Agente speciale Castle: Missione Natale

di angelad
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***




AGENTE SPECIALE CASTLE: "MISSIONE NATALE"
 

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Dicembre era ormai giunto nella vecchia New York, insieme all'inverno e alla proverbiale neve che aveva dipinto con la sua pennellata magica ogni dettaglio creando un'atmosfera davvero speciale.
Nonostante creasse diversi problemi logistici alla maggior parte dei cittadini, alcuni irriducibili amanti di quella coltre bianca  non potevano essere più felici.
Uno di questi era sicuramente Castle.
Guardava con occhi estasiati i piccoli fiocchi scendere leggiadri dal cielo per attaccarsi qua e là sul grigiume urbano.
Nel suo cuore stava nascendo una calma e una gioia inspiegabile, un senso di pace impetuoso che attirava come una calamita.
Bevve ancora un sorso di caffè bollente che si era preparato, mentre aspettava che le donne della sua vita si svegliassero.
Non era riuscito a riposare molto quella notte, un incubo che aveva dimenticato, lo aveva scosso a tal punto da interrompere definitivamente i suoi sogni. Così aveva abbandonato la camera da letto per non svegliare Kate e si era accomodato al piano inferiore, appoggiando le sue stanche membra sul divano.
Non si sarebbe aspettato quella bella sorpresa di buon mattino, ma non poteva dire di esserne dispiaciuto.
Aveva terminato la stesura del suo nuovo libro la settimana scorsa, aveva mandato la bozza a Gina e ben presto avrebbe saputo quando il libro sarebbe stato pubblicato. Aveva calcolato alla perfezione i tempi: si stava per avvicinare la metà di dicembre, periodo perfetto per l'inizio del Natale in casa Castle.
Da quel momento in avanti, lui e la piccola Joy avrebbero tappezzato ogni angolo della casa di luci, festoni e decorazioni.
Il presepe sarebbe stato sistemato nella nicchia sotto la libreria, con i pastorelli che avrebbero vagato come sempre per la sala.
Papino scusa ma se stanno semprre ferrmi davanti alla capanna, poi gli vengono le formiche nelle gambette.
Rideva ancora se pensava alla faccetta buffa della sua bimba, mentre gli spiegava la sua teoria.. del resto non faceva una piega..
Infine avrebbero invaso la sala con l'enorme albero di Natale che piaceva tanto alla sua cucciola e dove avrebbe sistemato i regali portati da parenti ed amici, mentre per quelli riguardanti Babbo Natale tutti gli anni cambiavano posto..
Quel vecchietto aveva davvero un senso dell'umorismo non da poco.
Sorrise  da solo al solo pensiero. La caccia al tesoro era davvero una bella trovata.
Sì, si sarebbero divertiti anche quell'anno, ne era sicuro.
"Come mai già sveglio tesoro? Non ti senti bene?".
La voce sicura di sua moglie gli arrivò alle orecchie come una melodia soave. Si voltò con un gran sorriso: "Tutto bene tesoro, mi sono solo svegliato un po' prima e non volevo darti fastidio. Vieni qui...".
La donna lo raggiunse e lui la strinse nelle sue braccia: "Buongiorno".
Kate gli donò un dolce bacio: "Come mai stamattina sei così dolce? Qualcosa ti ha reso particolarmente felice?".
Rick sorrise come un bambino e scostò la tendina: "Sì, guarda! Nevica".
"Noooooo! Non è possibile! Ma proprio oggi?".
A differenza di suo marito Kate Beckett odiava la neve.
"Tesoro, è bellissimo dai. Non dire così!"
Kate raggiunse la cucina con fare nervoso: "Questo lo dici tu Castle, non ricordi che quando scende un poco di neve gli psicopatici sono ancora più attivi. Gli omicidi aumentano.. ho bisogno di caffeina! Tantissima caffeina...".
L'uomo pensò che la donna stesse esagerando come al solito, sapeva essere melodrammatica a volte.
"Tesoro la porti tu Joy all'asilo prima d'andare al distretto o preferisci che ci pensi io?".
In quel momento, il cellulare di Beckett si mise a squillare.
La donna rispose prontamente.
Il suo viso assunse un'espressione stanca ed alzò gli occhi al cielo.
Doveva esserci stato un omicidio, oppure la Gates era di cattivo umore.
Quando riattaccò la telefonata, la donna lo guardò negli occhi: "Come volevasi dimostrare.. hanno ucciso l'ennesimo Babbo Natale e la mia giornata si prospetta decisamente impegnativa ed infinita.. Mi vesto e vado.. prenderò il caffè sulla scena del crimine. Se non ti dispiace ti dovrai occupare tu della piccola. Lasciala dormire ancora un po', poi svegliala e preparala.. poi mi raggiungi?".
Castle scosse la testa: "Perdonami, ma oggi passo. Dopo aver accompagnato Joy a scuola ho intenzione di andare in solaio e di incominciare a portare in casa un po' di scatoloni. Almeno oggi pomeriggio potremo incominciare ad infestare casa con le palline di Natale. Quando rientrerai a casa stenterai a riconoscerla...".
Kate annuì: "Non ne dubito...".
Castle la abbracciò di slancio: "Avanti, fai sempre finta di essere scocciata, ma poi ti piace anche a te. Sei entrata alla grande nelle tradizioni della famiglia Castle".
La donna rise: "Ormai non ti posso più nascondere niente! Sono solo curiosa di vedere cosa t'inventerai quest'anno. Sei sempre molto creativo e voglio che mi stupiate"..
"Quindi questa è una sfida detective..".
"Non vorrai mica tirarti indietro?" disse appoggiando le sue labbra a quelle dell'uomo che sussurrò un deciso "mai" prima di iniziare a baciarla con passione.
"Io non riesco proprio a capirre perchè voi due dovete sbaciucchiarvi seempre.. vi ho chiamato tanto, ma non mi avete sentito".
La vocina calda di Joy arrivò decisa dall'imbocco della scala che portava al piano superiore.
La piccola si era seduta su uno scalino e li guardava divertita, nonostante il suo dolce rimprovero.
Castle abbandonò sua moglie e corse su per le scale per prendere in braccio la sua piccola: "Principessina del mio cuore, lo sai che tu non hai rivalo, ma la mamma è la mia regina e le regine hanno bisogno di tantissime coccole, specialmente prima di uscire ad affrontare una dura giornata lavoro".
Joy annuì sorridendo: "Lo so papino re, non stavo facendo la gelosa... Mammina devi già uscire?"
Kate li raggiunse e accarezzò il viso di sua figlia: "Mi dispiace piccola, mi hanno chiamato dal distretto e devo proprio andare. Ci penserà papà a prendersi cura di te. Sai, mi ha appena detto che se farai la brava e andrai all'asilo senza fare nessuno capriccio, quando tornerai a casa nel pomeriggio potrete preparare l'albero!".
La piccola si mise a saltellare ed a correre per la casa urlando dalla gioia: "Evviva!!!!! Finalmente!! Non vedevo l'ora.... ah, quando amo il Natale!". I suoi occhietti sprizzavano felicità ed entusiasmo.
"Ma facciamo anche il presepe papino?".
"Naturalmente cucciolotta. Ti preparo il latte?" disse sparendo dietro al balcone della cucina.
La piccola lo rincorse: "Papino, ma sulla punta dell'albero ci mettiamo sempre la stella lucente che mi ha regalato nonno Jim, oppure preferisci il puntale argentato che ha comprato mammina l'anno scorso, ma che a me e a te non piace granchè?".
Castle le rispose pacatamente: "Vedremo Joy, lo decideremo oggi pomeriggio ok? Adesso mi potresti dire cosa vuoi per colazione?".
"Quest'anno però non vorrei usare proprio tutte le palline rosse, metterei anche quelle blu belle belle e quelle di vetro.. io voglio quella con il presepe dentro.. si deve vedere proprio bene. È la mia!".
Il suo sorriso a trentasei denti avrebbe conquistato chiunque.
Kate se la ghignava divertita, mentre si sistemava le scarpe e toglieva la giacca lunga pesante da dentro alla cabina armadio.
Rick non se la sarebbe cavata a buon mercato tanto facilmente. Joy era esattamente come lui, quando partiva a martelletto non la smetteva tanto facilmente.
"Papino, ma le farfalle le appendiamo sull'albero oppure alle tendine delle finestre? Sono indecisa... mi piacciono entrambi i posti".
"Credo che il latte andrà bene. Ti metto il cioccolato dentro?" chiese tentando nuovamente di cambiare discorso, ma sembrava parlare al vento.
"Ok, ho deciso.. alle finestre. Babbo Natale sarà felicissimissimo, lui adora le farfalle".
"Amori miei, io vado! Ci vediamo più tardi d'accordo? Buona giornata ad entrambi" disse la giovane detective avvicinandosi alla porta.
Joy fece cucù da dietro il balcone e salutò con la manina: "Ciao Mammina! Ti voglio bene a stasera".
"Ciao tesoro, buon lavoro".
Quando Kate fu uscita dall'appartamento, per dieci secondi che parvero un'eternità, un silenzio quasi inumano si impadronì della casa.
Castle sperò che sua figlia avesse esaurito gli argomenti "natalizi" e che finalmente avrebbero potuto mangiare tranquilli, ma si sbagliava..
Si sbagliava di grosso...
"Stavo pensando... ma il presepe lo vuoi fare sempre al solito posto? E se lo facessimo in sala?".
Sconsolato appoggiò i gomiti sul marmo e guardò sua figlia, che nel frattempo si era arrampicata sulla sedia, negli occhi: "Continuerai tutta la mattina così vero?".
Joy sorrise: "Certo papino, dobbiamo curare tutti i dettagli se vogliamo fare un buon lavoro.. Ma il latte è pronto o no? Papino sei proprio lento però".
Castle alzò gli occhi al cielo.
Quella sarebbe stata una lunga, lunghissima giornata.
 
Il viaggio verso l'asilo si rivelò un'Odissea senza fine, almeno per le sue orecchie. La piccola Joy non tacque nemmeno un secondo, la sua linguetta dolce si mosse senza freno enunciando teorie e un piano di battaglia preciso e calzante come pochi ne aveva sentiti in tutta la sua vita.
Aveva l'intelligenza acuta e precisa di sua madre, ma aveva anche la fervida parlantina di suo padre. Doveva concordare con la prima Kate, quella che non era ancora caduta nelle sue braccia, poteva essere davvero irritante.
Solo adesso se ne rendeva davvero conto.
Rise perso nei suoi pensieri e ciò attirò l'attenzione della piccola: "Perchè ridi papino?".
Castle aveva appena parcheggiato e si voltò verso la figlia: "Niente di importante. Allora andiamo?".
Joy annuì felice: "Però tu mi devi promettere che porterai in casa tutti gli scatoloni con le palline prima del mio ritorno. Così non perderemo nemmeno un minuto oggi pomeriggio. Giurin giuretta?" disse allungando il dito verso il padre.
Castle strinse il suo dito con quello della bambina e sicuro rispose: "Giurin Giuretta".
La bambina sorrise felice: "Papino, mi porti giù anche il mega pupazzo di Babbo Natale morbidoso? So che mammina non è felicissimissima, ma a me piace tantissimissimo... mi siedo sempre su di lui quando guardo i cartoni di Natale. Deve esserci".
"Vedrò che si può fare, ma credo che un buchetto per lui potremmo trovarlo.. non sarà così difficile!".
La piccola lo abbracciò di slancio: "Grazie super papino".
Castle si liquefava ogni volta che la sua cucciolotta faceva così. Era la dolcezza in persona.
"Adesso però andiamo o arriveremo in ritardo e non vorrei mai fare arrabbiare la tua maestra. Mi guarda ancora male dal giorno in cui ti sono venuto a prendere e mi sono dimenticato di avvertirla che venivi con me".
Joy alzò le spallucce: "Ci credo papino, mi hai rapito. Si era spaventata".
"Non ti ho "rapito".. ho omesso un dettaglio...".
"Io se fossi in te papino non direi bugie in questo periodo. Non vorrai mica finire nella lista dei monelli. Babbo Natale vede tutto!".
Castle cercò di replicare: "ma io non dico bugie...."
La piccola lo fermò cantando: "Controlla la lista, sii molto obbiettivo, così saprai chi è buono o cattivo...".
Rick sbuffò: "Ok, ok ho capito... ma poi dovrei essere io a metterti paura, non tu.. non ci sono più i bambini di una volta".
Joy rise: "Papino, ma io sono sicuramente sulla lista dei buoni, io sono bravissimissima! Non è così?".
"Effettivamente..."
"Vedi? Lo dici anche tu...".
Castle non potè fare a meno di sorridere e accarezzò la testolina castana della bimba.
Erano ormai arrivati davanti alla porta dell'asilo.
Rick si chinò e  le diede un bacino sulla guancia: "Buona giornata piccola, ci vediamo dopo".
Joy salì le scale e arrivata vicino alla bidella, si voltò per salutare con la manina: "Ciao papino! A dopo.. ricordati tutto quello che ti ho detto!" e sparì all'interno dell'edificio.
 

 
 
 
Angolo mio!
Salve, vi ricordate ancora di me?
Sono tornata!
Diciamo che questa storia mi è stata "commissionata", quindi è il mio regalo di Natale per un'amica speciale...
Quindi oggi per forza dovevo pubblicare questo capitolo anche se è corto ;)
Il tempo mi è tiranno in questi giorni e quindi.. portate pazienza!
Tanto per farvi ridere vi dico solo che "la committente" della storia si è fatta il banner da sola o io non ce l'avrei mai potuta fare!
Quindi grazie Rebby bella!
Buon Natale a tutte! Passatelo in maniera serena
Bacino

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Attenzione pericolo!!! Chiunque abbia dei bambini in età scolare e siano in grado di leggere o solo "di spiare" la lettura è pregato di leggere il capitolo da solo! Non per contenuti sconci o pericolosi (il rating resta verde), ma perchè non voglio essere responsabile di guai!
Quindi adesso vi auguro buona lettura!





 
AGENTE SPECIALE CASTLE: "MISSIONE NATALE"

 

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Lo scrittore, da buon papà, ritornò subito a casa e si mise al lavoro.
Scopò in terra dove avrebbe posato gli scatoloni, incominciò a sistemare il tavolo della sala per poter fare posto all'immenso albero che avrebbe costruito di lì a poco. Joy lo avrebbe solo addobbato, non di certo costruito. Ci voleva un po' di tempo e preferiva farlo al silenzio, si sarebbe concentrato sicuramente di più.
Si avvicinò allo stereo e mise un cd di canzoni natalizie, doveva creare una certa atmosfera.
Continuò nelle sue pulizie ballando al ritmo della musica e in men che non si dica la casa era pronta.
Lui era pronto.
Mancava solo la sua piccolina e "l'operazione "Natale" sarebbe incominciata.
Decise che si meritava un caffè bollente con due biscottini al cioccolato dopo quell'estenuante lavoro.
Si preparò il tutto e si sedette sulla sua sedia del balcone della cucina e, mentre si accingeva ad intingere il primo biscotto nella bevanda calda, il suo cellulare squillò.
"Kate, tesoro! Tutto bene? Hai già preso l'assassino? Ah era solo un folletto che si sentiva derubato. Ci credo, con la tua intelligenza nessuno può sfuggirti. Va bene, d'accordo. Vai pure a prendere tu Joy all'asilo. Vi aspetterò qui... a dopo.. ti amo".
Si stiracchio, bevve in pace il suo adorato caffè e poi, sapendo che le sue donne ci avrebbero messo ancora qualche minuto a ritornare a casa, decise di concedersi un po' di meritato riposo appoggiando le sue stanche membra sul divano.
Prese il telecomando e scanalò l'intera lista dei canali senza trovare nulla che lo entusiasmasse troppo, così decise di lasciare su un vecchio film di Natale.
Creava l'atmosfera.
Così si disse..
A quanto pare, oltre che a creare l'atmosfera, conciliava il sonno, poichè il nostro eroe crollò ben presto nel mondo dei sogni schiacciando la sua bella faccia contro il cuscino a forma di cuore regalatogli qualche mese prima da Kate.
Non si rese conto del tempo che passava, finchè non sentì chiudere con un sonoro tonfo la porta di casa e sua moglie parlare a voce alta.
Non capì bene in principio cosa stesse blaterando, era ancora troppo addormentato, ma si drizzò a sedere in un baleno e  la cercò con lo sguardo.
La trovò in salotto con la bambina in braccio.
Si stava sbracciando: "Vuoi venire ad aiutarmi? Tra le borse della spesa e Joy sono sfinita..".
Castle corse verso di loro: "Eccomi! Joy, tesoro vieni dal tuo super papà! Dobbiamo metterci al lavoro..."
Kate cercò di interrompere il discorso: "Rick, ascolta...".
Joy si girò di scatto verso di lui.
Rick rimase a bocca aperta: la piccola aveva gli occhietti cerchiati di nero ed arrossati dalle lacrime e uno sguardo furente.
Decisamente alla Beckett..
Doveva aver davvero pianto molto...
Cosa poteva essere successo alla sua cucciolina?
"No, non voglio fare niente!" e tornò a buttare la testa contro la spalla della madre, tornando nuovamente a singhiozzare vistosamente.
Castle cercò la complicità di sua moglie con lo sguardo, ma anche Kate scosse la testa: "Non sono riuscita a farmi dire che è successo. Piange e basta...".
Joy si strinse ancor più forte contro sua madre.
Appariva davvero ferita.
Rick aiutò sua moglie a togliersi il cappotto e cercò di incrociare lo sguardo di sua figlia, ma senza successo.
Gli occhietti azzurri di Joy cambiavano direzione non appena intercettavano la sua presenza.
"Fammi sedere, ho le braccia rotte" disse Kate e tutta la famigliola raggiunse il divano. La donna accarezzò dolcemente la testa e la schiena di sua figlia nel tentativo di calmarla. La piccola smise di piangere, ma restò appoggiata al seno di sua madre.
Mentre la donna le dava baci sulla testa provò ad intavolare un discorso: "Oggi è stata una brutta giornata vero piccola? Ti va di raccontarmela?".
La piccola scosse vigorosamente la testa.
"ok, ok... stiamo qui a coccolarci in assoluto silenzio".
Castle era preoccupato, non aveva mai visto Joy così..
"Magari potresti raccontarlo a me, mentre sistemiamo i pastorelli del presepe.. che ne dici piccola?".
Joy si staccò solo un attimo dalla madre e con occhi di fuoco silurò il suo vecchio: "Assolutamente no!".
Anche la giovane detective restò ammutolita davanti a questa scena. Joy non si era mai rivolta a Castle in quel modo.
L'uomo non si perse d'animo e continuò: "Cucciola che ti prende? Ti hanno fatto arrabbiare all'asilo?".
La piccola si limitò a fissarlo incattivita senza emettere suono.
"Sei arrabbiata con me?".
Lo sguardo della piccolina cambiò di nuovo e le lacrime tornarono di nuovo a bagnarle i suoi occhietti, anche se lei cercò di ricacciarle indietro.
"Sì...".
 "Perchè mai?" chiese lo scrittore decisamente stupito.
Joy tirò su col naso e balbettò: "mi hhaii ddetto unna bugiiaaa".
"Tesoro mio, io non ti dico mai bugie, lo sai. Non mi piacciono, bisogna essere sinceri con le persone che si amano. E io ti adoro Joy, non mi permetterei mai di prenderti in giro..".
"Non è vero, non è vero! Mi hai detto una bugia, grossa, grossa, grossissimissima! Da te non me lo aspettavo proprio! Non dal mio super papà...".
Le lacrime avevano di nuovo preso il sopravvento.
Rick era rimasto davvero senza parole, allora fu Kate a cercare di mitigare il tono della figlia: "Joy, ascolta, non può essere così grave. Probabilmente tu e papà non vi siete capiti e hai frainteso. Papà ci fa arrabbiare a volte, ma, in questo caso, devo concordare con lui. Non dice bugie. È sempre sincero con noi".
La piccola allora si staccò anche da lei e mi mise in piedi davanti a loro: "No, no, no e no! Lo ha fatto!! Perchè non mi credi?".
Kate cercò di prenderla di nuovo in braccio, ma la piccola si divincolò.
"Allora dicci quale sarebbe questa bugia e papà ti chiederà scusa e si farà perdonare, vero tesoro?".
Castle afferrò al volo il tentativo della moglie e la assecondò: "Certo, qualunque cosa tu voglia, la farò!".
Joy rimase in silenzio per un attimo poi sussurrò: "Triscia mi ha detto che Babbo Natale non esiste.... che è solo una favola....".
Per un attimo i cuori dei coniugi Castle smisero di battere nel medesimo istante e un gelo glaciale attraversò tutta la loro schiena.
"Sono arrabbiata con papino perchè lui mi ha sempre detto che Babbo c'era, che lui esisteva e che mi voleva bene. Se stavo buona, lui mi portava tantissimissi regali.... e io ci ho creduto...".
Kate fu la prima a reagire: "Joy, ascolta. Triscia ti ha fatto uno scherzo! Un bruttissimo scherzo.. Babbo Natale esiste davvero. Vive al Polo Nord e con i folletti si stanno preparando per rendere speciale il Natale a tutti i bambini come ogni anno.. Quella bambina è invidiosa perchè tu sei sempre così felice quando parli di Babbo...".
Joy si mise a gridare: "Non ci credi nemmeno tu! Lo so!!!! Io dovevo riuscire a convincerti e c'ero quasi riuscita... ma adesso...".
Rimase un attimo in silenzio , poi, ancora più arrabbiata e decisa continuò: "poi non lo ha detto solo Triscia, lo ha confermato la maestra...".
In quel momento Castle avrebbe volentieri compiuto una strage...
Non si potevano distruggere i sogni di una bambina in quel modo..
"Joy... ".
Cercò di parlare, ma non appena la bambina udì la sua voce si mise a gridare coprendosi le orecchie con le manine: "Non ti voglio parrllare! Mi hai mentito! non voglio fare l'albero, non voglio fare più niente!!!!" e scappò a nascondersi in camera sua.
Castle e Kate si guardarono negli occhi e non poterono fare altro che sospirare.
 
Quella sera fu davvero terribile.
Joy non volle praticamente mangiare, continuò a piangere per ore e nulla riusciva a darle conforto.
Castle cercò di avvicinarla molte volte, ma venne puntualmente rifiutato. Era davvero molto arrabbiata con lui.
Peggio, si sentiva tradita. In maniera totale..
Da una parte non poteva darle torto, loro due erano sempre stati la "coppia del Natale perfetta" e se la certezza di Babbo Natale crollava, il capro espiatorio era necessariamente lui.
Avrebbe voluto prenderla nelle braccia e coccolarla, ma decise che in questo caso avrebbe fatto un passo indietro e avrebbe lasciato campo libero a sua moglie.
Joy sembrava essere meno in collera con lei.
Kate sarebbe riuscita a darle un po' d'amore in quella sera così infelice per lei. Le lasciò sole al piano di sopra e andò a sedersi sul divano.
Mi mise le mani nella testa e iniziò a riflettere.
Cosa cavolo poteva fare per far ritornare tutto a quella mattina?
Lui lo aveva sempre detto che mandare i bambini all'asilo sotto Natale era una cattiva idea..
Se Joy fosse stata a casa con lui quella mattina, niente di tutto questo sarebbe successo e in quel momento la loro casa starebbe traboccando di lucine e ghirlande sbrilluccicose.
Non poteva finire così.
Sua figlia era troppo piccola per perdere la magia del Natale...
E lui era il suo super papà e avrebbe trovato una soluzione a questa situazione catastrofica.
Si scervellò per un bel po', poi l'illuminazione lo colse fulminandolo.
Sapeva cosa fare!
E non sarebbe stato così complicato mettere in pratica il suo piano.
Ma avrebbe dovuto avere della collaborazione da parti di tutti.
Un paio di telefonate e tutto sarebbe andato per il verso giusto.
Il piano era perfetto e nessuno lo avrebbe fermato.
New York era avvertita!
L'agente speciale papino Castle stava per entrare in azione!


Angolo mio
Ecco a voi il secondo capitolo!!
Scusate il piccolo prologo iniziale, ma ho appena scanciato una "bomba" mica da ridere, dovevo essere tranquilla di non combinare guai... mica mi chiamo Triscia!
Vi auguro davvero di passare un buon Capodanno e di avere un sereno 2015.
E un grazie anticipato a chi vorrà leggere e lasciarmi due parole..
A presto

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Agente Speciale Castle: "Missione Natale"



 

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"Non posso credere che tu sia arrivato a questo punto, figliolo. È mezzanotte passata, non potevamo aspettare domani per svolgere questa riunione di famiglia? Stavo giusto per coricarmi sorseggiando il mio ultimo Martini... ma hai parlato di un emergenza... si può sapere quale sia di grazia?".
Martha Rogers illustrò il suo disappunto abbattendosi contro lo schienale imbottito della sedia.
"Sono una donna di una certa età, le sorprese inaspettate mi sconvolgono a quest'ora della giornata".
"Papà, nonna ha ragione. Sembra che si tratti di una questione di vita o di morte. Per fortuna avevo rifiutato l'invito per quella famosa festa dalla mia nuova compagna universitaria, o non sarei mai stata disponibile a raggiungervi con così poco preavviso" disse Alexis prendendo la tazza di the caldo che Kate le sporgeva.
"Ho provato a convincerlo, ma non c'è stato verso... sarà una lunga serata preparativi" concluse una Kate, decisamente provata, sedendosi vicino ad Alexis.
Castle decise che era venuto il momento di  prendere la parola: "Se la finiste di blaterale tutte e tre, adesso vi spiegherei cosa sta succedendo. Kate, tu naturalmente sai il motivo di questa riunione della task force della famiglia Castle..."
"Task force? Addirittura?! Papà sei sicuro ti sentirti bene?". Alexis assunse un'espressione preoccupata.
"Se mi lasciaste finire di parlare, vi spiegherei tutto, ma qui sembra impossibile formulare un discorso. Vi posso assicurare, senza parere melodrammatico, che tra queste mura si sta consumando una vera ed immane tragedia.. Vi dico solo che riguarda la piccola Joy..."
"Cosa è capitato alla cucciola della nonna? Sta male?". Martha si accigliò quasi più di Alexis.
Castle era riuscito a catturare l'attenzione della sue donne.
Tutti in famiglia adoravano quella dolce cucciolina di Joy.
"Sta bene, fisicamente parlando, ma è molto triste.. scusa, hai detto nonna? Ma sei sicura di stare bene? Questa è senza dubbio mancanza di alcool... Kate prendi qualcosa di forte, vodka, whiskey, qualunque alcolico va bene. Ho bisogno che tutti siano lucidi a questo tavolo!".
"Richard, smettila di fare il cretino e dicci che è successo alla creatura" disse Martha tornando in posizione eretta e assumendo un'espressione molto seria.
"Nonna ha ragione, ci stai facendo davvero preoccupare".
Kate alzò gli occhi al cielo, se si fossero persi ancora in chiacchiere inopportune, si sarebbe fatta mattina per davvero.
Così prese in mano la situazione e sentenziò: "Purtroppo oggi all'asilo Joy ha ricevuto una brutta notizia.  Una bimba le ha detto che Babbo Natale non esiste e lei è rimasta sconvolta.. Abbiamo provato a convincerla che era stata presa in giro, ma non ci ha creduto....".
"Povera cucciolotta" dissero in coro la nonna e la sorella maggiore..
"Vi rendete conto? una Castle che non crede a Babbo Natale? È una cosa inaudita! Alexis non ti osare emettere suono... tu ci hai creduto per moltissimo tempo.. E poi Joy ha solo 5 anni, è molto piccola per avere il periodo più bello dell'anno rovinato in questo modo..." Castle era davvero triste, mentre pronunciava queste parole..
Kate gli appoggiò una mano sulla spalla.
Lui continuò: "Di certo, però, non mi aspettavo che i geni Beckett "zero fantasia, zero immaginazione", nascosti nella piccola di famiglia, uscissero così perentori in questo momento...."
"I geni Beckett?" Kate lo guardò storto, mentre ad Alexis scappò una risatina.
"Tesoro, non mi pare questo il momento di polemizzare..  Non puoi negare la loro esistenza.. Comunque, visto che ci ritiene "responsabili" del suo dolore, pensando che le abbiamo detto una bugia, ho deciso che dobbiamo fare qualcosa di estremamente figo per lei.. per farle ritrovare la gioia e la magia del Natale. Non posso vederla così abbattuta e senza nessun entusiasmo".
"E cosa intenderesti fare di grazia?" chiesero .
"Semplice, le dimostreremo che Babbo Natale esiste. Consideratevi tutti degli agenti speciali segreti. Kate per te non dovrebbe essere così difficile... ".
"Tesoro, non vorrei sembrare estremamente razionale, ma come pensi di riuscire a portare a termine questa "missione"?"
Sul volto di Castle nacque uno dei suoi migliori sorrisi: "Nell'unico modo possibile...".
 
Il giorno dopo fu davvero una giornata difficile ed impegnativa per tutti, ma quando Castle sentì il rombo del motore dell'aereo accendersi sotto di loro, si sentì soddisfatto.
Il sole era calato sotto l'orizzonte e New York si era accesa di mille luci.
Organizzare quel viaggio in così poco tempo aveva risucchiato tutte le su energie, non aveva praticamente dormito e si era consumato gli occhi davanti al pc, ma sapeva che se sarebbe sicuramente valsa la pena.
Allungò la mano per intrecciare le dita con quelle di sua moglie che era seduta accanto a lui.
Kate si voltò e gli sorrise: "Le piacerà, hai organizzato qualcosa di veramente speciale. Non è da tutti".
Rick curiosò sul sedile davanti al loro. La piccola Joy aveva voluto sistemarsi in mezzo alla sorella maggiore e alla nonna per quel lungo viaggio. Non aveva voluto accoccolarsi accanto al suo papà come faceva di solito..
Non era arrabbiata come la sera precedente, ma non aveva ancora ritrovato la sua proverbiale allegria e la novità di quella vacanza inaspettata non l'aveva resa per nulla entusiasta.
Aveva sorriso e non aveva fatto capricci, ma in altre situazioni avrebbe parlato a martelletto fino a renderli incapaci di intendere e di volere.
Non aveva insistito nemmeno per conoscere la destinazione, si era fidata delle parole della madre e non aveva obbiettato.
Aveva perso la sua proverbiale allegria e ciò non piaceva a nessuno in famiglia.
La vide stringere il suo orsetto, ma aveva gli occhietti spenti. Incominciava ad avere sonno, la conosceva bene ormai, sarebbe caduta nelle braccia di Morfeo molto presto, ma in fin dei conti non era un male.
Attraversare l'oceano avrebbe comportato almeno 7 ore di volo e se la piccola dormiva non si sarebbe annoiata.
La sua predizione si rivelò, infatti, esatta: poco dopo il decollo dell'aereo la più piccola della famiglia Castle crollò distrutta.
Alexis si voltò e cercò gli occhi del padre: "Però papà, devo farti un appunto: non mi ci hai mai portato. Sarebbe stato davvero figo..".
Castle rise: "Con te non ce n'è mai stato bisogno. Sei sempre stata una fedele credente".
Risero tutti, Martha e Kate comprese.
Kate accarezzò il viso del marito: "Io sono ancora dubbiosa su un piccolo dettaglio di questa "vacanza". Chi sarà più contento tra padre e figlia piccola..".
Rick abbozzò un sorriso lieve alla battuta della moglie, ma i suoi occhi erano ancora velati di una malinconia tangibile.
"Tornerà ad essere la nostra cucciolotta, credulona e fantasiosa. Nessuno può resisterti Castle. Il tuo mondo fantastico e fantasioso coinvolge chiunque, Joy non ha mai sapputo resisterti. Questo è solo un piccolo scivolone, colpa dei miei geni, lo ammetto almeno sei contento, ma dopo questa bellissima sorpresa tornerà a renderti orgoglioso dei suoi meravigliosi atteggiamenti alla Castle! Perchè nessun bambino sa resistere a Babbo Natale... nemmeno una piccola "Beckett" offesa".
Rick la baciò: "Spero davvero che tu abbia ragione".
Kate lo ricambiò: "Ce l'ho. Conosco lei, conosco te. Questa nostra "missione" non può fallire".
 
Quando uscirono dall'aeroporto trovarono una macchina ad attenderli. Il viaggio era stato lungo e tutta la famiglia era decisamente stanca.
Avevano dormicchiato a turno durante il viaggio, ma un buon sonno ristoratore era sicuramente un'altra cosa..
Non vedevano l'ora di arrivare in albergo..
Tutti tranne la piccola Joy.
Aveva appoggiato il musetto contro il vetro, schiacciandosi il nasino, e guardava all'esterno con una faccetta sognante.
Sul suo bel visino era anche riapparso un similare del suo proverbiale sorriso: "Guarrdate fuori! Quanta neve!!! Ce n'è moltissimissima in più che a New York. Come hai detto che si chiama questo posto mammina?".
Kate, trattenendo uno sbadiglio, rispose: "Finlandia, amore.. Siamo appena usciti dall'aeroporto di Rovaniemi. È un piccolo paesino molto speciale e tra poco scoprirai perchè.. il suo cittadino più illustre è un uomo davvero speciale".
Joy si voltò sorridendo e muovendo in aria il suo orsetto: "E chi è? Il sindaco?".
La donna fece l'occhiolino: "E' una sorpresa.. posso solo dirti che è un amico di papà e che ci sta aspettando. Il nostro è un invito speciale".
La piccola si rattristò: "Io non voglio conoscere un amico scrittore di papà. Pensavo che questa vacanza sarebbe stata divertente!".
"Scusa, chi ti dice che sia uno scrittore? Di sicuro legge, ma non romanzi o novelle. Ama le lettere. Lo scoprirai solo quando arriveremo al suo villaggio. Io sono assolutamente sicura che ti piacerà".
Joy guardò il suo orsetto con occhietti curiosi e poi tornò a guardare estasiata il paessaggio fuori dal finestrino.
Sembrava amare molto quei posti così diversi dalla grande città.
Kate un po' meno...
Faceva un freddo assurdo, non a caso erano poco sotto il Circolo Polare Artico, se la geografia non la tradiva, ma doveva ammettere che quel paesaggio avvolto da quella coltre candida aveva un effetto attrattivo anche nei suoi confronti. Un po' di pegno bisognava pur pagarlo.
La loro destinazione non era esattamente vicino al centro della città, ma si rivelò nemmeno troppo distante.
Sfiorò con lo sguardo il profilo di suo marito, seduto accanto al conducente sul sedile anteriore. Guardava con crescente attesa il susseguirsi di curve e rettilinei che si districava tra colline e costeggiava piccoli boschetti di abeti luccicanti di neve.
L'autista colse la sua inquietudine e in un perfetto inglese disse: "Siamo quasi arrivati signore, manca poco. Se vuole preparare la bambina..".
Rick sorrise e si voltò chiamando la piccola Joy sorridendole: "Siamo arrivati cucciolina. Sei stanca?".
La piccola scosse la testa, indecisa se sorridergli a sua volta oppure no. Il peggio sembrava essere passato, ma Joy non aveva ancora perdonato del tutto il suo papà. Dal suo punto di vista, la bugia era stata davvero pesante.
L'uomo non si perse d'animo e continuò: "Molto bene, perchè avrai bisogno di tutte le tue energie quando arriveremo. Ci sono un sacco di posti da visitare in questo villaggio e io sono sicura che ne sarai entusiasta".
La piccola pareva interessata.
"Dai vieni qui davanti in braccio a me. Vieni a vedere.. siamo arrivati, guarda quante luci!".
La piccola Castle stavolta non seppe resistere e saltò in braccio al suo papà, incurante delle lamentele del povero autista.
Appoggiò la sua testolina sul petto dell'uomo e, con aria estasiata, commentò: "Papino, ma è bellissimissimo! Sembra un paesello tutto illuminato con le lucine natalizie. Dormiremo lì?".
"Certo piccolina, soggiorneremo proprio lì, in una di quelle casette. Sai, abbiamo avuto un invito speciale, siamo stati molto fortunati. Ti piace l'idea?".
"Sì, è bello, devo ammetterlo. Mammina mi ha detto che il proprietario di tutto è un tuo amico... È più ricco di te allora!".
Rick scoppiò a ridere di gusto, ma lo sguardo serio di sua figlia lo gelò per un istante e gli accarezzò la testolina: "Scusami piccola, non volevo ridere di te. Solo che lui non è proprio solo un mio amico e non è per nulla ricco.. in realtà lui è la persona più generosa del mondo e passa la sua vita a donare agli altri, specialmente ai bambini, solo per avere in cambio il loro sorriso..".
Joy non capiva del tutto il discorso del padre, ma la curiosità aveva ormai preso il sopravvento su qualsiasi altro sentimento.
"Papino, adesso però devi dirmi chi è.. Come si chiama?".
"Babbo Natale. Quello, tesoro mio, è il vero Villaggio di Babbo Natale".


Angolo mio!
Nuovo capitolo, l'avventura comincia...
Cosa ne dite? Vi piace l'idea di Castle?
Riuscirà nel suo intento?
Un grazie di cuore  a chi legge e segue questa storia..

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***




AGENTE SPECIALE CASTLE "MISSIONE NATALE"


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Lo aveva detto deciso e cercando di guardarla negli occhi, ma la piccola si irrigidì.
"Lui non esiste".
Castle scosse la testa: "Tra poco lo incontreremo... Non ti andrebbe di conoscerlo? È un vecchietto piuttosto simpatico, sai?".
Joy non riuscì a rispondere ulteriormente, poiché l'auto fermò bruscamente la sua corsa in uno spiazzo innevato appena fuori ad un cancello.
"Siamo arrivati. Io vi devo lasciare qui, verrà un addetto a prendere i vostri bagagli e sarete accolti con tutti gli onori. Vi sarà mostrata la casa dove vivrete finchè soggiornerete al Villaggio di Babbo Natale".
I cinque malcapitati si ritrovarono, così, soli in mezzo alla neve, con i bagagli accanto ai piedi, guardandosi in viso sorpresi.
Joy si accucciò in terra e prese in mano della neve formando una pallina, poi, felice si sedette a terra ed incominciò a lavorarla creando una specie di pupazzo di neve.
Kate cercò di richiamarla all'ordine, pregandola di non bagnarsi, ma la piccola era decisamente impegnata nella sua arte.
"Guarda Al! Sto creando un Olaf anche io! Sono meglio di Elsa... ti ricordi? Lo abbiamo visto insieme!".
Alexis si accucciò e le sorrise: "Hai ragione piccolina, è davvero bellissimo. Ma credo che dovremmo dare retta alla mamma e non sporcarsi da capo a piedi. Non appena arriveremmo nella nostra casetta ti metterò la tuta da sci e potremo giocare nella neve tutto quello che vuoi!".
La piccolina sorrise e si lasciò prendere in braccio dalla sorella, bagnandole il naso con un po' di neve rimasta sui guantini.
Martha stava per esprimere il suo disappunto sull'organizzazione del benvenuto del villaggio, quando un leggero scampanellio giunse alle loro orecchie e da dietro un abete videro spuntare una slitta di legno chiaro, molto grande e con decorazioni intagliate sui fianchi laterali, trainata da due renne, che si dirigeva nella loro direzione.
Sul davanti stava un piccolo omuncolo con un lungo cappello rosso, pantaloni verdi e giacchetta rossa che, non appena arrestò la corsa del suo mezzo di trasporto, saltò giù e donò loro un profondo inchino.
"Signori, sono onorato di darvi il benvenuto nel nostro villaggio! So che avete dovuto affrontare un lungo viaggio per giungere qui, quindi senza indugio vi conduco all'interno del villaggio. Se volete potete riposare, altrimenti potrete visitare tutto senza alcuna restrizione. Sono stato avvertito che avete un permesso dalle alte sfere e non avete nessuna limitazione di movimento".
Per un momento tutti rimasero in silenzio, poi Kate si sentì tirare per la maglia. Abbassò lo sguardo e vide la sua cucciolotta tenderle le braccia.
La donna la prese in braccio e la piccola chiese timorosa: "Perchè quell'uomo ha le orecchie a punta mammina? Non mi piacciono...".
"Perchè è un elfo, tesoro. Tutti gli elfi hanno le orecchie lunghe non te lo ricordi?".
L'omuncolo udì la conversazione e si avvicinò alla donna e rivolse alla bimba un secondo inchino.
"Piacere di conoscerti piccola Joy! Spero che qui tu possa divertirti e passare dei momenti indimenticabili".
La piccola gli sorrise intimidita e rispose: "Grazie signor Elfo..", poi guardò verso la sua mamma con disappunto e sussurrò: "Ma sa come mi chiamo?"
"Non mi chiamare signor Elfo, il mio nome è Gimpy. Sono uno degli elfi preferiti di Babbo Natale e qualunque cosa tu abbia bisogno dovrai solo chiamarmi e io apparirò. Sono a tua completa disposizione.. se vuoi seguirmi, devo presentarti qualcuno..".
La piccola scese dalle braccia della madre e seguì un po' titubante il suo nuovo amico.
Si avvicinarono alla slitta e lì, nascosto sotto le coperte per ripararsi un po' dal freddo, vide un bambino moro un poco più grande della sua età.
"Lui si chiama Nicholas, è il mio aiutante. Come puoi vedere lui è un bambino, proprio come te. Vive qui da qualche tempo, da quando è rimasto solo e, visto che non sapeva dove andare, è stato accolto in mezzo a noi. Spero che possiate diventare amici e giocare insieme".
Il bambino si avvicinò alla piccola e disse: "Puoi chiamarmi Nick. Vorrei davvero tanto giocare un po' con te. Ti va? Potremo giocare con la neve, costruire un pupazzo oppure semplicemente rincorrerci".
Joy sorrise ed annuì: "Dopo che mi sarò cambiata, sennò la mia mammina si agita".
Il piccolo le sorrise e l'aiutò a salire sulla slitta accanto a lui e all'elfo Gimpy nel posto del guidatore, mentre il resto della famiglia Castle occupò la parte posteriore coprendosi le gambe con le pesanti coperte di pile indicate loro dal piccolo omuncolo poco prima.
Il sole stava calando dietro la linea dell'orizzonte e il freddo si faceva sempre più pungente.
Beh le notti al Circolo polare artico erano ben diverse da quelle newyorkesi, Castle lo sapeva bene.
Abbracciò sua moglie, divenuta parecchio pallida in viso e le diede un bacio sulla guancia: "Resisti tesoro, tra poco saremo al caldo nella nostra stanza".
Beckett sorrise: "Sapevo che avrebbe fatto freddo, ma non mi immaginavo così tanto. Mi sono coperta poco.. però ne vale la pena, guarda".
Castle alzò lo sguardo davanti a sè e l'immagine della piccola Joy che chiacchierava amabilmente con il suo nuovo amico gli fece allargare il cuore.
Forse s'intravedeva uno spiraglio di luce dopo troppe ore tenebrose.
Finalmente entrarono nel villaggio vero e proprio e tutti rimasero a bocca aperta.
Quel posto era davvero magico, qualcosa di davvero inimmaginabile.
Luci colorate, luci bianche, palline, festoni, ghirlande e ogni tipo di decorazione possibile ornava case e strade.
Ogni angolo ne era pieno, tutto sistemato in maniera perfetta. Mozzava il fiato per la bellezza, chiunque ne sarebbe rimasto estasiato.
Agli angoli della strada moltissimi omuncoli, quindi elfi, si divertivano a giocare con la neve. Chi se la tirava, chi costruiva pupazzi, fortini, castelli...
Al loro passaggio venivano salutati con allegria e gioia da tutti e, un pochino imbarazzati, risposero con cordialità..
"Perchè tutti questi bambini ci salutano Richard? Mi hanno riconosciuto come la grande attrice che sono?".
"Non credo madre... Deve essere il loro proverbiale sistema di benvenuto. Saranno figuranti.. Glielo avranno insegnato per far sentire gli ospiti a loro agio...".
Fu Alexis a troncare la conversazione: "La volete finire?! Joy è proprio qui davanti e siamo qui per ricostruire la sua fantasia, non per raderla al suolo in maniera definitiva... quindi certi discorsi non li potreste fare in un altro momento?".
I due abbassarono lo sguardo come cani bastonati e ciò fece ridere la zucca di casa Castle.
A quel suono Joy si voltò a guardare la sorella che le fece l'occhiolino ottenendo in regalo un mieloso sorriso alla Joy...
Le cose stavano migliorando davvero.
La magia di quel posto stava incominciando a fare davvero effetto.
Ne era felice.
Proprio in quell'istante la slitta si fermò davanti ad uno splendido cottage di legno chiaro circondato da lucine danzanti e uno splendido albero di Natale ricolmo di palline di vetro dai mille colori.
L'elfo Gimpy scese e, con un profondo inchino, disse: "Babbo Natale vi ha messo a disposizione la migliore casa del villaggio. Come potete vedere è davvero molto bella e all'interno troverete una stanza per ognuno di voi. Avrete in comune una piccola cucina che potrete usare per cucinarvi dei piccoli spuntini o della cioccolata calda se lo desiderate. Per i pasti ci rendereste felici se vi unireste a noi alla mensa comunitaria di Babbo Natale. La folletto cuoca cucina dei manicaretti magnifici, non ve ne pentirete".
Tutti lo seguirono sotto il pergolato e quando la porta si spalancò sospirarono dallo stupore.
Affermare di essere in un alloggio da sogno era decisamente inappropriato..
Sembrava di essere davvero in una favola.
Ogni dettaglio ricordava il Natale e lo splendido divano bianco,  che compariva in mezzo alla sala davanti ad un enorme caminetto acceso, era davvero una meraviglia. Sembrava davvero una nuvola, morbidissimo..
Kate fece un passo in avanti ed appoggiò le sue stanche membra su di esso. Aveva davvero bisogno di riposo.
Martha ed Alexis andarono in cerca delle loro stanze e ben presto scomparvero.
Joy e Nick si misero a giocare sul pavimento con alcuni giocattoli trovati in un grande baule intarsiato accanto all'ingresso. Il piccolo orsetto di peluche di Joy era appena divenuto capotreno e presto la locomotiva avrebbe abbandonato la stazione per una destinazione sconosciuta.
Castle appoggiò le valigie in un angolo e venne richiamato dall'amico elfo.
"Ascolti signore, per qualunque cosa non deve far altro che chiamare. Accorreremo in un momento, per qualunque cosa".
"Grazie infinite amico. Senta amico, quando potremo fare un giro per il villaggio?".
"Presto signore, non si preoccupi. Adesso però sta calando il buio ed è meglio che lei e la sua famiglia riposiate un poco. Il vostro viaggio è stato davvero lungo. Questa, poi, è una nottata davvero speciale. È la vigilia di Natale, dobbiamo finire di preparare quasi tutti i dettagli per domani. Domani sarà una giornata decisamente speciale!".
"D'accordo! Staremo qui buoni.. Una serata in famiglia. Non chiedo di meglio".
Si strinsero la mano.
Gimpy si girò ed uscì, non prima di aver richiamato Nicholas all'ordine.
Il piccolo ubbidì alla prima e salutò la bimba: "Ciao Joy, ci vediamo presto. Mi sei molto simpatica lo sai? Devi vedere un mucchio di belle cose qui e io ti farò da guida. Vuoi?".
La piccola annuì felice: "Ne sarei davvero felice. Dobbiamo giocare ancora tantissimissimo".
La piccola lo abbracciò di slancio e il piccolo, da vero uomo, arrossì un pochino, ma non si sottrasse.
Poi seguì il suo amico fuori dalla casa.
Stavano ancora camminando sulla neve adiacente al giardino della casa, quando iniziarono a parlare in maniera concitata, ma nello stesso tempo sereno.
"Mi sembrano una bella famiglia".
"Già, lo sono... la piccola Joy è davvero un tesoro, non potevano scegliere nome migliore".
"Abbiamo in serbo una sorpresa davvero unica....".
"Shhhh, non dire nulla, potrebbero sentirci. Sennò che sorpresa è? Questa notte sarà una notte davvero indimenticabile per quella bambina".

Angolo mio
Scusate il ritardo e il capitolo corto, ma per esigenze letterarie è meglio così!
Grazie a chi segue la storia, appena posso rispondo anche alle recensioni...
un bacione

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


AGENTE SPECIALE CASTLE "MISSIONE NATALE"







 

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Joy guardò il suo nuovo amico allontanarsi dalla finestra.
Quel piccoletto l'aveva conquistata e le dispiaceva davvero un sacco che fosse dovuto andare via così presto.
Si stava divertendo.
Quel posto l'attirava un sacco, le piaceva, ma non credeva che fosse davvero il villaggio di Babbo Natale.
Oppure poteva anche chiamarsi così, ma era un parco divertimento, non di certo un paesino che nascondeva un laboratorio di giocattoli per tutti i bambini del mondo, gestito da un vecchietto millenario vestito di rosso.
Triscia aveva ragione, era del tutto...
"Inverosimile"
Le sembrava avesse detto così.. quella parola era davvero difficile, non sapeva nemmeno cosa volesse dire in realtà..
Forse non vero...
Lo avrebbe chiesto al suo papà, lui sapeva sempre il significato di tutte le parole.
Improvvisamente si irrigidì e sentì la malinconia farsi di nuovo strada dentro di lei.
Scese dalla cassapanca ed andò a rifugiarsi nuovamente nelle braccia della sua mammina coricata ancora sul divano.
"Posso rimanere con te a prendere due coccole?".
Kate la strinse a sé: "Tutte quelle che vuoi.. La mamma è qui per te. Sei stanca?
La piccola annuì.
"Beh è stato un lungo viaggio, nonostante tu abbia dormito un po'.. vieni qui, abbracciamoci e guardiamoci un bel cartone alla tv. Ti va? Guarda che televisore gigante c'è laggiù".
Joy appoggiò la sua testolina sul petto della mamma e le strinse forte il braccio in una stretta calorosa.
Castle si avvicinò alle sue signore e si accoccolò anch'egli vicino alla sua giovane moglie. Kate gli sorrise e Joy fece altrettanto, non molto convinta però.
"Posso guardare il cartone con voi?".
Joy rimase per un secondo in silenzio poi annuì: "Sì, certo", ma non si mosse dalle braccia della donna.
Castle provò una leggera fitta al cuore. Se non fosse accaduto il famoso cataclisma del giorno precedente la loro bambina si sarebbe messa in mezzo ai suoi genitori e sarebbero stati tutti e tre vicini vicini.
Però doveva ammettere che era la seconda volta, dopo l'episodio della macchina, in cui non lo respingeva apertamente.
Era già un piccolo passo avanti..
Dopo quella vacanza avrebbero ritrovato la loro sintonia, non aveva nessun dubbio. Avrebbe riconquistato la sua fiducia e quel posto magico lo avrebbe aiutato.
L'avrebbe portata a vedere il villaggio, dove erano state ricostruite per bene le casette degli elfi. Visitare la famosa fabbrica dei giocattoli dove venivano costruiti alcuni giochi.
Si era guardato intorno per bene, mentre raggiungevano il loro cottage e in un recinto aveva visto delle renne.
Renne vere, animali veramente bellissimi. Non ne aveva mai visto di persona e doveva dire che lo avevano affascinato.
Di certo avrebbe portato la loro piccola a fare un giro su una di quelle slitte che venivano affittate.
Dopo aver l'apertura dei regali naturalmente.
L'indomani sarebbe stato il giorno di Natale, il grande giorno.
Aveva fatto in modo che anche i regali per tutta la famiglia li raggiungessero in Finlandia e gli sarebbero stati consegnati nella notte, quando la piccola Joy era addormentata.
Beh in un certo senso era davvero una consegna alla Babbo Natale!
Era così perso nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno quando la piccolina di famiglia cadde nel mondo dei sogni.
Kate lo riportò alla realtà toccandogli un braccio: "Amore, aiutami. Se tu la prendi in braccio, la portiamo a letto e poi andremo a riposarci un poco anche noi due. Io sono davvero sfinita..non ho la forza di sollevarla".
Rick tornò immediatamente in sé e raccolse il corpicino dell'amore della sua vita tra le braccia. Gli donò un bacino sulla testa, ma non osò toccarla troppo temendo di svegliarla.
In fondo al piccolo corridoio trovarono la stanza della bambina.
Decisero di non infilarle il pigiama, aveva una maglietta comoda e un paio di pantaloni della tuta scuri. Non avrebbe riposato male e non volevano correre il rischio di disturbare i suoi sogni.
L'adagiarono sul letto e le rimboccarono le coperte.
Kate gli diede un bacio sulla testa ed uscì dalla camera.
Rick , da padre amorevole, le sistemò ancora una volta le coperte e si fermò per osservare ancora un istante il bellissimo visino sereno della figlia.
Era davvero la cosa più bella che la vita gli avesse donato.
Era bella come sua madre, ma, se fosse possibile, lo aveva stregato ancor di più.
"Ti voglio tanto bene stellina mia, dormi bene. Domani sarà un giorno migliore" e, dopo averle donato anch'egli un bacino sulla guancia, uscì dalla stanza.
 
Castle raggiunse la moglie nel salotto, ma con stupore notò che Kate non era lì. Probabilmente aveva già raggiunto la loro camera da letto.
L'aveva vista davvero provata qualche minuto prima.
Era davvero pallida e sotto i suoi bei occhi erano apparse delle scure occhiaie. Il viaggio doveva averla stancata molto e, nonostante fosse abituata ai ritmi del distretto, quella era stata una settimana davvero lunga per lei.
L'avrebbe seguita a letto presto, ma prima doveva bere.
Aveva una gran sete e un bicchiere d'acqua era quello ci cui aveva bisogno in quel momento.
Aprì il frigorifero e all'interno vide una bottiglia di latte.
Una piccola fitta gli attraversò il cuore.
Quella era la notte di Natale.
Lui e Joy lasciavano sempre latte e biscotti per Babbo Natale, era il loro rito unico ed insostituibile.
Sospirò profondamente e fece per uscire dalla cucina.
Improvvisamente si arrestò nel mezzo della sala, tornò indietro e con una mossa veloce afferrò un bicchiere dal lavabo.
Lo riempì per bene di latte e cercò nella mensola della cucina un pacchetto di biscotti. Ne mise quattro o cinque in un piattino e posò tutto sul tavolino.
Le tradizioni di famiglia dovevano essere rispettate.
Babbo Natale doveva avere la sua merenda anche quell'anno. Niente eccezioni.
Se Joy si fosse svegliata nel cuore della notte lo avrebbe di sicuro notato, visto che sapeva cogliere i particolari quasi meglio di sua madre.
Sorrise da solo e decise di raggiungere la sua bella moglie.
La trovò già stesa a letto, abbandonata sul morbido cuscino e avvolta nelle coperte.
Rick si sedette accanto a lei.
"come mai sei già a letto senza aspettarmi? Avevo voglia di coccolare un po' anche te.." disse accarezzandole il viso.
Improvvisamente si irrigidì: "Ma tu scotti.. hai la febbre...".
Kate mugolò qualche parola incomprensibile e Rick le accarezzò la testa.
Era incredibile quanto si assomigliassero madre e figlia a volte e in quell'occasione erano proprio identiche.
Stessa dolcezza e stessa tenerezza.
"Vado a prenderti un po' di ghiaccio. Vuoi un'aspirina?".
Kate uscì di un poco dalla coperta e disse: "No, adesso no. Vada per il ghiaccio, voglio solo dormire un po'. Domani starò meglio".
Castle si alzò e sospirò.
Di certo quel Natale lo stava davvero mettendo alla prova.
 
 
 
La luna brillava in cielo e la neve rifletteva la sua luce creando dei meravigliosi giochi.
Una piccola figura di avvicinò al cottage della famiglia Castle e andò a posizionarsi proprio sotto una piccola finestrella.
Prese un poco di neve, ne fece una bella pallina rotonda e la lanciò contro i vetri.
La prima non ebbe l'effetto desiderato, così ne lanciò una seconda e poi una terza.
Non poteva fare troppo rumore o si sarebbero svegliati tutti in casa, tranne chi doveva farlo..
Stava per tirare la quarta pallina, quando vide una lucina accendersi. Si alzò in punta di piedi e riuscì a vedere all'interno l'ombra di una figura avvicinarsi alla finestra.
Joy la aprì e con gli occhi rossi ed assonnati guardò fuori.
"Joy, ciao...".
"Nick!".
La piccola si destò di colpo e con assunse un aria curiosa, mentre un sorriso dolce comparì sul suo bel visino.
"Cosa ci fai qui?".
Il piccolo sorrise: "Sono venuto a prenderti. Se hai voglia, vorrei mostrarti una cosa. Uno spettacolo davvero meraviglioso. Ti va?".
Joy assunse un'aria furbetta: "Solo tu ed io?".
Nick rise: "Gli adulti non capirebbero... Hai paura?".
La bimba rise: "No, no! Anzi, mi piace l'idea.. però poi torniamo a casa vero?".
"Certo! Dai vieni! Ti garantisco che ne vale la pena!".
La piccola corse all'interno per un momento, si infilò alla bene e meglio i doposci e una giacca e in men che non si dica scavalcò il balcone.
Con un salto rapido fu nella neve in un baleno.
Sorrise al suo amico che gli afferrò la mano stringendola forte.
"Andiamo?".
Joy gli puntò i suoi splendidi occhi azzurri in viso: "Cosa stiamo aspettando?".





Angolo mio!

ok, ok, ok.... 
Joy è scappata dalla sua camera con un bambino!
Lo so, è pericoloso..
Sono già stata sgridata per questo, ma c'è una motivazione ben precisa.
se avrete pazienza di aspettare il prossimo capitolo, capirete!
Castle è tenero e Kate è malata...
Che accadrà?
Grazie a tutti 
Buona lettura

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


AGENTE SPECIALE CASTLE: "MISSIONE NATALE"
 


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Il freddo era davvero pungente, la temperatura era in picchiata, ma la piccola Castle sembrava non sentirlo, impegnata com'era a seguire il suo nuovo amico lungo una stradina battuta nella neve in un piccolo boschetto.
Avevano attraversato l'intero villaggio, avvolto in un'apparente tranquillità, dovevano dormire tutti, per poi intraprendere la via per la loro meta.
La piccola aveva avuto un momento di dubbio quando si era resa conto che stavano per lasciare il centro abitato, ma Nick donandogli uno splendido sorriso aveva sentenziato: "Non devi preoccuparti, non è molto lontano. Anche se usciamo dal villaggio non corriamo nessun pericolo. Abbiamo bisogno di un posto un po' buio, le luci artificiali potrebbero darci fastidio. Ti fidi di me?".
Aveva allungato di nuovo la mano per prendere quella della bambina e Joy, rapita da una forza inspiegabile, l'aveva accolta.
"Certo che mi fido di te".
Se l'avesse sentita la sua mammina non sarebbe stata così d'accordo, ma lei sapeva che non poteva accaderle alcun male.
Il suo istinto le diceva così e lei aveva deciso di fidarsi.
Nick si voltò sentendola ansimare: "Non preoccuparti siamo quasi arrivati, non manca molto".
La piccola ringraziò virtualmente, incominciava ad essere un po' stanca. In fin dei conti, fino a pochi minuti prima stava dormendo il sonno dei giusti.
Come promesso la salita finì poco dopo, ma Joy non vide nulla di così speciale..
Sono una piccola staccionata e un orizzonte bianco sconfinato davanti a loro. Forse di giorno sarebbe stato un bellissimo paesaggio, non lo metteva di certo in dubbio, ma con quel buio scrutare qualcosa era davvero impossibile.
Era un po' delusa, doveva ammetterlo a lei stessa.
Nick doveva aver colto l'espressione del suo viso poichè le venne vicino e le disse: "Non preoccuparti, siamo arrivati in tempo. Anzi a quanto pare siamo un pochino in anticipo, lo spettacolo non è ancora iniziato. Dai vieni, sediamoci sul legno più basso dello steccato. Mi sa che dobbiamo aspettare un po'.. Sei hai tanto freddo posso imprestarti la mia giacca, io sto bene, sono abituato a queste temperature".
La piccola lo ringraziò, ma rifiutò. Era una tipetta dura, un po' di venticello gelido dell'artico non l'avrebbe di certo piegata.
Andò a sedersi accanto al suo nuovo amico e posò lo sguardo verso l'oscurità senza dire una parola.
Era pensierosa.
Nick, invece, pareva molto loquace e intavolò di nuovo un discorso: "Come ti sembra qui? Ti piace?".
Joy sorrise un poco: "Sì, certo è davvero un posto incantevole. È molto diverso dalla città in cui vivo, ma devo dire che mi piace molto".
Il piccolo rise: "Oh sì, New York è molto diversa da qui... non credo che tu possa contemplare questo meraviglioso silenzio in quella città così caotica".
La piccola Castle si fermò a guardarlo accigliata. Come faceva a sapere che lei abitava a New York? Non le sembrava di averglielo detto.
Il bambino intanto continuava a parlare incurante dei dubbi della sua amica.
"E del villaggio cosa ne pensi? Per quel poco che hai visto.. devo mostrarti anche moltissimi posti incantevoli che non è permesso a chiunque di visitare..".
"E' un bellissimo villaggio a tema, i creatori sono stati davvero molto bravi. Rispecchia fedelmente la favola...".
Fu Nick ad accigliarsi questa volta: "Villaggio a tema? Ma cosa dici? Qui siamo in Finlandia e questo è il VERO paese di Babbo Natale!".
Joy lo interruppe: "Mi dispiace darti una delusione, ma Babbo Natale non esiste. Il mio papino mi ha portato qui perchè vuole che io creda di nuovo in lui, ma... io purtroppo adesso so la verità...".
Nick la guardava con gli occhi a palla fuori dalle orbite: "Ma posso sapere chi ti ha detto una baggianata simile?".
"Non ha importanza... e poi pensaci bene, un vecchietto su una slitta volante che porta doni a tutti i bambini del mondo in una notte? È davvero difficile..".
"Beh, ma lui è magico.. e con la magia si può fare qualunque cosa. Anche volare con una slitta, trainata da 8 magnifiche renne, sennò si offendono, su nel cielo nella notte più magica dell'anno!".
Joy abbassò un poco lo sguardo e mormorò: "la magia... fino a ieri ci credevo anche io, ora non ne sono più tanto sicura.. è davvero difficilissimissimo che sia vero..".
Nick a quel punto sorrise: "Beh se è difficilissimissimo, non è detto che sia impossibile..".
Joy non seppe rispondere, forse non volle rispondere, ma una lacrima le attraversò il visino tenero.
Era davvero triste, in totale conflitto dentro di sè..
Si girò di scatto per non farsi vedere dall'amico, ma sentì la sua manina appoggiarsi sulla sua spalla.
"Beh se sei tanto sicura che la magia non esiste, prova a guardare davanti a te. Credo che cambierai idea...".
La piccola alzò gli occhi e ciò che si trovò davanti a sè la lasciò del tutto senza fiato.
Nel cielo erano apparse mille luci di diverso colore..
Verdi, bianche, a tratti perfino rosse che si confondevano nel blu oscuro della volta celeste...
Sparivano e riapparivano trasportate dal vento.
Sembravano compiere una danza meravigliosa.
Una danza antica milioni di anni, quasi più antica della Terra stessa.
Joy era rimasta a bocca aperta e non faceva altro che mormorare: "Ohh, ohhhhh" completamente rapita da quello stupendo spettacolo.
La piccola si spostava, senza guardare dove andava col naso all'insù, poi si voltò verso Nick e chiese: "Che cos'è quello? Non l'ho avevo mai visto!".
E tornò a guardare le luci senza aspettare la risposta.
"Quella è una magia della Terra.. Noi uomini la chiamiamo Aurora Boreale, ma la mia amica Madre Natura lo considera un passatempo divertente e gioioso nelle lunghe serate invernali.. Lei è un tipo decisamente creativo, ma occhio a non farla arrabbiare. È un tipo decisamente permaloso.. Se si arrabbia sono guai..".
Joy rispose: "Peggio della zia Gates? Anche lei è un po' irritabile, specialmente col mio papino..".
Rimase un attimo in silenzio colpita improvvisamente dal vero significato delle parole del suo amico: "Ma hai detto "La mia amica Madre Natura"? come sarebbe a dire?" e si voltò per guardarlo in faccia.
Ciò che vide la sorprese ancora di più dell'aurora boreale..
Appoggiato alla staccionata, nel medesimo posto, dove pochi minuti fa stava il suo giovane amico, si trovava un uomo molto più vecchio, grasso e con una lunga barba bianca.
Vestito di rosso, con un lungo cappello e un paio di stivali neri ai piedi.
Joy, dentro di sé, sapeva benissimo chi fosse, ma non poteva essere vero.
Lui non esisteva...
Oppure sì?
Si sfregò gli occhi con le manine e poi tornò a guardare davanti a sè.
Il vecchietto era sempre al suo posto con un bel sorriso stampato sulla faccia.
Si avvicinò titubante e gli toccò un braccio dandogli quasi un pizzicotto.
"Ahai! Mi hai fatto male".
"o cavolo, ma allora sei vero! Abbassati...".
L'uomo le obbedì e la piccola gli schiacciò il naso e provò a tirarlo.
"Ahia Joy, se fai così mi riempirai di lividi..." disse il vecchietto ridacchiando...
"Cavolo, non ha nemmeno una maschera!".
Joy indietreggiò decisamente stupita ed incominciò a girare in tondo nelle neve, massacrandosi le manine.. Era un pochino preoccupata..
L'uomo tentò di parlare: "Joy, non essere così agitata...", ma la piccola stroncò la sua frase sul nascere.
"Scusa, ma al momento mi mette un poco male... Ero qui con un mio amico a guardare questo spettacolo.. poi mi giro e vedo... te... insomma sembri proprio Lui..".
"Ma non l'hai ancora capito?  Io sono Lui!".
"Lui, lui... ma ne sei sicuro?".
L'uomo rise di sommo gusto.
"Sì, piccola Joy. Sono sicuro... io sono Babbo Natale e sono anni che muoio dalla voglia di conoscerti...".
Joy  rimase senza parole per qualche secondo, poi si avvicinò con gli occhietti lucidi e si fermò ai suoi piedi.
Abbassò la testolina e non ebbe il coraggio per guardarlo negli occhi..
Una lacrima percorse la sua bella guanciotta rossa.
Babbo Natale se ne accorse e si accucciò per raggiungere la sua stessa altezza e posò le sue grosse mani coperte dai guanti neri sulle piccole spalle della bambina: "hei piccola, non devi piangere. Va tutto bene..".
Di risposta la bambina gli lanciò le braccia al collo tanto da sbilanciarlo ed entrambi caddero sulla neve stretti in un dolce abbraccio.
L'uomo, dopo un attimo di sorpresa, passò le sua mani contro la sua schiena e la tenne contro la sua folta barba, mentre la piccola continuava a piangere di gioia: "Scusa Babbo Natale, non vorreiii piangere, ma tu non immagini che bruttissimissimi giorni sono stati questi per me. Io ho sempre creduto in te, sempre, ma quest'anno... non so cosa mi sia capitato... non posso credere che avevo smesso di credere in te... mi segui? O parlo troppo?".
"Sta tranquilla piccola, ti seguo...ma adesso cerca di calmarti, non è successo nulla di che... basta lacrime.." cercò di tranquillizzarla.
"Ma io piango perchè sono felicissimissima... esisti davvero e io ti ho anche conosciuto...".
Si staccò dal corpo di Babbo e lo guardò in faccia: "Posso darti un bacino? Devo farmi perdonare in qualche modo..".
L'uomo sorrise, colpito dalla domanda di quella cucciola così dolce: "Certo piccolina, sono qui".
Joy appoggiò di slancio le sue labbra sulle guancie color ciliegia del mitico Babbo Natale e rimase a guardarlo estasiata.
Poi d'improvviso si destò e, quasi saltandogli sulla pancia, chiese: "Ma Nick dov'è finito? Dov'è andato?? Anche lui deve conoscerti!!".
L'uomo assunse un'espressione stupita: "Ma come? Joy non hai capito?".
"Cosa Babbino bello?".
"Piccola, guardami negli occhi... non mi riconosci?".
la bimba ubbidì e lo fissò direttamente negli occhi e solo quando vive lo splendido color nocciola delle sue pupille ebbe un sussulto...
"Sei lui! Sei Nick!! No, cioè sei Babbo Natale, ma sei anche Nick... io non ci capisco più niente!!".
Babbo Natale rise di nuovo di gusto, quella bambina era decisamente simpatica. Lo aveva sempre saputo, l'aveva "spiata" per molto tempo grazie alla sua palla di cristallo magica, ma doveva ammettere che dal vivo era decisamente meglio.
La piccola continuò: "Scusa, perchè mi hai detto di chiamarti Nicholas? E perchè ti eri trasformato in un bambino?".
L'uomo la fece sedere per bene sulle sue ginocchia e, dopo averle dato una carezza sul volto, le rispose: "Non mi sono "trasformato" in un bambino, quella era la mia fisionomia quando ero davvero un bimbo e vivevo lontano da qui. Mi sono presentato a te in "versione junior" solo per metterti a tuo agio. Pensaci bene, avresti dato confidenza ad un vecchio che nemmeno conoscevi? Avevo bisogno di fare "amicizia" con te e ho pensato che in questo modo sarebbe stato più semplice...".
"Hai barato quindi! Ma ti autometti nella lista dei monelli?" chiese la piccola piegando la testolina di lato.
"ahahhah no, no... non parliamo di quello adesso.. devo ancora risponderti ad una domanda. Ti ho detto di chiamarmi Nick perchè quello è davvero il mio nome. Prima di diventare ufficialmente Babbo Natale, mi chiamavo Nicola. Conosci la mia storia?".
Joy scosse la testa: "Io credevo che avessi sempre vissuto al Polo nord".
"ed in effetti è così. Abito qui da quando sono stato incaricato di essere Babbo Natale ed ho acquistato i miei poteri magici, ma, quando ero solo un semplice uomo, vivevo lontano da qui in un luogo chiamato Turchia.. Cercavo di essere una brava persona, di non commettere alcun male e di aiutare chi era in difficoltà.. Una famiglia aveva tre figlie e il loro padre aveva faticato molto, ma aveva messo da parte una dote per ognuna di loro. Un maledetto giorno, però, un ladro si intrufolò in casa loro e rubò tutto quello che possedevano.
Le tre ragazze erano disperate.
Così decisi che dovevo aiutarle. Sapevo molto bene che non avrebbero accettato del denaro se glielo avessi regalato di persone, erano delle donne molto orgogliose. Dovevo farmi venire un'idea brillante.
E l'ebbi. Decisi di calarmi dai loro camini e di lasciare una parte dell'oro che possedevo dentro ad un sacco, in maniera del tutto anonima!
Loro furono felici ed io lo fui più di loro. Decisi di farla diventare un'abitudine e divenni il più generoso possibile con chi era più povero di me.
Quando morii fui portato in Cielo da molti angeli ed ebbi l'immensa gioia di essere condotto direttamente alla presenza del Signore. Quando fui davanti a lui, Gesù mi accolse sorridendo e mi comunicò di avermi scelto per un compito estremamente importante. Sarei tornato sulla Terra e avrei continuato a donare agli altri. In suo nome però... mi donò una veste rossa, molto calda e molto ampia e mi spiegò che per festeggiare la sua nascita avrei portato giocattoli a tutti i bambini di tutto il mondo nella notte di Natale..
Io accettai entusiasta e venni spedito qui, dove la magia regna sovrana e dove avrei avuto i miei amici elfi a darmi una mano...".
Joy era rimasta a bocca aperta ad ascoltarlo per tutto il tempo: "E quindi sei Babbo Natale da allora? È moltissimissimo tempo!!!".
"Esatto, lo è... ma è la cosa migliore che potesse capitarmi. Quindi hai capito perchè in moltissime parti del mondo mi chiamano Santa Clause? È in onore del mio vero nome...".
La bimba annuì..
"Sono davvero molto fortunata ad essere venuta qui... Ti ho conosciuto dal vivo...".
L'uomo la posò in terra e si mise in piedi: "E non hai ancora visto nulla. Se non ricordo male, stanotte ho delle consegne da fare... anzi, sarei già in ritardo. Ti va d'accompagnarmi alla fabbrica? Devo controllare che sia tutto in ordine..".
Gli occhi della piccola si illuminarono di nuovo di gioia: "E me lo chiedi? Certo! Sono onoratissimissima!!".
L'uomo le diede mano e si avviarono insieme verso il villaggio.
"Babbino, scusa..."
"Dimmi piccola..."
"Posso aiutare gli elfi a preparare gli ultimi regali?".
"Certo...."
"Mi porti anche a conoscere le renne? Io voglio accarezzare Cometa... è la mia preferita.. E poi è vero che metti Rudolph davanti alla slitta perchè il suo naso rosso ti fa luce e vedi dove vai nel cielo?".
L'uomo provò a rispondere, ma la piccola continuò il suo monologo..
"Ma   Gimpy allora è davvero un elfo? Come ho fatto a non capirlo prima? Ed è vero che mangi sempre la cioccolata perchè ti fa sentire più felice?".
Babbo Natale scosse la testa, ma un gran sorriso copriva il suo viso.
La piccola Castle era decisamente tornata.
 
 
Angolo mio!
Buonasera ragazze! Ecco qua il nuovo capitolo..
Spero si sia capito perchè Babbo Natale in versione junior si chiamava Nicholas.
Quella che gli ho fatto raccontare è la storia rivisitata di San Nicola da Bari che ho letto su un libro di favole del mio nipotino (quindi non è proprio farina del mio sacco, mi sono ispirata).
Nicola--> Nicholas---> Santa Clause (Klaus è il nome Nicola nei paesi del nord, credo).
Sono malefica, lo so!
Piaciuta l'idea dell'Aurora Boreale?
Chissà cosa faranno Joy e Babbo Natale insieme... mah vi tocca aspettare i prossimi capitoli.
Sempre molte grazie a chi legge...

 

 

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