Some people fall in love slowly

di veronika95
(/viewuser.php?uid=763811)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** When I See You Smile ***
Capitolo 2: *** Nothing Else Matters ***
Capitolo 3: *** Let Yorself Go ***
Capitolo 4: *** I See You ***
Capitolo 5: *** My Type ***
Capitolo 6: *** Bonfire heart ***



Capitolo 1
*** When I See You Smile ***


CAPITOLO 1- WHEN I SEE YOU SMILE

When I see you smile
I can face the world, oh oh,
you know I can do anything
When I see you smile
I see a ray of light, oh oh,
I see it shining right through the rain
When I see you smile
Oh yeah, baby when I see you smile at me
Baby there’s nothing in this world
that could ever do
What a touch of your hand can do
It’s like nothing that I ever knew
When I See You Smile-Bad English



Quel sorriso. Quel sorriso era davvero qualcosa di meraviglioso, era il paradiso; nell’istante in cui Greg lo scorse per la prima volta giurò a se stesso che avrebbe davvero fatto di tutto per poterlo rivedere, per poter beneficiare ancora e ancora di quella visione fantastica. Mycroft sedeva di fronte a lui e la scrivania dell’ufficio di New Scotland Yard li divideva. Greg avrebbe tanto voluto alzarsi di scatto, afferrare Mycroft per la cravatta -perfettamente annodata- e coprire finalmente quella distanza che li divideva con un bacio. Aspetta, stava davvero pensando una cosa del genere lì nel suo ufficio e per giunta proprio col maggiore degli Holmes davanti? da quando poi aveva pensieri di questo tipo? Cercò di distrarsi, altrimenti -sapeva ormai fin troppo bene- Holmes avrebbe subito dedotto i suoi pensieri. Greg alzò di poco lo sguardo, quel tanto che bastava perché i suoi occhi si scontrassero con le labbra ancora increspate in un sorriso appena accennato di Mycroft; quelle labbra, quelle labbra così rosse e così invitanti; ancora? ma cosa aveva messo Mycroft quel giorno nella ciambella che gli aveva portato?

Quel giorno Mycroft era entrato -come ormai accadeva da parecchio tempo, fin troppo- nell’ufficio di Lestarde, elegante come sempre in un completo tre pezzi blu scuro, in mano aveva un raffinato sacchetto di carta -si solo Mycroft riusciva ad avere anche i sacchetti di carta raffinati- con all’interno la ciambella preferita di Greg e il caffè nero e senza zucchero, proprio come lo prendeva lui. Ad Holmes era bastata quella sola volta in cui avevano fatto colazione insieme da Starbucks per memorizzare i gusti di Greg; l’ispettore all’inizio era lusingato dal fatto, ma poi ricordandosi che infondo si trattava di un Holmes ritenne che la cosa fosse normale visto l’infinità di informazioni che avevano in quei dannati magazzini- o forse erano palazzi?- che avevano per mente. Greg lo aveva salutato con una stretta di mano e aveva ringraziato come sempre per la colazione, pensando che infondo era davvero un gesto carino per uno soprannominato IceMan. Poco dopo l’atmosfera si era fatta seria e i due stavano discutendo ovviamente del minore degli Holmes che sembrava essere sparito ancora. Greg era abituato ormai a trovare una soluzione con Mycroft riguardo tutti i guai combinati dal fratello- cresciuti esponenzialmente negli ultimi mesi, chissà per quale motivo- dopo ore erano finalmente arrivati ad una conclusione; entrambi erano stanchi e Greg aveva potuto notare i muscoli di Mycroft farsi sempre più rigidi, i pugni farsi stretti, le nocche sbiancare, le palpebre più pesanti, era teso e preoccupato; Greg sapeva bene quanto tenesse a Sherlock e avrebbe fatto qualsiasi cosa per farlo stare meglio, ma nonostante si conoscessero ormai da anni sapeva così poco di lui; così fece l’unica cosa che gli venne in mente in quel momento e cercò di rompere la tensione con una battuta:

“Beh Mycroft almeno tuo fratello ha lasciato perdere quell’idea del pirata…ti immagini gli inseguimenti per mare altrimenti”

Era stato proprio quello il momento. Il momento del sorriso, dello splendido sorriso di Mycroft. Greg non l’aveva mai visto prima, non che non l’avesse mai visto sorridere, ma gli altri erano solo sorrisi di circostanza, non erano mai stati veri; L’ispettore poteva vedere che erano finti anche a chilometri di distanza -non ci voleva Sherlock Holmes per capirlo- erano solo maschere che Mycroft metteva, perché lui al contrario del fratello sapeva come comportarsi in pubblico, come essere diplomatico. Quel sorriso però era un’altra storia, Greg era rimasto spiazzato perché ogni volta che cercava di comportarsi in maniera più umana con lui il rosso lo apostrofava sempre “Gregory, per l’amor del cielo, torna serio le battute non sono il tuo campo”. Invece quella volta Mycroft aveva abbassato lo sguardo verso l’angolo più lontano della scrivania, le sue labbra si erano stirate in quel sorriso bellissimo, e -Greg non era proprio sicuro- era arrossito un pochino, perché le lentiggini sulla guancia sinistra si erano mostrate più prepotentemente del solito. Oh le lentiggini di Mycroft, Greg le adorava, le aveva sempre adorate; lo rendevano un po’ più umano a parer suo. Greg in tutti quegli anni aveva imparato a capire Mycroft proprio da quelle lentiggini. Non c’era nulla che l’uomo di ghiaccio facesse trasparire, non un sospiro diverso, non uno sguardo incerto, mai! ma le lentiggini proprio non le poteva controllarle, e Greg aveva imparato che a seconda dei suoi stati d’animo quelle variavano.

Ad esempio quando era arrabbiato erano molte di più e molto più rosse; questo lo sapeva perché una volta aveva assistito ad un “litigio” tra lui e Sherlock. Mycroft non aveva mai alzato la voce, il suo tono era rimasto fermo e deciso così come i suoi occhi, ma le lentiggine lo avevano tradito -di questo solo Greg si era accorto-. Il D.I. di NSY avrebbe tanto voluto ridere, ma infondo quella volta Mycroft aveva ragione e lui era lì proprio per aiutarlo con quella causa persa di suo fratello, quindi si era trattenuto; poi mentre scendevano le scale Mycroft guardandolo di sottecchi gli aveva detto:

“Un giorno magari mi dirai perché hai quel sorriso idiota in faccia”

“Mmh…un giorno forse Mr ho-vinto-il-premio-gentilezza-Holmes…ma sai non sono l’unico ad avere dei segreti, e quelli su di te sono i miei preferiti ”


Poi Mycroft era corso fino alle scale e se ne era andato biascicando un “idiota” a denti stretti e a quel punto Greg era scoppiato a ridere.

Insomma gli occhi di Greg si erano posati per l’ennesima volta -o forse non gli aveva mai staccati- sulle labbra vermiglie di Mycroft. Poi era successo qualcosa -quella maledetta ciambella doveva sicuramente centrare qualcosa- si era accorto di quanto gli piacessero quelle labbra, di quanto gli piacesse vederlo così, allegro. Prima aveva sentito un nodo alla gola, una sensazione che non sentiva più da tanto tempo, poi invece era diventato più leggero, era riuscito a smorzare tutta quella tensione e aveva sorriso anche lui di rimando.Gli era piaciuto così tanto vedere Mycroft sorridere che ora avrebbe davvero potuto far fronte al mondo per vederlo di nuovo così; si sentiva più forte, più sereno, più tranquillo, si sentiva meglio. Tutto andava bene. Era così incredibilmente bello, e Mycroft era…

“Sei così bello quando sorridi davvero”

No non poteva essere successo, non poteva averlo detto davvero ad alta voce; -ma cosa succedeva oggi?- Eppure era convinto di averlo solo pensato, ma Mycroft si era irrigidito e l’aveva guardato storto, solo per questo Greg capì di aver pronunciato quelle parole non solo nella sua mente. Inoltre la sua mano era scivolata piano verso quella di Mycroft, che era appoggiata a metà della scrivania e con l’indice l’aveva appena sfiorata in un gesto tenero e delicato; delicato come Lestrade non era mai stato, come solo Mycroft lo faceva essere.
Bene! Ora Mycroft l’avrebbe sicuramente ucciso, forse prima lo avrebbe insultato e poi torturato lentamente oppure -cosa senz’altro peggiore- sarebbe andato via e non gli avrebbe più rivolto la parola. Però le lentiggini di Mycroft sulla guancia sinistra erano ancora più evidenti del solito; era arrossito ancora. allora forse…

“Gr-Grazie, Gregory”

E anche l’indice di Mycroft aveva esercitato una pressione leggerissima attorno a quello  di Lestrade. Erano rimasti fermi in quella posizione per interminabili attimi, semplicemente guardandosi negli occhi e sfiorandosi gli indici. Greg in tutto quel tempo sentiva il suo cuore battere così forte che temeva si strappasse dal petto. Poi Mycroft si era alzato:

“Bene direi che qui è tutto sistemato, ora se vuoi scusarmi dovrei andare, ho un’importante riunione e non posso tardare”

“Va bene, allora ti scrivo non appena ho qualche notizia di Sherlock…magari quel testone si decide a rispondere a tutti i messaggi che gli sto mandando”

“Non ci spererei troppo…mio fratello è più testardo di un mulo”

“Mi sottovaluti Mycroft…Non conosci ancora tutte le mie doti nascoste”

“Da quando sei diventato così modesto, Gregory”


-Oddio! il modo di pronunciare quel nome, un modo tutto suo che nessun’altra ha.-

“Beh! sai a stare con voi Holmes ho imparato che la falsa modestia è inutile”

“Sono contento di averti insegnato qualcosa, sai a volte sembri proprio senza speranze”

“Bene, bene… ora vai pure a quella riunione prima che tutte queste belle parole mi uccidano”

“D’accordo!…ah un’altra cosa: da domani niente ciambelle, ti rendono troppo smielato”

“Sicuro! Stavo giusto pensando la stessa cosa”


E Mycroft aveva sorriso ancora. Ancora il suo vero sorriso, ancora per l’amor del cielo, ancora.Poi se n’era andato.

Se Mycroft avesse osservato avrebbe sicuramente visto le mani un po’ sudate di Greg, le sue pupille dilatate, il fiato più corto, il volto più rosato del solito; ma quella volta Mycroft proprio non c’era riuscito ad osservare, era andato via velocemente con la mente troppo impegnata a reprimere i mille scenari che gli si proiettavano nel suo palazzo mentale invece di dedurre.

Così per la prima volta Mycroft Holmes aveva solo guardato, senza osservare.

Sarebbe sicuramente successo moltissime altre volte con Greg vicino.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Nothing Else Matters ***


CAPITOLO 2 - NOTHING ELSE MATTERS
So close no matter how far
Couldn't be much more from the heart
Forever trusting who we are
And nothing else matters
Never opened myself this way
Life is ours, we live it our way
All these words I don't just say
And nothing else matters
Trust I seek and I find in you
Every day for us something new
Open mind for a different view
And nothing else matters
Nothing Else Matters-Metallica





———————chiamata in uscita ANTHEA———————
“Anthea buongiorno, esco ora da NSY, manda la Limousine per favore”

“Certo Sir, arriva subito”

“Ottimo”

—————————chiamata terminata————————

L’aria fredda di Londra bruciava la faccia mentre aspettava la Limousine. Quell’aria pungente come aghi di pino era un sollievo; finalmente gli parve che il calore nelle gote andasse scemando. Oh buon dio Mycroft, arrossire come una ragazzina, non era possibile.
Londra in quei giorni era così bella, mancava poco a Dicembre, l’atmosfera era frizzante e un sole pallido sorgeva e tramontava a pochissime ore di distanza, lasciando la città illuminata dalla luce naturale per poco tempo. Dio, come era bella Londra, la sua Londra in cui si rispecchiava così tanto…gelida e affascinante. Di essere una persona affascinante Mycroft Holmes l’aveva sempre saputo, ma nessuno gliela aveva mai detto; Mycroft teneva tutti a distanza non permetteva a nessuno di avvicinarsi quel poco che bastava per rendersi conto di che persona interessante fosse. Era volutamente freddo, volutamente diplomatico e volutamente usava quel sorriso circostanziale che sapeva benissimo in molti avrebbero preso a pugni. Riusciva così bene a stare lontano da tutti; la certezza di non aver bisogno di nessuno è qualcosa di fantastico. Stava bene da solo, nessuno per cui preoccuparsi, nessuno da rimpiangere, nessuno per cui soffrire, nessuno da cui proteggersi e cosa più importante nessuno da cui essere ferito. Aveva una gran paura di soffrire, di stare male, forse perché era sempre stato troppo pigro anche per il dolore; così piuttosto che farsi estirpare il cuore da qualcuno aveva preferito congelarlo, come tutti i suoi sentimenti, in modo che mai nessuno avrebbe potuto distruggerlo; ovviamente il non stare male implica anche il non stare bene, questo perché nella vita non si può mai essere sempre tristi o sempre felici. Mycroft aveva deciso di negarsi entrambe le cose, ed era vissuto da sempre in questo limbo; Certo Sherlock era un’eccezione ma l’avere lo stesso sangue e le continue litigate erano una giustificazione sufficiente del suo continuo preoccuparsi per il fratello. Se da un lato era vero che Mycroft teneva tutti a distanza altrettanto vero era che nessuno aveva mai provato ad interessarsi a lui, nessuno aveva mai provato a scalfire quella corazza almeno per vedere se c’era del buono dentro; quindi  non era mai stato un peso tutta quella solitudine, era più una prigione senza sbarre, dove era libero di fare ciò che voleva. Poi però, molti anni prima -Oh cielo ormai più di una decina- aveva conosciuto Gregory Lestrade. Il poliziotto aveva ancora i capelli neri come una notte senza luna, era un bell’uomo dalla battuta pronta e con un coraggio fuori dal comune. Le cose con lui erano state diverse. Mycroft ovviamente l’aveva fatto prelevare non appena aveva saputo che il poliziotto aveva risolto un caso con l’aiuto del fratello.

“Buonasera ispettore, mi permetta di presentarmi sono Mycroft Holmes”

Gregory era così assorto a pensare che aveva dimenticato anche di stringergli la mano; nulla di meglio di avere a che fare con un londinese che non conosce le buone maniere, Mycroft non vedeva l’ora di sbarazzarsene.

“Holmes?…Holmes? Non sarà mica un parente di quel genio di Sherlock, cielo un Holmes credevo bastasse e avanzasse qui a Londra”

Aveva la minima idea di con chi aveva a che fare? come poteva essere così sfrontato.

“Già…ho sempre pensato anch’io ce ne fosse uno di troppo”

“Oh no, la mia era solo una battuta non mi permetterei mai di dire una cosa del genere; inoltre il fatto che suo fratello sia un po’ bizzarro non significa che lei lo sia. Mi scusi è un piacere per me conoscerla Mr. Holmes”


Gregory gli aveva finalmente teso la mano -calda e morbida- e Mycroft l’aveva rivalutato giusto un pochino, da cafone a persona qualunque.

“Un piacere certo. Comunque Sherlock è mio fratello, fortunatamente non sono come lui, ma tutti dicono che sono bizzarro, quindi la sua deduzione non è errata anche se non prettamente scientifica ”

“Spero che avrò il piacere io stesso di decidere se la mia teoria sia fondata o meno, mi piacciono le persone bizzarre, hanno qualcosa di diverso, di misterioso; a me piacciono i misteri!”

“Riguardo questo avrei una proposta da farle, denaro in cambio di informazioni”

“Scusi che genere di informazioni? dai salotti e uffici di questo club deduco che lei sia una persona ricca e forse anche piuttosto importante, io invece sono solo un poliziotto, che tipo di informazioni potrei darle che lei non abbia già”

“Vede detective è vero io guadagno abbastanza bene ma non sono per nulla potente, ho solo un piccolo impiego nel governo inglese; Vorrei informazioni su Sherlock Holmes, di qualsiasi genere”

“Mi scusi, ma si è scomodato così tanto solo per chiedermi questo? e poi denaro? vuole davvero pagarmi per avere delle informazioni su suo fratello? Senta io la capisco benissimo, non vorrei offenderla, ma guardandola credo abbia circa la mia età, invece Sherlock è più giovane; quindi lei è il fratello maggiore di Sherlock Holmes. I fratelli maggiori sono apprensivi per natura, in più per quel poco che ho visto Sherlock non è di sicuro una persona che si fa ben volere, dice tutto quello che pensa in faccia, questo non piace mai alla gente, immagino si cacci spesso nei guai e quindi lei sarà costantemente preoccupato per lui. Se una volta a settimana a tempo per una tazza di tè ci possiamo incontrare nel bar di fronte NSY così le racconterò tutto quello che combina; suppongo lei non chieda di persona forse per il troppo risentimento, troppo orgoglio”.


Mycroft era rimasto impressionato da Gregory, in pochi secondi l’opinione su di lui era stata rivalutata almeno una decina di volte. Non era per nulla stupido, ma soprattutto aveva capito al volo i suoi sentimenti, anzi l’unico sentimento che provava verso suo fratello.

“Notevole. Perché farebbe tutto questo gratis, perché è così gentile?”

“Non saprei, Sherlock è davvero un genio, mi fa piacere tenerlo occupato e ad essere sincero mi è anche molto utile; inoltre capisco cosa vuol dire preoccuparsi per qualcuno: non è un vantaggio, ma a volte è inevitabile; poi a pelle lei mi sta simpatico, mi fa piacere aiutarla”

“Devo correggere Sherlock, a NSY non sono tutti così stupidi”

“Oh certo no, non tutti ed ho ancora moltissime armi nel mio arsenale”

“Ah ma non mi dica! Sono curioso di scoprire le altre”

“Ogni cosa a suo tempo! ci vediamo la prossima settimana, Mycroft
….
….
…. Ah, avevi ragione prima, fortunatamente non sei come tuo fratello!”


Lestrade sorridendo era sgattaiolato fuori dall’ufficio del Diogene Club senza lasciare il tempo di ribattere, senza lasciare nemmeno il tempo di salutare. In meno di cinque minuti aveva detto che gli piacevano i tipi come Mycroft, lo aveva letto come un libro aperto, aveva detto che gli risultava simpatico e lo aveva salutato chiamandolo per nome. Nessuno si era mai permesso prima.
Gregory gli sembrava veloce, non un genio certo, ma mediamente intelligente, e poi era fortemente empatico. Quando Mycroft si accorse che stava avendo pensieri gentili nei confronti di un altro essere umano ricacciò indietro tutto e in lui si fece prepotentemente largo l’idea che infondo Gregory Lestrade era soltanto uno dei tantissimi pesciolini rossi in questo pianeta.

Questo era sempre stato Gregory per Mycroft, un pesce rosso. Ma Gregory -forse era il miglior pesce rosso del mondo- gli era sempre stato accanto, lo aveva aiutato ogni volta che Sherlock attraversava il tunnel della droga, l’aveva persino consolato quando era andato storto qualcosa con MI6, era sempre lì nei momenti più bui e in quelli più luminosi. Mycroft non si era mai aperto così tanto con nessuno, eppure Gregory non sapeva quasi nulla di personale su di lui, non conosceva i suoi dolci preferiti, i gruppi musicali che amava, cosa preferiva leggere, se praticava qualche sport, da che parte del letto dormiva. Nulla, Mycroft non aveva mai raccontato niente che lo rendesse vulnerabile.Era uno di quelli esemplari rari e delicati, che si concedono poco alla volta. Però si fidava di Gregory, di loro insieme, perché ogni giorno con Gregory era diverso, c’era qualcosa di nuovo ad ogni incontro e questo lo attirava irrefrenabilmente. Lestrade era una scoperta, parola dopo parola lo stupiva di continuo. Era interessante osservarlo più di ogni altra cosa. Ma ciò che più piaceva a Mycroft -non l’aveva mai ammesso a se stesso- era che anche Gregory si divertiva ad osservarlo, prova a dedurre qualcosa dal viso gelido e dall’aria imperturbabile e sorprendentemente ci riusciva in qualsiasi caso. A volte nemmeno Mycroft era sicuro di quello che provava ed invece Gregory lo sapeva con assoluta certezza. Lestrade era strabiliante come nessun altro pesce rosso era mai riuscito ad essere prima.

Nient’altro importava.

Mentre il vento gli sferzava gli zigomi e gli occhi vagavano in alto verso la finestra dell’ufficio di Lestrade, Mycroft si disse che sta volta ci avrebbe provato ad essere un po’ più umano con l’unica persona che lo trattava come se davvero lo fosse, con l’unica persona in grado di fargli cambiare idea su di lui 10 volte in 5 minuti, con l’unica persona che lo avesse fatto sorridere veramente, con l’unica persona che lo avesse fatto persino arrossire, con l’unica persona che gli aveva detto che era bello -e dentro quel bello Mycroft era riuscito a leggere le altre mille parole che a Gregory non erano uscite-.
Perché anche se non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce c’era qualcosa di speciale in Gregory Lestrade…

…e nient’altro importava.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Let Yorself Go ***


Angolo Autrice: Questo nuovo capitolo è un po' diverso dagli altri perchè è completamente Text!Fic (?) è un modo di scrivere che mi piace molto e che trovo scorrevole quindi ci sarà anche nei capitoli successivi. Vi lascio alla lettura e spero vi piaccia. Un enoooorme ringraziamento a tutti quelli che hanno recensito la storia, a chi segue e a chi l'ha aggiunta tra i preferiti e anche ovviamente a chi l'ha semplicemente letta. Bene dopo lo sproloquio vi lascio alla lettura :)




CAPITOLO 3 - LET YOURSELF GO
Shut your mounth ‘cause you’re talking too
Much
And i don’t give a fuck anyway
You always seem to be steppin’ in shit
And all you really do is complain
Hitch ‘a ride, tell ‘em all you like
Small minds tend to think a like
Shut your mounth ‘cause you’re talking too
Much
And i don’t give a fuck anyway
Let yourself go, let yourself go, let yourself go
Let yourself go, let yourself go, let yourself go
Let Yourself Go-Green Day


———SMS A SHERLOCK HOLMES————

Sherlock per favore vuoi degnarti di rispondere GL

Almeno avvisa se stai bene GL

Tuo fratello è preoccupato per te GL

Lo sono anche io GL

Diamine Sherlock, perché non rispondi GL

Ti rendi conto che per quanto ne sappiamo noi potresti anche essere morto GL

Ti ordino di rispondere GL


————SMS A SHERLOCK HOLMES————

Torna a Baker Street JW

Mi manchi JW

Se ti manco non avresti dovuto andartene SH

Lo so JW

Se torni ne possiamo parlare JW

Rientro tra qualche giorno SH

Grazie! Per favore rispondi a Greg JW

Greg? SH

Lestrade…la tua memoria è vergognosa su alcune cose :) JW

Ora rispondo! Smettila con quelle faccine SH

Non ti piacciono? JW

Certo che mi piacciono e mi mancano SH
————non inviato————

Mi piace tutto quello che riguarda te SH
————non inviato———

Sembri maturo quanto un adolescente con quelle faccine SH

Tu mi rendi stupido come un adolescente JW
————non inviato————

Torna testone! Mi sei mancato JW

Anche tu, John SH


—————SMS A GREGORY LESTRADE—————

Che cosa vuoi Gavin? SH

*Greg. Sapere come stai, brutto imbecille sono settimane che non ti fai sentire. GL

Beh eccomi e modera il linguaggio di grazia SH

No ora tu stai zitto e mi ascolti GL

Grahm smettila SH

Greeeeeeg GL

La prossima volta che ti permetti di fare una cosa del genere giuro che scopro dove ti trovi e ti spacco la faccia con le mia stesse mani GL

Non c’è alcun bisogno di essere così rudi SH

Si invece! Hai idea di come stia tuo fratello? GL

Lui non lo ammetterebbe mai, ma gli si spezza il cuore ogni volta che tu vai via così e sembri sempre dannatamente morto GL

Devi smetterla cazzo! Eravamo entrambi terrorizzati GL

Forse tu! Mycroft no di certo SH

Anche Mycroft è umano per quanto lui odi ammetterlo GL

Ma non sta certo male per me SH

Lui si preoccupa per te continuamente GL

Odio vederlo star male GL
———non inviato———

Smettila di farlo preoccupare GL

D’accordo SH

Tu come stai? GL

Come sempre SH

Male, senza John SH
———non inviato———

Sherlock devi provare a lasciarti andare GL

….a lasciarlo andare GL

Fa un male cane SH
———non inviato———

Non ci riesco e non voglio SH
———non inviato———

é difficile SH

Lo so Sherlock… ma non puoi fare così solo perché lui è andato via GL

Non solo per questo… SH

Cos’altro c’è? stai architettando qualcosa? un caso? GL

Circa…una specie di caso da risolvere SH

Torna a casa adesso GL

Ok SH

Non ti capirò mai….geniaccio che non sei altro GL

Spero che un giorno tu capisca SH



——————SMS A MYCROFT—————

Tuo fratello sta bene GL

Ottimo MH

Torna a casa tra pochi giorni GL

Perfetto MH

Smettila, Mycroft GL

Scusa? MH

Smettila di fingere che non ti importi. Lo sai, con me non hai bisogno di fingere GL

Sì, lo so MH

Come ti senti? GL

Sollevato, sono contento che stia bene MH

Sta volta non si è messo nei guai, almeno! GL

Per questa volta siamo stati fortunati MH

Già…però mi ha parlato di un caso che deve risolvere GL

Indagherò MH

Non avevo dubbi Mr Governo Inglese :P GL

Gregory, per l’amor del cielo, smettila MH

:)
:D
:P
;
<3 GL

Sei un idiota MH

Un idiota che però ti piace GL
———non inviato———

Se ti faccio ridere va bene anche idiota GL
———non inviato———

Scusa non le invierò più se ti infastidiscono tanto GL

Davvero non capisci che scherzo? MH
———non inviato———

Fa come vuoi, se in dieci anni non ti ho tolto questo vizio, non posso pretendere di farlo ora MH

Parli come una vecchia moglie GL

Così mi offendi MH

Ah tanto è inutile provare a farti ridere…vero? GL

Tu mi fai sempre ridere, Gregory MH
———non inviato———

Ridere è noioso e per niente utile MH

Giuro su Dio che ti farò cambiare idea GL

Sfida accettata MH

Domani ci vediamo al solito posto? GL

Oggi è martedì, di solito ci vediamo il venerdì. E poi Sherlock sta bene MH

Ho voglia di vederti GL

Anch’io MH
———non inviato———

Va bene MH
———non inviato———

Se proprio non puoi farne a meno MH

NO!! non posso :) GL

A domani Gregory-non-mangerai-più-ciambelle-in-vita-tua-Lestrade MH

Lo vedi che sei anche simpatico GL

NOTTE MH

Buonanotte, Mycroft GL

Sogni d’oro, Gregory MH


 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** I See You ***


CAPITOLO 4 - I SEE YOU
I’m standing across from you
And dreaming of the things I do
I don’t speak, you don’t know me at all
For fear of what you might do
I say nothing but stare at you
And I’m dreaming
I’m trippin’ over you
Truth be told
My problems solved
You mean the world to be but you’ll never know
You could be cruel to me
While we’re risking the way that I see you
That I see you
Conversations, Not me at all
I’m hesitating Only to fall
And I’m waiting, I’m hating everyone
Could it be you fell for me?
And any possible similarity
If its all, how would I know?
You never knew me at all but I see you
But I see you
I See You-Mika




————SMS A GREGORY LESTRADE————

Io sono arrivato, solito tavolino infondo al locale MH

Arrivo! Scusa il ritardo GL

Colpa di quella testa vuota di Anderson GL

Spicciati MH

Un attimo Sir. GL

Ti aspetto per ordinare MH

Grazie GL


Gregory arrivò circa dieci minuti più tardi dell’orario concordato. Mycroft era seduto sulla panca attaccata alla parete dalla quale poteva vedere l’intero locale e controllare l’ingresso. Mycroft guardava in basso facendo compiere alla punta dell’ombrello piccoli cerchi sul pavimento. Quando sentì la porta del pub aprirsi il suo sguardo volò fino a scontrarsi con quello di Greg. Appena lo vide capì subito che non era di buonumore, probabilmente quella testa calda di Anderson lo aveva tormentato ancora. Mycroft col tempo aveva capito che non gli piaceva incontrare Gregory quando quest’ultimo era di pessimo umore, perché finivano sempre per litigare. Una delle qualità principali del detective era la pazienza -e la bontà, oh si era infinitamente buono- quindi Mycroft poteva non solo essere sé stesso, ma addirittura ostinarsi a risultare antipatico perché sapeva che Gregory avrebbe comunque riso e avrebbe cercato di far ridere anche lui; c’erano state delle volte -giornate storte in ufficio, separazione con la moglie, insulti di Sherlock- in cui Gregory si stancava e gli rispondeva male andando via dicendo che con lui era impossibile ragionare. Non che a Mycroft importasse -non gli importava nulla che avesse a che fare col genere umano- ma preferiva non litigare con Gregory -ovvio era pur sempre un gentleman inglese-.
Greg si lasciò cadere pesante sulla sedia, le mani andarono involontariamente a fasciargli la testa, la ruga al centro della fronte più profonda del solito, era sfinito.

“Ehi ciao, Mycroft”

Mycroft pensò che davvero Gregory aveva il potere di stupirlo di continuo. Era chiaramente sfiancato da una pesante giornata in ufficio, aveva almeno 17 prove diverse da addurre alla tesi di “Gregory sfinito”, eppure ora era lì con lui che cercava di rilassarsi e gli aveva sorriso come se la sua giornata fosse migliorata repentinamente. Mycroft optò per un gesto del capo come saluto, non era maleducazione, ma a volte credeva davvero che la sua voce avrebbe potuto tradirlo in presenza di Gregory e risultare rotta dall’imbarazzo.

“Dai davvero…fuori c’è un sole stupendo”

Disse Gregory divertito indicando l’ombrello di Mycroft.

“Londra è incredibilmente volubile, può cambiare idea da un momento all’altro. Una bella giornata può trasformarsi in orribile….  ”

“…Se incontri Anderson”


Lo interruppe Greg.

“Beh immagino di si da quello che dite sempre tu e mio fratello su di lui. In che maniera è riuscito a importunarti oggi?”

“Ormai sono tre giorni che si apposta fuori dal mio ufficio e non appena esco cerca di convincermi a far parte di quel suo ridicolo fanclub”

“Ah… ne ho sentito parlare; qualcosa del tipo “I believe in Sherlock Holmes”… non sono sicuro…”

“Sicuramente qualcosa che non voglio più sentire”

“Capisco… e tu cosa hai risposto?”

“Ovvio”

“Ovvio?”

“Certo! non lo sai?”

“Gregory, io deduco non leggo il pensiero”

“Gli ho risposto che io preferisco l’altro fratello”


Mycroft appena udì quelle parole prima impallidì e poi arrossì violentemente, distolse lo sguardo e mise un mano davanti alla faccia facendo finta di grattarsi il naso per coprire le lentiggini -quelle maledette lentiggini- ormai era qualche tempo che sospettava che a volte Lestrade capisse le sue emozioni dal variare delle lentiggini.

“Gregory quando la finirai di dire idiozie?”

“E ora perché mi rispondi così…ho solo detto la verità

e non coprirti ho visto che sei arrossito”

“Ti sbagli, io non arrossisco!”

“No non lo fai, ma quando sei in imbarazzo le tue lentiggini sulla guancia sinistra sono più evidenti”


Gregory aveva ragione, Mycroft lo sapeva bene. Per un momento non seppe come controbattere; averlo davanti lo confondeva, ormai erano parecchi giorni che si era accorto di questo fatto e non gli piaceva per niente. Si sentiva più lento, più distratto, più…stupido. Mycroft davvero non poteva sopportarlo, non poteva credere di non riuscire a controbattere nulla di fronte quell’uomo , che lo guardava divertito. Stette a fissarlo ancora per attimi interminabili. Lestrade era oggettivamente un bell’uomo e poi aveva questi occhi così scuri e profondi e pieni di calore in cui Mycroft si era perso milioni di volte durante le lunghe riunioni in ufficio; così profondi, così belli e così diversi dai suoi occhi glaciali. Mycroft credeva che quegli occhi non potessero non essere pieni d’amore. Non poté fare a meno di chiedersi se in quello sguardo ci fosse un po’ d’amore anche per lui, infondo era legittimo domandarselo perché Gregory era l’unica persona che si mostrava volontariamente gentile con lui. Chissà se magari a Gregory sarebbe mai potuto piacere una persona senza sentimenti come Mycroft Holmes. Forse non importava poi molto, anzi non importava per nulla -Buon Dio era l’uomo di ghiaccio- non importava cosa la gente pensava di lui…. Però Gregory era così diverso dalla gente.
Perso nei suoi pensieri non si accorse che Gregory si era fatto scuro in volto e gli aveva posato una mano sulla spalla -di questo se ne accorse eccome perché gli parve di andare a fuoco sotto quel tocco- poi Gregory gli parlò piano, quasi sussurrando.

“Ehi…non volevo farti arrabbiare o metterti in imbarazzo. Mi dispiace. A volte parlo come se le mie considerazioni fossero certezze, ma io non sono intelligente come te; ho sicuramente immaginato quella cosa delle lentiggini quindi ti chiedo scusa”

“Gregory tu sei intelligente, non farmelo più ripetere, perché sono anni che te lo dico; e poi hai ragione su tutta quella teoria delle lentiggini; è vero. Non ti sbagli mai quando si tratta di me ”

“Certo che non mi sbaglio se si tratta di Mycroft Holmes, non immagini quanto io mi impegni per non sbagliare su di te; cerco di osservarti sempre, di capire il più possibile”

“Perché mai lo faresti?”

“Beh sei interessante, quando ti vedo migliori la mia giornata e poi ti ho già detto che sei il mio Holmes preferito, no?”

“Certo che lo sono, mio fratello non fa altro che insultarti”

“Già…mentre tu invece capisci quanto io sia geniale”

“Sì, quanto tu sia genialmente un idiota”


Si erano guardati ed avevano riso entrambi. Gregory aveva stretto un po’ la prese sulla spalla attirandolo impercettibilmente verso di sé durante la risata. Poi aveva lasciato la presa, pensando che fosse aveva indugiato anche troppo; Mycroft aveva guardato la sua mano scendere lentamente dal proprio corpo e tornare sul tavolo e aveva sentito freddo; un freddo insolito dentro le ossa; lo guardava ed aveva freddo. Si lasciò sentire un gemito impercettibile che Gregory non notò.

“Allora vuoi sapere cos’ha combinato quello strambo di tuo fratello?”

“Lo so già, Gregory. Ho ricevuto un rapporto dettagliato sta mattina con tutti i suoi spostamenti degli ultimi giorni”

“Immagino anche tu sappia perché sia andato via”

“Mmmm…no, noia suppongo”

“No, Mycroft. Andiamo come puoi non capirlo, un uomo intelligente come te”

“Se non lo capisco si tratterà di qualcosa di sentimentale, tu sei l’esperto delle cose inutili, quindi forza ILLUMINAMI”

“Davvero non hai capito che è per John”

“Lo immaginavo”

“Forse qualcosa ti sto insegnando anche io allora”


Greg gli aveva sorriso e ancora la sua mano era scivolata verso la sua in un tocco delicato e leggero, che a Mycroft apparve estremamente intimo;

“Tu mi insegni cose che non so ogni giorno Gregory, ti sono grato per questo”

“Ehi ehi e tutte queste smancerie, sei per caso ubriaco?”

“Sei impossibile…”

“Sì, sono il tuo caso impossibile Mycroft!”

“No, sei il mio idiota”


Oh Dio del cielo, perché mai l’aveva detto. Lui non era il tipo di uomo che si lasciava andare a certe smancerie, tra l’altro del tutto fuori luogo -Lestrade sicuramente non avrebbe apprezzato- perché era così stupido ultimamente e -diamine- perché aveva l’impellente desiderio di baciare Gregory. Distolse lo sguardo vergognandosi e istintivamente ritrasse la mano. Temeva quello che poteva fare Lestrade dopo quel “mio” se ne sarebbe sicuramente andato, perché nessuno vuole essere “di Mycroft Holmes”. Improvvisamente sentì ancora quel calore di poco prima sta volta più intenso, guardò in basso e vide Gregory stringere dolcemente la sua mano e poi gli sussurrò avvicinandosi un poco all’orecchio:

“Certo che lo sono, Mycroft”

Erano rimasti immobili per svariati minuti, senza dire una parola; il calore della mano di Gregory era così forte che il maggiore degli Holmes credette per un attimo che gli avesse scaldato anche il cuore. Holmes sapeva a cosa si riferiva il poliziotto con quel "certo che lo sono", continuava a guardare Greg, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, lo fissava cercando di studiarlo, mentre non riusciva più a dedurre nulla dell’ispettore.
Poi Mycroft aveva ritratto la mano con delicatezza e gli aveva sorriso debolmente.

“Dai ora finiscila con queste cose da quattordicenne innamorata e dimmi perché sono qui”

“Tze…Quattordicenne non lo sono proprio per niente, purtroppo”


Mycroft non colse appositamente il sottotesto di quelle parole. Impossibile.

“Gregory…!”

“Mycroft…!”


Tutto sommato adorava il tono canzonatorio che aveva Gregory nel ripetere il suo nome quando lui lo chiamava con aria scocciata; Mycroft sapeva che a Greg non piaceva il suo nome per intero, ma non sentiva tutta questa confidenza per chiamarlo semplicemente “Greg”, lui odiava i soprannomi o i nomignoli, non permetteva nemmeno a sua madre di chiamarlo “Myc”; poi Gregory era un nome così bello -non gliel’aveva mai detto ovviamente- che valeva la pena pronunciarlo per intero.

“Ispettore vuole dirmi cos’ha in mente?”

“D’accordo…vorrei far riavvicinare Sherlock e John, vuoi aiutarmi?”

“Non penso sia una buona idea immischiarsi nei loro aff-…”

“Oh andiamo Mycroft, tu adori immischiarti soprattutto se si tratta di tuo fratello”

“Io mi preoccupo per lui, ma non mi interessano i sentimenti”

“Eh dai Mycroft… fammi questo favore”


Greg inchiodò i suoi grandi occhi color cioccolato a quelli azzurrissimi di Holmes. NO! proprio non esisteva al mondo che Mycroft Holmes si fosse abbassato a fare una cosa tanto stupida. Era il Governo Inglese, mica Cupido. Cosa si era messo in testa Gregory? Pensava forse bastasse scoccare due frecce qua e là perché tutti fossero felici. Inoltre la questione tra Sherlock e John era delicata c’era Mary di mezzo e una bambina. A lui piaceva spiare, ordinare e dominare, ma non era convinto che questa volta imporre il suo volere fosse la scelta migliore. No, era definitivo, quella volta Greg non l’avrebbe convinto in alcun modo.
Mycroft notò lo sguardo di Greg farsi sempre più stretto su di lui, come una morsa che si chiude lentamente. Lo stava portando al limite, ne era consapevole, quelle pupille gli ottenebravano il cervello, gli facevano perdere le capacità cognitive; stava per cedere, quando all’improvviso Gregory si voltò verso il bancone e cercando lo sguardo del barista ordinò:

“Due tazze di te e due fette di torta, per favore”

“Perché mangi due fette di torta Gregory? ”

“Oh Mycroft, una è per te”

“Sai che non mangio dolci”

“Invece oggi lo farai, dobbiamo festeggiare il fatto che sono riuscito da solo a far tornare a casa Sherlock ”

“Non penso sia tuo il merito, credo centri un certo dott-…”

“Ora mangia questa torta e sta zitto, Mycroft”


Greg rise. Mycroft era oltraggiato; Gregory gli teneva sempre testa, lo interrompeva -odiava essere interrotto-, lo zittiva -odiava essere zittito-, gli dava ordini -lui non prendeva ordini dalla…gente. Era troppo decisamente troppo. Avrebbe dovuto dire qualcosa, ma non aprì bocca. Tutto sommato aveva un po’ di timore della reazione di Lestrade, non voleva che fraintendesse, non voleva che cambiasse il modo che aveva di guardarlo, perché solo il SUO modo di guardarlo lo faceva sentire vivo come non era mai stato e -più di ogni altra cosa- non voleva che lo abbandonasse. Mycroft sapeva che per Gregory lui non era solamente l’elegante uomo con l’ombrello che aveva un diavolo come fratello. Per Gregory Mycroft veniva prima di Sherlock, prima di chiunque altro; sapeva che nutriva affetto nei suoi confronti, che si preoccupava per lui, che gli stava vicino e per quanto tutto questo sembrasse ad Holmes estremamente sbagliato e ridicolo, proprio non poteva farne a meno. Non voleva.
Greg era affamato e divorò la torta, poi riprese a parlare:
 
“Comunque mangiala pure senza sentirti in colpa, rimedieremo domani”

“Cosa hai intenzione di fare domani, scusa?”

“Te la farò smaltire io…”

Mycroft sentì un brivido che dalla nuca gli percorse piano tutta la schiena. Maledetto Lestrade ora faceva anche il malizioso.

“Ah sì? e in che modo?”

“Domani mattina vieni a correre con me!”

“Vedi Gregory, a casa ho un tapis roulant e serve proprio per correre senza dover uscire…sai i rumori… la gente…”

“Sì, ma domani ci sono io e quindi vieni a correre con me!”

“No che non verrò”

“Mycroft, non era una proposta. Tu vieni a correre con me domani mattina, punto. Passo a prenderti a casa, conosco un posto stupendo per andare a correre”

“Io non prendo ordini dalla gente”

“io non sono la… gente”


Perché, perché gli teneva ancora testa. Cocciuto di un Lestrade. Mycroft per la prima volta non aveva più la forza di tenere alzate tutte le difese, era impossibile con Gregory, era troppo insistente, lo leggeva troppo bene, capiva i suoi punti deboli troppo velocemente, e lo intrigava molto, Dio come lo intrigava. E poi come faceva a rimanere così impassibile -proprio con lui che era maestro d’impassibilità- ed era così sicuro di sé. Era così palese che Gregory gli interessasse? come faceva lo yarder a non dubitare nemmeno un po’.
Mycroft perso in tutti quei pensieri non notò la fronte di Lestrade imperlata di sudore e la voce fattasi un po’ più roca a quella affermazione.
Non si ricordò bene come, ma all’improvviso erano già fuori dal locale e il vento di Londra era tornato a colpire e lenire il suo volto. Guardò fisso negli occhi Greg. Riuscì a mantenere uno sguardo serio, di ghiaccio, ragionò a mente fredda aiutato dal gelido vento. Poi sussurrò così piano che Greg stentò a sentirlo; la sua voce mescolata al vento:

“Se lo desideri posso aiutarti con Sherlock”

Questo lo disse non perché avrebbe significato passare più tempo con Lestrade -cosa che non gli dispiaceva-, ma perché  voleva bene a suo fratello e, come Greg, sapeva che stare con il dottore era l’unica cosa che lo poteva rendere felice. Il suo sguardo era ancora incatenato agli occhi dell’ispettore, nessun imbarazzo sul suo volto, nessuna lentiggine; Greg aveva ragione e lo avrebbe aiutato.
Improvvisamente Greg spostò impercettibilmente la testa a sinistra, si avvicinò pericolosamente a Mycroft, tanto che poteva sentire il suo fiato caldo sul viso, e con estrema delicatezza posò le sue labbra sulla guancia di Mycroft in un tocco appena percettibile ed estremamente intimo, la guancia di Mycroft era morbida e fresca, le labbra di Lestrade un po’ screpolate dal vento gli fecero provare una sensazione inebriante come una piccola scossa elettrica.

“Ciao, Mycroft”
 
Greg si voltò veloce e quasi scappò via. Lasciando per l’ennesima volta un Mycroft Holmes spiazzato a domandarsi che cosa gli aveva fatto quell’ispettore. “Cosa mi hai fatto Greg”. Maledetto, maledetto Lestrade. E mentre si voltava e guardava verso un pallido sole per la prima volta gli balenò l’idea che al mondo forse non c’erano solo pesci rossi. Oh sì, Greg era davvero speciale…


"Ciao, Gregory caro"

le parole si persero tra i suoni del vento.



————— SMS A MYCROFT HOLMES—————

Allora hai preparato il completino per andare a correre GL

Io non uso un completino, uso una tuta MH
E comunque sei proprio uno stupido MH

Andiamo…Tu corri con quei “cosi” aderenti…è un completino XD GL

Sono leggings sportivi razza di idiota, informati MH
Ti proibisco l’uso delle faccine MH

Come vuoi… immagino che quando gli indossi ti guardino tutti mentre passi correndo XD GL

Gregory io corro sul tapis roulant MH
 E poi nessuno sarebbe interessato a guardarmi MH

Io lo sarei GL
———non inviato———
Non dire cazzate hai un bel corpo…ti alleni sempre GL
Non immagini cosa vorrei fare a quel corpo GL
———non inviato———

Evita questo turpiloquio MH

OK, MAMMA GL

Ma cosa devo fare con te MH

Non si può fare altro che volermi un gran bene, sono adorabile GL

Vai a dormire MH

So che pensi che lo sia GL

Non lo penso affatto, ora dormi altrimenti domani ti semino al primo chilometro MH

Pff… avrei una battuta, ma evito GL

Ora dimmela MH

Non ci penso proprio GL

Dimmela subito MH

Mi piace quando ti tengo sulle spine, sei curioso vero? GL

Ti odio MH

No invece GL
Mi vuoi bene GL
Mooooolto bene GL
Ora non mi rispondi più? GL
Ooooh e va bene, scusami GL
Dai Mycroft…SCUSA GL
Sei infantile quando non rispondi ai miei messaggi GL
Non lo sopporto GL
Se non ti volessi bene giuro che ti prenderei a padellate in faccia GL
Ovviamente non lo farei mai… Scusa, ti prego….Uff :( GL




Buonanotte, Mycroft GL

Sogni d’oro, Gregory MH



:) GL

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** My Type ***


CAPITOLO 5 - MY TYPE
Take a look around the room
Love comes wearing disguises.
How to go about and choose?
Break it down by shapes and sizes.
I'm a man who's got very specific taste.
You-you-you're just my type
Oh, you got a pulse in you, are breathing
You-you-you're just my type
I think it's time that we get leaving
You-you-you're just my type
When there's loving in the air,
Don't fight it, just keep breathing.
I can't help myself but stare
Double check for double meanings.
I'm a man who's got very specific taste.
My type - Saint Motel





La sveglia strillò che Greg era già sveglio seduto sul letto, le spalle e la testa poggiate sulla testiera morbida. Fece scivolare la mano in un gesto stanco per spegnerla, segnava le 5.00; aveva dormito poco e male, il pensiero di Mycroft lo aveva torturato per tutta la notte; succedeva sempre quando non era con lui. Aveva paura di aver osato troppo, sapeva che bastava davvero poco per fare irritare Holmes, uno sguardo troppo lungo, poche parole di troppo, una battuta da evitare e forse Mycroft non gli avrebbe più parlato. Era così difficile capire cosa gli balenasse in mente, con quegli occhi di ghiaccio e con quel cuore di ghiaccio. Greg si sforzava ogni volta di essere il più interessante possibile; Mycroft era un uomo fantastico, era geniale ancor più di suo fratello mentre lui era un semplice poliziotto. Gregory non aveva mai temuto le sfide, era sempre stato coraggioso, aveva fatto carriera a NSY perché era sempre il primo a fronteggiare il pericolo, a fare irruzione e a volte beccarsi anche qualche pallottola. Per questo motivo quando si trovava di fronte a Mycroft riusciva sempre a farsi valere, a fronteggiarlo e qualche volta persino ad imporsi. Inoltre, c’era da aggiungere, che per chissà quale motivo Mycroft lo faceva sentire stranamente bene, stranamente in pace, non era mai ansioso con il suo sguardo cucito addosso, mai dubbioso quando  gli parlava.
Tuttavia tornato a casa iniziava a rimuginare, a ripensare a tutti i suoi gesti, alle sue parole, agli sguardi, ai sussurri e ai battiti mancati, consapevole che Mycroft sapeva cogliere con facilità tutto quello.
Maledizione che tortura, che continua tortura e che dannato enigma era Mycroft Holmes.
Iniziò a vestirsi in fretta, con quella fiumana di pensieri in testa, infilandosi la prima tuta che trovava. Una volta uscito frugò nella tasca della giacca per cercare le chiavi dell’auto, salì in macchina e prima di metterla in moto prese il cellulare.


————SMS A MYCROFT HOLMES————

Sto arrivando, spero non sia troppo presto e di non averti svegliato GL

Sono già sveglio, non ho dormito molto sta notte MH

Cinque minuti e scendo MH

Sei stato male? Non hai dormito, perché ? GL

Niente di importante, solo… pensieri MH

Immagino che il governo inglese sia pieno di pensieri GL

Gregory, non penso sempre al lavoro MH

Interessante… GL

Cosa? MH

Tu! Tu sei interessante :) GL

Oh buon Dio, muoviti, fa freddo MH

Potevi aspettarmi dentro GL

Arrivo subito, Mycroft GL



“Ciao Mycroft…”

“…Gregory”


Mycroft scivolò nell’auto con una mossa fluida ed elegante e richiuse in fretta la portiera. Mycroft riusciva a risultare elegante in tutto ciò che faceva, anche nei gesti più banali, anche quando era in tuta, era sempre bellissimo ed affascinante; era come un serpente che si muoveva lento, con gesti ben calcolati ed ammaliava le sue vittime, fino ad ipnotizzarle, fino a farle cadere. Non che Gregory si sentisse una vittima -non si era sentito così nemmeno quando lo sequestrava le prime volte- ma si sentiva ammaliato da quell’uomo -fottuttamente ammaliato Cristo-.
Greg rimase a fissare Holmes ancora per qualche attimo e si accorse che stava tremando.

“Ora accendo l’aria calda, sei uno sprovveduto dovevi aspettarmi a casa, così starai male!”

“Non importa…avevo bisogno dell’aria fredda per schiarirmi le idee, adesso smetti di parlare come mia madre e metti in moto”

“Sissignore!

Guarda è ancora molto buio

Vedremo l’alba insieme oggi”

“Dio come sei sentimentale è solo un fenomeno come un altro, la terra gira, il sole sorge ancora, e ricomincia un altra noiosa giornata, succede ogni 24h non lo sapevi?”


Greg decise di non dar retta alle lamentele dell’uomo accanto a lui. Sapeva che in realtà Mycroft non la pensava davvero così e che almeno un po’ era felice di essere con lui, altrimenti non avrebbe mai accettato la sua proposta. Gli Holmes fanno solo ciò che vogliono fare. Inoltre lamentarsi era proprio nel suo carattere, lo faceva apposta perché sapeva che Greg era paziente con lui. I loro caratteri erano totalmente opposti, la spensieratezza di Greg alleggeriva il cinismo di Mycroft, mentre l’immensa serietà di quest’ultimo rendeva il poliziotto più riflessivo e meno irruente. Si completavano davvero, non era solo una di quelle frasi fatte, perché a Mycroft andava bene puntualizzare di continuo e vanificare i sentimentalismi di Greg, e lo yarder non si sarebbe mai stancato di insistere.
Quindi come ogni volta Greg sospirò, roteò gli occhi e poi tornò a parlare.

“Hai mai guardato l’alba?”

“Mmh… no… non a Londra almeno. Ogni tanto ho dovuto agire sul campo in alcune missioni, in paesi lontani, troppo freddi, o troppo caldi. Erano volte in cui le notti non finivano mai e agognavo l’alba. Non so forse era troppo desiderata per ammirarla davvero. Poi tra un complotto di stato e una sparatoria non ho mai avuto il tempo… ”

“E a Londra invece, perché no?”

“…forse perché non mi chiamo Gregory Lestrade… Anche quando sono sveglio a quest’ora rimango in camera al buio, mica sono un romantico come te”

“Hai proprio bisogno di un romantico come Greg Lestrade

sono contento di guardare l’alba con il mio migliore amico comunque”

“amico? migliore amico?”

“Solo tu riesci a dire una parola bella come amico con quel tono di stizza! Sei davvero impossibile, Mycroft. Senti non so se “migliore amico” sia la definizione corretta, ma so che sei la persona che conta di più per me. Mia moglie non l’ho più né vista né sentita dopo la separazione, non ho figli, i miei genitori sono lontani, e tu  sei la persona con cui mi trovo meglio, non sei solo un collega e no….so cosa stai pensando…non sei un mio superiore e non sono nemmeno il controllore di tuo fratello. Quindi non voglio etichettare per forza il nostro rapporto, tu sei solo quello che conta di più ”


Mycroft sembrò scosso a quella dichiarazione, anzi se Greg avesse potuto scegliere un termine per descriverlo in quel momento avrebbe optato sicuramente per sconvolto; si era girato verso Greg con gli occhi completamente sgranati e lo fissava come per voler capire se il poliziotto stesse effettivamente dicendo il vero. Greg lo lasciò fare dal momento che era sicuro delle parole appena dette e la reazione così fuori dai canoni di Mycroft lo aveva anche divertito; con la coda dell’occhio lo vide girarsi piano di nuovo verso il parabrezza e guardare un punto indistinto. Nella vettura calò il silenzio, ma non era né pesante né imbarazzante era solamente uno dei tanti silenzi che Lestrade aveva imparato a rispettare e a comprendere. Probabilmente Mycroft si era chiuso nel suo Mind Palace come faceva il fratello.
Arrivarono al parco circa venti minuti dopo e Greg parcheggiò l’automobile e non appena fece per voltarsi, dovette davvero fare violenza su sé stesso per non scoppiare a ridere. Mycroft si era addormentato durante il viaggio, il collo incassato nelle spalle, le braccia incrociate, le gambe accavallate. “Cavolo Mycroft riesce ad essere mortalmente serio anche mentre dorme” pensò Greg ridacchiando; tuttavia non poteva fare a meno di pensare che con i lineamenti insolitamente rilassati Mycroft aveva una sorta di aria angelica. Si prese ancora qualche secondo per guardare il viso del suo amico -ehm amico certo- poi con tutta la buona volontà che aveva scese dall’auto, l’unico pensiero che lo riscosse fu che se Mycroft si fosse svegliato si sarebbe di certo arrabbiato vedendo che lo fissava, aprì l’altra portiera e poi urlò.

“Forza bella addormentata, sveglia!”

“Mmm… Gregory c’è proprio bisogno di urlare?”


Greg si avvicinò fino ad arrivare ad un soffio dall’orecchio del politico. Urlò ancora più forte.

“A dire il vero sì!”

“Ora arrivo, sei davvero antipatico…”

“Ma senti da che pulpito”


I due presero a camminare vicini fino all’inizio del sentiero del parco. Era ancora molto buio e nell’aria aleggiava una foschia che rendeva difficile vedere a pochi palmi dal naso; i lampioni, però, illuminavano il percorso che i due uomini avrebbero percorso correndo.
Greg guardava Mycroft di sottecchi, i suoi occhi quasi bagnati da tutta quell’umidità scivolano veloci sul contorno dell’altro uomo. Linee perfette gli incorniciavano il corpo, Mycroft era alto e incredibilmente magro, non era per nulla muscoloso nonostante il jogging e questo lo dotava di una delicatezza fuori dal normale. Greg si beò della vista di quel corpo finalmente messo in risalto da abiti aderenti, poi guardo ancora il volto di Mycroft con quell’espressione da angelo ma allo stesso tempo da demone con le lentiggini e i capelli rossi che ricadevano ad accarezzare il viso. Quanto avrebbe voluto, Greg, avvicinarsi e scostare piano i capelli dal suo viso, accarezzargli gli zigomi e posare delicatamente le labbra sulle sue in una carezza leggera.
Mycroft si voltò all’improvviso verso Gregory facendo arrossire quest’ultimo; Greg non voleva che Holmes deducesse i suoi pensieri, perché erano pensieri nuovi, che aveva da poco, che lo confondevano, lo prendevano a pugni e poi lo lasciavano a terra straniato e tramortito; non era mai stato attratto da un uomo prima e questo anche se per lui non costituiva un problema un po’ lo spaventava. Si era riscoperto gay a mezza età? Non lo sapeva, non ne aveva idea; sapeva solo che più stava in compagnia di Mycroft Holmes più credeva che lui fosse proprio il suo tipo.
Mentre cercava di nascondere l’imbarazzo nel buio della notte notò che Mycroft prese dalla tasca l’ipod con gli auricolari

“Scusa non vorrai mica correre con le cuffie ignorandomi bellamente, vero ?”

“Io corro sempre ascoltando musica”

“Beh per sta volta ascolterai il suono della mia voce, che è praticamente come la musica”

“Cristo quanto sei cretino, ora vedi di starmi dietro”





“E’ davvero molto buio…”

“Ovvio il sole non è ancora sorto, è come fosse notte fonda; devi sempre ribadire l’ovvio Gregory?”

“Stavo solo cercando di fare un po’ di conversazione”

“Beh non farlo! conversare non ti si addice”

“Mi spieghi perché sei così scorbutico oggi, come se non fosse difficile sopportarti durante tutti gli altri giorni”


Greg vide Mycroft rabbuiarsi; lo aveva visto mortalmente offeso alzare la testa come una regina del dramma, ma non l’aveva mai visto rattristarsi in quel modo. Sentì di dover dire qualcosa. Dannazione Holmes poteva dire qualsiasi tipo di cattiveria e invece non appena lui si permetteva di scherzare se la prendeva a morte. Oh Mycroft, dannato Mycroft-perfetto-Holmes cosa avrebbe dovuto fare con lui.

“Mycroft stavo scherzando”

“Se sopportarmi è così difficile per te, nessuno ti costringe a farlo”

“Eh dai Mycroft non ero serio; lo sai che sto bene quando sono con te… non avevi detto che devo smettere di ribadire l’ovvio?”

“Tu sei come una mina vagante, Lestrade, non si sa quando potrebbe scoppiare.. sei imprevedibile”

“Infatti questo è il motivo per cui tu stai bene con me…ora dimmi cos’è successo, perché sei più “nervoso” del solito?”

“Non è nulla…te l’ho detto ho avuto una nottata un po’ agitata”

“Ah non dirlo a me non ho chiuso occhio in tutta la notte”

“Davvero? Perché? ”

“Sai al lavoro c’è un tipo che continua a trattarmi male, mi considera inferiore, mi insulta, mi ridicolizza e si prende gioco di me”

“Stai parlando di Sherlock?”


Mycroft sembrava così serio che per un momento Greg seppe per certo che se non fosse stato il fratello allora avrebbe scatenato le forze del MI6 contro questo “tale”. Era così divertito che decise di proseguire con lo scherzo.

“No no non lui, un parente forse; io lo tratto sempre bene, sono gentile con lui, insomma davvero adorabile, ma lui nulla si ostina a rispondermi male e vanifica tutti i miei sforzi di avvicinamento”

“Tu sei davvero uno sciocco, non sto più ad ascoltare le tue fesserie”


Mycroft indignato prese gli auricolari e quando fece per inserirli nelle orecchie, Greg veloce gli sfilò l’ Ipod di mano iniziando a correre veloce

“Gregory smettila, non fare il bambino e ridammelo”

“Vieni a prenderlo”


Mycroft accelerò il ritmo della corsa riproducendo lo stesso allungo che Lestrade aveva fatto poco prima; era molto più allenato del poliziotto vista la stanza palestra in casa sua, così in poco tempo l’ebbe quasi raggiunto.
Greg deviò di scatto fuori dal sentiero, sul prato dove i lampioni non illuminavano molto. Mycroft prese Gregory per una spalla e quest’ultimo si girò ancora correndo finendo rovinosamente a terra e portando con lui anche il politico.
Greg sentì prima la rugiada gelida sulla schiena e poi il piacevolissimo calore del corpo di Mycroft che premeva sul suo torace, sullo stomaco, sulle gambe, su ogni centimetro di lui. Il calore del suo corpo era dannatamente famigliare, dannatamente eccitante, sentì un afflusso di sangue in una zona dove non doveva affluire in quel momento, ma prima che accadesse l’irreparabile Mycroft scivolò accanto a lui.
I due si guardarono e poco dopo Greg iniziò a ridere in una maniera così spensierata e sguaiata che Mycroft non riuscì proprio a non seguirlo. Risero a lungo tutti e due, la spalla destra di Mycroft attaccata alla sinistra di Greg e i capelli che si sfioravano. Improvvisamente Mycroft gli afferrò la mano in una presa calda, salda e sicura -e bellissima, Dio davvero bellissima- mentre con l’altra mano infilò una cuffia nell’orecchio di uno sbalordissimo Lestrade, infine fece partire una canzone.
Greg lo scrutò cercando di leggergli dentro, invano; poi chiese

“Perché?”

“Sono io quello più intelligente Gregory”

“Cosa c’entra?”

“Beh sono stufo di essere stupito, tocca anche a me stupire un po’ ”


Greg ridacchiò mentre Mycroft spostò piano la testa sino a toccare quella di Gregory.
L’erba era gelata, l’aria era gelata e persino il mattino era gelato, ma gli unici brividi che Greg sentì furono quelli di piacere provocati da Mycroft.
Rimasero così per molti minuti, la musica di Mycroft nell’orecchio era recente ma con uno stampo retrò, aveva un sound molto più allegro di quanto si sarebbe aspettato, si concentrò sul testo.

“Sono un uomo che ha un gusto molto specifico…ti si addice proprio”

“Lo so”





“Mycroft?”

“Mmh?”

“Perché non hai dormito sta notte? ”

“Sai al lavoro c’è un tipo che faccio apposta a trattare male, lo offendo di continuo a volte lo insulto, ma lui continua a trattarmi bene, a preoccuparsi per me e ad essere gentile; non mi fa dormire la notte”

“Ah deve essere una tortura quest’uomo”

“Oh sì è la mia croce e delizia”


Greg strinse più forte la presa della mano di Mycroft e si strinse ancor di più vicino a lui, il braccio sinistro del politico si mosse piano circondando la vita del poliziotto in un tocco di piuma.
L’alba sorse lentamente, timida come se temesse si disturbare i due uomini; mentre entrambi guardavano il cielo i raggi del sole dipinsero splendidi sorrisi sui loro volti. Quel genere di sorrisi che ha la gente quando guarda l’alba insieme alla persona che conta di più.
L’ultimo pensiero che venne a Lestrade prima di chiudere gli occhi vinto dalla fatica della corsa e cullato dal calore del corpo dell’altro fu solo che quel maledetto Holmes era solo il suo tipo. Era proprio il suo tipo.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Bonfire heart ***


CAPITOLO 6 - BONFIRE HEART

This world is getting colder, strangers passing by
No one offers you a shoulder, no one looks you in the eye
But I've been looking at you for a long, long time
Just trying to break through, trying to make you mine
Everybody wants a flame, but they don't wanna get burnt
Well today is our turn
Days like these lead to
Nights like this lead to
Love like ours
You light the spark in my bonfire heart
People like us, we don't need that much
Just someone that starts,
Starts the spark in our bonfire hearts
Our bonfire hearts
Our bonfire hearts  
Bonfire Heart - James Blunt




———— SMS A GREGORY LESTRADE ————

Gregory… sono in agonia… MH

Sta volta sono sicuro di non aver fatto niente GL

Infatti, per quanto singolare possa essere l’evento, sta volta non è tua la colpa MH

…di Sherlock ? GL

Indirettamente sì, è sempre colpa sua MH

Potresti essere più specifico, per favore?? GL

Domani i miei genitori vengono qui a Londra … mi vogliono parlare… di Sherlock…. sono così affranto MH

Quindi? non vedo il problema… GL

Davvero non comprendi la gravità della situazione? MH

Mycroft! Sono i tuoi genitori, non può essere così catastrofico vederli GL

Sarà molto peggio di una catastrofe, sarà come la peggiore delle calamità MH

Vorrei ricordarti che sono le due persone che ti cambiavano il pannolino da piccolo, un po’ di riconoscenza potresti anche dimostrarla! GL
Devi dimostrarla…è un ordine ;) GL

All’affiorare del ricordo di me da bambino mi vengono i brividi… MH
Dipendere da altri esseri umani…Dio mio che avevo in testa MH
Questo è l’ultimo avvertimento: io NON accetto ordini, Gregory! MH

Chissà che bambino carino dovevi essere :)  …un tempo lontano in cui Mycroft Holmes non conosceva il sarcasmo e il cinismo…Tempi d’oro! GH
Bene…se non accetti ordini  <.<  perché scrivi proprio a me? Hai bisogno del mio aiuto? GH

Io ho conosciuto il sarcasmo e il cinismo non appena ho imparato a parlare MH
Io non ho bisogno mai dell’aiuto di nessuno MH

Insomma eri una battaglia persa già da bambino…peccato non fossimo amici da piccoli ti avrei di sicuro fatto crescere meglio XD GH
Se non ti serve il mio aiuto allora non ti rispondo nemmeno più GH

La tua affermazione è così offensiva che merita una punizione MH
…non ti è permesso insultarmi in quel modo MH
Se non vuoi rispondere fai pure come desideri MH
Sicuramente non necessito del tuo aiuto MH
So cavarmela da solo, me la sono sempre cavata da solo MH
E continuerò a farlo MH
Non pensare MAI che ti scriva perché abbia bisogno di aiuto MH
Volevo solo informarti…so che sei sensibile su certi argomenti MH
Il tuo comportamento è infantile MH
Stai rasentando il ridicolo MH
Non ti sembra di esagerare, Gregory? MH
Poi sarei io quello melodrammatico MH

Ok!! magari un consiglio… MH
…per favore MH

Vieni nel mio ufficio domani e dì ai tuoi genitori che vi incontrerete lì… cercherò di parlare io con loro GL

Gregory…? MH

Cos’altro vuoi? GL

Sei arrabbiato? MH

Non mi dire che il genio delle deduzioni non riesce a capirlo da solo GL

Beh l’avevo capito, ma avevo bisogno di una conferma MH

Ora hai la tua conferma, campione delle buone maniere GL
Poi a te non importa degli altri, non ti interessa se sono arrabbiato GL

Mi interessa quando lo sei con me MH
…Non mi piace MH

Davvero? GL

Sì MH

Ok GL
…Lo apprezzo GL

Sei ancora arrabbiato? MH

Certo! GL
Un po’ meno adesso GL
Le tue dichiarazioni d’affetto sono dannatamente contorte GL
Ma mi piacciono GL

Ehi non ho fatto nessuna dichiarazione d’affetto MH

Beh per me si invece, ora non litigare di nuovo GL

Ci vediamo domani MH

Certo GL

Grazie, Gregory MH

Migliori a vista d’occhio, la mia vicinanza è benefica per te :) GL

Tzè…pensala come vuoi…MH
Domani ciambella? MH

Non avevi detto che diventavo troppo smielato? GL

Forse domani ne avrò bisogno MH

Ma come sei carino <3 GL

Smettila di prendermi in giro MH

Domani mi farò perdonare, tu porta la ciambella :) GL

Affare fatto MH

Buonanotte, Mycroft GL

Sogni d’oro, Gregory MH

 
Il mattino dopo Mycroft entrò senza bussare nell’ufficio di Lestrade indossando un elegante completo grigio scuro abbinato ad una cravatta blu notte. Il detective gli fece un veloce cenno di saluto muovendo la testa mentre era al telefono. Negli istanti in cui era impegnato nella chiamata, non ascoltando una sola parola, completamente assorto dall’uomo sedutogli di fronte, pensò alla quasi innaturale eleganza di Mycroft, alla grazia con cui compiva i gesti più banali ed anche a come sarebbero state le sue mani lisce e profumate mentre scorrevano lungo il suo petto.
Quando la chiamata terminò Gregory si prese qualche istante in cui distolse gli occhi da Mycroft cercando di allontanare il pensiero dal maggiore degli Holmes.

“Sono le mie ciambelle queste?”

“Si! Te ne ho portato più di una perché non sapevo che glassa avresti preferito”

“Le ciambelle sono sempre buonissime in qualsiasi modo e a qualsiasi gusto”

“D’accordo! Ora smetti di parlare di dolci e mangia prima che arrivino i miei genitori!
Dovremmo elaborare un piano, io credo!”

“Mycroft, non essere ridicolo sono i tuoi genitori non c’è bisogno di nessun sotterfugio, vorranno solo sapere come stanno i suoi due figli. Ci parlerò io non ti preoccupare”


Detto questo Gregory si gettò sulla prima ciambella con una tale enfasi da sporcarsi fin sotto il naso e facendo quasi ridere Mycroft, per quanto la situazione dovesse sembrare surreale. Gregory poteva avvertire tutta la tensione dell’amico, i movimenti diventati più rigidi e meno fluenti, i denti serrati in una morsa, le nocche sbiancate e le tempie rese appena lucide da qualche goccia di sudore. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per non vedere Mycroft in quella situazione. Solitamente era sempre lui l’uomo dai nervi saldi, il capo, il boss che dirigeva i lavori con pugno saldo, un leader dalle emozioni inesistenti e dalle decisioni irrevocabili e vederlo in quello stato era nuovo e frustrante. Il detective non si capacitava di come i genitori potessero avere un tale effetto su di lui: li aveva viste svariate volte ed erano sempre sembrate persone socievoli e disponibili, addirittura fin troppo normali per un carattere complesso come quello di Mycroft.
Il modo in cui Holmes fissava l’orologio con sguardo impaziente e sbuffando innumerevoli volte crebbe in Greg un moto di tenerezza nei confronti dell’amico che riuscì a stento a celare.

“Mycroft, davvero non ti devi preoccupare, prometto che farò in modo che nessuno ti assilli oggi; sei esausto, dovresti prenderti una vacanza”

Greg era certo che il sorriso che si fece largo tra i portapenne e le cartelle dei verbali sulla scrivania valesse le mille litigate di quei dieci lunghi anni.




Violet Holmes era una donna tosta, una madre da temere ed una moglie da stimare, intelligente, prevaricatrice ed anche un tantino -ma solo a fin di bene- manipolatrice. Aveva uno bizzarro effetto su tutti i membri maschili della famiglia Holmes, dal momento che era, forse, l’unico essere su tutta la faccia della terra, capace di zittirli con un solo sguardo.
Violet era però anche la più amorevole tra le madri, sempre attenta a cosa succedeva ai figli e costantemente preoccupata nonostante la grande distanza che li divideva e i molti anni trascorsi lontani.
Quando Violet entrò nell’ufficio senza bussare -cosa che Mycroft e Sherlock avevano sicuramente ereditato da lei- Gregory balzò in piedi e con un unico scatto raggiunse la porta. Era consapevole di non aver alcun obbligo verso quella famiglia, ma allo stesso tempo sentiva la necessità immotivata di piacere ai genitori di Mycroft.

“Mike, tuo padre mi aspetta in taxi, forza raccontami come sta Sherlock”

Gregory rimase un po’ spiazzato della totale indifferenza della signora nei suoi confronti, ma poi ricordandosi il cognome che portava non ci diede troppo peso, decise comunque di intervenire, infondo lo aveva promesso a Mycroft.

“Salve Signora Holmes, sono Gregory Lestrade, non so se si ricorda di me, ma ci siamo già visti qualche volta.”

“Oh Gregory, certo che maleducata!
Molto piacere di conoscerti, dovete perdonarmi, ma ho davvero molta fretta, dobbiamo vedere Sherlock al più presto”

“Mamma, Sherlock dovrebbe essere nel suo appartamento al 221B di Baker Street e se non lo trovi lì prova al S. Barths.
E per favore, mamma, sei pregata di pronunciare il mio nome correttamente dal momento che tu lo hai scelto”

“Oh Miky! comportati bene per una volta e smettila di fare tanto rumore per nulla, piuttosto come sta tuo fratello”


“Come sempre credo”

Gregory senti una leggera flessione nel tono della voce di Mycroft e colse che si stava per innervosire e di lì a poco avrebbe risposto con qualche sua battuta sagace, così aggiunse

“Signora Holmes, Sherlock non sta passando dei bei momenti in questo periodo, purtroppo tutti noi sappiamo perché. Credo che gli ci vorrà ancora un po’ di tempo per accettare il matrimonio e decidere cosa sia la scelta migliore da fare. Ma io e Mycroft ce ne stiamo occupando, Sherlock è fortunato… anche se può non sembrare così ha davvero un bravo fratello.”

“Grazie Gregory, la cosa più importante è che ora Sherlock stia bene, infondo è questo che fanno i fratelli maggiori, si preoccupano dei più piccoli, questo è il loro compito non è vero Mike?”


Improvvisamente proprio come era arrivata la signora Holmes scomparve di nuovo verso la porta.


Mycroft era in piedi di spalle, fissava la finestra con aria assorta. Una posizione che assumeva tante volte, la sua posizione, pensava Gregory.
Eppure questa volta poté percepire qualcosa di diverso, gli occhi vuoti e lontani, la testa reclinata appena a sinistra, la linea mesta delle spalle più incurvate del solito.

Greg gli si avvicinò piano, come ci si avvicina ad un animale impaurito. Conquistando centimetro dopo centimetro, sondando il terreno fino ad essere sicuro di non provocare nessuna reazione improvvisa.

“Sai, non sono solo loro a volerti bene. Se succede che tu passi in secondo piano nei loro pensieri, questo non vuol dire che non ci sia chi ti pensa sempre.
Non devi essere triste a causa loro.
E zitto, non dire una parola, perché so lo stesso come ti senti, caricato di ogni responsabilità, messo da parte, colpevole, non considerato.
Comunque rimarrai il primo pensiero di qualcuno, c’è sempre qualcuno a cui importa”


Greg parlava piano, soppesando ogni parola, bilanciando la cruda verità con un tono caldo e dolce.

Il suo fiato tiepido si scontrava contro l’orecchio di un Mycroft troppo scosso per riuscire a voltarsi e guardarlo in volto.

“Andiamo… a chi importerebbe?”.

Questa volta Gregory non aveva bisogno di altre parole, con cui comunque incespicava e faceva a lotta di continuo. Non c’era davvero bisogno di rispondere a quella domanda, non con qualcosa di razionale, non con una frase articolata.

Fece scivolare il suo tocco lungo tutta la lunghezza del braccio di Mycroft, dalla mano sino alla spalla, dove la sua mano si posò beandosi della morbidezza del tessuto.

Lo fece voltare lentamente, ma irremovibile nei suoi gesti.

La schiena di Mycroft ora toccava appena la finestra, mentre l’altra mano del detective inchiodava al muro il suo fianco destro.

Quando Gregory posò le labbra sulle sue Mycroft aveva ancora gli occhi aperti ed il cervello troppo indaffarato per capire di doverli chiudere.

Guardarsi negli occhi durante quel gesto fu un’esperienza tanto imbarazzante quanto intima.

Una miriade di informazioni da processare e poco tempo per farlo.

Il colore cioccolato degli occhi fissi e vicinissimi ai suoi, le labbra che sapevano di zucchero e di glassa al cioccolato, Gregory così caldo e piacevole addosso a lui, le mani grandi dell’altro che gli carezzavano i fianchi.

Quando il bacio finì e Mycroft imboccò la porta e di conseguenza le scale del grande stabilimento senza dire una parola, non aveva processato nemmeno la metà di tutti quei dati raccolti.


Gregory poggiò la fronte contro il vetro della finestra, sospirando forte e creando l’immagine di una Londra appannata. Un largo sorriso dipinse il suo volto. Dio solo sapeva che gran casino, ma, sì, ne era assolutamente valsa la pena.
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2981286