The Legend of Hikaru

di EragonForever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I-Hikaru ***
Capitolo 2: *** Capitolo II- Addestramento spettacolare e prime inquietudini ***
Capitolo 3: *** Capitolo III-Nuovi Amici ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV-Pime Rivelazioni ***
Capitolo 5: *** Capitolo V-Zyro ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI-L'Inizio ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII-Lucifer ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII-Il Primo Scontro ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX-Il Destino Rivelato ***
Capitolo 10: *** Capitolo X-Nascita di un grande amore ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI-Una nuova squadra ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII-Il primo conflitto ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII-Parole di speranza ***
Capitolo 14: *** Capitol XIV-Devo essere forte ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV-Cavalieri di Athena ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI-Nuove Verità ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII-Verso la battaglia ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII-La battaglia ha inizio ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX-Verso lo scontro finale ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX-Lo Scontro Finale ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI-Il Trionfo della Luce e la sconfitta delle Tenebre ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXII-Sei tu il vero miracolo ***
Capitolo 23: *** Capitolo XXIII-L'Inizio di una nuova era ***



Capitolo 1
*** Capitolo I-Hikaru ***


Capitolo 1: Hikaru

Un nuovo giorno stava sorgendo nella magnifica Atene.

Hikaru quella mattina, si svegliò molto eccitata. Dopo tanto tempo avrebbe finalmente rivisto suo fratello Haru, che non vedeva ormai da 5 anni, da quando era andato all’Accademia dei Cavalieri dello Zodiaco per addestrarsi, quando lei aveva solo 15anni.

Ora aveva ormai 18anni, una delicata carnagione ambrata, occhi azzurro ghiaccio e una folta chioma fulva, con sfumature infuocate. Era molto determinata e ribelle, forte e coraggiosa, dall’animo nobile e gentile e anche sensibile.

Lei e suo fratello erano giapponesi di origine, ma dopo la morte dei loro genitori in tenera età, quando avevano 5 e 10 anni, erano andati a vivere ad Atene, dove c’era la famosa Accademia dei Cavalieri, dove i giovani aspiranti si addestravano per diventare futuri Cavalieri e venire scelti dalle armature per poi giurare fedeltà alla dea Athena e proteggerla. L’accademia non distava molto da casa sua. Così quella mattina, dopo una bella colazione, uscì di casa, e si diresse verso la sua destinazione. Quello sarebbe stato il suo primo giorno da allieva, ed era entusiasta.

- Finalmente è giunto il mio momento, oggi finalmente è giunta la mia grande occasione – si disse Hikaru, tra se e se.

Era proprio felice. Infine raggiunse la meta. Il cuore batté all’impazzata per l’emozione. Non appena entrò, riconobbe subito suo fratello, capelli fulvi, carnagione normale, occhi azzurro ghiaccio, con indosso la sua splendida armatura bianca con sfumature azzurrine.

– Haru!!!!! – lo chiamò, eccitata.

- Li saltò al collo felice.

– Hikaru, sorella mia, finalmente ti rivedo, quanto tempo – esultò lui, felice

– Cinque anni, cinque lunghi anni. Fatti guardare – esultò Hikaru, contenta

– Wow, ti dona molto – commentò lei, entusiasta

– Grazie, è stata dura, ma alla fine ce l’ho fatta – rispose Haru

– Comunque, benvenuta in Accademia sorellina, ma guardati, sei cresciuta al meglio – riprese poco dopo

– Sono felice di essere finalmente qui, ho aspettato 5 anni questo momento, e ora finalmente è arrivato – disse Hikaru, felice

– Vieni, ti porto dal tuo maestro, è ansioso di conoscerti, è il mio migliore amico – spiegò Haru, poco dopo.

Così la portò dal suo maestro. Non appena lo vide, il suo cuore perse un battito. Era di una bellezza solare, occhi di un castano chiaro tendenti all’arancione, carnagione ambrata e capelli castano scuro, con riflessi ramati, indosso aveva una lucente armatura, argentata, sopra a una tuta rossa, lo sguardo dolce e gentile.

– Lui è Hachiro, il Cavaliere di Pegasus – le disse il fratello

– Ciao Haru, lei deve essere tua sorella Hikaru immagino – salutò il ragazzo

– Il grande Hachiro, ho sentito tanto parlare di te – disse la ragazza, estasiata.

– Sarò felice di essere il tuo maestro – rispose il Cavaliere

– Quando incominciamo? – chiese Hikaru, eccitata

– Domani, so che sono cinque anni che non vedi tuo fratello, così oggi ti lascio a lui – rispose Hachiro

– Ah, alle 8:00 puntuale – riprese subito dopo

– Ok, non vedo l’ora di cominciare, non mancherò – esultò lei, con grande entusiasmo.

Poi il Cavaliere li lasciò soli.

– Simpatico questo Hachiro – commentò Hikaru, allegra

– Si, è un cavaliere davvero straordinario, pronto a tutto per proteggere la dea Athena e difenderla al costo della vita – spiegò Haru, estasiato

– Siete davvero grandi amici – osservò Hikaru

– Il migliore amico che si possa avere, mi ha salvato la vita molte volte in battaglia e spero di ricambiargli il favore un giorno – mormorò Haru, con un sorriso

– Allora è un vero amico, sarò felicissima di essere sua allieva – esultò Hikaru, entusiasta

– Mi sa che ti ha preso subito a cuore, fidati, con lui sarai in ottime mani, ne sono sicuro – rispose suo fratello.

Le mostrò tutta l’accademia e Hikaru ne rimase davvero affascinata.

– Wow, è bellissima, un vero spettacolo – disse alla fine della visita

– Lo so, è davvero spettacolare, vedrai, starai benissimo, e poi ora staremo di nuovo insieme – le disse Haru, poco dopo.

Hikaru lo guardò con intensità, gli occhi che brillavano di gioia. Lo abbracciò con affetto. – Oh quanto mi sei mancato – mormorò

– Anche tu sorellina, anche tu – le disse Haru, stringendola a se in una stretta fraterna, che tanto le era mancata, e in quell’abbraccio si permise finalmente di piangere, versando lacrime di felicità.

– Stasera tornerò a casa con te, sei contenta? – le chiese Haru, dopo un po’

– Se sono contenta? Sono così felice che mi viene voglia di gridare – rispose Hikaru, ricacciando indietro le lacrime.

Lo strinse con più forza e lui fece lo stesso. Erano proprio felici di essersi ritrovati dopo 5 anni di lontananza. Anche se per tutto quel tempo erano stati vicini, Haru era sempre stato impegnato nell’addestramento, solo di rado era andato a trovarla, massimo il fine settimana, per poi tornare subito ad allenarsi. Ma ora sarebbe stato diverso. Ora che Hikaru era finalmente entrata in Accademia, non si sarebbero mai più lasciati.

La giornata trascorse serena per entrambi. Infine arrivò la sera. Tornarono a casa e Hikaru preparò da mangiare, mentre suo fratello apparecchiò la tavola. Quando la cena fu pronta, si misero a mangiare.

– Sei diventata brava sorellina – commentò Haru, mangiando di gusto

– Grazie, ho imparato da te fratellone – lo ringraziò Hikaru, sorridendo.

Più tardi, finito di mangiare, andarono a dormire. Domani avrebbero dovuto alzarsi presto per essere puntuali all’appuntamento con Hachiro. Hikaru però era troppo agitata per dormire, non stava più nella pelle. Così uscì sul terrazzo fuori dalla sua stanza. Il vento leggero scuoteva i suoi lunghi capelli fulvi, che sembravano tizzoni ardenti nella notte. Le stelle brillavano come diamanti.

– Dovresti dormire – le disse la voce di Haru, al suo fianco

– Sono troppo emozionata per farlo – rispose Hikaru, sorridendo

– Ti capisco, ma devi essere in forma per domani e bella riposata – replicò suo fratello, serio.

Hikaru allora annuì. Era vero, aveva ragione, il giorno seguente avrebbe finalmente cominciato il suo addestramento, ed era pronta a tutto per non deludere le aspettative del suo maestro, che tanto ammirava. Una nuova sfida stava finalmente per iniziare e lei non poteva di certo tirarsi indietro. Il suo momento stava finalmente per arrivare e doveva essere pronta. Così tornò a dormire serena, in attesa della sua nuova avventura.

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Capitolo 2
*** Capitolo II- Addestramento spettacolare e prime inquietudini ***



 

Capitolo 2: Addestramento spettacolare e prime inquietudini

Il giorno seguente si svegliarono all’alba.

- Evvai, è arrivato il grande giorno finalmente – esultò Hikaru, appena sveglia

– Contenta è? – osservò Haru, sorridendo

– Tantissimo, non vedo l’ora di iniziare – rispose lei, entusiasta.

Fecero colazione e poi andarono all’Accademia. Hachiro era lì che lì aspettava.

– Puntuali vedo. Bene Hikaru, il tuo addestramento è appena iniziato – li salutò il Cavaliere, con un sorriso furbetto sul viso

– Perfetto, non vedo l’ora di iniziare, sono pronta – rispose Hikaru, entusiasta

– Ansiosa di cominciare, così mi piaci. Bene iniziamo, su scegli un’arma – la incoraggiò Hachiro.

Hikaru allora guardò le armi che aveva a disposizione. Tra esse una spada. Subito il suo cuore iniziò a battere all’impazzata e il suo sguardo si illuminò. Quindi avanzò decisa e la prese.

– Ottima scelta, ora vediamo come te la cavi – disse Hachiro.

Così prese la sua arma, si misero in posizione e la sfida iniziò. Subito Hikaru mostrò le sue capacità, anche se i suoi movimenti erano ancora imprecisi

Il suo cosmo è grande, e la sua energia cresce ad ogni movimento, questa ragazza è davvero straordinaria “pensò Pegasus, mentre parava i suoi colpi.

– Sei in gamba, ma hai ancora molto da imparare – le disse Hachiro, mentre continuava a parare e schivare

– Mi sono allenata, ma in fondo è vero, devo ancora migliorare – rispose Hikaru, perplessa

– Infatti, ma sta tranquilla, ce la farai – la rassicurò Hachiro, facendole l'occhiolino.

– Non ne dubito, io ho sempre saputo che la mia sorellina era davvero speciale, e anche se ha amcora molto da imparare, ho fiducia in lei – rispose Haru, sorridendo

– Sono d'accordo con te – commentò Hachiro, sorridendo

– Grazie ragazzi, non vi deluderò – disse Hikaru, con decisione

I suoi movimenti erano ancora imprecisi e doveva sforzarsi per tenere la lama in mano, ma nonostante tutto, stava conquistando tutta l'arena

– Accidenti, per essere alle prime armi la nuova arrivata riesce a tenere testa ad Hachiro – disse uno

– E’ vero, sono d’accordo con te Kaede – disse una.

Nonostante i movimenti, Hikaru riuscì comunque a disarmare Hachiro con bravura.

– Wow, i miei complimenti, sono davvero sorpreso. Anche se sei solo all'inizio, ce l'hai fatta – commentò Hachiro, sorpreso

– E’ un onore sentirmelo dire, questo molto felice – rispose Hikaru, contenta

– Bene, ora vediamo come te la cavi a combattere a mani nude – disse Pegasus, con tono quasi di sfida

– O....ok – accettò Hikaru, con sguardo poco convinto.

Poggiò la spada a terra, poi i due si misero in posizione di combattimento e la sfida iniziò. Nella lotta si sentii abbastanza al suo agio, era elegante e fluida e schivava prontamente i colpi. Hachiro rimase sorpreso. Sembrava un angelo.

– Devo dire che in questi 5 anni ti sei allenata da sola per conto tuo immagino – osservò il fratello, stupito

– Indovinato, mi sono tenuta in esercizio per essere pronta – rispose Hikaru, atterrando agilmente a terra.

– Sembri molto sicura di te, ma lascia che ti dica questo, non basta avere del potenziale per sorprendermi, sei alle primr armi e non nego che nonostante quache imprecisione mi hai sorpreso, no, non basta, a me serve sapere se ci metti passione e il cuore – replicò Hachiro, serio.

Hikaru rimase sorpresa dalle sue parole.

– Si maestro, vede, per questi 5 anni ho sentito il dovere di allenarmi con tutta me stessa, perché sapevo che se fossi entrata in Accademia, non solo avrei realizzato il mio sogno, ma almeno sarei potuta stare di nuovo insieme a mio fratello e ora che sono qui, mi sento finalmente realizzata – spiegò Hikaru sospirando.

Hachiro allora la guardò e sorrise.

– E sappi che questo mi rende molto fiero di te, ora so che eri motivata da questo profondo legame fraterno che ti ha spinto ad allenarti, e questo significa che in quello che fai ci metti il cuore – le disse Pegasus

– Bene, per ora può bastare, va riposarti, riprenderemo tra un po’- riprese poco dopo.

Hikaru scosse la testa

– No, non sono così stanca da riposare – replicò lei, decisa.

– Va bene, se proprio insisti, continuiamo – replicò Hachiro, sorpreso.

Così il suo addestramento continuò. Arrivarono fino alla pausa pranzo e poi ripresero, fino a pomeriggio inoltrato. Infine, si fermarono.

– Bene Hikaru, per oggi basta, ti sei allenata anche troppo. Ci vediamo domani – ledisse Hachiro, soddisfatto.

– Non mancherò – disse lei, entusiasta all’idea di riprendere il giorno seguente.

Quel giorno aveva dato veramente tutta sé stessa ed era davvero esausta.

– Tu vai a casa, io ti raggiungo – le disse Haru

– Ok, va bene – rispose lei.

Così si diresse verso casa, bella allegra. Quando furono soli, i due amici parlarono.

– Tua sorella ha un vero potenziale dentro di se, il suo cosmo è enorme, quasi come quello dei Cavalieri d’Oro e della stessa Athena – li spiegò Hachiro, serio

– Lo so, sin da quando era bambina l’ho subito percepito, non è un cosmo normale, è diverso dal nostro che abbiamo noi normalmente – spiegò Haru, serio

– Il suo cosmo è come un fuoco intenso che brucia, non come quello di Phoenix, è un fuoco diverso, di una potenza maggiore, suppongo che era quel cosmo a darle tutta quella energia nei movimenti – disse Hachiro, perplesso

– Se è quello che pensiamo, che facciamo Pegasus ? – chiese Haru, preoccupato

– Dobbiamo stare in guardia e con gli occhi aperti e essere prudenti, è meglio – rispose Hachiro, serio.

L’altro annuì. – Mi raccomando Cygnus, sta attento – lo raccomandò l’amico.

Haru annuì di nuovo.

– Anche tu Pegasus – disse lui.

Poi si separarono e tornarono alle loro case, entrambi con prudenza, i sensi vigili.

Haru rientrò in casa.

- Di cosa stavate parlando? – chiese Hikaru, quando lo vide.

– Oh, niente d’importante, del tuo addestramento di oggi, sei stata brava anche se sei solo all'inizio – rispose lui, sorridendo

– Diciamo che ho avuto la giusta forza di volontà – disse Hikaru, sorridendo

– Oh sorellina, sei un vero angelo – le disse Haru, stringendola al suo petto con amore

– E tu sei il fratello più dolce e meraviglioso del mondo – rispose Hikaru, ricambiando l’abbraccio fraterno.

Quando la cena fu pronta, si misero a mangiare e poi di nuovo a dormire. Stavolta fu Haru a non riuscire a prendere sonno. Troppi pensieri li invadevano la mente. Continuava a pensare alle parole di Pegasus.

Se è veramente mia sorella chi lui sostiene che lei sia, devo fare di tutto per tenerla al sicuro e proteggerla, a qualunque costo” pensò tra se e se.

E con quel pensiero, si addormentò, inquieto.

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Capitolo 3
*** Capitolo III-Nuovi Amici ***


Capitolo 3: Nuovi Amici

Qualche giorno dopo, durante la pausa pranzo, dopo l’intenso addestramento di quella mattina, Hikaru venne avvicinata da quattro ragazzi.

- Ciao, tu devi essere Hikaru immagino, l’allieva di Hachiro, Cavaliere di Pegasus – la salutò una delle due ragazze.

Era della sua stessa età, carnagione ambrata, occhi di un verde intenso e lunghi capelli castano scuro.

– Si, sono io e voi chi siete? – chiese Hikaru, stupita

– Io sono Sayuri, e, loro sono Mikan, Kaede, e Ichigo – disse la ragazza, sorridendo

– Piacere di conoscervi – rispose Hikaru

– Piacere nostro – disse Mikan

Era poco più grande, carnagione ambrata, occhi azzurri e lunghi capelli lisci, neri come l’ebano.

– Ti abbiamo vista al tuo primo addestramento, sei stata sorprendente per essere appena arrivata – commentò Kaede.

Aveva la carnagione color caramello, capelli riccioli castano dorato e intensi occhi color cioccolato

– Avevi un’energia davvero straordinaria, hai persino tenuto testa ad Hachiro, cosa mica da poco per essere quella nuova – osservò Ichigo, curioso.

Aveva la carnagione ambrata, più scura di quella di Hikaru, occhi infuocati che sembravano tizzoni ardenti e capelli neri corvini, mossi. Tra loro era il più alto e il più muscoloso nonostante avesse la stessa età di Mikan, anche lei abbastanza vigorosa di fisico.

– E' stata pura fortuna, lama pesava – rispose Hikaru, perplessa

– E' normale, ma ti ci abituerai– chiese Sayuri, curiosa

– Lo spero – mormorò Hikaru, sospirando.

– Devi solo avere fiducia – la rassicurò Mikan.

– Comunque, parlando d’altro, benvenuta tra noi – disse Kaede

– Grazie, è bello avere degli amici – lo ringraziò Hikaru, sorridendo.

All’improvviso però, una strana sensazione l’attraversò, come un brivido, e guardò in un punto preciso dell’Accademia.

Appoggiato a una colonna, stava un ragazzo. Era poco più grande di lei, carnagione normale, occhi neri e lunghi capelli color pece.

– Va tutto bene? – le chiese la voce di Hachiro, venuto a chiamarla per riprendere l’addestramento.

Hikaru si riscosse.

– Si sì, sto bene. Ho fatto amicizia – rispose lei

– Mi fa piacere, questi tipi sono tutti in gamba, ottimi allievi come te – disse Hachiro, sorridendo

– Forza, riprendiamo dai – riprese poco dopo.

La prese per mano e la portò nel luogo d’addestramento. Anche gli altri ragazzi andarono con i loro rispettivi maestri e ripresero ad allenarsi. A pomeriggio inoltrato, finito l’addestramento di quella mattina, Hachiro si complimentò,

- Brava, stai migliorando rispetto a quattro giorni fa – commentò Pegasus, felice

– Davvero? – chiese Hikaru, stupita

– Davvero davvero, e non scherzo, la tua forza di volontà è enorme e sono sincero – rispose Hachiro, sorridendo

– Ci metto il cuore in fondo – replicò Hikaru, con un sorriso aperto e angelico.

Lui sorrise e le accarezzò la testa con affetto

– Brava, è questo l’importante – le disse Hachiro

– E grazie per aver guardato le spalle a mio fratello in questi 5 anni – lo ringraziò Hikaru, poco dopo.

Pegasus guardò l’amico.

– E’ stato un piacere per me. Ora va a riposarti dai, domani ti voglio in forma – replicò Hachiro, facendole l’occhiolino.

Hikaru ricambiò. Poi i due fratelli andarono verso casa.

E’ davvero una ragazza prodigio” pensò Pegasus, mentre li guardava allontanarsi.

Si sentiva legato in qualche modo che non comprendeva a quella ragazza, forse perché erano molto simili di carattere, o forse perché avevano in comune lo stesso motivo per cui combattere. Sentiva dentro di lui che Hikaru non era una ragazza qualunque, che aveva qualcosa di speciale dentro di lei, qualcosa che nemmeno lei sapeva di avere, di cui era ignara, che non era solo una semplice allieva, no, era qualcosa di più. E con quel pensiero, tornò a casa alla luce del tramonto.

Arrivò infine il fine settimana, due giorni di pausa per gli allievi dell’Accademia. Hikaru poté quindi dormire di più e riprendersi dalle fatiche della prima settimana di addestramento. Si svegliò alle 11:00 della mattina del sabato.

- Buongiorno bella addormentata, era ora che ti svegliassi – la salutò Haru, allegramente, non appena la vide.

Era ancora in camicia da notte e i lunghi capelli fulvi le ricadevano scompigliati lungo la schiena, il viso assonnato di chi si era appena svegliata.

– Buongiorno fratellone – salutò Hikaru, sbadigliando.

– Eri proprio distrutta è? Immagino di sì – rispose Haru, scherzoso, mentre lei si sedeva per la colazione.

– A quanto pare si – rispose Hikaru, con voce assonnata.

Dopo colazione, tornò in camera sua, si vestii con i suoi soliti vestiti, si lavò il viso, si spazzolò la folta chioma e poi uscì a fare un giro per Atene.

Nel frattempo, Hachiro era casa sua a riposarsi, quando qualcuno bussò alla porta. Era una della guardie di Athena.

- Vieni Pegasus, la tua signora vuole vederti in privato, vuole parlarti – li disse l’uomo.

Senza esitare, Hachiro lo seguì, curioso di sapere di cosa doveva parlargli.

E presto lo avrebbe scoperto.


 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV-Pime Rivelazioni ***


Capitolo 4: Prime Rivelazioni

Il ragazzo entrò nel tempio.

- Voleva vedermi mia signora? – chiese Hachiro, quando fu solo con la dea.

– Si Pegasus, volevo sapere come procede l’addestramento della ragazza – rispose Athena, seria

– Procede nei migliori dei modi, per essere appena all'inizio migliora di giorno in giorno, ci mette tutta la sua passionre – raccontò Hachiro

– Bene, mi fa davvero molto piacere. Hikaru è una ragazza con grandi potenzialità, piena di doti nascoste. Il suo cosmo è grande – disse Athena, con un sorriso.

– Lo so, lo sento, non è come il nostro, è diverso da quello che abbiamo noi – osservò Hachiro, perplesso

– Proprio per questo Hikaru non è una ragazza normale, ma qualcosa di molto più grande – replicò Athena

– Che cosa volete dire? – domandò Hachiro, stupito

– Non ne sono del tutto certa, ma per il momento non posso darti una risposta, ma ti dico questo, voi due siete legati dallo stesso destino – rispose la dea, seria

– Cosa? Abbiamo un destino comune? – chiese Pegasus, sorpreso

– Si, ossia proteggere l’intera umanità dall’oscurità, un nuovo nemico è in arrivo – spiegò Athena, con decisione

– Cosa? Davvero? Dite sul serio mia signora? – domandò Hachiro, sconvolto

– Si, me lo sento, anche se non ne sono del tutto sicura, ma c'è un antico mito che la riguarda, mi potrà dare delle risposte – disse la dea

– Davvero mia signora? – osservò Hachiro, preoccupato

– Si, ora va, saprò dirti a breve – obbiettò Athena

– Nel frattempo però, stalle vicino e tienila d’occhio, non si sa mai – riprese poco dopo

– Lo farò mia signora – disse Pegasus, deciso.

Poi si congedò, e tornò a casa a riflettere su quella discussione.

Questo spiega il perché mi sia subito affezionato a lei” pensò tra se. In ogni caso però, tutto era ancora avvolto nel più totale mistero.

Nel frattempo Hikaru aveva incontrato i suoi amici.

- Ciao ragazzi – salutò

– Ciao, come va? – salutò Sayuri, la più dolce del gruppo

– Tutto bene dai, mi sono svegliata da poco e voi? – rispose Hikaru, sorridendo

– Tutto apposto grazie – rispose Mikan

– La tua prima settimana di addestramento è stata davvero esaltante, sei migliorata molto – commentò Ichigo

– Concordo pienamente – disse Kaede. Hikaru sorrise di nuovo.

– Grazie – li ringraziò lei

– Hachiro è davvero fortunato ad avere un’allieva in gamba come te – disse Mikan, facendo l’occhiolino.

Hikaru arrossì, un po’ imbarazzata dal commento dell’amica

– Si vede che tiene molto a te – commentò Sayuri, con un sorriso

– In fondo sono soltanto una sua allieva dopotutto – replicò Hikaru, seria

– No, per lui non sei un’allieva comune, lui vede qualcosa che tu non vedi, qualcosa di unico e di speciale, credimi – replicò Kaede, serio.

A quelle parole Hikaru capii che in fondo aveva ragione. Anche lei dopotutto si era subito affezionata ad Hachiro, sin dal primo momento che lo aveva conosciuto al suo arrivo in Accademia, e poi lo ammirava molto. Sorrise.

– Si, è vero, avete ragione – mormorò Hikaru, convinta.

Più tardi tornò a casa per pranzo e poi andò a rilassarsi in camera sua.

– Settimana intensa è? – commentò Haru, venendole a fare compagnia

– Si, infatti sono proprio sfinita – rispose lei

– Ho saputo che hai fatto amicizia – osservò lui, poco dopo

– Si, sono Sayuri, Mikan, Kaede e Ichigo. Sono davvero in gamba – rispose Hikaru, sorridendo

– Questo mi rende molto felice, sei rimasta sola troppo a lungo per via del mio addestramento, ti farà bene avere delle amicizie – mormorò Haru, con un sospiro.

– Non fartene una colpa, avevi il tuo sogno da seguire, è vero, questi 5 anni senza di te sono stati molto duri, ma sono sempre riuscita a cavarmela. Ora però siamo di nuovo insieme ed è questo quello che conta – lo rincuorò Hikaru, con dolcezza.

Haru allora le si sedette vicino e la guardò con lo sguardo intenso, gli occhi lucidi. L’abbracciò con vigore.

– Oh, sorellina adorata, ora non ti lascerò mai più sola, te lo prometto – mormorò.

Hikaru in risposta lo strinse con più forza

– Oh fratello mio, ora staremo di nuovo insieme – mormorò lei, felice, avvolta dal suo caldo abbraccio, una stretta fraterna a lungo aspettata e attesa in quei 5 anni di solitudine.

Ma dentro di lei sentiva che ora sarebbe stato tutto diverso ora che finalmente era entrata in Accademia. In quella prima settimana erano successe tante cose e aveva imparato moltissimo dagli insegnamenti di Hachiro, lui era molto saggio in molte cose e le aveva dato fiducia e autostima e lei era davvero disposta a tutto per non deluderlo, era il suo primo pensiero.

Ma ora non era il momento di pensarci, ora doveva godersi il fine settimana al meglio. Così più tardi uscì di nuovo e Haru venne con lei. Il sole pomeridiano brillava sereno.

– Mi mancavano le nostre passeggiate – mormorò Hikaru, felice

– Ora ne faremo quante ne vuoi sorellina – rispose Haru, felice pure lui, con un sorriso.

Per strada incontrarono Hachiro, che era riuscito a fare un giro. A Hikaru balzò il cuore nel petto.

– Ciao ragazzi – salutò lui

– Ciao, anche tu da queste parti vedo – salutò Haru

– Allora, la mia allieva si sta rilassando immagino – disse Hachiro, rivolto alla ragazza

– Si, grazie – rispose Hikaru, sorridendo – Beh, questa prima settimana è stata molto intensa per te, hai messo anima e corpo nell’addestramento e questo mi rende molto fiero di te – commentò Hachiro, sorridendo.

Poi ripresero la loro passeggiata tutti e tre assieme, e si godettero appieno il pomeriggio. Poi si separarono verso sera.

– A lunedì – salutò Hachiro
– A lunedì – salutò Hikaru.

Poi i due fratelli tornarono a casa.

Quella notte il suo sonno fu sereno e pacifico. Ma qualcosa stava per accadere, qualcosa che nemmeno lei si sarebbe aspettata, qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la sua vita.


 

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Capitolo 5
*** Capitolo V-Zyro ***


Capitolo 5: Zyro

Il giorno seguente era domenica. Hikaru, nonostante il suo carattere ribelle, venerava il culto della dea Athena, dato che era da sempre stata sua protetta. Così insieme a Haru, andò al Grande Tempio a pregare la dea.

Si guardò attorno.

C’erano tutti, compresi i Cavalieri dell’Accademia, i suoi amici e poi in un angolo lo vide, il ragazzo che aveva visto qualche giorno fa, appoggiato a una colonna, e ora era lì, in disparte, lo sguardo serio, l’aria abbastanza amichevole e furba sul viso.

Da come lo vedeva, non sembrava affatto interessato al culto di Athena, ma i suoi occhi gentili davano parecchio a desiderare.

Per un attimo sembrò che la guardasse e allora Hikaru distolse subito lo sguardo e tornò con i pensieri all’adorazione.

Dopo un’ora e mezza, la venerazione finì.

- Tu va pure, io ti raggiugo – le disse Haru.

Lei annuì. Fece per raggiungere i suoi amici quando venne avvicinata dal ragazzo misterioso.

– Ciao, tu devi essere la famosa Hikaru di cui si parla tanto – esordii lui

– Si, sono io, e tu chi saresti? – chiese lei, stupita

– Io sono Zyro, mi addestro all’Accademia da due settimane prima del tuo arrivo. Sei allieva di Pegasus immagino – rispose il ragazzo

– Piacere di conoscerti Zyro, comunque sì, sono sua allieva dalla settimana scorsa – rispose Hikaru, sorridendo.

– Sei in buone mani allora. Ora vado, ci si vede domani – salutò Zyro.

Lei salutò e poi lui se ne andò per la sua strada.

– Chi era quel tipo? – le chiese Haru, raggiungendola

– Si chiama Zyro, si addestra all’Accademia da due settimane – rispose Hikaru

– Tipo molto simpatico – riprese poco dopo.

Sarà, ma ho i miei dubbi” pensò Haru, tra se e se.

I suoi pensieri vennero interrotti dall’arrivo degli amici della sorella.

– Ciao Hikaru, anche tu qui vedo – salutò Sayuri

– Si, come voi, anch’io venero Athena dopotutto, mi sembra ovvio – rispose lei, sorridendo

– Vedo che hai conosciuto il ragazzo misterioso – disse Mikan, divertita

– Si, si chiama Zyro - raccontò Hikaru, un po’ perplessa

– Anche noi non sappiamo molto di lui, solo che tutte le ragazze da quando è arrivato, gli vanno dietro o meglio, quasi tutte – raccontò Kaede

– Per forza, è il ragazzo più bello dell’Accademia – commentò Sayuri, con aria sognante

– Noi ne sappiamo qualcosa, dato che siamo qui da qualche settimana in più di lui – spiegò Ichigo

– Sembra un angelo – disse la ragazza, gli occhi estasiati

– Ma per favore, non ti sarai mica innamorata di lui spero, a me non piace il suo alone di mistero – ribatté Mikan, sbuffando

– E come si fa a resistergli? È bello come il sole. Ah, certe volte sei così fredda e glaciale – replicò Sayuri, offesa

– Ragazze, per favore, non cominciate, vi ricordo che siamo in un luogo sacro – intervenne Hikaru, severa.

Le due amiche abbassarono lo sguardo, mortificate.

– Wow, certe volte fai paura commentò Kaede

– Diciamo che non amo i litigi – commentò lei.

Poi il gruppo uscì dal Grande Tempio.

– E poi trovo stupido litigare per un ragazzo, andiamo, è cosa da femminucce – riprese poco dopo

– Concordo con te - disse Mikan

– Noi due pure – aggiunse Ichigo.

Sayuri non fece commenti. Poco più tardi si separarono e ognuno andò a casa a mangiare, dato che l’adorazione era iniziata alle 10:30 ed era finita alle 11: 30.

Non appena tornarono a casa a preparare il pranzo, Hikaru notò subito un velo di preoccupazione negli occhi del fratello.

- Va tutto bene? Ti vedo strano – esordii

– Si sì, sto bene, tranquilla – rispose Haru, per tranquillizzarla

– Sicuro? Hai una faccia strana, come se fossi in ansia per qualcosa – osservò Hikaru, seria.

Era ovvio che avesse dei sospetti, Haru se lo sentiva, ma al momento non poteva svelare niente, per il bene della sorella. Non era ancora giunto quel momento e lui lo sapeva.

– Sto bene, non preoccuparti – la rincuorò Haru, accarezzandole il viso.

Più tardi, dopo pranzo, Hikaru uscì a farsi un giro per conto suo.

Ma poco dopo, Zyro la raggiunse.

– Ciao – la salutò – Ciao – salutò lei

– Come va? – chiese lui, poco dopo

– Bene dai, mi sto rilassando. Mi ci voleva, questa prima settimana mi ha proprio sfinito – rispose Hikaru

– Ci credo, hai dato tutta te stessa a partire dal primo giorno e ti dico che sei stata spettacolare, un talento davvero innato – commentò Zyro, entusiasta

– Oh bè, grazie – disse Hikaru, arrossendo per il complimento

– Devo dire che Pegasus ha trovato un’ottima allieva, degna di lui – disse Zyro, sorridendo

– Lui è molto fiero di me, crede molto nelle mie capacità, e io non voglio deluderlo per nessuna ragione – mormorò Hikaru, sospirando

– E’ comprensibile, dopotutto uno degli obbiettivi principali di un allievo, oltre anche a realizzare il suo sogno, è quello di non deludere il proprio maestro, oltre che se stessi – spiegò Zyro, serio.

Hikaru rimase stupita da quell’affermazione.

E’ già qui da due settimane e già sa queste cose, è incredibile” pensò tra se e se, entusiasta

– Sorpresa è? – chiese Zyro, notando la sua espressione stupita

– Si, lo sono infatti – commentò Hikaru, arrossendo

– Diciamo che sono esperto – disse Zyro, con un sorriso furbetto sul viso

– Domani si ricomincia ad allenarsi – osservò lei, poco dopo

– Sei contenta? – domandò lui, facendo l’occhiolino

– Tantissimo, non vedo l’ora di cominciare – esultò Hikaru, entusiasta

– Il tuo entusiasmo, e questo dimostra quanto tu creda nel tuo sogno e in te stessa, come una vera Cavaliere – disse Zyro, lo sguardo gentile

– Infatti, proprio così, ho piena fiducia nelle mie capacità, e so che il mio sogno servirà per dare un nuovo futuro per la nostra patria – disse Hikaru, l’espressione decisa sul volto

– Brava, ben detto, fai bene a pensarla così, l’importante è non perdere mai la speranza – replicò Zyro, con un sorriso

– Vero, hai, ragione, se si perde la speranza tutto è perduto, e non voglio che accada – replicò Hikaru, seria

– Se continuerai a credere nella speranza non accadrà di certo – la rassicurò Zyro, comprensivo.

Era incredibile di come la capisse al volo nonostante si fossero appena conosciuti quella mattina, era davvero sorprendente da come fosse gentile in realtà. Da come lo aveva visto la prima volta aveva pensato che fosse un tipo poco socievole e glaciale, ma invece non era affatto come se lo era immaginato.

Anzi, lo trovava un tipo davvero molto simpatico e socievole, di una saggezza a dir poco inaspettata per uno che era all’Accademia da solamente due settimane prima di lei.

– Non ti facevo così simpatico, la prima volta che ti ho visto eri…non so, mi sembravi uno poco socievole – commentò Hikaru, stupita

– Le apparenze ingannano molte volte. Ora vado, a domani – la salutò Zyro. Lei ricambiò il saluto e poi tornò verso casa.

E’ un ragazzo davvero incredibile” pensò tra se e se, sulla via del ritorno.

Ma non si sarebbe mai aspettata che quel ragazzo a cui si era subito affezionata le avrebbe cambiato per sempre la vita. Qualcosa molto presto sarebbe accaduto, qualcosa che Hikaru non si sarebbe mai immaginata, qualcosa che l’avrebbe cambiata per sempre e avrebbe sconvolto la sua vita, qualcosa a lei ancora ignoto.


 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI-L'Inizio ***


Capitolo 6: L’Inizio

Fu durante il secondo di addestramento che accadde.

Vide scene di morte, un inferno di fuoco devastava ogni cosa e un demone dalle ali nere e gli occhi iniettati di sangue sovrastava ogni cosa con la sua ombra e rideva trionfante. – Ti troverò – disse con voce cavernosa. Poi tutto buio e si sentii sprofondare nelle tenebre assolute in un abisso oscuro e senza fondo

Hikaru crollò in ginocchio all’improvviso, un’espressione di terrore sul volto.

  • Ehi, stai bene? – le chiese Hachiro, preoccupato.

    La ragazza lo guardò tremante di paura, non riusciva neanche a parlare da quanto era terrorizzata. Solo poco dopo si riscosse e iniziò a raccontare quello che era successo. Hachiro ascoltò sconvolto il racconto della ragazza.

    .– E’ stato davvero terribile – mormorò Hikaru, trattenendo a forza le lacrime.

    Sudava e tremava dalla paura, una paura che non aveva mai provato prima d’ora, una paura a lei ignota che la stava lentamente stringendo nella sua morsa. Haru accorse subito nel vederla in difficoltà.

    – Ma che ha? – chiese all’amico.

    Hachiro allora raccontò l’accaduto nei minimi dettagli, esattamente come Hikaru lo aveva raccontato. Haru rimase sconvolto.

    – Oh no, ma è terribile, sai per caso di cosa si tratta? – chiese infine, preoccupato

    – Ahimè, purtroppo no, non so di cosa si tratta, ma il fatto che l’abbia colpita così all’improvviso mi preoccupa molto, credimi – rispose Hachiro, preoccupato

    – Che cosa possiamo fare? – chiese Haru, sconvolto

    – Non lo so – mormorò Hachiro, sconvolto pure lui. Hikaru nel frattempo aveva perso i sensi per il forte spavento. – Oh povera la mia sorellina – mormorò Haru, con voce tremula

    – Non temere, sta bene, è solo svenuta – lo rassicurò Hachiro.

    Poco dopo accorsero anche i suoi amici, preoccupati.

    – Pegasus, che ha Hikaru? Sta male? – chiese Sayuri, preoccupata.

    Allora lui raccontò quello che era successo.

    – Oh, poverina, è terribile, come sta ora? – chiese Mikan

    – Ha perso i sensi, ma per il resto sta bene – rispose Haru, con un sospiro

    – A me non sembra, è pallida come un lenzuolo ed è madida di sudore – commentò Kaede, serio.

    Aveva ragione.

    – Che facciamo Pegasus? Sono molto preoccupato – disse Haru, poco dopo

    – In queste condizioni non può certo addestrarsi, portala a casa, io ti raggiungo – rispose Hachiro, serio.

    Così Haru la prese in braccio senza esitare e si diresse verso casa, seguito dagli sguardi preoccupati degli amici della sorella, che subito dopo tornarono al loro addestramento.

Quando Haru rientrò a casa, stese Hikaru nel suo letto e la coprì amorevolmente, la sua espressione era tornata di nuovo serena, ma era comunque pallida e sudata, ma non aveva la febbre.

Oh sorellina, che cos’hai? Che ti sta succedendo?” pensò Haru, prendendole una mano tra le sue.

Era calda di vita. Lui tirò un sospiro di sollievo. Poco più tardi li raggiunse Hachiro.

  • Come sta Hikaru? – esordii lui

    – Bene per fortuna, ma è ancora priva di sensi – mormorò Haru, preoccupato.

    L’amico lì si sedette a fianco.

    – Non temere, tua sorella è una ragazza forte, e lo sai, ce la farà – lo rassicurò poco dopo

    – Lo so molto bene e credo in lei, ma quello che le è accaduto mi ha parecchio scosso – replicò Haru, sospirando

    – Credimi, anche a me mi ha spaventato, è stato così all’improvviso, e vederla terrorizzata in quel modo è stato sconvolgente – disse Hachiro, con un sospiro.

    Poi guardò Hikaru, lo sguardo colmo d’ansia e angoscia. In fondo quella ragazza le stava molto a cuore, teneva a lei, non solo perché era un’ottima e promettente allieva, ma anche perché era una ragazza speciale e i loro caratteri erano simili.

    Lei li ricordava lui alla sua età, ai tempi dell’addestramento, soprattutto per la sua grande determinazione e forza di volontà. La lasciarono riposare e andarono in cucina.

    – Credi che bisognerà parlarne alla nostra signora di questo fatto? – chiese Haru, poco dopo

    – No, meglio aspettare, dobbiamo prima fare chiarezza, non sappiamo ancora il perché di questo fatto insolito e improvviso – replicò Hachiro, serio

    – E se dovesse riaccadere che si fa? Sono molto preoccupato

    – mormorò Haru, con un triste sospiro

    – Lo so, anch’io lo sono, se riaccadrà di nuovo in modo consecutivo, allora ne parlerò alla nostra sovrana, te lo prometto – lo rassicurò Hachiro, con un sorriso

    – Grazie, sei un vero amico – lo ringraziò Haru, felice

    – Lo sai che per te farei di tutto per aiutarti amico mio – li disse lui, facendole l’occhiolino

    – Lo so e molto bene anche – disse Haru, con un sorriso.

    Poi tornarono da Hikaru, che si stava svegliando. Furono sollevati di vederla aprire i suoi vividi occhi azzurri e sorridere non appena li vide al suo fianco.

    – Ciao ragazzi – li salutò.

    Ma subito dopo si mise una mano sulla fronte.

    – Che mi è successo? – riprese.

    Haru le si sedette vicino e le raccontò l’accaduto.

    – Oh, ora ricordo, è stato spaventoso – mormorò Hikaru, sconvolta

    – Come ti senti adesso? – le chiese Hachiro, poco dopo

    – Meglio grazie, sono solo un po’ frastornata, mi gira solo un po’ la testa, ma sto bene, e ho un po’ fame – rispose Hikaru, mettendosi lentamente a sedere

    – Vado a preparare il pranzo – disse prontamente Haru

    – A proposito, sono felice di vedere che stai bene – riprese.

    Poi andò in cucina e lei rimase sola con Hachiro, che le si sedette vicino.

    – Mi hai fatto prendere un colpo – esordii lui

    – Anche tuo fratello si è preoccupato – riprese subito dopo

    – Scusami, non era mia intenzione – mormorò Hikaru, abbassando lo sguardo.

    Hachiro sorrise.

    – Ma no, non devi, non è stata di certo colpa tua quello che è successo oggi, credimi – la rassicurò lui, allegro

    – Spero solo che non riaccada di nuovo – replicò Hikaru, seria

    – Si spera di no, ma stai tranquilla, qualunque cosa accada ci saremo noi, non temere – le disse Pegasus, sorridendo.

    Hikaru ricambiò il sorriso dell’amico. Più tardi andarono a mangiare. Nonostante quello che era successo, Hikaru era comunque in forma, cosa che sollevò i loro morali.

    Nel pomeriggio riprese gli allenamenti interrotti quella mattina. Anche i suoi amici furono contenti nel vederla di nuovo in gioco.

    – Oh Hikaru, meno male che stai bene, eravamo così in pensiero per te – le disse Sayuri, durante la pausa

    – Credetemi, è stato terribile, ma ora sto bene – rispose Hikaru, sorridendo

    – Speriamo che non riaccada – disse Kaede

    – Lo spero anch’io, non potremmo sopportare di vederti soffrire di nuovo in quel modo – replicò Mikan.

    Hikaru rimase stupita a quella frase. Era incredibile da come la loro amicizia si era rafforzata in quel poco tempo che si erano conosciuti.

    – Grazie, lo spero anch’io, credetemi – mormorò. Ma non sapeva che quello che era successo, sarebbe stato soltanto l’inizio.           

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Capitolo 7
*** Capitolo VII-Lucifer ***


Capitolo 7: Lucifer

Quella notte però, gli incubi tornarono a farle visita. Fu la stessa visione avuta quella mattina, solo più violenta e terribile:

Oscurità ovunque, poi all’improvviso tutto divenne di un rosso vermiglio. Due occhi iniettati di sangue sovrastavano ogni cosa. Poi di nuovo fuoco e fiamme. – Ti troverò Micael, preparati alla mia vendetta – disse una voce nell’aria. Ed ecco comparire il demone dalle ali nere, che con la sua oscurità avvolgeva tutto nelle tenebre più oscure, e lei si sentii precipitare di nuovo in quell’abisso senza fondo.

Si svegliò, urlando di terrore e madida di sudore. Suo fratello accorse subito alle sue grida.

- Ehi ehi, che c’è? – le chiese, preoccupato.

Hikaru lo guardò, terrea.

Dal suo sguardo terrorizzato, Haru capii subito di cosa si trattava.

– Hai avuto un altro incubo? – osservò, serio.

Hikaru annuì, senza dire niente per il forte spavento.

Riuscì a dire solo – E’ stato orribile – e poi tornò ad ansimare.

Haru allora la strinse forte al suo petto per rassicurarla e darle conforto. Hikaru si abbandonò a quella stretta fraterna e in quel tenero abbraccio si riaddormentò, beata.

Ma nei giorni che seguirono, quelle visioni/incubo si fecero sempre più frequenti e la cosa fece molto preoccupare suo fratello e Hachiro, che stavano cercando di fare chiarezza su quello strano fenomeno, ma per quanto si sforzassero, tutti i loro tentativi si concludevano in un buco nell’acqua.

- Ok, non può andare avanti così, è arrivato il momento di fare rapporto alla nostra sovrana, di sicuro lei saprà darci delle risposte chiare, che solo lei, la grande Athena, può darci – disse Haru, un pomeriggio

– Sono d’accordo con te amico mio, i miei occhi non riescono più a sopportare di vedere Hikaru in quelle condizioni – replicò Hachiro, serio.

Poi si rivolse agli amici della ragazza

– Voi state con Hikaru, non lasciatela sola nemmeno per un secondo, io e Haru andiamo al Grande Tempio a chiedere consiglio alla nostra dea Athena per avere delle risposte chiare, posso chiedervi questo favore? – disse loro, serio

– Hai la nostra parola, non preoccupatevi, con noi sarà in buone mani, state tranquilli, non la lasceremo – li rassicurò Sayuri, decisa

– Fateci sapere ok? – chiese Mikan

– Certamente, sarete i primi a saperlo – disse Haru.

Poi i due ragazzi aprirono un portale e dopo i saluti, partirono per il Grande Tempio.

Arrivarono in un battibaleno, si fecero annunciare e poi vennero convocati dalla dea Athena, che fu felice di vederli.

– Cosa vi porta qui miei Cavalieri? – chiese

– Mia signora, si tratta della mia allieva, Hikaru – iniziò Hachiro, serio

– Hikaru? Perché, che succede? – domandò Athena, seria

– E’ da diversi giorni che ha delle specie di visioni/incubo che la colpiscono all’improvviso e la spaventano a tal punto da lasciarla priva di sensi – spiegò Haru, con un sospiro

– E che cosa vede in queste visioni/incubo? – chiese Athena, con una nota di preoccupazione nella voce.

– Vede scene di morte e distruzione, e poi un demone dalle ali nere e gli occhi iniettati di sangue che grida vendetta e poi lei che si sente precipitare in un abisso senza fondo – raccontò Hachiro, senza tralasciare nulla.

A quel racconto, Athena trasalì, spaventata.

– Qualcosa vi turba mia signora? – chiese Haru, nel vedere la sua reazione.

La dea tornò seria e poi iniziò a parlare.

– A quanto pare le mie indagini che ho fatto erano giuste – iniziò

– Avete fatto chiarezza allora? – chiese Hachiro, stupito

– Si, ma prima è giusto che sappiate la storia, secoli e secoli fa, Lucifer era il capo degli Arcangeli. Gli altri si sottomisero alla specie umana, ma lui rifiutò e si rivoltò contro Dio stesso, il quale mandò Micael a punirlo per il suo tradimento. Micael non era solo l’Arcangelo di fuoco, ma era anche il capo delle schiere celesti. Riuscì a trionfare nella lotta contro Lucifer, lo privò delle ali e lo gettò negli abissi infernali. Da quel giorno, Lucifer giurò vendetta a Micael, e adesso è ritornato per mantenere il giuramento – raccontò Athena, seria.

I due Cavalieri rimasero stupiti da quella storia.

– E questo cosa centra con Hikaru, cosa ha a che fare con questa storia? – chiese Haru, perplesso

– Perché lei è l’incarnazione dello stesso Micael – rispose Athena, con voce solenne.

Bastarono quelle parole a spiazzarli completamente.

– Cosa? Ne siete davvero sicura mia signora? – domandò Hachiro, sconvolto dalla risposta

– Quindi la mia sorellina è…proprio Micael in persona? Ecco perché ho sempre percepito un cosmo strano dentro di lei, ma finora non avrei mai pensato una cosa del genere – replicò Haru, sconvolto pure lui dalla rivelazione

– Ed è per questo che deve essere protetta a qualunque costo, purtroppo non ho ancora scoperto chi sia l’incarnazione di Lucifer, e quindi dovete stare in guardia se dovesse attaccare, Hikaru è importante per il destino dell’intero universo, lei solamente può riuscire a sconfiggere Lucifer per sempre, lei sola ha quel potere, il suo cosmo è grande – replicò Athena, poco dopo

– E poi, come sai, il suo e il tuo destino sono legati Hachiro, e lo stesso vale per te Haru – riprese poco dopo

– Non temete mia signora, noi la proteggeremo a costo della vita, con noi sarà al sicuro, state pure tranquilla – la rassicurò Hachiro, deciso.

Haru era ancora stupito, sapeva che erano fratelli, ma non avrebbe di certo pensato di condividere lo stesso destino della sorella, un destino ben più grande di quello di proteggere Atene e la loro dea.

– Mia signora, non crede che dovremmo rivelare la cosa a Hikaru? – chiese Haru, perplesso

– No, sarà lei a scoprilo a tempo debito, non dobbiamo forzarla, il suo destino lo deve scoprire da sola – rispose Athena, seria

– E nel frattempo che dobbiamo fare? Il suo addestramento non è ancora concluso – osservò Hachiro, perplesso

– Per quello non devi preoccuparti, l’addestramento non verrà interrotto, continuerà a procedere – disse Athena

– Ma se le visioni/incubo la colpiranno di nuovo quando meno ce lo aspettiamo? Non voglio vederla soffrire ancora senza poter fare niente per aiutarla, non riuscirei a sopportarlo di nuovo – mormorò Haru, preoccupato

– E’ comprensibile la tua preoccupazione nei confronti di Hikaru, l’unica cosa che posso dirvi è che dovete starle vicino, solo questo – disse Athena, seria.

In quell’attimo però, una strana sensazione li pervase, facendoli rabbrividire.

– Che cos’è? Mi sento tremare, non ho mai provato una cosa del genere – disse Haru, spaventato.

Anche Athena sembrava scossa.

– Che cos’era mia signora? – domandò Pegasus, stupito

– Andiamo ad Atene, ho percepito il cosmo del nostro nemico – tagliò corto Athena, decisa.

A quelle parole rimasero spiazzati.

– Cosa? Ne siete davvero sicura mia signora? – chiese Hachiro, incredulo

– Si, lo sono, andiamo ora – replicò Athena, seria.

Detto questo, la dea aprì il portale e in breve tempo si ritrovarono ad Atene, nei pressi dell’Accademia. Ora quel cosmo oscuro si percepiva in modo più nitido.

– Ora si sente molto più chiaramente, è qui intorno – osservò Hachiro, serio.

Poco dopo videro arrivare Hikaru, affiancata dai suoi amici e da Zyro, che si era unito a loro. Non appena il suo sguardo incrociò quello di Athena, lui impallidii per un breve attimo e poi tornò serio. Hikaru fu stupita di vedere la dea al suo cospetto. Non fece in tempo a parlare che la donna fissò Zyro più duramente.

– E’ inutile che ti nascondi, ti ho trovato - disse la dea, con durezza.

Si stava ormai facendo sera. Zyro la guardò con fare di scherno e rise

– Ahahahahahahah, a quanto pare mi hai scoperto, bene, ma non ritenerti tanto fortunata – la schernì Zyro.

In un attimo si circondò di un’inquietante alone oscuro e una potente energia emanava dal suo corpo, che si trasfigurò poco a poco. Tutti avevano lo sguardo fisso su di lui, pervasi da una sensazione di paura e terrore. Poi quando la luce si attenuò, al posto del ragazzo impassibile e glaciale, vi era ora un demone: carnagione pallida, un corpo possente e vigoroso, occhi iniettati di sangue, rossi come tizzoni ardenti, lunghi capelli neri come la pece. Sulla schiena spiccavano due enormi ali angeliche nere. Vestiva solo di una tunica nera. Non appena Hikaru lo vide in faccia, impallidii, sudando freddo, lo sguardo colmo di terrore.

E’ lui, il demone del mio sogno” pensò, terrorizzata.

– Ma guarda, tutta la setta di Athena al completo, pensate di farmi paura con quegli sguardi adirati? Mi fate quasi gelare il sangue – li schernì il demone

– Non abbiamo paura di te demonio – lo sfidò Haru, serio

– Non fare atteggiamenti di sfida con me bamboccio, sai che non ti conviene – sibilò Lucifer.

La sua voce pareva venire dall’inferno.

– Sono qui per una cosa che voi ben sapete, dov’è lui? – chiese poco dopo – Non è qui – ribatté Athena

– E ora vattene – riprese poco dopo

– Osi sfidarmi? Bene, allora ti farò vedere cosa succede a chi mi sfida! – esclamò Lucifer, furioso.

Fece per prendere la donna, ma Haru fece appena in tempo a mettersi in mezzo e venne preso al suo posto.

– Tu non avrai la nostra signora – ringhiò

– Allora mi accontenterò di te Cygnus – sibilo Lucifer.

Poco prima di essere portato via, Haru riuscì a rivolgersi ad Hachiro

– Proteggi Hikaru a qualunque costo – mormorò.

Lui annuì. Poi Lucifer si alzò in volo e scomparve nella notte.


 

Angolo dell'autrice

Ecco la comparsa del cattivo. Non ve lo aspettavate è? Ma si sa, l'apparenza inganna. Già al settimo capitolo, non lo avrei mai pensato di arrivare fino a qui, credetemi. Spero che vi piaccia. Attendo le vostre recensioni

Baci EF

 

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII-Il Primo Scontro ***


Capitolo 8: Il Primo Scontro

Bastò quella visione a far riscuotere Hikaru da quella sensazione di terrore di poco prima. Sgranò gli occhi, scioccata.

- Haru!!!!!!!! – urlò, sconvolta.

Senza esitare si lanciò all’inseguimento, senza distogliere lo sguardo dal demone. Saltava da un tetto all’altro, disperata, in una folle corsa contro il tempo.

Non avrebbe sopportato l’idea di perderlo proprio ora che erano di nuovo insieme dopo 5 lunghi anni di lontananza. Continuava a correre, animata solo dalla disperazione. Le lacrime avevano iniziato a scorrerle lungo le guance.

– Fermati!!!!!! Ti prego, fermati maledetto!!!!!!!!!! – gridò con foga.

In quell’attimo sentii una strana energia bruciare dentro di lei come un fuoco ardente.

Che cos’è questa forza che brucia dentro di me? E’ così calda, come se il mio stesso corpo bruciasse. Che cosa mi sta succedendo?” pensò Hikaru, stupita.

Si fermò di colpo. Una strana aura infuocata la circondava. Ma il pensiero di suo fratello la riscosse. Riprese l’inseguimento. Ma troppo tardi si rese conto che li aveva persi di vista, ma nonostante tutto, continuò a correre.

All’improvviso però, qualcosa bloccò la sua corsa: un’incantevole rosa rossa cadde a qualche passo da lei. Si guardò attorno.

– Chi è là? Fatti vedere codardo, chiunque tu sia – ringhiò Hikaru, arrabbiata e disperata allo stesso tempo.

– Quanta rabbia arde nel tuo cuore, bè, sappi che il tuo è stato un insulto a dir poco maleducato – disse una strana voce dietro di lei.

Hikaru si voltò, e lo vide: era un uomo dai tratti molto femminili, carnagione pallida, occhi azzurro cielo, lunghi capelli color acqua marina, in bocca teneva una rosa rossa. Indosso aveva un’armatura d’oro oscura. A Hikaru venne quasi da ridere.

– E tu chi sei che osi sbarrarmi la strada, bel damerino? – chiese

– Io sono Pisces, Cavaliere dei Pesci, e i tuoi modi non sono eleganti per una ragazza – rispose l’altro

– Ah, il famoso pesciolino, senti, non ho tempo da perdere con te elegantone, mio fratello ha bisogno del mio aiuto, quindi non osare intrometterti – sbottò Hikaru, irata

– Osi sfidarmi?!!! Bene, te ne pentirai amaramente!!!!! – esclamò Pisces, offeso.

Lei si sentii ribollire il sangue nelle vene, e senza rendersene conto, si circondò di fuoco. L’avversario la guadò, stupito.

Che cos’è questo strano cosmo che arde dentro di lei? E’ superiore persino al mio. No, non può essere lei” pensò Pisces.

Ma si riprese.

– Preparati a una dolce fine lenta e dolorosa, la rosa di sublime bellezza ti annienterà – disse Pisces, con la sua voce poetica e allo stesso tempo irritante.

Detto questo, una ventata di rose rosse volarono contro Hikaru, ma bruciarono ancora prima di sfiorarla. La ragazza rimase stupita a quella scena al quanto insolita.

I suoi compagni nel frattempo guardavano la scena, stupiti pure loro.

  • Che strano cosmo emana da lei – commentò Sayuri, perplessa

    – E’ il Cosmo di Micael, colui che gettò il demone oscuro negli abissi infernali – rispose Mikan, stupita.

    La stessa Athena aveva raccontato loro della storia e del grande destino alla quale Hikaru era destinata.

    – Il suo cosmo si percepisce fino a qui, è enorme – disse Kaede

    – Speriamo bene, Pisces era stato il più temibile seguace di Arles, durante la lotta al Grande Tempio, e ora Lucifer lo ha fatto ritornare come suo servitore, e sembra più forte di allora – disse Ichigo, preoccupato

    – Abbiate fiducia in Hikaru, in lei scorre il cosmo di Micael, il più forte e coraggioso degli Arcangeli, non avrà nulla da temere state tranquilli – replicò Athena, seria.

    Loro annuirono. Aveva ragione.

Pisces intanto continuava a lanciare i suoi attacchi, ma erano vani.

  • I tuoi colpi sono inutili pesciolino dei miei stivali, e ora tocca a me contrattaccare, preparati, arrivo – rispose Hikaru, decisa.

    E iniziò a combattere a mani nude.

    Per fortuna che mi sono addestrata” pensò, mentre attaccava.

    Ma Pisces era troppo veloce e riusciva a schivare i suoi colpi.

    – E’ inutile che insisti, arrenditi, il tuo modo di combattere mi fa pena, non è affatto elegante, e poi tuo fratello è condannato – replicò Pisces, con fare provocatorio.

    A quelle parole, Hikaru si sentii ribollire il sangue nelle vene. Sentii la rabbia bruciarle nel petto.

    – Come osi maledetto!!!!!!!! Questa me la paghi viscido serpente!!!!!!!! – urlò Hikaru, irata.

    Il cosmo attorno a lei bruciò più intensamente. Con furore colpii Pisces in pieno volto e lo fece cadere a terra. Lo aveva ferito lievemente al volto. Ma lui si rialzò quasi subito, circondato del suo cosmo dorato.

    – Maledetta, preparati alla tua fine!!!!!!! Per il Sacro Pisces!!!!!!! – gridò, irato.

    Di fronte a quella potenza, Hikaru non si lasciò affatto intimorire.

    – Ah, puoi usare tutti gli attacchi che vuoi pesciolino, ma non mi fai paura – sbottò Hikaru, riuscendo a pelo ad evitare l’attacco.

    Ma troppo tardi per evitare l’ultimo colpo. In un attimo sentii le forze venirle meno.

    Dannazione, mi ha colpito” pensò Hikaru, ma non si lasciò scoraggiare dal graffio che aveva al fianco.

    – Ah, sei finita, ancora pochi attimi e il dolce sonno eterno ti avvolgerà nella sua gelida morsa – sibilò Pisces, trionfante

    – Povero illuso, se pensi di aver già vinto……ti sbagli – ribatté Hikaru, ormai quasi al limite.

    Detto questo, con un ultimo e disperato sforzo, riuscì a colpire Pisces con un attacco di fuoco, e lui senza esitare oltre, si ritirò.

    – Ce……ce l’ho fatta – mormorò lei, poco prima di accasciarsi al suolo tra le braccia di Hachiro.

    Poi fu tutto buio.

La prima cosa che vide fu un bianco soffitto. Si guardò attorno. Era in una stanza illuminata da una finestra che portava su un balcone.

  • Oh Hikaru, meno male, temevo che non ti svegliassi più – le disse la voce di Hachiro, seduto al suo fianco.

    – Do……dove sono? Che cosa è successo? – chiese la ragazza, con voce flebile

    – Sei al Grande Tempio, hai dormito per tre giorni. Durante lo scontro Pisces, una sua rosa ti ha ferito al fianco. Con le ultime forze lo hai attaccato con i tuoi poteri, e poi subito dopo hai perso i sensi per la ferita. Per fortuna Athena ti ha curata appena in tempo – raccontò Hachiro

    – Poteri? Oh sì, quella misteriosa forza che ardeva dentro di me, era una strana energia

    – osservò Hikaru, mettendosi a sedere lentamente

    – La verità è che il tuo cosmo non è un cosmo normale, no, è un cosmo diverso da quello di noi Cavalieri – spiegò Hachiro, serio

    – E con questo cosa vuoi dire? Che sono diversa? – chiese Hikaru, perplessa

    – Ecco, in un certo senso sì, ma in senso buono è ovvio – rispose Hachiro

    – Sai qualcosa che io non so? – domandò lei.

    Ma in quell’attimo accadde di nuovo.

Vide un luogo oscuro, era una prigione. E poi urla di dolore, strazianti. Era Haru che gridava, mentre una nera figura lo torturava senza pietà. Poi fu tutto fuoco e fiamme e le sue urla sempre più distanti e infine silenzio.

Hachiro la guardò, preoccupato.

- Che cosa hai visto? – le chiese, quando si riscosse.

Sudava, lo sguardo colmo di terrore.

– Haru……Haru che urlava. Lucifer lo ha rapito, ha bisogno di me, devo……devo andare a salvarlo – mormorò Hikaru, con voce tremula.

Fece per alzarsi, ma un capogiro la costrinse a sedere.

– Sei ancora debole e tentare una missione adesso sarebbe un suicidio, non hai ancora portato a termine l’addestramento, e poi faresti il suo gioco – replicò Hachiro, preoccupato

– Non mi interessa – ribatté Hikaru, e detto questo, trovò la forza di alzarsi.

Si precipitò senza esitare al cospetto di Athena, che fu felice di vederla in piedi.

– Ti sei svegliata finalmente – la salutò la dea – Mia signora, sono qui per chiedere il permesso di andare a salvare mio fratello dalle grinfie di quel demone – rispose Hikaru, decisa

– So il dolore che provi, ma purtroppo non posso darti il permesso, non sei ancora pronta, prima devi portare a termine il tuo addestramento – rispose Athena, seria.

– Ma……è un vostro Cavaliere, mio fratello è………tutto ciò che ho………non potete farmi questo. Prima l’ho visto, ho visto che soffriva, ha bisogno di me – disse Hikaru, la voce tremante

– Voi sapete cosa mi sta succedendo vero? – riprese poco dopo. Athena sospirò.

– E’ giusto che tu sappia la verità, tu hai un cosmo fuori dal comune, un cosmo che si tramanda dalla notte dei tempi – iniziò la dea.

Hikaru rimase senza parole.

– E’ il leggendario cosmo di Micael, l’Arcangelo di Fuoco che gettò Lucifer nelle profondità infernali – riprese poco dopo.

A quelle parole rispose un silenzio, un silenzio incredulo. La verità stava per essere finalmente rivelata.


 

Angolo dell'autrice

Salve cari lettori. In questo capitolo la nostra Hikaru ha dimostrato il suo valore è? Pisces sinceramente lo detesto, non odiatemi, ma è così. Che ne pensate finora? Bello è? Spero che vi piaccia. Attendo le vostre recensioni. A presto.

Baci EF


 

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Capitolo 9
*** Capitolo IX-Il Destino Rivelato ***


Capitolo 9: Il Destino Rivelato

Hikaru sgranò gli occhi, sconvolta. Non riuscì a dire una parola.

- Lascia che ti racconti la storia, molti secoli fa, Lucifer era a capo degli Arcangeli. Gli altri si sottomisero alla specie umana, ma lui, troppo desideroso di potere, si rifiutò, rivoltandosi poi contro Dio stesso. Per punirlo del suo tradimento, mandò Micael. Non era solo l’Arcangelo di Fuoco, ma era anche il capo delle schiere celesti. Riuscì a trionfare e gettò Lucifer negli abissi infernali, strappandogli le ali. Da quel giorno, Lucifer giurò vendetta verso Micael, e ora è ritornato per mantenere quel giuramento – raccontò Athena, seria.

– E cosa centro io con tutto questo? – mormorò Hikaru, con voce tremante

– Non l’hai ancora capito? Centri perché sei tu Micael, il suo cosmo brucia dentro di te. E’ stato grazie a quel cosmo che sei riuscita a fronteggiare Pisces – spiegò Athena.

Hikaru a quelle parole, crollò in ginocchio, incredula.

– Se……quello che dite è vero, allora Haru……Haru è in pericolo per…………causa mia – mormorò, gli occhi velati di lacrime. Poi si rialzò. Scosse la testa. – No, non lo posso accettare, non voglio crederci!!!!! – esclamò.

E, detto questo, scappò via in lacrime di dolore. Poco dopo arrivò Hachiro.

– Va da lei, ha bisogno di te – le disse Athena, seria. Lui annuì. Tornò in camera. Hikaru era seduta sul letto, in un pianto disperato.

Poi lo guardò.

– Tu……tu lo sapevi………vero? – chiese, con voce tremante

– Si, lo sapevo, ma non ti dissi niente, ma l’ho fatto per proteggerti, credimi. Se Lucifer ti avesse trovato, a quest’ora ti avrebbe già uccisa – rispose lui, sedendosi al suo fianco, lo sguardo preoccupato

– Tutto questo è troppo per me, è una cosa fuori dalla mia portata. Haru sta soffrendo per colpa mia e……………non lo posso accettare – replicò Hikaru, sconvolta

– Ho paura………tanta paura – mormorò poco dopo, tra i singhiozzi.

Avvertii il viso contro il suo petto e le sue braccia avvolgerla in una stretta calda e sicura, una stretta protettiva e dolce. Hikaru non oppose resistenza e si lasciò cullare da quel caldo abbraccio, dove sfogò tutto il suo dolore.

Che dolce calore emana il suo cosmo, è così caldo e sicuro, mi fa sentire protetta e sicura dai pericoli, e da una sensazione di pace e armonia” pensò tra se.

– Haru mi ha chiesto di proteggerti, e io lo farò, anche al costo della mia vita – le disse Hachiro, tenendola sempre stretta a se.

– Perché? Perché te l’ha chiesto? E’ Athena quella che deve essere protetta, non io – replicò Hikaru, con voce tremante

– In questo momento hai te la priorità, il destino dell’umanità dipende da te, solo tu puoi fermare Lucifer, solo tu hai quel potere – spiegò Hachiro, serio.

Sapeva che non sarebbe stato facile per lei accettare un destino così grande. La strinse con più vigore.

– So che hai paura, ma non temere, io sarò al tuo fianco, stai tranquilla, non sarai sola in questa missione, avrai me e i tuoi amici ad aiutarti – la rassicurò Hachiro, poco dopo.

– Se c’è una cosa che non voglio è proprio il sacrificio, non riuscirò a sopportare l’idea che voi vi sacrifichiate per me, una normale allieva dell’Accademia – replicò Hikaru, staccandosi dall’abbraccio

– No Hikaru, tu non sei un’allieva qualunque, in te hai il cosmo di Micael, ma ai miei occhi non sei speciale solo per questo, no, sei speciale per il tuo carattere forte e deciso, per la tua grande determinazione, per il tuo coraggio e la tua grande forza di volontà, ma soprattutto per il tuo animo forte e gentile e il tuo cuore nobile e puro, e queste qualità ti rendono quello che sei, una ragazza davvero straordinaria che sa sorprendermi ogni volta – replicò Hachiro, con affetto.

Hikaru lo guardò, seria.

– E adesso? Che si fa adesso? – chiese, in tono grave.

Pegasus capii subito a cosa si riferiva.

– Anch’io come te vorrei salvare Haru da Lucifer, credimi, lo farei senza esitare, ma in questo momento non siamo pronti a un attacco diretto al nemico, sarebbe un vero e proprio suicidio – rispose Hachiro, con un triste sospiro

– Ma non è che non voglio salvarlo o che abbia paura, fidati – riprese poco dopo.

Hikaru sospirò e uscì fuori sul balcone.

– Ma perché proprio a me? Io non ho chiesto niente di tutto questo. Perché a me doveva capitare tutto ciò? Non sono pronta per compiere un destino così grande – protestò, sconvolta.

Hachiro la raggiunse.

– A volte è il destino a scegliere noi, a volte ne siamo consapevoli e altre volte non sappiamo cosa ci riserverà in futuro, e altre volte ancora, è ignoto. Ma c’è una cosa che ci accomuna: tutti veniamo scelti per una ragione, e molto spesso non sappiamo quale sia, ci è ignota e tocca a noi scoprirla – le spiegò Hachiro, serio

– Ah, il fatto è che, insomma, è successo troppo in fretta capisci? Sono così confusa e scossa per quello che è successo che in questo momento non so più cosa pensare. L’unico pensiero nella mia mente in questo momento è Haru, lui è nei guai per colpa mia e questo pensiero…………mi uccide – replicò Hikaru, seria

– Ascolta, so che sei in pena per tuo fratello, ma l’unica cosa che puoi fare per aiutarlo è avere fiducia in lui, credimi. E’ così che facciamo noi Cavalieri di Athena, ci diamo forza e fiducia l’uno nell’altro, ed è questo che ci lega. Se vuoi salvare Haru, devi prima credere in lui, ne ha bisogno – le spiegò Hachiro, severo.

Hikaru abbassò lo sguardo.

– Io ho sempre creduto in lui, sempre, sin dal primo momento, e anche quando l’addestramento ci teneva separati, ho avuto fiducia in lui perché dentro di me sapevo che ce l’avrebbe fatta, anche ora lo sto facendo, e mai smetterò – mormorò Hikaru, con un triste sospiro.

Ma poi tornò seria. Anche se in quel momento aveva paura, voleva comunque essere forte, e non crollare nella disperazione, non voleva deludere coloro che credevano in lei e per farlo doveva credere in sé stessa e avere fiducia non solo in lei stessa, ma anche nei suoi amici. Hachiro sorrise.

Questa è la vera Hikaru” pensò tra se, guardandola con lo sguardo fiero e orgoglioso.

Lui per primo aveva fiducia in lei, e nel suo cuore sapeva che mai lo avrebbe deluso. Se lo sentiva dentro di lui.

Intanto Athena se ne stava seduta sul trono, lo sguardo preoccupato.

Povera Hikaru, sarà sconvolta, ma non può sottrarsi al suo destino” pensò tra se.

All’improvviso, una nube nera le apparve davanti e un brivido le scese lungo la schiena.

- Che cosa vuoi? – chiese con fermezza – Sai già cosa voglio – sibilò Lucifer, minaccioso

– Non posso darti quello che cerchi – ribatté Athena, seria

– Facciamo così, se verrà fuori me la dovrai consegnare, altrimenti il tuo adorato Cavaliere morirà – replicò Lucifer, e mostrò Haru sofferente.

Athena trasalì.

– Ma ricorda, sarò io a vincere questa guerra!!!!!! Ahahahahahahah!!!!! – esclamò, e detto questo sparì.

La dea crollò sul trono, sconvolta.

Un’altra guerra, ma riusciremo a vivere in pace?” pensò.

Il destino del mondo intero ora non dipendeva solo da lei, ma anche da quella ragazza, colei che dentro di se portava il cosmo infuocato di Micael. Il destino di Hikaru stava per compiersi.


 


 


 

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Capitolo 10
*** Capitolo X-Nascita di un grande amore ***


Athena, senza pensarci due volte, andò a riferire l’accaduto. Ne parlò solo ad Hachiro, non voleva che Hikaru si preoccupasse ancora di più, era già abbastanza sconvolta di suo per sopportare quella notizia, poiché era ancora spaventata e scossa per quello che era successo al suo amato fratello.

- E questo è tutto – concluse Athena, dopo avergli raccontato l’accaduto

– Oh no, ma è terribile, e ora che si fa? – chiese Hachiro, sconvolto dalla cosa

- Qualunque cosa accada non devi dirlo a Hikaru, al momento è troppo sconvolta, è per il suo bene. In ogni caso deve rimanere qui al sicuro e continuerà l’addestramento. Per ora posso dirti solo questo, e mi raccomando, stalle vicino, lei ha bisogno di te – rispose Athena, seria

– Lo farò mia signora – rispose Hachiro, serio pure lui.

Aveva ragione. Anche la dea sapeva che ora era Hikaru ad avere la priorità di essere protetta, poiché il suo ruolo era molto più importante del suo in quel momento: solo lei, l’Arcangelo di Fuoco, aveva il potere per sconfiggere Lucifer, e doveva essere tenuta al sicuro dai pericoli.

Quel pomeriggio, Hikaru si dedicò all’addestramento con Hachiro. Avevano un’arena speciale.

– Non sarà come l’Accademia, ma può andare – aveva detto lui.

Hikaru dal canto suo ne fu comunque felice. Ma si vedeva che era molto meno concentrata e che aveva altro per la testa, si distraeva molto spesso e Hachiro dovette richiamarla più volte per farla tornare di nuovo concentrata.

– Così non va Hikaru, devi cercare di mantenere la concentrazione al massimo, se continui a distrarti non arriveremo da nessuna parte, credimi ma è così – la rimproverò Hachiro, quando conclusero a pomeriggio inoltrato.

– Lo so, ma come posso mantenere alta la mia concentrazione se tutti i miei pensieri sono rivolti a mio fratello? Me lo spieghi? – replicò Hikaru, nervosa

– Ma puoi sfruttare questi pensieri a tuo vantaggio. Tu vuoi salvare Haru vero? – iniziò Hachiro

– Si certo – rispose lei

– E allora, se vuoi salvarlo devi sfruttare il legame che ti lega a lui come fonte di forza, e fidati se ti dico che funziona. Quando mi trovo sull’orlo della sconfitta penso ad Athena ai miei amici, alla città che devo proteggere insieme alla sua dea, e tutti questi pensieri mi danno la forza per rimontare e infine vincere, e se ci metterai del tuo, allora funzionerà – le spiegò Hachiro, serio.

Hikaru rimase stupita, ma in fondo al cuore sapeva che aveva ragione. - Domani mi impegnerò di più, mi dispiace se oggi ho deluso le vostre aspettative – mormorò, mortificata, il capo chino.

Hachiro sorrise e poi le alzò delicatamente il mento.

– Non devi scusarti per questo, ti capisco, quando una persona a cui tieni è nei guai, è molto difficile non pensare a lei, e non pensare di avermi deluso, perché non è così, credimi – la rincuorò Hachiro, con affetto.

Hikaru sorrise, rincuorata da quelle dolci parole così piene di comprensione.

– Grazie – mormorò timidamente. Lui le accarezzò la testa.

Quella notte per Hikaru fu un vero e proprio incubo. Continuava a vedere Haru che soffriva e che invocava il suo nome.

Si svegliò, gridando, un grido straziato, sudata e ansimante, il viso stravolto dal terrore. Hachiro le fu subito vicino. Senza dire niente, la strinse forte al suo petto e lei si abbandonò a quel dolce tepore, lasciandosi cullare tra le sue braccia. Si addormentò poco dopo, serena.

In quella stretta trovava di nuovo la sua sicurezza, si sentiva sicura e protetta, il suo cosmo era caldo e accogliente e allontanava da lei ogni paura e timore. Hachiro la guardò intenerito, mentre dormiva serena.

Sembra un angelo, è così fragile anche se appare forte e sicura di se, non temere Hikaru, io farò di tutto per proteggerti, stai tranquilla” pensò tra se e se, con decisione.

Il mattino successivo, durante l’addestramento la vide molto più presente e concentrata, decisa a dare il meglio di se.

- A quanto pare quello che ti ho detto ieri sta dando i suoi frutti – commentò

– A quanto pare si e vi ringrazio, mi serviva una spinta in più – disse Hikaru, mentre si davano da fare nella scherma.

– Io ti ho solo dato una spinta il resto lo stai facendo tu – le disse Hachiro, sorridendo

– E’ vero, avete ragione – replicò Hikaru, poco dopo

– Puoi darmi anche del tu – replicò lui, arrossendo.

Anche lei arrossì. Nel pomeriggio si dedicarono alla lotta a mani nude. Anche lì diede il meglio di se, senza arrendersi alla stanchezza e alla fatica, nel al dolore dei muscoli contratti.

Si muoveva leggiadra come una farfalla, i suoi movimenti oltre che aggraziati erano abbastanza precisi, rapidi e veloci. I suoi colpi colpivano con forza il bersaglio, ossia un palo di legno molto spesso e resistente.

– Ora vediamo come te la cavi contro di me – propose Hachiro

– Mi state di nuovo sfidando maestro? – osservò Hikaru, stupita

– Bè, sei la mia unica allieva, e per fare pratica nel corpo a corpo…ti serve un avversario con cui fare esercizio e quindi sì, è una sfida o almeno, una prova per mettere in pratica il tuo talento – rispose Hachiro

– Ok, e sia – accettò Hikaru, eccitata.

E così fecero. Entrambi mostrarono tutta la loro abilità.

Ma anche se Hikaru era meno esperta, riuscì comunque a sorprendere Hachiro, e lui ne rimase davvero colpito.

– I miei complimenti, sono molto fiero di te – commentò lui. Hikaru sorrise, serena.

Ma le sue notti non erano serene come le sue giornate. Gli incubi la tormentavano senza pietà ormai da qualche settimana. Una di quelle notti fu il più terribile.

Fuoco e fiamme ovunque, poi i suoi occhi sanguinei si accesero nel fuoco. – Ti troverò Micael, ovunque tu sia!!!!!!! Ahahahahahahahahahah!!!!!! – esclamò la sua voce cavernosa. Poi vide i suoi amici venire inghiottiti dal fuoco. Quello di Haru fu l’ultimo che vide scomparire tra le fiamme. Infine fu tutto buio e lei si sentii precipitare in un abisso di fuoco e tenebra, sotto il suo sguardo di sangue.


 

- Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -.

Un urlo straziato uscì dalla bocca di Hikaru, un grido di puro terrore. I suoi occhi erano sgranati dalla paura. Hachiro accorse subito al suo grido.

Le si sedette accanto e le cinse le spalle.

– E’ stato orribile, ho avuto tanta paura – mormorò Hikaru, ormai in lacrime.

- Avvertii il viso contro il suo caldo petto e le sue braccia stringerla con vigore, lei si aggrappò a lui con forza.

– Shhhhh shhhhhhh, tranquilla, è tutto finito, è passato adesso, ehi ehi, non piangere – la rassicurò Hachiro, con dolcezza

– Sembrava così reale…….io non ce la faccio più a continuare in questo modo, è…….è troppo per me……..e poi se penso ad Haru che soffre per colpa mia…….se fossi una ragazza normale tutto questo non sarebbe successo ma……..ma sta accadendo e la colpa è solo mia – mormorò Hikaru, sconvolta.

Le sue braccia la strinsero con più vigore.

– Questo non devi pensarlo nemmeno, hai capito? Non è stata colpa tua, tu non hai colpa di niente, è Lucifer la causa di tutto, tu non centri. E se Micael ti ha scelta per compiere questa missione, ha avuto ottimi motivi per scegliere te, credimi – la rincuorò Hachiro, con voce calda e profonda.

Hikaru lo guardò, stupita

– E quali sono? – mormorò, in lacrime

– Il tuo cure nobile e puro, il tuo animo forte e sincero, e tuo carattere dolce e gentile e soprattutto per il tuo coraggio, e per la fiamma di speranza che arde dentro di te, e anche per l’amore per la tua patria e la tua volontà indomita e dedita alla giustizia, questi sono i motivi per cui sei stata scelta – le spiegò Hachiro, sorridendo.

– Ma io non sono come pensi, sono debole, non sono riuscita a salvare mio fratello, e come puoi pretendere che una come me salvi l’intera umanità eh?!!! Dimmelo! - esclamò Hikaru, staccandosi dall’abbraccio.

Si alzò di scatto e uscì sulla terrazza, avvolta dal suo cosmo infuocato.

Hachiro non esitò e la raggiunse.

– Io non pretendo niente da te, mi basta credere in te per capire quanto tu sia straordinaria. Io non ti vedo solo per il tuo destino, ai miei occhi tu sei e sarai sempre Hikaru, la ragazza più incredibile che abbia mai conosciuto, e sono sincero – le disse Hachiro, severo.

Lei lo guardò, spiazzata. Le sue lacrime scesero più intense.

Si lasciò attirare di nuovo al suo petto.


 

- Piangersi addosso non serve a niente e lo sai. Devi essere forte, sia per te che per tuo fratello. Come lui non voglio vederti soffrire. Se lui fosse qui ti direbbe di andare avanti. Su su, non piangere – la rincuorò Hachiro, con affetto.


 

Quelle parole bastarono a calmarla.


 

- E' vero hai ragione, Haru non vorrebbe vedermi così. Lui ha sempre voluto vedermi sorridere. Se mi lasciassi andare adesso sarebbe un insulto alla sua memoria e deluderlo è l'ultima cosa che voglio in questo momento – replicò Hikaru, ricacciando idietro le lacrime.

- Brava, vedo che hai capitio – le disse Hachiro.


 

Più tardi tornarono a dormire.

Il tempo intanto passava, e Hikaru dava tutta se stessa nell'addestramento. Il pensiero di andare a salvare Haru la rendeva più forte e più decisa. Nel suo cuore sapeva che agire senza essere pronti sarebbe stata una vera follia. Era allieva di Hachiro da un paio di mesi ormai e i due avevano imparato a conoscersi meglio ed erano diventati davvero ottimi amici.

Le era sempre vicino e quando gli incubi tornavano, era sempre al suo fianco per darle conforto.

Una sera furono molto più violenti rispetto ad altre notti. Lui le fu subito affianco.


 

- Ehi ehi, sono qui – le disse Hachiro, prendendola per le spalle.

- Mi ero ripromessa di essere forte, di non versare più una lacrima...ma è impossibile – mormorò Hikaru, sospirando.

- No, non è impossibile se lo vuoi davvero – la rassicurò Hachiro, con dolcezza.


 

Lei si alzò e andò sul balcone e lui la raggiunse


 

- E' che ho paura di non...non stare facendo abbastanza capisci? Tutto quell'addestramento....a volte mi chiedo se basterà per salvarlo....Ho paura di non farcela a sopportare tutto questo – replicò Hikaru, lasciandosi sfuggire una lacrima.

- Io ho fiducia in te e so che ce la farai. Ho imparato a conoscerti e so che è così, credimi. Non devi vacillare proprio adesso, se lo fai, il sacrificio di tuo fratello sarà stato vano e questo lo sai anche tu – ribattè Hachiro, severo.

Hikaru fremette.

- Haru non è morto, è vivo, ma sta soffrendo per colpa mia e questo non l'accetto! - esclamò, lasciandosi andare in un pianto disperato.

Si lasciò attirarare di nuovo al suo petto.


 

- No, non è colpa tua, smettila di incolpare te stessa, è Lucifer la causa di tutto questo, non tu. Su su, non piangere – cercò di rassicurarla.


 

Sentii il cuore stringersi nel vederla così a pezzi. Allora la guardò intensamente negli occhi, fino a specchiarsi e lo fece.

Premette le sue labbra sulle sue, con foga in un dolce bacio. Per un attimo lei fu sorpresa, poi però dischiuse le labbra e non si ritrasse.

Lui l'avvose completamente in un tenero abbraccio. Rimasero così, stretti l'uno all'altra sotto lo sguardo testimone della bianca luna, splendente nel cielo stellato. Tra loro era nato un dolce e tenero sentimento.


 


 

Angolo dell'autrice

Eccoci finalmente al decimo capitolo, credetemi, non è stato facile arrivare fino a qui, ho dovuto patire un po’, ma alla fine eccolo qui, spero davvero che vi piaccia. È il mio preferito. Sono fan dei momenti sdolcinati, anche se io non lo sono XD. Sono proprio teneri loro due è? Attendo le vostre recensioni.

Baci EF


 

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Capitolo 11
*** Capitolo XI-Una nuova squadra ***


Capitolo 11: Una nuova squadra

Erano ancora stretti in un abbraccio caldo e sicuro. Le loro labbra morbide e calde ancora si toccavano, in un momento che parve eterno.

Poi si staccarono, i loro occhi che brillavano pieni di felicità.

Si sorrisero.

- Wow, è stato bello e anche strano – commentò Hachiro, sorpreso

– Sono d’accordo, l’angelo che si innamora del bianco cavallo alato, è bello, anche se forse per te sono solo un’allieva – mormorò Hikaru, abbassando lo sguardo.

Lui allora le alzò delicatamente il viso e la guardò con affetto

– Ti sbagli – mormorò lui.

Stavolta furono le sue labbra a toccare quelle di lei in un dolce bacio pieno di tutto il suo amore.

Hikaru non si ritrasse e si godette quel momento.

Venne trasportata in un mondo lontano, dove non c’erano né guerre, ne dolore, ne morte, ne disperazione, solo pace e armonia, giustizia e amore. Ma quel mondo era ancora lontano, troppo per poterlo vedere con chiarezza. Poco dopo si staccarono e i loro sguardi si incrociarono, intensi e pieni di passione, sempre stretti l’uno all’altra.

– Ti amo, ti amo con tutto il mio cuore – sussurrò Hikaru, sorridendo

– Anch’io ti amo mio dolce angelo – rispose Hachiro, di rimando.

Più tardi andarono a dormire, sempre stretti stretti, poiché in quel caldo abbraccio, Hikaru si sentiva più sicura. Quella notte fu serena e tranquilla per entrambi.

Athena aveva accettato di buon grado la cosa dell’amore tra loro due.

Grazie ad Hachiro, Hikaru stava ricominciando a rinascere, come un fiore appena sbocciato. Hachiro era per lei una luce di nuova speranza, un punto di riferimento.

Durante gli allenamenti si comportava come al solito, ma dopo tornava a darle tutto il suo amore, che diventava più forte ogni giorno che passava.

La faceva sentire completa, una persona diversa. Hikaru dal canto suo era di nuovo felice nonostante le mancasse suo fratello terribilmente. Grazie ad Hachiro era diventata molto più sicura di se e ogni volta che si sentiva giù, lui era sempre lì al suo fianco, pronto a darle tutto il suo sostegno.

Era felice come mai era stata prima d’ora.

Hachiro era la sua anima, la sua vita, la sua speranza, il suo amore, ogni respiro, era diventato tutto per lei, una ragione per andare avanti e continuare a lottare, una ragione per non arrendersi.

Sapeva che da sola non ce l’avrebbe fatta ad affrontare Lucifer, ma il desiderio di rivedere Haru era troppo forte e più cresceva, più lei si allenava sempre di più, molto spesso di notte, di nascosto, e a volte si risvegliava nel suo letto perché crollava a terra priva di forze e il giorno seguente Hachiro la andava a recuperare. Una sera, troppo preoccupato, decise di parlarle.

– Così, non ci siamo proprio, se continui così, rischierai sul serio di morire, ti sforzi troppo – esordii Hachiro, serio

– Quasi ogni notte vedo Haru soffrire in modo disumano mentre invoca il mio, io non ce la faccio più ad aspettare – replicò Hikaru, seria

– Lo so che temi per la sua vita, ma sai benissimo anche tu che sarebbe un suicidio agire adesso – le disse Hachiro, accarezzandole il viso con affetto

– Suicidio o no non mi importa, ha bisogno di me e lo sai anche tu, non voglio perderlo di nuovo – mormorò Hikaru con voce tremante, gli occhi velati di lacrime pronte a uscire.

Cercò di trattenere il pianto, ma il dolore che provava era troppo forte per tenerlo dentro.

Le prime lacrime le rigarono il viso.

Lasciò che le sue braccia l’attirassero al suo caldo petto con vigore, avvolgendole la schiena con un dolce tepore. Si abbandonò al calore di quella stretta che ormai l’aveva attirata nella sua morsa. Si calmò poco più tardi.

– Va un po’ meglio? – le chiese Hachiro, con dolcezza

– Si, ora sì e lo devo a te amore mio – rispose Hikaru, sorridendo. Si guardarono intensamente, gli occhi che brillavano, e poi si baciarono dolcemente illuminati dai raggi della luna splendente.

Dalla sua stanza, Athena li guardava intenerita.

Il vostro amore porterà una grande speranza” pensò tra se e se, i lunghi capelli viola chiaro al vento e i suoi occhi azzurri che brillavano nella notte come diamanti purissimi.

Qualche giorno dopo, Athena convocò Hachiro per parlargli.

  • Ti ricordi degli amici di Hikaru? – esordii

    – Si, mi ricordo mia signora – rispose Pegasus, perplesso

    – Dopo gli ultimi avvenimenti con Lucifer, ho pensato che anche per loro sia più prudente continuare l’addestramento qui al Grande Tempio presso i tuoi insegnamenti – riprese Athena, poco dopo

    – Mi sembra una saggia decisione, e poi Hikaru ne sarà molto felice – commentò Hachiro

    – Lo faccio anche per lei, dopotutto ha bisogno anche di loro, oltre ad avere bisogno di te – replicò Athena, con un sorriso

    – Ne sono convinto, e poi vederla felice mi scalda il cuore, ha passato troppe sofferenze a causa di Lucifer, e non voglio che soffra di nuovo – mormorò Hachiro, con un lungo sospiro

    – Mi raccomando, stalle vicino, so bene che le manca Haru, e il dolore per il suo rapimento è troppo forte nel suo cuore. Tu per lei sei la sua luce, e lo sai, quindi non lasciarla mai sola, poiché ha bisogno di te, ora più che mai – li disse la dea, con decisione

    – Lo farò, state tranquilla mia signora – la rassicurò Hachiro. Lei annuì e poi lo congedò.

    Andò a riferire la notizia a Hikaru, che ne fu molto entusiasta.

    – Davvero? Ma è fantastico!!!! – esultò, felice – Almeno non sarai sola – commentò Hachiro

    – Già, ma io non sono sola, ho te – rispose Hikaru, raggiante.

    Si baciarono dolcemente. I suoi amici arrivarono quel pomeriggio. Non appena li vide corse ad abbracciarli.

    – Oh amici miei, quanto mi siete mancati, temevo di non rivedervi più – mormorò Hikaru, mentre li salutava.

    – Non appena abbiamo saputo che saremo venuti qui non stavamo più nella pelle – esultò Ichigo

    – Come stai? Tutto bene? – le chiese Sayuri, felice

    – Si sto bene, a parte le notti che non dormo per via degli incubi, ma per il resto tutto bene, e voi? – chiese Hikaru, a sua volta

    – Noi stiamo bene, anche se siamo stati molto in pensiero per te – mormorò Mikan

    – Ci chiedevamo ogni giorno come stavi e se ci saremmo mai rivisti – disse Kaede, con un sospiro

    – Anch’io me lo sono sempre chiesta, ma ora il destino ha voluto riunirci di nuovo come compagni e questo mi basta – rispose Hikaru, sorridendo

    – E con Hachiro come va? – domandò Sayuri, curiosa.

    A quella domanda, lei arrossì imbarazzata

    – Oh, bè……ecco……noi……noi, ci siamo innamorati, le cose vanno più che alla grande – disse infine Hikaru, emozionata

    – Wow, complimenti, siamo davvero molto felici per te – esultò Sayuri, contenta

    – Almeno ora hai qualcuno su cui potrai sempre contare quando hai bisogno, e oltre a lui, avrai noi come tuoi compagni di addestramento ora che è il nostro maestro – disse Kaede

    – E a me farà molto piacere addestrarvi – disse la voce di Hachiro.

    Poi si radunarono tutti nel cortile.

    Ora Hikaru non sarebbe stata mai più sola, perché da quella nuova riunione era nata una nuova squadra.

    I futuri Cavalieri della dea Athena.


 

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Capitolo 12
*** Capitolo XII-Il primo conflitto ***


Ora che aveva di nuovo i suoi amici al suo fianco, Hikaru era diventata molto più raggiante rispetto a quando era l’unica allieva di Hachiro e infatti quel pomeriggio l’addestramento andò alla grande. Si impegnò molto di più e diede il massimo.

Anche i suoi amici erano molto migliorati e riuscivano a resistere alla fatica e a tenersi testa tra di loro anche nel corpo a corpo a mani nude.

Hachiro si dimostrò un ottimo insegnante nei loro confronti, considerandoli tutti allo stesso modo di Hikaru, non aveva preferenze.

 

- I miei complimenti, oggi avete dato fatto molti progressi per essere il vostro primo giorno come miei allievi – commentò Hachiro, a fine addestramento.

 

– Grazie, e voi siete un ottimo maestro – commentò Sayuri, entusiasta

 

– Grazie – la ringraziò lui.

 

Più tardi, dopo cena, i nuovi arrivati vennero sistemati in due stanze, vicino a quella di Hikaru, così lei non si sarebbe sentita sola e la ragazza ne era molto felice.

 

Ora che erano di nuovo tutti e cinque insieme, la sua felicità sembrava non svanire mai. Loro rendevano la sua vita più colorata e divertente, e meno noiosa.

E poi c’era Hachiro, la luce dei suoi occhi, colui che la rendeva davvero completa, che la faceva sentire bene con se stessa, che le stava sempre vicino nel momento del bisogno. Era felice. Ma le sue notti non erano serene.

 

Quasi ogni notte vedeva il volto sofferente di Haru che invocava il suo nome e implorava pietà. Il tempo stringeva e lui non era ancora al suo fianco e questo pensiero la opprimeva.

Il suo pensiero le dava forza durante l’addestramento, ma quasi ogni sera diventava il suo peggiore incubo che tormentava le sue notti insonni. I suoi amici erano molto preoccupati e vederla provata li spaventava.

 

– Povera Hikaru, mi fa pena vederla in quello stato quasi ogni notte – commentò Sayuri, un pomeriggio – Le manca Haru terribilmente poverina – mormorò Mikan

 

– Già, e noi possiamo fare molto poco per aiutarla, solo Hachiro sa farle tornare il sorriso – mormorò Kaede

 

– Noi possiamo darle solo il nostro sostegno purtroppo – disse Ichigo, sospirando

 

– Possiamo fare molto di più invece, possiamo farle sentire che ci siamo davvero per lei, farle capire che può contare davvero su di noi, che per qualunque cosa noi ci saremo sempre per lei – replicò Sayuri, con decisione

 

– Hai ragione, noi siamo i suoi amici, e faremo tutto il possibile per renderla felice e vederla di nuovo sorridere, perché è questo che si fa in una squadra, ci si aiuta a vicenda l’un l’altro – commentò Ichigo

 

– E in questo momento Hikaru ha bisogno del nostro aiuto, ora più che mai ha bisogno di noi – disse Mikan – Sono d’accordo – aggiunse Kaede.

 

Avevano ragione a pensare quelle cose. Dopotutto anche se Hikaru appariva una ragazza forte e sicura di se, dentro era fragile come il cristallo più puro.

 

E anche lei sentiva di avere il bisogno d’aiuto per andare avanti e non lasciarsi prendere dalla paura o dal dolore e crollare. Intanto il tempo passava, giorno dopo giorno l’addestramento dava i suoi frutti, tutti stavano facendo davvero ottimi progressi, soprattutto Hikaru, che si addestrava pensando ad Haru.

 

Il desiderio di andare a salvarlo si stava facendo sempre più forte, anche se ormai sapeva che andare a salvarlo senza una preparazione adeguata, probabilmente sarebbe morta di sicuro, e poi sarebbe stata una grande follia. Ma non ce la faceva più ad aspettare. Così una mattina si precipitò immediatamente da Athena.

 

La dea non fu stupita di vederla.

 

– Cosa ti porta qui oggi, Hikaru? – esordii la donna

 

– Io non ce la faccio più ad aspettare mia signora, mio fratello è nelle mani del nemico da troppo tempo. Ogni notte ormai vedo il suo volto che soffre e che invoca il mio nome. E mentre io sto qui ad addestrarmi ogni giorno, lui è sempre più vicino alla morte. E’ un suo fidato Cavaliere, perché esita nell’andare a salvarlo quando invece potrebbe benissimo farlo? – rispose Hikaru, nervosa

 

– Io lo farei se potessi, ma sarebbe un suicidio agire adesso, credimi- replicò la dea, seria

 

– Si certo, tutte scuse, la verità è che lei ha paura di qualcosa, non è vero mia signora? – ribatté Hikaru, irritata.

 

A quelle parole, la dea rimase spiazzata, l’aveva centrata in pieno.

 

Era vero, aveva paura, ma sapeva che quello non era il momento per Hikaru di sapere come stavano davvero le cose, poiché se lo avesse saputo ora, si sarebbe gettata a capofitto verso morte certa, dato che non era ancora pronta per affrontare un nemico come Lucifer, no, non lo era, almeno per il momento.

 

– Allora? Avete paura? –, la voce di Hikaru irruppe quasi come una tempesta nei suoi pensieri.

 

– Si, ho paura, paura per te – rispose la dea, guardandola fissa negli occhi. A quella frase, Hikaru sgranò gli occhi, stupita.

– Paura per me? Sul serio? – chiese, perplessa

 

– Si, perché tra tutti noi tu sei quella più in pericolo, io sto cercando di proteggerti, non di ostacolarti, credimi – mormorò Athena, cingendole le braccia.

 

Lei fu stupita di quello strano gesto affettivo nei suoi confronti.

I loro sguardi si incrociarono.

 

Negli occhi della dea si leggeva la paura, una paura che mai aveva visto in Athena, e poteva percepirla.

 

– Proteggermi? E da cosa? – mormorò Hikaru, abbassando lo sguardo

 

– Da cose più grandi di te, Lucifer non è da sottovalutare. So che hai paura per Haru, ma credimi, agire adesso è come andare incontro a morte certa, e fidati se ti dico che non sei ancora pronta per affrontare Lucifer – le rispose Athena, seria.

 

Hikaru si staccò dalla stretta

 

– E perché non sarei ancora pronta eh? Sentiamo – sbottò la ragazza, irritata

 

– Perché i tuoi poteri sono ancora deboli, il tuo cosmo non si è ancora risvegliato del tutto, è ancora sopito dentro di te il vero potere di Micael – le spiegò la donna

 

– Il vero potere di Micael? Il mio cosmo ancora sopito? Tutte scuse, mi spiace, ma non ci credo. Sono riuscita a tenere testa a Pisces, da sola, senza difese, questa è la del mio potere e della sua forza – ribatté Hikaru, trattenendo la rabbia a stento

 

– Quello che ho detto è vero – ribatté Athena, con un tono di rimprovero.

 

Hikaru non seppe cosa rispondere. Nel suo cuore sapeva che Athena aveva ragione. Il destino dell'intera umanità dipendeva da lei, e non poteva permettersi di fare cose stupide o insensate.

 

  • Va bene, aspetterò, ma vi prego, vegliate su di lui, per favore – mormorò Hikaru.

 

La dea annuì. Poi la ragazza corse nella sua stanza, sconvolta.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII-Parole di speranza ***


Restò nella sua stanza per qualche minuto a riflettere sulle parole della dea. A stento riusciva a credere alle parole della dea. Il suo cosmo incompleto. Ancora non credeva che fosse vero.

Allora andò al campo di addestramento per sfogarsi un po' e per reprimere la rabbia che aveva dentro.

 

I suoi amici la raggiusero poco più tardi. Avevano saputo quello che era successo.

 

- Povera Hikaru, la notizia è parecchio sconvolgente – mormorò Kaede.

- Sono d'accordo. Mi fa così pena vederla così – disse Sayuri, sospirando.

- Ha bisogno del nostro aiuto, se si allena così finirà per ammazzarsi – replicò Mikan.

 

Detto questo, l'amica le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla.

 

- Fermati adesso, non serve a niente fare così, solo a distruggerti – le disse Mikan.

 

Hikaru si fermò, ansimante.

 

- Immagino che abbiate saputo – mormorò.

- Si, e anche noi siamo abbastanza scossi dalla notizia – disse Ichigo.

- Tutto quell'addestramento per poi scoprire che non sono pronta per via del mio cosmo incompleto, è una vera ingiustizia – borbottò Hikaru, seccata.

 

- Su, non te la prendere, noi abbiamo fiducia in te, soprattutto Hachiro, non dimenticarlo – le disse Sayuri.

 

Hikaru sorrise, rassicurata.

 

- Lo so, e vi ringrazio per il vostro sostegno – li ringraziò lei.

- Ehi, siamo una squadra, e in una squadra ci si aiuta a vicenda – ribattè Kaede, divertito.

 

Fecero un abbraccio di gruppo e poi si allenarono insieme.

Dalla finestra, Athena e Hachiro li guardavano, inteneriti.

 

- Sono dei ragazzi in gamba i tuoi allievi – esordii la dea.

- Lo so e sono fiero di loro. Hikaru è in buone mani con loro al suo fianco – mormorò Hachiro, sospirando.

- So che sei preoccupato per lei, ma non temere, è una ragazza forte e lo sai anche tu come lo so io – replicò Athena, seria.

 

- Lo so molto bene mia signora – replicò lui.

- Stalle vicino – mormorò la dea.

 

Hachiro annuì. Hikaru aveva bisogno di lui, come lui di lei.

Erano l'uno la speranza dell'altro.

E mentre la guardava divertirsi con i supi compagni, li si scaldò il cuore nel vederla felice. Ma si chiedeva per quanto quella sua felicità sarebbe durata.

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Capitol XIV-Devo essere forte ***


Nei giorni seguenti Hikaru si mostrò sempre presente e dava tutta se stessa negli allenamenti. Ma a volte il pensiero di Haru nelle mani del nemico tornava aggressivo nella sua mente e la rendeva meno sicura.

Sapeva bene però che non si doveva abbattere proprio adesso, poiché l'addestramento ora aveva la priorità su ogni altro pensiero.

I suoi amici erano felici di vederla più matura. A volte sgarrava un po' con l'addestramento ma poi tornava quella di prima.

 

  • Siamo felici di vedere che sei tornata quella di sempre – le disse Sayuri, un pomerggio.

  • A volte è dura ma non posso permettermi di crollare proprio adesso, non è quello che Hikaru vorrebbe, mi sono ripromessa di essere più forte per tutti e due – replicò Hikaru, decisa.

 

  • Il desiderio di andare a salvarlo è forte, troppo forte, ma prima mi preparo e meglio è – riprese poco dopo.

  • E noi saremo ben felici di aitarti. Attenta che ti teniamo d'occhio – replicò Kaede.

 

Hikaru rise.

 

  • Mica scappo, sarebbe una pazzia. Sarò pure una testa calda ma ragiono con la testa – ribattè lei, ridendo allegramente.

 

Non si sarebbe lasciata tentare.

Era ben conscia che se lo avrebbe fatto, molto probabilmente non sarebbe mai più tornata e andare incntro al nemico voleva dire morte certa.

 

Era vero, si era ripromessa di essere forte, ma quando la paura prendeva il sopravvento era davvero molto difficile farla tornare in se.

Ma non era sola, aveva i suoi amici e Hachiro e mai l'avrebbero abbandonata al suo dolore. Loro avevano il dono di farle sepre tornare il sorriso.

 

Devo essere forte, devo esserlo per tutti e due”.

 

Questo era il suo primo pensiero quando si lasciava troppo andare.

Haru le mancava certo, ma non per questo doveva crollare, al contrario, doveva reagire e affrontare la situazione a testa alta. Lo aveva imparato da suo fratello, poco prima che lui partisse per il suo addestramento all'Accademia.

Doveva essere forte.

Doveva esserlo per coloro che amava.

Per loro che l'avevano sempre sostenuta nel suo cammino.

E mai si sarebbe permessa di deluderli.

 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo XV-Cavalieri di Athena ***


Il giorno tanto atteso finalmente arrivò. La cerimonia di investitura si sarebbe svolta al Grande Tempio, poiché se si fosse svolta sulla terra, il rischio sarebbe stato troppo grande, e ora come ora era meglio non correre rischi. I ragazzi erano molto eccitati.

Avevano affrontato parecchie sfide e alla fine erano riusciti ad ottenere le loro armature: Sayuri quella di Andromeda, Mikan quella del Dragone, Kaede quella dell'Unicorno e Ichigo quella di Poenix.

 

  • Evvai, finalmente è arrivato il giorno tanto atteso – esultò Sayuri, felice

     

    – Già, oggi saremo ufficialmente Cavalieri di Athena, che emozione – disse Kaede

     

    – L’addestramento è stato molto duro, ma alla fine tutti i nostri sacrifici non saranno stati vani – disse Hikaru, eccitata

     

    – Brava, ben detto, la tua saggezza non ha eguali – commentò Mikan.

     

    Lei sorrise, un po’ imbarazzata e arrossì.

     

    – Hachiro ti ha trasmesso la sua saggezza a quanto pare – disse Ichigo

     

    – Non solo a me, ma a tutti noi, siamo suoi allievi dopotutto – replicò Hikaru, facendo l’occhiolino.

     

    Poco dopo Hachiro li raggiunse.

     

    – Miei cari allievi, tra poco ci siamo. Oggi diventerete Cavalieri di Athena, sappiate che per me è stato un vero onore essere il vostro maestro. Spero che i miei insegnamenti vi siano stati utili in questi mesi. Sono fiero di voi – disse loro.

     

    – Ed dai, sembra un discorso d’addio, mostra un po’ più di entusiasmo – replicò Hikaru.

     

    Lui sorrise.

     

    – Ma sono entusiasta mio dolce angelo – rispose Hachiro.

     

    Si baciarono dolcemente di fronte agli sguardi stupiti degli altri allievi. Nessun imbarazzo, solo le loro espressioni al quanto intenerite. Poi si staccarono.

     

    – Ora devo andare alla mia postazione. In bocca al lupo – disse poco dopo

     

    – Crepi e grazie – lo ringraziò Sayuri.

     

    Poi rimasero soli all’entrata dell’arena, mano nella mano, tesi ma decisi. Poi ecco che la porta si apri.

     

    – E ora che facciano il loro ingresso i neo Cavalieri – annunciò la voce di Athena.

     

    I 5 ragazzi entrarono in fila indiana. Tutti i 7 Cavalieri d’Oro rimasti erano presenti. Sulla piattaforma in mezzo all’arena erano disposte le 5 armature, splendenti come non mai. Quella di Micael sprigionava un cosmo che invase tutto il Grande Tempio. I ragazzi si misero davanti alle loro armature. Poi all’improvviso si accesero dei loro cosmi abbaglianti ed ecco che in un attimo le armature sfolgorarono su di loro, apparendo in tutta la loro potenza.

     

    – Cari ragazzi, da oggi siete ufficialmente miei Cavalieri. Sayuri, Cavaliere di Andromeda, Mikan, Cavaliere del Dragone, Kaede, Cavaliere dell’Unicorno, Ichigo, Cavaliere di Phoenix e Hikaru, Cavaliere di Micael, l’Arcangelo di Fuoco – iniziò Athena

     

    – Giurate fedeltà alla vostra dea e di proteggere l’umanità intera da ogni male? – riprese la donna

     

    – Si, lo giriamo – risposero in coro

     

    – Con questo sacro giuramento da questo giorno in poi vi nomino Cavalieri dello Zodiaco – riprese Athena.

     

    Loro annuirono, l’espressione solenne sul viso. I presenti applaudirono. Una nuova squadra era stata formata quel giorno. Ora erano finalmente diventati Cavalieri dello Zodiaco. Erano felici come una pasqua. Poi la cerimonia finii. Ci fu un delirio generale

     

    – Siiiiiiiiiii, ce l’abbiamo fatta!!!!!!! – esclamarono in coro.

     

    Batterono il 5.

     

    – Il nostro sogno si è finalmente realizzato – esultò Sayuri

     

    – Già, queste armature sono davvero stupende – commentò Mikan, estasiata

     

    – Sono fiero di voi ragazzi - esultò Hachiro, raggiungendoli

     

    – Ma sappiate che non è merito mio, ma vostro – riprese subito dopo

     

    – Dov’è Hikaru? E’ rientrata con noi ma poi è sparita – osservò Kaede

     

    – E’ andata da Athena, lei deve parlarle – rispose Hachiro.

     

    Nuove verità stavano per emergere.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo XVI-Nuove Verità ***


Hikaru entrò senza esitare nella sala dove si trovava Athena.

 

  • Mi voleva parlare mia signora? – esordii

     

    – Si. Innanzitutto ben fatto, ora sei ufficialmente una mia Cavaliere. Ma è un’altra la cosa di cui ti cui ti dovevo parlare. Oggi la Sacra Armatura di Micael ti ha scelto, ma non in modo completo – iniziò Athena, seria.

     

    Hikaru sgranò gli occhi, incredula.

     

    – Cosa? Come sarebbe a dire “non in modo completo”? E’ uno scherzo? – ribatté lei, sconvolta.

     

    Athena scosse la testa.

     

    – No, non è uno scherzo. Il tuo cosmo è diverso da quello dei tuoi compagni, poiché non trae forza da una costellazione precisa. Come ben sai, Micael ti ha scelto come suo nuovo corpo, come me sei una reincarnazione, solo non di una dea, ma di un Arcangelo – spiegò Athena

     

    – E questo cosa vorrebbe dire? – chiese Hikaru, perplessa

     

    – Che il tuo cosmo non si è né ancora sviluppato in modo completo, e ciò vuol dire anche che la Sacra Armatura non ti appartiene ancora del tutto, ossia non hai ancora il controllo totale dei suoi sacri poteri – rispose la dea, la voce calma e soave.

     

    – E cosa significa tutto questo? Che non sono ancora pronta per andare ad affrontare Lucifer? – sbottò Hikaru, il tono supplichevole, quasi disperato

     

    – No, non sei ancora pronta, per esserlo devi imparare a controllare appieno i poteri della Sacra Armatura, per poi evocare a tua volta evocare Fyren, la leggendaria Spada Infuocata di Micael. Se andassi ora sarebbe un vero suicidio – replicò Athena, seria.

     

    – Questo………non è giusto, non è giusto!!!!!!!!!!!!! – esclamò Hikaru, irata.

     

    E detto questo corse via, sbattendo la porta. Si chiuse poi nella sua stanza. Si tolse delicatamente la sua armatura e la mise su un manichino accanto al letto. La guardò poi quasi con rabbia e frustrazione.

     

    – Dannazione, perché tutto questo deve succedere proprio a me? E’ un’ingiustizia – si disse tra se e se, con rabbia.

     

    Poi tirò fuori una foto dalla tasca dei pantaloni. La guardò con tenerezza. Raffigurava lei e Haru in un momento felice, qualche giorno prima della sua partenza per il suo addestramento in Accademia. Sentii le lacrime calde e brucianti rigarle le guance.

     

    – Oh Haru, fratello mio………mi manchi tanto – mormorò, stringendosi la foto al petto con forza.

     

    Pianse a lungo, avvolta da un grande e immenso dolore.

 

Nel frattempo, Athena aveva convocato Hachiro.

 

  • Sono qui mia signora – esordii il Cavaliere.

     

    Ma non appena guardò l’espressione della dea, capii subito quello che era successo poco prima.

     

    – Non l’ha presa bene vero? – chiese poco dopo

     

    – La verità fa male, troppo male. Ormai non so più cosa fare. Se rivelassi tutta la verità a Hikaru, non mi perdonerà mai questa volta – rispose la dea, preoccupata.

     

    – Lo so mia signora, ma prima o poi dovrà saperlo. Si tratta pur sempre di Haru dopotutto – replicò Pegasus, serio

     

    – Secondo te dovrei? – chiese Athena, poco dopo, preoccupata

     

    – Si, deve farlo, per il suo bene, poiché se Haru morirà, allora sì che Hikaru non la perdonerà mai – rispose Hachiro, serio.

     

    Athena ci pensò un po’ su.

     

    – E’ vero, hai ragione, è meglio che lo faccia, non voglio perderla – mormorò la dea, con un triste sospiro

     

    – Anch’io non voglio perderla, per questo è giusto che sappia tutta la verità – mormorò Hachiro, serio.

     

    Athena annuì. Ora tutta la verità stava finalmente per essere rivelata.

     

Hikaru nel frattempo era ancora chiusa nella sua stanza. Aveva appena smesso di piangere. Poco dopo sentii bussare alla porta.

 

  • Chi è? – chiese con voce flebile

     

    – Sono io, aprimi per favore – rispose Hachiro.

     

    Hikaru si alzò e andò ad aprire.

     

    – Che c’è? – chiese lei

     

    – Athena vuole vederti di nuovo – rispose lui, prendendola per mano.

     

    La ragazza non disse niente e lo seguii, mano nella mano. Arrivarono da Athena poco dopo.

     

    – Ci sono altre novità sconvolgenti che devo sapere? – esordii Hikaru, un po’ seccata, incrociarono le braccia

     

    – Si, è una cosa molto importante. Riguarda Haru – iniziò la dea.

     

    Per un attimo, lo sguardo di Hikaru si illuminò.

     

    – Andremo a salvarlo? – chiese prontamente.

     

    – No, non è questo, è una cosa che avresti dovuto sapere tempo fa. Vedi, qualche giorno dopo il tuo arrivo al Grande Tempio, Lucifer è venuto a farmi visita e mi ha chiesto di te. Io risposi che non potevo dargli quello che cercava. Lui allora mi ricattò, dicendo che se tu fossi emersa ti avrei dovuto consegnare direttamente a lui, altrimenti Haru sarebbe morto – raccontò Athena, preoccupata.

     

    Bastarono quelle parole a far ribollire Hikaru di rabbia.

     

    – Perché non me lo avete detto subito? Avevo il diritto di saperlo – ringhiò Hikaru, irata

     

    – L’ho fatto per proteggerti. Temevo che se te l’avessi detto prima della tua investitura, ti saresti gettata a capofitto verso morte sicura. È così, credimi – replicò Athena, sulla difensiva

     

    – E per proteggermi avete preferito non dirmi niente prolungando le sofferenze di mio fratello?!!!! Bella protezione, davvero!!!!!!! – esclamò Hikaru, con foga

     

    – So che sei furiosa, ti capisco e mi dispiace – mormorò Athena, gli occhi velati.

     

    – Vi dispiace?! Vi dispiace?!!!!! Haru sta soffrendo per colpa vostra e venite a dirmi “mi dispiace” ?!!!!! Solo adesso me lo dite?!!!!!!!! – gridò Hikaru, con foga.

    Lacrime calde e brucianti le scendevano lungo le guance.

     

    – Avete perso la mia fiducia, ……ma manterrò il giuramento – riprese poco dopo, calmandosi.

     

    Ma dentro di lei la rabbia era sorda e a stento la trattenne. – Ma per questo……non vi perdonerò mai – riprese nuovamente. Poi corse via, in lacrime, chiudendosi dentro la sua stanza. Solo rabbia e disperazione ardevano nel suo cuore come un fuoco inestinguibile. Ma nonostante tutto, la fedeltà verso Athena era ancora viva dentro di lei. Mai si sarebbe permessa di tradirla. Ma mai l'avrebbe perdonata.

 

  • Può anche averlo fatto per roteggermi ma avrebbe dovuto dirmelo subito. Ma purtroppo non posso fare niente. Andare a salvarlo da sola è fuori discussione. Prima prenderò il controllo totale del mio cosmo e poi andrò a salvarlo – si disse tra se e se.

 

Ma devo perdonare Athena, non posso vivere con questo peso” pensò poco dopo.

 

Così tornò dalla dea.

 

  • Volevo chiedervi scusa per essermi arrabbiata in quel modo, ma ero sconvolta e disperata che non sapevo quello che stavo facendo – mormorò Hikaru, mortificata.

  • E vi perdono, so che lo avete fatto per il mio bene – riprese poco dopo.

 

Athena sorrise, si alzò dal suo trono e poi si inginocchiò all'altezza della ragazza.

Con sorpresa di Hikaru, la strinse a se con vigore.

 

  • Mi dispiace per avertelo tenuto nascosto, ma l'ho fatto per proteggerti, tu sei troppo importante per me e non voglio parderti. E non temere per Haru, lo veglio ogni giorno e ogni notte – mormorò la dea.

 

  • Vi ringrazio mia signora – rispose Hikaru, la voce tremula.

  • Non temere per il tuo cosmo, sarò felice di aiutarti – le disse Athena, poco dopo.

 

Lei sorrise, felice. Aveva trovato una valida alleata.

 

Angolo dell'autrice

 

Eccomi qua. Nuove verità sono emerse dall'oscurità. Povera Hikaru, quanto dolore. Ma ha trovato il coraggio di reagire al dolore. Non si lascerà abbattere tanto facilmente. Attendo le vostre recensioni.

Baci EF

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Capitolo 17
*** Capitolo XVII-Verso la battaglia ***


 

Già dal mattino seguente Athena iniziò ad aiutare Hikaru con l'addestramento.

 

  • Per controllare il tuo cosmo devi avere la massim concentrazione, ma soprattutto devi pensare a qualcosa che ti dia la giusta spinta – le aveva detto la dea.

 

  • E' più facile a dirsi che a farsi mia signora, è un cosmo troppo grande – replicò Hikaru, seria.

  • Devi avere fiducia in te stessa, solo questo, io ho creduto in te dal primo momento che ti ho vista e so che non mì deluderai – la incoraggiò Athena, decisa.

 

  • Coraggio, ce la puoi fare!!! - la incalzavano i suoi amici.

 

Era proprio del loro sostegno che aveva bisogno per farcela.

Ma era davvero molto dura e Hikaru ne usciva sempre stremata e spesso le ci volevano dei giorni per riprendersi del tutto e riprendere.

Athena se la cavava abbastanza bene nel suo ruolo e sapeva allenare Hikaru nel modo giusto.

La ragazza dal canto suo dava tutta se stessa per riuscire nel suo obbiettivo.

Dava anima e corpo, e anche se ne usciva spossata e provata, dopo un po' di riposo, ritornava ad essere quella di sempre, sempre pronta ad affrontare quella nuova sfida che le si era presentata davanti.

 

Passarono giorni e settimane e alla fine Hikaru riuscì nel suo obbiettivo, ma doveva stare attenta a non esagerare troppo.

 

  • Sono molto fiera di te, ce l'hai fatta – le disse Athena, il giorno conclusivo.

  • Sembrava davvero impossibile, ma alla fine ci sono riuscita, ancora non mi sembra vero – replicò Hikaru, trattenendo una lacrima.

 

  • Ora sei pronta per affrontare il destino che ti aspetta assieme ai tuoi compagni – riprese la dea.

 

I suoi occhi brillarono.

 

  • Dite davvero mia signora? - chiese Hikaru, stupita.

  • Si – disse la dea.

  • Che sollievo – esultò Hikaru, mantenendo il suo contegno.

 

Più tardi Athena convocò i suoi Cavalieri.

 

  • Come forse sapete, l'addestramento di Hkaru si è concluso, ora ha il controllo del suo cosmo. Il suo destino l'attende. La battaglia finale è alle porte. Fra qualche giorno partirete alla volta del Tempio di Lucifer – esordii la dea

 

  • Si mia signora – disse Hachiro.

 

Poi vennero congedati.

 

L'attesa sembrò un'eternità e la tensione era alle stelle.

Arrivò infine la vigilia della partenza.

 

  • Ci siamo ragazzi, domani si parte – esordii Hikaru.

  • Ce la faremo – disse Mikan, decisa.

  • Ho paura per voi – mormorò l'amica, preoccupata.

  • Non temere, se uniremo le forze ce la faremo – la rassicurò Sayuri.

  • Sono d'accordo – disse Kaede.

  • Anch'io – aggiunse Ichigo.

 

Hikaru sorrise.

Infine il giorno successivo partirono con la benedizione verso la loro battaglia per salvare il mondo dalla distruzione totale.

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Capitolo 18
*** Capitolo XVIII-La battaglia ha inizio ***


Capitolo 18: La battaglia ha inizio

 

Il volo di Hikaru era instancabile, era già il terzo giorno che volava senza sosta e non era per nulla provata. Il pnsiero di andare a salvare Haru le dava tutta la forza che le serviva per non fermarsi e non cedere. Infine ecco che al sesto giorno di volo arrivò in vista del Tempio di Lucifer. Si fermò non molto distante ed esaminò la struttura cin attenzione: era nera come la pece, grande quanto un palazzo, si trovava in cima a una lunga scalinata e sulla scala erano disposti cinque portali a distanza regolare.

Era molto simile al Grande Tempio di Athena, solo più grande. Non c'era paura nei suoi occhi, solo assoluta determinazione.

 

"Di sicuro sarà ben sorvegliato. Haru, fratello mio, resisti più che puoi, sono qui" pensò tra se e se.

 

All'improvviso però si sentii attirare in una stretta che ben conosceva. Si lasciò stringere al suo caldo petto.

 

  • Oh Hikaru, meno male, siamo arrivati appena in tempo - mormorò Hachiro, con dolcezza

     

    - Che ci fate qui? Vi avevo chiesto di non cercarmi - ribattè lei, irritata

     

    - E tu ci avevi promesso di non scappare mai più, avevi dato la tua parola di Cavaliere - replicò Ichigo, serio.

     

    Hikaru abbassò lo sguardo.

     

    - Lo so e mi dispiace, ma dopo tutto quello che ho scoperto, dopo che tutta la verità è venuta alla luce.....non potevo più starmene li con le mani im mano – mormorò Hikaru, sospirando

     

    – Lo sappiamo, Athena ce l'ha detto. È stata lei a dirci di venire, e ora siamo qui per aiutarti – le disse Mikan, comprensiva.

     

    Lei scosse la testa.

     

    - No, è fuori questione, questa è la mia battaglia, e l'ultima cosa che voglio è coinvolgervi. Siete......troppo importanti per me e.....non voglio perdervi – replicò Hikaru, sempre stretta ad Hachiro

     

    – No, non ci tireremo indietro, pichè è anche la nostra missionesalvare l'intera umanità: Lucifer è anche un nostro nemico, non solo tuo. Siamo una squadra, siamo i Cavalieri di Athena e questa battaglia la combatteremo insieme, costi quel che costi – la rimproverò Kaede, severo

     

    – Non sarai tu a fermarci, ormai abbiamo deciso, non ti lasceremo combattere da sola, siamo tuoi amici, e in amicizia ci si aiuta a vicenda – aggiunse Sayuri, decisa

     

    – Insieme ce la faremo amore mio, noi saremo al tuo fianco – le disse Hachiro, con dolcezza.

     

    Lei lo guardò con affetto.

    Si baciarono con amore.

     

    Poi guardò i suoi compagni con nuova decisione negli occhi.

     

    - Andiamo – disse poco dopo, decisa

     

    – Si!!!!- dissero in coro, a bassa voce.

     

    E dopo aver battuto il 5 si diressero verso il Tempio di Lucifer. Si lanciarono sguardi decisi.

     

    - Noi siamo qui – le disse Sayuri.

     

    Hikaru sorrise, felice di averli al suo fianco. Arrivarono alla scalinata che portava al Tempio e iniziarono a salire, correndo. All'improvviso si trovarono di fronte al primo portale, dove c'era disegnato il fregio di una bellissima rosa rossa.

     

    - Oh no, non ci voleva, il primo ostacolo è il pesciolino, fantastico – borbottò Hikaru, seccata.

     

    - A quanto pare non hai ancora imparato le buone maniere piccola insolente – disse la sua voce poetica è irritante.

     

    E con un'elegante atterraggio, se lo trovarono davanti

     

    – Ci rincontriamo pesciolino dei miei stivali, non ti è bastata la lezione dell'ultima volta? - lo sfidò Hikaru, il sorriso furbetto sul viso

     

    – No, non mi è bastata mocciosetta, e ora la vostra corsa si ferma qui – ringhiò Pisces, irritato

     

    – Casomai è il contrario – ribattè Hikaru.

     

    - Ragazzi, voi andate, lo trattengo io – intervenne Kaede, deciso

     

    – Ne sei proprio sicuro? - le chiese Sayuri, preoccupata

     

    – Si, lo sono, non preoccupatevi per me, non vi deluderò, andate ora – replicò lui, serio

     

    – Va bene, ma non ti azzardare a morire – ribattè Hikaru, decisa

    – Ce la farò, abbiate fiducia, ci vediamo dopo – rispose Kaede, facendo l'occhiolino.

     

    E dopo uno sguardo di intesa, ripresero la corsa, lasciandolo al suo scontro. ù

     

    - Povero illuso, davvero pensi di battermi? Allora sei proprio fuori di testa – lo schernì Pisces

     

    – Quello sei tu, perchè hai osato metterti contro Athena, la nostra dea, e per questo la pagherai molto caraa!!!!! - esclamò Kaede, irato

     

    – E tu pagherai per esserti messo contro Lucifer, mio signore e padrone!!!! - esclamò Pisces.

     

    E detto questo, entrambi si lanciarono in uno scontro frontale.

     

Intanto il gruppo aveva ripreso la sua corsa sulla ripida scalinata.

 

  • Secondo voi ce la farà? Pisces è un avversario tosto, non da sottovalutare, e le sue rose sono letali – esordii Mikan, preoccupata.

     

    A quella frase, Hikaru si fermò e la fulminò con lo sguardo, che trapassò anche gli altri come una lama di ghiaccio.

     

    - Siamo una squadra, dobbiamo avere fiducia in ognuno di noi, poiché è la fiducia la nostra vera forza, come anche l'amicizia che ci lega. Se adesso iniziamo a dubitare, allora è la fine. Io ho fiducia in Kaede e nelle sue doti di Cavaliere, e dovete averla anche voi, solo così avrà la forza per vincere – li rimproverò Hikaru, severa

     

    – Ha ragione ragazzi, avere fiducia l'uno nell'altro è fondamentale per questa missione, ricordatevi cosa vi ho insegnato – intervenne Hachiro, serio.

     

    Loro abbassarono la testa, mortificati.

     

    - Scusateci, avete ragione – mormorò Mikan

     

    – Scuse accettate, e ora poseguiamo – replicò Hikaru.

     

    E detto questo, ripresero la corsa lungo la scalinata.

     

Nel frattempo, lo scontro tra Kaede e Pisces era iniziato. Il ragazzo era disteso a terra, dopo aver preso un colpo dall'avversario.

 

  • Ahahahahahahahah, mi fai pena, dvvero pensi ancora di battermi? Povero illuso, non hai speranze contro di me – lo schernì Pisces, con la sua voce irritante

     

    – Non.....non mi hai.....ancora vinto maledetto......finchè ancora respiro......non è finita e poi.....sei tu quello che........mi fa pena......come ha potuto un nobile Cavaliere di Athena..........cadere così in basso? - lo schernì Kaede, rialzandosi a fatica

     

    – Maledetto, come osi?!!!!!! Ora la pagherai molto cara per questo affronto!!!!! - esclamò Pisces, irato.

     

    Fece per colpirlo, ma una strana sensazione lo bloccò. Guardò il suo avversario e rimase sconvolto: il cosmo caldo e dolce di Athaena li stava dando nuovo vigore.

     

    - Ma come è possibile? Non ci credo, sta recuperando le forze perdute, ma come...... - lasciò la frase in siospeso .

     

    - E' semplice, Athena è con me e mai mi abbandonerà, perchè sono un suo Cavaliere, Kaede dell'Unicorno, colui che ti sconfiggererà – li spiegò il ragazzo.

     

    Ora lo scontro stava per prendere una piega diversa.

     

Il gruppo nel frattempo era giunto al secondo Portale, quello di Scorpio, uguale a quello di Pisces, solo con un fregio di uno scorpione. Si guardarono attorno.

Non ci volle molto per trovarselo davanti.

 

  • Fermi, da qui non passerete – ringhiò Scorpio.

     

    Era alto, fisico asciutto, carnagione chiara, occhi azzurri e lunghi capelli blu notte. Sfoggiava la sua armatura nera.

     

    - Guarda un po' chi si vede, un altro Cavaliere di Athena, un tempo nobile, ora caduto in basso – lo sfidò Ichigo, l'espressione furbeta sul viso

     

    – Come osa un moccioso te sfidarmi? La pagherai – ribattè Scorpio, nervoso

     

    - Andate avanti, mi occupo io di questo sbruffone – disse Ichigo, rivolto ai compagni

     

    – D'accordo, te lo lasciamo a te, mi raccomando, non morire – relicò Hikaru, seria

     

    – Sono l'Araba Fenice, non scordatevelo, e ora andate, il tempo stringe – replicò Ichigo, serio.

     

    E come la prma volta, i suoi compagni ripresero la loro corsa verso il Tempio di Lucifer.

     

    - Pagherai con la vita per avermi sfidato ragazzino, Fenice o no – ribattè Scorpio, furioso

     

    – Ti farò rimpiangere il giorno in cui hai osato sfidare i Cavalieri di Athena maledetto!!!!!! Un tempo eri un nobile Cavaliere e ora guardati, ridotto al servizio di un traditore, mi fai pena!!!!!!!! - ringhiò Ichigo, rivestendosi del suo cosmo infuocato

     

    – Tu, piccolo insolente, pagherai questo affronto!!!! Cuspide Scarlatta, colpisci!!!!!!!!!!! - urlò Scorpio, furioso.

     

    Lo scontro tra Fenice e Scorpione stava per avere inizio.

     

Lo scontro tra Kaede e Pisces ormai era al culmine. Entrambi erano ridotti a uno straccio, ma lui fortunatamente aveva Athena dalla sua parte, il suo caldo cosmo sempre pronto a soccorrerlo. Stavano distesi a terra, entrambi.

Kaede fu il primo a rialzarsi, ferito un po' ovunque, l'armatura un po' ammaccata, ma vivo per miracolo.

 

  • Hai visto? Hai sbagliato a sfidarmi........ pesciolino. Io ho trionfato, ma non ti ucciderò, poiché anche se sei un traditore, ti rispetto ugualmente, poiché dentro di te vedo ancora quella parte nobile di te ancora dedita alla giustizia – li disse Kaede, sovrastandolo con la sua ombra.

     

    A quelle parole, Pisces lo guardò, spiazzato.

     

    - No, merito di morire per questo, Lucifer non me lo perdonerà mai, ti prego, uccidimi, ti supplico – lo supplicò Pisces, la voce supplichevole.

     

    - No, non lo farò, piichè non sei tu a dover pagare per quello che ti è successo, ma Lucifer, non tu, perchè non lo meriti, non meriti la morte, un'altra occasione – ribattè Kaede, severo.

     

    E detto questo, riprese a stento la corsa, lasciandosi dietro il suo nemico con ancora un alito di vita.

     

Erano giunti al Portale del Cancro, sul quale vi era inciso il fregio di un'enorme granchio dall'aria minacciosa.

 

  • Fantastico, non poteva andarci peggio di così – borbottò Sayuri, seria.

     

    Si guardarono attorno, guardinghi.

     

    - Ma guada un po' chi si vede, i Cavalieri di Athena, quale onore. Mi spiace, ma credo proprio che da qui non passerete – disse la voce di Cancer, nell'aria.

     

    - Vieni fuori codardo e affrontarmi, non mi fai paura – lo sfidò Mikan, decisa.

     

    In un attimo se lo trovarono davanti. Era alto, muscoloso, carnagione ambrata, occhi azzurri e capelli violacei, l'aria strafottente sul viso.

     

    - Tu che osi sfidare me? Cancer? Te ne pentirai amaramente per questo affronto piccola mocciosa – ringhiò Cancer, gli occhi iniettati di sangue

     

    – Voi andate avanti, vi raggiungo dopo – disse Mikan, rivolta ai compagni

     

    – Fatti onore mi raccomando – le disse Hikaru

     

    – E non morire – mormorò Sayuri

     

    – Ci vediamo su – replicò l'altra.

     

    Così il gruppo riprese la corsa.

    Poi Mikan guardò il suo avversario con odio.

     

    - Mi fai pena Cancer, se penso che un tempo eri un Cavaliere d'Oro di Athena, ti rispettavo. Ora invece hai buttato all'aria il tuo onore come se niente fosse, e non c'è cosa più grande che mi faccia infuriare – ribattè Mikan, furiosa

     

    – Onore, ah, non me ne faccio niente dell'onore – sbottò Cancer, ridendo.

     

    Bastarono quelle parole a far infuriare Mikan.

     

    - Maledetto, la pagherai!!!!! - urlò.

    E detto questo si praparò a colpire.

 

 

Ichigo era disteso a terra, 10 volte la Cuspide Scarlatta lo aveva colpito.

 

  • A quanto pare sei duro a morire é Phoenix? Altri tre copi e poi per te è finita. Arrenditi e ammetti la tua sconfitta – lo scernì Scorpio, con un sorriso beffardo sul viso.

     

    Ma con suo enorme stupore, Ichigo si rialzò a fatica da terra, a stento si reggeva in piedi.

     

    - Cosa? Non è possibile, 10 colpi sarebbero dovuti bastare, ma a quanto pare mi sbagliavo – borbottò Scorpio, incredulo

     

    – Finchè avrò ancora vita dentro di me, non mi hai ancora vinto maledetto!!!!!! - esclamò Ichigo, irato

     

    – Vediamo se dopo che ti avrò inflitto gli ultimi tre colpi ti rialzerai!!!!! Cuspide Scarlatta!!!!!! - gridò Scorpio, con foga .

     

    Due colpi colpirono Phoenix, che urlò di dolore. Cadde in ginocchio, tremante.

     

    - E ora preparati a ricevere l'ultimo dei miei colpi, Antares!!!!!! - urlò Scorpio.

     

    Fu un dolore straziante quello che trafisse Ichigo, che crollò a terra privo di sensi.

     

    - Tutta qui la forza dei Cavalieri di Athena? Ah, mi fai pena, a quanto pare non sei così invincibile come dicono le voci, Cavaliere di Phoenix. E ora arrenditi al dolore e ammetti la tua sconfitta – riprese Scorpio, poco dopo.

     

    - Non......non è ancora.........finita maledetto...... finchè la vita è........ancora.......in me.....non hai ancora vinto......Scorpio – mormorò Ichigo, rialzandosi a fatica.

     

    E nel mentre si rimetteva in piedi si circondò del suo cosmo di fuoco.

     

    Ma come è possibile, da dove arriva tutta questa energia? Dovrebbe essere morto, e invece è.....ancora vivo e il suo cosmo sta crescendo a dismisura.....è impossibile” pensò Scorpio, incredulo

     

    – No, non è impossibile, Athena è con me, lei, dea della Giustizia non abbandona i suoi Cavalieri, li aiuta nel momento del bisogno, ma tu questo non lo puoi capire Scorpio, non lo puoi caopire perchè tu hai tradito Athena, e questo non te lo perdonerò mai – ringhiò Ichigo, con foga.

     

    - Brucia Cosmo di Phoenix, ardi fino al limite estremo!!!!!!! Ali della Fenice!!!!!! - riprese poco dopo, con tutto il fiato che aveva in corpo.

     

    Il colpo fu deciso e diretto e Scorpio ne fu sovrastato.

     

    - Ma.....come hai fatto? Dimmelo – mormorò il Cavaliere, sconvolto

     

    – Athena.....mi ha dato.......la forza.....e la Giustizia mi ha dato.....la speranza, per te una volta questi erano sacri valori, ma ora li hai buttati.......all'aria per servire Lucifer......mi fai pena – sbottò Ichigo, avanzando verso di lui

     

    – Non mi uccidi? Merito la morte per il mio tradimento – mormorò Scorpio, ansimante.

     

    - No, non ti ucciderò, perchè come me sei ancora un Cavaliere di Athena, meriti una seconda chance e non la morte – replicò Ichigo, sovrastando.

     

    Fece per riprendere la sua strada quando Scorpio lo fermò.

     

    - Aspetta – li intimò. Il Cavaliere allora si avvicinò nuovamente a lui.

     

    - Che cosa c'è? - li chiese, iginocchiandosi.

     

    Senza esitare, Scorpio premette un punto preciso sotto il collo con la sua unghia scarlatta.

     

    - Ti ho bloccato l'emorragia, poiché tu mi ricordi me quando quando ancora servivoAthena – mormorò, la voce flebile.

     

    - Grazie – ringraziò Ichigo.

     

    Poi riprese di nuovo il suo cammino, metre Scorpio dietro di lui, perdeva lentamente i sensi.

 

 

Il gruppo nel frattempo aveva raggiunto il Portale di Gemini, sulla quale porta vi era un fregio di due facce di profilo, una gentile e una minacciosa.

 

  • Oh no, non ci voleva – borbottò Hikaru, preoccupata

     

    – Già, Gemini è un avversario tosto e soprattutto molto difficile da battere, è il re delle illusioni – replicò Hachiro, serio.

     

    In quell'attimo, la catena di Sayuri iniziò a muoversi.

     

    - Lo sta percependo, è qui vicino – mormorò la ragazza. E infatti ecco che in un attimo se lo trovarono dietro di loro.

     

    - Spiacente Cavalieri di Athena, ma da qui non si passa – sbottò Gemini, riapparendo davanti al Portale.

     

    Fisico vigoroso, carnagione chiara, e lunghi capelli blu/ viola, e occhi color del cielo.

     

    Anche lui sfoggiava nella sua Surplice nera.

     

    - Spiacente, ma non credo proprio, sarò io il tuo avversario, Sayuri, Cavaliere di Andromeda – sbottò la ragazza, mettendosi subito sulla difensiva.

     

    - Hai fegato ragazzina, ma non basterà tutto il tuo coraggio per battermi – ribattè Gemini, con fare di scherno.

     

    - Hikaru, tu vai avanti, io starò qui a dare una mano a Sayuri – intervenne Hachiro,deciso

     

    – No, non ti lascerò – mormorò Hikaru, sconvolta

     

    – Vai, ti raggiungo dopo – le intimò Pegasus

     

    – Ok, ma non morite – replicò lei – No amore mio, te l'ho promesso – ribattè Hachiro.

    La baciò con foga sulle labbra e poi si separarono.

     

    - Grazie del supporto – lo ringraziò Sayuri, grata.

     

    - Figurati, e poi neanch'io voglio che tu muoia, sei una mia allieva dopotutto. E ora diamo una lezione a questo buffone – rispose Hachiro, deciso.

     

    Lei annuì. E poi lo scontro ebbe il suo inizio.

 

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Capitolo 19
*** Capitolo XIX-Verso lo scontro finale ***


Capitolo 19: Verso lo scontro finale

 

Mikan a stento si reggeva in piedi, le ferite ricevute sanguinavano copiosamente.

 

  • Mmmm, sangue, adoro il suo odore quando scorre dal corpo delle mie vittime – sbottò Cancer, guardando la ragazza.

     

    - Se........se pensi di aver già vinto......ti sbagli di grosso. Ah, guardati........mi fai pena se penso che un tempo servivi Athena con dedizione e ora sei caduto........proprio in basso e non c'è onore....in questo – sbottò Mikan, furiosa.

     

    - Uhhhh che paura, sto tremando come una foglia – la schernì Cancer, ridendo

     

    – Fai bene a tremare......perchè il mio prossimo colpo ti annienterà.......maledetto – ribattè Mikan, circondandosi del suo cosmo, i lunghi capelli al vento.

     

    Athena, dammi la forza” pensò tra se.

     

    Bastò un niente e la sua supplica fu ascoltata. Il suo cosmo acquistò nuovo vigore e iniziò a crescere.

     

    - Impossibile – balbettò Cancer, sentendosi sovrastare da quel potere.

     

    - E invece è possibile se si crede nella Giustizia e nella Speranza, un tempo valori in cui credevi. Ma ora hai gettato la tua vita nelle mani di un traditore e per questo la pagherai – replicò Mikan, ora con i capelli all'insù.

     

    - Preparati Cancer!!!!!Brucia o mio cosmo, fino al limite estremo, Colpo Segreto del Drago Nascente!!!!!!!!!!! - urlò Mikan, con foga.

     

    L'avversario rimase inerme di fronte a quell'inaudita potenza. Il ciolpo fu decisivo e ne fu investito in pieno. Poi cadde a terra. - Male.....maledetta, come hai fatto – sibilò Cancer, sconvolto

     

    – La mia dea mi ha dato la forza, ma soprattutto è stata la fiducia nelle mie capacità e la fede nella speranza a darmi la forza per trionfare. E anche se provo ribrezzo verso quello che sei diventato, non meriti la morte – ribattè Mikan, seria

     

    – Troppa pietà hai nel tuo cuore – borbottò Cancer, tremante

     

    – Forse, ma comunque non sono degna di toglierti la vita, ma meriti una seconda possibilità per riconoscere i tuoi errori – mormorò Mikan, seria.

    E con quelle parole, riprese la salita, lasciandosi Cancer steso a terra con ancora il respiro della vita.

 

 

La lotta contro Gemini si stava facendo sempre più intensa. Pegasus e Sayuri combattevano fianco a fianco, lui con il suo fulmine, lei con la sua catena.

 

  • Poveri illusi, se davvero pensate di battermi con i vostri miseri attacchi siete davvero dei folli – li schernì Gemini, lo sguardo omicida.

     

    - No ti sbagli.......qui il vero folle sei solo tu, perchè hai osato tradire......Athena, nostra dea e questo tradimento non resterà impunito, Gemini – rispose Sayuri, irata

     

    – E per questo la pagherai – aggiunse Hachiro. - Fulmine di Pegasus!!!!! - esclamò poco dopo

     

    – Nebulosa di Andromeda!!!!!!!!! - gridò Sayuri.

     

    In un attimo gli attacchi convergerono in uno solo che colpì Gemini in pieno, atterrandolo. Ma non bastò a rallentarlo, e infatti si rialzò subito, ancora più furioso.

     

    - Maledetti, questa me la pagate!!!!!!! Esplosione Galattica!!!!!!!!!!!! - urlò con foga.

     

    Il colpo fu tremendo e li lasciò privi di forze, stesi a terra.

     

    - Ahahahahahahah, davvero pensavate di battermi è? Poveri illusi – li schernì Gemini.

     

    Fu in quel preciso attimo che la sua armatura si crepò in più punti.

     

    - Ma come è possibile? L'attacco......l'attacco è andato a segno e ha.......ha intaccato la mia surplice, maledetti – balbettò Gemini, sconvolto.

     

    - Eheheheeheh, il mio Fulmine raggiunge sempre il suo obbiettivo, ormai dovresti saperlo – lo sfidò Hachiro, rialzandosi, seguito poi da Sayuri.

     

    - Ora va pure, posso occuparmene anche da sola – disse la ragazza, decisa

     

    – Ne sei proprio sicura? - chiese Hachiro, perplesso

     

    – Si, fidati fi me. Ora è Hikaru ad avere bisogno di te. Va da lei, qui ci penso io – replicò Sayuri, seria

     

    – D'accordo, buona fortuna – accettò Hachiro.

     

    E così riprese la sua corsa oltre il Portale.

     

    - Maledetta, pagherai per questo!!!! - ringhiò Gemini, furioso

     

    – No, tu pagherai per il tuo tradimento, sarai tu a pagare!!!!! Vai, Nebulosa di Andromeda!!!! - gridò Sayuri, con foga.

     

    Stavolta il colpo lo colpii con tutto il suo vigore, pieno di nuova forza.

     

    Gemini non riuscì a sottrarsi e la sua armatura si frantumò. Cadde a terra, sconvolto.

     

    – Da.......da dove è venuta tutta questa.........energia ? - balbettò poco dopo, incredulo

     

    – Viene da Athena, colei che hai tradito per unirti a Lucifer in una folle guerra, ma soprattutto viene dalla forza della Giustizia. Un tempo eri un nobile Cavaliere di Athena, dedito alla giustizia e alla pace – rispose Sayuri, seria

     

    – Uccidimi, non merito di vivere – mormorò Gemini, supplichevole

     

    – No, non chiedermi questo, perchè non lo farò, poiché la morte non la meriti, ma meriti un'altra opportunità, non è mai troppo tardi per cambiare – replicò Sayuri, seria

     

    – Un'altra occasione? E' questo che vuoi darmi? - chiese Gemini, sconvolto

     

    – Si, è questo che voglio darti – rispose lei.

     

    Poi fece per allontanarsi quando.....

     

    - Grazie – mormorò il Cavaliere.

     

    Sayuri sorrise, e poi riprese la sua corsa mentre Gemini dietro di lei, guardava il cielo, in lacrime.

     

Hikaru nel frattempo continuava la sua corsa. L'unico suo pensiero erano i suoi amici e Haru, soprattutto Haru.

 

Speriamo bene” pensò tra se e se.

 

La speranza che fosse ancora vivo le dava la forza per continuare a correre. Arrivò infine all'ultimo Portale, quello di Capricorn. Sulla sua porta vi era inciso il fegio di una spada, Excalibur, la sua arma letale. Si guardò attorno.

 

  • Ma guarda un po', alla fine ti sei decisa a uscire allo scoperto. Mi dispiace, ma da qui non passi – le disse la voce di Capricorn.

     

    - Fatti vedere maledetto, non ho paura di te – lo sfidò Hikaru, mettendosi sulla difensiva.

     

    In un attimo eccolo davanti a lei. Era alto, vigoroso, carnagione ambrata, capelli verde selva e occhi neri. Sfoggiava nella sua Surplice, come gli altri Cavalieri che aveva incontrato.

     

    - Non mi aspettavo di vederti schierato dalla parte del nemico, Capricorn. Sono davvero molto delusa – lo sfidò Hikaru, circondandosi del suo cosmo di fuoco

     

    – Anch'io non mi aspettavo una ragazzina come te, ma qualcosa di più – la schernì Capricorn, ridendo

     

    – Bastardo, ti conviene non sottovalutarmi – ringhiò Hikaru, fremente di rabbia.

    Si preparò ad attaccare, evocando Fyren, la Spada di Fuoco dello stesso Micael. Ne prcepiva il potere ma non il controllo totale, non si sentiva un tuttuno con essa.

     

    Athena me lo aveva detto che non avevo il controllo totale dell'armatura, aveva ragione. Speriamo bene, in fondo so usare una spada” pensò Hikaru, tra se e se.

     

    - Ma che bella spada, innocua come un angioletto, ah, non ha nulla a che vedere con la mia.....Excalibur!!! - esclamò Capricorn.

     

    E in quell'attimo tra le sue mani ecco che apparve la sua spada, bella e letale. Hikaru rabbrividii a quellla vista.

     

    Quella spada è in grado di tagliare anche la terra” pensò.

     

    - Sento la tua paura – disse Capricorn, ridendo.

     

    - Non hopaura, e ora......lascimi passare!!!! - esclamò Hikaru, con foga.

     

    E detto questo si preparò all'imminente scontro. Già da subito capii che Capricorn non era affatto da sottovalutare, era talmente veloce che non riusciva a capire da dove colpiva .

    A stento Hikaru riusciva a parare i colpi.

    Ma lei non era da meno. Fortunatamente il suo addestramento le aveva dato molta più esperienza e finezza con la spada, e poteva contare sulla sua agilità.

     

    - Se pensi di impressionarmi con la tua misera arte sei proprio fuori strada – la schernì il Cavaliere, facendo un affondo.

     

    Lei lo schivò

     

    – Non sto cercando di impressionarti bella capretta, ma di sconfiggerti!!! - esclamò Hikaru, parando un altro affondo

     

    – Ah, ma fammi un piacere, non hai nemmeno il controllo totale della tua armatura. Se lo avessi, mi avresti già sconfitto da un pezzo – ribattè Capricorn, ridendo

     

    – Non mi serve il controllo totale per batterti maledetto – sibilò Hikaru, furiosa.

     

    Il suo cosmo ardeva come lava bollente, ma Capricorn non ne fu affatto impressionato. Con un colpo l'atterò, scaraventandola contro una pietra. Il colpo non fu violento.

     

    - Ah, mi fai pena – le disse il Cavaliere.

     

    - No......tu mi fai pena......un tempo eri......tra i più nobili Cavalieri di Athena.......eri un nobile Cavaliere pieno.......di onore, e ora guardati.......caduto in basso come gli altri tuoi compagni........per servire un traditore.......Sei tu a farmi pena......Capricorn – mormorò Hikaru, rialzandosi a fatica.

     

    - Maledetta!!!!! Come osi?!!!!! La pagherai!!!!!! - urlò Capricorn, irato.

     

    Fece per colpirla quando.....

     

    - Fulmine di Pegasus!!!!!! - urlò la voce di Hachiro.

     

    Il suo colpo atterrò il Cavaliere per qualche minuto. Subito accorse da Hikaru, che lo strinse forte forte.

     

    - Sapevo che avresti mantenuto la promessa – mormorò lei, felice

     

    – Io mantengo sempre le mie promesse, sono un Cavaliere di Athena dopotutto – le disse Hachiro, con dolcezza.

     

    Si baciarono con amore, stretti in un tenero abbraccio.

     

    - Ma che bel quadretto, bene, vi finirò tutti e due – ringhiò Capricorn, rialzandosi.

     

    - Aspetta a cantare vittoria – lo sfidò Pegasus.

     

    Ed ecco che l'armatura si scheggiò in più punti, lasciandolo interdetto.

     

    - Ascoltami ora, tu vai, Haru ha bisogno di te. Mi occupo io di Capricorn – mormorò Hachiro, rivolto alla ragazza

     

    – Sei sicuro di farcela amore mio? - mormorò Hikaru, sempre stretta a lui

     

    – Ti fidi di me? - le chiese Pegasus, fissandola intensamente nei suoi occhi color del cielo

     

    – Si, mi fido di te – rispose Hikaru.

     

    Lo baciò con foga e lui la strinse con vigore.

     

    - Va ora, ti raggiungo dopo – le disse Hachiro.

     

    - Ok – replicò lei.

     

    E dopo un ultimo bacio, a malincuore, Hikaru riprese la sua corsa verso il Tempio di Lucifer, lasciando il suo amato al suo scontro. Lo scontro finale era vicino.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo XX-Lo Scontro Finale ***


Capitolo 20: Lo Scontro Finale

 

La corsa di Hikaru continuava lungo la scalinata. Il Tempio di Lucifer era prossimo ad essere raggiunto. Riusciva già a vedere la fortezza che si stava avvicinando sempre di più.

 

Resisti fratello mio, sto arrivando” pensò tra se e se, mentre percorreva l'ultima rampa di scale. Si fermò poco prima di arrivare alla porta.

Guardò un attimo indietro.

 

Amici miei, spero con tutto il cuore che siate vivi e anche tu amore mio” pensò nuovamente.

 

Poi riprese, di nuovo decisa.

 

Ed ecco che raggiunse la porta del Tempio. Era enorme e a guardarla sembrava davvero la porta dell'Inferno, metteva i brividi. Ma nel cuore di Hikaru non c'era la minima traccia di paura, bensì coraggio, speranza e determinazione.

 

  • Troppo facile, non c'è nessuno alla guardia dell'ingresso principale – si disse tra se e se

  • Mi pare ovvio, ti stavo aspettando da molto tempo – disse una voce nell'aria .

 

Era soave, ma allo stesso tempo si avvertiva una nota di malvagità in essa, anche se a sentirla non sembrava. Hikaru la riconobbe subito. Fremette di rabbia.

 

  • Lucifer, maledetto bastardo!!!! Pagherai per quello che hai fatto!!!! - esclamò, irata.

     

Ah, ti riferisci al Cavaliere che ho rapito, tipo simpatico ma con poca voglia di parlare, mi sono divertito a giocare con lui – sibilò la voce di Lucifer.

 

Bastarono quelle parole a farla ribollire di rabbia.

 

  • Maledetto!!!!!!!! - gridò con foga.

 

Detto questo aprii la porta con una potente spinta e fu dentro. Fu il buio più totale ad accoglierla, ma bastò il suo cosmo a illuminare l'ingresso. Davanti a lei si stagliava una lunga scalinata.

 

Un'altra scala, ma non basterà a fermarmi” pensò tra se.

 

E con quel pensiero iniziò a salire. Nessun ostacolo le sbarrò la strada stavolta. Sorrise.

 

  • A quanto pare mi aspettavi sul serio – lo sfidò Hikaru.

 

  • E' da un eternità – replicò la voce di Lucifer.

 

Poi silenzio di tomba. La salita sembrava non finire mai, ma Hikaru non si preoccupò. Ed ecco che infine si trovò davanti alla porta.

La spalancò con foga.

La stanza era rischiarata. Davanti a lei solo un lungo corridoio la separava dal suo nemico.

 

  • Sto arrivando maledetto traditore!!!! - esclamò, correndo lungo il corridoio.

 

  • Sei arrivato Micael – disse Lucifer nel vederla arrivare al suo cospetto.

 

Non appena la vide però rimase stupito.

 

  • E tu saresti Micael? Una mocciosa come te? Ma non farmi ridere – la schernì.

 

Hikaru si bloccò a pochi passi da lui quando lo vide. In quel momento aveva le sembianze di Zyro. Per un attimo esitò .

 

  • Sento la tua paura, Hikaru, o meglio, Micael - . Pronunciò il suo nome con odio

 

  • Non ho paura di te, bastardo – ringhiò Hikaru, fremente di rabbia.

 

  • Ahahahahahah, ne sei proprio sicura? - domandò Lucifer, ridendo.

     

    In quel momento si avvolse nel suo cosmo oscuro, trasfigurandosi nelle sue vere sembianze. Al posto della sua tunica nera, sfoggiava nella sua lucente armatura oscura, nera e grigia, con sfumature violacee, l'espressione malvagia e gli occhi di fuoco che sprizzavano odio puro, un sorriso beffardo sul pallido volto. I lunghi capelli color pece li ricadevano lungo la schiena. In mano teneva la sua spada.

 

Hikaru poi avanzò decisa, l'espressione irata sul viso, il suo cosmo bruciava attorno a lei.

 

  • Lui dov'è? Dov'è Haru?!!!! - urlò, puntandogli Fyren alla gola.

 

Lucifer non si spaventò minimamente e scostò la lama con una mano.

 

  • Ti conviene abbassare la cresta. Lui sta bene e per tua fortuna........è vivo – ribatté Lucifer. Poi schioccò le dita e dietro di lui si materializzò una sfera di energia e al suo interno stava......

     

  • Haru, Haru!!!! - chiamò Hikaru, correndo verso la sfera, che sparì poco prima che la raggiungesse. A quella vista guardò Lucifer con odio puro, i suoi occhi velati di lacrime.

 

  • Che tu sia dannato Lucifer!!!!!! La pagherai!!!!!! - gridò con foga.

 

Si preparò ad attaccare.

 

  • Riavrai tuo fratello, ma prima......devi sconfiggermi!!!!!!! - gridò Lucifer, preparandosi all'attacco.

Lo scontro finale era iniziato.

Il Male e il Bene avevano incominciato la loro eterna lotta.

 

Ma Hikaru capii subito di essere in netto svantaggio, nonostante la sua abilità con la spada e la sua agilità.

 

  • Non ci credo, sei venuta fin qui senza essere stata scelta completamente dalla Sacra Armatura? Allora sei proprio una povera folle se pensi di battermi – la schernì Lucifer, facendole un affondo

 

  • Qui il vero folle sei tu, Lucifer, sei solo un bastardo che ha osato tradire il Regno Celeste solo per il potere, mi fai pena – lo sfidò Hikaru, parando il colpo.

 

  • Allora mi basterà un niente per batterti, così avrò la mia......vendetta – ringhiò Lucifer, guardandola con odio.

Riuscì a ferirla al braccio e alla coscia. Hikaru gemé di dolore.

 

  • Ah, ti ci vorrà molto più di questo per battermi caro mio – ribatté lei, il sorriso furbetto sul viso. Si preparò nuovamente ad attaccare, ma Lucifer era decisamente più veloce di lei nel muoversi e schivare i colpi.

 

Dannazione, la sua velocità è nettamente superiore alla mia, colpirlo è quasi impossibile. La sua armatura però lo ingombra, forse potrò sfruttare la cosa a mio vantaggio” pensò Hikaru, esaminando bene l'avversario.

 

E infatti le sue osservazioni furono presto confermate.

 

  • Sei veloce lo ammetto, ma di certo non agile come me – osservò Hikaru,con fare di scherno

 

  • Non mi serve l'agilità per batterti, Micael. Ho il potere dalla mia parte e questo mi da un netto vantaggio su di te, e te lo dimostrerò – sbottò Lucifer, irritato.

 

Fece per colpirla, quando qualcuno la portò in salvo appena in tempo. Quando Hikaru lo vide, per un attimo

il suo cuore si fermò.

 

  • Hachiro, che ci fai qui? - chiese lei, stupita di vederlo

 

  • Ho sconfitto Capricorn e così sono venuto a darti una mano – rispose Pegasus

 

  • No, questa è la mia battaglia, va via finché sei in tempo – mormorò Hikaru,sconvolta

 

  • No, stavolta sono io a non volerti lasciare amore mio, quindi ti prego, lascia che ti aiuti – replicò Hachiro, gli occhi pieni di determinazione.

 

Bastarono quelle parole a farle capire che sarebbe stato inutile insistere, e quindi non le restò che accettare.

 

  • E va bene – accettò lei.

 

  • Ma guarda un po' chi si vede, Pegasus, ho sentito parlare di te – disse Lucifer, il sorriso malvagio sul suo viso diafano

 

  • Wow, non mi aspettavo di essere così popolare anche tra i traditori come te, angioletto dei miei stivali – lo sfidò lui, l'espressione spavalda.

 

  • Ma come osi sfidarmi piccolo insolente?!!!!!!!!! La pagherete entrambi per avermi sfidato!!!!!! Esplosione Infernale Suprema!!!!!!!!!!!! - gridò Lucifer, con foga, e scagliò il suo colpo letale.

 

Hachiro allora fece appena in tempo a scansare Hikaru dalla traiettoria dell'attacco, che poi lo colpì in pieno, scaraventandolo contro il muro.

 

  • Noooooooooooooo!!!!!!!!!!!! Pegasus!!!!!!!!!!!!!!!!!!! - urlò Hikaru, disperata.

 

Poi guardò Lucifer, piena di rabbia.

 

  • Maledetto!!!!!!!!!!! - gridò.

 

Lo attaccò con nuovo vigore, i suoi colpi erano pieni di disperazione, mischiata con l'odio.

 

  • Arrenditi, non puoi battermi – la derise Lucifer, ridendo

 

  • Mai!!!!!!!!!! - ringhiò lei, piena di furore.

 

Riuscì a mandare a segno dei colpi, ferendolo sul viso, alle braccia, al fianco e alle cosce. Bastò per farlo adirare.

 

  • Maledetta, pagherai con la vita!!!!!! Esplosione Infernale Suprema!!!!!!!!!!!!!!! - urlò.

 

Stavolta il colpo colpii lei in pieno, facendola sbattere con violenza sul soffitto tempio. Hikaru a quel contatto perse i sensi.

 

E' davvero finita” pensò, mentre si lasciava cadere a terra sul pavimento. Attorno era tutto buio.

 

Ho fallito”.

 

Fu il suo ultimo pensiero prima di sprofondare nell'ombra totale.

 

 

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Capitolo 21
*** Capitolo XXI-Il Trionfo della Luce e la sconfitta delle Tenebre ***


Capitolo 21: Il trionfo della Luce e la sconfitta delle Tenebre

 

Era stesa a terra, inerme, incosciente, non si muoveva. All'improvviso però ecco che accadde qualcosa di veramente inaspettato:

 

Uno sfondo di luce sfolgorante, fluttuava in quel bianco abbacinante, attorno a lei niente. In quel momento però sentii una voce nell'aria, una voce dolce e gentile.

  • No, non è finita, non ancora Hikaru – le disse la voce

    Chi sei? - chiese lei, stupita.

    All'improvviso una figura angelica le apparve davanti. Era bello come mille soli, carnagione chiara, occhi di ghiaccio e capelli di fuoco, il sorriso dolce sul viso. Sfoggiava in una bianca tunica con una cintura in vita e sulle sue spalle due splendide ali dorate.

    - Sono l'Arcangelo Micael, colui che ti ha scelta come suo nuovo corpo – rispose lui - Perché hai scelto me? - chiese Hikaru, sconvolta

    Per il tuo carattere forte e gentile e la tua grande determinazione, ma soprattutto per il tuo cuore nobile e puro, tutte qualità degne di te - rispose l'Arcangelo

  • Ora va e sconfiggi il nemico. Ora ti conferisco il potere della Sacra Armatura – riprese Micael.

    Poi scomparve, e la luce avvolse ogni cosa.

 

Hikaru riprese i sensi di colpo e si rialzò a fatica. Ne mentre lo faceva, un'alone di luce l'avvolse.

 

  • Cosa? Non è possibile – balbettò Lucifer, quasi spaventato

  • Ora vedrai il mio potere – disse Hikaru, con nuova determinazione.

 

In quel momento l'alone si fece più forte.

 

  • Io ti evoco o Sacra Armatura di Micael!!!!!!!!! Vieni a me o sacro potere!!!!! - esclamò.

 

Si sollevò da terra. Una luce sfolgorò dal suo petto, dal quale sfolgorarono scie lucenti che le fluivano attorno. Scie di fuoco l'avvolsero, ed ecco che apparve la Sacra Armatura di Micael, splendente come mille soli. Era dorata, con ghirigori infuocati. Poi ecco che sulla sua schiena sfolgorarono due magnifiche ali angeliche e in un'esplosione sfolgorante, ecco che apparve in tutto il suo potere.

I capelli, ora di fuoco, fluivano al vento.

Ridiscese a terra. Nella sua mano destra ecco apparire Fyren, la leggendaria Spada di Fuoco dell'Arcangelo Micael, in tutto il suo splendore, piena di tutto il suo potere.

La lama dorata si accese di fuoco.

Il suo cosmo ora ardeva di nuova energia e forza, potente come non mai.

Lucifer rimase spiazzato a quella vista.

 

  • S.....sei proprio tu......non può essere – balbettò, sconvolto.

 

Hikaru lo guardò con il suo sguardo glaciale.

 

  • Invece è tutto vero, Lucifer, e per te è giunto il momento di pagare per quello che hai fatto!!!!!!!!!!! - urlò Hikaru, irata.

 

La sua voce era unita a quella di Micael, erano un tutt'uno.

Due forze unite all'unisono per l'ultima battaglia. Il cosmo bruciava attorno a lei.

 

Lucifer si spaventò a quella visione e iniziò ad arretrare, sul suo pallido volto ora c'era solo paura e terrore. Sudava freddo.

 

  • Trema dinanzi alla Luce della Giustizia!!!!!!!!!!! Ardi o mio cosmo, fino al limite estremo!!!!!!!!!!! Esplosione Leggendaria Suprema!!!!!!!!!!!!!!!! - esclamarono in coro Micael e Hikaru, i loro poteri uniti.

 

Ma il colpo purtroppo non bastò ad annientare Lucifer, che nel frattempo era tornato in se.

 

Il suo sguardo, dapprima spaventato e confuso ora era diventato colmo di odio, i suoi occhi sangui nei sprizzavano pura malvagità, il suo viso ora era sfigurato da un ghigno malvagio.

 

  • Finalmente ti sei deciso a venire allo scoperto, Micael. Sei solo un codardo, nasconderti dentro il corpo di una mocciosa qualunque, mi fai pena – ringhiò Lucifer, in preda all'odio

 

  • Qui l'unico codardo sei tu, hai osato tradire il Regno Celeste solo per la tua ambizione di potere, ma soprattutto hai osato fare del male alle persone che amo, e per questo tuo gesto infame, pagherai con la vita, Lucifer!!!!!!!!!! - gridò Hikaru, con foga.

 

Poi entrambi si prepararono ad attaccare, spade in mano.

Un nuovo epico scontro era iniziato.

Stavolta però, Hikaru poteva sfruttare tutto il suo vero potere datole dalla Sacra Armatura. Era diventata molto più veloce e più agile di prima.

Parava, schivava e affondava con assoluta maestria.

 

Grazie all'armatura le mie capacità sono al massimo del loro potere, è fantastico” pensò, mentre attaccava.

 

Lei, animata dalla forza della giustizia e della speranza.

 

Lui animato solo dall'odio e dalla sete incontrollabile di potere, e doveva essere sconfitto.

 

Grazie ai poteri dell'armatura, Hikaru era diventata molto più forte, ma nonostante questo fosse un vantaggio, stava lentamente cominciando a risentirne. Ansimava e sudava freddo.

 

Resisti, io sarò al tuo fianco tutto il tempo necessario, non temere” la rassicurò la voce di Micael, nella sua mente.

Lei sorrise.

In un attimo si ritrovò piena di nuovo vigore.

 

  • A quanto pare non hai voglia di arrenderti è Micael? - replicò Lucifer, attaccando senza sosta

 

  • Ah, se pensi che mi arrenda così facilmente ti sbagli, ci vuole ben altro – ribatté Hikaru

 

  • Allora sarà un vero piacere vederti soffrire, così avrò la mia.......vendetta!!!!! Non sai da quanto aspetto questo momento, Micael!!!!!! - esultò Lucifer, un'espressione folle sul viso

 

  • La vendetta, ah, non serve a niente, solo a causare altro dolore, ma sei troppo stupido per riuscirlo a capire, Lucifer – sbottò Hikaru, schernendolo.

 

  • Dannata ragazzina, pagherai per questo affronto, Esplosione Infernale Suprema!!!!!!!!!!!!!!! - urlò Lucifer, con furore.

 

Il colpo andò a segno, ma grazie al potere di Micael, Hikaru non subii gravi danni, ma finii a terra, priva di sensi.

Stavolta però non vide l'immagine di Micael nel suo subconscio, ma quella di....

 

  • Hachiro – mormorò lei – Mia dolce Hikaru, che ci fai stesa a terra? Alzati e combatti – l'ammonì la voce di Hachiro, severo

  • E' troppo forte per me, nemmeno con i poteri di Micael riesco a batterlo – replicò Hikaru, seria

 

  • Questo non devi dirlo neanche amore mio, io so che ce la puoi fare, devi solo credere in te stessa, ricorda quello che ti ho insegnato – ribatté Pegasus, severo

 

  • Me lo ricordo – mormorò Hikaru, sospirando

 

  • E allora fallo, usa il potere che è dentro di te, espandi il tuo cosmo oltre il limite. Io credo in te amore mio ma ora sei tu che devi farlo verso te stessa – le spiegò Hachiro.

 

Lei lo guardò con nuova decisione.

 

  • Va bene, non ti deluderò – rispose Hikaru, sorridendo

 

  • Così mi piaci – le disse Hachiro, stringendola a se.

 

Si baciarono con amore

 

  • Va ora e sconfiggi il nemico – riprese Pegasus.

E dopo un ultimo bacio, scomparve.

 

Hikaru riprese i sensi di scatto.

 

  • Tu.....tu non sai niente dell'amore.....o dell'amicizia. Tu non puoi capire quello che provo. Sei....sei solo un traditore che ha......ha tradito solo per la sua.......stupida sete di potere e......per questo ti prometto che la pagherai molto cara.....Lucifer - .

     

    Mentre parlava iniziava a sfolgorare di un alone di luce.

 

  • Non sai niente della Giustizia e della Speranza. Sono......valori che non puoi comprendere. E se pensi che io sia sola.....ti sbagli.......I miei compagni sono al mio fianco.......e continuerò a combattere per.....regalare loro un futuro migliore in......cui vivere.......anche a costo della vita......e per io non.......non mi arrenderò........mai, hai capito?!!!!!!!!!!!!!! Mai!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! - riprese Hikaru, il cosmo che ardeva attorno a lei come lava bollente, bruciava come fuoco vivo.

 

E Lucifer ne fu sovrastato.

 

  • Ora preparati a pagare!!!!!!!!!!!!!! Ahhhhhhhh, ardi o mio cosmo, brucia oltre il limite estremo!!!!!!!!!!!!!!!! Punizione Divina Suprema!!!!!!!!!!!! - gridò nuovamente Hikaru, con tutto il fiato che aveva in corpo.

 

Dalle sue mani fluirono scie di luce e fuoco che si convergerono in un'unica enorme sfera di pura energia. Sferrò l'attacco che colpii Lucifer in pieno.

 

  • Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!- urlò lui, gemendo di dolore.

 

La forza del colpo fu devastante e bastò a frantumare la sua armatura in mille pezzi. Ne uscì completamente devastato, e quando l'attacco terminò, si ritrovò a terra, esanime, in fin di vita.

 

Hikaru lo sovrastò con la sua ombra, lo sguardo glaciale, e il suo cosmo bruciava più ardente di una supernova.

 

  • Co.......come hai fatto? Come.....hai......fa......fatto a trionfare? - mormorò Lucifer, la voce flebile, gli occhi sgranati

 

  • La Luce trionfa sempre sulle Tenebre, Lucifer. Dovresti saperlo ormai. Hai ricevuto la punizione che meriti, la punizione per i traditori come te. Speravo diversamente, credimi, speravo che ti redimessi, come hanno fatto gli altri, ma il tuo odio ti ha reso cieco, come la tua ambizione di potere. Ho trionfato, animata dalla Giustizia, dalla forza della Speranza, ma soprattutto dall'Amore per la mia patria e per coloro che amo – rispose Hikaru, con voce solenne.

 

  • Hai.....vinto.....Micael.....ora ecco.......tuo........fratello......come promesso – mormorò Lucifer, ansimante.

 

A pochi passi da loro, ecco che apparve Haru, a terra, ma vivo.

 

  • Questo......è il mio.....ultimo gesto........., addio – riprese Lucifer.

 

E con le lacrime agli occhi, sparì in uno scintillio di luce che si levò verso il cielo.

 

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Capitolo 22
*** Capitolo XXII-Sei tu il vero miracolo ***


 

Capitolo 22 : Sei tu il vero miracolo

Non appena fu scomparso, Hikaru corse verso il fratello. Era ferito un po' ovunque, ma stava bene. Lo strinse a se, tenendolo fra le braccia.

 

  • Haru, Haru – chiamò, la voce tremula.

 

  • Hikaru, oh sorella......mia, ce l'hai fatta – mormorò lui, stringendola a se delicatamente.

 

  • Non a crederci che tu sia vivo, nei......nei miei sogni ti vedevo......gridare il mio nome, urlare di dolore, eri......sul punto di morire – mormorò Hikaru, ormai in lacrime

 

  • Era tutto reale.....bastava un suo sguardo di fuoco e il dolore più totale mi dilaniava dentro......è stato troppo clemente – mormorò Haru, sospirando

 

  • Oh fratello mio, mi sei mancato, ogni giorno, ogni momento, ogni secondo, tu eri il mio primo pensiero, il mio amore fraterno per te mi ha dato la forza di andare avanti. E' stato terribile senza di te – replicò Hikaru, sconvolta.

 

Le sue braccia la strinsero con vigore.

 

  • Lo so, e ti chiedo scusa per averti.......fatto vivere momenti terribili, mi dispiace – rispose Haru, la voce tremula

 

  • No, non dire così, quello che conta è che ora sei vivo per puro miracolo – mormorò lei, sorridendo.

 

  • E' merito di......Athena, lei mi ha dato la forza per resistere, ma tu eri il pensiero a cui mi aggrappavo per non impazzire – le spiegò Haru, con affetto.

 

  • Mi fa piacere – disse Hikaru, felice.

 

In quell'attimo una sua lacrima cadde sul petto di Haru, che si illuminò di luce. Si sollevò da terra e scie sfolgoranti fluirono attorno a lui.

All'improvviso le ferite subite scomparvero e riprese di nuovo vigore. Poi sul suo corpo ecco che apparve la sua armatura del cigno, bella e splendente come non mai.

Quando la luce si attenuò, ridiscese a terra, in piedi.

 

A quella vista, Hikaru li saltò al collo.

 

  • Oh Haru, questo è.......un miracolo – esultò lei, felice.

 

Lui la strinse al suo petto.

 

  • Sei tu il vero miracolo sorella mia – mormorò lui.

 

Poco dopo, ecco che arrivarono i suoi amici. Grande gioia ci fu nel riabbracciarli.

 

  • Oh cari compagni, che gioia rivedervi!!!! - esclamò Hikaru, gli occhi pieni di lacrime di felicità.

 

  • Lo stesso vale per noi Hiky, è un sollievo vederti viva – disse Kaede, abbracciandola.

 

  • Hai sconfitto Lucifer e salvato Haru, alla fine ce l'hai fatta – esultò Mikan.

 

  • Come state? - chiese Hikaru, poco dopo

 

  • Siamo vivi per miracolo, ci sono andati giù pesante, ma alla fine ce l'abbiamo fatta – rispose Ichigo, sorridendo.

 

  • Dov'è Hachiro? - chiese Sayuri, perplessa.

 

Bastò quella domanda a riscuoterla. La sua espressione serena mutò di colpo e divenne piena di terrore.

Si guardò attorno, nel panico più totale.

Non appena lo vide steso a terra, corse precipitosamente verso di lui. Quando lo raggiunse, crollò in ginocchio e lo prese tra le braccia.

 

  • Hachiro, oh amore mio, ti prego, rispondimi, ti supplico – lo chiamò Hikaru, con voce supplichevole, le lacrime calde e brucianti di disperazione le rigavano le guance.

 

Lui a fatica aprii gli occhi.

 

  • Hika......Hikaru – mormorò Hachiro, la voce flebile

 

  • Oh amore mio, sei vivo, grazie a Dio – rispose lei

 

  • Ce l'hai fatta......hai......trionfato – rispose lui

 

  • Shhhhh, non parlare, non sforzarti – replicò Hikaru, accarezzandole il viso con affetto.

 

Lui sorrise, ricambiando il gesto.

 

  • Oh mio.....dolce angelo.....sono fiero di te – mormorò.

 

Lei sorrise.

 

  • Ti amo, ti amo con tutto il mio cuore – rispose Hikaru, con amore

 

  • Anch'io ti amo.......amore mio e.....ti amerò per........sempre – disse lui.

 

Si baciarono con tutto il loro amore possibile.

 

Poi lui iniziò a gemere di dolore.

 

  • Non......non mi resta molto tempo........il mio tempo sta per finire a breve – mormorò Hachiro, ansimante

 

  • Non dirlo neanche per scherzo, tu non morirai, è una promessa, farò tutto il possibile per salvarti, anche a costo della mia stessa vita. Io non ti lascerò morire – ribatté Hikaru, con foga.

 

Micael, se puoi, aiutami a salvarlo” pensò tra se, in preda alla disperazione

 

Lo farò insieme a te” rispose l'Arcangelo, nella sua mente.

 

Ed ecco che all'improvviso, il suo cosmo iniziò a crescere a dismisura, avvolgendoli entrambi in un'aurea di fuoco.

 

  • Io non ti lascerò........morire!!!!!!!!!! - gridò Hikaru, premendo le sue mani sul suo petto.

 

In quell'attimo una luce sfolgorò a quel tocco e così tutto il corpo di Hachiro irradiò di quel bagliore sfolgorante. Si sollevò da terra, avvolto da un alone azzurro. Scie lucenti sfolgorarono attorno a lui. Il suo corpo splendeva di nuova energia.

Poi, come era successo con Haru, su di lui riapparve la sua armatura di Pegasus, piena di nuova forza e splendente come mille soli.

Ci fu un'esplosione azzurra, poi più niente. Ridiscese a terra tra le braccia di Hikaru, gli occhi chiusi.

 

Lei allora li toccò il viso, incredula, e con sommo sollievo vide quegli occhi color del sole riaprirsi e fissarla con amore.

 

  • Amore mio – mormorò Hachiro, sorridendo.

 

Lei li si gettò al collo.

 

  • Non pensavo di riuscirci – mormorò lei

 

  • E' stato merito del tuo amore, quella forza ha permesso il miracolo, tu lo hai salvato, poiché l'amore che vi lega è più potente di ogni altra cosa – disse Micael, apparendo al loro fianco. Era ancora più bello di prima.

 

Lo guardarono, pieni di gratitudine.

 

  • Grazie, ti saremo per sempre debitori - lo ringraziò Hachiro, rialzandosi.

 

Micael sorrise.

  • Non devi ringraziare me, ma Hikaru, la forza del suo amore ti ha salvato – li spiegò l'Arcangelo

 

  • Si, l'ho fatto, ma con il tuo contributo – replicò Lei, alzandosi a sua volta

 

  • Si, è vero, ma il resto l'hai fatto da sola – le disse Micael, dandole una carezza affettuosa sulla testa.

 

Hikaru sorrise.

 

  • Ora devo andare, ma sappi che non sarà in modo definitivo, ora sei tu che porti il mio spirito, dolce Hikaru, ma quando avrai bisogno di me , io ci sarò. Ricordati il motivo per cui ti ho scelta – riprese Micael, poco dopo.

 

  • Lo farò – rispose Hikaru

 

  • So che lo farai, e so che tu sarai la mia degna erede e custode. Addio, e sappi che.....sono fiero di te – continuò Micael. E detto questo, scomparve in un bagliore di luce.

 

Poi ci fu un abbraccio di gruppo trionfale.

 

  • Siiiiiiiii, ce l'abbiamo fatta!!!!!!!!!!! - esultarono in coro.

 

Ma avevano parlato troppo presto.

Infatti il Tempio iniziò a tremare pericolosamente.

 

  • Oh no, questa non ci voleva – mormorò Sayuri, sconvolta

 

  • Non perdete la speranza, Athena è con noi – replicò Hikaru, seria.

 

Ed ecco infatti che in quell'attimo il cosmo della loro dea li avvolse e li pervase con la sua dolcezza.

 

  • Non vi abbandonerò miei Cavalieri – disse la sua voce nell'aria.

     

    E poi in uno scintillio, scomparvero, per riapparire fuori dal Tempio, sani e salvi. Con loro c'erano anche i cinque Cavalieri d'Oro traditori. Ma sul loro viso ora c'erano una grande pace e una grande armonia. Sorridevano, pacificati.

 

- Grazie per averci dato una seconda possibilità, non lo dimenticheremo mai – disse Capricorn

 

  • E' stato un'onore farlo, dopotutto anche se servivate Lucifer, nel vostro animo eravate sempre nobili Cavalieri di Athena, l'oscurità vi aveva corrotto – replicò Hachiro

 

  • Infatti, e voi ci avete riportato alla luce e vi saremo per sempre debitori per questo gesto – rispose Scorpio.

 

  • Forza, ora torniamo da Athena, che ci aspetta con ansia. Abbiamo una vittoria da festeggiare – disse Ichigo.

 

E così fecero.

Il viaggio di ritorno fu meno tortuoso di quello dell'andata.

Arrivarono al Grande Tempio dopo sei giorni di cammino, provati, e stanchi per la battaglia appena conclusa.

Athena fu felice di rivederli sani e salvi, soprattutto i quattro Cavalieri d'Oro che erano tornati al suo servizio. Era assai molto sollevata che erano tornati da lei.

Li affidò poi alle abili cure di Aries, che si occupò delle loro ferite.

Il loro ritorno aveva riportato una nuova speranza.

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Capitolo 23
*** Capitolo XXIII-L'Inizio di una nuova era ***


 

Capitolo 23: L'Inizio di una nuova Era

Erano tornati da tre settimane dalla battaglia finale contro Lucifer. Le cure di Aries facevano davvero miracoli.

Hikaru e i suoi compagni si stavano riprendendo in modo assai sorprendente e le loro ferite si rimarginavano a vista d'occhio. Nessuno aveva subito danni seri e questo fu un vero sollievo.

 

Passarono altre tre settimane e ben presto tutti si ripresero magnificamente. Solo qualche ferita lieve era rimasta sui loro corpi.

Athena aveva poi deciso di rimettere al suo servizio i cinque Cavalieri che avevano tradito la loro fedeltà verso di lei.

 

Anche Athena in cuor suo sapeva che non meritavano la morte, ma una seconda occasione.

 

Così due giorni dopo la loro ripresa, ci fu la cerimonia di investitura. Tutti erano molto eccitati.

La dea era affiancata da Hikaru e da i suoi compagni.

 

  • Oggi siamo qui non solo per celebrare una nuova era di pace, ma soprattutto per la investitura di questi cinque nobili Cavalieri, prima traditori ma poi liberati dall'oscurità per mano di Hikaru e dei suoi compagni. E' grazie a loro che ora possono ricevere una nuova occasione – esordii Athena.

 

Ci fu un applauso generale. Poi di nuovo silenzio.

 

  • Volete voi, Capricorn, Scorpio, Cancer, Pisces e Gemini, giurare la vostra fedeltà alla giustizia e alla vostra dea? - riprese poco dopo

 

  • Si, lo giuriamo o Athena – risposero in coro

 

  • Molto bene, da questo momento in poi io vi dichiaro nuovamente miei Cavalieri – riprese nuovamente la dea.

 

E i quell'attimo ecco che le armature d'oro sfolgorarono sui loro legittimi custodi.

 

Quella sera si celebrò una grande festa per festeggiare la vittoria sulle tenebre, che durò due giorni e due notti.

All'alba del quinto giorno dopo la festa, Hikaru e Hachiro erano sulla terrazza e guardavano sereni il sole che sorgeva.

 

  • Questa è l'alba di un nuovo giorno – esordii lei

 

  • No – iniziò Pegasus, e la guardò intensamente negli occhi

 

  • E' l'alba di una nuova era – riprese poco dopo.

 

Hikaru sorrise e li gettò le braccia al collo.

 

  • Oh amore mio – mormorò.

 

Si baciarono in un bacio intenso, pieno di tutto il loro amore, era un bacio di trionfo, poiché dal loro amore era nata una nuova era di pace e armonia. Il Bene aveva trionfato e l'oscurità era stata una volta per tutte.

L'amore e l'amicizia avevano potuto permettere tutto questo. Poco dopo vennero raggiunti dagli altri.

 

  • La pace è ristabilita finalmente – esordii Sayuri

 

  • Si, abbiamo vinto le tenebre – disse Kaede.

 

Altri amori erano sbocciati al loro ritorno dalla battaglia: Sayuri con Kaede e Mikan con Ichigo.

 

- Ce l'abbiamo fatta – disse Haru, che era appena arrivato.

 

Poi volsero i loro sguardi sereni verso l'alba.

L'alba di una nuova era era iniziata.

 

Ora erano diventati degli eroi, ma questo poco importava. Per loro contava soltanto il loro legame di amicizia. Erano diventati una famiglia ormai e quella era la cosa più importante.

Avevano dimostrato a loro stessi e al mondo intero che l'unione fa la forza.

 

Il sole ora splendeva nel cielo azzurro e con i suoi raggi illuminava ogni cosa.

Un nuovo giorno si presentava davanti a loro, il giorno di un'era nuova dove finalmente poteva regnare la pace tanto bramata e aspettata. Ora poteva avere il suo corso, animata dalla speranza.

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