Timeless

di KatherineSwan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I've died everyday waiting for you. ***
Capitolo 2: *** The Swan Princess. ***



Capitolo 1
*** I've died everyday waiting for you. ***


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Eccomi qui a cimentarmi in un'ennesima long, questa volta però sui captainswan.
E' da un pò che mi ronza questa idea in testa, poi sono stata presa dalla long Colifer e ho accantonato un pò tutto il resto.
Premetto che sto pubblicando questo capitolo per vedere se la cosa interessa, probabilmente sarà aggiornata quando finirò l'altra perchè non credo di avere tempo per gestirle entrambe insieme.
Il capitolo non è lunghissimo come mio solito ma è scritto appositamente così perchè ci sono tante cose da spiegare e pian piano verranno inserite nei prossimi capitoli, non vi preoccupate per questo XD
Detto ciò vi lascio a questa specie di prologo, recensite e ditemi che ve ne pare e se mi seguireste anche in quest'altra folle impresa. <3


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«Killian non correre così veloce!»
«Andiamo, Emma! Sei tu che sei lenta.»
«Le principesse non corrono.»
Il ragazzino sorrise, porgendo la mano all’intraprendente biondina che cercava di tenere il suo passo mentre cercavano entrambi di svincolarsi tra gli alberi della foresta per risalire la scarpata che gli avrebbe portati in cima ad una collina.
Da lì il panorama era meraviglioso e Killian, un giovincello di 10 anni, voleva mostrarlo alla sua amica di sempre, Emma, la principessa figlia di Biancaneve e del principe Azzurro.
Aveva solo 8 anni ma era scaltra come sua madre e coraggiosa come suo padre, su questo non c’erano molti dubbi.
I due si erano conosciuti praticamente quando Emma era nata e Killian aveva solo 2 anni, figlio di un ricco nobile e amico del principe.
Da quel momento le loro vite si erano quasi fuse insieme perché i genitori di entrambi speravano che, un giorno, i due ragazzi si sarebbero innamorati e insieme avrebbero regnato sulla Foresta Incantata.
Adesso, tuttavia, erano come fratelli, inseparabili e sempre insieme a cercare pretesti per far infuriare i loro genitori come quella bravata che stavano commettendo in quel momento.
Erano fuggiti dal castello nel cuore della notte solo per attraversare il bosco e vedere la luna piena, direttamente dal punto più alto che avevano trovato.
E lì, sotto i raggi riflessi di quest’ultima sul laghetto in fondo alla collina e le miriadi di stelle che tappezzavano il cielo, si erano sdraiati l’uno vicino all’altra, osservando in silenzio quel bellissimo paesaggio dipinto di fronte a loro.
«Killian. Posso rivelarti un segreto?»
«Certo. Tutto quello che vuoi.»
«Io non voglio essere una principessa. Voglio andare via da qui, voglio viaggiare, vedere il mondo, vedere tutti gli altri mondi. Ho sentito che ci sono posti che non abbiamo mai neanche immaginato. Io voglio vederli tutti. Non voglio rimanere bloccata qui in questi abiti e vivere reclusa in un castello.»
Il ragazzino si mise seduto e la guardò, con un sorriso dipinto sulle labbra e un’espressone furba sul volto, mentre annuiva convinto alle sue parole, come se volesse farle capire che avrebbe fatto tutte quelle cose in futuro e lui si sarebbe assicurato che i suoi desideri si avverassero.
«Ti ci porterò io. Andremo dove vorrai. Quando sarò grande comprerò una nave tutta mia e viaggeremo verso ogni mondo conosciuto e non.»
«Davvero lo farai per me?»
«E’ una promessa.»
 

[15 ANNI DOPO]
Emma camminava nervosa nella sua stanza, non era pronta a tutto questo, non voleva essere una principessa, figuriamoci se voleva sposarsi e prepararsi a fare la regina.
I suoi genitori erano ancora giovani, con tutta la vita ancora da vivere, eppure lei sentiva sulle sue spalle il peso di tutto il regno convinta che, prima o poi, le avrebbero lasciato il testimone e sarebbe stato compito suo quello di difendere la Foresta Incantata.
Sbuffò sonoramente, non appena sentì sua madre che la chiamava a gran voce, annunciandole l’arrivo di Baelfire.
Lui era il figlio del Signore Oscuro e, per quanto la cosa potesse risultare assurda, era un ragazzo d’oro, innamorato da sempre di Emma e tutti al castello speravano che la loro unione avrebbe costretto Tremotino a smettere di incutere terrore nella gente, cosa che lui aveva accettato a denti stretti, solo perché era il desiderio di suo figlio.
Emma gli era molto affezionata, si, eppure non riusciva a togliersi dalla mente l’idea che Killian potesse tornare prima o poi.
Già, Killian, era andato via tanto tempo prima, dopo la morte di sua madre e di suo fratello Liam ed Emma non lo aveva più visto.
Erano passati più di dieci anni e ormai aveva perso il conto del tempo passato, aveva perso la speranza di rivederlo, non sapeva neanche che aspetto avesse adesso, dopo tutto erano cresciuti, lei era diventata una giovane donna e per lui valeva la stessa cosa, avrebbe avuto l’aspetto di un uomo e non più del ragazzino che lei conosceva.
Socchiuse gli occhi, scacciando via quel pensiero e si avviò lungo il corridoio che portava alla sala grande del trono dove era attesa dalla sua famiglia e dal suo futuro sposo.
«Emma, tesoro. Eccoti qui finalmente.»
«Scusatemi se vi ho fatto aspettare.»
«Una principessa non si deve mai scusare.»
La bionda storse il naso dopo quell’affermazione fatta da Baelfire, ma ovviamente lui non sapeva che detestava essere una di quelle principesse che se la tiravano troppo, voleva solo essere libera.
L’unico a cui ne aveva mai parlato, l’unico che sembrava averla capita era ormai lontano dalla sua vita, forse per sempre.
«Il matrimonio è tra due settimane.»
«Così presto?»
Emma trasalì dopo l’affermazione di suo padre, sentendo il sangue raggelarsi nelle vene e la voglia di scappare via che le aveva pervaso la mente e non la lasciava più andare.
Non era pronta per un matrimonio, ma chi voleva prendere in giro, non era pronta per sposare un uomo che non amava, un uomo che non la conosceva minimamente.
Avrebbe potuto mandare tutto a monte, avrebbe potuto annullare tutto ma il suo popolo contava su di lei e si sarebbe fatta forza e avrebbe imparato ad amare il ragazzo, prima o poi.
Sorrise in maniera forzata, cercando però di sembrare sincera.
«Devo andare, allora. Forse sarà meglio iniziare con i preparativi.»
Liquidò tutti in maniera fugace, lasciando un leggero bacio a stampo sulle labbra del suo promesso per poi baciare la guancia di suo padre, prima di incamminarsi a passo svelto verso la sua stanza.
Si fiondò nell’armadio e tirò fuori un completo comodo per una cavalcata nei boschi, dei pantaloni, una camicia con un corsetto e un mantello.
Aveva bisogno d’aria e voleva allontanarsi da quel posto, da tutta quella pressione, da tutte quelle difficoltà.
Pensò che, forse, una cavalcata le avrebbe calmato i nervi ma non fu così.
La paura di quella nuova situazione continuava a bloccarla, a renderla inerme e soprattutto infelice ma allo stesso tempo non voleva deludere i suoi genitori che credevano alle sue parole quando lei gli ripeteva di amare Baelfire e di essere felice di doverlo sposare.
In realtà era vero, lo amava, ma non in quel modo incredibile e passionale con cui si amavano Biancaneve ed il principe, lei voleva la stessa cosa ma il suo futuro marito non era di certo il grande amore della sua vita, quello Emma non lo aveva ancora conosciuto.
Scese da cavallo e si fermò appena dietro un albero, osservando al di là della costa una nave enorme ed una folla riunita attorno che lasciava la principessa colma di curiosità.
Alzò il cappuccio del mantello e si fece largo tra la gente, scansando qualche maleducato qua e la ma rimanendo sempre in silenzio per evitare di farsi riconoscere, non voleva di certo dare scandalo a pochi giorni dalle nozze.
Si limitò a rimanere in disparte, osservando l’uomo che stava tenendo un discorso sulla libertà, sulla voglia di avventura e sul visitare mondi sconosciuti.
Per un attimo la sua mente viaggiò indietro nel tempo, ricordando le parole che lei stessa aveva pronunciato ma scacciò via quel pensiero subito dopo.
Non poteva essere, non poteva crederci, tuttavia quegli occhi color del mare le ricordavano terribilmente quelli di Killian, e per un attimo le mancò la terra sotto i piedi.
Si fece più avanti, scavalcando l’intera folla e si tolse il cappuccio, permettendo all’uomo in piedi sul molo di incrociare il suo sguardo, rimanendone folgorato così come ne era rimasta folgorata lei.
«Killian?»
Sussurrò lei, sgranando gli occhi mentre sentì l’aria mancarle nei polmoni ed il respiro quasi assentarsi completamente, lasciando spazio ad un turbinio di emozioni che vagavano tra la sorpresa, la rabbia, la felicità, un turbinio di emozioni che, in quel momento, desiderava non provare affatto.
Il giovane le sorrise, scendendo con un balzo dalla trave di legno su cui era salito, portando le mani sui fianchi e fissandola con aria soddisfatta.
«Emma!»
Mormorò il suo nome tra i boati e gli schiamazzi della folla che continuava a bisbigliare quanto fosse poco galante rivolgersi alla principessa in quel modo, mentre si chiedevano cosa ci facesse lei da quelle parti.
A Killian non importava, lui era lì con uno scopo ben preciso.
Aveva fatto una promessa tempo prima, all’unica persona che veramente contava per lui e intendeva mantenere quella promessa, in un modo o nell’altro.
«Sono tornato.»

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Capitolo 2
*** The Swan Princess. ***


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Eccomi con il secondo capitolo, finalmente.
Non sapevo se continuare questa storia o meno, poi mi sono convinta perchè avevo troppe idee per la testa e dovevo metterle per iscritto.
Inoltre la season4 di OUAT è appena terminata e devo sopperire alla sua mancanza ç_ç
Come vedete, in questo capitolo, ho svelato la parte fondamentale della storia.
Mi sono volutamente ispirata al film d'animazione 'L'incantesimo del Lago' con Tremotino nelle vesti di 'Rothbart' che vuole far sposare Emma e suo figlio per avere il controllo del regno.
Prima di buttar giù questa cosa ho gironzolato un pò per EFP, perchè non volevo scrivere qualcosa di già visto su questa piattaforma e, sebbene abbia trovato un paio di FF ambientate nella Foresta incantata e con riferimenti a questo tema, credo che questa sia decisamente diversa ( si, volevo accertarmi di non copiare 'accidentalmente' qualcuno :3 )
Spero che l'idea vi piaccia, recensite e fatemelo sapere :)
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«Sono tornato.»
Killian aveva sussurrato quelle parole ad Emma come se fosse del tutto naturale, come se tutti quegli anni non fossero passati affatto, come se le avesse fatto quella promessa solo il giorno prima ed Emma non sapeva come prenderla, non sapeva se essere felice per il suo ritorno o se provare un senso di completa confusione adesso che lui era lì, davanti a lei, in carne ed ossa.
« Dove sei stato? Cosa ti è successo alla mano? Che ti è saltato in mente? »
La principessa tirò fuori una marea di domande a raffica, impedendo al giovane di risponderle con prontezza per poi far si che si limitasse a sorriderle sghembo.
« Questo posto non faceva per me, Emma. Lo sai bene. Ho sentito che ti sposi, sono tornato per questo. »
« Risparmiati le congratulazioni. »
« Oh, ma io non voglio congratularmi. Sono qui perché ti ho fatto una promessa tempo fa. Intendo onorarla. »
« Mi hai fatto una promessa quando ancora non sapevamo niente della vita, l’unica promessa che dovevi onorare era quella di rimanere qui, di non lasciarmi da sola e hai fallito. Era l’unica cosa che contava. »
« Lo so, e mi dispiace. Se avessi potuto ti avrei portata via con me tanto tempo fa, ma tu sei una.. »
« .. principessa. Lo so cosa sono. »
Emma fece un passo indietro e si ricoprì il capo con il cappuccio.
Non era pronta a tenere quella conversazione, non ne aveva la forza perché non riusciva a pensare lucidamente da quando aveva visto Killian sul molo poco prima.
Era come se tutti quegli anni non fossero passati, come se il tempo si fosse azzerato ma non era così in realtà, quegli anni erano passati per entrambi.
« Riparto domattina. Se vorrai venire con me e lasciare che io ti porti ovunque tu voglia, allora ci rivediamo qui all’alba. Se non verrai capirò, non tornerò più e ti lascerò vivere la tua vita da principessa, se è ciò che desideri veramente. »
« Mettermi alle strette non aiuta, lo sai vero? Non posso prendere e andarmene solo perché tu lo vuoi. »
« No. Devi farlo perché TU lo vuoi. »
« Non posso. »
« Si che puoi. Devi solo volerlo. A domani, principessa. »
 
Emma fissò il giovane pirata mentre si allontanava da lei, lasciandola sola in mezzo alla folla che, fino a quel momento, aveva finto di non interessarsi alla conversazione, per rispetto della loro principessa.
Era confusa, incapace di riflettere e persa completamente negli occhi di Killian che, ancora una volta, si era girato verso di lei per lanciargli un ultimo sguardo.
Aveva preso la via più lunga per tornare al castello, cavalcando fino a quando non si ritrovò di fronte al grande cancello che si ergeva davanti alle mura, sospirando forte prima di varcarlo, consegnando poi il suo destriero allo stalliere.
Doveva pensare, doveva parlare con qualcuno riguardo a quanto era successo e si diresse velocemente nella sala del trono, alla ricerca disperata di sua madre.
« Madre? »
Si guardò attorno, con il fiato ancora corto e irregolare e, successivamente, si voltò, udendo dei passi proprio dietro di lei.
« Emma! Dove sei stata? »
« Avevo bisogno di un po’ d’aria, sono uscita a cavalcare e.. non hai idea di cosa mi è successo. »
« Oh. Io credo di saperlo invece. »
« Cosa? ..Come? »
« Non importa come. Importa solo che tu non andrai da nessuna parte. »
« Da quando in qua non ho nemmeno il diritto di decidere della mia vita? »
 
« Da quando sei una principessa. Una principessa con dei doveri verso il popolo. »
La voce di suo padre risuonò nella sala come un eco lontano, un eco che Emma, tuttavia, riusciva a distinguere piuttosto bene.
« Non avete sentito nemmeno cosa ho da dire, cosa voglio. »
« Sappiamo bene cosa vuoi, Emma. Ma è qualcosa che non puoi permetterti di fare. »
« E’ buffo, sapete? Voi siete quelli che mi hanno insegnato a lottare per essere felice, a credere nell’amore, nel vero amore, a seguire il mio cuore. E’ divertente vedere in quanti modi miseri e tristi volete trasformare la mia vita. »
Killian le aveva dato appuntamento all’alba ma Emma non aveva intenzione di rimanere in quel palazzo un solo minuto di più.
Corse più veloce che poteva e si barricò nella sua camera, camminando su e giù per la stanza per decidere cosa fare, come comportarsi.
Infondo si sarebbe trattato solo di qualche settimana, poi sarebbe tornata e si sarebbe comportata come la principessa che i suoi genitori tanto volevano che fosse, le serviva solo un breve periodo di tempo in cui essere se stessa, essere ciò che aveva sempre sognato di diventare.
Mise un paio di abiti in una sacca e sgattaiolò giù dalla finestra, proprio come aveva imparato a fare da bambina insieme a Killian, quando scappavano di notte per andare a vedere le stelle.
Attese che lo stalliere lasciasse le scuderie e prese il suo cavallo, montando in sella per poi galoppare via lontano da quel posto che, ormai, le stava troppo stretto.
Non aveva idea di dove trovare il ragazzo, forse sulla sua nave, forse, come tutti i pirati, in una squallida taverna ad ubriacarsi insieme alla propria ciurma.
No. Killian sicuramente non era uno di quelli, poteva essere diventato un pirata ma il suo cuore era ancora nobile, lo aveva percepito chiaramente quando lo aveva rivisto quella mattina.
Decise di recarsi proprio al lago, il luogo che aveva ascoltato tutte le loro promesse e le loro tacite dichiarazioni, il luogo che li conosceva meglio di chiunque altro, scese da cavallo e si chinò vicino alla riva, lasciando ondeggiare le dita tra le acque gelide.
« Cosa devo fare? »
Domandò più a se stessa che a qualcuno nello specifico, visto che nessuno era lì con lei.
« La domanda è: cosa-non-devi-fare? »
Emma sobbalzò, udendo quella voce, seguita da una risata malefica e – a tratti – inquietante che, purtroppo, aveva già sentito più di una volta.
« Tremotino. »
« Al suo servizio, principessa ribelle. »
« Cosa vuoi da me? »
« Semplice: che te ne torni a casa e sposi mio figlio. »
«Lo farò. Solo.. non adesso. »
« Oh no. No no no no. – il Signore Oscuro ondeggiò un dito in segno di dissenso – Vedi, mia cara. Quell’uomo non fa per te. Mio figlio invece ti ama, chissà cosa ci trova in te, ma ti ama. Quel pirata ama solo se stesso. »
« Tu cosa ne sai? Cosa ne sai dell’amore? »
« So che l’amore è la magia più potente di tutte, ma può essere anche la peggiore quando ti dilania il cuore e te lo riduce in brandelli. Tu sposerai mio figlio, ed io governerò su questo insulso regno. »
« Non potete costringermi a farlo. »
« E’ vero, non posso costringerti. Tuttavia posso persuaderti. »
Tremotino rise ancora, in maniera più spaventosa che mai, e scagliò un sortilegio che Emma avrebbe rimpianto per molto, molto tempo.
La ragazza rimase immobile, sentendo il suo corpo mutare magicamente in qualcos’altro.
Non provò dolore, non fisico almeno, per quel che riguardava il suo cuore invece, quello era distrutto e non c’era nulla che potesse fare per evitare di soffrire.
« Ecco fatto, allora. Fino a quando non cambierai idea rimarrai un cigno. Non è poi così terribile, tuttavia. Appena spunterà la luna in cielo, appena sfiorerà le tue ali, tornerai ad essere un’umana. Ma vedi, Emma, questa faccenda non mi da alcun piacere. Beh, magari un tantinello si! – il mago sghignazzò divertito, ticchettando con un dito sul tronco di un albero. – Ma bada bene, appena la luce della luna lascerà il lago, tu tornerai ad essere un cigno, dovunque tu sia. »
 
Emma provò a ribattere ma, per quanto si sforzasse, non riusciva ad emettere un solo suono, come se fosse impossibilitata a parlare e fu allora che si rese conto che quello che aveva detto Tremotino era vero.
Non era più una principessa, al posto delle sue braccia c’erano ali piumate di un bianco scintillante e non aveva più i suoi lunghi capelli biondi e, ovviamente, al posto delle labbra aveva il becco.
Buffo, pensò ironicamente, quello era stato l’unico modo per poterla zittire ed il Signore Oscuro ne era ovviamente compiaciuto.
Quest’ultimo scomparve in una nube violacea lasciando Emma a vagare nelle acque cristalline del lago, in un luogo che pensava di conoscere meglio delle sue tasche ma che, adesso, la spaventava a morte per quanto non sapesse come sopravviverci.
Le ore passavano lente ed inesorabili e la principessa pensò di aver commesso uno sbaglio enorme nel mettersi contro Tremotino, avrebbe dovuto semplicemente seguire quello che le avevano chiesto i suoi genitori, anche se avrebbe significato mettere il regno nelle mani dell’Oscuro, visto che il suo piano era proprio questo.
Quando vide la luna alta nel cielo si chiese se lo stregone le avesse detto la verità, se almeno per le poche ore della notte sarebbe potuta tornare ad assumere il suo aspetto umano e attese, attese finchè i raggi non la colpirono in pieno e un turbinio di luci la avvolse completamente, cessando soltanto quando lei ritornò ad essere nuovamente se stessa.
Solo allora, quando si rese conto dell’accaduto, cadde sulle ginocchia e riuscì a cacciare fuori le lacrime che, in precedenza, le opprimevano gli occhi senza possibilità di uscire ma, subito dopo, capì che aveva poco tempo per sistemare le cose e conosceva solo una persona che l’avrebbe aiutata a rompere quella maledizione.
Montò in sella al suo cavallo e galoppò fino a quando non si ritrovò nello stesso punto in cui aveva incontrato Killian quella mattina, vicino al molo.
Forse si trovava davvero nella taverna lì di fronte, oppure era sulla sua nave ad aspettarla, Emma non lo sapeva con certezza ma preferì tenersi alla larga da quella lugubre locanda, lasciando il suo destriero per salire sulla passerella di legno massiccio che portava direttamente sulla nave pirata.
« Cerco il vostro Capitano, Killian Jones. »
« Madama, qui non c’è nessun Capitano che corrisponde a quel nome. »
« Devo parlargli, urgentemente. E’ importante. »
« Ed io ti ripeto che qui non c’è nessun Killian Jones, dolcezza. »
« Emma?? »
La voce di Killian fece sobbalzare la ragazza che, finalmente, riuscì a scorgere la sua figura dietro il rozzo uomo che le era davanti.
« Capitano, la conoscete? »
« Si, Spugna. Ci penso io. Lasciaci soli. »
Il ragazzo liquidò tutta la ciurma, facendo sì che gli unici su quella nave fossero lui ed Emma.
« Che cosa ci fai qui a quest’ora? E’ tardissimo. »
« Non ho molto tempo, devi aiutarmi. Sei l’unico che può farlo. Ti prego, Killian. »
« Stai tremando, che diavolo è successo? »
« Non ho tempo per spiegarti tutto, devi ascoltarmi. Il Signore Oscuro mi ha lanciato una specie di maledizione – una diavoleria delle sue – sarò costretta a trasformarmi in un cigno ogni giorno della mia vita, sarò umana solo di notte, solo quando i raggi della luna mi colpiranno. Ascoltami, Killian. Ti prego, devi trovare il modo di spezzare tutto questo. Non posso andare a casa, non posso. »
« No.. quel dannato Coccodrillo! Avrei dovuto- avrei dovuto farlo fuori tanto tempo fa. »
« Killian, per favore. »
Le parole di Emma suonavano ormai come una supplica e Killian abbandonò per un momento la sua voglia di vendetta e si concentrò su di lei, cercando di immaginare come potesse sentirsi, sola e spaventata in una situazione come quella.
« Dolcezza, sarò anche un pirata ma non so come si annullano le maledizioni. »
« Sono certa che troverai il modo. Tu lo trovi sempre, ricordi? »
Per un momento, nella mente del ragazzo tornarono a galla ricordi felici e meno felici in cui lui l’aveva salvata, che fosse una caduta da cavallo, una sfuriata dei suoi, dei briganti che volevano derubarla, lui era sempre lì per lei, pronto a salvarla.
« Farò anche l’impossibile, te lo prometto. »
Senza dire altro, Killian le baciò la fronte dolcemente per poi stringerla in un abbraccio.
Non aveva abbracciato nessuna prima di allora, nessuna che non fosse Emma. Aveva avuto molte donne ma mai nessuna era riuscita a prendere un posto speciale nel suo cuore, nessuna tranne lei. Lei non se ne era mai andata, anche se erano stati lontani per anni e anni lei era sempre rimasta lì, come un tatuaggio indelebile scolpito nella pelle.
« Devo andare, tra poco calerà la luna e l’incantesimo tornerà ad avere effetto su di me. Devo tornare al lago prima che accada. Killian, come.. »
« Ti troverò. Com’è che diceva tuo padre? Io ti troverò sempre. »
Si sorrisero appena, consapevoli che, almeno per il momento, quello risuonava più o meno come un addio.
Killian faticò a lasciare la presa ed a staccarsi da lei ma dovette trovare la forza per farlo e, soprattutto, per guardarla mentre tornava a cavallo e si allontanava da lui.
La stava perdendo ancora una volta, ma quella volta avrebbe lottato per lei, avrebbe fatto di tutto per salvarla, quella volta non l’avrebbe abbandonata.

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