Love All Around Luxendarc

di FallingStar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Taking Care Of Children ***
Capitolo 2: *** Charm ***
Capitolo 3: *** Make Up ***
Capitolo 4: *** Immortality ***
Capitolo 5: *** Hidden Hearts ***
Capitolo 6: *** Stink ***
Capitolo 7: *** Confused ***
Capitolo 8: *** Make A Wish ***
Capitolo 9: *** Landing ***
Capitolo 10: *** Replace ***
Capitolo 11: *** Dislike & Like ***
Capitolo 12: *** Hellfire ***
Capitolo 13: *** Pumpkin Lollipop ***
Capitolo 14: *** Leader ***
Capitolo 15: *** Let It Snow ***
Capitolo 16: *** Guilty of Betrayal ***
Capitolo 17: *** Fake Symphaty ***
Capitolo 18: *** Hairstyle ***
Capitolo 19: *** Hate ***



Capitolo 1
*** Taking Care Of Children ***


Taking Care Of Children – Ringabel&Egil
 
(Missing Moment del terzo capitolo)
 
 
Dopo la scossa di terremoto, e dopo essere scampati dal cadere nella lava, i quattro guerrieri avevano deciso di controllare il resto della strada prima di attraversarla.
- Per favore, occupati di Egil.- gli aveva chiesto Tiz, per poi raggiungere Agnès ed Edea, già avviatesi chissà dove.
Ringabel sbuffò senza farsi sentire. Lui non era bravo con i bambini. Fra di loro, lui era sicuramente l’ultima persona a cui Tiz avrebbe dovuto affidare Egil (per non parlare del fatto che voleva approfittare della situazione per appiccicarsi senza ritegno ad Edea). Ma ormai gli altri tre si erano già allontanati, quindi lui non poteva più farci niente. E poi si trattava solo di controllare il bambino per qualche minuto. Ma si, poteva farcela.
- Ringabel, non possiamo starcene qui senza fare niente! Dobbiamo dare anche noi una mano!-
- Devono solo controllare che la via sia ancora intatta. E’ una cosa di pochi minuti, non è il caso di-
- Allora noi potremmo controllare che la via del ritorno non sia crollata.-
- Adesso non è neces- Egil! Dove vai?! Torna qui!-
E così, dopo aver passato alcuni minuti a rincorrere il bambino per poi combattere contro due mostri in cui Egil si era scontrato inavvertitamente, il biondo si ritrovò disteso per terra con la fronte dolorante a causa di un colpo infertogli da uno dei due nemici.
- Scusa… sai, sei davvero forte.- disse ad un tratto Egil, seduto vicino a lui.
- Grazie…- rispose Ringabel senza un particolare tono di voce, le dita della mano sinistra occupate a massaggiarsi la fronte.
Almeno ci fosse stata Edea al posto del bambino, avrebbe potuto sfruttare la situazione per farsi dare un bacio consolatore. Sbuffò seccato, sperando che almeno i suoi capelli fossero in condizioni decenti. L’aveva detto lui che non era bravo con i bambini!
- Mi dispiace. E’ stata tutta colpa mia. Anche prima è stata colpa mia…- disse Egil, lo sguardo sinceramente dispiaciuto rivolto verso il basso.
Ringabel si girò a guardarlo, e sentì qualcosa di molto simile al senso di colpa invadergli il corpo.
Si mise seduto e disse:- Non devi scusarti, non è stata colpa tua.-
- Ma-
- Prima si è trattato di un incidente, tu non c’entri.-
- Beh, è vero… però adesso è stata davvero colpa mia! Se non mi fossi messo a correre qui, tu non-
- E’ stato un caso, e comunque avrei potuto stare più attento anch’io.-
- Può darsi, però forse Tiz aveva ragione quando insisteva per non farmi venire con voi… vi sono solo di peso.-
- Posso assicurarti che Tiz non voleva farti venire solo perché temeva per la tua incolumità. In più senza di te non avremmo potuto arrivare fin qui. Ci sei stato molto più d’aiuto di quanto puoi immaginare.-
Egil lo guardò sorpreso, poi un sorriso luminoso invase il suo volto.
- Dai torniamo indietro, o finiremo per far preoccupare gli altri.-
Il bambino annuì, seguendolo senza fare storie, e Ringabel, fra se e se, sorrise.
Forse non se la cavava poi così male con i bambini.
 

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Capitolo 2
*** Charm ***


Charm – DeRosaXAgnès
 
(Missing Moment del secondo capitolo)
 
 
Non funzionava.
Per un qualche assurdo motivo che non si riusciva a spiegare, su quella ragazza il suo fascino –il suo profumo afrodisiaco– non funzionava.
Eppure doveva trovare assolutamente un modo per sedurla.
Quella ragazza era la vestale del vento, e averla fra le sue spasimanti –fra le sue schiave– lo avrebbe aiutato nella sua salita al potere.
Gli parve di sentire la sua voce e alzò lo sguardo dal tavolino su cui si era seduto per accettarsi che fosse davvero lei. E infatti la vide mentre camminava tranquilla per la piazza di Florem, tutti i (pochi) uomini presenti si erano voltati a guardarla (per non parlare del giovane pastore che le camminava vicino; anche un cieco si sarebbe accorto che era stracotto di lei).
DeRosa sorrise beffardo.
Doveva ammetterlo, Agnès Oblige era una bellezza rara, con lunghi capelli color dell’ebano che sembravano riflettere la luce del sole, grandi e dolci occhi nocciola, e una pelle dalla carnagione chiara che copriva un corpo sinuoso e snello.
Probabilmente, se fosse stato in grado di provare sentimenti verso un altro essere umano, sarebbe caduto anche lui ai suoi piedi.
Oh! Quindi era questo? Una gara di fascino?
Beh, il Mago Rosso Fiore DeRosa non si sarebbe mai tirato indietro di fronte ad una simile sfida!
Si alzò in piedi, il suo sguardo fisso sulla ragazza, un ghigno pericoloso che gli accentuava il viso.
- Sfida accettata Lady Vestal! Adesso, vediamo chi fra noi due soccomberà al fascino dell’altro.-
 

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Capitolo 3
*** Make Up ***


Holly&Mephilia – Make Up
 
(Prima dell’inizio del gioco)
 
 
Trafficò un po’ nel suo beautycase per poi tirarne fuori il fard.
Purtroppo il suo specchio si era rotto a causa di Barras (gli aveva involontariamente tirato un pugno) e finché non le portavano quello nuovo Holly era costretta ad usare quello della toilette femminile per truccarsi. Fu in quel momento che, riflessa nello specchio, vide l’immagine di una ragazza più giovane di lei con lunghi capelli verdi e viola. Era Mephilia, la sorella minore di Ehiniria, arrivata da poco al Comando Centrale di Eternia. Si stava guardando intorno con aria confusa.
Che si fosse persa?
In fondo quel posto era una specie di labirinto e i novellini tendevano a perdersi piuttosto facilmente. All’improvviso, la giovane Venus sembrò vederla. Tirò un sospiro di sollievo e si incamminò verso di lei.
- E’ questa la toilette delle donne, vero?- chiese lei quando le fu davanti.
Whyte si limitò ad annuire.
- Meno male, temevo di finire nelle docce dei maschi! Vorrei sapere che cosa aveva in testa l’architetto di questo posto quando ha avuto la brillante idea di mettere la toilette delle donne e le docce dei maschi vicini, senza alcun segno fuori alle porte per poterli distinguere!- disse Mephilia iniziando a sistemarsi i capelli davanti ad un altro specchio.
- Fammi indovinare, sei qui perché il tuo specchio si è rotto e non sapevi come fare per truccarti.-
L’evocatrice annuì mentre da una borsetta nera, che la maga bianca non aveva notato, tirava fuori un rossetto.
- Non vorrai metterti quello, spero.-
- Perché no?-
- Perché è troppo acceso! Per te ci vuole qualcosa di meno… aspetta!-
La bionda trafficò un altro po’ nel suo beautycase per poi tirarne fuori un rossetto di una tonalità di rosso diversa da quella che aveva la verde-viola. Senza farsi troppi problemi, afferrò con la mano libera il mento dell’altra per poi metterle un lieve strato di rossetto.
- Perfetto! Si intona anche con il colore dei tuoi occhi.-
L’altra rimase spiazzata per qualche secondo, poi si voltò a guardarsi.
- Hai ragione. Devo comprarlo anch’io.-
- Puoi prendere il mio, se vuoi. Tanto non me lo metto mai.-
- Davvero? Grazie. Senti, potrei consultarti altre volte per consigli sul make up?-
- Perché no, potrebbe essere divertente.-
- Allora ci vediamo in giro.- detto questo Mephilia le fece un occhiolino e uscì dalla toilette.
Holly la guardò allontanarsi divertita, poi si voltò e tornò a pensare al suo trucco.
 

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Capitolo 4
*** Immortality ***


DeRosso&Ringabel – Immortality
 
(Missing Moment del sesto o del settimo capitolo)
 
 
Nevicava.
Era una cosa abbastanza normale in Eternia.
Per fortuna.
Guardare la neve che cadeva era uno dei passatempi preferiti di DeRosso. Perdersi nella contemplazione di quei bianchi fiocchi fatti di acqua ghiacciata lo rilassava.
- E’ permesso?-
Lester si voltò, riuscendo ad intravedere un paio di occhi scuri che lo guardavano dalla fessura semi-aperta della porta. Fece segno di si con la testa, per poi voltarsi di nuovo verso la finestra, mentre la figura alta e slanciata di Ringabel faceva il suo ingresso nella stanza.
- Spero di non disturbare.-
- No, tranquillo. C’è qualche problema?-
- No. Ero venuto per ringraziarla a nome del nostro gruppo per averci fatto riposare nella vostra dimora. Appena avremo finito di preparare le nostre cose toglieremo il disturbo.-
- Nessun disturbo. E non c’è bisogno di ringraziarmi.-
Se avesse dovuto dire perché aveva proposto a quei quattro di riposare nel suo castello, beh, non avrebbe saputo dirlo. Ma probabilmente l’aveva fatto per spezzare un po’ quella vita monotona e sempre uguale. E forse in fondo, molto in fondo, l’aveva fatto anche per avere un po’ di compagnia una volta tanto.
- E’ bella la neve quando cade. Sembra quasi che fermi il tempo.-
La voce del biondo riportò DeRosso alla realtà. Perso nei suoi pensieri non si era accorto che Ringabel lo aveva affiancato davanti alla finestra.
- Dici? A me invece sembra che lo acceleri.-
- Immagino che ognuno ci veda ciò che desidera davvero.-
Il vampiro lo fissò confuso per una manciata di secondi prima di comprendere a pieno il vero significato di quella frase.
L’immortalità aveva come fermato il suo tempo, quasi bloccandolo. Al contrario di lui, Ringabel continuava a vagare di mondo in mondo, costringendolo a rivivere le stesse situazioni del mondo precedente (eccetto qualche variazione), in un circolo vizioso che sembrava non avere mai fine. Certo lo stesso poteva valere per i suoi compagni, ma lui lo stava facendo da più tempo.
In un certo senso, si poteva dire che anche il vagabondare del ragazzo era una sorta di immortalità.
- Forse, un giorno, i desideri diventeranno realtà.- quasi si stupì di sentire quella frase uscire dalla sua bocca.
- Chissà…- fu tutto ciò che ebbe in risposta dal ragazzo.
Forse, un giorno, DeRosso avrebbe finalmente trovato la pace eterna a cui anelava da secoli.
Forse, un giorno, Ringabel avrebbe finalmente trovato un posto fisso in cui restare.
Ma, fino ad allora, avrebbero continuato a vivere quella immortalità che loro stessi si erano imposti. 

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Capitolo 5
*** Hidden Hearts ***


Hidden Hearts – KhintXVictoria
 
(Prima dell’inizio del gioco o Missing Moment durante il sesto capitolo; Spoiler sul passato di Khint)
 
 
Borbottò un’imprecazione a bassa voce mentre si scrollava di dosso la neve.
Detestava quelle stupide (e, a sua detta, anche inutili) visite di controllo che doveva fare una volta al mese, ma sia Victor che Braev avevano insistito molto perché le facesse, e così eccola là, che fluttuava per i corridoi della Torre Curativa Centrale cercando qualcuno che le dicesse dove doveva andare. Fu allora che Victoria vide una figura alta e verde che se ne stava fissa e immobile davanti al vetro della finestra di una stanza. Quell’uomo aveva un non so che di familiare, anche se era certa di non avergli mai parlato. Ma le uniche persone con cui lei aveva a che fare erano i soldati e i dottori, e dubitava che lui facesse parte della seconda categoria, quindi…
- Sei un membro dell’esercito?- chiese quando fu abbastanza vicino all’uomo.
Lui si voltò sorpreso, poi disse:- Oh, miss Stein.-e chinò rispettosamente il capo- Si, sono un membro della seconda divisione.-
La seconda divisione. Se non ricordava male era al comando di un certo Profiteur spalleggiato dal re di Anchaim, però continuava a non ricordare lui chi fosse.
- Come ti chiami?-
- Cinnamon Khint.-
- ……oh, ora ricordo, tu sei un comandante.-
Victor gli aveva parlato molto bene di lui e delle sue imprese durante la guerra.
- Non sono un comandante. Non più almeno.-
Ah, già. Victor gli aveva anche detto che, qualche anno fa, Khint era diventato di colpo una persona avida ed egoista che, dopo aver abbandonato la sua carica, si era messo a fare il mercenario per chiunque potesse pagarlo profumatamente.
Mentre lei era persa nei suoi pensieri, Khint si era rigirato verso la finestra. Victoria se ne accorse e, incuriosita, si voltò anche lei. Attraverso il vetro si vedeva l’interno di una stanza dove un dottore stava visitando una bambina.
- La conosci?-
- ……no.-
Mentiva. Anche se aveva usato un tono incolore, l’esitazione iniziale l’aveva tradito. Tornò a guardare la bambina, accorgendosi solo all’ora della leggera somiglianza fra i due.
-“Che sia la figlia?”-
In quel momento, il dottore somministrò una medicina alla bambina. Victoria ne riconobbe subito il tipo, era una di quelle medicine molto forti che venivano prescritte solo a pazienti con malattie molto gravi. Costavano anche parecchio. Quest’ultimo pensiero illuminò la mente dell’anarchista che si voltò a guardare l’incantatore di spade con occhi sbarrati.
-“Non è diventato avaro ed egoista, sta solo cercando di salvare sua figlia.”-
Al contrario di quello che pensavano gli altri, Khint aveva ancora un cuore, ma loro non lo vedevano perché lui lo teneva nascosto.
- Signorina Victoria, venga, il dottore la sta aspettando.- le disse ad un tratto un’infermiera.
Senza dire niente, l’anarchista iniziò ad allontanarsi, poi si fermò di colpo e si voltò verso l’incantatore di spade.
- Ehi.-
- Si, miss Stein?-
- Ecco, il lord Templare ha detto che dopo la guerra ci sarà bisogno di molto manovalanza per delle riparazioni. Ha detto anche che la paga sarà molto buona.-
Quando Khint comprese il senso di quell’informazione rimase sorpreso, poi il suo volto perennemente impassibile si addolcì leggermente e disse:- Grazie. E’ molto gentile da parte sua.-
L’eterna bambina si voltò, per non far vedere di essere arrossita, e disse:- Non farti strane idee! Te l’ho detto solo perché il lord Templare ha chiesto ai membri del consiglio di spargere la voce! Io non sono gentile e mai lo sarò!-
Khint la guardò mentre si allontanava e, se ne fosse stato ancora capace, avrebbe sorriso.
Anche Victoria aveva un cuore nascosto.
 

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Capitolo 6
*** Stink ***


Stink – DeRosaXHolly
 
(Prima dell’inizio del gioco)
 
 
- Ma tu guarda se mi tocca fare il fattorino!- sbuffò infastidita Holly quando arrivò a Florem con in mano un dispaccio urgente da consegnare alla legione della rosa sanguigna.
Poiché a Florem un uomo si notava fin troppo, invece di mandare Alternis come al solito, il Gran Maresciallo aveva pensato di mandare una donna, e lei aveva avuto la sfortuna di entrare nel suo campo visivo proprio mentre lui stava pensando chi mandare. Aveva provato a rifiutare l’incarico utilizzando la scusa che lei non conosceva (non di persona almeno) il capitano della legione, ma il lord Templare aveva risposto tranquillo che non era un problema visto che conosceva le sorelle Venus e poteva tranquillamente consegnare il dispaccio a una di loro tre.
E adesso lei si trovava là, a vagare per le strade di Florem, cercando con lo sguardo Ehiniria o una delle sue sorelle per poter consegnare la lettera e tornarsene a casa. Ad un tratto, uno strano profumo le arrivò alle narici, provocandole una strana sensazione di calore in tutto il corpo. Automaticamente, Holly utilizzò un incantesimo per eliminare gli effetti di *malia* e la sensazione di calore sparì. Si guardò attorno, cercando di capire da dove provenisse il profumo, che dopo averne eliminato l’effetto afrodisiaco stava diventando nauseante, quando un uomo in rosso le si parò davanti.
- Holly Whyte, vero? Onorato della sua visita.- disse l’uomo con fare galante, per poi chiederle –Immagino che sia stato il Gran Maresciallo a mandarla qui.-
- Lei è il capitano della legione della rosa sanguigna?-
- Mago rosso Fiore DeRosa, per servirla.- rispose lui con un inchino.
- Mi è stato chiesto di consegnarle questa lettera. Ma lei come sa chi sono io?-
- Oh, è molto semplice mia cara. Io non dimentico mai il volto di una donna, e non ho potuto fare a meno di notare il suo fascino all’ultima riunione che c’è stata al comando centrale. E adesso, mi permetta di ringraziarla per il disturbo che si è presa offrendole qualcosa ad un bar.-
Holly aveva tutta l’intenzione di mettere su un sorrisetto dei suoi e rispondergli in modo malizioso ma diretto, però si bloccò quando si accorse che l’odore, che si era fatto ancora più forte e nauseante, proveniva da……
- Ma è lei a emanare questo tanfo?!- chiese stupita, sventolandosi una mano davanti alla faccia.
- Tanfo?! Come osi insultare in questo modo il mio miracoloso e delicato profumo, ragazzina!- disse irritato DeRosa, l’aria da galantuomo scomparsa nel giro di qualche secondo.
- Ragazzina a chi?!- chiese di rimando lei, e DeRosa fece un passo indietro, intimorito dallo sguardo killer di Whyte.
Però, i due si accorsero subito di star attirando l’attenzione dei passanti (cosa che avrebbero dovuto evitare), così la maga bianca gli mise in mano la lettera che doveva dargli, per poi dirgli:- Tenga. E vada a farsi una doccia, che ne ha seriamente bisogno!- per poi andarsene ghignando.
DeRosa la fissò irritato mentre camminava via, per poi appuntarsi mentalmente di dare una controllata alla formula del suo profumo per vedere se un aumento delle dosi normali fosse possibile. La prossima volta che quella sfrontata gli fosse capitava davanti, l’avrebbe fatta cadere ai suoi piedi.
 

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Capitolo 7
*** Confused ***


Confused – Heinkel&Ringabel
(Missing moment durante il prologo)
 
 
 
Confusione.
Fu questo quello che provò il cavaliere Argent Heinkel quando vide il ragazzo biondo insieme al seguito della vestale.
Quello… quello era Alternis. Lo aveva visto poche volte senza l’elmo, ma era abbastanza sicuro che fosse lui.
Che ci faceva con loro?
Sentì qualcuno chiamarlo Ringabel. E si ricordò che di aver sentito di un ragazzo ritrovato ferito e privo di memoria, che era stato portato a Caldisla una settimana prima, e che tutti avevano soprannominato Ringabel dato che il ragazzo stesso non ricordava neanche il suo nome.
Che cosa gli era successo? Era forse opera della vestale? Ma, soprattutto, era davvero Alternis?
Lo osservò attentamente e non ebbe più dubbi. Quello era senza dubbio Alternis. Da come l’altro lo guardava era evidente che non si ricordava di lui. La cosa, in un certo senso, lo ferì. Si era affezionato a quel ragazzino, e gli dispiaceva pensare che non si ricordasse più di lui. Però, durante il combattimento, il cavaliere fu felice di constatare che il ragazzo non si era dimenticato quello che gli aveva insegnato. E, da come cercava in tutti i modi di proteggere Edea, non aveva dimenticato neanche i suoi sentimenti verso Milady.
C’era da aspettarselo, da Alternis- no, da Ringabel.
Era il suo nuovo nome, quindi era giusto chiamarlo così ora.
Alla fine del combattimento, quando il cavaliere si ritrovò steso in fin di vita sul ponte dell’aeronave, guardò il voltò di Ringabel e, vedendolo privo di emozioni, capì che continuava a non ricordarsi di lui.
Ma si, pensò Heinkel, era meglio che lui non lo ricordasse, o si sarebbe fatto prendere da fastidiosi sensi di colpa che lo avrebbe distratto dal viaggio che aveva appena iniziato. Però, c’era una cosa che, come suo maestro, doveva fargli sapere.
Credendolo già morto, il pastore e la vestale corsero a liberare il re. Edea gli scoccò un’occhiata indecifrabile e poi li imitò. Ringabel stava per seguirla, ma Heinkel usò le ultime forze che gli erano rimaste per sollevarsi leggermente su una mano ed usare l’altra per afferrare un braccio del ragazzo biondo, bloccandolo.
- Sei stato bravo. Sono fiero di te.-
In attimo, le forze gli mancarono, e il capitano dei cavalieri del cielo tornò ad accasciarsi sul pavimento, questa volta realmente privo di vita.
E l’ultima cosa che Heinkel vide mentre tirava il suo ultimo respiro, furono i confusi occhi castani di Ringabel.
 

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Capitolo 8
*** Make A Wish ***


Make a Wish – KhintXAiry
 
(Prima dell’inizio del gioco o AU)
 
 
 
- Hai detto qualsiasi cosa?-
Airy sbuffò prima di ripete:- Si, qualsiasi cosa. Se proteggerai Agnès fino alla fine del suo viaggio, io realizzerò un tuo qualsiasi desiderio, qualunque esso sia.-
L’uomo ritornò nel suo silenzio, guardandola con il suo solito sguardo impassibile, ed Airy si trattenne a stento dallo sbuffare di nuovo. Quella situazione era veramente una seccatura ma, purtroppo per lei, non poteva farci niente. In quel mondo, Tiz era morto insieme a suo fratello (era raro che accadesse ma, in qualche mondo, succedeva) ed Edea da sola non bastava per proteggere Agnès. Il fatto che entrambe erano uscite vive dallo scontro contro i Cavalieri del Cielo solo per un incredibile colpo di fortuna ne era stata una prova più che evidente. Se voleva che Agnès riuscisse a risvegliare i cristalli, doveva procurarle un’altra guardia del corpo e quel Khint sembrava perfetto per quel compito. Era forte, agile, veloce, deteneva un asterisco molto utile in battaglia e (cosa più importante per Airy) era disposto a fare qualsiasi cosa, moralmente giusta o no, in cambio del giusto compenso. Lei era certa che se gli avesse promesso di realizzare un suo desiderio come ricompensa, avrebbe accettato subito. E, invece, lui continuava a rimuginarci sopra.
Con gli ultimi residui di pazienza che le erano rimasti, Airy disse:- A te piacciono i soldi, vero? Se mi aiuterai farò in modo che tu ne abbia tantissimi! Che ne dici?-
- Saresti in grado di curare una malattia molto grave?-
Airy, che non si aspettava quella domanda, sbatté le palpebre un paio di volte, lo fissò attentamente per qualche secondo, e poi disse:- Non mi sembri malato.-
- Non ho mai detto di esserlo.-
La fatina non capì subito quello che l’incantatore di spade aveva nascosto nell’ultima frase che aveva pronunciato. E quando ci arrivò, capì cosa doveva dire per convincerlo.
- Senti, facciamo così. Quando avremmo sconfitto il re e il suo amichetto della compagnia commerciale, tu potrai prenderti tutti i loro soldi. Consideralo come un anticipo del tuo compenso. Poi, quando Agnès avrà terminato la sua missione, ti farò dono di un’ampolla contenente una pozione magica in grado di guarire qualsiasi malattia grave esistente. Che ne dici adesso?-
- Esiste davvero una pozione magica capace di fare ciò?-
- No, ma io posso crearla! Sono una fata, e neanche una fata qualsiasi, ma una fata dei cristalli! E noi fate dei cristalli siamo specializzate in magie capaci di aiutare il prossimo. Devi solo dire di si. Ed esprimere un desiderio.-
- ………Il contratto è stato deciso. E lei avrà ciò per cui ha pagato.-
Ottima scelta…… sciocco! 

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Capitolo 9
*** Landing ***


Landing – DeRosso&Barbarossa
 
(Modern AU)
 
 
 
Anche se era diventato un uomo sedentario, Lester DeRosso era comunque molto ligio al lavoro e quando il suo partner lo chiamò per avvertirlo che c’erano dei problemi alla sede della loro azienda (la “Sage&Vampire” Company) si affrettò a raggiungerlo. Il giorno dopo si maledì per aver accettato il consiglio di Yulyana di prendere la nave S.S. Funky Francisca. Avrebbero dovuto attraccare al porto da ore, eppure erano ancora in mare.
Aveva provato a chiedere a tutti i marinai che aveva incontrato perché ci stessero mettendo tanto e tutti gli avevano risposto:- Non lo so. Chiedete al capitano.-
E così si mise a cercarlo e, quando lo trovò, il suo primo pensiero fu:-“Sembra un pirata.”-
- Sono Hayden Barbarossa, capitano di questa nave. Le serve qualcosa, signore?-
- Si, vorrei sapere perché non siamo ancora attraccati al porto.-
- Beh, prima dovrei trovarlo.-
- Prego?-
- Vede, temo di aver sbagliato rotta… Ma non si preoccupi! Sono certo che fra poco arriveremo! Credo…-
- ……Prego?-
- Sarà questione di poche ore! Credo…-
- ……Ha provato ad andare verso nord-est?-
- E’ da quella parte?-
- Si…-
- Ah! Ecco perché non riuscivo ha trovare il porto! Mi stavo dirigendo a sud-est! Grazie della dritta! Adesso posso dirle con certezza che fra poche ore attraccheremo.-
- ……Mi scusi ma, prima di partire, non dovrebbe controllare quale sia la rotta, o cose del genere, per evitare di perdersi in mare?-
- Si ma, vede, io sono un avventuriero. Quando solco i sette mari con la mia nave e il mio fedele equipaggio, la faccio più per il piacere di viaggiare che per arrivare da qualche parte.-
- Ammetto che è un’ideologia molto interessante e romantica.-
Momento di silenzio.
- Però, quando prende l’impegno di portare dei passeggeri in un luogo preciso, dovrebbe controllare bene quale sia la rotta.-
- Mi sa che ha ragione lei.- e si fece una grossa risata da pirata.
Sospirando, Lester tornò nella sua cabina, pensando a come riempiere il più possibile la sua valigia a mano. Voleva che fosse molto, MOLTO, pesante per quando l’avrebbe lanciata in testa al suo socio per ringraziarlo di avergli consigliato quella nave. Forse avrebbe dovuto dare lo stesso tipo di ringraziamento anche a quel Barbarossa…
Ma solo dopo che fossero attraccati, però!  
 

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Capitolo 10
*** Replace ***


Replace – AlternisXEhiniria
 
(Missing Moment del secondo capitolo o AU)
 
 
 
La prima volta che Ehiniria Venus aveva visto Alternis Dim era stato quando lui era andato a trovare Edea alla palestra del Maestro Kamiizumi.
La giovane valchiria aveva sentito fin da subito una certa attrazione verso il misterioso cavaliere nero che però sembrava avere occhi solo per la figlia del Lord Templare. E il fatto che lui fosse un membro del Consiglio dei Sei e lei un semplice soldato non facilitava le cose. Per questo aveva deciso di tenere nascosto ciò che provava per lui, ma il peso che gli cresceva nel petto stava diventando sempre più difficile da sopportare. Il culmine della sua sopportazione arrivò qualche anno dopo, quando lui le chiese di far ragionare Edea che, per motivi sconosciuti, era passata dalla parte della vestale. Quando lo vide allontanarsi qualcosa, dentro di lei, le disse che quella sarebbe stata l’ultima volta che lo avrebbe visto.
In qualche modo doveva dirglielo! Ora!
- Alternis!- lo chiamò.
Il cavaliere nero si fermò, voltandosi verso di lei.
Ehiniria si avvicinò a lui velocemente, gli mise una mano sull’elmo, nel punto dove avrebbe dovuto esserci la guancia destra, e, con sguardo e tono triste, parlò:- Non importa cosa succederà, nessuna potrà mai prendere il posto di Edea nel tuo cuore, vero?-
Nonostante l’armatura, Ehiniria riuscì a sentirlo sobbalzare leggermente. Dopo qualche secondo di silenzio, Alternis alzò una mano e afferrò quella della valchiria.
- No, nessuna.- disse, per poi levarsi delicatamente dall’elmo la mano della ragazza.
- Mi dispiace, Ehiniria. Tu sei una ragazza stupenda, ma Edea… Edea è unica. Lei non può essere rimpiazzata.- continuò mentre lasciava la presa sulla mano della valchiria, che ondeggiò mollemente al fianco della bionda.
Il cavaliere nero si voltò e riprese il suo cammino. Si fermò di nuovo qualche secondo per girarsi a guardarla e ripeterle di nuovo:- Mi dispiace.- per poi rigirarsi e sparire fra le ombre degli alberi così come era apparso.
Ehiniria, rimasta tutto il tempo a capo chino, non disse e non fece niente. Sapeva perfettamente che avrebbe finito con l’essere rifiutata, ma voleva levarsi a tutti i costi quel peso da dosso.
In fondo, però, era meglio così.
Non avrebbe mai potuto accettare di essere solo un rimpiazzo.
 

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Capitolo 11
*** Dislike & Like ***


Dislike & Like – RingabelXAiry
 
(Missing Moment del settimo capitolo; possibili spoiler su Airy)
 
 
-“Vediamo… se lo sposto così, forse…”-
Doveva ammetterlo, riparare Grandship era più complicato del previsto.
Ma quel che andava fatto, andava fatto, e poi non poteva sempre lasciare tutto il lavoro a Datz e Zatz. Però, forse, non era stata un’idea geniale decidere di riparare il guasto sotto ai motori. A furia di stare piegato in quel modo la schiena e le ginocchia avevano cominciato a far male. Provava anche un certo fastidio, ma era abbastanza sicuro che quello fosse dovuto al fatto che si trovava da solo con lei. Non sapeva perché era lì, ne che cosa volesse da lui, o perché se ne era stata zitta e ferma a mezz’aria intenta a fissarlo (anche se non la vedeva, sentiva i suoi malefici, si malefici, occhi addosso), ma qualunque fosse il motivo, avrebbe messo fine a quella situazione. Adesso!
Ringabel si voltò con la testa verso di lei e chiese:- Che cosa vuoi?-
Airy portò i suoi occhi sul viso di lui e, tranquillamente, disse:- Niente.-
- E, allora, perché stai qui, da sola con me?-
- Perché no?-
- Oh per favore! Io non ti piaccio, probabilmente mi odi. Non ti piace la mia presenza, forse ti disgusta solo il fatto che stiamo condividendo la stessa aria. E se dipendesse da te, mi faresti buttare fuori a calci da questo gruppo. Ho forse torto?-
- ……No. E ammetto di essere sorpresa. Come fai a sapere queste cose?-
- E’ piuttosto evidente. E poi è un sentimento reciproco. Quindi, perché invece di stare con Agnès, stai qui con me?-
- ……E’ vero. Tu non mi piaci. Però… devo ammettere che… si, insomma… mi piace guardarti. Ecco, l’ho detto! Contento?-
Ringabel sgranò gli occhi, certo di non aver capito bene. Eppure il volto imbarazzato, e allo stesso tempo imbronciato, di lei sembrava confermargli il contrario. L’avrebbe trovata adorabile, se non fosse stato per il fatto che era consapevole che lei era in realtà un demonio pronta ad ucciderli tutti una volta che non le fossero più serviti (come aveva già fatto in altri mondi).
- Ti… ti piace guardarmi?-
- Ma solo in alcuni momenti particolari come adesso! Non montarti la testa!-
Che intendeva con momenti particolari? Non c’era niente di particolare in quel momento.
- Non… non credo di capire. Potresti spiegarmi meglio perché sei venuta qui a fissarmi?-
La fatina ghignò, in un modo che non le aveva mai visto fare prima, per poi portare il suo sguardo verso il punto che aveva fissato in quei minuti che era stata lì, e dire:- Perché devo ammettere che non sei male visto da dietro.-
Ringabel la fissò per un lungo momento. Poi si ricordò di come era piegato e di come una parte “privata” della sua persona fosse involontariamente in bella mostra…
Si alzò di scatto, ignorando il dolore che sentì di colpo alla schiena e alle ginocchia, non senza prima portare le mani a coprire la zona “offesa” dagli occhi della fata. Al suo gesto, lei si mise a ridere senza ritegno, per poi volare fuori dalla porta. Ringabel la fissò digrignando i denti, le guancie ormai andate a fuoco, decidendo all’istante che mai avrebbe indossato il costume del Wakoku Warrior in sua presenza.
Quella era senza dubbio la prova finale che quella fatina era veramente un demonio!
 

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Capitolo 12
*** Hellfire ***


Hellfire – OminasXEdea
 
(Missing Moment del Prologo)
 
 
 
Ominas guardò il fuoco scoppiettante nel camino, irato.
Come aveva osato, quella piccola impertinente, comportarsi così, davanti a tutti, con lui?
Eppure era un piano semplice da capire.
I cittadini di Caldisla stavano nascondendo la vestale, quindi il modo migliore per convincerli a consegnargliela era quello di mettere loro paura, minacciandoli di bruciare l’intera città, bruciando già una delle case per far capire che lui non stava scherzando. Nel caso la sua minaccia non fosse servita a niente, avrebbe davvero bruciato tutta Caldisla, così quegli sciocchi avrebbero avuto una bella lezione e la vestale non avrebbe più avuto alcun luogo in cui nascondersi.
Un piano perfetto!
E che cosa aveva fatto Edea?
Lo aveva fermato, gettandogli un secchio d’acqua gelida addosso*, e lo aveva ripreso per il suo comportamento davanti a tutti!
Quella piccola, sciocca, impertinente!
Eppure… c’era un fuoco particolare che gli bruciava dentro quando pensava a lei o quando la guardava, e non era rabbia. Quel fuoco si era acceso proprio quando la vide per la prima volta al Comando Centrale. Allora non aveva compreso bene che cosa fosse e non aveva potuto approfondire la cosa dato che un certo cavaliere nero impediva a qualsiasi essere di sesso maschile (tranne che per tre eccezioni**) di avvicinarsi a lei.
Quando Heinkel gli disse che sarebbe stata la sua sottoposta per quella missione, credette di stare sognando. Edea avrebbe preso ordini da lui, avrebbe fatto tutto quello che voleva, come aveva tanto desiderato!
Quando se la ritrovò davanti, pensò di essere finito in paradiso.
Quando lei aprì la bocca e parlò, comprese di essere sprofondato all’inferno.
La porta che si apriva cigolando lo distolse dai suoi pensieri. Si voltò e vide uno dei soldati mettersi sull’attenti.
- Lord Ominas, è ora di andare. Lady Edea la sta aspettando nell’altra stanza.-
Un brivido, ma non di freddo o di paura, lungo la schiena. Solo sentire il suo nome…
Si alzò, per poi uscire dalla stanza. Aveva ancora una possibilità.
Le avrebbe fatto capire chi comandava, l’avrebbe piegata al suo volere, le avrebbe fatto capire che doveva solo stare zitta e obbedire, l’avrebbe plasmata con le sue stesse mani fino a far diventare, quella pelle bianca come la neve, rossa come le fiamme infernali in cui era caduto.
E, nel caso avesse fallito, se avesse continuato a disobbedirgli, figlia del Templare o meno, l’avrebbe arsa viva con il suo Fire.
 
 
 
* succede nel manga: capitolo 3 – parte 1.
** ovviamente le tre eccezioni sono: Braev, Kamiizumi e Heinkel.  
 

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Capitolo 13
*** Pumpkin Lollipop ***


BarbarossaXVictoria – Pumpkin Lollipop
 
(Modern AU)
 
 
 
Halloween.
La festa di mostri e di spettri, di paura e di terrore.
La festa in cui, appena calato il sole, milioni di bambini vestiti da mostri corrono come spiritati tra le varie case del proprio quartiere, divisi in gruppetti, per riempirsi il cestino di dolci (o per riempire di scherzi gli altri, a seconda della risposta ricevuta).
Victoria come gli altri anni era da sola e, sempre come gli altri anni, non era stata invitata alla festa che i suoi compagni di classe organizzavano dopo aver saccheggiato il quartiere.
- Se la smetti di fare tanto l’antipatica, ti invitiamo alla festa.- le aveva detto una sua compagnia di classe, la settimana prima, in un patetico tentativo di convincerla a cambiare il suo atteggiamento ostile verso tutto e tutti.
Per tutta risposta, Victoria aveva esibito uno dei suoi ghigni migliori e aveva detto:- Perché dovrei voler venire alla vostra noiosa, stupida e rumorosa festa, quando posso passare la serata a rimpinzarmi di dolci e guardare film dell’orrore con il mio fidanzato?-
A quello, l’altra bambina aveva gonfiato le guance e se ne era andata seccata e anche un po’ invidiosa. Perché Victoria era una delle poche bambine della sua classe ad essere fidanzata, e l’unica dell’intera scuola ad avere un fidanzato che faceva l’ultimo anno delle medie, cosa che aveva scatenato la sorpresa e l’invidia di molte sue compagne di scuola.
Lo sapeva e ci godeva anche!
Comunque, Victor non sarebbe riuscito a scappare (parole sue) dalla festa organizzata dai sui compagni di classe prima delle undici/undici e mezza, quindi aveva ancora mezz’ora/un’ora di tempo per prendere qualche altro dolcetto prima di raggiungerlo a casa sua.
Si stava guardando in torno per vedere se aveva saltato qualche casa quando qualcosa attirò la sua attenzione. Un vascello pirata faceva bella mostra di se sul grande lago che si trovava vicino all’entrata del parco, le vele strappate e il silenzio agghiacciante gli incutevano un’aria spaventosa, classica dei vascelli fantasma. Come rapita da quell’immagine, Victoria si avvicinò al lago e, automaticamente, tirò fuori il cellulare e gli scattò una foto. Notò che c’era una passerella di legno che permetteva di salire a bordo. Dopo cinque secondi era già sulla nave. Sembrava davvero una nave fantasma, con delle lanterne semi-trasparenti messe in punti strategici per dare l’impressione che il vascello fosse infestato dagli spiriti dei pirati che vi avevano navigato sopra.
-“Non male.”- pensò Victoria mentre scattava un’altra foto con il cellulare.
- Ahr, ahr, ahr! Sembra proprio che una graziosa streghetta sia salita a bordo!-
La bambina si voltò, vedendo un uomo vestito da pirata con tanto di benda sull’occhio, gamba di legno e… una mini ascia al posto del solito uncino.
Originale.
- Benvenuta sulla S.S. Funky Francisca, dove potrai fare un tour della nave fantasma. Se dimostrerai di essere coraggiosa come un vero pirata, alla fine del tour, riceverai come premio dei dolcetti.-
Originale ed interessante.
- Ci sto! C’è qualcosa che non va?-
Domanda legittima dato che l’uomo si stava guardando intorno.
- Ma… sei da sola?-
Domanda legittima anche quella dato che, molto probabilmente, tutti i bambini che erano saliti a bordo erano in gruppi, mentre lei…
- Si sono sola! Adesso mi fai fare questo giro o devo maledirti?-
E avrebbe voluto saperlo fare per davvero.
Per tutta risposta, l’uomo rise per poi condurla alla porta da dove si cominciava il giro.
 
La cabina del capitano era l’ultima stanza da visitare, cosa intuibile sia perché era l’unica stanza che non aveva ancora visto, sia perché dentro c’era uno striscione con su scritto “Fine del Tour” a caratteri cubitali.
- Ed eccoci alla fine. Sei stata molto coraggiosa signorina streghetta.-
- Non è proprio una questione di coraggio. Non mi sono spaventata semplicemente perché sono la regina del horror.-
- Ah si?- chiese l’uomo divertito, poi voltò a guardarla e vide che lei stava fissando qualcosa con aria incantata.
Confuso si voltò nella stessa direzione, e non si stupì per niente nel vedere che stava guardando il tavolo dove erano stati poggiati i dolci.
- Quelli…- disse ad un tratto lei con voce quasi tremante - Quelli sono lecca-lecca?-
- Lecca-lecca al miele a forma di zucca. Una specialità che i miei collaboratori hanno fatto per oggi.-
Notando che lei continuava a fissare i lecca-lecca allo stesso modo in cui un pirata avrebbe guardato un forziere pieno di dobloni, trattenne a stento una risata per poi prendere cinque lecca-lecca e metterli nel cestino della bambina.
- Buon Halloween, signorina streghetta. Spero che tornerà a trovarmi anche l’anno prossimo.- disse lui aprendo la porta che l’avrebbe riportata sul ponte e, di conseguenza, alla passerella che le avrebbe permesso di scendere dalla nave.
- Tornerò senz’altro.- si incamminò, ma fatti pochi passi si bloccò e, senza neanche girarsi, con un certo sforzo riuscì a starnazzare un:- G-G-Gra-Grazie.-
Non era una parola facile da dire. Non per lei almeno.
Comunque non aspettò che lui dicesse qualcosa in risposta e si incamminò a passo veloce verso la passerella, decidendo all’istante che quello era il miglior Halloween che avesse passato fin’ora.
 
 
 
N. A.: Sono perfettamente consapevole che avrei dovuto postare questa ad Halloween, o almeno il mese scorso, ma un po’ perché non sono stata molto bene, un po’ perché sono stata impegnata in altro e un po’ perché la mia ispirazione si è presa una lunga vacanza non autorizzata, sono riuscita a finire questa solo ieri. Comunque, qui Victoria a 9/10 anni (che è anche l’età che io penso abbia davvero nel videogioco facendo dei calcoli basati su mie concezioni personali, quindi non so se è davvero così XP).
 

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Capitolo 14
*** Leader ***


Leader – Ringabel&Tiz
 
(Missing Moment capitolo sei o sette; spoiler su Ringabel)
 
 
 
Rispetta il capo.
Proteggi il capo.
Obbedisci al capo.
Queste furono le prime cose che insegnarono ad Alternis quando entrò nell’esercito.
Non erano regole che seguiva con facilità, soprattutto quando gli toccava come capo qualcuno che non gli piaceva o che non apprezzava.
Ma quando diventò membro del Consiglio dei Sei e Braev divenne l’unico capo a cui doveva sottostare, fece di queste regole la sua massima più importante.
 
Inconsciamente, Ringabel era ancora legato a queste regole e, quando ricordò chi era, decise di rispettarle ancora, anche se il suo capo non era più Braev.
 
- Attenti! Ci sono dei nemici nascosti fra i rami di quell’albero! Ringabel, occupatene tu!-
Con un paio di balzi, il biondo fu sul primo ramo e, dopo un paio di minuti, tutti i nemici nascosti caddero al suolo privi di sensi. Si voltò alla sua sinistra per controllare che Edea stesse bene e la vide mentre buttava giù nemici come se fossero birilli. Rincuorato, si voltò con estrema difficoltà (aveva sempre qualche “problemino” a toglierle gli occhi di dosso quando diventava incantatrice di spade) alla sua destra. Agnès cercava di usare al meglio la magia bianca per aiutarli mentre Tiz, messosi proprio di fronte a lei, utilizzava i poteri del cavaliere per fare da barriera fra lei e i nemici. Un luccichio minaccioso catturò l’attenzione di Ringabel che, senza neanche pensarci, scattò in avanti il più velocemente possibile e spintonò Tiz di lato, beccandosi la freccia che avrebbe dovuto colpire il moro. Senza neanche far caso al dolore, si lanciò contro il cespuglio da dove era partita la freccia, trovandoci un arciere nemico. Prima che questo potesse ricaricare l’arma, con un colpo di pugnale e uno di spada, Ringabel lo disarmò e ferì ad un arto. Il nemico gridò dal dolore prima di scappare via, probabilmente conscio di non avere alcuna possibilità di vittoria. Si guardò intorno notando che non c’erano più nemici, e solo allora si ricordò di avere una freccia piantata in una spalla. Il dolore si fece sentire con prepotenza e lui si ritrovò inginocchiato al suolo.
- Ringabel!-
In un attimo, gli altri membri del Party furono da lui. Tiz gli levò la freccia ed Agnès lo curò.
- Edea vai a controllare che non ci siano altri nemici nelle vicinanze. Agnès vai con lei, quattro occhi sono meglio di due.-
Le due ragazze annuirono per poi incamminarsi.
Appena furono lontane, Tiz si voltò verso di lui sospirando e disse:- Ringabel, ti prego ascoltami, evita di fare di nuovo una cosa del genere. Già rischi di farti ammazzare la maggior parte delle volte che cerchi di proteggere Edea, non voglio che fai lo stesso per me. Non fraintendermi, apprezzo la premura, ma non è davvero il caso, credimi.-
Per tutta risposta, Ringabel rise e, con un tono divertito che poteva difficilmente essere preso sul serio, disse:- Se è quello che vuoi, ci proverò, capo.-
 
 

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Capitolo 15
*** Let It Snow ***


Let It Snow – AlternisXEdea
 
(Prima del Gioco; Spoiler su Alternis)
 
 
 
A Florem, Alternis non aveva mai visto la neve.
Perciò, quando Braev lo portò con se ad Eternia, si stupì di quella strana cosa bianca e fredda che ricopriva il suolo e i tetti delle case. Anche quando gli spiegarono che cos’era la neve continuava a non capire come avesse fatto ad arrivare dov’era.
Un giorno si svegliò notando che la neve stava cadendo dal cielo. Preoccupato, andò a svegliare (con non poca difficoltà) Edea, che appena si affacciò alla finestra esultò:- Che bello, nevica!-
-“Ma quindi è normale?”- pensò Alternis, sentendosi sollevato dalla notizia.
- Corro a chiedere il permesso a mia madre per uscire, così potremo giocare nella neve!- disse Edea tutta contenta prima di correre fuori dalla sua stanza.
-“Nella neve si può… giocare?”-
La risposta doveva essere un ovvio si, perché una mezz’oretta più tardi erano entrambi fuori dal Comando Centrale, davanti ad un prato innevato.
- Fiocchi di neve!- disse ad un tratto Edea portando entrambe le manine davanti a se come a voler raccogliere la neve che cadeva.
Incuriosito, Alternis provò a fare altrettanto. Vide alcuni fiocchi di neve posarsi sui palmi delle sue mani ma, mentre li fissava interessato, questi si sciolsero lentamente sotto i suoi occhi. Immediatamente, portò le mani al petto spaventato.
Cos’era successo? Che cosa aveva fatto? Aveva forse usato i suoi poteri senza accorgersene?
Si voltò a guardare Edea, e vide che i fiocchi di neve si scioglievano anche nelle sue mani e che lei sembrava tranquilla al riguardo.
-“Quindi è normale anche questo?”-
Tranquillizzato, guardò il paesaggio davanti a se.
Era così… bianco.
Abituato com’era al buio dei vicoli, all’oscurità delle fogne, e ai colori scuri e cupi in cui si ricopriva Florem quando calava il sole, tutto quel chiarore per lui era quasi accecante.
Eppure…
Il bianco cristallino dei fiocchi cadenti rifletteva alcuni raggi di sole sul bianco candido della neve già caduta, dando all’aria tutt’intorno un’atmosfera quasi magica.
-“Bella.”-
Però aveva la sensazione che qualcosa fosse fuoriposto. Ma forse se lo stava immaginando, d’altronde era tutto così calmo e tranquillo… calmo e tranquillo… con Edea presente?
-“Edea!”- ma quando si girò verso di lei, la bambina non era più al suo fianco.
Un senso di panico (e uno di vuoto che non seppe spiegarsi) lo avvolsero e iniziò a guardarsi intorno agitato, per poi calmarsi di colpo quando si accorse che lei si era semplicemente allontanata di qualche metro per… cominciare a giocare nelle neve?
Non sapeva come si giocasse nella neve quindi non poteva averne la certezza assoluta, però lei sembrava divertirsi un mondo mentre correva, saltellava e raccoglieva della neve per terra per poi lanciarla in aria. I raggi riflessi dai fiocchi si riflettevano sulla neve addosso alla bambina, dando quasi l’impressione che brillasse, mettendo in risalto il suo già di per se luminoso sorriso.
-“Bella.”- e questa volta non si riferiva alla neve.
Ad un tratto, Edea si voltò verso di lui e Alternis si sentì in imbarazzo, anche se non capiva perché.
- Che fai lì imbambolato? Ti sei incantato a guardare la neve?- chiese lei divertita.
-“No, mi sono incantato a guardare te. Aspetta! Cos’ho appena pensato?”-
E mentre lui cercava di capire l’origine dei suoi pensieri, Edea si avvicinò a lui, gli afferrò una mano e disse:- Dai, vieni, ti faccio vedere come si fa un pupazzo di neve e poi faremo una bella battaglia a palle di neve! Se avanza del tempo potremmo anche fare qualche giro sullo slittino!-
Alternis non aveva la più pallida di cosa fossero un *pupazzo di neve* e le altre cose che Edea aveva nominato, però aveva capito che c’entravano con la neve e che rendevano Edea felice e sorridente. E a lui piaceva tanto vedere Edea felice e sorridente.
E allora, che continuasse a nevicare in eterno.
 
 
 
N. A.: Nel caso vi stiate chiedendo perché in questa shot Alternis fa il muto, dovete sapere (per chi non lo sa già) che nel primo Drama CD di Bravely Default, quello dedicato al Reunion Festival, viene rivelato che durante il primo periodo di tempo (non mi pare sia specificato quanto) che Alternis ha passato ad Eternia lui non parlava mai, stava sempre zitto e non emetteva neanche un suono, quasi fosse stato muto per davvero. Poiché questa shot è ambientata proprio in quel lasso temporale mi è sembrato giusto rimanere fedele alla cosa. Per questo lui pensa, ma non parla.
Per quanto riguarda la confusione sentimentale interna, qui lui è solo bambino quindi non è ancora in grado di capire che quello che prova per Edea è amore.
 
BUON NATALE A TUTTI E FELICE ANNO NUOVO!!!

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Capitolo 16
*** Guilty of Betrayal ***


Guilty of Betrayal – TizXOlivia

 

(Prima del Gioco o AU)

 

 

 

Olivia era felice di poter seguire Agnès nel viaggio per risvegliare i cristalli.

Eppure, dopo un mese, iniziò a temere di aver fatto un grosso sbaglio.

Le ci vollero meno di due giorni per rendersi conto che il sopravvissuto di Norende, Tiz, si era perdutamente innamorato della sua migliore amica. Le ci volle meno di una settimana per rendersi conto che Agnès sembrava ricambiare i suoi sentimenti. E non era certa che questa fosse una cosa buona.

Loro erano vestali, la loro vita era consacrata solo ai cristalli e-

D'accordo, anche andare in giro per il mondo accompagnate da delle persone che per di più non facevano parte del loro credo non era qualcosa che una vestale avrebbe dovuto fare, ma in quel caso si poteva fare tranquillamente un'eccezione dato che lo stavano facendo non solo per il bene dei cristalli, ma per quello del mondo intero. Però, non era certa che una vestale con un amante o un fidanzato fosse accettabile. Era abbastanza sicura che, una volta finito il viaggio e sistemato tutto, Agnès sarebbe potuta finire nei guai. Probabilmente avrebbe dovuto parlarle, spiegarle che, in un certo senso, stava tradendo il loro credo, che non poteva… Magari avrebbe potuto fare qualcosa per fermare quella situazione prima che uno dei due arrivasse al punto di non ritorno…

Ma non ci riuscì. Aveva troppa paura che poi Agnès l'avrebbe odiata a vita. In più, dai loro sguardi comprese che ormai il punto di non ritorno l'avevano già raggiunto, il che rendeva tutto ancora più complicato.

Forse avrebbe dovuto dire qualcosa a Tiz, ma aveva come l'impressione che il giovane pastore avesse già compresso il problema. La cosa non la stupì. Aveva capito che non era uno stupido. E poi aveva uno sguardo così gentile…

E più i giorni passavano e più Olivia si rendeva conto del come e del perché Agnès si fosse innamorata di lui. Forse anche troppo. E poi, dopo quel mese, avvenne. Era notte fonda e loro si erano accampati in una foresta. Olivia non riusciva a dormire, così uscì fuori dalla tenda che divideva con Agnès ed Edea per prendere una boccata d'aria fresca. Tiz, che quella notte faceva il primo turno di guardia, si era addormentato davanti al fuoco ormai quasi spento. Olivia rimase a fissarlo, sentendosi strana. Continuò a fissarlo per una manciata di secondi, e poi successe qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di fare. Il suo corpo si mosse in automatico, si avvicinò a lui, si piegò un poco sulle ginocchia e gli diede un delicato bacio sulla guancia. Avendo un sonno leggerissimo, Tiz si svegliò quasi subito. Il braccio che si alzò per portare la mano sulla guancia indicava che aveva capito di essere stato toccato in quel punto. Lo sguardo confuso e assonnato, invece, faceva chiaramente capire che non aveva capito che cosa lo aveva toccato.

Intanto, appena aveva aperto gli occhi, Olivia aveva fatto un balzo all’indietro e si era come congelata sul posto, rendendosi pienamente conto di cosa aveva fatto e, soprattutto, del perché.

Si era innamorata di Tiz.

E questo implicava automaticamente anche altre due cose.

Aveva tradito il suo credo.

Aveva tradito la fiducia di Agnès.

E questo non se lo sarebbe mai perdonata.

 

 

 

N.A.: Ehilà! Si sono ancora viva, ma ho avuto un blocco dello scrittore assurdo e questa shot è stata la prima cosa che sono riuscita a scrivere. In realtà, avrei voluto postare un triangolo special per San Valentino, ma non ci sono riuscita. Oh beh, sarà per un'altra volta. Comunque, per punto di non ritorno intendevo dire quando una semplice “cotta” diventa “vero amore”.

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Capitolo 17
*** Fake Symphaty ***


Profiteur&Khamer – Fake Symphaty

 

(Missing Moment del capitolo sette o AU)

 

 

-”Centoventuno, centoventidue, centoventitré, centoventiquattro, centoventicinque, centoventisei-”-

- Sigh!-

-”Centoventisette, centoventotto, centoventinove-”-

- Sigh!-

-”Centotrenta-”-

- Sigh!-

Profiteur, seccato dall'ennesima interruzione, si voltò verso il re di Anchaim che continuava a sospirare senza sosta.

- Sigh! Davvero non riesco a capire.-

-”Sai che novità!”-

- Eppure sembrava un piano perfetto!-

- Beh, io vi avevo avvertito che non era una buona idea.-

Ed era così.

Quando, quella mattina, Khamer aveva convocato i suoi soci della compagnia commerciale per dire loro che la diva da battaglia Praline a la Mode sarebbe stata loro ospite per l'intera giornata e che lui aveva deciso di farle fare un tour di tutta la città a loro spese, Profiteur aveva capito subito che ne avrebbero ricavato solo un mucchio di guai e un sacco di perdite di denaro. Aveva provato ad avvertirlo della cosa, ma l'altro sosteneva che stava esagerando, per questo motivo si era inventato una scusa per non partecipare alla “gita” per poi andarsene. Khint doveva aver fatto un ragionamento simile al suo, e arrivato alla conclusione che dalla “gita” avrebbe ricavato solo delle vesciche alle mani per le troppe buste (perché sicuramente Praline si sarebbe data alle spese folli ed era altrettanto sicuro che Khamer avrebbe fatto portare i pacchi a lui), si era accomiatato dal gruppo più velocemente del solito. Alla fine, quando la giovane diva era arrivata, ad aspettarla c'erano Khamer, una decina di guardie e uno sbuffante Jackal (con le guardie che si chiedevano cosa cavolo ci fosse rimasto a fare lì). Sembrava tutto perfetto, ma esattamente cinque minuti dopo era arrivato il primo ministro che sosteneva che c'era bisogno della sua presenza a palazzo. Dopo alcuni minuti di proteste, il re si era dovuto arrendere al fatto che avrebbe dovuto accontentarlo e, a quel punto, Jackal, illuminatosi di colpo, gli aveva dato una pacca sulla schiena e gli aveva detto:- Tranquillo, Old Man Tic – Toc, ci penso io qui.- dopodiché aveva preso in braccio Praline, era saltato su un tetto ed era sparito nell'arco di cinque secondi.

Khamer era rimasto fermo a fissare il punto in cui i due erano spariti per ben dieci minuti prima di realizzare che non aveva più il portafogli e che l'improvviso buon'umore di Jackal non era dovuto solo al fatto di avere fra le mani la sua carta di credito.

Digrignò i denti, adirato e offeso.

Quel ladro!

E non poteva nemmeno usarlo come insulto, perché lui ladro lo era per davvero!

Dopo aver risolto il problema al palazzo, li aveva fatti cercare dappertutto, ma invano. I due sembravano spariti nel nulla. Così era andato a piagnucolare da Profiteur, disturbandolo durante il suo passatempo preferito, il conteggio dell'incasso giornaliero.

- Secondo te che cosa hanno fatto per tutto il giorno?-

- Sono due adolescenti che hanno fra le mani una carta di credito che ha un accesso illimitato alla cassa reale, come volete che abbiano passato il giorno? Se la saranno spassata, sperperando soldi in cose stupide.-

L'altro annuì e per un po' rimasero in silenzio, entrambi immersi nei propri pensieri.

- Povera Miss Praline, costretta a restare per tutto il giorno in compagnia di quel buzzurro!-

- “Poveri soldi, essere sperperati in stupidaggini da due mocciosi! Soldi che un giorno avrebbero potuto diventare miei!”-

Momento di silenzio.

- E' tutto questo per colpa di quel ladruncolo! Jackal, questa me la segno al dito!- sbraitarono i due in perfetto sincrono, entrambi adirati ma per motivi completamente diversi.

Altro momento di silenzio.

- Erutus?-

- Cosa?-

- Si è fatto scuro fuori e quei due non sono ancora tornati.-

- Già…-

- Comincio a preoccuparmi.-

- Non lo eravate già?-

- Si, ma adesso lo sono di più. Voglio dire, e se Jackal avesse rapito Miss Praline per chiedere un riscatto esorbitante?-

A quello, il mercante fu tentato di urlargli in faccia un:- Ma che riscatto e riscatto! A quest'ora quei due saranno nel covo di Jackal, dove staranno continuando a spassarsela nell'altro senso del termine!- ma non lo fece.

Il re non sembrava nelle condizioni mentali e psicologiche adatte per una simile rivelazione, quindi si limitò a dire:- Jackal è un ladro, non un ricattatore. Sono certo che domani mattina li vedremo spuntare a palazzo come se non fosse successo niente.-

- …….Si, probabilmente hai ragione.-

- “Lo spero. Così come spero che se la sia davvero portata nel suo covo e non abbia sperperato altri soldi in una camera della locanda. Soldi che un giorno avrebbero potuto diventare miei!”-

Ci furono altri secondi di silenzio, prima che i due sospirassero tristemente, di nuovo in sincrono.

- Sai, è bello che tu mi capisca così bene. Sembra quasi che siamo in perfetta sintonia.-

Profiteur lo guardò con uno sguardo indecifrabile.

Come al solito, Khamer non aveva capito niente. Ma, infondo, era meglio così.

- Ma è ovvio, Vostra Maestà. Se così non fosse, non sarei il vostro miglior alleato, no?-

Perché giocare al migliore amico del re era il migliore affare che gli fosse capitato fin'ora.

 

 

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Capitolo 18
*** Hairstyle ***


Hairstyle – Yulyana&Alternis

 

(Prima dell'inizio del gioco o AU; Spoiler su Alternis)

 

 

Un verso irritato gli uscì dalla bocca mentre si guardava allo specchio.

Spostò lo sguardo sulla forbice nella sua mano destra e poi sul pettine nella mano sinistra.

Tornò a guardare davanti a se e sospirò.

Ormai non poteva più rimandare, doveva farlo. Il problema era che non aveva la più pallida idea di come fare.

- Qualche problema, figliolo?-

Alternis si voltò, incontrando lo sguardo incuriosito di Yulyana.

- Niente di grave, non si preoccupi.-

- Problemi di capelli, eh?- chiese l'uomo adocchiando gli oggetti in mano al ragazzo.

- La frangia mi è cresciuta troppo e ho difficoltà a vedere. C'è il rischio che mi intralci durante le missioni, quindi volevo approfittare di questo giorno di sosta per sistemarla.-

- Ottima idea. E come pensi di acconciarla?-

- …….Non ne ho idea. In realtà non so neanche come fare.- disse Alternis col tono di chi ha già perso ancora prima di cominciare, per poi aggiungere:- Io non ci capisco molto di acconciature.-

- Si vede. Senza offesa, ma i tuoi capelli sono ridotti veramente male.-

L'altro sbuffò, prima di replicare con un:- Tanto porto sempre addosso l'elmo. Nessuno potrebbe accorgersi che ho i capelli disordinati, o roba simile.-

- Vero, ma non è comunque una scusa per non occuparsene. Metti che il tuo elmo si spezzi in due, magari davanti ad una certa signorina, non ci faresti una bella figura.-

Alternis sobbalzò, arrossendo di botto, chiedendosi mentalmente come facevano lui e l'arciduca a sapere sempre TUTTO di TUTTI nonostante non si muovessero MAI dalle loro rispettive dimore. Decise di ignorare il commento dell'uomo e di tornare a cercare una soluzione per il suo problema, quando Yulyana lo afferrò per un polso, per poi iniziare a trascinarlo verso la parte interna del suo atelier.

- Che cosa sta-

- Non ti offendere, ma sono abbastanza sicuro che da solo combineresti un guaio. Lascia fare a me, sono certo di riuscire a sistemarti i capelli in maniera definitiva.-

Prima che il ragazzo potesse controbattere, si ritrovò nel bagno, con Yulyana, senza più alcuna via di scampo.

Dopo due shampi, tre sciacqui, quattro spazzolate, una piccola sforbiciata e una cinquantina di imprecazioni mormorate a denti stretti, Alternis riuscì a scappare dal bagno. Si sentiva come se gli avessero infilato la testa in un turbine d'acqua e lo avessero lasciato li dentro per ore e ore. E non era esattamente una bella sensazione.

- Allora, che mi dici? Va bene così?- chiese Yulyana uscendo tranquillo dal bagno.

Alternis lo guardò leggermente male prima di voltarsi verso uno specchio per vedere che cosa gli aveva fatto. Strabuzzò gli occhi incredulo, sbatte le palpebre un paio di volte, incapace di crede a quello che aveva davanti.

- “Quello… quello sono io?”-

Fece qualche passo in avanti, poggiò una mano sulla superficie vitrea costatando che si, quello era il suo riflesso, quindi quello doveva per forza essere lui. I capelli da biondo sporco erano ritornati al loro naturale colore biondo chiaro quasi bianco, erano perfettamente ordinati e la frangia era stata sistemata in un ciuffo alla pompadur, lasciandogli il viso completamente scoperto.

- “Accidenti… se mi incontrassi in mezzo alla strada, non mi riconoscerei.”-

- Allora?- insistette il saggio.

- Si, così dovrebbe andare. Certo, non c'era bisogno di una cosa così elaborata, ma andrà bene comunque. Grazie.-

- Di niente. Spero che ti sia d'aiuto anche per l'altro motivo.- disse l'uomo, sorridendo malizioso.

Alternis avvampò di colpo, per poi replicare con un:- I-Il problema della visibilità era l'unico motivo. Non c'è ne sono altri.-

 

- Edea, dove-

- Palle di neve!-

- Cos- Argh!-

- Preso! Ah ah!-

- Sputt! Coff!-

- Ops, forse era troppo grande… Aspetta, ti aiuto a togliere la neve dalla faccia.-

 

- Sicuro?-

 

- Sai Alternis, davvero non capisco perché ti ostini a coprirti il viso in tutti i modi possibili e immaginabili. Sei decisamente più carino a viso scoperto!-

 

- S-Sicuro.-

 

 

 

N. A.: Sono tornata dopo un lasso di tempo indecente, lo so, ma tra mancanza di ispirazione (che è il motivo principale), interessamento ad altre cose e roba di vita quotidiana, sono riuscita a scrivere qualcosa per questa raccolta solo recentemente. Per farvi un esempio, la scorsa shot l'avevo cominciata tre/quattro mesi fa, ma sono riuscita a finirla solo di recente, perché solo di recente mi è tornata l'ispirazione. Un'altra prova che la mia ispirazione sia tornata solo da poco è il fatto che, sempre solo di recente, sono riuscita a scrivere questa shot in due giorni. Shot che, tra l'altro, si basa su una mia personale idea, secondo cui il motivo principale per cui Alternis si è sistemato i capelli in quel modo è perché Edea deve avergli fatto un commento simile a quello che è scritto qui sopra quando erano ancora bambini.

Dato che la prossima settimana parto per la mia casa al mare, da cui dovrò arrangiarmi con una chiavetta per la connessione, posterò un'ultima shot fra un paio di giorni, dopodiché ci risentiremo a settembre.

Grazie per l'attenzione,

FallingStar

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Capitolo 19
*** Hate ***


Hate – TizXAiry

 

(Missing Moment dell'ultimo capitolo; Spoiler su Airy)

 

 

Erano arrivati alla resa dei conti.

Di nuovo.

Se Airy avesse dovuto dire quante volte si era ritrovata a dover combattere contro i quattro eroi che aveva abilmente ingannato non avrebbe saputo dare un numero preciso.

Per un attimo, gli occhi della falsa fata incontrarono quelli di Tiz.

Quel ragazzo… si era rivelato molto più utile del previsto, quasi più utile della vestale. Senza di lui molto probabilmente Agnès sarebbe morta subito. Senza di lui non sarebbe riuscita a risvegliare i cristalli. Senza di lui non sarebbe riuscita ad arrivare dov'era ora. Era probabilmente il suo strumento/alleato migliore, al punto tale che, tutte le volte che arrivava in un'altra Luxendarck aspettava con impazienza di rincontrarlo, arrivando perfino a sperare che lui sopravvivesse sempre alla voragine.

I loro sguardi si incrociarono di nuovo, ma se per un attimo negli occhi di Airy brillò la luce di un sentimento che credeva sconosciuto, in quelli di Tiz c'erano solamente rabbia e odio mescolati insieme. E il motivo era ovvio.

- Non ti perdonerò mai per aver abusato della fiducia di Agnès!-

Airy digrignò i denti con rabbia.

- Agnès, Agnès, sai pensare soltanto ad Agnès! E’ questo ciò che odio di più di te!-

Si, Airy odiava Tiz.

Lo odiava perché, in tutti i mondi che aveva visitato, lui aveva sempre pensato solo ad Agnès e mai a lei.

 

 

 

N.A.: Ci credereste se vi dicessi che questa era una delle prime che avevo in mente di scrivere? Sul serio! Da quando ho sentito Airy dire quella frase (quella scritta qui sopra), non so come, non so perché, la mia testa si è autoconvinta che Airy avesse una specie di cotta segreta per Tiz. Così, quando ho iniziato a scrivere questa raccolta, decisi subito il prompt e l'argomento per questa shot. Ma riuscì a scrivere solamente la parte finale. L'inizio e, soprattutto il centro non mi veniva. E poi, di colpo, la settimana scorsa ho avuto l'ispirazione divina, ed ecco qua! Spero che sia venuta bene. A questo punto vi saluto e ci risentiamo a settembre (o ottobre, dipende dalla mia ispirazione).

Grazie per l'attenzione.

Arrivederci,

FallingStar

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