My Shalafi... my friend

di Sweet Angel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cry ***
Capitolo 2: *** Broken words ***
Capitolo 3: *** In the night ***



Capitolo 1
*** Cry ***


My Shalafi...my friend


















Eccomi di nuovo qua con la mia seconda fanfic su Dragonlance!
Spero vi piaccia più della prima... ^.^
In questa fic, innanzitutto chiedo scusa per il "riepilogo" iniziale, ma l'ho messo cosìcchè anche chi non conosce Dragonlace possa leggere la fic!
Questa storia parla di Dalamar e Raistlin, i miei personaggi preferiti... che succederebbe se Dalamar vedesse piangere il suo Shalafi? Continuerebbe a temerlo? E... una partenza inaspettata... complicherebbe le cose?
Bè... scopritelo...!
Buona lettura!!

****

La Torre di Phalanthas era un luogo davvero molto silenzioso.
Molto tempo addietro, quando il Sommo Sacerdote di Istar ancora viveva, e quando Istar stessa emergeva dalle acque, uomini comuni e maghi avevano combattuto.
O, per meglio dire, gli uomini avevano attaccato le Torri della Stregoneria. Una sola Torre era sopravvissuta indenne questo attacco: la Torre di Waireth, situata nell'omonima foresta.
Le altre Torri erano state distrutte dai maghi stessi, o trasferite su altri piani d'esistenza... ma di nessuna Torre era interessante come la Torre di Phalanthas.
Era la Torre più bella, prima che tentassero di distruggerla, Il vanto di Phalanthas, meravigliosa città dagli aggraziati edifici di marmo bianco. Poi, un attimo prima che i cittadini prendessero la Torre, una Veste Nera, dalla finestra più alta dell'edificio, scagliò una terribile maledizione sulla Torre, poi si gettò sulla cancellata che cingeva l'edificio, morendo.
E un bosco di querce, il Bosco di Shoikan era creciuto attorno a quell'edificio. Era una foresta orribile, popolata da spiriti assetati di sangue fresco, che incuteva paura perfino ai Kender.
E una sola creatura avrebbe potuto atraversare indenne quel Bosco maledetto.
Il maestro del Passato e del Presente.
'Il mio Shalafi ce l'ha fatta' pensò Dalamar, l'elfo traditore apprendista di Raistlin, mentre passegiava per le vie di Palanhtas 'La Veste Nera morta sulla cancellata si è inchinata davanti a lui, e gli spettri sono suoi servi'.
Dalamar era... fiero della sua posizione. Era indubbio che Raistlin fosse il più grande mago esistente, e l'elfo si sentiva privilegiato a poter studiare con lui.
Certo, era una spia mandata dai maghi di Waireth per... spiare, appunto, le mosse dell'arcimago di Phalanthas, ma quello era diventato oramai un compito secondario.
Dalamar si sistemò il cappuccio della veste nera, sentendo sotto le dita il filo argenteo con cui erano intessute le rune protettive. Ci teneva a non far sapere che era un elfo. Gli elfi non indossano mai le Vesti Nere, ma lui era un elfo... speciale... voleva conquistare potere, e aveva indossato le vesti nere. Ma era stato cacciato dalla sua patria.
Entrò in una piccola bottega che vendeva alcuni componenti per gli incantesimi, e vide chiaramente il venditore irrigidirsi.
-Buon uomo, può darmi per favore un vasetto di fiori di elicanthus essiccati?- chiese con voce gentile e dolce.
Quella mattina Raistlin era strano.
Aveva ricevuto una lettra, gli l'aveva recapitata Dalamar, senza leggere il mittente, naturalmente. L'elfo aveva lasciato la lettra fra le mani dell'arcimago, e aveva visto Raistlin rigirarsi la busta fra le mani, sorpreso.
Ed era impallidito, leggendo il mittente.
-Apprendista... ti dispiacerebbe... andare a prendere un po' di fiori di elichanthus?- aveva detto l'arcimago, con voce rotta.
Ma, Shalafi, ne abbiamo in abbondanza!- aveva replicato l'elfo.
-Vai lo stesso, Dalamar!- aveva risposto l'altro, con un tono di voce insolitamente alto. Solitamente lo Shalafi non alzava mai la voce... Dalamar era curioso: voleva sapere cosa c'era scritto in quella lettera, e soprattutto chi l'aveva mandata. Chi scriveva a Raistlin Majere? Chi poteva inquietarlo così?
I pensieri dell'elfo scuro furono interrotti dalla voce dell'uomo, che diceva: - I... i fiori di elicanthus costano molto, mio signore...-.
-Ho di che pagare!- rispose Dalamar, in tono un po' irritato.
-Anzi... mi dia i fiori di elicanthus migliori che ha!-.
-Come d...desidera, m...mio signore...-.
Dalamar uscì poco dopo con una vaso di grandi fiori blu e fucsia essiccati e chiusi in una barattolo di vetro.
Mise il barattolo leggerissimo in una tasca della veste, e ripiegò la mani nelle maniche, avviandosi di nuovo verso la Torre, che innalzava i suoi neri minareti verso il cielo, come scheletriche dita.

***

Dalamar varcò i cancelli della Torre.
Poi la pesante porta di lagno si spalancò davanti a lui, e la luce gialla delle candele  illuminò il suo cammino.
Entrò e si tolse il mantello pesante. Era autunno, ma faceva già freddo, e dopo aver attraversato il malefico Boschetto, si sentiva gelato e stordito.
Ma ora... doveva leggere quella lettera.
Poteva essere qualcosa di importante, da riferire a Par Salian! E poi... era irrimediabilmente... curioso!
Salì le scale a chiocciola reggendo un candelabro, e si avvicinò a passo sicuro verso lo studio di Raistlin. Ormai si muoveva bene in quel luogo silenzioso, immerso nelle tenebre... quelle tenebre che da un po' di tempo erano diventate stranamente confortevoli.
Quando era arrivato alla Torre, aveva avuto paura della costante penombra, ma ora... ora la penombra era diventata come una morbida coperta, avvolgente e sicura.
Dalamar si immobilizzò con un movimento così brusco che il cappuccio gli scivolò dalla testa, scoprendo i fluenti capelli neri.
Dallo studio del suo Shalafi, solitamente silenzioso, proveniva un suono... come un singhiozzo strozzato.
L'apprendista si avvicinò alla porta, lasciata socchiusa come sempre, e spiò dentro. Ciò che vide lo inorridì e lo lasciò senza fiato.
Il suo Shalafi, il suo maestro, che solitamnte incuteva timore solo col suo sgaurdo gelido, era accasciato sulla scrivania, con il volto sepolto nell'incavo di un braccio, nell'altra mano stringeva un foglio di carta scritto fittamente. E piangeva.
Piangeva a singhiozzi rotti e disperati.
Perchè?

****

Ok, vi lascio così...
Cosa farà il nostro elfetto?
Bè, leggete il prossimo capitolo e lo scoprirete!
Spero che questo capitolo vi sia piciuto...anche se a mio parere era un po' noioso.... e... l'idea per questa fic mi è venuta al supermercato...!!
Spero di poter aggiornare presto, ditemi cosa ne pensate, please!!!

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Capitolo 2
*** Broken words ***


My Shalafi... my friend


































Ciao!!
Innanzitutto chiedo scusa per il ritardo nella pubblicazione di questo capitolo, ma... pensavo di averlo già pubblicato, e invece... no! XD
Spero che questo capitolo vi piaccia come il precedente... anzi, di più!!
Buona lettura!

****

Raistlin appose il sigillo ci ceralacca nera alla busta e sospirò.
Poi abbandonò lo scritto sulla scrivania di legno scuro e lucido e uscì dallo studio, dirigendosi a passo lento verso il laboratorio, dove Dalamar già l'aspettava.
-Buongiorno, Shalafi- disse l'elfo scuro, chinando il capo in un gesto di assoluto e profondo rispetto.
-Buongiorno apprendista- rispose distrattamente l'arcimago mentre si dirigeva verso gli scaffali ricolmi di barattoli e ampolle accuratamente etichettati.
Dalamar tirò velocemente le pesanti tende di velluto bordeaux del laboratorio, lascindo che entrasse la luce solare.
-Occupati tu della vetreria...- mormorò Raistlin mantre li lasciva cadere sulla sedia accanto al tavolo degli eperimenti, con un fruscio sommesso delle vesti del color della notte.
L'elfo guardò il suo maestro mentre prendeva dall'armadio alcuni bekers, una beuta* e degli imbuti.
Apparentemente Raistlin era uguale al solito... ma l'apparenza non poteva ingannare Dalamar, che conosceva così bene il suo maestro: l'arcimago ai suoi occhi esperti appariva più affaticato, più malato del solito... quasi sciupato.
Avrebbe voluto dirgli qualcosa, parlare... ma aveva paura di lui. Quegli occhi dorati, a specchio, lo gelavano fin nel profondo dell'anima, riuscivano a incrinare la liscia superfice della sua anima, con il loro odio.
-Prendi anche un backer piccolo!-.
Il sussurro del suo Shalafi lo riscosse dai pensieri.
-Oh... hem... va bene, eccolo qua!- esclamò l'elfo, cadendo dalle nuvole e afferrnado con malagrazia il piccolo contenitore.
Dalamar si sedette come suo solito alla destra del suo maestro, e guardò le mani pallide e affusolate dell'arcimago mettere piccoli pezzi di quarzo puro nel mortaio e schiacciarli fino a ridurli in polvere finissima.
Dalamar non aveva ancora smesso di pensare e ripensare alla lettera che aveva consegnato a Raistlin... chissà da parte di chi era?
E... chissà che c'era scritto!
Avrebbe potuto almeno leggere il mittente, così avrebbe avuto almeno una mezza idea del contenuto.
L'arcimago di Palanthas mischiò la finissima polvere di quarzo con un liquido violaceo e leggermente profumato, poi poggiò una mano sopra il beker che conteneva il miscuglio e mormorò le parole che avrebbero dovuto far mutare il composto.
Ma arrivata a metà formula la voce di Raistlin tremò e poi si spense, come la fiamma di una candela al soffio della brezza.
Finalmente l'elfo scuro prese coraggio e, senza guardare il suo Shalafi negli occhi disse: Maestro, ti vedo distratto...-.
Raistlin alzò i suo occhi dorati fino ad incontare quelli del suo apprendista.
-Hai ragione, sono distratto...- affermò Majere -...se ora vuoi scusarmi...-.
Raistlin si alzò e uscì dal laboratorio accompagnato dal frusciare delle sue vesti nere, lascinado il suo apprendista seduto al tavolo con un'espressione confusa sul volto.

***

L'elfo stava portando in bilico su un piccolo vassoio una teiera di fine porcellana ricolma di acqua bollente e una tazza simile al calice di un fiore.
Doveva portare il the a Raistlin.
I primi tempi l'arcimago doveva sempre chiamare Dalamar affinchè si ricordasse di portargli la bevanda che placava la sua perenne tosse, ma poi portare l'acqua calda era diventata un'azione spontanea.
Tenendo il vassoio su una mano sola bussò, leggero, alla porta, attese la risposta e aprì delicatamante l'uscio.
L'apprendista entrò nella stanza piena di libri addossati alla pareti, una stanza signorile, con tappeti morbidissimi e pregiati che attutivano il suono dei suoi stivali, un fuoco di legna di larice bruciava nel caminetto, scaldando l'aria.
-Il the, Shalafi...-.
Il moro stava per uscire dalla stanza quando la voce sibilante dell'altro lo richiamò indietro, dicendo: -Resta, Dalamar-.
L'apprendista deglutì e si sedette su un'alta poltrona morbidissima e comoda di fronte al suo Shalafi.
-Prendi un frutto, se vuoi...- lo incitò Majere, interrompendosi poi per bere un sorso della sua bevanda bollente, -C'è qualcosa che volevi dirmi, apprendista?-.
L'elfo sobbalzò.
-Hem... Shalafi, io... mi chiedevo di chi fosse la lettera che hai ricevuto...-.
Raistlin si scostò una ciocca di capelli chiarissimi da un occhio. Entrambi i maghi tenevano i cappucci delle Vesti abbassati, non sentivano il bisogno di celare la loro identità, si sentivano a casa, nel loro ambiente.
-Era una lettera del mio fratello gemello, Caramon Majere- rivelò Raistlin -Mi chiedeva di tornare da lui, andare a vivere a Solace, da lui e Tika, di indossare le vesti Rosse...-.
L'arcimago ridacchiò e sorrise di quel raro sorriso tirato e sarcastico, quasi a sbeffeggiare tutto ciò che aveva attorno, poi aggiunse:  -Ma non ti preoccupare, ho rispedito la lettera al mittente....-.
dalamar annuì, capiva benissimo la situazione... ciò che non sapeva, era che raistlin aveva omesso dei particolari....

****

* beuta: è uno strumento facente parte della vetreria base dei laboratori. è un recipiente con la base circolare, che si alza a formare un cono e finisce con un collo cilindrico leggermente svasato, fatto per meglio trattenere i vapori dei liquidi al suo interno.

Ok, finito anche questo capitolo!
Chiedo scusa per gli errori d'ortografia, ma questo cappy l'ho scritto quando non ero proprio al topo della forma... ^.^""
Ora, la lettera ricevuta da Raist è la lettera di cui si parla nelle Leggende, lo scritto inviato da Caramon al suo gemello, ritornata poi al mittente, ancora chiusa, con l'aggiunta in cui Raist dichiarava di non conoscere alcun Caramon.
Mi sembrava giusto chiarire questo punto perchè magari qualcuno non ha letto le Leggende, oppure non tutti ricordano questa parte.
In questo capitolo ha descritto un Raistlin un po'... turbato... ma da cosa, visto che ha rispedito la lettera? Che cos'ha di così grave da rompere la sua concentrazione perfino durante i suoi amati incantesimi? E Dalamar, cosa farà?
Spero di avervi incuriosito, almeno un pochino!!!

Angolino recensioni!!

Per Persefone Fuxia: Ciao! Sono contentissima che tu non l'abbia trovato noioso, e sono molto felice che ci sia quanlcun'altro che adora Rait e Dalamar!! ^.^ Ho corretto l'errore nelle presentazione, e sto riguardando il capitolo... ^.^" Sono veramente felice che ti piaccia il mio stile di scrittura, e la frase in cui Dally dichiara di essere fiero della sua posizione! *.* Quando ha scritto quel pezzo mi era venuta l'illuminazione! Spero che continuerai a leggere questa fic, e magari, a commentarla!! Bye!

Per hieiblackdragon: Ciau!! Davvero non hai trovato il capitolo noioso? *.* wow!!! Il supermercato mi ispira perchè mamma ci mette 3 ore a scegliere i prodotti, e io ho tempo di girare tre volte tutto il supermarket e anche di pensare alle fic... ^.^" 
Sono contenta che ti sia piaciuta questa storia.... per ora non si sa il continuto della lettera... riuscirà Dalamar a scoprire qualcosa?
Spero che continuerai a legere questa fic!! ^.^ Bye!

Per Yusaki: Ciao!! Evviva, che bello, nemmeno tu hai trovato noioso il capitolo!
Spero di non aver deluso le tue aspettative sulla fic "succulenta"...! Spero anche che continuerai a seguire questa storia, e a commentarla, magari! Bye!

Per Eleuteria: Ciau! Sono happyssima che ti piaccia questa fic!!! *__* spero di non aver deluso le tue aspettative con questo capitolo... ^.^
Bye!!

Per uchiha_girl: Ciaooooo!!! Che bello, ho fatto piacere a qualcun'altro dragonlance!!! ^o^ Ommioddio... il tuo discorso fa impazzire anche me che conosco la storia!!! O_o E Deidara? Lo trovo anche qua??
(Me ouì! V.V N.d:Deidara)(Ma si può sapere che centri TU con la storia??? N.d:Me)(Sono quello che fa esplodere la Torre di Raistlin... N.d:Deidara)(O_o N.d: Sweet Angel+Raist+Dalamar+Tutti i personaggi di Dragonlance).
Comunque...spero che continuerai a seguire, e magari, a commentare, la fic!! Bye!

Rigrazio di cuore Persefone Fuxia, che ha aggiuto la fanfic ai preferiti, e Yusaki, che ha commentato "My last toughts"!!!

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Capitolo 3
*** In the night ***


My Shalafi... my friend

































Rieccomi con il terzo capitolo della mia seconda fic su Dragonlance!
A dire la verità non mi aspettavo che fosse così apprezzata, sono veramente felice che vi piaccia, e sono anche piuttosto soddisfatta di come sta venendo la fic.
Buona lettura!

****

Dalamar si stese sul suo letto, fissando l'alto soffitto.
Allora le cose stavano così... la lettera ricevuta da Raistlin era stata spedita da Caramon, il suo gemello.
Da quanto ne sapeva attualmente lui, Caramon Majere era un eroe delle Lance, aveva combattuto al fianco di suo fratello e di Tanis Mezzelfo contro la Regine delle Tenebre. Di lui non sapeva altro.
Era a conoscenza del fatto che il suo Shalafi fosse stato curato come un bambino indifeso dal suo gemello, ma gli risultava difficile immaginare il fiero, orgoglioso, freddo arcimago che si faceva aiutare dal fratello, che si faceva portare in braccio, che si appoggiava a qualcuno.
Sorrise, concedendosi un istante per immaginare un tossicchioso Raistlin di qualche anno più giovane sorretto dal grande gemello.
L'elfo sbadigliò e si tirò addosso le coperte scure, facendo affondare il viso nel morbido cuscino.
Si stiracchiò, stanco, e poi spense la candela sul comodino, lasciandosi cullare dalle braccia di Morfeo.

***

Raistlin si rigirò nel letto, fissando il baldacchino scuro sopra di lui. Le cortine, tirate, gli davano una sensazione di chiuso, si sentiva come in gabbia.
Si sedette, lasciando che le lenzuola gli scivolassero sulle gambe, poi scostò il drappo nerastro ricamato in oro e argento che avvolgeva il letto, per poi alzarsi e affacciarsi alla finestra.
Le luci della città di Palanthas brillavano, lontane.
La stanza dell'arcimago era situata così in alto che si poteva vedere non solo la città, ma anche il paessaggio che la contornava.
Le querce del boschetto di Shoikan, altissime e plurisecolari, apparivano basse, a Raistlin, che poteva vederle, lontane sotto di lui.
Aprì l'ampia finestra, e lasciò entarare il vento, che a quell'altezza spirava forte e freddo, lasciò che agitasse le tende pesanti e che scompigliasse i suo capelli chiari, che lo facesse rabbirvidire.
L'arcimago prese uno sgabello e si sedette accanto al davanzale e guardò le trre lune, che brillavano nel cielo: la luna rossa, quella argentata e quella nera, che solo i maghi dalle Vesti Nere potevano vedere.
Alla luce rosata che irradiavano gli astri, una lascrima rigò la guancia pallida del mago.
Era preoccupato. Ciò che era successo in laboratorio l'aveva turbato non poco: non era mai successo che perdesse la concentrazione durante uno dei suoi incantesimi!
'Non può essere la lettera, no...' si disse.
Aveva superato da tempo l'affetto per il suo grosso gemello, si era alzato ad un livello superiore, no?
Lui era il più grande mago mai esistito!
Sbuffando, si alzò e si diresse verso la scrivania. Aprì un cassettino, e tirò fuori un foglietto accuratamente piegato. Una copia della lettera.
Accese una candela, e si mise a leggere.

****

Che nel prossimo capitolo si sappia per intero il contenuto della lettera? Boh! Io non preannuncio nulla!!
Spero di non avervi annoiato troppo!!

Angolo recensioni:

 Per Persefone Fuxia: Ciao! Che bello, hai recensito ancora!! ^o^ *me happy*. Da quello che dici, Dalamar è uscito proprio come volevo che fosse: rispettoseo dello Shalafi, timoroso di lui, ma che ricerca la sua amicizia. E anche nella scena Raistlin che dice a Dally di non preoccuparsi, è Raistlin che cerca di autoconvincersi, questo concetto è spiegato in questo capitolo, ma verrà poi ripreso, quando tratterò le convinzioni del nosyro maghetto dagli occhi dorati...! ^o^
Grazie mille della recensione, spero che continuerai a seguire questa storia!!

Per hieiblackdragon: Ciao!! ^o^ Hai indovinato, la frase era proprio quella "io non conosco nessun Caramon"! ^.^ Ho preso ispirazione proprio da quella lettera, perchè già dalla prima volta che avevo letto quella parte de "le leggende" mi aveva colpito molto!
La canzone dei Nightwish la conoscevo anche io.... tenerissimo quel pezzo!! ^o^ Spero recensirai ancora!!

Per Yusaki: Sono felicissima che ti piaccia la mia fanfic!! *.*  allora ho fatto proprio bene Dalamar, visto anche tu hai avvertito il suo senso di curiosità e amicizia, misto a rispetto e timore nei confronti di Raist.
Wow, sono davvero felicissima che la fic ti piaccia così tanto... *me happy* grazie 100000 dei complimenti!! *.*
Spero continuerai a seguire la fic!! Bye!!

Per uchiha_girl: Hihi... lo so, meglio tenermi lontana dai venerdì 17... c'è anche scritto sulla mia etichetta "tenere fuori dalla portata di scalini, motorini e venerdì 17". XD
Allora... ora ti spiego: Raist ha un gemello, ed rano inseparabili... però Raist ha lasciato questo gemello, Caramon, quando è diventato cattivo. Caramon, che vuole tanto bene a Raist, non si arrende, e gli manda una lettera. Raist la rispedisce ancora chiusa al mittente... come fa? Chiedilo a lui, è un mago!! XD
Se vuoi ti passerò i libri di dragonlance via msn...
Bye!!

Per suzaku: Anche io quando ho scoperto le fic di Dragonlance ho fatto i salti di gioia!!
E, visto che Raist è uno dei miei personaggi preferiti, non ho potuto fare a mano di scrivere qualcosina su di lui!! Cooomunque, sono davvero felice che ti piaccia la mia fic!!! E sono anche contentissima che continuerai a seguirla e a commentare!!! Bye!!!

Ringrazio anche Eleuteria e Persefone Fuxia che hanno aggiunto la storia fra i preferiti!!





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