Welcome to the Wasteland

di Show_life4manga
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 00 ***
Capitolo 2: *** 01 ***



Capitolo 1
*** 00 ***




Le fiamme ardono sullo sfondo della notte, che oramai da molto tempo non sa più cosa siano le stelle.
Le urla della gente squarciano la quiete sovrumana di quel posto, mentre dei ragazzi vestiti di rosso camminano in mezzo alle macerie e alle fiamme, quasi volessero confondersi con esse.
Non distinguono più il fiore dalla strada.
Non distinguono più amico dal nemico.
Non distinguono più l'essere umano.
Non distinguono più nulla di ciò che hanno davanti.
Un ragazzo vestito di nero cammina, fra tutti, in mezzo a quei cumuli di rovine.
-Signore, abbiamo tolto di mezzo tutti i Condannati!- fa rapporto uno degli uomini vestiti di rosso. Il giovane uomo lo guarda. Gli occhi, che riflettono il rosso del fuoco, spaventano il suo interlocutore, che abbassa lo sguardo, quasi come se avesse timore di venire incenerito da essi.
Quello in nero si guarda attorno ed inizia a camminare in una direzione sconosciuta, sotto gli occhi incerti ed inquietati dell'uomo in rosso.
Si ferma. In mano ha una sbarra di ferro.
Davanti a lui una scatola di cartone che sembra tremare per la forza del vento.
Ah già.
Il vento non soffia oggi.
L'uomo in nero toglie la scatola e scopre la figura tremante che vi sta dentro: un bambino...o almeno, ciò che sembrava fosse stato. Ciò che un tempo sarebbe stato bello, sorridente e felice, adesso non lo era più. E forse non apparteneva nemmeno più alla specie umana. Il suo piccolo cranio era deforme, quasi come se fosse fatto di tante piccole bolle di sapone. E non era difficile capire che, con tutta probabilità, era anche fragile come le stesse bolle di cui pareva essere composto. Gli occhi, o quel che ne restava, erano sproporzionati, al punto che il destro sembrava dovesse balzargli via dalla testa da un momento all'altro. Il fisico gracile, smunto e deperito. Non aveva una gamba sinistra, mentre, invece il piede destro era grosso quasi come la testa.
Ma quello era un bambino, perché il suo sguardo, limpido come acqua di fiume e innocente, non poteva appartenere ad altro essere.
Quel bambino lo guarda negli occhi...senza prestare attenzione al sorriso inumano che questi teneva e alla sbarra metallica pronta a colpire.
Non gli importa. Ha capito.
La Morte ha degli occhi stupendi.

 


Eh! Ma che voglia di vivere che tengo! YEY!
No vabbeh. Non sono sempre così catastrofista  xD
Questa è la mia primissima storia di questo genere...oppure dovrei dire NOSTRA xD Perché, grazie al Signore, non sono da sola a scrivere questa cosa (e meno male! Se no sarebbe venuto uno schifo! XD) e quindi ringrazio dal profondo del cuore PunkDario (di cui vi consiglio caldamente di leggere la fanfic su Mortal Kombat che sta scrivendo....e rompergli le balle perchè continui!) e vi lascio, sperando che il primo capitolo arrivi presto.
Se siete arrivati fin qui, vi ringrazio.
See ya <3

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Capitolo 2
*** 01 ***


CAPITOLO 1

 

Il Sole splende nell'ambiente arido, mentre un altro gruppo di ragazzi, tutti vestiti di bianco, cerca qualche sopravvissuto tra le macerie della notte prima.
D'un tratto, durante l'affannosa ricerca, si sente un urlo femminile ed il resto del gruppo si precipita a raggiungere la fonte di quel suono.
-Jenna! Che succede?- chiede un'altra donna avvicinandosi a lei. Una donna magra, molto magra, con il viso sciupato dal troppo lavoro, che guarda con gli occhi stanchi il motivo dell'urlo della sua povera compagna.
Il corpo straziato di un bambino.
La donna chiude gli occhi e si passa la mano minuta tra i capelli neri.
-Per quanto andranno avanti così?- mormora delusa, per poi avvicinarsi a quella fragile figura -Cerchiamo di dare una degna sepoltura a questa povera creatura- finisce prendendo in braccio il bimbo.
Jenna guarda la donna con le lacrime agli occhi e la segue, intenta ad aiutare chi l'ha salvata da morte certa.
E' questo il lavoro di Alba ormai; cercare almeno di salvare l'anima di quelle povere persone che ogni giorno cadono vittima di quella banda che man mano semina il terrore, ancor più di quegli altri.
Già, quei terroristi hanno rovinato la vita a tutti. Hanno distrutto tutto: case, strade, fiori, piante, la vita, i sogni...tutto.
Ma ora cerchiamo di parlare del presente.
Alba e gli altri scavano una buca abbastanza grande ed ampia e seppelliscono il bambino, assieme alle altre vittime di quella strage. Uno di loro legge dei versi della Bibbia e gli altri abbassano lo sguardo con aria solenne, a pregare per quelle persone e sperare che possano finalmente trovare la pace.
Si sente un rumore.
Alba si gira e segue con gli occhi il suono, preparandosi di conseguenza. Un ragazzo corre a destra e a sinistra, nascondendosi senza farsi vedere dietro alle rovine di un vecchio palazzone, cosciente del fatto che qualcuno lo avesse scoperto.
Gli occhi azzurri del ragazzo guardano il gruppo di persone con aria minacciosa, una sbarra di ferro (la stessa sbarra di ferro) stretta tra le mani, pronto all'attacco.
Alba sposta gli occhi a destra e a manca, sotto lo sguardo stranito degli altri ragazzi.
Il ragazzo si scaraventa contro la donna, pronto a colpirla con la sbarra di ferro, mentre lei tira fuori la sua spada dal fodero e taglia la sbarra arrugginita. Lui guarda sconvolto i pezzi della sbarra cadere per terra mentre lei rimette a posto la sua arma.
Il ragazzo urla e si scaraventa di nuovo contro di lei con un pugno che viene schivato e restituito al mittente, facendolo cadere a terra con un tonfo sordo.
Alba lo guarda con i suoi occhi neri e penetranti e lui ricambia il suo sguardo, pietrificato da quell'occhiata.
-Non siamo noi quelli che cerchi- dice lei calma e pacata, mentre gli altri cercano di aiutarlo ad alzarsi.
-Non voglio il vostro aiuto!- sbotta scrollandosi di dosso Jenna e gli altri e alzandosi da solo -Sono dei mostri- dice infine stringendo il pugno e digrignando con i denti.
-No, sono accecati dalla vendetta. Che è peggio- dice Alba dandogli le spalle e camminando verso una macchina.
-Voi chi siete!?!- urla quasi disperato -Volete uccidermi anche voi?!?!- finisce con le lacrime agli occhi.
Alba lo guarda con la coda dell'occhio e raggiunge la macchina.
-Portiamolo con noi. Se la Morte Rossa lo trova, non sopravviverà- dice salendo in macchina.
Jenna si avvicina al ragazzo e gli posa una mano sulla spalla.
-Tranquillo, siamo i buoni- dice sorridendo -Vieni con noi, sarai al sicuro-
Il ragazzo la guarda basito e poi si arrende. Annuisce a testa bassa e si incammina anche lui verso la macchina su cui è salita Alba.
Salgono tutti, mentre Alba fa partire la macchina ed inizia a guidare col finestrino abbassato.
L'occhio del ragazzo si posa su di lei, non più con lo sguardo di qualche minuto fa, ma ora è più sereno, più studioso di quella figura così solenne e calma ma anche molto fragile e triste.

Arrivati al posto, il ragazzo si guarda attorno.
All'esterno sembra un normale ospedale abbandonato che da l'aria che stia per caderti addosso da un momento all'altro. E' una struttura abbastanza grande, nonostante i due piani di altezza. Il bianco dell'intonaco è scomparso, lasciando un colore più tendente al marrone mentre l'edera sembra ridarle colore.
-Ma questo posto è un rudere- mormora il ragazzo. Non sapendo, però, ciò che starà per vedere dentro.
-Benvenuto nella nostra tana!- esulta Jenna mostrando al giovane l'interno di quel vecchio edificio. Il ragazzo si guarda attorno strabiliato dalla tecnologia che si ritrova ad osservare dentro quel rudere, come lo aveva definito lui.
-Come avete fatto ad avere tutte queste attrezzature?- chiede sbalordito -Dopo la bomba, tutta la tecnologia in Italia è diventata inutilizzabile!-
Alba lo guarda e sorride. Il cuore del ragazzo perde un battito; ha un sorriso così bello, così dolce.
-Beh...abbiamo fregato qualcosina ai paesi vicini e agli americani. Purtroppo era l'unico modo che avevamo per poter lavorare e poter fare la differenza- spiega la donna lanciandogli un asciugamano.
-Come ti chiami?- chiede, finalmente Jenna al ragazzo, che si asciuga il sudore dalla fronte e si passa il panno sui capelli rossi.
-Alessandro- dice sorridendo sereno.
-Piacere, io mi chiamo Jenna! Loro sono Mirko, Nicolas, Vera, Ettore e il nostro capo Alba!- dice Jenna presentando tutti i membri del gruppo e soffermandosi, infine, su Alba.
-Noi siamo la New Day, al servizio di chi ha bisogno di noi...ed in cerca di quelli che ci hanno ridotti così- dice Alba diventando molto seria e facendo sbiancare Alessandro.
-D-dici quelli che...- balbetta il ragazzo in preda a un sudore freddo.
-Proprio loro- conferma lei, tirando di nuovo fuori quello sguardo penetrante come una lama.
Ma poi sorride. Sorride con la stessa dolcezza di prima, con la stessa dolcezza di una madre ai figli, con la stessa dolcezza di una donna innamorata, facendo sciogliere tutta la tensione di Alessandro.
-Vai a farti la doccia, Jenna ti accompagnerà in una delle nostre stanze a disposizione e ti porterà dei vestiti- dice sorridendo ed appoggiando la sua spada in un mobiletto con tutte le armi che il ragazzo non può fare a meno di notare.
-Anche quelle...?- chiede aspettandosi già la riposta. Alba si gira a guardarlo e sorride imbarazzata.
-Non siamo molto fieri di ciò, ma in qualche modo dovremmo pur difenderci, no?- dice ritornando poi sui suoi passi.
Alessandro la guarda estasiato, chiedendosi come abbia fatto a scambiare una creatura così meravigliosa per una nemica. Intanto, Jenna gli fa cenno di seguirla e lui cammina stando dietro di lei, osservando ciò che gli stava attorno: una struttura fatta per accogliere le vittime colpite dalle radiazioni delle bombe, curarle o almeno, cercare di alleviare le loro sofferenze.
-Anche io ero come te...cioè, anche io ero sola e non avevo più nessuno- dice Jenna camminando e ondeggiando la testa.
-Davvero? Sai, non sembra- dice Alessandro guardandola.
-Perché ora ho una nuova famiglia- dice sorridendo -e farò di tutto per proteggerla-
-Sembri molto legata a questo posto-
-Beh, Alba mi ha salvata da me stessa- dice guardando il pavimento -stavo girovagando senza meta, non mangiavo e non bevevo da giorni, e mi sono imbattuta in questo vecchio edificio. Alba era da sola a quel tempo, e stava tornando da un furto alla zona militare americana-
-Coooosa?- domanda stupefatto Alessandro.
-Già- dice ridendo -era ferita gravemente ma, nonostante tutto, mi ha notata e mi ha ospitata in questo posto. E da quel giorno, questo posto è diventata casa mia e la missione di Alba è diventata la mia nuova ragione di vita- finisce guardandolo con aria serena.
Alessandro la guarda serio, cercando di capire se avesse nascosto qualcosa, ma dopo si rende conto che quello sguardo non è capace di nascondere le cose, né ad avere pensieri cattivi.
Sorride felice e allevia il peso che lo attanagliava da tempo.
Forse ha finalmente trovato uno scopo nella sua vita.

[…]

Il buio è sceso.
Un falò illumina quel posto quasi desolato, pieno di capannoni militari, mentre gli uomini con le giacche rosse ridono e cenano tutti insieme. Ed intanto, dentro il capannone più grande c'è l'uomo dalla giacca nera disteso sul suo letto. I suoi capelli lunghi si disperdono sul cuscino ed il suo sguardo rimane incastrato sul soffitto.
La sua mente è strapiena di pensieri, di piani, di preoccupazioni.
-Theodore? Sei sveglio?- lo chiama una ragazza bassina e dalla faccia innocente.
-Hei- risponde l'uomo alzandosi lentamente a sedere per poi guardarla, quasi penetrandola con quegli occhi che si ritrova.
La ragazza avvampa e abbassa lo sguardo.
-C-ciao...t-ti va di c-cenare con n-noi?- balbetta timidamente tutta rossa in viso. L'uomo continua ad osservarla con uno sguardo freddo e distaccato.
-Non ho fame- le risponde con un tono che fa raggelare la ragazza.
La giovane donna deglutisce a fatica e corre via quasi spaventata mentre lui si ridistende sul suo giaciglio a contemplare il soffitto.
I pensieri, i ricordi, i sorrisi e le persone riempiono la testa dell'uomo.
Si passa le mani in faccia fino ad accarezzarsi la barba e guarda per un ultima volta il soffitto, per poi chiudere gli occhi e ritornare in quel mondo che lui preferisce di gran lunga, rispetto all'amara realtà.



 



Hola gente!!
Eccomi qua di nuovo, con un nuovo capitolo che nessuno filerà! YEEEEE!
Ok, la smetto.
Come sempre, volevo ringraziare
PunkDario per l'enorme aiuto che mi sta dando con questa storia, e ringrazio tutte che quelle persone che hanno letto fino a qui ^_^

See ya!
Show.

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