BABY-SITTER

di pentolina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***
Capitolo 23: *** 23 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


“Che succede, detective? La vedo preoccupata?” Chiede lo scrittore posando la tazza fumante sulla scrivania e accomodandosi sulla sua sedia.
“Nulla che ti riguardi.” Risponde infastidita dalla solita curiosità del partner proseguendo nel compilare il rapporto.
“Siamo suscettibili oggi.” Commenta Castle estraendo il cellulare per proseguire la partita ad Angry Birds lasciata in sospeso.
“Scusa, Castle… e grazie per il caffè.” Sussurra Beckett dopo un paio di minuti di silenzio accorgendosi di aver esagerato.
“Di niente… comunque se hai voglia di parlarne sono qui.” Le ricorda gentilmente.
La detective sta per rispondere quando un agente grida infuriato: “GUARDA COS’HAI COMBINATO, RAGAZZINO!” Indicando il plico di documenti sparsi sul pavimento.
Il piccolo seduto a terra guarda spavento l’uomo che gli urla contro mentre alle sue spalle il nonno lo raggiunge.
“David!” Dice con tono di rimprovero piegandosi per aiutare il poliziotto a raccogliere i fogli.
“Che succede?” Domanda Esposito.
“ZIO JAVI!” Strilla alzandosi e precipitandosi verso di lui.
“Attento!” Urla l’agente riuscendo a togliere il documento prima che il bambino lo calpesti.
“Ehi, campione!” Esclama il detective sollevandolo in aria, facendolo ridere.
“Mi dispiace.” Si scusa nuovamente Jim.
“Stia più attento a suo figlio la prossima volta.” Risponde infastidito strappandogli di mano i fogli.
“Agente, porti un po’ di rispetto!” Lo ammonisce una voce autoritaria alle loro spalle.
“Si, signore. Mi scusi.” Risponde mettendosi sull’attenti davanti al capitano.
“Forza, al lavoro.” Ordina Montgomery per poi concentrarsi sui nuovi arrivati.
“Lo perdoni, signor Beckett. Come sta?” Chiede stringendogli la mano.
“Bene. Mi dispiace per il disordine creatosi.” Risponde mortificato dal pasticcio combinato dal nipote.
“Nessun problema. Ehi, giovanotto come va?” Dice Roy rivolgendosi al piccolo ancora in braccio al detective.
“Tutto ok, boss!” Risponde David alzando la mano e aspettando che il capitano batta il cinque.
Montgomery sorride facendo scontrare la mano contro la sua.
“Papà, che ci fai qui?” Domanda Beckett.
“MAMMA!” Esclama David allungandosi verso di lei.
“Mi dispiace, tesoro… mi hanno chiamato per un’emergenza in ufficio e non posso portarlo con me.” Spiega Jim alla figlia che sta prendendo dalle braccia del collega il figlio.
“Beckett, se vuoi puoi andare.” S’intromette il capitano.
“Grazie, signore ma se non è un problema vorrei finire il rapporto prima di andare a casa.” Risponde lei.
“Katie, io devo andare. Ci sentiamo per domani. Ciao David fai il bravo.” Saluta Jim prima di dirigersi nuovamente verso l’ascensore.
“Ehi… chi abbiamo qui?” Domanda Castle raggiungendo il gruppetto.
“RICK!” Strilla David dimenandosi per far capire alla madre che vuole scendere.
“Beckett, quando vuoi vai tranquilla senza farti problemi.” Ripete il capitano congedandosi.
“Rick, giochi con me?” Chiede David togliendosi lo zainetto e mostrandogli le macchinine.
“Certo, andiamo… troviamo un posto tranquillo.” Risponde lo scrittore prendendolo per mano.
“Castle, mi posso fidare di te mentre concludo il rapporto?” Domanda la detective dirigendosi verso la scrivania.
“Detective, ho cresciuto una figlia, da solo, non lo dimenticare.” Le ricorda conducendo il bambino nella saletta relax.
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Castle e David dopo: aver costruito una vera e propria pista per le macchinine, aver giocato a prendersi, a nascondino ed essersi stancati un bel po’, ora, hanno optato per un’attività più tranquilla: il disegno.
“David, come mai eri con nonno Jim? Rosy era impegnata?” Chiede curioso lo scrittore.
“Rosy, è andata via.” Risponde cambiando penna.
“Dove?”
“Non ricordo il nome… dove ci sono i cowboy.” Spiega tirando delle righe tutte storte sul foglio.
“Texas?”
“Si.” Conferma annuendo.
“È andata in vacanza?” Domanda proseguendo con la raccolta di informazioni.
“No, non torna più. Mamma dice che senza Rosy siamo nei guai… cosa vuol dire?” Chiede smettendo di colorare e guardandolo.
“Rosy ti veniva a prendere all’asilo e ti faceva compagnia mentre mamma era al lavoro ma ora che Rosy non c’è più non sa come fare. Deve trovare qualcun altro che stia con te.” Spiega Castle.
“Perché non posso stare qui?” Domanda bevendo un sorso di succo.
“Perché è pericoloso. Vengano portate qui delle persone cattive e non è un posto per un bambino piccolo come te.”
“Io non sono piccolo… ho quattro anni. Juliet è piccola… lei ne ha solo due.” Afferma alzando prima quattro dita e poi due riferendosi alla figlia di zio Kevin e zia Jenny.
“Scusa hai ragione non sei piccolo, piccolo ma non sei nemmeno grande, grande come me, mamma e gli zii. Quindi non puoi restare qui con noi.” Dice cercando di spiegargli.
“E allora dove sto?” Domanda preoccupato.
Lo scrittore si gratta il mento cercando di pensare ad una soluzione e dopo un paio di minuti di esitazione risponde.
“Ma certo! Potresti restare con Lexi!” Esclama colpito da un lampo di genio.
“Chi è Lexi?” Chiede.
“È mia figlia… L’hai incontrata un paio di volte alle feste per i libri che scrivo su mamma. È quella ragazza con i capelli rossi che ti ha trovato nascosto sotto il tavolo del buffet l’ultima volta. Ricordi?” Gli rammenta lo scrittore.
“Si! Mi piace… è simpatica.” Afferma David ricordandosi l’episodio.
“Ottimo. Non ci resta che chiedere a lei e convincere tua madre e siamo a cavallo.” Dice Castle estraendo il cellulare per chiamare la figlia.
“Hai un cavallo?” Domanda illuminandosi.
“No… è solo un modo di dire.” Risponde sorridendo.
“Uff… mi sarebbe piaciuto andare a cavallo.” Dice deluso riprendendo a colorare.
“Un giorno ci possiamo andare se vuoi.” Propone lo scrittore.
“Veramente?” Chiede eccitato dall’idea.
“Veramente!” Conferma facendogli l’occhiolino.
“SI!” Strilla felice.
“Ehi, tesoro sono io. Come va?” Domanda Castle con il telefono all’orecchio.
“Tutto ok, tranquilla. Volevo solo chiederti una cosa: saresti disponibile a fare da baby-sitter al figlio di Beckett il pomeriggio dopo scuola?”
“Perfetto! Beckett, ne sarà entusiasta.” Esulta lo scrittore.
“A stasera. Ciao.” Saluta concludendo la chiamata.
“Ce l’abbiamo fatta, David. Ha detto si!” Esclama scambiandosi il cinque con il piccolo.
“Come va qui?” Domanda Beckett interrompendo i due.
“Tutto ok, vero?” Risponde lo scrittore cercando la conferma del bambino.
“Lexi mi fa compagnia.” Rivela David sorridendo.
“Come scusa?” Chiede confusa guardando il partner.
“Devo dire che tuo figlio è diretto… va dritto al punto è una caratteristica che…”
“Castle! Cos’hai combinato?” Domanda avvicinandosi portando le mani suoi fianchi.
“Niente di male. David mi ha raccontato di Rosy e del suo trasferimento in Texas… a proposito mi dispiace era una brava ragazza. Così mi è venuta una brillante idea per risolvere il tuo problema. Dato che siamo amici, oltre che partner, ci aiutiamo a vicenda in questo tipo di situ…”
“Castle! Arriva al dunque!” Gli ordina.
“Ho chiesto ad Alexis se è disponibile a occuparsi di David mentre sei al lavoro.” Confessa lo scrittore.
“Non sei proprio in grado di farti gli affari tuoi, vero?!” Dice infastidita dall’ennesima intrusione da parte dell’uomo nella sua vita privata.
“Mi dispiace… pensavo di farti un piacere!” Risponde mortificato.
“Non mi sembra di aver chiesto il tuo aiuto e interrogare mio figlio per ficcare il naso nella mia vita privata è una pessima cosa. Il fatto che scrivi romanzi ispirati a me non ti dà il diritto d’impicciarti nella mia vita.” Afferma la detective arrabbiata.
“Ok, scusa. Volevo solo toglierti l’incombenza di trovare una sostituta affidabile. Dato che ci sono già passato so cosa significa lasciare proprio figlio in mani sconosciute ma se ti dà così fastidio ok… dirò a mia figlia che non è ben accetta.” Controbatte lo scrittore alzandosi in piedi.
“Non cercare di rigirare la frittata. Non è tua figlia il problema e lo sai. Il problema sei tu che prendi decisioni affrettate senza prima consultarmi. Che si tratti di lavoro o di vita privata tu fai sempre di testa tua senza chiederti se le persone accanto a te la pensano alla stessa maniera.” Spiega Beckett iniziando a riordinare i giochi del figlio.
“Ok, hai ragione. Reagisco d’impulso lo so… è un mio grande difetto ma lo faccio con le migliori intenzioni. Mi dispiace di non averti consultata prima ma nonostante i miei modi non ti pare un’ottima idea? Lasceresti David con qualcuno che conosci, di cui ti fidi, è disponibile da subito e soprattutto non si trasferirà dall’altra parte dello Stato. Non trovi?” Dice esponendo tutti i lati positivi del caso.
“Anche se mi costa ammetterlo sarebbe un’ottima soluzione ma non voglio disturbare Alexis… deve studiare e a diciassette anni vorrà di sicuro uscire con gli amici o con il ragazzo, divertirsi insomma. Non starsene a casa tutti i pomeriggi a badare ad un bambino di quattro anni, non credi?” Afferma Beckett raccogliendo le penne sparse sul tavolo.
“Non parlare di ragazzi in mia presenza… è un tasto dolente per un padre. Comunque tralasciando questo dettaglio… ho già chiesto ad Alexis e per lei non ci sono problemi. David è all’asilo fino alle cinque quindi ha tutto il tempo per fare i compiti e studiare prima di andare a prenderlo.” Si affretta a spiegare.
“Ok, ma a una condizione: pagherò Alexis e, prima che inizi a ricordarmi che sei ricco e che tua figlia lo fa volentieri gratuitamente, ti dico che, se non accenterete il compromesso, sarò costretta a rifiutare la vostra offerta.” Mette subito in chiaro la detective.
“Ok. Affare fatto!” Afferma Castle allungando la mano verso di lei.
“Bene… ora signorino preparati è ora di andare. Chiamerò Alexis per spiegarle un po’ di cose più tardi.” Dice Kate stringendogli la mano.
“Potreste venire a cena da noi… così parlate a quattrocchi con calma. Tra l’altro è la serata pizza.” Propone Castle.
“SI! PIZZA!” Esclama David felice.
“Sei sicuro?” Domanda incerta.
“Si, certo. Così David può stare un po’ con lei… e puoi vedere come va.” Aggiunge aiutando il bambino ad allacciarsi le scarpe.
“Prendo le mie cose e andiamo. David, vai a salutare il capitano.” Afferma Kate uscendo dalla saletta.
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“Richard? Sei tu?” Chiede Martha sentendo la porta d’ingresso chiudersi.
“Si, mamma… c’è anche Beckett.” Urla in risposta riponendo nel guardaroba le giacche dei due ospiti.
“No… no, David. Non toglierle.” Lo rimprovera Kate fermandolo.
“Non le voglio!” Protesta slacciandosele.
“Beckett, lascialo non è un problema.” Interviene lo scrittore.
“Ciao cara… benvenuta.” La saluta l’attrice.
“Oh… ma chi abbiamo qui?! David, giusto?” Chiede Martha per conferma notando il bambino seduto a terra intento a togliere scarpe e calzini.
“Intanto che chiacchierate inizio a preparare!” Informa Castle dirigendosi verso la cucina.
“Ciao, Martha. David, rispondi!” La saluta la detective per poi rivolgersi al figlio.
“Perché sei vestita così strana?” Chiede curioso guardando lo stravagante abbigliamento della donna.
“David! Mi dispiace, Martha.” Si scusa Kate per la sfrontatezza del figlio.
“Non scusarti mi piacciono le persone schiette.” La tranquillizza Martha sorridendo per poi rivolgersi al bambino.
“Dimmi un po’ David… ti piace il teatro?” Chiede l’attrice.
“Si, ci sono andato due volte con mamma a vedere il mago di Oz e Pinocchio.” Risponde alzando due dita.
“E ti ricordi com’erano vestiti gli attori?”
“Strani.” Risponde immediatamente.
“Esatto… Io sono un’attrice di teatro ed è per questo motivo che sono vestita “strana”, come dici tu. Sto provando i costumi per il mio prossimo spettacolo.” Spiega Martha.
“Ci posso venire?” Domanda autoinvitandosi.
“Certo. Ora, vuoi venire di là con me a vedere gli altri costumi?” Chiede offrendogli la mano.
“C’è un cattivo nella tua storia?” Domanda restando fermo.
“Sicuro… c’è sempre un antagonista.”
“Voglio vedere il vestito del cattivo.” Dice afferrando la mano della donna.
“Il “per favore”, David… dove l’hai lasciato?” Gli ricorda Kate.
“Per favore.” Dice alzando lo sguardo verso l’attrice.
“Certo… andiamo!” Risponde Martha accompagnandolo verso le scale.
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“Ciao, papà… Kate! Che piacere vederti.” Esclama la ragazza baciando il padre per poi andare ad abbracciare la detective.
“Come stai, Alexis?” Domanda Kate ricambiando la stretta.
“Tutto bene, grazie. Resti a cena con noi?” Chiede sedendosi sullo sgabello accanto a lei mentre il padre controlla la cattura delle pizze.
“Si, ho approfittato dell’invito di tuo padre per vederti di persona. Intanto ti chiedo, visto i suoi precedenti, se è vero che ti ha chiesto di badare David o se ha deciso lui senza consultarti?” Domanda Kate.
“EHI!” Dice lo scrittore mettendo il muso facendo sorridere le due donne.
“No, è vero… stranamente ha detto la verità.” Scherza la rossa ricevendo uno strofinaccio in faccia da parte del padre.
“A parte gli scherzi lo faccio volentieri. A che ora devo passare a prenderlo?” Chiede rubando un’oliva.
“Prima di partire con i dettagli vorrei dirti due cose: uno, grazie sei la mia salvezza e due, come già anticipato a tuo padre, voglio che accetti di essere pagata. Non…”
“No, Kate. Non serve. Lo faccio volentieri e…”
“No, Alexis. So che non hai bisogno dei miei soldi ma per me è importante. Non voglio approfittare della tua gentilezza e della tua disponibilità. È giusto che tu venga pagata per il tempo che perderai dietro a David. Ti assicuro che non è facile tenerlo tranquillo, anzi… ti darà un bel da fare.” Afferma Kate sorridendo.
“Se proprio insisti va bene ma non servirebbe.” Ripete la giovane arrendendosi.
“Perfetto! Allora, puoi andare a prenderlo dalle quattro alle cinque, quando vuoi. Per merenda puoi dargli quello che vuole però stai attenta a non lasciarlo solo con dei dolci in giro perché in quei trenta secondi in cui tu non guarderai lui se li sarà divorati tutti. L’unica cosa che non può assolutamente mangiare sono noci, noccioli, mandorle praticamente tutta la frutta secca perché è allergico. Se ti trovi in un luogo chiuso che sia un bar, un ufficio o in casa la prima cosa che farà è togliersi scarpe e calzini. Ha un’innata repellenza per scarpe e ciabatte. Girerebbe scalzo sempre e ovunque. La tv la può guardare solo per un’ora; lui lo sa ma quando arriverà il momento di spegnerla si inventerà di tutto per convincerti a tenerla accesa altri cinque minuti che poi diventeranno dieci e poi venti e avanti così. Che altro… ah… ogni tanto ricordagli di fare pipì tende a dimenticarlo quando è impegnato a giocare. E un’ultima cosa, la più importante, se combina malanni o non ti ascolta, sgridalo. Non avere paura di metterlo in castigo. Ok?” Conclude la detective insistendo soprattutto sull’ultimo punto.
“Ok, spero di non sbagliare qualcosa.” Commenta Alexis preoccupata.
“Sono sicura che te la caverai benissimo. D’altronde hai cresciuto tuo padre.” Scherza Kate scambiandosi il cinque con la ragazza.
“Detective, mi sento offeso. Ti invito a casa mia, divido il mio pane con te, ti offro mia figlia come baby-sitter e tu mi ringrazi così? Alleandoti con lei contro di me!” Afferma melodrammaticamente.
“Non fare l’offeso… e poi dopo aver agito alle mie spalle, per l’ennesima volta, ho tutto il diritto di prenderti in giro.” Controbatte.
“Mamma, guarda!” Esclama David entrando in cucina con un enorme cappello da cowboy in testa che gli impedisce di vedere dove sta andando.
“Wow… è bellissimo. Te l’ha dato Martha?”
“Si, ha detto che posso tenerlo.” Risponde andando a sbattere contro una sedia.
“Attento… toglitelo un secondo c’è una persona che vuole salutarti.” Lo invita Kate.
“Chi?” Chiede curioso scontrandosi con le gambe dello scrittore.
“Togli il cappello e vedrai.”
Castle glielo ruba mentendoselo in testa e fingendo di sparargli lo colpisce con gli indici sulla pancia facendogli il solletico.
David divertito iniziando a saltellare nel vano tentativo di riprendersi il cappello.
“Dammelo!” Ordina capendo che non riuscirà mai a saltare così in alto.
“Ascolta prima cos’ha da dirti mamma poi ti ridò il cappello.” Risponde lo scrittore.
“Che c’è?” Chiede David avvicinandosi alla madre.
“Ti ricordi di Lexi?” Domanda scendendo dallo sgabello, prendendolo in braccio e portandolo alla stessa altezza della ragazza.
“Si, ha giocato a nascondino con me.” Risponde ricordandosi della festa avvenuta un mese prima.
“Esatto. Lexi starà con te mentre sarò al lavoro e tu farai il bravo, vero?” Afferma Kate.
“Mamma, è pronto!” Urla Castle per farsi sentire dalla donna.
“Ok, ora posso riavere il cappello?” Chiede guardando verso lo scrittore.
“No, prima saluti Lexi e poi vai a lavarti le mani.” Risponde la detective.
“Ti piacciono i transformers?” Domanda David guardandola.
“Si, ho visto tutti i film.” Risponde Alexis.
“Io no perché mamma non vuole... però ho visto il cartone.” Spiega il bambino.
“È bello anche il cartone… se hai voglia un pomeriggio dopo scuola possiamo guardarlo assieme.” Propone la giovane.
“Ok, però io vado all’asilo non a scuola.” La corregge David facendo ridere i presenti.
“Scusa, hai ragione… andiamo a lavarci le mani?” Chiede Alexis.
“Mi porti?” Domanda allungandosi verso di lei.
“Sei un furbetto tu.” Afferma Kate lasciando che la ragazza lo prenda in braccio.
-----
“Ne voglio ancora.” Esclama David in ginocchio sulla sedia.
“Ah… vedo che ti piace. Quale vuoi?” Domanda lo scrittore.
“Quella.” Risponde indicando quella con il prosciutto.
Castle ne taglia un pezzettino per poi metterla nel piatto al bambino che inizia a divorarla.
“Grazie.” Dice con la bocca piena.
“David, non si parla con la bocca piena!” Lo ammonisce Kate.
DIN… DON…
Il suono del campanello obbliga Castle ad alzarsi mentre il resto del gruppo prosegue a chiacchierare e a gustarsi la cena.
“Ciao, amore!” Lo saluta Gina baciandolo delicatamente per non rovinarsi il trucco.
“Ciao… come mai già di ritorno?” Domanda aiutandola a togliersi il soprabito.
“Ho fatto prima del previsto e poi quell’albergo era orribile. Pensa, non c’erano nemmeno gli accappatoi in camera. Una vergogna… non ho mai visto un posto così disorganizzato.” Racconta infastidita.
“Hai cenato? Ho fatto la pizza.” Le chiede gentilmente.
“Oddio… pizza! Un concentrato di carboidrati e grassi… no grazie.” Risponde schifata.
“Vuoi che ti prepari qualcos’altro?”
“No, lascia stare. Però potresti versarmi un bicchiere di champagne.” Dice seguendolo verso la sala da pranzo.
“Oh… ciao Gina.” La saluta per prima Martha.
“Vedo che abbiamo ospiti.” Commenta sedendosi nell’unico posto libero vicino a David spostando leggermente la sedia per mantenere le distanze.
“Buona sera, Gina.” La saluta la detective.
“Ecco il tuo champagne.” Afferma Castle porgendole il flute e sedendosi al suo posto.
“Tu non mangi?” Chiede David guardando la donna allungando un pezzo di pizza rosicchiato verso di lei.
Gina sorpresa dalla domanda non risponde guardando schifata la mano che le si è avvicina mentre Alexis e Martha sorridono divertite.
“David, finisci di mangiare.” Lo invita Kate ritraendogli il braccio.
La cena si conclude tranquillamente tra chiacchiere e battute sotto lo sguardo infastidito di Gina per la presenza della detective e del figlio.
 

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Capitolo 2
*** 2 ***


Il giorno dopo
“Lexi!” Grida David correndo verso di lei.
“Ciao, sei pronto ad andare?” Chiede accarezzandogli il viso.
“Bisogna salutare la maestra!” Afferma prendendola per mano e tirandola verso una donna bionda sulla quarantina.
“Hai visto che… Alexis, giusto?” Domanda la maestra guardando la giovane.
“Si, giusto. Piacere.” Risponde allungando la mano verso di lei.
“Piacere, Ellen. Hai visto che Alexis è venuta a prenderti?” Dice rivolgendosi al bambino e ricambiando la stretta.
David annuisce sorridendo.
“Era preoccupato che non arrivassi. È dalle due che fissa la porta nella speranza di vederti arrivare.” Racconta Ellen.
“Lexi è la mia nuova baby-sitter.” Spiega fiero il piccolo.
“Alexis sembra molto simpatica, sono sicura che ti divertirai con lei. Ricordati di prendere il grembiule e il biglietto per la festa di fine anno dall’armadietto, ok?” Gli rammenta.
“Ok. A domani maestra!” La saluta David tirando Alexis verso l’uscita.
“Arrivederci.” Dice lasciandosi condurre dal piccolo.
“Prova a indovinare qual è il mio?!” Dice arrivando davanti ad una fila di armadietti di vari colori ognuno con un simbolo diverso disegnato sopra.
“Direi la macchina della polizia.” Afferma indicandola.
“Esatto!” Risponde sorpreso dalla rapidità con cui ha risposto.
“Forza prendiamo le tue cose.” Lo invita aprendo l’armadietto.
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“Cosa c’è scritto?” Chiede David.
“Quest’anno la festa di fine anno si terra l’ultimo giorno di scuola (30 giugno) presso i giardini dell’asilo. Come ogni anno chiediamo gentilmente, a tutti i genitori disponibili, di aiutarci nella preparazione dell’evento. Per tutti quelli interessati a collaborare informiamo che lunedì, 7 giugno, alle ore 6.00 p.m. si terra un incontro presso la nostra sede dove sarà illustrato il programma e dove saranno distribuiti i compiti ai volontari. È gradita la partecipazione di tutti.” Legge Alexis.
“Mamma di solito non ci va però aiuta sempre.” Racconta il piccolo.
“La tua mamma è molto impegnata con il lavoro.” Spiega ripiegando il foglietto.
“Lo so. Lei arresta i cattivi.” Risponde uscendo dall’ascensore.
“Vuoi venire alla mia festa?” Chiede prendendo per mano la ragazza.
“Mi piacerebbe molto.” Afferma aprendo la porta di casa.
“Evviva!” Esulta entrando e togliendosi immediatamente scarpe e calzini, abbandonandogli in mezzo all’ingresso.
“Ciao ragazzi!” Saluta Castle.
“Ciao Rick!” Lo saluta David felice di vederlo.
“Papà, che ci fai a casa?” Domanda Alexis sorpresa di vederlo lì quell’ora.
“Ho accompagnato Gina ad una visita medica e siamo appena rientrati.” Spiega baciando la figlia sulla guancia.
“Rick, vuoi venire alla mia festa?” Chiede David toccando la gamba dello scrittore.
“Ma non è stato tre mesi fa il tuo compleanno?” Domanda spettinandogli i capelli.
“Non è per il mio compleanno. È per la festa dell’asilo!” Esclama scocciato per la domanda.
“Hai ragione, perdonami... come ho fatto a sbagliarmi” Si scusa lo scrittore battendosi una mano sulla fronte.
“Amore, dove… oh… che ci fa qui il piccoletto?” S’interrompe Gina alla vista del bambino.
“Vieni, David.” Lo invita Alexis prendendolo per mano e conducendolo verso la cucina.
“Lexi gli fa da baby-sitter.” Risponde Castle.
“Da quando tua figlia fa questi lavori da povera gente?”
“È un piacere che fa a Beckett… e comunque è un lavoro come un altro. Non credo esista una distinzione fra lavori per ricchi e per poveri.” Controbatte inorridito dall’uscita della fidanzata.
“Non dire sciocchezze. Certi lavori i poveri non posso e non sanno farli.” Ribatte tornando da dove è venuta.
“Papà, vuoi un po’ di gelato?” Chiede la ragazza.
“Che domanda fai?! Certo che sì.” Risponde unendosi ai due.
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“Quel ragazzino è qui da meno di un’ora e la casa sembra un porcile.” Si lamenta Gina trovandosi a dover scavalcare le scarpe del piccolo.
“Qualche problema?” Chiede Martha scendendo dalle scale e sentendo la donna brontolare.
“Quella detective potrebbe educare meglio suo figlio.” Risponde recuperando la giacca.
“I bambini sono tutti così, Gina… ma forse tu non lo sai.” Controbatte l’attrice sistemando scarpe e calzini in ordine vicino al muro.
David scappando da Alexis finisce accidentalmente addosso alla borsetta di Gina, appoggiata a terra, calpestandola.
“EHI… Marmocchio! Stai attento!” Lo sgrida la donna recuperando la borsa.
David al rimprovero della donna si ferma a guardarla mormorando un flebile: “Scusa.”
“Guarda dove metti i piedi!” Dice in malo modo.
“Gina, ti ha chiesto scusa non serve che te la prendi tanto per una borsa.” S’intromette Alexis.
“Una borsa?! È una Chanel!” Precisa lei.
“Che succede?” Chiede lo scrittore raggiungendo il gruppetto all’ingresso.
“Nulla… solo un piccolo incidente.” Risponde Martha.
“Sei pronta?” Domanda rivolgendosi alla compagna.
“Si. Andiamo!” Dice Gina spalancando la porta.
“Ciao a tutti… a dopo.” Saluta Castle uscendo di casa.
“Cosa fai ancora qui?! Scappa che ti prendo!” Esclama Alexis facendo strillare il bambino che riprende la fuga.
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“David! Guarda chi è arrivata!” Esclama Castle attirando l’attenzione del piccolo concentrato a giocare con Alexis sul tappeto in soggiorno.
“MAMMA!” Grida alzandosi e correndole incontro.
“Ciao, amore mio!” Dice prendendolo in braccio.
David si aggrappa al suo collo stringendo le gambe attorno alla sua vita.
“Sei stato bravo?” Domanda guardando verso la ragazza che sta riordinando i giochi.
“Si!” Risponde immediatamente.
“Adesso chiediamo ad Alexis se è vero.” Dice avvicinandosi alla rossa.
“Si, tranquilla… è stato bravissimo.” Conferma sorridendo.
“Ferma. Lascia che metta in ordine lui.” La blocca Kate mettendo il figlio a terra.
“Non voglio!” Protesta David aggrappandosi alla gamba della madre.
“Anche se non hai voglia lo fai… altrimenti Alexis non giocherà più con te.” Afferma la detective.
“NO!” Grida correndo ad aiutarla.
“Siamo stati ufficialmente invitati alla festa di fine anno.” Annuncia Castle affiancando la donna.
“Oddio… tra meno di un mese finisce l’asilo.” Esclama sconsolata.
“Troveremo una soluzione anche per quello.” La rassicura lo scrittore invitandola ad accomodarsi sul divano.
“Ah… per la festa non sentitevi obbligati a partecipare.” Chiarisce Kate sedendosi accanto al partner.
“NO! Rick e Lexi vengo!” Esclama David smettendo di riordinare.
“David, non puoi obbligare le persone a fare quello che vuoi tu.” Gli spiega la madre.
“Hanno detto che vengono.” Controbatte il piccolo con le lacrime agli occhi.
“E noi ci verremo volentieri, vero papà?” Interviene la giovane Castle.
“Sicuro… non me la perderei per niente al mondo.” Assicura Rick sorridendo.
“Hai visto!” Esclama David scoppiando a piangere.
“No… non piangere.” Dice Alexis dispiaciuta accarezzandogli la schiena.
“Sei cotto.” Commenta Kate facendogli segno di avvicinarsi.
“Noo… nonnn è veroo.” Singhiozza abbracciandola.
“Ti sei proprio divertito con Lexi… mi sa che stanotte ti farai una bella dormita.” Dice la detective prendendo in braccio il figlio palesemente stanco.
David continua a piangere nascosto contro il petto della madre aggrappato alla sua camicia.
“Meglio andare prima che crolli.” Afferma alzandosi.
“Ti aiuto a vestirlo.” Si offre Alexis accompagnandogli verso l’uscita.
“Spero non abbia fatto troppo disordine.”
“No, affatto. Ci siamo divertiti molto.” Risponde infilandogli calzini e scarpe.
“Grazie mille. Se sei ancora disponibile a lunedì.” Dice prendendo lo zainetto del figlio.
“Certo. A lunedì. Ciao David.” Lo saluta accarezzandogli una gamba.
“Ciao…” Sussurra lui.
“Buon week-end, detective.” La saluta Castle aprendo la porta.
“A lunedì.” Risponde uscendo dal loft.
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Una settimana dopo
“Stai attento!” Esclama Alexis vedendo il bambino intento ad arrampicarsi sul bancone per arrivare al telecomando.
“Voglio guardare la tv.” Afferma indicando verso il soggiorno.
“Il tempo è scaduto e sai che più di un’ora non puoi guardarla.” Gli ricorda spostandolo ancora più in alto.
“Voglio vedere i cartoni!” Insiste cercando di arrampicarsi sul mobile.
“Ehi… che dici se andiamo a fare un giro al parco?” Propone bloccandolo.
“SI!” Risponde entusiasta.
“Ok, corri a metterti le scarpe.” Dice spingendolo delicatamente verso l’ingresso.
Alexis recupera chiavi e cellulare per poi raggiungere il piccolo trovandolo già fuori dalla porta di casa.
“Ma… chi ti ha detto di uscire?” Lo rimprovera prendendo le giacche.
“Andiamo… andiamo!” Ripete saltellando verso l’ascensore.
“Se mi dai la mano… altrimenti torniamo dentro.” Dice chiudendo a chiave la porta.
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“Oddio… cos’hai combinato?!” Chiede scioccata.
“Mi sono sporcato tutto!” Risponde divertito toccandosi i pantaloni sporchi di fango.
“Ma come hai fatto?” Domanda cercando inutilmente di pulirlo.
“Stavamo giocando a prenderci e sono scivolato.” Racconta indicando verso la sabbiera.
“Non abbiamo nemmeno un cambio a casa.” Mormora Alexis fra se componendo il numero del padre.
“Mettiti qui seduto!” Gli ordina nell’attesa di ricevere risposta.
“Papà, sono io. Ho un piccolo problema con David…”
“No, sta bene… ma è caduto ed ora è tutto sporco… non ho nulla per cambiarlo.” Spiega tenendo d’occhio il bambino.
“Ok, ti aspettiamo.” Dice riattaccando.
“David, vieni andiamo a lavarci le mani.” Lo invita notando le manine luride.
“Possiamo prendere il gelato?” Chiede indicando il venditore ambulante.
“Ok.” Risponde conducendolo davanti alla fontanella pulendogli viso e mani.
“Facciamo una gara? Chi arriva prima al gelato, vince.” Propone David.
“Al tre. Uno… due… tre. Via!” Esclama Alexis lasciandogli del vantaggio.
David come previsto arriva primo e sorridendo esclama: “Hai perso!”
“Sei troppo forte. Che gusto vuoi?” Chiede tirando fuori il portafoglio dalla borsa.
“Tutti!” Risponde facendosi largo fra gli altri bambini.
“No… scegline uno.”
“Cioccolato!” Risponde tamburellando il dito sul vetro.
“Buon pomeriggio, vorrei una coppetta piccola con una pallina di cioccolato.” Dice Alexis educatamente all’uomo dietro al banco.
“NO! Voglio il cono.” Protesta David.
“Faccia pure la coppetta.” Interviene una voce alle loro spalle.
“Ciao, papà!” Saluta Alexis girandosi.
“Voglio il cono.” Ripete guardando con sguardo supplichevole lo scrittore.
“Facciamo così: prendiamo la coppetta e chiediamo gentilmente al signore se può darci un cono vuoto da metterci sopra. Ok?” Propone Castle.
“Ok!” Risponde David soddisfatto.
“Grazie, molto gentile. Tenga pure il resto.” Dice lo scrittore consegnando la banconota all’uomo e dando la coppetta con cono al bambino.
“Ti sei rotolato nel fango?” Domanda divertito notando i pantaloni e le scarpe infangate.
“Sono caduto!” Risponde sgranocchiando il cono.
“Come mai eri nei paraggi?” Chiede Alexis.
“Beckett e i ragazzi avevano una riunione con il capitano quindi ne ho approfittato per fare un salto a salutare Gina.” Spiega lo scrittore.
“Sembra che questa volta stia funzionando o sbaglio?” Domanda la ragazza cercando di nascondere la sua chiara delusione.
“Non ne sono ancora convinto.” Ammette sorprendendo la figlia.
“Mi è permesso dire la mia?” Chiede aspettando un cenno di consenso da parte del padre.
“Non mi sembra affatto cambiata… è la stessa di sei mesi fa.” Afferma Alexis nella speranza che il padre apra gli occhi davanti all’evidenza.
“Proprio per questo non ne sono convinto.” Chiarisce lo scrittore.
“OPS!” Sussurra David guardando la coppetta a terra e il gelato spalmato sulla maglietta.
“Bene… vedo che abbiamo completato l’opera.” Commenta Castle facendo cenno alla figlia di guardare verso il bambino.
“Ma! David!!!” Esclama cercando un fazzolettino nella borsa.
“Credo sia arrivato il momento di fare un po’ di shopping. Che dite?” Afferma lo scrittore raccogliendo la coppetta per buttarla via mentre Alexis pulisce alla meglio il pasticcio combinato.
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“Castle, ti ho detto di no. Prendi questi soldi!” Ripete Beckett infilandoglieli nel taschino della giacca.
“Prendilo come un regalo.” Protesta riuscendo a metterglieli nella tasca posteriore dei jeans.
“Castle, giuro che te li faccio mangiare!” L’avverte.
“Ascoltami, un secondo. Ho solo comprato dei vestiti e delle scarpe a tuo figlio da tenere come cambio a casa mia. Non gli ho comprato un appartamento a Manhattan.” Spiega afferrandola per i polsi e bloccandola contro la parete dell’ascensore.
“Non m’interessa. Non è giusto che spendi soldi per lui… e non ricominciare con la storia che grazie a me stai avendo successo con la serie di Nikki Heat.” Controbatte liberandosi e infilando nuovamente le banconote nel taschino.
“Sei testarda, detective. Mai io di più… troverò un modo per restituirteli.” L’avverte lo scrittore arrendendosi.
“Non ci provare!” Ribatte uscendo per prima.
“Vedremo.” Risponde seguendola.
“Giuro che se ne fai un’altra delle tue ti caccio a calci dal distretto.” Afferma aspettando che lo scrittore apra la porta.
“Non puoi! Il sindaco è mio amico.” Le ricorda.
“E allora? Un modo lo trovo, tranquillo... potrei sempre arrestarti... o spararti.” Suggerisce Beckett entrando in casa.
“Uuuhh… siamo passati alle minacce.” Commenta ridendo richiudendo la porta dietro di se.
“Che avete da discutere?” Domanda curiosa Martha.
“Prova a indovinare… come mai la detective qui presente è infuriata con me.” Risponde lo scrittore.
“Perché hai preso dei vestiti a suo figlio e ora vuole darti i soldi?” Prova a dire l’attrice.
“Esatto. A dire il vero me li ha già dati… eccoli qua.” Dice mostrando il denaro.
“So dove metterli.” Afferma Martha prendendoli e andando a infilarli nel salvadanaio a forma di macchina della polizia sul mobile.
Prima che la detective possa chiedere a cosa serviranno due braccia le stringono le gambe e una voce squillante urla: “Ciao, mamma!”
“Ciao, peste.” Risponde sorridendo.
“Ciao, Kate!” La saluta Alexis.
“Ciao, Alexis. Com’è andata oggi? A parte la caduta al parco.” Chiede la detective.
“Tutto, ok.” La rassicura.
“Mamma, hai visto il mio salvadanaio?” Domanda indicando la macchinina dove Martha ha appena messo i soldi.
“Ok… che dite di una buona carbonara!” Esclama Castle sperando di distrarre la detective.
“SI!” Strilla in risposta David correndo verso la cucina.
“Castle, posso parlarti un secondo?” Chiede Beckett mettendo le mani sui fianchi.
“Lo senti? Mi sta chiamando!” Dice lo scrittore scattando nella direzione in cui è appena scomparso il bambino.
“Dove credi di andare?!” Afferma correndogli dietro.
Nonna e nipote divertite dalla scena appena assistita si guardano sorridendo.
“Dal tuo sguardo dire che stiamo pensando la stessa cosa.” Commenta Martha.
“Ma perché ce ne accorgiamo solo noi?” Domanda Alexis prendendola sottobraccio.
“Parti dal domandarti perché tuo padre sta ancora con Gina.” Risponde l’attrice.
 

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Capitolo 3
*** 3 ***


Tre giorni dopo
Un rumore di vetri in frantumi interrompe il silenzio che regnava nel loft fino a quel momento seguito da delle urla.
“NO! GUARDA COS’HAI COMBINATO MARMOCCHIO!” Grida Gina vedendo il vaso di cristallo a terra in mille pezzi.
David spaventato corre a nascondersi sotto il letto matrimoniale dello scrittore calpestando accidentalmente alcuni vetri.
“Cos’hai da urlare?” Chiede Martha raggiungendo la donna nello studio, seguita dalla nipote.
“Guarda cos’ha combinato quel coso.” Sbraita indicando quello che una volta era un vaso.
“Quel coso è un bambino e ha un nome!” Esclama Alexis infastidita.
“Non m’interessa come si chiama! Ha rotto un vaso di cristallo da 10.000 dollari.” Dice infuriata.
“Invece che continuare a schiamazzare prendi scopa e paletta… meglio pulire prima che qualcuno si tagli.” Dice Martha.
“Io non pulisco!” Afferma Gina.
“Hai paura di rovinarti le unghie?” Chiede Alexis.
“Ehi, ragazzina… non permetterti di parlarmi così e tu, di qualcosa a tua nipote.”
“Cerchiamo di calmarci... è solo un vaso.” Risponde Martha dirigendosi verso il ripostiglio.
“Dov’è David?” Chiede la ragazza guardandosi attorno.
“Ma che ne so!” Borbotta Gina fissando quel poco che resta dell’amato vaso.
Alexis inizia a cercare David nella speranza di trovarlo prima dell’arrivo del padre e della detective.
“DAVID!”
“Dove sei?”
“Richard, vieni immediatamente a casa!” Ordina Gina, al fidanzato, per poi riattaccare il telefono senza dargli tempo di controbattere.
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Dieci minuti dopo
“Sono arrivato!” Annuncia lo scrittore entrando in casa seguito dalla detective.
Le voci di Martha e Gina arrivano chiare alle orecchie dei nuovi arrivati mentre dal piano di sopra si sente Alexis chiamare ripetutamente il nome del bambino.
La coppia non ha nemmeno il tempo di togliersi la giacca che l’uragano Gina salta fuori dallo studio iniziando a lamentarsi per un vaso rotto seguita da Martha che le parla sopra cercando di spiegare al figlio che è stato solo un incidente.
“Signore! Non ho capito nulla… potete parlare una alla volta.” Chiede Castle.
Nemmeno il tempo di finire la frase che la rossa e la bionda ricominciano a battibeccare e, come se non bastasse, Alexis si unisce a loro.
La giovane Castle infuriata con il padre per essersi innamorato di una donna così iniziando a discutere anche lei con Gina.
La detective che fino a quel momento è stata zitta ad assistere alla sceneggiata non vedendo il figlio nei paraggi decide di prendere la situazione in mano e facendo un fischio da stadio riesce ad attirare l’attenzione delle tre donne.
“Posso sapere dov’è mio figlio?” Domanda.
Stanno per ripartire a parlare di nuovo tutte assieme quando lo scrittore grida: “UNA ALLA VOLTA PER CARITA’!”
“Lexi, parla tu.” Ordina Kate.
“Ero salita un attimo di sopra a prendere dei libri quando ho sentito un rumore di vetri in frantumi seguito dall’urlo di quella pazza. Sono…”
“Pazza lo dici a qualcun altro! Richard, dì qualcosa a tua figlia. Senti come…”
“Silenzio! Stava parlando lei! Alexis, cerchiamo di usare nomi e non aggettivi dispregiativi.” La zittisce lo scrittore facendo cenno alla figlia di proseguire suggerendole un linguaggio più consono.
“Sono scesa e… e Gina urlava guardando un vaso in mille pezzi. Ho subito iniziato a cercare David, ma non l’ho ancora trovato. È nascosto qui da qualche parte ma non so dove.” Conclude la ragazza.
“Quel… quel bambino è qui da meno di due settimane e ha già fatto un danno da 10.000 dollari.” Esclama Gina guardando male la detective.
“Richard, la tua “fidanzata” ha qualche problemino di autocontrollo. Ha continuato a gridare come una pazza.” Afferma Martha.
“FERME! Non ricominciate a litigare. Ora tutti e dico tutti cerchiamo David.” Ordina lo scrittore riuscendo finalmente a togliersi la giacca.
“Io vado di sopra con Alexis!” Dice Martha andando verso le scale.
“Gina, cerca in soggiorno e in cucina mentre io e Beckett guardiamo nello studio e in camera da letto.” Dice facendo cenno alla detective di seguirlo.
“Mi dispiace, Castle. Vedrò di ripagarti il vaso.” Dice Beckett mortificata entrando assieme al partner nello studio.
“Non dirlo nemmeno per scherzo è un vaso… tra l’altro mi faceva pure schifo. L’ha comprato Gina l’ultima volta che siamo stati a Parigi.” Risponde controllando sotto la scrivania.
“Castle, smettila di abbuonarmi tutto. È giusto che se mio figlio rompe io paghi.” Controbatte controllando dietro al divano.
“Non ti sto abbuonando nulla. E ripeto era solo uno stupido vaso senza valore.” Ripete aprendo la porta della camera da letto.
“Forse dovrei cercare un’altra soluzione… vi sto creando solo problemi.” Commenta seguendolo.
“Un vaso ti sembra un problema? Lascia perdere è una cavolata.” Risponde aprendo la cabina armadio.
“Non parlavo del vaso ma del…”
Kate s’interrompe alla vista delle macchioline di sangue accanto al letto dello scrittore.
“Che succede? L’hai trovato?” Chiede girandosi e vedendo la detective con lo sguardo fisso sul parquet.
“Oddio… ma è sangue.” Esclama avvicinandosi e notando le goccioline rosse.
Beckett s’inginocchia per guardare sotto il letto facendo cenno allo scrittore di andare dalla parte opposta.
“Amore, sono io. So che sei qui sotto… ti vedo.” Inizia a dire vedendo la manina del figlio apparire dal buio.
“Che ne dici di uscire?” Propone lo scrittore.
David non risponde tirando su con il naso.
“Vieni fuori, dai.” Insiste Kate.
Silenzio.
“Io e mamma vogliamo solo assicurarci che tu stia bene… non vogliamo sgridarti, ok?! Ti sei tagliato con i vetri del vaso?” Chiede lo scrittore.
Un flebile si esce dalla bocca del piccolo.
“Gridava…” Sussurra dopo un attimo riferendosi chiaramente a Gina.
“Mi dispiace… era arrabbiata per il vaso ma adesso non lo è più.” Dice Castle mentendo spudoratamente.
“David, per favore esci di lì.” Lo supplica la detective.
“Facciamo così: tu esci di lì e io ti prometto che Gina non ti urlerà più e che non verrai messo in castigo per il vaso rotto, vero mamma?” Conclude cercando l’appoggio della donna.
“Vero…” Risponde poco convinta lanciando un’occhiataccia allo scrittore.
“Promesso?” Domanda per conferma.
“Promesso… ora esci.” Risponde Kate.
David strisciando va verso la parte della madre che appena riesce a raggiungerlo lo aiuta afferrandolo per la maglietta.
Castle fa il giro del letto mentre la detective prende in braccio il figlio stando attenta a non toccargli i piedini feriti.
“Prendo del disinfettante.” Afferma Rick correndo verso la stanza adiacente.
“Ti fa male?” Chiede asciugando con la mano libera le guance bagnate del figlio.
“Si.” Risponde appoggiando la testa alla sua spalla.
“Ok, ho tutto. Andiamo di là.” Dice Castle conducendogli in soggiorno.
“L’avete trovato, per fortuna.” Esclama Martha vedendoli uscire dallo studio.
“Lexi, vai a prendere una pinzetta e una pila. Dobbiamo verificare che non abbia delle schegge di vetro nelle ferite.” Ordina lo scrittore.
Kate si accomoda sul divano sistemando David sulle gambe mentre Castle s’inginocchia a terra davanti a loro in modo da essere comodo a medicare il bambino.
“Povero piccolo.” Dice Martha sedendosi accanto alla detective.
Gina appoggiata al bancone della cucina osserva la scena infastidita dalla presenza del bambino ma soprattutto da quella della detective che, da quando ha iniziato a frequentare casa Castle, sta mettendo a dura prova il rapporto fra lei e lo scrittore.
Rick esclama con tono buffo: “Capitano, pronto per l’avventura!?” Iniziando così a controllare le ferite canticchiando a voce alta la colonna sonora di Indiana Jones facendo ridere David che lo osserva attentamente.
Per fortuna le ferite sono superficiali. Solo piccoli taglietti che hanno smesso di sanguinare già da un po’.
“Forse ora ti deciderai a mettere le ciabattine?!” Scherza Kate facendogli il solletico.
“Ahahahaha…” Ride David.
“Sono stato bravo?” Chiede lo scrittore.
“Così… così.” Risponde facendogli la lingua.
“Ma… cos’è che mi fai?!” Esclama Castle ricambiando la linguaccia appena ricevuta.
“Adesso che ti sei ripreso credo sia arrivato il momento delle scuse.” Afferma la detective.
“Non è necessario… è stato solo un incidente.” Interviene Martha.
“No, Martha… è necessario eccome. Chiedi scusa a Gina e a Rick per aver rotto il loro vaso.” Gli ordina Kate.
“Scusa, Rick.” Dice David guardando lo scrittore.
“E Gina.” Gli suggerisce la madre.
“Scusa, Gina.” Aggiunge poco convinto senza guardarla.
“E scusa ad Alexis che ti ha cercato per tanto tempo senza trovarti.” Dice indicando la ragazza seduta accanto a loro.
“Scusa, Lexi.” Dice allungandosi verso di lei per darle un bacio.
“Oh… grazie.” Risponde la ragazza ricambiando.
David ne approfitta per aggrapparsi al collo della ragazza che lo prende in braccio.
“Ragazzi, sono già le sette! Non avete fame?” Chiede Martha alzandosi in piedi.
“Io si!” Risponde Alexis alzando la mano in alto.
“Anch’io!” Dice David copiando il gesto della ragazza.
“Credo che per noi, signorino, sia arrivato il momento di andare a casa.” Afferma Kate guardando il figlio.
“Restate a cena con noi.” Insiste lo scrittore.
“Castle, non possiamo rimanere a cena tutte le sere.”
“Ha ragione la detective… non possono restare sempre qui.” S’intromette Gina ricevendo tre occhiatacce da parte del fidanzato e delle due donne di casa.
“Forza andiamo!” Dice Kate prendendo il figlio dalle braccia di Alexis.
“NO! Non voglio!” Protesta David cercando di scendere.
Fra proteste e lacrime la detective riesce a portar via il figlio sotto lo sguardo soddisfatto della bionda.
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Castle e Gina si stanno preparando per andare a letto quando la bionda dice:
“Sono molto deluso dal tuo comportamento. Non mi hai assolutamente difesa lasciando che tua figlia e tua madre mi dessero della pazza senza dire una parola.”
“Ti avranno mancato di rispetto ma ti assicuro che, da quando sono entrato in casa a quando Beckett vi ha zittite, ti stavi comportando da vera pazza.” Risponde spostando le coperte.
“Quel bambino è un terrorista. Tutto quello che tocca rompe e quando oggi mi sono vista quel vaso da 10.000 dollari in mille pezzi non c’ho più visto.” Esclama Gina.
“È un bambino l’hai detto anche tu. So che per te è un essere strano ma come padre ti garantisco che tutti gli esseri viventi alla sua età sono così. Si chiama: vivacità.” Le spiega lo scrittore.
“Richard, non prendermi per scema. So come sono i bambini ma ti assicuro che non ne ho mai visto uno così… maleducato. Certo con la madre che si ritrova non si può pretendere molto.” Commenta togliendosi la vestaglia.
“Non ti permettere di giudicare Beckett. Non la conosci… non sai niente di lei e non sai nemmeno cosa significhi crescere un figlio da soli.” Ribatte stizzito.
“Sta di fatto che da quando c’è in giro quel marmocchio casa nostra sembra un campo di battaglia… non c’è mai un attimo di calma e come se non bastasse la detective è sempre qui.” Afferma infastidita sistemandosi a letto.
“Ti ricordo che grazie a quella detective sto guadagnando un sacco di soldi che ti permettono di vivere come una regina.” Le rammenta Castle.
“Se non avessi incontrato lei ne avresti trovata un’altra di musa.” Risponde Gina.
“Forse… o forse no. Sta di fatto che lei ti porta rispetto quindi esigo che tu rispetti lei e suo figlio. Chiaro?” L’avverte severamente.
“Per te una che ci prova con il tuo fidanzato ti porta rispetto?”
“Cosa stai insinuando?”
“Dai, Richard. Svegliati! Non ti rendi conto che sta usando la scusa che Alexis fa da baby-sitter a suo figlio per starti attorno. D’altronde qualsiasi donna vorrebbe finire nel tuo letto soprattutto per arrivare ai tuoi soldi.” Spiega sdraiandosi.
“Ti assicuro che Beckett non è interessata ai miei soldi.” Controbatte immediatamente.
“Questo lo dici tu. Intanto hai comprato dei vestiti per suo figlio, dei giochi per suo figlio, hai fatto addirittura un salvadanaio per suo figlio e come se non bastasse oggi ha fatto un danno da 10.000 dollari che sicuramente non le farai pagare.” Dice Gina.
“Mi stai facendo i conti in tasca? Sono soldi MIEI… gli guadagno con il MIO lavoro e quindi gli spendo come mi pare e piace. O forse stai facendo tutta questa polemica per paura che non ce ne siano abbastanza per i tuoi vizi?” Domanda trattenendosi per non urlare.
“Non essere ridicolo. Ora se non ti dispiace vorrei riposare sono già in ritardo di mezzora sulla tabella.” Dice chiudendo il discorso mettendosi due fette di cetriolo sugli occhi iniziando a inspirare ed espirare.
Castle nervoso e ormai privo di sonno decide di spostarsi nel suo studio per dedicarsi alla scrittura sperando di riuscire a rilassarsi con la sua detective Heat.
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Quattro giorni dopo
“Ciao Jenny... quanto tempo!” La saluta Kate abbracciandola.
“Kate… ben arrivati. Ciao David! Accomodatevi.” Risponde invitandoli ad entrare.
“Ciao!” Risponde David lasciando cadere la giacca a terra per poi correr verso il soggiorno alla ricerca di Juliet.
“Scusa il ritardo ma abbiamo avuto un piccolo problemino.” Spiega la detective togliendosi la giacca e raccogliendo quella del figlio.
“Tranquilla... stiamo aspettando Kevin. È andato a ritirare la torta.” La rassicura appendendo le giacche degli ospiti nel guardaroba.
“Ho portato un pensierino per la piccolina.” Dice consegnando il regalo all’amica.
“Oh… grazie! Non dovevi disturbarti. Vieni!” Ringrazia invitandola a seguirla.
“Buona sera, detective.” La saluta Lanie per prima.
“Buona sera, dottoressa.” Ricambia sorridendole.
Dopo aver salutato i presenti e aver conosciuto i genitori di Jenny la detective si dirige verso la cameretta di Juliet per controllare cosa sta combinando il figlio.
Man mano che si avvicina sente sempre più forti le risate e le urla dei bambini seguite da dei lamenti di una terza persona, sicuramente un adulto, pensa Kate aprendo lentamente la porta socchiusa.
Lo scrittore è sdraiato a terra mentre David e Juliet seduti su di lui lo stanno praticamente torturando.
“Castle, cosa fai?” Chiede la detective facendosi notare.
“Aiutami, ti prego!” La supplica girandosi verso di lei.
“Prendi questo!” Urla David infilzando il povero scrittore con un braccio di una bambola.
“AH!” Strilla dolorante massaggiandosi il pettorale destro mentre i due bambini se la ridono di gusto.
“Rick, devi far finta di morire!” Gli ordina colpendolo nuovamente più giù.
“AAHHH!” Si lamenta Castle portando le mani sugli addominali per poi morire teatralmente facendo smorfie e rumori strani.
“Ic!” Lo chiama Juliet dandogli una manata in pieno volto.
“AHI!” Esclama spalancando gli occhi.
“NO! Sei morto non puoi muoverti!” Grida David mettendogli le mani sugli occhi.
“Piano… mi fai male.” Si lagna lo scrittore.
“David, attento!” Lo rimprovera Kate prendendolo per un braccio per farlo spostare.
“NO! Stiamo giocando!” Protesta cercando di liberarsi della presa della madre.
“EHI! Sai che non voglio facciate questi giochi violenti.” Gli ricorda riuscendo a farlo scendere dalla pancia dell’uomo che appena libero si mette seduto.
“Oddio! Ahaahahaha…” Esclama Kate scoppiando a ridere alla vista dei tre codini sulla testa del partner.
“Sto bene, vero?” Domanda ridacchiando.
“Molto sexy… potresti pensare di lanciare una nuova moda.” Lo prende in giro la detective sciogliendone uno.
“Finalmente hai ammesso che sono sexy… ci sono voluti quasi tre anni!” Commenta sorridendo.
“Non montarti la testa… ti stavo prendendo in giro.” Si affretta a chiarire.
“Ormai l’hai detto… non puoi più rimangiartelo.” Afferma sistemandosi il ciuffo.
“Rick, cavallino!” Ordina David aggrappandosi alle due spalle, facendolo quasi cadere all’indietro.
“Ragazzi, è arrivata la torta!” Gli informa Lanie entrando nella stanza.
“Sali… andiamo!” Dice Castle mettendosi in ginocchio e aiutando il piccolo a salire sulle sue spalle.
“Vieni, piccola!” Afferma Kate prendendola in braccio.
“Tota… tota!” Ripete Juliet battendo le manine.
“Che carini… stavate giocando all’allegra famigliola.” Sussurra Lanie prendendo in giro l’amica.
“Lanie!” Esclama scioccata dall’uscita della dottoressa.
“Che c’è? Vi siete visti? Eravate troppo carini…”
“Ti ricordo che è fidanzato.”
“Si certo con quella gallinella… ma fammi un piacere.”
“Ssshhh… potrebbe sentirti.” L’ammonisce la detective.
“Ma va… è troppo impegnato a fare il pagliaccio con tuo figlio. Guardalo!” Risponde indicando lo scrittore che sbanda a destra e a sinistra facendo un sacco di versi mentre David, aggrappato a lui, ride divertito.
---
“Ehi… ti si sono scaricate le batterie?!” Chiede Esposito al piccolo, evidentemente stanco, in braccio alla madre impegnata a chiacchierare con Jenny.
“Zio, un giorno mi porti dove sparano?” Domanda David giocherellando con i bottoni della camicia della donna.
“Sei un po’ troppo piccolo per andare al poligono.” Risponde il detective.
“Non sono piccolo!” Controbatte arrabbiato.
“Che succede, Espo?” Chiede Castle sedendosi accanto all’amico.
“Rick, mi porti dove sparano?” Domanda David speranzoso.
“Il giovanotto vuole andare al poligono…” Spiega Esposito.
“David, il poligono è un posto per grandi. Prima d’entrare misurato quanto sei alto e se sei meno di un metro e mezzo… circa così… non ti lasciano passare.” S’inventa lo scrittore nella speranza di convincerlo , mostrandogli l’altezza che dovrebbe avere.
“Basta che mi prendi in braccio… così divento altissimo.” Afferma il piccolo.
“Furbo… ma la guardia che c’è all’ingresso è molto intelligente e se proviamo ad imbrogliarlo ci mette in prigione. Io non ci voglio andare… tu, ci vuoi andare?” Chiede.
“No.” Risponde David tristemente.
“Però a casa ho il laser-tag… ci possiamo giocare se vuoi. Posso insegnarti come sparare e dove nasconderti per vincere contro Lexi.”
“SI!” Esclama elettrizzato dall’idea scambiandosi il cinque con lo scrittore.
“Bro, ci sai fare con i bambini.” Si complimenta Esposito.
“MAMMA! MAMMA!” La chiama David.
“Sto parlando… aspetta un secondo.” Dice Kate accarezzandogli il viso.
“Rick mi insegna a giocare a laser-tag!” Racconta eccitato prendendole il viso fra le mani e obbligandola ad ascoltarlo.
“Allora mamma ti deve insegnare i punti deboli di Rick!” Afferma la detective guardando il partner.
“Non ho punti deboli… e te lo dimostrerò... domani, dopo il lavoro!” La sfida lo scrittore.
“Castle, non vorrei vederti piangere… lascia stare!” Risponde lei.
“Come scusa? Io sono il campione assoluto di laser-tag… non puoi battermi.” Chiarisce Castle.
“Vedremo!” Dice Kate accettando la sfida.
 

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Capitolo 4
*** 4 ***


Una settimana dopo
“Ciao…” Saluta David avvicinandosi a Gina impegnata a truccarsi.
“Cosa fai qui?!” Domanda seccata.
“Perché ti metti quella roba? Vai ad una festa in maschera?” Chiede curioso notando gli innumerevoli trucchi sparsi sul piano accanto al lavandino.
“ALESIX!” Urlare sperando che possa sentirla.
David allunga la manina prendendo un ombretto viola.
“Ehi! Fermo!” Lo rimprovera strappandoglielo di mano.
“Cos’è questo?” Chiede aprendo il mascara.
“ALEXIS!” Chiama nuovamente.
“Vai a giocare con i tuoi giochi!” Dice riprendendosi anche il mascara.
“Non ho voglia.” Risponde afferrando il rossetto.
“Se ti do questa scatola di cioccolatini te ne vai?” Domanda Gina estraendo dalla borsetta una confezione da tre di Baci Perugina.
“OK!” Risponde David illuminandosi alla vista del dolce.
“Ora sparisci!” Ordina consegnandoglieli.
Il piccolo soddisfatto del bottino corre a nascondersi sotto il letto dello scrittore per potersi gustare i cioccolatini in pace senza essere visto da nessuno.
“DAVID!” Chiama Alexis entrando nella stanza.
“Con calma mi raccomando!” Commenta Gina.
“Hai visto, David?” Chiede trovando la donna in bagno.
“Si, era qui pochi minuti fa. Cerca di tenerlo d’occhio prima che faccia altri malanni.” Dice rimproverandola.
Alexis sbuffando chiude la porta.
Sta per tornare in soggiorno quando nota il piedino del bambino che sbuca da sotto il letto.
“Preso!” Esclama afferrandolo per la caviglia e tirandolo verso di se.
David non urla, non reagisce ed è allora che la ragazza si rende conto che c’è qualcosa non va.
Una volta tirato fuori da sotto il letto nota immediatamente che fatica a respirare.
“ODDIO!” Grida terrorizzata prendendolo in braccio.
“Sei matta?! Mi hai fatto spaventare… guarda che disastro.” Si lamenta Gina uscendo dal bagno con il mascara sbavato.
“NONNA!” Urla notando la carta dei cioccolatini a terra.
“Che succede?” Domanda Martha arrivando di corsa.
“Dobbiamo portarlo all’ospedale!” Esclama Alexis in preda al panico.
---
“Ecco il suo caffè, detective!” Dice appoggiando la tazza sulla scrivania.
“Grazie, Castle.” Risponde bevendone subito un sorso.
“Allora hanno trovato il sospettato?” Chiede accomodandosi.
“Si, Ryan e Esposito lo stanno portando qui.” Spiega Beckett.
“Ho una proposta da farti.” Ammette Castle.
“Se non è indecente spara.” Scherza smettendo di scrivere.
“Stasera… io, te, David e Alexis… pop-corn e film.” Propone lo scrittore.
“Non c’è Gina?”
“No, ha un party. Allora?” Chiede speranzoso.
“Vediamo prima se riusciamo a chiudere questo caso… poi possiamo parlarne.” Risponde la detective alzandosi alla vista dei due colleghi.
“Andiamo, allora… che aspettiamo!?.” Esclama Castle balzando in piedi e incamminandosi verso la stanza degli interrogatori dove è appena stato portato il sospettato.
---
“Dobbiamo chiamare Katherine.” Dice Martha estraendo il cellulare dalla borsetta mentre Alexis sotto shock cammina avanti e indietro in mezzo alla marea di gente che affolla la sala d’aspetto del pronto soccorso.
“Perché non ci lasciano entrare?! Ha solo quattro anni…” Afferma Alexis preoccupata fissando la porta chiusa.
“Richard, sono io.” Dice Martha al telefono.
“Mamma! Sono impegnato in un interrogatorio!” Spiega seccato per l’interruzione.
“Katherine è con te?” Domanda l’attrice.
“Si… che succede?” Chiede sentendo il tono serio e preoccupato della madre.
“Siamo al pronto soccorso. David ha avuto uno shock anafilattico.”
“Cosa???” Esclama.
“Castle… grazie per l’aiuto.” Lo rimprovera Beckett uscendo dalla stanza degli interrogatori e ritrovando davanti il partner impegnato a chiacchierare al cellulare.
“Richard, dovete venire immediatamente. Non ci lasciano entrare!” Spiega Martha sentendo la voce della detective.
“Arriviamo!” Dice riattaccando.
“Andiamo!” Ordina lo scrittore afferrando il braccio della detective e tirandola verso l’ascensore.
“Dove?” Chiede confusa seguendolo.
“David, è al pronto soccorso. Ha avuto uno shock anafilattico.” Dice sganciando la bomba.
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“Dov’è?” Chiede Kate raggiungendo di corsa le due rosse.
“Non lo so… non ci lasciano entrare. È più di un’ora che non ci danno notizie.” Risponde Martha.
“Sono Katherine Beckett mio figlio è stato portato qui d’urgenza un’ora fa si chiama David Beckett.” Dice presentandosi al banco dell’infermiere.
“Un attimo, signora.” Risponde l’uomo riprendendo a parlare degli affari suoi con una collega.
“Non ho un attimo. Voglio vedere mio figlio, immediatamente.” Afferma Kate battendo la mano sul piano.
“Signora, non so se ha notato ma ci sono altre cinquanta persone che stanno aspettando.” Controbatte indicando la sala oberata di gente.
“Non è un mio problema. Mio figlio a quattro anni ed è lì dentro da solo.” Ribatte lei.
“Se non volete ricevere una denuncia per sequestro di minore sarà meglio che ci facciate vedere subito nostro figlio!” S’intromette Castle appoggiando una mano sulla schiena della detective.
“Mi dia un minuto.” Risponde l’infermiere cercando sul computer.
---
“Salve, sono il dottor Stark. Voi siete i genitori di David?” Chiede stringendo la mano ai due.
“Come sta?” Domanda Kate.
“Vostro figlio ha avuto una forte reazione allergica. L’intervento tempestivo della baby-sitter e la rapidità con cui l’ha portato qui è stato determinante. Oserei dire che gli ha salvato la vita. Gli abbiamo somministrato una dose di epinefrina, la crisi è passata e ora sta riposando. Un’infermiera vi porterà da lui.” Spiega brevemente il medico.
“Grazie, dottore.” Ringrazia lo scrittore stringendogli la mano.
“Oddio…” Sussurra Alexis fra se passandosi una mano fra i capelli, non riuscendo a trattenere una lacrima.
“Tesoro, non piangere.” Dice Martha accarezzandole il braccio.
“Alexis! Grazie.” Afferma Kate abbracciandola.
“Mi dispiace…” Dice la ragazza mortificata stringendosi a lei.
“Per cosa?! Gli hai salvato la vita!” Dice la detective staccandosi e prendendole il viso fra le mani.
“Non capisco da dove abbia preso quei cioccolatini. Da quando c’è David abbiamo eliminato tutti i cibi che non può mangiare.” Spiega Martha sentendosi in parte in colpa per l’accaduto.
“Ehi… l’importante è che stia bene.” Interviene Castle passando un braccio sulle spalle della madre.
“Signori, Beckett! Venite!” Gli chiama l’infermiera.
“Andate.” Gli invita Martha.
“Possono venire anche loro?” Chiede la detective.
“Certo.” Conferma invitandoli a seguirla.
---
Una volta entrati nella stanza Kate non riesce a trattenere una lacrima nel vedere il suo bambino in un letto d’ospedale.
“Amore mio…” Dice baciandolo sulla fronte e passandogli una mano fra i capelli corti.
“Mamma…” Sussurra sbattendo le palpebre.
“Sono qui, amore.” Risponde sedendosi sul letto.
“Mi dispiace…” Mormora.
“Per cosa?” Chiede continuando accarezzarlo come per avere la conferma che è lì e che sta bene.
“Non sapevo che c’erano dentro le nocciole.” Ammette David sbadigliando.
“Lo so, amore. So che non l’hai fatto apposta. Però se non ne sei sicuro la prossima volta chiedi, ok?” Gli raccomanda Kate.
“Ok…” Risponde cercando con la manina quella della madre.
“Ehi… campione. Che mi combini? Ci hai fatto prendere un bello spavento.” Dice Rick sedendosi sul lato libero.
“Rick…” Sussurra girando il viso verso di lui.
“Però grazie a te… mamma mi ha lasciato guidare la macchina della polizia e mi ha fatto pure accendere le sirene.” Racconta eccitato lo scrittore facendolo sorridere.
“Alexis… vieni!” La invita la detective allungando la mano verso di lei.
“Amore, guarda chi c’è? La tua salvatrice.” Spiega Kate al figlio.
“Ciao.” La saluta David.
“Ciao…” Saluta la ragazza afferrando la mano della donna e avvicinandosi.
“David, dov’hai preso i cioccolatini?” Chiede curiosa Martha accarezzandogli una gamba.
“Gina… per farmi smettere di giocare con i suoi trucchi.” Confessa il piccolo.
All’udire del nome della fidanzata Castle si alza immediatamente.
“Richard, dove vai?” Domanda Martha al figlio.
“Da Gina… ci vediamo a casa.” Risponde uscendo dalla stanza.
“Sono stanco.” Ammette David sbadigliando.
“Lo so… chiudi gli occhi.” Suggerisce la detective accarezzandogli il viso.
“Voglio andare a casa…” Sussurra.
“Quando ti sarai riposato.” Spiega baciandolo sulla fronte.
---
“Ciao, amore. Pensavo non venissi alla festa.” Afferma Gina vedendo il fidanzato entrare.
“Ti rendi conto di quello che hai fatto?” Domanda arrabbiato.
“Richard, calmati. Di cosa stai parlando?”
“Stavi per uccidere David!”
“Cosa?” Chiede scioccata.
“Gli hai dato dei cioccolatini?” Domanda per conferma.
“Si… ma da quando la cioccolata uccide la gente?” Chiede confusa.
“È allergico alle nocciole!” Esclama lo scrittore.
“Non è colpa mia… non potevo saperlo e comunque tua figlia potrebbe stare più attenta. Lo lascia gironzolare senza controllo!” Controbatte Gina.
“Tu, dovresti stare più attenta a quello che fai!” Ribatte.
“Non ho tempo per queste stupidaggini. Ho solo un’ora per prepararmi!” Afferma dirigendosi verso l’armadio.
“Stupidaggini? Ha avuto uno shock anafilattico! Un bambino ha rischiato di morire per colpa della tua sbadataggine.” Urla arrabbiato.
“Quante volte te lo devo ripetere: non lo sapevo?!!!!” Grida a sua volta Gina.
“Non ti sei nemmeno presa la briga di chiamare per vedere come sta.” Aggiunge Castle.
“E allora? Non è mio figlio… e nemmeno tuo. Non è un nostro problema. La devi smettere di comportarti come se fossi il padre di quel bambino. So che desideravi avere un altro figlio ma ne abbiamo già parlato. Io, non voglio figli e tu eri d’accordo… pensavo che la questione fosse risolta ma da quando quella detective con il suo marmocchio sono in casa nostra non facciamo altro che discutere e litigare. Datti una calmata.” Lo zittisce lei.
Castle senza dire nulla esce dalla stanza dirigendosi verso l’uscita sbattendo la porta di casa.
Per una volta Gina ci aveva visto giusto: lui voleva un figlio maschio, l’aveva sempre sognato, ma le donne che aveva avuto fino a quel momento odiavano i bambini e tenevano troppo al loro aspetto fisico per dare alla luce un figlio.
Ma vedere David gironzolare in casa tutti i giorni e l’aver legato con il piccolo così velocemente avevano riacceso in lui il desiderio di diventare nuovamente padre.
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“Buon giorno, dormigliona.” Sussurra all’orecchio della donna.
“Mmm… Castle, che ci fai qui?” Domanda stiracchiandosi.
“Ti ho portato il caffè come ogni mattina.” Afferma posandolo sul comodino.
“Grazie…” Dice alzandosi e facendo un po’ di stretching con schiena e gambe.
“Immagino non sia stato comodissimo dormire su quella poltrona.” Commenta osservandola.
“Per niente… è molto più comodo il divano del distretto.” Ammette andando a guardarsi allo specchio del bagno.
“Non serviva che venissi…”
“Perché? Non dirmi che hai già trovato un altro che ti porta il caffè ogni mattina?!!” Esclama preoccupato.
“No... tranquillo, Castle il caffè me lo puoi portare solo tu.” Risponde la detective stando al gioco.
“Come sta?” Chiede tornando serio.
“Bene. Questa mattina dovrebbero dimetterlo.” Spiega dandosi una rinfrescata.
“Mi dispiace, Kate.” Ammette appoggiandosi allo stipite della porta.
“Per cosa? Non hai fatto nulla di male anzi sei intervenuto terrorizzando l’infermiere permettendomi così di vederlo.” Racconta asciugandosi il viso.
“Se non fosse stato per Gina non sarebbe mai successo.”
“Forse… ma Gina non poteva sapere della sua allergia e comunque ora sta bene. Questo è quello che conta.” Risponde appoggiando la mano sulla porta con l’intenzione di chiuderla.
“Mi dispiace, comunque.” Ammette tristemente.
“Fattela passare… altrimenti ti caccio. Dai, spostati.” Lo minaccia lei.
“Perché?”
“Perché devo fare pipì e non mi servono spettatori.”
“Oh… scusa.” Dice spostandosi e lasciandole un po’ di privacy.
“Mamma…” Si sente chiamare dal letto.
“Ehi… buon giorno. Come ti senti?” Chiede Castle correndo al capezzale del bambino.
“Bene…” Risponde strofinandosi gli occhi.
“Mamma è in bagno arriva subito… ok?” Spiega lo scrittore.
“Ok…” Sussurra allungando le braccia verso di lui.
“Ti scappa la pipì?” Domanda sollevandolo.
“Si.” Conferma ancora mezzo addormentato appoggiando la testa sulla sua spalla.
TOC… TOC…
“Un attimo, Castle! Nemmeno al bagno mi lasci in pace.” Si lamenta la detective.
“C’è un ometto che vorrebbe fare pipì.” Spiega piazzandosi davanti alla porta.
“Arrivo!” Risponde aprendo la porta e ritrovandosi davanti i due.
“Buon giorno, amore.” Saluta prendendolo dalle braccia del partner.
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“Come sta, Alexis?” Chiede uscendo dal parcheggio e immettendosi nel traffico newyorkese.
“In colpa… non fa altro che incolparsi ripetendosi che doveva stare più attenta.” Racconta lo scrittore.
“È a casa?” Domanda Kate.
“Si.”
“Allora, se non ti dispiace ci fermiamo un secondo da voi. Credo che Alexis abbia bisogno di passare un po’ di tempo con David per rendersi conto che sta veramente bene. Ci sono passata anch’io la prima volta che abbiamo avuto l’esperienza dello shock anafilattico. Ho passato i successivi due giorni a guardarlo 24 su 24 anche mentre dormiva. Solo così mi sono convinta che stava veramente bene.” Racconta svoltando verso Manhattan.
“Ho avuto la stessa esperienza anch’io con Alexis. A cinque anni è caduta dalle scale perdendo i sensi… non riuscivo a staccarmi da lei. Controllavo ogni due secondi se respirava correttamente. Ho passato così i successivi quattro giorni poi mia madre mi ha chiuso fuori casa obbligandomi così a staccarmi da lei.” Spiega lo scrittore.
“Sono esperienze che segnano e che insegnano soprattutto.” Commenta Kate.
---
“Kate, dovresti cercarti una nuova baby-sitter… una con più esperienza. Io non sono adatta per questo lavoro e...” Ammette la ragazza.
“Alexis, no! Mi fido di te e voglio che continui a badare a David.” La blocca la detective.
“Poteva morire per colpa mia… come fai a fidarti?!” Dice con gli occhi lucidi.
“Quello che è successo ieri a te poteva capitare a chiunque… anche alla migliore baby-sitter del mondo. Ed è successo anche a me… e sono sua madre. Due anni fa, al compleanno di mio padre, mia zia Betty gli ha fatto assaggiare un pezzettino del dolce che aveva preparato ed è successo tutto in attimo. Ha cominciato a respirare affannosamente diventato rosso in viso. L’abbiamo portato d’urgenza all’ospedale. Mi sono colpevolizzata per giorni per averlo lasciato libero di gironzolare alla festa senza badare a quello che parenti e amici gli davano da mangiare.” Le racconta nella speranza di farle capire che gli incidenti accadono a tutti.
“Dovevo stare più attenta. Lo sanno tutti che con i bambini bisogna avere diecimila occhi e io l’ho lasciato girare per casa da solo. Dovevo controllarlo meglio.” Dice rimproverandosi.
“Nessuno a diecimila occhi, Alexis. Voi avete fatto anche troppo eliminando cibi che lui non può mangiare ma non potevi prevedere che Gina gli desse dei cioccolatini con le nocciole.” Le spiega Kate sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Mi dispiace…” Sussurra la ragazza.
“Vieni qui.” La invita la detective aprendo le braccia.
Alexis si avvicina e Kate l’avvolge nel suo abbraccio.
“Mi fido di te e David vuole solo te come baby-sitter.” Ammette accarezzandole la schiena.
“Ti prometto che non ti deluderò.”
“Ne sono più che sicura. Ora andiamo… c’è un ometto agitatissimo al piano di sotto che ti sta aspettando.” Afferma prendendola per mano e tirandola verso l’uscita.
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“David… guarda chi c’è!” Annuncia Kate scendendo l’ultimo gradino seguita dalla giovane Castle.
“LEXI!” Strilla felice mollando il trenino a terra e correndo verso di lei.
“Ciao!” Saluta inginocchiandosi e aspettandolo a braccia aperte.
“Scusa… sei arrabbiata?” Domanda abbracciandola.
“No… non sono arrabbiata. Ero solo preoccupata.” Spiega prendendolo in braccio.
“Non dovevo mangiare il cioccolatino di nascosto.” Ammette guardandola negli occhi e ricordandosi della raccomandazione fatta dalla madre.
“D’ora in poi chiederai sempre e sottolineo sempre se c’è qualcosa di nuovo che vuoi assaggiare ad Alexis, vero?” Interviene Kate raccogliendo i calzini lasciati a terra dal figlio.
“Promesso.” Risponde David dando un bacino sulla guancia alla ragazza.
“Ragazzi, il vostro Rick vi ha preparato un budino speciale.” Gli interrompe lo scrittore.
“Forza tutti in cucina!” Esclama Martha.
“Il primo che arriva avrà la porzione più grande.” Annuncia Castle.
“VAI! CORRI!” Lo incita Alexis posandolo a terra.
 

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Capitolo 5
*** 5 ***


Quattro giorni dopo
“Mamma, corri siamo in ritardo!” Esclama David correndo verso l’asilo.
“Aspettami!” Grida Kate accelerando il passo per evitare di perderlo.
“Corri!” Ripete aggrappandosi alle sbarre del cancello.
“Eccomi… cerca di calmarti un pochino.” Dice la detective suonando il campanello per farsi aprire.
David spinge il cancello entrando per primo scattando verso la porta d’ingresso dove altri genitori stanno chiacchierando.
La detective concentrata a non perderlo di vista non si accorge di aver appena superato scrittore e figlia fino a quando quest’ultima non la chiama: “KATE!”
“Ehi… ciao. Grazie per essere venuti… David ne sarà felicissimo.” Afferma fermandosi per aspettarli.
“Dov’è?” Chiedo lo scrittore guardandosi attorno.
“Bella domanda… stavo cercando di raggiungerlo.” Spiega incamminandosi verso l’ingresso.
I tre facendosi largo fra la folla di genitori, parenti e bambini di tutte le età riescono a raggiungere il giardino.
“Ciao, Kate.” La saluta la maestra.
“Ellen! Come va?” Chiede la detective.
“Bene, tu? Finalmente ci vediamo.” Risponde abbracciandola.
“Bene, grazie. Alexis la conosci già. Lui invece è suo padre e mio partner Richard Castle.” Dice Kate facendo le presentazioni.
“Piacere, Ellen!” Dice allungando la mano verso lo scrittore.
“Piacere, Richard.” Risponde ricambiando il gesto.
“Ellen, hai per caso visto David?” Chiede Kate.
“No, mi dispiace… con questa confusione è impossibile trovarsi. Comunque fra venti minuti incominciamo quindi meglio se inizio a radunare il mio gruppo. Vi consiglio di sedervi da quella parte così riuscirete a vederlo bene.” Suggerisce la maestra.
“Ok, grazie.”
“A dopo allora.” Saluta congedandosi.
“Andiamo a sederci?” Propone lo scrittore.
“Si, meglio.” Risponde Alexis seguendo il padre nella direzione indicatagli dalla maestra.
Fortunatamente riescono a trovare tre posti liberi in prima fila e nell’attesa che inizi lo spettacolo chiacchierano del più e del meno fino a quando una voce fino troppo famigliare alle spalle della detective attira la loro attenzione.
“Credo di avere qualcosa che ti appartiene!”
Kate al suono della voce s’irrigidisce e girandosi di scatto si ritrova davanti l’ex con il figlio in braccio.
“Rick! Lexi!” Esclama David sorridendo alla vista dei due facendo capire al padre di voler scendere.
“Come va?” Chiede Nick mettendo il figlio a terra.
“Che ci fai qui?” Domanda la detective spingendo più in là l’uomo mentre David parla con scrittore e figlia.
“Sono venuto alla festa di fine anno. Potevi anche avvisarmi… l’ho scoperto per caso.” La rimprovera lui.
“Cosa diavolo fai qui?” Chiede nuovamente.
“Ma ascolti quando parlo!? Sono venuto a vedere mio figlio.” Ripete.
“E gli altri 364 giorni dell’anno dov’eri? Non puoi presentarti così senza avvisarmi te l’ho detto più volte.”
“Non me ne frega un cazzo di quello che vuoi tu! È mio figlio e lo vedo quando mi pare e piace.” Controbatte Nick.
“Non funziona così e lo sai. C’è una sentenza… il giudice ha specificato che qualora volessi vederlo devi sempre darmi un preavviso.” Gli ricorda cercando di tenere i toni bassi.
“Buona sera a tutti! Benvenuti alla festa di fine anno. Bambini raggiungete tutti il vostro gruppo e la vostra maestra.” Dice una voce al microfono.
“Mamma, devo andare. Ci vediamo dopo.” Afferma David interrompendo i genitori per poi correre verso i suoi compagni.
“Quando avranno finito di cantare non ti voglio più vedere!” L’avverte la detective non lasciandogli il tempo di replicare e tornando a sedersi accanto allo scrittore.
“Tutto ok?” Chiede Castle.
“No, ma voglio sperare che andrà meglio.” Risponde spostando lo sguardo verso il figlio impegnato ad ascoltare Ellen.
“Se hai bisogno sono qui.” Sussurra lo scrittore appoggiando la mano sopra a quella della donna.
“Grazie.” Dice dandogli una stretta.
---
Dopo le cinque canzoncine cantate dai vari gruppi, i bambini dell’ultimo anno d’asilo fanno una recita che si conclude con grandi applausi e complimenti da parte di tutti.
La detective si continua a guardare attorno nella speranza di non vedere più l’ex nei dintorni ma, purtroppo per lei, lui è ancora lì.
Castle segue con lo sguardo la direzione in cui sta guardando individuando immediatamente l’uomo in un angolo dall’altra parte del giardino.
“Chiamo i ragazzi?” Chiede lo scrittore estraendo il cellulare.
“Ho già mandato un messaggio a Esposito.” Risponde sperando che arrivino presto.
“Che succede? Chi è quell’uomo?” Domanda Alexis.
“È il padre di David. Ovviamente non dovrebbe essere qui ma tranquilla stanno arrivando i ragazzi.” Spiega Castle.
“Speriamo non rovini la festa.” Sussurra la ragazza.
“Non glielo permetteremo.” La rassicura il padre.
La maestra raccomanda ai genitori di tenere d’occhio i propri figli ricordando che da quel momento in poi sono sotto la loro responsabilità mentre Nick si sposta più vicino alla zona del figlio.
Il primo ad accorgersene è lo scrittore che, appena la maestra dà il permesso a genitori e bambini di alzarsi, scatta in direzione di David prendendolo in braccio prima che l’uomo possa raggiungerlo.
“Ehi… sei stato bravissimo!” Si complimenta Rick portando il piccolo verso la detective e la figlia.
“EHI! Idiota… quello è mio figlio.” Gli urla Nick cercando di raggiungerlo ma viene bloccato da Ryan ed Esposito.
“Fermo, idiota. Vieni con noi se non vuoi che ti sbattiamo dentro.” Gli ordina Esposito trascinandolo verso l’uscita.
“Non finisce qui!” Urla Nick mentre viene scortato dai due detective.
Beckett all’udire dell’avvertimento dell’ex impallidisce.
“David, ti va di andare a prendere qualcosa da mangiare con Lexi?” Propone lo scrittore al piccolo ancora fra le sue braccia notando lo sguardo di paura dipinto sul volto della donna.
“Si!” Risponde sorridendo allungandosi verso la ragazza.
“Vi raggiungiamo tra un attimo.” Dice alla figlia facendole cenno di andare.
“Ehi…” La chiama Castle alzandole il viso con l’indice.
La detective alza la testa tenendo però lo sguardo basso per non mostrare gli occhi lucidi e la sua debolezza davanti a una situazione del genere.
“Kate, guardami.” Dice accarezzandole delicatamente la guancia.
“Mi dispiace.” Sussurra asciugando immediatamente una lacrima sfuggita al suo controllo.
“Non devi scusarti. Lo sai che oltre a essere il pagliaccio di turno sono anche una persona seria e responsabile, di cui ti puoi fidare, giusto?” Chiede aspettando un cenno.
Beckett annuisce sorridendo leggermente per la parte della frase in cui si è definito un pagliaccio.
“Allora, parla con me… fidati di me.” Dice prendendola per mano e tirandola un po’ più in là, spostandosi dalla marea di gente che gli circonda.
“Cosa vuoi che ti dica… non doveva essere qui. Non sapevo nemmeno fosse a New York.” Risponde alzando finalmente lo sguardo incontrando gli occhi azzurri dell’uomo.
“L’ultima volta che si è presentato è finita con David terrorizzato e lui ubriaco trascinato via da due agenti. Mi sembra di rivivere l’incubo di due anni fa.” Ammette agitandosi al ricordo dei momenti passati.
“Ora è diverso... questa volta ci sono io… permettimi di aiutarti e ti prometto che non succederà nulla di male a David o a te.” La rassicura lui.
“Castle, fai anche troppo per me ultimamente. Oltre che incasinarti la casa ti sto incasinando anche la vita sentimentale. Non voglio che per colpa dei miei casini tu debba rinunciare alla tua storia.” Risponde rifiutando il suo aiuto.
“La mia storia era incasinata ancor prima che arrivassi tu con i tuoi casini, come li definisci tu. So che sei abituata a risolvere tutto da sola ma lascia che ti aiuti come mi hai permesso di aiutarti con David. Con lui non mi sembra sia andata poi così male anzi ti sei guadagnata una cena gratis ogni venerdì a casa Castle.” Scherza lo scrittore per sdrammatizzare la situazione.
“Mi stai rinfacciando le cene?!” Chiede sorridendo colpendolo leggermente sul petto.
“Non mi permetterei mai. Ti stavo solo illustrando i vantaggi che hai avuto ad accettare mia figlia come baby-sitter.” Risponde ridendo.
“Comunque a parte gli scherzi voglio aiutarti veramente. Lasciamelo fare.” Dice tornando serio.
“Ci devo pensare su… non vorrei dover subire l’ira della tua fidanzata.” Risponde la detective.
“Allora è proprio un chiodo fisso… inizio quasi a essere geloso. Non fai altro che parlare di Gina.” Commenta facendola ridere nuovamente.
“Smettila…” Dice sorridendo.
“Mi dispiace… il tempo della serietà è agli sgoccioli.” Afferma guardando l’orologio.
“Vediamo come va nei prossimi giorni.” Risponde Kate chiudendo il discorso.
“Ok… ora però andiamo a mangiare. Sto morendo di fame.” Ammette Castle prendendola sottobraccio e trascinandola verso il rinfresco.
---
“NONNO!” Strilla David vedendolo avvicinarsi.
“Ciao, ometto. Com’è andata?” Domanda prendendolo in braccio.
“Non mi hai visto cantare?” Chiede un po’ deluso.
“No, mi dispiace sono arrivato solo ora.” Ammette Jim sedendosi sulla panchina accanto alla figlia.
“Peccato, signor Beckett. Si è perso un fantastico spettacolo.” Afferma lo scrittore bevendo l’ultimo sorso di coca-cola.
“Rick, chiamami Jim… sono già abbastanza vecchio senza che me lo ricordi tu.” Scherza l’uomo mettendo a terra il nipotino e stringendo la mano allo scrittore in segno di saluto.
“Mamma, posso andare da Lexi?” Chiede indicando la ragazza impegnata a chiacchierare con un compagno di scuola.
“Ok, ma resta con lei.” Gli raccomando dandogli il via libera.
“Ciao, tesoro. Come va?” Domanda baciando la figlia sulla guancia.
“Bene, papà. Tu?” Chiede sperando che non sappia nulla del ritorno di Nick in città.
“Stavo meglio prima vedere i tuoi uomini caricare in macchina quel coglione.” Risponde serio.
“Cosa diavolo ci fa qui?” Domanda Jim dopo un attimo di silenzio.
“Non ne ho idea.” Risponde Kate.
“L’ultima volta abbiamo fatto di testa tua e sappiamo benissimo com’è andata. Questa volta facciamo come dico io. Verrete a stare da me.” Ordina Jim.
“Papà, non iniziare a…”
“Inizio eccome. Non permetterò che accada nuovamente quello è successo due anni fa e l’unico modo per evitarlo è tenerlo lontano da te ma soprattutto da David.” Mette in chiaro.
“Papà, abiti a quattro ore di macchina dal distretto. Con il lavoro che faccio sai benissimo che non posso permettermi di metterci ore per arrivare su una scena del crimine.” Gli fa notare lei.
“Prenditi ferie… fai quello che vuoi ma a casa da sola non ci torni.” Controbatte Jim.
“Non posso.”
“Ripeto: da soli a casa non ci state e non m’interessa se sei armata.” Aggiunge precedendo la frase della figlia.
“Chiederò a Lanie di venire a stare da noi per un po’.” Propone la detective.
“Sul serio? Pensi veramente che sia una soluzione?” Domanda Jim sorpreso dalla pessima idea della figlia.
“Potreste stare da noi.” S’intromette Castle.
“Castle, non essere ridicolo. Non hai idea di cosa significa ospitare un bambino di quattro anni è tutto fuori che silenzioso e rilassante.” Risponde la detective.
“E allora? A noi piace il disordine… dovresti saperlo. A parte gli scherzi da noi sareste comodissimi. Soprattutto ora che iniziano le vacanze e David non va più all’asilo. Non dovresti preoccuparti la mattina di doverlo portare a casa nostra e di doverlo venire a riprendere la sera dopo il lavoro.” Le fa notare lo scrittore.
“Castle, hai una fidanzata che dubito condividerà la tua brillante idea.” Controbatte lei.
“Ancora con Gina! A lei ci penso io non ti preoccupare.” La tranquillizza lui.
“Mi sembra un’ottima soluzione.” Approva Jim.
“Per non parlare del fatto che il nostro palazzo è dotato di sistema di sicurezza e portiere. Nessuno entra senza essere visto da Bob.” Aggiunge Castle.
“O accetti l’offerta di Rick o venite a stare da me. A te la scelta!” Chiarisce Jim.
“Che offerta?” Chiede Alexis raggiungendo i tre, seguita da David con un pezzo di torta su un piattino.
“Non è un po’ grande per te quella fetta?” Chiede Kate al figlio mentre Castle lo aiuta a tagliarla.
“Kate e David staranno da noi per un po’.” Risponde lo scrittore.
“Veramente?! Che bello!” Esclama Alexis felice.
“In realtà non ho ancora detto di si!” Fa notare la detective.
“Ma so già che lo farai. La mia idea, anche se non lo ammetterai mai, è ottima.” Afferma Castle sorridendo.
“Rick!” Lo chiama David allungando la forchetta con del dolce sopra verso di lui.
“Oh… grazie. Molto gentile.” Dice divorandola in un sol boccone.
“David, sei contento di venire a vivere da noi?” Chiede una volta ingoiato.
“Viene anche mamma?” Domanda preoccupato.
“Ovvio… non possiamo mica lasciarla sola.” Risponde facendo l’occhiolino alla donna.
“Posso guardare la tv?” Domanda infilzando un altro pezzo di torta.
“Certo. Solo un’ora al giorno però.” Precisa ricordandosi una delle regole stabilite dalla detective.
“Possiamo fare cinque minuti in più?” Chiede David offrendogli dell’altro dolce.
“Se me lo chiedi così… sono quasi obbligato a dire di si.” Risponde lo scrittore.
“Castle, non cominciare a elasticizzare le mie regole.” Lo rimprovera Kate.
“Solo perché non sei golosa altrimenti avresti accettato anche tu il compromesso in cambio della torta.” Chiarisce facendo ridere tutti.
“So già che mio figlio in pochi giorni sarà straviziato da te.” Commenta la detective.
 

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Capitolo 6
*** 6 ***


Due giorni dopo
“Richard, spiegami perché la stanza degli ospiti è piena di giochi e vestiti?” Domanda Gina scendendo le scale.
“Perché Beckett e David si sono trasferiti momentaneamente qui.” Risponde tranquillamente.
“COSA?” Esclama scioccata rischiando di cadere dalle scale per la notizia.
“Cosa diavolo hai in quella testa?” Domanda raggiungendolo in cucina.
“Tante idee pronte a saltar fuori.” Risponde ironicamente.
“Smettila di fare il cretino e dimmi perché diavolo quei due ora vivono qui?” Chiede al quanto incazzata.
Lo scrittore spiega brevemente alla fidanzata la storia dell’ex e dell’accaduto alla festa dell’asilo.
“Sei proprio un allocco, Richard. Te l’ho detto fin dall’inizio che quella punta ai tuoi soldi e al tuo letto!” Lo rimprovera arrabbiata.
“Sai una cosa Gina?! Sono stufo… stufo di averti attorno, stufo di spender soldi per i tuoi capricci, stufo di sentirmi ripetere tutti i giorni che David ha fatto questo o quello, stufo di sentirmele ogni santo giorno, stufo di essere giudicato per le mie scelte, stufo di ogni cosa.” Dichiara alzandosi in piedi e chiudendo il pc.
“Cosa vorresti dire con questo?” Domanda cercando di avvicinarsi a lui.
“Che te ne devi andare. Non ha funzionato la prima volta e questa sta andando peggio della prima quindi prendi le tue cose e vattene.” Risponde allontanandosi.
“Ma amore, possiamo parlarne con calma invece che gettare tutto al vento.” Propone cambiando completamento atteggiamento e tono di voce.
“Non c’è niente di cui parlare. Questa seconda chance che ci siamo dati mi ha dimostrato che, non solo sei una persona piena di se, menefreghista e insopportabile ma che oltre a quel corpo perfetto non c’è altro… nemmeno l’ombra di un cuore.” Afferma lo scrittore.
“Ma no amore… vieni. Vedrai che dopo un bagno rilassante ti renderai conto che era la rabbia che parlava.” Dice cercando di dissuaderlo prendendolo per mano.
“Gina, forse non sono stato abbastanza chiaro. Non c’è più niente tra noi e ti assicuro che non è la rabbia che mi sta facendo parlare ma il cervello che finalmente ha ripreso a funzionare.” Risponde sciogliendo il legame con la donna.
“Te ne pentirai. Sono certa che tra un paio di mesi quando ti sarai reso conto che la tua cara detective non desidera altro che i tuoi soldi tornerai strisciando da me. Mi supplicherai di avere un’altra possibilità.” Afferma Gina per poi dirigersi verso la camera da letto per raccogliere le sue cose.
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“Bob, potresti gentilmente aiutare la signora con le valige?” Domanda lo scrittore invitando ad entrare.
“Certo, signor Castle.” Risponde il portiere trascinando i trolley verso l’ascensore.
“Ciao, Bob. Come va?” Chiede educatamente la detective ritrovandosi davanti l’uomo.
“Bene, grazie signorina Beckett.” Risponde educatamente facendosi più in là e permettendole di uscire dall’ascensore.
“Castle, che succede? Ci stai già cacciando di casa?” Scherza incontrando lo scrittore sul pianerottolo.
“Assolutamente no. Ho solo fatto un po’ di spazio.” Risponde trascinando fuori altre due valige.
“Ah… ecco che è arrivata la rovina famiglie!” Esclama Gina vedendo la detective.
“Ce l’ha con me?” Domanda confusa al partner.
“Hai preso tutto?” Chiede Castle alla bionda.
“Vergognati!” Dice Gina indignata uscendo di casa.
“Ciao è stato un piacerti cacciarti di nuovo!” La saluta lo scrittore spingendo dentro la detective per poi sbattere la porta di casa tirando un sospiro di sollievo.
“Ho come il sospetto che io centri qualcosa in tutto questo o sbaglio?” Chiede Kate.
“Sbagli. È una decisione che macinavo già da un po’ e finalmente oggi ho avuto il coraggio di metterla in atto.” Spiega Castle.
“Vuoi qualcosa da bere?” Chiede lo scrittore andando verso la cucina.
---
“Siamo a casa!” Grida Alexis chiudendo la porta dietro di se.
David come sempre toglie scarpe e calzini abbandonandogli al centro dell’ingresso.
“Ehi… dove credi di andare?!” Afferma la ragazza acciuffandolo e facendogli il solletico.
“Ahahahaha…” Ride divertito.
“Metti a posto le scarpe e butta a lavare i calzini.” Gli ordina liberandolo.
David ubbidisce sistemando velocemente le scarpe per poi correre su per le scale con i calzini sporchi in mano.
Una volta accertatasi che il piccolo è arrivato in cima la ragazza si sposta in soggiorno alla ricerca del padre.
“Ehi… ciao, tesoro!” La saluta lo scrittore accorgendosi per primo dell’arrivo della figlia.
“Che state combinando?” Domanda avvicinandosi per riuscire a capire il motivo per il quale la coppia è seduta a terra.
“Ho comprato una bicicletta a David e tuo padre sta cercando da più di un’ora di montare il campanello.” Spiega Kate divertita dall’incapacità dello scrittore nei lavori manuali.
“Saranno passati forse cinque minuti!” Controbatte lui.
“Precisamente un’ora e due minuti!” Dichiara Kate controllando l’orologio.
“Dov’è David?” Chiede Castle riuscendo finalmente ad agganciare correttamente il campanello.
“È per me?” Domanda David eccitato alla vista della bici.
“No, è per me.” Scherza lo scrittore ridendo.
“Ti piace?” Chiede la detective.
“SI! Posso provarla?” Chiede saltellando dalla gioia.
“Non ora e non qui... domani, ok?” Risponde Kate.
“NO!” Protesta.
“Comunque per la cronaca non ho solo montato il campanello ma anche le ruote dietro.” Ci tiene a precisare lo scrittore.
“Ti prego mamma posso provarla?” Supplica David inginocchiandosi davanti alla madre.
“Domani... ora è tardi ed è buio.” Spiega accarezzandogli il viso.
“Ho un’idea! Venite!” Esclama Castle facendo alzare tutti in piedi e sollevando la bicicletta.
“Corri a mettere le ciabattine.” Ordina lo scrittore al piccolo.
“Dove stiamo andando?” Chiede Alexis.
“In portineria: c’è abbastanza spazio, non è freddo e non è buio.” Spiega Castle afferrando le chiavi di casa.
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Tre giorni dopo
“Cosa ci fai qui!?” Domanda la detective trovando l’ex appoggiato all’auto fuori dal distretto.
“Dov’è mio figlio?” Chiede con le braccia incrociate.
“Con persone che gli vogliono bene. Levati!” Risponde Kate cercando di aprire lo sportello dell’auto.
“Non funziona così. Dimmi dov’è o giuro che farò qualsiasi cosa per portartelo via!” La minaccia Nick afferrandola per il braccio.
“Non mi toccare e soprattutto non mi minacciare! Non ti conviene!” L’avverte liberandosi dalla presa dell’uomo.
“Ho diritto di vedere mio figlio!” Controbatte lui.
“Mandami un messaggio con la tua disponibilità e vedrò se quel giorno sarò libera.” Risponde sperando di riuscire a convincerlo ad andarsene.
“Non prendermi per il culo! Me l’hai detto anche tre giorni fa ma poi ti sei inventata una scusa per non farmelo vedere.”
“A differenza di te ho un lavoro. Ora togliti!” Gli ricorda spingendolo in là.
Nick si sposta dando l’illusione alla detective di volersene andare ma con un movimento brusco la blocca contro l’auto stringendole il collo con la mano.
“Ti do una settimana non un giorno di più. Giuro che ti ammazzo se non me lo fai vedere!” La minaccia stringendo la presa.
La detective cerca di reagire ma per colpa della mole dell’uomo non riesce ad opporre resistenza.
“La… lasciami…” Sussurra a fatica mentre Nick stringe sempre di più.
“Una settimana o…”
Nick non riesce a concludere la frase che viene travolto da Esposito che lo spinge a terra liberando così la collega che finalmente riprende a respirare normalmente.
“VATTENE!” Urla il detective.
“A presto!” Saluta Nick puntando il dito verso la donna.
“Ehi… tutto ok?” Domanda controllando con la coda dell’occhio l’uomo che si sta allontanando.
“Si… grazie.” Risponde respirando a fondo.
“Guarda cosa ti ha fatto quel pezzo di merda.” Dice notando il segno rosso sul collo della detective.
“Dovresti denunciarlo.” Le suggerisce.
“È quello che ho intenzione di fare.” Risponde Kate rientrando assieme al collega al distretto.
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“Beckett!” Risponde al telefono.
“Ehi, dove sei finita? La cena è quasi pronta.” L’avverte lo scrittore.
“Scusa, mi sono dimenticata di avvertirvi… farò un po’ tardi.”
“Qualche novità sul caso?” Domanda curioso.
“No, nessuna novità.”
“Andiamo è il nostro turno.” Afferma Esposito.
“Sei con Espo?” Chiede riconoscendo la voce dell’amico.
La detective non ha il tempo di rispondere che Lanie salta fuori da dietro l’angolo iniziando a farle mille domande:
“Oddio, tesoro. Cosa ti ha fatto?! Se lo prendo lo ammazzo…”
“Kate, che sta succedendo? Dove sei?” Chiede preoccupato.
“Ci sentiamo dopo. Devo andare.” Risponde riattaccando.
“Beckett, di qua.” La chiama Esposito mentre l’amica continua a insultare Nick.
“Ti conviene spegnere il cellulare… Castle inizierà a chiamarti.” Suggerisce Beckett al detective.
“Lanie, mi raccomando non rispondere a Castle, ci parlo io dopo.” Ordina alla dottoressa per poi entrare nell’ufficio con il collega.
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“Ne voglio uno.” Dice David indicando il sacchetto sul bancone.
“Richard, che hai?” Domanda Martha vedendolo trafficare con il cellulare, consegnando al piccolo un grissino.
“Grazie!” Ringrazia per poi correre di nuovo in soggiorno a giocare.
“Dai… rispondi!” Borbotta lo scrittore tamburellando le dita sul bancone.
Come con gli altri anche nel chiamare Lanie dopo tre squilli parte la segreteria.
“Richard!?!” Lo chiama nuovamente l’attrice.
“Che c’è?” Domanda bruscamente.
“Mi puoi spiegare cosa sta succedendo?” Chiede versandosi un bicchiere di vino.
“Non lo so. Se lo sapessi forse non sarei così agitato… che diamine, non risponde nessuno.” Afferma riprovando per l’ennesima volta a comporre il numero della detective.
“Ne voglio un altro!” Dice David arrivando di corsa.
“No, è pronto… vai a lavarti le mani.” Risponde Castle gettando il cellulare sul bancone e andando a scolare la pasta.
“ALEXIS!” Grida Martha per farsi sentire dalla nipote che è al piano di sopra a studiare.
“Mi porti?” Chiede David alla donna.
Martha lo prende in braccio portandolo verso il bagno.
“Pensavo fossi più pesante.” Ammette l’attrice.
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“Non riesci a star fermo nemmeno quando mangi!” Commenta Alexis osservando il bambino che continua a salire e scendere dalla sedia.
“È troppo alto questo tavolo.” Si lamenta mettendosi in ginocchio.
“Sei tu che sei piccolo… non il tavolo troppo alto.” Scherza Martha.
“Non sono piccolo!” Controbatte infilzando un maccherone con la forchetta.
“Papà, si può sapere cos’hai stasera?” Chiede Alexis vedendo il padre irrequieto che continua a controllare il cellulare.
“Niente. David, vieni qui… mi stai facendo venire il mal di mare!” Ammette invitando il bambino a sedersi sulle sue gambe.
David non se lo fa ripete due volte e saltato giù dalla sedia si precipita dallo scrittore.
“Quando arriva mamma?” Chiede mettendosi comodo.
“Presto.” Risponde lo scrittore restando sul vago.
“Sta arrestando i cattivi?” Domanda David alzando lo sguardo verso di lui.
“Si. Tieni.” Dice consegnandogli la forchetta.
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“MAMMA!” Esclama correndo ad abbracciarla.
Kate che sperava di riuscire a salire in camera a mettersi un foulard prima di farsi vedere è costretta a fermarsi e a prendere in braccio il figlio.
“Ciao, cara. Tutto bene?” Chiede Martha raggiungendola all’ingresso.
“Si, tutto bene.” Risponde assicurandosi che i capelli le coprano a sufficienza il collo.
“Ehi… cos’è successo?” Domanda Castle avvicinandosi.
“Ne parliamo dopo.” Risponde indicando con gli occhi verso il figlio facendoli capire che vuole aspettare che il piccolo non ci sia.
“Ragazzi, io esco. Buona serata.” Saluta Martha dopo aver recuperato borsa e chiavi.
“Ciao Martha.” Risponde la detective.
“Vado a cambiarmi poi scendo.” Dice Kate piegandosi per mettere il figlio a terra.
David però inaspettatamente si aggrappa al collo della madre facendole uscire un lamento per il dolore riportato dall’incontro con Nick.
“Kate… cos’hai?” Chiede preoccupato lo scrittore.
“Voglio venire con te.” Afferma non lasciandola andare.
“Ok.” Risponde riprendendolo in braccio.
“Chi è stato?” Domanda David notando solo ora i segni sul collo.
“Una persona cattiva.” Risponde mentre Castle si avvicina.
“L’hai arrestato?” Chiede il piccolo.
“Certo. Io e zio Javi l’abbiamo messo in prigione.” Mente la detective.
“Ti fa male?” Domanda preoccupato.
“Un po’.”
“Kate…” Sussurra lo scrittore spostandole i capelli dal collo per controllare meglio le ferite.
“Che dici di scegliere un film assieme a Rick mentre vado di sopra a cambiarmi?” Propone al figlio.
“Voglio vedere Cars.” Afferma David aggrappandosi alla maglia dello scrittore che lo prende in braccio.
“Scendo subito.” Assicura la detective salendo le scale.
---
“Cos’è successo?” Chiede sottovoce Castle seduto sul divano accanto a lei.
“Mi stava aspettando alla macchina fuori dal distretto.” Inizia a raccontare parlando piano per non farsi sentire da David sdraiato davanti a loro sul tappeto concentrato a guardare il film.
“Era infuriato perché non gli permetto di vedere David… ha minacciata di portarmelo via se non glielo lascio vedere entro una settimana. Poi pensavo se ne stesse andando quando mi ha sorpresa schiacciandomi contro l’auto e afferrandomi per il collo. Per fortuna è intervenuto Espo.” Racconta rabbrividendo.
“Ehi…” Sussurra Rick passandole un braccio sulle spalle, tirandola contro di se e lasciandole un bacio fra i capelli.
“Castle, ha detto che farà qualsiasi cosa per portarmelo via.” Bisbiglia contro la spalla dell’uomo iniziando a piangere.
“Ssshhh… Kate, non succederà. Te l’ho promesso… David resterà con te e non gli succederà nulla, ok? Non ci facciamo di certo spaventare dalle minacce di un pazzo. Vero?” Dice cercando di rassicurarla avvicinandosi più a lei.
“Siamo abituate alle situazioni difficili… siamo esperti nel cacciarci nei guai e nell’uscirne illesi.” Continua lo scrittore mentre la detective, aggrappata alla maglietta del partner, ascoltando le sue parole cercando di calmarsi.
“Siamo la miglior squadra in circolazione. Non te lo dimenticare mai. Affronteremo e supereremo anche questa. Te lo prometto.” Conclude accarezzandole su e giù la schiena.
La coppia resta così abbracciata per una decina di minuti fino a quando David iniziando a sentire gli occhi diventare sempre più pesanti decide di raggiungere i due sul divano.
 
Sistemato sulle gambe della madre, appoggiato con la testa contro il suo petto e con le gambe su quelle dello scrittore David prosegue a guardare il cartone mentre viene coccolato dai due adulti.

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Capitolo 7
*** 7 ***


Una settimana dopo
“Stai scherzando, vero?!” Esclama Rick scioccato dalla rivelazione dell’avvocato.
“Purtroppo no… ho provato ad oppormi ma non è servito a nulla.” Dice Tom.
“Oddio… Richard, dobbiamo chiamare immediatamente Katherine!” Afferma Martha preoccupata.
“Dovrebbero essere qui a minuti.” Assicura Alexis guardando l’ora.
Giusto il tempo di dirlo che la porta d’ingresso si apre e la detective seguita dal figlio entrano nel loft trovandosi davanti i quattro che gli stanno aspettando.
“Ciao a tutti!” Saluta Kate chiudendosi la porta alle spalle.
“RICK! Guarda… ho un nuovo gioco per l’x-box!” Annuncia David abbandonando le scarpe in mezzo alla stanza e correndo verso lo scrittore.
“Wow… i fantastici 4! Stupendo!” Esclama Castle inginocchiandosi per essere alla sua altezza.
“Andiamo!” Afferma il piccolo prendendolo per mano e tirandolo verso il soggiorno.
“David, hai voglia di provarlo con Lexi mentre io parlo un secondo con mamma?” Domanda lo scrittore.
“Ok… fai presto però.” Risponde spostandosi verso la ragazza.
“Che succede?” Chiede Kate notando lo sguardo serio dell’avvocato e quello preoccupato dell’attrice.
“Spostiamoci nel mio ufficio.” Propone Rick.
Una volta fuori dalla portata d’orecchie del bambino Tom inizia a raccontare dell’incontro con l’avvocato di Nick e il giudice rivelando alla detective la decisione di quest’ultimo.
“Ma ho sporto denuncia contro di lui per l’aggressione subita!” Afferma Kate.
“Si… ma l’avvocato della controparte ha convinto il giudice che il suo collega, Esposito, non è un testimone attendibile dal momento che è un suo sottoposto. Il signor Cooper ha fornito un racconto dei fatti diverso da quello esposto in denuncia.” Racconta l’avvocato.
“Non è possibile…” Sussurra la detective passandosi una mano sul viso.
“E non è tutto! Il giudice ha concesso degli incontri fra Nick e David.”
“Cosa? No! Assolutamente no! David deve starne fuori… fai quello che ti pare ma risolvi questa cosa!” Afferma Kate arrabbiata.
“Purtroppo detective non posso fare nulla. Gli incontri saranno supervisionati da un assistente sociale che resterà per tutto il tempo con voi non…”
“Non mi interessa chi ci sarà. Non parteciperemo a nessun incontro, chiaro!?!” Insiste Kate.
“Detective, non può rifiutarsi. È una decisione presa da un giudice è obbligata altrimenti…”
“No! Fine della discussione!” Dice infuriata zittendo nuovamente l’avvocato.
“Kate…” Prova a parlare lo scrittore.
“No! Non dire nulla!” Esclama interrompendolo per poi uscire dall’ufficio lasciando i due soli.
“Rick, devi convincerla. Un rifiuto porterebbe solo ad un aggravamento della situazione con conseguenze drastiche e spiacevoli per tutti.” Chiarisce Tom.
“Ci penso io… ha solo bisogno di un attimo per elaborare la cosa. Lasciamola sola.” Propone Castle sapendo esattamente cosa le serve.
“Ok… ma non abbiamo molto tempo. Il primo incontro è fissato per domani.” Spiega Tom seguendo lo scrittore fuori dallo studio.
“Richard, vuoi che provi io a parlare con Katherine?” Domanda Martha andandogli incontro.
“No, mamma. Ci parlo io con lei… ora lasciamola sola. Perché non offri qualcosa da bere a Tom mentre aspettiamo?” Suggerisce lo scrittore.
“RICK!” Lo chiama David dal soggiorno.
“Arrivo!” Risponde raggiungendolo.
---
“Posso entrare?” Chiede aprendo leggermente la porta della stanza e aspettando il via libera.
“Vieni…” Risponde mettendosi seduta.
“Posso?” Domanda indicando il posto vuoto accanto a lei sul letto.
La detective annuisce mettendosi più comoda e facendogli più spazio.
“Mi dispiace per prima… non volevo zittirti ma…” Dice Kate iniziando a scusarsi.
“Ehi, no… non scusarti. Sei arrabbiata e preoccupata, lo capisco. Perché mi sento esattamente come te in questo momento. Il giudice ha sbagliato, non doveva concedere gli incontri ma purtroppo l’ha fatto e non possiamo farci nulla. Sai benissimo che non possiamo rifiutarci. La situazione si rivolterebbe contro di noi e noi non vogliamo questo, giusto?” Le spiega dolcemente prendendole le mani fra le sue.
“Si ma non è giusto! Non voglio che David venga coinvolto… dovevamo risolvere la cosa tenendolo al sicuro.” Afferma Kate trattenendosi per non piangere.
“Lo so, Kate e mi dispiace di non aver fatto abbastanza.” Ammette mortificato.
“No, Rick… non è colpa tua. La colpa è solo mia non dovevo innamorarmi di lui e…”
“Kate, no! Non dirlo… la pensavo alla stessa maniera quando stavo divorziando da Meredith ma non è così. Per quanti momenti brutti ho passato per colpa di quella donna lei mi ha donato Alexis e la stessa cosa vale per te con David. Sono i nostri figli… le nostre ragioni di vita. Ho sofferto ma per nulla al mondo rinuncerei a mia figlia e la stessa cosa vale per te con David.” Afferma bloccandola prima che possa finire la frase.
“Hai ragione… è che… sono terrorizzata e confusa in questo momento.” Ammette dispiaciuta.
“Riusciremo a superare anche questa, ok?” Aggiunge dopo un attimo accarezzandole il viso.
“Devo preparare David all’incontro con Nick…”
“Già e dobbiamo farlo immediatamente… il primo incontro è fissato per domani.” Confessa lo scrittore.
“Domani?! Ma non posso! È troppo presto! Io… io…” Esclama spalancando gli occhi.
“Ssshh… Kate, respira. Assieme… ricordi?” Dice cercando di calmarla.
“Rick… io…”
“No, ascoltami. Ti fidi di me?” Domanda zittendola.
“Certo che mi fido.” Risponde sicura guardandolo negli occhi.
“Ok… allora prendiamo un respiro profondo, usciamo di qui, prepariamo il pranzo e poi parliamo con David, ok? Tutto assieme… Ti piace come piano?” Chiede sorridendole.
“Insomma… se potessimo saltare la parte dove gli parliamo di Nick mi piacerebbe di più.” Risponde cercando di sdrammatizzare un po’ la situazione.
“Pronta a respirare assieme al tuo scrittore preferito?” Domanda Rick ridendo.
“Pronta!” Conferma sorridendogli.
-----
“Rick, dobbiamo finire di costruire il castello!” Gli ricorda David saltando sul divano e interrompendo la conversazione fra padre e figlia.
“Prima io e mamma dobbiamo parlarti di una cosa.” Dice Rick facendo cenno a Kate di raggiungerli.
“Di cosa?” Chiede curioso saltellando su e giù.
“Fermati un attimo canguro…” Scherza Alexis bloccandolo mentre la detective si siede nel posto libero accanto allo scrittore.
“Non sono un canguro… sono i miei superpoteri!” La corregge David sedendosi a cavalcioni sulle sue gambe.
“Amore, domani… dobbiamo andare in un posto…” Inizia Kate.
“Dove?” Domanda impegnato a giocare con i ciondoli della collana della ragazza.
“A casa nostra perché dobbiamo incontrare delle persone e…”
“Rick viene?” Chiede interrompendola.
“Si, certo ma lascia che mamma finisca di parlare poi ci puoi fare tutte le domande che vuoi.” Risponde lo scrittore invitandola a proseguire.
“Ok…” Acconsente proseguendo con lo spostare i ciondoli.
“Papà vuole passare del tempo con te e…”
“No!” Esclama interrompendola nuovamente, smettendo di giocare e guardandola per la prima volta dall’inizio della chiacchierata.
“David…” Prova a parlare lo scrittore.
“Ho detto di no!” Ripete con gli occhietti lucidi.
“Amore, so che non ti piace papà ma, vorrebbe conoscerti meglio dato che in questi anni non è potuto stare con te. Passerete assieme solo qualche ora e io sarò sempre lì con voi.” Spiega Kate.
“NO!” Urla iniziando a piangere.
“Ehi… no. Non piangere.” Dice Rick tirandolo in grembo.
David si aggrappa alla camicia dello scrittore nascondendo il viso contro il suo petto.
“Non… voglio… ho paura.” Ammette il piccolo tra un singhiozzo e l’altro.
“David, non avere paura mamma e Rick… saranno lì con te tutto il tempo.” Dice Alexis cercando di rassicurarlo.
“Giocherai con lui solo qualche ora poi io e mamma abbiamo una sorpresa per te…” Spiega Rick massaggiandogli su e giù la schiena e cercando l’appoggio della detective che con le lacrime agli occhi non sa che fare.
“Ti porteremo in un posto fantastico… sono sicura che ti piacerà tantissimo.” Conferma Kate accostando il viso a quello del figlio, baciandolo sulla fronte.
“E verrò anch’io!” Aggiunge Alexis stando al gioco.
“Dove?” Chiede David curioso aggrappandosi al collo della madre.
“È una sorpresa… non possiamo dirti altro. Devi solo aspettare fino a domani.” Risponde la detective stringendolo a se.
“Bene… ora che è tutto risolto ho un’idea geniale!” Annuncia lo scrittore alzandosi in piedi.
“Cosa?” Domanda Alexis.
“Laser tag!” Esclama correndo verso il mobile del soggiorno e mostrando quattro attrezzature nuove di zecca.
“SSIIII!!” Esulta David sorridendo felice.

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Capitolo 8
*** 8 ***


Il giorno dopo
TOC… TOC…
“ARRIVO!” Urla Rick.
“Dove vai?” Chiede David vedendolo alzarsi.
“Hanno bussato alla porta. Inizia a mettere in ordine i giochi.” Lo invita lo scrittore dirigendosi verso l’ingresso.
“Ma non abbiamo finito!” Controbatte il piccolo.
Lo scrittore senza guardare dallo spioncino apre la porta di casa ritrovandosi davanti una donna sui quaranta con lunghi capelli neri e degli occhiali spessi come due fondi di bottiglia.
“Salve! Prego si accomodi… lei deve essere la signora Walker, giusto?” Chiede invitandolo ad accomodarsi.
“Esatto, ma può chiamarmi Mary. Sa lei assomiglia molto a quello scrittore di romanzi gialli… Richard Castle.” Considera la donna entrando.
“Castle, chi è?” Urla Kate dalla camera da letto.
“È arrivata la signora Walker… l’assistente sociale.” Risponde lo scrittore.
“Oh mio dio! Lei… lei è Richard Castle!?!” Esclama Mary diventando leggermente rossa in viso.
“Piacere… può chiamarmi Richard.” Si presenta regalandole un sorriso mozzafiato e allungando la mano verso di lei.
“Il piacere è tutto mio signor Castle!” Afferma Mary stringendogliela forte e diventando ancor più rossa.
“Ben arrivata, signora Walker. Kate Beckett… piacere di conoscerla.” Saluta la detective avvicinandosi ai due ancora fermi all’ingresso.
“Piacere mio, detective Beckett! Mi chiami pure Mary.” Risponde l’assistente sociale.
“Vale la stessa cosa per lei allora. Prego, si accomodi!” Dice Kate invitandola a seguirla in soggiorno.
Mary ancora emozionata per aver appena conosciuto il suo autore preferito segue detective e scrittore senza accorgersi del piccolo seduto a terra impegnato a costruire una torre con i lego.
“Ehi David, questa bella signora ci farà compagnia per un po’.” Spiega Rick attirando l’attenzione del bambino.
“Ciao, David! Io sono Mary!” Si presenta l’assistente sociale arrossendo nuovamente per il complimento dello scrittore.
“Perché porti gli occhiali? Non ci vedi?” Domanda sfacciatamente.
“David, non iniziare con le domande imbarazzanti. Lo perdoni non ha tatto ed è molto curioso.” Si affretta a scusarsi la detective.
“Oh… non si preoccupi. David, porto gli occhiali perché non vedo bene da lontano.” Spiega Mary accomodandosi sul divano.
“Capita… anche mio nonno mette gli occhiali per leggere.” Risponde il piccolo facendo ridere i presenti.
“Sono venuta un po’ prima per poter parlare con voi e rassicurarvi. Dopo anni che faccio questo lavoro immagino che siate preoccupati… ma tranquilli sono qui solo per controllare e riportare al giudice il comportamento del suo ex-marito. Nessuno sta giudicando lei come madre, Kate. Il giudice ha acconsentito a questi incontri solo per poter fare una nuova valutazione sul signor Cooper e per vedere se la sentenza fatta due anni fa è corretta o meno. Ok?” Chiarisce Mary vedendo la detective inquieta.
“Ci proverò ma non le assicuro niente. Mi sembra di rivivere lo stesso incubo un’altra volta.” Ammette Kate tamburellando nervosamente il piede destro a terra.
“Mamma, non aver paura c’è Rick che ci protegge.” Afferma David guardando prima la madre e poi lo scrittore che gli fa l’occhiolino.
“Hai ragione, amore… c’è Rick.” Conferma incontrando gli occhi azzurri del partner.
---
“Benvenuto, signor Cooper… si accomodi.” Lo invita la signora Walker.
Nick fa un passo dentro casa ritrovandosi davanti l’ex e David che, aggrappato con la manina ai pantaloni della madre, lo guarda intimorito.
“Ehi… ciao campione. Vieni a salutare papà!” Esclama Nick piegandosi e invitando il figlio ad avvicinarsi.
David indeciso sul da farsi si gira alla ricerca dello scrittore sperando di trovare in lui un suggerimento.
“Che ci fa lui qui?” Domanda Nick infuriato alla vista dell’uomo appoggiato al muro del soggiorno.
“Lui è qui perché l’ho deciso io.” Risponde Kate decisa.
“Il signor Castle parteciperà all’incontro come spettatore silenzioso. Non dirà o farà nulla… è qui solo come amico di famiglia ma se per lei è un problema possiamo rimandare l’incontro a data da definirsi.” Interviene Mary sperando di calmare gli animi.
“Allora? Resti o vai?” Domanda la detective passando una mano fra i capelli del figlio.
“Resto!” Risponde stizzito.
“Accomodiamoci in soggiorno, allora. David, perché non fai vedere a papà i tuoi giochi.” Suggerisce Mary sperando di sbloccare la situazione.
“Ok…” Sussurra il piccolo spostandosi per primo verso il divano seguito dal resto del gruppo.
Kate si siede accanto al partner che non ha mai perso di vista Cooper nemmeno un minuto da quando è arrivato; Nick si sistema a terra sul tappeto vicino ai giochi del figlio mentre Mary resta in disparte a controllare la situazione.
“Wow… quanti bei giochi.” Si complimenta.
“Grazie...” Risponde David timidamente.
“Ehi… che hai?” Domanda vedendo il figlio preoccupato allungando una mano per accarezzarlo.
“Niente…” Sussurra scansandosi per non farsi toccare.
“Non avere paura… sono qui per giocare un po’ con te.” Spiega tirandolo per la manica della maglietta.
“Mamma…” Chiama David liberandosi dalla presa del padre e girandosi a cercarla.
“Sono qui, amore.” Lo rassicura Kate raggiungendolo e sedendosi a terra accanto a lui.
“Perché ha paura di me? Quante cazzate gli hai raccontato?” Chiede Nick arrabbiato mentre David si siede fra le gambe della madre.
“Nick, modera il linguaggio. Non gli ho raccontato nulla… è due anni che non ti vede è normale che sia freddo e distaccato. Ha bisogno di tempo… per conoscerti.” Chiarisce la detective coccolando un po’ il figlio dandogli il contatto di cui ha bisogno per sentirsi al sicuro.
--
Grazie all’aiuto e alla vicinanza della madre David si rilassa riuscendo così a comunicare e a giocare con il padre che ce la sta mettendo tutta per piacere al figlio.
Tutto sembra andare bene fino a quando…
“Con Rick e Lexi giochiamo a laser-tag e Rick dice che sono bravissimo… riesco sempre a batterlo. Vero, mamma?” Dice David raccontando l’ennesimo aneddoto che comprende lo scrittore.
“Vero, hai una mira formidabile.” Ammette la detective sorridendogli.
Nick lancia l’ennesima occhiataccia a Castle che, come promesso all’assistente sociale, è stato zitto e il più invisibile possibile fin dall’arrivo di Cooper.
“Questo sai chi è?” Chiede David al padre mostrandogli una figurina.
“Immagino sia un altro supereroe…” Risponde Nick.
“Si, per forza questo è il mazzo dei supereroi… io so i nomi di tutti. Vuoi giocare?” Domanda il piccolo.
“Certo… cosa bisogna fare?” Chiede mettendosi comodo.
“Mamma distribuisce cinque carte a te e cinque a me… devi dire che supereroe è e qual è il suo vero nome. Se sbagli o non lo sai la carta diventa mia. Vince chi ha più carte.” Spiega David consegnando il mazzo alla madre.
Kate mescola e distribuisce le carte come anticipato dal figlio.
“Mi sa che perdi perché Rick mi ha insegnato tutto sui supereroi.” L’avverte il bambino guardando attentamente le figurine.
“Spiderman è Peter Parker; Batman è Bruce Wayne…” Dice Nick aggiudicandosi le prime due carte.
“Sono i più facili… questo, sai chi è?” Domanda David indicandogli la terza figura.
“Capitan America…” Risponde lui.
“Giusto e qual è il suo nome?”
“Non so…” Ammette Nick.
“Steve Rogers… e la carta passa a me. Te ne mancano altre due.” Gli fa notare David.
“Possiamo giocare a qualcos’altro?” Chiede Cooper.
“No, prima dobbiamo finire la partita… Rick dice che bisogna saper perdere.” Spiega il piccolo.
“I supereroi non esistono e sono ridicoli con quei costumi.” Dichiara Nick stufo di sentire parlare da due ore.
“Non è vero!” Esclama David arrabbiato.
“Nick, non so se ti sei reso conto ma i supereroi sono i suoi giochi preferiti perché lo vuoi far arrabbiare?” Domanda Kate cercando di capire dove vuole arrivare l’ex con quell’atteggiamento.
“Perché è convinto che i supereroi esistano veramente e pensa che verranno a salvarlo ma non è così. Deve capire che in una situazione di pericolo devo usare il cervello non aspettare che un uomo in calzamaglia salti fuori dal nulla per portarlo in salvo.” Spiega Cooper.
“Non è vero… i supereroi esistono!” Grida il piccolo.
“È un bambino Nick... non deve difendersi da nulla. Ci sono i genitori per questo o meglio nel suo caso ci sono io. Sono i suoi idoli e non ci trovo nulla di male.” Afferma la detective.
“È solo colpa tua se ci sei solo tu… tu me l’hai portato via! E David, i supereroi non esistono!” Chiarisce Nick.
“Questa situazione si è creata solo a causa tua… non scaricare la colpa su di me. Sono i tuoi errori non i miei.” Afferma Kate mettendo in ordine le carte.
“Si invece! Rick è un supereroe!” Controbatte David sempre più arrabbiato.
“Perché non cambiamo gioco e argomento?!” Prova a proporre Mary sperando di riportare la pace.
“Mi stavo proprio chiedendo quando l’avrebbe nominato di nuovo. Rick non è un supereroe… Rick è un pagliaccio!” Ribatte Nick alzandosi in piedi.
“Nick! Smettila! Stai superando il limite!” Lo avverte la detective alzandosi a sua volta.
“Potrai anche scoparti la mia ex ma non potrai mai avere mio figlio… lui è mio e lo sarà sempre!” Afferma facendo un passo verso lo scrittore.
“Signor Cooper! La smetta!” Interviene l’assistente sociale.
“Ti stai rendendo ridicolo e stai spaventando David.” Gli fa notare Rick aprendo bocca per la prima volta.
“Dai supereroe mostrami i tuoi superpoteri!” Lo sfotte Nick.
“Basta, Nick! Ti voglio fuori di qui!” Gli ordina Kate piazzandosi davanti all’ex.
“Altrimenti che fai? Mi spari?” Domanda con aria di sfida.
“Signor Cooper!” Lo richiama Mary.
“Vattene!” Ordina la detective al limite della sopportazione.
“TI ODIO!” Grida David tirando addosso al padre un gioco.
Nick cerca di afferrare il bambino per un braccio ma viene anticipato dai movimenti rapidi e sicuri di Kate.
“Non osare toccarlo!” L’avverte la detective.
“Signor Cooper… quella è l’uscita. Le conviene andarsene prima che chiami la polizia!” Suggerisce Mary con il telefono in mano.
“Sei una stronza e una puttana da quattro soldi! Ti porterò via David e tutto quello che hai!” Dichiara Nick prima di uscire come una furia dall’appartamento sbattendo la porta.
“Mmaaammmaaa…” Singhiozza David fra le braccia di Rick.
“Mi dispiace…” Inizia a dire Mary.
“Stia zitta!” Urla la detective.
“Kate…” Cerca d’intervenire lo scrittore.
“Avete avuto il vostro maledetto incontro ora fuori di qui! TUTTI!” Ordina Kate prendendo il figlio per poi sparire verso la camera da letto.
 

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Capitolo 9
*** 9 ***


Un’ora dopo
“Che ci fai ancora qui?” Chiede la detective trovando il partner in cucina.
“Dove dovrei essere? Fuori di qui come volevi tu? Non ascolto mai quello che mi ordini di fare… non vedo perché questa volta avrei dovuto darti retta.” Risponde lo scrittore.
“Fai come vuoi tanto lo fai sempre…” Sussurra Kate aprendo l’armadietto alla ricerca di una tazza.
“Ecco il suo caffè, detective!” L’anticipa mettendole davanti una bollente tazza di caffè appena fatto.
“Grazie…” Mormora.
“Mi dispiace, Kate.” Ammette Rick bloccando la detective fra il lavandino e il suo corpo.
“Per cosa? Non hai deciso tu di fare l’incontro… è tutta colpa dei giudici che vengono abbindolati dagli avvocati. Tu sei stato anche troppo bravo e silenzioso per i tuoi standard.” Lo prende in giro lei.
“Si, in effetti mi sono meravigliato anch’io di me stesso… stare più di un’ora in silenzio è un record.” Scherza Rick.
“Già…” Conferma Kate sorridendo.
“Per voi farei questo ed altro… avete il potere di farmi fare qualsiasi cosa vogliate.” Confessa Castle accarezzandole il viso.
La detective sorpresa dalla confessione del partner arrossisce leggermente perdendosi nei suoi occhioni azzurri.
Lo scrittore spostando ripetutamente lo sguardo dagli occhi della donna alla sua bocca avvicinandosi sempre di più.
Ora solo un paio di centimetri gli separano e…
“Che fate?” Domanda David facendogli allontanare immediatamente.
“Noi…” Balbetta Kate.
“Ti stavamo aspettando per andare in quel posto… la sorpresa, ricordi?!” Interviene Rick in suo aiuto avvicinandosi al piccolo.
“SI!” Esclama felice iniziando a saltellare verso l’ingresso di casa.
“Rick, dove lo portiamo? Non abbiamo organizzato nulla…” Gli fa notare la detective.
“Come no? Ho organizzato il tutto ancora ieri sera… non potrei mai promettergli qualcosa che poi non gli do.” Risponde lo scrittore prendendola per mano e tirandola verso l’uscita.
“Sei eccezionale.” Bisbiglia seguendolo.
“Ho per caso sentito un complimento?” Domanda Rick prendendo la giacca.
“Ti sbagli non ho detto nulla…” Risponde sorridendo infilandosi le scarpe.
“Se fossi in te cambierei scarpe… quelle con il tacco non sono ideali per l’attività che ho in mente… comunque grazie per il complimento.” Dice facendogli l’occhiolino.
-----
“Buona sera signor Castle!” Lo saluta un uomo all’ingresso della sala giochi aprendo la porta.
“Ciao Ben.” Ricambia il saluto lo scrittore.
“Signor Castle… detective Beckett è un piacere conoscerla. I vostri amici sono già arrivati.” Spiega un altro uomo andandogli incontro.
“Grazie, Scott. Da questa parte.” Dice Rick conducendo Kate e David all’interno.
“Wow… è enorme!” Esclama David mollando la mano della madre e correndo dentro per primo.
“David!” Chiama Alexis andandogli incontro.
“Lexi!” Dice raggiungendola.
“Castle… hai affittato questo posto solo per noi?” Domanda sorpresa la detective.
“Odio le file…” Ammette sorridendo.
“Ehi… bro! Ti stavamo aspettando per una sfida ai go-kart!” Afferma Esposito avvicinandosi.
“Preparatevi a perdere, allora!” Gli avverte lo scrittore seguendo i due amici verso la pista.
“Cosa non si fa per amore…” Commenta Lanie affiancando l’amica ancora incredula all’ingresso.
“Ciao Lanie.” La saluta la detective fingendo di non aver sentito la frase della dottoressa.
“Ciao, tesoro… com’è andato l’incontro?”
“Non bene, ovviamente. Possiamo non parlarne… per oggi non voglio più pensare a Nick.” Risponde.
“Certo… vieni, c’è un barman niente male e ovviamente è tutto per noi.” Sussurra tirando l’amica verso il bar.
---
“Allora… cosa ci manca?” Chiede Ryan.
“Abbiamo giocato a bowling, go-kart, autoscontri, freccette, calcetto…” Elenca Esposito.
“Ci manca il laser tag!” Afferma David.
“Giusto! Il laser tag!” Esclama Castle.
“Papà, il laser tag delle sale giochi non è come quello di casa è tutto buio non penso sia il caso che David lo faccia.” Gli fa notare Alexis.
“Nessun problema, tesoro. Scott!” Chiama lo scrittore.
“Mi dica signor Castle.” Dice l’uomo avvicinandosi.
“Possiamo avere un po’ di luce nella sala del laser tag?” Domanda Castle.
“Certo, signor Castle. Provvedo subito.” Risponde Scott per poi congedarsi.
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“Ha affittato un’intera sala giochi per far felice tuo figlio e ha ordinato un servizio catering per cena con tutti i vostri piatti preferiti. Lasciatelo dire amica… quell’uomo è pazzo di te.” Commenta seduta assieme all’amica ad un tavolino del bar.
“Lanie!”
“No… niente Lanie. Sai che ho ragione ma non vuoi ammetterlo. Lasciati andare… non vedi cos’hai davanti agli occhi? C’è un uomo fantastico che adora tuo figlio e ama te. Non continuare a torturarlo.” Gli suggerisce la dottoressa.
“Buona sera, ragazze!” Le saluta Martha interrompendo la conversazione delle due amiche.
“Ciao, Martha.” Saluta per prima Kate.
“Disturbo?” Domanda l’attrice spostando la sedia con l’intenzione di sedersi.
“No, figurati… Lanie stava commentando le doti del barman.” Scherza la detective cambiando argomento.
“Oh… allora non sono l’unica ad aver notato quel fisico bestiale.” Commenta Martha accomodandosi e dando un’occhiata all’uomo.
“Oddio… non ci avrà mica sentite. Si sta avvicinando.” Afferma Lanie preoccupata.
“Facciamo finta di niente…” Propone l’attrice iniziando a parlare di vestiti.
“Scusate il disturbo, signore. Speravo di poter chiedere il vostro parere per un nuovo cocktail che ho creato.” Le interrompe il ragazzo mettendo davanti ad ognuna un bicchiere.
“Nessun disturbo…” Risponde per prima la dottoressa.
“Mmhh… che bontà!” Si complimenta Martha bevendone un altro sorso.
“Si davvero ottimo.” Approva Kate.
“Grazie, signore. Siete state molto gentili... scusate ancora per il disturbo.”
“Nessun disturbo… anzi, che ne dici di prepararci qualche altra tua creazione.” Propone l’attrice.
“Certo… molto volentieri.” Risponde sorridendo.
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Sei cocktail dopo
“Che dici di mostrarci altre doti nascoste?” Chiede Lanie facendo l’occhiolino al barman e facendo ridere Martha.
“Penso che sia il caso di interrompere questo tour di cocktail…” Suggerisce Kate al ragazzo.
“Kate… non fare la guastafeste. Ci stiamo divertendo.” Afferma la dottoressa non distogliendo mai lo sguardo dall’uomo.
“Ragazzo, di la verità… quante ore di palestra fai a settimana per avere delle spalle così forti e possenti?” Chiede Martha accarezzandogli il braccio mentre la detective imbarazzata non sa più cosa fare.
“Tre volte a settimana, signora.” Risponde il barman.
“Lasciamolo lavorare…” Interviene la detective indicando verso il bar dove Ryan lo sta attendendo.
“Scusate… torno subito.” Dice allontanandosi.
“Oh mio dio… guarda che fondoschiena da urlo.” Commenta Lanie a voce alta.
“Ragazze… come va? Tutto bene?” Chiede Castle.
“Benissimo!” “A meraviglia!” Rispondono contemporaneamente Martha e Lanie.
“Sbaglio o sono un po’ brille?” Domanda lo scrittore alla detective.
“Non sbagli… e sta diventando al quanto imbarazzante.” Risponde Kate.
“Mamma…” Chiama David raggiungendola.
“Ciao, amore… ti stai divertendo?” Chiede la detective prendendolo in braccio.
“Si…” Risponde sbadigliando e appoggiando la testa alla sua spalla.
“Siete per caso ubriache?” Domanda Esposito sentendo gli strani discorsi delle due donne.
“Solo un pochino.” Risponde Lanie ridendo.
“Posso?” Chiede Castle indicando il cocktail.
“Finiscilo pure.” Risponde Kate coccolando il figlio.
“Cos’è?” Chiede Ryan notando un pezzo di carta attaccato sul fondo del bicchiere da cui sta bevendo lo scrittore.
Lanie stacca il bigliettino dicendo: “C’è scritto… Derek e un numero di telefono.”
“E chi è Derek?” Domanda Esposito geloso strappandole il biglietto di mano.
“È il cameriere…” Risponde l’attrice bevendo un altro sorso del suo drink.
“Ooohhh… la nostra detective ha fatto colpo.” Afferma la dottoressa facendo l’occhiolino all’amica.
“L’avevo detto io che ti stava facendo gli occhi dolci.” Commenta Martha sorridendo.
“È per Beckett?” Chiede Esposito per conferma.
“Già… quello è il suo bicchiere.” Risponde Ryan.
Castle infastidito non dice nulla appoggiando il bicchiere ormai vuota sul tavolo guarda in direzione del barman impegnato a sistemare qualcosa dietro al bancone.
“Allora Ryan… deve offrire da bere a tutti per aver perso per ben quattro volte a freccette!” Afferma Esposito cambiando argomento.
“Non erano quattro… ma tre e comunque avete barato!” Chiarisce Ryan dando inizio ad una vera e propria discussione.
Kate approfitta del momento di distrazione degli amici per posare la mano sopra a quello dello scrittore che seduto accanto a lei in silenzio sta ancora pensando al bigliettino.
Rick al contatto alza lo sguardo verso la detective che gli sorride e, sfruttando la vicinanza, le bacia le nocche per poi spostare le loro mani unite sopra a quella di David ormai addormentato.
 

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Capitolo 10
*** 10 ***


Cinque giorni dopo
“Dov’è mio figlio?!” Grida sbattendo il pugno sul tettuccio dell’auto della detective.
“Sul serio speravi di vederlo dopo aver mandato a monte la tua unica occasione, spaventandolo!?!” Domanda Kate scendendo.
“Cosa non ti era chiaro del fatto che ti avrei uccisa?” Chiede Nick riferendosi al messaggio inviatole la sera prima.
“Nick, sono un poliziotto e ti ricordo che minacciare un pubblico ufficiale è un reato.” Gli rammenta superandolo e andando verso l’ingresso del palazzo.
“Ehi! Dove credi di andare?” Domanda afferrandola per il braccio.
Prima che la detective possa reagire una voce attira la loro attenzione.
“MAMMA!” Grida David mollando la mano di Alexis e correndo verso di lei.
Nick agisce velocemente riuscendo a prendere in braccio il figlio prima che possa raggiungere la donna.
“Ehi… Come va?” Chiede al piccolo.
“Bene.” Risponde David intimorito.
“Che dici se andiamo a prenderci un gelato?” Propone Nick.
David non risponde allungandosi verso la madre.
Nick fa un passo indietro allontanandosi dalla detective.
“Mamma…” Chiama David preoccupato.
“Può venire anche mamma se vuole.” Afferma cercando di rassicurarlo.
“Nick, mettilo giù.” Ordina Kate avvicinandosi.
Alexis rendendosi conto della situazione si precipita a citofonare al padre sperando di trovarlo in casa.
“Zitta! Ora andiamo a prenderci il gelato.” Controbatte incamminandosi verso il centro.
“Mamma!” Chiama più forte.
“Nick, fermati immediatamente! Hai perso il diritto di decidere anni fa.” Grida correndogli dietro e riuscendo a bloccarli la strada.
“O vieni con noi o ti levi dalle palle.” Chiarisce Nick.
“Dammi mio figlio!” Dice minacciosa cercando di riprendersi il bambino che si sta allungando verso di lei.
“È anche MIO!” La corregge cambiando direzione.
“MAMMA!” Grida iniziando a piangere.
“Lo stai spaventando… Lascialo!” Dice bloccandolo nuovamente.
“EHI! Lascialo immediatamente!” Interviene Castle camminando verso di loro a grandi passi.
“Fatti i cazzi tuoi!” Urla stringendo la presa sul figlio.
“Mi fai male!” Si lamenta David singhiozzando.
“Nick, per favore.” Lo supplica la detective preoccupata dal pianto del figlio.
“Ti ha detto di lasciarlo!” Ripete Castle riuscendo ad afferrarlo per la giacca.
Nick all’udire delle sirene che si stanno avvicinando allenta la presa permettendo a Kate di prendere David e dopo aver spinto lontano lo scrittore inizia a correre, scappando lungo i vicoli.
“Mammmaa…” Singhiozza stringendosi forte a lei.
“Sono qui, amore. Sono qui.” Lo rassicura coccolandolo.
“Tutto, ok?” Chiede Castle accarezzando la schiena del piccolo.
“Ora, si.” Risponde dondolando avanti e indietro per calmarlo.
“È arrivata la polizia ci penso io… Alexis, accompagnali di sopra.” Ordina lo scrittore alla figlia per poi andare incontro agli agenti.
---
“Sshhh… amore, non piangere… è tutto finito.” Sussurra all’orecchio del figlio ancora in lacrime.
“Ho portato un po’ d’acqua.” Dice Alexis dolcemente mostrando il bicchiere alla detective e sedendosi accanto a loro sul divano.
“Oh… grazie. Guarda che gentile è stata Lexi. Vuoi un sorso d’acqua?” Chiede Kate accarezzandogli la schiena.
David nega con la testa restando incollato alla madre.
La ragazza appoggi il bicchiere sul tavolino cercando di pensare a qualcosa per tirar su di morale il bambino.
“Eccomi! Come sta?” Chiede Castle chiudendo la porta di casa per poi raggiungere il trio in soggiorno.
“Spaventato.” Risponde Kate proseguendo con le coccole sperando che lo aiutino a rilassarsi.
“David, hai voglia di una fetta di cheesecake?” Propone Alexis ricordandosi della torta avanzata dal giorno prima.
“Mmm… che buona.” Commenta la detective.
“Ti conviene mangiarla… è l’ultima fetta e non so se arriverà a stasera.” L’avverte lo scrittore.
“Corro a salvartela prima che papà te la rubi!” Esclama la ragazza alzandosi in piedi.
Lo scrittore sta al gioco correndo dietro alla figlia e iniziando a scherzare con lei per arrivare primo al frigorifero.
David sentendoli ridere e litigare alza la testa spiando i due da sopra la spalla della madre smettendo di piangere e iniziando a sorridere per la scena buffa che si ritrova davanti.
“Forza, Lexi!” Fa il tifo la detective accorgendosi del cambiamento d’umore del figlio.
Castle finge di scivolare buttandosi comicamente a terra mentre Alexis ne approfitta per rubargli la torta e dopo aver recuperato una forchetta corre da David urlando: “Abbiamo vinto!” Scambiandosi il cinque con Kate.
David ridendo continua a guardare lo scrittore che sta rotolando verso di loro sotto lo sguardo divertito dei presenti.
“Tieni.” Dice Alexis consegnandogli la forchetta.
Kate aiuta il figlio a girarsi e a mettersi comodo mentre quest’ultimo ride vedendo sbucare Castle da dietro al divano.
“Vuoi che ti aiuti?” Domanda la ragazza.
David annuisce lasciandosi imboccare.
“A me niente? Nemmeno un pezzettino?” Chiede tristemente lo scrittore in ginocchio sul tappeto.
David manda giù il boccone per poi esclamare: “NO!”
“Come no… come no… allora ti mangio!” Afferma Castle mordicchiandogli la pancia e facendolo urlare.
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“Si è addormentato?” Chiede vedendo scendere la detective.
“Si… spero non abbia incubi.” Risponde raggiungendolo.
“Vuoi?” Domanda alzando la bottiglia di vino.
“Si, grazie.”
“Accomodati, te lo porto subito.” Le suggerisce prendendo due calici.
Mentre Castle apre e versa il vino la detective accende la tv adagiandosi comodamente sul divano in pelle.
“Prego!” Dice consegnandole il bicchiere e sedendosi accanto a lei.
“Grazie.” Risponde bevendone un sorso per poi appoggiarlo sul tavolino davanti a loro.
“Come stai?” Chiede imitando i suoi gesti.
“Sono tesa come una corda di violino.” Ammette.
“Ho un rimedio per questo. Vieni qui.” Dice sistemandosi meglio e invitandola a sedersi nella V delle sue gambe.
“Sei anche un massaggiatore?” Chiede sorpresa spostandosi davanti a lui senza protestare.
“Ho molte doti nascoste, detective. Sono abile con le dita… non solo nello scrivere.” Sussurra maliziosamente spostandole i capelli e facendole scivolare giù il largo collo della maglia scoprendole la spalla destra.
“Immagino.” Mormora piegando la testa verso sinistra per dargli libero accesso.
Castle inizia a fare la sua magia con le mani massaggiando prima la spalla destra e poi quella sinistra sentendo pian piano i muscoli della donna sciogliersi.
“Grazie, per oggi.” Dice dopo un paio di minuti di silenzio.
“Di niente.”
“Però… sei veramente bravo!” Ammette Kate.
“Lo so.” Sussurra all’orecchio facendola rabbrividire.
“Castle, non approfittarne troppo.” L’avverte la detective.
“Altrimenti?” Mormora soffiandole delicatamente sul collo.
“Smettila…” Lo ammonisce sentendo un brivido percorrerle tutta la schiena.
Lo scrittore sta per osare di più quando una vocina alle loro spalle lo blocca.
“Mamma…” Chiama David camminando lentamente verso di loro.
“Che succede?” Chiede Kate alzandosi e andandogli incontro.
“Posso dormire con te.” Domanda facendosi prendere in braccio.
“Certo, amore. Andiamo. Saluta, Rick!” Risponde lei.
“Notte, Rick.” Dice salutandolo con la manina.
“Notte!” Risponde lo scrittore sorridendogli.
“Notte, Castle.” Saluta Kate salendo le scale.
“Notte, detective!” Risponde lasciandosi cadere sul divano sconsolato per l’interruzione.
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Una settimana dopo
“Mamma, correte sta per iniziare il film!” Grida David seduto sotto l’enorme fortezza costruita dallo scrittore con davanti una ciottola straripante di popcorn.
“Arriviamo!” Risponde la detective scendendo le scale assieme ad Alexis.
“Rick… e se poi ho paura?” Chiede preoccupato girandosi verso di lui.
“Vieni qui…” Dice aiutandolo a sedersi sulle sue gambe.
“Ascolta, se anche per tanto così ti fa paura basta che lo dici e spegniamo immediatamente, ok? Però sono certo che non ne avrai.” Lo rassicura lo scrittore baciandolo sulla tempia.
“Posso restare vicino a te?” Domanda speranzoso.
“Certo… mettiamoci comodi.” Risponde Castle.
David si sistema meglio mettendosi seduto con le gambe sopra a quelle dell’uomo, appoggiando la schiena e la testa contro il suo petto.
“Eccoci!” Annuncia Alexis entrando per prima e sistemandosi alla sinistra del padre.
“Vedo che vi siete messi comodi.” Afferma la detective mettendosi per forza di cose nell’unico posto rimasto libero alla destra nello scrittore.
“Allora siamo pronti?” Domanda Castle.
“I popcorn!” Esclama David notando la ciotola ai loro piedi.
Alexis la prende dandola da tenere al piccolo.
“Mi raccomando non mangiarli tutti!” L’avverte Kate.
“Lo so, mamma. Non voglio diventare morbido come Rick!” Risponde David seriamente.
“Ehi! Io non sono morbido.” Si lamenta lo scrittore mentre le due donne se la ridono di gusto.
“Un po’ lo sei, papà.” Afferma Alexis continuando a ridere.
“Vorrei proprio sapere chi ti insegna queste cose?!” Commenta spostando lo sguardo dalla detective alla figlia.
“Mamma.” Risponde sinceramente.
“AHHH… è così?! Sono molto offeso, detective.” Esclama lo scrittore guardando male la donna e mettendo il muso mentre quest’ultima continua a sorridere.
“Dai… premi play!” Ordina David passando il telecomando a Rick.
“Pronti?” Chiede nuovamente Castle.
“Si!” Rispondono in coro.
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Dopo nemmeno mezzora Alexis è addormentata comodamente contro i confortevoli cuscini sistemati dal padre.
David che sta per crollare afferra la mano della mamma tirandosela in grembo sopra a quelle dello scrittore iniziando, come abitudine, a giocare con le sue dita facendole sfiorare ripetutamente con quelle dell’uomo.
Dieci minuti dopo David smette definitivamente di muoversi facendo capire alla coppia di essersi addormentato.
Castle ne approfitta immediatamente per intrecciare le dita con quelle della detective che, al contrario delle aspettative dello scrittore, non si oppone anzi appoggia addirittura la testa contro la sua spalla.
Dopo un mese di convivenza la coppia è passato a un livello di contatto fisico mai avuto prima. Nessuno sa come sia iniziato ma entrambi dimostrano di volerlo e ormai dita intrecciate, coccole sul divano e abbracci sono all’ordine del giorno e questo lo devono soprattutto a David che la sera vuole sempre entrambi per la storia della buona notte o per guardare un film.
Ovviamente nessuno dei due osa parlarne per paura che possa svanire tutto in un attimo; preferiscono far finta di nulla e lasciare che le cose vadano come devono andare.
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“Kate…” Sussurra lasciandole un delicato bacio sulla fronte.
“Mmm…” Risponde sbattendo le palpebre nel vano tentativo di svegliarsi.
“Meglio se ci mettiamo comodi o rischiamo di alzarci con il torcicollo.” Suggerisce lo scrittore.
Kate si strofina gli occhi sciogliendo così il legame con il partner.
Castle adagia delicatamente David accanto alla figlia afferrando la coperta e coprendo entrambi.
“Sono troppo stanca per spostarmi.” Ammette lasciandosi cadere all’indietro atterrando sui cuscini.
“Rimaniamo qui, allora.” Risponde Castle prendendo l’ultima coperta rimasta e coprendola.
“E te?” Chiede Kate.
“Sono macho… non ho freddo.” Scherza sdraiandosi su un fianco.
“Tanto macho che domani avrai sicuramente il raffreddore! Dai vieni!” Afferma alzando un lato di coperta e spostandosi vicina a lui.
“Sei sicura? Non è che domani mattina mi ucciderai?” Domanda dubbioso.
“Muoviti… prima che cambi idea.” Lo zittisce.
Dopo vari tentativi riescono a sistemarsi comodamente permettendo ad entrambi di usufruire della coperta non molto grande.
“Notte.” Sussurra Castle sprofondando il viso nei morbidi e profumati ricci della detective.
-----
“Mamma…” Chiama David strofinandosi gli occhietti.
“Che succede?” Chiede sottovoce Rick sentendo le manine del piccolo sulla spalla.
“Ho paura.” Ammette aggrappandosi a lui.
“Vieni qui.” Lo invita lo scrittore aiutandolo a scavalcare e facendolo sdraiare fra lui e Kate.
“Cosa ti spaventa?” Domanda sistemando la coperta.
“Papà.” Sussurra.
“Sei ancora spaventato per quello che è successo la scorsa settimana?” Chiede accarezzandogli il viso.
“Mi vuole portare via e io non voglio… voglio stare con mamma.” Risponde iniziando a tremare.
“Tranquillo, papà non ti porterà via da mamma.” Assicura lo scrittore.
“E se mi fa del male?”
“Scherzi?! Mamma è la migliore detective di New York ha arrestato centinaia di cattivi. Non permetterà mai a nessuno di farti del male, ok?”
“E se torna?” Chiede stringendo la presa sulla sua maglietta.
“Se torna lo mandiamo via di nuovo.”
“E se fa male a mamma?” Domanda preoccupato.
“Non le farà del male… te lo prometto. Proteggerò te e mamma da lui e da qualsiasi altro cattivo.” Risponde stringendolo a se permettendo così al piccolo di nascondere il viso contro il suo petto.
“Non vi succederà nulla… te lo prometto.” Sussurra accarezzandogli su e giù la schiena facendolo rilassare.
Kate, che fino a quel momento è stata in silenzio ad ascoltare, si fa più vicina facendo aderire il petto con la schiena del figlio e allungando la mano si aggrappa saldamente alla maglietta dell’uomo.
Castle sposta il braccio sopra a quello della detective racchiudendo così David nel loro abbraccio, nel loro calore, sperando di farlo sentire al sicuro almeno per un po’.
 

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Capitolo 11
*** 11 ***


Tre giorni dopo
“Con le due denunce sporte contro il signor Cooper possiamo procedere alla richiesta di un divieto di avvicinamento a lei e a suo figlio. Ovviamente questo non garantisce che il signor Cooper non proverà nuovamente ad arrivare a voi.” Spiega l’avvocato.
“Ma se per caso viola la restrizione può venir arrestato, giusto?” Chiede Castle.
“Si, ma anche in questo caso non è certo al cento per cento.” Rivela l’avvocato.
“Scusa Tom, ma una persona cosa deve fare per ottenere qualcosa di certo? Aspettare che lo ammazzino di botte o che le portino via il figlio?” Domanda Martha.
“Purtroppo la legge non sempre è chiara e precisa. Un bravo avvocato riesce a trovare il cavillo legare ovunque. Lei detective dovrebbe saperne qualcosa.” Risponde cercando una conferma da parte della donna.
“Ha ragione. Se non ci fosse di mezzo mio figlio farei di tutto per far sbattere dentro Nick ma mi trovo in una posizione difficile e delicata. Non posso rischiare di sbagliare… potrei finirei per rovinare la vita a David o la mia carriera in polizia.” Afferma Kate.
“Ed è esattamente per questo che non possiamo commettere errori. Dobbiamo fare tutto secondo le regole per assicurarci di non sbagliare e per non permettere al signor Cooper di usarlo contro di noi. Quindi per ora non ci resta che chiedere un’udienza, ottenere un divieto restrittivo e sperare che questo lo disincentivi a perseguitarvi o nel peggiore delle ipotesi che commetta un errore violando il divieto.” Spiega Tom chiudendo il fascicolo.
“Conoscendolo non sarà di sicuro un pezzo di carta firmato da un giudice a distoglierlo dal suo obbiettivo.” Confessa la detective sospirando per la situazione che non avrà presto fine.
“Se posso consigliarle usi le quattro settimane di vacanza che ha per portare suo figlio lontano da qui evitando così d’imbattersi nel suo ex. La chiamerò per informarla sulla data dell’udienza.” Le consiglia l’avvocato chiudendo la borsa e alzandosi in piedi.
“Questa storia delle quattro settimane di vacanza da passare lontana da qui mi sa tanto un’idea da Richard Castle.” Afferma Kate guardando in direzione dello scrittore che sta sorridendo.
“Come legale, da anni, della famiglia Castle purtroppo non posso dire nulla… ma le consiglio di considerare l’idea.” Risponde Tom sorridendo allungando una mano verso la donna.
“Ci penserò. Per ora la ringrazio.” Dice Kate stringendogli la mano.
“Grazie Tom.” Lo ringrazia e lo saluta lo scrittore.
“Di niente figurati.” Risponde seguendo Martha verso il soggiorno.
“HO VINTO!” Grida David in piedi sul divano con il fucile del laser tag alzato in aria.
“Vedo che qualcuno ha ereditato le qualità di mira della madre!” Commenta Martha sorridendo.
“Ed è anche avvantaggiato per le dimensioni minute. Riesce a sfruttare tutti gli spazi, anche quegli più piccoli, per nascondersi.” Aggiunge Alexis togliendosi il giubbotto che lampeggia.
“Ciao Alexis.” Saluta Tom.
“Ciao Tom. Come va?” Chiede educatamente cercando di tener fermo David.
“Bene, grazie. Ciao David.” Lo saluta l’avvocato.
David alla vista dello scrittore e della madre getta sul divano l’arma per poi correre verso loro gridando: “RICK, HO VINTO!!!”
“Grande! Dammi il cinque!” Esclama Castle abbassandosi alla sua altezza aspettandosi di ricevere il cinque ma David invece gli salta letteralmente addosso abbracciandolo.
“È nata una nuova stella del laser tag.” Commenta la detective passandogli una mano fra i capelli sudati.
“David, Tom ti stava parlando.” Interviene Martha.
“Tranquilla… è troppo impegnato a festeggiare la vittoria per badare a me.” La tranquillizza l’avvocato.
“David, interrompi per un attimo i festeggiamenti e ascolta quello che ti stanno dicendo.” Lo invita Kate cercando di calmare l’entusiasmo del figlio.
“Cosa?” Chiede guardando verso Martha e lo sconosciuto.
“Ciao David.” Saluta nuovamente l’avvocato.
“Ciao… perché sei vestito così? Vai ad un matrimonio?” Chiede curioso tenendosi alla camicia dello scrittore.
“Eccolo.” Sussurra la detective mentre i presenti sorridono per la spontaneità del piccolo.
“Sono vestito così perché sono un avvocato.” Risponde Tom.
“Da che parte stai? Nonno dice che ci sono avvocati che difendono i buoni e altri che difendono i cattivi.” Spiega David.
“Sto dalla parte dei buoni.” Risponde sorridendo.
“La mia mamma arresta i cattivi e Rick l’aiuta.” Racconta fiero.
“Tua madre è un’ottima detective. Tu, cosa vorresti fare da grande?”
“Sarò un supereroe… come Rick.” Ammette guardando lo scrittore.
“Allora stiamo freschi…” Commenta Kate alzando gli occhi al cielo facendo ridere tutti.
“Cosa vorresti dire, detective?!! Non negherai mica il fatto che ti ho salvato la vita innumerevoli volte!?!” Domanda offeso.
“David, papà è solo uno scrittore.” Gli fa notare Alexis.
“Peter Parker è un reporter ed è anche un supereroe: Spiderman.” Risponde David immediatamente come testimonianza che lo scrittore è veramente un supereroe.
“Bravissimo!” Si complimenta Castle scambiandosi un cinque con il piccolo.
“E anche Superman è un giornalista!” Aggiunge David sorridendo.
“Immagino che queste nozioni suoi supereroi gliele abbia insegnate tu.” Afferma Kate guardando il partner.
“Dovresti essere contenta… insegno a tuo figlio un po’ di cultura su fumetti e supereroi. Non vorrai mica che diventi un patito delle tartarughe ninja?!” Risponde Castle.
“Oltre che convincerlo che tu sei un supereroe.” Aggiunge Alexis.
“Rick, è un eroe perché mi ha salvato da papà e mi proteggerà sempre.” Afferma David orgoglioso abbracciandolo.
La detective resta sorpresa dalle parole e dall’ammirazione che il figlio ha nei confronti dell’uomo. Si fida di lui e in lui vede la sicurezza. Le stesse cose che prova lei da quando si è trasferita in casa Castle.
Martha intravede negli occhi del figlio la gioia e l’amore che prova per il piccolo. Sa che Richard ha trovato in David il figlio maschio che ha sempre sognato.
“Mi dispiace ma purtroppo devo andare!” Annuncia Tom.
“Ti accompagno.” Si offre l’attrice prendendolo sottobraccio.
“Buona giornata a tutti.” Saluta l’avvocato seguendo la donna verso l’uscita.
-----
“Rimettilo immediatamente al suo posto!” Ordina la detective.
“Scherzi vero? È buonissimo!” Controbatte lo scrittore.
“Ma fa male… ed è pieno di grassi e coloranti.” Ribatte Kate.
“David, di anche tu a mamma che a noi piacciono tantissimo!” Lo invita Castle cercando l’appoggio del bambino.
“Ci piacciono tantissimo!” Ripete David.
Lo scrittore appoggia il dolce nel carrello ma la detective lo toglie immediatamente rimettendolo sullo scaffale.
“EHI!” Esclama riprendendolo in mano.
“Castle, non fare il bambino!” Lo rimprovera stappandoglielo dalle mani.
“Ah… io sarei un bambino?! E tu che rimetti al loro posto qualsiasi cosa scelga, cosa sei?”
“Sono la mamma, Rick!” Risponde spingendo il carello avanti.
“Ma non è giusto!” Si lamenta correndole dietro.
“Non ci posso credere state ancora discutendo?!” Commenta Alexis esasperata aggiungendo alla spesa due pacchi di pasta.
“Scusa… ma a lei non dici nulla? Sta mette cose nel carrello senza chiedere!” Dice Castle indicando la figlia.
“Sul serio? Vuoi paragonare quello che mette nel carello Alexis con quelle schifezze che ci metti tu?” Domanda sorpresa.
“Ognuno ha i suoi gusti.” Risponde.
“Si con la differenza che le cose che prendiamo noi sono sane e le mangiano tutti mentre quelle che metti tu le mangi solo tu e come se non bastasse le fai mangiare anche a mio figlio che da quando sta con te è diventato dipendente dagli zuccheri!” Spiega Kate fermandosi davanti al banco frigo.
“Per forza se fosse per te gli daresti da mangiare solo frutta e verdura! Se alla sua età non mangia dolci si perde mezze cose belle dell’infanzia.”
“Alla sua età troppi zuccheri fanno impazzire la mamma per l’eccesso d’energia mentre alla tua di età ti fanno aumentare questa.” Dichiara accarezzando con la mano la pancia dello scrittore.
“Tutte scuse per toccarmi. In realtà so che adori il mio fisico… anche se ho qualche chilo di troppo.” Risponde maliziosamente avvicinandosi.
“Nei tuoi sogni, Castle.” Risponde sorridendo per poi girarsi verso il frigo alla ricerca di yogurt e latte.
“Nei miei sogni ti piace quando faccio altro.” Sussurra all’orecchio della detective facendo aderire il petto con la sua schiena.
“Anche al supermercato riescono a trovare l’occasione di flirtare…” Mormora fra se Alexis guardando la coppia.
“Posso scegliere almeno il gusto di yogurt che voglio mangiare o devo sottoporre le mie idee a lei, detective?” Chiede restando vicino alla donna.
“Non essere ridicolo scegli quello che vuoi… sempre se non esistano yogurt dalle mille calorie…” Risponde Kate spostandosi verso il fondo del frigo alla ricerca del latte.
“Rick, voglio quello con le palline!” Dice David dal carrello indicando verso il frigo.
“Ssshhh… non farti sentire da mamma.” Sussurra lo scrittore mettendo furtivamente nel carrello il dolce colpevole della discussione iniziale avuta con la detective che ora è impegnata a parlare con Alexis e non si sta accorgendo di quello che sta accadendo alle sue spalle.
“Adesso ci mettiamo sopra l’ho yogurt così non se ne accorge.” Bisbiglia al piccolo nascondendo il dolce mentre David lo guarda divertito.
“Voglio scendere!” Esclama stufo di stare seduto.
Castle lo solleva togliendolo dal carrello.
Sta per appoggiarlo a terra ma David gli fa capire che vuole stare in braccio.
“Rick, vorrei tanto le caramelle quello gommose che mi hai dato l’altro giorno.” Ammette.
“Ok. Diamo ufficialmente il via alla fuga per la razzia di dolci! Dobbiamo fare in fretta prima che mamma ci becchi.” Afferma lo scrittore spiegando la missione come se fossero delle spie della CIA guardandosi attorno furtivamente.
“Corri… adesso! Non stanno guardando!” Dice David dandogli il via.
Castle con il piccolo in braccio corre a nascondersi dietro allo scaffale più vicino.
“Controlla se ci hanno visti.” Ordina lo scrittore sporgendosi leggermente per permettere al piccolo di controllare.
“No, stanno ancora chiacchierando.” Sussurra eccitato.
“Perfetto! Che la missione abbia inizio!” Esclama scambiandosi il cinque con il complice.
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“Dove sono finiti?” Domanda la detective.
“Scommetto che papà l’ha convinto a fare qualche fuga per riempire un altro carello di dolci. Lo faceva anche con me quando ero piccola.” Racconta Alexis.
“Peggio dei bambini!” Commenta Kate riferendosi ovviamente allo scrittore.
“Kate, posso chiederti una cosa?” Chiede la ragazza approfittando dell’assenza del padre.
“Certo… dimmi!” Dice spingendo avanti il carrello.
“Sei innamorata di mio padre? Perché lui lo è.” Confessa la ragazza.
“Io…” Kate spiazzata dalla domanda della ragazza balbetta sperando di trovare una risposta adeguata o nella sperando di venir interrotti da qualcuno.
Prima che Kate possa anche solo provare a parlare di nuovo vengono interrotte dal ritorno di David e Castle carichi di dolci.
“Immaginavo che eravate andati a far razzia.” Afferma Alexis sorridendo.
La detective non dice nulla ancora imbarazzata dallo scambio appena avuto con la ragazza lasciando che i due riempiano il carello di schifezze senza protestare.
“Che succede?” Chiede lo scrittore notando lo sguardo strano della donna, sorpreso dal suo silenzio.
“Niente. Andiamo.” Risponde seguendo Alexis e David che mano nella mano stanno andando verso la cassa.
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“Ehi… dov’eri finita?” Domanda lo scrittore trovandola sul divano a leggere.
“Ero al telefono con mio padre.” Risponde chiudendo il libro e preparandosi a parlare.
“Come sta?” Chiede Castle notando immediatamente l’atteggiamento strano della donna.
“Bene. Domani, passerà a prenderci… andiamo per un po’ nella casa in montagna.” Confessa Kate.
“Ho fatto o detto qualcosa di sbagliato?” Domanda preoccupato.
“No. Voglio solo passare un po’ di tempo con lui.” Risponde.
“Sicura? Cioè sono contento che passiate del tempo assieme ma non è che per caso sei arrabbiata perché ho chiesto all’avvocato di suggerirti una vacanza o perché ho riempito il carrello di dolci?” Chiede capendo che sta omettendo qualcosa.
“Non sono arrabbiata, Castle.”
“E allora perché mi stai nascondendo il vero motivo per cui non vuoi venire negli Hamptons con noi? Perché anche se non ho avuto l’occasione di chiedertelo sai benissimo che prima di sera vi avrei invitati e so anche che mi hai preceduto di proposito chiamando tuo padre.” Afferma lo scrittore.
“Credo che tu e Alexis abbiate il diritto di passare le prossime settimane assieme senza di noi… come noi abbiamo bisogno di starcene un po’ per conto nostro.” Risponde sperando di essere abbastanza convincente.
“Sul serio, Kate? Credi che non sappia quando stai mentendo o omettendo qualcosa? Forse te lo sei dimenticata ma è due anni che studio ogni tua mossa, ogni tuo atteggiamento, ogni tua frase. So capire quando sei pensierosa, triste, spaventata, stanca solo ascoltando il tono della tua voce. So quando stai male, quando menti solo guardandoti negli occhi. Ed è quello che hai fatto dal primo minuto che mi sono seduto qui. Stai scappando e vorrei solo sapere il motivo.” Afferma infastidito dalle menzogne che sta cercando di rifilargli.
“Ok… vuoi sapere la verità?!” Esclama arrabbiata per l’insistenza dell’uomo alzandosi in piedi.
“Mi sto allontanando perché, anche se non c’è ancora nulla fra noi, mi sono resa conto che stiamo diventando dipendenti da te. Ho bisogno di stare sola. Ho bisogno di capire cosa diavolo mi sta succedendo ma soprattutto ho bisogno che David non si attacchi troppo a te perché non posso permettermi di farlo star male di nuovo. Ho già sbagliato troppo con lui. Per colpa mia non può vivere la sua vita serenamente come tutti gli altri bambini. Vive nel terrore per colpa di un padre a cui non gli è mai importato nulla di noi e che ora sta cercando di rovinarci la vita. Non posso restare qui… non posso commettere gli stessi errori.” Confessa iniziando a piangere.
Castle sbalordito dall’ammissione da parte della detective si allunga nel tentativo di tirarla sul divano accanto a lui per abbracciarla, per dirle che andrà tutto bene e per darle il conforto che le serve ma lei si allontana dicendo: “Non farlo. Partiamo domani mattina.” Per poi girarsi e sparire su per le scale.
 

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Capitolo 12
*** 12 ***


Durante la notte
“Lexi…” Sussurra David avvicinandosi lentamente al letto della ragazza.
Alexis sentendosi chiamare apre gli occhi girandosi verso la porta, trovandosi davanti il piccolo.
“Ehi… cosa succede?” Chiede mettendosi seduta.
“Ho fatto un brutto sogno.” Ammette timidamente.
“Dai, vieni.” Lo invita alzando le coperte e spostandosi per fargli posto.
David non se lo fa ripetere due volte e raggiungendola si sdraia accanto a lei.
“Hai voglia di raccontarmelo?” Domanda coprendolo accuratamente.
“Papà vi faceva del male e poi mi portava via.” Racconta David iniziando a piangere.
“Ssshhh… David. Non succederà niente di tutto ciò mamma e Rick ti proteggeranno da lui.” Cerca di rassicurarlo abbracciandolo.
“Non voglio andare con nonno senza Rick. Fammi restare!” Supplica stringendosi a lei e nascondendo il viso contro il suo petto.
“Ma nonno ti proteggerà.”
“Ho paura… voglio Rick.” Singhiozza iniziando a tremare.
“Ssshhh… tranquillo.” Dice coccolando nella speranza di farlo calmare.
“Rick…” Chiama agitandosi ancor di più.
“Adesso lo chiamo…” Afferma Alexis afferrando il cellulare dal comodino scrivendo rapidamente un messaggio al padre mentre il piccolo scoppia in un pianto disperato.
Un minuto dopo sia Rick, avendo ricevuto l’sms della figlia, che Kate, avendo sentito il pianto del figlio, entrano nella camera della ragazza.
“Ehi… amore, cosa succede?” Chiede Kate sedendosi sul letto e accarezzando su e giù la schiena del figlio nascosto contro Alexis.
“Perché piange? Cos’è successo?” Domanda Castle inginocchiandosi accanto a loro.
“Riiicck…” Singhiozza David girandosi all’udire della sua voce.
“Ehi… che succede, piccolo?” Chiede lo scrittore asciugandogli il viso arrossato.
“Non vuole andare in montagna con il nonno senza di te.” Spiega Alexis.
“Amore, Rick sarà qui quando torniamo. Non va da nessuna parte.” Cerca di spiegargli Kate.
“Nooo… noonnn vooglioo.” Singhiozza continuando a piangere.
“Quando torni andiamo di nuovo sugli autoscontri e giochiamo ancora a laser tag, ok?” Propone Castle.
“NOO!” Urla il piccolo arrabbiato.
“David, adesso basta… questi sono capricci. Andiamo a dormire.” Lo rimprovera cercando di sollevarlo.
“NOOO! RICK!” Strilla cacciando in malo modo la madre.
“David!” Esclama Kate severamente.
“Aspetta… lascia fare a me.” La blocca Castle per poi prenderlo in braccio.
David si aggrappa saldamente a lui nascondendo il viso nella piega del suo collo sussurrando: “Rick…”
“Adesso andiamo a fare una camomilla e cerchiamo di calmarci. Ok?” Propone lo scrittore invitando la detective a seguirlo.
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“Vedi?!! È proprio questo che cercavo di evitare!” Afferma Kate indicando verso il figlio ancora avvinghiato a lui.
“Kate…”
“Ora spiegami cosa devo fare?” Brontola camminando avanti e indietro.
“Kate…” Prova a chiamarlo nuovamente.
“Devo obbligarlo e rischiare che pianga per i prossimi quattro giorni?” Domanda senza fermarsi.
“Kate, stop!” Le ordina lo scrittore alzando leggermente il dono di voce e facendole segno di avvicinarsi.
“Cosa?” Chiede confusa.
“Vieni qui.”
La detective controvoglia si avvicina seccata per la situazione creatasi.
“Portiamolo a letto poi ne parliamo, ok?” Propone facendole notare il piccolo addormentato contro la sua spalla.
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Una volta sistemato David a letto ed essersi assicurato che stia dormendo Rick conduce Kate nel suo studio chiudendo la porta e invitandola a sedersi.
“Venite con noi negli Hamptons.”
“Rick, non lo vedi a che situazione siamo arrivati? Ho sbagliato di nuovo. Io…”
“Ti sembra sbagliato che David abbia legato con me e la mia famiglia?” Domanda infastidito per il commento della detective.
“No, non è questo ma…”
“Ma cosa? Non siamo abbastanza per lui? Cosa? Dimmi!” Esclama Castle alzandosi in piedi e interrompendola nuovamente.
“Voi siete fantastici sia con lui che con me ma… ma non possiamo illuderlo di essere una famiglia quando non lo siamo. Lo stiamo solo confondendo e il risultato si è visto stasera.” Spiega.
“Potremo esserlo Kate… potremo essere una famiglia. Basterebbe solo che tu lo volessi.” Sussurra girandosi a guardare il cielo stellato di Manhattan.
“Rick…”
“No, Kate. Non mi rifilare una delle tue scuse. Dimmi solo la verità… si onesta con te stessa per una volta. Cosa provi per me?” Chiede interrompendola e voltandosi per guadarla negli occhi.
“Sei un ottimo partner, sei…” Inizia a parlare.
“Kate! Dimmi solo se mi ami o no.” Chiarisce avvicinandosi.
“Rick… non posso. Devo pensare a David. Devo risolvere la situazione con Nick definitivamente.” Risponde cercando di allontanarsi.
“Perché, secondo te, io non sto pensando a David? Pensi di essere l’unica che si preoccupa per lui?” Chiede afferrandola per un braccio.
“Smettila di lottare contro di me! Non sono un nemico… non sono un cattivo. Voglio solo vedervi felici. Smettila di fuggire! Esci da quel dannato guscio.” Prosegue.
“Rick, non posso...”
“Non è una risposta alla mia domanda. Guardami negli occhi e dimmi quello che provi!” Ordina prendendole il viso fra le mani obbligandola a guardarlo.
“Non ti amo.” Sussurra abbassando lo sguardo.
Contrariamente a quello che si aspetta Castle l’abbraccia stringendola forte a se sussurrandole all’orecchio: “Non farlo, Kate. Non mi respingere.”
“Non posso…” Sussurra iniziando a piangere stringendo la presa alla maglietta dell’uomo.
“Ti amo, Kate… amo tuo figlio come se fosse mio. Non escludermi… permettimi di starvi accanto. Non allontanarmi, ti prego.” La supplica lo scrittore baciandole la tempia.
“Rick…” Dice staccandosi per guardarlo negli occhi e accorgendosi che sta facendo di tutto per non piangere.
“Non farlo.” Sussurra appoggiando la fronte contro la sua.
“Non…”
“Ssshhh… baciami.” La zittisce passandole il pollice sulle labbra e avvicinandosi lentamente.
Un bacio dolce, lento senza foga, senza malizia, solo un delicato sfiorarsi di labbra.
Stanno per approfondire quando vengono interrotti dal rumore della porta d’ingresso che si chiude.
“Richard, sei ancora sveglio?” Chiede Martha vedendo la luce provenire dallo studio.
“Si, mamma.” Risponde guardando la detective e sorridendole.
“Meglio che vada.” Dice Kate leggermente imbarazzata facendo un passo indietro.
“Aspetta…”
“Se è per gli Hamptons, ok. Domani mattina chiamerò mio padre.” Afferma interrompendolo.
“Ok… ma non era per quello ma per questo.” Dice tirandola a se e baciandola con passione facendo scontrare le loro lingue.
“Ops… scusate! Non volevo interrompere!” Esclama Martha trovandosi davanti la coppia.
“Martha… resta. Stavo andando.” La blocca la detective staccandosi dallo scrittore.
“Notte.” Sussurra Castle facendole il baciamano.
“Notte.” Risponde sorridendo per poi uscire dalla stanza leggermente rossa in viso.
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Il giorno dopo
“Grazie Rick, per l’invito. Questo posto è fantastico.” Afferma Jim ammirando dalla veranda la spiaggia privata e l’oceano di fronte a loro.
“Figurati è un piacere avervi qui.” Risponde osservando la figlia, la detective e David impegnati a saltare le onde assieme.
“Grazie anche per quello che stai facendo per loro. Sei un uomo buono, Rick.” Lo ringrazia sedendosi accanto a lui.
“Sono abbastanza buono da poter andare bene per tua figlia?”
“Mi stai per caso chiedendo il permesso per corteggiarla?” Chiede stupito accavallando le gambe.
“Si, è una cosa troppo antica?”
“No, affatto. La galanteria non passa mai di moda. Sono solo sorpreso.” Risponde sorridendo.
“So che Kate fa tutto di testa sua e non si fa sicuramente influenzare dalle opinioni altrui ma vorrei sapere il tuo parere.” Spiega Castle.
“Ami mia figlia, Rick?” Chiede Jim.
“Amo Kate e amo David come se fosse mio figlio. So che non sarà facile, so che la situazione in cui ci troviamo è difficile e delicata ma sono pronto a lottare, a far qualsiasi cosa per tenerli al sicuro.” Confessa lo scrittore.
“Hai fatto tanto per loro e lo stai facendo tuttora. Non farti spaventare da Katie che cercherà sicuramente di respingerti. È abituata a combattere da sola le sue battaglie ed è sempre stata così. Quando è morta mia moglie Katie si è presa cura di me. Ha creata un muro intorno a se per non permettere a nessuno di arrivare al suo cuore. Poi ha conosciuto Nick e sembrava l’uomo giusto per lei ma quando ha scoperto di essere rimasta incinta lui è cambiato totalmente, da bianco è diventato nero, ha perso il lavoro, ha cominciato a bere iniziando a frequentare gente pericolosa. Katie ha provato a farlo smettere ad aiutarlo ma lui non voleva. L’ho supplicata di lasciarlo, di mandarlo al diavolo ma lei insisteva col fatto che era solo un periodo e che sarebbe uscito dal tunnel ma purtroppo non è stato così. Una sera di settembre è rientrato a casa, ubriaco e drogato, è andato in camera da letto e si è scaraventato su di lei. L’ha picchiata con brutalità facendola finire all’ospedale. Dopo l’aggressione ha tirato fuori la Katie combattiva che è in lei l’ha denunciato e ha ottenuto l’affido esclusivo di David, che è nato quella sera stessa dopo un intervento d’urgenza. Da allora David è sempre stata la sua forza. Toccale tutto ma non suo figlio, come è giusto che sia. Penso che sia una cosa innata in un genitore, o no?” Racconta Jim commosso.
“Assolutamente. Kate non ha mai voluto raccontarmi nulla di Nick e ora capisco il perché. Non riesco proprio a capire come si possa anche solo pensare di mettere le mani addosso a una donna.” Afferma Castle inorridito dalla violenza che Nick ha usato contro la sua musa.
“E ora capisci anche perché odio quell’uomo. Non nego che se potessi lo ucciderei molto volentieri.” Confessa rivolgendo l’attenzione verso figlia e nipote impegnati a schizzarsi l’acqua a vicenda sotto lo sguardo divertito della giovane Castle.
“Se per caso ti servisse una mano sappi che, come scrittore di gialli, ho in mente un paio di delitti perfetti. Nemmeno la migliore detective di New York riuscirebbe a smascherarci… inoltre sarei onorato di mettere le mani addosso a quel coglione.” Ammette lo scrittore guardando nella stessa direzione.
“Ne prendo nota… nel caso sarai il primo che chiamerò.” Risponde sorridendo.
“Rick…” Lo chiama Jim dopo un paio di minuti di silenzio.
“Si?”
“Loro sono tutta la mia vita… la mia famiglia è tutta lì. Promettimi che non permetterai mai più a nessuno di far del male alla mia bambina!” Chiede seriamente.
“Te lo giuro!” Afferma Castle stringendo la mano all’uomo.
“Ragazzi, vi ho portato una bevanda rigenerante e rinfrescante alla frutta!” Annuncia Martha interrompendo i due uomini, appoggiando il vassoio sul tavolo.
“Oh… grazie… molto gentile, Martha!” La ringrazia Jim sorridendo e accettando volentieri il drink.
“EHI… VENITE!” Urla lo scrittore attirando l’attenzione delle due donne e del bambino.
David all’udire della voce dell’uomo esce di corsa dall’acqua correndo sulla sabbia verso di lui lasciando le due dietro di se.
“PRENDIMI!” Strilla ormai a pochi metri.
Rick scende l’ultimo scalino della veranda preparandosi in ginocchio e a braccia aperte.
David senza rallentare la sua corsa si schianta contro il petto dello scrittore e aggrappandosi saldamente al suo collo lo stringe a se.
“AH! Che freddo!” Strilla Castle sentendo la maglietta bagnarsi sempre più.
“Rick, vuoi fare il bagno con me?” Domanda David guardandolo negli occhi.
“Certo che si. Ma prima beviamo questa bevanda multivitaminica che Martha ha preparato per noi così poi faremo dei tuffi spettacolari.” Propone prendendo il bicchiere che gli sta offrendo la madre.
“SI… I TUFFI!” Grida felice alzando i pugni verso il cielo.
“Ecco a voi, signore.” Esclama l’attrice consegnando la bevanda anche alla detective e alla nipote, che con calma hanno raggiunto il gruppo.
“Grazie, Martha.” Ringrazia Kate bevendone un sorso.
“Mamma, noi andiamo a fare i tuffi. Vuoi venire a vederci?” Chiede David.
“Certo, ma prima metti questi.” Risponde prendendo un bracciolo in mano e mostrandoglielo.
“Ma sono capace di nuotare!” Protesta il piccolo.
“Lo sappiamo… ma sai com’è mamma. È un tantino apprensiva.” S’intromette Rick prendendo in giro la detective.
“Non sono apprensiva… voglio solo evitare che anneghi.” Controbatte Kate dandogli l’oggetto in testa.
“AHI!” Si lamenta lo scrittore toccandosi la nuca.
 

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Capitolo 13
*** 13 ***


Due giorni dopo
“Mamma, posso andare?” Chiede indicando verso un gruppo di bambini che sulla spiaggia sta giocando a calcio.
“È un po’ lontano, amore.” Risponde la detective accarezzandogli il viso.
“Ti prego!” La supplica David.
“No… mi dispiace, ma è buio e non ti posso vedere bene.” Cerca di spiegargli Kate.
“Ma sono lì!” Dice sbuffando.
“Vado io con lui.” Si offre la giovane Castle.
“Grazie, Alexis.” Ringrazia la detective.
“Ecco a voi… signori.” Afferma il cameriere posando il vassoio delle bevande sul tavolo.
“Mi raccomando fai il bravo e stai vicino ad Alexis.” Gli raccomanda Jim mentre il nipotino prende per mano la ragazza.
“Ti mando un messaggio quando arriva la nostra ordinazione.” Dice Rick alla figlia.
“Ok… a dopo.” Saluta Alexis incamminandosi verso la spiaggia con il piccolo al seguito.
---
“VAI, DAVID!” Urla Alexis facendo il tifo per il bambino che corre da una parte all’altra del campo nel vano tentativo di prendere il pallone.
“È tuo fratello?” Domanda un bel ragazzo prendendo posto accanto a lei.
“Non proprio ma è come se lo fosse…” Risponde educatamente.
“Complimenti per il tuo quasi fratello, allora. È molto veloce e determinato.” Si complimenta il giovane sorridendo.
“Grazie… non me ne intendo molto di calcio ma credo che ce la stia mettendo tutta.” Conferma Alexis.
“Comunque piacere… sono Max.” Si presenta allungando la mano verso di lei.
“Piacere Alexis!” Contraccambia stringendogliela.
“Siete di queste parti o siete qui in vacanza?” Domanda curioso.
“Siamo di New York… siamo qui solo per le vacanze.” Risponde restando però concentrata a guardare David.
“Avete scelto bene… io è anni che vengo in vacanza qui. Gli Hamptons sono un posto fantastico.” Commenta Max continuando ad ammirare la bellezza della ragazza.
“Lo so… conosco questo posto come le mie tasche. È da sedici anni che ci vengo in vacanza.” Confessa Alexis.
“Veramente? Anch’io! Strano che non ci siamo mai incontrati.” Esclama sorpreso.
“Scusa… dobbiamo andare.” Afferma leggendo l’sms appena ricevuta dal padre.
“Oh… peccato!” Commenta dispiaciuto.
“DAVID, ANDIAMO!” Grida Alexis cercando di attirare la sua attenzione.
“C’è una festa in spiaggia stasera…” Inizia a dire Max informando la ragazza.
“Cinque minuti!” Urla David passando di corsa affianco ai due.
“No! Dobbiamo andare!” Controbatte lei cercando di fermarlo.
“Penso piacerebbe a tuo fratello… fanno un falò e dell’ottima musica.” Prosegue il ragazzo nella speranza di convincerla.
“DAVID!” Chiama nuovamente.
“Facciamo così: io ti aiuto a prenderlo e tu vieni alla festa in spiaggia.” Propone Max vedendola in difficoltà.
“E sentiamo come fai a sapere che sono interessata ad uscire con te?” Domanda Alexis spostandosi di un paio di metri.
“Non mi hai ignorato e non mi hai cacciato via quando mi sono seduto accanto a te… quindi presumo che tu non abbia un ragazzo. Inoltre hai chiacchierato volentieri quindi evidentemente ti sto simpatico e per quanto riguarda l’estetica non sono Tom Cruise ma non credo di essere poi così male.” Risponde seguendola.
“DAVID! FORZA ANDIAMO!” Urla nuovamente per poi rivolgersi al ragazzo.
“Si… in effetti, sei simpatico ma non so nulla di te e non so se dovrei accettare il tuo invito.”
“Nemmeno io di te. Comunque non è un vero e proprio appuntamento… ci sarà tuo fratello con te e presumo anche il resto della tua famiglia. Sarà solo un modo per conoscerci meglio e forse… e sottolineo forse se ti sarò piaciuto abbastanza riuscirò a strapparti un appuntamento vero e proprio.” Spiega Max.
“Si potrebbe fare… ora se la tua offerta è ancora valida: potresti aiutarmi?” Chiede Alexis indicando verso David.
“Quindi è un si? Verrete al falò?” Domanda per conferma.
“Dipende se riesci a convincerlo ad uscire dal campo.” Risponde ricevendo un altro sms da parte del padre.
“Dammi due minuti...” Afferma entrando in campo.
-
“Eccolo! Come promesso!” Annuncia Max mettendo il piccolo a terra.
“Lexi, hai visto? Ho fatto gol!!!” Afferma David elettrizzato.
“Bravissimo! Come hai fatto?” Si complimenta Alexis per poi rivolgersi al ragazzo.
“Segreto… ci vediamo dopo.” Risponde facendole l’occhiolino e iniziando ad allontanarsi.
“A dopo!” Conferma Alexis sorridendo.
“Ciao Max!” Dice David salutandolo con la mano.
“EHI! Come faccio a trovarti?” Grida la giovane Castle.
“Ti troverò io!” Urla proseguendo a camminare.
“Forza andiamo a lavarci le mani.” Afferma Alexis tirando il bambino verso il ristorante mentre quest’ultimo prosegue il racconto sulla breve partita di calcio.
-
“Benarrivati...” Gli saluta Castle.
“Mi dispiace, papà ma qualcuno era troppo impegnato a giocare.” Risponde Alexis sedendosi al suo posto.
“Ho fatto gol!” Annuncia David fiero.
“Grande… dammi il cinque!” Esulta Rick allungando la mano verso di lui.
“Vieni… siediti.” Lo invita Kate toccando la sedia libera fra lei e lo scrittore.
“Ho sete.” Dice spostando la sedia.
“Ti riempio subito il bicchiere.” Afferma Jim stappando la bottiglia dell’acqua.
“Senti che sudato…” Commenta la detective accarezzandogli collo e schiena mentre lo scrittore l’aiuta a sedersi.
“Spero tu abbia fame… ho ordinato una montagna di patatine.” Annuncia Rick vedendo arrivare il cameriere con i loro piatti.
“Prima di quelle dovete mangiare carne e verdura.” Interviene Kate facendo segno al ragazzo di appoggiare i tre piatti di patatine dalla parte opposta del tavolo.
“Non mi piacciono le verdure!” Si lamenta David facendo una faccia schifata.
“Ma sono importanti.” Dice Jim.
“AHI!” Si lamenta lo scrittore per la sberla appena ricevuta.
“Cosa credi di fare?” Domanda Kate.
“Mangiare le patatine che ho ordinato.” Risponde.
“Le mangerete quando avrete finito le verdure e avrete mangiato almeno la metà della carne.” Ripete la detective.
“Cosa? Ma da quando questa regola viene applicata anche a me?” Domanda confuso.
“Dato che non riesci ad essere un buon esempio per David abbiamo deciso che d’ora in poi verrai trattato allo stesso modo.” Risponde Martha versandosi il vino.
“Se è uno scherzo non è divertente…” Commenta lo scrittore.
“Non lo è, Castle. Forza mangia le carotine.” Lo prendendolo in giro Kate.
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“Avete voglia di fare una passeggiata in spiaggia prima di andare a casa?” Propone lo scrittore.
“Dobbiamo andare a vedere il fuoco!” Afferma David alzando lo sguardo verso Rick.
“Si chiama falò, amore…” Lo corregge Kate.
“Ci ha invitati il ragazzo di Lexi...” Aggiunge il piccolo.
A quella affermazione Alexis arrossisce vistosamente spalancando gli occhi.
“Sbaglio o ha detto la parola ragazzo seguita dal nome di mia figlia?” Chiede lo scrittore scioccato.
“Non è il mio ragazzo! È solo un ragazzo che ho conosciuto prima mentre David giocava a calcio!” Si affretta a spiegare.
“Mi sembra un’ottima idea… andiamo a vedere il falò!” Approva la detective cercando di distrarre il partner.
“SII!!!” Esulta felice David prendendo per mano scrittore e mamma.
“Aspetta… Alexis, ti fidi di un ragazzo di cui non sai nemmeno il nome?” Domanda Rick.
“Papà, il suo nome è Max e stiamo andando assieme ad una festa in spiaggia dove ci saranno centinaia di persone e dove tu mi controllerai a vista. Cosa c’è di così sbagliato?” Chiede infastidita dall’atteggiamento iperprotettivo del padre.
“Ah… non lo so. Possiamo partire dal fatto che un estraneo ti ha avvicinata e ti ha chiesto un appuntamento.” Ribatte lo scrittore.
“Rick, io non ci vedo nulla di male. Alexis farà due chiacchiere con questo nuovo amico, che potrai vedere con i tuoi occhi, mentre noi ascolteremo un po’ di musica. Ora smettila di brontolare altrimenti ti spedisco a casa.” Lo blocca la detective prendendo sottobraccio la ragazza.
“Ma se non mi piace…”
“Zitto e cammina.” Ordina Kate fulminandolo con lo sguardo.
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“Dove sono finiti?!” Esclama lo scrittore.
“Sono là…” Lo rassicura Kate indicandogli dove guardare.
“Ah… eccoli!” Dice tirando un respiro di sollievo.
“Rick, riesci a rilassarti dieci minuti?” Chiede esasperata.
“Come faccio? Mia figlia sta…”
“Tua figlia sta parlando con un ragazzo a cinque metri da noi e tu stai esagerando. Mi avevi promesso una serata tranquilla e rilassante ma la stai trasformando in un incubo. Forse è meglio se andiamo a casa” Commenta Kate delusa facendo per alzarsi.
“No! Ferma!” Dice bloccandola.
“Scusa… hai ragione! Sono un idiota!” Aggiunge intrecciando le dita con le sue.
“Non sei un idiota, Rick… capisco tu sia spaventato nel vedere tua figlia con un ragazzo ma siamo qui a pochi metri non può succedere nulla e Alexis è una ragazza matura e responsabile. Fidati di lei.”
“Hai ragione… adesso mi calmo e mi concentro solo su di te mia splendida musa!” Dice facendole il baciamano.
“Adesso non esagerare… e non chiamarmi musa!” Chiarisce Kate.
“Ho fatto apposta per dimostrarti che sto iniziando a rilassarmi.” Ammette sorridendo.
“Dimostramelo richiamando qui David.”
“Perché non sta facendo nulla di male…” Commenta lo scrittore.
“Ah… no? Non sta un po’ troppo appiccicato a tua figlia?” Domanda guardando verso la coppia.
“No… non mi pare.” Risponde con nonchalance.
“Rick!”
“Cosa?” Domanda confuso.
La detective sposta la mano dal ginocchio all’interno coscia del partner stringendo la presa in un pizzicotto.
“AHI!” Grida portando la mano sopra a quella della donna.
“Ma sei matta… un po’ più su e mi spremevi i gioielli di famiglia.” Si lamenta lo scrittore.
“Chiama David… se non vuoi che la prossima volta vada più su.” Sussurra Kate al suo orecchio.
“Ok… strega.” Dice mettendo il broncio.
---
“Sei stanco?” Chiede Rick vedendolo sbadigliare e strofinarsi gli occhietti.
“Meglio se andiamo.” Dichiara Kate.
“No! Non voglio!” Protesta David.
“Restiamo ancora un po’ se però resti qui tranquillo con noi.” Propone la detective invitandolo ad accomodarsi sulla coperta assieme a loro.
“Ok…” Sussurra stanco sedendosi sulle gambe dello scrittore e accoccolandosi contro il suo petto cercando però, come sempre, un contatto con la madre.
“Hai freddo?” Chiede Rick premuroso accarezzandogli la schiena.
“No.” Mormora giocherellando con l’orologio della donna.
“Amore, dove hai lasciato le scarpe?” Domanda Kate accorgendosi solo in quel momento che è senza.
“Non lo so…” Risponde strofinando il viso contro la camicia dello scrittore.
“Forse le ha tolte per salire sul castello gonfiabile.” Suggerisce Rick.
“Vado a vedere.” Dice sciogliendo il legame con il figlio.
“Mamma!” Chiama allungandosi verso di lei.
“Torno subito… vado a cercare le tue scarpe.” Spiega alzandosi.
“NOOO!!!” Urla più forte.
“David… cinque minuti e sono da te.” Dice infilandosi le infradito.
“Vada io.” Si offre lo scrittore.
“Nooo… Rick!” Esclama David aggrappandosi alla sua camicia.
“È stanco e qualsiasi opzione scegliamo non gli andrà bene… torno subito.” Spiega Kate.
“Ok. Scrivo ad Alexis.” Dice Rick recuperando il cellulare.
“Mmaaammmaaa…” Singhiozza David guardandola allontanarsi.
“Ssshhh… adesso torna.” Cerca di rassicurarlo lo scrittore lasciandogli un bacio fra i capelli.
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Due giorni dopo
“Allora quali sono i programmi per questa giornata solo uomini?” Chiede Kate curiosa.
“Andiamo a pescare!” Risponde Jim.
“Rick, ha preso una barca grandissima!” Aggiunge David sgranocchiando un biscotto.
“Siamo pronti?” Domanda lo scrittore entrando in cucina.
“SIII!!!!” Esclama il piccolo.
“Castle…” Lo chiama Kate invitandolo ad avvicinarsi.
“Noi andiamo a mettere l’attrezzatura in macchina.” Annuncia Jim prendendo in braccio il nipote, lasciando così i due soli.
“Che c’è?” Chiede intrappolandola contro il bancone.
“Mi raccomando mettigli la crema, il capellino e soprattutto il giubbotto salvagente che non dovrà mai e ripeto mai togliere, chiaro?” Dice lisciandogli la maglietta con le mani.
“Tranquilla, Kate. Andrà tutto bene… starò super attento.” La rassicura Rick sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Ti ho messo il cellulare nello zaino.” Aggiunge la detective.
“Grazie… ti chiamo appena arriviamo sull’isola ma tu puoi chiamarci quante volte vuoi, ok? Anche solo per ripetermi di mettergli la crema.” Dice sorridendo.
“Scusami… sono troppo apprensiva. Mi dispiace.” Ammette mortificata rendendosi conto di essere uno stress.
“Hai tutte le ragioni per esserlo con un bambinone come me non si sa mai.” Scherza lo scrittore.
“Infatti, è per questo che mio padre viene con voi.” Afferma Kate ridendo.
Rick offeso mette il muso restando però abbracciato alla detective.
“A parte gli scherzi… mi fido di te.” Ammette tornando seria.
“Stasera abbiamo un appuntamento, detective Beckett. Preparati a ricevere un milione di attenzioni.” L’avvisa lo scrittore prendendole il viso fra le mani.
“Mmm… non vedo l’ora.” Risponde spostandosi leggermente in avanti e baciandola sulle labbra.
“Non dirlo a me.” Dice contraccambiando il bacio.
“RICK! ANDIAMO!” Grida David entrando di corsa e interrompendo la coppia che si stacca immediatamente.
“Ehi! Vieni qui! Non si usa più salutare la mamma?” Domanda Kate afferrando il figlio per il braccio.
“Ciao, mamma. Ti amo!” Dichiara sorridendo.
“Ti amo anch’io… peste!” Contraccambia baciandolo.
 

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Capitolo 14
*** 14 ***


La sera stessa
“Posso venire con voi?” Chiede David nuovamente sfoderando il suo miglior sguardo da cucciolo.
“Non vuoi restare qui con nonno, Alexis e Martha a cucinare il pesce che abbiamo pescato oggi?” Suggerisce Rick.
“No… mi fa schifo il pesce. Voglio venire con voi!” Insiste pedinando lo scrittore che si sposta in bagno.
“Facciamo così: stasera mi lasci andare a cena da solo con mamma e ti prometto che nei prossimi giorni ti porterò al maneggio così potrai andare a cavallo, ti piace come compromesso?”
“SIII!!!” Strilla eccitato iniziando a saltellare di qua e di là.
“Cavallo! Cavallo! Cavallo!” Ripete come un disco rotto precipitandosi a dare la notizia al resto della famiglia.
-
“Rick, perché mio figlio gira per casa urlando cavallo?” Domanda Kate entrando nella camera da letto e notando la luce del bagno accesa.
“Potrei avergli promes…”
Allo scrittore muoiono le parole in bocca alla vista della donna con indosso un vestito blu senza spalline con le gambe lasciate scoperte per più dell’80%.
“Castle?!” Lo chiama Kate passandogli la mano davanti agli occhi per risvegliarlo.
“Oh… mio dio! Detective, è… sei… tu…”
“Per essere uno scrittore sei pessimo con le parole.” Lo prende in giro, per poi voltarsi con l’intenzione d’andarsene.
“Ferma lì! Dove scappi?!” Dice Rick recuperando l’uso della parola afferrandola per un braccio e tirandola contro se.
“Devo finire di prepararmi… non voglio arrivare tardi al primo appuntamento!” Risponde sorridendo.
“Sei perfetta così.” Si complimenta sfiorandole il viso.
“Peccato sia scalza…” Gli fa notare guardando in basso.
“Sono certo che il tuo accompagnatore si offrirà volontario per portarti in braccio.” Assicura ricambiando il sorriso.
“L’unica cosa di cui sono certa è che il mio accompagnatore è peggio di una prima donna e che deve ancora mettersi i pantaloni.” Afferma abbassando nuovamente lo sguardo e scoppiando a ridere alla vista dei boxer infantili che indossa lo scrittore.
“Detective, ha qualcosa da ridire su superman?” Chiede ammirando la S stampata sull’intimo.
“Assolutamente no… ma non le sembra un po’ troppo informale venire vestiti così al primo appuntamento? E non le pare un po’ troppo pomposo da parte sua avere una S di super disegnata sul davanti? ” Domanda divertita.
“Assolutamente no… un giorno scoprirai cosa c’è sotto e confermerai la S.” Risponde maliziosamente.
“Non credo...” Afferma spingendolo indietro e allontanandosi.
“Spiritosa…” Commenta guardandola andare via.
“Chi ti dice che stavo scherzando?!” Urla la detective dal corridoio.
“Kate, sul serio io scherzavo… non volevo vantarmi.” Ribatte correndole dietro.
“Muoviti a vestirti o ti lascio qui!” L’avverte scendendo le scale.
---
“Una cena divina…!” Si complimenta Kate.
“Felice che sia stata gradita la scelta. Ti va di tagliare per la spiaggia?” Domanda offrendole la mano.
“Molto volentieri…” Risponde togliendosi le scarpe per poi intrecciare le dita con quelle dello scrittore.
Silenziosamente la coppia prosegue il suo cammino verso casa godendosi la quiete e il rumore constante delle onde ognuno assorto nei propri pensieri.
Sono ormai a pochi metri dalla villa quando Kate si blocca alla vista di un fuoco che arde sulla sabbia, un’enorme coperta ben distesa, circondata da piccole candele accese, al centro dei cuscini rossi e in un angolo un secchiello con una bottiglia e due calici.
“Vieni…” La invita Rick tirandola verso la piccola sorpresa preparata con cura dal resto della famiglia.
“Rick…” Sussurra emozionata.
“Qualcuno ha pensato a noi.” Commenta fingendo di non saperne nulla togliendosi le scarpe e spostando le candele per liberare il passaggio.
Ancora meravigliata la detective imita i suoi gesti accomodandosi assieme a lui sulla coperta.
“Champagne?” Chiede togliendo la bottiglia dal ghiaccio.
“Rick, non dovevi… io…”
“Kate, godiamoci il momento.” La zittisce lo scrittore posandole l’indice umido sulle labbra.
Annuendo raggiunge i bicchieri mentre lui stappa la bottiglia.
“So che questo non è il momento migliore della tua vita. So che hai mille pensieri per la testa e che sono l’ultimo dei tuoi problemi ma stasera permettimi di coccolarti e di amarti...” Dice finendo di riempire i calici.
“Solo io e te…” Conclude accarezzandole la guancia e guardandola dritta negli occhi lucidi per l’emozione.
In risposta Kate annulla la distanza fra loro coinvolgendolo in un bacio mozzafiato.
“Grazie…” Mormora staccandosi.
“No, Kate… grazie a te. Grazie per l’opportunità che mi stai dando.” La zittisce baciandola nuovamente, non dandole l’opportunità di replicare.
“Mamma…”
La coppia si stacca immediatamente voltandosi nella direzione della voce trovandosi davanti David scalzo e in pigiama.
“Ehi…” Lo saluta lo scrittore posando i due bicchieri di champagne.
“Amore, cosa fai ancora sveglio?” Domanda imbarazzata, sistemandosi i capelli.
“Non ho sonno.” Ammette sbadigliando.
“Vedo…” Commenta Kate sorridendo.
“Dai… vieni.” Lo invita Rick accarezzando il posto libero fra loro.
David sta per sedersi quando Alexis arriva di corsa dicendo: “Mi dispiace… non mi sono accorta che si è svegliato.”
“Non preoccuparti, tesoro. Fa lo stesso.” La rassicura il padre.
“David, vieni. Torniamo a letto.” Lo invita la ragazza.
“No, voglio restare qui!” Protesta nascondendosi contro il petto della madre.
“Dai, vieni!” Insiste Alexis.
“No!” Ripete aggrappandosi al collo della donna.
“Lascialo qui con noi.” Interviene Rick.
“Immaginavo finiva così… infatti, vi ho portato una coperta in più.” Ammette la giovane consegnandola alla detective.
“Grazie, Alexis.” Dice Kate coprendo il figlio.
“Notte e scusate ancora.” Saluta Alexis congedandosi.
“Notte!” Saluta in coro la coppia.
“Ehi… peste. Com’era il pesce? Buono?” Domanda lo scrittore facendogli il solletico.
“Puzzava… poi nonno l’ha cotto e non puzzava più… E allora l’ho mangiato.” Racconta sdraiandosi a pancia in su per guardare entrambi.
“Poi cos’avete fatto?” Chiede la detective curiosa.
“Nonno e Martha sono andati a ballare… io e Alexis abbiamo giocato a carte con Max.” Spiega sbadigliando per l’ennesima volta.
“Max? E chi l’ha fatto entrare?” Domanda Castle spalancando gli occhi.
“Rick, di tutto il racconto ti è rimasto impresso solo il suo nome? Ti sei reso conto che mio padre è andata a ballare? Mio padre.” Ripete Kate sorpresa dalla notizia.
“Scusa, Kate ma mia figlia con un ragazzo batte tuo padre che balla. Dimmi una cosa, David. Alexis e Max si sono baciati?”
“Rick!” Esclama la detective scioccata dalla domanda del partner.
“Che c’è? Voglio sapere se devo ammazzarlo!” Chiarisce lui.
“Ti ricordo che sono una detective della omicidi!” Gli rammenda.
“Questo non mi preoccupa… saprei come… si è addormentato.” Afferma accorgendosi del piccolo con gli occhi chiusi.
“Mi dispiace per l’interruzione.” Confessa Kate cambiando argomento e coprendo meglio il figlio.
“A me no… infondo sto corteggiando te ma anche lui. Lui è compreso nel pacchetto Beckett.” Spiega prendendole la mano e portandosela alla bocca per baciarla.
“Ti sei scelto un bel pacchetto completo!” Commenta ricambiando il gesto.
“Il meglio in circolazione…” Aggiunge facendole cenno di avvicinarsi.
“Non è male nemmeno il tuo di pacchetto…” Dice Kate riferendosi ad Alexis e Martha arrivando ad un soffio dalle sue labbra.
“I nostri pacchetti assieme sono eccezionali.” Sussurra sorridendo per poi baciarla.
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Tre giorni dopo
“Mamma, guarda!” Esclama David facendo scivolare giù dalla montagnola di sabbia la macchinina.
“Wow… che bella pista. Ti ha aiutato Rick?” Chiede inginocchiandosi accanto al figlio.
“Si… qui c’è la montagna, qui il ponte e qui il tunnel. Bisogna andare veloce altrimenti si ferma dentro.” Spiega facendo fare alla macchinina rossa tutto il giro.
“Eccomi… ho portato l’acqua per fare il laghetto.” Afferma Rick appoggiando il secchiello colmo a terra.
“Io… io!” Esclama gattonando verso lo scrittore.
“Un po’ alla volta altrimenti si allaga tutta la pista.” Gli raccomanda aiutandolo a rovesciare l’acqua nella buca.
“Stop… così è abbastanza.” Dice Rick togliendo il secchiello dalle mani del bambino.
“Papà, andiamo a fare un giro in centro. Vi va cinese per cena?” Chiede Alexis interrompendoli.
“Per me va bene… Kate?” Domanda lo scrittore.
“Certo!” Approva la detective.
“Ok… allora ci fermiamo a prenderlo nel tornare.” Afferma la ragazza per poi andarsene.
“Papà, possiamo fare il bagno?” Chiede David spingendo la macchinina nell’acqua.
Detective e scrittore si scambiano uno sguardo per capire se anche l’altro ha sentito la parola “papà” uscire dalla bocca del bambino.
“Amore, papà non è qui.” Dice sperando che il figlio si sia sbagliato.
“Si eccolo.” Risponde smettendo di giocare e indicando Rick.
“Rick è il papà di Lexi… non il tuo.” Cerca di spiegargli la detective.
“Può essere anche il mio.” Afferma David, come se fosse la cosa più normale di questo mondo.
“Ma tu un papà ce l’hai già.” Insiste Kate mentre lo scrittore resta zitto ad assistere allo scambio.
“Non mi piace… è cattivo.” Risponde spostandosi acconto Rick.
“Ma non per questo smette di essere tuo padre e poi pensa ad Alexis non è giusto che debba dividere il suo papà con qualcun altro. È come quando sei geloso perché gioco con Juliet invece che con te. Ti piacerebbe se Juliet mi chiamasse mamma?” Chiede sperando di riuscire a convincerlo.
“No, ma Lexi ha detto che va bene. Quindi Rick è il mio nuovo papà.” Spiega abbracciando lo scrittore.
“David, non funziona così. Non puoi decidere di avere un nuovo papà. Rick ti vuole bene, gioca con te ma è solo un tuo amico.”
“Non è vero! Anche Mark ha due papà! La sua mamma si è sposata con Eric e lui lo chiama papà.” Insiste raccontandogli la storia del compagno d’asilo.
“Ma io e Rick non siamo sposati.” Gli fa notare Kate.
“Però vi baciate sulla bocca.” Afferma David lasciando a bocca aperta i due che si scambiano uno sguardo rendendosi conto che non sarà facile convincerlo.
La discussione del chiamare papà Rick prosegue per diversi minuti senza però portare a niente di buono anzi finisce con David in lacrime.
“Kate, accantoniamo per un po’ la storia del chiamarmi o meno papà… che dici?” Propone lo scrittore aiutando la detective ad alzarsi per raggiungere assieme il piccolo scappato in casa.
“Mi dispiace, Rick.” Si scusa Kate.
“Per cosa?” Chiede confuso.
“Non avevo previsto che si affezionasse così a te e non immaginavo arrivasse a chiamarti papà.” Spiega imbarazzata per la situazione creatasi.
“Ed è così una brutta cosa?” Domanda bloccandole la strada e fermandola.
“No! Rick, sei un padre fantastico ma non sappiamo nemmeno bene cosa sta succedendo fra noi mentre David ci vede già una coppia. Non lo so… mi sembra prematura come cosa. Non sappiamo se funzionerà tra di noi. Non voglio che soffra ancora una volta per colpa delle mie scelte sbagliate.” Spiega sperando di non aver ferito i sentimenti del partner.
“Ascolta, Kate… capisco la tua preoccupazione ma fidati… non farei mai del male a David. So cosa significa vedere proprio figlio legarsi a qualcuno che poi va via. Ho vissuto un’esperienza simile con Alexis. Sono consapevole del fatto che non si può giocare con i sentimenti dei bambini. Ti prometto che andrà bene fra noi. Abbiamo solo bisogno di risolvere la storia con Nick. Fidati.” Afferma lo scrittore abbracciandola.
“Ci sto provando… ma non è facile.” Sussurra lei con il viso nascosto contro il suo ampio petto.
“Lo so ma assieme risolveremo tutto.” Bisbiglia lasciandole un bacio fra i capelli.
---
“Mamma, è arrivata la cena.” Afferma aggrappandosi al suo collo.
“Ok… andiamo.” Dice alzandosi con il figlio in braccio.
“Ehi… dov’eri finita?” Domanda lo scrittore vedendoli arrivare.
“Ho chiamato Lanie.” Risponde la detective salendo i tre scalini della veranda e posando il figlio a terra.
“Ti sei lavato le mani?” Chiede Jim al nipote vedendolo entrare di corsa.
“Si!” Risponde il piccolo andando a sedersi al solito posto fra la madre e lo scrittore.
“Com’è andato lo shopping?” Domanda Kate lavandosi le mani nel lavandino della cucina.
“Benissimo… abbiamo preso un pensierino per tutti.” Rivela Martha.
“Cosa?” Chiede curioso David.
“Lo avrai dopo cena… sempre se mangi tutto.” Risponde Alexis sedendosi di fronte al piccolo.
“Mi sembra un ottimo compromesso. Forse per una volta finirai quello che hai nel piatto.” Commenta Jim versandosi dell’acqua.
“Cosa vuoi? Riso con il pollo?” Chiede Rick al bambino prendendo il contenitore.
“Voglio i bastoncini!” Afferma alzandosi e facendo il giro del tavolo per prenderle.
“David, non iniziare a gironzolare come al tuo solito.” Lo rimprovera la detective.
“Tieni, mamma.” Dice consegnandone un paio anche a lei.
“Grazie. Ora mettiti seduto.” Lo ringrazia aiutandolo a salire sulla sedia.
“Involtini primavera?” Chiede Martha passando la scatola a Kate.
Mentre il resto del gruppo si scambia le scatole del cibo cinese David pensa bene di provare a mangiare il riso con le bacchette con il risultato che trequarti del cibo è ora sul tavolo o per terra.
“Guarda che Rick non ha una gallina sotto il tavolo.” Scherza Jim.
“NO!” Strilla David quando la mamma gliele toglie di mano consegnandogli la forchetta.
“David, non sei capace di mangiare con queste. Stai seminando riso ovunque.” Gli spiega Kate.
“Dammele!” Protesta alzandosi in piedi sulla sedia nel tentativo di raggiungerle.
“Ehi… attento!” Lo avverte Rick trattenendolo per la maglietta per evitare che cada.
“Mettiti seduto composto e mangia con la forchetta altrimenti niente sorpresa per te.” Dice Kate sperando di convincerlo.
“Non ho fame.” Esclama David arrabbiato mettendosi seduto e incrociando le braccia al petto.
“Qualcosa devi mangiare…” Interviene Jim.
“NO!” Grida il piccolo.
“Non urlare!” Lo rimprovera la detective alzando il tono di voce.
David imbronciato si lascia scivolare a terra sotto il tavolo iniziando a piangere.
“Ma cos’ha stasera?” Chiede Martha sorpresa dai capricci del bambino.
“Abbiamo avuto una piccola discussione questo pomeriggio… penso che non gli sia ancora passata del tutto.” Spiega Kate conoscendo fin troppo bene il figlio mentre lo scrittore prova a convincerlo ad alzarsi.
“Mi ricorda qualcuno…” Commenta Jim guardando la figlia e sorridendo.
“Vieni qui!” Lo invita Rick aiutandolo ad alzarsi e prendendolo in braccio.
Una volta fra le braccia dello scrittore David si aggrappa alla sua maglia nascondendo il viso contro il suo petto.
“Ehi… non serve piangere. Dimmi cosa vuoi?” Chiede Castle accarezzandogli la schiena.
“Quueellleee…” Singhiozza indicando le bacchette.
“Eccole.” Dice dandogliele.
David smette di fare i capricci e mettendosi comodo inizia a giocare con il cibo nel piatto dello scrittore provando a raccoglierlo senza ovviamente riuscirci.
Rick infilza un raviolo per poi avvicinarlo alla bocca del piccolo nella speranza che voglia mangiare almeno quello e così accade.
David proseguendo a giocare con le bacchette guastandosi il cibo che Rick gli propone sotto lo sguardo pensiero di Kate che ripensa all’accaduto del pomeriggio.
“Direi che gli piacciono.” Commenta Martha vedendo David con la bocca aperta in attesa di essere imboccato nuovamente.
 

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Capitolo 15
*** 15 ***


Due giorni dopo
“Eccoti.” Esclama passandole le braccia attorno alla vita e tirandola contro di se.
“CASTLE!” Strilla spaventata non aspettandosi l’arrivo dell’uomo appoggiando le mani sopra le sue.
“Ssshh… non urlare. La gente normale a quest’ora dorme.” Sussurra all’orecchio della detective.
“Tu sei pazzo! Non si arriva così alle spalle delle persone senza preavviso soprattutto quando uno è convinto che tutti dormano.” Lo rimprovera Kate.
“Scusa… non volevo spaventarti.” Ammette dispiaciuto.
“Cosa fai sveglio alle due di notte?” Chiede curiosa girando leggermente la testa per guardarlo.
“Cercavo te…” Risponde lasciandole un dolce bacio sulla punta del naso.
“Tu, perché non dormi?”
“Non ho sonno.” Dichiara appoggiando la testa contro la sua spalla.
“Sbaglio o stai omettendo qualcosa?” Chiede Castle.
“Non iniziare anche tu.” Dice seccata, cercando di allontanarlo, stufa di sentirsi chiedere da tutti in continuazione a cosa sta pensando, se sta bene e se vuole parlarne.
“No… no. Ferma.” Dice opponendo resistenza non riuscendo però a non impedirle di allontanarsi.
“La dovete smettere di trattarmi come una vittima. Non lo sono!” Afferma seccata.
“Hai ragione, Kate… scusa. Volevo solo assicurarmi che stessi bene. Non volevo farti arrabbiare.” Chiarisce lo scrittore prendendole le mani fra le sue.
“Scusami tu… non volevo urlarti in faccia. È solo che… sono stanca di sentirmi inutile e indifesa. Odio non poter fare nulla. Odio quest’attesa. Odio dovermi nascondere. Vorrei solo tornare alla mia vita normale di sempre. Vorrei che David fosse al sicuro e vorrei che Nick sparisse per sempre dalle nostre vite.” Confessa esasperata per la situazione, lasciandosi sfuggire una lacrima.
“E tutto questo accadrà molto presto. Devi solo avere un po’ più di pazienza.” Dice rassicurandola, asciugandole la guancia.
“Lo so ma odio non poter risolvere la questione da sola. Odio coinvolgervi tutti in questo casino.” Aggiunge sbuffando.
“Scherzi? Se non ci fosse stato tutto questo casino non sareste venuti negli Hamptons con noi… con me!” Afferma lo scrittore cercando di sdrammatizzare la situazione.
“Dì la verità! Sei stato tu a far tornare Nick solo per poter fare l’eroe e approfittare della situazione per farmi cadere ai tuoi piedi?!” Dice Kate stando al suo gioco.
“Cavoli, detective! Mi hai beccato!” Esclama ridendo.
“Lo sapevo! Faresti di tutto per far bella figura con una donna!” Afferma sorridendo.
“Hai perfettamente ragione ma c’è solo una donna che voglio far cadere ai miei piedi!” Ammette avvicinandosi.
“Ah… si? E come si chiama questa donna?” Domanda appoggiando le mani sul suo petto.
“Lisa…” Risponde seriamente afferrandola per la vita.
Kate mette il muso cercando di allontanarlo.
“Dove credi d’andare?” Chiede abbracciandola.
“Dal mio amante!” Risponde lei.
“Non stiamo nemmeno assieme e hai già l’amante?!!” Afferma scioccato.
“L’hai voluto tu! Tu hai Lisa e io ho David!” Dichiara usando di proposito il nome del figlio.
“David? È un nome famigliare… sbaglio o tuo figlio si chiama così?” Chiede facendola girare.
“Non sbagli! David è l’amore della mia vita!”
“Sono geloso… molto geloso! Sappilo!” La informa lo scrittore spostandole i capelli e accarezzandole la guancia.
“Non l’avrei mai detto…” Lo prende in giro lei.
“Posso?” Chiede ad un soffio dalle sue labbra guardandola dritta negli occhi.
La detective sta per colmare la distanza che gli divide quando si accorge della presenza del figlio che gli osserva.
“Amore, cosa fai sveglio?” Domanda sciogliendo il legame e avvicinandosi al piccolo.
“Tutto ok?” Chiede Rick imitando la detective.
“Mamma…” Sussurra David allungando le braccia verso di lei.
“Vieni!” Dice prendendolo in braccio.
“Hai fatto un brutto sogno?” Domanda lo scrittore accarezzandogli la schiena nuda.
Il piccolo annuisce stringendo la presa al collo della madre mentre con il braccio libero cerca la mano di Rick che prontamente gliela stringe.
“Non voglio andare con papà…” Mormora David preoccupato.
“E non ci andrai.” Lo rassicura Kate.
“Te l’ho promesso, ricordi?” Chiede Rick.
“Si…” Sussurra tirando su con il naso.
“Andiamo a nanna che è tardi.” Propone Kate incamminandosi verso casa.
“Rick…” Chiama David sentendo il loro legame sciogliersi.
“Sono qui.” Lo rassicura lo scrittore raggiungendoli e appoggiando una mano sulla schiena della donna conducendoli dentro casa.
---
“Grazie…” Sussurra Kate sdraiata su un fianco, guardandolo nei profondi occhi azzurri e accarezzando la schiena del figlio ormai addormentato in mezzo a loro.
“Figurati…” Risponde Rick nella stessa identica posizione di fronte a lei.
“Sai sempre cosa dire anche nelle situazioni difficili, sai sempre come rassicurare e risollevare il morale a David… e a me.” Confessa non riuscendo a trattenere uno sbadiglio.
“Forse è meglio se ti lascio dormire.” Afferma togliendo lentamente la mano da quella del piccolo sperando di non svegliarlo.
“Rick?” Mormora David ad occhi chiusi. 
“Sono qui…” Sussurra piegandosi e lasciandogli un tenero bacio sulla spalla nuda.
“Resta.” Lo invita Kate approfittando della vicinanza del partner per passandogli una mano fra i folti capelli castani.
“Sicura?” Domanda baciandole il palmo della mano.
In risposta la detective annuisce avvicinando il viso a quello dello scrittore.
“Notte, Kate.” Sussurra prima di baciarle una guancia.
“Notte, Rick.” Risponde baciandolo delicatamente sulle labbra per poi tornare nella metà del suo letto.
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Sei ore dopo
“Rick…” Chiama David toccandogli con l’indice la guancia.
“Mmm…” Mugugna lo scrittore.
“RICK!” Chiama più forte il piccolo.
“Ancora cinque minuti.” Sussurra con gli occhi ancora chiusi.
David iniziando a saltare sul letto nella speranza di riuscire a svegliarlo.
“Oddio… il terremoto!” Esclama Castle spalancando gli occhi e mettendosi seduto.
“Ahahahha…” Ride il piccolo divertito per lo sguardo spaventato dello scrittore.
“Ma! Stai ridendo di me?” Chiede seriamente.
“Sei buffo!” Risponde lasciandosi cadere accanto a lui.
“Cos’hai detto? Vieni qui…” Afferma acciuffandolo e iniziando a fargli il solletico mordicchiandogli la pancia.
“AAHH! Aaaiuttoo! Ahahahaha…” Strilla cercando di fuggire dalle grinfie dell’uomo.
“Buon giorno, ragazzi!” Saluta Martha fermandosi sull’uscio della camera da letto.
“Aaaiiuuttooo!” Grida David.
“Richard, lascialo stare… non vedi che non riesce più a respirare.” Afferma Martha vedendo il bambino rosso in viso.
“Ti arrendi?” Chiede Castle alzando la testa per guardarlo.
“Siii… basta.” Risponde sorridendo e cercando di riprendere fiato.
“Jim ha preparato la colazione se volete.” Gli informa Martha per poi sparire lungo il corridoio.
“Hai fame?” Domanda lo scrittore.
“SI!” Esclama alzando i pugni verso l’alto.
“Andiamo allora… Sali!” Dice Castle facendogli cenno di salire sulla schiena.
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“Buon giorno, papà… ciao David!” Saluta Alexis vedendo i due entrare in cucina.
“Buon giorno a tutti!” Dice lo scrittore mettendo a terra il piccolo.
“Dov’è Katherine?” Chiede Martha mettendo a scaldare il latte.
“Non so… pensavo fosse qui con voi.” Afferma Castle.
“Sarà andata a correre.” Dice Jim servendo uova e pancetta all’ultimo arrivato.
“Nonno, voglio il latte con il cioccolato!” Dice David aggrappandosi al bancone e indicando il barattolo del cacao.
“Vai a sederti… te lo porto subito.” Risponde prendendo la tazza pulita che gli sta passando Martha.
“Lexi, saltiamo le onde?” Chiede David raggiungendo la ragazza.
“Dobbiamo vedere com’è il tempo.” Risponde sollevandolo e sistemandolo sulle sue gambe.
“In effetti, è nuvoloso… non so se oggi potremo fare il bagno.” Commenta Martha spiando fuori dalla finestra.
“Io voglio fare il bagno!” Grida sbattendo le manine sul tavolo.
“David, non urlare!” Lo rimprovera Jim mettendogli davanti la tazza con latte e cioccolato.
“Cereali o biscotti?” Domanda Alexis consegnandogli il cucchiaino.
“Voglio fare il bagno!” Afferma arrabbiato spingendo lontana la tazza e buttando a terra il cucchiaino.
“DAVID!” Esclama il nonno asciugando con un tovagliolo il latte rovesciato dal nipote.
“David, se esce il sole andiamo a fare il bagno altrimenti sono sicuro che troveremo qualcos’altro da fare per oggi, ok?” Spiega Castle bevendo un sorso di caffè.
“NO!” Grida.
“Adesso basta. Vai in castigo!” Gli ordina Jim prendendolo in braccio.
“Noooo… non voglio!” Strilla dimenandosi fra le sue braccia.
Lo scrittore sta per intervenire quando viene preceduto dall’arrivo della detective che fa il suo ingresso dalla porta finestra della cucina.
“Chi è che fa i capricci di prima mattina!?” Domanda spegnendo l’mp3.
“Mamma…” Chiama David allungandosi verso di lei.
“No… no. C’è il castigo che ti aspetta.” Afferma Jim portandolo verso un angolo della stanza.
“Buon giorno a tutti.” Saluta Kate prendendo una bottiglietta d’acqua fresca dal frigo.
“Buon giorno, detective.” La saluta Castle per primo.
“MAMMA!” Chiama più forte.
“Mamma non ti salva dal castigo, lo sai. Resti lì fermo fino a quando nonno non ti dà il permesso di muoverti.” Chiarisce Kate rivolgendosi al figlio.
“Caffè?” Chiede Martha.
“Se mai dopo… ora se non vi dispiace vado a farmi una doccia.” Risponde la detective, asciugandosi la fronte con la manica della maglietta, sotto lo sguardo attento dello scrittore, che ammirare la perfezione del suo corpo rendendosi conto di quanto sia sexy anche sudata e spettinata.
“Mmaammmaa…” Singhiozza David appoggiato contro il muro.
“Se resisti fino a quando torno avrai uno sconto della pena.” Gli spiega Kate prima di dirigersi su per le scale.
“Mammmaa!” Chiama vedendola sparire.
“David, cosa ti ha detto? Fai il bravo e il castigo finisce altrimenti starai lì da solo tutta la mattina mentre Rick e Alexis andranno a giocare in spiaggia.” Ripete Jim sperando di essere più convincente.
Magicamente David smette di lamentarsi sedendosi a terra, appoggiando la testa contro il muro e aspettando con ansia la ricomparsa della madre.
“Wow… l’hai convinto.” Sussurra Castle seduto accanto all’uomo.
“Una volta c’è stata una battaglia di tre ore… non voleva cedere a morire. Quando si mette è testardo. A volte è peggio anche di Katie.” Ammette Jim.
“Veramente? Non riesco ad immaginarmi qualcuno più testardo di lei.” Afferma Rick ridendo.
“Non serve che lo immagini… ce l’hai davanti.” Dice guardando verso il nipote.
---
“Ehi… ragazzi!” Saluta la detective andandogli incontro.
“Ciao Kate!” Risponde per prima Jenny.
“Benvenuti ragazzi.” Esclama Martha.
“Ciao bro!” Saluta Ryan dando una pacca sulla spalla allo scrittore.
“Tesoro!” Strilla Lanie correndo ad abbracciare l’amica.
“Dady…” Chiama Juliet in braccio alla mamma.
“Ehi, bro!” Esclama Esposito sorprendendo alle spalle il collega e lo scrittore.
“Jenny, ma è stupenda la tua piccolina.” Si complimenta Martha accarezzandole una manina.
“Dady!” Ripete la bambina indicando verso la casa.
“Adesso lo cerchiamo.” Risponde Jenny alla figlia.
“Posso esserti d’aiuto? Cosa sta cercando?” Chiede l’attrice.
“Sta cercando David.” Spiega Ryan scaricando il passeggino.
“Dady!” Ripete Juliet per conferma.
“Signori, portate le valigie di sopra mentre noi ragazze ci rinfreschiamo con un drink.” Ordina Martha facendo segno alle donne di seguirla.
“Castle! Dove credi di andare? Sei un uomo o sbaglio?” Lo ammonisce Kate trattenendolo per la maglietta.
“Stai mettendo in dubbio la mia virilità?!” Domanda maliziosamente avvicinandosi per non farsi sentire dagli altri.
“Sei tu che la stai mettendo in dubbio. Io non so niente… potresti anche essere un travestito.” Scherza la detective.
“Cosa!?!” Esclama sconvolto.
“Fila ad aiutare i tuoi soci…” Dice ridendo spingendolo verso le valigie.
“Aspetta…” Dice prendendola per un braccio e tirandola dietro un albero per nascondersi alla vista degli altri.
“Cos’hai intenzione di fare?” Chiede mordendosi il labbro inferiore.
“Questo…” Sussurra baciandola.
“Niente male per un travestito.” Afferma scoppiando a ridere.
“Vieni qui.” Dice tirandola a se e facendo aderire i loro bacini.
“Oh… signor Castle, cosa nasconde in tasca?” Domanda alzando un sopracciglio e prendendolo in giro.
“Detective, non continuare a provocarmi se non vuoi ritrovarti dietro un albero a provare la mia virilità in altra maniera.” L’avverte lo scrittore baciandola nuovamente.
“Castle! Quando hai finito di limonare con la tua ragazza ci sarebbe utile una mano.” Urla Esposito scambiandosi il cinque con il collega.
Detective e scrittore si staccano ridendo, prendendo due direzioni diverse un po’ imbarazzati per esser stati beccati.
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“Wow… Alexis, avete una casa spettacolare.” Si complimenta Lanie.
“Oh… grazie.” Risponde timidamente la ragazza.
“Mamma, guarda!” Esclama David correndo verso di lei con una nave telecomandata in mano.
“E questa da dove salta fuori?” Domanda accorgendosi di non averla mai vista prima.
“Me la presa Rick!” Risponde inginocchiandosi a bordo piscina con l’intenzione di metterla in acqua.
“Rick ti sta viziando un po’ troppo…” Commenta trattenendo il figlio per il costume per evitare che possa cadere.
“Mi sa che Rick vi sta viziando un po’ tutti.” Dice la dottoressa sorridendo.
“Senza dubbio.” Conferma Jim posando un vassoio con della frutta fresca sul tavolino accanto ai lettini dove sono sdraiate le nuove arrivate.
“Oh… grazie.” Dice Jenny rubando una fragola.
“Ragazze… vi ho preparato una bevanda rinfrescante.” Annuncia Martha distribuendo il cocktail a tutti per poi sedersi con loro a chiacchierare.
“Dady!” Chiama Juliet sgambettando verso di lui con un pezzo d’ananas in mano.
“Endi!!!” Ordina la piccola allungando la manina verso di lui.
“David, guarda che gentile Juliet!” Dice Kate cercando di attirare l’attenzione del figlio impegnato a far navigare la sua nave da un lato all’altro della piscina.
“Dady!” Grida la piccola vedendo che l’amichetto non gli presta attenzione.
“Cosa?” Chiede girandosi a guardarla.
“Endi.” Ripete allungando il pezzo d’ananas verso di lui.
David apre la bocca aspettando di essere imboccato.
Juliet senza pensarci su molto glielo mette in bocca per poi correre a prenderne un altro pezzo divertita dal gioco.
“Ahh… il signorino che si fa imboccare da una bella fanciulla.” Commenta Lanie sorridendo alla scena.
Juliet corre di nuovo verso di lui questa volta con una fragola.
“Mamma, ho sete.” Dichiara prendendo il frutto dalle mani della bimba.
“Katherine, ho portato il succo per i bambini.” Le fa notare Martha indicando verso il tavolino.
“Grazie.” Dice alzandosi per prenderne un bicchiere.
“Come va, ragazze?” Domanda Castle unendosi al gruppo seguito dai due detective.
“Bene… mi manca solo un gentiluomo che mi faccia aria poi posso dichiarare di essere in paradiso.” Risponde Lanie.
“Eccolo qui! Il tuo schiavo!” Scherza Ryan indicando il collega.
“E il mio di schiavo dov’è?” Chiede Jenny sorridendo.
“Mi dica mia signora cosa desidera?” Domanda Kevin stando al gioco.
“Mi potrebbe riempire il bicchiere per cortesia?!” Chiede allungano il braccio per passarglielo.
“Certo.” Risponde il detective afferrandolo mentre Esposito inizia a far aria a Lanie con una rivista.
“Ah! Guarda David! Lui si che ha capito tutto dalla vita!” Afferma Javier notando che viene imboccato da Juliet con la frutta e dalla madre che gli tiene in bicchiere mentre beve.
“Voglio fare il bagno!” Esclama David appoggiando a terra il telecomando e alzandosi in piedi.
“Vai a cercare i braccioli.” Lo invita Kate.
“Non so dove sono.” Risponde.
“Ah… nemmeno io. Saranno dove gli hai lasciati ieri.”
“Non gli ho usati ieri.” Confessa il piccolo mentre lo scrittore alle spalle della detective gli fa segno di tacere ovviamente senza successo.
“Castle… ti do un vantaggio di trenta secondi.” L’avverte Kate prima di voltarsi verso di lui.
Lo scrittore sapendo di non avere via di scampo opta per la soluzione più rapida e sicura gettandosi in acqua lavando inevitabilmente tutti i presenti.
“RICHARD!” Esclama Martha riuscendo a evitare gli schizzi mentre David ride divertito.
“Scusate… per la mia sopravvivenza questo e altro.” Spiega Rick riemergendo.
“Ancoa!” Dice Juliet divertita battendo le manine.
“Castle… sei il solito fifone!” Lo prende in giro Ryan.
“Si, infatti… bastava facessi così.” Dice Esposito spingendo la collega in acqua.
“Grande, bro!” Esclama Ryan mentre il resto del gruppo ride divertito.
“Espo… non so se ti sei dimenticato ma sono il tuo capo. Passerai il resto dei tuoi giorni a compilare i rapporti al posto mio.” Afferma la detective aggrappandosi al bordo.
“Mamma… anch’io.” La chiama David scendendo i primi scalini.
“Ehi… fermo dove sei.” Ordina lo scrittore raggiungendolo e prendendolo in braccio.
 

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Capitolo 16
*** 16 ***


Il giorno dopo
“Allora amica mia… come va con lo scrittore?” Domanda Lanie prendendo sottobraccio la detective.
“Mmmh… direi bene. Stiamo andando con tutta la calma di questo mondo… voglio prima sistemare le cose con Nick.” Spiega.
“Vedo che si è già calato nei panni di padre.” Commenta guardando verso l’uomo impegnato ad aiutare David ad arrampicarsi su una parete appositamente fatta per bambini.
“Avevi dubbi?! È eccezionale nei panni di padre. Basta vedere che stupenda figlia ha cresciuto.” Afferma Kate guardando nella stessa direzione.
“Di che parlate?” Chiede curiosa Jenny.
“Di Castle padre.” La informa la dottoressa.
“Anche se devo essere sincera… ogni tanto lo devo riprendere. Perché non è lui che dice a David cosa può o non può fare ma il contrario. Poi sai benissimo com’è mio figlio se gli si concede tanta libertà così finisce che in un attimo è lui a comandare te. Gli lascia fare qualsiasi cosa, lo asseconda in tutto e lo riempie di regali e attenzioni. Sono abbastanza fiscale su queste cose ma Castle tende a dimenticarselo troppo spesso.” Racconta la detective.
“Se ti consola in tutte le famiglie c’è il genitore buono e quello “cattivo”. Kevin è decisamente quello buono. Basta che Juliet lo guardi che subito cede al suo volere. È innamorato di lei.” Ammette Jenny.
“Immagino… ma non penso raggiunga i livelli di mio padre.” S’intromette Alexis facendo ridere le donne.
“Con lui è un problema anche andare a fare la spesa.” Afferma Kate.
“Pensate che è diciassette anni che faccio la spesa con lui. È peggio dei bambini. Bisogna star attenti a tutto. Appena giri l’occhio riempie il carrello di dolci di ogni tipo.” Aggiunge la ragazza.
“State parlando di me?! Mie dolci fanciulle.” Chiede Rick passando un braccio sulle spalle della detective e l’altro su quelle della figlia.
“E di chi se no? Sei l’unico che fa queste cose.” Risponde Alexis.
“Non fateci caso… si lamentano tanto poi sono le prime che divorano il gelato che il povero Rick mette con insistenza nel carrello.” Afferma lo scrittore in sua difesa.
“Posso prendere lo zucchero a velo?” Domanda David arrivando di corsa.
“Si!” “No!” Rispondono contemporaneamente scrittore e detective sotto lo sguardo divertito degli amici.
“David, è quasi ora di pranzo… niente zucchero a velo.” Risponde Alexis.
“Ma Rick ha detto di si.” Protesta il piccolo.
“Rick si è sbagliato, vero?!!” Afferma Kate fulminando con lo sguardo il partner.
“Verissimo… lo possiamo prendere dopo pranzo però.” Risponde intimorito dallo sguardo della donna.
“Sempre se mangi tutto.” Aggiunge la detective.
“Ragazzi, ho prenotato da Jo sulla spiaggia per le una. Meglio se c’incamminiamo abbiamo mezzora di strada da fare.” Gli fa notare Martha guardando l’orologio.
“Raduniamo la tribù allora.” Commenta Lanie andando alla ricerca di Ryan ed Esposito.
---
“Che posto fantastico!” Si complimenta Jenny ammirando il ristorante.
“Ehi boss!” Saluta Castle.
“Ancora qui stai? È proprio vero allora… voi scrittori non fate un cazzo nella vita!” Scherza Jo, il proprietario, dandogli una pacca sulla spalla.
“Jo!” Lo chiama David tirandolo per il grembiule.
“Ciao nanetto… fammi sentire se sei ingrassato.” Dice prendendolo in braccio e sollevandolo come fosse un sacco di patate.
“Aiuto!” Strilla il bambino a testa in giù.
“Dov’è quel splendore di detective?” Domanda guardandosi attorno.
“Sono qui.” Risponde Kate alzando la mano per farsi vedere.
“Dimmi la verità: mangia il nanetto? Perché pesa sempre meno.” Commenta facendole cenno di avvicinarsi.
“Eccomi.” Dice raggiungendolo con Juliet in braccio.
“Madonna santa… ne avete fatto un altro!” Esclama Jo vendendo la piccola e facendo ridere i presenti.
“Jo, lei è Juliet.” La presenta Kate.
“Ciao, piccola. Lei si che mangia guarda che belle guance paffutelle. Non come te, nanetto!” Afferma toccandole il viso con la mano libera.
“Din, accompagna i signori al tavolo e porta un seggiolino per la piccola.” Ordina Jo al cameriere mentre la detective passa a Jenny la bambina.
“Mamma…” Chiama David allungandosi verso di lei.
“Ecco la mamma.” Afferma Jo lasciando che Kate prenda il figlio in braccio.
“Jo… mi fido di te.” Ammette lo scrittore.
“Come sempre. Tu pensa a convincerla a sposarti al resto penso io.” Scherza facendo l’occhiolino a Kate e dando una pacca sulla spalla all’amico.
“Ci sto lavorando.” Risponde Rick appoggiando la mano sulla schiena della detective spingendola delicatamente verso il tavolo dove sono già seduti gli amici.
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“Beckett!” Risponde al cellulare senza controllare il nome sul display.
“Kate, sono Tom.” Dice l’avvocato.
“Ciao Tom, notizie sull’udienza?” Chiede speranzosa.
“No… ma dovresti tornare a New York. Qualcuno ha dato fuoco al tuo appartamento.”
“Come hanno dato fuoco al mio appartamento?” Domanda incredula.
“Purtroppo l’intervento dei pompieri è servito a poco. Ho già contattato un perito che ci aiuterà a capire come e da dove è partito l’incendio.” Spiega l’avvocato.
“È stato lui ne sono sicura. Negli ultimi cinque giorni ho ricevuto in continuazione minacce tramite sms.” Racconta la detective.
“Ho pensato subito anch’io a Nick. Vuoi che mandi qualcuno a prenderti o tornate tutti?” Domanda Tom.
“No, torno solo io. Meglio se David resta lontano da questa situazione. Prendo un taxi e ti chiamo quando arrivo a New York.” Risponde Kate.
“Ok. A stasera.”
“A dopo.” Risponde riattaccando.
“Kate, tutto bene?” Domanda Alexis sedendosi accanto alla detective.
“Non proprio. Ho bisogno di un piacere.” Afferma alzandosi.
“Dimmi!”
“Ho bisogno di parlare con i ragazzi, tuo padre e mio padre. Potresti portare David da qualche parte possibilmente fuori casa?”
“Certo… ma cosa sta succedendo?” Chiede preoccupata.
“Katie, chi era al telefono?” Domanda Jim raggiungendola.
“Papà, puoi chiedere a Rick e ai ragazzi di raggiungermi dentro casa?” Chiede la detective.
“Ok… arriviamo subito.” Risponde dirigendosi verso il gruppo d’amici.
“Mamma, ho sete.” Dice David correndo verso di lei.
“Vai con Lexi a bere… poi hai voglia di portare Juliet e le zie a vedere la grotta delle conchiglie?” Propone Kate inginocchiandosi davanti a lui.
“Tu non vieni?” Chiede speranzoso.
“No… io e Rick ti aspettiamo qui.” Spiega baciandolo sulla fronte per poi alzarsi.
---
“Ti hanno bruciato l’appartamento?” Domanda Jim scioccato.
“Devo tornare a New York. Sono già d’accordo con Tom e ho già chiamato un taxi.” Spiega la detective.
“Possiamo portati noi!” Afferma Esposito.
“No, ragazzi. Restate qui… ci sentiamo domani al vostro rientro.” Risponde Kate.
“Non ci cambia nulla rientrare un giorno prima!” Dice Ryan.
“Ragazzi, ci vediamo domani.” Ripete la detective.
“Torniamo tutti a casa.” Afferma lo scrittore parlando per la prima volta.
“No, voglio che David stia lontano da questa situazione e la soluzione migliore è che voi rimaniate qui.”
“Katie, lasciami venire con te. Quell’uomo è pericoloso.” Afferma Jim.
“No, papà. Domani i ragazzi rientreranno a New York se avrò bisogno di qualcosa loro saranno lì. Voglio che resti qui con David, per favore.” Dice supplichevole.
“Kate, posso parlarti?” Chiede Rick interrompendo la discussione su chi va e su chi resta.
“Papà, accompagna i ragazzi alla grotta delle conchiglie gli altri sono lì.” Dice invitandoli ad andare.
“Ok. Andiamo.” Risponde Jim dirigendosi verso l’uscita seguito dai due detective.
“Rick, so cosa stai per dire e la mia risposta è sempre no.” Lo precede Kate.
“Kate, non ti lascio da sola con quel pazzo in libertà. Ti ha bruciato l’appartamento potevi morire.” Afferma lo scrittore avvicinandosi.
“Non è così. Sa che non sono a New York. Sapeva che non avrebbe trovato nessuno in casa. È un’occasione, Rick… questa sua cavolata mi potrebbe dare la possibilità di farla finita una volta per tutte ma ho bisogno di prove ed è per questo che devo tornare a casa.” Spiega prendendogli le mani fra le sue.
“Può restare qui tuo padre con David. Lascia che ti aiuti ad incastrarlo.” Insiste intrecciando le dita con le sue.
“Mio padre non è abbastanza… David vuole te.”
“Tuo padre, mia madre e Alexis riusciranno benissimo a occuparsi di lui. Lasciami venire con te.” Persiste lo scrittore.
“Rick, ti prego. Non rendere le cose ancor più difficili. Puoi aiutarmi restando qui con David. Ti prometto che starò attenta e non farò nulla di avventato.” Assicura Kate abbracciandolo.
“Non posso lasciarti andare… e se ti succedesse qualcosa? Impazzirei, Kate.” Ammette stringendola a se.
“Non succederà nulla… in un paio di giorni tornerò a rompervi le scatole.” Dice nel tentativo di sdrammatizzare la situazione staccandosi per guardarlo negli occhi.
Lo scrittore si piega leggermente in avanti facendo scontrare le loro labbra passandole una mano fra i lunghi capelli della donna.
“Ti amo…” Sussurra Kate fra un bacio e l’altro.
“Io di più.” Risponde Rick per poi baciarla nuovamente.
“Vado a finire di preparare la valigia… raggiungi gli altri e porta qui David.” Dice accarezzandogli il viso.
“Ok… torno subito.” Risponde baciandola un’ultima volta prima di uscire.
---
“Perché devi andare?” Domanda David guardando la madre negli occhi.
“Il capitano ha bisogno di me per un caso importante.” Risponde Kate.
“Possiamo venire con te?” Chiede speranzoso.
“No, amore. Dovrò lavorare tutto il giorno e qui ti divertirai molto di più che a casa. Potrai fare il bagno tutti i giorni, costruire castelli con Rick, giocare a prendersi con Lexi, aiutare il nonno a cucinare e scegliere con Martha i nuovi vestiti per il suo spettacolo. Hai un sacco di cose da fare.” Spiega cercando di convincerlo che lì è molto meglio.
“E quando torni?” Chiede abbracciandola.
“Prestissimo… promesso.” Risponde accarezzandogli su e giù la schiena.
“E se faccio brutti sogni?”
“Se fai brutti sogni Rick caccerà via i brutti pensieri, vero?” Afferma Kate cercando l’appoggio dello scrittore.
“Certo… sono esperto nel cacciare i mostri e i brutti sogni!” Conferma Rick avvicinandosi ai due.
“E poi ci sentiremo al telefono tutti i giorni. Basta che chiedi a Rick o a nonno e loro ti lasceranno chiamare tutte le volte che vuoi. Ok?” Aggiunge la detective.
“Mi mancherai.” Sussurra David.
“Anche tu… tantissimo.” Ammette Kate non riuscendo a trattenere una lacrima che le riga il viso.
“Katie, è arrivato il taxi.” La informa Jim interrompendo il momento.
“Arrivo.” Risponde incamminandosi verso il soggiorno con il figlio in braccio e Rick al seguito con la valigia.
“Ci vediamo domani.” La salutano Ryan ed Esposito seguite dalle due amiche.
“Certo… chiamatemi appena arrivate.” Risponde la detective.
“Katherine, stai attenta.” Le raccomanda Martha.
“Come sempre.” La rassicura lei.
“Alexis, mi dispiace lasciarti sola con due bambini ma sono sicura che saprai gestirli.” Scherza la detective.
“Tranquilla, Kate. Ci penso io a loro.” Afferma la ragazza sorridendo.
“Papà, mi raccomando… non voglio ritrovarti domani mattina a New York. Resta qui.” Dice abbracciandolo con il braccio libero.
“Ci proverò.” Risponde baciandola sulla guancia.
“Ciao a tutti.” Saluta la detective prima di uscire di casa dove Rick la sta aspettando con la portiera del taxi aperta.
“Amore, ora devi staccarti.” Sussurra Kate all’orecchio del figlio incamminandosi lungo il vialetto.
“Non andare, mamma.” La supplica David stringendo la presa.
“Vorrei restare… ma devo andare ad aiutare un’altra famiglia che sta soffrendo.”
“Mi raccomando, chiama.” Dice lo scrittore abbracciandolo entrambi.
“Tranquillo, Rick. Andrà tutto bene.” Risponde appoggiando la fronte contro la sua per poi baciarlo dolcemente fregandosene degli spettatori alle sue spalle.
“Vieni…” Sussurra Rick prendendo dalle braccia della donna il bambino in lacrime.
“Ragazzi, vi amo.” Dice baciando figlio e scrittore per poi salire sul taxi.
“Ti amiamo anche noi.” Risponde Castle piegandosi a baciarla un’ultima volta prima di chiudere la portiera.
---
“David… dai vieni a giocare.” Lo invita Alexis.
Ma lui resta lì seduto in un angolo del soggiorno circondato dalle sue macchinine ignorando i vari tentativi da parte di tutti di farlo partecipare ai giochi con Juliet.
“David!” Lo chiama nuovamente Jim senza successo.
“Aspetta ci provo io.” Afferma Martha alzandosi e raggiungendolo.
“David, ti va di aiutarmi con le scelte dei costumi?” Propone l’attrice.
“Quando torna Rick?” Chiede alzando lo sguardo.
“Dovrebbe esser qui a minuti… è andato a prendere il dolce.” Spiega Martha accarezzandogli il viso.
“Posso chiamare mamma?” Domanda speranzoso.
“Certo… vieni.” Risponde aiutandolo ad alzarsi.
“Tieni… ho già fatto il numero.” Dice Jim con il telefono all’orecchio invitandolo ad avvicinarsi velocemente.
David corre verso di lui allungando la manina per raggiungere il cellulare.
“Sta suonando.” Dice passandoglielo.
Uno… due… tre… quattro… cinque… sei… sette… squilli poi parte la segreteria.
Il piccolo deluso scoppia a piangere lasciando cadere il cellulare a terra.
“David, non piangere adesso riproviamo.” Cerca di consolarlo Martha raccogliendo il telefono.
“Eccomi di ritorno!” Annuncia lo scrittore chiudendo la porta di casa.
“Mmaaammmaaa…” Singhiozza aggrappato alla camicia del nonno.
“Ssshhh… adesso vedrai che risponde.” Dice ricomponendo il numero.
“Ehi… che succede?” Domanda Rick inginocchiandosi accanto al piccolo.
“Katherine, non ha risposto. Ora stiamo riprovando.” Spiega Martha al figlio.
“Papà, tutto bene?” Risponde la detective.
“Si, tesoro… c’è David che vuole salutarti.” Risponde Jim per poi appoggiare il cellulare all’orecchio del nipotino ancora in lacrime.
“Amore mio… non piangere, per favore.” Dice dispiaciuta.
“Maammmaa…” Sussurra David.
“Ssshhh… sono qui. Hai mangiato?” Chiede sperando di riuscire a distrarlo.
“Sssii.” Singhiozza.
“Cosa?”
“Piizzaaa.” Dice iniziando a calmarsi.
“Mmmhh… buona. L’avete fatta voi?”
“Papà.” Risponde guardando verso lo scrittore.
“E hai aiutato Rick a preparare l’impasto?” Domanda evitando di correggere il figlio che sta chiamando nuovamente lo scrittore papà.
“Si… mi sono sporcato tutto.” Racconta sorridendo mentre Rick gli asciuga le guance bagne dalle innumerevoli lacrime versate.
“Ci avrei scommesso che combinavate qualche pasticcio senza di me.” Commenta Kate ridendo.
“È stato papà a iniziare.” Dice il piccolo in sua difesa mentre lo scrittore mette il muso.
“Mmm… secondo me tutti e due.” Scherza la detective.
“Quando torni?” Chiede tornando serio.
“Presto. Avete mangiato il dolce?” Domanda cambiando immediatamente argomento.
“No, non lo voglio.” Risponde David arrabbiato.
“Non serve che lo mangi se non vuoi. Ascoltami, devi fare il bravo, amore… e non devi piangere, ok? Io cerco di fare il più presto possibile.” Cerca di spiegargli Kate.
“Mamma… torna.” La supplica mentre gli occhi gli si riempiono nuovamente di lacrime.
“Amore, c’è un altro bambino che ha bisogno del mio aiuto per poter tornare dalla sua mamma. È solo e ha paura. È il lavoro di mamma quello di aiutare gli altri, lo sai. Tu hai Rick, nonno, Martha e Lexi che si prendono cura di te ma lui non ha nessuno. Ti prometto che una volta trovata la sua mamma torno immediatamente da te, ok?” Racconta sperando di riuscire a convincerlo.
“Ok.” Risponde tristemente.
“Bravo. C’è Rick lì con te?” Chiede la detective.
“Si.”
“Me lo passi, per favore?”
“Ok.”
“Grazie, amore. Ti richiamo più tardi per darti il bacio della buona notte.” Afferma mandandogli un bacio.
Senza dire altro David passa il cellulare allo scrittore per poi tornare nel suo angolo con le sue macchinine.
“Ehi!” Dice Rick.
“Ehi!” Ripete lei.
“Come va?”
“Mi sento una madre orribile in questo momento.” Confessa dispiaciuta.
“Kate, sei tutto fuor che una pessima madre.” Afferma lo scrittore allontanandosi dal gruppo.
“Comunque sono quasi arrivata. Ho già sentito Tom mi sta aspettando al tuo loft. Vi chiamo dopo per darvi la buona notte, ok?”
“Ok… stai attenta. Ah e comunque è il nostro loft non il mio.” La corregge Rick.
“Oh… scusi signor Castle se ho sbagliato pronome.” Scherza lei facendolo ridere.
“A dopo.”
“A dopo.” Risponde riattaccando.
 

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Capitolo 17
*** 17 ***


Due giorni dopo
“Dov’è Kate? Perché non risponde?” Chiede preoccupato lo scrittore.
“Non sappiamo. L’ultima volta che l’abbiamo vista è stato ieri sera.” Spiega Esposito.
“Dovete ritracciare il suo cellulare! È ore che la chiamo… deve esserle successo qualcosa!” Afferma Castle agitato.
“Tranquillo, bro. Ora la troviamo… vedrai che sta bene. Si sarà solo dimenticata il cellulare da qualche parte.” Cerca di rassicurarlo Ryan.
“Forse ha trovato qualche pista sull’incendio.”
“Non ti ha detto nulla?” Chiede sorpreso Esposito.
“Cosa doveva dirmi?” Domanda confuso.
“Non ci sono prove contro Cooper… sembra sia stato un corto circuito.”
“Ma com’è possibile! È stato Nick ne sono sicuro!”
“Siamo d’accordo con te ma purtroppo non ha commesso errore.” Spiega Ryan.
“Stiamo tornando a New York… trovate Kate!” Ordina lo scrittore.
“Sarà fatto! A dopo!” Saluta Esposito riattaccando.
---
Dall’altra parte della città
“Dov’è?” Urla.
“Non c’è… sono sola.” Ripete nuovamente.
“Ne ho abbastanza di te e dei tuoi giochetti!” Esclama afferrandola per un braccio e trascinandola in un vicolo deserto.
“Cosa vuoi fare? Uccidermi?” Lo provoca la detective spingendolo indietro.
“Quello alla fine… prima ci divertiamo un po’, che dici?” Domanda bloccandola tra il muro e il suo corpo.
“Sempre se ci riesci!” Risponde assestando una ginocchiata nelle parti basse dell’uomo riuscendo ad allontanarlo.
Nick incazzato si scaraventa sulla detective sbattendola con violenza contro il muro.
“Tutto qui?” Lo sfida Kate.
L’uomo le strappa la camicetta facendo saltare tutti i bottoni in un colpo solo.
“Ora ti farò pentire di essere venuta da sola!” Risponde afferrandola per i capelli e mordendole con forza il collo.
La detective cerca di liberarsi senza però riuscire ad allontanarlo nemmeno di un centimetro.
“Sei una puttana e ti meriti di morire in un vicolo come tua madre…” Afferma sbottonandole i jeans.
Kate gli sputa in faccia riuscendo a liberarsi e a mollandoli un ceffone.
Nick ricambia dandole una sberla e facendole sanguinare il labbro.
“Non avrai mai mio figlio… mai!” Grida Kate con rabbia.
“Sicura? Quando morirai sarà affidato a me e tu non potrai fare nulla per portarmelo via…” Controbatte Nick.
“Ne sei così sicuro?” Domanda la detective con un ghigno stampato in faccia.
“Cosa cazzo vuoi dire?” Chiede infuriato afferrandola nuovamente per i capelli.
“David non sarà mai tuo!” Risponde dandogli una gomitata nelle costole facendogli allentare la presa.
“Che cazzo hai fatto?” Grida estraendo un coltello puntandoglielo alla gola.
La detective invece che rispondere sorride sapendo che con l’ingresso di scena del coltello ce l’ha in pugno.
“DIMMELO!” Urla premendo con forza la lama sulla pelle liscia della donna.
“Mani in alto!” Grida l’agente entrando nel vicolo.
Nick distratto dall’arrivo dei poliziotti permette alla detective di fare la sua mossa riuscendo a metterlo ko.
Esposito e Ryan arrivano di corsa subito dopo trovando i due agenti impegnati ad ammanettare Nick che continua ad urlare minacce alla collega.
“Portatelo via.” Ordina Esposito mentre Ryan si accerta dello stato di salute della detective.
“Ehi… come diavolo ti è saltato in mente d’incontrarlo da sola?” Domanda Esposito abbracciandola.
Kate senza dire nulla indica semplicemente la telecamera sopra di loro.
“E dovevi farti menare così per apparire in tv?” Scherza Ryan coprendola con la giacca.
“Potevi chiedere il nostro aiuto… o non ti fidi?” Afferma offeso Esposito.
“Non sarebbe stato lo stesso. Voi siete come fratelli per me e Nick avrebbe potuto usarlo contro di me in tribunale. Così non solo ho un video dove mi picchia e cerca di violentarmi ma ho anche due agenti, che non conosco, come testimoni.” Spiega Kate seguendo i colleghi verso l’auto.
“Ma come hai fatto ad organizzare tutto da sola?” Domandano curiosi.
“Nick mi ha comunicato il luogo dell’appuntamento ieri sera… ho avuto tutto il tempo di studiare la zona e questo è l’unico negozio del quartiere con telecamere di sorveglianza sul vicolo. Il proprietario è stato derubato talmente tante volte che ha deciso d’installarle anche nel retro bottega. Ho fatto in modo che Nick mi spingesse qui dentro sapendo che Tom, l’avvocato di Castle, mi stava osservando dalla telecamera. Lui a momento opportuno avrebbe dato l’allarme chiamando la polizia.” Spiega dettagliatamente.
“Oh mio dio… stai bene?” Domanda Tom correndo verso di loro con la cassetta della registrazione in mano.
“Solo qualche graffio.” Risponde la detective.
“Quando ho visto il coltello sono invecchiato di dieci anni… pensavo ti uccidesse.” Racconta spaventato.
“La registrazione com’è?” Chiede Kate.
“Perfetta… oddio Castle mi ucciderà quando saprà che sono stato complice del tuo pestaggio!” Afferma preoccupato notando il taglio sanguinante sul collo della donna.
“Tranquillo… ci penso io a lui.” Lo rassicura la detective.
“A proposito di Castle credo dovresti chiamarlo!” Suggerisce Ryan.
-----
Dopo aver chiamato lo scrittore, esser stata visitata e medicata da Lanie, essere cambiata e lavata la detective sta ora guidando alla volta di casa Castle dove la stanno attendendo tutti.
“Tom, che ci fai qui fuori?” Domanda Kate trovando l’avvocato davanti al palazzo.
“Non ho avuto il coraggio di suonare.” Spiega preoccupato per la reazione che avrà lo scrittore.
“Dai vieni.” Lo invita la detective scoppiando a ridere.
“Ridi… ridi… tanto sarò io quello che verrà crocefisso per averti assecondata!” Dice sistemandosi la cravatta.
“Al massimo riceverai qualche brutta parola ma non penso che questo ti spaventi… come avvocato, penso, tu sia abituato a questo tipo di cose.” Commenta Kate uscendo per prima dall’ascensore.
“Se lo dici tu.” Dice poco convinto seguendola.
La detective suona il campanello immaginandosi gli sguardi assassini che riceverà a breve.
“KATE!” Esclama Alexis aprendo la porta e saltandole letteralmente addosso.
“MAMMA!” Grida David correndo da lei.
“Ciao!” Risponde Kate notando il padre e Martha che la stanno guardando con sguardi seri ma sollevati.
“Ciao, amore.” Saluta la detective prendendolo in braccio per poi entrare.
“Cara… stai bene?” Chiede l’attrice accarezzandole dolcemente il viso.
“Si, grazie Martha.” Risponde per poi rivolgersi al padre ancora in un angolo con le braccia conserte.
“Papà… vieni qui.” Dice andandogli incontro.
“Non farmi mai più una cosa del genere, chiaro?!” Le ordina stringendola forte a se.
“Dov’è Castle?” Chiede notando la sua assenza.
“È nel suo studio.” Risponde Alexis.
“È a dir poco incavolato.” Aggiunge Martha.
“Sono licenziato me lo sento.” Esclama Tom.
“Resta qui con nonno… vado a parlare con lui.” Dice Kate adagiando il piccolo a terra.
La detective attraversa il soggiorno arrivando davanti alla porta dello studio.
Senza bussare apre la porta quel tanto che basta per entrare richiudendola immediatamente dietro di se.
Lo scrittore è in piedi davanti alla grande vetrata con un bicchiere di whisky ormai vuoto in mano con lo sguardo fisso nel vuoto.
“Rick…” Lo chiama Kate avvicinandosi.
Nessuna risposta; Castle resta impassibile tenendo lo sguardo dritto davanti a se.
“Rick.” Ripete nuovamente raggiungendolo e mettendosi davanti a lui per poterlo guardare negli occhi.
Lo scrittore non dice nulla… alza la mano sfiorandole il viso vicino al livido sul labbro per poi spostarsi sul collo percorrendo con il pollice il taglio, spostandosi poi sul segno rosso del morso.
“Sto bene…” Sussurra Kate togliendogli il bicchiere di mano.
“Chi è stato?” Domanda Castle continuazione a fissare le ferite.
“Nick…” Risponde sorpresa dalla domanda.
“No. Chi ti ha aiutata?” Chiede.
“Non ha importanza… l’importante è che Nick…”
“È stato Tom?” Domanda interrompendola.
“Ripeto non ha importanza! L’importante è…” Risponde Kate sperando di farlo ragionare.
“Voglio parlare con lui…” La interrompe andando verso l’uscita.
“Rick…” Lo chiama cercando di fermarlo.
Lo scrittore arriva alla porta, la spalanca cercando fra i presenti l’avvocato.
“Alzati!” Ordina.
Tom ubbidisce senza fiatare dirigendosi verso lo scrittore che lo attende con la porta aperta.
Kate riesce a fare cenno a Martha di portare di sopra David, per evitare possa sentire le urla che fra poco riempiranno il loft, per poi richiudere la porta.
“Richard, io volevo…” Inizia a parlare l’avvocato ma viene immediatamente interrotto.
“Guarda!” Urla afferrando il viso della donna e indicando le ferite.
“Vedi cosa le ha fatto?! LO VEDI!” Grida Castle.
“Rick…” Cerca di parlare la detective spingendolo indietro lontano dall’avvocato.
“Come cazzo ti è venuto in mente di lasciarle fare una cosa così??? Poteva morire in quel vicolo e per cosa… per un cavolo di video! Avevi detto che bastava aspettare il processo!”
“Vero… ma con questo video non ha più scampo.” Afferma l’avvocato.
“E questi cosa sono?” Domanda prendendo i documenti trovati sulla sua scrivania al suo arrivo.
“Gliel’ho fatti preparare io. Nell’eventualità mi fosse successo qualcosa sarebbe bastata una tua firma e David sarebbe stato affidato a te.” Spiega la detective.
“Richard, grazie a questo video nemmeno il miglior avvocato degli Stati Uniti può aiutarlo. È accusato di percosse e aggressione a pubblico ufficiale dato che Kate è un poliziotto per non parlare del tentato stupro.” Aggiunge Tom.
“Stupro?” Domanda incredulo passando lo sguardo dalla detective all’avvocato.
“Non devi prendertela con lui è stata una mia idea. Gli ho detto io di non chiamarti… e di aspettare fino all’ultimo per chiamare la polizia. Io…” Dice Kate sperando di farlo concentrare su qualcos’altro ma viene interrotta dal gesto dello scrittore che dopo aver preso il bicchiere lo scaraventa contro la parete dietro all’avvocato sfiorandolo.
“Ma sei impazzito!” Grida Tom spaventato.
“Tentato stupro!” Urla Castle avvicinandosi pericolosamente all’uomo.
“Tom, vai fuori.” Ordina la detective parandosi davanti allo scrittore riuscendo a bloccarlo.
“Ma…” Cerca di dire l’avvocato.
“VAI!” Urla Kate interrompendolo.
“Cosa ti ha fatto??” Domanda scioccato.
“Rick, calmati non mi ha fatto nulla. Mi ha solo strappato la camicetta.” Dice sperando di calmarlo.
“Ti ha toccata?” Chiede prendendole il viso fra le mani.
“No… sediamoci.” Risponde Kate.
“Voglio vedere il video!” Afferma.
“No… nessuno vedrà quel video… ne tu, ne mio padre ne nessun altro… lo vedrà solo il giudice che seguirà il processo. Ora siediti e calmati!” Ordina la detective severamente.
Castle ubbidisce lasciandosi cadere sul divano scoppiando a piangere sorprendendo la donna che si aspettava di tutto tranne una reazione così.
“Ehi… ssshhh… calmati è finita.” Sussurra Kate spostandosi davanti a lui.
“Mi dispiace…” Singhiozza lo scrittore appoggiando la fronte contro il ventre della donna.
“Per cosa? Ho fatto tutto io.” Risponde lei passandogli una mano fra i capelli.
“Per averti urlato al telefono, per essermi arrabbiato con Tom, per averlo quasi colpito con un bicchiere, per tutto…” Ammette Castle.
“Dispiace anche a me di averti tenuto all’oscuro di tutto ma non mi avresti mai permesso di fare una cosa così. Abbiamo sbagliato entrambi ma l’importante è che ora con quel video Nick passerà dei guai belli grossi… starà lontano da noi e soprattutto da David.” Afferma inginocchiandosi davanti allo scrittore per guardarlo dritto negli occhi.
“Ti fa male?” Chiede sfiorandole il taglio sul labbro.
“Un po’ ma passerà.” Risponde appoggiando la fronte contro la sua.
“Posso?” Domanda preoccupato di farle del male.
Kate in risposta lo bacia passandogli una mano fra i capelli tirandolo di più a se.
 

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Capitolo 18
*** 18 ***


Quattro giorni dopo
“Sono tornato!” Annuncia Rick chiudendosi la porta alle spalle.
“Guarda!” Grida David dal soggiorno.
“Castle, hai preso le birre?” Domanda Esposito vedendolo entrare solo con le pizze in mano.
“Ci ho pensato io!” Afferma Ryan passandogli una bottiglia.
“Papà, guarda!” Ripete David tirandolo per una mano mentre i due detective si scambiano sguardi scioccati per il modo in cui l’ha appena chiamato il piccolo.
“Cosa?” Chiede curioso girandosi verso di lui.
“Ho finito la pista!” Spiega soddisfatto.
“Wow… sei stato bravissimo! Ti ha aiutato qualcuno o hai fatto tutto da solo?” Domanda inginocchiandosi e osservando l’enorme pista delle macchinine che fa tutto il giro del soggiorno.
“Mi ha aiutato zio Javi!” Risponde indicandolo.
“C’è nessuno?” Urla Martha chiudendo la porta di casa.
“Corri!” Grida David saltellando verso l’ultima arrivata.
“Che succede, tesoro?” Chiede l’attrice preoccupata che sia successo qualcosa di grave.
“Ho finito la pista!” Annuncia sorridendo tirando la donna verso il soggiorno.
“Oh mio dio che spavento… pensavo ti fossi fatto male.” Ammette tirando un sospiro di sollievo.
“Buona sera, Martha.” Saluta per primo Ryan seguito dal collega.
“Salve, ragazzi!” Contraccambia l’attrice.
“Ti scappa la pipì?” Chiede lo scrittore.
“No!” Risponde lui.
“David, fila a farla.” Gli ordina Rick accorgendosi che continua a fare dei piccoli passettini sul posto.
“Mi porti?!” Chiede alzando le braccia verso di lui.
“Forza vieni… altrimenti facciamo un lago.” Commenta prendendolo in braccio per poi correndo verso il bagno.
“Perché quelle facce sconvolte?” Domanda Martha ai due detective.
“Papà?” Chiede Esposito.
“Da quando lo chiama così?” Aggiunge Ryan.
“Circa una settimana forse più. Vi capisco la prima volta abbiamo avuti tutti la vostra stessa reazione.” Racconta sorridendo al ricordo di quella sera.
“Ma quindi significa che Beckett e Castle stanno assieme?” Domandano curiosi.
“Ni…” Risponde l’attrice.
“Come ni?”
“Dovreste conoscerli quei due testoni. Non si capisce mica a che gioco stanno giocando. Viviamo qui tutti assieme come una famiglia… David lo considera suo padre ma non hanno mai dichiarato apertamente di essere coppia. Non so se avete capito cosa voglio dire.” Spiega Martha.
“Si capiamo alla perfezione… è così fin dal primo giorno.” Risponde Esposito.
“Comunque a parte gli scherzi penso che il vero motivo sia la storia con Nick… credo stiano aspettando la sentenza del giudice per renderlo ufficiale.” Aggiunge l’attrice.
“Eccoci… pronti per la partita?” Domanda Rick rientrando.
“PISTA!” Urla David correndo verso il divano libero e tuffandosi sopra.
“Tesoro, attento!” Esclama l’attrice riuscendo ad afferrarlo per una gamba evitando che rotoli giù.
“Richard, non ti pare eccessiva?” Chiede Martha notando solo ora l’immensità della pista.
“Ssshhh… sta per iniziare la partita.” La zittisce lo scrittore aprendo una birra e sistemandosi accanto agli amici sul divano mentre David, sull’altro, prosegue a saltellare e a far capriole.
“Vediamo se quando arriva Katherine osa zittirla.” Commenta fra se spostandosi in cucina.
---
“Ciao mamma!” Saluta David seduto, da solo, sul bancone della cucina circondato da dolci di ogni tipo: caramelle, biscotti, cioccolata e brioche.
“Oh mio dio… David!” Esclama mollando la borsa a terra e precipitandosi dal figlio.
“Hai mangiato tutta questa roba?” Chiede preoccupata controllando gli ingredienti di ogni dolciume sperando che nessuno contenga noci, nocciole o qualsiasi altra frutta secca.
“Vuoi?” Domanda allungando verso la bocca della madre un pezzo di cioccolata.
“Che è successo qui?” Chiede Alexis entrando in cucina.
“Lexi, aiutami. Assicurati che nessuno di questi dolci contenga frutta secca.” Afferma la detective agita.
“Tranquilla, Kate. Tutti questi dolci sono stati scelti appositamente per lui.” La rassicura la ragazza.
“Grazie a dio…” Commenta tirando un sospiro di sollievo e prendendo il figlio in braccio.
“DAVID!” Si sente chiamare dal soggiorno.
“Alexis… ti avviso sto per uccidere tuo padre.” L’avverte Kate.
“Io ho un’idea migliore. Vai di sopra a cambiarlo penso io a sistemare papà.” Afferma Alexis invitandola ad andare.
-
“Papà!” Chiama interrompendo i tre uomini impegnati ad insultare l’arbitro.
“Ciao, tesoro.” La saluta lo scrittore restando concentrato a guardare la partita.
“Sei un irresponsabile! Lo sai cos’è successo?” Domanda la ragazza piazzandosi davanti alla tv.
“ALEXIS!”
“Spostati!”
Si lamentano i tre.
“Che succede?” Chiede Rick alzandosi e tirando la figlia in parte per permettere ai due ospiti di guardare la partita in santa pace.
“Vieni! Guarda!” Esclama tirandolo verso la cucina.
“Wow… chi ha fatto razzia di dolci?” Domanda notando carte e avanzi di dolciumi ovunque.
“David! Ma sai qual è la cosa grave? Che uno di quei dolci conteneva frutta secca.” Afferma Alexis.
“OH MIO DIO! Dov’è?” Chiede preoccupato.
“Kate l’ha portato al pronto soccorso!” Mente lei, iniziando a sistemare il disordine.
“All’ospedale?!! Ma ho comprato personalmente quei dolci… sono sicuro al cento per cento!” Dichiara prendendo i sacchetti per controllare gli ingredienti.
“Evidentemente non è così!” Controbatte lei.
“Oddio… devo raggiungerli. In che ospedali sono andati?” Chiede cercando le chiavi della macchina.
Alexis gli fa cenno di sopra con il dito, aggiungendo: “Kate sta cambiando David.”
“Ma se sta male bisogna portarlo immediatamente all’ospedale!” Afferma lo scrittore correndo su per le scale non dandole il tempo di replicare.
“KATE!” Chiama raggiungendo l’ultimo gradino.
“Sono in bagno!” Urla la detective.
“Dobbiamo andare all’ospedale… muoviti!” Grida spalancando la porta.
“Hai ragione dobbiamo andare all’ospedale ma non per David ma per quello che farò a te!” Afferma Kate avvolgendo David nell’accappatoio.
“Quindi non sta male?” Domanda sollevato.
“Per ora no ma dopo aver mangiato tutte quelle schifezze avrà sicuramente mal di pancia. Ho chiamato Lanie… passa tra un po’.” Spiega portando il figlio in camera per cambiarlo.
“Kate, mi dispiace da morire. Pensavo stesse giocando con la pista delle macchinine… non immaginavo riuscisse ad arrampicare sul mobile.” Cerca di giustificarsi lo scrittore seguendola.
“A proposito della pista… Rick, devi smetterla di comprargli giochi.”
“Mezzi di quei giochi sono per me… ho sempre desiderato avere tanti giochi da piccolo e ora con la scusa che c’è David posso tornare bambino.” Spiega cercando dei vestiti puliti.
“Immaginavo una risposta così. Ma mi piacerebbe che mio figlio crescesse come un bambino normale e non come uno straviziato dal papino multimilionario.” Chiarisce mettendogli le mutandine.
“Non capisco quale sia il problema… ma ci proverò. Comunque non ti assicuro nulla.” L’avverte Rick piegandosi e lasciandole un bacio sulla guancia dando così l’occasione a David di scappare.
“Preparati per passare la notte in bianco!” Afferma la detective.
“Perché io?”
“Tu l’hai lasciato libero di ingozzarsi di dolci e tu starai dietro alla sua iperattività.” Chiarisci Kate afferrando pantaloncini e maglietta.
“Aspetta un secondo… com’è andata?” Chiede bloccandola.
“Bene. Domani mattina ci sarà l’udienza e secondo quanto previsto da Tom dovrebbero tenerlo dentro fino al processo definitivo. Inoltre ho consegnato i documenti. Sei ufficialmente il tutore legale di David e nel caso mi dovesse succedere qualcosa lui starà con te senza che nessuno possa far nulla per portartelo via.” Racconta abbracciandolo.
“Quindi sono ufficialmente padre un’altra volta?” Domanda emozionato.
“Diciamo di si… anche se dopo oggi ho qualche ripensamento.” Ammette sorridendo.
“Ehi… non scherzare su queste cose. Sono una persona sensibile soprattutto se si tratta della mia famiglia.” Dichiara baciandola dolcemente.
“Ancora un mese e saremo liberi di vivere la nostra vita.” Aggiunge riferendosi alla data del processo definitivo che dovrebbe chiudere definitivamente la storia con Nick.
“Non vedo l’ora.” Sussurra Kate stringendosi a lui.
---
“Ehi! Togli immediatamente quella cosa a mio figlio!” Esclama la detective accorgendosi della maglietta che Esposito gli ha fatto indossare.
“Scherzi i Red Sox stanno vincendo!” Risponde lui.
“E allora? Hai sbagliato casa… qui si tifa solo Yankees!” Chiarisce sfilando la maglia al figlio.
“Mamma… ho mal di pancia.” Si lamenta David toccandosi l’addome.
“Chissà come mai?! Forse la prossima volta ci penserai su due volte prima di mangiarti una vagonata di dolci.” Risponde spostando lo sguardo dallo scrittore al bambino.
“La dottoressa è arrivata!” Annuncia Lanie entrando.
“Ciao Lanie… grazie di essere venuta.” La saluta per prima Kate.
“Qualcuno mi ha riferito che abbiamo un padre somaro e un figlio goloso… ho sentito bene?” Chiede appoggiando la borsa a terra.
“Hai sentito benissimo, zia Lanie.” Risponde Alexis.
“Bene allora il somaro terrà fermo il golosone mentre zia gli farà una piccola punturina sul culetto.” Afferma la dottoressa.
“NO!” Strilla David cercando di svignarsela venendo però immediatamente bloccato dalla madre.
“NO! Non voglio la puntura!” Protesta dimenandosi fra le sue braccia.
“David… dobbiamo farla se vuoi che passi il mal di pancia.” Cerca di spiegargli Lanie.
“PAPA’!” Chiama nella speranza di essere salvato da lui.
“Fatti avanti, Castle! A te l’onore di sentirti in colpa!” Dice Kate invitandolo ad avvicinarsi.
“Sei crudele.” Afferma prendendolo in braccio.
“Papà, scappa! Non voglio farla!” Gli suggerisce David aggrappandosi alla sua camicia.
“Mi dispiace… ma bisogna farla.” Risponde Rick deludendolo.
“NOOOO!!!” Grida scoppiando in lacrime mentre Kate gli abbassa i pantaloni.
“Ehi… tranquillo. Vedrai che non sentirai nulla. Zia è bravissima.” Cerca di rassicurarlo lo scrittore con scarsi risultati.
“Tenetelo fermo o rischio di fargli del male veramente.” Ordina Lanie.
Una volta bloccato il piccolo che prosegue ad urlare disperato la dottoressa in un attimo inietta il liquido nel gluteo destro del nipotino mentre Castle viene mangiato dai sensi di colpa per non averlo tenuto d’occhio.
“Amore, è tutto finito.” Dice Kate massaggiandogli con un batuffolo di cotone il punto dolente sperando di farlo calmare.
“Grazie, Lanie.” La ringrazia la detective rivestendolo.
“Mmaaammaaa…” Singhiozza allungandosi verso di lei.
“Mi sa che per un po’ non mangerà più dolci.” Commenta Alexis accarezzando la schiena del piccolo, ora fra le braccia della madre.
“Potresti farne una anche a Castle…” Scherza Esposito.
“Non serve… sono sicura che abbia imparato la lezione.” Afferma Kate notando lo sguardo triste del partner.
“Aaahhh!” Si lamenta David stringendo la presa sul collo della donna.
“Ssshhh… adesso passa.” Sussurra baciandolo sulla tempia.
“Lanie, vuoi unirti a noi per la cena?” Chiede Martha.
“Molto volentieri.” Risponde la dottoressa.
---
“David… basta!” Lo rimprovera Kate esasperata dal continuo muoversi del figlio.
“Dovresti dormire già da due ore. Sdraiati e stai zitto altrimenti spegniamo tutto e ti porto nel tuo letto da solo.” Aggiunge facendolo sistemare sotto le coperte.
“Papà…” Sussurra facendosi più vicino a lui nella speranza di trovare un po’ di complicità.
“Cosa ti ha detto mamma?” Domanda girando il viso per guardarlo.
“Ma non ho sonno.” Dice sbuffando.
“David… ti sento.” Lo avverte la detective senza distogliere lo sguardo dal televisore.
“Dai vieni qui.” Lo invita Rick facendolo sdraiare sopra di lui con la testa appoggiata al suo petto.
Dopo essersi sistemato David allunga la manina alla ricerca di un contatto con la madre.
“Kate… vieni a coccolarci.” La invita lo scrittore accogliendola in un semiabbraccio con il braccio libero.
“Voi due assieme ne combinate una ogni giorno ma siete troppo teneri quando siete stanchi e bisognosi di coccole.” Ammette appoggiando la testa sulla spalla dell’uomo e baciando la mano del figlio.
“Lo so… siamo carini e coccolosi!” Afferma Rick sorridendo.
“Rick…” Sussurra dopo una decina di minuti di silenzio.
“Mmm?”
“Mi piacerebbe se domani mi accompagnassi al processo.” Confessa alzando leggermente lo sguardo per incontrare i suoi occhi azzurri.
“Perché avevi intenzione di lasciarmi a casa?!” Scherza lui.
“So che avevo proibito a te e a mio padre di venire ma ho cambiato idea e…” Ammette timidamente la detective.
“Ehi… non serve aggiungere altro. Domani saremo lì con te.” La interrompe lo scrittore piegandosi leggermente verso di lei e baciandola.
“Grazie…” Sussurra sulle sue labbra.
“Always.” Risponde baciandola nuovamente.
 

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Capitolo 19
*** 19 ***


Il giorno dopo
“Katie.” Chiama Jim raggiungendola.
“Papà… grazie per essere qui.” Dice abbracciandolo.
“Andrà tutto bene, piccola.” Sussurra lasciandole un bacio sulla tempia prima di separarsi.
“Jim.” Saluta Rick stringendogli la mano.
“Cinque minuti ed entriamo.” Annuncia Tom sistemandosi la cravatta.
“Ehi… trottola. Fermati un attimo… mi stai facendo girare la testa.” Scherza lo scrittore afferrandola per un braccio e tirandola a se.
“E se non bastasse? E se non lo condannano? E se…”
“Ssshhh… Kate, respira.” La zittisce Rick.
“Ma…” Prova a parlare di nuovo la detective.
“Respira profondamente.” Ripete posandole l’indice sulle labbra.
Kate ubbidisce, respira a fondo un paio di volte non staccando mai lo sguardo da quello del partner che sta respirando assieme a lei.
“Andrà tutto bene e se non dovesse essere così troveremo una soluzione. Troveremo un altro modo. Ok?” La rassicura Castle intrecciando le dita con le sue.
“Ok…” Risponde poco convinta.
“È ora!” Gli interrompe Jim invitandoli ad entrare in aula.
---
“In piedi!” Ordina l’ufficiale aprendo la porta per fare entrare il giudice.
Il giudice Jones si accomoda sulla poltrona dando il buon giorno a tutti per poi iniziare con le domande.
“Il Signor Cooper è a conoscenza dei capi d’accusa?” Chiede.
“Si signore ma riteniamo che il nostro cliente sia stato tratto in trappola dalla qui presente Detective Beckett.” Risponde l’avvocato.
“Questo sarò io a giudicarlo. Partiamo con il video dell’aggressione avvenuta ai danni dalla signora Beckett.” Dice invitando l’ufficiale a far partire il filmato.
Il video parte con l’accusato che spinge all’interno del vicolo la detective sbattendola contro il muro.
Rick e Jim, seduti in prima fila, alla parte in cui Nick le strappa i vestiti e successivamente le punta un coltello alla gola si trattengono l’uno con l’altro per evitare di alzarsi e uccidere a mani nude quello stronzo che ha osato toccare la loro Kate.
“Mi sembra che le immagini parlino chiaro signor Cooper. Mi spieghi perché sostiene di essere stato incastrato.” Afferma il giudice una volta conclusa la visione.
“Vorremmo far notare che il video è privo di audio e il mio cliente sostiene che la detective ha fatto di tutto per provocarlo portandolo all’esasperazione. Con questo non voglio giustificare la reazione violenta del mio cliente ma come voi sapete quando un rapporto finisce i figli vengono affidati nel 95% dei casi alle madri e nel 60% dei casi i padri vengono esclusi completamente dalle vite dei figli perché vengono giudicati pericolosi.” Spiega l’avvocato rivolgendosi alla giuria proseguendo con le statistiche e i dati riempiendo la testa dei presenti con numeri inutili.
“Vostro onore, siamo in un’aula di tribunale per un processo e non in un programma televisivo. Siamo tutti a conoscenza delle percentuali di divorzi e di affidamento che riguardano il nostro Paese.” Lo interrompe Tom alzandosi in piedi.
Dopo un’ora di dibattito il giudice chiede mezzora di tempo per ritirarsi e discutere con i giurati.
---
“Non va bene…” Commenta Jim bevendo un sorso di caffè.
“Lo sapevo che non bastava il video.” Afferma la detective passandosi una mano sul viso.
“No, il video è servito e sono sicuro che il giudice confermerà il fermo… è la cauzione che mi preoccupa.” Ammette Tom.
“Scherzi? C’è di mezzo un bambino di quattro anni e una violenza contro una donna.” Afferma Rick sbigottito.
“Devi fare qualcosa! Non puoi permettere che quel farabutto giri libero per New York nell’attesa del processo definitivo che sarà fra un mese. È pericoloso.” Dice Jim tamburellando nervosamente le dita sul tavolino.
“Il giudice sembra dalla nostra parte. Non si è fatto incantare dalla parlantina dell’avvocato sulle statistiche o su come Nick stia partecipando a degli incontri per controllare la rabbia. L’unico problema sorgerà con la cifra della cauzione. Speriamo sia elevata e che lui non possa permettersela.” Chiarisce l’avvocato.
---
“Confermo il fermo per il signor Cooper e fisso una cauzione di 20.000 dollari. Nell’eventualità lei avesse i soldi per uscire signor Cooper le vieto di avvicinarsi a meno di dieci metri da suo figlio e dalla signora Beckett. La seduta è tolta!” Dichiara il giudice battendo il martello e alzandosi.
Una volta uscito il giudice una guardia afferra Nick per un braccio per riportarlo in cella passando davanti a Tom e a Kate.
“Ci vediamo presto, Katie.” La saluta Nick sghignazzando e facendole l’occhiolino.
“20.000 dollari... non sono nulla.” Afferma la detective.
“Troverà sicuramente qualcuno fra i suoi soci che lo tirerà fuori.” Aggiunge Jim.
“So che non è tanto ma dobbiamo resistere ancora un mese. Ricordatevi che abbiamo il video che è una prova schiacciante.” Spiega l’avvocato.
“Andiamo a casa, per favore.” Sussurra Kate al partner.
“Katie, andrà tutto bene.” Dice il padre cercando di rassicurarla baciandola sulla guancia per poi andarsene.
“Kate, so che ti aspettavi di più ma per ora dobbiamo accontentarci di questo risultato.” Spiega Tom.
“Potrebbe uscire di prigione fra due ore e tu mi dici che devo accontentarmi???” Chiede infuriata e stanca di questa storia che sembra non aver fine.
“Non posso credere che la sicurezza di mio figlio valga solo 20.000 dollari.” Aggiunge alzando i toni.
“Kate…” Dice Tom provando a parlare.
“Andiamo!” Ordina allo scrittore dirigendosi verso l’uscita e interrompendo l’avvocato.
“Mi dispiace, Richard.” Si scusa Tom.
“Non scusarti… non è colpa tua è la giustizia. Voglio un altro avvocato al tuo fianco. Cerca il migliore… non badare a spese e avvisami immediatamente se Nick viene rilasciato.” Gli ordina lo scrittore per poi seguire la direzione presa dalla detective.
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“Mamma! Papà!” Esclama David vedendoli entrare.
“Ciao, amore.” Saluta Kate togliendosi la giacca.
“Cosa state facendo di bello?” Chiede Rick vedendo il tavolo pieno di pennelli e colori.
“Aiutiamo nonna con un progetto per il teatro.” Spiega Alexis spennellando di azzurro il cartellone.
“Com’è andata?” Domanda Martha bevendo un sorso del suo drink.
“Non come speravamo.” Risponde lo scrittore stando sul vago a causa della presenza del piccolo.
“Male… rende di più.” Chiarisce la detective mordendosi nervosamente il labbro e appoggiandosi contro il mobile della cucina affianco all’attrice.
“Kate, cerchiamo di essere ottimisti almeno per un po’.” Cerca di convincerla Rick piazzandosi davanti alle due donne.
“Ottimisti? Fra meno di ventiquattrore sarà nuovamente libero di girare per New York… come faccio a essere ottimista?” Domanda irritata e preoccupata.
“Oh… cara. Com’è possibile, Richard? Devi assolutamente rimediare… assumi altri avvocati. Deve esserci una soluzione!” Afferma Martha angosciata dalla notizia accarezzando il braccio della donna in segno di vicinanza.
“Ho già dato istruzioni a Tom… gli ho detto che voglio il meglio!” Risponde lo scrittore.
“Rick, non devi… hai già speso tanto per noi e…”
“Ehi… Kate, la sicurezza della nostra famiglia dei nostri figli non ha prezzo. Non m’interessa del denaro che spenderò… mia madre ha ragione. Voglio il meglio e voglio che questa situazione si chiuda una volta per tutte.” Dice interrompendola e prendendole le mani fra le sue.
“Mamma, perché piangi? Ti sei fatta male?” Domanda David intrufolandosi fra i genitori guardando verso l’alto.
“No, amore… mamma ha solo bisogno di un abbraccio.” Spiega Kate sollevandolo.
“Basta chiedere vero, papà?!” Afferma il piccolo aggrappandosi al collo della madre.
“Certo! Forza tutti qui per un super abbraccio di famiglia!” Ordina lo scrittore invitando la figlia ad unirsi a loro.
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“Possiamo tornare al mare?” Chiede David passando allo scrittore un altro pezzo di lego.
“Certo… ogni volta che vuoi.” Risponde Rick proseguendo con la costruzione della fortezza.
“Possiamo andarci adesso?” Domanda speranzoso.
“Non ora… mamma è tornata al lavoro e la settimana prossima inizia l’asilo.”
“Non ci voglio andare!” Afferma il piccolo alzandosi in piedi.
“Come mai? Ti piaceva tanto l’anno scorso…” Domanda smettendo di giocare.
“Ora non mi piace più… voglio stare qui. Con te, nonna, Lexi e mamma.” Chiarisce.
“Nonna è impegnata con il teatro, Alexis riprenderà la scuola e io e mamma dobbiamo arrestare i cattivi. Come i supereroi, ricordi?” Spiega sperando di convincerlo.
“Non ci vado all’asilo!” Ripete determinato.
“Se potessi ci verrei andare io all’asilo… tutto il giorno a giocare e colorare.” Commenta lo scrittore.
“Allora vieni con me.” Propone David.
“Non posso sono troppo grande… ma ti prometto che verrò a prenderti tutti i giorni. Così prima di tornare a casa ci possiamo fare una scorpacciata di dolci senza che mamma ci sgridi.” Sussurra Rick cercando di tentarlo.
“Io all’asilo non ci vado.” Mormora tristemente.
“Abbiamo ancora una settimana di vacanza cerchiamo di divertirci al massimo senza pensarci. Dai! Decidiamo cosa fare!” Afferma eccitato lo scrittore riuscendo a distrarre il bambino dalla questione asilo.
 

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Capitolo 20
*** 20 ***


Una settimana dopo
Come previsto Nick è uscito di prigione più di tre giorni fa e, anche se non si sono più avute sue notizie, Kate è nuovamente in ansia e allerta in ogni istante portando di conseguenza qualche piccolo contrasto con lo scrittore.
“Kate, dove sei?” Chiede Rick finendo di caricare la lavastoviglie.
“Sono al distretto… David sta dormendo?” Domanda accorgendosi che è ormai mezzanotte passata.
“Certo che dorme ma come ogni sera ha chiesto di te. Ascolta, Kate… non puoi andare avanti così. È giorni che torni a casa all’alba. Tuo figlio ha bisogno di te.” La rimprovera lo scrittore stanco della situazione.
“È mamma?” Mormora David assonnato raggiungendo il padre.
“Passamelo!” Ordina Kate all’udire della voce del figlio.
“Mamma! Quando torni?” Domanda appoggiando la testa contro la spalla dell’uomo.
“Sto arrivando, amore ma tu devi tornare a letto… è tardi e domani dovrai alzare presto per andare all’asilo.” Cerca di convincerlo la detective.
“Non ci vado!” Risponde il piccolo.
“David… devi andarci. Non puoi restare a casa da solo.” Spiega Kate.
“Papà ha detto che posso restare a casa con lui.” Chiarisce David.
“Ne riparliamo domani mattina… ora vai a letto!” Risponde cercando di restare calma.
“Notte, mamma.” Saluta il piccolo.
“Buona notte, amore mio.” Ricambia lei.
“Vai nel lettone… ti raggiungo subito.” Afferma Rick spingendo dolcemente il figlio verso la camera.
“Da quando decidi tu per mio figlio?” Domanda la detective irritata.
“Da quando tu hai smesso di interessarti a lui…”
“Non ti permettere!” Lo interrompe lei.
“NO, Kate! Ho fatto di tutto per rimediare alle tue mancanze. Ora se non ti dispiace vado a mettere a letto NOSTRO figlio. Se vuoi parlare sai dove trovarmi.” La zittisce riattaccando.
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Cinque ore dopo
“Che fai lì?” Chiede Rick accorgendosi della compagna seduta al buio sul divanetto di fronte al letto.
In risposta la detective tira su col naso facendo capire allo scrittore che sta piangendo e facendolo alzare immediatamente.
“Ehi…” Sussurra inginocchiandosi davanti a lei.
“Mi dispiace... io…” Singhiozza accarezzandogli il viso.
“Non importa, Kate. L’importante è che tu sia qui.” La rassicura Rick baciandole il palmo della mano.
“Sono una pessima madre… e una terribile compagna.” Ammette.
“No, non lo sei. Sei solo spaventata ma non puoi stare allerta ventiquattro ore su ventiquattro. Non puoi immergerti nel lavoro per non pensarci. David ha bisogno di te qui e anch’io. Mancano quindici giorni al processo… ci siamo quasi. Ora però devi pensare a lui.” Dice dolcemente guardando il bambino profondamente addormentato al centro del letto.
“Sei fantastico, Rick. Non so come farei senza di te.” Ammette appoggiando la fronte contro la sua.
“Non faresti nulla.” Scherza sorridendo.
“Abbiamo ancora due ore di sonno prima che inizi la giornata… che dici di andare a letto?” Propone controllando l’ora.
“Mi sembra un’ottima idea.” Acconsente accettando il suo aiuto per alzarsi.
“AH! Spiegami la storia dell’asilo…” Domanda iniziando a spogliarsi.
“Non ne sono sicuro ma credo che percepisca la nostra ansia. Ha capito che siamo preoccupati che Nick possa apparire da un momento all’altro e ha paura. L’altro giorno mi ha chiesto di andare negli Hamptons. Credo che là si sentisse al sicuro… credo che l’asilo gli ricordi la festa di fine anno dove tutto ha avuto inizio.” Racconta riponendo con cura i vestiti della detective sulla sedia.
“Cosa dobbiamo fare?” Chiede indossando una camicia azzurra dello scrittore come pigiama.
“Dobbiamo convincerlo che l’asilo è un posto sicuro. Potremmo chiede alla maestra di lasciarci restare fino a quando David non si sentirà tranquillo.” Propone Rick.
“Credo che Ellen ci darà volentieri una mano.” Afferma finendo di allacciare i bottoni.
“Sembra tutto risolto. Vieni.” Dice lo scrittore tirandola verso il letto.
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“NO!!! MAMMA!” Grida aggrappandosi alla gamba della madre.
“David, all’asilo ci sono tutti i tuoi amici che ti aspettano per giocare.” Dice Alexis cercando di mostrargli il lato positivo.
“Perché non accompagniamo tutti assieme David?” Propone Martha.
“Bella idea… e potremo fermarci alla pasticceria sulla ventiquattresima.” Aggiunge lo scrittore.
“Puoi prendere due muffin al cioccolato invece di uno!” Sussurra Alexis inginocchiata accanto al piccolo.
“Ti prego, mamma! Non farmi andare!” Supplica il bambino guardandola con gli occhi pieni di lacrime.
“Amore…” Mormora Kate passandogli una mano fra i capelli cercando gli occhi del compagno in cerca d’aiuto.
“Ehi… Vieni qui.” Dice Rick facendogli cenno d’avvicinarsi per poi prenderlo in braccio.
“Facciamo così: andiamo a far colazione, prendiamo un vassoio enorme di muffin per i tuoi amici, andiamo all’asilo restiamo lì un po’ e poi torniamo a casa. Ti va?” Suggerisce lo scrittore.
“Viene anche mamma?” Chiede tirando su con il naso.
“Certo che si… mamma, Lexi e nonna, vero?” Risponde cercando l’appoggio del resto della famiglia.
“Molto volentieri!” Conferma Martha entusiasta.
“Forza… andiamo a metterci le scarpe!” Afferma Alexis prendendolo dalle braccia del padre.
“Mi dispiace, Rick. Non volevo creare problemi alla tua famiglia: Alexis deve andare a scuola e tua madre in teatro. Non voglio sconvolgerli la giornata. Io…”
“Non dirlo nemmeno per scherzo, Katherine! Siamo una famiglia: Alexis entrerà con un po’ di ritardo e io ho già chiamato il mio assistente. Si occuperà lui di tutto.” La interrompe l’attrice sorridendo.
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Dopo aver spiegato la situazione alla maestra Ellen: Martha, Alexis, Rick, Kate e David entrano finalmente in aula dove una quindicina di bambini sta scorazzando da una parte all’altra della stanza.
“Bambini!” Grida la maestra battendo le mani per attirare la loro attenzione.
“David è stato così gentile da portare la colazione per tutti… quindi ora con calma ci avviciniamo al tavolo, ci mettiamo seduti composti e mangiamo tutti assieme. Ok?” Propone Ellen riuscendo a convincerli tutti.
“David, vuoi sederti vicino a me?” Chiede una bellissima bambina dagli occhi verdi e i capelli biondi facendo cenno verso la seggiola vuota.
Lui in risposta si nasconde con il viso contro la spalla della madre mentre Rick ha già conquistato tutti i presenti con il suo umorismo da clown.
Dopo il gustoso spuntino i bambini tornano a giocare facendo a gara per avere le attenzioni dello scrittore tirandolo da una parte all’altra per mostrargli tutti i giochi.
“Signor Castle, se si stanca di scrivere può sempre pensare di venire a darci una mano.” Afferma Ellen meravigliata dalla spontaneità e della semplicità con cui riesce ad interagire con i piccoli.
“Grazie… lo terrò a mente!” Risponde sorridendo.
“David, guarda papà cosa sta facendo?” Dice Alexis indicando verso l’uomo che si sta lasciando torturare dalle femmine che lo trattano come una bambola riempiendogli la testa di mollette colorate mentre i maschietti lo interrogano sui supereroi.
“Oh mio dio…” Sussurra Martha divertita dalla scena.
“Papà…” Mormora David guardando verso di lui.
“Vai, amore. Vai a salvarlo.” Lo incita Kate spingendolo delicatamente.
“Richard!” Lo chiama l’attrice indicandogli David che titubante si sta avvicinando.
“Vieni David!” Lo invita allungando il braccio libero verso di lui.
“Ragazzi, vi presento David. Il campione assoluto di laser tag e il genio dei supereroi. Potete chiedergli qualsiasi cosa… lui sa tutto.” Spiega Rick tirando a se il figlio.
-
Dopo un’ora di giochi e chiacchiere sembra che David sia più sereno e tranquillo ma quando scrittore e detective decidono di andarsene scoppia il finimondo.
La coppia non ha nemmeno il tempo di arrivare al cancello che vengono richiamati dentro.
David immobile al centro dell’aula sta piangendo disperato mentre i compagni lo stanno guardando preoccupati senza capire cosa sta succedendo.
“Siamo qui, tranquillo!” Lo rassicura Rick raggiungendolo per primo.
“Maaammmaaa…” Singhiozza allungandosi verso di lei.
“Ssshhh… amore.” Mormora all’orecchio del figlio prendendolo in braccio.
“Mi dispiace… sembrava tranquillo ma poi quando si è accorto che non c’eravate più è scoppiato a piangere.” Spiega Ellen.
“Tranquilla, Ellen. Troveremo una soluzione.” La rassicura Kate.
“Forza andiamo a casa.” Afferma Rick una volta recuperata la giacca del piccolo.
“A domani.” Sussurra la detective salutando la maestra.

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Capitolo 21
*** 21 ***


Tre giorni dopo
“Ehi!” Dice Rick sorpreso scontrandosi quasi con la figlia che sta rientrando.
“Ciao, papà…” Saluta appoggiando la borsa.
“Come andata la tua giornata?” Chiede finendosi di abbottonarsi la giacca.
“Bene. Dove stai andando?” Domanda curiosa.
“Vado a recuperare David.” Risponde controllando di avere chiavi e cellulare.
“All’asilo?”
“No, da Jenny.”
“Buon pomeriggio!” Saluta Martha interrompendo i due.
“Ma come sei conciata?” Domanda lo scrittore divertito.
“Dov’è David? Ho bisogno di lui per un consiglio!” Ammette l’attrice.
“Stavo giusto andando a prenderlo.” Risponde Rick pronto ad uscire.
“Ah! Richard, mi è venuta un’idea fantastica per i prossimi giorni. Potrei portare David con me a teatro mentre voi siete al distretto. Si divertirà un mondo.” Propone Martha.
“È un impegno occuparsi di lui… Comunque ne riparliamo stasera quando c’è anche Kate.” Chiarisce lo scrittore aprendo la porta di casa.
“Ti ricordo che ho cresciuto un figlio pure io!” Le fa notare l’attrice infastidita.
“È proprio per questo che non mi fido.” Scherza Rick uscendo dal loft.
---
“Ryan?!” Chiede sorpreso controllando di aver fatto il numero giusto.
“Castle, Beckett è con te?” Domanda il detective.
“No… l’ho lasciata da suo padre più di un’ora fa.” Risponde sentendo delle voci in sottofondo.
“Ho provato a chiamarla più volte ma non risponde… devi assolutamente trovarla e portarla qui a Central Park entrata sud.” Ordina Ryan.
“Cosa sta succedendo?” Chiede iniziando a preoccuparsi.
“David è sparito…” Confessa il detective.
“COSA?” Grida lo scrittore facendo quasi cadere il telefono a terra.
“Porta qui, Beckett!” Ripete nuovamente.
“Ma… come… siete sicuri non si sia nascosto da qualche parte? Forse stava giocare a nascondino?” Domanda Rick sperando che sia così.
“C’è un testimone, Castle. Ha visto un uomo prendere David e scappare in direzione dell’uscita sud.”
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“Oddio, Kate! Mi dispiace… io… mi sono distratta un attimo. Stavo allacciando le scarpe a Juliet… ci avrò messo un secondo. Mi sono girata e lui non c’era più.” Racconta Jenny angosciata per l’accaduto.
“È lui?” Chiede la detective guardando l’uomo seduto sulla panchina.
“L’abbiamo già interrogato, capo.” Afferma Esposito.
“Non m’interessa… voglio sentirlo con le mie orecchie.” Lo zittisce superandolo.
“Mr. Donald…” Chiama avvicinandosi.
“Detective, Beckett. Mi racconti un’altra volta quello che ha visto. Voglio i particolari!” Ordina Kate piazzandosi davanti all’uomo.
“Ho già detto tutto quello che so ai suoi colleghi.” Risponde Donald.
“Non m’importa quello che ha detto a loro. Voglio che mi racconti tutto di nuovo!” Ribatte Beckett.
Il testimone ripete per l’ennesima volta tutto ciò che ha visto rispondendo minuziosamente alle domande della detective. Tutto sembra andar bene ma quando Kate mostra la foto segnaletica dell’ex l’uomo risponde:
“Non sono sicuro sia lui… aveva il cappuccio che gli copriva il volto.”
“Come fa a non ricordarsi? Si concentri… mi serve solo un dettaglio: un tatuaggio, un bracciale, il modo di camminare… mi basta una cosa!” Afferma la detective.
“Mi state trattando come se fossi io il colpevole! Vi ho detto tutto quello che so.” Si difende Donald.
“Non è abbastanza! MI SERVE DI Più!” Grida infuriata per la scarsità d’indizi.
“Beckett!” Esclama Esposito mettendosi fra i due.
“Mi servono prove… mi serve un dannato indizio per trovarlo!” Urla arrabbiata.
“Lo so, Kate… ma questo non è il modo. Ti ha già detto e ridetto quello che ha visto. Non porta a nulla urlargli contro.” Dice il detective nel tentativo di farla ragionare.
Castle sta per intromettersi quando il cellulare della detective inizia a suonare.
“Beckett!” Risponde portando direttamente il telefono all’orecchio senza guardare chi la sta chiamando.
“Come va? Tutto bene?” Chiede la voce dall’altro lato.
“Figlio di puttana! Dimmi dov’è? Dov’è mio figlio?” Grida la detective riconoscendo la voce dell’ex.
“Sbaglio o sei un po’ nervosetta… che succede? Lo scrittore non ti soddisfa abbastanza?” Chiede Nick divertito.
“Smettila di fare l’idiota e dimmi dov’è!” Ripete Kate sempre più arrabbiata.
“Ehi… abbassa i toni. La rabbia non porta da nessuna parte.” Ribatte Cooper.
“Fammi parlare con lui!” Ordina.
“A tal proposito dovrò informare il giudice che sei una pessima madre. Perdere il proprio figlio al parco giochi… mi deludi, Kate.” La prende in giro l’uomo.
“Non m’importa un accidenti del giudice! Voglio mio figlio ora!”
“Altrimenti? Altrimenti che fai?” La provoca lui.
“Dimmi dov’è!” Ripete per l’ennesima volta.
“Kate… Kate… eravamo così una bella famiglia assieme. Le serate al pub, le feste…” Ricorda Nick.
“Non siamo mai stati una famiglia e non lo saremo mai.” Chiarisce immediatamente.
“Peccato… avresti potuto partire con noi… ora ci toccherà andare senza di te!” Afferma l’uomo.
“Non ci provare! Non provare a portare mio figlio fuori da New York!” L’avverte.
“NOSTRO figlio! Nostro! Quando imparerai… sono stanco di ripeterlo!” Dice infuriato.
Esposito le mostra un foglio di carta con scritto:
Continua a farlo parlare… stiamo rintracciando la chiamata.
“Giuro che quando riuscirò a metterti le mani addosso non resterà nulla di te!” Lo minaccia la detective.
“Ripeto Kate, la violenza non portano a nulla di buono. Comunque rilassati, David si divertirà un mondo con me. Ci faremo un bel viaggetto poi forse… e ripeto forse ti permetterò di vederlo una volta tornati.” Racconta Nick sentendo l’ansia dell’ex aumentare.
“MAMMA!” Sente chiamare.
“Amore…” Sussurra Kate portandosi la mano sulla bocca per soffocare i singhiozzi mentre Rick la sorregge evitando che possa cadere.
“Lasciami parlare con lui.” Supplica la detective in lacrime.
“Mettiti seduto e finisci il gelato… dobbiamo prepararci ad andare.” Dice rivolgendosi al figlio.
“No! Voglio andare a casa da mamma e papà!” Ribatte David.
“SONO IO TUO PADRE!” Grida Cooper infuriato seguito da un rumore di un vetro in frantumi.
“Nick! NON TOCCARLO! NON FARGLI DEL MALE!” Urla sentendo il pianto del figlio.
Lo scrittore prontamente afferra il cellulare che sta per cadere atterra mentre con l’altro braccio tiene a se Kate che piange disperata aggrappata alla sua camicia.
“Nick!?” Chiama Rick sentendo assoluto silenzio dall’altra parte.
“È andato… ha riattaccato!” Dice dopo un attimo sentendo il segnale acustico.
“Siamo riusciti a individuare la zona in cui sono ma non l’indirizzo esatto.” Gli informa Esposito.
“Dove sono?” Chiede Ryan.
“Brooklyn precisamente a Bushwick!” Risponde il collega.
“Andiamo alla stazione di Morgan Av.” Afferma Castle.
“Perché lì, bro?”
“Prima che riattaccasse ho sentito l’annuncio della metro… sono lì!” Rivela lo scrittore.
“Chiamo immediatamente tutte le unità disponibili nella zona!” Dichiara Esposito correndo verso l’auto.
“Vedrai che lo prendiamo, ok?” Cerca di rassicurarla Rick baciandole la tempia e accompagnandola verso la pattuglia che gli sta attendendo pronti a portarli a destinazione.
 

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Capitolo 22
*** 22 ***


“Agente, dov’è il bambino?” Chiede Ryan raggiungendo il collega.
“Non c’era nessun bambino… abbiamo trovato solo lui. Era solo sulla banchina della metro.” Racconta indicando verso Cooper ammanettato.
“IO TI AMMAZZO!” Grida Kate scaraventandosi sull’ex sbattendolo contro la volante.
“Beckett!” Esclamano allontanandola dall’uomo che sta sorridendo.
“DOV’E’?” Urla la detective cercando di avvicinarsi nuovamente.
“Sbaglio o il tuo lavoro consiste nel raccogliere indizi? Trovalo.” La sfida Nick divertito.
In un attimo Cooper si ritrova bloccato a terra con sopra lo scrittore che lo riempie di pugni fino a farlo sanguinare mentre degli agenti cercano di fermarlo.
“Castle! Fermati!” Gli ordina Esposito afferrandolo per la giacca.
“DOV’è?” Sbraita lo scrittore con le nocche ferite e sporche di sangue.
“Tutto qui quello che sai fare?!” Lo provoca Nick.
Castle sta per tornare alla carica quando la voce della compagna lo blocca.
“DAVID!” Esclama Kate correndo incontro ad un paramedico con il suo bambino in braccio.
Il piccolo spaventato e tremante si aggrappa saldamente al collo della madre dando al via ad un pianto copioso ma silenzioso.
“Amore mio...” Mormora la detective stringendolo forte a se.
Rick si precipita dai due e togliendosi la giacca avvolge il piccolo per riscaldarlo rivolgendosi poi al paramedico per assicurarsi sul suo stato di salute.
“A prima vista mi pare non abbia nulla ma sarebbe meglio portarlo in ospedale per un controllo.” Suggerisce il giovane.
“Si forse è meglio.” Approva lo scrittore.
“Rick, voglio portarlo a casa.” Confessa Kate coccolando il figlio.
“Ok, chiamiamo Lanie mentre andiamo.” Acconsente lasciando un tenero bacio fra i capelli del piccolo.
“NON TOCCARE MIO FIGLIO!” Urla Nick interrompendo la coppia.
“Portate via questo pezzo di merda!” Ordina Esposito.
Alle grida del padre David sussulta stringendosi di più alla madre.
“Tranquillo, amore. Ci siamo qui noi ora… è tutto finito.” Bisbiglia Kate all’orecchio del figlio.
---
“Possiamo fare qualcosa?” Domanda Martha preoccupata.
“Credo che abbia bisogno di un bagno…” Dichiara la detective indicando i pantaloni del figlio bagnati di pipì.
“Preparo l’acqua!” Si offre Alexis sparendo verso il bagno.
“David, lasciamo che mamma si tolga la giacca.” Suggerisce dolcemente lo scrittore cercando di convincere il piccolo a staccarsi.
Alla proposta David inizia nuovamente a piangere.
“No… no… amore. Non ti lascio, tranquillo.” Lo rassicura Kate facendosi aiutare da Martha per togliere il cappotto.
“Mentre vi sistemate preparo una cioccolata calda.” Propone Rick.
“Richard, ci penso io. Tu aiuta Kate… credo che ne avrà bisogno.” Lo blocca l’attrice invitandolo a seguire la detective.
“Ho riscaldato il bagno e l’acqua è pronta.” Annuncia Alexis incontrando i tre nella camera da letto del padre.
“Grazie, tesoro. Aiuta la nonna con la cioccolata calda prima che bruci la casa.” Scherza baciando la figlia sulla tempia.
“Ci penso io… chiamatemi se avete bisogno.” Risponde congedandosi.
“Rick, prenderesti dei vestiti puliti?” Chiede cortesemente la detective.
-
Dopo vari tentativi di convincere David a sciogliere il legame Kate opta per entrare nella vasca con lui facendosi aiutare da Rick per spogliarsi.
“Ehi… guarda cosa ti ho preso.” Afferma lo scrittore mostrando al bambino il sottomarino.
“Vuoi vedere come funziona?” Chiede la detective.
David non risponde semplicemente si limita a girare leggermente il capo verso Rick che ha iniziato a fare suoni da effetti speciali immergendo il nuovo gioco.
“Tieni… prova tu.” Lo invita consegnandoglielo e riuscendo a farlo staccare dal collo della madre mentre quest’ultima con una spugna gli pulisce e gli massaggia tutto il corpo nel tentativo di farlo rilassare.
Grazie alle pagliacciate dello scrittore e alle premurose cure della madre David si rasserena mantenendo però sempre un contatto fisico con la donna per paura che sparisca da un momento all’altro.
-
Un’ora dopo si ritrovano di nuovo tutti e cinque in soggiorno in attesa dell’arrivo della dottoressa.
“David, mi aiuti a costruire la torre?” Chiede Alexis nel vano tentativo di distrarlo.
Nemmeno il tempo di rispondere che il campanello di casa Castle suona attirando l’attenzione dei presenti ma soprattutto spaventando il bambino che al rumore si nasconde contro Kate iniziando a respirare affannosamente.
“Ehi… è solo zia Lanie, tranquillo.” Lo rassicura Rick accarezzandogli i capelli.
“Amore, guardami…” Lo invita la madre sfiorandogli il viso.
“Non aver paura… siamo a casa. Siamo al sicuro.” Prosegue appoggiando la fronte contro quella del figlio e, supportata come sempre dal partner, riescono a calmarlo.
“Come sta il mio nipotino preferito?” Domanda Lanie nascondendo dietro al sorriso la preoccupazione e l’ansia che si respira nell’aria.
Kate nega leggermente con la nuca incontrando gli occhi dell’amica facendole capire che c’è qualcosa che non va.
“David, vuoi farmi d’assistente mentre visito Rick?” Chiede la dottoressa tirando fuori lo stetoscopio dalla borsa.
“Ok… signor Castle si spogli!” Ordina Lanie sedendosi sul tavolino di fronte a loro.
“Dottoressa Parish, così davanti a tutti? Davanti ai miei figli… alla mia dolce compagna? Non doveva essere un segreto fra noi.” Dice scherzosamente sussurrando l’ultima frase e facendo ridere i presenti.
“Dai papà… non fare il timido. Ti ha visto nudo mezza New York quando quel giorno hai deciso di rubare il cavallo della polizia.” Lo prende in giro Alexis.
“Touchè!” Risponde lo scrittore iniziando a sbottonarsi la camicia.
“Vi avverto, donne! Sarete affascinate dal mio fisico possente.” Le mette in guardia Rick.
“Togliti quella cosa e smettila di fare lo sbruffone!” Lo zittisce Lanie preparandosi ad auscultare l’amico.
“OH MIO DIO!” Esclama Castle saltando letteralmente in piedi al contatto del freddo metallo dell’apparecchio con la pelle.
“Papà!” “Rick!” “Castle!” Esclamano le tre donne contemporaneamente seguite dal rimprovero di Martha: ”Richard, smettila di fare il pagliaccio!” Mentre David osserva divertito lo scrittore che continua a lamentarsi.
“Ci vuole ancor molto? Ho freddo.” Brontola Rick.
“Se magari stai zitto riesco a sentire qualcosa!” Ribatte Lanie.
“Tutto ok!” Diagnostica la dottoressa.
“Sono in forma?” Domanda lo scrittore pronto a pavoneggiarsi un po’.
“In forma lo sei sicuramente…” Scherza Kate toccandogli quel filino di pancetta che ha.
“Ahahahaha!” Ridono divertiti i presenti.
“David, aiutami! Di qualcosa in difesa della categoria maschile!” Afferma Rick mettendo il muso.
“Oh… povero cucciolo indifeso!” Lo prende in giro la detective scambiandosi uno sguardo d’intesa con Lanie e lasciando un tenero bacio sul “musetto” imbronciato del compagno.
“Avanti il prossimo! Chi è così coraggioso da superare il gelido metallo?” Chiede la dottoressa alzando lo stetoscopio sperando che il nipotino si faccia avanti.
Silenziosamente David alza l’indice restando però aggrappato alla maglia della madre.
“Grande! Dammi il cinque!” Esclama Rick orgoglioso.
Invece che contraccambiare il gesto appoggia delicatamente la manina sopra la sua tirandosela in grembo.
“Ok… sentiamo il cuoricino di questo splendore.” Commenta Lanie iniziando con la visita.
---
“Perché non parla? Non ha detto una parola da quando l’abbiamo trovato.” Sussurra Kate preoccupata all’orecchio del partner.
“Diamogli tempo… fino a un’ora fa non si staccava da te e ora guardalo. È lì tranquillo e beato fra le braccia di Alexis.” Risponde cercando di rassicurarla guardando verso i figli sdraiati nel divano accanto a loro concentrati a seguire il film.
“Hai ragione. Come va la mano?” Chiede accarezzando delicatamente la fasciatura messa dall’amica tre ore prima.
“Dolorante… ma lo rifarei altre mille volte. Inoltre mi sento molto meglio ora che finalmente l’ho preso a pugni!” Ammette intrecciando le dita con le sue.
“Immagino…” Commenta sorridendo.
“Mi dispiace…” Mormora Rick dopo un paio di minuti di silenzio.
“Per cosa?” Domanda confusa.
“Se non fossi andato all’appuntamento con la casa editrice non sarebbe successo tutto questo. David non sarebbe stato con Jenny ma con me e Nick non lo avrebbe portato via.” Spiega mortificato.
“Ehi… no! Non dirlo neanche per scherzo. Non è assolutamente colpa tua… è successo e basta. Come mi hai detto tu due settimane fa: “non possiamo smettere di vivere per paura.” e avevi perfettamente ragione. Probabilmente sarebbe successo comunque. Rick, sei un padre fantastico e un compagno di vita straordinario. Dai l’anima per la tua famiglia e sono così onorata di farne parte. Ti amo, Rick… so di non dirtelo spesso ma sei la miglior cosa che ci sia capitata.” Confessa la detective riconoscente per tutto quello che l’uomo sta facendo per loro.
“Ti amo, Kate e farò qualsiasi cosa per proteggervi e rendervi felici.” Risponde semplicemente lo scrittore stringendola a se e baciandola con passione.
La coppia viene interrotta dall’arrivo di David che silenziosamente si è avvicinato e una volta sistemato fra loro si lascia coccolare dai genitori.

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Capitolo 23
*** 23 ***


Dopo… molto dopo… tanto tempo dopo… ;)
“Buon giorno, cari!” Saluta Martha calorosamente interrompendo la coppia impegnata come ogni mattina a discutere sulle quantità di gocce di cioccolata da mettere nell’impasto delle frittelle.
“Buon giorno, Martha.” Ricambia la detective sorridendole mentre lo scrittore approfitta della distrazione della donna per rovesciarne una quantità esorbitante.
“PAPA’!” Grida Alexis con tono di rimprovero.
“Rick, sei il solito… non si riesce nemmeno a mescolare!” Si lamenta Kate strappandogli di mano il sacchetto.
“Se non ci si mette una quantità eccessiva di gocce di cioccolata non c’è nemmeno gusto a mangiarla.” Afferma soddisfatto.
“È pronto?! Ho fame!” Esclama David entrando di corsa.
“Se papà la smettesse di fare lo sciocco sarebbe già pronto.” Commenta Alexis guardando male l’uomo.
“Sbaglio o hai i capelli bagnati?” Domanda Kate per poi passare una mano fra i capelli umidi del figlio.
“È stata un’idea di papà!” Ammette David indicando lo scrittore.
“Non è vero… è stata sua!” Ribatte lui indicando a suo volta il piccolo.
“Richard! Non ti è bastato il raffreddore che hai preso dieci giorni fa?” Chiede l’attrice meravigliata.
“Ma questa mattina era più caldo e poi…” Inizia a spiegare Rick.
“Castle, giuro che se si ammala ti rispedisco a New York!” Lo minaccia la detective interrompendolo.
“Amore… non preoccuparti ho riscaldato l’acqua della piscina e poi abbiamo fatto una nuotatina breve, brevissima! Per non parlare del fatto che una volta usciti siamo corsi a farci una doccia bella calda.” Afferma abbracciandola da dietro e baciandole il collo nudo.
“Ti ho solo avvertito…” Chiarisce versando la pastella sulla piastra.
“Dopo colazione possiamo andare dai cavalli?” Chiede David speranzoso.
“Certo… tutto quello che vuoi.” Risponde prontamente Rick.
“Non credo proprio… dopo colazione David farà un po’ di compiti assieme ad Alexis mentre tu, caro papino, finirai di sistemare il caos che avete fatto ieri in giardino!” Afferma Kate.
“Non voglio fare i compiti!” Si lamenta il piccolo.
“Non possiamo rimandare tutto a domani?” Propone lo scrittore sfoderando il suo miglior sguardo da cucciolo.
“Lo sai da quanti giorni state rimandando i compiti?” Domanda la detective.
“Due? Tre giorni?”
“Un mese! Papà, sei diventato indisciplinato e stai influenzando pure David!” Interviene Alexis.
“Da oggi si cambia… David farà ogni giorno tre pagine di compiti...”
“MA…” Prova a protestare il piccolo.
“Ad ogni protesta si aggiunge una pagina vedi tu se vuoi proseguire.” L’avverte Kate.
“Papà…” Supplica David sottovoce.
Lo scrittore sta per aprir bocca ma viene immediatamente interrotto.
“E anche ad ogni tentativo tuo le pagine aumentano.” Lo blocca Alexis.
“Scusa…” Mormora Rick dispiaciuto guardando il figlio disperato.
“Buon giorno a tutti… qui c’è qualcuno che ha fame.” Annuncia Jim entrando con in braccio la nipotina in lacrime.
“Amore di nonna… vieni qui.” Dice Martha prendendo dolcemente la piccola mentre la detective lascia il posto ai fornelli al compagno.
“Buon giorno, stellina.” La saluta Kate sbaciucchiando la figlia che immediatamente si aggrappa alla maglia della madre.
“Ciao principessina di papà.” Afferma lo scrittore baciandola sulla tempia.
“David, dove stai andando?” Chiede la detective vedendolo con la coda dell’occhio mentre tenda di dileguarsi.
Il piccolo in risposta schizza via ignorando i richiami della madre.
“Ci penso io…” Si offre Alexis prendendo la stessa direzione.
---
“Allora avete finito di oziare?!” Domanda Esposito interrompendo la famiglia Castle.
“Ragazzi! Che ci fate qui?” Chiede sorpreso lo scrittore sorridendo.
“Siamo venuti a controllare che Beckett non si stia abituando troppo alla vita da casalinga…” Scherza Ryan.
“ZIO JAVI!” Esclama David saltando giù dalla sedia e correndogli incontro.
“Non temete ragazzi… ancora un paio di mesi poi tornerò a rompervi le scatole!” Gli rassicura la detective.
“Non vediamo l’ora!” Assicura Esposito caricando il nipotino in spalle come se fosse un sacco di patate.
“Per fortuna assomiglia a Kate.” Afferma Ryan sbirciando nel passeggino dove sta dormendo l’ultima arrivata.
“Spiritoso!” Borbotta Castle offeso.
“Detective, ben arrivati!” Li saluta Martha.
“Come mai da queste parti senza le vostre consorti?” Chiede Jim unendo al gruppo.
“Scappa che ti prendo!” Grida Esposito al nipotino per permettere così al collega di poter spiegare il vero motivo della loro visita.
“AAAAHHH!!!” Strilla David scappando verso la spiaggia seguito dall’uomo che lo incita a correre più veloce.
“È successo qualcosa?” Chiede Kate insospettita.
“Si tratta di Nick, vero?” Domanda Jim più che sicuro.
“Oh mio dio… non sarà mica tornato in libertà!?!” Esclama Martha preoccupata.
“No, ascoltate…” Cerca di spiegare il detective.
“Giuro che se lo hanno rilasciato faccio una strage!” Afferma Rick interrompendolo.
“E se torna a rovinare le nostre vite?!” Dice Alexis terrorizzata di dover rivivere tutto un’altra volta.
“Ora c’è anche la piccola… non possiamo permettergli di avvicinarsi!” Aggiunge l’attrice.
“Se mi lasciate spiegare…” Prova a parlare di nuovo Ryan.
“Ho un’idea! Trasferiamoci tutti in Europa…” Propone lo scrittore.
“Rick… non possiamo abbandonare tutto. La nostra vita è qui.” Lo interrompe la detective.
“Ha ragione Kate non possiamo stravolgere di nuovo la vita di David!” Approva Jim dando via ad un vero e proprio dibattito di famiglia.
Il detective cerca vanamente di calmare gli animi ripetendo più volte che nessuno si dovrà trasferire ma la famiglia Castle è troppo impegnata a discutere per ascoltarlo.
“NICK è MORTO!” Urla Ryan.
In un attimo tutti si zittiscono rivolgendo finalmente l’attenzione all’uomo.
“… è stato trovato morto nella sua cella questa mattina. Si presume che una lite tra detenuti, avvenuta settimane fa, l’abbia messo nel merino di un gruppo pericolo che gestisce gli affari in prigione. Mi dispiace, Kate.” Racconta.
“Kate…” Chiama Rick vendendo la compagnia chiaramente sotto shock.
“Morto?” Chiede la detective per conferma.
“Si.” Risponde semplicemente il collega.
“Tutto bene?” Domanda Jim alla figlia.
“Nonostante il male che ha fatto a me, a David e a tutti voi… credo che abbia il diritto a una degna sepoltura. Non ha una famiglia… non ha nessuno che si interessi a lui. Credo che lo dobbiamo fare per David e…”
“Non dire altro… siamo tutti d’accordo con te, vero?” La interrompe Rick baciandole la mano.
“Certo, tesoro. Ti ha donato David… che non è poco!” Afferma Jim.
“Grazie, Ryan per essere venuti fin qui.” Lo ringrazia Beckett.
“Figurati… era il minimo che potessimo fare.” Risponde sorridendo.
Il gruppetto torna in silenzio ognuno assorto nei proprio pensieri fino a quando il borbottio della piccola Castle attira la loro attenzione.
“Ciao, amore…” La saluta Rick strappandole un sorriso sdentato che fa tornare il buon umore a tutti.
“Ah però… gli occhi sono i tuoi. Complimenti Castle!” Afferma Esposito tornando ad unirsi al gruppo.
“Il fascino Castle colpisce ancora…” Scherza lo scrittore facendo ridere tutti.
“Prendila in braccio, Espo!” Lo invita Alexis prendendo la sorellina in braccio.
“Non vorrei mai che si rompesse…” Risponde il detective.
“Dai su…”
Mentre il resto del gruppo incita l’uomo a prendere la piccola in braccio Kate ne approfitta per abbracciare il compagno sussurrandogli all’orecchio: “Grazie… di tutto.”
“Grazie a te per la famiglia che mi hai donato…” Contraccambia baciandola sulle labbra.
“Anch’io!” Esclama David interrompendo i genitori e abbracciando entrambi.
 
FINE
 
 
Ringrazio i tantissimi che mi hanno seguita e chiedo umilmente perdono per il ritardo con cui ho pubblicato l’ultimo capitolo. Vi prometto che non succederà più… d’altronde non capita tutti i giorni di scoprire d’aspettare un figlio (credo di avere un’ottima motivazione per il mio blocco dello scrittore).
Baci a presto
GIULIA
 
 
N.B.: la prossima storia (quasi ultimata) sarà una Stanathan… precisamente la continuazione di 276 giorni per…
Spero di ricevere molto, moltissime recensioni come ho ricevute per questa storia. ;) grazie di cuore.
 

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