green eyes.

di hazoverdos
(/viewuser.php?uid=804228)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** occhi verdi ***
Capitolo 2: *** midnight memories. ***
Capitolo 3: *** strike! ***



Capitolo 1
*** occhi verdi ***


"Dai svegliati" urló eccitata Daisy.
La luce del lampione bussava la porta della finestra della mia camera. Sembravano le 6 oppure piú presto. 
"È il grande giorno. Muoviti William". È il grande giorno,pensai nella mia scatola cranica.
Mi alzai quasi piagnucolando appoggiandomi sui gomiti fissando un punto della stanza invisibile perso nell'intero vuoto. La mia stanza non era molto piccola ma nemmeno molto grande.
Ospitava parecchi poster di varie band musicali,una scrivania uniforme azzurra con un portatile conficcato sopra. "Cazzo" urló Daisy dalla porta affianco. Ridacchiai.
Mi sentivo i piedi pesanti ma dall'euforia mi sentivo allo stesso tempo leggero.
Mi intrufolai nel mio armadio cercando qualcosa di utile da indossare.
Indossai un pantalone nero e una t-shirt bianca. "Speriamo di fare colpo cosi" dissi tra me.
Sorrisi quando Daisy si fermò sulla soglia della porta. Daisy era la sorella migliore che potessi mai avere. Nove mesi fa, per il suo quattordicesimo compleanno, le presi i biglietti per una band musicale che sarebbe venuta a Londra.
Ricordo il suo sorriso ancora impresso per la felicità e non mi feci scrupoli ad accompagnarla anche se questa band non mi vada giú in nessun caso. 


"Ecco lo stadio. Siamo arrivati". Ridacchiai appena.
Fermammo la macchina in un parcheggio riservato apposta per questo evento. Migliaia di ragazzine attraenti correvano,urlavano,piangevano e si disperavano.
Presi lo zaino dal bagagliaio e lo misi dolcemente dietro le spalle della mia piccola. "Non sono molto corti questi shots?" le dissi acidamente. Ero sempre stato geloso di Daisy. Avevo solo lei. Avevamo perso i genitori in un incidente e ci siamo sempre dati forza e questo regalo da parte mia sarebbe stato solo un piccolo favore per vederla sorridere davvero.
Vidi che Daisy aveva appena fatto amicizia con delle ragazze del suo settore. "William ti dispiacerebbe se iniziassi ad andare con loro poi ci incontriamo li?" disse sorridente con un tono piuttosto felice. Annuí con la testa baciandola sulla guancia dolcemente guardandola allontanare.
Iniziai ad incamminarmi verso un vincolo che portava fin dietro lo stadio.
Diedi un calcio ad un sassolino mentre mi incamminavo verso un fuoristrada color nero carbone. Appoggiato ad essa c'era un ragazzo alto con dei riccioli che gli cadevano morbidi sulla guancia. I suoi occhi verdi mi incrociarono mentre con la bocca sputava fumo.
Aveva l'aria di uno tosto.
Di uno che se la prendesse con il mondo quasi sempre.
Sembrava misterioso e io morivo dalla voglia di scoprirlo.
Mi avvicinai appena per farmi notare. I suoi occhi seguivano ogni mio piccolo movimento. "Dovrei inventarmi una scusa" sussurrai tra me.
"Scusa, hai una sigaretta da offrirmi?" dissi quasi balbettando.
Il ragazzo misterioso non mi staccava gli occhi da dosso mi offri il pacchetto. Sfilai la sigaretta da ciò e la infilai nell'involucro delle mie labbra.
Avvicinò l'accendino e la sua grossa mano sfiorava appena la mia guancia e questo tocco mi fece rabbrividire.
"Sono Harry" Le sue labbra si aprirono in un sorriso e mise in mostra le sue fossette che trovavo adorabili sin dall'inizio.
"Sono William" dissi arrossendo appena. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** midnight memories. ***


"Wil dove sei? io sono dentro. Wil è tutto stupendo" Mi staccai il telefono dall'orecchio per le urla che mi stordirono.
Ridacchiai appena.
"Sono sulle scale.. ah eccoti."
Mi corse contro con delle linee sottili di lacrime color nero che trascinavano via le poche tracce di trucco che le erano rimaste. 
Lo stadio era piuttosto gigante, ospitava piú o meno cinquantamila ragazzine.   
Mi accomodai al mio posto, non troppo distante dal palco, iniziando a guardarmi intorno disorientato. 
Mi resi conto che stavano per esibirsi quando iniziarono a fare il conto alla rovescia, le luci si abbassarono in una tonalitá tra il rosso e il bianco. 
               
Straight off of the plane to a new hotel

Quella voce mi sembrava cosi maledettamente familiare.
E ancora.. 

Just touched down, you could never tell         

Ma certo. Come avevo fatto a dimenticarmene? Quella voce cosi dura che pompava nelle casse della camera accanto alla mia.
Quei falsetti che mi facevano risalire i brividi. Quella voce che mi aveva accompagnato il fuoco per spegnere l'acqua. 
Era Harry.          
Lo stesso ragazzo che mia sorella aveva amato fino adesso e che continua a farlo incodizionatamente.
Le verrebbe un colpo sapere che sono stato lui un paio d'ora prima che iniziasse il concerto. 
Ah e lei era cosi maledettamente perfetta. Alzava le mani al cielo. 
Si portava la mano al cuore e la portava in avanti come se volesse dire, con tenerezza: 
"Questo cuore ha aspettato questo momento per tutto questo tempo, lo lascio qui e se vi va: prendetelo"   
Ero cosi tremendamente felice vederla cosi sorridente! 
Ma una cosa non la capisco. 
Perchè Harry mi ha nascosto di essere un cantante? Eppure abbiamo parlato a lungo di tutto, di quanta fosse bella Londra, di quanto fosse bello lui.
Non avevamo smesso un attimo di guardarci negli occhi e ho capito una cosa.
Gli occhi verdi e quelli azzurri, insieme, si sposano davvero bene.
Ma cosa sto dicendo? Non posso prendermi una cotta per un cantante.
Io non posso.
Non posso tradire mia sorella! Anche se dopo un po si sarebbe scocciato di me. La fama ha sempre dato al cervello qualsiasi cantante, attore o altro.
Ma Harry sembrava diverso..
La spettacolare voce di Harry mi faceva rabbrividire ogni volta che avvicinava la sua bocca al microfono. 
Mi faceva perdere i sensi quando si esibiva sulle note piú basse. 
Mi faceva perdere i sensi quando rideva.
Era la sua bellezza a farmi perdere i sensi.
Durante una pausa durata circa cinque minuti rovistai tra le mie tasche per trovare le sigarette che il principe dagli occhi verdi smeraldo mi aveva affidato. 
Cadde un pezzo di carta bianco e sopra con caratteri cubitali disegnavano il nome di Harry seguito da dei numeri.
Mi fece mancare il cuore di un battito!
Capí dopo un po che quello era il suo numero!
Digitai il numero e scrissi velocemente.

"Oh, sei davvero furbo tu.
-William"


Sorrisi distrattamente mentre la sua voce mi colpi violentamente come un fulmine in un intensa tempesta.
E a me piaceva la tempesta.
Capí che tutto era finito quando le luci si accesero e quello stadio cadde in un silenzio tombale. 
Sentivo sighiozzare.
Urlare.
Disperarsi.
Ma era rimasto un vuoto incolmabile per chiunque fosse li.

 "Casa dolce casa" annunciai sereno. 
"La mia casa era li" ribattè Daisy  mettendo il broncio. 
Mi avvicinai e le schioccai un bacio sulla guancia teneramente. 
Sorrise mentre con una mano si asciugava la lacrima che era colata sulla guancia.                     
Feci presto a farmi una doccia fredda, per scollarmi di dosso tutto il sudore.
Daisy era stanca morta ma era comunque felice da morire. 
Le rimboccai le coperte e mi chiusi la porta alle spalle.
Presi il computer dalla scrivania e lo riportai sul letto incrociando le gambe.
L'orologia segnava le quattro del mattino ma il sonno non regnava su di me. 
Ho sofferto di insonnia sin da piccolo e ormai ne avevo fatto l'abitudine.
Il telefono tra le mie gambe suonò.
Lo presi lentamente e lessi ciò che era elencato:

"Piaciuto il concerto, piccolo?
-Harry."


Sorrisi distrattamente.
"Da quando chiami "piccolo" ad un puro estraneo?
-William"


Digitai cosi lentamente che pensavo fossero passate ore.
Il telefono continuò a tremare.

"Ehi, sii fiero che Harry Styles ti abbia chiamato cosi"

Ridacchiai appena.                   
Non avevo mai pensavo che un giorno avrei parlato con un cantante e in piú il sogno proibito di mia sorella.
Eppure era un cantate di una fama mondiale incredibile.
Rimanemmo a parlare fino a tardi.
E..
"Quando possiamo vederci, signorino William."

"Quando ha voglia il signorino Styles."

"Era il mio ultimo concerto quello a Londra, passo a prenderti domani."

"Oh! Come fai a sapere dove abito?"

"Sono pur sempre Harry Styles.
Buonanotte."


Sorrisi di scatto e mi lasciai abbandonare nel buio della notte. O quasi. 
Il sole gia iniziava a sorgere e, finalmente, chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal silenzio.


Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** strike! ***


Era un pomeriggio troppo solare quando le mie palpebre decisero di aprirsi.
Sbadigliai appena mentre prendevo il cellulare sul comodino alla mia destra. La luce forte quasi mi accecò e sul piccolo schermo apparvero tre messaggi da Harry.

"Buongiorno William"
"Ancora dormi? O non vuoi rispondermi?"
"Ho prenotato una stanza al piú famoso bowling di Londra. Passo a prenderti stasera alle sette, sweetie. Xx"


Sorrisi mentre digitavo quasi velocemente il messaggio.
"Perchè sorridi?" disse Daisy dietro le mie spalle.
Non me ne ero accorto che era li dietro di me.
Persi un battito del cuore chiedendomi tra me se avesse letto.
"Da quanto tempo sei qui?" dissi prima che "Da molto piú tempo che vedessi la tua faccia trasformarsi in un sorriso" .
Mi guardava con un aria felice.
Saltellai appena per sfilarmi il pantalone del pigiama prima di infilarmi tra le acque tiepide della doccia.
L'acqua mi travolgeva dolcemente tanto da scollarmi il sudore di quella giornata.
"Daisy preparati andiamo al centro commerciale!" Uno stridolio venne dalla camera di fronte tanto da farmi sorride automaticamente.
Non andavamo al centro commerciale insieme da quando decisero di portarci via i nostri genitori.

Era un giorno piovoso di Dicembre, esattamente il dodici di Dicembre. I miei genitori erano divorziati ma non si sa ancora quale destino ha deciso di far incontrare i due e finire nella stessa macchina. Litigavano e urlavano di continuo quando un gruppo ubriaco decise di portarli via.
Decise di spazzarli via catapultandosi contro senza un animo. Furono risucchiati da un vortice nero, il capo sbattuto sui vetri e senza un filo di respiro restante. Di quella giornata ricordo poco.
Avevano accompagnato Daisy a danza e a me a scuola.
Era una giornata fin troppo strana fino a che non ebbi una chiamata.
"William, sono sull'autostrada che porta a Londra. I tuoi genitori sono andati via"
"In che senso, andati via?"
Un singhiozzo arrivò dall'altra parte del filo telefonico.
"Sono morti" disse la voce tutto ad un fiato. Le mie pupille si dilatarono e le lacrime scesero senza alcuna tregua.
L'unico problema era dirlo a Daisy.
L'unico problema.
Daisy.

"Sei pronto?"
una voce familiare mi svegliò da quel ricordo spezzato in due.

L'orologio sulla scrivania portava le sette e in punto e il campanello suonò in quell'esatto momento. Mi aggiustai i capelli mentre saltellavo per le scale.
Daisy era dall'amica, non sarebbe tornata a casa fino a che non sarai andato a prenderla.
Aprí la porta e un abbagliore mi colpí in piena faccia.
Harry.
Non me lo ricordavo cosi perfetto.
Era difronte a me e mostrava i suoi denti color latte ai margini le sue adorabili fossette.
Indossava una felpa larga e un pantalone strappato sul ginocchio nero.
Sembrava andare tutto bene fino a che "Sei bellissimo" mi uscí dalla bocca senza accorgermene. Sentivo le guance che mi andavano a fuoco mentre mi torturavo le mani.
"Beh, andiamo?"
Non ricordavo la sua voce cosi dolce e frustante.
Avevo voglia di sbatterlo al muro e farci l'amore per ore.
Ma non lo feci.
Salimmo in macchina e non parlai affatto. Tranne le mezze parole seguite dal mio fantastico tono imbarazzato che continuava con un balbettio infantile.
Era davvero da togliere il fiato.
Quel colore bianco si intonava con il suo volto.
Mi piaceva guardarlo sorridere.
Mi piaceva guardarlo cantare senza sbagliare una parola.
Un insegna ci aveva informato che eravamo arrivati. Un misto di bianco rosso e blu, disegnavano la scritta 'Bowling' su un led gigante.
Entrammo per la porta principale scavalcando ogni fan che erano li.
A quanto pare l'annuncio che sarebbe arrivato Harry Styles fece il giro di twitter e, nonostante ci fossero bodyguard affianco a noi, le ragazzine non si facevano scrupoli a fare casino e saltargli addosso.
Sentii una mano stringermi la mia.
Era Harry.

Mi guardava mentre sorrideva e sorrise di piú quando mi vide arrossire.
Entrammo nella stanza e chiudemmo la porta.
La stanza, quasi grande come casa mia, ospitava un bancone da bar dove dietro di esso c'era una bionda che ci stava accogliendo con un sorriso celestiale. Aveva tre piste da bowling, le scarpe apposite di ogni numero, di ogni colore e di ogni tipo. Su un grande tabellone c'erano scritti i nostri nomi.
Ma io non avevo mai giocato a bowling. Prendemmo le scarpe, uguali e inziai.
Infilai le dita nella sfera colorata e buttai a caso tra la pista. Harry rise quando la palla andò nel canale non facendo cadere un birillo.
Feci la stessa cosa anche con il secondo tiro. Immaginavo che Harry sapesse giocare.
E appunto!
Sfilò la palla e la lanciò dolcemente sulla pista di legno ed essa sfrecciò lungo i birilli sbattendoli tutti per terra e sul tabellone uscí un enorme scritta.
Strike!
Sorrise come un bambino e io lo adoravo ancora. Era il mio turno!
Presi la palla e mi posizionai fino a quando un tocco prese la mia mano facendomi girare il polso. Buttò la mia mano dietro e con cautela in avanti facendo cadere la palla sulla pista. Ella si scagliò contro i birilli facendoli cadere tutti.
Continuammo tutta la serata cosi, tra risate e bicchieri di champagne. Mi accompagnò a casa dopo tre partite.
Diceva che non sarebbe andato via fino a che non imparassi a giocare.
Arrivammo sotto casa e Daisy era seduta sul portico davanti alla porta.
Dio! Come avevo fatto a dimenticarmene.
Non feci tempo di pensare quando delle labbra morbide colpirono la mia guancia dolcemente facendomi arrossire e sorridere automaticamente.
"Ci vediamo domani, sweetie" disse Harry sorridendo. Feci un'accenno del capo e mi incamminai.
"Chi era in macchina?" una voce mi svegliò dal Paradiso.
"Eh? Ah, un amico. Un semplice amico"
Per ora.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2986589