Sfida di Natale

di IsaMor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pranzo di Natale. ***
Capitolo 2: *** Cena. ***



Capitolo 1
*** Pranzo di Natale. ***


Piccola ff natalizia -in ritardo- con attori inglesi, reinventati da me e inseriti in un altro contesto. I fatti qui raccontati sono di pura invenzione. Will non è altri che una versione di Loki agente.
Se non avete letto "Ossessione", ve la consiglio, prima di rovinarvi il finale leggendo "Sfida di Natale", altrimenti potete leggere questa ff come storia a sè!
Buona lettura.


SFIDA DI NATALE


Era la mattina di Natale e in casa di Thomas Hiddleston e Will Laing, amici e famigliari iniziavano a giungere.
L'agente Laing se ne stava lontano da Thomas, infastidito dal fatto che l'attore l'avesse di nuovo vestito con abiti scelti da lui, spendendo quella che per un agente era una piccola fortuna. La cosa non gli era piaciuta, ma non riusciva mai a dirgli di no.
I primi ad arrivare furono i famigliari.
Eve, con il vice-capo Laing e Jenny che, pur mettendoci grande impegno, faticava ancora a stare in piedi dopo l'operazione, ma non si abbatteva.
I fratelli di Will erano assenti per motivi di lavoro. Alla sua famiglia era seguita quella di Thomas.
La madre e le sue due sorelle, erano le persone più adorabili al mondo e avevano fatto sentire Will accolto e in famiglia. Il padre dell'attore era arrivato subito dopo, la sua presenza non era certa, visto che ancora si doveva abituare alla relazione del suo unico figlio maschio con un uomo.
Non ci volle molto che giungessero anche gli amici attori. Il cast, di cui Thomas non aveva fatto parte per l'ultimo film, era a Londra per pubblicizzare la pellicola, con famiglie a seguito.
L'appartamento si riempì di bambini festanti e felici di vedere numerosi pacchi regali che venivano sistemati intorno all'albero addobbato di fiocchi rossi.
I figli di Jeremy Renner erano i più scatenati, poi seguivano le bambine di Chris Hemsworth e la neonata di Scarlett Johansson si faceva sentire insieme a quella di Robert Downey Jr.
Tra una famiglia e l'altra, arrivarono anche i colleghi di Will.
Sif elegantissima come non mai e Andrews costretto dal collega a partecipare alla festa pur non essendo cristiano. Più che altro, Will aveva bisogno di un complice in quella festa natalizia fatta di vip.
Ci si scambiava gli auguri e si faceva la conoscenza di nuovi amici, tutti erano felici e alla fine anche Will smise di tenere i broncio e si avvicinò a Thomas, bastò uno sguardo fra i due e tutto sembrò risolto.
Oramai ci stava facendo il callo ai regali costosi di Thomas, era inutile ribellarsi, tanto poi se li faceva sempre sfilare di dosso dell'amato e la cosa non gli dispiaceva.
Giunsero anche Chris Evans e Mark Ruffalo.
C'erano quasi tutti, mentre un antipasto veniva passato da un paio di cameriere tra gli invitati e i bambini prendevano d'assalto i regali con il permesso degli adulti. Era per loro, che si era deciso di fare una festa in una casa accogliente e non in un freddo albergo a cinque stelle. Thomas n'era stato felicissimo e anche Will che lo vedeva felice dopo un po' di tempo passato in uno stato di depressione.
Damian Lewis arrivò per ultimo.
Thomas aveva sperato che decidesse di ignorare l'invito, ma era stata una speranza vana.
Appena varcata la soglia, con una busta contenente regali, aveva puntato Will nel suo elegante completo Armani, che gli donava estremamente.
Damian saluto tutti e fece la conoscenza degli altri ospiti, sapeva essere affabile quando voleva. Dopo una decina di minuti riuscì a intercettare Will.
"Buon Natale cucciolo!"
"Smettila di chiamarmi così! Non ne hai più il diritto!", lo rimproverò, mentre cercava di allontanare le mani dell'uomo che stringevano le sue braccia, senza attirare l'attenzione.
"Dai, siamo a Natale. Non stare sulla difensiva, rilassati!", gli sorrise.
Will cedette al sorriso, poteva sopportare le sue battute a Natale.
Damian alzò lo sguardo fingendosi stupito: "Guarda siamo sotto al vischio!"
L'altro si divincolò prima che l'uomo tentasse di rispettare qualche stupida tradizione natalizia.
"Auguri Damian!", Thomas arrivò appena in tempo per evitare qualsiasi assalto alle labbra di Will.
L'uomo lasciò le braccia del suo ex e ricambio l'augurio, ringraziandolo per l'invito. Dopo i normali convenevoli andò a prendere da bere per sé.
Thomas afferrò delicato il viso di Will e lo baciò.
"Questo per cos'è?", chiese ancora a disagio per ciò che voleva fare Damian.
"Siamo sotto il vischio e tu sei solo mio! Devono esserci altri motivi per desiderare di baciarti?"
Oramai, Thomas si era abituato agli assalti dell'agente dei servizi segreti, non ne faceva una colpa all'altro.
"Beh, sono sempre disponibile a farmi baciare da te!"
Si concessero un altro bacio veloce e tenero, per poi tornare ai loro doveri di padroni di casa.
"Ehi, voi due! Quando aprite i vostri regali?", l'incitò Jeremy, alla prese con i giocattoli dei figli.
I due si avviarono ad aprire diversi pacchi con i loro nomi. Alcuni erano indirizzati ad entrambi e Thomas temette che i suoi amici si fossero divertiti a fare qualche dono che potesse ridicolizzare la sua relazione con Will.
Ciò non accadde.
Per fortuna i suoi colleghi si erano limitati a regali molto comuni o semplicemente introvabili in quel Paese, visto che il cast era in giro per tutto il globo da un mese.
Will si ritrovò ad aprire il regalo di Thomas, per poi fare una faccia infastidita. Non proprio la faccia di uno che riceve un orologio d'oro in dono. Thomas lo notò diventare cupo, sapeva bene che i regali costosi li detestava, per sua fortuna intervenne il padre di Will.
"Guarda che se non ti piace, possiamo fare cambio con il mio!", lo ammonì, scippandogli l'oggetto dalle mani e paragonandolo al suo con il cinturino di pelle e qualche graffio di troppo sul vetro.
"È un po' troppo! Hai esagerato come al solito Tom!", lo guardò di traverso. Thomas sorrise: "Mi piaceva e l'ho preso. Se vuoi, dallo a tuo padre!"
Il vice-capo Laing sorrise guardando il figlio, con l'intenzione di tenersi l'orogio, ma dopo qualche secondo prese il braccio del figlio e gli allacciò il costoso dono al polso.
Will lasciò correre anche per quell'altro dono troppo lussuoso per lui; avrebbe punito Thomas a modo suo più tardi.
E Thomas ne era consapevole ed eccitato in attesa della sua punizione.
Thomas aprì molti pacchi a suo nome, alla fine l'albero era completamente libero, restava solo un piccolo pacchetto rosso senza biglietto. Jeremy lo raccolse guardando per chi potesse essere.
Non c'era nome e lo passò a Thomas, sicuramente era per uno dei padroni di casa se nessuno aveva messo il nome.
Thomas lo guardò, mentre Will era seduto accanto a lui e stava parlando con Robert che cercava di montare un gioco per suo figlio con esiti esilaranti.
Thomas lo scartò.
Rompendo leggermente la carta apparve la confezione con un'immagine molto chiara. Appena la notò, richiuse la carta regalo.
Will che aveva notato il movimento brusco senza vedere il contenuto del pacchetto, s'incuriosì.
"Cosa c'è lì?", allungando la mano. Thomas allontanò il regalo da lui.
"Niente d'interessante!"
"È serve nasconderlo se non è interessante?", chiese accigliato.
"Andiamo di là e ti mostro!"
Entrarono nella loro camera da letto chiudendo la porta alle spalle. Nessuno li aveva visti allontanarsi.
"Allora, cosa c'è lì?", indicando il pacchetto.
Thomas lo passo al compagno.
Will l'aprì e vi trovo la scatola contenente slip da uomo commestibili. Ci mise un po' a realizzare la situazione. Qualcuno aveva regalato a Thomas della roba molto intima -il termine calzava a pennello- con chissà quali intenzioni.
"Will sei stato tu?", domandò nel dubbio l'altro.
"Ti pare che ti avrei fatto aprire una cosa del genere in pubblico se fosse un mio regalo?", precisò l'agente.
"Allora non sono per me! Non c'era biglietto e ...", venne interrotto.
"Sono da uomo e non credo che qualche signora abbia avuto quest'idea natalizia per il suo uomo! Devono essere per forza di cose un regalo per uno di noi due. Avranno pensato che fosse divertente comprare questa roba a una coppia di gay!", spiegò l'uomo analizzando la situazione leggermente irritato.
"Nessuno dei miei colleghi avrebbe portato questa roba ad una festa con bambini!"
"Beh, neanche nessuno dei miei colleghi!
"Ah, non ne sarei sicuro! Damian l'avrà trovato divertente!", ribattè Thomas.
"Può darsi, ma perché non mettere un biglietto e regalare gli slip a me? Così è stato imprudente. Poteva finire nelle mani di qualcun'altro."
"Lo difendi pure, dopo che stava per baciarti sotto il vischio!", era infastidito da quella presa di posizione.
"Non stava per baciarmi, non glielo avrei permesso! E poi dovrei essere io quello geloso per quegli slip, non tu!", disse arrabbiato.
Purtroppo la gelosia che Will nutriva nei confronti di Thomas, era evidente sin dal primo momento.
Aveva sempre l'impressione che il suo amato potesse tradirlo con qualche bell'attore biondo, tipo Chris Hemsworth.
Sapeva fin troppo bene, sin dove si stava spingendo con lui la notte dell'omicidio di Martin Freeman, solo al pensiero che quel regalo fosse da parte del biondo lo faceva sentire male e furioso.
"Io non so chi me li ha regalati e sinceramente non m'importa..."
"Come non ti importa? Vogliono sedurti e a te non importa? Io voglio sapere chi è stato!", disse sempre più furioso, cercando di mantenere il tono basso per non essere udito al di fuori della stanza.
"Se ci tieni, scoprilo! Io non ho nulla da nascondere e mi offendono le tue insinuazioni! Dopo tutto quel che abbiamo passato insieme, tu credi davvero che andrei con un altro?", gli voltò le spalle deluso.
Will ispirò e respirò profondamente prima di tornare a parlare, più calmo e comprensivo.
"Scusa, sono geloso! È un mio difetto! Ti credo se mi dici che non sai chi ti ha fatto questo regalo, però io ho bisogno di sapere! Facciamo così, scoprirò chi è stato prima di stasera e se non ci riesco non ti darò più fastidio con questa storia! Mi scorderò del regalo! Ci stai?" Thomas s'illuminò, senza farsi vedere dall'altro.
"Troppo facile così! Dovrai pagare pegno, se non ci riesci prima di mezzanotte!", si voltò con aria maliziosa.
"Pegno?", anche Will sembrò sorridere malizioso: "Quale tipo di pegno?"
"Se non scopri il colpevole, farai tutto ciò che ti chiedo con quegli slip commestibili! Tutto! Compreso cenare con essi! "
Will sorrise.
"Cos'è? Una sfida. Sono bravo come investigatore, lo sai Tom! Se vinco dovrai pagare tu pegno!"
"Quale tipo di pegno vuoi farmi pagare?", chiese un po' eccitato all'idea d'essere alla sua mercé se avesse perso.
"Lo stesso che hai in mente tu! Però, ora sorge il problema di come fare ad essere sicuri al cento per cento di chi è stato a farti questo regalo?", era dubbioso.
"Semplice, lo chiederò a ciascuno dei possibili sospetti! Se era per me, il colpevole uscirà fuori. Oppure, verrà a dirmelo appena possibile!", Thomas era certo.
Will temeva che gli altri potessero pensare male, se si fossero messi a fare domande così esplicite a tutti.
"Però dovrai essere discreto!"
"Lo sarò! Piuttosto tu dovrai stare attento a non fare domande dirette! Ci manca solo che Damian ti salti addosso sentendosi provacato!", disse un po' preoccupato delle conseguenze delle domande di Will.
"Tranquillo, non mi serve fare tante domande! Quindi la sfida è andata?", si avvicinò per stringere la mano di Thomas è rendere ufficiale la scommessa.
L'altro gli strinse la mano, per poi trovarsi attaccato alle sue labbra, in un bacio che sapeva di sfida stessa.
Tornati tra gli ospiti, si trovarono a non sapere bene da dove iniziare con la ricerca del colpevole. Thomas si limitò ad attendere che il responsabile del regalo uscisse allo scoperto da solo, intando continuò ad occuparsi della festa di Natale, invitando tutti a prendere posto a tavola.
Gli adulti presero posto al lungo tavolo in noce ricoperto da una tovaglia rossa, tovaglioli bianchi e stoviglie finemente decorate, il tutto scelto da Thomas, per rendere la festa indimenticabile.
I bambini erano stati sistemati ad un tavolo più basso e con meno complicazioni di quello degli adulti. Era impossibile pensare che stessero seduti più di mezz'ora con tutti quei giochi ad attenderli. Anche il pranzo variava in alcune portate, il tacchino, però regnava sovrano, in fondo c'erano più americani che inglesi alle due tavole, ed era una pietanza amata da tutti.
I camerieri si occuparono diligentemente di entrambi i tavoli e il pranzo andò avanti senza intoppi.
Will aveva tentato di prendere discorso con quelli che sospettava essere i colpevoli del regalo a Thomas, con pessimi risultati, perché veniva sempre interrotto o altri erano a portata d'orecchio. Alla fine decise di aspettare la fine del pranzo, visto che da capo tavola non aveva molta libertà d'indagine.
Thomas si trovava all'altro capo del tavolo e notava tutti i movimenti di Will. Purtroppo i loro sospettati principali erano seduti nella parte centrale della tavola, quindi era quasi impossibile fare domande inerenti al loro caso, che Thomas aveva intitolato, prima d'uscita dalla camera: il caso della fragola.
Il nome era dovuto al gusto e al colore degli slip commestibili.
Il pranzo terminò con il brindisi di Robert Downey Jr ai padroni di casa. Poi, alcuni si alzarono dalla tavola e raggiunsero i bambini alle prese con i giocattoli, altri si sistemarono sui divani e le poltrone, mentre qualcuno restò a tavola a chiacchierare.
Will iniziò ad elencare nella propria mente tutti i possibili sospetti, aveva aggiunto anche Jeremy nella sua lista.
Per quanto l'attore fosse uno dei migliori amici di Thomas, con cui anche lui aveva stretto una buona amicizia, sospettava che potesse essere il colpevole. Era stato proprio Jeremy a passare il pacchetto a Thomas, quindi poteva provenire da lui quel regalo e poi era il tipo da fare scherzi.
Lo vide seduto accanto ai figli, quindi rimandò il suo interrogatorio, nel frattempo aveva notato che il suo amato non faceva nulla per scoprire la verità. Ciò gli parve strano.
Spostata la sua attenzione alla tavola, notò Damian chiacchierare con Jenny.
Per un attimo la sua mente tornò ad anni addietro, ad una festa di Natale a casa dei suoi genitori, Jenny era così piccola e giocava con Damian che si divertiva a passare quella festa con la famiglia del suo collega dell'epoca. Era stata la notte in cui aveva capito quanto amasse quell'uomo, purtroppo poi le cose erano cambiate, anzì precipitate nel baratro, ma in quel momento era innamorato come non mai. La serata si era conclusa nell'auto di Damian, dietro casa di suo padre dopo la messa di Natale, tra sospiri e carezze che qualche notte dopo aveva portato Will a concedersi completamente, anima e corpo, a Damian.
Ritornò a concentrarsi sul presente e soprattutto su Damian che sembrava troppo interessato a Jenny. La cosa non gli piaceva, sapeva bene che il suo ex non si fermava davanti a nessuno, quando si trattava di sedurre uomini, donne, giovani o meno giovani. Per lui era sempre una sfida, difficilmente si trattava d'amore.
Si avvicinò ai due: "Come va Jenny?"
"Bene.", rispose la ragazza, ridendo ancora per una battuta di Damian.
"Sei sicura, ho visto che non ti sei alzata e mi chiedevo se fosse per i dolori alla schiena?", chiese dubbioso.
"Stò bene zio, ora smettila di preoccuparti! Stavo parlando con Damian del nostro Natale insieme di tredici anni fa. Ricordi? Io mi ricordavo solo il suo regalo, un orsacchiotto vestito da poliziotto! La nonna detestava quel peluche, temeva che mi mettesse in testa l'idea di diventare poliziotta!", sorrise di nuovo accompagnata dalla risata di Damian.
Will si sforzò di sorridere, mentre arrossiva ripensando a quel particolare Natale.
La ragazza si alzò dalla sedia: "Forse è meglio se cammino un pò, stare seduta non mi fa bene!", si allontanò con passo incerto.
"Vuoi aiuto Jenny?", chiese lo zio, sentendosi rispondere subito di no.
Dopo un pò, Will prese posto sulla sedia. Poggiò un gomito al tavolo e si trovò molto vicino a Damian, aveva trovato fastidiosa quella vicinanza tra Jenny e l'uomo, ma ora la trovava ancora più fastidiosa.
"E tu?", domandò Damian.
L'altro rimase interdetto: "E io, cosa?"
"Ricordi il mio regalo?"
Ricordò immediatamente.
"I guantoni da pugile, li ho ancora! Non ho mai capito perché tu me li abbia regalati, se non era la tua disciplina preferita.", continuava ad arrossire a quei ricordi.
"Perché quando eravamo soli in palestra, era divertente metterteli e poi provocarti sul ring! Ti agitavi così tanto perché volevi che te li togliessi e io te li lasciavo finchè non impazzivi di desiderio e mi supplicavi, perché non riuscivi a toccarmi! Eri adorabile cucciolo!", disse un po' malinconico e con lo sguardo basso.
"Era frustrante...", ci pensò qualche secondo Will: "E intrigante!"
Era inutile negare quei momenti di dolcezza e divertimento che li aveva uniti in passato.
"Comunque, non mi riferivo a quel regalo!", sospirò con un sorriso che nascondeva un pò di nostalgia: "Mi riferivo a quello che ti ho dato quando eravamo soli quella notte!"
"Damian, non iniziare..."
"Non mi riferivo a quello che ti ho fatto in macchina dietro casa, ma al coltello che ti ho regalato!", precisò con un ghigno divertito.
"Sì, ho ancora anche quello!", disse imbarazzato.
Ricordava soprattutto l'accaduto in auto e non il suo secondo regalo.
"L'hai dato a Tom!", non sembrava esserci tono di rimprovero nella sua voce.
Continuò: "Va bene! Sono contento che tu non l'abbia buttato in un cassetto!"
Will notò un comportamento arrendevole in Damian, lo stava lasciando andare, finalmente.
Per Will tutto ciò era liberatorio, eppure in fondo al suo cuore c'era del dolore.
Damian aveva sempre avuto un carattere tra il dolce e il crudele, anche se il secondo aveva prevalso dopo il suo ritorno da un caso, che l'aveva sconvolto e cambiato in peggio.
Will si sentiva quasi un verme a dovergli chiedere se fosse stato lui a fare quel regalo a Thomas, dopo i teneri ricordi che avevano appena condiviso.
"Senti Damian, visto che stiamo parlando di regali, non hai fatto quello strano regalo a Tom?"
L'uomo divenne curioso: "Quale strano regalo?"
"Lascia stare!", capì che non sapeva niente, ma intanto aveva stimolato la fantasia dell'uomo.
"Cosa hanno regalato al tuo ragazzo?"
"Niente!", iniziava ad agitarsi.
Si era appena messo in un guaio non da poco, Damian non avrebbe mollato l'osso tanto facilmente. Sperava che qualcuno lo salvasse da quella situazione, cercò di incontrare lo sguardo dei suoi colleghi perché lo soccorresserò, ma nessuno poteva intervenire. Di solito Andrews capiva al volo e cercava di far scaricare certi tipi di tensione che si creavano in ufficio tra i due ex innamorati.
Questa volta neanche Sif si era accorta della situazione e alzarsi e scappare non era contemplato.
Decise di cambiare discorso, consapevole che non sarebbe servito.
Fu Damian a parlare, ma non a lui: "Tom, allora qual'è il misterioso regalo che ti hanno fatto?", rivolto all'uomo che si era avvicinato alle spalle di Will.
"Roba personale!", rispose tranquillo Thomas.
"Quanto personale?"
Will arrossì, preoccupato che Thomas potesse prenderla male.
"A quanto pare, abbastanza personale da non dirlo a te!", rispose sicuro.
"Siete noiosi ragazzi!", così dicendo si alzò e si allontanò, intuendo che non gli avrebbero dato alcuna soddisfazione.
"Neanche due minuti e già ti stavi per metterti nei guai con lui? Un giorno mi spiegherai come fai a sopportarlo in ufficio?", domandò sedendosi.
"In ufficio sa controllarsi! E poi ci sono i tuoi mastini! Lo so che hai detto a Sif e Andrews di tenerlo d'occhio!"
"Solo per il tuo bene!", ammise l'attore.
"Il solito geloso!"
"Mi pare che io abbia un buon motivo per esserlo?"
Will si allungò per dargli un bacio dolce sulle labbra. L'altro non si ritrasse, ma volle mettere in chiaro subito dopo: "Will, non tradirmi mai con un tuo ex, mi sentirei davvero male all'idea!"
"Tranquillo, non ti tradirei mai con lui! Se mai, con uno dei tuoi amici attori! Jeremy è tanto carino.", sorrise quasi sadico.
Thomas lo spinse infastidito, ma ridente.
Era chiaro che nessuno dei due, avrebbe mai fatto nulla di cosi stupido, come tradirsi l'un l'altro.
Will lo ritirò a sè per baciarlo nuovamente.
Una voce li distrasse.
"Dovete per forza fare così ogni cinque minuti?", domandò Jeremy.
"Will, guarda chi c'è! Il tuo attore preferito."
Will sorrise divertito.
"Se disturbo, vado via? Volevo solo sapere se hai visto la partita di sabato Will?"
"Vado via io!", sentenziò Thomas: "Non ho voglia di parlare di calcio!"
Lasciò i due uomini a fare la loro chiacchierata sulle partite di calcio dell'ultimo mese. Da quando si conoscevano, i due avevano sempre parlato di calcio come unico argomento piacevole in comune. Era difficile che parlassero d'altro, ma andavano molto d'accordo.
Passarono un po' di tempo l'uno a scambiare battute con Jeremy, l'altro a discorrere con sua madre e le sue sorelle.
Dopo aver parlato di qualche giocatore di calcio passato ad una nuova squadra, Will tentò di fare qualche domanda, sperando di non combinare un altro casino, come con Damian.
Non poteva rischiare di dare una strana impressione, temeva che girare intorno al succo della questione, provacasse troppi guai.
Jeremy si stava rivelando un buon amico, già dai primi tempi post caso Freeman, dargli fiducia su una cosa così delicata non era poi tanto sbagliato, riflettè Will.
Volle essere diretto: "Jeremy sentì, posso chiederti una cosa? Però non usarla contro Tom in nessun modo! Magari a te potrebbe sembrare divertente, ma per me e lui non lo è, quindi ti chiedo di essere sincero e discreto!", usò il tono più serio e amichevole che possedeva.
"Se me lo chiedi così, mi fai preoccupare. Sai che puoi fidarti, non farei mai nulla per far soffrire Tom o creare problemi a te!", rispose preoccupato l'attore.
"È una cosa stupida e un po' ridicola, ma crea problemi sia a me che a Tom.", ispirò profondamente nel tentativo di chiedere una cosa così seria eppure assurda all'uomo di fronte.
"Ehi calmati! Va tutto bene? Puoi dirmi tutto, lo terrò per me!", cercò di essere il più comprensivo possibile, dandogli una pacca sulla spalla.
"Va tutto bene. Ho solo bisogno di sapere se quel pacchettino che hai passato a Tom era un tuo scherzo o di qualcun'altro?"
Appena detto si sentì male, all'idea che Jeremy potesse immaginare chi sa cosa.
"Non era da parte mia! L'ho trovato a terra vicino l'albero. Perché? Cosa c'era dentro?", domandò sempre con aria preoccupata.
Will osservò il suo viso, non c'erano ghigni divertiti o altre espressioni che nascondessero la verità, anzì la sua curiosità era sincera.
"Uno stupido scherzo! Solo che mi ha dato un po' fastidio e volevo capire chi fosse stato!"
"Non posso esserti d'aiuto, non c'erano né biglietti, né altro sopra il pacchetto o sotto l'albero. Non litigherete per cosi poco?", chiese scherzoso.
"No, a dire la verità abbiamo fatto una scommessa! Devo scoprire il colpevole prima di mezzanotte.", rispose ridendo.
"Se sento qualcosa, ti faccio sapere! Non so cosa avete scommesso, ma sono dalla tua parte!", così dicendo si scusò e andò da Robert che lo stava chiamando.
Will rimase solo a guardarsi intorno.
Era riuscito ad eliminare due nomi dalla lista, ne restavano altri, uno in particolare, Chris Hemsworth.
L'attore dal codino biondo, stava giocando con una delle figlie. Will, l'osservò, aveva parlato con lui solo in un paio di occasioni e sempre del caso Freeman.
Andare a fargli un interrogatorio era da escludersi, i ricordi potevano rovinare la festa a tutti.
Aveva sospettato di lui, ma non lo credeva capace di fare uno scherzo del genere a Thomas, forse in un'altra situazione o con il tempo, sarebbe ritornato a giocare con il collega come aveva sempre fatto in passato, per ora non sembrava il tipo.
Will decise di escluderlo. Era il sospettato ideale, ma non il colpevole, secondo il suo istinto e soprattutto il suo cuore.
Il vice-capo Laing si avvicinò a suo figlio: "Mi spieghi cosa stai facendo?"
Will rispose troppo frettolosamente, consapevole d'essere stato scoperto: "Niente!"
"Come niente? Stai interrogando i presenti! Prima Damian e poi Jeremy. Spiegami?", il tono del vice-capo non ammetteva risposte evasive.
"Stò solo facendo delle ricerche!", rispose arrossendo.
"Non mi dirai la ragione, vero?", lo rimproverò.
"No. È una sciocchezza tra me e Tom. Non credo che tu la voglia sapere!", gli fece uno di quei sorrisi furbi che gli venivano tanto bene.
Il vice-capo sospirò con area rassegnata. Da quando aveva a che fare con Thomas e Will insieme, si trovava sempre a scoprire cose che non si vorrebbero mai sapere di un figlio.
Andò via sbuffando.
Will si avvicinò al suo ragazzo e si sedette sul bracciolo del divano per scambiare qualche parola con alcuni dei presenti.
Thomas intrecciò le dita della sua mano tra quelle dell'uomo e lo tenne accanto a sé il più possibile. Robert fece qualche battutina, nel vederli così dolci e innamorati, come tutti gli altri del cast era ancora incredulo sul fatto che Thomas fosse gay. Will lasciò correre, in fondo era simpatico, però gli sorse il dubbio che potesse essere lui il genio che aveva regalato slip commestibili al suo uomo.
Il cellulare vibrò nella tasca della giacca di Will, distraendolo da quell'idea che gli frullava in testa. Lo prese istintivamente per vedere chi potesse essere a mandargli un messaggio, di solito lo faceva solo Thomas, gli altri telefonavano direttamente. Si aspettò di leggere gli auguri di Natale di qualcuno e così fu: CARO AGENTE LAING, BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO A LEI E AL NOSTRO CARO TOM. SPERO SI STIA PRENDENDO CURA DI LUI IN MIA ASSENZA?
TOM È LA PERSONA MIGLIORE CHE ABBIA MAI CONOSCIUTO E MERITA DI ESSERE AMATO! LO SALUTI DA PARTE MIA E GLI DICA DI NON ESSERE TRISTE PER ME, STÒ BENE!
P.S. È INUTILE RINTRACCIARE LA MIA POSIZIONE.
UN ABBRACCIO, BENEDICT.
Will saltò in piedi facendo spaventare Thomas a suo fianco. Tutti l'osservarono, era più pallido del normale.
Senza alzare il volto dall'oggetto, quasi fissasse una reliquia sacra, iniziò a dare ordini. Di norma era Damian il suo superiore diretto, ma in quel caso i ruoli si invertirono, era necessario essere rapidi, prima di perdere le sue tracce.
"Damian chiama Jim e digli di rintracciare l'ultimo messaggio sul mio numero di cellulare, subito!"
Damian non controbattè al fatto che il suo sottoposto gli urlasse ordini, nel suo tono c'era tutta l'urgenza, che spiegava quella mancanza di rispetto del grado.
L'uomo dei servizi segreti si mise al telefono e dettò gli ordini appena ricevuti al novellino della squadra, rimasto in ufficio, proprio per intervenire in caso di necessità.
L'agente, dalla sede centrale dell'INTERPOL, era un giovane non ancora trentenne, esperto informatico di nome Jim Moriarty.
Will si trovò in un attimo circondato dai suoi colleghi e da suo padre, tutti concentrati sul suo cellulare. Sif glielo sfilò di mano, senza troppi complimenti, e lesse ad alta voce.
Solo a quel punto Will si voltò verso il basso a guardare Thomas. Stava ascoltando il messaggio letto da Sif, lo stavano facendo tutti, e la paura era che venisse da qualcuno come Luke Wilson, ma solo alla lettura del nome Thomas capì la situazione. Anche lui impallidì, come tutti nella stanza. Solo i bambini continuavano i loro giochi, senza notare l'aria tesa che si respirava.
Will aspettò informazioni da Damian, dal vice-capo e da Andrews, anche loro al telefono con l'INTERPOL e la polizia, era per quelle situazioni impreviste che la squadra speciale era stata creata con agenti provenienti da ogni forza dell'ordine del Paese.
Il colpo del messaggio era arrivato allo stomaco di tutti, ma su Thomas aveva avuto un effetto peggiore, tanto da farlo alzare e andare in camera da letto. Will non poteva seguirlo se non con gli occhi, stava lavorando in quel momento. Thomas doveva aspettare.
Jeremy vide lo sguardo dell'uomo farsi teso quando la porta della camera si chiuse e decise di intervenire.
"Vado a vedere come sta!", sussurrò all'agente mentre gli passava vicino.
L'uomo si limitò ad un cenno con il capo.
Thomas era seduto sul bordo del letto, doveva aspettarsi Will e non Jeremy dal suo sguardo deluso, quando la porta si aprì.
"Tom, come ti senti?", si sedette accanto.
"Da schifo! Sono mesi che mi chiedo se sia ancora vivo e proprio oggi doveva farsi sentire? Che razza di persona fa questo, dopo tutto ciò che mi ha fatto passare! Doveva farsi sentire prima, non ora che stavo dimenticando... Non ora che andava tutto bene con... Non ora che ero finalmente felice di non fregarmene nulla di...", ogni frase si interrompeva e il tono della voce saliva sempre più rabbiosa.
"Tom, non l'ha fatto apposta, credo! Lo sai com'era Ben! Doveva sempre essere il primo a farsi sentire a Natale, forse era nostalgico e non ci ha pensato a quanto fosse traumatico il suo messaggio! Ben era, ed è ancora, un brav'uomo e certe cose si fanno senza pensarci!", cercò di trovare una spiegazione al messaggio, ma non era quella ad interessare l'altro.
Thomas era perso nei ricordi di quel periodo nero della sua vita, in un secondo tutto gli era piombato addosso come un fulmine a ciel sereno. Aveva evitato di pensare a ciò che gli era capitato in quei giorni dolorosi, si era focalizzato solo sui ricordi legati all'amore nato tra lui e Will. Aveva cancellato dalla sua mente le immagini di Luke morente a causa sua, solo ogni tanto esse bussavano alla porta dei suoi sogni, trasformandoli in incubi durante la notte, per sua fortuna, c'era stato Will le prime due settimane, a farlo crollare felice e soddisfatto sul cuscino e in seguito aveva preso dei sonniferi quando lui era via per lavoro.
Con Will nel loro letto, tutto passava dopo un paio di baci e un abbraccio nel bel mezzo dell'incubo.
Will aveva imparato a riconoscere i movimenti bruschi dell'amato mentre sognava. Il fatto che scalciasse durante l'incubo svegliandolo, aiutava.
Jeremy rimase con Thomas nel tentativo di consolarlo, mentre Will si dava da fare con i suoi colleghi. Dopo un quarto d'ora, Moriarty comunicò a Damian che non riusciva a rintracciare la provenienza del messaggio.
I presenti decisero di far ritorno a casa e in albergo, restare oltre non aveva senso. Si diederò appuntamento con Will al bar dell'albergo, tutti volevano sapere i nuovi sviluppi.
La squadra, compresi Eve e il vice-capo, deciserò di fare un salto in ufficio, anche se non c'erano speranze di giungere a nuove informazioni su Benedict.
"Will, tu resta con Tom, non si sa mai che Benedict si faccia vivo!", consigliò Damian, stranamente comprensivo.
"Ok.", rispose ancora turbato.
Jeremy si avvicinò, era rimasto solo lui del cast: "Io vado. Sembra che Tom stia meglio, ma se serve qualcosa chiamami pure!"
"Grazie Jeremy! Davvero sta bene?"
"Sì, si è ripreso dopo un po'. Era nervoso, ma sono riuscito a tirarlo un pò sù! Mi ha raccontato del regalo.", sorrise divertito.
"Davvero?", Will non si arrabbiò, se quello scherzo aveva aiutato Thomas a riprendersi, non era un dramma, l'averlo rivelato al suo amico.
Si salutarono.
I camerieri finirono i loro compiti e Will se ne andò in camera da Thomas.
L'uomo era disteso sul letto, sembrava assolto nei suoi pensieri.
"Allora, hai detto tutto a Jeremy?"
"Sì. Tutto! Arrabbiato?"
"No.", si sedette accanto a lui.
"Scoperto qualcosa su Ben?", il tono era tranquillo.
"No, non l'abbiamo rintracciato. La squadra è andata in ufficio, ma non credo che riescano a scoprire molto.", si distese accanto a Thomas.
"Non stropicciare il vestito! Più tardi usciamo, ci aspettano per un drink al bar dell'albergo!", l'ammonì Thomas.
"Non serve che ci andiamo se non ti va!", sospirò Will accoccolandosi al fianco dell'altro.
"E tu, come fai a scoprire chi mi ha regalato gli slip? La scommessa è ancora valida, lo sai!"
"Chi ti fa credere che non l'ho scoperto già?", bleffò Will.
"Allora dimmelo!", intimò Thomas.
"Più tardi! Ho tempo fino a mezzanotte!", ci riflettè un po' e poi decise che una bevuta e qualche altra domanda agli amici di Thomas non erano un cattivo modo per chiudere la giornata di Natale.
"Credi davvero di riuscirlo a scoprire?"
"Sì! Non dimenticarti che devi dirmi tu se è giusto! Altrimenti, potrei tirare ad indovinare e vincere!", si raccomandò Will.
"Non lo farei se fossi in te! Io ho il nome e le prove di chi è stato!", ammise divertito.
"Davvero?", domandò l'uomo rilassandosi al suo fianco.
Entrambi chiusero gli occhi, erano stanchi.
Will fece delle congetture nella sua mente. Aveva lasciato Thomas solo con Jeremy e ora lui diceva di avere le prove del colpevole che gli aveva regalato gli slip commestibili, quindi doveva avergliele fornite Jeremy, rimangiandosi la promessa che aveva fatto a lui dopo il pranzo.
Jeremy era ritornato ad essere il suo sospettato principale.



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Capitolo 2
*** Cena. ***



Verso le nove di sera, Will e Thomas lasciarono casa per dirigersi verso l'albergo a cinque stelle in cui alloggiavano i colleghi dell'attore.
Thomas lasciò che l'altro guidasse la Jaguard; gli piaceva guardarlo mentre si divertiva con l'auto. Aveva il brutto vizio di correre in città, ma era un magnifico pilota, quindi lo lasciava sempre fare.
In una piccola saletta privata ed accogliente, con un barman tutto loro, gli attori del cast aspettavano solo i due uomini per darsi ai super alcolici.
Volevano sapere come andavano le indagini, ma per quello dovevano aspettare ancora.
Will aveva sentito sua sorella, che stava collaborando con la squadra in veste d'investigatrice privata e si trovava alla sede centrale dell'INTERPOL, dove erano situati i loro uffici. Eve non aveva nuove informazioni.
Benedict non si riusciva a rintracciare.
Il vice-capo Laing, aveva rimandato quasi tutti a casa e in ufficio erano rimasti solo Moriarty e Damian. Will ebbe un attimo di pena per Moriarty; da un pò di tempo Damian gli ronzava intorno. Il poverino sembrava lusingato dalle sue attenzioni, non immaginava che inferno potesse essere avere uno spasimante come l'agente dei servizi segreti.
Will si concesse qualche bicchiere di whisky, permettendo a Thomas di lasciarsi andare con gli alcolici. Ne aveva bisogno.
Lui aveva ancora un compito da svolgere, individuare il colpevole del regalo a Thomas.
Si accostò a Jeremy, che stava chiedendo dei drink al barman: "E bravo, hai aiutato Thomas a scoprire chi fosse il responsabile del dono, dopo che mi avevi promesso il tuo aiuto!"
Jeremy sorrise divertito.
"State ancora giocando a questo gioco? Guarda che io non ho assolutamente aiutato Tom! Chi è stato a dirti il contrario?"
Will l'osservò, non sembrava che stesse mentendo, ma ricordò a sè stesso cosa facesse Jeremy per vivere. Doveva essere bravo a fingere.
"Quindi non sei stato tu a dare informazioni a Tom?", era incredulo.
"No, anzi è stato lui a svelarmi il colpevole! Deve averlo scoperto prima di te! Aveva anche le prove, ma non me le ha mostrate!", Jeremy sghignazzo sorseggiando uno dei drink pronti, mentre Chris aveva preso gli altri, vedendo l'uomo occupato a chiacchierare con Will.
"Un aiutino, come promesso, no?", domandò addolcendo la voce, nella speranza di sapere finalmente chi doveva picchiare.
Will ci aveva pensato per mezza giornata, chiunque fosse stato, oltre a delle spiegazione doveva all'agente un occhio gonfio per mano sua.
Sperava davvero, a quel punto, che non fosse stato Chris Hemsworth, l'uomo aveva dei bicipiti il doppio dei suoi. Affrontarlo significava un altro ricovero all'ospedale in pochi mesi.
Jeremy riportò la sua attenzione su di lui: "Nessun aiuto, devi cavartela da solo! Scusa, ma ho deciso di passare dalla parte di Tom! Mettiti l'anima in pace, perderai di brutto!", era serio e un pò sadico.
Thomas doveva avergli raccontato chi sà cosa, se ora era dalla sua parte.
"Questa me la paghi!"
Will sembrò serio, ma poi scoppiò a ridere seguito dall'altro, nessuno dei due ne voleva fare un fatto personale, era solo un gioco, anzì una sfida sopportabile.
Thomas si avvicinò: "Voi due! Cosa combinate?"
"Niente, stavo solo seducendo Jeremy!", confesso ridendo Will.
"Sì, è vero!", confermò l'altro con le lacrime agli occhi per il troppo ridere.
Thomas imbrongiato: "Se lui ti ha svelato il colpevole, la scommessa è nulla!"
Jeremy si affrettò a rispondere: "No, non l'ho fatto! Stavamo ridendo perché il tuo ragazzo mi ha minacciato!"
"Divertente!", disse Thomas, poco convinto che delle minaccie fossero qualcosa su cui ridere.
Il telefono di Will squillò.
Lui rispose, era Damian.
Will ascoltò gli ultimi sviluppi delle indagini sul messaggio di Benedict. Non c'era molto da sapere, il numero non era rintracciabile in nessun modo.
Will stava per chiudere, quando si ricordò: "Damian, fammi un favore! Lascia in pace Jim!"
"Geloso?", rise.
"No! È poco professionale da parte tua fargli la corte! Per di più quand'è al lavoro in ufficio!", era serio.
"Ma per chi mi hai preso?", fece una pausa: "Più tardi lo porto a bere! Così è più professionale?"
La risata di Damian venne bloccata da Will che chiudeva la conversazione.
L'agente riassunse quel pò che sapeva hai presenti.
Qualcuno si rassegnò all'idea che Benedict era solo un'ombra e non esisteva più come amico e collega.
La serata finì con qualcuno un pò brillo riaccompagnato in camera dal partner o dai colleghi. Anche Thomas aveva esagerato, però non lo dava a vedere, mantenendo sempre quell'eleganza da gentleman.
Will lo riportò a casa e lo condusse a letto, prima che decidesse di crollare da qualche altra parte, tipo il divano.
"Ok, mettiti sotto il piumone!", sussurrò Will dopo averlo spogliato.
L'alcol stava facendo effetto a scoppio ritardato in Thomas, ma non abbastanza ritardato da non riuscire a ricordare la scommessa.
"Che ora è?", domandò, osservando Will che si spogliava dell'Armani da lui regalato.
L'altro guardò l'orologio d'oro al polso, sentendo un lieve fastidio per quel regalo che lui non si sarebbe mai potuto permettere.
"Quasi mezzanotte! Perché?", capì appena fatta la domanda.
Non era riuscito ad indagare ulteriormente, doveva tirare ad indovinare.
"Sei ancora in tempo per indovinare chi mi ha regalato gli slip commestibili!", disse ranicchiandosi nel letto.
"Davvero vuoi che te lo dica adesso? Sei troppo ubriaco per ascoltarmi!", la sua premura era finta, aveva bisogno di tempo.
"Dimmi il nome prima che scada il tempo o mi dichiarerò vincitore!", era categorico.
"E tu puoi dimostrarmi se ho perso o no? Hai le prove?", il tono di Will era di sfida.
"Tic, tac, tic, tac. Ho le prove! Fuori il nome!"
I due si guardarono con aria di sfida, sembrava due pistoleri che aspettavano il rintocco della campana per sparare. Solo che Will doveva farlo prima di mezzanotte.
"Ok. Secondo me è stato...", aveva scartato tutti i più probabili, quindi doveva essere il più estroso del cast: "Robert!"
Thomas rimase serio.
Si poteva sentire il ticchettio delle lancette dell'orologio d'oro, per quanto fossero concentrati l'uno sull'altro.
Thomas aspetto qualche secondo che pareva l'eternità per l'agente e poi scoppiò a ridere, tirandosi sulla testa il piumone.
Rideva, rideva.
Will sbuffò un paio di volte, girandosi a guardare per tutta la stanza, irritato.
Era fastidioso sentirlo ridere, anche se tentava di soffocare le sue risate sotto al piumone azzurro.
Will si innervosì e gli saltò addosso tirando via il morbido riparo che l'altro stava usando.
"Dimostrami perché ho sbagliato!", era arrabbiato, ma vedendo il viso dell'altro luminoso e allegro si calmo, in fondo nessuno perdeva in quel gioco.
L'altro si ricompose senza smettere di sorridere: "Ok, lasciami alzare e te lo mostro!"
Will lasciò che si sfilasse da sotto il suo corpo, a malincuore.
Thomas si avvicinò al mobile in cui aveva nascosto gli slip e aprì un cassetto diverso da quello in cui erano contenuti. L'altro pensò che doveva essersi dimenticato il cassetto giusto, per via della sbronza, invece prese un piccolo pezzo di carta, forse un biglietto. Thomas tornò a letto e si distese, Will lo seguì senza perdere di vista la mano chiusa intorno al biglietto.
"Hai il biglietto? Dove l'hai preso?", domandò allungando la mano per prenderlo.
L'altro l'allontanò.
"Prima devi promettermi di non arrabbiarti con il colpevole, chiunque sia, per nessun motivo e di mantenere fede alla scommessa!", era un tantino preoccupato.
Will voleva solo rompere la faccia al tizio in questione, ma si sarebbe trattenuto se era Thomas a chiederlo.
"Prometto!", rispose come se stesse giurando in un'aula di tribunale.
Thomas gli consegnò il biglietto. L'altro si ritrovò tra le mani uno scontrino con il prezzo misero di una confezione di slip commestibili per uomo.
Guardò Thomas.
"Sei stato tu! Ma sei impazzito? Come ti è venuto in mente di mettere quella roba sotto l'albero?", era arrabbiato.
Thomas arrossì, il tono della sua voce divenne timido e sottile, gli occhi assunsero l'espressione da cucciolo bastonato.
"È stato un incidente!"
"Incidente?", la spiegazione non addolcì Will.
"Sì. Avevo impacchettato personalmente la confezione degli slip senza mettere il biglietto, tanto dovevo dartelo in privato, ma poi l'ho confuso con gli altri regali e mi sono dimenticato di cercarlo. È finito sotto l'albero!"
"Ho passato l'intera giornata ad indagare, mentre tu ti divertivi alle mie spalle?", si stava allontanando da Thomas.
"No. Non è così! È stato solo un piccolo incidente, però...", era incerto se continuare.
L'altro seduto nella sua parte del letto lo incalzò a continuare: "Però, cosa?"
Thomas fu spietato, forse anche per colpa della sbronza: "Te lo sei meritato!" Will rimase scioccato, fissandolo negli occhi.
Ripercorse mentalmente gli ultimi giorni, non ricordava nulla che potesse aver portato Thomas a comportarsi in modo così crudele.
"Perché? Cosa ho fatto per meritarmi questo trattamento?", era a disagio.
Se Thomas gli aveva fatto passare la giornata a fare una pessima figura agli occhi di Jeremy, Damian, suo padre e altri, che sicuramente avevano notato qualcosa, significava che si era macchiato di una colpa grave, ma non capiva quale.
Pensò a Damian, forse c'era qualcosa di sbagliato nel rapporto con il suo collega, che infastidiva Thomas.
Anche l'altro si tirò a sedere.
"È per il modo in cui reagisci ogni volta che ti regalo un vestito o qualcosa da indossare! Come oggi, con l'abito e l'orologio!", chiarì dolcemente, non voleva vederlo soffrire.
"Cosa? E che non voglio sentirmi...", abbassò lo sguardo.
Si rese conto che stava esagerando, lamentandosi sempre per ogni regalo da parte di Thomas, però era frustrante quella situazione economica.
Thomas si poteva permettere i migliori ristoranti, i più beii vestiti e le cose più raffinate, mentre lui non poteva con il suo stipendio. Non che a Thomas dispiacesse poter condividere tutto con il suo uomo, anzì amava farlo, ma era svilente per Will non poterlo corteggiare con un invito in un buon ristorante romantico, come aveva fatto con altri uomini in passato. Ogni tanto cucinava cene a casa e a lume di candela, ma non era la stessa cosa del potersi prendere cura, anche economicamente, del suo uomo.
"Non vuoi sentirti?", domandò ancora più gentile nel tono di voce.
"Mantenuto da te! A volte è fastidioso immaginare cosa pensino di me gli altri, soprattutto quando indosso i tuoi regali!", aveva abbassato lo sguardo sul piumone azzurro.
Thomas cercò di sdrammatizzare: "Ecco perché ti ho comprato gli slip commestibili! Ero sicuro che non avresti fatto le solite storie nell'indossarli!", sorrise malizioso, ritrovando gli occhi allegri di Will nella sua direzione.
"Will, non ti regalo quelle cose per dimostrare qualcosa a qualcun'altro! Lo faccio perché ti stanno d'incanto e mi piace guardarti quando porti abiti adatti al tuo portamento e alla tua eleganza naturale! Lo faresti anche tu se potessi, quindi permettimi di farlo!", spiegò tirando Will a sè e costringendolo a coricarsi sulla sua spalla sinistra.
Will seguì si suoi movimenti.
"So che non lo fai con cattive intenzioni. Scusami, Tom!", sospirò sulla sua spalla.
"Non c'è nulla di cui tu ti debba scusare!", chiarì l'attore, mentre accarezzava lentamente i capelli neri ancora corti di Will.
I capelli erano un altro motivo di disaccordo, Thomas li preferiva corti, invece l'altro li rivoleva lunghi.
"Will, forse i capelli ti stanno meglio lunghi!", continuando ad accarezzargli la testa.
"Ora non devi darmela vinta su tutto!", rise, mentre si stringeva di più al corpo.
"No! Non te la do vinta! Devi ancora pagare pegno.", Thomas sorrise, mentre chiudeva gli occhi.
"Sono pronto!", sollevò la testa, ma si trovò ad essere ignorato.
"Non stasera. Decido io quando!", si stava appisolando.
Will chiuse gli occhi e seguendo il respiro dell'altro, si addormentò.

Il momento di pagare pegno arrivò la sera del trenta.
La sera seguente avevano un paio di feste di capodanno a cui partecipare e le sere precedenti, Will era sempre tornato stanco morto dal lavoro. Tranne per qualche coccola ricevuta da Thomas prima di andare a letto, non c'era stata una vera occasione di tirar fuori la confezione di slip commestibili. Quella sera la trovò sul letto.
Non sapeva se essere eccitato o umiliato, per aver perso la sfida ed essere costretto a subire la punizione.
Mentre si sfilava l'orologio d'oro e si spogliava per la doccia, Thomas apparve sulla porta della camera. Aveva un portamento severo, quasi militaresco, di chi era pronto a dettare ordini e ad assumere il controllo della situazione.
Will pensò che stesse interpretando uno dei suoi personaggi, non era il suo modo di fare.
La situazione non lo disturbava minimamente, in fondo lui era quello che doveva aspettare che l'altro gli strappasse le mutande di dosso a morsi, la cosa andava a suo favore.
"Will, dopo la doccia, indossale e vieni in cucina!", la cadenza della voce era marziale, non ammetteva repliche e lui non intendeva farne.
Andò in bagno, mentre l'altro si dileguava oltre la porta della camera, sotto la doccia iniziò a riflettere su cosa potesse voler fare Thomas in cucina. Il pensiero andò al tavolo.
Avevano dovuto cambiare quel tavolo, quando avevano scoperto che il precedente era solo un oggetto d'arredo fatto di vetro e ferro battuto. La scoperta era avvenuta un paio di giorni dopo la sua dimissione dall'ospedale, a causa dei pessimi tentativi di Thomas di cucinare.
Era dovuto intervenire Will con il braccio appeso al collo e la spalla ancora dolorante. Thomas gli girava così tanto intorno, mentre Will cucinava, che alla fine l'agente l'aveva scacciato dalla cucina perché troppo apprensivo.
Thomas continuava a tornare per dirgli dove stavano gli utensili e le spezie, tanto che l'uomo ancora convalescente l'aveva spinto contro il bordo del tavolo e costretto a sedersi sopra. Da quella posizione, poteva dire a Will dove trovare ciò che cercava e assicurarsi che non si stancasse troppo, imparando anche qualcosina di cucina.
Il tavolo aveva scricchiolato dal primo momento in cui Thomas s'era seduto, quando Will aveva tentato di approfittare di quel comodo sostegno per fare altro, mentre il pesce si cuoceva lentamente al forno, gli scricchiolii erano aumentate.
Prima che il vetro si lesionasse, i due avevano avuto la rapidità di riflessi di allontanarsi. Avevano ordinato il nuovo tavolo quasi subito, più per ritentare ciò che stavano sperimentando, che non per vera necessità, infatti la posizione che permetteva quel sostegno era la migliore per non stancare e far saltare i punti a Will, mentre aveva parte attiva, cosa che a letto non gli era possibile in quel periodo.
Il tavolo aveva ritardato ad arrivare e una volta guarito Will, non aveva avuto la necessità d'approfittare di un tale appoggio per avere maggiore controllo nel fare sesso con Thomas.
L'idea che il tavolo fosse nei progetti di Thomas, accarezzò i pensieri di Will, nel frattempo che si asciugava i capelli.
Una volta in camera prese la scatola e la rigirò nelle mani per capire se ci fossero consigli d'uso. L'aprì, trovò il capo di vestiario in una busta trasparente, veniva trattato come genere alimentare. Aprì la busta e un odore di fragola arrivò alle sue narici, gli ricordava la prima volta che aveva fatto l'amore con Thomas. Quel sapore di fragola e di Thomas sulla sua lingua, era incancellabile.
Infilò l'indumento, non sapeva se poteva definirlo tale, lasciava poco all'immaginazione e dava l'idea di volersi strappare. Non doveva tenerlo a lungo, pensò.
Si diresse nel sala principale, calcolando che con ogni probabilità sarebbe finito a fare l'amore sul divano o sul tavolo.
L'ampia sala era illuminata da candele e dalla luce proveniente dalla cucina. Thomas era appoggiato con le mani al tavolo, l'atteggiamento severo di un comandante.
Guardò la figura nuda, coperta intimamente dallo slip rosso che faceva fatica a non scendere verso il basso, lasciandogli molta pelle scoperta.
Gli angoli delle labbra di Thomas andarono verso l'alto, mentre cercava di continuare con il suo piano. Si avvicinò a Will, annusando l'odore di fragola che saliva dal basso.
"Soddisfatto?", gli chiese l'agente, aspettando che l'altro decidesse di fare qualcosa.
"Non ancora! Tieni!", gli passò un pezzo di stoffa bianco ripiegato e si allontanò.
"Mettilo!"
Will l'aprì, era un grembiule da cucina molto corto e con pettorina.
"Mettilo, solo se ti va? Non sei costretto a fare nulla che non vuoi fare!", il tono era di sfida e non di comprensione.
Will l'indossò.
"E ora prepara la cena!"
Thomas si sedette al suo solito posto sul tavolo da dove aveva la visuale migliore. L'altro non capiva perché una tale richiesta e mentre infilava il grembiule, intuì che Thomas si sarebbe goduto la vista del suo corpo da quella posizione.
"Preferisce qualcosa in particolare signor Hiddleston?", decise di stare al gioco e di provocarlo ad ogni movimento.
"Scelga lei agente Laing.", il tono era meno serio.
Will sospettò che l'altro sarebbe scoppiato a ridere presto. Doveva solo aspettare di ritrovarsero addosso in pochi minuti.
Il grembiule copriva lo slip solo nella parte davanti, la parte posteriore doveva essere quasi oscena e Will non ebbe alcun ritegno nel mostrarla all'altro ogni volta che poteva.
Thomas faceva grande fatica a restare seduto sul tavolo, la tentazione era tanta, ma visto che era anche affamato, decise di aspettare di cenare prima. Aveva apparecchiato sul tavolo poco dietro di lui, si era assicurato di mettere un po' di distanza tra di loro.
Will preparò in meno di mezz'ora un po' di spaghetti con vongole, Thomas aveva riempito il frigo di prodotti freschi quella stessa mattina. Quando li portò a tavola, seguito dagli occhi dell'altro che indugiavano su tutto il suo corpo, si aspettò una reazione che non avvenne.
Si sedettero per cenare e Will dovette appoggiare il suo granbiule sulla sedia che era un tantino fredda. L'attore trattenne le risate e riuscì a cenare portando avanti una tranquilla conversazione come se nulla fosse.
Quando Thomas si alzò per raccogliere i piatti a fine cena dicendo: "Ora puoi andare a cambiarti!", Will ci restò malissimo.
"Come? Ma...", non capiva.
"Volevo solo farti indossare quei slip.", diede come spiegazione l'uomo mentre caricava la lavastoviglie.
"Avevi detto che volevi mangiare...", solo allora si rese conto che Thomas aveva detto di voler cenare con quelle ed era ciò che avevano appena fatto.
"Vado a togliermi questa roba!", sospirò rassegnato.
Thomas continuava a riordinare la cucina e quando senti quella frase restò deluso, ma quella doveva essere una specie di punizione per le continue lamentele dell'altro che non erano cessate dopo Natale, anche se in quel momento la cosa gli dispiaceva un po'.
Si sentì afferrare e voltare da Will. Non era andato a toglierseli.
Le labbra dell'altro afferrarono le sue e le mordicchiarono.
"Potresti indossarle tu!", propose continuando a morderlo sul collo, era un invito eccitante.
"No, se ora te le strappo di dosso!", gli mancava già il respiro dall'eccitazione.
Will si stacco soddisfatto del risultato ottenuto e si diresse verso la camera da letto ipnotizzando l'altro, mentre gli dava la visuale sulla sua schiena. Thomas lo seguì e appena poté lo spinse sul letto.
Gli blocco le mani ai lati del corpo e prese a baciarlo sul petto.
Si fermò solo per affermare: "Hai dimenticato di preparare il dolce, per te!", così dicendo Thomas diede una leccata al bordo degli slip.
"Magari la prossima volta ne compri due di queste, così nessuno resterà a digiuno!", la voce spezzata dal piacere.
Will non osò guardare ciò che l'altro stava facendo con la bocca, la lingua e soprattutto i denti, era deciso a chiudere gli occhi e a godersi quelle attenzioni.
Ogni tanto sentiva piccoli morsi molto vicini a zone delicate del suo corpo, altre volte erano delle carezze con la lingua o baci dove la pelle iniziava a scoprirsi. Si sentì girare e capì che Thomas sarebbe andato avanti per molto tempo in quel modo.
L'eccitazione di Will veniva portata all'estremo.
I morsi erano preoccupanti, temeva che oltre agli slip addentasse molto di più, però poi la lingua passata nello stesso punto lo tranquillizzava e gli faceva perdere il controllo.
Gemeva e chiamava il nome dell'amato, cercando allo stesso tempo di mantenere un pò di contegno, ma quel gioco lo stava sfinendo.
Pensò, che se avesse saputo prima quanto degli slip commestibili fossero utili, li avrebbe regalati lui a Thomas.
Venne rigirato più volte dall'altro senza sapere a che punto di quello strano dessert fosse.
Quando senti i morsi sul sedere, capì che l'altro stava richiamando la sua attenzione.
Aprì gli occhi voltandosi a guardare Thomas, era senza respiro anche lui e aveva terminato il suo compito, non c'era più traccia degli slip, forse di un paio di morsi sul sedere che ora non poteva vedere, sentiva.
Thomas risalì il suo corpo, avido di avere qualcosa di più. Lasciò qualche bacio lungo il percorso, per poi perdersi sulle labbra dell'agente.
Will assaporò il gusto di fragola sulla bocca dell'attore, era così famigliare e dolce, gli ricordava tutta la dolcezza della prima volta che aveva preso Thomas.
Indugiò in quel ricordo, anche quella volta aveva perso completamente il controllo, come ora. Si era pentito di non essere stato più attento in alcune cose. Sapeva essere molto più delicato quando non era troppo eccitato e in quel momento anche Thomas sapeva esserlo.
Si era infilato tra le sue cosce senza che lui se ne rendesse conto e ora lo guardava, sapeva già cosa avrebbe detto: "Posso?"
Era un'abitudine di Thomas chiedergli sempre il permesso, come se il corpo dell'amato già non gli appartenesse.
"Dopo questo, puoi fare di me quello che vuoi!", era completamente perso negli occhi di Thomas.
"Deve esserti piaciuto il mio regalo?", la voce era un sussurrò dolce.
"Anche a te, visto che l'hai divorato!", sorrise.
Thomas si allontanò il tempo di prendere l'ultimo dei tubetti di gel per giochi erotici, che Will gli aveva fatto comprare per ripicca mesi addietro.
Sapeva essere più premuroso di quanto Will s'aspettasse da un uomo con poca esperienza in quel campo. Lo lasciava sempre fare, quando era lui a prendere l'iniziativa, certo di non doversi pentire.
Infatti, fu delicato.
Will lo vide chinarsi sulla sua spalla e sussurrargli parole dolci, forse versi Sheskepeariani, mentre si muoveva con una lentezza esasperante. Non sapeva assolutamente essere sbrigativo quando si trattava di sesso.
I movimenti erano sempre più lenti o era Will a sentirli come tale. Il tempo pareva rallentare.
Ricordava ancora la prima volta che aveva fatto fare tutto a Thomas, non era stato niente male, ma Will si era più che altro divertito ad osservare quanto l'altro cercasse di nascondere la sua estrema eccitazione. Erano abituati guardarsi negli occhi, ma quando Thomas raggiungeva l'orgasmo nascondeva sempre il viso sulla spalla dell'altro.
Will non glielo aveva permesso quella prima volta e non glielo permise neanche in quel momento, gli afferrò il viso e lo portò di fronte al suo, sfiorandogli le labbra con le proprie. Il respiro e i gemiti, quasi silenzioso, di Thomas avevano il sapore di fragola, quando chiuse gli occhi completamente perso negli spasmi dell'orgasmo, Will lo baciò, raggiungendo anche lui l'apice.
Dopo pochi secondi erano occhi negli occhi a cercare di riprendere fiato tra un bacio e l'altro.
Will sospirò: "Sai di fragola. Mi piace!"
"La prossima volta proviamo gli slip al gusto di cioccolato fondente!", propose stringendosi al petto dell'altro.
"La prossima volta ci andiamo insieme nel negozio in cui li hai presi! Cos'altro vendono in quel posto?", chiese malizioso.
"Non credo che le altre cose ti piacerebbero! C'erano anche un paio di manette rosa maculato perfette da usare a lavoro, volevo comprarle!", scherzò Thomas.
"Se vuoi le manette, posso metterti le mie!", affermò lanciando uno sguardo al mobile sul quale erano posate, accanto alla pistola e al tesserino dell'INTERPOL.
"Magari possiamo limitarci agli slip, non mi sembra una buona idea farmi ammanettare da te! Chi sa che brutte intenzioni hai in quella testolina?", scherzò, puntando il dito alla fronte dell'uomo sotto di sé.
"Non puoi immaginare! Dammi qualche minuto di tregua e ti mostro un paio di cattive idee che mi sono venute...", il tono sensuale di chi aveva progetti per il resto della notte.
E forse, della vita.


~FINE~

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