100 Situations Challenge: Pokémon

di Euphemia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 001. Finger ***
Capitolo 2: *** 002. Bad ***
Capitolo 3: *** 003. Intelligence ***
Capitolo 4: *** 004. Announce ***
Capitolo 5: *** 005. Day ***
Capitolo 6: *** 006. Murder ***
Capitolo 7: *** 007. Sad ***
Capitolo 8: *** 008. Plan ***
Capitolo 9: *** 009. Ill ***
Capitolo 10: *** 010. Secret ***
Capitolo 11: *** 011. Behind ***
Capitolo 12: *** 012. Want ***
Capitolo 13: *** 013. Stranded ***
Capitolo 14: *** 014. Wealthy ***
Capitolo 15: *** 015. Marriage ***



Capitolo 1
*** 001. Finger ***


001. Finger 

{Boutiqueshipping / Shauna centric / Oneside}

 
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Quella sera, durante il vostro primo viaggio per la regione di Kalos, vi eravate fermate alla Reggia Aurea e, approfittando dell'occasione, eri riuscita a convincerla a guardare i fuochi d'artificio con te. Erano bellissimi, così luminosi, ma mai quanto i suoi occhi, pieni di speranza e di gioia. Eri contenta di essere lì con lei, mai avresti dimenticato uno spettacolo del genere, soprattutto grazie alla sua presenza. Per un attimo le guardasti la mano e avesti l'impulso di afferrarlgliela  e stringerla forte nella tua, ma qualcosa ti bloccò; forse l'emozione, forse qualcos'altro, nascosto nei meandri oscuri del tuo subconscio. Non puoi negarlo; avresti tanto voluto prenderle le dita e intrecciarle con le tue, per sentire il suo calore a contatto con il tuo, per scoprire fino in fondo quali in realtà fossero i tuoi veri sentimenti. E se nulla ti avesse fermato, forse avresti potuto godere di quegli attimi ormai andati perduti: adesso, a distanza di tempo, guardi la sua mano e ogni volta ti si spezza il cuore, quando i tuoi occhi verdi cadono sull'anello che indossa all'anulare, dono dell'amore ricambiato di Calem - fortunato, lui, a differenza tua -, e tu non puoi farci niente. Dopotutto, Serena ti ha sempre considerato la sua migliore amica, e certamente non hai alcuna intenzione di allontanarla da te, svelandole il tuo enorme segreto; ma la tua decisione fu già presa tempo fa.
Le starai accanto, sempre, fino alla fine, gliel'hai promesso, e l'hai promesso anche a te stessa: ma Serena non saprà mai la verità sull'amore impossibile che così profondamente ti lega a lei. 





 
Image and video hosting by TinyPicNote dell'autrice 
Ciao a tutti! Eh sì, si tratta ancora di una Raccolta, ma stavolta è diverso: è una Challenge, come ho citato nell'introduzione. Sono riuscita a trovare delle belle tabelle di Prompt su LiveJournal e ho deciso di prendere la numero tre, scrivendo man mano su ogni parola; ebbene, la prima era proprio "finger", e mi sono dovuta scervellare per trovare qualcosa di interessante da scrivere. Per fortuna, me la sono cavata con un piccolo desiderio di Shauna, e ricordo ancora quanto mi colpì tutta quella scena alla Reggia Aurea, tanto che quasi ero convinta che sarebbe accaduto qualcosa tra la controparte femminile, cioè Serena, e la rivale. 
Insomma, non avrei molto da dire, se non ricitare LiveJournal per i crediti e l'utente (credo sia lui eh, dal cellulare si capisce ben poco) 100_mod, che ha fornito le tabelle. Cercherò di scrivere su i più svariati pairing e personaggi; anzi, se avete qualche nome da consigliarmi, ve ne sarei grata, dato che devo scrivere cento Flash/Drabble/OneShot! <3
Infine, mi congendo con la speranza che questa piccola Boutique sia stata di vostro gradimento. Spero di aggiornare in fretta e di non fare i soliti ritardi. E, a proposito: per chiunque seguisse "A trip to the cemetery in a Halloween Night, tranquilli, non me ne sono scordata e sto provvedendo alla stesura del capitolo. ;) 
Grazie per aver letto, a presto!
Euphemia >.^

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Capitolo 2
*** 002. Bad ***


002Bad 

{Tabitha / missing moments / Pre!TeamMagma}


 
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Tabitha era sempre stato un cattivo. Sin da bambino, abbandonato a se stesso da un padre che era partito per chi sa dove con il suo vascello e da una madre che, non accettando la scomparsa dell'uomo che aveva sempre amato, aveva perso il desiderio di vivere nel mondo, Tabitha aveva dovuto imparare a cavarsela da solo nelle lunghe giornate di vita quotidiana. A Porto Alghepoli, se si parlava di Tabitha si parlava di guai: era sempre lui a cominciare le risse tra i bambini, quando lo guardavano storto o parlavano tra loro delle sue condizioni, del fatto di non avere nemmeno un padre che si prendesse cura di lui e anzi, di avere una madre che veniva spesso e volentieri abusata dai marinai che approdavano in città, nei momenti in cui lei, guscio privo di volontà, era sotto l'effetto di stupefacenti o di alcol. E ancora, era sempre Tabitha a danneggiare i mercanti, quando, pur di procurarsi di che vivere, attentava alle bancarelle di pane o di frutta e rubava ciò di cui più aveva bisogno, donandone una parte anche alla madre; la stessa madre che, dopo anni di disagiate condizioni, lui stesso trovò irrigidita sul pavimento, sgraziata nella forma nuda e nel volto, senza ormai alcuna emozione da poter esprimere. Non aveva più potuto reggere il peso della vita quando uno dei soliti marinai vagabondi l'aveva costretta a piegarsi ai suoi desideri con una violenza troppo forte da contrastare per le condizioni psicofisiche della donna. 
Tutti l'avevano sempre additato come colpevole di guai e di disgrazie a Porto Alghepoli, e questo solo perché era vivo - come se essere vivo fosse sinonimo di sciagura. Alla fine, Tabitha aveva capito: gli altri non si erano sbagliati. Cattivo, cattivo, cattivo fin nel midollo, ecco com'era Tabitha, che sfogava la sua rabbia repressa danneggiando gli altri, che rivendicava il diritto di esistere facendo del male. E poiché era malvagio, non rifiutò la proposta di Maxie di diventare un Magmatenente e di essere cattivissimo: chissà, eliminando le acque dal globo terrestre, come avrebbe fatto il suo caro papà a navigare ancora sul suo amato vascello; come mancare l'occasione di essere spietato anche - soprattutto - con lui?





 
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Ho cercato di essere almeno un po' più decentemente puntuale, rispetto al mio solito. Mi sto impegnando molto a scrivere, ma purtroppo il tempo a mia disposizione - anche per la lettura di altre FanFiction che mi piacerebbe continuare - è davvero scarso. Cercate di essere pazienti e, vi prego, abbiate pietà ahahah
In questo capitolo ho deciso di parlare di un personaggio che forse pochi conoscono - parlo del vecchio Tabitha del videogioco, non del nuovo: il nuovo è... Boh, non è Tabitha, l'hanno spacciato per Tabitha lol 
Ho provato ad immaginare le ragioni che l'hanno spinto a unirsi al Team Magma - un progetto così assurdo a parer mio, quello di Maxie -, e per vostra (o meglio, mia) grande gioia gli ho donato un passato tragico, il che da una parte mi rende originale e dall'altra un orribile mostro che ferisce i personaggi che utilizza - il che non è poi tanto falso eh
Che dire, i commenti e i consigli sono ben accetti: qualche nome di shipping o personaggi sarebbero graditi, scrivere 100 Challenge è un'impresa e non mi va assolutamente di sembrare ripetitiva con i protagonisti che userò. 
Grazie per aver letto e alla prossima,
Euphemia >.^

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Capitolo 3
*** 003. Intelligence ***


003Intelligence

{Lance / missing moments}

 
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Si guarda attorno cautamente, badando a ogni singolo passo mosso da tutti coloro - umani e Pokémon - che passano di fronte a quella a parer suo sospetta catapecchia di Mogania; non può essere una semplice coincidenza, il fatto che sia la più prossima delle abitazioni al Lago D'Ira, nelle cui acque l'affascinante quanto pericoloso Gyaridos rosso già da tempo prima aveva cominciato a creare un grande scompiglio. Riparato dalle ombre della sera, in quel vicolo buio, nessuno può accorgersi della sua presenza: il mantello scuro, poi, non fa altro che garantire ancor più la sua efficace mimetizzazione nelle tenebre. Si trova lì da ben quaranta minuti e non si è smosso nemmeno di un millimetro: i suoi occhi sono focalizzati lì, su quella strada quasi deserta, se non fosse per il raro passaggio di qualcuno - tra cui anche il ragazzino che aveva deciso di aiutarlo. Simbolo di una grande pazienza, questo: una delle abilità che aveva acquisito durante la sua infanzia e la sua adolescenza, quando era più frequentemente sottoposto agli allenamenti dei membri del suo Clan. 
Il sospetto scrutarsi attorno di un giovane vestito di nero, seguito dal suo frugarsi in tasca,  alimenta l'attenzione del Domadraghi, il cui sguardo acuto non si fa sfuggire nemmeno i minimi dettagli: riconosce il simbolo di ciò che cerca sul pass grigiastro stretto nella mano della Recluta, e quando quest'ultima si decide ad entrare nella casupola il Campione non può trattenere un sorriso.
Potrà anche essere uno solo, ma la sua sopraffina intelligenza gli consentirebbe persino di sconfiggere un'intera organizzazione criminale di fama internazionale - e questo, Lance, lo sa benissimo, perché conosce se stesso.
"Scacco matto, Team Rocket." 


 



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Mh.
.. Ebbene, ho deciso di scrivere questa Flash su Lance, perché ero fermamente convinta che l'unico a cui avrei potuto attribuire la parola "Intelligence" fosse proprio lui, il nostro caro Campione Domadraghi. <3 L'ho sempre trovato un bel personaggio; nell'anime non me lo ricordo bene, ma nel videogioco mi è sempre rimasto abbastanza impresso - specialmente per quei dannati dei suoi Pokémon che non riuscivo a buttare giù, porca miseria. Quindi, niente... Sono contenta che ad alcuni di voi piaccia l'idea di questa Raccolta, e ho già annotato i consigli che tutti voi mi avete dato - compreso quello dell'utilizzo di determinati personaggi, che probabilmente appariranno nelle prossime puntate (?) 
Insomma, se avete consigli o dritte da darmi non esitate, sono aperta a tutto - tranne alla maleducazione obv -, e se potreste dirmi qualche altro personaggio/pairing ne sarei più che felice, dato che scrivere cento capitoli autoconclusivi è un lavoro a mia detta tosto ahahah
Alla prossima e grazie per aver letto fin qui. <3
Euphemia >.^

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Capitolo 4
*** 004. Announce ***


004. Announce

{Ikarishipping / Dawn centric}


 


A casa della Coordinatrice non c'era mai stata più confusione che in quel giorno: la bluetta correva nervosamente su e giù per le scale, dirigendosi dalla sua camera alla cucina, dove la madre era intenta a cucinare la cena, e viceversa, con gli occhi lucidi, simbolo che preannunciava l'ennesimo imminente pianto. Dawn era disperata: quella mattina, dopo essersi svegliata, aveva deciso di andare a fare una passeggiata nel bosco vicino a Duefoglie, quello che circondava il meraviglioso Lago Verità, laddove si tramandava esserci il raro e nonché divino Mesprit. Eccitata all'idea di rilassarsi un po' sulla riva del Lago, aveva deciso di portare con sé anche il suo fidato amico, Piplup, l'unico che mai avrebbe potuto accompagnarla in una delle sue solite escursioni durante le quali l'unica regola vigente era il silenzio, per potersi godere fino all'ultimo la tranquillità che solo la fresca e rigogliosa verdura poteva trasmettere. Tuttavia, qualcosa era andato storto; la brezza leggera che le accarezzava delicatamente la candida pelle aveva procurato in lei il desiderio di addormentarsi, e pochi attimi dopo si era lasciata andare alle grazie di Morfeo. Al suo risveglio, il Pinguino non c'era più; l'aveva cercato dappertutto, in paese, nel bosco, e persino nella vicina città, a Sabbiafine. Nulla: non aveva trovato assolutamente nulla, nemmeno uno straccio di informazione. Era ricorsa a degli annunci, volantini improvvisati con il fanciullesco ritratto del Pokémon, ma ormai si era fatto buio, e nessuno si era ancora presentato alla porta di casa per riportarglielo indietro. 
Aveva pianto più d'una volta, all'idea che, forse, il suo caro Piplup fosse perso per sempre. Stava quasi per perdere le speranze, quando all'improvviso il familiare e confortante rumore del campanello di casa arrivò alle sue orecchie come una dolce melodia.
"Ho visto il tuo annuncio," la voce scura del viola l'accolse inaspettata. "quando l'ho visto ero sicuro che fosse proprio lui." 
Paul stringeva tra le braccia il Pinguino addormentato, rannicchiato contro il suo petto caldo e confortante, nonostante l'apparente durezza del suo gelido cuore. Stavolta, le lacrime che bagnarono le gote di Dawn erano di gioia: non poté evitare di buttargli le braccia al collo, così felice com'era. Il successivo bacio sulla guancia, ricompensa dell'annuncio - solo per lui, ovviamente -, colse di sorpresa l'Allenatore, tanto che non riuscì a trattenere il rossore. 






Visualizza l'immagine a schermo interoNote dell'autrice
Ok, mh... Penso abbiate notato che questo capitolo sia un pochino diverso rispetto ai precedenti pubblicati; se negli altri ho cercato di marcare di più sull'interiorità dei personaggi, qui invece ho presentato una shipping legata a una vicenda - cosa che farò più spesso per evitare che le storie siano tutte uguali e di conseguenza ripetitive e di conseguenza noiose. Non ho molto da dire, se non che Announce è un capitolo abbastanza "semplice" e dai non profondissimi significati (?), con un collegamento al tema principale abbastanza WTF - a proposito, ringrazio la dolce Ely per avermi consigliato di scrivere su questo immaginario episodio. <3 Spero che nonostante tutto vi sia piaciuta; naturalmente non anticipo il tema e il personaggio/shipping del prossimo capitolo, ma vi annuncio di averlo già scritto (finalmente, c'è voluto un sacco di tempo) e che quindi pubblicherò a breve - aspetto un po' per fare suspense. (?)
Ebbene, torno a leggere le Cosmicomiche di Calvino e a studiare le funzioni goniometriche di matematica, altrimenti domenica la passo a studiare tutto, ahahah
Se avete suggerimenti, consigli o quant'altro, non esitate a contattarmi! Grazie a chi è giunto fin qui e chi segue questa raccolta!
Alla prossima,
Euphemia >.^



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Capitolo 5
*** 005. Day ***


005. Day

{N / missing moments / childhood}



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"Cosa sono gli umani?"
Eri piccolo quando, per la prima volta, ti sei posto questa domanda, senza ottenere subito una risposta; giorno dopo giorno, ti divertivi a spiarli nascosto tra i cespugli o dietro gli alberi del bosco vicino al tuo castello, laddove tuo padre, Ghecis, ti teneva quasi segregato, lontano dal mondo e dalle abitudini degli uomini. Se tu gli avessi accennato anche una singola volta della tua grande e incolmabile curiosità, probabilmente non ti avrebbe nemmeno permesso di uscire dalla tua cameretta; certo, vivevi in una reggia maestosa, così elegante, così ricca, e tuo padre ti diceva che nulla ti sarebbe mancato. Lui, però, non aveva capito proprio nulla di te. 
Amavi i Pokémon: la loro amicizia era indispensabile, ti tenevano compagnia nei momenti di solitudine, ti consolavano quando Ghecis ti trattava con severità - quasi sempre, in pratica -, ti facevano sentire importante, amato. Cos'era, allora, quel vuoto che sentivi dentro di te? 
Eri incoscente, ma fin da bambino cercavi il contatto con la civiltà - una civiltà che non era quella dei Pokémon, alla quale, anche se l'avresti così tanto desiderato, tu non appartenevi. Osservavi gli Avventurieri e gli Allenatori di nascosto, ma non eri mai tanto audace da mostrarti a loro; e proprio allora ti chiedevi, sconsolato, in armonia con la natura ma non con te stesso, quando sarebbe arrivato il giorno in cui il vuoto nella tua anima sarebbe stato colmato, quando finalmente avresti trovato il coraggio di farti avanti e di sconfiggere il dissidio interiore che ti lacerava il petto. 






Visualizza l'immagine a schermo interoNote dell'autrice
Ok, in realtà non mi ero accorta del tempo che scorreva, ma avevo già scritto un sacco di tempo fa questo capitolo. E vbb, capita. *evita pomodori*
Ringrazio stardust94 per avermi consigliato di scrivere un capitolo su N; ho scelto questo prompt per lui perché mi sembrava il più adatto. N è un bel personaggio, sviluppare la sua psicologia è stato un po' difficile, ma alla fine ce l'ho fatta - o meglio, spero di avercela fatta. L'OOC è il mio peggior nemico, ma lo temo fin troppo forse. :(
Vi ringrazio per aver letto fin qui, spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto! Come al solito, accetto consigli di miglioramento/di personaggio o ship da utilizzare e sono disponibile a eventuali domande o a dialoghi! (A differenza di quanto molti dicano, non sono così tanto asociale!) 
A presto,
Euphemia >.^

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Capitolo 6
*** 006. Murder ***


006. Murder  

{Commander Saturn / Elite Aaron / what if? / AU} 










Sapeva benissimo di essere spacciato; solo, non avrebbe mai immaginato che a dargli la morte sarebbe stato proprio lui, l'amico d'infanzia che mai avrebbe dimenticato, di cui neanche sotto tortura avrebbe mai sospettato. 
Aaron non riusciva più a muoversi. Il suo corpo era pesante quanto un macigno, i muscoli non rispondevano quasi più ai comandi inviati dal sistema nervoso, anch'esso fin troppo consumato dal sovrumano sforzo di quell'ultima battaglia. Steso a terra tra le macerie dei muri lì attorno danneggiati dalla potenza delle armi da fuoco, respirava affannosamente e stringeva nella mano destra la Pokéball del suo fidato Beautifly, compagno di una vita, stramazzato anche lui al suolo qualche metro più distante. Prima che colui che si stava avvicinando - che destino, proprio lui! - gli togliesse violentemente la vita, Aaron tentava disperatamente di distruggere la sfera bianca e rossa nel tentativo di liberare Beautifly una volta per sempre, salvandolo dalle grinfie del famigerato quanto pericoloso Team Galassia. 
"Non credo ci riuscirai." 
La voce acuta del blu, la cui ombra ormai copriva completamente il Re dei Coleotteri, richiamò l'attenzione di quest'ultimo, accortosi solo allora quanto il Comandante in seconda del Team Galassia fosse cresciuto nel corso di quegli anni durante i quali i due si erano completamente persi di vista. 
Aaron alzò lo sguardo: i suoi occhi verdi si incontrarono con quelli profondi come l'oceano di Saturn, che lo osservava con quell'aria fredda e distaccata, in parte tipica di lui da quando era un bambino. Ma da quando era diventato così spietato? 
Il verde dischiuse le labbra, dalle quali ne uscì un debole sibilo, intervallato da colpi di tosse e gemiti di dolore.
"Beh, bravo, questa volta mi hai sconfitto, per la prima volta in vita tua. Solo che hai usato la violenza." 
Il blu non si scompose minimamente; continuò a guardarlo con freddezza, senza neanche proferire una sola parola. In mano stringeva una pistola, una delle tante con le quali aveva commesso pochi attimi prima i più atroci crimini, sotto l'incredula e allo stesso tempo terrorizzata vista del primo Superquattro della Lega di Sinnoh. Come se fosse una gelida macchina, il giovane Comandante alzò il braccio, rivolgendo la canna della pistola verso il vecchio amico d'infanzia. Certo, Aaron era spaventato, ma lui era Saturn; era una delle persone alle quali voleva più bene in assoluto, dal profondo del suo cuore.
"Non avrei mai immaginato di poterti rivedere così, in una situazione come questa." disse, guardandolo dritto negli occhi blu.
Saturn rimase in silenzio. Nel mentre, fermò il braccio non appena la pistola incontrò la retta immaginaria sulla quale avrebbero viaggiato le sue pallottole, scontrandosi poi con il petto caldo del verde, che intanto rivolse un ultimo sguardo a Beautifly.
"Perché, Saturn?"
Il Comandante prese la mira. Premette il grilletto - forse, con una sola piccola esitazione - e la pistola sparò un colpo. 






Visualizza l'immagine a schermo interoNote dell'autrice 
Beh, questo capitolo parla di una situazione molto improbabile, è vero: quando mai Saturn e Aaron si sono mai parlati e tanto meno guardati in faccia? Però, non so né come né perché, ma mi piace pensare che questi due fossero amici d'infanzia. Tanto tempo fa avevo scritto addirittura una Long (che avevo quasi finito, miracolo) sull'infaniza di Saturn e di Aaron, ma so bene che 'sti due personaggi vengono calcolati solo pochissimo, e la cosa sinceramente mi dispiace. A parer mio, sono dei personaggi molto belli: inutile dire che Saturn è il mio cattivo Pokémon preferito, mentre Aaron è il mio Superquattro preferito. Penso lo avevate già capito, ahahah 
Che dire... Non so davvero chi avrà il coraggio e l'interesse di leggere questo capitolo, perché è una cosa molto crack (sia chiaro che non si tratta di una coppia amorosa, comunque), e quindi boh, a me piace il crack. c: Spero in ogni caso che vi sia piaciuta, perché ci tengo tantissimo a questi due! Se avete consigli o richieste, non esitate a contattarmi. <3
A presto!
Euphemia >.^

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Capitolo 7
*** 007. Sad ***


007. Sad

{Wally / childhood / missing moments / Pre!Trainer}



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Quel giorno, come al solito, Wally era malato. Durante la notte era stato colpito da tremende convulsioni e solo fortunatamente era riuscito a urlare affinché qualcuno potesse venirgli in aiuto: se fosse passato solo un altro po' di tempo, probabilmente, la mattina seguente si sarebbe trovato in un letto d'ospedale con una flebo attaccata al braccio. Wanda era subito accorsa dal fratellino cercando disperatamente di fermare quell'atroce tortura che il suo debole corpicino stava subendo; poi, erano arrivati i genitori, e le cose si erano sistemate per il meglio. 
Pensavano che dormisse tranquillo quando, dopo essersi rassicurati del fatto che Wally stesse bene, il papà e la mamma si erano messi a discutere sulle sue gravi condizioni di salute.
"Povero bambino... Ha solo sette anni ed è così fragile!"
Wally aveva pianto. Aveva fatto attenzione a non far sentire i suoi singhiozzi, soffocandoli nel caldo cuscino, ma non era riuscito a controllare la copiosità delle lacrime che gli scorrevano sul volto; sicuramente, pensò, avrebbe dovuto prendere una medicina persino per la conseguente scarsità di liquidi. Il triste sentimento che albergava nel suo cuore gli rendeva l'infanzia malinconica, oltre che quasi invivibile per colpa di quella sua stupida scarsa resistenza fisica: molto spesso, durante i numerosi giorni che trascorreva rinchiuso in camera, guardava le trasmissioni televisive sui Pokémon e sulle battaglie che si tenevano una volta l'anno alla Lega  di Hoenn. Ogni volta, Wally ne rimaneva affascinato; il suo più grande desiderio era quello di avere un amico con cui passare il tempo, un Pokémon dolce e di cui lui potesse occuparsi - per la prima volta, dato che era sempre stato lui stesso ad essere oggetto di cure. Avrebbe tanto voluto diventare un Allenatore di Pokémon, andare in giro per la regione a combattere con il suo fidato compagno, partecipare alla Lega e vincere tante medaglie, ma era ben consapevole che tutti i suoi tanto agognati sogni non sarebbero mai potuti essere realizzati, ed era tutta colpa del suo corpo e delle sue malattie.
Era solo un bambino, ma il cuore di Wally si era ormai già spezzato, al solo pensiero di essere destinato a una vita triste e solitaria e trascorsa alla luce di una lampada, e non a quella del sole.






Visualizza l'immagine a schermo interoNote dell'autrice
Ho fatto passare un po', ma alla fine ho deciso di aggiornare oggi, perché nei prossimi giorni proprio non avrò modo di fare un bel niente (che la scuola sia maledetta per sempre). Ho deciso di dedicare questo capitolo a Wally, alias Lino, un personaggio che ho sempre trovato molto carino e tenero, e per cui mi è sempre dispiaciuto, dato che è sempre malaticcio. Ho pensato che questo prompt si adattasse proprio a lui, perché mi ha sempre dato un'aria un po' triste: insomma, chi non lo sarebbe, se si fosse costretti a mandare giù medicine di ogni tipo? E quindi, ho pensato al suo passato, al fatto che mai si sarebbe aspettato, un giorno, di poter avere l'opportunità di viaggiare con il suo caro Ralts e di avere tanti nuovi compagni, ed è uscito questo capitolo... In realtà, mi sento parecchio irrequieta su quello che ho scritto. Non so, c'è qualcosa che non mi convince, forse nella forma... Quindi vi chiedo, se avete notato anche voi questo qualcosa, e se capite cosa sia, di farmelo presente, così da poter rimediare subito! Vi ringrazio tanto per continuare a seguire la mia Raccolta; naturalmente, pareri e consigli di miglioramento o riguardo a personaggi/pairing da utilizzare sono ben accetti! Sto continuando a scrivere e quelli che già mi sono stati consigliati arriveranno, prima o poi! <3
Beh, che dire, spero che comunque il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!
Euphemia >.^

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Capitolo 8
*** 008. Plan ***


008. Plan

{Hardenshipping / Maxie centric / missing moments} 


 
 
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È l'ennesima volta che Maxie si cimenta nella stesura del suo nuovo progetto, quello con cui, finalmente, riuscirà a spuntarla una volta per tutte su quel maledettissimo e rognosissimo Team di sfacciati, rudi e soprattutto cafoni marinaretti, scaricatori di porto della peggiore razza: una banducola da quattro soldi messa su da impertinenti creature di mare - mai li chiamerà "uomini" -, volgari  e stupidi guastafeste che, malauguratamente per lui, non hanno nulla da fare se non mettergli sempre i bastoni tra le ruote, con la loro insensata fissa per l'acqua. Ah, ma questa volta sarà proprio lui, Maxie, assieme ai suoi fidati e seri compagni, ad avere la meglio. Certo, se solo riuscisse a completare quel dannato disegno... 
La mina della matita si spezza improvvisamente, provocando un'orrida sbavatura grigia su tutto il foglio. Maxie sospira; anche la sua infinita pazienza ha un limite, e sa benissimo che sta per andare in escandescenza, esattamente come un vulcano sul punto di eruttare. C'è qualcosa che lo disturba, che lo rende nervoso fino al punto di perdere la concentrazione, lui che è sempre stato definito come l'uomo più cinico e coscienzioso presente sulla faccia della Terra. 
Maxie sa benissimo di cosa si tratta, ma non vuole ammetterlo: d'altronde, non potrebbe mai e poi mai cedere al suo nemico numero uno, preferirebbe piuttosto la morte. Eppure, quella faccia da schiaffi abbronzata dal sole, quella barba ispida e parecchio rozza cresciuta senza un ordine ben preciso, quel suo sguardo fiero come un'onda selvaggia non possono abbandonare la sua mente stanca, che non riesce assolutamente a farsi una ragione del fatto che, forse, Archie non è poi così malaccio. Non può sopportarlo, né lui, né il suo comportamento irruente e burrascoso come una tempesta in alto oceano - che odio, l'oceano, poi! -, ma c'è qualcosa, in quegli occhi scuri come le profondità della terra, che inevitabilmente lo attrae, facendogli per un attimo dimenticare il cattivo sangue che scorre tra loro. 
Lo sfacciato ghigno di Archie gli balena in mente e subito Maxie scuote furiosamente la testa, nel tentativo di scacciarlo una volta per tutte dai suoi pensieri.
Ma perché proprio lui?!
Poco male. Non importa quanto i possenti muscoli di Archie possano ricordargli le rocce che tanto adora, così forti e affascinanti: Maxie riuscirà a sconfiggerlo, togliendogli la sua preziosa acqua per sempre. Lo farà suo schiavo.
Schiavo della terra. 






Visualizza l'immagine a schermo interoNote dell'autrice
Ebbene, miei cari, anche in questo caso aggiorno adesso perché queste altre due settimane non ho assolutamente tempo. O meglio, questa settimana ho un compito o un'interrogazione (se non più) al giorno, e la prossima parto per la Sicilia in gita scolastica, quindi suppongo che avrò pochissimo internet e soprattutto pochissimi attimi di libertà. Ma va beh, che ho poco tempo non è una novità, quindi la pianto di annoiarvi con le mie disgrazie. 
Questo capitolo è sull'Hardenshipping, e ne approfitto per ringraziare la mia cara StagTree per avermi consigliato questa coppia, che personalmente trovo molto carina. <3 Anzi, vorrei proprio dedicarle questo capitolo, ringraziandola tantissimo per seguire questa raccolta e aiutarmi a migliorare! <3 
Ho fatto riferimento principalmente al Maxie del vecchio videogioco, in quanto non ho ancora provato a giocare ai nuovi remake, quindi spero di non essere andata OOC: ho sempre immaginato Maxie come un tipo risoluto, freddo e sotuttoio, di conseguenza in questa storia mi è uscito così... Mi auguro che vi sia piaciuto! Adoro i Team Rivali (difatti ho scritto una raccolta sul Team Rocket e attualmente sono bloccata alla Raccolta sul Team Idro & Magma spamistheway), perciò i personaggi mi affascinano moltissimo, eheh. <3 
A presto, si spera! E ringrazio chiunque sia arrivato fin qui. <3
Euphemia >.^


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Capitolo 9
*** 009. Ill ***


009. Ill

{Pokéshipping / Misty's POV / what if? / probably Ash's OOC}



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Era la prima volta che accadeva una cosa del genere. Voglio dire, sono io quella che tende a scaldarsi per un nonnulla - e lo ammetto, le mie manifestazioni di rabbia a volte potrebbero anche sembrare eccessive -, ma non mi sarei aspettata che proprio lui, Ash Ketchum, potesse prendere parte a quella che chiamano una vera e propria rissa, cominciata per colpa di quell'idiota di Gary. 
Erano solo passati pochi minuti da quando Ash era uscito dalla palestra di Vermilion City; aveva finalmente vinto la sua tanto agognata medaglia, dopo aver combattuto duramente contro quello scimmione di Lt. Surge, ed era così felice, glielo si poteva leggere in faccia. Poi era arrivato Gary. In realtà in quel momento ero andata un attimo a comprare qualcosa per il piccolo Togepi, e una volta tornata erano passati solo brevissimi istanti da quando quel pallone gonfiato del nipote del Professor Oak aveva dato uno strattone ad Ash, strattone che si era tramutato subito dopo in una zuffa. Non conoscevo il motivo di tanto astio; certo, Gary si comportava come un perfetto rompiscatole - e gliel'avrei spaccata volentieri io, la faccia -, ma Ash l'aveva sempre sopportato con pazienza. Beh, ognuno ha i suoi limiti, mi ritrovai a pensare quel pomeriggio, mentre preparavo insieme a Pikachu del the caldo per il suo Allenatore. 
Dopo il pestaggio con Gary, Ash si era preso una bella febbre alta. D'altronde, c'era da aspettarselo: aveva cominciato a piovere a dirotto, e per separare quei due persino Lt. Surge si era dovuto mettere in mezzo. 
Spensi il fuoco del fornello e versai l'acqua bollente in una tazza, dove Pikachu aveva già provveduto a metterci zucchero e bustina alla Baccapesca, la preferita di Ash. Un sorriso mi scappò quando Togepi insistette per poter girare il contenuto del recipiente, cosa che gli lasciai fare. Quando ebbe finito, afferrai la tazza e, con un sospiro, mi diressi verso la stanza del rifugio che eravamo riusciti a trovare laddove si trovava Ash. 
"Mi raccomando, prenditene cura", mi aveva detto Brock prima di andare in città a comprare delle medicine. "Preparagli un the, così si sentirà subito meglio".
Ma che cavolo, non se lo poteva preparare da solo, quel cretino?!, pensai sbuffando, mica è in punto di morte!
Prima di entrare nella stanza, bussai. Solo una volta che ebbi sentito un "Avanti!" mi decisi ad aprire la porta. 
"Oh, Misty," fece lui, imbacuccato nel letto "mi hai portato il the?"
"Certo, idiota! A differenza tua, io so cucinare!" 
Porsi la tazza ad Ash, ma prima che potesse afferrarla, lo fermai immediatamente.
"Attento, è bollente! Vuoi ustionarti le mani, per caso?!" 
A quel mio ammonimento, Ash sussurrò un distratto scusa; dopodiché, messosi seduto con la schiena appoggiata al cuscino, cominciò a bere lentamente il liquido caldo che io, Pikachu e Togepi avevamo preparato. Solo quando alzai lo sguardo verso di lui mi accorsi che mi stava fissando con un sorriso stampato sulla faccia. Mi sentii stranamente nervosa.
"C-Che c'è?!" 
"Niente." rispose lui pacatamente, sempre continuando a sorridermi. "Questo the è davvero delizioso. Grazie mille, Misty!" 
Sentii improvvisamente le guance avvampare; poi, mi voltai da un'altra parte, per nascondere il rossore sul mio viso.
Quello scemo!






Visualizza l'immagine a schermo interoNote dell'autrice
Ebbene sì, la scuola è quasi finita e io sono tornata dopo un breve periodo di assenza. In effetti, anche la settimana prossima sarà un inferno per me - e voi penserete: "Ma è Giugno! Chi fa fare interrogazioni l'ultima settimana di Giugno?" Beh, a quanto pare esistono dei mostri egoisti e senza cuore che invece vogliono rovinarti la vita fino all'ultimo. 
Comunque, questo capitolo è dedicato a una delle mie indiscusse OTP, la Pokéshipping. <3 Io amo la Poké, è così dannatamente canon e dolce! Per me Misty è e sempre resterà l'unica potenziale fidanzata di Ash. (No, Serena non lo sarà mai, Serena ha già Calem e Shauna e Trevor come ammiratore, quindi enough) <3
In realtà questo capitolo è venuto un po' più lungo del solito... Però spero vi piaccia! Ho pensato che Ash potrebbe essere un po' OOC perché pensandoci non prenderebbe mai a mazzate Gary, paziente com'è. Fatemi sapere per eventuali consigli e opinioni! E se volete consigliarmi qualche altro personaggio/pairing per i successivi prompt... Quelli da voi già fornitemi sono già stati assegnati, comunque, dovrete solo aspettare un po'. c': 
A presto!
Euphemia >.^ 

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Capitolo 10
*** 010. Secret ***


010. Secret

{Penguinshipping / Kenny's POV / Pre!Confession}



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Ogni volta che la guardo, il mio cuore fa un tuffo. È una strana sensazione; è come se perdesse un battito, per poi riprendere a martellarmi furiosamente nel petto. Quando mi sta vicino, o mi rivolge la parola, mi comporto da sbruffone solo per non farle notare che, in realtà, in quel momento vorrei tanto avvicinarmi a lei e cingerle la vita con le mie braccia, così da poterle osservare quei meravigliosi occhi blu oltremare e baciarle le labbra che sogno da quando per la prima volta mi sono accorto dei miei sentimenti per lei, nei vecchi tempi in cui andavamo insieme all'asilo di Duefoglie. Durante le gare, non mi perdo nemmeno un minuto della sua performance: vedo i suoi capelli muoversi armoniosamente attorno alle sue spalle, lo splendido sorriso dipinto sul suo volto, la grazia nei suoi gesti, quando dà ordini ai suoi Pokémon... A volte penso che solo allora posso considerarmi davvero felice.
"Kenny!" 
Mi risveglio dai miei pensieri quando sento una soave voce cristallina, quella che riconoscerei tra mille: Dawn è di fronte a me, incantevole come sempre, infilata in quel grazioso vestito rosa che risalta ancora di più la sua inequiparabile bellezza. Il sorriso gentile che mi rivolge accentua il rossore sulle mie guance. 
"Tocca a te, è il tuo turno." mi dice, poggiandomi una mano delicata sulla spalla. "Batteremo quell'antipatica di Ursula!"
Abbasso lo sguardo per evitare che mi veda in pieno viso, ormai completamente in fiamme; non sopporterei di fare una figuraccia del genere. Le rivolgo uno dei miei ghigni sicuri, le mie iridi color pece si immergono un attimo in quell'oceano blu di fronte a me, per farle un semplice, innocuo occhiolino.
"Certo, Dee Dee!" 
Prima di darle l'occasione di replicare, mi distanzio da lei e corro lungo il corridoio che porta nella grande sala dove si tengono le esibizioni. Sento già il solito verso di stizza di Dawn, seguito da un'esclamazione indispettita.
"Ehi! Ti ho detto mille volte di non chiamarmi così!"
Non riesco a trattenere una risata, che però cerco di mantenere sommessa. 
Ti impressionerò, Dawn. Ma per ora, resta solo un mio segreto. 






Visualizza l'immagine a schermo interoNote dell'autrice
Tipo che ci ho messo più di due mesi per aggiornare, ma okay. Non ero molto convinta su questo capitolo, e non lo sono tutt'ora: penso che non soddisfi né le mie né le vostre aspettative, ma davvero, mi sono bloccata qui. Cioé, per quel che riguarda questo prompt: dei successivi ho già scritto un paio di capitoli. 
Comunque, tornando a questo capitolo: nonostante sia una Cavaliershipper convinta, la Penguin non mi dispiace neanche un po'; trovo Kenny tanto tenero, nonostante sia uno sfigatello in confronto al grande e sommo Gary Oak, e Dawn è super shippabile con quasi tutti i personaggi dei Pokémon - maschi o femmine che siano. (State parlando con un'anche convinta Oystershipper, eh) <3 
Non nascondo di aver avuto delle difficoltà nella stesura di questo capitolo: l'ho scritto più volte, eppure non mi ha mai convinto appieno. Di conseguenza, davvero, accetto qualsiasi tipo di critica - che però mi sia porta in maniera educata - e sarei ben felice di sentire dei consigli che possano aiutarmi a migliorare e a rendere questo capitolo più bello (d'altronde, penso di essere una totale frana con la narrazione presente in prima persona). Adoro la Penguin, penso che si meriti le stesse cure (da parte mia) di tutti i capitoli precedenti. cvc 
Che altro dire... Vi ringrazio di aver letto fin qui! <3 Aggiornerò a breve, sperando di non deludervi con i prossimi capitoli. <3
A presto,
Euphemia >.^

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Capitolo 11
*** 011. Behind ***


011. Behind

{Diantha / what if? / past memories}



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Ricordi ancora, quando ripensi al passato, i momenti trascorsi nella tua cameretta buia, l'unica a cui hai davvero permesso di assistere ai tuoi pianti e alla tua disperazione. Spesso ti rannicchiavi sul letto e stringevi forte a te il cuscino bianco di tua nonna, la donna che più al mondo ammiravi e colei che ti aveva lasciata proprio nel momento del bisogno - ma non gliene facevi una colpa, nonostante vedere il cancro portarsela via ti avesse distrutto il cuore in miliardi di piccoli frammenti. Permettevi a quel freno che dimorava nella tua anima di sciogliersi e lasciavi che le tue calde lacrime sgorgassero dai tuoi grossi occhi color ghiaccio e  scorressero sulle tue guance pallide, stando però attenta a non dar voce ai lamenti che ti squarciavano il petto, desiderosi di fuoriuscire dai polmoni con una violenza tale che a fatica riuscivi a trattenerli. Tutt'ora detesti mostrare i veri sentimenti che attanagliano il tuo cuore: per te non sono che preziose gemme della tua intimità e come tali non vanno donate a nessuno, se non a te stessa. E come adesso, durante i bui tempi della tua adolescenza proteggevi le tue emozioni con tutte le tue forze, persino dalla tua famiglia; non volevi far loro vedere le tue debolezze, non volevi essere giudicata anche da loro, le persone per te più importanti in assoluto. Sapevi di essere destinata ad essere sola, ma pensavi che fosse meglio così: d'altronde, imprigionata dietro quel titolo di Duchessa, il tuo futuro non sarebbe stato molto diverso anche prendendo la strada opposta a quella che allora avevi scelto. Non mostravi mai il tuo vero volto, dietro le molteplici maschere che ti eri abituata ad indossare, pur di proteggerti dal mondo intero, che mai si dimostrava sincero nei tuoi confronti; la recitazione è sempre stata la tua vita e l'ami con tutto il tuo cuore.
Diantha, hai sempre saputo quale sarebbe stato il tuo destino: e trovi amaramente buffo pensare che anche adesso, che sei diventata una stella del cinema, ti nascondi sempre dietro qualcosa - dietro ai riflettori. 






Visualizza l'immagine a schermo interoNote dell'autrice
All'inizio, la prima volta che l'ho incontrata, Diantha non mi è stata particolarmente simpatica. Avevo ancora il ricordo di Cynthia (alias Camilla in italiano) nel cuore, e vedere un'altra Campionessa... Insomma, sì, avete capito. (Fra parentesi, Iris per me non è manco una Campionessa, non la sopporto e penso che mai riuscirò a sopportarla Però, dannazione. Ho dovuto ricredermi subito sul mio conto, quando ho rincontrato Diantha più volte nel gioco. L'impressione che mi ha dato è stata quella di un personaggio gentile e aggraziato, ma dopo mi ha fatto riflettere. Non so se si merita l'OOC in questo capitolo, ma io ho interpretato così la sua personalità, anche perché mi è sempre sembrata un personaggio che non si mostra affatto. Intanto, comunque, ringrazio Morning Musume per avermi consigliato di scrivere su di lei - sappi che mi hai fatto amare Diantha ancora di più. <3 
Naturalmente se avete dei consigli su qualche altro personaggio/pairing su cui scrivere sarei ben felice di accettare le vostre proposte! Ringrazio inoltre chiunque sia arrivato a leggere fin qui!
Alla prossima!
Euphemia >.^


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Capitolo 12
*** 012. Want ***


012. Want 

{SoulSilvershipping / soft!mature}



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È notte; la stanza è immersa nell'oscurità, squarciata solo da qualche estraneo raggio della luna crescente. L'unica compagnia che il luminoso pallore lunare può permettersi è il silenzio, che regna sovrano nell'angustio spazio che, per Lyra e Silver, in quel momento, rappresenta il mondo intero - quello in cui vogliono vivere, insieme. 
Sembra non esistere più null'altro attorno a loro: le quattro pareti buie sono gli unici confini del loro piccolo universo, immerso in chissà quale vuoto cosmico del quale a nessuno dei due davvero importa qualcosa; i loro vestiti sgualciti e buttati a casaccio in giro per la stanza richiamano la passione che lega i due corpi nudi aggrovigliati sul letto della ragazza dai capelli castani, le cui codine sono state sciolte poco fa dal suo amante - anche se, in realtà, Lyra non sa dire esattamente quanti minuti sono trascorsi da quando Silver l'ha stretta in un caldo abbraccio e l'ha baciata all'improvviso, senza la benché minima esitazione. 
Il silenzio è la melodia del loro valzer: si muovono armoniosamente sotto le lenzuola, senza staccarsi mai l'uno dall'altra. Silver ha sempre voluto Lyra, dal primo momento in cui l'ha vista, quando entrambi erano solo poco più di due bambini, il cui destino era già scritto nelle stelle sotto le quali il ragazzo dai capelli rossi, solo da poco tempo, aveva deciso di confessarle il proprio amore. Silver brama la sua pelle bianca e pura, le sue labbra sottili, il suo sguardo pieno di passione - quello che lei già adesso gli rivolge, in ogni istante della loro silenziosa danza. 
Lyra giace sotto di lui, con le gambe strette attorno alla sua vita e le unghie conficcate nella sua schiena muscolosa, e sembra ancora incerta come una ballerina per la prima volta sulle punte quando Silver decide di accellerare il loro ritmo; eppure, nonostante tutto, sceglie ancora una volta di seguirlo, fiduciosa nella persona alla quale ha concesso tutta se stessa - anima e corpo. Silver la sente gemere e adora quel canto soave, che va ad arricchire ancor più meravigliosamente l'armonia semplice del silenzio notturno; la vuole di più, sempre di più, ma il suo puro amore non permette al desiderio di accecare la sua mente: il solo pensiero di poterla ferire lo spaventa più della stessa morte. 
A Silver tutto pare come in un sogno - stenta a credere che persino le sue ardenti emozioni siano reali: eppure Lyra è lì, e lo ama, e di questo lui ne è certo. Un pensiero vago, ma abbastanza forte da indurlo a stringere la castana ancor più forte al suo petto, gli balena in mente, e per un attimo sente il suo cuore sprofondare nel più bel sentimento che lui mai abbia provato: Lyra è sua. Non permetterà a nessuno di portargliela via. 
Lui la vuole, per sempre. 






Visualizza l'immagine a schermo interoNote dell'autrice 
E questo è il motivo per cui ho messo il rating arancione. Amici cari, la variatio è fondamentale in una raccolta di 100 prompts, mi devo pur conformare ai vari stili e alle varie trame, non trovate? 
Ebbene, la SoulSilvershipping è una coppia che io adoro. Cioè, non sono dannatamente carini? Okay che detto sinceramente a me Silver piace anche con Gold e Lyra mi piace anche con Eusine, ma hey- è la prima scena un po' così che scrivo, abbiate pietà, ho avuto ispirazione per questa ship. (PreciousMetalshipper e Ginsuishoushipper, non disperate: ce ne sarà anche per voi. <3) 
Mi spiace dover aggiornare solo di rado, ma sto avendo dei problemi con la scuola e praticamente con tutto il mondo - poi si chiedono perché odio la gente ma ok 
E niente, spero di aggiornare prima la prossima volta e spero che questa Flash vi sia piaciuta! Alcuni periodi sono lunghi, ma non me la sono sentita di spezzarli. Se volete consigliarmi qualche pairing/personaggio fate pure! 
A presto!
Euphemia >.^

 

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Capitolo 13
*** 013. Stranded ***


013. Stranded

{Steven & Wallace / light!Originshipping / pre!ORAS} 



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Ecco, lo sapeva. Si era perso. 
Steven sospirò, sedendosi su una roccia e appoggiando il gomito sul ginocchio. Quel pomeriggio del suo sedicesimo compleanno aveva deciso di intraprendere una delle sue solite escursioni; suo padre gli aveva detto di rinunciare, quel giorno, dato che la sua famiglia aveva organizzato una festa in grande stile con chissà quanti invitati, ma Steven non l'aveva nemmeno ascoltato e, dopo aver preso una torcia e la Pokéball di Skarmory, si era recato a Dewford Town con l'intento di visitare la famosa Stone Cave. Non ci era mai stato prima; si era ripromesso, sin da quando aveva incominciato ad avere una grande passione per l'archeologia e per la mineralogia, di esplorarla solo il giorno del suo sedicesimo compleanno, e quel giorno era finalmente arrivato. Con l'aiuto della piccola torcia che aveva portato con sé, aveva attraversato antri bui e infestati da Pokémon selvatici, fino, poi, a giungere alla tanto agognata grotta di cui tantissimi Avventurieri gli avevano parlato. Steven aveva dovuto dar ragione a ognungo di loro, una volta che aveva osservato l'antico affresco raffigurante le maestose figure di Groudon e Kyogre: era meraviglioso. Se fosse stato per lui, il giovane Allenatore sarebbe rimasto lì per un'infinità di tempo, a rimirare ogni singolo dettaglio di quel capolavoro della storia di Hoenn; suo padre, però, l'avrebbe certamente sgridato, se non fosse ritornato in tempo a Rustboro City, e così aveva tentato di ritrovare l'uscita. 
Il problema, però, era che non ci riusciva.
Era la prima volta che una sua escursione lo metteva così tanto in difficoltà: d'altronde, non aveva mai avuto problemi esplorando territori a lui sconosciuti, nei pressi di casa sua. Questa volta, però, era diverso: Dewford Town non era poi così vicina alla sua città natale. 
Steven era ritornato nella grande grotta dell'affresco, pensando a una soluzione mentre continuava a rimirare la meravigliosa opera d'arte. Se non fosse stato per quella festa, non sarebbe incappato in quell'enorme problema di dover rientrare a casa il prima possibile. E poi, a lui non piacevano le grandi feste come quelle che organizzava la sua famiglia: non aveva tanti amici e già sapeva che la maggior parte degli invitati sarebbero state persone che conosceva solo ed esclusivamente suo padre. Steven detestava quella situazione; una volta cresciuto, sarebbe voluto andare lontano da Rustboro City e dalla ditta di suo padre - forse nella stessa Dewford Town, oppure nella splendida Mossdeep City, dato che andava matto per le isole o per i piccoli arcipelaghi. 
Mentre faceva queste considerazioni e pensava a quanto fosse ingiusto il fatto di dover essere costretto a festeggiare con gente a lui sconosciuta, un rumore di passi attirò la sua attenzione; preso alla sprovvista, nella solitudine della grotta, Steven si alzò di scatto dalla roccia sulla quale si era seduto e si voltò, solo per incrociare il suo sguardo con quello del ragazzo di fronte a lui. Cacciò un sospiro di sollievo, quando vide di chi si trattava. 
"Wallace, che ci fai qui?" 
Il giovane Allenatore dai capelli acquamarina gli sorrise gentilmente, come era sempre solito fare con il suo migliore amico.
"Tuo padre mi ha detto che eri venuto qui. Era preoccupato per te." 
"Sto bene." 
"Ah, sì? Non è che ti eri perso?" 
Steven girò il volto dall'altra parte, tentando di nascondere la vergogna di essere stato colto sul fatto che gli aveva imporporato le guance. Wallace ridacchiò, avvicinandosi a lui e porgendogli il palmo. 
"Su, andiamo. La festa comincerà solo tra un'ora." 
L'Allenatore dagli occhi color ghiaccio ricambiò il sorriso di Wallace; ogni volta era lui a tirarlo fuori dai guai con i suoi genitori, con il suo carattere gentile e maturo, e Steven gli era sempre stato grato per questo e per l'amicizia che gli aveva offerto. Il ragazzo allungò il braccio e gli afferrò la mano in una salda presa; almeno, quella sera, non sarebbe rimasto da solo. 







Visualizza l'immagine a schermo interoNote dell'autrice
Sì, tipo è da mesi che non aggiornavo questa Raccolta - abbiate pietà, è il mio ultimo anno, l'anno prossimo forse sarò un pochino più libera di fare quel che mi pare-
Comunque, questo capitolo l'avevo scritto un sacco di tempo fa - e oggi mi concentrerò anche a scrivere i prossimi così sto a posto. Stranded dovrebbe significare "in difficoltà", e qui in effetti Steven è in difficoltà (e non parlo solo del fatto che non trova l'uscita). In realtà, ho sempre avuto questa headcanon in cui Steven da giovane non aveva un bellissimo rapporto con il padre - voglio dire, Steven io l'ho sempre visto come un tipo solitario e tranquillo, e penso che in una famiglia così famosa e in bella vista non si sia ritrovato benissimo, in gioventù. Ma, a questo punto, spunta anche Wallace, il suo migliore amico (o qualcosa di più, a voi la scelta), che lo aiuta sempre anche quando si trova in crisi con suo padre (o quando si perde in grotte a caso, Steven, cosa mi combini) 
Ah, prima che me ne dimentichi: non ho ancora risposto a un sacco di recensioni e sappiate che prima o poi lo farò - sono super incasinata e quindi sto facendo tutto con moltissima lentezza -, ma intanto vi ringrazio qui tantissimo per tutto, ringrazio chi legge soltanto, chi recensisce, chi mette questa Raccolta tra preferiti/seguiti/ricordate, insomma, grazie grazie grazie! cc <3 
A presto! 
Euphemia >.^

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Capitolo 14
*** 014. Wealthy ***


014. Wealthy

{Filbert (Rich Boy)xEvelyn / Character x OC / platonic}


 
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La prima volta che l'aveva vista, Filbert non era più sicuro di come si facesse a respirare - e il fatto che lui non fosse sicuro di qualcosa la diceva lunga. Quel giorno lui si era presentato lì alla Battle Maison, in giacca e cravatta - proprio come un Elegantone che si rispetti - ed era deciso a sfoggiare davanti a tutti gli altri sfidanti di che pasta fosse fatto un vero Allenatore. Certamente, lui non poteva essere paragonato a nessuno di quei "poveracci" che tentavano la sorte pur di vincere qualche monetina, invano; assolutamente no, non era un qualsiasi avversario da quattro soldi, bensì un serio, raffinato e soprattutto affascinante Allenatore certo della sua schiacciante vittoria. Lotta dopo lotta, accanto a Jolteon e a Lanturn, aveva letteralmente fatto mangiare la polvere a chiunque gli si parasse di fronte sulla sua strada verso il successo - e doveva proprio dirlo, non si era nemmeno risparmiato di far piangere una povera Ciambellina con i suoi due miseri Plusle e Minun. Si era vantato con suo fratello, con i suoi genitori, con i suoi avversari e con tutti quelli che incontrava sulla viuzza che portava all'entrata della Maison, dando mostra delle sue impeccabili abilità e della sua indiscutibile eleganza.
Se avessi un Poké-Dollaro per tutte le ragazze che fanno il tifo per me sarei ricco... Oh, no, giusto, lo sono già! 
Filbert assaporava da un pezzo il gusto della fama - e davvero, non vedeva l'ora di andare in TV, di venir viziato dai numerosi regali dei suoi parenti e dei suoi ammiratori. 
Non aveva mica potuto immaginare che avrebbe avuto un imprevisto di quel tipo, proprio quando gli bastava un solo scalino per poter salire sul podio della vittoria. 
Non aveva mai visto il boss finale della modalità lotta in doppio della Battle Maison. D'altronde, non ne aveva bisogno: che motivo avrebbe avuto di farsi intimorire? Qualunque fosse stato il suo rivale, l'avrebbe certamente battuto in un battito di ciglia. 
O meglio, questo lo aveva pensato fino a quando non aveva messo gli occhi su di lei. 
Capelli blu, iridi dello stesso colore del mare, braccia sottili e un atteggiamento impacciato: Filbert ne era rimasto subito, inaspettatamente folgorato. Timidamente, lei era venuta avanti, verso di lui, e gli aveva rivolto delle parole con una voce soave - parole che però lui non era riuscito a sentire, offuscate dal martellante battito del suo cuore. Durante la lotta, mentre lei si muoveva con grazia e maestria, Filbert non aveva fatto altro che balbettare suoni insensati.
La sconfitta era stata inevitabile. 
Filbert sedeva sugli scalini della Battle Maison, con un bastoncino tra le mani; gli tremavano ancora. Teneva lo sguardo basso, deluso dalla sua mancanza di acutezza - ma soprattutto sorpreso dal fatto di essere stato battuto per una questione di cuore. Ma, stranamente, non gli importava nemmeno più, né la clamorosa sconfitta, né tantomeno gli sguardi canzonatori e provocatori degli Allenatori che lui aveva deriso e umiliato. 
Lui era Filbert, un Elegantone, ed era bello e ricco; ma nulla, assolutamente niente avrebbe potuto essere paragonato alla bellezza di quella timida ragazza dai capelli blu. 
L'unica cosa che voleva, ormai, era lei - Evelyn, il boss della lotta in doppio della Battle Maison. 







Visualizza l'immagine a schermo interoNote dell'autrice
Tipo che 'sta coppia è un'altra di quelle che mi sono venute così all'improvviso- Qualche tempo fa stavo scrivendo una storia a quattro mani con Saku e dato che amavo alla follia Evelyn, avevo deciso di accoppiarla (?) con qualcuno. Ma chi? Subito mi è partito in quarta il cervellino e mi sono ricordata del nuovo design del Rich Boy, alias Elegantone, in X e Y, e dico io, l'espressione e tutto, lo rendono il pg più pucciosamente figo del gioco. E niente, me li sono immaginati insieme e puff!, li shippo, viva l'amore. <3 Il nome (che non è quello che avevamo deciso anni fa per la storia), Filbert, l'ho preso direttamente da uno di quegli Elegantoni lì, per inciso- 
La bella notizia è che comunque sono riuscita a fissare tutte le coppie/personaggi fino al capitolo venti, tra cui ci sono anche le ship/pg che mi avete consigliato voi - e se avete altro da consigliare ditemi pure, chissà se c'arriverò mai al centone ahahah In ogni caso sto scrivendo molto lentamente causa esami, quindi aggiornerò quando potrò. <3
Grazie mille per aver letto fin qui e a presto! 
Euphemia >.^

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Capitolo 15
*** 015. Marriage ***


015. Marriage

{Oystershipping / future!fic / slight OOC / fluffy} 



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Gli occhi blu di Dawn hanno la profondità delle acque del mare - Misty questo l'ha sempre pensato sin dal primo momento in cui l'ha conosciuta, alla festa di compleanno di Brock di qualche anno addietro. Pensa che sia buffo ricordarsi proprio adesso, all'improvviso, del paragone che la sua mente aveva fatto in quell'occasione, quando aveva posato lo sguardo su di lei. Non riesce ad avere la prontezza di fermarsi dal dar voce ai suoi pensieri.
"Una principessa sirena."
"Cosa?" 
Il sorriso smagliante di Dawn si tramuta in un'espressione colma di stupore e le guance rosee assumono una tonalità più scura. Misty si rende conto di ciò che ha appena detto ed è sicura di star arrossendo a sua volta, perché sente il viso avvampare di botto. Abbassa lo sguardo smeraldino, la "sirena maschiaccio", e lo dirige verso il bouquet di fiori che tiene in grembo. Sono peonie - gliele aveva consigliate Dawn stessa, non appena le aveva viste su un catalogo di abiti nuziali che entrambe stavano sfogliando una sera, sul divano, accoccolate l'una accanto all'altra. Dawn aveva scelto le orchidee per il suo bouquet. 
Solo adesso Misty si rende conto dello splendore del bianco dei loro vestiti e di quanto esso risalti sul verde che le attornia, o sui capelli scuri di Dawn. Quest'ultima le tiene la mano stretta nella sua, ma poi la lascia per poterle avvolgere il braccio attorno alle spalle e accarezzarla con tenerezza. La sta implicitamente incitando a spiegare quel pensiero a voce alta, Misty la conosce troppo bene - ma il suo temperamento troppo orgoglioso lotta per rimanere in silenzio, per tenersi quelle considerazioni per sé. Ma Dawn è paziente: Misty sa che le sue resistenze sono destinate a fallire - soprattutto perché il faccino della Coordinatrice è tornato ad avere quel sorrisetto dolcissimo dipinto sul volto. 
"... No, cioè, stavo pensando che assomigli molto a una principessa sirena, tutto qui" 
La Capopalestra d'Acqua sputa fuori quelle parole il più velocemente possibile, ma poi torna a osservare Dawn, magnete per i suoi occhi. Sorride, lei, ancora di più di prima: si avvicina con il viso e la bacia sulle labbra. Misty sente il profumo di pesca della sua pelle. 
"E tu invece stai diventando rossa come un peperone" 
"Lo sai che io odio i peperoni"
"Misty, tesoro, come posso non sapere i gusti culinari di mia moglie?" 
È strano, chiamare l'altra così: Misty non ci ha ancora fatto l'abitudine e crede che le ci vorrà un bel po' - eppure, per Dawn è stata solo questione di ore. La festa del loro matrimonio non è ancora finita ed entrambe sanno troppo bene che, prima o poi, quel deficiente di Ash le verrà a cercare, interrompendo quegli attimi di intimità che avevano cercato per tutta la giornata. D'altronde, Ash ancora non ci ha capito niente di niente, di come funziona l'amore.
"Comunque ti ringrazio" riprende Dawn, dando un bacio sulla guancia alla sua sposa. "Spero di essere una degna principessa sirena per Sua Altezza la sirena maschiaccio"
Una risata cristallina echeggia dalle sue labbra soffici e Misty non può trattenere la voglia di allungare il collo e di rubarle un altro bacio. L'odore di pesca è più forte, adesso.
"È il giorno più bello della mia vita" sussurra la blu, aspirando nei capelli rossi della Capopalestra. Misty sorride e chiude gli occhi. 
"Anche il mio" 







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E quindi sì, finalmente la scuola è finita, gli esami sono finiti, sono ufficialmente niente una disoccupata libera da quell'inferno (giusto perché ne deve cominciare un altro chiamato università) e yey, torno ad aggiornare questa raccolta che ho assolutamente intenzione di finire (anche se lol, sono al quindicesimo prompt e me ne mancano altri... Ottantacinque? Mhh, good job Euphy)
Niente, in occasione di "marriage" avrei potuto mettere qualsiasi tipo di coppia. Cioè, avrei potuto mettere una delle tantissime OTP super shippate da tutti in modo tale da far contenta l'audience e cose varie, e invece no, io opto per la shoujo-ai Oystershipping che non si fila nessuno se non la sottoscritta. Sinceramente non mi è mai capitato di leggere una ff in merito a un matrimonio di una coppia femslash su questa sezione, e quindi ho pensato che fosse dannatamente importante arricchire il fandom con una situazione di questo tipo (tutt'al più che finalmente in Italia sono state legalizzate le unioni civili tra persone dello stesso sesso). Ed ecco qui la Oystershipping! Adoro questa coppia, sul serio. Sì, certo, sono una convinta Pokéshipper, ma certe volte vaffanculo Ash, gay-powah to Misty. (?) 
Comunque! Ho già messo l'avvertimento OOC (che, sì, di nome è slight, di fatto è MOLTO OOC), però non ho resistito al fluff e a Misty imbarazzata e a Dawn che è super seme :))))) addio mondo
AH POI ho trovato solo dopo un'immagine che si rifà alla mia ff e sono rimasta tipo "Oddio che bello, non sono l'unica ad averci pensato", cliccate qui :)) 
Vi ringrazio per aver letto fin qui e vi ringrazio per essere pazienti nel seguire la raccolta! Vi ricordo che se volete consigliarmi qualche ship/pg sono lieta di ascoltarvi! E se ci sono errori vi pregherei di segnalarmeli (o datemi consigli, insomma, anche le critiche sono ben accette se costruttive) 
A presto!
Euphy <3

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