la verità

di katie riddle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il diario ***
Capitolo 2: *** la fine di un sogno ***
Capitolo 3: *** ricordi e rimpianti ***
Capitolo 4: *** il patto ***



Capitolo 1
*** il diario ***


Nel tribunale regnava un silenzio totale. Erano tutti impegnati, chi con maggiore interesse chi con meno, ad ascoltare l’uomo seduto su una sedia scomodissima di ferro, e si chiamava Tom meglio conosciuto (e temuto) come Lord Voldemort, stava facendo un lungo discorso chiedendo qua e là scusa a quasi tutte le persone presenti nella sala. Perché stava in quel tribunale? Perché stava chiedendo scusa a Lily, James o Sirius Black che sono di nuovo vivi? Aaaah… ma questa è una lunghissima ma proprio una lunghissima storia. Parte da molti anni indietro dagli primi anni a Hogwarts con una certa perfettina e bellissima principessina di nome Katherina Petrova , che lo aveva stregato dal primo momento che l’aveva vista, ovviamente anche lei si era innamorata di lui, un tempo bellissimo a dir poco. Le cose erano cambiate (in peggio) al quinto anno quando lei scoprì che una delle sue migliori amiche era diventata una mangiamorte. Ma ora torniamo al presente, anche se molti non lo vorrebbero, dov’eravamo arrivati? Ah sì al discorso infinito del nostro Tom, che dopo la guerra grazie alla principessina era diventato normale (senza quella bruttissima faccia da serpente che faceva paura anche al diavolo in persona), anzi era piuttosto attraente pur non essendo più così giovane come una volta. Dopo il suo discorso nella sala calò un silenzio imbarazzante rotto solo dallo scorrere della piuma sulla pergamena della segretaria che continuava a scrivere dall’inizio del processo. Passarono ancora qualche minuto, poi con un colpo di tosse, Kingsley, il giudice oltre che Primo Ministro della magia, disse:
-Signorina Petrova, volete aggiungere qualcosa di pro o contro su quel che il signor Riddle ha detto? In modo da schiarirci le idee visto che siamo ancora in alto mare.
Ella cercò di alzarsi ma prima che potesse fare un qualunque movimento, un uomo seduto abbastanza lontano da lei nella parte riservata ai ascoltatori si alzò prima di lei sollevando la mano dove teneva stretto un libricino piuttosto minuto di velluto verde smeraldo rilegato di sottilissimi fili d’argento che brillavano alla luce delle candele.
-Vostro onore chiedo perdono per il mio intervento così brusco ma avrei una cosa molto importante da dirvi e da farvi vedere-e alzò maggiormente la mano in modo che tutti potessero vedere quel che stringeva con tanta forza.
-Parla ma bada bene a cosa dici perché tutto ciò che dici potrebbe ritornare contro di te. E così dicendo il giudice lasciò la parola all’uomo dalla voce rocca ed autoritaria.
-Questo- disse alludendo al libricino-è un diario di una persona qui presente, di una persona che voi credete tanto PURA e GENTILE, senza segreti ma che vi ha nascosto qualcosa di estremamente importante vero Katie?! E nel pronunciare il suo nome fece una smorfia di disprezzo.
Katie nel sentire quelle parole e vedendo quel che Lestrange, così si chiamava l’uomo, aveva in mano riconoscendolo, “come è finito nelle sue mani?” pensò sconfortata si ricordava d’averlo messo in un posto sicuro e poi pochissimi sapevano della sua esistenza, impallidì sbarrando gli occhi. Kingsley mandò la segretaria a prenderlo e ella lo fece vedere a Katie.
-E’ tuo? Fece lui con voce mezza incredula e mezza preoccupata della sua risposta.
-Si. Ammise la dolce ragazza ancora basita ma senza abbassare lo sguardo.
-Bene Amelia (così si chiamava la segretaria), cara dammelo per favore.
Dopo che la segretaria ebbe consegnato il diario al giudice che lo apri a una pagina casuale, si sedette. Guardò torvo la pagina aperta e con voce stanca disse:
-Non so cosa Lestrange abbia contro di te Katie ma capisci che anche se a malincuore devo controllare e in questo caso leggendo di fronte a tutti il tuo diario. So che non è cosa da fare ma la circostanza lo impone purtroppo è noi dobbiamo seguirla. Spero che non ti dispiace tanto se leggo i tuoi segreti o i tuoi pensieri. Poi dopo aver visto lei che piano annuiva si rivolse a Lestrange che aveva stampato sul viso un sorriso di vittoria, con voce più dura disse:
-Signor Lestrenge ci vuole dire il motivo della sua accusa e di cosa sarebbe accusata?
-Di tradimento. Disse senza esitare.
Nella sala calò un silenzio irreale che non tardò a svanire lasciando il posto a un mormorio di indignazione che aumentò di volume fino a diventare un rombo quasi assordante.
-Sileeeeenzio!!! Urlò il giudice per farsi sentire sopra quei urli.
-Tradimento??? Volete spiegarvi meglio?
-Nel diario c’è tutto ma vi posso anticipare di cosa si tratta se siete tanto impazienti di scoprire ciò che la vostra adorata Katie ha fatto. Si tratta del Signore Oscuro e della relazione che lei ha avuto con lui.
-Come osi!!! Disse lei alzandosi immediatamente.
-Tutti o quasi in quest’aula sanno dell’amicizia infantile che ho avuto con Tom.
-Amici???disse lui ridendo- ma non farmi ridere. Cara piccola Katie-disse dispregiativo- amicizia? Sicura di non tralasciare moooolti dettagli? Hai avuto un’amnesia per caso? E’ inutile che cerchi di difenderti tanto ormai verrà tutto a galla. Tu che lo hai cambiato stregandolo. Sputando le parole come se fossero veleno.
Lei si sedette pietrificata. Guardò la sala vedendo dipinto sulla faccia di moltissime persone la confusione. Tom la guardava impotente dalla sua faccia, Sirius non sapeva come comportarsi in quella situazione, Kingsley che era rimasto interdetto aveva la bocca aperta per lo stupore e Silente indignato per quel affronto.
-Calma. Fece Kingsley vedendo Silente che cercava di alzarsi.
-Ora, leggeremo questo diario e verificheremo tutto.
Katie guardò Tom impotente. Tutto quello che aveva nascosto, i suoi segreti, i timori e la sua relazione con Tom stavano per essere scoperte nel modo peggiore. Pensò a cosa sarebbe successo dopo, quale sorte sarebbe toccato a lei se gli altri avrebbero pensato che la loro relazione fosse pericolosa per il mondo magico e babbano e quale sorte sarebbe toccata a Tom se avrebbero pensato che lei lo aveva aiutato? Questi pensieri preoccupavano Katie.
Il giudice schiarendosi la voce cominciò a leggere:
-20 gennaio 1967 ore 23 circa
Caro diario,
Il ragazzo di qui ti ho tanto parlato e col quale ho trascorso le mie vacanze in Bulgaria oggi, si è dichiarato.
Io ero nella Torre di Astronomia a pensare un po’ a tutto quando d’improvviso sento dei passi leggeri dietro di me. Mi voltai per vedere chi fosse e immagina un po’ di fronte a me raggiante e stupendo come sempre c’è Tom che sorridendo si avvicinò a me sempre di più parlando di quanto mistero portano i tramonti. Io socchiusi gli occhi per qualche secondo e quando gli riaprii lo trovai così vicino a me che sentivo il suo respiro regolare, il punto è che non smise di avvicinarsi e io da canto mio indietreggiai fino a ritrovarmi con le spalle contro la fredda e rigida ringhiera della torre. Per sostenermi misi le mani sopra ad essa, lui mi segui appoggiando le sue mani calde e morbide sulle mie, dopo meno di un secondo mi baciò. Mille emozioni scaturirono dentro di me. Sentivo le sue morbide labbra contro le mie e il suo respiro meno regolare e più affannoso. Dopo interminabili secondi si staccò sorridente dicendo che mi ama, ricambiai sia il sorriso che le parole. A quel punto tirò fuori dalla tasca del mantello una scatolina rettangolare di colore rosso fuoco e me la porse. Io l’aprii trovando al suo interno due anelli di argento uno dei quali aveva incastonato un diamante. Mi disse: vorrei che tu diventassi la mia ragazza. Io emozionata e al settimo cielo dissi di sì. C’è una cosa molta importante che abbiamo deciso. Abbiamo deciso di mantenere la nostra relazione segreta pensiamo entrambi che sia la cosa migliore almeno per ora. Dunque neppure i nostri migliori amici lo sanno. L’unico che sa di questa storia è Silente che   vedendomi così felice mi chiese il perché e io gli dissi tutto perché mi fido di lui.
Ora ti lascio,
                                                katie
La sala non disse niente soprattutto perché i giudice e molti altri presenti non avevano idea della relazione trai due.
 
 
         
      
             
Note dell’Autore
           Care ragazze, questa è
           la mia prima fanfiction e sono piuttosto ansiosa di sapere
           se vi piace o no. Ho dovuto fare letteralmente salti mortali
       per finire questo capitolo. Mi scuso per quelli che hanno già letto il
capitolo, era copiato tre volte!!!!! Ops….
 
                  

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Capitolo 2
*** la fine di un sogno ***


Dunque  mie care eravamo rimaste alla lettura del diario della povera Katie. Cosa succederà adesso? Un disaaaastroo…..nessuno vuole sapere una verità così sorprendente all’improvviso. Ma, vediamo se la nostra ragazza riuscirà a cavarsela.
 
Kingsley finì di leggere quelle parole scritte in una calligrafia raffinata e minuziosa. Era senza parole, si era reso appena conto di quel che aveva letto e non ci poteva credere certo non si può dire che sia un tradimento amare qualcuno… ma Katie la persona più pura del mondo, di cui tutti si sono sempre fidati ciecamente aveva nascosto a tutti un segreto così grande e pericoloso. “Come ha potuto?!” pensò sconfortato a quell’idea. Si guardò intorno e vide face sconvolte ma anche face comprensive e si chiese se qualcuno sapeva di loro e dopo poco si rispose da solo dicendo che certamente qualcuno sapeva come Silente o i suoi genitori era ovvio. Katie da canto suo era immobile e stava guardando dritto davanti a se dritto negli occhi castani di Tom, che cercava di confortarla parlandoli attraverso la telepatia ma, non serviva a niente. Non era stato al corrente di un eventuale diario ed era rimasto stupito come molti, di saperlo. Cercava disperatamente di calmare sia se stesso che lei. Ma, avvertiva un angoscia crescente dentro l’anima di lei, si rese conto di non poter fare nulla per consolarla, quando quel maledetto giudice aveva cominciato a leggere il diario della sua amata, lei alzò lo sguardo e lo guardò ma più si procedeva nella lettura più i suoi occhi diventavano vitrei e lo oltrepassarono come fosse d’aria perdendosi nei ricordi e in quel lontano passato che nessuno quasi ricordava. Lui aveva cercato di seguirla ma non c’era riuscito. Così gli era toccato guardarla impotente. E vederla persa in quei ricordi tanto belli e altrettanto dolorosi.
-Katie…. Disse una voce che lei sentiva attutita. Ella stessa si sentiva lontano chilometri da quella sala diventata troppo piccola e soffocante. Ma a quella voce decise di tornare in se e di lasciare quel dolce torpore avvolgente che aveva sentito nel ritornare nel tempo. In quel tempo dove non esistevano guerre e la felicità era di casa.
-Si? Disse cercando di avere un tono di voce normale.
-Quel che è scritto è tuo?? Chiese Kingsley un ultima volta nella remota speranza di essersi sbagliato. Ma quando vide il volto della bella ragazza tendersi e piano, piano annuire si impose, anche se a malavoglia di crederci.
-Si. Disse lei prendendo un po’ di coraggio , che aveva deciso di ritornare dalla vacanza, o almeno di fare una piccola visita prima di sparire.
-Dunque, codesta è una situazione difficile. Ma cerchiamo di non complicarla maggiormente. Abbiamo scoperto un segreto che a quanto pare ha origini lontane e forse lo abbiamo violato quando ne siamo entrati in possesso. Signor Lestrange, ci ha datto delle informazioni che forse non avremo mai scoperto ma dovrebbe anche rendersi conto dell’imbarazzo in qui ci ha messo, in qui ha messo soprattutto due dei presenti. Le faccio inoltre notare che ha violato la privacy di una, anzi di più persone.
Lestrange che da prima aveva stampato in volto uno dei suoi ghigni non rideva più. Non aveva paura di nessuno ma la prospettiva di essere di nuovo chiuso ad Azkaban non lo alettava affatto, così nel tentativo di difendersi disse:
-Vostro onore sono consapevole di aver infranto la legge ma vi prego, guardate la faccenda con occhi diversi, forse direte che non c’è niente di male nell’amare una persona ma la qui presente non ha solamente amato il Nostro Signore lo ha pure aiutato.
-Bugiardo!!!! Disse la piccola ragazza scattando in piedi come una molla.
-Sei solo un bugiardo   e non sai cosa dici! Non sai minimamente come sono andate le cose ti faccio notare che nel diario non ho annotato tutto e… se ti riferisci ai miei discorsi con Tom sulla magia oscura sappi che non avrei potuto minimamente sapere cosa sarebbe diventato e cosa avrebbe fatto.
Lui ringhiò questa volta
  • Non fare la santa perché non lo sei potevi benissimo saperlo passavi talmente tanto tempo incollata a lui...
  • Non permetterti di parlarli in questo modo!!! Tom infuriato come pochi si era alzato di scatto nel sentire quel verme parlar male di lei di una dea (letteralmente…) della persona più dolce e sensibile al mondo.
  • Non permetterti mai più  capito??? In vita tua di insultare un persona di qui tu non ne sei degno e non ne sei all’altezza!!! Di fronte a lei non sei nessuno solo una persona o forse neppure quella che non merita di essere guardato. E un ultima cosa Katie non era incollata a me passavamo moltissimo tempo insieme perché lo volevamo, perché ci amavamo.
  • Calma!!! Katie, Riddle, sedetevi e tu Lestrange non insultare, in quest’aula non voglio mai più sentire un insulto nessuno se lo deve permettere siamo tra civili e vi pregherei di essere tali. I babbani si comporterebbero meglio di voi, con tutto il rispetto. Disse rivolto ai genitori di Hermione Granger che rannicchiati vicino alla figlia non ci capivano nulla. Detto questo il giudice stanco come non mai si sedette e girò alcune pagine fermandosi davanti ad una completamente bianca se non fosse per una data scritta in cima. Guardò più attentamente per vedere se riusciva a vedere qualcosa, un indizio anche minuscolo per capire, e finalmente dopo qualche secondo di analisi riuscì a vedere una sottilissima linea rosso fuoco in mezzo alla pagina. Si ricordò dell’incantesimo inventato da Katie per poter spostare i propri ricordi dovunque. “Molto ingegnoso” pensò e poi si schiarì la voce per parlare.
-Ora vedremo un video di alcuni anni dopo, la data è il 3 maggio del 1970 le 1 di notte circa.
Detto questo davanti a loro si presentò un grande velo dove le immagini partirono quasi subito.
Due figure di un altezza quasi simili stavano una di fronte all’altra e la seconda con le mani incrociate. Intorno a loro il sole stava tramontando con un  bellissimo spettacolo ma, le due figure non se ne erano neppure accorte erano prese a parlare anche a voce piuttosto alta.
-Come hai potuto ?? disse la seconda figura il quale vestito svolazzava per via del vento. – me l’avevi promesso Tom!!
La prima figura di nome Tom rispose con voce forte:
-Katie ma non capisci? Sarò più forte che mai non sarò più il povero ragazzo venuto dall’orfanotrofio quello cresciuto dai babbani, che ha bisogno d’affetto.
-Tom sei tu che non capisci così farai del male a te stesso e a molte altre persone innocenti che con questa storia non centrano nulla e soprattutto farai del male anche a me e a lei, non puoi prenderla con te a fare cavolate di cui entrambi vi pentirete devi lasciare che faccia la sua strada.
- E lei che ha deciso non lo costretta io.
La ragazza stentava a crederci visto cosa gli aveva raccontato ma decise che non era il caso di approfondire la questione, guardò implorante il ragazzo di fronte a lei e decise di stare zitta e vedere se proseguiva. Ma vedendo che lui non si decideva a dire nulla e si limitava a guardarla decise di proseguire.
-Tommy ti prego sii ragionevole, pensa a quante brutte cose accadranno se tu decidi di intraprendere questa pericolosa strada lo sai che ti porterà lontano da me…
Ma in tutta risposta il ragazzo disse:
-Vieni con me. Ti immagini noi due insieme a governare tutto il mondo magico e magari anche quello babbano. Noi, i re di tutto il mondo, i più forti del mondo. Tu la dea suprema….
-Tom!!!! Disse lei indignata – come puoi minimamente pensare che io voglia seguirti in questa folle impresa?! Non puoi pensare veramente che io decida di lasciare tutto e fare del male anche alle persone a qui voglio bene.
-Katie… non posso…. Non hai intenzione di venire con me ??? disse lui abbassando impercettibilmente la voce.
In sala che già regnava un silenzio assoluto non si sentì volare neppure una mosca. I presenti trattennero il fiato ansiosi di sapere cosa sarebbe successo.
-Tra noi è finita. Disse il ragazzo con voce spenta.
-Cosa? Chiese con voce rotta ridotta ad un sussurro mentre nella mente gli si disegnò chiaramente le parole di Tom. E piano, piano rimaneva più stupita, non poteva credere a quel che aveva appena sentito.
-Restiamo amici comunque.? La  sua era più un affermazione che una domanda vera e propria. La ragazza annui anche se non ci credeva pienamente. Sentiva gli occhi pizzicare e quella fastidiosa sensazione alla gola che preannunciava il pianto imminente. Tom se ne accorse, almeno in minima parte perché chiese:
-Tutto  a posto??
-Oh... sì non preoccuparti stavo solo pensando. Anche se i suoi occhi e la sua faccia dicevano altro. Il ragazzo, parlò pensando, ingenuamente che la ragazza dicesse la verità.
-Ehm… allora scendiamo per cena??
-Ah sì arrivo. Va avanti tu io scendo tra un attimo.
Detto questo il ragazzo lasciò la stanza scoperta che in tutta onestà era la Torre di Astronomia. Sentendo la porta chiudersi e i passi di lui affievolirsi decise che non c’era più motivo di trattenersi. Scoppiò in un pianto irrefrenabile, con le lacrime che scendevano come una fontana da quei dolci occhi , che una volta sono stati accesi, dopo altri attimi di pianto decise di calmarsi, e quasi con rabbia si asciugò gli occhi, correndo in direzione dei dormitori.
Non appena si presentò la scena del pianto, Sirius guardò Katie che era a sua volta impegnata a guardare gli occhi di Tom che rispondevano alla tacita conversazione. Ma vedendo l’insistente sguardo dell’uomo decise di guardarlo e vide i lineamenti solitamente fini diventar contratti dalla rabbia e dal disappunto per ciò che aveva appena visto. I suoi occhi erano in un espressione che  tradotta nella lingua parlata significherebbe sicuramente: “ non avevo la minima idea di quanto tu abbia sofferto per quel s….. idiota. E giuro che se ne esce vivo lo faccio a pezzi io ma come si è permesso di maltrattarti in quel modo ?!, sapeva benissimo quanto tenevi a lui. Ha solo pensato per se stesso dimenticandosi degli altri.” Lei cercò di trasmetterli calma ma, inutilmente.
Non trovò nessuno a impedirgli la furiosa attraversata dei corridoi siccome erano tutti a cena. Arrivò presto nella sala comune dei Serpeverde anch’essa deserta salì di corsa le scale e una volta nella propria stanza sbatte la porta con rabbia tirando dal dito l’anello di fidanzamento di Tom di quattro anni fa, che volò finendo in un angolo della stanza. La ragazza si buttò nel letto tirando furiosamente le tende verde-smeraldo. Il suo pianto ricominciò più forte e doloroso con singhiozzi a intervalli sempre più vicini tra loro. Dopo un tempo indescrivibile il pianto si fermò come se qualcuno lo avesse tagliato di netto, si sentiva solo un respiro affannoso dato sicuramente da tutto il tempo passato a piangere ininterrottamente. Le tende venero spostate e dal letto solitamente ordinato si alzò una ragazza coi capelli arruffati  e gli occhi a dir poco gonfi. Andò in bagno e dopo poco usci fresca e messa a posto, come se niente fosse successo, si diresse nell’angolo della stanza dove si trovava l’anello e lo raccolse mettendoselo nella tasca interna del mantello, prese un libro marroncino e uscì dalla stanza dirigendosi nella propria sala comune, dove pochi erano rientrati e si sedette comodamente sul divano vicino ad un camino ardente. Non dovette attendere molto perché la stanza si riempisse di persone felici e chiassosi, come sempre, con essi apparvero anche altre persone, i suoi amici, che con passo spedito si diressero verso di lei e chi per terra chi su sedie o vicino a lei cominciarono a parlare facendogli domande a raffica.
-Perché non sei venuta a cena? Tutto a posto? E’ successo qualcosa? E via così. Pazientemente senza distogliere lo sguardò dal libro rispose a tutte le domande.
-Senti, Katie avrei bisogno di un aiutino per il tema di trasfigurazione non è che mi presteresti il tuo… per favoooooreeee. Disse una voce mielosa e fastidiosa allo stesso modo.
-Lestrange, sei sempre il solito! E va bene ma mi raccomando non copiare.
-Impossibile… si senti pronunciare dalla bocca del ragazzo steso a pancia in giù sul pavimento.
Di fianco a lei c’era un'altra persona di qui però non se ne accorse o non volle accorgersi, che, però non era dello stesso parere.
-Katie ascolta avrei da dirti … cominciò in serpentese ma la ragazza non lo lasciò finire.
-Pensavo che nella torre mi avessi detto tutto.
-Katie… per favore
-Katie un corno. Fece lei ancora in serpenrese.
-Avete finito di parlare in serpentese voi due?? Chiesero Narcissa e Severus all’unisono.
-Scusate ragazzi sono un po’ stanca. Lestrange metti il tema su tavolo in fondo. Vado a fare una passeggiata, ho bisogno di aria. Detto questo si allontanò dalla sala grande. Una volta fuori da essa, ricominciò a correre per i corridoi salendo anche le scale finche’ non si fermò davanti ad una porta nera con ghirigori davvero belli prese una chiave oro, dalla tasca del mantello, con mani tremanti la girò nella serratura, poi si intrufolò nella stanza chiudendo a chiave la porta e correndo nella stanza da letto, accese la musica al massimo si abbandonò sul letto a baldacchino con tende blu lapislazzuli, coperte di velluto blu e argento. Con la melodia della canzone tristissima Katie ricominciò a piangere con le lacrime che scendevano come gocce di pioggia.
La proiezione si fermò lì. Con La dolce Katie in lacrime e con gli altri che avevano capito….cosa avevano capito??? Be…niente.
Tom guardava Katie chiedendole scusa in tutte le lingue possibili e immaginabili mentre Sirius continuava a guardare lui con occhi da assassino. Katie non diceva nulla perché non sapeva cosa dire sapendo che gli altri erano rimasti sorpresi nel vederla in quella situazione. Kingsley non osava guardarla, era in imbarazzo per aver creato quella situazione e non sapeva cosa fare se continuare oppure no non sapeva cosa aspettarsi in seguito e aveva paura di scoprirlo.
 
 
 
 
 
             Note del Autore
           Allora….spero che questo capitolo non sia troppo lungo e noioso. E se lo è  
           ditemelo così rimedio e non vi annoio troppo!!!!
            Spero comunque che vi piaccia e…fatevi sentire ho bisogno di sapere cosa ne
           Pensate.
 
 
 
  
 
 
    
 
 
  

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Capitolo 3
*** ricordi e rimpianti ***


Rieccomi con un altro capitolo… ATT!!!  UNA SCENA PUO NON ESSERE CONSIDERATA DI RATING VERDE    NON è NIENTE DI CHE MA PENSO DI DOVERVI INFORMARE…….😉😊😊😁 E………Buona Lettura.😊
Finita la sorpresa generale e lo sguardo perso di Kingsley che, se prima capiva poco ora non capiva nulla. Nella sala si accese il chiacchiericcio di disapprovazione per quello che avevano appena visto. Molti degli amici di Katie erano disgustati dal comportamento di Tom che a quanto avevano capito avrebbe dovuto essere al top con Lei. Tom da canto suo non faceva nulla aveva lo sguardo incollato alla faccia di Katie, che qualche volta lo guardava cercando di comunicare attraverso quei occhi, che una volta erano tanto espressivi e colmi della gioia di vivere che mai nessuno avrebbe mai provato allo stesso modo, una tranquillità che neppure lei aveva. Cercava di dirgli che sarebbe andato tutto bene e che sarebbero usciti da quella assurda circostanza sani e salvi. Dopo un certo lasso di tempo e un Ehm… di Kingsley ritornò il silenzio. Nessuno fiatò più, aspettavano una mossa del giudice.
-Allora…. Non so se continuare con questa storia o lasciarla stare. Dopo tutto abbiamo già capito di cosa si tratta.
-Mi scuso nuovamente di interrompervi ma io consiglierei di andare avanti la storia non è ancora arrivata al culmine della sua pericolosità. Disse Lestrange guardandola male e disegnandosi sull’orrendo volto uno dei suoi terribili ghigni che incutevano terrore anche in quelli più coraggiosi. Su Katie non faceva effetto.
Kingsley sfogliò ancora il diario fermandosi su un'altra pagina bianca ma con l’inconfondibile linea rossa.
-3 Giugno 1981 2 di notte circa,
Dentro un salotto molto grande ma poco luminoso, su un divano bianco c’era una ragazza troppo pallida, con un lungo vestito bianco argentato con i morbidi capelli dello stesso colore ricadergli sulle spalle chine sopra un tomo molto grosso scritto a mano con una calligrafia minuziosa. Da una parte del divano c’era una pergamena e una piuma di pavone sopra. La ragazza sospirava qualche volta e voltava delicatamente la pagina. Passarono pochi attimi e alla porta di legno suonò qualcuno. Quasi con malavoglia andò ad aprire. Di fronte a se con le mani appoggiate allo stipite della porta, nella sua migliore posa, c’era un uomo piuttosto giovane con un sorriso agghiacciante disegnato su un volto perfetto. Occhi marroni e capelli castani chiaro messi in ordine.
La ragazza non appena vide chi aveva bussato si congelò, rimase rigida come un sasso per qualche attimo a contemplare quel corpo perfetto e omicida, lo squadrò dai piedi fino ad arrivare piano piano alle sue spalle ben proporzionate, alle sue labbra che ricordava essere morbide e calde, fino a quei occhi che pur non essendo di ghiaccio erano a volte freddi allo stesso modo, ma lei ricordava anche che quei occhi avevano a loro volta stregato tutta la popolazione femminile di Hogwarts lei compresa. Quando riuscì a riacquistare il pieno controllo delle sue emozioni e dei arti e smise di guardarlo come ai tempi della scuola disse:
-Tom… che ci fai qui?
-Volevo parlarti.
Lei lo guardò e poi si scostò per farlo entrare.
-Oh, certo entra pure, prego.
Richiuse la porta a chiave dietro di lui e lo segui fino al divano spostando il materiale a cui da tempo stava lavorando.
Katie e Tom si guardarono preoccupati negli occhi. “Ci mancava solo questo…” si trasmisero con la telepatia.
Si sedettero comodamente sul divano.
-Dunque di cosa mi volevi tanto parlare? Chiese Katie un po’ in agitazione. Era da molto, troppo tempo che non le stava così vicino e il cuore continuava a battere all’impazzata da quando aveva aperto la porta. Il suo profumo le invadeva le narici e l’anima che non faceva altro che reclamarlo. Lo stesso “problema” o piccolo fastidio sentiva anche Tom. Le era mancata, non poteva continuare a mentirsi. Ogni notte aveva desiderato di rivederla, di poterla guardare negli occhi che lo avevano stregato dal primo sfuggevole sguardo sul treno al suo profumo di rosa bianca che aveva da sempre alle sue gesta tanto semplici quanto eleganti ai suoi capelli più lisci e morbidi della seta più pregiata.
-Ah… ci sono talmente tante cose che dovrei dirti e di cui vorrei parlare…
-Bene parla. Lo incitò lei.
Ma lui non riusciva a resistere tutto in lui gridava, era teso peggio che una corda di violino e, senza rendersene conto le si avvicinò pericolosamente. Il cuore di entrambi fece una capriola. Lei si alzò di scatto dicendo:
-Thè? Caffè? Burrobirra?
A lui sfuggì un mezzo sorriso di divertimento. Adorava vederla arrossire era raro vederla in quello stato ma quando succedeva era tutta per lui. Tornò dopo poco con due bicchieri di burrobirra bollente in mano e passò vicino a lui che istintivamente la prese per la vita, i due bicchieri per magia si posarono piano sul tavolino di vetro.
Lei tra le braccia forti di Tom fremeva, il suo corpo snello are attraversato da brividi piacevoli. Si guardarono negli occhi e piano piano si avvicinarono, quando le loro labbra si toccarono tutto sparì. Per nessuno dei due esisteva più qualcosa, l’unica cosa che li importava era il presente, loro, il loro amore che non sarebbe mai tramontato, avrebbe resistito a mille tempeste a tutti gli incubi e alle guerre.
Katie abbassò lo sguardo, non riusciva a guardare quei momenti bellissimi e indimenticabili ma allo stesso modo dolorosi. Sirius aveva capito, forse se lo aspettava anche se in cuor suo aveva sperato di sbagliarsi, vederla così le faceva male. ”Non abbassare mai lo sguardo” le trasmise, la stessa frase di molti anni fa… che restava ancora, questa volta era diverso, la situazione era molto più drammatica di quello che tutti pensavano, tutti tranne Silente che era impotente. La dolce ragazza alzò lo sguardo, ascoltò le parole di uno degli amici che sapeva non l’avrebbe mai abbandonata, ma un'altra preoccupazione invase la mente di lei, “Sirius… non diresti questo se sapessi come continua la storia…” pensò tristemente.
Prese tra le mani i capelli morbidi della ragazza e giocò con essi poi con estrema calma accompagnò la testa seguita dal corpo della ragazza sul divano. Lei dopo interminabili minuti si scostò da lui guardandolo:
-Non dovremmo farlo, lo sai che non è giusto.
Per tutta risposta disse:
-Non facciamo niente di male…
Lei sorrise complice al sorriso del ragazzo, i loro occhi brillarono come due stelle del cielo notturno insieme, sempre insieme, per l’eternità….
si chinò verso di lei e ricominciò a baciarla.
-Ferma!!!! La voce di Kingsley risuonò in tutta l’aula. Il filmato si fermò all’istante e lui rabbiosamente chiuse il diario facendo dissolvere l’immagine dei due amanti.
Sirius guardò la ragazza con una tristezza e una delusione enorme, aveva capito, tutta la sala aveva capito l’esito di quel filmato inizialmente innocuo. Nessuno osava fiatare per paura di aggravare la situazione già ai ferri corti. Tom e Katie erano rigidi e molto tesi. Silente aveva per la prima volta paura di dire qualcosa o di toccare la fragile figura di Katie che rischiava di rompersi in mille pezzi da un momento all’altro e non solo a causa del filmato. Il diario ritornò magicamente a Katie posandosi sulle sue ginocchia visto che non reagiva a nessun stimolo.
-La seduta è chiusa. Annunciò il giudice. – il signor Riddle è condannato all’ergastolo a Azkaban per tutte le sue malefatte. La decisione è irremovibile. Fate entrare i dissenatori.
 Fecero capolino da dietro la massiccia porta del tribunale una decina di terrorizzanti dissenatori. Katie si riscosse quando questi entrarono a prendere Tom.
-NO!!! Urlò cercando di scattare in piedi ma sia la brutta influenza di quelle creature su di lei che le mani forti di Silente che la trattennero per la vita evitarono a Katie una brusca caduta dalle sedie. Si dimenò con forza rinnovata, mentre vedeva il volto pallido dell’amato pieno di terrore per la sorte che li avrebbe capitato e al contempo per l’intervento troppo brusco di lei. Non sapeva cosa dire, i dissenatori li stava succhiando via tutta l’energia ma sapeva di dover stare cosciente. Voleva rivedere un ultima volta il volto della donna che da sempre ha amato e che per sempre amerà. Vedeva il viso di lei troppo pallido e tirato per la situazione, le labbra dischiuse a pronunciare quel no terrorizzato ma allo stesso modo vigoroso e potente con la voce incrinata dal pianto che inevitabilmente sarebbe arrivato da lì a poco, gli occhi non avevano la solita luce combattiva e felice, erano spenti e brillavano di lacrime appena trattenute. Vedeva la fatica di Silente nel trattenerla e molti volti stupiti. Guardò nella direzione di Sirius e lo vide pallido, arrabbiato, deluso e triste, aveva lo sguardo su Katie e chissà a cosa pensava.
Tom venne trascinato dai dissenatori fuori dalla porta che si chiuse immediatamente. Katie aveva il volto stravolto e dopo aver visto la porta chiudersi si risedette di scatto.
-La seduta è terminata. Annunciò Kingsley alzandosi.
Dopo le sue parole la sala cominciò a svuotarsi.
-Katie… andrà tutto bene vedrai… cercava di consolarla Silente. Inutilmente.
-Va avanti Albus. Ti raggiungo dopo. Disse con voce spenta e dura.
 Detto questo si alzò andando dietro a Kingsley molto probabilmente per parlare, senza successo…
 
 
 
Note dell’Autore
Spero che vi piaccia e mi scuso
Se non ho scritto da molto,
non mi venivano le idee e avrei rischiato
di scrivere qualcosa di illeggibile…
 
 
 
 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** il patto ***


Mi scuso per il mio mega ritardo ma si sono verificati dei problemi piuttosto gravi ma sono ritornata con l’ultimo capitolo della storia…
 
Katie, sconfitta e sconfortata più che mai, stava andando a Grimuald Place esattamente  da uno dei suoi più intimi amici, Sirius Black, dove, ne era sicura avrebbe trovato tutti, i suoi genitori compresi. Camminava tra gli alberi spogli  e alti con un freddo tremendo da far gelare il sangue nelle vene. Le nuvole basse preannunciavano la pioggia imminente. Per strada c’erano pochi viandanti coraggiosi  che avevano deciso di uscire per una passeggiata sfidando quella giornata umida e raggelante. Mentre camminava ripensava alla discussione avuta con Kingsley dopo l’udienza. Le sue parole e le gesta l’avevano più che altro in un certo senso ferita ancor di più anzi che aiutarla e consolarla, ma ella sapeva bene che l’intenzione di lui era quella di proteggerla ma la sua mante si rifiutava di darle ascolto. Perciò con un groppo alla gola rivide per l’ennesima volta quel straziante colloquio.
Dopo che i dissenatori se ne furono andati Kingsley, il giudice, si alzò velocemente dirigendosi nel suo ufficio seguito a ruota da una ragazza in quel momento dal aspetto talmente fragile che Silente e molti altri avevano quasi paura di toccarla o di dirle qualcosa fuori posto. L’ufficio del giudice era piuttosto ampio ma poco illuminato con una grande scrivania dove c’erano piume di ogni tipo calamai e fogli, una grande libreria che occupava più di una parete intera una comoda sedia e altre due di fronte alla scrivania. Appena entrati Kingsley chiuse la porta a chiave e grazie ad un incantesimo rese la stanza isolata dal resto del mondo così da non rischiare di essere sentiti.
-Siediti. Disse lui con voce troppo calma e rilassata, andando a sedersi dietro la propria scrivania. Ma Katie non si mosse dalla sua posizione. Fredda e distaccata, con aria sconfitta, in piedi con le mani conserte e con lo sguardo quasi assente ma pieno di determinazione rivolto verso l’amico che non sapeva come comportarsi. Si rese conto dopo pochi attimi che insistere sul fatto che lei dovesse sedersi sarebbe stato totalmente inutile, così decise di lasciar perdere dicendo semplicemente:
-Come vuoi.
Da canto suo, Katie, aspettava che lui cominciasse a parlare spiegandole il motivo della sua scelta, del perché lui avesse preso quella decisione così affrettata e quasi priva di un ragionamento logico anche se lei in fondo a tutto quel dolore sapeva quale ragionamento egli aveva fatto. Vide che lui non aveva la minima intenzione di cominciare un discorso decise allora di prendere lei la parola, cercando e ripetendosi in mente di stare calma e di parlare con tranquillità.
-Vorrei tanto sapere mio caro, il motivo della tua tanto prematura decisione sulla
sorte di Tom.
-Katie, calmati ti prego. Se non vuoi sederti, se stai meglio in piedi per me va benissimo non seguo le regole,insomma se riesci a mantenere la calma così va bene ma ti prego veramente calmati perché non penso ti faccia molto bene essere in questa condizione tanto stressante.
-Calmarmi? Ma… ti rendi conto di quel che dici? Non posso calmarmi non dopo quel che hai fatto hai condannato una persona all’ergastolo senza alcun motivo.
-Katie, tu meglio di me sai il motivo che mi ha spinto a prendere la decisione che, se pur a malincuore, te lo assicuro, ho dovuto prendere. Capisco che in questo momento sia un po’ sotto shock ma pensa un attimo a quel che dici e soprattutto a quello che tutti in aula hanno visto.
Il silenzio era sceso tra di loro come la nebbia in un giorno umido. Lei faticava a respirare e non lo guardava più negli occhi, si era ripresa dal suo momento di confusione totale, stava di nuovo ragionando e questo era un ottima notizia ma restava il fatto che a lei poco importava.
-Ok, forse… non avrei dovuto reagire in quel modo- cominciò lei sedendosi adagio sulla sedia. Forse ho un po’ esagerato. Capisco benissimo la tua scelta…
-Amica mia… sta tranquilla che quel deficiente di Lestrange non rimarrà  impunito. Dopo tutto è colpa sua se è successo tutto questo trambusto. Ma anche tu avresti potuto  nascondere il diario in modo migliore…
Dopo qualche atro interminabile minuto di conversazione i due si salutarono e la
ragazza  se ne andò dall’ufficio lasciando Kingsley sbalordito e invecchiato in pochi attimi di una decina d’anni, stava seduto sulla sua sedia e pensava a quel che si può ormai definire un avventura. “Povera Katie, non si merita una fine come questa, dopo tutto lei ha resuscitato tutti e ci ha reso felici rivedendo finalmente coloro che avevamo perso per via di un cretino…e poi un dolore così grande invece di essere felice della fine della guerra ne ha cominciata una nuova. Soffrire per un uomo che beh non è che non la merita solo che è difficile da comprendere. Ma ora che ci penso su veramente… mi rendo conto che lei e lui  erano piuttosto uniti
   a scuola soprattutto nel periodo che va dal secondo alla metà del quinto anno erano sempre vicini e speso parlavano in serpentese, aaaaaaaaaaaaaah l’amore, chi l’avrebbe mai detto? La bella e chi? E Voldemort!!!!!! Incredibile!!!  Sorrise apertamente,  erano e sono tuttora la copia opposta, quella che si completa meglio, gli amici perfetti della scuola…
 
Era  ormai arrivata alla casa di Sirius ma il suo coraggio aveva deciso di lasciarla un'altra volta, proprio in un momento cruciale. Ma si fece forza comunque ed entrò in quella casa molto famigliare e per certi versi accogliente. Non appena entrata sentì un chiacchiericcio provenire dalla cucina e il dolce profumo di burro birra. “Magnifico, ci sono tutti” pensò, ma a lei interessava parlare con Sirius chiarire quella situazione impossibile e dolorosa per entrambi. Fece qualche passo nel corridoio lungo e stretto, polveroso e pieno di quadri che la guardavano in modo un po’ strano. Continuò a camminare finche non arrivò di fronte alla porta della cucina dove vide Bellatrix e Silente sulla soglia intenti a parlare confidenzialmente.
Appena la donna vide Katie si irrigidì guardandola con la sua dolcezza quasi dimenticata.
-Katie…  cominciò  Bella, ma ella la fermò alzando stancamente la mano.
-Bella non ora, ho bisogno di sapere dove è Sirius.
-E’ sopra però Katie sta attenta perché quando è tornato con noi a casa era in una condizione abbastanza preoccupante. Fatto tutte le raccomandazioni Katie lasciò le persone presenti in cucina e salì velocemente le scale che portavano al piano di sopra. Arrivata alla porta della stanza di Sirius bussò ma senza avere nessun esito. Allora con estrema cautela decise di aprirla, sapeva meglio di chiunque altro com’era lui nel momento in cui c’era una situazione particolarmente sgradita o peggio ancora che aveva a che vedere con lui in modo negativo, nel momento in cui c’entrano i suoi sentimenti. Quindi abbassò la maniglia di ottone e aprì la porta, ciò che vide fu l’immenso balcone della stanza di lui, la stanza in totale disordine e il vento che faceva svolazzare le tende grigie. Fece i primi passi e chiuse la porta cigolante dietro di se, arrivo alla soglia del balcone e vide una figura curva sulla ringhiera di ferro battuto. La giacca nera svolazzante e i capelli solitamente ben pettinati in disordine, o almeno e quel che capì visto che era di spalle.
-Chiunque sia se ne vada o… ma non riuscì a finire la frase poiché una folata di vento lo investì portando il dolce profumo di lei. Era inconfondibile e lui lo sapeva fin troppo bene. Si irrigidì all’istante.
-Vattene! Disse con voce alquanto insicura e tremolante ma piuttosto udibile.
-Sirius ti prego lasciami spigare. Pregò lei.
-Spiegarmi cosa? Urlò infuriato lui- che sei andata a letto con Riddle?
Il suo modo di parlare o meglio dire urlare fece si che anche chi era in cucina sentisse tutto ciò che i due si stavano dicendo. Nessuno osava parlare e quasi non respiravano tanto era la paura di perdersi qualcosa di quella terrificante e straziante conversazione. Harry era a bocca aperta e non solo lui, nel sentire il modo in cui Sirius parlava a lei, per quel che sapeva erano ottimi amici ed erano riusciti sempre a capirsi e ad aiutarsi senza liti o almeno non di queste proporzioni “ma a pensarci bene” constatò lui “ cosa? Mah Harry sveglia o ti perdi tutto e così sì che non capirai nulla” la sua coscienza lo fece ritornare sulla terra. Ritornando di sopra vediamo quale disastro succede e come finirà la conversazione, quale piega avrà???
-Sirius, tesoro ti prego ascoltami per un solo momento, so che può far male ma…
-Sai cosa??? Disse lui avvicinandosi a lei con una faccia indescrivibile- pensi di sapere come ci si sente ma non lo sai ecco il tuo problema, non ti rendi conto di quanto potere sulle persone hai forse anche inconsciamente, ma ti assicuro fai più male di una lama certe volte.
Katie era senza parole. Non lo aveva mai sentito parlare in quel modo. Era veramente sconvolto e ferito nel profondo si rendeva conto di quanto vere fossero quelle parole che la ferivano, si ferivano anche molto. Era come un coltello piantato nel petto non si era mai resa conto che qualcosa di lei che affascinava tutti molte volte li ferivano per un qualcosa che lei sì, sapeva ma in una parte della mente molto remota. Mentre Sirius la guardava impietrito, era rimasto senza fiato e senza parole a quanto pare, lei perse il pochissimo colore che aveva acquistato, gli occhi si erano inumiditi e il suo cuore ricominciò a battere all’impazzata. Lo vedeva sempre più sfocato per via delle lacrime ma lui o meglio lui in quel momento non se ne accorse era troppo arrabbiato per vedere le sue condizione molto precarie e preoccupanti. Un azione che lui non si perdonerà in futuro.
-Ci sei andata a letto, non so se te ne rendi conto. Poi se non sbaglio era nel periodo in cui continuava a uccidere per puro piacere e perché erano persone fastidiose. Va benissimo amarlo ma non…
-Posso fare della mia vita quel che voglio!!! Disse lei scacciando faticosamente le lacrime indietro e arrabbiandosi.
-Aaaaaaah… capisco è giusto dopo tutto vita tua fai ciò che vuoi. Niente male signorina peccato che il signor Riddle in quel momento come abbiamo già detto passava le sue giornate a divertirsi con persone che con la sua dannata storia non c’entravano nulla, erano semplicemente vittime innocenti!
-Calmati. Disse lei con voce spenta e stanca- ti prego so che tu sei arrabbiato per quello che hai visto e molto probabilmente anche io lo sarei al tuo posto. Ma renditi conto che essendo mia la vita posso scegliere di fare qualunque cosa mi passi per la testa anche se forse hai ragione, ciò che ho fatto poteva benissimo essere evitato e per ciò ti chiedo perdono mi dispiace veramente non avrei mai voluto che finisse in questo modo credimi. Disse lei con le lacrime che erano pronte a scendere senza alcun ritegno. Purtroppo lui non era  dello stesso parere, si girò di scatto appoggiandosi saldamente alla ringhiera.
-Non avrei mai pensato che una come te potesse fare una cosa del genere. Ma di cosa mi meraviglio in fondo lo sapevo, sei come tutte, adori giocare e forse in fondo hai sempre desiderato aiutarlo.
Sbang!!!!!!!!!!!!!!! Colpo mortale, il cuore di lei in mille frantumi andati a fuoco e poi affogati per essere infine schiacciati sotto un masso di proporzioni indescrivibili. Quelle parole ferivano più di qualunque spada o  incantesimo. Rigida e con le lacrime che ormai scendevano come un torrente in piena, Katie stentava a credere a quel che aveva appena sentito, non ci poteva semplicemente credere lui Sirius Black l’aveva offesa e in un certo senso umiliata, un amico così intimo e fedele, come poteva pensare una cosa così orrenda. La ragazza era distrutta e le probabilità di ripresa scarseggiavano ogni minuto di più che passava in quella stanza. Per sua sfortuna non si rese conto che quello che lui disse era dettato dalla rabbia e non dal cuore e dalla logica bensì appunto da un dolore indescrivibile. Perché questo comportamento così duro e distaccato? L’amava più di qualunque cosa, più della propria vita e di certo averla vista in quella situazione, cioè andare a letto con un nemico, non era la cosa che si aspettava,ok, anche se era sempre riuscito a capire tutto e non si era mai comportato con lei in questo modo neppure quando ha visto lei e Tom baciarsi sotto un albero al quarto anno, anche se l’aveva compresa con difficoltà.
-Vattene! Disse lui
-Cosa?
-Vattene Katie… va via. non riusciva a parlare con un tono di voce normale era cambiato assumendo il tono di chi ha un groppo in gola.
-Io- non c’era modo di fermare le lacrime ne tanto meno il tremito della voce. Per dare più atmosfera pure il vento ricominciò a soffiare, facendo sventolare il vestito   
e i lunghissimi  capelli biondi della ragazza. Era venuta con l’intento di fare pace ma non era riuscita ad ottenerla, chiederli scusa per quello che aveva fatto ma sapeva che lui non aveva accolto le sue scuse. Era successa la catastrofe quella che aveva con tutto il cuore sperato non arrivasse ma a questo punto era troppo stanca per insistere.
-Se è quello che vuoi…
Si stava arrendendo troppo facilmente e velocemente, lo sapeva e lo sapevano entrambi anzi tutti quelli che avevano seguito quella conversazione, ma nessuno si accorse che era un comportamento troppo anomalo per lei e che quindi qualcuno avrebbe dovuto cercare di capire. Lei guardò Sirius ancora per pochi attimi e poi quasi correndo si allontanò da quella stanza, arrivata davanti alle scale cominciò a correre, allontanarsi il più possibile da quella casa le sembrava l’alternativa migliore. Uscì fulminea dalla porta d’entrata non dando la minima possibilità a Silente o a  chiunque altro di fermarla. Ormai dalle nuvole che governavano il cielo indisturbate scendeva una pioggia fitta e densa piena di un significato nascosto.
Sirius, era incollato a quella ringhiera, che sembrava l’unica ancora di salvezza in quella tempesta. E che tempesta! Anche la sua vista si era annebbiata non era ancora del tutto lucido ma una volta che la ragazza se ne fu andata riacquistò un poco di consapevolezza. Sapeva per esperienza che non sarebbe tornata a casa ma avrebbe vagato finche non si sarebbe stancata poi sarebbe tornata a casa fatto un bagno e dopo sarebbe ritornata alla sua solita vita con quel aspetto fasullo che faceva vedere a tutti quando c’erano i periodi no (quasi mai),  era una copertura che nessuno a parte lui aveva scoperto. “Cosa fare ora”. Non lo sapeva veramente, così prese una decisione al volo. Sarebbe andato a fare una passeggiata sotto la pioggia, aveva bisogno d’aria e di tranquillità, doveva pensare al suo comportamento, pur avendo acquistato la minima lucidità non era sbollita la rabbia.
Corse anche lui sulle scale arrivando velocemente alla porta di entrata e uscì.
Venne immediatamente investito da un vento gelido e dalla pioggia.
Corse. Corse più che poté . Voleva allontanarsi da quella casa dove alloggiavano mille ricordi, ricordi che avevano a che vedere con lei.
Katie, la quale non si stancava mai di correre, correva in mezzo a un sentiero deserto costeggiato da alberi alti e folti. Il suo cuore era a pezzi non riusciva a sopportare tutto quel dolore, era troppo,era troppo sapere che Tom, l’unico uomo che lei abbia mai amato (ovviamente tralasciamo il voler bene al padre e agli amici) era rinchiuso ad Azkaban e lei non sarebbe mai riuscita ad andare a trovarlo a causa del suo problema e Sirius, uno dei suoi più intimi amici non l’avrebbe mai perdonata, l’amava e aveva sofferto scoprendo una verità che lei non avrebbe mai voluto che si scoprisse in quel modo e poi … quell’inquietudine , che vagava dentro di lei dalla fine del processo. Adesso cosa avrebbe fatto, cosa sarebbe successo, tutto ciò la terrorizzava, sapeva ormai che negoziare con chiunque del tribunale Divino non sarebbe servito a nulla non avrebbero accettato nessun trattato, lo avevano detto chiaramente, il patto era irremovibile. Le ritornò in mente il ricordo di quel giorno, vivido e straziante.
Mentre il sapore di guerra alleggiava nell’aria, una ragazza dai folti capelli biondi argentati stava ferma in mezzo alla sala e guardava nella direzione di due figure ben distanti fra loro. Entrambe avevano la bacchetta in alto puntata l’una contro l’altra. Un sapore diverso da quello stantio della stanza arrivò alle narici della ragazza, era un profumo di rose, di freschezza … in meno che non si dica, mentre le due figure pronunciarono due diversi incantesimi, la ragazza si ritrovò in un immensa sala un po’ buia con migliaio di figure. Un trono gigante sovrastava il tutto e in mezzo alla sala regnava una gigante bilancia. Le bastarono pochi minuti per rendersi conto di dove si trovava, per lei, quel posto era inconfondibile, era dopo tutto un pezzo della storia divina del suo paese.
-Ben venuta Laka Bora (luce pura). Disse una voce grossa e autoritaria. Katie si girò nella sua direzione e vide seduto su un magnifico trono un uomo meglio dire un Dio. Osiride. Ovvio. La ragazza si inchinò ma lui la fece sollevare.
-Forse sai il motivo per cui noi tutti, e indicò decine e decine di Dei, ti abbiamo chiamata. Disse pur sapendo da se la risposta.
-Tu, come Dea a noi non sottomessa, sei stata comunque chiamata per la storia della tua profezia, quella profezia lontana e incomprensibile. Quasi sorrise.
-Sapiamo che non ne hai veramente capito il contenuto e dopo tutto era questo lo scopo, vedere se eri degna della nomina che ti venne assegnata dall’inizio dei tempi.
Dopo una piccola ma significante pausa continuò.
-Abbiamo una proposta da farti. In questo momento uno dei due sfidanti è morto e penso che tu sappia di chi si tratti, per questo e per molti altri motivi di cui non stiamo a discutere, abbiamo deciso, io e tutto il tribunale Divino di dare a lui in primo luogo un’altra possibilità e a te, nuovamente la felicità. Un potere che tu hai ma non ne sei a conoscenza, il potere della resurrezione. Ma! L’avvertì- come prima regola, non potrai più usarlo e come seconda e proprio la condizione per avere sbloccare questo potere. Dovrai far sì che lui non finisca nella vostra prigione altrimenti tu morirai, entro sette giorni … (numero importante e speciale per gli antichi Egizi)
Lei acconsentì. Di nuovo sentì il profumo della rosa ma questa volta quando aprì gli occhi non era più nell’immensa sala del tribunale bensì in un latra sala mezza distrutta, era per terra, e intorno a lei scorgeva facce preoccupate, ma le facce che notò di più furono una della persona che le teneva la testa e il busto e l’atra che era vicina a lei con un sorriso e dei magnifici occhi. Tom e Sirius.     
Un colpo secco al cuore. Un dolore lancinante in mezzo al petto. Cadde a terra col fiato corto, flebile quasi inesistente. Continuò a piangere ininterrottamente anche quando era accasciata al suolo.
-No, no … continuava a sussurrare, le lacrime calde e salate e gli singhiozzi insistenti.
La mente affollata di tutti i ricordi che non facevano altro che farla sprofondare nell’abisso ancora di più. Restò lì per un tempo interminabile poi calmatosi un poco decise che era ora di ritornare a casa, non sarebbe servito a nulla restare lì in mezzo ad un sentiero, con la pioggia insistente. Così una volta smaterializzatosi si ritrovò nella sua stanza da letto nella villa Petrova. Chiuse le tende sia della stanza che quelle del letto a baldacchino e tirandosi le coperte fin sopra la testa continuò a piangere.
Nel frattempo Sirius, dopo aver girovagato per strada una buona mezz’ora, decise che era ora di stare al cado e all’asciutto. Si smaterializzo arrivando ai “Tre Manici di Scopa” a Hogsmead.  Entrò e si sedette al bancone dove arrivò una donna piuttosto alta con capelli rossi di nome Isobel.
-Ciao Sirius, cosa ti porto? Chiese lei sorridente
-La cosa più forte che hai. Disse lui ricambiando il sorriso anche se con un enorme sforzo.
Lei arrivò dopo un po’ con in mano un bicchiere colmo di un liquido verdastro, lo appoggiò sul bancone di fronte a lui, incrociò le braccia e lo guardò.
-C’osa hai? Chiese
-Niente. Rispose lentamente.
-Sirius, per favore ti conosco, so quando c’e qualcosa che non va.-e poi con voce più bassa disse- centra quello che è successo nel tribunale vero?
Sirius tossì e la guardò con gli occhi piccoli, piccoli
-Non esattamente… disse lui vago. La ragazza si rese conto che lui non aveva la minima voglia di parlare e decise di lasciarlo in pace anche se non aveva di certo una bella cera.
 
Tra sofferenza e terrore passarono i successivi sei giorni.
Katie si trovava nell’immenso giardino tra le rose, si dondolava dolcemente sull’altalena. Doveva assolutamente prendere una decisione il tempo era agli  sgoccioli. Così decise. Si smaterializzò su un isola, con un edificio gigante e molto alto tra la nebbia a dir poco fitta e un umidità altissima e una percezione di freddo totale, un freddo che ti penetra fino nel profondo, fino all’anima, posto eccezionale per lei che in quei sei giorni non aveva fatto altro che incolparsi e piangere per la sua ingenuità. Cominciò a camminare in direzione dell’entrata dell’edificio. Non appena fu di fronte al portone di ferro battuto vide un paio di creature volare verso di lei. La testa le cominciò a girare, sentiva un vuoto immenso dentro di se. Tutte le cose brutte cominciarono ad invaderle la mente: immagini, filmati  e parole, le lacrime scesero grandi amare, insistenti, prepotenti. Prosegui. Le creature la lasciarono passare, la conoscevano, una in particolare. Avevano avuto un incontro quando la ragazza era piccola. In quella che era inconfondibilmente una prigione l’aria sapeva di chiuso e di morte. Tutto era grigio e le stanze si affacciavano su entrambi i lati dell’edificio. Non appena ella entrò tutte o quasi le persone presenti dentro di esse si affacciarono per vedere chi fosse e rimasero molto stupiti di vederla. Oltre tutto tutti coloro che erano rinchiusi la dentro la conoscevano. C’erano urli di benedizione e di saluto, di aiuto e meraviglia, alcuni di loro però non l’avevano conosciuta di persona. Camminava un po’ barcollando. Sapeva di dover resistere continuava a ripetersi ancora un po’ che sei vicina ma era veramente difficile. Mancava poco alla fine dove era rinchiusa la persona che a lei interessava,Tom. Poco e l’avrebbe rivisto per l’ultima volta ma voleva dirli addio dirli quanto l’amava. Il respiro le si mozzò, un dolore sordo nel petto, la testa che girava, tutto girava, la vista annebbia, cadde a terra accasciandosi e respirando a fatica. Intorno era scoppiato il fini mondo, tutto era agitato, confuso e assordante ma lei sentiva tutto molto attutito. Non sentiva quasi il dolore fisico, un dolce torpore l’avvolse, sentiva qualcosa di doloroso di straziante al petto, ma nient’altro. Piano, piano sprofondò, gli occhi si chiusero e lei non vide più nulla. Il suo corpo giaceva a terra, il vestito bianco ghiaccio per terra la testa inclinata, gli occhi chiusi, le labbra socchiuse, le mani sul corpo. Il respiro quasi inesistente, il petto si alzava a fatica,piccoli tremiti, la vita da quel magnifico corpo stava scivolando via, come se il vento dolce lo stesse portando con se …
 
Silente era inquieto, era andato a villa Petrova per parlare con Katie, ma quando era arrivato i suoi genitori avevano detto che era uscita per una passeggiata.
-Passeggiata? Chiese Silente sempre più preoccupato.
Decise che non era ancora arrivato il momento di allarmarli, pensava che lei non avrebbe potuto fare una cosa del genere, il suo cuore però non era d’accordo perciò andò da Kingsley. Si smaterializzo direttamente nel suo ufficio rischiando di far prendere al giudice un bell’infarto.
-Buongiorno caro Silente qual buon vento ti porta qui? Chiese quello alzandosi.
-Per caso Katie è venuta da te questa mattina? Chiese avendo paura della risposta.
-Sì, perché???
Silente sospirò.
-Ti prego dimmi che non ti ha chiesto di andare ad Azkaban. Disse con un ultima piccolissima luce di speranza.
-Mi ha detto proprio quello …
La speranza si infranse.
-Quando?
-Mezz’ora fa.
-Dobbiamo andare lì e subito.
-Che succede?
-Non ho tempo di spiegarti.
Mentre si preparavano a smaterializzarsi due dissenatori si presentarono alla porta ma i due uomini non li avevano visti. In meno che non si dica si trovarono all’interno della tremenda prigione dove regnava ancora una gran confusione con una voce sovrastante. Tom. Inconfondibile. Camminarono per poco. Non appena scorsero per terra un corpo corsero più velocemente che poterono.
-Katie o mio Dio. Sfuggì ad entrambi. Kingsley prese in braccio il corpo esanime della ragazza mentre quella voce terrorizzata continuava a ripetere il nome di lei. Il giudice fece segno all’uomo più vecchio di liberarlo. Si smaterializzarono prima il giudice con la ragazza poi gli altri due. Arrivarono al San Mungo dove gli infermieri accorsero immediatamente. Si ocuparono di avvisare i famigliari e gli amici mentre la ragazza veniva messa in un letto. Tom, il primo ad accorrere si accasciò vicino al letto della ragazza, continuando a ripetere il suo nome insieme ai mi dispiace, perdonami e no, parole di speranza di amore …
Arrivarono a ruota Igor e Morgana, i genitori, altri e soprattutto Sirius che non appena vide il corpo di lei si avvicinò mettendosi vicino a Tom con gli occhi pieni di lacrime e con parole di supplica. Il respiro di lei continuava a scarseggiare.
-Resta con me mio piccolo amore ti prego. Erano le parole di Tom.
-Oh tesoro amore mio, mio fiore…
-Vita mia… arrivò da Sirius e solo Tom si accorse di quelle parole ma non si stupì più di tanto, lo sapeva.
Il respiro era ormai impercettibile, se ne stava andando via senza che gli altri potessero fare nulla, niente funzionava.
L’anima aveva cominciato a volare sulle morbide ali del vento che la trasportavano mentre guardava impotente quella scena e poi … su …
Il respiro si fermò insieme a tutti con le lacrime che scendevano come cascate.
Tom distrutto, morto con lei, tutto era morto insieme a lei …
Tom in ginocchio con la mano di lei dentro la sua  con quei ricordi con il suo bellissimo sorriso che non avrebbe mai più visto, la sua solarità, la voglia di vivere, di combattere, tutto perso, morto, sepolto, perduto per sempre insieme a lei, per sempre …
 
 
 
 
Note dell’Autore
Care ragazze e ragazzi ecco la fine la fine di un sogno e di un amore …
 della vita stessa …
     
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
  

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