi guardate.»
«Ci conosciamo da pochissimo, non nego che con lui sto bene, ma come amici»

Le lezioni iniziavano alle 8:00 e terminavano alle 12:00; i corsi del pomeriggio invece iniziavano alle 2, quindi i ragazzi avevano un po' di tempo libero per mangiare e rilassarsi.
Giada e Ale decisero di sfruttare quella pausa per provare il loro duetto, andarono in un aula libera e fecero partire il cd con la base della canzone.
Giada iniziò a cantare, Ale la guardò e notò che il sorriso che aveva sulle labbra un secondo prima era scomparso.
Lui allora le prese la mano per darle forza e farle capire che non era sola; Giada lo guardò negli occhi e all'improvviso si rese conto che non odiava più quella canzone così tanto come prima.
Mentre teneva la mano di Ale non pensava più al passato, pensava al presente, al momento che stava vivendo con Ale, e a quello che provava per lui. Sì, perché ormai era evidente che provava qualcosa ma lo conosceva a malapena e non voleva soffrire di nuovo, preferiva aspettare. La canzone finì e i due ragazzi si sorrisero mentre si tenevano ancora per mano.
«È venuta bene» disse Giada entusiasta.
«Sì, ma proviamola di nuovo» disse Ale alla compagna.

When you try your best but you don’t succeed (Quando tenti di fare il tuo meglio ma non riesci)
When you get what you want but not what you need (Quando ottieni ciò che vuoi ma non ciò di cui hai bisogno)
When you feel so tired but you can’t sleep (Quando ti senti tanto stanca ma non riesci a dormire)
Stuck in reverse (Bloccata sottosopra)

And the tears come streaming down your face (E le lacrime scorrono sul tuo viso)
When you lose something you can’t replace (Quando perdi qualcosa che non puoi sostituire)
When you love someone but it goes to waste (quando ami qualcuno ma tutto va sprecato)
could it be worse? (Potrebbe essere peggio?)

Lights will guide you home (Le luci ti guideranno a casa)
and ignite your bones (E infiammeranno le tue ossa)
And I will try to fix you (E io proverò ad aggiustarti)

High up above or down below (Lassù in cima o laggiù in fondo)
when you’re too in love to let it go (Quando sei troppo innamorata per lasciarlo andare)
but If you never try you’ll never know (Ma se non provi non saprai mai)
Just what your worth (Semplicemente ciò che vali)

Lights will guide you home (Le luci ti guideranno a casa)
and ignite your bones (E infiammeranno le tue ossa)
And I will try to fix you (E io proverò a consolarti)

Tears streaming down your face (Le lacrime scorrono sul tuo viso)
When you lose something you cannot replace (Quando perdi qualcosa che non puoi sostituire)
Tears streaming down your face and I (Le lacrime scorrono sul tuo viso e io)

Tears streaming down your face (Le lacrime scorrono sul tuo viso)
I promise you I will learn from my mistakes (ti prometto che imparerò dai miei errori)
Tears stream down your face and I (Le lacrime scorrono sul tuo viso e io)

Lights will guide you home (Le luci ti guideranno a casa)
and ignite your bones (E infiammeranno le tue ossa)
And I will try to fix you (E io proverò a rimetterti a posto)

La canzone terminò e Giada e Ale continuarono a guardarsi negli occhi, poi Ale le guardò le labbra e si avvicinò ancora di più a lei, ma Giada si allontanò e abbassò lo sguardo.
«Ale, non ci conosciamo nemmeno da due giorni» disse lei.
«Lo so, ma quando sto con te provo qualcosa che non ho mai provato con nessun'altra» le disse lui continuando a guardarla negli occhi.
Lei non rispose e continuò a fissare il pavimento.
«Giada, guardami negli occhi e dimmi se anche tu provi lo stesso. Ti prego, ho bisogno di saperlo»
«Ale, è troppo presto» disse lei alzando lo sguardo.
«Non ascoltare la tua testa che ti dice che è troppo presto, ascolta il tuo cuore, solo lui ti dirà la verità»
Ale le mise una mano sul cuore, poi aggiunse: «Cosa ti dice il tuo cuore?»
Giada rivolse lo sguardo verso la mano di Ale, poi lo guardò.
«Mi dice che provo qualcosa per te, ma ho paura di soffrire di nuovo Ale. Preferisco aspettare, scusami.»
«Allora ti propongo una cosa. Iniziamo con l'essere amici e poi, quando ci conosceremo un po' di più, decideremo che fare. Va bene?»
Giada annuì, Ale le sorrise, poi...

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Capitolo 5
*** Sei speciale ***


Giada annuì, Ale le sorrise, poi la porta si aprì ed entrarono gli altri componenti della band.
«Giada ti possiamo rubare Ale? Dobbiamo parlare» disse Leonardo a Giada.
«Certo, io torno in sala relax. Ci vediamo dopo Ale, ciao ragazzi.» Rispose Giada
«Ciao piccolina» la salutò Ale.
«Piccolina?» chiese Federico ad Ale.
«Ale che succede tra di voi?» Continuò Roberto.
«Nulla ragazzi, la chiamo piccolina perché è la più giovane qui dentro, ha solo 18 anni» rispose Ale alzando le spalle.
«Ok, se lo dici tu. Noi volevamo parlare un po' della band» disse Alberto.
«Va bene, riguardo a che cosa?» chiese Ale.
«Riguardo le canzoni, ne abbiamo solo due di nostre e appena si risolveranno i problemi tecnici dovremmo dare il massimo. Ne dobbiamo scrivere altre» spiegò Leonardo.
«Sì, lo so. Ci avevo già pensato e ne sto scrivendo una.» comunicò Ale alla band.
«E non ci hai detto nulla? Quando hai iniziato a scriverla?» Chiese Alberto.
«Ieri sera, non riuscivo a dormire e così ho iniziato a scriverla» disse Ale.
«Dai faccela leggere» disse Roberto curioso.
«No, non l'ho ancora finita. È una sorpresa, dovrete aspettare.» rispose Ale.
«Almeno dicci di cosa parla» chiese Leonardo.
«Dell'amore» disse lui.
«Non sarà che qualcuno qui dentro ha fatto colpo su di te?» disse Federico ridendo.
«Ma che dici, no» rispose Ale cercando di dissimulare.
«Secondo me c'entra qualcosa una ragazzina di 18 anni, con i capelli lunghi e biondi» disse Roberto facendo l'occhiolino agli amici.
«Siamo solo amici» disse Ale.
«Dai Ale, a chi vuoi darla a bere. Quando hai saputo del duetto con lei sei tornato in camera con un sorriso che andava da un orecchio all'altro, ieri sera siete usciti insieme e quando sei tornato hai iniziato a scrivere una canzone sull'amore» disse Leonardo togliendo ogni via di scampo all'amico.
«Non fingere con noi, ti conosciamo troppo bene» lo avvertì Leonardo.
«Ok ok...può essere che qualcosa mi succeda quando sto con lei ma abbiamo deciso di aspettare e conoscerci meglio. Non le voglio dare fretta» rispose Ale.
«Lo sapevo... Ma allora ne avete anche parlato insieme?» chiese Federico.
«Sì, prima... Giusto un secondo prima che voi entraste» disse Ale.
«Ops...mi sa che vi abbiamo interrotto» disse Alessandro.
«Beh avrete ancora molto tempo per parlare e stare insieme qui dentro.» disse Roberto.
«Sì sempre che non veniamo eliminati, quindi è meglio provare» disse Ale ai compagni.

Giada intanto era in sala relax e stava parlando con Sofia, Marianna, Daniela e Gloria.
Prima parlarono di come erano andate le prime lezioni, poi passarono a parlare dei duetti.
«E a te Giada? Come sta venendo il duetto con Ale?» chiese Daniela.
«Bene, sta venendo abbastanza bene, ma dobbiamo provarlo di più per migliorare» rispose Giada.
«Beata te che sei con Ale» le disse Gloria.
«Perché? Anche Nicola è molto bravo.» disse Giada.
«Sì, ma Ale è Ale. L'hai visto? È bellissimo. Credo di essermene innamorata» disse Gloria alle amiche.
Giada ascoltando quelle parole sentì come un colpo allo stomaco. Non poteva crederci ma era gelosia, lei che raramente provava quel sentimento e che si era promessa che per un po' non si sarebbe più innamorata, ora era gelosa e per di più di un ragazzo che conosceva neanche da due giorni.

Alle 6 del pomeriggio le lezioni terminarono e i ragazzi erano liberi di fare quello che volevano.
Giada decise di andare a fare una passeggiata nel parco vicino al residence, le piaceva camminare all'aria fresca e quel parco era grandissimo e bellissimo.
Camminò in un sentiero circondato da alberi, pensando all'esperienza che stava vivendo, fino a quando non sentì qualcuno chiamarla.
«Ehi, Giada»
Lei si voltò e vide Ale seduto su una panchina.
«Che ci fai qui tutta sola?» le chiese lui.
«Passeggiavo e pensavo un po'» rispose lei.
«E tu? Che stai scrivendo?» Chiese lei a sua volta notando un foglio e una penna.
«Una canzone per la band. L'ho appena finita. Vuoi leggerla?» disse lui tendendole il foglio.
«Certo» rispose lei prendendolo.
«Sei speciale» disse lei leggendo il titolo.
«Sì, è dedicata ad una persona che conosco da pochissimo ma è già diventata molto importante per me»
Giada iniziò a leggere il testo.
«Ale...ma è stupenda» disse lei quando finì di leggerla.
«Davvero? Ti piace?» le chiese lui.
«Sì moltissimo. Ale, quella persona di cui parlavi prima, per caso, sono io?» chiese Giada timidamente.
«Sì, l'ho scritta pensando a te e volevo che fossi la prima a leggerla. Lo so che abbiamo deciso di aspettare un po', e lo capisco, però dopo che siamo usciti ieri sera ero ispirato e dato che la band ha bisogno di canzoni nuove l'ho scritta» disse lui.
«Grazie Ale, è bellissima» disse lei dandogli un bacio sulla guancia.
«Grazie a te che mi hai ispirato, principessa» le disse lui ricambiando il bacio.

Quella sera i ragazzi si riunirono tutti nel salotto del loro piano, tutti tranne Giada, Ale allora decise di andare a vedere dov'era e perché non scendeva...

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Capitolo 6
*** Sogni, obblighi e verità ***


Quella sera i ragazzi si riunirono tutti nel salotto del loro piano, tutti tranne Giada, Ale allora decise di andare a vedere dov'era e perché non scendeva. Salì al terzo piano, dove c'erano le loro stanze, e bussò alla porta di Giada.
«Avanti» disse lei.
Giada era seduta sul letto, circondata da foto.
«Giada siamo tutti in salotto, perché non vieni anche tu?» le chiese lui.
«Magari dopo, sto aspettando una chiamata da mia sorella e intanto stavo guardando alcune foto» disse lei.
«Che belle bambine, chi sono?» chiese Ale indicando una foto.
«Io e mia sorella da piccole. Lì avevo quattro anni e lei sei» rispose Giada.
«Vi assomigliavate molto» disse Ale.
«Ci assomigliamo ancora, guarda» disse Giada mostrandogli una foto più recente.
«Wow...sembrate la stessa persona in due versioni, una mora e una bionda» disse lui ridendo.
«Anche questa eri tu?» le chiese prendendo in mano una foto in cui c'erano una donna e una bambina che cantavano con un microfono ciascuna.
«Sì, e lei era mia mamma» disse lei guardando la foto malinconica.
«Mi dispiace, ho tirato fuori di nuovo quest'argomento» si scusò lui.
«Non ti preoccupare. È una delle mie foto preferite, i miei genitori erano cantanti, ed è grazie a loro se ora la mia passione più grande è il canto.» Disse lei.
«Sai, non sono in questa scuola solo per realizzare il mio sogno, ma anche per realizzare il loro. Dicevano sempre che avevano 3 sogni; il primo era di diventare famosi, ma non hanno fatto in tempo, il secondo era quello di cantare in un palco insieme a me quando sarei diventata una cantante, e il terzo era di vedere io e mia sorella realizzare i nostri sogni.
Per i primi due sogni non ci posso fare nulla ma il terzo voglio realizzarlo, voglio trasmettere qualcosa alle persone cantando, è sempre stato il mio sogno, anche se loro purtroppo non potranno vedermi.» raccontò Giada ad Ale.
«Io credo di sì invece, loro ti guardano sempre e sono sicuro che saranno orgogliosi di te. Anche il secondo sogno puoi realizzare, ogni volta che tu canti in un palco sicuramente anche loro cantano con te» disse lui convinto.
«Grazie Ale, sai sempre come farmi sentire meglio» lo ringrazio Giada. Poi il cellulare suonò e Ale lasciò che Giada parlasse da sola con sua sorella.

Ale tornò dagli altri in salotto e dopo dieci minuti arrivò anche Giada.
«Perché non giochiamo ad obbligo o verità?» propose Pietro.
Tutti i ragazzi acconsentirono Giada, invece, si pentì di essere scesa, l'aveva sempre odiato quel gioco.
La bottiglia iniziò a girare e al terzo turno indicò Giada.
«Obbligo o verità? Le chiese Federica.
«Verità» rispose lei insicura.
«Racconta perché ti sei lasciata con il tuo ex» disse Federica.
Ecco perché odiava quel gioco, lei era una ragazza riservata e odiava raccontare le sue cose a tutti! ma se avesse scelto obbligo al 90% dei casi avrebbe dovuto baciare qualcuno, andava sempre a finire così.
«Mi ha tradita con la sua ex» disse lei.
«Per quanto siete stati insieme» chiese Nicola.
«Un anno» rispose lei.
«E come hai fatto a scoprirlo?» le chiese Pietro.
«Me lo ha detto lui dopo cinque mesi che mi tradiva. È stato bravo, non mi sono mai accorta di nulla.» disse lei ironica per sdrammatizzare.
«Che cretino» si lasciò scappare Ale.
Dopo altri due turni toccò a lui.
«Obbligo o verità?» gli chiese Federico.
«Obbligo» disse Ale. Era convinto che se avesse scelto verità Federico gli avrebbe fatto confessare davanti a tutti se era innamorato di Giada.
«Devi baciare a stampo una ragazza» disse Federico.
«No dai, per favore» supplicò Ale.
«Hai scelto verità e lo devi fare, mi dispiace. Scelgo io con chi, vediamo... Ehm...con Giada» disse Federico.
«Ma perché, non è il mio turno» si lamentò Giada.
«Dai ragazzi, è così il gioco, è questo il bello» disse Roberto andando verso Giada ed alzandola di forza.
Giada e Ale si trovarono uno difronte all'altra, i compagni li spinsero, e loro si trovarono così vicini da sentire uno il respiro dell'altra.
«Bacio, bacio, bacio....» gridarono in coro i compagni.
Ale e Giada si guardarono negli occhi e poi le loro bocche si toccarono.
Giada arrossì all'istante e abbassò lo sguardo mentre si sentiva andare a fuoco.

Dopo tre settimane dall'inizio del programma Giada e Ale erano diventati praticamente migliori amici. 
Provavano ancora qualcosa l'uno per l'altra ma non ne parlavano per paura che fosse ancora presto e di rovinare il loro rapporto.
Era sabato e dato che quel giorno i ragazzi non avrebbero avuto lezione perché era festa, decisero di andare a visitare Roma e dormire una notte lì, in un hotel nel centro.
Solo Ale,la sua band e Giada rimasero nel residence; i ragazzi della band volevano provare alcune canzoni che non li riuscivano bene, Giada, invece, non si sentiva bene e decise di rimanere lì per riposarsi un po'.
Dopo aver fatto colazione i ragazzi andarono in sala prove ma Ale dovette tornare sù per prendere i testi delle canzoni che aveva lasciato in camera.
Quando salì trovò Giada in mezzo al corridoio che tornava in camera.
«Ehy, stai bene?» le chiese lui notando che era molto pallida.
«No, non molto. Mi sento ma...» Non fece in tempo a finire la frase, che....

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Capitolo 7
*** Angelo custode ***


Quando salì trovò Giada in mezzo al corridoio che tornava in camera.
«Ehy, stai bene?» le chiese lui notando che era molto pallida.
«No, non molto. Mi sento ma...» Non fece in tempo a finire la frase, che svenne nelle braccia di Ale.
Lui la prese in braccio e la portò in camera, la stese sul letto e cercò di svegliarla.
«Giada...Giada...Giada svegliati» la chiamò lui prima dolcemente e poi un po' più forte.
«Dove sono?» chiese Giada confusa dopo aver aperto gli occhi.
«In camera tua, sei svenuta in corridoio e ti ho portato qui» le rispose lui dolcemente.
«Mi sento male» disse lei con un filo di voce.
Ale mise una mano sulla sua fronte.
«Sei calda, hai sicuramente la febbre» le disse, poi le chiese: «dove posso trovare un termometro?»
«Nel cassetto» rispose lei.
Ale le porse il termometro, lei lo mise sotto il braccio e dopo cinque minuti lo tolse e lo diede ad Ale.
«Hai la febbre a 40» le disse lui accarezzandole i capelli, poi aggiunse: «Vado a prendere la tachipirina che ho in camera»
Giada dopo averla bevuta, chiuse gli occhi alcuni secondi, poi li riaprì.
«Mi gira la testa» disse guardando Ale.
«È per la febbre, dormì un po', così ti riposi e quando ti svegli starai meglio» le disse lui dolcemente coprendola con le coperte.
Giada annuì, poi chiuse gli occhi e pochi minuti dopo si addormentò.
Ale prese un piccolo secchio che trovò vicino al letto di Sofia, andò in bagno e lo riempì di acqua fredda.
Poi bagnò un fazzoletto di stoffa e lo mise sulla fronte di Giada, per farle abbassare la febbre.
Pensò a come avrebbe fatto se la febbre le fosse salita ancora, ma non gli venne nessuna idea; la preside e i professori erano ad una riunione in un paese vicino, lui non aveva la macchina per portarla dal medico e non aveva neppure il cellulare per chiedere aiuto, avevano ritirato i cellulari a tutti per due settimane dopo aver trovato alcuni ragazzi massaggiare durante le lezioni.
Dopo un po' qualcuno bussò alla porta, lui andò ad aprire, erano i ragazzi della band.
«Ehi Ale, ci hai abbandonato? Sei salito a prendere i fogli e non sei più tornato.» disse Leonardo.
«Ti abbiamo cercato in camera ma non c'eri, così abbiamo pensato che potessi essere qui. E a quanto pare abbiamo pensato bene» disse Leonardo.
«Ragazzi scusatemi, avete ragione, ma quando sono salito per prendere i testi ho travato Giada in corridoio che stava male e poi è svenuta. Ha la febbre molto alta» disse Ale agli amici, poi sentirono Giada lamentarsi.
Ale entrò di corsa e i ragazzi lo seguirono; Giada tremava e respirava affannosamente.
«Che le succede?» chiese Ale preoccupato.
Alberto le si avvicinò e le tastò la fronte.
«È bollente, deve avere la febbre alta» disse poi.
«Maddai, non lo sapevo. È da un ora che cerco di fargliela abbassare, ma non ci riesco, non so più che fare e per di più qui al residence non c'è nessuno e noi non abbiamo i cellulari» disse lui agitato.
«Vi prego aiutatemi, ho paura che le succeda qualcosa» aggiunse poi guardando i ragazzi.
«Quando ero piccolo e avevo la febbre alta mia mamma mi bagnava il corpo con dell'acqua fredda. Funzionava sempre» disse Roberto.
Ale si aggrappò a quell'idea con la speranza che funzionasse, cercò di svegliare Giada, la chiamò, le accarezzò il viso, la scosse leggermente, ma Giada non si svegliò.
«Dai ragazzi aiutatemi, non abbiamo alternative.» disse lui guardando i compagni.
«Roberto vai a prendere dell'acqua fredda e una spugna» gli disse.
Lui intanto scoprì giada, le tolse il pigiama e quando Roberto arrivò con l'acqua lui le bagnò il corpo con la spugna.
Partì dalle gambe, superò la pancia, arrivò al petto e finì bagnandole il viso; fece il prima possibile per non farle prendere freddo.
Mentre Ale le stava ancora passando la spugna sul corpo, Giada aprì gli occhi.
«Ehi principessa, ti sei svegliata?» disse lui accarezzandole il viso con una mano.
«Che succede?» Chiese Giada con la voce tremolante.
«Niente non ti preoccupare» le disse lui.
Non fece in tempo a finire la frase che Giada si addormentò di nuovo; Ale le rimise il pigiama e la coprì con le coperte.
«Ale, noi andiamo, torniamo dopo. Se hai bisogno di aiuto chiamaci» disse Leonardo uscendo dalla stanza.
«Va bene, grazie» rispose lui.
Ale rimase tutto il pomeriggio accanto a Giada, accarezzandole i capelli e risciacquando il fazzoletto per poi rimetterglielo sulla fronte.
Verso le sette della sera Giada si svegliò.
«Come stai?» le chiese Ale.
«Un po' meglio» rispose lei con la voce ancora debole.
«La febbre si sta abbassando, ora ce l'hai a 39» la informò Ale.
«Grazie Ale» disse lei.
«Di che cosa?» chiese lui senza capire.
«Di prenderti cura di me è non lasciarmi sola» rispose Giada.
«Non ti lascerei mai sola piccolina» le disse Ale.
«Sei il mio angelo custode» gli disse poi Giada ridendo.
«Occhio allora, perché non ti lascerò sola un momento» rispose lui lasciandole un bacio tra i capelli. 
Poi bussarono alla porta ed entrarono i ragazzi con due vassoi, uno lo diedero ad Ale e l'altro a Giada.
«Grazie, ma non ho fame» disse Giada.
«Giada, devi mangiare qualcosa se vuoi guarire.» le disse Ale.
Lei lo guardò e le fece gli occhioni dolci.
«Non mi guardare così, devi mangiare» le disse lui.
Giada sbuffò e incrociò le braccia, poi bevve un sorso di minestra.
«Stai un po' meglio Giada?» le chiese Alberto.
«Sì, un po' si» rispose lei mangiando.
«Il metodo di mia mamma non fallisce mai» disse Roberto.
Ale lo fulminò con lo sguardo e sperò che Giada non ricordasse nulla e non facesse domande.
«Che è successo prima, quando mi sono svegliata ed eravate tutti attorno a me?» chiese Giada facendo sparire ogni speranza di Ale.
Lui alzò gli occhi al cielo, poi le rispose.
«Avevi la febbre molto alta e non sapevamo più che fare, poi Roberto si è ricordato che quando era piccolo sua mamma gli bagnava il corpo con dell'acqua fredda per far scendere la febbre e dato che tu non ti svegliavi lo abbiamo dovuto fare noi»
Giada sbarrò gli occhi e diventò tutta rossa.
«Che vergogna» disse mettendosi le mani sul viso.
«Scusa, non avevamo scelta» le disse Ale alzando le spalle.
«Guarda il lato positivo, Giadina, non abbiamo sbirciato» disse Roberto.
«Anche se ne eravamo tentati» disse Federico facendo l'occhiolino agli amici.
«Il più tentato era Ale comunque» disse poi Roberto stando al gioco. Giada lanciò un occhiataccia ad Ale, poi appoggiò il vassoio nel comodino.
«Preferisco quando mi fai gli occhioni dolci» le disse Ale.
«Guarda che stiamo scherzando Giada» le disse poi Federico.
«Si...immagino» disse Giada in tono ironico rivolgendo gli occhi al soffitto.
«Volevamo farti arrabbiare un po', Ale in realtà era molto preoccupato per te» disse poi Leonardo.
«Lo so» rispose Giada guardando Ale.
«Noi torniamo in camera, si è fatto tardi. Ciao Giada, guarisci presto» disse Alberto.
«Io rimango qui per questa notte. Non voglio lasciare Giada da sola, potrebbe sentirsi male di nuovo» disse Ale accompagnando i compagni alla porta.

Quando gli altri se ne andarono Al guardò Giada con la faccia un po' preoccupata, poi le disse...

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Capitolo 8
*** Il migliore di tutti ***


Quando gli altri se ne andarono Ale guardò Giada con la faccia un po' preoccupata, poi le disse: «Non crederai che quello che ti hanno detto i ragazzi sia vero?» 
«Devo crederci?» chiese lei rispondendo con un altra domanda.
«Certo che no, stavano scherzando» disse lui.
«Sì, certo, stavano scherzando» disse lei scocciata.
«Dai Giada, non ti arrabbiare, te l'ho già detto, non avevo scelta, non sapevo più che fare. E poi siamo amici, no? Di che ti vergogni?»
«Lo so Ale, infatti non sono arrabbiata, anzi, non so che avrei fatto senza di te. Ma mi vergogno, io sono pur sempre una ragazza, e voi cinque maschi. Mettiti nei miei panni, ero quasi nuda»
«Ma non lo eri, non lo avrei mai permesso. Ed anche a me ha dato un po' fastidio che gli altri ti vedessero così, ma avevo bisogno di aiuto»
«Ale, anche tu mi hai vista così»
«Sì, ma io sono io.»
«E che cos'hai tu di diverso da loro, siete tutti e cinque miei amici»
«Dai Giada, non mentire a te stessa. Davvero mi consideri solo un amico?»
Giada alzò le spalle e non rispose, Ale decise di cambiare argomento.
«Allora vuoi che dorma qui questa sera o no?» le chiese lui.
«Certo, ho paura che la febbre salga di nuovo, ne ho ancora molta» disse lei.
Ale si stese sul letto di Marianna, che si trovava a fianco a quello di Giada, poi disse: «Allora questo sarà il mio nuovo letto per questa notte»
«Ale, ho sonno, ti dispiace se dormo?» chiese Giada ad Ale.
«No, riposati e vedrai che domani starai meglio. Ho sonno anch'io, è stata una giornata difficile anche per me. Buona notte piccolina» disse lui.
«Notte Ale» rispose lei.
Alle due di notte Ale fu svegliato da un urlo di Giada.
Ale accese la luce e vide che Giada si era messa seduta sul letto, era spaventata.
«Giada, è stato solo un brutto sogno, tranquilla» le rassicurò lui.
«È stato orribile Ale» disse lei piangendo.
«Che hai sognato?» le chiese lui.
«L'incidente di 8 anni fa, è come se avessi rivissuto quel momento» spiegò lei con la voce rotta dai singhiozzi.
«È passato, va tutto bene ora, tranquilla, non piangere» le disse lui abbracciandola.
«Ho paura Ale, ho paura di sognarlo di nuovo» disse lei.
«Vuoi che dorma con te? Saresti più tranquilla?» le chiese lui.
Giada annuì asciugandosi le lacrime, Ale attaccò il letto di Marianna a quello di Giada e poi si stese e abbracciò l'amica.
Giada faticò a riaddormentarsi e Ale aspettò che lei prendesse sonno accarezzandole i capelli, poi si addormentò anche lui.

La mattina seguente Ale si svegliò abbracciato a Giada, che aveva la testa appoggiata al suo petto.
Ale la guardò mentre dormiva; le faceva molta tenerezza, sembrava così piccola e indifesa.
Dopo un quarto d'ora si svegliò anche Giada.
«Buongiorno principessa» le disse Ale.
«Buongiorno» rispose lei strofinandosi gli occhi per il sonno.
«Come stai?» le chiese lui.
«Meglio, grazie» rispose rendendosi conto che aveva dormito appoggiata sul petto di Ale.
Si spostò e poi disse: «Scusa Ale, devo essermi girata durante la notte e poi sono rimasta in quella posizione» si scusò lei.
«Non ti preoccupare. Sei bellissima quando dormi, sai?» le disse lui.
«Grazie» rispose lei arrossendo per il complimento.

Giada e Ale, poi, scesero per fare colazione, ancora in pigiama; si sedettero sul tavolo con gli altri ragazzi della band, tutti gli altri erano ancora via.
«Mi accompagni in camera Ale? Ho paura di cadere, mi gira ancora la testa» chiese Giada ad Ale, dopo che ebbero finito di fare colazione.
«Certo, andiamo» disse Ale alzandosi dalla sedia.
La accompagnò in camera e la aiutò a sdraiarsi nel letto.
«Che vuoi fare oggi?» le chiese Ale.
«Ho scelta? Oltre a rimanere a letto» chiese lei.
«Anche a letto con la febbre ci si può divertire» rispose lui.
«E come?» le chiese lei.
«Avendo un angelo custode che ti fa ridere e divertire» disse lui come se avesse appena detto la cosa più ovvia del mondo.
«Ma io non ce l'ho questo angelo custode così divertente. Ho solo te» disse lei in modo ironico cercando di non ridere.
«Così io non sarei divertente? Vediamo se tra un po' lo penserai ancora» disse lui.
Poi le iniziò a fare il solletico, Giada rideva e si dimenava.
«Basta, ti prego, basta» lo supplicò lei ridendo.
«Quindi hai cambiato idea?» le chiese lui.
Giada scosse la testa e Ale ricominciò a farle il solletico.
«Ok ok, ho cambiato idea» disse Giada ridendo.
Ale pensò a quanto bella fosse quando rideva e quanto gli piacesse farla ridere.
«Sono l'angelo custode più divertente di tutti, vero?» disse Ale attendendo una risposta negativa per rifarle il solletico.
«No, sei il migliore di tutti» disse lei lasciando Ale meravigliato.
Lui le sorrise e poi la abbracciò.
«Grazie principessa, ti voglio bene» le disse mentre la stringeva tra le sue braccia.

Giada e Ale passarono tutto il giorno insieme, a ridere e scherzare, fino a quando...

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Capitolo 9
*** Paure e desideri ***


Giada e Ale passarono tutto il giorno insieme, a ridere e scherzare, fino a quando sentirono la porta aprirsi; erano Marianna e Sofia che erano appena tornate.
«Ce ne andiamo per due giorni e Ale trasloca in camera nostra?» chiese Sofia vedendo che il letto di Marianna era attaccato a quello di Giada e sopra c'era il pigiama di Ale.
«Ci siamo perse qualcosa? Che è successo in questi due giorni?» Chiese Marianna guardando Giada.
«È successo che Giada ha avuto la febbre alta e così questa notte ho dormito qui nel caso avesse avuto bisogno di qualcosa» spiegò Ale alle due ragazze.
«Davvero Giada? E ora come stai?»le chiese Marianna.
«Meglio, ma sono ancora debole. Ho ancora un po' di febbre» disse lei.
«Bene, ora che le tue amiche sono tornate vi lascio sole un po' , così io vado a farmi una doccia» disse Ale.
«Certo, grazie di tutto Ale» lo ringraziò lei.
«Di niente princi..ehm...Giadina» rispose lui, poi uscì.
«Ti stava per chiamare principessa?» chiese Giada all'amica.
«No, non credo» mentì Giada.
«Almeno che non stesse per chiamarti principe, ma non credo, stava per dire principessa. Non credo ci siano altre parole che iniziano per princi.» disse Marianna.
«Dai, raccontaci bene che è successo» disse Sofia.
«Avevo la febbre alta e Ale mi ha aiutata. È stato dolcissimo con me e non mi ha lasciato sola un momento. Non so come avrei fatto senza di lui.» disse lei alle amiche.
«Quando parli di Ale ti si illuminano gli occhi» disse Marianna.
«Ma no...dev'essere per la febbre» rispose Giada.
«Ma quale febbre e febbre, sei innamorata di lui dal primo giorno che l'hai visto. Non so cosa aspettate per mettervi insieme.» disse Sofia mettendo l'amica alle strette.
«Ho paura di rovinare il nostro rapporto. Ho paura che una volta messi insieme succeda qualcosa che rovini tutto, e io non voglio soffrire di nuovo. Non lo sopporterei» confidò Giada alle amiche.
«Giada ma anche lui ti ama, è ovvio. Lui non è come il tuo ex, non ti farebbe mai soffrire, te lo ha dimostrato molte volte.» Le disse Marianna.
«Sì, forse hai ragione. Ma non ho il coraggio di dichiararmi.» disse Giada.
«Non serve, lo farà lui. Ma tu prima devi fare il primo passo perché lui sta aspettando te, non vuole forzarti. Devi fargli capire che lo ami e vuoi stare con lui, ma sopratutto devi fidarti di lui.» disse Sofia.
«E tu da quando conosci così bene Ale da sapere addirittura cosa pensa?» chiese Giada all'amica.
«Me lo ha detto Francesca» rispose lei.
«Francesca, e lei come lo sa?» chiese Giada meravigliata.
«Glielo ha detto Christopher, che l'ha saputo da Federico» rispose lei.
«A quindi tutti lo sanno e parlano di noi?» disse Giada.
«Sì Giada. Tu sei l'unica che non vuole ammetterlo.» le disse Marianna ridendo.
«Strano, non sei diventata rossa. Tu arrossisci molto facilmente» fece notare Marianna all'amica.
«Dopo l'imbarazzo che ho provato ieri penso di essere apposto per un anno» disse Giada tra se e se.
«Cosa? Di che imbarazzo parli?» chiese Sofia senza capire.
«Niente niente, lasciate stare» rispose Giada evitando l'argomento.

Quella sera Giada decise di uscire in giardino per prendere un po' d'aria e pensare a cosa avrebbe fatto con ciò che provava per Ale.
Si sedette sulla panchina vicino all'entrata del residence e guardò il cielo; le era sempre piaciuto guardare il cielo stellato e quella notte era perfetto: sereno e con una miriade di stelle.
Da piccola le piaceva sognare di volare in alto e giocare tra le stelle, saltare da una all'altra. Quando diventò un po' più grande,invece, iniziò a sognare che i suoi genitori biologici fossero seduti su una stella e la guardassero dall'alto, lei le raccontava più cose che poteva prima che i suoi genitori adottivi la chiamassero perché doveva andare a letto.
«Giada, che fai qui fuori al freddo. Sei ammalata.» Le disse una voce davanti a lei.
Lei distolse lo sguardo dal cielo e si trovò davanti Ale.
«Volevo prendere un po' di aria fresca e pensare un po', ma il cielo mi ha incantata per l'ennesima volta» rispose lei.
«Anche a me piace guardare le stelle» le disse lui.
«Davvero? Io l'adoro, non resisto.»disse lei.
«Sai, dicono che chi guardi il cielo creda nei sogni, invece chi smette di guardarlo è perché non sogna più» disse Ale guardando anche lui in alto.
«Guarda, una stella cadente» esclamò Giada.
«Esprimi un desiderio, ma non dirlo o non si avvera.» le disse lui.
Giada e Ale espressero un desiderio, poi si guardarono negli occhi.
«Ale, devo dirti una cosa» disse Giada cercando di prendere coraggio.
«Cosa?» le chiese lui.
«Volevo dirti che...beh ecco...che...» cercò di dire lei balbettando.
«Che cosa Giada? Dai dimmi» la incoraggiò lui.
«Non so come dirtelo» le disse lei.
«Mi stai facendo preoccupare. Cosa devi dirmi?» Chiese Ale con un'espressione preoccupata.
«No non ti preoccupare, non è nulla di grave» affermò Giada.
«Meno male» disse Ale sollevato.
«Volevo dirti che in questo ultimo periodo sei diventato davvero molto importante per me e forse ieri avevi ragione» disse lei.
«Su che cosa avevo ragione?» le chiese lui.
«A dire che...che per me sei più di un amico.» disse Giada tutto d'un fiato.
«Non sai da quanto aspettavo queste parole» disse lui guardandola speranzoso.
Ale mise le braccia sulla vita di Giada facendola avvicinare a lui, si guardarono negli occhi come un attimo prima guardavano il cielo, i loro visi si avvicinarono sempre di più, chiusero gli occhi, ma all'improvviso...

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Capitolo 10
*** Ti amo ***


Ale mise le braccia sulla vita di Giada facendola avvicinare a lui, si guardarono negli occhi come un attimo prima guardavano il cielo, i loro visi si avvicinarono sempre di più, chiusero gli occhi, ma all'improvviso iniziò a piovere.
Ale aprì gli occhi e guardò il cielo, Giada fece lo stesso.
«Sta piovendo. Meglio se entriamo o ti tornerà la febbre» disse Ale.
Giada e Ale entrarono al residence ma quando passarono per il salotto, qualcuno li chiamò.
Si girarono e videro che tutti i loro compagni erano lì, stavano giocando a carte.
«Giada, Ale, ma dov'eravate finiti?» chiese Francesca.
«Fuori, in giardino, stavamo guardando le stelle ma ha iniziato a piovere» rispose Giada.
«Noi stavamo giocando a carte, vi unite?» chiese poi Gabriele.
Giada e Ale furono costretti ad accettare per non creare sospetti, poi notarono che c'era un ragazzo che non conoscevano. 
«E lui chi è?» chiese Ale.
«Sono Daniele» rispose lui.
«È arrivato poco fa, è un nuovo alunno della scuola» disse Daniela.
«Ah...benvenuto allora» disse Ale.
«È un rapper e segue anche lui il corso di canto» affermò Daniela.
«WOW, un rapper nella scuola.» disse Giada abbracciata a Marianna.
«Tu devi essere la famosa Giada» disse Daniele.
«Beh sì, sono Giada, ma famosa non direi» rispose lei sorridendo.
«Come fai a conoscerla?» chiese Ale fulminando il rapper.
«Tu devi essere il suo ragazzo da come mi stai guardando. Tranquillo non te la rubo, o forse sì ma solo fino a sabato» disse Daniele facendo l'occhiolino a Giada che non capiva cosa intendesse.
«Che intendi Daniele?» chiese allora lei.
«I professori mi hanno assegnato una canzone da presentare sabato, si chiama 'parole di ghiaccio’, e mi hanno detto che una certa Giada avrebbe fatto le parti cantate. Deduco che sia tu almeno che non ci sia qualche altra ragazza che si chiama Giada» spiegò lui.
«No, ci sono solo io ma non mi hanno ancora detto niente. Comunque sarà un piacere cantare con te Daniele» disse lei.
Ad Ale invece non piaceva molto che Giada dovesse cantare con Daniele, gli sembrava il tipico ragazzo donnaiolo che andava con tutte, ma infondo non lo conosceva, forse era solo una sua impressione e poi lui non era nessuno per impedire a Giada di esibirsi con lui.
«Ehi, tu hai intenzione di presentarti oppure no? So che sei il ragazzo di Giada ma non so come ti chiami» disse lui riferendosi ad Ale.
«Non sono il suo ragazzo, non ancora. Comunque sono Alessandro, Ale per gli amici» rispose lui.
«Come sarebbe non ancora?» chiese Marianna.
«Era un modo di dire» dissimulò Ale.
«Poi ti spiego» disse a bassa voce Giada all'amica.
«Giada, Ale, lì ci sono i vostri cellulari ce li hanno ridati» disse Nicola.
Ale guardò i cellulari, poi gli venne un'idea.
«Scusate, mi sono appena ricordato che devo chiamare un amico» disse Ale uscendo dal salotto.
Cinque minuti dopo a Giada arrivò un messaggio: 'Inventa una scusa e vieni in camera mia. Ti aspetto. Ale’.
«Ragazzi, scusatemi ma io torno in camera, non sono ancora guarita del tutto e non mi sento molto bene» mentì lei cercando di essere più convincente possibile.
«Vuoi che ti accompagno?» le chiese Marianna preoccupata.
«No no non serve, rimani pure qui. Ho solo bisogno di riposare. Notte a tutti» disse Giada avviandosi verso la porta.

Arrivò davanti alla stanza di Ale, bussò, lui aprì la porta e la fece entrare.
«Sei venuta» disse Ale.
«Sì» rispose lei.
«Prima la pioggia ci ha interrotti, ma forse è stato meglio così, stavo avanzando troppo in fretta senza chiederti se tu fossi d'accordo» le disse lui, poi aggiunse: «Giada, ho capito che ti amavo dal primo giorno che ti ho vista e mi sono persa nei tuoi occhi. Quando sto con te sono felice e vorrei che il tempo non passasse mai, e invece passa volando.»
Giada lo guardò in silenzio senza dire nulla, poi Ale continuò a parlare: «Un giorno ti dissi di ascoltare il tuo cuore perché solo lui ti avrebbe detto la verità. Ora voglio ascoltare i cuori di entrambi insieme.»
Ale prese la mano destra di Giada, se la portò sul cuore e la tenne stretta.
«Il mio cuore dice che ti amo, che ti voglio stare accanto, che voglio proteggerti e farti ridere, perché il tuo sorriso è diventato fondamentale per me» le disse lui.
Poi le prese la mano sinistra e questa volta la portò sul cuore di Giada, tenendola stretta come faceva con la destra.
«Ora ti chiedo di ascoltare il tuo cuore, ascolta quello che ti dice e non avere dubbi.» le disse lui.
«Il mio cuore mi dice che ti amo, quando sto con te mi sembra di toccare il cielo con un dito. È da quando ti conosco che infondo so di amarti, ma avevo paura di soffrire. Ora però ho capito che tu sei diverso, sei speciale e non mi faresti mai del male» gli confessò lei.
«No, non lo farei mai perché ti amo troppo. E anche tu sei speciale, sei la ragazza più speciale che conosco» le disse poi lui.
Giada e Ale si persero uno negli occhi dell'altra, avevano una mano nel proprio cuore e l'altra in quello della persona che amavano, non avrebbero potuto desiderare altro.
I loro cuori battevano forte e sembravano gridarsi ’ti amo’, i loro visi iniziarono ad avvicinarsi, i loro occhi si chiusero e loro iniziarono a sentire le farfalle nello stomaco. 
Poi Ale mise una mano sui capelli di Giada, lei posò la sua sulla guancia di lui, le loro labbra si unirono, dolcemente, sembrava non si volessero più staccare.
I desideri che i due ragazzi avevano espresso alla stella cadente poco prima si erano appena avverati.

Quando il bacio finì, Ale disse...

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Capitolo 11
*** Fidanzati ***


Quando il bacio finì, Ale disse: «È proprio vero, i sogni a cui uno crede veramente si avverano sempre. La stella cadente ha appena realizzato il mio desiderio. È stato il bacio più bello e dolce della mia vita.»
«Quella stella ha realizzato anche il mio desiderio. Ed anche per me è stato il bacio migliore di tutti, e sai perché?» gli disse Giada.
«Perché?» le chiese lui.
«Perché è stato con la persona che amo veramente. Con te mi sento sicura, mi sento protetta.» rispose lei.
«Ti prometto che io non farò mai nulla che ti possa far soffrire. Di questo non devi avere dubbi.» le disse lui accarezzandole il viso.
«Lo so» rispose lei sorridendo.
Lui la prese per mano, la portò davanti al letto e si sedettero, poi disse: «Immagino già quando ci sposeremo e avremo dei figli. Delle mini Giadine e dei mini Ale.»
«Ale non ti sembra di correre troppo? Ci siamo appena messi insieme» disse Giada ridendo.
«Forse sì, ma sognare non è mai sbagliato. Comunque non mi hai ancora detto se vuoi essere la mia ragazza.» le chiese Ale.
«Certo che voglio. Con il bacio mi sembrava di essere stata chiara» rispose lei.
«Mmm...ho ancora qualche dubbio, me ne dai un altro per sicurezza?» chiese lui scherzando.
Giada si mise a ridere e si avvicinò a lui, ma sentirono la porta aprirsi.
Entrarono i ragazzi della band, Ale sbuffò, poi disse in modo ironico: «Entrate sempre nei momenti più opportuni voi eh?»
«Scusate, abbiamo interrotto qualcosa?» chiese Federico.
«No no, non importa» disse Giada guardando Ale.
«Vi voglio presentare una persona» disse poi Ale agli amici.
«Chi?» disse Alberto non vedendo nessun altro nella stanza tranne loro e Giada.
«La mia fidanzata, la migliore di tutte» disse Ale guardando Giada e mettendole un braccio attorno al collo.
I ragazzi saltarono addosso ad Ale e lo travolsero, Giada si spostò per non essere schiacciata.
«Finalmente ce l'hai fatta, dopo tanto» disse Roberto scompigliando il ciuffo di Ale.
Poi abbracciarono anche Giada ma con più dolcezza.
«Complimenti Giadina, e buona fortuna, dovrai sopportare Ale. Ti avviso che quando vuole sa essere esageratamente appiccicoso» disse Roberto.
«Me ne farò una ragione» disse Giada ridendo.
In quel momento qualcuno bussò alla porta e Federico andò ad aprire.
Entrò Daniele con un foglio in mano, poi chiese: «Che state festeggiando?»
«Ale e Giada si sono fidanzati» disse Federico.
«Allora non avevo sbagliato di tanto prima, quando pensavo che fossi il suo ragazzo» disse Daniele riferendosi ad Ale.
«A quanto pare no» rispose lui.
«Giada, ti ho portato il testo della canzone e il professore ha detto che domani mattina lo proveremo» disse Daniele a Giada.
«Va bene, grazie» disse lei prendendo il foglio.
«Io vado, a domani» disse Daniele uscendo dalla stanza.
«Forse è meglio se vado anch'io, si è fatto tardi» disse Giada.
«Va bene, ma prima mi dai un bacio?» le chiese Ale.
Giada gli diede una bacio a stampo e poi si diresse verso la porta.
«Sognami questa notte, principessa» le disse lui.
«Certo principe, e tu sogna me.» rispose lei uscendo.

Quando tornò in camera, trovò Sofia e Marianna che la aspettavano.
«Ma tu non stavi poco bene e dovevi andare a letto? Dov'eri?» chiese Sofia all'amica.
«In realtà era una scusa, ero in camera di Ale» rispose Giada.
«Immaginavo. Che ci facevi in camera di Ale?» chiese Marianna.
«Ragazze, mettetevi sedute, devo dirvi una cosa» disse Giada.
Le tre ragazze si sedettero sul letto.
«Dai spara. Che è successo?» le chiese Sofia curiosa.
«Mi sono fidanzata con Ale» confessò lei alle amiche.
«Davvero? racconta tutto, dai. Sono curiosa» disse Marianna.
«Questa sera, quando siamo usciti in giardino, ci stavamo per baciare ma poi ha iniziato a piovere e siamo dovuti rientrare. Poi sono andata in camera di Ale, lui mi ha detto delle parole dolcissime e poi ci siamo baciati.» confidò lei alle amiche.
«E com'è stato il bacio?» chiese Sofia curiosa.
«Stupendo. Il più bel bacio che abbia mai ricevuto. Non lo scorderò mai.» disse Giada con gli occhi sognanti.

Intanto, nella camera di Ale...

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Capitolo 12
*** Caccia all'amore ***


Intanto, nella camera di Ale, la band stava parlando.
«E bravo Ale che si è fidanzato» disse Leonardo.
«Ce ne hai messo di tempo per dichiararti però...Aspetta, non lo avrà fatto prima lei spero.» disse Roberto.
«No, lei mi ha fatto capire che voleva avanzare e poi io le ho detto alcune cose e infine ci siamo baciati» raccontò lui.
«Cosa le hai detto?» chiese Alberto.
«A te lo potrei anche dire, ma a loro tre proprio no» disse Ale ridendo.
«Ehi cosa sono queste discriminazioni?» chiese Federico.
«Mi prendereste in giro a vita. Le ho detto le tipiche cose che voi considerate eccessivamente sdolcinate» disse Ale.
«E a lei sono piaciute queste cose?» chiese Roberto.
«Secondo te mi baciava se non le erano piaciute?» disse Ale all'amico.
«Bacia bene Giadina?» chiese Federico.
«Che vi importa?» chiese Ale facendo una smorfia.
«Dai, è tanto per sapere.» rispose lui.
«Sì, è stato il bacio più bello che abbia mai dato. Quando sto con lei, non so perché, ma mi sciolgo.» disse Ale ricordando il bacio.
«Ma che romanticone che sei. Se avevi la testa tra le nuvole prima, non oso immaginare ora che sei innamorato. Povera la nostra band.» disse Roberto ridendo.

La mattina seguente Ale decise di fare una sorpresa a Giada.
Disse ai professori che non si sentiva bene, in modo da poter uscire dalla scuola, poi andò a comprare delle rose e preparò tutto l'occorrente per la sorpresa.
Giada quella mattina era a lezione nella sua scuola e per la pausa pranzo Ale era già tornato a scuola, dicendo che stava meglio, quindi lei era ignara di tutto; quando le lezioni terminarono, Giada tornò in camera. Sopra il suo letto c'era una rosa rossa con un bigliettino attaccato, lo lesse mentre annusava la rosa: ' Caccia all'amore. Primo indizio: i nostri cuori battevano forte.'
Giada tornò con la memoria al giorno prima, a quel momento in cui lei e Ale avevano le mani sui loro cuori e li sentiva battere forte.
 Giada sorrise, prese la rosa e corse in camera di Ale; bussò alla porta ed aprì Federico, con una rosa in mano. 
«Per te» disse Federico.
Giada staccò il bigliettino e lo lesse: 'Brava hai trovato Federico, ma lui non è il tuo amore.
Secondo indizio: chi guarda il cielo, crede nei sogni. P.S. La rosa che ti ha dato Federico non è da parte sua.'
Giada corse in giardino, dove il giorno prima aveva guardato le stelle con Ale.
Nelle panchina trovò la terza rosa, lesse il bigliettino: ' Sei quasi a metà del gioco, ora si fa più difficile. Terzo indizio: le risate a volte sono il migliore rimedio contro la tristezza'
«Ma mi ha fatto ridere così tante volte che ci metterò una vita a trovarlo» pensò Giada.
Poi si ricordò della loro prima sera da studenti di quella scuola, lei era triste e Ale l'aveva portata alla sagra per tirarle sù il morale.
Corse in paese e dopo cinque minuti arrivò, andò nel posto in cui durante la sagra c'erano gli autoscontri e vicino ad un albero trovò la rosa.
'Scusa se ti ho fatto camminare tanto, ma vedrai che ne vale la pena. Quarto indizio: a volte ciò che si cerca lontano, in realtà è sempre stato vicino a te.’
Giada tornò al residence e iniziò a pensare dove potesse essere la rosa, poi andò in salotto e trovò Nicola.
«Ehi Giada, tuo moroso mi ha detto di darti questa» le disse Nicola dandole una rosa.
«Grazie» rispose lei.
«Che state combinando? Ale non me l'ha voluto dire perché aveva fretta» chiese Nicola incuriosito.
«Mi ha preparato una specie di caccia al tesoro, in realtà lui l'ha chiamata caccia all'amore» rispose Giada.
«Che carini che siete. Buona fortuna allora Giadina» le disse lui.
Giada prese il bigliettino e lo lesse: 'Hai trovato anche Nicola,complimenti. Quinto indizio: con quelle parole mi hai fatto sciogliere'.
Giada pensò a quali potessero essere quelle parole, poi si ricordò di quello che gli aveva detto il giorno prima, quando lui le aveva chiesto di ascoltare il suo cuore.
Tornò in camera di Ale, bussò, ma nessuno le aprì la porta.
Allora bussò alla porta della stanza di Roberto, Leonardo ed Alberto e quest'ultimo aprì la porta.
«C'è Federico?» chiese Giada.
«Sì...» disse Alberto meravigliato vedendo Giada con delle rose in mano.
«Tranquillo le rose non sono per me Alberto» disse Federico ridendo, poi aggiunse: «Ancora alle prese con la caccia all'amore?»
«Sì» rispose lei.
«La caccia a che? Di che parlate?» chiese Leonardo.
«Poi vi spiego. Comunque non ti posso dire nulla Giada, Ale me l'ha vietato.» disse Federico.
«Ok, ma l'indizio credo che mi porti di nuovo in camera tua» spiegò Giada.
«No è impossibile, lì c'era solo la rosa che ti ho dato prima» rispose Federico.
«Sei sicuro?» insistette Giada.
«Sicurissimo, c'ero anch'io quando Ale ha scritto gli indizi e me li ha fatti leggere» rispose lui.
«Ma allora dov'è? Non so proprio dove cercare. Dai dammi un aiutino, non lo dico ad Ale, te lo prometto» disse lei facendo gli occhi dolci.
«La tua espressione quando vuoi ottenere qualcosa dovrebbe essere illegale. È impossibile dirti di no.» le disse lui.
«Quindi mi aiuti?» le chiese Giada speranzosa.
«Prova a pensare a quando Ale è rimasto meravigliato dalle tue parole.» cercò di aiutarla Federico senza dire troppo.
«Pensavo fosse per quello che gli ho detto ieri, ma a quanto pare no» disse lei.
«Lui non te l'ha detto esplicitamente che lo hai fatto sciogliere, ma da quello che mi ha raccontato, te lo ha fatto capire con un sorriso e tre parole. Prova a pensarci.»
Giada pensò a tutto ciò che aveva detto ad Ale che avesse potuto meravigliarlo, poi si ricordò di quando lui le stava facendo il solletico e lei gli disse che era il migliore di tutti; Ale le aveva sorriso e le aveva detto che le voleva bene.
«Ti voglio bene, tre parole. Grazie Federico, forse ho capito.» disse lei uscendo dalla stanza correndo.
Andò nella sua stanza ed iniziò a cercare la rosa, sul letto non c'era, sotto nemmeno, sul tavolo neanche, poi guardò dentro all'armadio e la trovò. Lesse il bigliettino: 'Questo era il più difficile ma l'hai trovato. Sesto indizio: una volta ho letto una frase che diceva: Il bacio ha un unico autore: il tuo cuore.’
«Ma è impossibile, Federico ha detto che non ci sono altri indizi in camera sua» pensò Giada.
Poi si ricordò a quando aveva giocato ad obbligo o verità ed era stata costretta a baciare Ale; era stato un bacio a stampo, ma era pur sempre un bacio.
Corse in salotto e affianco alla TV trovò la rosa, l'indizio diceva: ' Sei quasi arrivata alla fine. Settimo indizio: per me tu sei speciale.'
Cosa intendeva Ale con quell'indizio? Giada si mise a pensare se lui glielo avesse mai detto, la frase le era famigliare ma non si ricordava.
Poi le venne in mente il ritornello della canzone che Ale aveva scritto pensando a lei, 'sei speciale', si chiamava così la canzone.
Giada corse nel parco, percorse il sentiero che aveva percorso quella volta e nella panchina in cui si erano seduti trovò la rosa.
'Sei arrivata alla fine. Ottavo e ultimo indizio: chiudi gli occhi e non voltarti'
Giada chiuse gli occhi, sentì dei passi dietro di lei e poi sentì qualcuno che le...

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Capitolo 13
*** Sorpresa ***


Giada chiuse gli occhi, sentì dei passi dietro di lei e poi sentì qualcuno che le bendava gli occhi.
«Piaciuta la caccia all'amore?» le chiese Ale prendendola per le spalle.
«Certo, ma dove mi porti?» chiese lei.
«Shhh è una sorpresa» le sussurrò lui, poi dolcemente la spinse avanti e iniziarono a camminare.
«Ale non vedo nulla, ho paura di cadere» disse lei.
«Ti fidi di me?» le chiese lui.
«Certo» disse lei.
«Allora non ti preoccupare, non ti farò cadere» rispose lui.
«Al massimo ti farò sbattere contro un albero» aggiunse poi scherzando.
«Grazie, ora sono più tranquilla» disse lei con tono ironico.
«Siamo arrivati. Visto? Non ti è successo nulla.» le disse lui togliendole la benda.
«Ale ma è stupendo» esclamò lei meravigliata.
L'aveva portata in una parte del parco in cui c'era un laghetto, era ghiacciato ma era bellissimo anche così, ed era circondato da alberi e cespugli.
Per terra c'era una coperta con uno zaino pieno di cibo, poi Giada noto una fila di alberi con delle immagini attaccate.
Nel primo c'erano delle note e uno striscione che diceva: 'Ci siamo conosciuti grazie alla musica'.
Nel secondo c'erano degli simile che sorridevano e c'era scritto: 'Il tuo sorriso illumina i miei occhi'.
Nel terzo c'erano delle stelle ed era scritto: 'Chi guarda il cielo crede nei sogni ed il mio sogno è stare per sempre con te'.
Nel quarto c'erano dei cuori rossi con scritto: 'Ascolta sempre il tuo cuore’
Nel quinto c'erano delle immagini di principesse ed era scritto: 'Tu sei la principessa più bella, la MIA principessa.'
Nell'ultimo infine c'erano tutte le immagini insieme e nello striscione c'era scritto: 'Questa è la nostra storia. Ti amo principessa'.
Giada aveva le lacrime agli occhi per la felicità, continuava a guardare le immagini e le scritte sugli alberi, poi guardò Ale negli occhi.
«È stupendo, non ho parole» le disse lei.
«I tuoi occhi dicono più di mille parole» rispose lui.
«Quando hai preparato tutto questo?» chiese Giada.
«Questa mattina, mi sono dato per malato e ho preparato tutto» disse lui.
«Non so che dire, grazie» disse lei.
«Non piangere» le disse lui mentre le asciugava le lacrime.
«Sono lacrime di felicità, è la sorpresa più bella che abbia mai ricevuto. Nessuno aveva mai fatto qualcosa del genere per me prima d'ora.» rispose lei.
«Ho solamente ascoltato il mio cuore» disse Ale.
«Ale?» lo chiamò Giada.
«Sì?» rispose lui.
«Ti amo» le disse lei.
Ale le sorrise, i due ragazzi si abbracciarono forte, poi si guardarono negli occhi e si baciarono.
Ale teneva le mani attorno alla vita di Giada e la teneva stretta a sé, Giada era in punta di piedi ed aveva le braccia attorno al collo di Ale.
«Le tue labbra hanno un sapore buonissimo, sanno di ciliegia» disse Ale mentre se la teneva ancora stretta, Giada scoppiò a ridere e disse: «Ci credo, mi ero appena messa il rossetto alla ciliegia. Sembri un clown ora»
Ale scoppiò a ridere anche lui e poi si tolse il rossetto che gli era rimasto sul viso.
«I tuoi baci sono sempre fantastici, con o senza rossetto» le disse lui.
«E tu sei sempre stupendo, con o senza rossetto» rispose lei.
«Però ti preferisco senza» aggiunse poi ridendo.
«Ti va se passeggiamo un po' prima di cena?» chiese Ale.
«Certo» rispose Giada.
Giada e Ale passeggiarono per il parco mano nella mano ed ogni tanto si fermavano per darsi un bacio. Poi Ale notò che Giada stava tremando, allora le chiese: «Hai freddo?»
«Un po', sono uscita di fretta e non ho preso la giacca» rispose lei.
Ale si tolse la giacca e la mise sopra le spalle di Giada, le stava enorme.
«Ma tu non hai freddo senza giacca?» chiese Giada ad Ale.
«No, il tuo amore mi riscalda» disse lui.
Giada gli sorrise e poi chiuse la cerniera della giacca.
«Ti è un po' grande, però ti sta bene. Tu stai bene con tutto» le disse Ale.
«Grazie, comunque sì, mi è un po' grande, ma solo un po'» disse lei ridendo.
«Ahahaha, se sei piccolina che ci vuoi fare?» disse lui prendendola in giro.
«Ah grazie di ricordarmelo» rispose lei.
«Sei la mia piccolina» rispose lui dandole un bacio.
Tornati al laghetto Giada e Ale cenarono, poi si distesero sulla coperta a guardare le stelle, fino a quando... 

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Capitolo 14
*** Problemi in vista ***


Tornati al laghetto Giada e Ale cenarono, poi si distesero sulla coperta a guardare le stelle, fino a quando Giada non si addormentò.
Ale la coprì con una coperta che aveva portato in più e la guardò mentre dormiva.
«È così dolce, sembra felice. Chissà se mi sta sognando» pensò Ale.
Poi mise tutto dentro al cestino, si avvicinò a Giada e la prese in braccio per non svegliarla.
Sì avviò verso la scuola e una volta arrivati salì al terzo piano, si avvicinò alla stanza di Giada e sentì le voci di Sofia e Marianna, per fortuna non stavano ancora dormendo.
Bussò alla porta e, quando Sofia aprì, entrò con Giada in braccio.
«Si è addormentata e non ho voluto svegliarla» disse Ale alle ragazze mentre posava Giada sul letto, ma lei si svegliò.
«Che succede?» chiese lei assonnata.
«Ti sei addormentata guardando le stelle e non ti volevo svegliare» le spiegò Ale.
«Grazie» disse lei, appoggiando di nuovo la testa sul cuscino.
«Buona notte piccolina. Notte ragazze» disse lui dando un bacio sulla fronte a Giada.
Poi uscì e andò in camera sua, Federico era ancora sveglio così si misero a parlare.
«Allora le è piaciuta la sorpresa?» chiese Federico.
«Sì, era contentissima.» disse lui sorridendo.
«Sai, voglio essere sincero con te, l'ho aiutata un po' con il quinto indizio» gli confessò Federico.
«Con il quinto? Mi aspettavo che la aiutassi già dal secondo.» rispose Ale ridendo.
«Ma se me l'hai proibito» disse Federico.
«Lo so, in realtà te lo avevo proibito con tutti gli indizi ma l'hai aiutata lo stesso. E poi da quando fai caso a quello che ti dico?» disse Ale.
«Bah, non ti capirò mai» rispose Federico.

Il giorno seguente, dopo cena Ale provò con la sua band.
«Ehi Ale tocca a te. Ale... Ale ci sei?» chiese Leonardo.
«Scusate ragazzi, erano distratto» rispose lui.
«No non eri distratto. Eri letteralmente sulle nuvole» rispose Leonardo arrabbiato.
«Mi dispiace, cercherò di stare più attento» rispose Ale dispiaciuto.
La band iniziò a suonare di nuovo e questa volta Ale iniziò a cantare ma dopo due frasi si dimenticò il testo.
«Fino a ieri la sapevo, ve lo giuro. Non so che mi succede» disse Ale.
«Ale ma in che pianeta sei? Perché è ovvio che con la testa non sei qui con noi» gli disse Roberto.
«Nel pianeta Giada, sicuramente. Mi sbaglio?» disse Alberto.
«No» disse Ale abbassando la testa.
«Avevo ragione allora, povera la nostra band» disse poi Roberto.
«Poveri noi più che altro, che abbiamo un cantante innamorato che si perde nei sogni» disse Leonardo con tono arrabbiato.
«Ale, io posso capire che tu sia innamorato, che ti sia appena fidanzato con Giada e tutte queste cose. Ma non puoi boicottare la band! Non ora! Abbiamo fatto tutti molti sacrifici per entrare qui dentro e lo sai!» lo rimproverò Leonardo.
«Ale, Leonardo ha ragione. Devi capire che ci sono dei momenti per ogni cosa. Devi imparare a distinguerli. Quando stai con Giada, stai con lei e pensi solo a lei, ma quando provi con noi, stai con noi e non solo fisicamente, anche con la testa» disse Roberto.
«Lo so ragazzi, avete ragione ma capitemi per favore. Faccio fatica a concentrarmi, è sempre stato così, ed ora che sto con Giada non posso fare almeno di pensare a lei e ai momenti che passiamo insieme, è più forte di me.» rispose Ale.
«Allora abbiamo un bel problema Ale. Se continuiamo così non andremo da nessuna parte» disse Federico.
«Ale, vedila così, se non ti concentri i professori ci manderanno via. Sei noi usciamo da questa scuola tu non potrai più vedere Giada e per di più il nostro sogno finirebbe. Pensaci, vuoi davvero questo?» disse Leonardo cercando di far ragionare l'amico.
«No, ovvio che no. Cercherò di concentrarmi di più, ve lo prometto» disse Ale con aria triste.
«Per oggi io direi di annullare le prove. Le riprenderemo domani quando saremo tutti più tranquilli e sereni, e tu Ale avrai la notte intera per pensare a ciò che ti abbiamo detto.» disse Alberto.
«Sì, hai ragione. Anche per me è meglio fare così» acconsentì Roberto.
Anche il resto della band acconsentì, poi Leonardo notò che Ale aveva un'aria affranta e gli disse: «Ale, non te la prendere. Te lo diciamo per il tuo bene e per quello della band, lo sai che ti vogliamo bene ma a volte bisogna farti ragionare con maniere forti.»
«Sì, lo so, avete ragione. Vi prometto che farò l'impossibile per imparare a rimanere concentrato e domani mattina saprò tutti i testi a memoria.» promise Ale.
«Questo è l'Ale che vogliamo. Vedi che la ramanzina serve?» disse Leonardo ridendo.

Giada intanto era in camera con Sofia e Marianna, stavano parlando di cosa avrebbero indossato domenica per andare in discoteca, quando qualcuno bussò alla porta.
Sofia andò ad aprire, Ale entrò e con un'espressione seria disse...

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Capitolo 15
*** Un bacio come premio ***


Giada intanto era in camera con Sofia e Marianna, stavano parlando di cosa avrebbero indossato domenica per andare in discoteca, quando qualcuno bussò alla porta.
Sofia andò ad aprire, Ale entrò e con un'espressione seria disse: «Giada puoi uscire un momento? Devo parlarti»
«Certo ma va tutto bene?» chiese lei preoccupata.
«Vieni e ti spiego» rispose lui.
Giada e Ale andarono nel salotto del loro piano, poi Giada disse: «Ale che succede? Inizio a preoccuparmi» disse Giada.
«No, scusami, non ti volevo far preoccupare. Vedi che mi esce tutto male?» disse Ale con gli occhi lucidi.
«Ale..tranquillo non importa e non è vero che ti esce tutto male. Che cos'hai?» disse Giada.
«I ragazzi della band si sono arrabbiati con me» disse lui guardando Giada.
«Perché? Che hai combinato?» gli chiese lei.
«Stavamo provando e mi sono deconcentrato più volte, pensavo a te. È più forte di me Giada. Ho sempre avuto questo problema ed ora che sto con te è ancora peggio perché continuo a pensarti. Ho promesso ai ragazzi che imparerò a rimanere concentrato e domani saprò tutti i testi, ma non ce la farò mai. Non so nemmeno perché te lo sto dicendo, tu non ne hai la colpa, non c'entri nulla» disse Ale piangendo.
Giada lo abbracciò e gli disse:«Invece hai fatto bene a dirmelo, ora stiamo insieme, siamo una coppia e dobbiamo essere uniti. Io ti amo e ti voglio aiutare.» le disse Giada accarezzandogli la schiena.
«Grazie tesoro, ma non mi puoi aiutare. Nessuno può farlo.» disse Ale asciugandosi le lacrime.
«Allora io mi chiamo Nessuno perché ho intenzione di aiutarti. A costo di restare sveglia tutta la notte ma ti insegnerò a rimanere concentrato e tu domani saprai i testi di tutte le canzoni» disse Giada sorridendo ad Ale.
«Giada non sei obbligata a farlo» le disse Ale.
«Non lo faccio per obbligo, lo faccio per amore» le disse lei.
«Grazie piccolina, sei la migliore» disse lui abbracciandola.
Ale andò a prendere i testi e quando tornò, Giada iniziò ad interrogarlo per vedere quali non sapeva.
«Ogni volta che mi dirai tutta una canzone senza mai sbagliare ti darò un premio» gli disse Giada.
«E quale sarebbe questo premio?» gli chiese lui.
«Un bacio» disse lei.
«Che bel premio, allora mi impegnerò sicuramente» disse lui.
«Guarda che so essere severa quando voglio» lo avvertì lei.
«Ma non ce ne sarà bisogno, io sono un bravo alunno.» rispose lui avvicinandosi a lei per baciarla.
«Ale! Una canzone esatta in cambio di un bacio, mi sembrava di essere stata chiara. Niente canzone, niente bacio» disse lei facendo la severa.
«Dai, solo uno di incoraggiamento» le chiese lui.
«No Ale, prima la canzone. Non abbiamo nemmeno iniziato e pensi già ad altro» rispose lei.
«Solo uno, ti prego. Poi ti prometto che mi concentro.» la supplicò Ale.
«Ok, ma solo uno e poi ti impegni» gli disse lei dandogli un bacio.
Ale iniziò a recitare il testo della prima canzone e ogni volta che sbagliava una parola  Giada lo faceva iniziare da capo.
«Ale così non avrai mai un bacio. Concentrati, ti prego, anche io voglio un premio per tanta fatica.» disse Giada all'ennesima volta che Ale sbagliava la stessa frase.
«E che premio vuoi?» le chiese Ale.
«Un bacio, ma lo vedo lontano anni luce se continui a sbagliare la stessa frase» disse Giada.
«Non ci riesco proprio» disse Ale amareggiato.
«Fallo per me Ale, pensa al bacio, pensa a quanto mi renderesti felice con un semplice bacio. Ce la puoi fare Ale, ne sono sicura, io credo in te» le disse lei per incoraggiarlo.
Quelle parole fecero miracoli e poco dopo Ale recitò tutta la canzone senza sbagliare.
«Visto che ce l'hai fatta? Te lo avevo detto. Ti meriti un bacio» disse Giada ad Ale.
Le loro bocche si unirono, il sapore delle loro labbra si mescolò e le loro lingue iniziarono a giocare insieme. Poi si staccarono e Giada disse: «Dai continuiamo che è tardi. Ce l'abbiamo fatta con la prima finalmente ma ne mancano altre 5.»
«Sì, ma questo bacio mi ha dato molta carica. Sono pronto» disse lui.
«Dai inizia» disse lei sbadigliando per il sonno.
«Giada sei stanca?» le chiese lui.
«Un po'» disse lei.
«Dai vai a dormire, domani abbiamo lezione, io mi arrangio qui» le disse lui.
«No Ale, ti ho promesso che ti avrei aiutato e lo farò. Dai dimmi la seconda canzone» rispose lei.
Quando Ale imparò anche l'ultima canzone erano le tre di notte; Ale però volle ripeterle tutte un'altra volta per essere sicuro di saperle e Giada lo ascoltò fino alla terza, poi si addormentò con il foglio in mano.
Anche Ale non riusciva più a tenere gli occhi aperti e infatti poco dopo si addormentò anche lui.

Il giorno dopo...

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Capitolo 16
*** Dolcezza e gelosia ***


Il giorno dopo, quando tutti scesero per fare colazione, trovarono Ale e Giada che dormivano sul divano; Giada aveva la testa sulle gambe di Ale, lui invece aveva una mano tra i capelli di Giada e con l'altra teneva i fogli.
I ragazzi li guardarono ridendo, poi Ale si svegliò e si guardò attorno.
«Buongiorno, che ci fate qua?» chiese Federica.
«Ieri sera stavo studiando i testi delle canzoni e Giada mi stava aiutando ma poi ci siamo addormentati.» disse Ale guardando Giada che dormiva ancora.
«Sembra un angioletto» disse Nicola riferendosi a Giada.
«Ieri sera abbiamo fatto tardi ed era molto stanca» disse Ale.
«Io direi stremata. Chissà quanto l'hai fatta penare poverina» disse Roberto per prendere in giro l'amico.
«Spero almeno che tu sia riuscito ad imparare le canzoni prima di addormentarti» disse Federico.
«Sì, le so tutte» disse lui entusiasta.
«Dai Ale, sveglia Giada che è tardi» disse Daniela.
«Giada...Giada...piccolina svegliati è tardi» gli disse lui dolcemente, accarezzandole il viso.
Giada aprì gli occhi e Ale le disse: «Buongiorno dormigliona, è ora di svegliarsi»
«Sei più dolce di un cucciolo quando dormi Giadina» le disse Gabriele ridendo.
«Non solo quando dorme, la mia cucciolotta è sempre dolcissima» aggiunse Ale abbracciandola.
«Abbiamo dormito qui tutta la notte?» chiese lei con la voce assonnata.
«Sì, beh quello che rimaneva della notte, erano le tre passate quando ci siamo addormentati» disse lui.
«Giadina, se sei riuscita a far imparare tutte le canzoni ad Ale ti assumiamo nella band come aiutante» le disse Alberto.
«È stato abbastanza difficile ma ce l'abbiamo fatta» disse lei.
«Insegnaci come hai fatto, così la prossima volta ci riusciamo anche noi» le disse Leonardo.
«Ma anche no» rispose Ale facendo una smorfia di disgusto.
«Perché fai quella faccia? Non saremo belli come Giada ma anche noi abbiamo il nostro fascino» disse Roberto scherzando.
«Solo lei con i suoi premi può riuscirci» disse Ale guardando Giada.
«I miei premi fanno miracoli» disse lei ridendo.
«Quali premi?» chiese Federico.
«Ogni volta che recitavo una canzone senza sbagliare, lei mi dava un bacio» rispose Ale.
«Ho cambiato idea, non voglio più provare il tuo metodo Giada» disse Leonardo quasi disgustato.
«Mi dispiace interrompere i vostri discorsi così interessanti ma è davvero tardi» disse poi Nicola.

Quella mattina i ragazzi fecero lezione regolarmente, il pomeriggio, invece, Giada provò una canzone che avrebbe dovuto cantare sabato con Daniela, Sofia e Marianna. Ale, invece, provò con la sua band e sia i compagni che il professore gli fecero i complimenti perché sapeva tutti i testi e non si era quasi mai distratto.
Quando il professore li lasciò soli cinque minuti, Leonardo gli disse: «Non so se sia stata la ramanzina di ieri o l'aiuto di Giada, ma in ogni caso ha funzionato» disse.
«Sì, ma sono stanchissimo. Ho dormito solo quattro ore» disse lui sbadigliando.
«Dopo le lezioni potrai dormire un po', e poi a provare di nuovo, dobbiamo stupire tutti sabato.» disse Federico.
«Certo» rispose Ale, poi il professore tornò.

Quando le lezioni finirono, Ale raggiunse Giada.
«Come va piccolina?» le chiese lui.
«Bene, la canzone con le ragazze viene bene» rispose lei.
«I ragazzi e il professore mi hanno fatto i complimenti oggi, sapevo tutte le canzoni ed ero concentrato» disse lui fiero di se stesso.
«Non avevo dubbi amore» rispose lei.
«C'è qualcosa che non va?» chiese Ale notando che Giada era strana.
«No, sono solo un po' stanca. Ma non importa, ne è valsa la pena» rispose lei dandogli un bacio.
«Le lezioni sono finite, possiamo riposarci un po', vicini vicini come questa notte. Che ne dici?» chiese lui attendendo un sì come risposta.
«Mi piacerebbe molto amore, ma devo provare con Daniele» rispose lei.
«Con Daniele? Adesso?» chiese lui un po' deluso.
«Sì, mi ha chiesto se lo aiutavo. Sabato è la sua prima esibizione davanti ai professori e vuole essere sicuro che venga bene. Secondo me viene già bene ma lui dice di no» spiegò lei.
«Non sarà una scusa quella?» chiese lui d'istinto.
«Sbaglio o qualcuno è un po' geloso?» chiese lei sorridendo.
«Può essere, ma Daniele mi sembra che vada dietro a tutte le ragazze che gli passano davanti. E tu sei solo mia.» le disse lui.
«Daniele è un bravo ragazzo, fidati. È molto simpatico e divertente, dovresti conoscerlo un po' meglio, andreste d'accordo voi due» rispose Giada.
«Quanti complimenti in una sola frase, deve proprio piacerti eh» disse lui spinto dall'invidia.
«Ale!!!Sì Daniele mi piace, ok? Ma solo come amico. Il mio cuore appartiene a qualcun altro ma non sono più tanto sicura che questa persona si fidi di me visto la scenata che mi sta facendo» disse lei arrabbiata.
Giada si voltò e fece per andarsene ma Ale la prese per un braccio e la trattenne.
Poi le disse...

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Capitolo 17
*** Non ti riconosco ***


«Vieni qui» le disse Daniele tirandola a se è abbracciandola di nuovo.
In quel momento però entrò Ale e rimase pietrificato sulla porta.

Intanto in salotto tutti stavano parlando di quello che era successo tra Giada e Ale.
«Ale è geloso di Daniele da quello che ho capito» disse Francesca.
«Sì, Giada doveva provare con Daniele e Ale si è ingelosito» disse Sofia.
«E ora dove sono?» chiese Nicola.
«Ale è in sala prove, vuole rimanere da solo» rispose Roberto.
«E Giada sta provando con Daniele, gli aveva promesso che lo avrebbe aiutato e ha voluto mantenere la parola» disse Marianna.
«Come stanno?» chiese Daniela.
«Ale sembrava dispiaciuto ma non abbiamo fatto in tempo a iniziare a parlare che ci ha mandato via» disse Federico.
«E Giada?» chiese Gabriele.
«Giada è distrutta, prima in bagno non smetteva di piangere, tremava tutta e faticava a respirare» disse Marianna.
«Quelle parole l'hanno ferita, ci ha perfino chiesto se fosse vero che è senza cuore, crede che in lei ci sia qualcosa che non va.» continuò Sofia.
«Poverina. Ma ad Ale che è preso?» chiese Christopher.
«Esperienze del passato credo» rispose Federico.

Ale era fermo sulla porta e guardava Giada con disprezzo.
«Che presto hai fatto a sostituirmi» le disse lui arrabbiato.
«Ma di che parli? Non ti ho sostituito con nessuno» gli rispose Giada.
«Non mentire più, ormai è ovvio. Dal primo giorno che hai visto Daniele ti sei innamorata di lui. 'Wow un rapper nella scuola'» disse Ale imitando la voce di Giada, poi aggiunse: «Ammettilo che aspettavi di litigare con me per correre da lui.»
«Ale non è così. Si dà il caso che il giorno che ho conosciuto Daniele mi sia fidanzato con te. Io non sono quel tipo di persona, lo dovresti sapere, ma evidentemente non mi conosci così bene come credevo.» gli rispose Giada.
«Sai, ero venuto qui per fare pace, pensavo di aver esagerato, ma invece avevo pienamente ragione. Non hai cuore» gli disse lui come se non avesse sentito ciò che aveva appena detto Giada.
Lei alzò la mano per tirargli uno schiaffo, ma lui la bloccò prendendole il braccio braccio.
«Non ti riconosco. Lasciami il braccio, mi fai male» disse lei guardandolo con disprezzo.
«Ale lasciala in pace, vattene» gli gridò Daniele, ma Ale sembrava non sentire, era fuori di se e continuava a stringere il braccio di Giada.
«Ale lasciami» gridò di nuovo lei spaventata cercando di togliere il braccio dalla presa di Ale.
«Te ne pentirai Giada, ti pentirai di aver scelto lui invece di me. Te lo ripeto, non hai cuore» gli disse lui alzando la voce.
«Ale lasciami mi stai facendo male» gridò lei piangendo.
In quel momento entrarono i ragazzi della band.
«Ale lasciala! Vieni con noi, dobbiamo parlarti» gli disse Roberto.
Ale la lasciò e uscì con i ragazzi, Daniele abbracciò Giada che piangeva.

«Ale ci vuoi dire che ti è preso?» chiese Leonardo.
«Giada mi ha lasciato per Daniele» disse Ale.
«No Ale, Giada non ti ha lasciato, e tantomeno per Daniele. Lei ti ama» gli disse Federico.
«Mi ama ma preferisce stare con lui» affermò Ale.
«Ale non è così, sono sicuro che lei avrebbe preferito stare con te ma aveva promesso a Daniele di aiutarlo e sai com'è fatta, è di parola e non dice mai di no» disse Roberto.
«A me ha detto di no, però.» disse Ale.
«Ale ieri è stata disposta a rimanere sveglia tutta la notte pur di aiutarti, oggi ne aveva più bisogno Daniele e che ti piaccia o no è un suo amico e l'ha voluto aiutare» disse Leonardo.
«Ale la stai facendo soffrire, le stai facendo del male con la tua gelosia. Le ragazze hanno detto che quando erano in bagno non smetteva di piangere, tremare e respirava a stento. Le hai fatto credere che sia senza cuore e ci sia qualcosa di sbagliato in lei» gli disse Alberto.
«Davvero stava così male?» chiese Ale dispiaciuto.
«Sì, e ora starà ancora peggio dopo la nuova scenata che le hai fatto con Daniele. Sembravi fuori di te» disse Roberto.
«Vado a parlarle» disse Ale uscendo dalla stanza.

Ale tornò nella stanza in cui c'erano Giada e Daniele, guardò Giada e poi disse: «Possiamo parlare?»
«Di cosa vuoi parlare? Vuoi dirmi di nuovo che sono senza cuore?» le disse lei cercando di stare calma.
«Daniele ci puoi lasciare soli?» chiese Ale.
«No, Daniele rimani per favore» disse Giada.
«Voglio parlare con te, ma da soli» disse Ale.
«No Ale, io non voglio. Ho paura» rispose lei.
«Paura di cosa? Giada voglio solo parlare con te» le disse lui avvicinandosi e tendendo una mano per farle una carezza, ma Giada indietreggiò.
«Prima eri fuori di te Ale, non ti riconoscevo. Mi hai fatto paura» le disse lei.
«Giada, non so che mi sia successo ma ora sono di nuovo in me. Voglio spiegarti alcune cose, ti prego, lascia andare Daniele» disse Ale.
«Ho paura che succeda di nuovo Ale, o parli davanti a Daniele o te ne vai» rispose lei.
Ale allora decise di...

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Capitolo 18
*** Parole taglienti ***


Giada si voltò e fece per andarsene ma Ale la prese per un braccio e la trattenne.
Poi le disse: «No Giada non andartene, non ti arrabbiare. Hai ragione, sono uno stupido. Io mi fido di te ma ho paura che trovi qualcuno migliore di me e mi lasci»
«Ale, l'unico che voglio sei tu, non ti cambierei nemmeno con Brad Pitt. Non capisco questo comportamento» rispose lei.
«È che non mi piace vederti con Daniele, sopratutto ora che me ne hai parlato così bene» disse lui.
«Allora è vero che non ti fidi di me. Ieri sono stata alzata fino alle tre di notte per aiutarti, ti ho detto più volte che ti amo e te l'ho fatto capire in vari modi, e cosa ottengo? Una scenata di gelosia senza senso. Cosa devo fare secondo te? Negare il mio aiuto a Daniele? Non avvicinarmi a nessun ragazzo per non farti ingelosire? Non avere amici? No, Ale. Non l'ho farò, questo non è amore, è ossessione.» disse Giada urlando.
Dentro al salotto la voce di Giada risuonò e tutti si girarono per vedere che stava succedendo.
«Giada, non essere infantile, non ti ho detto di fare questo» disse Ale alzando la voce.
«Adesso l'infantile sarei io? Ale ma ti stai ascoltando? Stai dicendo frasi senza senso.» urlò lei.
«Non sono frasi senza senso, è quello che penso. Sembra che tu preferisca stare con tutti tranne che con me.» le rimprocciò lui.
«Ma se ieri sono stata fino alle tre di notte con te» urlò lei esausta.
«Che c'entra, hai intenzione di rinfacciarmelo ancora per molto?» le disse lui.
«Non te lo sto rinfacciando, te lo sto ricordando» gli disse lei.
«Se ti costava tanto, potevi anche farne a meno. Ci sarei riuscito benissimo anche senza il tuo aiuto» rispose Ale.
«Ma se sei venuto da me piangendo e dicendo che non ce l'avresti mai fatta» disse Giada furiosa.
«Sai cosa Giada, lascia stare. Ormai è ovvio che non mi ami, ti sei messa con me, poi ti sei pentita ed ora stai cercando una scusa per lasciarmi. Ti sei presa gioco di me. Sei senza cuore» le urlò Ale.
Quelle ultime tre parole risuonarono dentro alla testa di Giada, lei rimase gelata, un brivido le percorse la schiena, poi corse in bagno piangendo.
Nella stanza tutto taceva, gli altri ragazzi erano scioccati; poche ore prima Giada e Ale stavano dormendo insieme e si dicevano parole dolci, ora si urlavano parole taglienti.
Marianna e Sofia raggiunsero Giada in bagno, Ale rimase immobile alcuni minuti pensando alle parole che le aveva appena detto, poi uscì e il resto della band lo seguì.

Sofia e Marianna, in bagno, cercavano di far calmare Giada che piangeva sconsolata.
«Giada calmati...si sistemerà tutto e farete pace, vedrai» disse Marianna abbracciando l'amica.
«Ma avete sentito cosa mi ha detto? Mi ha detto che mi sono presa gioco di lui e che sono senza cuore» disse lei piangendo.
«Giada, non sapeva quello che diceva. Era accecato dalla gelosia» disse Marianna.
«Marianna, non lo difendere. Quelle parole non gliele doveva proprio dire, gelosia o no» disse Sofia all'amica.
«Ragazze, e se avesse ragione?» chiese Giada asciugandosi le lacrime.
«Ragione in cosa?» chiese Sofia.
«A dire che sono senza cuore» disse lei scoppiando a piangere di nuovo.
«No Giada, non ha ragione. Non lo pensare nemmeno» le rispose Sofia.
«Giadina, sei la persona con il cuore più grande che conosco. Aiuti sempre tutti e non dici mai di noi. A volte forse sei anche troppo gentile» le disse Marianna.
«E allora perché mi ha detto tutte quelle cose orribili. Ci siamo appena fidanzati e abbiamo già litigato. Cosa c'è che non va in me?» disse Giada tra le lacrime.
«Nulla Giada, non c'è nulla che non va in te. Casomai in lui c'è qualcosa che non va considerando la scenata di gelosia che ti ha fatto» rispose Sofia.
Giada continuava a piangere, riusciva a respirare a malapena, non c'era nulla che la facesse calmare.

Intanto Ale era andato nella sua stanza e i ragazzi lo avevano seguito.
«Ale ma che ti è preso?» chiese Leonardo.
«Non lo so ragazzi, voglio stare solo» rispose Ale.
«Va bene, ne parliamo dopo, andiamo ragazzi» disse Leonardo.
Ale continuava a pensare a ciò che aveva detto a Giada, capì che forse aveva sbagliato ma non sapeva come fare per rimediare.
Fece partire la musica e rimase lì per mezz'ora, poi decise di andare a parlare con Giada.

Giada intanto si era calmata un po' ed uscì dal bagno, tutti la guardarono, aveva il viso triste e pallido e gli occhi rossi e gonfi per il pianto, poi si diresse verso Daniele.
«Andiamo a provare?» gli chiese lei con la voce ancora rauca.
«Giada se non te la senti non importa, proviamo domani.» le disse lui.
«No, ti ho promesso che ti avrei aiutato e lo farò» rispose lei.
Giada e Daniele andarono nell'aula di canto del loro piano, fecero partire la base ed iniziarono a cantare.
 
Fuori quanto è brutto il tempo,
però si è calmato il vento.
Il mio sguardo è meno freddo,
questo inverno sta finendo.
Ogni cosa c'ha il suo tempo,
chi ha pazienza ne uscirà,
vado avanti e non ci penso,
questo inverno passerà.
 
Oggi è Domenica e tu gridi isterica
e io qui col viso caldo per le botte mentre nel mio cuore nevica.
Quando ti ho detto:"una come te non mi merita"
ero ubriaco ma mi hanno insegnato che in vino veritas.
Dove la trovi la voglia di amare?
Guardare il Paradiso da fuori senza poterci entrare,
parole d'amore e parole amare.
Le prime sono sempre più rare e tu continui ad urlare
che non sono mai piaciuto ai tuoi,
dimenticandoti che tutto ciò è piaciuto a noi
e ora la rabbia mi imbocca di cattiverie,
mentre lanci i piatti e io prendo a calci le sedie e grido:"fatti vedere".
No, non ti fa bene ciò che sono
non c'è coppia perfetta perché nessuno è perfetto da solo.
Oggi c'è un bel cielo aperto ma io non esco,
perché porto solo il freddo, come l'Inverno.
 
Fuori quanto è brutto il tempo,
però si è calmato il vento.
Il mio sguardo è meno freddo,
questo inverno sta finendo.
Ogni cosa c'ha il suo tempo,
chi ha pazienza ne uscirà,
vado avanti e non ci penso,
questo inverno passerà.
 
Nella testa c'ho le immagini di quando stavi ancora qui,
mentre cancello le tue immagini dal mio pc.
L'attrazione non è sempre amore come dicono,
due calamite uguali a volte si respingono
e a volte vincono gli errori, se servono a imparare
tu sei solo uno sbaglio da non rifare.
tolgo la vibrazione al cellulare quando dormo
così se mi chiami con te in un sogno non me ne accorgo.
Morto, dentro, innamorato di un ricordo.
Lottano ragione e sentimento,
vorrei dimenticarti al mio risveglio, come Memento.
Quando dico che ora penso solo a me mento,
certo, tu mi pensi, io ti penso,
ma se una storia non ha fine non ha senso.
Penso, che pure in questo Inferno
con certe parole di ghiaccio ti iberno, come l'Inverno.
 
Fuori quanto è brutto il tempo,
però si è calmato il vento.
Il mio sguardo è meno freddo,
questo inverno sta finendo.
Ogni cosa c'ha il suo tempo,
chi ha pazienza ne uscirà,
vado avanti e non ci penso,
questo inverno passerà.
 
Sì, i discorsi freddi che fai,
si scioglierebbero nel calore di un abbraccio, lo sai
che noi, fino a poco fa ci credevamo grandi ma mò,
siamo esposti ai bei ricordi mentre grandinano.
E finché dura mi accontento,
quando un cielo bello arriva al culmine è seguito dal maltempo,
e cosi è stato, è stato un colpo di fulmine,
ma adesso dai tuoi occhi sta piovendo.
Una nuvola che non si sfoga resta nera,
tutto passa in fretta, come una nuvola passeggera.
E stasera, cuore in gola,
odi quelle lenzuola fredde, come la stagnola,
perché dormi sola.
Vola in alto con la testa e stai con i piedi a terra,
dopo la tempesta, ci sarà la calma.
Tutto fermo, baby goditi il silenzio,
anche questo Inverno sta finendo.
 
Fuori quanto è brutto il tempo,
però si è calmato il vento.
Il mio sguardo è meno freddo,
questo inverno sta finendo.
Ogni cosa c'ha il suo tempo,
chi ha pazienza ne uscirà,
vado avanti e non ci penso,
questo inverno passerà. (X2)

Giada cantava e continuava a pensare ad Ale, quella canzone le faceva tornare alla mente la loro lite, le parole che le aveva detto e che l'avevano ferita tanto.
E pensare che solo pochi giorni prima lui le aveva promesso che non l'avrebbe mai fatta soffrire, ed ora si ritrovava distrutta a causa sua.
Lo sguardo di Giada si perse nel vuoto e Daniele lo notò.
«Giada ci sei? Stai bene?» le chiese lui.
«Sì, scusami stavo pensando» rispose lei.
«Stavi pensando ad Ale vero?» le chiese lui.
Lei annuì e le scese una lacrima, Daniele gliela asciugò.
«Dopo quello che ti ha detto non merita nemmeno una lacrima tua.» le disse lui.
«Lo so ma io ci sto male. Nonostante tutto lo amo e le sue parole mi hanno ferita. Fanno male» disse Giada.
«Erano tutte parole che non meritavi Giada. Non piangere più, non meriti di soffrire tanto» disse Daniele cercando di consolarla, poi l'abbracciò.
«Grazie Daniele» disse lei.
«E di che, è il minimo dopo la lite che ho scatenato» rispose Daniele.
«No, tu non c'entri» rispose Giada cercando di smettere di piangere.
«Vieni qui» le disse Daniele tirandola a se e abbracciandola di nuovo.
In quel momento però entrò Ale e...

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Capitolo 19
*** Scusa ***


Ale allora decise di andarsene, doveva spiegare a Giada molte cose ed alcune erano private.
Tornò in salotto e si distese sul divano pensando a come fare per parlare con Giada.
«Come è andata con Giada? Avete risolto?» chiese Leonardo avvicinandosi all'amico.
«No c'era anche Daniele e non ha voluto rimanere sola con me. Ha paura di me Leonardo, me lo ha detto chiaro e tondo» disse Ale.
«Come darle torto, prima quando le tenevi il braccio non ti riconoscevo» disse Leonardo.
«È la stessa cosa che mi ha detto lei» disse Ale interrompendo Leonardo.
«Eri fuori di te, tu urlavi, lei piangeva e ti diceva che le stavi facendo male al braccio ma a te non importava» disse Leonardo scuotendo la testa.
«Lo so, non so cosa mi sia preso, non riuscivo a controllarmi. Quello non ero io, non farei mai del male a Giada...eppure l'ho fatto, la sto facendo soffrire» disse Ale portandosi le mani sui capelli.
«Troverai il modo di parlarle e risolverete tutto» disse Leonardo per confortarlo.
In quel momento passò Daniele per andare in bagno, Ale scattò in piedi come una molla, andò nella stanza in cui c'era Giada e chiuse la porta a chiave.
«Ale perché chiudi? Lasciami uscire ti prego» disse Giada allontanandosi il più possibile da Ale fino ad appoggiarsi al muro opposto alla porta.
«Giada, voglio solo parlare, tranquilla» le disse lui per tranquillizzarla.
Ale le si avvicinò e le fece una carezza, Giada rimase immobile guardandolo impaurita.
«Ehi principessa...non avere paura...sono io...Ale. Prima non so che mi sia sucesso ma ti prometto che non accadrà mai più» le disse lui.
«Perché hai chiuso la porta a chiave?» chiese lei diffidente.
«Perché devo dirti delle cose importanti e private, non voglio che nessuno ci disturbi» disse lui.
«Cosa devi dirmi? Ale non voglio litigare di nuovo» disse lei scuotendo la testa.
«Nemmeno io. Voglio chiederti scusa.» rispose lui.
Giada lo guardò in silenzio.
«Scusa per quello che ti ho detto, non è vero che sei senza cuore. Non lo penso davvero, non sapevo quello che dicevo» disse lui.
«Mi hai ferita molto con quelle parole» disse lei.
«Lo so e non me lo perdonerò mai. Ero accecato dalla gelosia, avevo paura che la storia si ripetesse» spiegò lui.
«Quale storia?» chiese lei.
«Un anno fa stavo con una ragazza. La amavo, non quanto te, ma le volevo molto bene. Poi lei mi ha lasciato per un altro e io ci ho sofferto molto» raccontò lui.
«Ale anche il mio ex mi ha lasciata per un'altra, anzi mi ha tradita con un'altra, ma io mi fido di te, so che non sei come lui e non ti faccio scenate di gelosia. Oggi però me lo hai ricordato, appena mi avvicinavo ad un ragazzo, anche se era solo un amico, lui diventava geloso e mi sgridava, io reagivo ma lui mi teneva ferma stringendomi le braccia, come hai fatto tu prima.» rispose lei con le lacrime che le scendevano.
«Giada perché la porta è chiusa?» gridò Daniele dal corridoio.
«Stiamo parlando Daniele, torna dopo» rispose Ale.
«Apri la porta subito» ripeté Daniele.
«Daniele stiamo solo parlando, non ti preoccupare» disse Giada.
«Voglio vederlo con i miei occhi, può essere che ti stia costringendo a dirlo» disse Daniele.
«Ma cosa credi che sia? Un sequestratore?» chiese Ale stupito dalla frase che aveva appena detto Daniele.
Poi si sentirono delle altre voci.
«Apri subito o chiamo la preside» lo avvertì Daniele.
Ale aprì la porta e Daniele, Gabriele, Nicola, Marianna e Sofia entrarono.
Le ragazze corsero ad abbracciare Giada.
«Ale devi lasciarla stare» gridò Daniele furioso.
«Perché sta piangendo? Che le hai fatto Ale?» chiese Nicola arrabbiato.
«Stai bene? Che ti ha fatto?» chiese Marianna all'amica.
«Ale non mi ha fatto nulla, stavamo solo parlando» rispose Giada asciugandosi le lacrime.
«E perché stai piangendo?» chiese Gabriele.
«Per la situazione, ma sto bene, però ho bisogno di parlare da sola con Ale» disse lei.
«Va bene, ma se vuoi che veniamo urla» le disse Daniele.
Quando i ragazzi uscirono, Giada e Ale continuarono a parlare.
«Giada, io non so come scusarmi con te. Ti giuro che non volevo e ti prometto che non diventerò come quel cretino del tuo ex che prima ti faceva scenate di gelosia e poi ti tradiva. Dimentichiamoci di tutto e torniamo come prima, ti prego.» le disse Ale.
«Non lo so Ale, sono stanca di soffrire. Ho sofferto troppo nella vita» disse lei.
«Lo so, ma ti giuro che non ti farò più soffrire e questa volta manterrò la promessa. Te lo giuro sul canto, che è ciò che amo di più nella vita, dopo te ovviamente.» le promise lui.
«Devo pensarci, dammi un po' di tempo» rispose lei.
«Quindi mi stai lasciando?» le chiese lui.
«No, non ti sto lasciando, ti sto solo chiedendo un po' di tempo per riflettere e per dimenticare questa situazione» rispose lei.
«E quanto tempo ti serve?» chiese lui.
«Non lo so, quando mi sentirò pronta a stare con te come prima te lo dirò.» rispose lei.
«Ma si parla di pochi giorni vero?» chiese lui preoccupato.
«Sì, credo di sì» disse lei.
«Va bene, ti darò il tempo che ti serve. Non avere più paura di me, però. Prima quando mi guardavi con quegli occhietti così spaventati mi si è spezzato il cuore» disse lui.
«Va bene, ma tu non trattarmi più così. Mi hai fatto davvero paura.» gli disse lei.
«Te lo prometto principessa» disse lui, poi aggiunse: «Ti posso chiamare lo stesso principessa, vero?».
«Certo. Vieni qui gelosone» disse lei abbracciandolo.

Quella sera Ale rimase in camera a parlare con gli altri ragazzi della band...

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Capitolo 20
*** Migliori amiche ***


Quella sera Ale rimase in camera a parlare con gli altri ragazzi della band.
«Ti ha perdonato Giada?» chiese Leonardo.
«Sì, ma mi ha chiesto di darle un po' di tempo» rispose lui.
«L'importante è che intanto ti abbia perdonato, poi sono sicuro che le cose si sistemeranno e tornerà tutto come prima.» disse Federico.
«Sì, ora devo riconquistarla e farle capire che non succederà più, che non la farò più soffrire, che non diventerò come il suo ex.» rispose lei.
«Il suo ex l'ha tradita senza troppi problemi, tu no» disse Alberto.
«Sì ma mentre la tradiva le faceva scenate di gelosia e mi ha detto che gliel’ho ricordato prima» rispose Ale pensieroso.
«La riconquisterai e tornerete a dirvi parole sdolcinate come prima, vedrai» disse Federico.

Anche Giada intanto stava parlando di questo con Sofia e Marianna.
«Gli ho chiesto un po' di tempo per pensare» disse Giada.
«E lui che ti ha detto?» chiese Sofia.
«Ha accettato» rispose lei.
«Lo perdonerai?» chiese Marianna.
«L'ho già perdonato, mi ha spiegato come sono andate le cose ed era veramente dispiaciuto» disse Giada.
«Ma tornerai con lui?» chiese Sofia.
«Sì, credo di sì ma ho bisogno di un po' di tempo per tornare a fidarmi di lui» rispose Giada.
«Quanto tempo ti servirà?» chiese Marianna.
«Non lo so, non credo molto. Mi manca già tantissimo» disse Giada come se volesse aggiungere qualcos'altro.
«Ma?» chiese Sofia.
«Ma le sue parole mi hanno ferita molto, la cosa peggiore è che per un momento mi è sembrato di stare con il mio ex, quando litigavamo» disse Giada.
«Giada posso chiederti una cosa?» chiese Sofia.
«Sì» rispose Giada.
«Perché stavi con lui se ti faceva soffrire tanto?» chiese Sofia.
«Perché quando l'ho conosciuto non era così, era dolce, era il tipico bravo ragazzo. Poi non so cosa sia successo ma è diventato eccessivamente geloso, aggressivo e facendo due conti è cambiato da quando mi ha iniziato a tradire» rispose Giada.
«Perché non l'hai lasciato quando è cambiato così tanto?» chiese Marianna.
«Perché avevo la speranza che cambiasse, che tornasse ad essere quello di prima ma non è successo» rispose Giada.
«Cambiando discorso, com'è Daniele tu che lo conosci un po' meglio» chiese Sofia a Giada.
«Perché? Ti piace Daniele?» chiese Giada meravigliata dalla domanda dell'amica.
«No no, ma sembra simpatico, vorrei conoscerlo un po' meglio» dissimulò Sofia.
«Non mentirci, ti piace» disse Marianna.
«Ok, lo ammetto. Un po' mi piace» rispose Sofia arrossendo.
«A Sofia piace Daniele...A Sofia piace Daniele» la presero in giro le amiche ridendo.
«Potresti parlare un po' con lui, così vi conoscete meglio» le consigliò Giada.
«Non ho il coraggio, non so come fare» rispose lei.
«Ti aiuterò io, tu stammi al gioco però» disse Giada all’amica.
«Ti adoro Giadina» rispose lei.
«Siamo migliori amiche, no? Le amiche servono a questo» disse Giada, poi aggiunse: «Però prima devo convincere Ale perché non va molto d'accordo con Daniele»
«Perché? Che c'entra Ale?» chiese Marianna.
«Uscita a quattro» disse Giada.
«No, so già come andrà a finire. Tu e Ale ci lascerete soli per stare un po' insieme e aggiustare le cose tra di voi e io mi ritroverò da sola con Daniele» disse Sofia.
«In realtà non ci avevo pensato ma ora che me lo fai pensare non è una cattiva idea» disse Giada pensando.
«È vero Sofia, sarebbe l'occasione buona per capire se vi piacete a vicenda» disse Marianna.
«Pensate che sia il caso?» chiese Sofia dubbiosa.
«Certo, fidati di noi» rispose Giada.
«Siete le amiche migliori del mondo» disse Sofia.
«Migliori amiche» puntualizzò Marianna ridendo.
La conversazione terminò con un abbraccio di gruppo tra le tre ragazze.

Il giorno seguente appena Ale vide Giada le andò in contro e le chiese...

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ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti :)
Volevo ringraziarvi per leggere la mia storia, spero vi stia piacendo.
Grazie anche, e sopratutto, a chi l'ha aggiunta tra le seguite, ricordate o addirittura preferite e a chi ha lasciato o lascerà una recensione.
Mi farebbe piacere molto sapere cosa ne pensate, quindi se vi va scrivetemi il vostro parere.
Un bacio
Arianna

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Capitolo 21
*** Un piano perfetto ***


Il giorno seguente appena Ale vide Giada le andò in contro e le chiese: «Ciao Giada, come stai?»
«Bene» rispose lei con tono distaccato.
«Questa notte non ho chiuso occhio, continuavo a pensare a quello che è successo ieri» disse Ale.
«Sì, anch'io» rispose Giada.
«Mi dispiace davvero tanto, non so come farmi perdonare» disse lui abbassando lo sguardo.
«Ti ho già perdonato e mi hai chiesto scusa come minimo venti volte» rispose Giada.
«Quindi si è risolto tutto? Torna ad essere tutto come prima?» chiese Ale sorridendo.
«Ale, per il momento torna ad essere tutto come prima, ma prima che ci mettessimo insieme» rispose lei spegnendo il sorriso di Ale in un secondo.
«Quindi non vuoi più essere la mia ragazza?» le chiese lui.
«Non è che non voglio, è che preferisco se per il momento rimaniamo amici» rispose lei.
«Non ti fidi più di me, vero?» le chiese lui.
«Non sai quanto vorrei tornare a fidarmi di te, ma non ci riesco» rispose lei.
«Ti riconquisterò Giada, è una promessa. Ti farò capire che ti puoi ancora fidare di me e che quello che è successo ieri non accadrà mai più» le promise lui.
«Va bene. Ti va se domenica pomeriggio usciamo con Sofia e Daniele?» chiese lei.
«Daniele? Perché vuoi uscire con Daniele?» chiese Ale.
«Ci risiamo. Ale se mi vuoi davvero riconquistare inizia ad eliminare questa tua gelosia. Mi dici che mi vuoi dimostrare che mi posso ancora fidare di te ma tu sei il primo a non fidarti di me» rispose lei.
«Hai ragione, scusa. Io mi fido di te, davvero.» rispose lui pentito.
«Allora accetti la proposta?» chiese Giada.
«Ma non sarebbe meglio se usciamo da soli? Così posso iniziare a riconquistarti» propose Ale.
«Ale non te la prendere ma preferisco uscire con Sofia e Daniele» rispose Giada.
«Hai ancora paura di stare da sola con me?» chiese Ale dispiaciuto.
«No Ale, non ho paura di te» rispose lei sorridendogli per tranquillizzarlo.
«E allora perché non vuoi uscire solo con me?» chiese Ale.
«Non te lo posso dire, è un segreto» disse Giada.
«Giada, ma credevo che tra di noi ormai non ci fossero segreti» disse lui amareggiato.
«Ed è così, tra di noi non ci sono. Ma questo segreto non riguarda me» disse lei.
«E chi allora?» chiese lui.
«Non te lo posso dire» rispose lei.
«Ma come sei misteriosa oggi. Dai dimmelo, non lo dico a nessuno» insistette lui.
«Riguarda una persona a cui voglio molto bene» rispose lei.
«Vuoi mettermi alla prova per vedere se mi ingelosisco?» chiese lui alzando un sopracciglio.
«No sciocco...Riguarda un' amica» rispose lei ridendo.
«Sofia? È per questo segreto che vuoi che esca con noi? E Daniele che c'entra?» chiese Ale.
Giada non rispose.
«Aspetta, non sarà che Sofia è innamorata di Daniele? È per questo che vuoi uscire con loro a tutti i costi?» chiese Ale meravigliato.
«Shhh, parla piano o ti sentiranno tutti» disse Giada portandosi l'indice davanti alla bocca.
«Allora è così? Ma noi che c’entriamo?» chiese Ale.
«Va bene, te lo dico, ma non una parola a nessuno e tantomeno a Sofia e Daniele.» rispose Giada arrendendosi di fronte alla curiosità di Ale.
«Promesso. Non lo dirò a nessuno» promise Ale.
«Sofia si è presa una cotta per Daniele e lo vorrebbe conoscere un po' meglio, ma non ha il coraggio, così le ho promesso che l'avrei aiutata dato che conosco abbastanza bene Daniele. Ho un piano perfetto, un'uscita a quattro» spiegò lei.
«E Daniele come lo convincerai? Mi odia, non uscirà mai con me» disse Ale.
«Non te la prendere ma è l'unico modo che mi è venuto in mente per convincerlo. Ho pensato di dirgli che tu vuoi uscire con me per sistemare le cose ma io non voglio rimanere sola con te, così lui mi accompagnerà sicuramente.» disse lei temendo la reazione di Ale.
«Va bene» rispose lui.
«Va bene? Davvero? Non ti arrabbi?» chiese lei stupita dalla sua reazione positiva.
«No, voglio aiutarti con questo piano perfetto, come lo chiami tu, e in effetti questo è l'unico modo perché Daniele accetti di venire. Però ad una condizione» disse lui.
«Quale?» chiese lei.
«Che durante l'uscita troveremo un modo per stare un po' soli» disse Ale.
«Sì sì, quella era l'idea, così anche Sofia e Daniele rimarranno soli e si conosceranno un po' meglio» rispose Giada.
«Allora vada per l'uscita a quattro» disse Ale.
«Grazie, ti voglio bene» gli disse Giada saltandogli addosso e mettendogli le braccia attorno al collo.
«Mi mancavano i tuoi abbracci piccolina» disse Ale tenendola stretta ed accarezzandole la schiena.
«Anche i tuoi» rispose Giada dandogli un bacio sulla guancia.

Quando Daniele scese, Giada andò a parlargli...

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Capitolo 22
*** Favori e confessioni ***


Quando Daniele scese, Giada andò a parlargli.
«Ciao Daniele, posso chiederti un favore?» chiese Giada.
«Certo, dimmi» rispose Daniele.
«Ale domenica vuole uscire con me per sistemare le cose ma io non me la sento di uscire da sola con lui. Sofia verrà con noi però io preferirei se venissi anche tu che sai tenere testa ad Ale. Mi accompagni?» mentì Giada.
«Giada ma ti sembra il caso di uscire con lui se non ti fidi nemmeno a stare sola con lui? E poi come farete a sistemare le cose se ci saremo anche io e Sofia» rispose Daniele.
«Va bene, lascia stare, non importa se non vuoi» rispose Giada guardando Daniele con gli occhi tristi.
«Giada non fare così. Io ti accompagno se vuoi ma mi chiedevo solo se fosse il caso» disse Daniele non resistendo agli occhi di Giada.
«Voglio capire se posso fidarmi ancora di lui» disse lei.
«Va bene, allora vengo. Ma sia chiaro, alla prima scenata di gelosia lo spezzo in due» disse Daniele.
«Non ce ne sarà bisogno Daniele» rispose lei ridendo.
«Speriamo» disse lui non troppo convinto.
«Grazie, grazie, grazie, ti adoro» disse Giada saltando dalla gioia perché tutto stava andando secondo i suoi piani.
«Ora andiamo a mangiare però, sto morendo di fame» disse Daniele all'amica.

I giorni seguenti passarono tranquillamente senza problemi, i ragazzi svolsero le lezioni regolarmente e al pomeriggio provarono le esibizioni che avrebbero dovuto eseguire il sabato davanti ai professori e al pubblico; Ogni sabato infatti la scuola veniva aperta a chi avesse voluto assistere alle esibizioni ed essendo una scuola molto stimata c'era sempre molta gente.
Giada e Ale furono molto impegnati con le prove quindi non ebbero molto tempo da passare insieme e le cose tra di loro non si erano ancora sistemate ufficialmente. Giada doveva cantare una canzone con Daniele, una con Daniela, Marianna e Sofia e un'altra da sola, Ale invece doveva cantare due canzoni con la band ed una con Nicola.
Il Sabato arrivò velocemente e sia Giada che Ale fecero delle ottime esibizioni e presero dei volti molto alti; Giada prese nelle prime due esibizioni 9 e in quella singola 10, Ale invece prese nelle esibizioni con la band un 10 ed un 8, e in quella con Nicola un 9.
Quando i ragazzi terminarono erano le 7 di sera, cenarono e poi ognuno andò nella propria camera perché erano esausti, quella settimana infatti era stata particolarmente impegnativa per tutti.

Giada, Sofia e Marianna decisero di parlare un po' prima di andare a dormire.
«Che farai tu domani Marianna?» chiese Giada all'amica.
«Domani pomeriggio viene a trovarmi un'amica e andiamo in paese a fare un po' di shopping, così ne approfitto per comprare un bel vestito da mettermi domani sera per andare in discoteca» rispose Marianna.
«Che bello» esclamò Giada.
«Sì, non la vedo da molto tempo e non vedo l'ora che sia domani. Voi uscirete con Daniele e Ale giusto?» disse lei eccitata.
«Sì» rispose Giada.
«A proposito, che ti ha detto Ale quando gli hai proposto di uscire con me e Daniele?» chiese Sofia.
«All'inizio preferiva che uscissimo solo io e lui, ma poi ha accettato di uscire in quattro» rispose Giada.
«Come hai fatto a convincerlo?» chiese Sofia, poi notò che l'amica aveva abbassato lo sguardo.
«Non gli avrai detto che mi piace Daniele?» chiese Sofia spalancando gli occhi.
«L'ha scoperto da solo. Scusa Sofia» disse Giada guardando l'amica con uno sguardo colpevole.
«Ma Giada come ha fatto a scoprirlo da solo? Che è, un indovino?» disse Sofia un po' arrabbiata.
«No, è un curiosone. Quando gli ho detto che preferivo uscire anche con te e Daniele pensava che avessi ancora paura a rimanere sola con lui, così gli ho detto che non era per quello ma che non glielo potevo dire, lui mi ha risposto che tra noi non ci sono segreti ed io gli ho detto che riguardava un'altra persona, dato che ci era rimasto male. Poi ha insistito per sapere chi era questa persona e quando gli ho detto che era una mia amica ha subito pensato a te e ha capito che ti piace Daniele perché l'uscita è con voi due.» confessò Giada guardando il pavimento.
Marianna scoppiò a ridere e le amiche la guardarono meravigliate.
«Perché ridi?» chiese Sofia.
«Perché Ale è più furbo di quanto sembra, è riuscito a far confessare Giadina» rispose lei.
«Ti giuro che non volevo Sofia, mi ha ingannata facendo giri di parole e mille domande e alla fine ho dovuto confermare, negarlo non avrebbe avuto senso, ormai aveva capito tutto» disse Giada chiedendo scusa all'amica.
«Non importa per questa volta ti perdono. E Daniele? Come hai fatto a convincerlo ad uscire con noi ed Ale? Non avrai detto la verità anche a lui?» chiese Sofia.
«No no, gli ho detto che Ale mi ha proposto di uscire per sistemare le cose tra di noi ma che non me la sento di rimanere sola con lui, così gli ho chiesto di accompagnarmi e gli ho detto che saresti venuta anche tu. Lo sguardo triste funziona sempre» spiegò Giada.
«Ma Ale lo sa che hai inventato questa scusa?» chiese Marianna.
«Sì, gliel'ho detto prima di parlare con Daniele ed era d'accordo» rispose Giada.
«Che strano» affermò Sofia.
«Sì è vero, sono rimasta sorpresa anch'io ma mi ha detto che mi voleva aiutare e ha capito che quello era l'unico modo per convincere Daniele» rispose Giada.
«Spero vada tutto bene domani. Sono un po' in ansia» confessò Sofia alle amiche.
«Tranquilla, andrà tutto alla grande e tu ti renderai conto se Daniele ti piace davvero e se anche a lui piaci tu. E poi ci sarò anch'io lì con te» disse Giada per tranquillizzare Sofia.
«Se lo dici tu allora ci credo» rispose Sofia sorridendo all'amica.

Il giorno dopo...

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Capitolo 23
*** Da capo ***


Il giorno dopo, verso le tre del pomeriggio, Giada, Sofia, Ale e Daniele uscirono.
«Dove volete andare?» chiese Ale.
«Perché non andiamo in un bar a bere qualcosa di caldo? Io mi sto congelando» propose Sofia.
«Buona idea, io voto per il bar» disse Daniele.
«Anch'io» disse Giada.
«Allora andiamo in un bar che è qua vicino e che fa delle buonissime cioccolate calde» disse Ale.
I ragazzi arrivarono al bar, entrarono e si sedettero ad un tavolo.
«Cosa vi porto?» chiese la cameriera.
«Per me una cioccolata calda» disse Ale.
«Anche per me una cioccolata calda» disse Giada.
«Per me un cappuccino» disse Daniele.
«E per me un tè caldo» disse Sofia.
«Ok, allora due cioccolate calde, un cappuccino e un tè caldo. Ora ve li porto» rispose la cameriera.
«Allora com'è andata la tua prima settimana di scuola Daniele?» chiese Ale per rompere il ghiaccio.
«Bene, bisogna seguire ritmi difficili a cui io non sono abituato ma presto ne farò l'abitudine» rispose Daniele.
«All'inizio è stato difficile anche per noi» disse Giada.
«Sì è vero, le prime due settimane sarò entrata in crisi come minimo dieci volte» disse Sofia.
«Confermo, io e Marianna abbiamo dovuto subircela ogni volta» disse Giada ridendo.
«Anche tu hai avuto una crisi» rispose Sofia per vendicarsi.
«Solo una però» disse Giada.
«Sì ma hai pianto tutta la notte, non ci hai fatto chiudere occhio. Io almeno dormivo di notte» disse Sofia prendendo in giro l'amica.
«Perché io non ne sapevo nulla di questa tua crisi?» chiese Ale a Giada.
«Perché non te l'ho detto. Il giorno dopo avevi una verifica e non ti volevo distrarre» rispose Giada.
«Per questa volta te lo lascio passare, la prossima volta dimmelo però» disse Ale.
«Va bene» rispose Giada.
«Come vedi non è stato facile per nessuno, nemmeno per la più brava della classe» disse Sofia guardando Giada.
«Non sono la più brava della classe» rispose Giada.
«A no? E chi sarebbe allora?» disse Daniele con tono ironico.
«Daniela è più brava di me» rispose lei.
«Non è vero, ve la giocate ma io preferisco te» disse Ale.
«Tu sei di parte» rispose Giada.
«Ma io no, e la penso come lui» affermò Daniele.
«Io penso che siate brave entrambe allo stesso modo.» concluse Sofia.
Dopo aver finito di bere ciò che avevano ordinato Ale si rivolse a Giada e le chiese: «Giada ti va se andiamo a fare due passi?»
«Ragazzi vi dispiace se vi lasciamo soli?» chiese Giada a sua volta a Sofia e Daniele.
«No andate pure, per me non c'è problema» rispose Sofia facendo l'occhiolino all'amica.
«Ok ma cercate di non litigare di nuovo» disse Daniele.
«No no, voglio solo parlare un po' con lei in privato» disse Ale.
«Grazie ragazzi, ci vediamo stasera» disse Giada.
«A dopo» li salutò Ale.
«Ciao» risposero Sofia e Daniele all'unisono.
Ale pagò per entrambi e poi uscirono dal bar.
«Il mio piano sta andando bene finora, speriamo si piacciano a vicenda, starebbero bene insieme» disse Giada contenta.
«Sì, ora però pensiamo un po' a noi due.» disse Ale.
«Di cosa vuoi parlare?» chiese Giada.
«Di nulla. Voglio portarti in un posto» le disse Ale.
«Dove?» chiese lei.
«È una sorpresa» disse lui.
«Dammi almeno un indizio» insistette lei.
«Voglio ripartire da capo, voglio farti innamorare di nuovo di me, foglio farti ridere e divertire come la sera del primo giorno che ci siamo conosciuti, quando siamo andati alla sagra. Ti ricordi?» disse lui.
«Certo che mi ricordo. Ma non c'è bisogno che mi fai innamorare di nuovo di te, sono già innamorata di te, ho solo bisogno di un po' di tempo per tornare a fidarmi come prima ma sei già sulla buona strada» rispose lei.
«Allora voglio farti innamorare di me per la seconda volta» disse lui prendendola per mano.
«Va bene, andiamo che sono curiosa» rispose lei.
Ale portò Giada in una...

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Capitolo 24
*** Fidati di me ***


Ale portò Giada in una pista di pattinaggio sul ghiaccio.
«Ale ma io non so pattinare» disse Giada.
«Te lo insegno io, non è difficile vedrai» rispose Ale.
«E se cado?» chiese lei preoccupata.
«Io ti prenderò prima che tu possa cadere. Fidati di me.» rispose lui dandole un bacio tra i capelli.
«Va bene, allora ci provo» disse lei.
Giada e Ale andarono a prendere i pattini.
«Che numero?» chiese la signora dietro al banco che distribuiva i pattini.
«44» rispose Ale.
«35» disse Giada.
«35?» chiese Ale meravigliato prendendo i suoi pattini.
«Sì, perché?» chiese Giada.
«No niente, è che hai 9 numeri in meno di me» rispose lui.
«E allora? Tu sei alto e poi sei un maschio» rispose lei alzando le spalle.
«Tu invece sei tutta in miniatura» la prese in giro lui.
«Ha..Ha...» rispose lei fingendo di essere offesa.
«Se ti può consolare però i tuoi piedini sono proprio carini» disse lui guardandola mentre si metteva i pattini.
«Andiamo a pattinare che è meglio» rispose lei arrossendo.
La pista era quasi vuota, c'erano solo cinque o sei persone, Ale entrò e fece un giro facendo giravolte come se fosse un professionista, poi tornò da Giada e le disse: «Dai vieni, non avere paura. Attaccati al bordo»
Giada si attaccò al bordò ed entrò in pista, tutti dicevano che era la stessa cosa di andare sui pattini a rotelle ma a lei sul ghiaccio sembrava mille volte più difficile. Le sembrava che i pattini volessero andare per conto suo, uno avanti e uno indietro, uno a destra e uno a sinistra.
«Dammi la mano» le disse Ale tendendole la sua.
«No Ale, ho paura di cadere» disse lei.
«Fidati di me. Dammi la mano» insistette lui.
Giada gli diede la mano e si staccò dal bordo ma dopo pochi secondi perse l'equilibrio, Ale riuscì a tenerla in modo da non farla cadere e lei si riattaccò subito al bordo della pista.
«Non ci riesco, sono proprio negata per il pattinaggio» disse lei ridendo.
«Non è vero, devi solo lasciarti andare e non avere paura» rispose lui.
«Ma se appena mi sono mollata stavo per cadere» disse lei.
«Dammi le mani e tieni i piedi pari» disse lui.
«No Ale, non riesco. Farò cadere anche te» rispose lei.
«Non cadremo né io né te, te lo prometto. Ti voglio insegnare a pattinare, quando impari è bellissimo, fidati» le disse lui.
Lei si fidò e gli diede le mani, Ale iniziò a pattinare all'indietro.
«Tu riesci a pattinare all'indietro portando anche me e io non riesco nemmeno a stare in equilibrio» disse Giada.
«Presto imparerai anche tu. Io ho imparato quando avevo circa cinque anni e poi non ho più smesso, mi piace troppo. Mi ha insegnato mia mamma, proprio così, come sto facendo adesso con te» disse lui.
«Ma eri piccolissimo quando hai imparato, io sto pattinando per la prima volta ora a 18 anni» disse lei cercando di rimanere in equilibrio.
«Ora prova ad alzare prima un piede e poi l'altro, ma lentamente, senza avere fretta» le insegnò lui.
Giada ci provò e ci riuscì, poi Ale la riportò sul bordo della pista.
«Allora? Ti piace?» le chiese lui.
«Sì» rispose lei sorridendo.
«Visto che non è così difficile? Ora devi solo lasciarti andare, dammi una mano» le disse lui.
Giada le tese la mano ed iniziarono a pattinare, Ale andava piano per non farla cadere e le dava dei consigli, Giada lo ascoltava attentamente stringendo forte la sua mano.
Mentre stavano pattinando, però, un ragazzo urtò Ale e gli fece perdere l'equilibrio, Ale cadde a terra e trascino con sé anche Giada che si ritrovò sopra di lui.
«Ti sei fatta male?» le chiese Ale guardandola negli occhi.
«No, tu?» rispose timidamente Giada.
«No» rispose lui.
Giada e Ale erano distesi a terra su un angolo della pista, una sopra all'altro, i loro occhi si persero gli uni dentro agli altri, i loro cuori battevano forte e le loro bocche sembravano delle calamite che si volevano unire.
I due ragazzi non riuscirono più a resistere e si baciarono; fu un bacio lungo e passionale, poi quando si staccarono Ale le chiese: «Questo bacio significa che ti fidi di nuovo di me e vuoi essere la mia ragazza?»
Giada lo guardò negli occhi e poi rispose...

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Capitolo 25
*** Di nuovo insieme ***


Giada e Ale erano distesi a terra su un angolo della pista, una sopra all'altro, i loro occhi si persero gli uni dentro agli altri, i loro cuori battevano forte e le loro bocche sembravano delle calamite che si volevano unire.
I due ragazzi non riuscirono più a resistere e si baciarono; fu un bacio lungo e passionale, poi quando si staccarono Ale le chiese: «Questo bacio significa che ti fidi di nuovo di me e vuoi essere la mia ragazza?»
Giada lo guardò negli occhi e poi rispose: «Sì, ai tuoi baci non resisto»
«Non sai quanto mi sei mancata in questi giorni, piccolina. Mi sono mancati i tuoi baci, i tuoi abbracci, le tue parole dolci e i tuoi occhietti innamorati quando mi guardi. Sono contento di stare di nuovo insieme a te» le disse Ale abbracciandola.
«Per questa volta va così, ma la prossima non ti sarà così semplice riconquistarmi» lo avvertì lei.
«Non ci sarà una prossima volta, te lo prometto» rispose lui.
«Comunque anche tu mi sei mancato molto, ti prego non litighiamo più, non mi piace» disse lei guardando Ale.
«Certo principessa, questa è stata la prima e l'ultima volta, promesso» disse lui.
«Speriamo» disse lei scompigliando il ciuffo di Ale.
«Dai alziamoci. Continuiamo a pattinare?» chiese lui.
«Sì» rispose lei alzandosi.

Verso le sette Giada e Ale tornarono a scuola, cenarono e poi andarono in camera per prepararsi per andare in discoteca.
«Com'è andata con Daniele?» chiese Giada a Sofia mentre sceglieva cosa mettersi.
«Benissimo, credo di piacergli. Quando tu ed Ale ve ne siete andati abbiamo iniziato a parlare e a conoscerci meglio» raccontò Sofia.
«Grande Sofia. A te Marianna com'è andato lo shopping con la tua amica?» chiese Giada.
«Bene, ci siamo divertite molto. Raccontaci piuttosto come vanno le cose tra te ed Ale» rispose Marianna.
«Sì, infatti. Dove siete andati?» chiese Sofia.
«Mi ha portato a pattinare sul ghiaccio. È stato dolcissimo con me e dato che era la prima volta che pattinavo mi ha insegnato come fare ed ha avuto molta pazienza. Lui è bravissimo, pattina da quando aveva cinque anni» rispose Giada.
«Quanto tempo pensi di prenderti ancora prima di tornare con lui?» chiese Sofia all'amica.
«Il tempo che mi serviva è finito quando mi ha baciato» disse Giada prendendo un vestito lungo e rosso con il corpetto a cuore.
«Quindi state di nuovo insieme?» chiese Marianna.
«Sì» rispose Giada indossando il vestito.
«Ma ti ha baciato all'improvviso o prima ti ha chiesto di tornare insieme?» chiese Sofia mentre si pettinava i capelli.
«No, un ragazzo che pettinava ha spinto Ale e dato che eravamo per mano io gli sono caduta sopra praticamente. Poi ci siamo guardati negli occhi e non abbiamo resistito» spiegò Giada.
«Ale ha ringraziato quel ragazzo?» disse Marianna ridendo.
«Perché avrebbe dovuto ringraziarlo? Ci ha fatto cadere» chiese Giada.
«Sì, ma vi ha anche fatto baciare. Se non foste caduti probabilmente non vi sareste baciati» spiegò Marianna.
«Non ci avevo pensato» rispose Giada.

Quando le ragazze furono pronte scesero e andarono all'entrata della scuola, erano le ultime e tutti stavano aspettando loro.
Quando Ale vide Giada spalancò la bocca e Roberto con una mano gliela richiuse, poi andò verso di lei, le prese la mano e le fece fare un giro.
«Sei bellissima principessa» gli disse lui.
«E sono più alta» disse lei indicando i tacchi.
«Sei sempre fantastica, con o senza tacchi» rispose lui.
«Andiamo ragazzi?» chiese Nicola.
«Sì» risposero tutti in coro.

Arrivati in discoteca Giada e Ale ballarono sempre insieme, fino a quando Giada non corse in contro ad un ragazzo che era appena entrato, gli saltò addosso e lo abbracciò. Lui la teneva stretta e rideva, poi iniziarono a parlare. Ale rimase immobile in mezzo alla pista da ballo, mentre li guardava, poi decise di avvicinarsi.
«Ehi Giada, mi hai lasciato da solo a ballare» le disse lui.
«Scusa ma ho visto entrare Antonio e non ho potuto non venire ad abbracciarlo» rispose lei, poi si rivolse al ragazzo e gli disse:«Mi sei mancato tantissimo, non sai quanto sono contenta di rivederti»
«Anche tu mi sei mancata molto piccolina» rispose lui.
Ale non ci capiva più nulla. Chi era quel ragazzo? Perché Giada era così contenta di vederlo? E perché l'aveva chiamata piccolina? Solo lui la poteva chiamare così...

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Capitolo 26
*** Lasciami ***


Ale non ci capiva più nulla. Chi era quel ragazzo? Perché Giada era così contenta di vederlo? E perché l'aveva chiamata piccolina? Solo lui la poteva chiamare così.
«E lui chi è?» chiese il ragazzo a Giada.
«Lui è Al...» stava per rispondere Giada, ma Ale la precedette.
«Il suo ragazzo» rispose Ale mettendo un braccio attorno al collo di Giada.
«Giada non mi avevi detto che ti sei fidanzata» disse lui.
«No, stiamo insieme da poco e non ne ho avuto l'occasione» rispose lei.
«Scusate, posso sapere chi sei?» chiese Ale iniziando a perdere la pazienza.
«Antonio» rispose lui.
«Perché conosci Giada, sei un suo amico?» chiese di nuovo Ale.
Giada roteò gli occhi e poi disse: «Ale che avevamo detto riguardo la gelosia?»
«Conosco Giada da quando è nata e no, non sono un suo amico» rispose lui ridendo.
«Ma se non sei un suo amico,allora cosa sei per lei?» chiese Ale cercando di stare calmo.
«Mio cugino» rispose Giada mettendo fine alla gelosia di Ale.
«Cosa?» chiese Ale stupito.
«Lui è Antonio, mio cugino» ripeté Giada ad Ale poi si rivolse al cugino e gli disse: «Antonio, lui è il mio gelosone Ale»
«Scusa, non sapevo fossi il cugino» si scusò Ale tendendo una mano al ragazzo.
«Non ti preoccupare, piacere» rispose lui, poi aggiunse: «Giada ora devo andare, sono qui con alcuni amici e mi stanno chiamando»
«Va bene, ci sentiamo presto e salutami gli zii» disse Giada.
«Lo farò, chiamami ogni tanto e buona fortuna con la scuola. Ciao Ale, è stato un piacere conoscerti» disse Antonio, poi si allontanò.
«Scusa, devo ancora imparare a controllare la gelosia» disse Ale a Giada.
«Dai andiamo a ballare, gelosone» disse Giada prendendo le guance di Ale tra il pollice e l'indice.
Dopo un po' che ballavano, Giada notò un ragazzo entrare in discoteca, poi disse: «Non ci credo, che ci fa qui?»
«Chi è, un altro tuo cugino?» chiese Ale continuando a ballare.
«No, il mio ex» disse Giada.
Ale smise di colpo di ballare e seguì lo sguardo di Giada per capire quale fosse il suo ex.
«Ma qual'è?» chiese alla fine non riuscendo a capirlo da solo.
«Quello con la maglia verde, Ale aiutami non voglio che mi veda» rispose lei.
«Tranquilla sta andando al bar, non credo ci veda, siamo nascosti dalla gente» la tranquillizzò Ale.
Dopo mezz'ora Roberto si avvicinò ad Ale perché doveva parlargli e i due si allontanarono lasciando sola Giada che decise di andare fuori a prendere un po' d'aria.
Stava rispondendo ad un messaggio quando sentì qualcuno che le mise le mani sui fianchi, si voltò di scatto e si ritrovò davanti il suo ex, era ubriaco e la guardava in modo malizioso.
«Da quanto tempo non ci vediamo Giada» le disse lui.
«Per fortuna» rispose lei.
«Ma ora ti ho trovata, dai torna da me» le chiese lui.
«No Matteo, non voglio più saperne nulla di te» rispose lei guardandolo con disprezzo.
«Cambierai idea, te lo assicuro» gli disse lui.
La mano che le aveva messo pochi secondi prima sulla schiena cominciò a scendere lentamente, sempre di più, Giada cercò di allontanarsi ma lui la trattenne con l'altra mano.
«Vattene e lasciami in pace, sei ubriaco» urlò lei.
«Voglio prendermi quello che non mi hai mai voluto dare» le disse lui mettendo le mani in posti in cui non avrebbe dovuto.
«Lasciami Matteo» le urlò lei spaventata.
«No» rispose lui trascinandola via.

Ale intanto aveva finito di parlare con Roberto e si era accorto che Giada non c'era più.
Chiese agli altri ragazzi se l'avevano vista e gli risposero che era uscita, Ale andò fuori ma non c'era, poi sentì i ragazzi che un attimo prima erano insieme all'ex di Giada dire che Matteo se ne era andato con la sua ex.
Ale si mise a cercarla, correva e la chiamava disperato ma non riceveva nessuna risposta.

Matteo portò Giada a due isolati dalla discoteca e la iniziò a baciare, Giada cercava di scappare ma lui la teneva ferma stringendole le braccia.
«Lasciami!» gridò Giada piangendo.
«Mai, non ti lascerò mai» rispose lui continuando a baciarla, poi iniziò ad alzarle la maglia fino a togliergliela.
«Lasciami ti prego» continuava a gridare Giada disperata fino a quando...

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Capitolo 27
*** Grazie ***


Matteo portò Giada a due isolati dalla discoteca e la iniziò a baciare, Giada cercava di scappare ma lui la teneva ferma stringendole le braccia.
«Lasciami!» gridò Giada piangendo.
«Mai, non ti lascerò mai» rispose lui continuando a baciarla, poi iniziò ad alzarle la maglia fino a togliergliela.
«Lasciami ti prego» continuava a gridare Giada disperata fino a quando Ale arrivò correndo e gridò: «Lasciala stare!»
«E tu chi saresti?» chiese Matteo.
«Il suo ragazzo» rispose Ale.
«Ale ti prego aiutami» disse Giada tra le lacrime.
«Lasciala, te lo ripeto per l'ultima volta» gli disse Ale.
«È stata mia prima di essere tua, voglio solo prendermi quello che non mi ha mai voluto dare» disse lui.
«È stata tua, non lo è più. L'hai tradita, l'hai persa, l'hai fatta soffrire e non la meriti» rispose Ale.
«Siamo uno contro uno, ma io sono avvantaggiato, ho Giada tra le mie mani. Vattene se non vuoi che le succeda qualcosa» gli disse lui.
«Ti sbagli, siamo cinque contro uno, chi è avvantaggiato ora?» disse Leonardo accompagnato dagli altri ragazzi della band che avevano seguito Ale.
«Non provare nemmeno a sfiorarla con un dito o te la vedrai con noi» lo minacciò Ale.
«Vattene o chiamiamo la polizia» lo avvertì Roberto.
Matteo lasciò Giada e se ne andò, Giada si accasciò a terra piangendo e Ale corse ad abbracciarla.
«Tranquilla è andato via» le disse Ale accarezzandole le schiena.
«Ho avuto tanta paura Ale» disse lei tremando per il freddo e per la paura.
Ale le passò la maglia e lei la indossò.
«Stai tremando, calmati. Torniamo al residence» disse Ale alzandosi.

Quando tornarono a scuola Giada e Ale andarono in camera di Giada.
«Grazie» gli disse lei.
«Per che cosa?» chiese lui.
«Per prima, mi hai salvata. Non voglio pensare a quello che sarebbe successo se non fossi arrivato tu» rispose lei.
«Non pensiamoci allora, pensiamo ad altro. Che farai per Natale? Manca poco ormai» chiese Ale.
«Torno a casa, passo il Natale con la mia famiglia. Tu che farai?» disse Giada.
«Rimarrò qui al residence» rispose lui.
«Non tornerai a casa?» chiese lei.
«No, i miei genitori sono in viaggio e mio fratello passerà le vacanze natalizie dalla sua fidanzata» rispose lui.
«Perché non vieni a con me?» chiese lei.
«Ma non saprei dove stare, dovrei andare in hotel e non ho abbastanza soldi» rispose lui.
«Puoi stare a casa mia, sciocco» disse lei ridendo.
«No, non voglio disturbare» disse lui.
«Ma non disturbi. Un po' di tempo fa ho parlato di te ai miei genitori e mi hanno detto che ti vorrebbero conoscere» disse lei.
«Va bene, allora accetto» rispose lui.
«Perfetto, poi li chiamo e li avviso» disse Giada sorridendo per la felicità.
«Conoscerò i miei suoceri e mia cognata. Non pensavo sarebbe arrivato così presto questo momento» disse Ale.
«Ti piaceranno, vedrai» gli disse Giada.
«Sì, il problema è se io piacerò a loro, però» disse Ale dubbioso.
«Ti adoreranno, ne sono sicura» rispose Giada dandogli un bacio.
«Grazie Giada» gli disse lui all'improvviso.
«Grazie a te per venire. Non riuscirei a starti lontana per così tanti giorni» disse lei.
«Nemmeno io» rispose Ale.

Le feste natalizie arrivarono in un batter d'occhio e...




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Capitolo 28
*** Casa dolce casa ***


Le feste natalizie arrivarono in un batter d'occhio e Giada e Ale presero il treno per andare nel paese di Giada, sarebbero rimasti lì per una settimana e poi sarebbero tornati a Roma per festeggiare capodanno con gli altri ragazzi.
«Non vedo l'ora di riabbracciare i miei genitori e mia sorella» disse Giada.
«E io non vedo l'ora di conoscerli, anche se ammetto che la cosa un po' mi spaventa» rispose Ale.
«Se gli piacerai anche solo metà di quanto piaci a me, non hai di che preoccuparti» gli disse lei.
«Ma tu gli hai detto che stiamo insieme vero?» chiese Ale.
«Ehm...non proprio» rispose lei.
«Quindi non lo sanno» dedusse Ale.
«No, avevo intenzione di dirglielo oggi, quando torniamo» disse lei.
«Tuo padre è protettivo?» chiese Ale.
«Sì, abbastanza. Perché?» chiese Giada.
«Per sapere se mi devo preoccupare e a quanto pare sì» disse lui.
«No, non ti devi preoccupare, ti adoreranno. I miei genitori sono fantastici e se io sono felice lo sono anche loro.» rispose lei.
«Allora mi fido, dopotutto se la loro figlia è una persona così meravigliosa lo devono essere per forza anche loro» disse lui dandole un bacio.
Dopo mezz'ora il treno arrivò a destinazione, Giada e Ale presero le valigie e scesero.
I genitori e la sorella di Giada erano lì che li aspettavano, lei corse subito ad abbracciarli e Ale la seguì, poi si presentò ai famigliari di Giada e loro lo accolsero a braccia aperte.
Quando arrivarono a casa Giada mostrò ad Ale la sua camera, il bagno, la cucina ed infine il salotto, poi si sedettero sul divano.
«Il pranzo è pronto, scommetto che siete affamati» disse la mamma di Giada.
«Grazie signora, in effetti un po' di fame ce l'ho» disse Ale ridendo.
«Cos'hai preparato mamma?» chiese Giada.
«Il tuo piatto preferito, lasagne al forno» rispose lei.
«Grazie mamma, ti adoro. Casa dolce casa...quanto mi siete mancati» rispose Giada sedendosi a tavola.
«Anche tu tesoro ci sei mancata tanto» le disse sua madre ridendo.
«Allora Ale come va a scuola?» chiese il papà di Giada.
«Bene, io e la mia band stiamo migliorando ogni giorno di più» rispose lui.
«Confermo, sono bravissimi» aggiunse Giada.
«E prima che scuola facevi?» chiese la madre di Giada.
«Ragioneria, ma la mia passione è sempre stata il canto» rispose lui.
«Anche Giada faceva ragioneria, ma si è ritirata all'ultimo anno per entrare nella scuola in cui andate ora» disse il papà di Giada.
«Quest'anno farai il diploma» disse Ale a Giada.
«Esatto, e la cosa mi spaventa abbastanza» rispose Giada.
«Se ti serve una mano potrei aiutarti» le disse Ale.
«Grazie» rispose lei.
«Quanti anni hai Ale?» chiese di nuovo il papà di Giada.
«21» rispose lui.
«Sei fidanzato?» chiese la madre di Giada.
Giada e Ale si guardarono, poi Giada gli fece cenno di sì con la testa.
«Dobbiamo dirvi una cosa» disse Giada.
«Cosa amore?» le chiese sua mamma.
«Ehm...volevamo dirvi che...che io e Ale....stiamo insieme» disse Giada.
«Davvero? E non mi hai detto nulla?» disse sua sorella correndo ad abbracciarla.
«Benvenuto in famiglia allora Ale. La verità è che non ce lo aspettavamo, nostra figlia ci aveva detto che sarebbe passato molto tempo prima che ci avrebbe presentato un nuovo fidanzato» disse il padre di Giada.
«Sono contenta per voi, sembri proprio un bravo ragazzo e Giada è felice, questo è l'importante» disse la madre di Giada sorridendo.
«Visto che ti hanno accolto bene? Ale era preoccupato della vostra reazione.» disse Giada.
«Avevi ragione, la tua famiglia è fantastica» affermò Ale ridendo.
«Te lo avevo detto» rispose lei unendosi alla risata.

Dopo pranzo, Giada e Ale, decisero di...

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Capitolo 29
*** Un futuro con te ***


Dopo pranzo, Giada e Ale, decisero di andare in paese.
Le vie del centro erano piene di luci e decorazioni natalizie, i negozi erano aperti ed affollati a causa dei saldi. 
Giada e Ale passeggiavano per mano, si fermavano a guardare qualche vetrina ed entravano in alcuni negozi.
«Mi piace il Natale, tutto diventa un po' più magico» disse Giada.
«Sì è vero, e le donne ossessionate per far compere» disse Ale guardandosi attorno.
«Ehi anch'io sono una donna» disse Giada fingendosi offesa.
«Tu? Una donna? Ma se sei appena diventata maggiorenne.» disse Ale per prenderla in giro.
«Cosa vorresti dire con questo? Che sono una ragazzina?» chiese Giada.
«No, che sei la mia piccolina» rispose lui baciandola, poi notò che Giada era in punta di piedi.
«Ma ti metti in punta di piedi per baciarmi?» la prese in giro lui di nuovo.
«Sì, e allora?» chiese lei facendo l'offesa.
«Mi piace quando ti arrabbi, sei dolcissima anche con il broncio» disse lui dandole un altro bacio.

Quando tornarono a casa, Ale si andò a fare la doccia, Giada invece parlò un po' con sua sorella.
«Da quanto state insieme?» chiese Serena.
«Quasi un mese» rispose Giada.
«Siete troppo carini insieme, si vede che vi amate» le disse Serena.
«Sì, lui poi è dolcissimo» rispose Giada.
«Raccontami tutto, è stato amore a prima vista?» chiese Serena alla sorella.
«Sì, ha cominciato a piacermi la prima volta che l'ho visto però ho voluto aspettare un po', per conoscerlo meglio, poi dopo alcune settimane ci siamo messi insieme, subito dopo abbiamo litigato ma abbiamo fatto pace quasi subito ed ora ci amiamo come non mai» raccontò Giada.
«Siete già andati oltre?» chiese Serena.
«In che senso?» chiese Giada non capendo di cosa parlava la sorella.
«Se siete già andati oltre al bacio» disse lei.
«No, non ancora. È un tema che non abbiamo mai affrontato per il momento ed è meglio così» rispose Giada.
«Perché?» chiese Serena.
«Non me la sento per il momento» rispose Giada.
«Sono contenta di vederti innamorata di nuovo sorellina» disse Serena sorridendo.
«E io sono contenta di esserlo. Ale è il primo ragazzo con cui sento di voler passare la vita intera assieme, con il quale mi immagino in un futuro sposata e con dei figli. Lo amo veramente tanto.» rispose Giada.
«Anch'io ti amo tanto amore mio» disse Ale mentre usciva dal bagno.
«Ale, da quanto stavi ascoltando?» chiese Giada imbarazzata.
«Da quando hai detto che sei contenta di essere innamorata di me» rispose lui.
«Meno male» disse lei a bassa voce tirando un sospiro di sollievo.
«Hai detto delle parole stupende e anch'io mi immagino un futuro con te, sposati, in una casa tutta nostra e con tanti figli» rispose Ale abbracciandola.

Dopo cena Giada e Ale si intrattennero un po' a parlare con i genitori e la sorella di Giada.
«Ale come vedi purtroppo la nostra casa non è molto grande e una stanza in più da darti non ce l'abbiamo, il divano è abbastanza scomodo per dormirci e l'unico posto in cui ci sta un materasso è la camera di Giada. Dormirai con lei però occhio, la nostra camera ė a fianco, è pur sempre la nostra bambina» disse il padre di Giada.
«Papà!» lo rimproverò lei.
«Non si preoccupi, va benissimo e alla sua bambina non succederà nulla, promesso» rispose Ale ridendo.
«Ti avviso che Giada è abbastanza inquieta quando dorme, si gira in continuazione» disse Serena ridendo.
«Sì, lo so» si lasciò scappare Ale pentendosene all'istante.
«Come fai a saperlo? Avete già dormito assieme?» chiese Serena guardando la sorella.
Giada la fulminò con lo sguardo, Ale abbassò la testa ed i genitori di Giada guardarono perplessi la figlia in attesa di una risposta.
«Giada, rispondi» le disse il padre con tono freddo.
«Sì, due volte ma non è come pensate. La prima io avevo la farebbe alta e, dato che le mie compagne di camera erano andate via per due giorni con la maggior parte dei ragazzi, Ale è rimasto a dormire con me, per non lasciarmi sola. La seconda lo stavo aiutando a studiare i testi di alcune canzoni e ci siamo addormentati nel divano del salotto» rispose Giada temendo la reazione dei genitori.
«Va bene, comunque il problema per adesso non si pone dato che ognuno avrà il proprio letto.» disse il padre di Giada rilassandosi.

Verso le undici Giada e Ale erano esausti e decisero di andare a dormire...

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Capitolo 30
*** Finalmente soli ***


Verso le undici Giada e Ale erano esausti e decisero di andare a dormire.
«Domani che facciamo?» chiese Ale stendendosi sul letto.
«Non lo so, ma dobbiamo arrangiarci a cucinare perché i miei vanno via» rispose Giada.
«Io sono negato per la cucina ti avviso» rispose lui.
«Allora ti insegno io» disse lei.
«Tua sorella sarà a casa?» chiese Ale.
«No, va via con il fidanzato» rispose lei.
«Quindi avremo tutta la casa per noi e potremo stare finalmente soli» disse lui.
«Sì ma parla piano che se ti sentono i miei cambiano idea e rimangono a casa» rispose Giada.
«Giusto, sono gelosi della loro bambina» disse Ale.
«Sì, ora dormiamo però che ho sonno» disse Giada.
«Va bene, buona notte piccolina» le disse lui.
«Buona notte amore» rispose lei.

Il giorno seguente, quando Ale si svegliò, Giada dormiva ancora, così intanto decise di prepararsi.
Poi si sedette sul letto di Giada, accanto a lei e cercò di svegliarla ma Giada si girò parte e continuò a dormire.
Pochi secondo dopo qualcuno bussò alla porta.
«Avanti» disse Ale.
«Stai cercando di svegliarla?» chiese la mamma di Ale.
«Sì, ma non ci riesco» rispose lui.
«È sempre stata un'impresa svegliarla, non ne vuole sapere, è una dormigliona» disse la mamma di Giada togliendo le coperte alla figlia per farla alzare.
«L'ho notato» disse Ale.
«Non so come facciano le sue compagne di camera a svegliarla ogni mattina. Quando viveva a casa e doveva andare a scuola dovevo trascinarla giù dal letto» disse la madre di Giada.
«Ti ho sentita» disse Giada alla madre.
«Se mi hai sentita allora alzati, dai» le disse lei.
Giada si mise seduta accanto ad Ale e si strofinò gli occhi.
«Noi andiamo via, torniamo questa sera verso mezzanotte. Vi ho preparato l'insalata di riso da mangiare. Ale fai come se fossi a casa tua.» disse la mamma di Giada.
«Va bene, è gentilissima signora» disse Ale.
«Grazie mamma» la ringraziò Giada.
«Divertitevi ma fate i bravi» disse sua madre uscendo.
«Mi ha rovinato i piani, io dovevo insegnarti a cucinare» disse Giada ad Ale con la voce ancora assonnata.
«Possiamo sempre fare un dolce» le propose Ale.
«Buona idea» disse Giada facendogli un sorriso.

Quando finirono di fare colazione Giada e Ale iniziarono a fare una crostata con la marmellata di fragole.
«Passami la farina» disse Giada ad Ale.
«Certo, ecco la farina» rispose Ale passandogliela.
Quando Giada posò la farina, Ale se ne mise un po' sul dito e poi toccò il naso di Giada.
«Dai mi sporchi» si lamentò Giada, poi prese anche lei della farina e sporcò il naso di Ale.
«Ora siamo pari» disse Giada ridendo.
Quando finirono la crostata, pranzarono e poi Giada si mise a lavare i piatti.
«Ti aiuto» si offrì Ale.
«No, grazie amore ma non serve» disse lei.
«Ma ti voglio aiutare» disse lui.
«Ale sei un ospite, gli ospiti non lavano i piatti» disse Giada.
«Allora io li asciugo» disse lui prendendo un canovaccio.
«Sei proprio testardo» disse Giada passandogli un piatto da asciugare.
Quando i piatti furono tutti puliti e asciutti Giada e Ale andarono in camera.
Ale abbracciò Giada da dietro e le disse: «Direi che ci meritiamo un po' di riposo, no?»
«Certo» disse Giada girandosi verso di lui.
Ale la baciò e Giada si lasciò trasportare da quel bacio che le provocava emozioni molto forti ma anche molto belle.
Dopo pochi secondi si ritrovarono sdraiati sul letto abbracciati, Ale la baciò di nuovo ma questa volta il bacio fu ancora più intenso e passionale; Giada sentiva le farfalle nello stomaco e il cuore batterle forte, Ale sentiva che aveva tutto ciò che desiderava tra le sue braccia, poi iniziò a sbottonarle la camicia...

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Capitolo 31
*** Ti aspetterò ***


Dopo pochi secondi si ritrovarono sdraiati sul letto abbracciati, Ale la baciò di nuovo ma questa volta il bacio fu ancora più intenso e passionale; Giada sentiva le farfalle nello stomaco e il cuore batterle forte, Ale sentiva che aveva tutto ciò che desiderava tra le sue braccia, poi iniziò a sbottonarle la camicia. Giada sentì un brivido percorrerle la schiena e la paura prendere il sopravvento ma non voleva dire di no ad Ale, non lo voleva deludere.
Ale, però, notò che Giada era strana e le chiese: «Va tutto bene?»
Giada annuì poco convinta e Ale le riabbottonò la camicia immaginando quale fosse il problema.
«Giada, se non vuoi devi solo dirmelo» le disse lui.
«Non é che non voglio, è che ho paura» rispose lei.
«Paura di cosa?» le chiese lui non capendo.
«Non lo so, ho paura» disse lei.
«Non so che esperienze hai avuto con i tuoi ex, ma ti assicuro che con me non devi avere paura» le disse lui accarezzandole una guancia.
«È quello il punto, io non ho esperienze, questa sarebbe la mia prima volta» disse lei guardandolo.
«Ma come, con il tuo ex in un anno non è mai successo nulla?» chiese lui.
«No, non mi sono mai sentita pronta, o forse lui non mi ha mai fatto sentire pronta. Mi dava fretta e mi faceva pesare il fatto che io non volessi avanzare.» disse lei, poi chiese ad Ale: «Tu, invece, hai già esperienza vero?»
«Sì Giada, con le mie ex ho avuto varie esperienze» rispose lui.
«Immaginavo» disse lei.
Ale rimase in silenzio fissando il soffitto, Giada lo guardò dispiaciuta.
«Sei arrabbiato?» chiese Giada.
«No, perché dovrei?» le disse lui guardandola.
«Perché sicuramente ti ho deluso» rispose lei con un tono triste.
«Non mi hai deluso Giada, se non sei ancora pronta io ti aspetterò fino a quando non lo sarai. Non ti voglio dare fretta, voglio che la tua prima volta sia indimenticabile» le disse lui accarezzandole i capelli.
«Grazie» rispose lei.
«Vieni qui, ti va se stiamo abbracciati e ci facciamo un po' di coccole?» le chiese lui.
«Sì» rispose lei.
«Giada, ti amo» le disse lui dandole un bacio.
«Anch'io ti amo» rispose lei accoccolandosi tra le sue braccia. 

Dopo un'ora Giada e Ale erano ancora lì, distesi a letto, a coccolarsi e a parlare.
«Hai sentito che vogliono introdurre delle lezioni di ballo anche per i cantanti e delle lezioni di canto per i ballerini» chiese Ale.
«Sì, me lo ha detto Sofia» rispose Giada.
«Come te la cavi con il ballo?» chiese lui.
«Così così, diciamo che preferisco il canto. Tu?» rispose lei.
«Io sono completamente negato per il ballo, prenderò sicuramente 4 in tutte le esibizioni. Ti auguro di non dovere mai ballare con me» disse lui ridendo.
«Non ti preoccupare, ti aiuto io» gli disse lei.
«Sei sempre così gentile tu? Aiuti sempre tutti» disse lui dandole un bacio sulla guancia.
«Sì, e poi te lo devo, tu mi hai insegnato a pattinare» disse lei.
«Ma tu mi hai insegnato a fare un dolce, ed è pure venuto buonissimo» aggiunse lui.
«È vero, allora due a uno per me» rispose lei.
«Calma piccolina, non mi hai ancora aiutato con il ballo. Siamo uno a uno» le disse lui guardandola mentre sorrideva.
«Ma ti ho aiutato con i testi delle canzoni. Siamo due a uno per me» rispose lei prontamente.
«Non cantare vittoria, presto ti supererò» le disse lui.
«Andiamo a mangiare una pizza questa sera?» chiese Giada.
«Va bene» disse Ale.
«C'è una pizzeria qui vicino che fa delle pizze buonissime» disse lei.
«Io mi affido a te, non conosco molto questo paese» disse lui.
«Allora io sarò la tua guida turistica» disse lei.
«ok, dopo la pizza però scelgo io dove andare, ho già in mente un locale perfetto» disse lui.
«Ma non era che non conoscevi il paese?» chiese Giada ridendo.
«Sì, ma ieri quando siamo andati in centro ci siamo passati davanti ed ho visto che questa sera fanno il karaoke» le spiegò Ale.
«Ah sì, ho capito di che locale parli. Ci andavo spesso con le mie amiche ed ogni domenica fanno il karaoke e i balli di coppia» disse Giada.
«Ed io che pensavo di farti passare una serata diversa dal solito» disse Ale.
«Ma sarà diversa, ci andrò con te per la prima volta e magari potremo cantare una canzone assieme. Ci sono sempre andata con le mie amiche, mai con il mio ragazzo» disse Giada sorridendogli.
«Allora sono contento di essere il primo» disse lui dandole un bacio.

La sera arrivò e Giada e Ale arrivarono in pizzeria, entrarono e...

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Capitolo 32
*** A te ***


La sera arrivò e Giada e Ale arrivarono in pizzeria, entrarono e si sedettero ad un tavolo.

Poco dopo ordinarono e dopo dieci minuti le pizze arrivarono.

«Avevi ragione, è proprio buona» disse Ale.

«Tre a uno per me» disse Giada.

«Perché?» chiese Ale addentando una fetta di pizza.

«Perché ti ho insegnato dove venire a mangiare la pizza qui» rispose lei.

«Ma non vale» si lamentò Ale.

«Certo che vale» disse lei.

In quel momento il cellulare di Giada iniziò a squillare e lei rispose: «Pronto...Ciao Sofia, come stai?...Bene, sono in pizzeria con Ale... Certo, dimmi....Davvero? Quando è successo?.... Che carino che è stato da parte sua...Te l'avevo detto che avrebbe funzionato....Sì, sono contenta per voi....Appena torniamo mi racconti tutto eh....Certo, anch'io ho un po' di cose da raccontare a te e a Marianna....Sì sì, torniamo per capodanno....Va bene.... Ciao Sofia e buon Natale»

«Era Sofia?» le chiese Ale.

«Sì, lei e Daniele si sono messi insieme» rispose lei.

«Davvero? Il tuo piano ha funzionato allora» disse lui.

«Sì, Daniele le ha fatto una sorpresa ed è andato a trovarla a casa sua ieri, e oggi si sono messi insieme» gli spiegò Giada.

«Sono contento per lui, un'altra coppietta tra gli alunni del primo anno» disse Ale.

«Ora non siamo gli unici almeno.» disse lei ridendo.

«Presto ce ne saranno altre, ne sono sicuro» affermò Ale ridendo.

«Sì, anche secondo me. Penso che i prossimi saranno Christopher e Francesca, stanno sempre assieme» disse Giada.

«L'ho notato anch'io» rispose Ale.

«E un altra futura coppietta potrebbero essere Marianna e Gabriele, vanno molto d'accordo ultimamente» aggiunse Giada.

«Gabriele? Pensavo fosse innamorato di te» disse Ale.

«Di me? Ma no, siamo solo buoni amici» rispose Giada.

«Meglio così, comunque la ragazza più bella di tutte ce l'ho io» le disse Ale.

«Amore, grazie ma non è vero che sono la più bella» disse lei arrossendo.

«E invece sì» insistette lui.

«Ti amo» disse Giada guardandolo.

«Anch'io» rispose Ale facendole un sorriso.

 

Verso le 10 andarono nel locale che aveva scelto Ale, era un bar ma aveva anche un palco ed una pista da ballo. Giada e Ale si sedettero ad un tavolo vicino al palco e ascoltarono una ragazza che cantava una canzone di Tiziano Ferro, non cantava male ed era abbastanza intonata.

«Ti porto qualcosa da bere?» chiese Ale a Giada.

«Sì, grazie. Ma qualcosa di analcolico»

«Un cocktail analcolico alla fragola va bene?» chiese Ale guardando il cartellone con i drink affianco al tavolo.

«Va benissimo» rispose lei.

Poco dopo Ale tornò al tavolo con due cocktail, uno alla fragola ed uno alla menta.

«Questa ragazza è bravissima a cantare» disse Giada mentre la ascoltava.

«Sì, è vero» concordò Ale.

«Perché dopo non cantiamo una canzone anche noi?» chiese Giada.

«Certo, che canzone vuoi cantare?» le chiese Ale.

«Non lo so, decidi tu» rispose Giada.

«Perché non cantiamo 'Vivo per lei' di Andrea Bocelli e Giorgia?» propose lui.

«Sì, adoro Giorgia» rispose lei entusiasta.

Quando la ragazza finì di cantare, Giada e Ale salirono sul palco e cantarono la canzone che avevano scelto, alla fine tutti li applaudirono e loro tornarono a sedersi.

«É stato bellissimo cantare con te» disse Giada sorridendo.

«Per me è stato un onore cantare con te. Mi aspetti un momento che vado al bagno?» disse Ale.

«Certo, vai pure» rispose Giada.

Dopo pochi minuti Ale era di nuovo sopra al palco.

«Sono di nuovo io, prima ho cantato insieme all'amore della mia vita, ora invece voglio cantare per lei, voglio dedicarle una canzone che fino a quando ero piccolo mi ha sempre colpito molto e ho sempre detto che quando avrei trovato il vero amore gliela avrei dedicata. Oggi è arrivato quel giorno perché ho capito che finalmente ho trovato il mio vero amore e per la prima volta voglio dedicare alla ragazza che amo questa canzone, 'A te’ di Jovanotti. Giada questa canzone è per te» disse Ale indicando Giada.

 

A te che sei l’unica al mondo

L’unica ragione per arrivare fino in fondo

Ad ogni mio respiro

Quando ti guardo

Dopo un giorno pieno di parole

Senza che tu mi dica niente

Tutto si fa chiaro

 

A te che mi hai trovato

All’ angolo coi pugni chiusi

Con le mie spalle contro il muro

Pronto a difendermi

Con gli occhi bassi

Stavo in fila

Con i disillusi

Tu mi hai raccolto come un gatto

E mi hai portato con te

 

A te io canto una canzone

Perch? non ho altro

Niente di meglio da offrirti

Di tutto quello che ho

Prendi il mio tempo

E la magia

Che con un solo salto

Ci fa volare dentro all’aria

Come bollicine

 

A te che sei

Semplicemente sei

Sostanza dei giorni miei

Sostanza dei giorni miei

 

A te che sei il mio grande amore

Ed il mio amore grande

A te che hai preso la mia vita

E ne hai fatto molto di pi?

A te che hai dato senso al tempo

Senza misurarlo

A te che sei il mio amore grande

Ed il mio grande amore

 

A te che io

Ti ho visto piangere nella mia mano

Fragile che potevo ucciderti

Stringendoti un po’

E poi ti ho visto

Con la forza di un aeroplano

Prendere in mano la tua vita

E trascinarla in salvo

 

A te che mi hai insegnato i sogni

E l’arte dell’avventura

A te che credi nel coraggio

E anche nella paura

A te che sei la miglior cosa

Che mi sia successa

A te che cambi tutti i giorni

E resti sempre la stessa

 

A te che sei

Semplicemente sei

Sostanza dei giorni miei

Sostanza dei sogni miei

 

A te che sei

Essenzialmente sei

Sostanza dei sogni miei

Sostanza dei giorni miei

 

A te che non ti piaci mai

E sei una meraviglia

Le forze della natura si concentrano in te

Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano

Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano

 

A te che sei l’unica amica

Che io posso avere

L’unico amore che vorrei

Se io non ti avessi con me

A te che hai reso la mia vita bella da morire, che riesci a render la fatica un immenso piacere,

A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande,

A te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di pi?,

A te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,

A te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore

 

A te che sei,

Semplicemente sei,

Sostanza dei giorni miei,

Sostanza dei sogni miei...

A te che sei,

Semplicemente sei,

Compagna dei giorni miei...

Sostanza dei sogni...


Quando Ale finì di cantare...

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Capitolo 33
*** Un mare di sogni ***


Quando Ale finì di cantare Giada salì sul palco e lo abbracciò, Giada aveva le lacrime agli occhi, Ale la guardò e poi la baciò, avevano ancora le parole della canzone in testa e quel momento sarebbe rimasto impresso per sempre nei cuori di entrambi.
Tutte le persone sedute sui tavoli applaudirono, Giada era aggrappata ad Ale come se fosse un koala, lui fece un giro su se stesso, la baciò di nuovo e poi la riportò al loro tavolo.
«Ti è piaciuta la canzone? Non sarò Jovanotti ma non me la sono cavata male no?» le chiese lui asciugandole le lacrime.
«Ti amo» disse lei emozionata.
«Che belle parole, per queste poche lettere lo rifarei altre mille volte» disse lu
«Ed io ti direi che ti amo ogni volta» rispose lei.
Poco dopo iniziarono i balli di coppia e quando misero un lento Ale invitò Giada a ballare.
I due ragazzi erano in mezzo alla pista, abbracciati che si muovevano trasportati dall'amore; erano così vicini che riuscivano a sentire i loro cuori battere, Ale sentiva il profumo di Giada, aveva messo il profumo che a lui piaceva tanto, e Giada sentiva quello di Ale, glielo aveva regalato lei.

Il giorno dopo era la vigilia di natale e Giada e Ale decisero di andare a fare compere. 
Giada entrò in vari negozi trascinandosi dietro anche Ale e comprò un regalo per Sofia, uno per Marianna, uno per i suoi genitori ed uno per sua sorella. Le mancava solo quello per Ale, ma voleva che fosse qualcosa di speciale, qualcosa di unico ma sopratutto che avesse un significato, che non fosse solo un oggetto materiale. Poi entrò in un negozio di musica e trovò il regalo ideale, lo comprò senza che Ale vedesse e lo mise in borsa.
Ale comprò dei pensierini per i ragazzi della band, un regalo per i suoi genitori e uno per suo fratello. A Giada voleva comprare un regalo che rappresentasse il loro amore ma non riusciva a trovare nulla, fino a quando non entrarono in una gioielleria; Giada andò a guardare gli orecchini e Ale intanto vide il regalo perfetto per lei, lo comprò e lo mise dentro alla borsa con gli altri regali senza che lei vedesse.

Verso le sei del pomeriggio decisero di andare a fare una passeggiata lungo la spiaggia, Giada era incantata a guardare il mare.
«A che pensi?» chiese Ale vedendola assorta nei suoi pensieri.
«A quanto mi mancasse questo mare» rispose Giada senza distogliere lo sguardo.
«Ci venivi spesso?» le chiese lui.
«Sì, ogni volta che ero triste, o che avevo bisogno di stare sola, o che volevo solamente pensare un po'. Guardare il mare mi fa sentire bene» rispose lei.
«Secondo me ha la stessa funzione del cielo, ascoltare i sogni dei sognatori» disse Ale.
«Sì, anch'io la penso così. Forse perché entrambi sembrano infiniti» rispose lei.
«Sembrano infiniti perché i sogni sono infiniti, e loro li contengono tutti fino a quando non si realizzano» disse Ale.
«Sei un sognatore nato» disse Giada ridendo.
«Lo so, anche tu non scherzi però» rispose lui.
«Sì, anche se è da poco che ho ricominciato a sognare. C'è stato un periodo in cui non credevo più nei sogni» disse lei.
«Lo posso immaginare» rispose lui abbracciandola.
«Non sai quante volte ho chiesto a questo mare di ridarmi i miei genitori biologici, ero così ingenua, non riuscivo ad accettare la realtà e quando ho visto che il mio sogno non si realizzava ho smesso di sognare» disse Giada.
«Non eri ingenua, credevi nei sogni. I sogni non hanno limiti, si può sognare qualsiasi cosa» le spiegò lui.
«Ma tu hai sempre creduto nei sogni?» gli chiese Giada.
«Sì, mia mamma mi ha trasmesso questa passione fin da piccolo e quando ho visto che molti dei miei sogni si sono avverati ho iniziato a crederci davvero e ho anche iniziato ad interessarmi sul loro significato» disse lui.
«Non mi avevi mai detto di essere appassionato anche al significato dei sogni» disse Giada.
«Sì, in realtà sono appassionato a tutto ciò che riguarda i sogni. Se qualche volta vuoi sapere perché hai fatto un certo sogno chiedi pure» disse Ale.
«Che bello anche a me piacerebbe imparare ad interpretarli»
«Beh ti posso insegnare se ti va» le disse lui.
«Davvero? Certo che mi va» disse lei.
«Ti avviso che ora siamo tre a due» le comunicò Ale.
«Sono comunque in vantaggio io» disse Giada ridendo.

Quando tornarono a casa cenarono con la famiglia di Giada e parlarono un po' mentre aspettavano la mezzanotte.
Quando l'orologio segnò mezzanotte tutti si fecero gli auguri e poi iniziarono ad aprire i regali...

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