[Cielo e Terra] di _zukky (/viewuser.php?uid=37954)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cielo e Terra ***
Capitolo 2: *** Cielo e Terra ***
Capitolo 1 *** Cielo e Terra ***
CIELO E TERRA 2
È una one-shot/song-fic divisa in due parti.
Non tiene conto del settimo libro. Tra le parentesi graffe c’è la canzone [Cielo
e Terra di Nek]. Le parti in corsivo sono dei flash-back, in particolare
ricordi. C’è anche un ricordo nel ricordo, facilmente riconoscibile perché con
un carattere diverso. Buona lettura. Per chi vuole ci sentiamo in fondo.
CIELO E TERRA.
Hermione Granger.
{Scrivo
il tuo nome senza il mio}
Stupida burocrazia magica!
Come se non fosse abbastanza
evidente.
Eh no!
Ci sono tutti gli spazi da
riempire.
- Per le pratiche del divorzio
entrambi i coniugi dovranno compilare un prospetto, separatamente. Per
accertarci sia consenziente, sotto ogni aspetto -
Gli aveva spiegato il suo
avvocato.
Quell’aria professionale e maledettamente
soddisfatta lo irritava.
Come se ci godesse.
Bhè, con tutto quello che
guadagnava.
Il divorzio
{Oggi nel giorno
dell’addio}
Non aveva mai pensato a
sposarsi.
Figurarsi a divorziare, un
giorno.
Maledetto Potter!
*
- Malfoy, sposerai
Hermione -
Non era una
domanda.
Un semplice dato di
fatto.
- Harry sei
impazzito! -
- Potter, devi
esserti bevuto il cervello! -
Avevano sbottato i
diretti interessati.
- Nient’affatto,
ascoltatemi -
Il Bambino- ancora
per poco- Sopravvissuto camminava avanti e indietro per la cucina di Grimmauld
Place, spostando lo sguardo prima sull’una poi sull’altro.
- Malfoy ha
bisogno d’aiuto, e non guardarmi così, le ricerche sono improbabili per uno
solo. È praticamente impensabile appioppargli Ron - alzò gli occhi al cielo -
Inoltre a questo punto della guerra, ho bisogno di saperti al sicuro - le si era
avvicinato, inginocchiandosi per essere alla sua altezza.
- Harry, posso
continuare le ricerche anche da qui - lo supplicò con lo sguardo.
- Sai quanto mi
costa separarmi da te - le prese le mani tra le sue - Ma è necessario - ripeté
risoluto - Malfoy ti proteggerebbe anche solo per senso dell’onore -
La strinse tra le
braccia. Lei nascose il viso nel suo petto.
- Voglio
combattere con voi - mugugnò, in un ultimo tentativo.
Harry le baciò i
capelli - Lo farai lo stesso, in modo diverso -
- Mi mancherai -
sussurrò contro la sua maglietta.
Lui sorrise - Anche
tu, tesoro, lo sai -
- Dai, che vuoi
che sia - sdrammatizzò dopo poco - Dovrai solo convivere con il Furetto
-
Draco Malfoy, che
aveva avuto il buon gusto di tacere, per ossequio a quella scenetta
strappalacrime, si sentì chiamato in causa. - Nessuno chiede il mio parere,
Sfregiato? -
- Certo che no -
si allontanò da Hermione, tenendola per mano -Ti affido una delle persone più
importanti della mia vita, vedi di rifarti al cosiddetto senso dell’onore, come
spero, altrimenti ti spezzo le gambe -
Il biondo lo guardò
truce - Maledetto me e la mia redenzione - borbottò tra sé.
Gli altri due
scoppiarono a ridere.
*
{Anche
se è inevitabile}
Già, inevitabile.
Come inevitabile è la sera che insegue
sempre il giorno.
*
- Granger, non
credevo ti facessi comandare a bacchetta dai tuoi amichetti -
Ennesimo
litigio.
Quella casa da una
settimana a quella parte, era l’allegro teatro dei loro continui
battibecchi.
- Malfoy, te
l’avrò ripetuto cento volte: Harry è il mio migliore amico - si alzò dal divano
- Ma che discuto a fare con te! Sei più duro di un mulo - si avviò verso le
scale.
- Sarei quello
duro.. e dove credi di andare, stiamo parlando - la raggiunse ai piedi delle
scale.
- Vado a dormire
Malferret, e poi perché non ti sei opposto tu! Visto che fai tante storie
-
- Sai che non sono
nella posizione per farlo - salì due scalini, continuando a seguirla.
- Smettila di
venirmi dietro, Malfoy! - si inalberò lei - Sono stanza, vado a letto, e domani
dobbiamo metterci a lavoro. Prima risolviamo l’enigma, prima questo teatrino
finirà -
- Oh non vedo
l’ora - berciò.
- Tranquillo, il
divorzio risolve ogni cosa. Dopo non mi vedrai nemmeno per sbaglio. - Gli lanciò
un’ultima occhiataccia e si richiuse la porta della sua camera alle
spalle.
Draco Malfoy rimase
fermo per un minuto buono.
È vero.
Non se lo
aspettava.
Si era abituato fin
troppo all’idea di averla in giro per casa.
Scendere al mattino e
trovarla con gli occhi assonnati a sorseggiare una tazza di caffè.
Quelle continue
frecciatine erano diventate una routine.
Scosse la testa. Come
per scacciare quegli inutili pensieri.
E si avviò verso la
sua camera.
*
{Mi
chiedo ancora adesso}
- Ecco a lei - firmò il documento e lo
consegnò al suo avvocato.
Hermione era stata in religioso silenzio
per tutto il tempo. Avvicinò il foglio al legale, la mano le tremava
impercettibilmente.
Avrebbe voluto alzarsi. E stringerla tra
le braccia. Tanto da annullare tutto il resto.
{Sono
pronto a perderti, a rinunciare a te}
*
- Granger, mi
deludi: non vuoi varcare la soglia del nostro nodo d’amore tra le braccia del
tuo maritino - soffiò sarcastico.
Lei fece una smorfia
- Ma fammi il piacere! - Aprì la porta entrando in casa.
- Non trattare
così quel vestito, mi è costato una fortuna. E poi le donne adorano i vestiti da
sposa - berciò
lui, seguendola
dentro.
- Lo odio questo
vestito! Tutto merletti e taffettà - esclamò, stropicciandolo tra le mani chiuse
la pugno.
- Odio questo
vestito! Odio questo matrimonio e odio questa situazione! - quasi gridò - Ho
mentito davanti al pastore e a mezza chiesa! Io! Che mi sento in colpa per un
mese, per un innocente bugia - urlò esasperata.
La raggiunse con
poche falcate - Adesso calmati - le pose le mani sulle braccia - Calma ok? - la
fissò deciso.
Hermione per un
attimo si perse in quello sguardo, che sembrava trapassarla.
Dense nubi che si
annodano prima di un temporale.
Prese un
respiro.
Si impose di
calmarsi.
- Va meglio? - le
chiese, sempre fissandola.
Annuì debolmente. -
E’ che le persone a cui voglio bene sono lì fuori, chissà dove, a rischiare la
vita. Mentre io mi sposo! - alzò le braccia in un gesto esasperato, allontana
dosi da lui.
- Tutto questo -
continuò - perché il mio migliore amico ha la stramaledetta tendenza a
proteggermi. Maledetto Potter! -
Draco scoppiò a
ridere.
Si voltò di scatto.
Non l’aveva mai visto ridere.
Le labbra le si
incurvarono istintivamente in un sorriso.
- Cos’hai da
ridere - Fintamente indignata.
Le si avvicinò, e la
strinse tra le braccia.
Sorprendendola.
Spalancò gli occhi.
Immobile.
- Granger, hai
iniziato a parlare come una Malfoy - rise ancora lui.
Hermione si rilassò
tra le sue braccia, e gli diede uno scherzoso pugno sul fianco.
- Non è affatto
vero! - si unì alla sua risata.
Era la prima volta
che rideva da quando era iniziata tutta quella storia.
I suoi pensieri
rasentavano ancora l’incredulità.
Era abbracciata a
Draco Malfoy e rideva.
Rideva abbracciata a
Draco Malfoy.
Meglio non
pensarci.
Sarebbe
impazzita.
Aveva imparato fin
troppo presto e bene a vivere alla giornata, cogliere l’attimo o
checchessia.
- Ora vai a
toglierti questo coso - disse allontanandola di poco - Prima che te lo strappi
io di dosso - ghignò.
Hermione sorrise,
avviandosi di sopra.
- Attento, potrei
sempre cogliere l’invito - lo provocò, scomparendo su per le scale.
Draco scosse la
testa.
L’avrebbe fatto
impazzire prima o poi.
*
{Ma
se ti guardo sento che}
L’avvocato controllava in silenzio che
tutto fosse in ordine.
Il giovane Malfoy spostò lo sguardo sulla
sua a momenti ex-moglie.
Era pallida e teneva lo sguardo
basso.
{Sei
spaventata come me
Poteva
essere e non è}
In quell’anno aveva imparato ad
interpretare tutti i suoi comportamenti.
Aveva sempre le mani fredde, come
scolpite nella neve, quando era terrorizzata.
{Poteva
essere
Il mio ricordo
naviga}
Quel silenzio era assordante.
{Attraversa
l’anima}
Non riuscirono più ad arginare i
ricordi.
Come un fiume in piena supera irruento
una diga.
{E
improvvisamente sono là, ancora}
L’avvocato Stabbins aveva risolto molti
casi.
Aveva visto tante [troppe] coppie
chiedere il divorzio.
Alzò di poco gli occhi dalle carte che
stava analizzando.
Non era la prima volta che gli
capitava.
Tra quei due c’era ancora
qualcosa.
La Granger aveva lo sguardo basso e
assente, mentre si tormentava le mani.
Malfoy fissava un punto indefinito oltre
la sua testa.
Sorrise.
Stavano ricordando.
{Quando
eravamo cielo e terra
E
tu di me la mia metà}
*
Il torpore della
notte avvolgeva la camera.
Draco Malfoy aveva
sempre avuto il sonno leggero.
Fin da
bambino.
Odiava quella sua
prerogativa.
Odiava svegliarsi nel
cuore della notte per le urla dei suoi genitori.
Odiava sentire sua
madre piangere e sentirsi completamente impotente.
Odiava non trovare
rifugio nemmeno nel sonno.
Si girò dall’altro
lato.
Per fortuna la
Granger aveva un sonno tranquillo.
Stava per
abbandonarsi tra le morbide spire del sonno..
- Aah -
Un grido.
Per un attimo gli
sembrò di essere tornato a tanti anni prima.
Scosse la testa per
scacciare quel ricordo.
Era molto più
vicino.
Accese l’ abatjour
con la bacchetta.
La ragazza al suo
fianco si rigirava agitata tra ne lenzuola.
Si avvicinò posandole
una mano sulla spalla.
- No… no -
mugugnò.
Aveva il viso rigato
dalle lacrime.
- Granger - la
chiamò piano.
- No… Ron - si
agitò ancora di più.
- Granger è solo
un incubo - alzò di poco la voce.
- Ti prego… Harry
-
- Su sveglia - la
scosse leggermente.
- No - quasi urlò
- Draco! - scattò a sedere improvvisamente.
Il ragazzo aveva gli
occhi sbarrati.
Era la prima volta
che lo chiamava per nome.
Stava sognando anche
di lui.
Rimase interdetto per
qualche minuto.
Poi si accorse che
lei piangeva ancora, adesso cosciente.
Le si avvicinò.
Delicatamente le tolse le mani che teneva davanti al viso.
- È stato solo un
incubo - La strinse tra le braccia. Tanto forte da fare quasi male.
Hermione nascose il
viso nel suo petto, non riuscendo a smettere di piangere.
Era stato così
reale.
Tutte le persone a
cui voleva bene..
Remus,
Tonks.
I membri
dell’Ordine.
Neville..
Luna..
Ron.. Harry.. Quasi
le mancò il fiato.
E ora anche
Draco.
Gli si strinse
maggiormente contro.
Maledizione! Si stava
affezionando troppo a lui.
- Shh, sta
tranquilla. È tutto finito… sta tranquilla - le sussurrò all’orecchio,
accarezzandole i capelli.
Prese un respiro.
Quelle parole sembrarono tranquillizzarla.
Draco continuò ad
accarezzarla, affondando le mani nei suoi capelli e soffermandosi con le dita
sul collo, fin quando non si fu calmata del tutto.
Hermione
sorrise.
Il collo era il suo
punto debole.
Maledetto Malfoy,
l’aveva già capito.
Lui l’allontanò di
poco per guardarla.
- Va meglio?-
chiese.
Lei
annuì.
- Torniamo a
dormire, ok? - Un debole nota di preoccupazione nella voce.
Annuì nuovamente.
Sembrava non avere le forze necessarie per parlare.
Draco fece per
coricarsi nuovamente, ma Hermione gli strinse le braccia in vita.
Lui rise
sommessamente, coricandosi e trascinandola con sé.
- Ok Granger. Non
preoccuparti anche se non sei del tutto in te, so di essere irresistibile, e che
non riesci a starmi lontana - ghignò.
Gli posò il capo sul
petto, stringendosi a lui - Fottiti, Malfoy - un sorriso nella voce.
- Se con te
volentieri - Le passò un braccio intorno la vita.
- Malfoy sei…
-
- Shh - la
interruppe lui.
Spense l’abatjour -
Ne parliamo domani- Le posò un bacio sulla fronte - Adesso dormi -
sussurrò.
Hermione incredula
sentì il proprio cuore fare una corsa frenetica.
Incredibile.
Si rilassò
completamente tra le braccia di Draco.
E chiuse gli occhi
cullata dal suono regolare del suo cuore.
E per la prima volta
in ventidue anni, quella notte Draco Malfoy dormì.
Dormì
veramente.
Di un sonno
tranquillo e ristoratore.
*
{In
ogni dubbio, in ogni verità}
*
- Cos’hai lì? -
chiese improvvisamente, notando dei segni scuri sul suo polso.
- Niente - si
affrettò a coprirli con la manica della maglietta.
- Granger, non
fare la sciocca, fammi vedere - allungò la mano per dare un’occhiata, ma lei la
nascose sotto il tavolo.
- Ho detto che non
è niente - Riprese a mangiare come se niente fosse.
- Granger -
l’ammonì lui, una nota dura nella voce.
Lei alzò lo sguardo
su di lui - Ho solo la pelle delicata. Viviamo insieme, ventiquattr’ore su
ventiquattro da due mesi ormai, dovresti ricordarti certe cose - si alzò da
tavola, gettando via il fazzoletto.
E Draco capì.
- Fermati! -
- No Malfoy - si
allontanò.
Lui la raggiunse - Stavamo
parlando -
- Non voglio parlare - fece
per andarsene, ma lui la trattenne per un polso.
- Invece dobbiamo - asserì
risoluto.
La stretta era decisa ma non
forte.
- Lasciami - lo minacciò con
lo sguardo.
- No -
- Malfoy, lasciami - piegò
il polso in avanti, e tirò forte.
Lui la lasciò quasi
immediatamente.
- Sei una stupida, potevi
romperti il polso - lo sguardo incredulo.
- Non mi interessa, adesso
non seguirmi, voglio stare da sola - e scomparve su per le scale.
Non era mai facile il loro
rapporto.
A volte non la capiva
proprio.
Non gli permetteva di
capirla.
Si alzò da tavola con
calma.
La trovò nel
salotto.
Sul tappeto fissava
le fiamme del caminetto, stringendosi le gambe al petto.
- Orgogliosa
Grifondoro - mormorò, avvicinandosi.
Lei lo guardò male,
poi riportò lo sguardo sulle fiamme.
Le si avvicinò e le
si pose dinanzi per attirare la sua attenzione.
- Vieni - le porse
la mano.
Hermione lo guardò
scettica, ma qualcosa nel suo sguardo sembrò convincerla.
Sembrava una lontana
ombra di … senso di colpa.
Gli prese la mano,
lasciandosi trasportare.
Non era mai stata al
piano di sotto.
Arrivarono ad una
porta e lui l’aprì deciso.
La ragazza si guardò
intorno curiosa.
Nell’aria aleggiava
una leggera nebbiolina e un odore misto, tra l’agro e il dolce.
Diversi calderoni
ribollivano di strane sostanze e c’erano boccette con pozioni ovunque.
- Così questo è il
mondo di Draco Malfoy - Si voltò a guardarlo.
Aveva una luce
orgogliosa negli occhi.
Già, era il suo
mondo.
Sentì una strana
stretta allo stomaco. E lei che lo aveva tenuto fuori da tutto.
Era stata una
stupida.
- Strano che sulla
porta non ci sia la scritta “Perdete ogni speranza voi che entrare” - ironizzò,
cercando di smorzare la tensione.
- Divertente
Granger - fece sarcastico - Accomodati pure - le indicò una sedia.
Lei si sedette, e lo
vide armeggiare con una strana sostanza molliccia.
Si inginocchiò
davanti a lei, per stare alla sua altezza.
- Dammi il polso -
Il tono era quello che un medico usa con un paziente poco
collaborativo.
Hermione sorrise. Gli
allungò il braccio.
- Non ce n’è
bisogno, ma se proprio insisti-
- Sì che ce n’è
bisogno - asserì deciso.
Fece una smorfia,
quando si accorse che i lividi erano peggio di quello che aveva
immaginato.
In quel momento lei
capì di non essersi sbagliata: si sentiva davvero in colpa.
Intanto lui le
spandeva la lozione, sfiorandole appena il polso con il pollice.
- Malfoy, puzza
terribilmente - si lamentò, cercando di ignorare i brividi che la percorrevano
al tocco della sua mano.
- Non lamentarti
Granger, è una della mie migliori pozioni: tra un paio d’ore non avrai più
nessun segno-
Le massaggiò ancora
un po’ il polso. Poi fece per alzarsi.
- Draco - lo
trattenne lei - Non è stata colpa tua - Si abbandonò alla tentazione di sfiorare
la pelle perfetta del suo viso - Sono stata io una stupida - gli
sorrise.
Il ragazzo sentì
quella mano diffondere il suo calore sulla sua pelle e non voleva lasciarla
scivolare via. Sentì l’improvviso impulso di trattenerla, avvicinarsi a lei e
saggiare la morbidezza delle sue labbra.
Ma resisté,
alzandosi.
- Su Malfoy, non
startene lì impalato - lo prese in giro lei - Mostrami il laboratorio
dell’alchimista più famoso d’Inghilterra - gli si affiancò sorridente - O devo
pensare che siano tutte dicerie -
L’atmosfera si era
fatta [finalmente] più leggera.
Aveva notato che
c’era stato un momento in cui l’aveva guardata intensamente, e aveva dovuto
ricorrere a tutto il suo autocontrollo per allontanare quella mano dal suo
viso.
- Non sia mai
detto Granger - ghignò.
*
{Quando
avevamo la stessa pelle,
la
stessa luce nel corpo e nell’anima}
*
- Granger - la
chiamò piano.
- Sì - distolse
gli occhi dal libro che stava leggendo.
- Stai tremando -
Un’ affermazione.
- Tu deliri-
Solito orgoglio pungente.
si rannicchiò
maggiormente su se stessa.
- Hai freddo -
affermò sicuro - Su vieni qui -
Posò il Profeta sul
tavolino di fronte a sé, e distese il braccio sulla spalliera del divano, in un
chiaro invito.
Hermione lo guardò
male - Non prendermi in giro -
- Cosa ti fa
pensare che lo stia facendo - Un ghigno a curvargli le labbra sottili.
Lei gli lanciò
un’occhiataccia e riprese a leggere, ignorandolo.
Non era in vena di
scherzi.
Odiava profondamente
l’inverno.
Tremò
percettibilmente.
Draco lo notò.
Ovviamente. Non sia mai detto che non stia attento a qualcosa.
- Dai, non fare la
stupida - si allungò sul divano prendendola per la vita - Vieni qui -
Ormai era
un’abitudine. Una [cattiva] abitudine tenerla tra le braccia.
Aveva sviluppato una
sorta di dipendenza che non gli piaceva affatto.
Hermione protestò con
un mugugno, ma si accomodò meglio sul suo petto.
Non voleva trovarsi
in nessun altro posto.
Strana la
sorte.
Si diverte a
intrecciare fili e tessere destini.
- Basta per oggi
con queste sciocchezze - le sfilò il libro di mano.
- Non sono
sciocchezze, ridammelo - Un sorriso nella voce.
Lui lo lanciò
all’indietro, oltre il divano.
- Ehi! - gli diede
uno scherzoso pugno sulla spalla - Arrogante, presuntuoso, insolente! Sei sempre
stato abituato a prenderti tutto quello che vuoi senza chiedere? -
- Assolutamente sì
- le bloccò la mano, attirandola maggiormente a sé.
- Ah sì? - stette
al gioco, sorridendo lei - E cosa vuoi ora? - avvicinò il viso a quello di
lui.
- Oh, io voglio
tante cose - disse vago - Come… - fece finta di pensarci - Una bella vacanza ai
Caraibi, un gelato al pistacchio. Mm anche una giacca nuova - elencò
sardonico.
- Scemo! - fece
per alzarsi, fintamente indignata.
- Dove vai - la
prese per un polso, facendola ricadere al suo posto - Tu non vai proprio da
nessuna parte - ora fu lui ad avvicinare il suo viso - Non mi piace ripetermi -
le soffiò vicinissimo, per poi annullare la distanza.
Carezzò le sue labbra
con le proprie. Le sfiorò il labbro inferiore con la lingua, mordicchiandolo
leggermente in una muta richiesta.
Lei gli concesse
l’accesso alla sua bocca approfondendo il bacio.
Le strinse le braccia
intorno la vita, percorrendo la sua schiena in una lenta carezza.
Hermione affondò le
dita nei suoi serici capelli, solleticandogli il collo.
- Hai le mani
fredde - sussurrò Draco sulle sue labbra.
- Qualcosa ti
preoccupa - aggiunse, non avendo ricevuto risposta.
- Dopo parliamo,
ti dirò tutto - promise - Adesso sta zitto - e affondò di nuovo le labbra nelle
sue.
- Mi piace
Granger, quando fai la pervertita - ghignò
- Tutta colpa tua
- gli sorrise.
La guardò
intensamente perdendosi nell’oro fuso dei suoi occhi, per poi cancellare quel
sorriso con un bacio.
La seconda parte, premetto, che non è ancora su
carta, quindi non vi so dare riferimenti temporali, all'incirca una settimana.
Per il resto mi scuso per eventuali errori, ma devo scappare e non posso
rileggerla. Se avete qualsiasi dubbio non esitate a chiedere. È la prima
Draco/Hermione che pubblico e ho un po’ di ansia. So che l’avvicinamento può
sembrare un po’ repentino ma essendo una one-shot ho dovuto cogliere i momenti
più importanti. La smetto di annoiarvi.
Ci tengo molto
mi facciate sapere se vi è piaciuta o meno, mi accontento anche di due righe
^^
Un
bacio. Alla prossima, Vale
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Cielo e Terra ***
CIELO E TERRA 3
{ Senza respiro cerco te }
Draco Malfoy si riscosse improvvisamente.
Davanti a sé Stabbins controllava ancora i documenti.
Si ritrovò stranamente con il fiato corto. Come riemergere da una forzata apnea.
Si voltò di poco per guardare Hermione.
{ Senza respiro e sento che }
Era ancora assorta nei suoi pensieri, che viaggiavano in chissà quale direzione.
Si scoprì a sperare fosse la stessa dei suoi.
*
{ Non c’è un colpevole, lo sai
Né un innocente }
Si avvolse nella vestaglia azzurrina e ancora assonnata si avviò di sotto.
Trovò Draco al tavolo, intento a leggere il giornale con una tazza di caffè.
Notandola, si voltò verso di lei - Buongiorno - la salutò.
Hermione sorrise e avvicinandosi gli scivolò tra le braccia.
Gli diede un bacio leggero sulle labbra e poggiò il capo sulla sua spalla.
- Incubo? - chiese lui, stringendola di più.
- Mm mm - annuì.
Le accarezzò la schiena lentamente, affondando le mani tra i suoi capelli e massaggiandole il collo.
Ormai era quasi una routine.
Era strano quanto tutto quello sembrasse terribilmente normale.
Come qualcosa a cui inconsapevolmente hai sempre anelato.
E che una volta trovato sai, alla perfezione, di non poterne più fare a meno.
Draco si irrigidì improvvisamente.
Lei stette ferma per un po’.
Il silenzio si era fatto pesante, e, stranamente, non si sentiva più a suo agio tra le sue braccia.
- Cosa c’è? - alzò di poco la testa, per guardarlo.
- Nulla, cosa vuoi che ci sia - la voce era calma, ma gli occhi lo tradirono per un attimo.
- Non mi mentire -
Gli prese il viso tra le mani [fredde] e, lentamente, lo baciò.
Le
sue labbra si muovevano con le sue. Capì che si era
tranquillizzato un po’ quando l’attirò maggiormente
a sé e le mise una mano dietro la nuca per non permetterle di
allontanarsi.
Quando si separarono, avevano entrambi il fiato corto.
Poggiò la fronte sulla sua in silenzio, aspettando che parlasse.
-
Sei ancora convinta.. di volere il divorzio, quando la guerra
finirà? - fu poco più di un sussurro, pronunciato ad
occhi chiusi.
Hermione capì il significato intrinseco di quelle parole.
Non rispose. Perché non se lo era chiesta nemmeno lei. Era successo tutto troppo in fretta e in modo molto strano.
Si limitò a stringergli le braccia al collo, posando il capo sulla sua spalla.
- Non lo so - disse alla fine.
Lui stette in silenzio, incitandola a continuare con una breve carezza.
-
Non voglio mentirti - sospirò - Non so se riuscirei a
convivere con me stessa, sapendo che la nostra promessa di matrimonio
è stata una menzogna - Non aggiunse altro.
Lui la scostò, quasi bruscamente, e si alzò, allontanandosi.
Non
era per niente capace di descrivere quello che provava in quel momento.
Qualcosa gli aveva risucchiato tutto quello che aveva nello stomaco e
sentiva uno strano rimbombo all’altezza del petto.
- Draco - la ragazza cercò di avvicinarsi.
-
No! - le dava le spalle - Non puoi baciarmi in quel modo - si
passò le mani tra i capelli - E poi dirmi che te andrai, quando
questa stupida guerra sarà finita - Fece per andarsene, aveva
bisogno di restare solo.
-
Draco aspetta - quasi urlò - Non ho detto che me ne
andrò, non ci ho pensato, è successo tutto talmente in
fretta - disse tutto d’un fiato.
Lui si fermò. Lo raggiunse e gli strinse le braccia in vita.
Lo sentì rimanere perfettamente immobile.
-
Non so darti una risposta - affondò il viso nel suo petto
- Non so neanche se domani sarò ancora viva - sussurrò.
Draco l’abbracciò, affondando le mani nei suoi capelli, come ogni volta che aveva bisogno di conforto.
-
So solo - continuò in un sussurrò - che, adesso,
sto bene qui, con te - gli si strinse maggiormente contro - così
- concluse
Poi
alzò il viso per guardarlo - Viviamo il presente, per il resto
si vedrà - accennò un sorriso - Come dicevano gli antichi
latini “Carpe Diem” -
Draco
si rilassò del tutto e ghignò - Sei incredibilmente
saccente anche in questi momenti - scosse la testa e si avvicinò
per sigillare quelle parole con le sue labbra.
*
{ Solo e ancora per un attimo }
L’avvocato Stabbins attirò la loro attenzione tossicchiando.
-
Signori Malfoy - Hermione gli lanciò
un’occhiataccia, accuratamente ignorata - E’ tutto
regolare, vi annuncio che avete ufficialmente ottenuto il divorzio,
siete liberi come libellule - sorrise. Quella battuta non sembrò
affatto gradita, ma poco se ne curò.
Hermione e Draco si alzarono, contemporaneamente.
{ Tra noi lo stesso battito }
Solo per un attimo le loro mani si sfiorarono.
Furono percorsi da un fremito, mentre il cuore di entrambi di dibatteva contro in petto, come un uccellino in gabbia.
*
{ Quell’impressione che di nuovo sia
Ancora una volta
Quando eravamo cielo e terra
E tu di me la mia metà}
- Uff, siamo ad un punto morto -
Hermione chiuse, con un tonfo, l’ennesimo libro, che non aveva portato a nulla di buono.
- Dai, finiamola qui, per oggi, tanto non arriveremo da nessuna parte- si stiracchiò sulla sedia.
- Draco, non possiamo arrenderci così - presa a torturarsi il labbro inferiore.
- Sì che possiamo.. - si interruppe - Smettila immediatamente -
Il suo sguardo era sinceramente confuso.
- Smettila di provocarmi - aggiunse.
- A dire il vero, non sto facendo assolutamente nulla - Era sorpresa.
- Invece sì, anche adesso - fece un cenno, indicando le sue labbra, ancora tra i denti.
- Oh - Poi sorrise
- Smettila - ripeté, ricorrendo a tutto il suo autocontrollo - Se vuoi continuare le ricerche -
Si alzò - E chi ti dice che io voglia - andò a sedersi in braccio a lui, circondandogli il collo con le braccia.
- Sei una provocatrice Granger, te l’hanno mai detto? - ghignò avvicinandosi al suo viso.
- Mmm, no sei il primo - sorrise, prima di annullare la distanza.
Affondò le dita nei suoi capelli, avvicinandosi maggiormente a lui e approfondendo il bacio.
Draco
le accarezzò lentamente la schiena, soffermandosi, come sempre,
sul collo. Scese poi, piano, sui fianchi, infilando, cautamente, le
mani sotto la maglietta.
A
contatto con la sua pelle, le sue dita lasciavano scie bollenti, e mai
come in quel momento i vestiti le sembrarono tanto fastidiosi.
Draco abbandonò le sue labbra, e scese a baciarle la mandibola, fino a raggiungere il collo.
Hermione emise un gemito di consenso, quando i suoi denti mordicchiarono piano la pelle delicata.
Lui alzò il capo, affondando nuovamente nelle sue labbra.
Le
piccole mani di lei corsero istintivamente ai bottoni della sua
camicia. Ne liberò i primi due dalle asole e sfiorò la
sua pelle, sentendo i muscoli guizzare al suo tocco.
- Andiamo di sopra - sussurrò Hermione sulle sue labbra.
Draco la scrutò attento, in una muta domanda.
Lei annuì dandogli un bacio leggero.
Lui
sorrise e le accarezzò il viso con la nocca dell’indice,
guardandola intensamente come ad imprimersi quel momento.
Poi si smaterializzò nella loro camera, con lei tra le braccia, riprendendo a baciarla.
{In ogni dubbio, in ogni verità, in ogni sguardo
Quando avevamo la stessa pelle,
la stessa luce nel corpo e nell’anima}
Chiuse
la manopola dell’acqua e uscì dalla cabina doccia,
rabbrividendo. Si affrettò ad avvolgersi nel caldo accappatoio.
Si notava perfettamente che le stava grande, per poco non sfiorava il
pavimento e il cappuccio le copriva quasi gli occhi.
Sorrise divertita e affondo il viso nella morbida stoffa verde, aspirandone il profumo.
Draco era via da due soli giorni, e già non vedeva l’ora che tornasse.
Sapeva che l’avrebbe rivisto solo nella tarda mattinata dopo. Quella sarebbe stata una lunga notte.
Si spostò nella loro camera da letto.
Non le andava di rivestirsi.
[ Significava abbandonare l’avvolgente conforto del suo odore sulla pelle ]
Così si rannicchiò su una poltrona, ancora assorta nei suoi pensieri.
Osservò quasi convulsamente le fiamme nel camino, inebriandosi di quell’odore di muschio e neve.
Una
consapevolezza improvvisa la colse. Non sapeva da quale e quanto remota
parte del suo cervello venisse, ma in quel momento ne ebbe la certezza.
Il suo cuore avvallava quella consapevolezza battendo ad intervalli irregolari nel petto.
Eh sì.
Sorrise incredula.
Si era proprio innamorata.
E ammetterlo faceva tremendamente paura.
I suoi pensieri si fecero confusi.
Una densa nebbia le mostrava immagini poco nitide.
I suoi serici capelli..
.. grigi occhi magnetici..
.. labbra sottili, che non si sarebbe mai stancata di baciare.
Quella parte.. del sogno era particolarmente concreta.
Mugugnò di protesta quando quelle labbra abbandonarono le sue.
Si riscosse leggermente.
E ancora nel dormiveglia, lo sentì sedersi accanto a sé, e gli si rannicchiò inconsapevolmente contro.
Sorrise tenendo ancora gli occhi chiusi, concia che la stesse osservando.
- Che ci fai con il mio accappatoio? - chiese Draco ghignando.
La vide aprire gli occhi, come se la sua voce l’avesse risvegliata improvvisamente.
Hermione
sbatté le palpebre, realizzando davvero, solo in quel momento,
che non era del tutto un sogno - E tu cosa ci fai qui? -
-
Che fai? Eludi la mia domanda con un’altra? - la prese in
giro - Allora, come mai sei con questo? - indicò la morbida
spugna verde che l’avvolgeva.
- Non pensavo ti desse fastidio - fissò lo sguardo sulla brace ancora ardente.
Con una mano la costrinse a voltarsi e incatenò gli occhi ai suoi.
Lo
sguardo di Draco era sereno - non mi da fastidio, sciocca - le
arruffò i capelli, ancora umidi - Era pura curiosità, non
l’hai mai fatto quando c’ero anch’io -
Lei si rilassò, rendendosi conto solo allora di essersi irrigidita.
- È per questo - rispose enigmatica.
Lui la guardò confuso - Perché non c’ero? -
- Già - sostenne il suo sguardo.
Draco scrutò i suoi occhi. Dopo poco ghignò divertito.
- Puoi fare di meglio, Granger -
Ora era lei ad essere confusa.
Le prese il viso tra le mani e l’avvicinò al suo.
-
Metti da parte l’orgoglio - le sussurrò sulle
labbra. La dolcezza trasudava da ogni sillaba. Anche se non lo era,
sembrava tanto una richiesta, [una preghiera].
Hermione
sorrise intenerita, annullò la distanza tra loro e lo
baciò come non aveva mai fatto. Con una nuova consapevolezza.
Nascose il viso nell’incavo del suo collo e gli si strinse contro.
- È vero - sussurrò con il fiato corto.
Una pausa.
-
Mi sei mancato - gli posò un baciò sulla tenera
pelle della gola, avvertendo una vena pulsare frenetica.
Lui le accarezzò i capelli.
- Lo so - disse dopo un po’.
Lei alzò il viso per guardarlo - Ah sì? - inarcò un sopracciglio.
- Certo - ghignò.
Hermione assottigliò gli occhi - E dimmi, Mr Presunzione, come mai tu saresti già qui? -
-
Uh, mi sono sbrigato prima - fece vago - Non era una questione
così lunga, Blaise è sempre il solito esagerato -
concluse con noncuranza.
Lei alzò gli occhi al cielo.
- Poi sarei io quella orgogliosa - si alzò, avviandosi verso il letto.
- Ma io ho detto la pura verità - si difese lui.
Non rispose, cercando la sua camicia da notte.
Maledizione, dove si era cacciata?!
- Cosa fai? - la guardò curioso, ancora comodamente seduto sulla poltrona.
- Cerco la mia camicia da notte - borbottò, frugando nell’armadio.
- E perché mai? - chiese alzandosi.
- Per metterla, cos’altro potrei farne - gli lanciò un’occhiataccia.
- E perché? - si avvicinava lentamente.
Sbuffò sonoramente. Sembrava il gioco del “perché”.
-
Vorrei andare a dormire, mi sembra ci si metta qualcosa addosso -
rispose sarcastica - Oh eccola! - esclamò, prendendola.
- Non nel mio letto - ormai le era davanti.
Lo
fissò - Eppure, mi sembra che fino a qualche settimana fa
dormissi nel tuo letto, perfettamente vestita - berciò.
Draco ghignò e le tolse la leggera stoffa dalle mani, lanciandola lontano.
Lei alzò un sopracciglio.
Non ebbe il tempo di replicare qualcosa che le calde mani di lui le si posarono sui fianchi, facendola fremere leggermente.
- E adesso cosa staresti facendo? - cercò di mantenere la voce più distaccata possibile.
Invano.
Le accarezzò la pancia attraverso la stoffa, fino ad arrivare al nodo.
- Questo non ti serve più - rispose, sciogliendolo lentamente, senza mai abbandonare i suoi occhi.
- E cosa ti fa credere che io sia d’accordo - riabbatté, ostinata a non cedere.
La ignorò bellamente.
L’accappatoio ormai aperto, le sfiorò delicatamente un seno.
- Ora sono qui con te - sussurrò.
Quello fece crollare tutte le sue difese. Si avvicinò al suo viso, stringendogli le braccia in vita.
-
Ora sei qui con me - le soffiò sulle labbra, mentre
l’asciugamano le accarezzava il corpo, fino ad accasciarsi a
terra. Come un filo d’erba sotto il violento [passionale] soffio
del vento.
*
- Oh certo, non vedo perché tutta questa fretta.. -
Stabbins continuava a ciarlare di cose di poco conto. Ma la mente di Hermione non ne registrò nemmeno una.
“Ora sei qui con me” “Ora sei qui con me” “Ora sei qui con me”
Quelle parole continuavano a ripetersi, come una nenia.
Contro la sua volontà, i ricordi riaffioravano nitidi.
.. la sua voce calda e sensuale.. il suo sguardo.. le sue mani sulla pelle..
Rabbrividì.
Maledizione. Non doveva [poteva] pensarci!
- E poi sapete.. -
- La
ringrazio avvocato Stabbins - lo interruppe, costringendosi ad essere
gentile - Adesso però dovrei andare - fece una pausa.
- Uh, certo certo - si riscosse l’uomo.
- Arrivederci - salutò tutti e nessuno.
{ Così mentre io ti guardo andare via,
senza mai voltarti }
Si affrettò ad allontanarsi da lì.
Ogni passo, che veniva attutito dalla moquette, rimbombava nell’aria come un presagio di distruzione.
Sentiva due occhi grigi
perforarle la schiena, mentre i ricordi imperterriti si affollavano
l’uno sull’altro, facendole venire un vago sentore di
nausea.
Improvvisamente, mai come
in quel momento, sentì l’impulso di annullare quel dolore
straziante, che le attanagliava il petto. Per una volta non voleva fare
la cosa giusta, fregarsene di tutto e di tutti..
Si riscosse, come se si fosse scottata.
Continuò a camminare decisa, senza mai fare il minimo accenno a voltarsi.
Aprì la porta,
cercando ricacciare indietro le lacrime, e se la richiuse alle spalle,
scomparendo alla vista [dalla vita] dei due uomini [del più
giovane dei due].
{ Non riesco a non sentirti mia.
E stare senza di te.
E dimenticare. }
Il tonfo della porta che sbatteva, risuonò particolarmente sinistro, come l’avverarsi di quello strano presagio.
Draco si impose di
mantenere il contegno, anche se avrebbe tanto voluto distruggere tutto
ciò che si ritrovava a portata di mano.
Aveva scorto una piccola incertezza nei suoi passi, ma era assolutamente sicuro che non si sarebbe voltata. Mai.
- Ragazzo - l’avvocato interruppe i suoi pensieri - fare la cosa giusta, non è semplice -
Draco rimase sorpreso da quel tono tanto malinconico.
- La
sua ex-moglie è stata molto coraggiosa - continuò quasi
solenne - Ma non sempre la cosa giusta è quella più
evidente - concluse, con un guizzo divertito nello sguardo.
Il biondo lo guardò confuso.
-
Adesso vada da lei… oh non mi guardi così, so che
ci stava pensando - alzò gli occhi al cielo in maniera ovvia -
Vuole mica gettare la spugna così? - gli sorrise. E
sembrò molto più vecchio di quanto in realtà non
fosse, ma lo scintillio nello sguardo era sempre identico.
Draco in quel momento provò un grande rispetto per quell’uomo.
Lo ringraziò con un cenno del capo e si congedò in fretta.
Una volta fuori dallo studio, si avviò a passo spedito verso l’uscita.
{Ogni parola che mi dicevi.
Ogni tuo gesto di libertà
Perché tutto questo è già di ieri ormai.}
- Un giorno ti insegnerò a prepararla, visto che ti piace tanto -
- Oh vorrei tanto fare un giro, mi manca il calore del sole e il soffio del vento sulla pelle -
- Non ci credo! Finalmente è finita questa stupida guerra! -
- Non può funzionare. Mi dispiace -
- Al più presto ti arriveranno le carte del divorzio -
E così, come tutto
era cominciato, contro le aspettative di entrambi, tutto era finito
[contro il volere di entrambi] in un battito di ciglia.
{ Quando eravamo noi }
La luce accecante del sole dicembrino lo investì in pieno viso.
Lì brillante, il sole, a discapito della stagione, sembrava farsi beffe di lui.
Per un attimo
pensò che Hermione si sarebbe potuta smaterializzare ovunque.
Non aveva assolutamente alcuna possibilità di trovarla.
Ma poi alzò il viso al debole calore dei raggi del sole, e inspirò l’aria leggermente rigida.
Quella giornata le sarebbe piaciuta. Era quasi sicuro che avrebbe fatto una passeggiata.
Si avviò lungo il viale, rimirando il paesaggio ormai invernale.
Dopo poco, la scorse in lontananza, addentrarsi nel parco. Ghignò, non sbagliava mai.
La raggiunse a passo sostenuto.
Camminava lentamente, assorta nei suoi pensieri.
Arrivò a qualche metro da lei - Granger - la chiamò.
Hermione sussultò nell’udire quella voce tanto vicina.
Affrettò il passo senza voltarsi.
Draco scosse la testa, era così prevedibile.
- Granger fermati - le comandò
- Chi sei tu per darmi ordini - berciò lei continuando a camminare.
Lui sbuffò ma non rispose.
- Hermione fermati, sai che non mi piace ripetermi - disse invece con tono perentorio.
Lei si bloccò.
Non per l’ordine, affatto.
Non si era mai fatta scrupoli a disobbedirgli.
Figuriamoci.
- Mi hai chiamata per nome - sussurrò sorpresa, dandogli ancora le spalle.
Era la prima volta che lo faceva.
- Lo so, vedo di aver raggiunto il mio scopo - affermò soffi sfatto.
- Era solo per quello? - chiese. Una nota indecisa nella voce.
Si voltò per guardarlo.
Il suo viso era imperscrutabile.
- No - rispose. Non aggiunse altro. E lei seppe che non avrebbe ottenuto altre spiegazioni.
Non in quel momento.
Si fissarono a lungo,
come se non si fossero mai visti prima. Come se fosse la cosa
più normale di questo mondo, stare lì, fermi.
Semplicemente a guardarsi.
E in quel momento Hermione si rese conto che non era affatto normale.
Non era per niente logico, per due che avevano appena divorziato, stare lì immobili, in silenzio.
E non era un silenzio imbarazzante e teso, come la quiete prima della tempesta.
Affatto.
Era un silenzio tranquillo e sereno, come quel cielo terso nel bel mezzo dell’inverno.
No. No. No. E ancora no.
Ci stava cascando con tutte le scarpe.
- Che cosa vuoi? - proruppe brusca, per allontanarsi da quell’eventualità.
- Sarebbe troppo scontato
dirti “parlare” - la sua voce era estremamente seria -
quindi arrivo dritto al punto: voglio delle spiegazioni -
Fissò il suo sguardo magnetico nei suoi occhi, e vi vide una vaga confusione.
- Spiegazioni per cosa? - chiese
Draco alzò gli occhi al cielo - Per tutto questo - allargò le braccia con fare eloquente - per cos’altro sennò -
Hermione si irrigidì maggiormente. Non credeva volesse ulteriori spiegazioni.
Si preparò la scusa che rifilava a tutti. Persino a se stessa.
- È la cosa giusta - rispose decisa
- Giusta per chi? - Si stava adirando, anche se si era ripromesso di mantenere la calma.
- Per tutti - si limitò a rispondere, allontanandosi di un passo e fissando il lago brillante sotto i raggi del sole.
- E il tutti includerebbe anche te? - chiese scettico, fissandole le spalle.
Esitò un attimo,
soffermandosi sul volo di un uccello - Sì - Il tono era molto
più basso. Stentava lei stessa a credersi.
L’afferrò per un braccio, facendola voltare - Ti rendi conto di star dicendo una marea di cazzate? - quasi le urlò.
- Lasciami immediatamente - cerco di divincolarsi dalla presa, non rispondendo alla domanda.
- Dammi un solo motivo valido - le intimò deciso.
Hermione prese un respiro, abbassò lo sguardo per un attimo. Poi lo puntò nel suo, sperando di non tradirsi.
- Non ti amo - Si sorprese di quanto la sua voce fosse ferma. - E adesso lasciami andare -
Draco non si scompose - Non mi ami e basta - fece una pausa significativa - O non mi ami più? - sottolineò l’ultima parola, accentuando leggermente la stretta, senza farle male.
Lei rimase un attimo interdetta.
Si ritrovò a
pensare che quella mano sul suo braccio era stranamente rassicurante. E
sentì una gran voglia di piangere.
Sospirò piano.
- Non ti amo e basta -rispose quasi d’istinto, riuscendo a stento a controllare la voce.
Lui ghignò.
E lei capì di aver sbagliato. Di essersi tradita.
Non poteva certo pensare che lui credesse a quella grande sciocchezza.
Quante volte gliel’aveva ripetuto, sussurrato urlato.. Le venne da ridere ad un ricordo che le era balenato alla mente..
- TI AMO STUPIDO ARROGANTE CHE NON SEI ALTRO! -
Ma si trattenne.
Lo vide avvicinarsi piano, e sgranò leggermente gli occhi. Aveva sempre quel ghigno stampato sul viso.
Sentì il suo respiro sulle labbra e fu assolutamente consapevole che sarebbe capitolata. Era matematicamente sicuro.
Al di là delle sue preoccupazioni o aspettative lui parlò.
- Continua con i tuoi
giochetti d’orgoglio - le sibilò sul viso - Ma non pensare
che io ti aspetti per sempre - concluse freddo come non mai.
Si allontanò. Le diede le spalle. E si incamminò lontano.
Hermione rimase lì, con gli occhi spalancati.
Le gambe le cedettero, come impossibilitate a reggere un peso ben più grande del suo corpo.
Si ritrovò ad annaspare in cerca di aria, mentre quel nodo all’altezza dello stomaco si riversava in lacrime.
Si sentì svuotata
di tutto, e si strinse le braccia al petto come per impedire che quel
vuoto si ampliasse fino a soffocarla.
Mai come in quel momento si rese conto del suo bisogno quasi spasmodico di Draco.
Fin ad allora era stata lei a scegliere, a rompere, ed era consapevole di avere sempre una possibilità.
Ma ora lui se ne era andato, lui l’aveva lasciata lì, sola.
- Draco.. - sussurrò, sperando fosse li accanto.
Alzò lo sguardo,
appannato dalle lacrime, e lo intravide in lontananza camminare con il
suo passa strascicato e le mani in tasca.
Sorrise debolmente, i capelli rilucevano ai raggi del sole.
- Draco - alzò la voce, incrinata da pianto.
Lo vide bloccarsi improvvisamente.
Si sollevò da terra con un piccolo sforzo.
Alzò lo sguardo e incontrò due magnetici occhi grigi, lievemente confusi, poco lontano.
Si era avvicinato.
- Draco vieni qui - La voce ancora tremante.
Lui la guardò preoccupato, ma non si mosse.
- .. Vieni qui.. - Fece qualche passo barcollate verso di lui - Ti prego- supplicò.
Lo vide avvicinarsi e si sbilanciò, scivolandogli tra le braccia.
Ricominciò a singhiozzare più forse, nascondendo il viso nel suo petto.
- Shh - Prese ad accarezzarle la schiena - Adesso perché piangi? - chiese piano.
- Dimmi che non è
troppo tardi, ti prego - implorò tra le lacrime - Dimmi che non
mi stai consolando solo perché sto piangendo - aggiunse cercando
di frenare i singhiozzi.
- Sei una stupida, Hermione -
Le prese il viso tra le
mani. Le baciò la fronte, le palpebre, le guance, catturando
qualche lacrima, come a rendersi davvero conto che lei fosse lì,
tra le sue braccia.
Infine posò le labbra sulle sue, stringendola a sé, come se un minimo spazio facesse la differenza.
[ Come se una minima distanza facesse male ]
Fu un bacio diverso. Che sapeva di sale e ricordi, lacrime e nuove consapevolezze.
Quando si separarono Draco posò la fronte sulla sua, ad occhi chiusi.
- Davvero avevi creduto che poteva essere troppo tardi? - sussurrò leggermente divertito.
Lei annuì, sentendosi confortata nell’udire il suo cuore battere frenetico.
- Scusami -
mormorò poi, mentre lui apriva gli occhi, guardandola - Mi
dispiace, ho fatto e detto cose orribili, ma pensavo davvero fosse la
cosa giusta - abbassò lo sguardo.
Lui allontanò leggermente il viso - Sai cosa mi ha detto quel vecchio gufo di Stabbins? - chiese.
Lei negò con la testa.
- Non sempre la cosa giusta è quella più evidente - fece imitandolo.
Lei scoppiò a ridere a quel tono tanto simile a quello dell’avvocato.
Gli intreccio le dita tra
i capelli, alzandosi leggermente sulle punte - Mi sa che aveva ragione
- Sorrise prima di affondare di nuovo nelle sue labbra.
- Prima ti ho mentito - sussurrò quando si separarono, abbassando lo sguardo.
- Lo so - soffiò lui ironico, cercando di alleggerire la situazione.
Ma lei si ostinava a tenere lo sguardo fisso a terra.
- Ehi - con due dita sotto il mento la costrinse a guardarlo.
- Voglio che ti ricordi
sempre - iniziò lei tentennante - che ti amo, qualsiasi cosa
stupida io possa fare - concluse decisa, spostandogli un ciuffo di
capelli dagli occhi.
Le baciò la fronte - Certo, basta che tu contenga la tua stupidità - la prese in giro.
Gli diede un debole pugno sul petto - Scemo -
Poi lo abbracciò stretto, gemendo leggermente.
Lui affondò le mani tra i suoi capelli.
- Ho paura -
Fu poco più di un sussurro, ma Draco lo udì.
- Tranquilla - le
accarezzò la nuca - Andrà tutto bene - la
rassicurò - Ricordi: ora sei qui con me - sussurrò,
posandole un bacio tra i capelli.
Lei annuì sul suo
petto, stringendogli maggiormente le braccia in vita. Come se
l’aria non avesse il permesso di intromettersi.
Sentì la presa sulle sue spalle faresi più decisa, e sorrise.
Già. Quel lieve dolore era la conferma lampante di essere davvero l’una tra le braccia dell’altro.
- Portami a casa - sussurrò.
Lui le arruffò i capelli, scherzosamente - Andiamo -
Fiuuuuuu! E finalmente l’ho conclusa!! Scusate tantissimo per il
ritardo ma la scuola è stata infernale in queste settimane.
Spero vi piaccia la fine^^ Forse non ve lo aspettavate vero? Eh
bhè, ammetto di essere stata tentata di farla finire in altro
modo, ma mi sono attenuta al progetto iniziale. È un po’
diversa da come l’immaginavo, ma la mia mano spesso non segue il
cervello. Comunque ne sono abbastanza soddisfatta.
Sono piuttosto di fretta, mi scuso per eventuali errori di battitura,
ma c’è qui accanto Breaking Dawn che mi attrae come una
calamita. Ho sviluppato una strana dipendenza dai libri della Meyer,
penso che chi li ha letti mi capisca xDD
Ringrazio tutti i lettori, le 18 persone che hanno messo la fic tra i preferiti (wow grazie!) e chi ha commentato:
nina92: grazie mille^^ Mi dispiace di aver aggiornato così tardi
ma l’ultimo anno di liceo è sfiancante xD Spero ti sia
piaciuto anche il sueguito^^ un bacio.
narcyssa malfoy: grazieee^^ Spero ti sia piaciuta, un bacio.
elettra1991: grazieeee! Eh sì Harry l’ho sempre immaginato
molto riflessivo e maturo^^ Spero ti sia piaciuta, un bacio.
bribry85: Grazie anche a te!! Allora è finita come ti aspettavi?? ^^ fammi sapere mi raccomando. Un bacione.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=298107
|