Occhi neri

di Thingsthinker
(/viewuser.php?uid=629534)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Lupi ***
Capitolo 3: *** Fragilmente Indistruttibile ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


 
 
                 Image and video hosting by TinyPic



Prologo
-------------------------------------------------
 
Il ragazzo corre, scappa. Le radici antiche indurite dal gelo e dalla neve di quella notte d'inverno non gli facilitano il compito: incespica, cade, si rialza.
Alle sue spalle degli ululati. Il suo sguardo è accecato dalla paura, il suo udito percepisce soltanto il suono di moltissime zampe che si muovono a loro agio nella coltre candida che ricopre il bosco.
Il cacciatore è preda.
Mai aveva trovato così tanti lupi nella foresta. Sono grossi, si muovono come un'unica macchia nera che dilaga sulla neve.
Guarda il cielo mentre prega. Ha bisogno di un miracolo, deve salvarsi.
Si guarda intorno nella speranza di potersi arrampicare su un albero. 
Invece i tronchi, neri nella notte, protendono i loro rami di legno solo verso il cielo, negandogli un aiuto.
Si arrende. E' dura farlo, è dura pensare che la sua vita finisce ora, è dura smettere di combattere.
E' stremato, sfinito; si accascia ai piedi di un salice piangente, schiacciandosi più che può verso la corteccia.
I lupi sono vicini. Ben presto lo accerchiano, veloci, letali. Sono dieci, forse quindici. Le loro bocche sbavano fameliche assaporando già la carne umana.
Il giovane si sente già morto, quando nel buio risuona un canto.
Quattro note, semplici, chiare, pulite. Sembra più il suono delle campane a vento, ma il cacciatore potrebbe giurare che a emetterlo è una voce umana, estremamente limpida.
I lupi, con stupore del ragazzo, si accucciano come bestioline docili, negandogli la loro attenzione.
Per un attimo, tutto è immobile. Il cacciatore osserva la foresta attraverso i rami del salice che il vento soffia piano. E poi, vede una mano. Una mano piccola, bianca, che sposta di lato le fronde.
E gli occhi della fanciulla sono color del ghiaccio, grandissimi. Risaltano sulla pelle color della neve, evidenziando la bocca piccola e rossa.
I capelli sono neri come una notte senza luna, sciolti, alcune ciocche sono intrecciate con perline di legno e di ceramica. Il corpo è coperto da un drappo nero tenuto unicamente da una piccola cinta di cuoio, in cui è infilato un coltellino con la lama seghettata.
 
La ragazza fa segno di seguirla e il giovane, non avendo altra scelta, ubbidisce.
E' qualcosa di irreale, che supera la paura, che dopotutto è così strano da non esserlo quasi per niente.
La giovane si muove agile tra le fronde e il ragazzo la segue incespicando. "E' quasi una bambina" riflette fra se. 
I piedi nudi non fanno il minimo rumore nella neve, mentre il ragazzo incespica inciampando nelle radici sporgenti e nei viticci.
- Chi sei? - chiede il ragazzo.
La creatura non risponde. Continua ad avanzare, furtiva. Getta uno sguardo al cielo. Le nuvole si stanno diradando.
La ragazza accelera il passo, finché non sembra volare leggiadra e neanche sfiorare la terra.
 
Il giovane è inquieto. Ha paura, ma allo stesso tempo è incantato. Quando intravede le prime luci del paese tira un sospiro di sollievo.
Sono al confine del bosco. Il giovane accelera, sollevato. Si blocca di colpo quando vede che la ragazza non lo sta seguendo.
- Non vieni? - chiede
La ragazza fa segno di no con la testa, ma è preoccupata.
Proprio mentre un ombra di terrore attraversa i suoi occhi trasparenti, essa distoglie la propria attenzione dal ragazzo, e la rivolge al cielo.
Precisamente, alla luna.
- Ehi? - chiede il giovane. Ha un brutto presentimento. 
- Ragazza? Devi venire, presto! - dice chiamando la fanciulla. - Ci sono i lupi, la dentro! Ti uccideranno, ti... -
 
Troppo tardi. Quando si volta verso di lui, la sua espressione non è umana.
 
E i suoi occhi sono neri come il buio stesso.




 
 
 
 
 

Hi guys, davvero incredibile che abbiate letto tutto questo mio delirio.
C'è da dire che è una storia già completata e la sto rivedendo e pubblicando, quindi ho già un paio di capitoli pronti.
Non è il genere di storia che va su EFP (le fanfiction sui cantanti sono molto più popolari), ma d'altronde NESSUNA DELLE MIE STORIE LO E'.
E niente, lasciatemi un commentino se vi va.
Un bacio,
Lee

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Lupi ***


O C C H I N E R I


L
upi
--------------

 
Una folata di vento muove le fronde e fa  cadere una sottile cascata di neve candida sui capelli corvini della ragazza.
La bocca rosso sangue si schiude in un ghigno disumano, lasciando scoperti i denti bianchi e affilati, che le tagliano il labbro inferiore. Il sangue vermiglio cola sulla veste. La pelle comincia a coprirsi di peli grigi e folti.
Le orecchie si spostano in alto, diventano aguzze e cominciano a muoversi in continuazione, visibilmente più sensibili ai suoni del bosco.
La creatura si slaccia la cinta, la veste nera  cade con un fruscio; ma quando il ragazzo riesce ad intravederlo, il suo corpo non è umano. E’ interamente ricoperto di pelliccia.
La creatura muove le zampe da lupo nella neve soffice, facendo ancor meno rumore di prima.
Il terrore annebbia svelto la mente del giovane cacciatore, che comincia a indietreggiare.
La fanciulla sembrava dolce, impaurita, delicata. Ora non è rimasto niente. Quello che avanza verso di lui è un lupo gigantesco, delle dimensioni di un orso.
I suoi occhi sono color della pece, dilatati e famelici.

La creatura avanza nella neve. Scruta il ragazzo. Ha fame.

Il ragazzo capisce che della bella fanciulla dai capelli neri non è rimasto niente, e comincia a scappare.
Sente la creatura mettersi a quattro zampe e cominciare a correre. Ben presto lo raggiunge.
Egli la sente. I suoi passi sono vicini, vicinissimi. Sente il suo fiato caldo sulla propria schiena. Il giovane cade, lancia un grido di aiuto.
Si rialza e a quel punto leva lo sguardo. Il muso della bestia è vicinissimo a quello del ragazzo. I loro respiri si confondono. Quello della bestia puzza di fame, di sangue, di morte.
Quello del ragazzo è freddo, ansimante, ed egli respira a fondo, convinto che potrebbero essere i suoi ultimi attimi di vita.

La Creatura lo fissa negli occhi. Anche il cacciatore la fissa, ma quelli della bestia sono troppo grandi. Non sa bene dove guardare, fatica a non perdersi in quel lago nero.
Eppure è diventato un gioco di sguardi. Un gioco mortale.

Dopo, è tutto un attimo. Alle proprie spalle, il ragazzo sente delle urla. Si gira, riesce a vedere un gruppo di persone con fiaccole e forconi; in quel momento, la Creatura sferra il colpo.
Tre graffi identici e profondi, inflitti dagli artigli dell’animale, provocano al giovane un grido di dolore.
La bestia lo guarda di nuovo negli occhi castani. Poi guarda la ferita. Il sangue riluce alla luna piena, e brilla sulla pelle ambrata come rubino liquido. Il ragazzo ha un’espressione sofferente.
La Creatura guarda alle spalle del giovane. Gli uomini si stanno avvicinando. Il fuoco danneggia i suoi occhi abituati al buio.

Piomba pesantemente a terra, si mette a quattro zampe, quindi se ne ritorna nel bosco.

 

***
 
- Sam! – chiama una ragazza.
Il giovane si gira, le sorride. Ha dei bellissimi occhi verdi.
- Rosemary… - dice piano.
E’ seduto su un muretto di pietre accatastate vicino a casa sua. Lo sguardo della ragazza, che smette di correre verso di lui, si posa sulla fasciatura del braccio sinistro.
- E’ tutto vero? – 
Il ragazzo le si avvicina con passo lento, rassicurante. Le suole dei suoi scarponi stridono sulla neve. Va incontro alla ragazza, poi parla.
- Un lupo, Rose. Un semplice lupo. Nulla di cui spaventarsi. –
- Ma John Farmer ha detto che… -
- John Farmer dovrebbe imparare a dire meno bugie, un giorno o l’altro. –
- Oh, Sam! Quando me l’hanno detto io… -
Sam la abbraccia, le sue labbra si posano sulla fronte della ragazza.
- E’ andato tutto bene, no? – sussurra all’orecchio – Dopotutto, sono un cacciatore, cosa credevi? Che avrei avuto a che fare con ciclamini e roselline selvatiche? 
La ragazza sfodera un timido sorriso e arrossisce un poco.
- Stupidina. –
- Ora vado, Mrs Toolaph ha bisogno di alcune consegne urgenti e così… -
Il ragazzo la bacia, le loro labbra si scaldano a vicenda nel gelo del mondo.
- Vai. – dice Sam sorridendo.
Rosemary si allontana correndo, i ricci color dell’oro che rimbalzano sulla schiena coperta dal mantello di lana grezza. La ragazza monta al volo sul suo cavallo, un vecchio ronzino grigio che a malapena riesce a reggere il suo peso di ragazza pienotta. Si  gira un’ultima volta a sorridere a Sam, poi parte al galoppo giù per la stradina sterrata che porta al paese.
Il ragazzo continua a fissare quella figura finchè non diventerà un puntino nero. Si sposeranno, questo lo dice tutto il paese. E lui è felice. Rose è la ragazza che fa per lui.
Sam entra in casa a prendere la balestra. La stanza è piccola, con solo una camera e due lettucci. Vive insieme a sua nonna, una buona, vecchia donna che conosce tutti i poteri curativi delle erbe.
Sam afferra un mantello nero abbandonato sul suo letto, se lo allaccia per bene e esce fuori. Il cielo bianco ha cominciato a far cadere sottili fiocchi di neve che si posano dovunque, imbiancando a poco a poco ogni cosa.
Il ragazzo si dirige verso la biblioteca: deve fare alcune ricerche.
Ricorda quello che ha detto a Rosemary: “Un lupo, Rose. Un semplice lupo.”
E’ stato davvero così? No, no di certo.

Le strade gelate si intrecciano l'un l'altra. Il ragazzo conosce il paese come le sue tasche, perciò non dubita un attimo prima di imboccare un vicolo cieco che termina con una porta. Bussa un paio di volte.
Apre una donna dal viso tirato infagottata in un abito di flanella marrone. E' vecchia quasi quanto sua nonna, ma meno vigorosa. Un fuoco scoppiettante danza alle sue spalle nel camino di mattoni.
- Buongiorno, Miss Murphy. - 
La donna sorride, non parla ma legge gli occhi. La sua casa è piena zeppa di libri, è la cosa più simile ad una biblioteca che hanno lì al paese. Miss Murphy annuisce e si scosta per farlo passare.

Quando, qualche ora dopo, esce dal vicolo, è più confuso di prima. Prima non sapeva niente, ora ha delle ipotesi. Improbabili, ma pur sempre ipotesi.
Eppure, riflette, la ragazza non può essere altro che quello. Licantropi. 
I libri di leggende di Miss Murphy sono pieni di questa roba. Gli uomini-lupo. 
Sono uomini quasi sempre, tranne nelle notti di luna piena, quando si trasformano, e allora perdono la coscienza e non possiedono più il dono del pensiero razionale. Alcuni vivono in branco, altri sono solitari. Si nutrono generalmente di animali, ma la carne umana è molto più nutriente ed energetica, per loro. Un licantropo può sopravvivere per due settimane, dopo aver mangiato anche il più scheletrico degli uomini.
Deciso a saperne di più, Sam si tira su il cappuccio e affretta il passo, dirigendosi verso la foresta. Man mano che si avvicina le impronte della bestia si fanno più nitide, e il cacciatore si affretta a cancellarle. Una volta nascosto dalle fronde degli alberi, le segue, e scopre che portano ad una grande rupe coperta di neve. Il sentiero per arrivarci è ripido e pietroso, ma alla fine si ritrova su uno spiazzo in pietra sull'orlo di un precipizio.
Una grande grotta sbocca su di esso. Un lupo grigio monta la guardia seduto, e scruta il panorama, o forse qualcosa di più vicino.
Il ragazzo esce dalla sporgenza dove si è nascosto imbracciando il fucile. Il lupo volta in muso con uno scatto, balza sulle quattro zampe. Ringhia, un suono basso, un avvertimento .
In quel momento, dalla caverna arriva un verso. E' una via di mezzo fra un ringhio e un richiamo cantato, un suono puramente consonantico. La voce è flebile, delicata, fragile come il vetro. 
La ragazza esce dalla penombra della grotta. E' lei. Quella che gli ha salvato la vita e dopo, subito dopo, si è trasformata sotto i suoi occhi in una bestia sanguinaria e violenta che ha cercato di ammazzarlo.
Indossa la stessa veste nera, e ora Sam la può vedere meglio. Ha la pelle lattea, quasi trasparente, arrossata intorno agli occhi, probabilmente per il fuoco della notte prima. Va in giro scalza e sbracciata, come se la sua pelle non risentisse minimamente del clima. I capelli sono davvero lunghissimi, neri come le penne di un corvo e lisci come l'olio; alcune piccole ciocche sono intrecciate e decorate con perline di legno, rametti, piccoli fiori bianchi.
Quando lo vede, la ragazza fa un piccolo urlo. I suoi occhi chiari, quasi trasparenti, si poggiano sulla fasciatura che intravede sotto il mantello. Assume un'espressione mortificata, quasi sofferente, e se possibile diventa ancora più pallida. Emette uno strano suono, una via di mezzo fra un singhiozzo angoscioso e un gemito di dolore; però non si muove.
Un paio di lupi, uno bianco e uno nero screziato di grigio, emergono dal buio alle spalle della ragazza, facendo di colpo un balzo in avanti verso Sam. Il cacciatore, preso alla sprovvista, spara un colpo, ma il proiettile trova solo una pietra a qualche centimetro dalla zampa del lupo bianco. L'animale la schiva e fa un balzo laterale, trovandosi proprio davanti al cacciatore. Quello grigio è già alla sua sinistra, dalla parte del sentiero. Lo stanno spingendo verso il precipizio.
La ragazza urla altri due richiami. Hanno un suono sibilante e forte allo stesso tempo. I lupi si voltano,  confusi, quasi rispondessero al richiamo. Poi rivolgono un ultimo sguardo assassino al cacciatore e tornano trotterellando verso la ragazza, accucciandosi ai suoi piedi come docili cuccioli.
Il ragazzo fa circospetto qualche passo avanti, poi si accovaccia e poggia il fucile, rialzandosi. La ragazza viene verso di lui, il suo respiro che si perde in piccole nuvolette d'aria, che sfumano verso l'alto. Allunga una piccola mano dalle dita affusolate.
Il cacciatore la guarda, incerto; poi si decide e ci poggia sopra la sua, forte e salda, dalla carnagione ambrata. Incredibilmente, la piccola mano femminile non è gelata come si aspettava. La ragazza indietreggia fissando il ragazzo; il suo sguardo è limpido e fragile. Lo porta nella caverna tenendolo per mano. Addossati ai muri (seduti, sdraiati, in piedi o che dormono) ci sono moltissimi lupi. La ragazza porta Sam fino in fondo, su una pelle di lupo, e gli fa cenno di sedersi. Rimane un po' così, a guardarlo, senza dire niente. 
Gli tocca il viso, fa scorrere le dita affusolate sulle mascelle, dove la barba sta ricrescendo. Studia i capelli, castani e folti come non ne ha mai visti, gli occhi quasi dorati. Osserva le mani grandi, ruvide. Non gli stacca gli occhi di dosso neanche per un secondo, come se fosse una finestra sul mondo e lei volesse imparare tutto il possibile.
Alla fine, è lui che parla per primo. 
- Io sono Sam. Tu, chi sei? Come ti chiami? -


 

*fa un inchino ma riceve solo pomodori*
Btw, bentornati!
Scrissi questa storia circa un annetto fa, ora la sto rivedendo e mi accorgo che non so classificarla.
E' un ibrido tra una favola e un racconto shaekspiriano, frasi all'antica mescolate con spezzoni di scrittura libera.
E' la storia con meno dialoghi che io abbia mai scritto in assoluto, e anche l'unica cha parla di un sentimento così forte.
Posso dire che ha alcuni elementi di fiaba e quindi poco realistici: il paesino, il cacciatore, i forconi eccetera eccetera.
Questa storia è un Nonsocosa e spero che vi piaccia.
Un bacio,
Lee

PS: se vi interessa questo è il mio profilo facebook "da autrice": troverete informazioni su quando starò per pubblicare gli aggiornamenti, sulle altre mie storie, e potrete guardare le foto dei personaggi, che sto per inserire:
https://www.facebook.com/profile.php?id=100008104248622 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Fragilmente Indistruttibile ***


O C C H I N E R I



Fragilmente Indistruttibile
--------------

 
La ragazza non risponde. Piuttosto, si piega in avanti sporgendosi poco verso l'alto, finchè non si trova a un paio di centimetri dal volto del ragazzo. I loro respiri si confondono.
Il cacciatore si scansa di colpo. No. E' troppo simile alla situazione della notte scorsa. 
Sam scatta in piedi.
- Scusa. - dice - Che stai facendo? - quindi si avvia verso la fine della caverna.
E' stato un idiota completo. Che cosa è tornato a cercare? Un mostro? Una ragazzina psicopatica che vive con un branco di bestie? Si sente stupido, e ha paura. 
Ma non è la ragazza, che lo spaventa. E' qualcosa dentro di lui. Qualcosa di selvaggio, di inconsueto, che preme per uscire quasi da fargli male. E quel qualcosa vuole la ragazza. Non sa bene se la vuole viva, morta, se vuole baciarla o se vuole veder scorrere il suo sangue.
Quando si trova di nuovo sullo spiazzo davanti alla grotta si volta a guardarla. 
Ella è rimasta lì, inginocchiata, la testa ripiegata sul petto, la veste nera allargata intorno a lei sulla pelle di lupo. I capelli corvini nascondono parte del viso, ma il giovane riesce a distinguere una lacrima cristallina che sgorga dagli occhi chiari e, solcate le guance di porcellana, bagna la veste.
I lupi accovacciati lungo le pareti lo fissano, quasi tutti.
E lei è lontana, alla fine di quella caverna, da sola. Così terribilmente spaventosa, così umanamente fragile. Soprattutto, sola.
Un vento fievole ma gelido gli smuove i capelli, gli fa sbattere gli occhi. Lassù su quello spiazzo roccioso fa un freddo dannato, ma lui non riesce ad andarsene. 
Aspetta ancora, non sa bene cosa. Forse aspetta che lei alzi lo sguardo e crolli a pezzi. O forse sta aspettando che si trasformi e che lo uccida lì, sul momento, almeno per risparmiarlo dal fare quella terribile scelta.
Ma la ragazza-lupo rimane seduta, bianca come la neve ma avvolta dal buio, da occhi di creature che per proteggerla avrebbero ucciso Sam in un colpo solo. 
Ma lei non gliel'aveva permesso.
L'aveva risparmiato, e per cosa? Perchè lui la trattasse con un disgusto evidente, un disprezzo così doloroso da toglierle la forza di reagire.
Sam ha paura di se stesso, un se stesso che non conosce, che quella ragazza gli fa rivoltare contro. E' il tradimento interno di un compagno amico.
Io non avrò più niente a che fare con questa ragazza, decide, voltandosi, prendendo il fucile e riscendendo per il sentiero.
Ma mentre ridiscende dalla montagna sforzandosi di non pensare, e viola il silenzio gelido della foresta, si rende conto che vi ritornerà presto.

 
***

 
Il giorno dopo, Sam si alza con una strana sensazione allo stomaco. Vuoto. E' come se mancasse qualcosa. Quel qualcosa che il giorno prima, quando era con la ragazza, lo riempiva e anzi, premeva per uscire, ora lo fa sentire vuoto. E comincia a pensare, con terrore, che l'unico modo per colmare quel vuoto è tornare alla Rupe dei lupi.
No. si dice deciso, Non tornerò.

Mezz'ora dopo si trova ai piedi della rupe, pronto ad imboccare il sentiero che lo porterà alla caverna.
Non sa cosa sente, non sa perchè è lì, o forse è che non lo vuole sapere. Si concentra sul tentare di non congelare e si incammina.
Quando si trova nello spiazzo, vede che la ragazza è lì. Se ne sta raggomitolata su se stessa, e fissa il vuoto. Quando lo vede, sgrana gli occhi grigi per la sorpresa, si alza e gli va incontro.
E subito, il petto del cacciatore sembra riempirsi di qualcosa. Di qualcosa di segreto, potente, proibito, che lui stesso non riesce a controllare.
Però si sente meglio. Quella sensazione che lo colma è molto meglio del vuoto spiazzante di prima.
La ragazza trema, la sua pelle sembra quasi traslucida. Serra le labbra come per frenare una parola di troppo, ma Sam dubita seriamente che sappia parlare.
Tiene gli occhi bassi. Ha paura di sbagliare di nuovo e il cacciatore se ne accorge, mormora qualche parola rassicurante e siccome non è sicuro che capisca, confida nel fatto che il suo tono sia caldo, tranquillizzante. Non sa bene cosa fare, rimangono fermi nel gelo.
Comincia a nevicare. La neve fiocca sulla roccia, il vento porta i cristalli di neve fino all'entrata della caverna.
La ragazza alza gli occhi e questi sembrano trafiggerlo. Muove un passo indietro, poi un altro, un altro ancora. Con un piccolo cenno del capo gli fa segno che può entrare, che la segua.
Si siede di nuovo sulla pelle di lupo, la veste le si allarga intorno esattamente come il giorno prima. Sam la imita ma prende le distanze. Lei capisce. Si scurisce un po' il volto, si sposta nervosamente i capelli.
E il cacciatore, a quel gesto, non può fare a meno di sorridere: il movimento delle sue mani è umano, incredibilmente umano. Quel segnale di nervosismo così diffuso tra le ragazze ce l'ha anche lei. 
Questo, in qualche strano modo, lo rassicura. E' la prova che la parte umana, in lei, domina su quella animale.
Scioglie i muscoli, si rilassa. 
Si indica, si batte il petto con l'indice e scandisce:
- Io Sam. - lei annuisce, ripete il nome sibilando la S. La voce le esce limpida, e Sam è stupido che, con tutto quel tempo senza usarla, sia perfettamente allenata.
A quel punto Sam punta il dito verso di lei e dice:
- Tu...? - la ragazza capisce che lui si aspetta una risposta, sgrana gli occhi, poi li abbassa, quasi vergognandosi. Sam aspetta ancora e rimane in silenzio. Allora lei lo guarda, alza le spalle.
- Mh. Va bene, dunque... capisci - dice più lentamente - Capisci quello che dico? -
La ragazza sgrana gli occhi, forse capisce ma non sa come comunicarglielo.
Lui gli mostra come annuire per dire si, e come scuotere la testa per dire no. A quel punto, lei annuisce con energia.
Sam si lascia sfuggire un sorriso di soddisfazione.
Lo sapeva.

 
***


Dopo quel giorno, il cacciatore torna spesso alla rupe. 
Ben presto il tempo che dedica alla caccia diminuisce e la selvaggina che porta a casa è sempre meno. Poi, un giorno, la ragazza lo accoglie in piedi, all'ingresso della grotta. A fianco a lei sta un lupo nero, ai loro piedi due grosse lepri.
E così stipulano un tacito accordo.
Sam le dedica il suo tempo, lei si assicura che i lupi provvedano alla caccia.
E' una ragazza intelligente.
Dopo meno di un mese comunica abbastanza bene. Capisce e si fa capire, e acquisisce presto anche la gestualità di Sam. Sempre più spesso si sposta i capelli, si mordicchia un labbro quando è nervosa, si aggiusta le pieghe della grossa e scomoda veste nera. 
E' aggraziata di natura, scopre Sam: ha un passo felpato impossibile da inviduare con l'udito - anche per lui che è un cacciatore -, un'andatura leggera, quasi che camminasse ad un palmo dal terreno. 
Lo aspetta tutti i giorni, sempre. Seduta o in piedi, immobile nel vento che le smuove la chioma corvina, con quei grandi occhi azzurri puntati su di lui.
Un giorno Sam arriva con un pezzo di carbone e le insegna l'alfabeto tracciandolo sulle pareti. Lui ha frequentato la scuola solo fino a dieci anni, ma ha continuato ad esercitarsi.
La osserva mentre traccia concentrata tanti segnetti sulla parete di roccia.
Gli sembra così piccola, e bellissima. Così fragile da sembrare indistruttibile. Un corpo troppo delicato per il mostro che vi alloggia.
Quel pensiero lo disturba, decide di andarsene il prima possibile.
Mentre se ne sta andando lei lo fissa, ormai capisce. Non è disprezzo quello che legge nei suoi occhi, è paura. 
Ma questo la fa soffire ancora di più. Rimane seduta rigida di fronte a lui mentre Sam raccoglie le sue cose, e lo fissa. 



 

solo per Black, che credo sia l'unica a seguire questa storia.
Ma se ci siete, lettori silenziosi, ringrazio anche voi.
So che questo capitolo è un po' sconclusionato, ma ho aggiornato di fretta e l'ho rivisto una volta soltanto.
Sorryh.
Lee

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2978786