La verità prima o poi viene fuori

di MariaRF
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Meditare vendetta ***
Capitolo 2: *** Nessuno si prende gioco di Salvador Castro ***
Capitolo 3: *** Te la farò pagare ***
Capitolo 4: *** Nuovi abitanti a Puente Viejo ***
Capitolo 5: *** Perchè quando ho bisogno cerco te! ***
Capitolo 6: *** La vendetta è vicina ***
Capitolo 7: *** Non morire ***
Capitolo 8: *** Voglio te al mio fianco ***
Capitolo 9: *** Non ti lascerò più sola ***
Capitolo 10: *** Sempre la stessa storia ***
Capitolo 11: *** Come posso crederti?! ***
Capitolo 12: *** Il sacrificio ***
Capitolo 13: *** La speranza ***
Capitolo 14: *** E' la tua vita o la mia ***
Capitolo 15: *** Più vicini che mai ***
Capitolo 16: *** L'attesa ***
Capitolo 17: *** La felicità è passeggera? ***
Capitolo 18: *** Futuro incerto ***
Capitolo 19: *** Non può essere vero! ***
Capitolo 20: *** Amore infinito ***



Capitolo 1
*** Meditare vendetta ***


"Signore ho fatto come mi avete ordinato." 
"Ebbene Mauricio parla una buona volta, sai che non sopporto le mezze parole e se perdo la pazienza sai benissimo cosa ti aspetta!"
"Sono riuscito a far parlare Don Julian, non è stato facile ma con un pò di mano ferma quell' uomo ha inziato a cantare come un uccellino..."
"Mauricio mi sto spazientendo..."
"Si perdonatemi... E' che purtroppo i vostri sospetti erano fondati. Il medico mi ha confermato tutto e mi ha fornito anche le prove!"
Per un attimo nello studio della Villa calò un profondo e inquitenate silenzio che venne interrotto pochi minuti dopo :
"Maledetta!...anzi maledetti entrambi!" disse Salvador Castro sbattendo sulla scrivania il bicchiere che aveva tra le mani con dentro il liquore che era solito bere dopo cena 
"Signore cosa volete che faccia ora?" chiese Mauricio che in quella situazione non sapeva proprio come comportarsi, era consapevole che da lì a poco non solo la Villa ma l'intero paese avrebbe dovuto affronatre l'ira di quell'uomo.
"Non fare assolutamente nulla. Devo riflettere sul da farsi...Ma puoi stare tranquillo che nessuno può ingannare Salvador Castro e passarla liscia!"
"Va bene signore, se me lo permettete io andrei?!" chiese il capomastro
"Si puoi andare...ma non azzardarti a raccontare a nessuno quello che hai scoperto e questa conversazione altrimenti sarò costretto a fartela pagare!" replicò il padrone che era conosciuto da tutti per il suo animo vendicativo e la sua crudeltà
"Potete stare tranquillo che dalla mia persona non uscirà nulla. Con permesso!" 
Mauricio si congedò ma proprio in quel momento prima che lui potè farlo la porta dello studio si aprì
"Signora!" esclamò Mauricio lasciando libero il passaggio affinchè potesse entrare
"Mauricio cosa fai qui a quest'ora?" chiese Francisca stupita ma allo stesso tempo spaventata perchè sapeva benissimo che se il suo capomastro fosse lì a quella tarda ora era perchè il marito tramava qualcosa.
"Niente che possa riguardarti Francisca! Mauricio vai e ricordati quello che ti ho detto." Salvador intervenne con un tono che la moglie conosceva bene, il tono di un uomo arrabbiato.
Non appena il capomastro si allontanò si accese una delle solite discussioni che erano la normalità in quella casa. La famiglia Castro Montenegro infatti era famosa in tutta la provincia non tanto per i suoi possedimenti ma per la crudeltà del capo famiglia, tutti sapevano che in quella casa non si respirava amore ma odio e disprezzo.
"Posso sapere come mai il capomastro fosse qua a questa tarda ora?!" Francisca ripropose la domanda sperando di ottenere una risposta soddisfacente questa volta.
"Niente che possa interessarti! Affari della tenuta."
"Allora è qualcosa che mi interessa, ricordi che questa tenuta è mia vero?! è dei Montenegro!"
"Mi dispiace darti questo dispiacere mia cara ma è diventata dei Castro esattamente nel momento in cui ci siamo sposati!" replicò Salvador con un tono che infastidì parecchio Francisca
"Non provocarmi Salvador." Francisca gli si avvicinò quasi in segno di sfida, non amava avere quell'uomo vicino ma la sua rabbia era tanta in quel momento che se ne avesse avuto la forza lo avrebbe aggredito lei stessa ma era consapevole che non ne sarebbe uscita vittoriosa.
"Francisca non intrometterti nei miei affari o te ne pentirai!" i toni di Salvador divennero sempre più minacciosi e Francisca non curante di questo lo istigò nuovamente quando lui accese davanti a lei un sigaro
"Non permetterti di fumare qua davanti a me, sai che non lo sopporto!" dopo aver pronunciato quella frase con un gesto cercò di toglierglielo di mano ma Salvador fu più veloce e le prese il braccio
"Non ti azzardare a rifarlo un'altra volta. Forse non lo hai ancora capito dopo tutti questi anni di felice matrimonio ma non sei nessuno per darmi ordini, vali meno di zero in questa casa!" quelle parole provocarono una grande rabbia in Francisca consapevole di non poter fare nulla contro quell'uomo, anzi contro quella bestia che aveva per marito.
Salvador continuò "Anzi cara mogliettina visto che sono particolarmente gentile questa sera voglio darti un piccolo assaggio di quello che mi ha svelato Mauricio..." Francisca lo osservò diritto negli occhi anche se con la paura dentro, tutto quello che usciva dalla bocca di quell'uomo non poteva essere nulla di buono "Mi ha svelato qualcosa che cambierà molto le nostre vite, a quanto pare qualcuno non è stato completamente sincero e tu sai bene che non sopporto le menzogne. Ebbene puoi stare tranquilla che questa persona la pagherà cara!" con quelle parole voltò le spalle alla moglie e si avviò verso la porta della Villa.
Francisca lo seguì per cercare di ottenere altre informazioni, esattamente come il marito odiava le mezze parole:
"Cosa vuoi dire con questo? Di cosa stai parlando?"
"Ora sono stufo di parlare con te, vado a fare un giro alla locanda!"
"Si e intanto che ci sei vai a farti un giro anche al prostibulo!" Francisca presa dall'ira pronunciò quella frase ma se ne pentì immediatamente
"Adesso che mi ci fai pensare credo che ci farò un salto, mi raccomando però aspettami sveglia perchè potrei aver bisogno anche di te!" dopo quelle parole Salvador uscì dalla tenuta e lasciò Francisca disgustata. Conosceva il marito sapeva benissimo in quali condizioni sarebbe ritornato e cosa la aspettava quella notte. Erano anni che ormai vivevano così e malediceva ogni giorno il momento in cui decise di farsi sopraffare dal suo orgoglio. Francisca però aveva sempre affrontato le conseguenze della sua decisione a testa alta e nonostante il pentimento sapeva di non poter più tornare indietro.
Si avviò verso la sua stanza continuando a pensare alle parole del marito, cosa aveva scoperto?! Francisca aveva parecchi segreti ma non riusciva a comprendere quale tra i tanti fosse giunto alle sue orecchie. L'unica cosa certa per lei era che il segreto più grande fosse ancora tale e che mai nessuno avrebbe potuto conoscere la verità.

Alla locanda degli Ulloa tutto si stava svolgendo come ogni sera fino a quando a attraversare quella porta non fu Salvador Castro.
Raimundo lo conosceva bene, lui e sua moglie erano stati la causa di tutti i suoi mali.
"Ulloa porta subito a me e ai miei amici del buon vino di qualità e non il fondo della tua cantina!"
"Don Salvador che piacere avervi nella mia umile locanda" rispose Raimundo ironicamente e continuò "il mio vino è sempre di qualità! E' più probabile che siate voi a non saperlo apprezzare!" 
Salvador iniziò a ridere assieme ai suoi compari "Ulloa io apprezzo il buon vino come anche molte altre cose, ad esempio le belle donne non credete?! Ne ho una proprio a casa che mi sta aspettando!" con quelle parole sapeva benissimo di andare a toccare un tasto dolente per il locandiere e questo era proprio il suo intento "Piuttosto credo siate voi che non siete capace di apprezzare niente di queste due cose!" Castro era ormai ubriaco e cercava in tutti i modi di ottenere lo scontro con quell'uomo che per tutta la vita era stato suo rivale
"Voi non sapete apprezzare nessuna delle due cose perchè altrimenti non andreste ogni sera di prostibulo in prostibulo, un uomo non si comporta in questo modo!" replicò Raimundo che mai si era fatto intimidire da quell'uomo che gli aveva portato via la cosa più importante della sua vita
"Ahahhaha avete sentito i consigli di questo saggio uomo?! Secondo lui un uomo dovrebbe avere solo una donna!" Salvador si allontanò dalla sua compagnia e si avvicinò a Raimundo e gli sussurrò "Caro Raimundo io questa sera tornerò a casa e potrò sfogarmi a mio piacimento con mia moglie ma voi non potrete dire la stessa cosa. Non sapete che soddisfazione è avere al mio fianco Francisca..." dopo quelle parole Raimundo non riuscì più a trattenere la rabbia e sganciò un pugno nello stomaco al rivale. Tutti si avvicinarono separandoli e a quel punto Salvador urlò nel bel mezzo della locanda "Me la pagherai Ulloa! Me la pagherete tutti e due! Nessuno si prende gioco di Salvador Castro, la mia vendetta sarà spietata!"
Lasciò la locanda ma quelle parole continuarono a risuonare nella testa di Raimundo, perchè aveva usato il plurale? con chi altro poteva mai avercela?

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Capitolo 2
*** Nessuno si prende gioco di Salvador Castro ***


Salvador tornò, come ormai d'abitudine, anche quella notte pieno di alcool in corpo e con una grande rabbia dentro dopo lo scontro avvenuto poco prima con Raimundo Ulloa. 
Francisca ogni volta che lo sentiva rientrare a quell'ora veniva pervasa dalla paura più profonda, sapeva benissimo come sarebbe andata a finire e lei non poteva fare altro che soddisfarlo contro la sua volontà senza potersi ribellare perchè le poche volte che ci aveva provato aveva rischiato di non rivedere più il sole del giorno dopo.
Non sapeva dove trovava la forza ogni giorno e ogni notte per riuscire a sopportare la vicinanza di quell'uomo, lo odiava profondamente, l'aveva indurita a tal punto da essere odiata persino dai propri figli. Lei non era mai riuscita a dare amore, come invece ogni madre avrebbe fatto, nemmeno al sangue del suo sangue, li aveva cresciuti con freddezza forse per paura che con il troppo affetto sarebbero diventati delle persone deboli e quindi impreparati al mondo crudele che li aspettava. Si pentiva ogni giorno del legame che aveva creato o meglio non creato con loro perchè sapeva che in altre circostanze sarebbe stata una buona madre, magari con l'uomo giusto al suo fianco. Purtroppo questo lei non lo avrebbe mai potuto sapere, ormai il passato era passato e niente avrebbe potuto cambiarlo.
Tristan e Soledad ormai erano adulti e se comunque in molte occasioni rimproveravano la madre per la durezza in altre la comprendevano, sapevano che per lei non fosse facile avere un uomo del genere al proprio fianco. 
Fin da piccoli anche loro avevano dovuto subire la crudeltà del proprio padre, incapace di dare un minimo di affetto e per questo Tristan alla prima occasione si arruolò nell'esercito spagnolo per potersi allontanare anche se egoisticamente da quella casa lasciando la propria sorella e madre in preda di quella bestia. Soledad aveva dovuto subire fin da piccola le attenzioni particolari che il padre le riservava e per questo motivo odiava la madre, la incolpava per non aver mai fatto nulla per difenderla, non sapeva le grandi sofferenze che Francisca portava dentro, avrebbe voluto proteggerla ma la sua codardia l'aveva fermata. Francisca di questo mai si sarebbe potuta perdonare.

La mattina seguente Salvador uscì presto di casa e attorno al tavolo del salone per fare colazione si ritrovarono solo Francisca e i figli
"Buongiorno madre." disse Tristann che appena arrivò vicino al tavolo si chinò verso di lei e gli diede un bacio sulla guancia.
Con gli anni Tristan aveva imparato quale fosse il modo giusto di rapportarsi con lei e grazie a questo sviluppò un rapporto molto più affettuoso che gli era mancato nell'infanzia.
"Buongiorno figlio, siediti a fare colazione con me e tua sorella non riusciamo mai a stare soli noi tre!" 
La pace che si era potuta respirare per quei pochi secondi venne interrota da Soledad che quella mattina era in vena di discutere
"E' esattamente il modo in cui uno vuole inziare la giornata!" 
"Soledad non iniziare a essere impertinente già di prima mattina. Possiamo fare colazione in pace benedetta dal signore almeno per questa volta?!"
"E' difficile riuscire a avere pace in questa casa visto la vostra presenza e i continui litigi con nostro padre!" continuò Soledad
"Figlia questa mattina mi stai veramente stancando, si può sapere per quale motivo mi attacchi in questo modo?"
"Perchè è solo vostra la colpa della nostra sofferenza. Non siete stata mai capace di difendere nemmeno i vostri figli, avete sempre pensato solo a voi stessa, ora non potete chiedermi di essere gentile con voi!" Soleda quella mattina era infuriata per qualche cosa che tutti ignoravano e cercava di sfogare la sua frustrazione contro la madre
"Soledad sorella ti prego calmati, non è il momento di affrontare questi argomenti!"
"E quale sarebbe il momento?! Tristan sono stanca di dover subire l'indicibile da parte sia di nostra madre che di nostro padre. Tu non sai quello che ho vissuto dentro queste quattro mura negli ultimi anni!"
"Cosa vuoi saperne tu di quello che ho sofferto e soffro tuttora al fianco di vostro padre? Non mi si può rimproverare nulla..." replicò Francisca offesa dalle parole della figlia, l'avevano colpita perchè infondo sapeva che un minimo di verità in loro c'era.
"Pensatela come volete madre, ora se non vi dispiace andrei a prendere un pò di aria fuori qua dentro si soffoca!" si alzò dal tavolo gettando con rabbia il tovagliolo che aveva appoggiato sulle gambe e avviandosi verso la porta che dava sul giardino.
Alla fine anche Tristan abbandonò il tavolo della colazione per andare a sbrigare delle commissioni e lasciando sola Francisca con i suoi pensieri e la sua solitudine, quella in cui era abituata a vivere da ormai più di ventanni.

Nel primo pomeriggio alla villa Francisca, con grande sorpresa, ricevette la visita di Raimundo Ulloa
"Raimundo Ulloa che viene a farmi visita...il mondo sta cambiando veramente!" disse la padrona della villa che cercava di non far notare il suo imbarazzo all'uomo
"Noto che invece tu non sei cambiata per niente, sei sarcastica come sempre!"
"Basta con i convenevoli Ulloa cosa sei venuto a fare nella mia tenuta?!" Francisca non poteva mostrarsi debole agli occhi di Raimundo e l'unico modo per farlo era passare all'attacco
"Sono venuta a interessarmi di te..." nemmeno Raimundo credeva a ciò che aveva appena pronunciato
"Di me?! e per quale strano motivo se si può sapere?!...hai ripreso ad affogare i tuoi dispiaceri nel vino e l'unica cosa che ti è venuta in mente è venire a importunarmi?!"
"Francisca non mi stuzzicare! Ieri sera in locanda c'è stato un piccolo scontro con Salvador e quando è uscito era particolarmente ubriaco e mi sono preoccupato..." dal modo in cui pronunciò quelle parole Francisca percepì il suo vero interesse ma non poteva assolutamente dargliela vinta
"Di cosa ti sei preoccupato Raimundo?! è molto tempo che io non ho più bisogno di protezione, so come difendermi e non ho certamente bisogno del tuo aiuto!" Francisca rispose molto duramente a Raimundo anche se il suo interessamento gli aveva fatto decisamente piacere, si sentiva lusingata dal fatto che qualcuno ancora si interessava al suo benessere.
"Lo so che sei sempre stata in grado di difenderti benissimo da sola! Ma ciò che più mi ha preoccupato è stata una frase detta da tuo marito prima di andarsene..."
"Sentiamo... quale saggezza è uscita dalla bocca di quell'uomo?!"
"Mi ha maledetto ma poi ha usato il plurale e mi ha giurato vendetta! Non riesco proprio a capire cosa volesse dire, tu ne sai qualcosa? Francisca cosa state architettando contro di me?!"
"Raimundo posso assicurarti che questa volta io non c'entro nulla, non so cosa volesse dire!" Francisca in realtà aveva iniziato a provare un senso d'angoscia ripensando alla discussione che aveva avuto la sera prima nello studio con il marito e in lei si faceva strada la consapevolezza che forse il suo grande segreto non ero poi così tanto al sicuro. Se Salvador ne era venuto a conosenza la vendetta verso di lei era vicina ma non sapeva cosa fare.
"Cercherò di credere alla tue parole. Meglio che a questo punto torni alla locanda e al mio lavoro. Ti saluto Francisca, arrivederci!"
Raimundo stava quasi per uscire quando Francisca lo bloccò con l'intenzione di raccontargli qualcosa
"Raimundo aspetta..."
"Cosa c'è Francisca? Non voglio rimanere troppo tempo nella tana del lupo!"
"Immagino che il lupo sia io Ulloa..." dopo quelle parole di Raimundo il suo proposito si spense. Avrebbe risolto il problema lei da sola, come sempre d'altronde.
"Francisca non ho tutto il giorno dimmi quello che devi così posso andarmene!"
"Niente Ulloa, puoi tornare nella tua locanda e al tuo vino!"
Raimundo se ne andò.
Francisca rimase nell'ingresso fissando il vuoto in cerca della forza che gli avrebbe permesso di affrontare quello che si preannunciava essere una delle battaglie più dure della sua vita, se veramente Salvador aveva scoperto qualcosa sul suo passato non sarebbe riuscita a cavarsela facilemente.

In paese non si parlava d'altro che di una morte improvvisa avvenuta la sera prima. Uno degli abitanti di Puente Viejo era stato trovato morto, forse assassinato.
Questa voce giunse anche alla Villa, la famiglia Castro-Montenegro si trovava attorno al tavolo del salone per cenare quando all'improvviso arrivò Mauricio per informare i suoi padroni
"Signori mi dispiace importunarvi a questa ora ma è successo qualcosa di grave in paese!"
"Cosa Mauricio? Non farci attendere oltre, parla!" disse Francisca che avrebbe voluto finire in fretta di cenare per evitare di stare troppo tempo accanto al marito
"Hanno trovato Don Julian morto nel suo studio. In paese si mormora che sia stato assassinato."
"E non si sa niente di chi possa aver fatto questo?" chiese Salvador
"No signore, si dice che potrebbero essere stati dei ladri perchè nel suo studio hanno trovato tutto sotto sopra, inoltre mancano alcune cartelle e documenti medici!"
"Ora puoi andare Mauricio..." disse Salvador, in seguito fece un gesto di complicità verso Mauricio e uno scambio di sguardi come se lui avesse assolto efficentemente il suo compito. Francisca notò la loro complicità e capì che il marito centrava qualcosa in tutto questo.
"Povero Don Julian, era veramente un bravo medico, che brutta fine ha fatto!" disse Salvador con un sorrisino sulle labbra " Non credi anche tu Francisca?! ha sempre svolto il suo lavoro con efficenza anche se si mormora che spesso era solito farsi comprare!"
A quelle parole, che erano state dette non a caso, Francisca ebbe la conferma che il marito sapeva e che la morte del medico non era stata una casualità.
"Cosa vuoi dire con questo Salvador?" Francisca cercava di avere più informazioni
"Niente, sto solo dicendo che forse ha fatto favori a chi non doveva e ora ha pagato la sua infedeltà! E' così che va il mondo mia cara."
Durante tutto il corso della cena nessuno disse più nulla ma Francisca doveva assolutamente agire prima che fosse Salvador a sferrare il primo attacco.

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Capitolo 3
*** Te la farò pagare ***


Francisca la mattina dopo si recò in paese per cercare di capire cosa realmente fosse successo al povero Don Julian. Si sentiva colpevole dell'accaduto, perchè se veramente i suoi sospetti erano fondati lui era morto per aver taciuto un segreto troppo grande a un uomo troppo potente come Salvador Castro che non perdonava nessuno se infedele nei suoi confronti.
Molti anni prima lei era solo una ragazzina che presa dalla paura e anche dall'orgoglio riuscì ad ottenere da un giovane Don Julian un falso certificato di gravidanza che attestava che il bambino che aspettava fosse realmente del suo sposo e non dell'amore della sua vita Raimundo Ulloa. Questo era il grande segreto che Francisca Montenegro si portava dentro da troppi anni.
Ora questo segreto con molta probabilità era giunto alle orecchie di suo marito e lei doveva averne la certezza per decidere come difendersi al meglio. Conosceva perfettamente Salvador, vendicativo come pochi e mai avrebbe accettato che sua moglie lo avesse ingannato per tutti quegli anni facendogli crescere un figlio che in realtà non aveva nemmeno il suo sangue.
La nascita di Tristan era stata la gioia più grande della vita di Francisca, l'unica cosa bella accaduta e ora quella verità stava venendo fuori dopo tutti i suoi sforzi per tenerla nascosta.
La sua paura più grande non era tanto che Salvador potesse fare del male a lei, perchè a quello in fondo c'era abituata, ma che quella verità potesse giungere anche alle orecchie di Raimundo Ulloa o peggio ancora del figlio. Lui non l'avrebbe di certo perdonata, gli aveva fatto vivere una vita infelice e lontano dal suo vero padre che sicuramente sarebbe stato anche un ottimo padre, di questo ne era consapevole, suo malgrado, anche lei.
Giunse allo studio di Don Julian e grazie alle conoscenze che aveva tra le autorità della guardia civile riusci a carpire informazioni sull'accaduto. Ciò che realmente gli interessava era sapere quali documenti fossero stati sottratti e quando lo venne a sapere i suoi sospetti divennero realtà. Mancavano esattamente quelli dell'anno in cui nacque Tristan, tutto era chiaro nella sua mente. Salvador era riuscito a ottenere informazioni da Don Julian con la forza e poi per vendetta lo aveva fatto assassinare.

Francisca pensò a lungo sul da farsi e così una volta tornata a casa decise di affrontare subito il marito, chiuso come di consueto nello studio a fumare il suo odioso sigaro
"Ora devi dirmi cosa hai in mente?" iniziò subito Francisca, incurante delle buone maniere che di solito una moglie usa verso il proprio marito ma con lui era impossibile essere gentile e cortese.
"Di cosa stai parlando? e ti sembra il modo di parlarmi questo?" replicò Salvador continuando a fumare tranquillamente 
"Devi dirmi perchè hai ucciso Don Julian! mi devi una spiegazione..."
I toni in quella stanza inziava a scaldarsi e per fortuna in casa c'era solo la servitù che ormai era abituata alle loro grida
"Io non ti devo niente e poi chi ti ha detto che sono io il colpevole?!"
"Non mentirmi. So perfettamente che dietro a tutto questo c'è sicuramente la tua mano!"
"Come credi Francisca, in ogni caso non hai le prove sai che non lascio mai niente al caso! e se anche fosse se lo è certamente meritato."
"E per quale ragione se lo sarebbe meritato?! forse perchè ha nascosto qualcosa al potentissimo Salvador Castro?!" Francisca cercava in ogni modo di farlo confessare anche a rischio di attirare la sua ira.
"Potrebbe essere una ragione plausibile. Dovresti ormai sapere che non sopporto di essere preso in giro da nessuno!"
"Quindi la prossima secondo il tuo ragionamento dovrei essere io!"
"Sto ancora meditando sul da farsi..." Salvador con quella affermazione scoprì le sue carte e intenzioni.
"Ma stai parlando seriamente?!...saresti capace di vendicarti di tua moglie?!"
"Mia cara Francisca sai benissimo che non ho pietà per nessuno e tanto meno per dei bugiardi come voi...in effetti sto pensando al modo migliore per fartela pagare!"
"E per cosa sentiamo?"
Salvador sbattè un pugno sulla scrivania e inziò a urlare come solo le bestie sanno fare
"Sei una maledetta! Mi hai ingannato per tutti questi anni facendomi credere che Tristan fosse mio figlio quando invece non era altro che un bastardo, esattamente come te e quel vigliacco di Ulloa..."
Francisca era la prima volta che non sapeva come reagire davanti a lui, si sentiva debole e forse anche colpevole di tutte le menzogne raccontate in quegli anni.
"Magari non dovrei farla pagare a te ma al tuo adorato figlio!" continuò Salvador
"Non posso credere che tu saresti capace di questo, sarebbe troppo persino per te...è di Tristan che stai parlando!" Francisca in quel momento si sentiva morire perchè conosceva già la risposta. Salvador era capace di questo e di molto altro.
"Puoi starne certa..."
Francisca raccolse le ultime forze che gli erano rimaste per reagire, prese coraggio e inziò a alzare la voce anche lei
"Salvador non ti azzardare a fare del male a mio figlio o me la pagherai!"
"Sai quanta paura mi fai Francisca..."
"Parlo sul serio, non toccare Tristan o ti ammazzo con le mie mani! Io al contrario di te non ho bisogno di uomini che facciano il lavoro sporco per me!" Francisca avrebbe fatto qualunque cosa per proteggere suo figlio, persino finire in carcere per aver ammazzato Salvador Castro. Di sicuro molte persone avrebbero gioito per la sua morte e non l'avrebbero biasimata.
Francisca era solo apparentemente una donna dura e crudele perchè in quella occasione stava dimostrando il grande amore materno che aveva sempre tenuto nascosto agli occhi di tutti.
Dopo quelle parole Salvador si avvicinò a Francisca la guardò fissa per un paio di secondi e infine per farsi strada e uscire dallo studio le diede una spinta che la fece cadere prima contro la libreria e infine a terra.
La guerra tra loro due era appena inziata e la cosa peggiore era che con ogni probabilità ne avrebbero pagato il prezzo degli innocenti.

Francisca meditò a lungo sul da farsi nei giorni seguenti. Doveva proteggere suo figlio anche a costo di essere odiata dalle due persone che più amava al mondo e per questo si chiedeva se fosse il caso di informare Raimundo visto che ormai era questione di tempo e lo avrebbe saputo ugualmente.
Questa ipotesi venne accantonata subito perchè ancora per una volta il suo orgoglio ebbe la meglio.
Avrebbe dovuto informare Tristan, magari non dicendogli tutta la verità ma cercando di metterlo in guardia o meglio magari con una scusa qualunque farlo allontanare dal paese.
Ogni ipotesi che gli passava per la mente le sembrava assurda e impraticabile. Presa dalla angoscia non riusciva a pensare con lucidità.
Tristan si accorse delle preoccupazioni che passavano per la testa della madre 
"Madre vi sentite bene?" chiese osservando la madre pensierosa seduta sul divano nel salone
"Come?!" rispose Francisca che era talmente assorta nei suoi pensieri da non aver sentito nemmeno il figlio avvicinarsi
"Vi ho chiesto se state bene? Mi sembrate preoccupata."
"No figlio stai tranquillo sto benissimo, i soliti problemi legati alla tenuta niente di più!" Francisca cercava di sviare il discorso
"E oltre a quelli immagino abbiate anche problemi con mio padre, vi ho sentiti discutere qualche giorno fa!"
"Cosa hai sentito?" chiese preoccupata del fatto che il figlio potesse aver udito qualcosa 
"Nulla, solo le vostre urla ma non sono riuscito a percepire il discorso!"
"Niente di che Tristan, non preoccuparti di me sistemerò tutto con tuo padre!"
"Come volete madre, ora vado nei campi se non vi dispiace."
"Certo vai pure..." esitò un attimo e poi in modo spontaneo gli uscì dalla bocca "Figlio...fai attenzione!"
"Cosa mai dovrebbe succedermi madre?! Siete veramente strana quest'oggi..." e uscì lasciando nuovamente la madre assorta nei suoi pensieri.

Raimundo Ulloa quel giorno era assorto anche lui nei suoi pensieri e dopo la chiacchierata con Francisca qualcosa in lui era cambiata.
La sola vicinanza di Francisca lo aveva scombussolato e riportato nel passato. Il suo profumo, il suo sguardo e le sue labbra erano sempre rimasti impressi nella sua mente ogni giorno e ogni notte negli ultimi anni ma riaverli davanti era diverso, qualcosa si era risvegliato in lui. Un sentimento tenuto nascosto per troppo tempo stava riaffiornado senza che lui potesse fare nulla per impedirlo.
Non poteva non provare dispiacere sapendo ciò che aveva perso, non solo la donna della sua vita ma una vita insieme a lei e la possibilità di creare una famiglia come l'avevano sempre sognata.
Sapeva che la vita di Francisca accanto a Salvador Castro non era semplice e questo lo addolorava ancora di più perchè non aveva fatto abbastanza per lei, avrebbe dovuto e voluto proteggerla da quell'uomo, un uomo la cui fama lo precedeva, la sua crudeltà era famosa in tutta la provincia e ne aveva avuto la conferma quella sera in locanda quando un Salvador ubriaco parlò di Francisca.
Il solo sentir parlare di lei in quei termini gli fecero provare una grande rabbia dentro.
I pensieri di Raimundo vennero interrotti dalla figlia Emilia che lo riportò alla realtà
"Padre tutto bene? vi vedo pensieroso stamani!"
Padre e figlia avevano sempre avuto un rapporto speciale, unito e spesso considerato inconsueto per l'epoca.
"Niente figliola sono solo un pò di pensieri!" cercava di minimizzare ciò che invece non gli permetteva di prendere sonno negli ultimi giorni
"Ditemi cosa vi affligge...è ancora per quello che ha detto Don Salvador l'altra notte?"
"Non ti sfugge niente è?!"
"Vi conosco padre e per questo so che starete meglio parlando di ciò che vi rende così pensieroso!"
"Non sono solo le parole che ha pronunciato a preoccuparmi ma è proprio lui ha farmi provare angoscia, sinceramente non so come Francisca possa stargli accanto!" disse dispiaciuto
"Riesce a stargli accanto perchè quella donna è esattamente come lui!" Emilia risuciva a percepire solo la Francisca che tutti conoscono ma Raimundo andava oltre, il suo cuore glielo permetteva.
"Non è così figliola..."
"Come potete dirmi che non è così?! Quella donna è la colpevole di tutte le nostre disgrazie, voi stesso lo avete sempre detto!"
"Si è vero non posso negarlo ma allo stesso tempo io riesco a vedere anche la sua fragilità!"
"Padre cosa state dicendo, siete forse impazzito?!"
"E' così Emilia, lei è sempre stata una donna orgogliosa e pur di non far vedere agli altri la sua debolezza preferisce farsi vedere crudele e spietata!"
"Sembra che voi la consciate bene la Montenegro!"
"Per mia sfortuna si figiola, ma anche per mia fortuna!" a pronunciare quelle parole a Raimundo inizarono a diventare lucidi gli occhi e il cuore sembrava gli stesse balzando fuori dal petto.
Raimundo riuscì per la prima voltà a parlare con la figlia del suo passato con Francisca.



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Capitolo 4
*** Nuovi abitanti a Puente Viejo ***


Nel piccolo paese di Puente Viejo era appena giunta una nuova famiglia e si vociferava fossero una donna di quasi mezza età e il figlio, non ci volle molte per confermare quelle voci, la signora iniziò presto a farsi conoscere in giro e quale posto migliore se non la piazza
"Buongiorno Signora voi dovete essere i nuovi proprietari del Ajarl vero?" chiese Dolores che non appena la vide arrivare si fiondò fuori dall'emporio per ottenere più informazioni possibili da usare come nuovo argomento con le sue amiche.
"Vedo che la mia fama mi precede. Esatto sono io, mi chiamo Agueda Mesia e lui è mio figlio Olmo Mesia!" la signora fece un gesto per indicare l'uomo che era la suo fianco.
"Piacere Donna Agueda, non vorrei essere troppo invadente ma la gente come sapete è curiosa di sapere i motivi che vi hanno portato a trasferirvi in questo piccolo paesino ditemi..." Agueda e il figlio non ci misero molto a capire che tipo di donna avessero davanti.
"Diciamo che ho degli affari da sistemare con una persona che abita in questo paese!"
"Ah si... e ditemi chi è questa persona?! magari vi posso indicare dove trovarlo!"
"Non è necessario, so già dove trovarlo!" si interruppe un attimo e continuò "Comunque vi ringrazio per la vostra disponibilità ora però se non vi dispiace vorrei continuare la mia passeggiata per il paese!"
"Ma certo signora, qualunque cosa abbiate bisogno sapete dove trovarmi!" concluse Dolores.
Così Donna Agueda e il figlio si congedarono da quella pettegola per recarsi nella locanda del paese dove sperava di incontrare l'uomo che stava cercando da diversi anni. Aveva un conto in sospeso con lui e ora era arrivato il momento di fargli pagare il male che gli aveva arrecato.
"Buongiorno signorina vi dispiace se ci sediamo qui io e mia madre per pranzare?" chiese Olmo rivolto verso la bella locandiera
"Prego Signori" gli fece cenno verso il tavolo e poi continuò "Cosa vi posso servire?"
"Fate voi... qualunque cosa andrà bene, di questa locanda si parla benissimo in tutto il paese!"
"Vi ringrazio del complimento... allora vi porto subito il piatto del giorno!" Emilia se ne andò lasciando madre e figlio seduti al tavolo.
"Madre non è nemmeno qui vero?" chiese Olmo
"No purtroppo..."
"Ancora mi dovete spiegare come mai ce l'avete tanto con lui..."
"Ti basta sapere che è un uomo crudele, te ne accorgerai non appena lo incontrerai!"
Proprio in quel momento vicino al tavolo si era avvicinato Raimundo
"Buongiorno signori voi siete nuovi del paese vero?!"
"Si siamo i nuovi padroni del Ajaral..." rispose Olmo
"Casualmente ho sentito che stavate parlando di un uomo crudele potrei sapere a chi vi riferite?" in realtà Raimundo già conosceva la risposta
"Sicuramente lo conoscete, sto cercando Salvador Castro posso dire di avere degli affari in sospeso con lui!"
"Certo! chi non conosce quell'uomo, tutti in questo paese hanno dei conti in sospeso con lui!"
"Speravo di incontrarlo in paese ma penso che andrò a fargli visita nella sua tenuta!"
"Non gira spesso per il paese...è più probabile incontrarlo la sera, di solito viene a bere qualche bicchiere di vino e a cercare compagnia femminile."
"Ma non è sposato?! Mi è giunta voce che si sia sposato anni fa..." chiese Agueda
"Si! è sposato con Francisca Montenegro!" Raimundo lo disse con un tono nostalgico che non passò inosservato alle orecchie della donna
"Mi sembrate dispiaciuto di questo o sbaglio?!"
"Preferirei non parlarne, ora vi porto ciò che avete ordinato!" Raimundo se ne andò lasciando i due clienti a confabulare tra loro, in pochissimo tempo erano riusciti a ottenere parecchie informazioni.
"Bene ora sono proprio curiosa di conoscere anche la moglie di Castro, nel pomeriggio andremo alla Villa!" concluse Donna Agueda.

La giornata alla Villa era stata abbastanza tranquilla anche se i rapporti tra Francisca e Salvador nell'ultimo periodo erano peggiorati ulteriormente dopo che lui aveva scoperto qualche settimana prima il suo segreto. 
Francisca viveva ogni giorno con la paura che sarebbe stato quello dello scontro finale, il momento in cui la sua vendetta si sarebbe concretizzata. In realtà Salvador aveva già pronto un piano e stava aspettando il momento migliore per metterlo in atto.
I suoi piani purtroppo avrebbero dovuto ritardare perchè a lui si stava presentando un problema ulteriore del suo passato
"Signori c'è una visita per voi li faccio passare?" domandò Adelfa
"Si può sapere chi viene a importunarci a quest'ora?" replicò Francisca
"Non hanno voluto dirmi chi sono..." rispose un pò timorosa la domestica.
"Anche questa ci mancava! Va bene falli passare così vedremo una buona volta chi sono questi impertinenti." concluse Francisca
Dopo pochi secondi agli occhi dei due padroni della Villa apparvero proprio Agueda e Olmo Mesia
"Buonasera signori!" disse Francisca che non conosceva assolutamente quelle due figure che si erano appena presentate nella sua casa a un orario indecente.
"Buonasera Donna Francisca voi non mi conoscete sono Donna Agueda Mesia e lui è mio figlio Olmo!"
In tutto questo Salvador non aprì bocca, rimase pietrificato da quella presenza.
"Piacere Donna Agueda ma se non vi dispiace vorrei sapere cosa siete venute a fare nella mia casa a questa ora?!" chiese Francisca abbastanza scocciata dalla loro visita.
"Le vostre domande avranno presto una risposta non temete!" si interruppe un attimo e fissò per qualche secondo il volto sconvolto di Salvador e continuò "Forse dovreste chiedere a vostro marito, io e lui ci conosciamo da tempo!"
"Non vi capisco! volete spiegarmi una buona volta cosa sta succedendo qua...mi sto spazientendo!" disse Francisca
"Mi dispiace Donna Agueda io non so di cosa stiate parlando io e lei non ci siamo mai incontrati!" intervenne finalmente Salvador. Le sue parole dicevano una cosa ma il suo sguardo confermavano il contrario, stava mentendo e Francisca lo capì immediatamente.
"Ah davvero?! forse dovrei rinfrescarvi la memoria...ma per questo ci sarà tempo! sono venuta solo per conoscervi Donna Francisca, ci rincontreremo sicuramente perchè dobbiamo parlare di molte cose che ci accomunano!" e così Donna Agueda e suo figlio Olmo si concedarono.
Una volta rimasti soli nel salone della villa Francisca e Salvador ripresero a discutere
"Cosa voleva dire quella donna Salvador? quale altra malvagità devo aspettarmi da te?" chiese Francisca
"Non ho alcuna idea di cosa volesse intendere...io non l'ho mai vista prima d'ora!" rispose Salvador
"Non ti credo! Non sono una ingenua e percepisco che mi stai mentendo ma non mi importa, tutto quello che ti riguarda non mi importa più!" conluse la moglie e in seguito chiamò una domestica che nel giro di pochi minuti arrivò
"Ditemi Signora cosa posso fare per voi?!" chiese Tomasa
"Fai preparare immediatamente una carrozza!" ordinò la Montenegro
"Subito Donna Francisca." e così fece la cameriera.
"Dove credi di andare adesso?" l'ira di Salvador stava piano piano venendo fuori.
"Lontano da qui, ho bisogno di allontanarmi per non vederti!" disse Francisca mentre si stava preparando nell'ingresso della villa.
"Tu non andrai da nessuna parte, sei mia moglie e non te lo permetto!"
"Non ho bisogno del tuo permesso Salvador!"
"Tu devi fare quello che ti ordino..." Salvador iniziò a alzare la voce quando capì che la moglie parlava sul serio.
"Ho sopportato per un'intera vita i tuoi ordini e ora si fa come dico io!"
Salvador ormai non aveva altro modo che trattenere la moglie con la forza e infatti la prese per un braccio e lo strinse talmente forte da provocargli dolore
"Salvador lasciami o mi metto a gridare! Toglimi le mani di dosso!"
"Devi fare quello che ti dico, sono tuo marito e tu non uscirai da quella porta!"
"Lasciami! Non te lo ripeterò una altra volta... sono finiti i tempi in cui io stavo zitta davanti ai tuoi soprusi!"
A quel punto Francisca vedendo che il marito non le lasciava il braccio cercò di divincolarsi ma così facendo non ottenne altro che uno spintone che la fece cadere a terra prendendo un brutto colpo alla spalla.
La discussione terminò così con Francisca a terra e Salvador in piedi davanti a lei, si guardarono per un attimo e poi l'uomo decise di allontanarsi lasciando che la moglie uscisse con il calesse.

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Capitolo 5
*** Perchè quando ho bisogno cerco te! ***


Francisca non sapeva con certezza dove voleva andare quella notte ma gli bastava allontanarsi da quella casa, iniziò a vagare da sola e in un attimo si ritrovò nella piazza del paese.
La spalla e il braccio le facevano male, non era una novità che Salvador alzasse le mani nei suoi confronti e gli provocasse qualche lesione, ma non voleva che nessuno lo venisse a sapere perchè altrimenti avrebbe dovuto dare spiegazioni e lei odiava darle.
La locanda degli Ulloa era ancora aperta e spinta dall'istinto decise di entrarvi. Era tarda sera e la locanda era quasi vuota, quando Raimundo la vide entrare ne rimase stupito e gli si avvicinò anche un pò incuriosito di sapere cosa l'aveva spinta fino a li.
"Francisca Montengro che entra nella mia umile locanda per giunta a questa tarda ora e senza domestiche al seguito?!"
"Ulloa non fare lo spiritoso!...a dire il vero non so spiegarmelo nemmeno io il motivo della mia visita ma...avevo bisogno di vedere un viso famigliare!" Francisca abbandonò per un attimo la sua corazza e fece intravedere la sua fragilità all'unico uomo che l'avrebbe compresa sempre e comunque.
"Francisca ti senti bene?" Raimundo aveva notato che qualcosa non andava in lei, era diversa aveva un viso stanco e sembrava sofferente. Le fece un cenno indicandogli una sedia invitandola a accomodarsi e involontariamente le poggiò una mano sulla spalla e in quel momento l'uomo scoprì ciò che mai avrebbe voluto sapere, a seguito di quel contatto Francisca non riuscì a trattenere qualche lamento di dolore
"Ma ti sei fatta male?" chiese preoccupato Raimundo
"Niente di serio, probabilmente solo una semplice botta!" Francisca cercava di minimizzare ma Raimundo non desistette
"Non è una semplice botta se ti ha fatto male non appena ti ho sfiorato, forse è il caso che ti faccia vedere da un medico!"
"Raimundo ti ho detto che non è niente sono caduta e ho sbattuto la spalla... niente di così trascendentale da dover ricorrere a un dottore!"
"Non ti credo!" insistette Raimundo
"Lo sapevo che non avrei mai dovuto venire qua, è stato un errore!" Francisca si alzò dalla sedia e mentre si dirigeva verso la porta Raimundo la prese per un braccio per farla restare e scoprì che anche quello era dolorante
"Ma anche il braccio ti fa male? fammi dare un'occhiata!" non finì nemmeno la frase che già gli aveva alzato la manica dell'abito
"No Raimundo non è necessario, veramente!"
Raimundo potè osservare un ematoma tutto intorno al braccio, come se qualcuno l'avesse trattenuta con la forza.
"Francisca raccontami cosa è successo, è stato Salvador vero!?"
"Lasciami in pace Ulloa non sono affari tuoi!"
"Adesso lo sono! Tu non sei venuta qua per caso, sei venuta per cercare un aiuto non è così?!"
"Ti sbagli Raimundo, io non ho bisogno dell'aiuto di nessuno e tantomeno del tuo!"
"Sei sempre la solita testarda ma questa volta non mi lascio intimorire, adesso vieni di là in una stanza e mettiamo qualcosa per alleviare il dolore...non è necessario che tu sia daccordo perchè questo è un ordine!" Raimundo concluse così e Francisca decise di non rispondere per non protrarre ulteriormente quella discussione.
La fece sdraiare sopra un letto e gli mise del ghiaccio sopra la spalla e il braccio, non ci volle molto prima che Francisca si addormentasse davanti agli occhi di Raimundo. Lui decise di non svegliarla, almeno per quella notte avrebbe voluto prendersi cura di lei. 

Francisca passò tutta la notte in quella stanza sorvegliata da Raimundo che non chiuse occhio. La aveva osservata per tutto il tempo esattamente come gli piaceva fare quando erano giovani.
Era appena giunta la mattina, Francisca inziò a svegliarsi e il primo voltò che vide fu quello di Raimundo. Nella sua mente passò l'idea che quello era il miglior risveglio da ormai moltissimi anni, si sentiva tranquilla e protetta come non succedeva ormai da tempo.
Una volta riacquistata la lucidità necessaria tornò con i piedi per terra e si accorse di aver passato la notte fuori casa
"Ma che ore sono? accidenti mi sono addormenta... Raimundo perchè non mi hai svegliata?!" disse agitata Francisca
"Avevi bisogno di riposo e poi...non mi andava di rimandarti a casa da quella bestia!" i sentimenti di Raimundo nonostante tutti quegli anni e tutte le cattiverie non erano mai mutati e quelle parole furono per Francisca una conferma.
"Ma perchè adesso dove dovrei tornare?! a casa ovviamente e adesso sarà anche peggio...Salvador sarà infuriato!"
"Non è necessario che torni a casa!..." aspettò un attimo e prima di continuare si osservarono negli occhi per un attimo " potresti rimanere qua!"
"Stai parlando seriamente? Ulloa quella è casa mia, non ho nessuna intenzione di lasciarla nelle mani di Salvador!"
"Si ma la tua vita è più importante di quella tenuta!"
"Questo lo dici tu. Io sono quelle terre, per anni mi sono dedicata solo a loro per evitare di pensare a ciò che avevo perso!"
"Francisca io non ti voglio lasciar andare via. Se ieri sera sei venuta qui è perchè pensavi di trovare un luogo sicuro e così è stato, ora non lasciarlo come hai fatto anni fa!"
Francisca esitò un attimo prima di rispondere, quelle parole la stavano colpendo profondamente
"Raimundo è ormai tardi per queste parole fra noi! ho dei doveri soprattutto verso i miei figli e non posso lasciarli soli con quell'uomo!"
"E chi penserà a te?"
"Io come ho sempre fatto!"
"Lascia che ti accompagni almeno..."
"Sarebbe peggio, Salvador ce l'ha anche con te..." Francisca si fermò immediatamente perchè si era accorta di aver detto qualche parola di troppo.
"Cosa vuoi dire? perchè dovrebbe avercela con me? allora tu ne sai qualcosa?!"
In quel momento per la testa di Francisca passò l'idea di cogliere quell'occasione per raccontargli tutto
"Niente Raimundo, fai finta che non ti abbia detto niente! non ti succederà nulla, di Salvador mi occupò io!"
"Cosa dovrebbe mai succedermi?" chiese Raimundo preoccupato per l'affermazione appena fatta perchè sapeva che ogni volta che Francisca pensava da sola a risolvere i problemi di solito c'era spargimento di sangue.
"Ora devo andare! facciamo finta che questa conversazione non sia mai esistita!"
"No Francisca non puoi lanciare il sasso e poi tirare indietro la mano, sta succedendo qualcosa e tu non me lo vuoi dire!"
Francisca cedette, non aveva più le forze di fare tutto da sola aveva bisogno di condividere i suoi problemi con qualcuno e quello era il momento giusto e l'uomo giusto
"Va bene Raimundo! ti dirò la verità... anche se questo vorrà dire essere odiata da te."
"Perchè mai dovrei odiarti?"
"Forse è meglio se ci sediamo!" 
Si sedettero entrambi sul letto e Francisca inziò un pò titubante a parlare
"Salvador è venuto a conoscenza di un mio segreto del passato che riguarda anche te e ora vuole farcela pagare!"
"Non fare la vaga Francisca dimmi cosa ha scoperto? forse che abbiamo avuto una storia?! beh ma questa non è una novità per lui!"
"Si ma c'è dell'altro..."
"Parla Francisca ti prego, cos'altro dovrebbe esserci?" era impaziente di sapere il motivo della furia di Salvador
"Raimundo io non so come dirtelo, mi è sempre mancato il coraggio..."
"Non dire sciocchezze a te il coraggio non è mai mancato!"
"Questa volta si..."
"E' così grave quello che devi dirmi? mi stai spaventando..."
"Tanto che tu mi odierai per il resto della vita e forse anche mio figlio!" si interruppe un attimo e poi continuò 
"Devi sapere che Salvador è venuto a sapere che l'ho ingannato per tutti questi anni sulla paternità di Tristan...non è suo figlio ma..."
"Santo cielo Francisca non dirmi che Tristan è..."
"Si è tuo figlio Raimundo!" finalmente quella verità che lei portava dentro da anni era venuta a galla.
Raimundo si alzò immediatamente dal letto, era sconvolto dalla rivelazione appena avuta, dietro a lui si alzò anche Francisca che gli si avvicinò
"Ti prego Raimundo non odiarmi, perdonami..." disse Francisca piangendo.
Non era da Francisca Montenegro implorare perdono e tanto meno piangere, l'uomo si voltò verso di lei e dopo qualche minuto di silenzio
"In questo momento non provo odio ma profonda delusione...come hai potuto nascondere una cosa del genere? hai condannato entrambi a una vita infelice pur sapendo che avrebbe potuto essere ben diversa!" nelle parole di Raimundo si poteva percepire il dispiacere
"Comprendimi ero solo una ragazzina e mi sono fatta prendere dal panico."
"Ma di cosa avevi paura Francisca? pensavi che forse io non ti sarei stato vicino? dammi delle spiegazioni perchè devo capire cosa ti ha spinto a fare tutto questo!"
"Avevo paura e basta Raimundo. Eravamo giovani e tu mi avevi lasciato per un'altra, ho pensato che sposare Salvador fosse la soluzione migliore! Ho vissuto tutti questi anni con l'angoscia che lui scoprisse la verità e me la facesse pagare!"
"Alla fine così è stato, ora te la farà pagare!"
"E' per questo che devo tornare alla villa!"
"Ma se impazzita Francisca, vuoi andare proprio nella tana del lupo?!"
"Devo farlo! devo proteggere i miei figli!"
"Cosa vuoi dire?"
"Voglio dire che Salvador me la farà pagare togliendomi ciò che più amo a questo mondo!"
"Vuole fare del male a Tristan? ha perso il senno quell'uomo..."
"Non succederà nulla a Tristan, mi occupo io di Salvador.."
"E' proprio questo che mi preoccupa...cosa hai intenzione di fare? la cosa migliore sarebbe dire la verità a Tristan!" propose Raimundo
"Ti prego Raimundo risolviamo questo probelma con Salvador e poi glielo diremo...non posso combattere più guerre e sicuramente Tristan non mi perdonerà facilemente!"
"Faremo come vuoi tu..."
Raimundo purtroppo non poteva provare odio nei confronti di quella donna, nonostante la rivelazione appena fatta provava dispiacere per quello che aveva perso ma allo stesso tempo capiva anche Francisca. Era consapevole che in fin dei conti la colpa di tutto ciò era di entrambi, ora la priorità era fare in modo che a Tristan non capitasse nulla.
Prima che Francisca uscì dalla stanza per tornare alla villa Raimundo la fermò
"Francisca ora che la verità è venuta fuori non allontaniamoci di nuovo!" 
"Non succederà...sono stanca della vita che ho al fianco di quella bestia e voglio che questo finisca il più presto possibilie, ho bisogno di stare con te!"
"Lo sai che non ho mai smesso di amarti vero?! avremmo potuto essere veramente felici..." in quelle parole c'era grande malinconia ma anche speranza per un futuro insieme alla donna amata.
"...Lo so Raimundo e nemmeno io!"
Raimundo gli si avvicinò, le prese il viso tra le mani e la baciò come ormai non accadeva da troppo tempo. Al di fuori di quella stanza c'era un uomo che non aspettava altro che vedere una scena del genere per dare il via al suo piano, Salvador Castro era appena arrivato in locanda per cercare la moglie e da una finestra vide quel bacio
"Maledetti! me la pagherete entrambi, soffrirete per questo!" e se ne andò.

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Capitolo 6
*** La vendetta è vicina ***


Dopo quel bacio i due innamorati sembrava fossero ritornati i giovani di una volta. La paura di Francisca della reazione di Raimundo si tramutò stranamente in serenità, lui aveva appena dimostrato di essere l'uomo giusto al suo fianco e che nemmeno le infinte cattiverie reciproche avrebbero fatto svanire quel sentimento. 
Quella verità invece di allontanarli li aveva uniti ancora di più.
Francisca doveva ritornare alla tenuta quella mattina ma non riuscì ad allontanarsi da lui dopo che si erano riavvicinati così improvvisamente e inaspettatamente
"Non andartene Francisca te lo richiedo!"
"Devo andare non posso lasciare la tenuta in questo momento! avremo tempo non appena risolverò la situazione con Salvador..."
"Ne abbiamo perso abbastanza di tempo in tutti questi anni e l'idea che tu torni da quell'uomo mi rende nervoso...non può succedere nulla di buono!
"Non temere ora che ci siamo ritrovati voglio vivere al tuo fianco e recuperare quel rapporto, ma non possiamo farlo se c'è lui che ci minaccia!"
"Io voglio vivere gli anni che mi restano ancora al tuo fianco Francisca..."
Lei non rispose nulla ma i suoi gesti valsero più di mille parole e discorsi, gli si avvicinò nuovamente sorridendo, prese il suo viso tra le mani e lo baciò appassionatamente. Un bacio che sapeva donare serenità a entrambi.
"Francisca Montenegro sai sempre come ottenere ciò che vuoi, ora vai!" gli disse Raimundo sorridendo
"E' difficile lasciare questa stanza che è riuscita a donarmi tranquillità e tornare in quella casa...ma devo farlo!"
Così Francisca lasciò la locanda e tornò alla villa.

Al suo arrivo trovò un Salvador troppo tranquillo rispetto a quello che si sarebbe aspettata.
"Bentornata Francisca!" disse l'uomo non appena vide la moglie rincasare.
La donna gli andò incontro e rispose
"Mi dici solo questo? il mondo sta cambiando, pensavo di aver scatenato la tua furia non tornando a casa stanotte!"
"Non temere non sta cambiando il mondo però ho capito che non ne vale la pena!" disse l'uomo tranquillamente e impassibile davanti all'accaduto.
"Non sono una stupida Salvador lo so che dietro a questa calma apparente si nasconde un uomo infuriato e pronto a aggredirmi!"
"Ogni cosa a suo tempo Francisca...ogni cosa a suo tempo!" così Salvador si alzò e se ne andò lasciando in guardia Francisca.
Durante tutto il giorno non si incontarono mai per la tenuta e questo era veramente strano, Salvador restò chiuso per diverse ore nello studio con Mauricio
"Signore volete che me ne occupì io?" chiese il fedele capomastro
"No Mauricio questa volta sarò io a fare tutto..."
"Ma siete sicuro? non sarà una cosa facile!"
"Non sono affari tuoi capomastro. Non mi manca di certo il coraggio..."
"Non volevo dire questo ma solo che..."
"Basta Mauricio adesso mi hai stufato, sparisci e torna prima di cena con quello che ti ho chiesto!"
"Come volete. Non tarderò non temete!"
Così il capomastro uscì lasciando il suo padrone ancora nel suo studio a pensare ancora al da farsi, il suo piano non ammetteva errori.

Era tardo pomeriggio, la cena stava per essere servita e Mauricio tonrò alla villa con ciò che Don Salvador gli aveva chiesto
"Eccovi quello che mi avete ordinato!"
"Perfetto capomastro!" Salvador aprì la scatola che gli aveva appena portato Mauricio e dentro potè ammirrare un'arma da fuoco. Il suo piano stava per realizzarsi.
"Posso fare altro per voi?"
"No puoi andare! per questa volta hai svolto il tuo dovere egregiamente!"
"Buona serata signore!"
"Lo sarà capomastro, lo sarà..." così Salvador concluse e Mauricio si congedò dalla villa.

Dopo cena la famiglia Castro-Montenegro si alzò dal tavolo e ognuno se ne andò a svoglere le proprie abitudini come di consuetudine.
Qualcosa però quella sera stava andando diversamente, era ormai quasi mezzanotte e Francisca, già nella sua stanza, sentì delle strane voci provenire dal salone. 
Decise di scendere per vedere cosa stesse accadendo e vide che le minacce di Salvador stavano per diventare realtà proprio davanti ai suoi occhi.
Salvador in persona stava mettendo in atto la sua vendette, non si era curato di assoldare nessuno per commettere quella atrocità aveva preferito fare tutto lui incurante delle ripercussioni che avrebbe poi dovuto affrontare.
Tristan si trovava di fronte a sè il padre con in mano una pistola pronto a fare fuoco contro di lui e accanto al figlio c'era Francisca appena giunta in salone dopo aver sentito le grida
"Padre ma cosa diavolo state facendo? mettete giù quell'arma!" disse con un tono di voce spaventato il figlio Tristan
"Salvador metti giù quell'arma non prendertela con lui, spara a me se ci tieni a vendicarti!" disse Francisca
"Devi soffrire e sarebbe troppo facile uccidere te..."
"Sei un codardo!" Francisca cercava di provocarlo sperando decidesse di lasciare in pace Tristan
"Dovresti essere contenta... come puoi notare sto svolgendo io il lavoro sporco! questa volta concorderai con me che ne vale la pena."
"Tu hai perso il lume della ragione, quel poco di cervello che ti restava!" ogni tentativo di provocazione era vano davanti a quell'uomo 
A quel punto intervenne Tristan che non riusciva a capire come fossero arrivati a quel punto
"Madre di cosa state parlando? di cosa dovrebbe vendicarsi?!" era sempre più perplesso da quella situazione
Francisca vacillò nel rispondere, voleva risolvere quella situazione senza rivelarne il motivo che l'aveva scatenata ma a quel punto intervenne Salvador
"Non parli Francisca?! ti manca forse il coraggio?!" disse con tono soddisfatto e superbo.
"Padre potete spieg..." Tristan venne interrotto da Salvador
"Non chiamarmi padre, io non so nessuno per te!" ormai la verità era venuta fuori
"Cosa state dicendo?" chiese Tristan
"Dovresti chiedere spiegazioni a tua madre ma purtroppo non avrà il tempo di dartele perchè stai per morire!" rispose Salvador e poi continuò "Saluta tuo figlio Francisca perchè è l'ultima volta che lo vedrai vivo!"
Ci fu per un attimo uno scambio di sguardi spaventati fra i tre, Francisca non sapeva cosa fare non poteva permettere che lo ammazzasse così esattamente nel momento in cui Salvador sparò si mise davanti a Tristan per proteggerlo.
Ci fu un attimo di silenzio dopo lo sparo, nessuno riusciva a capire cosa realmente fosse successo fino a quando Francisca non si lasciò cadere all'indietro tra le braccia di Tristan. Era stata ferita proprio in pieno petto.
Salvador se ne andò incurante di quello che aveva appena fatto con una tranquillità tale da angosciare chiunque lo avesse visto.
Dal piano di sopra scese anche Soledad che si trovò davanti una scena raccapricciante
"Soledad corri chiama qualcuno, che qualcuno avvisi un medico presto!" urlò Tristan che piangeva tenendo fra le braccia la madre che gli aveva appena salvato la vita.
"Cosa diavolo è successo Tristan?" chiese Soledad con la voce che gli tremava 
"Soledad non è il momento delle spiegazioni fai quello che ti ho detto altrimenti nostra madre morirà!"
Così fece Soledad lasciandò solo Tristan con la madre tra le braccia e con le mani che premevano sulla ferita sanguinante
"Madre vi prego resistete, non morite!" disse Tristan disperato per il gesto appena compiuto dalla madre. Attorno a lui tutta la servitù disperata per la tragedia che si era appena consumata. La cosa peggiore era che nessuno conosceva i motivi che avevano portato a quel gesto, Tristan non riusciva a darsi una spiegazione di ciò che fosse appena successo.
La servitù riuscì a portare la signora in camera da letto, aveva perso parecchio sangue e non aveva ancora ripreso conoscenza. Accanto a lei Tristan con i vestiti e le mani pieni di sangue e il dottore tardava a arrivare.

In paese la voce si sparse immediatamente perchè si cercava un medico per cercare di salvarle la vita.
Raimundo si trovava in locanda e non si accorse del movimento che si era creato in piazza fino a quando non entro un servo della villa
"Qualcuno sa dove posso trovare un medico?" chiese tutto agitato
"Dopo la morte di Don Julian non è ancora arrivato nessuno, devi recarti a La Puebla! ma perchè cosa è successo?" chiese Raimundo
"Alla villa si è consumata una tragedia Raimundo...non potete capire a che scena abbiamo dovuto assistere!" disse il servo ancora spaventato per ciò che avevano appena visto.
Nella mente di Raimundo passarono mille pensieri e molti di questi orribili, aveva un brutto presentimento che da li a poco si sarebbe rivelato vero
"Parla accidenti cosa è accaduto?"
"Don Salvador è impazzito...ha sparato alla signora!"
Raimundo rimase immobile, scioccato da quello che aveva appena udito, non sapeva come reagire era come se le poche sicurezze appena acquisite qualche ora prima fossero crollate in un attimo. Dopo un paio di secondi riacquistò lucidità e disse
"Cosa fai ancora qua... corri a La Puebla a chiamare un medico muoviti non c'è tempo da perdere!" il servo così fece mentre Raimundo rimase solo con i suoi pensieri e le uniche parole che gli vennero fuori furono
"Francisca...cosa ti ha fatto?! maledetto la pagherà!"
Raimundo non sapeva cosa fare, avrebbe dovuto andare da lei oppure sarebbe stato inappropriato?! 
Alla fine decise che non avrebbe potuto e nemmeno voluto lasciarla sola anche in quella occasione e inoltre doveva stare vicino a Tristan che ora era anche suo figlio.
Mentre stava per uscire dalla locanda entrò Donna Agueda che cercò di informarsi su cosa fosse tutto il tumulto che c'era in piazza
"Don Raimundo sapete cosa è accaduto? nessuno è riuscito a rispondermi..." chiese la donna accompaganta anche in quella occasione dal figlio Olmo.
"Una tragedia Donna Agueda...quella bestia di Castro ha appena sparato a Donna Francisca e adesso non si riesce a trovare un medico in paese!"
"O santo cielo ma cosa lo avrà mai portato a fare questa atrocità?"
"Non lo so ma se ora non vi dispiace vorrei andare alla villa per stare..." a quel punto Raimundo si interruppe perchè nessuno sapeva del legame che si era ricreato con Francisca e non voleva farlo sapere in quel modo.
"Certo non vorrei trattenervi più del dovuto ma se mi permettete un'ultima domanda: di Salvador non si sa nulla?"
"No credo sia fuggito. Vi saluto Donna Agueda." e così Raimundo si incammino verso la tenuta con un unico pensiero nella testa: Francisca non morire.
Donna Agueda rimase un attimo a riflettere su ciò che aveva appena saputo fino a quando il figlio non la riportò alla realtà
"Madre cosa vi succede?"
"Niente figliolo, stavo pensando a quanto sia malvagio Salvador! fare una cosa del genere alla moglie..."
"Ma avete notato l'interesse che il locandiere aveva verso la signora?!"
"Si l'ho notato ma quello che ora voglio è trovare Salvador e fargli pagare il male che mi ha fatto!"
"Pensavo aveste un certo interesse per Don Raimundo?!"
"E' un uomo interessante non lo nego ma ora la mia priorità è Salvador Castro!"

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Capitolo 7
*** Non morire ***


Raimundo raggiunse la tenuta e venne accolto da una Rosario incredula per il suo interesse verso la signora
"Raimundo cosa fate qui?"
"Rosario dove è Francisca?" chiese l'uomo senza troppi giri di parole, non era il momento per le spiegazioni.
"Vi porto di sopra dove sapranno darvi più informazioni, venite con me." e lo accompagnò al piano di sopra dove fuori dalla stanza c'erano un Tristan e una Soledad distrutti dalla tragedia appena avvenuta.
Raimundo appena vide Soledad piangere pensò immediatamente al peggio, poi guardò Tristan e i suoi pensieri diventavano sempre più pessimisti. Tristan aveva ancora indosso gli abiti pieni di sangue e quella scena agli occhi di Raimundo straziava l'anima perchè sapeva che purtroppo ciò che si diceva per il paese era vero, Francisca stava veramente rischiando di morire.
"Tristan..." disse Raimundo. Dalla sua bocca non riuscì ad uscire altro, un pò per l'emozione di avere davanti a sè il figlio e un pò perchè non sapeva cosa dire viste le circostanze, aveva paura di essere fuori posto in quella situazione.
Il giovane si alzò dalla sedia e gli si avvicinò
"Don Raimundo voi qui?" chiese un pò sorpreso conoscendo i cattivi rapporti che intercorrevano tra Ulloa e Montenegro
"Lo so che può sembrare strano ma vorrei sapere come sta vostra madre?" chiese l'uomo visibilmente preoccupato
"E' giunto poco fa un medico e adesso è dentro che si sta occupando di lei!"
"Ma cosa è accaduto?" in realtà già immaginava cosa fosse successo ma voleva averne la conferma
"Mio padre è impazzito, non lo so nemmeno io Raimundo...eravamo in salone io e lui e a un tratto mi ha puntato contro un'arma poi è scesa mia madre e mentre stava per spararmi lei si è messa in mezzo e adesso...adesso siamo qui a pregare affinchè sopravviva, non potrei mai perdonarmi se morisse!"
"Quell'infame di un Castro! Tristan non temere, tua madre è forte e ce la farà anche questa volta!" Raimundo pronunciò quelle parole sperando dessero un pò di speranza anche a lui.
"Non ne sarei tanto sicuro...ha perso molto sangue! la cosa peggiore è che non so cosa abbia scatenato tutto questo!"
"Figliolo..." a pronunciare quelle parole a Raimundo si riempiva il cuore d'orgoglio "confida nella forza di tua madre...non ci lascierà soli!" quella frase venne sottovalutata da Tristan mentre aveva un grande valore per l'uomo.
"Vorrei sapere perchè mia madre si è messa in mezzo?" disse il ragazzo che mai si sarebbe aspettato un gesto così altruistico da parte della madre.
"Ma come perchè?! è tua madre Tristan..." Raimundo non poteva credere alle parole che aveva appena sentito era consapevole del caratteraccio di Francisca ma mai avrebbe messo in dubbio il suo amore per i figli.
A quel punto intervenne Soledad nella discussione
"Non si è mai comportata come tale però...ora perchè ha fatto una cosa del genere?"
"Non parlate così, è pur sempre vostra madre e vi vuole bene!" l'uomo cercava in ogni modo di difendere Francisca, forse perchè lui conosceva anche l'altra parte di lei quella che era stata tenuta nascosta a tutti fino ad ora.
"Mi dispiace contraddirvi Don Raimundo ma nemmeno su questo sono daccordo, lei non ci ha mai voluto bene e siamo su questa terra solo per errore!" Soledad aveva sentimenti contrastanti in lei e non riusciva a fare chiarezza, da un lato non poteva non tenere in conto il gesto appena compiuto ma dall'altro non poteva dimenticare l'infelcità di una vita.
"Soledad non ti permetto di parlare così di tua madre!" Raimundo in quel momento scoppiò perchè non poteva sentire queste cattiverie verso una donna che stava rischiando di morire.
"Ma come voi che la difendete?" replicò Soledad
"Credo che almeno in questa occasione dovresti mostrarti più comprensibile visto il gesto che ha compiuto!" continuò l'uomo
"Io me ne vado Tristan ho bisogno di uscire e prendere aria!" così Soledad se ne andò lasciando padre e figlio insieme
"Non fate caso a ciò che ha detto mia sorella, non ha mai avuto un buon rapporto con mia madre."
"Non mi sembra corretto il modo in cui ha parlato Soledad, una figlia non può parlare così di una madre anche se non hanno mai avuto buoni rapporti!"
"Avete ragione Raimundo ma lasciamola sfogare, è stato scioccante anche per lei!" poi Tristan continuò "Quello che mi è rimasto più impresso ora sono le parole pronunciate da mio padre..."
"Cosa ti ha detto?" chiese Raimundo
"Mi ha detto di non chiamarlo padre, che non ero suo figlio!"
Raimundo pensò un attimo se rivelare o meno ciò che sapeva
"Non appena tua madre si riprenderà vedrai che ti darà tutte le spiegazioni!"
"Spero che ci sia questa occasione...non posso pensare a una vita senza mia madre, nonostante tutti gli scontri io le voglio bene e se morisse senza che io abbia potuto dirglielo non potrei perdonarmelo!"
Ci fu un momento di silenzio tra i due uomini fino a quando Tristan fece una domanda curiosa
"Ora che siamo soli Raimundo mi potreste parlare di mia madre? so che vi conoscete da tempo e vorrei sapere di più su di lei! non è mai stata propensa a raccontarci del suo passato e ora l'idea di non poter più avere questa occasione mi fa stare male, è come se non avessi mai conosciuto mia madre!"
L'uomo fu molto sorpreso dalla domanda ma colse al volo l'occasione per condividere con lui i suoi ricordi
"Certo con piacere! tua madre e io ci conosciamo fin da piccoli, è sempre stata una ragazzina ribelle e impertinente come pochi e questo lo avrai intuito anche tu, non è cambiata poi così tanto in fondo.
Ora ti dirò una cosa che potrà sorprenderti ma che ti farà comprendere il motivo della mia visita...io e tua madre ci siamo amati tanto e a dire il vero è ancora così, non è mai svanito il nostro sentimento nonostante ci siamo impegnati entrambi a farci del male. Io non avrei mai voluto che lei vivesse una vita infelice accanto a Salvador Castro e questa è il mio più grande rimpianto..." nella voce dell'uomo si poteva sentire concretamente l'amore che provava
"Non posso credere a ciò che sento, ho sempre intuito ci fosse stato qualcosa nel vostro passato ma mai avrei immaginato fino a questo sentimento!" Tristan ne era particolarmente colpito
"Spero che tua madre si svegli perchè sono tante le cose che devo ancora dirgli e non potrei mai perdonarmi di non averla salvata da quell'uomo!"
Raimundo si sentì felice dopo aver parlato con suo figlio, gli sembrava che fossero realmente una famiglia.

Le ore passavano senza avere notizie dal medico, era notte fonda e entrambi si addormentarono sulle sedie fuori dalla stanza.
Solo verso le prime ore dell'alba vennero svegliati da Rosario che gli portò due tazze di caffè per riprendere forza dopo la lunga nottata
"Grazie Rosario!" disse Raimundo
"Non avete avuto ancora notizie?" chiese la donna
"No ancora no e inzio a preoccuparmi a dire il vero." non appena Tristan pronunciò quella frase la porta della camera si aprì e uscì il medico con un'aria molto stanca
"Dottore finalmente...come sta? è viva vero?" chiese impaziente Raimundo
"E' stata una notte difficile per tutti ma la signora è viva!" rispose il dottore
"Grazie al cielo!" dissero in coro, con un profondo sospiro di sollievo, i tre presenti
"Non fatevi troppe speranze però..." la gioia del momento venne placata immediatamente
"Cosa volete dire dottore?" chiese il figlio
"Voglio dire che vostra madre ha perso molto sangue, sono riuscito a fermare l'emorraggia e estrarre il proiettile ma le prossime ore sono decisive! E' una donna forte ma le sue condizioni sono ancora critiche..."
"Possiamo vederla?" chiese Raimundo che voleva approfittare di quella occasione per starle vicino
"Si potete entrare e se notate un qualsiasi cambiamento chiamatemi, io andrei a riposare in una stanza in modo che se succede qualcosa sono qua!"
"Venite dottore la vostra stanza è già pronta!" disse Rosario facendo cenno al medico di seguirla.
"Tristan entra pure io aspetterò!" 
"No Raimundo è meglio se entriate voi prima, io devo ancora trovare le forze!"
"Come preferisci" Raimundo capì subito ciò che turbava Tristan, non voleva vedere sua madre in quello stato e si sentiva colpevole perchè in fondo lei si trova in quella situazione per averlo difeso.

Raimundo entrò nella stanza di Francisca, prese una sedia e la avvicinò al letto. 
Ci volle un pò prima che l'uomo riuscisse a aprire bocca e dire qualcosa
"Francisca il destino è proprio ingiusto con di noi, proprio ora che ci siamo ritrovati!" mentre diceva queste parole le prese la mano, era fredda e questo faceva provare a Raimundo paura. La osservò, era pallida ma il suo viso era sereno come se stesse dormendo ma invece stava combattendo per rimanere tra loro.
"Francisca Montenegro non ti azzardare a lasciare questo mondo perchè questa non te la perdono! tu sei stata e sarai sempre la donna della mia vita, l'unica, e se te ne vai ho paura che me ne andrò anche io con te e questo non è possibile dobbiamo prenderci cura di nostro figlio, dobbiamo vivere insieme e magari crescere i nostri nipoti...non mollare te ne prego!" a quel punto Raimundo non riuscì a trattenere le lacrime, entrò anche Tristan in quel momento e assistette a quella scena
"Raimundo avete amato tanto mia madre?" chiese il giovane
"Più della mia vita e ancora oggi nonostante tutto il male che ci siamo fatti continuo a provare un profondo sentimento...guarda se potessi essere al suo posto e risparmiargli anche questa sofferenza lo farei senza esitazione!"
"Siete veramente un bravo uomo, almeno avessi avuto un padre come voi e non un codardo come Salvador Castro!"
"Non temere ogni cosa tornerà al suo posto e Salvador avrà ciò che si merita!"
"Quello che conta è che mia madre si svegli...vi sembrerà strano ma solo ora capisco quanto le voglia bene e quanto lei ne vuole a me. In tutta la mia esistenza non ho mai ricevuta gesti affettuosi da parte sua e temevo che lei non mi avesse mai voluto ma dopo quello che ha fatto devo ricredermi."
"Ricrediti giovanotto, tua madre ti ama anche se a modo suo e se sta lottando lo fa per te e per tua sorella!"
"Ho avvisato Soledad ma non ha voluto entrare, non vuole vederla così."
"La capisco, non è facile nemmeno per me vedere Francisca così, inerme e immobile." poi Raimundo continuò "Tristan vai a riposare ne hai bisogno, resto io con tua madre e se succede qualcosa ti chiamo!"
"Grazie Raimundo apprezzo la vostra vicinanza in questo momento!" così Tristan lascò la stanza per andare a riposare.
Raimundo non lasciò nemmeno per un attimo     quella stanza, sperava di notare un qualsiasi miglioramento o movimento ma niente.
Così continuò anche tutto il giorno seguente, Francisca non accennava a migliorare e il dottore lasciava poche speranze perchè più i giorni passavano e meno probabilità c'erano che si potesse svegliare.
Raimundo però era caparbio, passava quasi tutta la giornata al suo fianco e anche la notte, cercava di riportarla da lui leggendogli le poesie che amava tanto da giovane e che suscitavano piacevoli ricordi in entrambi, cercava anche di stuzzicarla con battute sperando che lei potesse sentirlo e svegliarsi per rimproverarlo ma niente funzionò.
Dopo circa tre giorni dall'operazione però qualcosa cambiò.

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Capitolo 8
*** Voglio te al mio fianco ***


Era notte e Raimundo come di consueto negli ultimi giorni dormiva al fianco di Francisca su una poltrona quando però a un certo punto qualcosa interruppe il suo riposo, l'uomo credeva di sognare perchè sentiva la voce della sua amata in lontananza
"Raimundo Ulloa che mi sta vegliando?" piano piano però questa voce gli sembrava sempre più chiara e reale infatti aprì gli occhi e notò con piacere che Francisca era sveglia e cosciente, l'uomo si alzò di scatto dalla poltrona e si sedette al suo fianco nel letto
"Lo sapevo che ce l'avresti fatta!" era l'unica cosa che riuscì a dire in quel momento perchè preferiva ammirare quegli occhi che per giorni non aveva potuto osservare.
"Cosa credevi che Francisca Montenegro vi avrebbe lasciato soli?!" disse la donna ironizzando su ciò che era accaduto.
"Non ho mai dubitato di questo..." l'uomo gli si avvicinò ancora, gli diede un bacio e poi continuò "Non ti azzardare a farci spaventare ancora in questo modo!"
"Lo sai che mi è sempre piaciuto stare al centro dell'attenzione!" disse Francisca ancora dolorante e stanca, poi continuò "...ma ora dimmi, Tristan come sta?"
"Sta bene. E' sempre stato qua insieme a me, era molto preoccupato!"
"E di Salvador non si sa nulla?" questo fu il secondo pensiero che passò per la testa della donna, la sua paura era che avrebbe potuto ritornare a completare ciò che aveva lasciato in sospeso.
"No è fuggito e di lui non si sà più niente ma non temere lo troveranno, non può passarla liscia!" poi continuò "Devo avvisare il dottore che ti sei svegliata e anche i tuoi figli, torno subito!" così l'uomo uscì dalla stanza lasciando Francisca sola a osservarsi intorno, si toccò il petto sentì la ferita e iniziò a ripercorrere quella orribile notte.
Pochi minuti dopo entrò nella stanza il medico e anche Tristan che gli si avvicinò subito felice nel vedere che sua madre si era svegliata
"Madre per fortuna siete viva!"
Intervenne il medico che doveva constatare le sue condizioni
"Ora lasciatemi visitare la paziente un attimo." poi si rivolse dopo poco ai presenti e continuò "Bene direi che siete sulla buona strada per la guarigione, avete ancora un pò di febbre ma questa in un paio di giorni passerà! Darò tutte le indicazioni alle vostre domestiche e tornerò a vistarvi nei prossimi giorni. Mi raccomando riposo assoluto!"
"Dottore se non vi dispiace datele a me le indicazioni, non penso di muovermi da qui e sarei più tranquillo se me ne occupassi io personalmente!" disse Raimundo che per nulla al mondo avrebbe lasciato la villa.
"Come preferite, seguitemi così vi spiego!" così il dottore e Raimundo abbandonarono la stanza lasciando madre e figlio
"Madre ho bisogno che voi rispondiate a delle domande, so che siete ancora debole ma ho bisogno di risposte!" disse Tristan.
Francisca capì che il momento della verità era arrivato
"Perchè vi siete messa in mezzo?" il giovane già conosceva la risposta ma voleva sentirla uscire dalla bocca della madre
"Non potevo permettere che ti uccidesse Tristan, sei la cosa più importante della mia vita!" quelle parole fecero breccia nel cuore del figlio.
"Io non so cosa dire...vi sarò grato per il resto della vita!"
"Non ho bisogno di gratitudine figlio, se fosse stato necessario io sarei anche morta per salvarti!"
Tristan era commosso da quelle affermazioni, si sentiva realmente amato. Fuori dalla porta era giunto anche Raimundo che preferì non interrompere la conversazione tra madre e figlio e rimase lì ad ascoltare. Gli sembrava di aver ritrovato la vecchia Francisca di un tempo, forse tutti questi avvenimenti l'avevano cambiata sul serio.
"Ho un'altra domanda per voi madre!"
"Posso immaginare cosa tu voglia sapere...!" Francisca era ormai pronta a svelare di nuovo ciò che aveva per tanti anni con impegno tenuto nascosto
"Cosa voleva dire mio padre quando mi ha detto di non chiamarlo così?" quelle parole rigiravano nella testa del giovane da quella notte e non era riuscito a darsi alcuna risposta.
"Tristan...io ho fatto molti errori nella mia vita ma tu non sei tra questi! ho mentito a molti ma se l'ho fatto è stato perchè credevo fosse la cosa migliore per tutti!"
"Madre non vi capisco, su cosa avete mentito?"
"Figlio prima di darti delle spiegazioni potresti andare a chiamare Raimundo?! vorrei che ci fosse anche lui..."
Proprio in quel momento, senza bisogno che nessuno lo chiamasse, entrò dalla porta l'uomo
"Sono qui!" disse mentre si avvicinava al letto per sedersi al fianco di Francisca
"Ora madre potete parlare per favore?"
"Sono consapevole che forse mi odierai ma ormai credo che la verità debba venire fuori!" continuò dopo pochi secondi di pausa "Devi sapere che Salvador Castro non è tuo padre!"
"Cosa state dicendo madre? siete forse impazzita?" Tristan fin da piccolo sentiva di non avere alcun legame con quell'uomo ma mai avrebbe pensato a una cosa simile.
"No figlio, tutto questo è successo perchè Salvador è venuto a conoscenza di questo segreto..."
"E dunque chi sarebbe mio padre?" il giovane in realtà già sospettava chi potesse essere e in effetti quella notizia non gli sarebbe nemmeno dispiaciuta poi tanto, aveva sempre voluto avere un padre come Raimundo. Quello che l'avrebbe fatto infuriare, se le sue supposizioni erano reali, era non essere cresciuto al suo fianco.
"Lo hai proprio davanti figliolo!" intervenne Raimundo che per la prima volta poteva guardare negli occhi Tristan come a un figlio
"No no non posso crederci... voi mi avete costretto a vivere una vita lontano dal mio vero padre e a essere cresciuto da una bestia?" disse il ragazzo verso la madre e poi continuò rivolto verso il padre "Voi Raimundo lo avete sempre saputo? è per questo che non mi avete mai detto nulla, forse non mi volevate?" per lui questa era l'unica spiegazione plausibile.
"Non dire sciocchezze Tristan, io non sapevo nulla fino a una settimana fa!" intervenne Raimundo cercando di calmare il giovane
"Io devo uscire e schiarirmi le idee..." così Tristan concluse e lasciò la stanza della madre, li rimasero Francisca e Raimundo
"Non temere deve solo riflettere su quello che ha appena scoperto, tornerà presto!" l'uomo cercava di rassicurarla
"Speriamo Raimundo, la mia peggior paura si è realizzata..." 
"Ora devi riposare, ti sei appena ripresa e non puoi stancarti troppo! Io rimarrò qua nel caso avessi bisogno."
"Su quella poltrona? non fare lo sciocco e stenditi qua al mio fianco." quella proposta di Francisca fu veramente inaspettata ma venne colta al balzo dall'uomo
"Sei sicura che non ti do disturbo?"
"Mi darebbe più fastidio sapere che dormi lì sopra per un'altra notte di fila quando qua c'è posto per entrambi!"
Così Raimundo si sdraiò al suo fianco come avrebbe voluto ogni sera della sua vita, svegliarsi nel cuore della notte e sapere che al suo fianco c'era lei, osservarla e stringerla a sè.
Riuscirono a prendere sonno entrambi ma ogni occasione per l'uomo era buona per vedere se lei stava bene e sentire se magari la febbre si era alzata, per fortuna tutto procedeva per il meglio.

Passarono molti giorni dal risveglio della donna e piano piano si riprendeva completamente, riusciva a alzarsi dal letto anche se sempre con l'aiuto di Raimundo e accennava qualche passo, non poteva fare troppi sforzi perchè in fin dei conti aveva ancora la ferita fresca e con i punti.
Tristan in tutto quel tempo non si fece vedere alla villa e tutti erano preoccupati. Anche Soledad dalla guarigione della madre si era fatta vedere al massimo tre volte e questo faceva infuriare Raimundo, sapeva di non avere alcuna autorità verso la ragazza ma vedere quel comportamento era inammissibile.
"Di Tristan non si sa ancora nulla?" chiese Francisca mentre passeggiava nella sua stanza con al suo fianco Raimundo
"Ancora niente, ma stai tranquilla vedrai che tornerà presto!" disse l'uomo apparentemente fiducioso ma in realtà anche lui molto preoccupato.
In quel momento bussarono alla porta della stanza
"Avanti." diede il permesso Francisca
"Madre..." quelle parole furono meglio di qualunque medicina perchè a pronunciarle fu proprio il figlio di cui da giorni non si avevano notizie.
"Tristan figlio sei tornato?"
"Mi dispiace avervi fatto preoccupare ma dovevo riflettere sull'accaduto, non è facile scoprire da un giorno all'altro che tutto ciò che credevi vero era solo una menzogna."
"Lo so Tristan e sono veramente dispiaciuta per ciò che ho fatto! Questa brutta avventura mi ha fatto capire di aver sprecato tutti questi anni quando avremmo potuto essere tutti più felici!"
Tristan distolse lo sguarda dalla madre e lo rivolse verso a Raimundo, ci fu uno scambio di occhiate commosse poi il giovane disse
"Padre...voi siete mio padre!" 
"A quanto pare!" disse Raimundo cercando di smorzare la tensione che si era creata in quella stanza e poi continuò "Abbracciami figliolo!" 
Dopo aver placato gli animi nella stanza bussarono nuovamente alla porta e dopo aver ricevuto il permesso vi entrò Mauricio
"Signora mi dispiace importunarvi ma sono arrivate delle notizie su vostro marito?"
"Parla capomastro parla!"
"La guardia civile era riuscito a catturarlo ma poi non si sa in quale modo è fuggito!"
"Quindi è ancora in libertà quel maledetto!"
"Francisca non ti agitare non ti fa bene sei ancora convalescente!" disse Raimundo
"Mauricio voglio che aumenti i controlli attorno alla villa giorno e notte non voglio assolutamente che quella bestia si avvicini a noi per nessun motivo!"
"Come ordinate signora!" così il capomastro si congedò.
"Raimundo potresti andare a prendermi qualcosa di caldo da bere giù in cucina?" chiese Francisca che voleva avere solo un attimo per stare sola con il figlio e chiarire un paio di cose
"Certo!" Raimundo capì esattamente l'intento di Francisca e infatti rimase fuori dalla stanza
"Madre se non vi dispiace andrei anche io..."
"No Tristan aspetta un attimo, vorrei parlare con te per chiarire una volta per tutte questa situazione!"
"Non ce nè bisogno madre..."
"Abbiamo bisogno entrambi di dire la nostra. Voglio dirti che mi prendo tutta la colpa, so perfettamente di essere io l'unica responsabile della mia e della vostra infelcità ma all'epoca ero solo una ragazzina e ho creduto che questa fosse la soluzione migliore per entrambi. Tu non sei stato un errore, questo non l'ho mai pensato deve esserti chiaro. Sei stato il frutto dell'amore, io ho amato tanto Raimundo e anche si mi costa ammetterlo lo amo tuttora."
"Queste sono state le stesse parole che mi ha detto Raimundo...mio padre e anche se la verità è venuta fuori tardi cerchiamo di guardare avanti. Sono contento di essere il figlio di Raimundo Ulloa e sono contento che questo segreto abbiate avuto voi il coraggio di rivelarlo!"
Madre e figlio avevano bisogno di questa riconciliazione, era il punto di partenza per iniziare una nuova vita tutti insieme. Tutto si concluse con un abbraccio tra i due a cui assistette anche un Raimundo orgoglioso di quel figlio e di quella donna tanto cambiata in così poco tempo.

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Capitolo 9
*** Non ti lascerò più sola ***


Salvador era come se fosse sparito nel nulla, inghiottito dalla terra, perchè nonostante tutte le autorità lo stessero cercando di lui si erano perse le traccie. Probabilmente qualcuno lo stava aiutando a nascondersi oppure si era allontanato dal paese.
Alla villa ovviamente la paura di un suo ritorno era perennemente presente.

Al Ajaral era una mattina tranquilla, i suoi due abitanti stavano facendo colazione durante la quale Donna Agueda diede ordine di preparare il calesse
"Madre dove volete andare?" chiese Don Olmo
"Credo sia giunto il momento di fare visita a Donna Francisca!" rispose la donna
"Siete certa sia una buona idea?" chiese in modo perplesso il figlio
"Perchè mai non dovrebbe esserlo?! vado a informarmi delle condizioni di una nostra vicina di casa!" rispose Donna Agueda lasciando intendere che quello non era realmente il fine che la spingeva a recarsi alla villa.
"Come credete, vi accompagnerò!"
"E tu come mai vuoi venire?"
"Vorrei poter rincontrare la figlia della Montenegro...mi ha colpito molto quando l'ho incontrata in paese!"
"Olmo ricordati che è una Castro!" 
"Lei ha qualcosa di diverso madre..."
"Ne riparleremo, ora andiamo!"

Alla villa Raimundo ormai era di casa e Francisca ne era felice, si occupava di lei come avrebbe fatto un qualsiasi marito e sembravano veramente una coppia che vivesse assieme da moltissimi anni.
L'uomo stava salendo dalla cucina con il vassoio della colazione, gli piaceva portargliela personalmente in camera, quando a un tratto mentre si trovava all'ingresso qualcunò bussò alla porta. Nessuno andò ad aprire così lo fece lui stesso e davanti a sè si trovò Donna Agueda con il figlio
"Don Raimundo voi qui?" disse Agueda decisamente stupita, nel suo sguardo si potè notare anche una certa gelosia. Quell'uomo gli piaceva e provava fastidio nel sapere che era alla villa accanto a Francisca e che si occupava di lei.
"Donna Agueda che piacere, entrate pure! Vi ho aperto io perchè passavo di qui e visto che la servitù è molto impegnata ho preferito farlo io."
"Non mi dovete spiegazioni! Siamo venuti per informarci delle condizioni di Donna Francisca e magari per porgergli i nostri saluti se è possibile!?"
"Certo, sta molto meglio e ogni giorno migliora sempre di più per fortuna. Se non vi dispiace le porto la colazione e poi vi faccio salire!"
"Fate pure Raimundo, mi dispiace essere venuta a importunarvi a questa ora!"
Raimundo si allontanò portando così la colazione a Francisca mentre i due ospiti rimasero soli nel salone
"Non mi sarei mai aspettata di trovare qui quell'uomo, devo ammettere che mi infastidisce!" disse Agueda rivolta verso il figlio
"Sono stupito anche io madre, in paese non si fa altro che parlare dei pessimi rapporti tra Ulloa e Montengro e ora Don Raimundo gli fa' da infermiere!"
"Non infierire Olmo!" disse Agueda con tono abbastanza seccato
"Non credevo che quell'uomo vi interessasse veramente?!"
"Abbiamo chiacchierato più volte dal nostro arrivo in paese e in me è nato qualcosa di più di una semplice amicizia, la sua vicinanza con la moglie di Castro mi rende gelosa!"
"Fate qualcosa per allontanarli allora se avete un intersse per quel locandiere!"
"Non temere Olmo, ho un profondo odio verso Salvador Castro e ora anche verso sua moglie quindi farò tutto quello che è in mio potere!" 

Al piano di sopra Raimundo aveva avvisato Francisca della visita
"No Raimundo non farli salire preferisco scendere io."
"Ma non è ancora il caso Francisca, devi riposare!"
"Non temere non mi succedrà nulla se faccio un paio di scalini per scendere!"
"Sei sempre la solita testarda."
"Questo non cambierà mai Ulloa" disse sorridendo verso l'uomo che non potè fare altro che acconsentire alla decisione della donna "Ora aiutami a scendere dal letto e accompagnami al piano di sotto!"
Così fece, gli piaceva essere d'aiuto a Francisca e gli piaceva il fatto di passare tanto tempo con lei.
La coppia giunse al piano di sotto a braccietto, questo scatenò ancora di più la gelosia di Donna Mesia
"Donna Agueda che piacere avervi di nuovo in casa mia e senza preavviso aggiungerei!" disse Francisca con un sorrisino sulle labbra sarcastico. Raimundo potè constatare che la donna non aveva perso il suo caratterino nonostante tutto.
"Lo so Donna Francisca mi dispiace essere piombata qua senza annunciarmi ma è il motivo che lo richiede!"
"Ah si?! e quale sarebbe questo motivo più che valido per esservi presentata in casa mia quasi all'alba!" tra le due donne non si era creata proprio una simpatia reciproca. 
Agueda con il suo arrivo in paese non aveva intenzione di aprire una guerra contro questa donna ma piuttosto contro il marito, ora però le cose erano cambiate.
"Suvvia Francisca non esagerate, non è l'alba! Quando conoscerete i miei motivi concordete con me!"
"Sono tutta orecchie, avete la mia piena attenzione!" disse la donna un pò spazientita da quella presenza
"Francisca calmati" gli disse sottovoce Raimundo
"Dovete sapere che voi e io abbiamo molte cose in comune, più di quante immaginiate!"
"Io per il momento non ne vedo però se mi fate il favore di illuminarmi!" Francisca continuava a avere stamapato il suo solito sorrisino.
"Con piacere! voi dovete sapere che ci possiamo considerare praticamente parenti!"
"Donna Agueda con tutta franchezza mi state stufando..."
"Non spazientitevi Donna Francisca, credo che dobbiate sapere che vostro marito Salvador Castro vi è stato infedele!"
"Non mi state dicendo nulla di nuovo..."
"E che da una di queste infedeltà è nata anche una figlia, questo invece vi è nuovo?!" in quel momento Agueda disse quelle parole con il serio proposito di ferirla, sapeva che la notizia l'avrebbe fatta infuriare e quello era il suo proposito. In realtà non sapeva cosa avesse fatto scattare improvvisamente quella antipatia ma forse centrava in qualche modo Raimundo.
"Cosa diavolo state dicendo?!"
"Vostro marito vi ha tradito con me moltissimi anni fa e da questo tradimento è nata una bambina! la conoscete anche voi..." questo colpo probabilmente sarebbe stato ancora più potente del primo, avrebbe fatto infuriare ancora di più la donna
"E chi sarebbe questa ragazza?"
"E' Pepa Aguirre, la levatrice!"
"Non posso crederci...voi siete venite a importunarmi nella mia casa con l'unico proposito di farmi infuriare e dirmi che quella maledetta levatrice è figlia di mio marito? andatevene via immediatamente altrimenti vi farò cacciare..."
"Non c'è bisogno di reagire in questo modo, io sono venuta qua per reclamare ciò che è anche di mia figlia!"
A quel punto intervenne Raimundo che vedeva Francisca agitarsi più del dovuto
"Donna Agueda forse è il caso che ve ne andiate, Francisca ha bisogno di riposo e le vostre parole non la stanno aiutando!"
Il fatto che Raimundo fosse intervenuto per difenderla la faceva ingelosire ulteriormente ed era arrivato il momento di giocare un altro asso nella manica
"Non temete me ne vado, sono solo venuta a avvisare che il patrimonio di Salvador Castro è anche di mia figlia anzi da quello che ho sentito dire per il paese appartiene solo a Pepa e a vostra figlia Soledad, vostro figlio Tristan non ne ha diritto!" questo fu il colpo finale che Agueda riservò a Francisca.
"Questo è troppo, potete scordarvi che vostra figlia veda un solo centesimo! Il patrimonio di Salvador Castro, come lo chiamate voi, è prima di tutto il mio patrimonio e mai vostra figlia ne avrà diritto!"
"Lo vedremo! Io sono venuta in questo paese per fare giustizia e non me ne andrò fino a che non sarà fatta. Credevo voi foste una donna  diversa ma in realtà siete fatta della stessa pasta di vostro marito!" 
Dopo quella affermazione Donna Agueda e il figlio si allontanarono dalla villa lasciano una Francisca infuriata e un Riamundo che cercava in ogni modo di tranquillizzarla. 
Per circa cinque minuti dalla bocca di Francisca uscirono solo brutte parole
"Quella donna...non è ammissibile ciò che mi ha detto, ti rendi conto Raimundo?!"
"Non agitarti ti prego, non ti fa bene!"
"Sono io che ho costruito tutto questo, sono io che ho vissuto una vita accanto a quella bestia sopportando l'indicibile e tutto per i miei figli e ora lei vorrebbe per sua figlia una parte di ciò che è mio! è una cosa assurda..."
L'unico modo che Riamundo ebbe per calmarla fu darle un bacio.
"Credi che questo basti per calmarmi?"
"Perchè non ha funzionato?!" chiese Riamundo sorridendo
"Assolutamente..."
L'uomo sapeva bene come prendere Francisca Montenegro.

Nel pomeriggio Raimundo lasciò la villa mentre Francisca riposava. Voleva risolvere la situazione che si era creata con Donna Agueda perchè in fondo quella donna aveva ottenuto la sua simpatia.
"Donna Agueda scusate se mi presento senza preavviso ma vorrei parlare con voi di quello successo stamani alla villa!"
"Non c'è bisogno di alcun chiarimento Raimundo io ho solo espresso la mia volontà è stata Donna Francisca a aggredirmi!" poi continuò "Però se mi permettete vorrei che mi spiegate come mai vi trovavate alla villa? in paese ho sentito parlare dei pessimi rapporti che ci sono fra voi..."
"Che c'erano Donna Agueda, che c'erano!" rispose con tono fiero Raimundo

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Capitolo 10
*** Sempre la stessa storia ***


Donna Agueda fece accomodare Raimundo nel suo salotto e ordinò alle domestiche di servire una cioccolata calda. La donna non riuscì a tenere a freno la sua curiosità era la gelosia a spingerla ad aprire quell'argomento, doveva assolutamente avere delle risposte se voleva avere qualche possibilità con quell'uomo.
Ormai era diventata una sorta di sfida personale tra lei e Donna Francisca, o almeno così la vedeva lei.
"Non vorrei sembrarvi invadente ma vorrei sapere quali sono stati i motivi che vi hanno portato a riavvicinarvi a una donna che tanto male vi ha fatto in passato? so che non sono affari miei ma siamo in un piccolo paese..." Agueda non si era mai comportata in questo modo invadente in tutta la sua vita e infatti non riusciva a capire il motivo per cui quelle parole uscivano dalla sua bocca. Era sempre stata una donna attenta e misurata nelle conversazioni, ora sembrava una sorta di impicciona e ficcanaso.
"Sono le circostanze che ci hanno permesso di ritrovarci! il destino è veramente strano delle volte Donna Agueda..." mentre Raimundo pronunciava quelle parole gli brillavano gli occhi e la donna non potè non notarlo, questo fece crescere a dismisura in lei una grande gelosia. Quell'uomo era innamorato follemente ed era percepibile a pelle.
"Anche dopo quello che vi ha fatto la vedete in questo modo?" cercava di far ritornare alla mente dell'uomo i cattivi ricordi del passato ma nemmeno questo funzionò.
"Soprattutto dopo quello che mi ha fatto, aver scoperto che Tristan è mio figlio ha fatto crescere in me non dell'odio ma dell'amore e la voglia di ricostruire ciò che abbiamo distrutto moltissimi anni fa!" rispose Raimundo, credeva fermamente in quelle sue affermazioni e dagli ultimi avvenimenti sembrava che fosse possibile.
"Capisco..." disse Agueda con tono dispiaciuto ma al tempo stesso la sua mente stava architettando qualcosa "Se mi scusate un attimo devo dare istruzioni in cucina, torno subito" così si assentò un attimo.
Non andò di certo in cucina ma andò dal figlio Olmo
"Olmo devi fare qualcosa per me!" chiese la donna.
"Cosa avete bisogno madre?" rispose il figlio
"Devi recarti immediatamente alla Villa..."
"E cosa dovrei fare alla Villa?"
"Fai finta di andare a trovare Soledad Castro e con una scusa qualunque fai sapere a Donna Francisca che Raimundo si trova al A-jaral."
"Come volete madre, lo farò anche se non ne capisco il motivo! Nel frattempo spero di avere l'occasione di incontrare Soledad!"
Così fece, uscì immediatamente con il calesse e si diresse verso la tenuta mentre Donna Agueda ritornò in salotto dal suo ospite
"Scusate la mia assenza Raimundo, di cosa stavamo parlando?"
La gelosia poteva portare a fare cose irrazionali, senza alcun senso, persino a una donna che aveva sempre disprezzato questo tipo di atteggiamento, ne era consapevole anche lei.
"Mi stavate chiedendo come mai mi sono riavvicinato a Francisca!" disse Raimundo cercando di riallacciare il filo del discorso.
"Avete ragione. Però non mi avete ancora detto il motivo della vostra visita?"
"Sono venuto per rimproverarvi..."
"E come mai? cosa ho fatto?" in relatà Donna Agueda sapeva bene di aver sbagliato quella mattina e ora che Raimundo glielo fece notare non poteva fare altro che dissimulare.
"Avete aperto una discussione con Francisca in un momento sbagliato, è ancora convalescente e credo l'abbiate agitata inutilmente! la conversazione che avete avuto poteva essere affrontata anche in un altro momento."
"Non ritengo sia stato inutile, Francisca prima o poi avrebbe scoperto il mio intento. Io sono andata lì con tutti i più buoni propositi sperando di trovare una donna più disponibile ma così non è stato e questo non è colpa mia!"
"Agueda noi ci siamo intesi fin dall'inizio e si è creata una simpatia reciproca che ci permette di parlare chiaro...io amo Francisca e il vostro comportamente non è stato adeguato!"
La discussione durò a lungo ma i toni rimasero sempre molto pacati fino a quando Raimundo decise di fare ritorno alla Villa.
Mentre si diresse verso l'uscita si incontrò con Don Olmo di ritorno dal suo compito
"Arrivederci Raimundo!" disse l'uomo
"A presto Don Olmo." così Raimundo fece ritornò alla tenuta.

"Madre per favore state calma!" disse Soledad che in ogni modo cercava in ogni modo di tenere a bada la rabbia della madre dopo la visita di Don Olmo 
"Non dirmi di calmarmi! So bene io cosa devo fare...sparisci Soledad!"
"Noto con piacere che vi state riprendendo benissimo dall'incidente, state tornando la vipera di sempre!"
"Evidentemente questo è l'unico modo che conosco per farmi rispettare, vattene Soledad non te lo ripeterò una seconda volta! esci dalla mia camera!" Francisca non riusciva proprio a calmarsi dopo quello che gli aveva detto Olmo, si sentiva tradita e umiliata nuovamente.
Nella sua mente nelle ultime settimane erano nati molti progetti per il futuro ma tutto era crollato esattamente in quel momento così come era avvenuto anche in passato.
Soledad abbandonò la stanza e mentre scese le scale incontrò Raimundo di ritorno dal Ajaral
"Don Raimundo vi do un consiglio: non salite in camera di mia madre!"
"E per quale motivo? sta riposando per caso?!" chiese l'uomo
"No è irriconoscibile, non vuole vedere nessuno e tanto meno voi!"
"Ma cosa è successo?" chiese sempre più perplesso
"E'venuto a farle visita Don Olmo e da quel momento non smette di fare su e giù per la sua stanza, non c'è tisana che può calmarla!"
Raimundo non ascoltò i consigli di Soledad e si avviò ugualmente verso la stanza di Francisca.
Aprì la porta e trovò Francisca seduta sul letto con una mano sul petto affaticata probabilmente dal tanto nervosismo, Raimundo gli si avvicinò e le mise una mano sulla schiena
"Francisca ti senti male?!"
la donna allontanò bruscamente il braccio dell'uomo 
"Tu non mi toccare!"
"Ma ti ha morso una tarantola? cosa ti è successo da farti arrabbiare tanto?"
"Ah e hai anche la sfrontatezza di chiedermelo?!"
"Non ti capisco Francisca..se parli chiaro riusciamo a chiarire qualsiasi malinteso!"
"Si per te è sempre tutto un malinteso, così risolvi i problemi! io non lo chiamo malinteso, lo chiamo tradimento ancora un'altra volta ho riposto la mia fiducia in te ma mi sono sbagliata nuovamente!"
"Parla chiaro perchè non riesco a comprenderti!"
"Ascoltami bene Ulloa perchè non ho intenzione di ripetere quello che sto per dirti. Ti voglio fuori da questa casa immediatamente..." ancora una volta Francisca non ascoltò le ragioni di Raimundo, aveva già tratto le sue conclusioni, anche se sbagliate, e le bastavano.
"Sei forse impazzita Francisca?!"
"Fuori Raimundo...fuori!!!" la decisione di Francisca era irremovibile.
Raimundo non riusciva a capire i motivi che avessero spinto a Francisca a arrabbiarsi tanto nei suoi confronti. Non riusciva più a parlare con lei, sembrava ritornata quella donna vendicativa di un tempo che sperava non avrebbe più visto in lei.
Osservò ancora per un paio di secondi Francisca sperando che lei alzasse gli occhi e cambiasse idea ma non ottenne nulla se non indifferenza. Francisca aspettò il momento in cui Raimundo la lasciò sola nella sua stanza e chiuse la porta alle sue spalle per lasciarsi andare a un pianto disperato. Ancora una volta il suo orgoglio aveva parlato per lei, non gli aveva permesso di riflettere e pensare alle conseguenze delle sue azioni. Ormai la decisione era stata presa e Francisca Montenegro non ritorna mai sui suoi passi, lo aveva fatto e questo gli aveva procurato per l'ennesima volta una delusione.
Dopo pochi minuti bussarono alla porta ed era il figlio Tristan
"Madre vi disturbo?"
Francisca si voltò dalla parte opposta per non far vedere le lacrime sul suo viso al figlio
"Pensavo di avervi insegnato le buone maniere, quante volte vi ho detto di non entrare nelle stanze altrui senza permesso?" disse Francisca con la voce rotta dal pianto
"Mi dispiace madre ma ho visto andare via mio padre e mi ha solo detto che voi lo avete cacciato, vorrei sapere cosa è successo?!"
"Non è successo nulla e questi non sono affari tuoi!"
"E' successo qualcosa perchè nelle vostre parole percepisco molta rabbia e non le sentivo da tempo. Inoltre credo siano affari anche miei... siete i miei genitori!"
"Non ti è mai importato delle mie litigate con Salvador perchè dovrebbero importarti quelle con Raimundo Ulloa!"
"Perchè è mio padre e mi sembrava che le cose tra voi stessero andando bene!"
"Ti ripeto che non sono affari tuoi, non voglio parlare dei miei problemi con mio figlio. Non l'ho mai fatto e mai lo farò! Ora lasciami sola!"
"Come volete! ma vi avverto che non ho intenzione di stare a guardare mentre voi rendete ancora infelici chi vi circonda!"
Con queste parole Tristan lasciò la madre sola e ancora più rattristata di prima.

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Capitolo 11
*** Come posso crederti?! ***


Raimundo tornò alla locanda turbato da ciò che aveva appena visto, la Francisca che lo aveva appena cacciato dalla villa non era la stessa che aveva lasciato poche ore prima e nemmeno quella con cui progettava un futuro insieme. Quello che lo faceva soffrire era non aver capito il motivo dei suoi gesti, perchè lo aveva cacciato?! se forse gli avesse detto qualcosa lui avrebbe potuto spiegarsi e risolvere tutto ma con Francisca Montenegro le cose non andavano così. Come in passato anche adesso aveva tratto le sue conclusioni da sola e non voleva ascoltare nessuno.
In Raimundo però si faceva spazio anche la paura. 
Poche settimane prima era riuscito improvvisamente a riallacciare i rapporti con Francisca, non si sa come fosse stato possibile, le circostanze li avevano riavvicinati come per miracolo ma i miracoli non si ripetono e ora sapeva che cercare di far ragionare quella donna era impossibile. Nessuno c'era mai riuscito e questo rendeva sempre più lontana la realizzazione dei suoi piani con Francisca.
Non sapeva se la cosa migliore sarebbe stata tornare alla villa e insistere con lei oppure lasciarla calmare, in entrambi i casi avrebbe sbagliato forse.

Passarono settimane in cui per volere di entrambi non ci fu alcun incontro. 
Francisca si era ripresa completamente ed era ritornata la solita donna mentre Raimundo continuava la sua vita da locandiere e vicino a lui c'era sempre Donna Agueda che aproffittò di questo allontanamento tra i due per cercare di avvicinarsi a lui.
Qualsiasi tipo di tentativo posto in essere dalla donna risultava inefficace perchè percepiva nell'uomo la nostalgia e la tristezza per quello successo con la Montengro.
"Raimundo mi state ascoltando?" chiese Agueda che come di consueto lo andava a trovare alla locanda con un pretesto o un'altro
"...Come dite Agueda?!...scusate ma mi sono distratto un attimo!" disse Raimundo mentre guardava fuori dalla finestra
"Siete distratto spesso in questo periodo! cosa vi turba?" chiese la donna, poi notò che lui non distoglieva gli occhi dalla finestra "Ma cosa avete visto di tanto interessante da non prestarmi attenzione?"
"Niente Agueda niente scusatemi ancora! continuate pure a parlare..."
Agueda si voltò anche lei per vedere cosa ci fosse e notò il motivo di tanta disattenzione nei suoi confronti, era Donna Francisca che passeggiava per il paese.
"Ora capisco! dovreste dimenticarla visto il modo con cui vi ha trattato!"
"Non riesco a odiarla e tantomeno a dimenticarla. Francisca è una parte fondamentale della mia vita e senza lei io non esisterei, non sarei nulla!" disse l'uomo con tono malinconico
"Dovete guardare avanti e non a ciò che vi fa soffrire! ricordate che lei è ancora sposata anche se di Salvador non si sa ancora nulla..."
"Non è necessario ricordarmelo, lo so benissimo ma questo non mi fa smettere di amarla." in quelle parole si sentì una profonda tristezza
Agueda capì che non c'era verso di fargli dimenticare quella donna, lei stessa non riusciva a concepire come due esseri tanto differenti potessero invece provare un sentimento così profondo e duraturo.
"Vi lascio al vostro lavoro Raimundo, ci vediamo presto!"
"A presto Donna Agueda!"
Così si congedarono. 
Raimundo però continuò a fissare Francisca che si trovava ancora in piazza, sperava di notare un suo qualsiasi gesto nei suoi confronti. Sperava che lei fosse giunta in paese per cercare lui ma nemmeno in un momento Francisca si voltò verso la locanda e questo lo fece soffrire.
Per Francisca fu difficile giungere fino in paese e non cercare nemmeno per un attimo lo sguardo di Raimundo, era una sofferenza non potergli parlare ma così il suo orgoglio gli diceva di agire. 
Era una donna che mai si era fatta mettere i piedi in testa da un uomo e ora non poteva lasciarsi trasportare dai suoi sentimenti con il rischio di cadere nuovamente come in passato.
Francisca notò con la coda dell'occhio che Donna Agueda era uscita dalla locanda e questo non faceva altro che confermare in lei la ragione delle sue azioni. Donna Agueda si avvicinò a Francisca e tra le due donne ci fu una conversazione molto lunga, Raimundo le osservò a lungo dalla locanda per cercare di capire il contenuto del discorso ma i tentavi furono vani, decise, una volta allontanata Agueda, di raggiungere Francisca che si stava allontanando dalla piazza da sola.
Raimundo pensò a quello che avrebbe dovuto fare e decise di aspettare che la donna si trovasse in un posto isolato e lontano dal paese per evitare che gli sfuggisse un'altra volta, doveva assolutamente parlare con lei. La seguì per un pò e una volta che furono abbastanza lontani dal paese la fermò
"Francisca fermati un attimo te ne prego..." disse Raimundo mentre la donna si girò
"Ulloa mi stavi seguendo? non posso crederci..."
"Questo era l'unico modo per parlarti!"
"Non abbiamo nulla da dirci io e te, la tua sola presenza mi irrita!"
"Abbiamo molto da dirci e so che non è vero quello che hai appena detto!"
"Bene ora leggi anche nel pensiero..." il sarcasmo era l'unica arma rimasta a Francisca davanti a quell'uomo che la conosceva meglio di tutti forse anche di sè stessa
"No non leggo nel pensiero ma leggo nei tuoi occhi, ti conosco bene Francisca e so che mi ami ancora e che se mi ascoltassi per un attimo riusciremmo a sistemare tutto. Io voglio tornare a stare al tuo fianco, non roviniamo di nuovo tutto per colpa del tuo orgoglio!" 
"Non vogliamo le stesse cose Raimundo, io non ti voglio al mio fianco anzi sai cosa ti dico...preferisco avere al mio fianco Salvador Castro piuttosto che te!" Francisca si pentì subito delle parole appena pronunciate e si poteva leggere chiaramente sul suo volto.
Il cielo lasciava presagire un temporale e l'unica cosa possibile per Raimundo e Francisca era rifugiarsi nel vecchio capanno nel quale avevano condiviso molte cose in passato.
"Io non vengo lì dentro con te!" disse Francisca puntando i piedi come una bambina capricciosa
"Non fare la stupida e entra altrimenti ti ammalerai..."
"Preferisco stare sotto la pioggia piuttosto che in quel capanno con te!" 
Raimundo non poteva più sopportare quell'atteggiamento e di impeto la prese per un braccio e la trascinò dentro
"Sei l'unica persona a questo mondo che riesce a tirare fuori il peggio di me ma..." Raimundo si fermò un attimo e continuò la frase "...anche il meglio!"
"Mmmm e questo cosa dovrebbe essere?! un complimento per caso?! ti ringrazio Raimundo sai sempre come deliziare le orecchie di una signora."
"Finiamola di farci questa guerra assurda Francisca te ne supplico!"
"Tu ne sei l'unico colpevole Raimundo..." in realtà Francisca sapeva di essere anche lei colpevole anzi forse l'unica colpevole ma non poteva ammettere tutti i suoi errori, non era da lei.
"Va bene ma adesso dimmi anche il motivo della mia colpevolezza, solo in questo modo potremmo risolvere tutto!" Raimundo la assecondò per cercare un confronto
Ci fu un lungo silenzio nel quale nessuno dei due proferì parola ma si guardarono solo dritti negli occhi
"...Allora non dici niente?! Francisca Montenegro che rimane senza parole, non posso crederci..." Raimundo cercava di stuzzicarla per farla reagire
"Non ho nulla da dirti Ulloa! e ora se mi lasci tornare a casa prima che inizì a piovere mi faresti un grandissimo favore!"
"Di qua non esce nessuno fino a quando non abbiamo chiarito. Inoltre ha già iniziato a piovere e non ti lascierei tornare da sola alla Villa visto che sta calando il buio!"
"Va bene se è il confronto che vuoi lo avrai!" Francisca si arrese all'evidenza, non aveva via di fuga e allora doveva sfruttare quel tempo a loro disposizione "Mi hai tradito per la seconda volta, dopo l'incidente mi sei stato accanto e mi hai ricoperto di parole d'amore e promesse, mi hai fatto sentire amata come in passato e poi è bastato un attimo e la mia troppa fiducia nei tuoi confronti per soffrire di nuovo!"
"Non ti comprendo Francisca a cosa ti stai riferendo?"
"Mi riferisco alla tua relazione con Donna Agueda..."
"Di quale relazione stai parlando?"
"Non prendermi per una stupida Ulloa perchè non rispondo più delle mie azioni..."
"Mi vuoi dire chi ti ha messo in testa questa strana idea?"
"Tutti parlano della vostra relazione persino Don Olmo che è venuto a trovarmi un paio di settimane fa mi ha detto che eri al AJaral con lei a fare merenda!"
"Queste voci non sono vere Francisca, sei tu l'unica donna che voglio al mio fianco e mi pare di avertelo dimostrato in più occasioni. Se quel giorno mi trovavo al AJaral era per parlare con Donna Agueda e del suo comportamento tenuto nei tuoi confronti quella stessa mattina."
"Come posso crederti dopo tutto quello che ci siamo fatti..."
"Dovresti credermi a prescindere dal nostro passato. Ci bastava un solo sguardo per capirci e credo sia così anche oggi...guardami Francisca e saprai che non ti mento!"
Si guardarono fissi negli occhi mentre fuori la pioggia continuava imperterrita a scendere e i lampi e i tuoni accompagnavano il tutto. 
Non c'era alcuna possibilità per loro di uscire da quel capanno, iniziarono a avvicinarsi piano piano, a accarezzarsi e poi a baciarsi come se niente fosse successo. 
Avevano bisogno l'uno dell'altro e dopo moltissimi anni stavano per coronare nuovamente quel loro amore quando ad un tratto la porta di quel capanno si aprì e entrò l'ultima persona che volevano vedere...

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Capitolo 12
*** Il sacrificio ***


Alla sola vista di Salvador Castro entrambi rimasero scioccati. 
In quel capanno avevano dimenticato tutte le loro sventure, i loro litigi dell'ultimo periodo che li avevano separati ma alla sua vista erano dovuti ritornare con i piedi per terra.
Il primo a prendere parola fu proprio Salvador con il suo solito sorriso ironico sul volto, quello di colui che sà bene quello che sta facendo:
"Noto con piacere che sei ancora viva e che ti diverti in mia assenza!"
Raimundo e Francisca si ricomposero, si alzarono e si ritrovarono faccia a faccia con il loro peggior incubo.
Un incubo che era sempre più reale e che presto si sarebbe scagliato su entrambi.
Sapevano che lui fosse ancora in circolazione ma non avevano mai pensato che lui potesse farsi nuovamente vivo dopo l'accaduto.
"Con quale coraggio ti fai vedere in giro Castro?!" disse Raimundo. 
In quel momento il suo desiderio più grande era fargli pagare tutto il male causato e la barbarità che aveva commesso contro Francisca qualche settimana prima.
Gli ribolliva il sangue a avere davanti a sè Salvador Castro e non avere la possibiltà di fargli pagare le sue cattiverie. 
Non aveva paura di quell'uomo, mai ne aveva avuta, ma sapeva che quell'uomo aveva sempre qualche asso nella manica da giocare ed era meglio non avventarsi troppo frettolosamente contro di lui.
"Devo forse ricordarti che Francisca è ancora mia moglie e che stavate per commettere adulterio!? non sei nella posizione di fare lo sbruffone caro Raimundo! se voglio posso denunciare mia moglie e farla finire in carcere per il resto dei suoi giorni." ribattè Salvador
"Sei ricercato dalla Guardia Civile, pensi di farla franca anche questa volta?"
"Sono lieto di vedere che ti preoccupi per me Ulloa ma non devi perchè se anche dovessi finire in carcere ho le mie conoscenze e ne uscirei in un men che non si dica. Non posso permettermi di lasciare la mia famiglia senza un capo che la guidi e la protegga non credi?"
Raimundo non poteva continuare a sentire quegli spropositi uscire dalla bocca di Salvador e di impeto si stava per scaraventare contro di lui ma Francisca, che fino a quel momento era rimasta in disparte, in un momento di lucidità lo trattenne
"Raimundo non ne vale la pena, lo conosco e sta dicendo tutto questo per provocarti! non abbassarti al suo livello..." disse la donna
"Bene dunque adesso hai trovato il coraggio di parlare anche tu..." disse Salvador contro sua moglie 
"Sai benissimo che non mi è mai mancato il coraggio..." Francisca iniziò anche lei a scaldarsi e ribattere alle battute del marito
"Si si ti conosco bene Francisca, forse anche meglio di Raimundo sotto certi aspetti!" la malizia in quelle parole di Salvador e anche nel suo sguardo erano ben evidenti
"L'unica cosa che tu hai sempre ottenuto da me è stata indifferenza e quello che non ti volevo dare te lo sei sempre preso con la violenza e la forza. Non ti ho mai amato Salvador..." l'intento di Francisca era quello di togliere quel sorriso dal volto dell'uomo
"Non temere Francisca che questo l'ho sempre saputo ed è per questo che ti ho reso la vita difficile, mi divertiva vederti soffrire come tu facevi soffrire me con la tua lontananza e indifferenza!"
"Tu sei solo un pazzo!" affermò Francisca
A quelle parole Salvador si stava per scaraventare contro la moglie e dargli uno schiaffo ma Raimundo la protesse e respinse l'uomo
"Salvador non ti azzardare ad avvicinarti ancora a lei o ti posso giurare che non vedrai più la luce del sole!"
"Non sei nella posizione di dettare regole Ulloa, è mia moglie e la legge mi permette di farne ciò che più mi aggrada!"
"La legge in questo momento è contro di te, sei ricercato per tentato omicidio e non ci vorrà molto prima che tu finisca in carcere!"
"Non credere Raimundo, come ti ho già detto ho le mie conoscenza! Ora però veniamo alle cose importanti... ho un accordo da proporvi!" aspettò un attimo prima di continuare, forse cercava una qualche reazione dai due amanti e poi riprese dicendo "Lascierò in pace Tristan se Francisca tornerà al mio fianco e smetterete di vedervi!"
"Tu sei completamente folle, non ti lascierò mai mio figlio e la donna che amo!"
"Non ho finito Ulloa...inoltre tu Raimundo dovrai sposarti con Donna Agueda, solo in questo modo starete veramente lontani!"
"Sei un pazzo se credi che noi accetteremo questo accordo..."
Francisca rimase in silenzio, aveva capito completamente le sue intenzioni e era quasi sicura che dietro a questo suo piano ci fosse anche lo zampino di Agueda Mesia.
"Io non permetterò mai una cosa del genere! Mi hai capito Salvador?" riaffermò l'uomo sperando di trovare sostegno anche nella sua amata, cercò di incrociare il suo sguardo ma a nulla valsero i suoi sforzi.
Francisca era persa nei suoi pensieri, forse stava escogitando un modo per uscire da quella situazione pensò Raimundo e così per riportarla alla realtà pronunciò il suo nome "Francisca...cosa ti prende? dì qualcosa!"
La donna era rimasta in silenzio, proprio come pensavo Raimundo, per capire cosa sarebbe stato meglio fare. 
Non poteva permettere che suo figlio fosse nuovamente in pericolo e tantomeno il suo amore così prima guardò il suo amato neglio occhi cercando di fargli capire le sue intenzioni e poi disse sorprendendo tutti i presenti "Va bene Salvador!...tornerò alla Villa con te."



P.S scusate se ho tardato a aggiornare questa storia ma ho avuto dei problemi che mi hanno tenuta impegnata e avevo poca voglia di scrivere. Questa storia inoltre non mi sta entusiasmando troppo ma cercherò comunque di finirla ;)

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Capitolo 13
*** La speranza ***


Quelle parole appena uscite dalla bocca della sua amata non potevano essere vere pensò Raimundo.
"Cosa stai dicendo Francisca?! sei impazzita?!" disse l'uomo quasi in preda al panico pensando alla follia del gesto appena compiuto dalla donna.
Si stava trascinando con le sue stesse mani nella tana del lupo, una tana che lei già conosceva perfettamente visto che aveva passato lì la maggior parte della sua vita.
La Villa era sempre stata la casa di Francisca fin dalla sua nascita, un rifugio che lei sognava di poter condividere in futuro con la famiglia che avrebbe formato con Raimundo ma quando questo sogno si tramutò in incubo quella casa divenne luogo di sofferenza e non solo per lei se non anche per i suoi figli. Questo era quello che più la faceva soffrire.
Lei aveva potuto avere una infanzia felice ma questo non fu possibile per i suoi figli.
"No Raimundo questa è la soluzione migliore per entrambi!" rispose la donna
"Non arrenderti Francisca te ne prego..." implorò l'uomo sperando che la sua amata cambiasse idea.
Francisca sapeva che se avesse continuato a esporre le sue ragioni in modo razionale Raimundo mai avrebbe ceduto così decise di abbandonare le vesti della donna che era diventata negli ultimi mesi al fianco del suo amato per ritornare a rivestire i panni della donna crudele e senza cuore che era al fianco del marito
"Ulloa piantala con le tue moine non mi farai cambiare idea! Ho preso la mia decisone e tornerò a casa con..." esitò un attimo perchè pronunciare quelle parole la facevano soffrire e sapeva che pronunciandole avrebbe fatto soffrire anche il suo amato "...mio marito!"
"Non ti credo!" replicò nuovamente Raimundo sperando di veder cedere Francisca
"Credici Ulloa! non farmi dire quello che realmente penso di questa situazione!"
"Forza dillo tanto non puoi farmi più male di quello che me ne stai facendo con la tua decisione! per una volta nella tua vita dì le cose chiare Francisca!"
"Lo hai voluto tu...Pensavo che avremmo potuto avere un futuro insieme ma questi mesi al tuo fianco mi hanno fatto capire il contrario, non voglio un uomo come te vicino!"
Fu un colpo al cuore per l'uomo.
"Stai dicendo queste cose solo per farmi soffrire..."
"Pensa quello che vuoi Raimundo!" esitò un attimo e poi concluse "Addio Ulloa!"
Uscì dal capanno insieme a Salvador consapevole di quello che aveva appena fatto e del grande dolore che stava arrecando all'uomo che tanto amava e anche consapevole del futuro che le si prospettava innanzi.
Uscendo incorciò lo sguardo di Raimundo, cercò di fargli capire che tutto ciò che aveva fatto era per il suo bene e per quello di loro figlio. 
Sapeva che tra loro bastavano solo degli sguardi per intendersi e sperava che anche in quella occasione l'uomo avrebbe potuto comprenderla.

Raimundo cercava di non pensare alle parole pronunciate da Francisca perchè sapeva benissimo che non fossero dettate dal cuore ma bensì dalla ragione e si concentrò sui suoi occhi.
La conosceva da quando erano solo dei bambini e mai i suoi occhi lo avevano ingannato, la sua amata si era appena sacrificata per lui e per loro figlio Tristan e non sapeva come poterla tirare fuori da quella situazione.
L'unica cosa che gli venne in mente era andare a parlare con Donna Agueda, la donna che secondo Salvador Castro sarebbe dovuta diventare sua moglie.
Aveva avuto modo di conoscere quella donna e secondo il suo istinto se gli avesse aperto il suo cuore lei non avrebbe potuto fare altrimenti che aiutarlo in questa battaglia.

Non ci volle molto tempo prima che tra Salvador e Francisca ricominciassero le liti che erano sempre state consuetudine in quella casa.
Salvador quella sera era ritornato a casa ubriaco e sua moglie era ormai abituata a quella situazione.
Conosceva persino ogni minimo movimento che il marito avrebbe fatto nei suoi confronti perchè quasi ogni sera si ripetevano.
Francisca era già nella sua camera da letto ma sapeva che da lì a poco il marito sarebbe entrato e per lei non ci sarebbe stato scampo.
La portainfatti dopo poco si aprì e un Salvador barcollante e più ubriaco che mai entrò
"Cosa diavolo ci fai qui Salvador?" chiese retoricamente Francisca mentre si alzò di scatto dal letto
"Cosa credi?! siamo marito e moglie..." quasi l'uomo non si reggeva in piedi da quanto alcool aveva in corpo
"Non ne hai avute abbastanza di donne questa notte?! io credo di si quindi lasciami in pace!" la donna sapeva che quelle parole non lo avrebbero fermato e infatti le si scaraventò addosso e inziò a percuoterla con la sola intenzione di possederla.
Francisca non sopportava la sua vicinanza gli facevano ribrezzo le sue sole mani sul suo corpo, sentire la sua bocca sul suo collo e l'odore di alcool che emanava.
Non sopportava ulteriormente quella situazione e cercò di svincolarsi dalle braccia del marito che la teneva schiacciata sotto di sè ma a nulla valsero i suoi sforzi.
"Salvador lasciami..." disse per poi continuare dicendo "Lasciami, non sopporto la tua vicinanza mi fai schifo!"
All'uomo non importavano le parole ma solo prendersi quello che secondo la sua mente era di sua proprietà così continuò fino a quando non si sa come e con quale forza Francisca riuscì a liberarsi e fuggire verso la porta che però era stata chiusa accuratamente a chiave dal marito.
Non aveva via di fuga pensò.
Salvador le si avvicinò ma questa volta non con le stesse intenzioni, era come se gli fosse passata qualsiasi voglia.
I suoi occhi si fermarono per un attimo in quelli di Francisca che era appoggiata alla porta e tremava all'idea di quello che il marito potesse farle.
Salvador era infuriato e Francisca lo sapeva bene, non gli piaceva essere rifiutato e ogni volta che lei lo aveva fatto in passato ne aveva pagato le conseguenza, questa volta l'uomo la prese per un braccio, glielo strinse forte con il solo fine di farle male e poi la scaraventò via gettandola per terra lontano dalla porta.
Aprì la porta e uscì sbattendola talmente forte da far svegliare chiunque alla Villa.
Francisca rimase a terra, alcune lacrime le stavano segnando il volto e non aveva le forze per rialzarsi.
Leonor che aveva sentito l'accaduto uscì dalla sua camera per recarsi in quella di Francisca e non appena la vidè per terra disse
"Cosa ti è successo? forza ti aiuto a alzarti!" mentre la aiutava a sedersi sul letto.
"Niente tata. Niente di cui ti debba preoccupare!"
"Come niente?! lo ha sentito tutta la villa che è successo qualcosa! Lo sappiamo entrambe che presto o tardi mi racconterai tutto quindi meglio se lo fai ora e senza giri di parole coraggio!"
"Non c'è niente da dire Leonor...sai come è Salvador! Siamo ritornati alla normalità!"
"Questa non è la normalità e tu lo sai benissimo figliola!"
"Cosa dovrei fare allora tata?! io non lo sò più..." e scoppiò in lacrime 
"Reagisci Francisca! Non ti sei mai fatta abbattere..."
"Questa volta tutto è contro di me e contro Raimundo!"
"Non dire così che una soluzione insieme la troverete!"
"Non c'è più nessuna soluzione Raimundo mi starà odiando per le parole che gli ho detto e se mai dovessi lasciare Salvador lui mi denuncierebbe per adulterio e farebbe del male a Tristan. Non posso permettere che questo accada!"
La disperazione che provava Francisca era tanta, aveva assaporato anche se per poco tempo la vita accanto a Raimundo, quella vita che avrebbe dovuto essere loro fin da giovani e ora in un attimo era tutto svanito e era nuovamente sprofondata nell'oblio insieme al mostro di Salvador Castro.
"Non essere così pessimista figliola, non è proprio da te! c'è sempre una soluzione..." la tata cercava di spronarla in ogni modo
"Io l'unica possibilità che vedo è o la mia vita o quella di Salvador!" quella affermazione suonava tanto di minaccia
"Non dire stupidaggini Francisca! Non voglio più sentirti dire una cosa del genere altrimenti gli schiaffi che non ti ho dato da ragazzina te li dò ora!"
La tata non poteva vedere come la sua piccola si stava autodistruggendo e l'idea che potesse compiere un gesto così estremo le facevano dimenticare la sua posizione di sola domestica in quella casa.
"Tata ora se non ti dispiace sono molto stanca e vorrei riposare!" concluse Francisca
"Daccordo figliola! e stai tranquilla che una soluzione la troveremo..."

Il giorno seguente di primo mattino Raimundo uscì dalla sua locanda e si incamminò verso il AJaral.
Non appena arrivato venne ricevuto con tutta cortesia da Donna Agueda Mesia
"Che piacere vedervi qui Don Raimundo! Fatemi l'onore di fare colazione con me..." disse la donna facendogli cenno affinchè si accomodasse.
"Donna Agueda non sono qui per una visita di cortesia se non per parlarvi di una questione alquanto delicata!"
"Così mi fate preoccupare però...forza ditemi tutto e non indugiate oltre!"
"A dire il vero non so da dove poter cominciare!"
Raimundo sapeva di dover misurare le parole perchè qualsiasi sua richiesta fatta con i termini sbagliati avrebbe potuto portare a reazioni opposte a quelle da lui sperate.
"Coraggio Raimundo non siete un uomo da giri di parole!"
"Avete ragione! Dunque... oggi sono venuto qui per aprirmi il mio cuore e espormi le mie preoccupazioni..."
"Continuate..."
"Sono al corrente che voi e Salvador Castro avete tramato un piano contro me e Francisca... per separarci! Sò che voi siete una donna ragionevole e intelligente e che se vi chiederò aiuto voi me lo concederete..."
"Di cosa state parlando?"
"Francisca ha accettato di ritornare al fianco di Salvador solo per paura che lui facesse del male a me o a Tristan...io non posso più permettere che lei si sacrifichi per entrambi e ho deciso di chiedervi una mano! Siete la mia ultima speranza Donna Agueda!"
"E ditemi per quale ragione dovrei aiutarvi?"
"Spero che me lo concederete perchè sò che siete una donna buona e non farete trionfare il male e la cattiveria sull'amore. L'amore più profondo...quello che io provo fin da bambino per Francisca Montenegro e che ci è sempre stato impedito di vivere!"
Donna Agueda sembrava tentennare davanti a quelle parole, da una parte sapeva che mai quell'uomo sarebbe stato innamorato di lei ma dall'altra provava una profonda gelosia nei confronti di quella donna che occupa un posto d'onore nel cuore di Raimundo.
"...Anche se volessi aiutarvi non saprei in che modo!"
"Avete molte conoscenze e magari riuscite a far incarcere Salvador per i suoi molteplici crimini..."
"Le mie conoscenze sono pari alle sue e se anche finisse in carcere state pur certo che troverebbe il modo per uscirne!"
"Io non sò più come uscire da questa situazione..."
"Vi aiuterò Don Raimundo non disperate... persino un cieco si accorgerebbe del vostro amore per Francisca e io non sono nessuno per dividervi! farò il possibile..." concluse la donna
Raimiundo abbandonò il AJaral con una speranza, era proprio quella che cercava e per fortuna c'era ancora qualche spiraglio di luce per lui e la sua amata.



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Capitolo 14
*** E' la tua vita o la mia ***


Alla Villa erano passati giorni da quel brutto scontro tra marito e moglie, giorni infiniti per Francisca che non riusciva a pensare a altro che non fosse un modo per uscire da quella prigione e liberarsi per sempre del suo carceriere.
Tutto quello che gli passava per la testa o era illegale o era letale per uno dei due.
Ma la donna era arrivata a un punto di non ritorno, doveva fare qualcosa non solo per il suo bene ma anche perchè si sentiva in debito con i suoi figli. 
Li aveva fatti soffrire troppo fin da piccoli e ora era arrivato il momento di riscattarsi e far vedere una volta per tutte che almeno in questa occasione era una buona madre.
Avrebbe sempre voluto esserlo soprattutto con suo figlio maggiore, quel bambino che fu l'unico spiraglio di gioia nella sua vita.
Purtroppo non sentiva lo stesso per sua figlia Soledad. 
Conosceva bene i motivi di quella freddezza nei suoi confronti e anche se cercava di reprimere la sua avversità il suo cuore glielo impediva sempre.
Ciò che le faceva più rabbia era non riuscire a superare quel muro che non le permetteva di relazionarsi con lei, la Francisca di un tempo si sarebbe vergognata della madre che era diventata ora.
Una madre che aveva anteposto l'odio per il marito all'amore per la propria figlia.
Quella bambina infatti non era stato frutto dell'amore se non della violenza e ogni volta che se ne ritrovava in presenza non faceva altro che ricordargli tutta la sua sofferenza. Quella bambina e ora quella ragazza però non ne avevano colpa, avevano sempre cercato l'affetto e la protezione materna che però Francisca mai riuscì a dargli suo malgrado.
Ora però sentiva di dover fare qualcosa anche per lei, era suo dovere.
Francisca colse l'occasione per scendere giù nello studio mentre il marito non si trovava nei paraggi e aprì uno dei cassetti appositamente chiusi a chiave e da lì prese la pistola che poco tempo prima lo stesso Salvador aveva usato contro di lei.
Mentre usciva dallo studio si scontrò con Leonor preoccupata dell' atteggiamento della donna negli ultimi tempi
"Francisca cosa fai con quell' arma tra le mani?" disse la tata, ora non solo preoccupata ma anche terrorizzata dalle intenzioni di Francisca.
"Leonor per favore non immischiarti nelle mie questioni!"
"Come non mi devo immischiare?! cosa pensi di fare con quella pistola?" ripropose la stessa domanda sperando di ottenere risposta più esaustiva.
"Non te lo ripeterò un'altra volta tata...è una questione solo mia!" questa volta il tono di Francisca era più severo.
"Hai perso completamente il senno figliola!"
"Forse hai ragione ma così non posso più andare avanti!" disse Francisca abbandonando il salone con l'arma in mano e lasciando la tata con i suoi dubbi.
Cosa voleva dire con quelle parole?! Cosa aveva intenzione di fare?! forse voleva uccidere suo marito o cosa ancor peggiore voleva togliersi la vita?!
Dubbi a cui la tata non riuscì a darsi una risposta e l'unica cosa che gli passò per la testa era di chiedere aiuto all'unica persona possibile e immaginabile, Raimundo Ulloa.
Non esitò un attimo e uscì dalla Villa per recarsi alla Locanda dell'uomo.

Poco dopo arrivò alla Locanda e venne accolta direttamente da Raimundo stupito dal vederla
"Leonor cosa fate qui a questa ora della sera? forza sedetevi e raccontatemi tutto!" disse l'uomo vedendo la preoccupazione negli occhi della donna che aveva fatto da madre anche a lui quando era solo un bambino.
Se si era avventurata in tarda sera per andare alla sua locanda qualcosa era succeso certamente pensò e quel qualcosa non era assolutamente niente di buono.
"Non sò da dove cominciare figliolo...forse sono solo le fantasie di una povera vecchia ma qualcosa di terribile sta per succedere alla Villa!"
"Forza parlate..." disse Raimundo che iniziava a agitarsi davanti a quelle affermazioni
"Sono stati giorni, anzi settimane difficili alla Villa tra Don Salvador e Francisca e ora lei sembra aver preso una decisione ma non sò di cosa si tratti perchè non vuole farne parola..."
"E cosa ti preoccupa di tutto questo?! non vedo il problema se finalmente Francisca ha deciso cosa vuole dalla sua vita!"
"Quello che mi preoccupa è quello che ho visto!"
"E cosa hai visto?"
"Lo sguardo di Francisca completamente perso, è come se non avesse più alcuna ragione per vivere...e quello che più mi preoccupa è che stasera l'ho vista prendere una pistola!"
"Tata ma cosa stai dicendo?"
"La verità figliolo... ho paura che Francisca faccia una pazzia!"
"No Francisca mai sarebbe capace di uccidere qualcuno!"
"Non è questo quello che più mi preoccupa..."
"NO! NO tata non pensarlo nemmeno..." affermò l'uomo alzando il tono di voce e alzandosi di scatto dalla sedia sulla quale era rimasto fino a quel momento seduto.
"Tu non la hai vista in questi giorni, ti assicuro che non è in sè!"
"Devo fermarla! qualunque cosa abbia in mente...." disse l'uomo, prese fiato e poi continuò "Non posso perderla di nuovo!"
Raimundo lasciò di corsa la sua locanda e con una forza che non pensava più di avere data l'età si diresse al AJaral per cercare l'aiuto dell'unica persona che poteva evitare una tragedia.
"Don Raimundo cosa fate qui a quest'ora della notte?"
"Mi dispiace importunarvi data l'ora ma le circostanze non mi permettono altrimenti!"
"Cosi mi farete preoccupare...forza raccontatemi!"
"Dovete aiutarmi, ho paura che alla Villa questa notte succederà qualcosa di irrimediabile..."
L'uomo spiegò tutte le sue preoccupazioni alla donna che lo ascoltò molto attentamente e una volta acclarata la gravità della situazione si accordarono sul da farsi.

...
Intanto alla Villa Francisca si trovava data la tarda ora nella sua camera da letto sapendo perfettamente in ogni minimo dettaglio quello che avrebbe dovuto fare da lì a poco.
La pistola che aveva preso dallo studio era stata accuratamente nascosta dietro la sua schiena non appena sentì rincasare suo marito.
Sapeva che tornando a quella ora Salvador sarebbe stato ubriaco e sarebbe entrato nella sua stanza con le solite cattive intenzioni, ma questa volta non era disposta a far sì che succedesse.
Come previsto non tardò molto a presentarsi davanti alla moglie, si chiuse dietro sè la porta e le si avvicinò con la sua aria di uomo potente che ottiene sempre ciò che vuole. Non aveva però fatto i conti con Francisca Montenegro quella sera.
"Perchè mi guardi così cara moglie?!" disse ridendo Salvador
"Perchè mi piace vedere con quale insistenza ogni volta cerchi sempre di entrare nella mia stanza sapendo perfettamente come andrà a finire..."
"A cosa si deve questo sarcasmo Francisca? sai benissimo come andrà a finire..."
"No sei tu che non sai come questa notte andrà a finire..."
"Non farmi ridere Francisca, cosa mai potrebbe farmi una donna come te?!" in realtà l'uomo sapeva che quella donna sapeva essere malvagia quanto lui ma in quella occasione non credeva possibile una sua reazione.
"Non mettermi alla prova Salvador..."
L'uomo non proferì più alcuna parola e passò direttamente alle azioni.
Le si avvicinò pericolosamente afferrandola in modo che non potesse muoversi e la buttò sul letto.
In un attimo Francisca si trovò nuovamente in trappola, schiacciata dal corpo dell'uomo che per anni gli aveva fatto soffrire l'indicibile.
Con una forza che nemmeno lei sapeva di avere riuscì a spingerlo via e alzarsi dal letto e prendere la pistola che teneva nascosta dietro sè per impugnarla a sangue fredda contro Salvador che era ancora a terra immobile osservando il gesto appena compiuto dalla moglie.
"Non dici più niente Salvador?!" disse Francisca osservandolo dritto negli occhi
"Pensi di spaventarmi Francisca?" l'uomo cercava di nascondere la paura che in realtà provava. Conosceva sua moglie, sapeva che i motivi non le mancavano per compiere quel gesto e nemmeno il coraggio.
"Invece dovresti avere paura..."
"Non avrai mai il coraggio di premere quel grilletto...ti conosco!"
"Su questo ti sbagli, ora non ho più nulla da perdere! E' giunto il momento che tu paghi per il male che ci hai causato..."
Salvador stava piano piano assumendo consapevolezza, sua moglie non stava scherzando e avrebbe veramente sparato contro di lui senza pensarci due volte.
La fortuna anche in quella occasione fu dalla sua parte, la porta della camera infatti si aprì di scatto.
Era Raimundo che mai avrebbe voluto assistere a quella scena. La sua piccola stava per diventare una assassina e tutto perchè lui non aveva fatto nulla per starle vicino.
"Francisca abbassa quell'arma!" esclamò l'uomo assistendo impotente a quella scena
La donna distolse per un attimo lo sguardo dal marito per rivolgerlo verso Raimundo e dire "Raimundo vattene!" ma quell'attimo fu sufficiente affinchè Salvador si alzasse in piedi e scaraventasse contro Francisca per disarmarla.
Uno scontro che durò pochi secondi alla fine dei quali la situazione si capovolse totalmente.
I propositi della donna, il piano che aveva ordito meticolosamente erano andati in fumo.
Ora a impugnare l'arma era Salvador e contro l'ultima persona che avrebbe voluto mettere in pericolo, Raimundo.
"E ora Francisca?! non fai più tanto la coraggiosa vero?!"
"Ti prego non farlo Salvador!"
"Come?! ora mi implori?! stai tranquilla che non sarà lui la mia vittima..."
"Che cosa stai dicendo Castro?" chiese perplesso Raimundo non capendo il senso di quella affermazione appena fatta
"Ora noi tre scenderemo giù in salone e aspetteremo..." disse Salvador
"Che cosa hai in mente Salvador?" chiese la moglie
"Non lo immagini Francisca?! se ti impegni ci puoi arrivare..."
La donna aveva capito perfettamente le sue intenzioni mentre Raimundo risultava ancora perplesso
"Francisca di cosa sta parlando?" chiese osservando lo sguardo spaventanto della sua amata.
"Salvador uccidi me ma non fare del male a lui!"
"Non ci sono suppliche che valgono! Assumiti le tue responsabilità, se tuo figlio muore sarà solo colpa tua!" concluse Salvador.
Ora Raimundo aveva capito tutto, in cuor suo sperava ancora che le cose sarebbero andate diversamente grazie all'intervento di Donna Agueda con cui si era accordato poco prima. Sperava che lei avrebbe fatto più in fretta che Tristan a rincasare.
Rimasero nel salone della Villa per un pò attendendo il ritorno di Tristan, Francisca continuava a supplicare Salvador di risparmiarlo mentre lui divertito faceva rigirare tra le sue mani quella pistola.
Sentirono un calesse fermarsi davanti l'ingresso principale della Villa e dopo pochi minuti la porta si aprì. 
Raimundo sperava di vedere entrare da quella porta la Guardia Civile ma le sue speranze andarono in frantumi quando vide che era suo figlio.
"Tristan vattene via..." urlò Francisca
Il giovane non fece in tempo a rendersi conto di nulla, alzò lo sguardo e vide Salvador puntargli contro una pistola e dietro di lui i suoi genitori che lo invitavano a scappare.
"Salutate per l'ultima volta vostro figlio..." a seguito di quella affermazione Salvador premette il grilletto contro Tristan tra le grida e la disperazione generale.

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Capitolo 15
*** Più vicini che mai ***


Furono secondi in cui nessuno dei presenti si rese conto dell'accaduto. 
La paura aveva preso il soppravento su Raimundo e Francisca che non poterono fare altro che guardare inermi quella orribile scena.
Tristan venne colpito dalla pallottola che Salvador gli sparò contro a sangue freddo senza pensarci due volte e cadde a terra privo di coscienza.
Salvador sentì che qualcuno stava per entrare nella Villa e di istinto scappò sapendo che quella volta aveva commesso un delitto orribile e con le sue stesse mani. 
Per fortuna venne fermato dall'arrivo della Guardia Civile.
Un arrivo che anche se non fu tempestivo servì almeno a catturare quel mostro che con forse un pò di buona sorte avrebbe passato del tempo in carcere.
Francisca non potè fare altro che correre incontro a suo figlio piangendo, si inginocchiò e lo prese fra le braccia sperando non fosse troppo tardi
"Raimundo corri a chiamare un medico...CORRI!!!" urlò non appena ebbe la conferma che Tristan fosse ancora vivo.
L'uomo non se lo fece ripetere due volte e uscì di corsa dalla Villa per chiedere aiuto ma si trovò a davanti a sè Donna Agueda che era giunta lì insieme alla Guardia Civile
"Raimundo dove andate così di corsa?" chiese la donna inconsapevole della quasi tragedia che si era appena consumata
"Devo correre a chiamare un medico..."
"Ma spiegatemi cosa è accaduto?" disse di nuovo
"Castro ha sparato a Tristan e ora è grave..."
Agueda aveva capito perfettamente la situazione e la disperazione dell'uomo che non potè fare altro che offrirgli il suo sostegno e aiuto
"Non preoccupatevi manderò subito uno dei miei uomini a chiamare Don Pablo! Voi tornate dentro... da vostro figlio!"
"Ve ne sarò per sempre grato!" disse Raimundo e non facendoselo ripetere due volte rientro alla Villa.
Si chinò al fianco di Francisca ancora a terra accanto a loro figlio
"Dobbiamo portarlo in una stanza tra poco arriverà il dottore!"
"Raimundo non può morire..." disse Francisca disperata stringendo al suo petto il figlio. 
"Non morirà Francisca..." rispose l'uomo che pronunciò quelle parole incurante del fatto che non ci fossero certezze. 
Stava soffrendo come non mai nella sua vita vedendo la sua amata in quello stato e loro figlio inerme. Gli sembrava di vivere in un incubo.
"E' tutta colpa mia!" esclamò ancora Francisca.
"Non dire una cosa del genere..." per Raimundo non era il momento dei rimproveri perchè nessuno aveva la responsabilità dell'accaduto se non Salvador Castro e la sua infinita cattiveria.
Leonor era appena rincasata alla Villa e si trovò davanti quella scena straziante, il suo cuore si spezzò in mille pezzi al veder Tristan in una pozza di sangue e accanto a sè i suoi genitori.
La tata sapeva bene l'amore che Francisca provava per quel giovane fin dalla sua nascita e era consapevole che se mai gli fosse successo qualcosa lei non si sarebbe mai ripresa da quel colpo.
Dopo che questi pensieri gli passarono per la mente decise di prendere in mano la situazione
"Faccio chiamare Mauricio e i suoi uomini affinchè ci aiutino a portarlo nella sua stanza!"
"Va bene Leonor..." rispose Raimundo
L'uomo non potè fare altro che stringere a sè Francisca che a sua volta stringeva Tristan tra le braccia.
La donna continuava a stringerlo sperando così di poterlo proteggere e salvare.
Pochi minuti dopo ritornò Leonor con degli uomini che si preoccuparono di spostare Tristan. 
Ci volle un pò prima di convincere sua madre a lasciare andare Tristan ma Raimundo ruiscì a farla desistere e lasciò la presa.
Mentre portavano il giovane su per le scale lei e Raimundo rimasero ancora a terra in fondo alle scale. Lei cercava le forze per potersi alzare e lui invece sperava di avere la forza necessaria per fare coraggio a Francisca.
La teneva ancora stretta tra le sue braccia come a fargli sentire che anche lui stava soffrendo e che dovevano restare vicini per superare questo momento.
"Non può morire..." continuava a ripetere la donna mentre sul suo volto le lacrime scendevano come fossero cascate.
Erano lacrime di sofferenza, preoccupazione ma soprattutto di responsabilità. Si sentiva colpevole per l'accaduto.
Era stata lei a prendere quella pistola dal cassetto dello studio, era stata lei a puntarla contro Salvador e era stata lei che non l'aveva usata prima che lo stesso Salvador potesse usarla contro suo figlio.
"Francisca devi alzarti..." disse Raimundo cercando di prendere la donna per aiutarla a alzarsi sulle sue gambe.
Francisca si fece coraggio e con l'aiuto di Raimundo si alzò ma le forze sembrava le venissero meno, l'uomo la sostenne e piano piano la aiutò a sedersi sul divano nel salone.
"Voglio salire da Tristan..." disse non appena si sedettero
"Prima recuperi le forze poi andremo! Non posso preoccuparmi anche per la tua salute..."
Intanto la tata aveva portato dei bicchieri d'acqua fresca per entrambi
"Forza bevete e cercate di mantenere la calma! Don Pablo è appena arrivato e ora si sta occupando di Tristan..."
"Devo salire!" Francisca riconfermò la sua intenzione
"Don Pablo mi ha detto che non appena avrà maggiori notizie verrà a informarci non è necessario che saliate! non possiamo fare altro se non aspettare..."
"Leonor ha ragione, restiamo qua e vedrai che a breve il dottore ci verrà a informare!" disse Raimundo prendendo tra le sue mani quelle della sua amata, erano fredde e tremavano e lui non potè fare altro che stringerle ancora più forte e dire "Non temere nostro figlio ce la farà..."
Francisca al sentir pronunciare quelle parole, "nostro figlio", non si sentiva più sola e piano piano anche le sue mani cessarono di tremare perchè strette a quelle dell'amore della sua vita.
Insieme avrebbero superato anche questa, voleva almeno crederci.

Era notte fonda, le ore sembravano non passare mai e le notizie che tutti ambivano sentire non arrivavano mai.
A Raimundo, Francisca e Leonor in salone si aggiunse anche Soledad che era stata prontamente messa al corrente dell'accaduto e dentro di sè quasi egoisticamente ringraziava non essere stata presente per assistere a quella scena. 
Probabilmente suo padre avrebbe dato lo stesso destino anche a lei.
Quasi con sorpresa, nonostante tutti gli ultimi avvenimenti, Raimundo e Francisca erano seduti sul divano a attendere notizie ma la stanchezza prese il sopravvento su di loro e si addormentarono sul divano del salone abbracciati.
Raimundo stringeva tra le sue braccia l'unica donna che avesse amato nella sua vita e questo lo rendeva felice nonostante il motivo per cui lo faceva non era dei migliori.
Arrivarono le prime luci dell'alba e con loro finalmente Don Pablo scese per le scale della Villa per portare informazioni alla famiglia.
Leonor svegliò i due genitori e Soledad e una volta ripresa coscienza ascoltarono ciò che il dottore doveva dire
"Donna Francisca vostro figlio ha perso molto sangue e è ancora incosciente! Ho estratto la pallottola e ho potuto accertare che non ci sono stati danni a organi e tessuti ma purtroppo la grossa perdita di sangue non gioca a nostro favore...è troppo debole e questo potrebbe essergli fatale!"
A quelle parole Raimundo di istinto strinse nuovamente tra le sue braccia Francisca il cui viso era ormai segnato dalle lacrime e dalla stanchezza.
"E cosa possiamo fare?..." era l'unica cosa che la madre riuscì a dire quasi avendo paura della risposta.
"Medicamente parlando a vostro figlio servirebbe una trasfusione!" rispose il dottore.
"Facciamogliela allora! cosa state aspettando?!" ribattè nuovamente Francisca che non si spiegava perchè Don Pablo stesse aspettando tanto per procedere.
"Signora prima di fare una trasfusione dovremmo fare delle analisi per vedere se il vostro sangue o quello di vostra figlia sono compatibili. Non possiamo rischiare ulteriormente!"
A quel punto intervenne Raimundo
"Usate il mio!"
"Cosa state dicendo Don Raimundo? non posso dare a Don Tristan il sangue di chiunque..." 
Raimundo esitò un attimo a rispondere perchè non sapeva come Francisca avrebbe reagito se la notizia avesse iniziato a circolare ma la circostanza non gli permise di fare altro
"Sono suo padre! sarò sicuramente compatibile!"
"Raimundo cosa dite?"
"E' vero!" intervenne Francisca "Raimundo è il padre di Tristan! è possibile che sia compatibile?"
Alla donna non interessava che la verità era uscita allo scoperto, l'unica cosa rilevante era salvare suo figlio.
"Si le probabilità sono decisamente maggiori se a donare è il padre ma anche in questo caso non me la sento di rischiare! Faremo le analisi e aspetteremo i risultati!"
"E' non sarà rischioso aspettare l'esito?" chiese Leonor preoccupata che lo scorrere del tempo potesse essere letale per il giovane
"Per il momento Don Tristan è ancora stabile e possiamo permettercelo inoltre facciamo ora i prelievi nel giro di poche ore avremo i risultati. Date le circostanze i tempi saranno brevi..."
Il dottore non esitò un attimo a prelevare il sangue ai presenti e mandarli a analizzare
"Non appena avrò i risultati tornerò alla Villa e procederemo alla trasfusione. Per il momento state vicino al ragazzo e tenetegli sotto controllo la temperatura, se si alza non esitate a chiamarmi immediatamente!"
"Sarà fatto Don Pablo!" così Leonor accompagnò il medico alla porta e ritornò in salone.
"Francisca...Raimundo sarebbe meglio se riposaste un pò!"
"No tata devo stare al fianco di Tristan! riposerò quando saprò che è fuori pericolo..." rispose Francisca
"Vengo con te!" aggiunse Raimundo e così si allontanarono insieme.
In salone rimasero Soledad e Leonor
"Hai visto come mia madre è preoccupata per mio fratello?! se ci fossi stata io al suo posto non sarebbe stato così..."
"Non dire sciocchezze figliola! tua madre ti vuole bene e avrebbe agito allo stesso modo!"
"Se ti fà piacere pensarlo tata fai pure! io sono solo realista...e in fondo non gliene faccio nemmeno una colpa!"
Soledad si allontanò anche lei dal salone e andò a riposare dato che in quella circostanza nulla poteva fare per aiutare.
Leonor era dispiaciuta per le parole della ragazza, sapeva che in quelle parole c'era la verità. L'aveva sempre saputo che Francisca non aveva riservato lo stesso trattamento per i suoi figli e glielo aveva sempre rimproverato ma aveva compreso anche le ragioni della donna.

Intanto nella camera di Trsitan sia Francisca che Raimundo si sedettero accanto a lui, Raimundo prese la mano di Francisca tra le sue e disse per tranquillizzarla
"Vedrai che starà bene!"
"Lo spero Raimundo...lo spero!" rispose la donna guardando negli occhi l'uomo come se cercasse la sua vicinanza e il suo conforto.
"Non devi solo sperarlo ma anche crederci!"
"Vorrei avere anche solo la metà del tuo ottimismo!"
"Per questo sono qui...per infonderti un pò di ottimismo! è questo che si fà in una coppia..."
"Non sò come ho fatto tutti questi anni lontano da te..."
"Non rivanghiamo il passato ora Francisca... Non serve a niente!"
"Hai ragione..."
"Pensa solo che tra poco tutto tornerà alla normalità e potremo finalmente stare insieme come una famiglia! Non desidero altro..."
"Nemmeno io..." concluse la donna.
Raimundo le si avvicinò e le diede un bacio. Uno di quelli che riuscivano a far dimenticare a Francisca qualsiasi preoccupazione.

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Capitolo 16
*** L'attesa ***


Madre e padre non si allontanarono nemmeno un momento dalla camera di Tristan nonostante tata Leonor continuasse a consigliare loro riposo.
Per loro era impossibile abbandonare il figlio in quelle condizioni, senza sapere che fosse fuori pericolo e che presto si sarebbe svegliato.
Francisca non potè fare altro in quelle ore di attesa che ripercorrere il suo passato e quello di suo figlio. Un passato in cui nonostante le innumerevoli sofferenze arrecate da Salvador Castro lei aveva sempre cercato di non far mancare mai il suo amore a quel bambino che aveva portato speranza e gioia nella sua vita.
Ricordò tutte le volte in cui quel bambino era riuscita a farla ridere anche nelle situazioni peggiori grazie alla sua spiccata intelligenza. Si, era sempre stato un bambino sveglio e questo Francisca lo sapeva, aveva preso decisamente dal padre la sua curiosità e quella capacità di non farsi mai abbattere da alcuna difficoltà.
Con il passare degli anni infatti quel bambino si era fatto un ragazzo e poi un uomo da una morale invidiabile. Di questo suo malgrado Francisca non aveva meriti. Era stata un cattivo esempio sia per Tristan che per Soledad ma quello che lei aveva sempre voluto era renderli forti in modo che potessero superare tutte le difficoltà che la vita gli avrebbe posto davanti e che non si trovassero impreparati come lo fu lei.
Era completamente assorta nei suoi pensieri e Raimundo se ne accorse
"Francisca a cosa stai pensando?" chiese sperando di poter smorzare quel silenzio fastidioso che si era venuto a creare in quella stanza e che lo stava facendo impazzire
"Sto pensando a Tristan...a come fin da piccolo ti somigliasse!" rispose con tono nostalgico la donna
"Dici davvero?!" quelle parole risuonavano nella testa dell'uomo con grande orgoglio ma anche con una certa malinconia perchè non aveva potuto vedere con i suoi occhi quella somiglianza.
"In queste ore mi sono passati per la mente tantissimi ricordi... era un bambino sveglio e curioso! e non posso fare a meno di pensare che la sua vita sarebbe stata diversa se io...."
"Basta Francisca... con i rimproveri non si può cambiare il passato! Quello che è stato fatto è ormai superato, ora pensiamo al presente... e al nostro futuro!"
"Hai ragione Raimundo ma non posso fare a meno di colpevolizzarmi!"
L'uomo prese le mani di Francisca tra le sue e con quel solo gesto sperava di fargli sentire la sua vicinanza, il suo amore e la completa assenza di rimproveri nei suoi confronti per come aveva agito in passato.

Era tardo pomeriggio alla Villa e finalmente Don Pablo tornò con i risultati.
Tristan era stabile e la temperatura fortunatamente non si era alzata. Tutto questo faceva pensare che si sarebbe ripreso presto e velocemente.
"Prego dottore entrate e salite in camera!" disse Leonor dopo avergli preso il cappotto e indicato la via delle scale.
Il medico bussò alla porta e entrò con la sua valigetta nella quale c'erano tutti gli strumenti necessari per compiere la trasfusione che avrebbe fatto riacquistare a Tristan le forze necessarie per riprendersi
"Allora dottore chi è compatibile?" chiese immediatamente Raimundo
"Entrambi siete compatibili quindi decidete voi chi sarà a donare il sangue, io nel frattempo preparo tutto l'occorrente!"
"Ci penso io!" rispose prontamente Francisca. 
Doveva assolutamente fare qualcosa in modo da sentirsi meno colpevole per l'accaduto. 
Sapeva che quel gesto non sarebbe riuscito a riscattare una intera vita fatta di sbagli ma doveva pur iniziare da qualcosa.
Voleva essere una madre migliore o almeno provare a esserlo ed era certa che ora al fianco dell'uomo che amava più della sua stessa vita ci sarebbe riuscita.
"No Francisca voglio essere io a donare il sangue!" intervenne Raimundo che al contrario era mosso da altre motivazioni.
"Raimundo devo essere io a farlo... devo fare qualcosa per lui per non sentirmi come mi sento cioè colpevole!" la donnna espresse così le sue ragioni.
"Ti prego Francisca lascia che sia io a farlo!" l'uomo non voleva ritirare fuori le questioni del passato ma la situazione lo richiedeva "Lascia che faccia qualcosa per nostro figlio!"
Raimundo aveva bisogno di sentirsi suo padre e con quel gesto cercava di colmare tutte le mancanze. 
In fondo le motivazioni che li spingevano non erano poi così diverse, volevano essere entrambi dei genitori migliori.
Francisca lo guardò negli occhi e non potè fare altro che acconsentire. Non poteva negargli anche questo pensò tra sè e sè.

Dopo pochi minuti il dottore procedette a compiere la trasfusione e una volta conclusa fece le ultime raccomandazioni di rito
"Raimundo ora probabilmente vi sentirete debole per questo vi consiglio di riposare un pò, vedrete che in poche ore recupererete le forze!" 
"Non temete dottore mi assicurerò io che si riposi..." intervenne Francisca che sembrava preoccuparsi per tutti tranne che per sè stessa.
"Per quanto riguarda vostro figlio vale lo stesso. Credo che tra un paio di ore possa riprendere coscienza!" continuò Don Pablo
"Ve ne sarò eternamente grata dottore e ovviamente sarete ricompensato lautamente!" rispose la donna
"Ho fatto solo il mio dovere signora. Se mi permettete vorrei consigliare anche a voi di riposare, non avete una buona cera e sicuramente non avrete ancora chiuso occhio dall'accaduto!"
"Avete perfettamente ragione ma comprendetemi non potevo riposare sapendo mio figlio tra la vita e la morte."
"Dottore mi occuperò io di controllare che si riposi..." intervenne Raimundo ancora seduto sulla poltrona accanto al letto di Tristan rivolgendosi verso Don Pablo.
Il medico non potè fare altro che ridere davanti a quella scena, Donna Francisca e Don Raimundo erano sempre stati come il gatto e la volpe e non solo ai suoi occhi ma anche a quelli di tutto il paese e ora vederli così vicini e così amorevoli l'uno con l'altro era una vera sorpresa.
"Cosa è che vi fa tanto ridere Don Pablo?" chiese incuriosità Francisca
"Nulla Donna Francisca!" il medico preferì non esporre i motivi del suo sorriso, in fondo stava pur sempre parlando con Donna Francisca. Poi continuò "Ora se non vi dispiace il mio lavoro qui è terminato per oggi. Tornerò domani per controllare lo stato di salute del paziente!"
"Certo andate pure!" concluse la donna sorvolando sul fatto che dal dottore non aveva ottenuto alcuna risposta.
Don Pablo abbandonò la stanza e dopo pochi minuti vi entrò Soledad che voleva avere notizie sulle condizioni del fratello
"Madre ho appena visto andare via il medico, Tristan come sta?" chiese la ragazza che aveva sempre avuto un rapporto stupendo con suo fratello.
"Meglio figlia, meglio....Don Pablo dice che tra un paio di ore potrebbe riprendere coscienza!"
"Sono contenta!" replicò la giovane mentre osservava la madre avvicinarsi alla poltrona su cui era seduto Raimundo
"Forza Raimundo alzati! Il medico ha detto che devi riposare e non puoi farlo su questa poltrona!"
Soledad era decisamente stupita dall'atteggiamento della madre, le sembrava di vedere una donna completamente diversa davanti a sè.
"Ma non preoccuparti Francisca io sto comodo anche qui sopra!"
"Non se ne parla tu ora ti alzi e vai a distenderti nella mia stanza!"
"Solo se vieni anche tu con me!? Il dottore ha raccomandato anche a te riposo..."
"No io da questa camera non mi allontano!"
"Madre Don Raimundo ha ragione dovete riposare anche voi! resterò io con Tristan e se si dovesse svegliare sarete la prima a saperlo!"
"Ne sei sicura Soledad?"
"Certo madre!"
Francisca non se lo fece ripetere due volte anche perchè non aveva nemmeno le forze per ribattere e per imporre la sua volontà così insieme a Raimundo lasciarono la stanza di Tristan per recarsi in quella di Francisca per riposare.

Raimundo non appena entrò nella camera di Francisca non potè fare altro che guardarsi intorno incurisito.
Era decisamente la camera della sua piccola. 
Aveva un pò di nostalgia nel cuore non poteva pensare a altro se non che quella camera sarebbe dovuta essere stata anche sua fin da giovani. Avrebbero dovuta condividerla per il resto dei loro giorni ma il destino a volte è beffardo.
Francisca si accorse dello strano atteggiamente dell'uomo e così gli chiese
"Raimundo ti senti bene?"
"Si si non farci caso è solo la stanchezza!" rispose distratto continuando a guardarsi intorno
"Mi sembri a disagio..." replicò la donna
"No non sono a disagio sono solo incuriosito..." questa volta l'uomo rivolse lo sguardo verso Francisca
"Da cosa sei incuriosito?! dalla mia camera o dal disordine che le domestiche hanno lasciato?...sono delle scansafatiche!" disse la donna con tono sarcastico e anche abbastanza di rimprovero verso la sua servitù.
"Dalla tua stanza Francisca...dalla tua stanza!" disse Raimundo pensando che quella donna non sarebbe mai cambiata, aveva sempre qualcosa da rimproverare.
Era quello però il fascino di Francisca essere dolce e allo stesso tempo forte.
"Forza mettiti comodo e riposiamo! ne abbiamo bisogno entrmabi..."
E così fecero. Raimundo non se lo fece ripetere due volte, si sdraiò su quel letto comodo e profumato a cui si aggiunse dopo poco anche Francisca esausta come lui dagli ultimi avvenimenti.
L'uomo preso dall'istinto decise di prendere la donna tra le sue braccia e stringerla come avrebbe sempre voluto fare e così si addormentarono in pochissimo tempo. Stremati dalle forti emozioni.
Fecero entrambi una lunga dormita che li rigenerò completamente e come se fossero sintonizzati aprirono gli occhi nello stesso momento.
"Come hai riposato Francisca?" chiese l'uomo
"Benissimo..." la donna sentiva che il merito di quella serenità era solo dell'uomo che stava al suo fianco e così puntualizzò "...grazie alla tua presenza!"
Rimasero ancora un attimo così come se tutti i problemi non esistessero più ma a riportarli alla realtà ci pensò Soledad che di prima mattina bussò alla porta della camera della madre.
Un attimo di angoscia per entrambi quando sentirono aprire la porta per la paura di non ricevere buone notizie.
"Madre posso entrare?" chiese la giovane aspettando un qualche segno di assenso
"Certo figlia cosa aspetti!"
Soledad non appena entrò non potè trattenere un sorriso divertito nel vedere come sua madre e Raimundo si stavano impegnando a non far sapere a nessuno che avessero dormito insieme.
"Buongiorno... a entrambi!" disse la giovane sorridendo.
Francisca aveva capito che il loro tentativo era sfumato, non che ci fosse qualcosa di male ma per lei la sua intimità doveva rimanere tale.
"Buongiorno Soledad!" rispose Raimundo 
"Soledad sei venuta qui per farti due risate o per dirci qualcosa?" la donna era abbastanza scocciata dal fatto che la figlia li aveva sorpresi insieme e così l'unica soluzione era riprendere il controllo della situazione.
"Si madre perdonate...sono venuta a avvisarvi che Tristan si è svegliato e sta bene!"
Ci fu un respiro di sollievo sia in Raimundo che in Francisca dato che nel giro di pochi minuti avrebbero potuto finalmente riabbracciare loro figlio.

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Capitolo 17
*** La felicità è passeggera? ***


"Tristan come ti senti?" chiese tata Leonor appena giunta nella sua camera dopo aver ricevuto la bella notizia del suo risveglio.
"Come uno a cui hanno sparato senza alcun motivo!..." rispose il giovane mentre cercava di tirarsi un pò su dal letto.
La tata effettivamente non sapeva come giustificare l'accaduto ma poi Tristan continuò
"Non temere tata stavo scherzando! mi sento meglio, ancora un pò debole ma vedrai che mi riprenderò in fretta!"
"Sei un ragazzo forte e non ho dubbi di questo! ora però devi mangiare qualcosa, sei a digiuno da troppo tempo e quindi ti ho portato una bella e addondante colazione!"
"Grazie Leonor... senti ma i miei genitori?" chiese il ragazzo stupito del non vederli lì al suo fianco.
Ricordava poco dell'accaduto ma ciò che ricordava era che fossero presenti quando Salvador Castro gli sparò contro.
"Tata non sarà successo qualcosa anche a loro vero?" fu l'unica cosa che Tristan riuscì a chiedere.
"No no per l'amor del cielo loro stanno bene. Ti sono stati tutto il tempo a fianco e non ti hanno mai lasciato solo... Soledad sarà andata a avvisarli perchè sono andati a riposare una volta saputo che eri fuori pericolo!"
"Capisco..." la tata notò una certa tristezza nel pronunciare quella parola.
"Vedrai che a breve verranno a salutarti. Non hai idea di come tua madre e anche tuo padre abbiano sofferto in questi giorni!"
"Non riesco a immaginare mia madre che soffre..."
"E' così invece! figliolo lascia che ti parli un attimo dei tuoi genitori ora che siamo ancora soli..."
"Dimmi Leonor!" Tristan era curioso di sentir parlare di loro da una donna che li conosceva così bene.
"Conosco Francisca e Raimundo fin da quando erano solo dei bambini, ho visto nascere la loro amicizia e poi il loro amore. Ho visto come entrambi hanno sofferto e lottato per poter stare insieme e come non gli è stato possibile. 
Sono stata la testimone di tutto questo e la consigliera di tua madre quando vistasi lasciare da tuo padre si ritrovò sola e con un figlio in grembo. 
Non metto in dubbio che entrambi abbiano sofferto per tutta la loro esistenza ma tua madre si è vista costretta a sposarsi per dispetto e orgoglio con un uomo malvagio e per riuscire a superare tutto è stata costretta a trasformarsi nella donna che tutti conoscono. Ma la donna che tutti noi vediamo e che tu vedi non è la vera Francisca e presto te ne renderai conto, abbi fede."
"Lo so tata, ne ho già avuto prova quando mesi fa si mise tra me e la pallottola che Salvador voleva spararmi contro. Rischiò la sua vita per la mia. Ma comprendimi...non ho mai avuto da mia madre nessun gesto d'affetto!"
"Non devi dubitare dell'amore che lei prova verso di te e anche verso Soledad anche se lo dimostra nei modi sbagliati..."
"Voglio provare a ricominciare e ricostruire un nuovo rapporto con i miei genitori!"
"Ci riuscirete! Io ogni volta che vedo tua madre è come se rivedessi la giovane che era prima di sposare Salvador Castro, quella giovane mai se ne è andata fidati!"
Anche Soledad ascoltò da fuori la stanza quella conversazione e non sapeva se provare rabbia verso la madre o gelosia verso il fratello.
Fin da bambina aveva sempre provato invidia per il rapporto che suo fratello e sua madre avessero ma allo stesso tempo era sua figlia e non poteva non sentire affetto nei confronti della donna che l'aveva messa al mondo.
Un affetto che si alternava a rabbia però. 
Dal discorso di Leonor a Tristan aveva capito che se sua madre agiva così era perchè spinta da qualcosa che l'aveva fatta soffrire molto e di questo non poteva fargliene una colpa. Forse anche l' atteggiamento nei suoi confronti era dettato da quello.
Poco dopo giunsero a interrompere i pensieri di Soledad sua madre e Raimundo ansiosi di vedere Tristan.
Entrarono e a stento Francisca riuscì a trattenere le lacrime, i suoi occhi divennero lucidi ma nessuna lacrima scese. Doveva mantenere la sua immagine almeno davanti al figlio che mai l'aveva vista dare segni di debolezza e tantomeno piangere.
"Figlio..." disse la donna con la voce che quasi tremava, poi continuò "Come ti senti?" mentre gli si avvicinò e si sedette al suo fianco.
"Bene madre. Non temete che ci vuole ben altro per piegarmi... sono pur sempre un Montenegro!" con quelle parole Tristan voleva risollevare la madre che sembrava essere invecchiata di colpo in pochi giorni.
I segni della preoccupazione e della stanchezza si facevano vedere sul suo volto ma anche su quello di Raimundo.
Francisca non potè non sorridere all'affermazione appena fatta dal figlio e lei stessa decise di aggiungere qualcosa per far felice Raimundo
"Si ma non dimenticare che sei anche un Ulloa!"
"Non lo dimentico madre!" poi si rivolse verso il padre che era rimasto in silenzio fino a quel momento contemplando quel tenero riavvicinamento tra madre e figlio
"Padre voi come state?" 
L'uomo rimase sorpreso dal sentirsi chiamare così e il suo cuore si riempì di orgoglio nel pensare che quel giovane fosse suo figlio.
"Bene Tristan bene! sono felice di vedere che anche tu lo stia..." avrebbe voluto dire tantissime altre cose ma tutte le emozioni che stava vivendo glielo impedirono.

Passarono i giorni alla villa e Tristan era ormai quasi completamente ristabilito. Si era già alzato dal letto e già girava per la tenuta come se nulla fosse successo.
La vita aveva ripreso a scorrere e Francisca e Raimundo vivevano finalmente sereni insieme.
Non tutti i problemi erano risolti però, c'era ancora la questione di Salvador Castro e le voci che giravano per il paese sulla loro storia.
Si diceva che fosse stato tutto un piano di Francisca per mettere fuori gioco il marito e poter finalemente stare con Raimundo Ulloa, ora diventato il suo amante da sempre.
Altri invece pensavano il contrario ovvero che fosse stato Raimundo a ordire il piano per vendicarsi di Castro e portargli via tutti i beni come lui aveva fatto in passato.

Francisca si trovava in cucina insieme a Leonor preoccupata per gli ultimi avvenimenti
"Figliola non dare retta a quello che dice la gente! al popolo piace spettegolare, l'importante è non dargli peso..."
"E come non potrei tata?! mi stanno diffamando quando sono stata solo una vittima delle macchinazioni di mio marito...spero marcirà in carcere per il resto dei suoi giorni!" disse infuriata la donna.
"Non farti trasportare dall'ira Francisca e pensa invece a quello che di positivo ha portato tutto questo! Hai ritrovato Raimundo e finalmente state insieme, il rapporto con i tuoi figli è migliorato e tu mi sembri più spensierata!"
"Hai ragione Leonor... avere al mio fianco Raimundo mi rende felice ma ho sempre paura che questo possa svanire da un momento all'altro!"
"Perchè dici questo?" chiese la tata perplessa dall'affermazione appena fatta.
"E me lo chiedi?! tu meglio di me dovresti saperlo...sono stata abituata fin da bambina che la felicità non dura a lungo, basta un attimo per farla svanire!"
Raimundo proprio in quel momento stava scendendo in cucina cercando la sua amata e sentì parte del discorso
"Non svanirà Francisca!" disse mentre si avvicinava alla donna e le diede un bacio sulla guancia
"Come mi piacerebbe essere positiva quanto te!" rispose Francisca accennando un mezzo sorriso
Leonor guardava piacevolemente quella scena, quella coppia che finalmente poteva amarsi liberamente.
"Forza salite in salone che vi porto li la colazione!" ordinò la tata 
Mentre stavano salendo per le scale qualcuno bussò alla porta della villa e consegnò una lettera nelle mani Tristan che si trovava proprio nei paraggi.
Sulla lettera c'era solo il nome del destinatario: Francisca Montenegro.
Il giovane la consegnò nelle mani della madre che rimase a contemplarla un attimo prima di aprirla.
Aveva forse ragione la donna quando pochi minuti prima diceva che basta poco per far svanire la felicità?!

P.S. preparatevi a dei colpi di scena inaspettati ahhahah Alla prossima ;)

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Capitolo 18
*** Futuro incerto ***


Francisca stava rigirando tra le sue mani quella lettera appena giunta alla Villa sperando di trovare un qualche indizio che le permettesse di capire chi fosse il mittente.
Anche gli altri presenti erano turbati dalla misteriosità della missiva ma l'unico modo per eliminare qualunque dubbio era aprirla.
"E' molto strano che non sia indicato il mittente!" disse Francisca mentre si spostava verso il salone per aprirla
"Non vedere il male anche dove non c'è! E' una semplice lettera, aprila e vedrai che non sarà nulla di cui preoccuparsi!" intervenne Raimundo.
"Ha ragione mio padre! apritela e ci toglieremo qualsiasi dubbio..." rispose Tristan.
E Francisca così fece. Aprì la lettera a lei indirizzata e la lesse in silenzio lasciando così i due uomini in ansia.
"Allora cosa dice?" chiese Raimundo preoccupato da quel silenzio.
Francisca non rispondeva. Era concentrata sul contenuto di quella lettera.
"Madre...?!" disse Tristan cercando di riportarla alla realtà.
"Perdonatemi... ero distratta dalla lettura!"
"Francisca vuoi parlare una buona volta?! ci stai facendo preoccupare..." chiese nuovamente l'uomo.
"E' una lettera del tribunale che si occupa del caso di Salvador..."
"E cosa dice?"
"Vogliono che vada a testimoniare!"
"C'era da aspettarselo madre..."
"Si figlio hai ragione ma non credevo che il processo si sarebbe svolto così velocemente! Ciò che più mi turba è dovermi ritrovare faccia a faccia ancora una volta con Salvador!"
"Non temere ti accompagnerò io!" Raimundo la tranquillizzò facendole sentire così la sua vicinanza. 
Ormai erano una coppia e nessuno dei due doveva affronatre qualcosa senza il sostegno dell'altro.
Francisca non era abituata a quella situazione era abituata a fare sempre tutto da sola e infatti rispose
"Non ce ne è bisogno Raimundo, posso anche andare sola a testimoniare!"
"Non ti lascierò andare sola, verrò con te e su questo non si discute!"
L'uomo capiva bene come si sentiva Francisca ma non per questo le avrebbe fatto fare di testa sua. 
Sapeva essere testardo quando lei, se occorreva.
"Madre quando dovete presentarvi?" chiese Tristan che voleva avere maggiori notizie.
"Qui dice tra tre giorni presso il tribunale di La Puebla!"
"Meglio così! Più veloce sarà il processo e prima potremo voltare pagina e dimenticare una volta per tutte Salvator Castro..." concluse Raimundo.
"Si... forse hai ragione!" rispose Francisca chiudendo la lettera e infilandola nuovamente nella busta.

In quei giorni Francisca era particolarmente nervosa.
Si incontrava spesso con il suo avvocato per poter preparare una linea difensiva da usare nel processo.
Bisognava preparare tutto minuziosamente per ottenere buoni risultati. L'unico obiettivo che per lei contava era allontanare una volta per tutte Salvador dalla loro vita e non permettergli più di fare del male.
Raimundo sentiva l' agitazione che provava Francisca e cercava si risollevarla in qualunque modo. 
Quel giorno preso dalla euforia, forse data dal fatto che presto avrebbero chiuso il capitolo della loro vita legato a Salvador Castro, decise di sorprendere la sua amata con una proposta decisamente inaspettata a tutti.
Erano tutti attorno al tavolo pronti a gustare una ottima cena preparata da Leonor.
La tata era già al corrente delle intenzioni dell'uomo. Raimundo come fosse stato un ragazzino innamorato informò per prima Leonor del suo proposito.
Il silenzio regnava sovrano attorno quel tavolo e Francisca stava mangiando a stento.
"Madre non avete mangiato nulla..." disse Soledad interrompendo il silenzio.
"Ho lo stomaco chiuso!" rispose sinteticamente la donna.
"Scusate l'interruzione ma io vorrei dire un paio di parole..." intervenne Raimundo con gran stupore di tutti.
"Raimundo non è il momento giusto per uno dei tuoi sermoni. Non puoi rimandarlo a domani?!" 
"No Francisca questa cosa non può aspettare oltre..."
"Avanti dì quello che devi dire... ma brevemente!"
"Madre non rovinate questo momento!" rimproverò Tristan e poi rivolto verso Raimundo " Dite padre..."
"Come ben sapete a breve potremo dimenticare il passato e aprire un nuovo futuro insieme, come una famiglia! Si sta concludendo il processo contro Salvador e una volta che verrà condannato potremo finalmente vivere tranquilli..."
Il discorso dell'uomo venne interrotto dalla voce di Francisca che quella sera non era in vena di ascolatare nulla "Raimundo per..."
"Si vado al dunque..." rispose l'uomo "Io questo nuovo capitolo della mia vita voglio viverlo accanto a te Francisca! Non riesco a immaginare modo migliore di vivere i giorni che ci restano su questa terra se non al tuo fianco. Per questo..." nel mentre tirò fuori dalla tasca un cofanetto e continuò "Vuoi vivere il resto dei tuoi giorni con me Francisca Montenegro?"
Sul volto di Francisca si fece largo un sorriso abbagliante. 
Si alzò e guardandolo negli occhi rispose "Come potrei non volerlo Raimundo Ulloa?!"
L'uomo tolse l'anello dalla scatolina per infilarlo al dito della sua amata e il tutto venne suggellato anche da un bellissimo bacio tra i due.
Soledad e Tristan guardarono entusiasti quella scena. Per la prima volta videro la loro madre felice e vedevano finalmente aprirsi davanti un periodo di serenità e gioia per tutti.
Francisca aveva dimenticato per un attimo le sue preoccupazioni grazie al gesto compiuto da Raimundo.

Il giorno della testimonianza non tardò a arrivare. Francisca era un fascio di nervi e Raimundo cercava di tranquillizzarla in qualunque modo anche se con poco successo dato che anche lui stesso non era sereno. L'idea di ritrovarsi anche lui faccia a faccia con Castro non lo allettava.
Il calesse era già stato preparato con largo anticipo dato che quel giorno si preannunciavano una serie di intemperie.
Il tempo infatti non era dei migliori, forti piogge si stavano abbattendo su tutta la regione e il viaggio fino a La Puebla non sarebbe stato piacevole dato le condizioni delle strade.
L'udienza era fissata per le 16 del pomeriggio. 
Quando Francisca e Raimundo giunsero nei dintorni del tribunali notarono qualcosa di strano, strani movimenti della Guardia Civile, ma non ci fecero poi così caso.
Si accorsero che qualcosa non stava andando per il verso giusto quando l'udienza tardava a iniziare.
"Deve essere successo qualcosa se ancora non abbiamo inziato!" disse Raimundo
"Hai ragione ma cosa sarà mai successo per un ritardo simile?!"
"Spero che presto verranno a darci delle spiegazioni!"
Dopo più di una ora di ritardo entrò in aula il giudice che dovette dare una sgradevole notizia ai presenti
"Il processo è stato rimandato!"
Tutti si guardarono in modo perplesso per le parole appena pronunciate e in molti chiesero spiegazioni
"Salvador Castro è fuggito dal carcere!" rispose il giudice
Francisca e Raimundo si guardarono spaventati. Il loro incubo non era ancora terminato e il futuro che avevano programmato non sarebbe stato semplice da ottenere.


P.S. pensavate di esservi liberate di Salvador Castro?! ahhhahahah mi dispiace darvi questo altro dispiacere ma la mia mente folle ha architetto altro per i nostri protagonisti :P



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Capitolo 19
*** Non può essere vero! ***


"Salvador Castro è fuggito dal carcere!"
Parole che risuonavano incessantemente nella testa di Francisca e Raimundo.
Non poteva essere vero. Il loro peggior incubo era libero e chissà cosa avesse in mente per vendicarsi.
Si, la vendetta era l'unica cosa che gli importava e erano certi che la sua fuga era stata spinta da essa. Avrebbe certamente architettato qualcosa per fargli del male e loro erano impreparati a tutto questo.
"Francisca dobbiamo tornare alla Villa a informare gli altri! Dobbiamo stare attenti ora..."
La donna non reagiva. Aveva lo sguardo perso nel volto. Le sole parole che risuonavano nella sua mente erano quelle pronunciate dal giudice.
"Francisca..." disse nuovamente Raimundo sperando di ottenere una sua reazione.
Ciò che l'uomo leggeva negli occhi della sua amata era puro terrore. Ogni volta che si parla di Salvador Castro Francisca cadeva nella angoscia più totale e Raimundo aveva imparato a comprenderla.
"Si..." fu l'unica parola che la donna accennò a pronunciare.
"Mi hai sentito? ti senti bene?"
"No non sto bene Raimundo! non riusciremo mai a avere la pace che tanto speriamo..." Francisca doveva sfogarsi, esprimere le sue paure.
"Non dire così. Ora quello che dobbiamo fare è ritornare a casa e una volta lì penseremo al da farsi!"
Raimundo la aiutò a alzarsi e la accompagnò sottobraccio fino al calesse.
La pioggia continuava a scendere violentemente e il buio era ormai calato.
Il viaggio non sarebbe stato per niente piacevole ma non potevano permettersi di perdere tempo restando lì fino a che il tempo non migliorasse perchè dovevano mettere in allerta la famiglia.
Salirono sul calesse e inziarono il viaggio di ritorno a Puente Viejo.
Durante tutto il tragitto nessuno dei due disse nulla sull'accaduto.
Qualcosa però accadde sulla strada del ritorno. Il calesse nel quale viaggiavano Raimundo e Francisca si scontrò con qualcosa che lo fece uscire di strada.
"Francisca ti senti bene?" chiese immediatamente preoccupato l'uomo.
"Si si sto bene! tu Raimundo?"
"Anche io! ma cosa diavolo è successo?" disse l'uomo aiutando Francisca a uscire dal calesse.
Fuori ancora pioveva e davanti a loro una volta scesi si trovarono a dover fare i conti con il loro peggior incubo: Salvador.
"Felici di vedermi?" disse sarcasticamente Castro.
"Non posso crederci!..." le uniche parole che Francisca riuscì a pronunciare prima che un uomo, sicuramente scagnozzo di Salvador, si scagliasse su Raimundo e lo immobilizzasse.
"Cosa state facendo?!" disse Raimundo sentendosi aggredito.
"Non temere Ulloa..." rispose Salvador mentre si avvicinava a Francisca
"Stai lontano da lei Castro!"
"Ahahaha non puoi dirmi ciò che devo fare con mia moglie!"
Francisca per evitare la vicinanza di Salvador indietreggiava sempre più fino a quando si trovò pericolosamente sul ciglio di un dirupo.
Dietro lei il nulla.
La pioggia continuava a scendere incessantemente e Salvador per afferrare Francisca scivolò, per colpa del terreno bagnato e della pioggia, nel burrone trascinando con sè anche la moglie.
"FRANCISCA..." urlò Raimundo che non potè fare altro che osservare inerme la scena.
Gli uomini assoldati da Salvador per scappare gettorono Raimundo a terra. L'uomo battè la testa e rimase svenuto sotto la pioggia.
Al suo risveglio la pioggia aveva smesso di scendere, si avvicinò agitato al ciglio della strada dove poco prima scivolarono giù Salvador e Francisca.
L'unica cosa che riuscì a intravedere fu il corpo di Salvador probabilmente privo di vita ma di Francisca non c'era traccia.
Sul posto era giunta anche la Guardia Civile, forse allertata da qualcuno che aveva visto il fuggitivo aggirarsi da quelle parti, che si mobilitò subito per capire l'accaduto.
Le supposizioni fatte da Raimundo erano certe: Salvador Castro era morto.
Ciò di cui nessuno sapeva niente era quale destino fosse toccato alla sua amata.
"Ma non è possibile che non si trovi anche lei giù nel burrone!" urlò agitato Raimundo contro alcuni uomini della guardia civile.
"Mi dispiace signore ma oltre a Don Castro non ci sono altri corpi!" rispose il comandante della guardia civile.
"Ho visto con i miei occhi come Salvador ha trascinato con sè Francisca e ora non è possibile che di lei non ci siano tracce!" 
Raimundo era disperato. Cosa era accaduto alla sua piccola? perchè non si trovava? era morta o doveva ancora nutrire qualche speranza?
Erano queste alcune delle domande che l'uomo si pose.
"Don Raimundo vuole che la accompagnamo a casa?" chiese il comandante della Guardia Civile.
"Io da qui non mi muovo senza avere notizie di Francisca!"
"Le ricerche continueranno ma voi qui servite a poco! Appena avrò qualche informazione verrò a riferirvela alla Villa..."
L'uomo non potè fare altro che seguire il consiglio del comandante. Lì non era utile a nessuno e inoltre lo attendeva ancora un compito assai arduo, quello di informare dell'accaduto il resto della famiglia.
Non poteva credere che Francisca fosse morta, doveva nutrire qualche speranza per non cadere nel baratro in cui sarebbe scivolato se non avrebbe potuto più rivedere la sua amata.

Era l'alba e alla villa tutti erano in ansia dato che Francisca e Raimundo sarebbero dovuti rientrare da La Puebla la sera prima.
"Leonor vedrai che avranno deciso di restare a La Puebla per evitare il mal tempo. Tra poco li vedremo varcare quella soglia!" disse Tristan cercando di tranquillizzare la tata agitata per quel ritardo.
"Si forse hai ragione figliolo..."
Quando gli animi si sembravano essere calmati la porta si aprì facendo risprofondare nell'ansia tutti i presenti nel salone.
Era Raimundo con una aria trasandata che non lasciava intravedere nulla di buono. 
"Padre come mai questo ritardo?" chiese subito il giovane mentre l'uomo si avvicinava al salone della villa.
Le parole non gli uscivano dalla bocca. 
Non sapeva come giustifcare l'accaduto e non sapeva come dire che forse non avrebbero più potuto vedere Francisca.
Non riusciva a dare nessuna spiegazione perchè nemmeno lui sapeva darsela.
"Raimundo coraggio parlate..." disse Soledad "Nostra madre non è con voi?" chiese guardando come dietro di lui non ci fosse nessuno.
Leonor aveva già capito tutto. Gli era bastato guardare negli occhi Raimundo per comprendere che qualcosa non andava. Quegli occhi rossi e gonfi come di chi non aveva fatto altro che piangere.
"Io non so come dirvelo..." inziò l'uomo.
"Cosa è accaduto padre?!" Tristan ripropose la domanda.
"...Francisca è scomparsa!" senza giri di parole andò diritto al punto.
"Come è scomparsa?! cosa le è successo?" chiese Leonor
"Eravamo al tribunale per testimoniare quando ci avvertirono che Salvador era fuggito dalla prigione. Stavamo quindi ritornando a Puente Viejo ma il mal tempo e il buio hanno portato fuori strada il calesse. Sulla strada però a aspettarci c'era Salvador e i suoi uomini...mi hanno immobilizzato e lui si è avvicinato a vostra madre... forse la pioggia o forse lo ha fatto apposta ma lui e Francisca sono caduti giù in un burrone. E' poi giunta la guardia civile che ha trovato il corpo senza vita di Castro ma...di vostra madre non c'è traccia! La stanno ancora cercando..."
"Ma pensano sia ancora viva vero!?" chiese Soledad che in fondo era realmente preoccupata per la madre. Negli ultimi tempi aveva imparato a conoscerla e l'idea che, proprio ora che stavano iniziando a intendersi, le fosse successo qualcosa la rendeva triste.
Raimundo rimase in silenzio perchè non sapeva nemmeno lui se sperarlo.
"Francisca non può essere morta! Non posso crederci..." ripetè Leonor.
"La guardia civile sta continuando le ricerche e non appena ci saranno novità verranno a informarci!"
"Quindi dobbiamo solo aspettare....e sperare!" disse Soledad.
"Io non posso stare qui con le mani in mano senza fare nulla! Vado a cercarla anche io..." disse Tristan.
"Fermo figliolo non fare stupidaggini! Ci sono già parecchie persone che la stanno cercando e tu saresti solo di intralcio come lo sarei stato io!" concluse Raimundo.
"Infatti mi stupisco del fatto che voi siate qui sapendo che mia madre è dispersa!" Tristan era particolarmente nervoso e si stava scagliando senza motivo contro il padre.
"Cosa credi che non vorrei essere lì fuori a cercarla?" chiese Raimundo rivolto verso il figlio.
"Non è il momento di discutere!" disse Leonor che cercava di calmare gli animi.
"Credo che sia più semplice stare qui a attendere notizie piuttosto che andare fuori e cercarla!" rispose il giovane. In realtà le parole appena pronunciate erano dettate dalla preoccupazione, sapeva benissimo la sofferenza che stava provando il padre.
"Non ti permetto di dire questo figlio, sei ingiusto ora! Sai benissimo come mi sento... Me la sono vista cadere davanti agli occhi e non ho potuto fare nulla per aiutarla!" disse Raimundo con le lacrime agli occhi.
"Scusatemi padre avete ragione! Comprendetemi... non sopporto di stare qui senza fare niente!"
Nulla potevano fare se non attendere. 
Rimasero nel salone sperando nell'arrivo di nuove e soprattutto buone notizie.
Furono momenti di riflessione per tutti. Francisca era una parte importante nella vita di ciascuno dei presenti. Era stata sempre forte e aveva sempre sostenuto tutti con il suo coraggio. L'idea che forse nessuno avrebbero più potuto riabbracciarla lì rendeva tristi.
Raimundo soprattutto sentiva che se lei fosse morta anche lui lo sarebbe stato. Niente avrebbe avuto più senso.
Anche se in passato avevano vissuto lontani e separati erano sempre stati consapevoli che l'altro era vivo e questo gli permetteva di andare avanti. La morte invece avrebbe fatto cessare tutto, anche le speranze di ricostruire un futuro insieme.
Una forte rabbia si faceva largo nell'uomo. Sembrava fosse destino che Francisca Montenegro e Raimundo Ulloa mai avrebbero potuto stare insieme.

Furono ore di attesa lunghissime.
Il comandante a fine giornata raggiunse la Villa per aggiornare la famiglia su ciò che avevano scoperto
"Buonasera mi dispiace venire a importunarvi a questa ora!" disse il comandante.
"Non disturbate comandante! ma diteci ci sono novità?" chiese Raimundo.
"Si e purtroppo con mio rammarico non sono buone..."
Quella affermazione fu il colpo di grazia per tutti.
"Abbiamo ritrovato questo scialle in fondo al burrone. Sapete dirmi se apparteneva a Donna Francisca Montenegro?"
Raimundo lo guardò e lo riconobbe. Era lo scialle che indossava proprio quel giorno.
"Si...è di Francisca!" rispose immediatamente l'uomo.
"Ma questo non vuol dire niente comandante!" intervenne Tristan "Mia madre potrebbe invece essere ferita da qualche parte..."
"Lo dubito Signor Castro!" il comandante lo interruppe.
"Perchè dite questo?" intervenne Soledad.
"Questo scialle è completamente ricoperto di sangue! Vostra madre se anche si fosse allontanata ormai sarebbe..."
Raimundo non gli fece finire la frase "Non vi azzardate a dire un'altra parola! Francisca è viva! e voi dovete continuare a cercarla..."
"Mi dispiace ma credo che dobbiate abituarvi all'idea che non la rivedrete più!" disse il comandante.
"Ma voi continuerete le ricerche vero?" chiese Tristan.
"No mi dispiace non possiamo più continuarle perchè per noi questo è la prova che vostra madre è morta e non possiamo impiegare le nostre forze nella ricerca di un corpo che a questa ora sarà senza vita. Ci sono altre indagini che dobbiamo seguire..."
Erano tutti allibiti dalle affermazioni appena fatte dal comandante. Come potevano farsi una ragione che la madre fosse morta se non c'era un corpo su cui avrebbero potuto piangere?!
"Vi faccio le più sentite condoglianze!" così il comandante della guardia civile si congedò dalla villa.

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Capitolo 20
*** Amore infinito ***


2 settimane dopo...
"Leonor sapete dove si trova mio padre?" chiese Tristan appena giunto nel salone della villa per fare colazione.
"Dovresti saperlo ormai figliolo..." rispose malinconica la domestica.
"Io non sò più cosa fare con lui, come risollevarlo..."
"Devi cercare di comprenderlo Tristan! non riesce a trovare un senso a ciò che è successo..."
"Tutti noi siamo rimasti scossi dall'accaduto ma bisgna andare avanti tata...!" il giovane stava tentando in tutti i modi di essere forte e non crollare per essere l'appoggio del resto della famiglia ora che Francisca non era più con loro.
"Cerca di stargli vicino! io non ho mai visto Raimundo così e lo conosco fin da quando era solo un bambino, è sempre stato un uomo integro ma credo che questo avvenimento lo abbia cambiato come nient'altro al mondo..." affermò la tata.
Raimundo dal giorno della scomparsa di Francisca non aveva fatto altro che continuare le ricerche nonostante tutti la dessero per spacciata.
Non riusciva e non poteva credere che la sua piccola fosse davvero morta. 
Aveva bisogno di una ragione per alzarsi ogni mattina e non sentirsi colpevole e quel motivo non era altro che andare alla ricerca della sua metà.
Dentro sentiva una strana forma di colpevolezza, lui continuava a vivere e respirare mentre lei forse non lo avrebbe più fatto.
Aveva vissuto tutta una vita lontano da quella donna ma ora era più difficile abituarsi all'idea di non poterla più vedere, abbracciare, accarezzare perchè era come se fosse qualcosa di irreparabile da cui non si poteva tornare indietro. 
Non c'erano soluzioni alla morte.
Poco più tardi la porta della villa si aprì e Tristan vide comparire nel salone suo padre con la solita espressione triste e malinconica
"Padre dovete smetterla! dovreste farvene una ragione..." forse le parole di Tristan erano state troppo brusche ma la verità era ormai quella.
"Non è necessario che ogni mattina mi ripeti le solite ovvietà Tristan! Non penso di smettere ne ora ne mai fino a quando non troverò Francisca! se è veramente morta voglio trovare il suo corpo, l'idea che sia morta e il suo corpo disperso mi fa impazzire..."
"Non porterà a nulla questa vostra testardaggine... forse non pensate che anche io abbia bisogno del vostro sostegno?!"
"Sei abbastanza grande Tristan! Non chiedermi di non cercare più tua madre perchè non potrei mai farlo e lo sai bene questo!"
"Fate quello che volete padre ma dovreste cominciare a riprendere in mano la vostra vita..."
"Era lei la mia vita Tristan...senza lei non sono più nessuno!"
"Vi prego non dite più questo! ci siamo io, Soledad e i vostri figli...abbiamo tutti bisogno di voi. Siete la nostra forza!"
"Era Francisca la vera roccia che sosteneva tutti e ora..."
Raimundo lasciò la conversazione con il figlio a metà per andare in camera e cambiarsi.
Quella camera che in ogni suo minimo particolare le ricordava lei. Era una sofferenza ogni volta che vi metteva piede.
Si chiuse dietro le spalle la porta e si lasciò andare ai ricordi più passati.
Ricordi di sè e Francisca da giovani quando ancora non sapevano di amarsi ma era come se un filo li unisse fin da sempre.
Lui fin da bambino e poi da adolescente aveva sempre sentito che tra loro ci fosse un particolare rapporto, difficile da spiegare ma talmente forte che li portava a amarsi e odiarsi allo stesso tempo.
Un sentimento che li aveva portati a vivere quell'amore senza freni e andando contro i costumi usuali dell'epoca.
Avevano contravvenuto alle regole più volte e poi quando gli sembrava di aver raggiunto la felicità il destino li allonatanò per sempre.
L'uomo non poteva fare altro che pensare che anche in questo caso il destino era stato ingiusto nei loro confronti e, come in passato, li aveva divisi di nuovo.
Era come se con Francisca fosse morto anche Raimundo.

Nel frattempo in una casetta appena fuori dalle porte di Puente Viejo vi erano un uomo e una donna.
L'uomo si stava prendendo cura della donna che sembrava si stesse riprendendo da un brutto incidente.
Quella donna era ormai data per morta da tutti. Nessuno sapeva che in realtà Francisca Montenegro era viva e si stava riprendendo grazie all'aiuto di quell'uomo di cui si ignorava l'identità.
Solo due settimane dopo l'incidente Francisca riprese coscienza.
Si ritrovò spaesata in quella casetta che non le era per niente familiare ma il peggio doveva ancora arrivare. A attenderla al suo risveglio c'era una brutta sorpresa. Sarebbe rimasta scioccata dal conoscere l'uomo che si stava prendendo cura di lei.
"Dove mi trovo?" chiese Francisca rivolgendo lo sguardo verso una figura di spalle.
"Non temere Francisca sei al sicuro!" rispose l'uomo voltandosi verso di lei.
"Non posso crederci... Salvador!" urlò la donna spaventata da ciò che si trovava davanti a sè.
"No no Francisca ti stai sbagliando...non agitarti non sono Salvador! è possibile che non ti ricordi di me?"
Francisca ci pensò un attimo e poi rispose con tono interrogativo
"Leon?!..."
"Esattamente!" confermò l'uomo.
Dopo aver riacquistato la tranquillità necessaria era il momento di capire cosa ci faceva in quel luogo.
"Ma cosa è successo? dove ci troviamo?" chiese la donna mentre si osservava intorno cercando di riconoscere qualche particolare
"Non ricordi nulla dell'accaduto?" chiese Leon mentre le si avvicinava.
"Ho dei ricordi confusi..."
"Sei caduta in un burrone insieme a Salvador!"
"Ah si ora rammento! e lui dove si trova ora?" chiese spaventata all'idea che fosse ancora nei paraggi.
"E' morto nell'incidente Francisca!" rispose Leon.
La donna non potè non sentirsi sollevata al sentir pronunciare quelle parole poi continuò
"Non mi hai ancora detto cosa ci faccio qua? e dove ci troviamo?"
"Durante la caduta hai battuto la testa violentemente, hai perso molto sangue ma ti ho portato al sicuro e curata! ora come puoi vedere sei salva..."
"Si ma quello che non mi spiego è cosa ci facessi tu nei dintorni durante l'incidente? io sapevo che ti trovavi in qualche paese del sud!" affermò Francisca.
"Le cose sono un pò complicate da spiegare..." l'uomo sperava di non dover dare troppe spiegazioni ma purtroppo la donna che aveva davanti era Francisca Montenegro.
"Non temere sono abbastanza intelligente da capire quindi non indugiare ulteriormente e racconta!"
"Salvador mi ha fatto tornare in paese per aiutarlo a vendicarsi di te e Raimundo!" disse senza giri di parole l'uomo.
"E tu hai accettato ovviamente?"
"No ti sbagli completamente! gli ho detto che non avrei fatto nulla del genere ma per paura che si sarebbe vendicato anche senza il mio aiuto ho preferito non allontanarmi e grazie a questo sei ancora viva!"
"Di questo ti sarò per sempre grata Leon! ma ora devo chiederti di riportarmi alla villa saranno tutti preoccupati per la mia assenza!"
"...Francisca!" l'uomo la interruppe.
"Cosa succede Leon?" chiese perplessa.
"E' che sono passate 2 settimane dall'incidente!"
"Cosa?!...2 settimane?! e io sono rimasta incosciente per così tanto tempo?! non è possibile..."
"Si Francisca purtroppo è così!"
"Questa è una ragione in più per riportarmi presto alla villa! la mia famiglia deve sapere che sto bene!"
"Francisca è meglio che tu sappia che tutti..." prese coraggio e continuò "Credono che tu sia morta!"
"Devo comunque tornare Leon! Sono viva grazie a te e non oso immaginare come staranno tutti..."
Leon meditò un attimo sul come rispondere. 
Aveva l'occasione di riprendersi la donna che fin da giovane aveva amato in segreto perchè sposato a suo cugino oppure riportarla alla sua vita e accanto all'uomo che lei amava tanto e il cui amore era ricambiato.
"Non è come credi Francisca..." 
Leon aveva fatto la sua scelta.
"Cosa intendi dire con questo?"
"Intendo dire che tutti si sono già dimenticati di te! Hanno celebrato anche un funerale in tuo onore..."
"Ma senza trovare il mio corpo?!" Francisca non poteva credere a ciò che stava sentendo.
"Proprio così...mi dispiace essere io a informarti di questo!"
"E Raimundo?"
"Lo vedono uscire dalla villa alle prime luci dell'alba e farvi ritorno solo a tarda sera!"
"Devo lo stesso tornare alla villa Leon! E' casa mia..."
"Sei certa di voler tornare da delle persone che non ti vogliono? da persone che sono state felici di liberarsi di te?"
"Sono certa che ci sarà una spiegazione a tutto questo! Ora ti prego di non farmi ripetere un'altra volta la mia volontà...riaccompagnami a Puente Viejo!"
Leon non potè fare altro che riaccompagnarla nella sua casa. Nonostante avesse pensato di poter tenere Francisca al suo fianco con un inganno in realtà era un uomo dall'animo buono e decise di fare la cosa più giusta.
La avrebbe riportata dai suoi cari.

Trovandosi vicino alle porte di Puente Viejo ci misero poco a raggiungere la Villa.
Era tardo pomeriggio e il sole stava per tramontare. 
Francisca era felice di poter rivedere la sua tenuta, i suoi campi, la sua casa ma la cosa che maggiormente voleva rivedere erano i suoi figli e Raimundo.
Entrò dalla porta principale senza che nessuno si accorse di lei, si avviò verso il salone dove vicino al tavolo trovò Tristan e la tata Leonor di spalle quindi non la videro fino a quando non fu la sua voce a distrarli
"Figlio...Leonor..."
Entrambi si girarono e rimasero scioccati nel vedere davanti loro Francisca viva.
"Madre!" affermò Tristan correndole incontro per abbracciarla.
"Francisca ti avevamo dato per morta!" affermò Leonor anche lei andandole incontro.
"Non è così! Devo ringraziare Leon se sono ancora viva... ma questa è una storia lunga da raccontare ma ditemi dove è Raimundo?" chiese la donna perplessa dal non trovarlo in villa. Erano forse fondate le affermazioni fatte da Leon pensò?!
"Raimundo è andato a cercarti... come ormai fa ogni giorno dalla tua scomparsa!" rispose Leonor.
"Si ma è strano che non è ancora rincasato tata..." affermò preoccupato Tristan.
"Forse sò io dove trovarlo!" disse Francisca. Aveva una strana sensazione era come se il suo cuore sapesse dove trovare Raimundo.
"E dove madre?" chiese il giovane.
"Non temete andrò a cercarlo e torneremo presto alla villa!"
La donna si allontanò così dalla tenuta con la certezza di trovare Raimundo nell'unico posto possibile: nel loro capanno.

Quando aprì la porta del capanno tutte le sue certezze vennero confermate. Raimundo si trovava lì.
Anche lui non si accorse della presenza della donna, era perso nei suoi pensieri e aveva sul volto una tristezza che ma lei aveva visto.
"Raimundo Ulloa voltati..." disse sorridendo.
L'uomo aveva riconosciuto la voce e non esitò un attimo a voltarsi. Aveva paura che era tutto un sogno, un brutto scherzo della sua mente ma quando se la ritrovò davanti 
"...Francisca! lo sapevo che eri viva..." disse. Non aspettò un secondo per riavvicinarsi alla sua amata e provare con le sue stesse mani, i suoi stessi occhi che fosse viva.
"Credevi di esserti liberato di me così facilmente?"
"Non dire stupidaggini Francisca... non sai quanto ti ho cercato!"
"Lo so Raimundo...lo so!"
L'uomo la prese tra le sue braccia e la baciò profondamente.
"Non voglio più passare un giorno senza te al mio fianco!" affermò Raimundo senza lasciare le mani della sua amata e senza nemmeno distogliere i suoi occhi da quelli della donna come se avesse paura di perderla di nuovo.
"Nemmeno io!"
"Sposami Francisca Montenegro!" l'uomo colse l'occasione di rifare la proposta alla sua piccola. Non voleva più attendere perchè se aveva imparato qualcosa da quella situazione era che non poteva vivere lontano da lei.
"Si Raimundo Ulloa!" rispose la donna prendendo tra le sue mani il volto dell'uomo e baciandolo.
"Questa volta niente e nessuno ci impedirà di essere marito e moglie!" concluse Raimundo.


P.S. spero abbiate apprezzato la storia e mi scuso in anticipo nel caso ci siano stati degli errori grammaticali.
Ditemi cosa ne pensate ;)

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