Obscurity

di keli
(/viewuser.php?uid=21746)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Konohagure No Sato:Il Villaggio delle Foglie ***
Capitolo 3: *** I Gondaime:Fratelli Famosi ***
Capitolo 4: *** In Palestra:In coppia con un..ghiacciolo! ***
Capitolo 5: *** Conversazione Sotto Le Foglie:Una Leggenda Per Due ***
Capitolo 6: *** Conversazione Sotto le Foglie 2:Nemici in Arrivo e Nuove Alleanze ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo



La cosa nel buio ringhiò piano, gutturalmente, dardeggiando gli occhi color fiamma che si vedevano ammalappena fra le foglie.
Una ventata fece muovere le fronde di un albero, portando con se il suono dell’essere.
L’animale, un giovane cerbiatto dal manto scuro, chino sulla fonte, si bloccò un attimo, alzando il muso, atterrito.
Fu questione di un attimo.Afferrata la portata del pericolo, prese a correre, zampettando fra l’acqua, bagnando gli zoccoli, veloce sempre più veloce.
La cosa parve deridere la stoltezza della sua preda, e con una velocità maggiore di quella dell’animale, prese a rincorrerlo, sparendo e riapparendo fra le fronde, con un ombra sinistra.
Un gemito strozzato si udì fra le fronde, mentre del sangue macchiava l’erba.La cosa alzò il viso dalla sua preda, leccandosi le labbra rosse di sangue, mostrando dei lunghi canini macchiati dallo stesso liquido cremisi.E due occhi, ambrati come la luce della luna, quasi dorati, saettarono nel buio, sazi del loro pasto…



:-Mamma..ripetimi perché devo andarci..:-
Una bella donna, dai fluenti capelli rossicci con sfumature più chiare, alzò i grandi occhi neri sulla figlia.In quel momento, tutto si poteva dire tranne che Aruka Hasakura fosse calma.Di calmo non aveva un bel niente.No.Gli stessi abiti trasandati-un golf malandato rossiccio sopra quella che doveva essere una gonna pantalone di jeans e delle scarpe da ginnastica che avevano sicuramente conosciuto giorni migliori-e l’espressione vaga, come se fosse appena scesa dalle nuvole, stava ad indicare la sbadataggine in cui essa viveva, circondando la sua intera esistenza-e purtroppo-anche quella della figlia.
:-Saku tesoro..lo sai che Iruka ci tiene tanto al suo lavoro..e questa potrebbe essere davvero la volta buona..quindi..Oh ma dove si è cacciato quel dannato coso?!:-
Il coso, ossia un piccolo cellulare nero con strisce rossastre, stava nelle mani impazienti della ragazza dai capelli rosa-colore anomalo, ovviamente tinti per scacciar via la monotonia di un rossiccio un po’ troppo conforme alle regole-lunghi, un po’ trasandati, gli occhi di un verde stupefacente, assottigliati in un gesto esasperato, vestita con golfino di un accecante fucsia, e una gonna nera lunghetta, sopra delle All-Stars del colore di ambedue i primi capi, i lacci un po’ sfilacciati, mollemente legati in un fiocco costretto.La donna alzò lo sguardo per l’ennesima volta ringraziando la figlia con un sorriso, e cacciando l’oggetto insieme alla sua provabile batteria, dentro una confusionaria valigia, già strapiena di altri vestiti.La ragazza corrucciò le sopracciglia, già pronta a ribattere, ma un’assordante strimpellare che proveniva dalla vecchia Ford Verde Muschio, appartenente al patrigno, la fece desistere.Aiutò la madre a caricarsi le due valige violette, recuperando in extremis un portatile da sotto il divano-“Oh ma tu guarda dov’era finito..”-e le chiavi di casa sopra il forno-“Ma ero sicura fossero in borsa..”-poi uscì da fuori la villetta color lavanda, in giardino, sorridendo mestamente a un uomo dai capelli marrò legati in un codino, un cerotto sul naso, e grandi occhi neri, dolci, infagottato in jeans e maglietta di una squadra di Football dell’Arizona, che stava a braccia conserte davanti al bagagliaio.
:-Ecco Iruka..queste sono le ultime..:-
Sbottò, porgendogli le due valige, che finirono nell’ordinata pila di altre, nel bagagliaio.Diede un veloce bacio di saluto all’uomo-era una gran brava persona, ma ancora non ci aveva fatto l’abitudine-e si soffermò ad abbracciare la madre.Aruka strinse a se la figlia, baciandole i capelli, in un gesto affettuoso e guardandola negli occhi con una sorta di vaga apprensione.Sakura sorrise di rimando guardandola con semplicità, per rassicurarla
:-Andrà tutto bene mamma..Konoha non sarà così male..e..e papà mi verrà a prendere alla stazione..spero..:-
La donna diede in un risolino affrettato, separandosi dalla figlia e annuendo poco convinta, sforzandosi però di sembrare il contrario.
:-Certo certo..tuo padre..beh..sta attenta tesoro, comportati bene..e..e chiamami..ok?Io cercherò di farlo appena arrivati a Philadelpia..Ciao Amore..:-
E dopo un altro abbraccio si convinse a lasciare la figlia, infilandosi nel posto accanto al guidatore e allacciandosi la cintura.La ragazza dai capelli rosa li seguì con lo sguardo agitando la mano, fin quando non furono spariti dalla sua visuale.Poi stringendosi nelle braccia, si decise a prendere il troller rosa shokking al suo fianco e dirigersi alla volta della stazione, per partire e lasciare la sua casa e la sua vita, per una che nemmeno ricordava.


Lo ammetto..Twilght mi ha presa completamente..*___*..ed ecco qui la mia nuova ff!Commentate in tanti mi raccomando!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Konohagure No Sato:Il Villaggio delle Foglie ***


Konohagure No Sato:Il Villaggio delle Foglie



La stazione era piccola e angusta, grigiastra, avvolta nel verde di una foresta che ne costeggiava i binari così come sembrava fare con l’intera cittadina.
A quanto poteva ricordare-molto poco a dire il vero, la maggior parte delle informazioni le aveva trovate su Internet-Konoha era poco più che un villaggio di si e no cinquanta anime che si conoscevano per nome, come se si trattasse di una grande famiglia.
C’era un'unica scuola, che faceva sia da elementari, medie e superiori.Un ospedale poco più grande di una casa.Un negozietto di alimentari che gli abitanti si ostinavano a chiamare Discount, un ristorantino(Da Shizune)e una centrale di polizia, dove lavorava suo padre.No questo non era il genere di cose che gli piacevano.
Seduta sulla sua enorme valigia dai colori sfavillanti, la ragazza diede una veloce occhiata al suo orologio e sospirò.Già suo padre.Kakashi Haruno, il Capo della Polizia di Konoha, l’uomo più ritardatario che ci fosse sulla faccia della terra.Non riusciva ancora a capire come mai l’avesse voluta con se, visto che non si vedevano da mesi, o forse anni.Kakashi era uno spirito libero che non teneva molto, a niente e nessuno in particolare.Forse per questo Akira l’aveva lasciato.
Dopo circa un quarto d’ora passato a guardare il vuoto, tra i treni passati e scomparsi, ancora non si vedeva niente.La ragazza guardò sconsolata il display del suo cellulare.Ormai era chiaro che si fosse scordato di lei.Provò a digitare un numero, ma purtroppo in quel posto dimenticato da Dio non c’era campo.Come se non bastasse la notte si faceva avanti come una calma minaccia, e gli ultimi raggi di sole venivano soffocati oltre le montagne.
:-Perfetto!Sono sola, senza cellulare, è notte e non ho la minima idea di dove andare!Potrebbe andare peggio di così?!:-
Le ultime parole famose..
:-Ma porco…!:-
La pioggia cadeva così fitta che era impossibile vederci a un palmo dal naso.Ormai aveva i vestiti bagnati per non parlare dei capelli!In un moto di rabbia prese a calci la valigia, scivolando e cadendo inesorabilmente a terra.Forse si sarebbe messa a piangere, se una luce accecante di faro non l’avesse colpita in faccia
Una macchina della polizia si fermò a pochi passi dalla figuretta bagnata, accovacciata contro il trollei.Dalla portiera uscì un uomo dai capelli argentei sparati, gli occhi neri, vaqui, il viso avvolto da una sciarpa nera, vestito con abiti della polizia.Puntò il fascio di luce della torcia sulla ragazza, guardandola per qualche secondo, accigliato.
:-Sakura?:-
La rosa tentò di alzarsi in piedi, scivolando e appoggiandosi alla valigia per non cadere.Aveva gli occhi gonfi di lacrime e una paura maledetta a dosso.Lasciò perdere il fatto che il padre l’avesse dimenticata li e poi quasi investita, e si tuffò ad abbracciarlo, nascondendo il viso nel suo petto
:-Papà..pensavo..ho avuto una paura..ti sei dimenticato di me!:-
L’uomo la guardò per qualche istante, ricambiando l’abbraccio e facendola entrare in macchina.
Durante il tragitto erano rimasti in silenzio, ad ascoltare disinteressati una radio locale.Accovacciata sul suo sedile, ancora fradicia, il viso premuto contro il finestrino, Sakura stava per perdere la sua proverbiale calma e distruggere la radio che in quel momento dava una vecchia canzonetta o una ballata campagnola, ancora non era riuscita a capirlo.Il padre concentrato sulla guida si schiarì la voce, senza girarsi a guardarla.
:-Piccola..mi dispiace..pensavo arrivassi domani..-:
La ragazza lo zittì, annuendo, e tirando su col naso.Non era in vena di litigare con lui, in quel momento.Osservò il bosco, nero e impescrutabile, fuori dal finestrino e sobbalzò.Distolse lo sguardo stropicciandosi gli occhi per poi riportarlo al paesaggio.Niente.Eppure era sicura di aver visto qualcosa..si strinse nelle spalle, voltandosi verso il padre e decidendo di cambiare discorso..
:-Emm..allora..che ci facevi a quest’ora vicino alla stazione se non per venire a prendermi?-:
L’uomo sembrò farsi più serio, sistemandosi meglio nel sedile e agguantando con più forza il manubrio, accendendo i fari per poter distinguere perfettamente la strada.Un gufo cantò lontano, alzandosi in volo per andare a caccia.La rosa rabbrividì di nuovo, dando una veloce occhiata al bosco, fra gli alberi.Konoha era conosciuta come il villaggio delle Foglie.Era ben chiaro capire come mai.Era interamente circondata da un bosco, una riserva custodita da un vecchio clan indiano, ed era un tuttuno con la cittadina stessa.Si sforzò di non pensare a quello che credeva di aver visto-era stanca, e la vista iniziava a fargli brutti scherzi-e si concentrò sul padre che aveva appena preso un bel respiro profondo.
:-Ronda..Il vecchio Senzo, alla stazione, ha sentito uno strano rumore e ha chiamato per avvertirci.Da un paio di settimane succedono cose strane..animali morti..abbiamo trovato un uomo, Yamamura Tay, morto giù nel bosco.Non so..c’è un animale in giro che continua a far vittime..quindi stai attenta la sera..ok?-:
La ragazza annuì stringendosi di più contro il sedile.Un animale che aveva anche ucciso un uomo..di nuovo fu costretta a guardare fuori dal finestrino, atterrita, ma in che razza di posto era capitata?!

La cosa nascosta fra le foglie si rialzò, dando una veloce occhiata al daino ormai morto ai suoi piedi.Annusò l’aria e strofinò i piedi contro il terreno, per levare le macchie di sangue dalle scarpe.Si voltò, e veloce, come nessun animale avrebbe mai potuto esserlo, sparì fra le foglie, lasciando dietro di se una scia di polvere.Si fermò soltanto su una collinetta, molto al disopra del bosco, per assicurarsi di non essere stato seguito.Alla pallida luce della luna, l’alta figura di un bel ragazzo, appariva quasi spettrale agli occhi di chiunque.Era chino, fra l’erba, le mani dalle lunghe dita nivee a controllare fra l’erba qualcosa.Indossava una felpa verde, col cappuccio calcato sul capo, fra i fili rossastri che gli ricadevano disordinati sul viso e le spalle.La pelle, troppo pallida per chiunque, così bianca da sembrare inumana, riluceva alla luce dell’astro nel cielo.Le labbra, di un rosso scarlatto, piene, piegate in un sorriso o un ghigno, forse.Gli occhi, profondi e impescrutabili, ambrati da apparire quasi dorati a una seconda occhiata, con segni neri di occhiaie sotto essi, saettavano per il posto.Quando fu sicuro che nessuno-animale,persona o cos’altro-l’avesse seguito, si rialzò, passandosi stancamente una mano fra i capelli color fuoco.E così com’era arrivato sparì, in direzione della montagna, in un soffio di vento.

La villetta, così come tutte quelle del quartierino, era anonima, di un bianco sporco, senza tetto, le finestre di un verde antico, graffiato, semi chiuse.Non c’era quasi giardino, se non si conta il pezzetto di verde e fango davanti al vialetto, e poca luce proveniva dalle altre abitazioni.La ragazza si guardò in torno con aria depressa, camminando dietro il padre che si trascinava con se il trollei da viaggio.Fece per entrare ma quello si fermò davanti alla porta, richiamato dal suono profondo di un clacson di un furgone rossiccio, ammaccato, che avanzava dalla strada e che si fermò proprio accanto alla volante dell’Haruno, davanti al vialetto.Da essa scesero un uomo anziano, dai lunghi capelli bianchi, occhi sfavillanti neri, segnati dal colore rosso di un tatuaggio, pelle scura, in abiti indiani.Subito dopo fece la sua comparsa un giovane dall’aria allegra, che ispirava fiducia al solo guardarlo, scuro di carnagione quanto il primo, ma dai lunghi capelli biondi, e sfavillanti occhi azzurro cielo.Il capo della polizia parve sorridere da sotto la sciarpa, lasciando il trollei davanti alla porta, e prendendo la figlia per una spalla, accompagnandola con un saluto verso i due.
:-Kakashi amico mio!Così questa sarebbe la piccola Sakura?Kami quant’è cresciuta!Me la ricordavo alta così io..Non sai quanto c’ha parlato di te tuo padre!:-
Esclamò l’uomo abbracciandola amichevolmente.La ragazza arrossì, a quanto pareva quell’uomo pareva conoscerla benissimo, ma lei per nulla.Il ragazzo biondo le sorrise, stringendole la mano con fare amichevole e affettuoso in sieme, come se si trattasse di un vecchio amico
:-Sakura..ben venuta!Io sono Naruto!Ti ricordi di me?Da piccoli giocavamo in sieme..-:
La rosa sorrise, annuendo poco convinta.In fondo in fondo..forse..non sarebbe stato così male..


Ed ecco il secondo cappy!Da qua la storia prenderà corpo..beh..che dire..leggete in tanti!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** I Gondaime:Fratelli Famosi ***


I Gondaime:Fratelli Famosi



La ragazza dai capelli rosa si strinse nelle spalle.Era il suo primo giorno di scuola, in una città nuova-se città poteva chiamarsi-e non conosceva nessuno.Si voltò a guardare il ragazzo al posto di guida che osservava la strada concentrato, lo sguardo serio, e senza il sorriso che lo contrastingueva-beh..apparte lui-.
Aveva scoperto che malgrado abitasse nella riserva, Naruto aveva voluto a tutti costi andare a studiare al liceo comune, come tutti i ragazzi della loro età.Non era sicura nemmeno di conoscerlo tanto bene, poi.Infondo avevano appena cinque anni quando giocavano insieme.E nei suoi vaghi ricordi c’era un bambino biondo bellissimo e pestifero, che non faceva altro che ridere e scherzare, e proteggerla.Appoggiò il viso al finestrino freddo del camioncino rosso, osservano le macchine passare per la strada, e gli alberi salutarla con lento ondeggiare delle foglie.Si, Naruto l’aveva sempre protetta, anche ora.Chi sa perché..beh..forse perché la considerava una cara amica-infondo l’aveva riconosciuta subito-
L’altro ondeggiò il capo strizzando gli occhi, in una smorfia buffa di sforzo, tirando con immensa forza il freno del vecchio carretto che era costretto a guidare.
La ragazza alzò lo sguardo color menta dal finestrino.Avevano parcheggiato in un cortile innevato, pieno zeppo di studenti, che al loro passaggio avevano alzato il capo incuriositi, per poi ridacchiare del vecchio furgoncino ammaccato che era appena arrivato.Sakura diede una veloce occhiata piena di timore al ragazzo vicino a lei che spense il motore, voltandosi verso di lei, e sorridendole cordiale, acceccante come un sole estivo
:-Non preoccuparti Sakura-chan, andrà tutto bene..-:
Poi si voltò cercando con lo sguardo qualcosa.Semi nascosta dietro di lui, infagottata in abiti dai colori violacei e rossi, a dir poco sgargianti, la giovane si sentiva puntati a dosso gli occhi di tutti.Si morse il labbro, seguendo il ragazzo che aveva preso a caminare verso una vecchia decappottabile nera su cui erano appoggiati e seduti alcuni ragazzi.Era talmente caotica da rasentare il ridicolo.
Un ragazzo stava stravaccato sui sedili dell’auto, gli occhi neri taglienti, l’aria pateticamente annoiata e inveiva con decisamente poca foga contro una ragazza seduta vicino a lui che cercava di acconciargli i lunghi capelli neri con un elastico verde.La ragazzina che tentava questa disperata impresa aveva corti capelli castani e grandi occhi marroni, forcine fra le labbra, vestita come il compagno con la divisa della scuola rossa e bianca, solo con una gonnellina sopra scaldamuscoli bianchi a posto di pantaloni.Un ragazzone grande e grosso dagli ispidi capelli marroni e occhietti porcini neri si strafogava con un sacchetto di patatine all’aglio, mentre un ragazzo dai capelli a caschetto neri e enormi sopracciglia sopra ad altrettanto grandi occhi a palla neri,avvolto in una striminzita ridicola tutina verde che non c’entrava nulla colla divisa della scuola parlottava o almeno sembrava pregare un ragazzo dai capelli neri tenuti su da una fascia, col viso semi nascosto in un cappottone e gli occhiali da sole malgrado di sole non c’è ne fosse il più pallido sentore.Infine una ragazza dall’aria delicata, e lunghi capelli corvini appuntati con una spilletta sopra occhioni azzurro pallido quasi violacei che sembravano stranamente bianchi, stava vicino a quest’ultimo con lo sguardo abbassato.Quando il ragazzo dai capelli biondi si avvicinò, trascinandosi dietro l’amica, la corvina alzò il viso dalle sue scarpe diventando rossa come un peperone e salutandolo frettolosamente in un tenero balbettio
:-Na..Naruto-kun..se..sei arri..arrivato fi..finalmente..e..e le..lei ch..chi è?-:
La ragazza dietro il giovane fece capolino, osservata da quella strana comitiva.Come sempre gli occhi di tutti erano puntati sui suoi capelli-ma la vita era sua in fondo-cosa a cui non faceva più caso da tempo.Prese un bel respiro profondo.Certo quei tipi non sembravano del tutto normali ma nemmeno tanto male..c’era di peggio a questo mondo.Alzò una mano aprendola a ventaglio e sorridendo venendo ricambiata dal ragazzo-sopracciglia, dal ciccio e dalla moretta che era riuscita a legare i capelli del ragazzo annoiato in un buffo codino che assomigliava ad un ananas.Si lasciò sfuggire un risolino prima di tornare seria..
:-Emm..il mio nome è Sakura, Sakura Haruno.Sono nuova di qui e..:-
:-Sei la figlia del Capitano Haruno..-:
Osservò il ragazzo con gli occhiali da sole che fino a quel momento non aveva spiccicato parola.A quella costatazione dieci paia di occhi si fissarono sorpresi su di lei.Un breve istante di imbarazzante silenzio calò sul gruppo, ma fu rotto dalla ragazza dai capelli scuri che con una risata allegra saltò giù dalla macchina scappando dalle grinfie dell’altro, e spezzando così la tensione.Si parò davanti alla ragazza dai capelli rosa osservandola per qualche istante per poi porgerle la mano
:-Io sono Matsuri Inuki piacere di conoscerti Sakura!:-
Sbloccati dall’amica anche gli altri si presentarono.La rosa scoprì quindi che il ragazzo silenzioso si chiamava Shino Aburame ed era il figlio del farmacista della cittadina, il ragazzo dagli occhi grandi era Rok Lee un karateka dalla mentalità strana, il testa di ananas invece era Shikamaru Nara, annoiato dalla vita e da tutti i suoi risvolti, il ragazzo robustetto Choji Akimichi, il quale sentendosi nominare grasso andava su tutte le furie, e la corvina Hinata Hyuga figlia del Rettore del Liceo, una ragazza tanto timida quanto dolce.
Fu condotta da un allegro Naruto e da tutta la comitiva nella sua nuova classe.Scoprì con suo sommo dispiacere che la noia delle lezioni Konohaniane era identica a quella che procuravano le lezioni alla sua vecchia città.Al suonare della campanella della ricreazione un esagitata Matsuri e una timidissima Hinata la invitarono-trascinarono-al loro tavolo.
:-Allora Sakura-chan!Cosa ci racconti di bello?-:
La ragazza dai capelli color confetto si rispecchiò per qualche istante negli occhioni della nuova amica.Fece per aprir bocca che la porta della sala mensa si aprì e nella sala scese un silenzio ricco di suspance.Si tirò su, pogiando le mani sul tavolo, per vedere a cosa fosse dovuto e dopo poco capì.
Ad attirare l’attenzione era stata l’entrata di cinque ragazzi dalla bellezza quasi esasperante, due ragazze e tre ragazzi.La prima ragazza era alta e dall’aria nobile, aveva lunghi capelli dorati, troppo per esser tinti, grandi occhi cobalto segnati dal rimmel e indossava elegantemente la divisa.La seconda era bassina, dai capelli marroni legati in due pratici e buffi chignon ai lati del capo, gli occhi grandi neri, e indossava la divisa con la tristezza o forse la scioltezza dei dark convinti.Due dei ragazzi si assomigliavano in maniera impressionante, entrambi dai capelli rosso fuoco, incolti, sbarazzini, l’aria scazzata, gli occhi segnati di nero, solo uno nocciola e l’altro verde bottiglia.Il più grande camminava con le mani nelle tasche davanti alla fila, l’altro al fianco della moretta che gli parlava concitata in un orecchio.L’ultimo ragazzo non aveva espressione, sembrava costretto in un sorriso falso, i capelli corti neri così come gli occhi e stava a braccetto della bionda che sembrava trascinarlo.La cosa che li caratterizzava tutti e cinque, oltre la disarmante bellezza, era la loro pelle così bianca da risultare trasparente e le labbra rosso sangue piegate in sorrisi nascosti.
Sakura si accigliò, guardando Matsuri che fissava il ragazzo dai capelli rossi minore con aria sognante.Diede in un colpetto di tosse per catturare la sua attenzione ma non ci fu verso.Si rivolse allora alla corvina che li aveva guardati con reverenziale rispetto.
:-Chi sono..e come mai sono così..mm..famosi?-:
La corvina sobbalzò, lasciando perdere il tentativo di riportare sulla terra l’amica e abbandonando la manica con qui la stava richiamando tirandola.Trattenne per un attimo il respiro poi diede in un sorriso nervoso
:-Loro so..sono i fratelli Gond…Gondaime..sono figli adottivi de..della Dottoressa Tsunade Gondaime, un istitu..isti..istituzione qui da noi..non parlano..co..con ne..nessuno..e..e sta..stanno se..sempre fra..fra di..di loro..Ino..la..la bio..bionda e Sai..il..il moro..TenTen la morett..moretta e..e Gaara..il..rossino..che..che piace a..Mats..Matsuri(sorrise nervosamente divertita)sta..stanno in sie..sieme..-:
Spiegò
:-Non mi piace..è..è immorale!-:
Intervenne la moretta che si mangiava ancora con gli occhi quel Gaara, voltandosi e ritornando fra i vivi.Sakura si strinse nelle spalle osservando i fratelli Gondaime sedersi ad un tavolino e parlottare tra loro
:-Non sono veramente fratelli..quindi..-:
Ma quello dopo il quindi non riuscì a dirlo.Rimase a bocca schiusa, un brivido freddo che le passava nella schiena.I bei fratelli avevano tutti gli occhi puntati su di lei, e ne fu sicura..stavano parlando proprio di lei.Sopratutto gli occhi del maggiore le fecero capire che non avrebbe avuto vita facile con lui.
Quegli occhi così belli, ambrati o dorati non riusciva a capirli, trasmettevano un rancore che non riusciva a comprendere, nei suoi confronti.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** In Palestra:In coppia con un..ghiacciolo! ***


In Palestra:In coppia con un..ghiacciolo!



La palestra dell’Istituto era l’unica cosa grandiosa o per lo meno degna di nota dell’Intera Accademia. Si trovava dietro la struttura e poteva benissimo ospitare quindici classi al completo.Per non parlare dei favolosi attrezzi..l’unica cosa che rovinava il tutto era il professore di educazione fisica:Gai Maito, l’essere più strano concepito sulla faccia della terra. Aveva capelli a caschetto neri, lucidi di brillantina scadente, e con lo stesso odore, grandi occhi a palla sormontati da enormi sopracciglia nere, un orrida tutina verde striminzita e una passione viscerale per lo sport.
Per proprietà transitiva, gli occhi della ragazza dai capelli rosa caddero su Rok Lee che seguiva le mosse dello strampalato professore con rispetto incondizionato. Non ci volle molto a capire che il ragazzo soprannominato dall’intero istituto Ms.Sopracciglia, fosse il cocco del prof Maito.
Avvolta in una tutina nera con top rosa/fucsia, i capelli raccolti in un’ alta coda, non potè fare a meno di sentirsi a disagio. Notò con orrore misto a sollievo che ogni singolo ragazzo nella sala, era vestito e la pensava come lei, a giudicare dalle espressioni rassegnate dipinte sui loro volti.
Solo Matsuri, come Lee , sembrava esserne entusiasta, invece Hinata in una tutina blu, stava nascosta dietro di lei e sussultava ad ogni minimo spostamento d’aria.
:-Miei giovani allievi! Oggi ci divideremo a coppie di due, un maschio e una femmina!E con la forza della giovinezza sarò io a scegliere le coppie!!!-:
Un “NOOOOOOOOO!!!!!!!!” acuto si elevò per l’intera sala. Naruto in una ridicola e sgargiante tutina arancio fluo si avvicinò alla ragazza dai capelli rosa, ma fu intercettato dal prof e messo con un Hinata che rischiava un infarto da un momento all’altro.
Sakura arrivò a picchi di depressione storica, quando, anche la sua ultima ancora di salvezza, uno Shikamaru in coma vegetativo, venne affiancato ad un isterica Matsuri, che per svegliarlo aveva preso a rincorrerlo per tutta la palestra. La ragazza si guardò in torno, inorridita al constatare che l’unico compagno libero, era uno scazzatissimo, annoiatissimo, incazzatissimo…
:-…Sasori Gondaime!Tu e Haruno insieme, su!-:
Ululò il prof in tutina, improvvisando un balletto della giovinezza con il suo allievo-clone, che nessuno aveva voluto, ed era finito a far coppia con lui.
Il ragazzo dai capelli rossi nascosti nel cappuccio della sua felpa verde, le scoccò un occhiata glaciale, prima di rivolgere la sua attenzione alla spiegazione. La ragazza si strinse nelle braccia, rabbrividendo, sforzandosi di non guardarlo. Ma cosa cavolo aveva contro di lei? Cosa gli aveva fatto? Nemmeno lo conosceva! Strinse i denti, sforzandosi di non aggredirlo verbalmente, non davanti a tutta la classe per lo meno.

I fratelli del Gondaime, ciascuno in coppia fra loro, nell’angolo più buio della palestra, li fissavano gelidi, confabulando tra loro. Per un attimo la bionda, fu tentata di scattare in avanti, ma, invece, si voltò con eleganza, dibattendo la chioma dorata, gli occhi di un pallido azzurro macchiati di rosso, catturando l’attenzione del minore, che si voltò pigramente dal suo lato fissandola silenzioso
:-Allora, Ino?Come mai non hai ancora buttato tutto all’aria urlando?-:
Chiese pacato facendo scaturire un’ attacco di risatine nella moretta appoggiata al muro al suo fianco. La bionda si mise una mano al fianco, dalle unghie lunghe laccate di viola scuro, guardando il fratello con rabbia velata
:-Credi di essere spiritoso, Gaara?!Quella ragazza è una minaccia..e quell’idiota di Sasori, poi, che le va dietro!E’ attratto dal suo odore, dice..Tsunade non ne sarà molto contenta!-:
Gli occhi neri della moretta brillarono per qualche istante, mentre si voltava velocemente, verso la sorella, guardandola dura, l’allegria che la contrastingueva svanita.
:-Non se tu farai la spia!Sasori è benissimo in grado di controllarsi!Non ci saranno problemi di alcun genere!-:
:-Calmati Ten..stiamo attirando troppo l’attenzione..-:
Biascicò il rosso, chiudendo gli occhi dalle palpebre pesanti. La ragazza gettò un ultimo sguardo di sfida alla bionda, prima di riappoggiarsi al muro. Gaara sospirò impercettibilmente, sempre con gli occhi chiusi, e le braccia incrociate al petto, riaprendo appena le iridi verdi/ambrate e guardando verso il fratello, che ora, infondo alla palestra, teneva le mani in avanti ricevendo i colpi sui palmi, della rosa, in una sorta di pugilato, e sospirò per l’ennesima volta
:-..non c’è bisogno di preoccuparsi così tanto…mi occuperò io di nostro fratello, so bene il rischio che corre, e quella ragazza…dobbiamo allontanarla da lui il più presto possibile. Ma Sasori sa badare a se stesso, non temete…-:
Finì quindi, calmando gli animi. Ma mentre chiudeva nuovamente gli occhi, infastidito dalla confusione e dalla luce, pensò che fosse un peccato..che lui stesso non credeva alle sue parole…

:-Sei troppo debole mocciosa..-:
Fece calmo il ragazzo dai capelli di fiamma, parando abilmente, quasi con noia, i colpi incerti della sua compagna. La giovane Haruno appiattì le labbra, innervosendosi, fissandolo con i penetranti occhi di giada, a dir poco furente. Non aveva colpito forte fino a quel momento, solo per paura di fargli male, come del resto le aveva consigliato Gai-sensei quando aveva scoperto che aveva davanti a se la campionessa di karate dell’Oayo. Ma ora ne aveva abbastanza delle SUE battutine e dei sorrisi falsi che le rivolgeva da mezzora, come una costante presa in giro. Sfoderò un sorriso candido, prima di cercare di colpirlo col pugno destro, e poi invece farlo col sinistro. Il ragazzo sorrise alla sua mossa, schivando il primo pugno, e prendendole il braccio, portandolo dietro alla schiena, avvicinandosi a lei, e tremando per un istante al suo profumo, sforzandosi di ignorarlo, e sussurrandole suadente all’orecchio
:-Ah ah..hai per..-:
Ma purtroppo per lui, non riuscì a completare la frase, perché colto alla sprovvista da un colpo così preciso, cadde a terra. La ragazza dai capelli rosa ritirò la gamba con cui l’aveva colpito, facendogli perdere l’equilibrio e liberandosi. Sorridendo sorniona si chinò su di lui, che aveva un espressione a dir poco costernata, per essere stato fregato in quel modo, da una ragazzina per di più.
:-Ah ah ah..mai prendermi alla leggera, carino..-:
Il Gondaime digrignò i denti, non si era mai sentito così offeso in vita sua..farsi battere da una mocciosa..una mocciosa come lei per giunta!Sarebbe stato diverso se a farlo fosse stato uno dei suoi fratelli..ma lei..lei..Una scintilla rossa passò attraverso agli occhi fino a quel momento ambrati del ragazzo. La giovane sobbalzò, ritirandosi, e cadendo all’indietro, a terra, guardandolo sgomenta. Ma era successo davvero?O se l’era solo immaginato?Gli occhi di Sasori erano davvero diventati…rossi? A una seconda occhiata trattenne un respiro di sollievo. Il ragazzo si era rialzato, spolverandosi i pantaloni e ricalcandosi il cappuccio sul capo color fiamma, guardandola stranamente divertito. I suoi occhi erano del solito stupefacente nocciola, così come erano sempre stati e come avrebbero dovuto essere.
:-Ehi…vuoi rimanere li seduta per tutta l’ora?-:
Sakura scosse il capo, riprendendosi, e alzando il viso. Chinato su di lei, lo scazzatissimo ragazzo, le sorrideva e le porgeva una mano. Assottigliò gli occhi di giada, piegando le labbra in una sorta di sorriso e gli afferrò la mano issandosi su. Dopo pochi secondi la lasciò, rischiando di ricadere a terra, come se si fosse scottata, guardandolo con apprensione. Il sorriso sul volto del rosso era scomparso..
:-Sei..sei freddo…-:
Il rosso ritirò la mano, nascondendola immediatamente nelle tasche della felpa, così come l’altra, guardandola improvvisamente gelido, la pelle cerea ancor più pallida. Sembrava essere sbiancato sul colpo, se mai la sua pelle potesse diventar ancor più bianca di quello che non era già normalmente. La guardò allungo prima di volgerle le spalle e liquidarla con uno stentato
:-C’è..ho freddo..-:
L’Haruno lo fissò attonita uscire di corsa dalla palestra e venire quasi immediatamente seguito dai fratelli , che dovevano aver seguito la scena da lontano, senza che il professore avesse il tempo di bloccargli e chiedergli un qualsivoglia tipo di spiegazione. Ancora scossa, si voltò e si ritrovò a fissare due occhi blu scuro, seri come non mai, che guardavano la porta sbattere violentemente. Quando il biondo si accorse di essere guardato il suo sguardo mutò e si affrettò a sorriderle e salutarla con la mano. Sakura ricambiò a stento il sorriso, e seppe soltanto una cosa:doveva parlargli, e subito.


Ed ecco il quarto cappy!Ringrazio Uchi che ha commentato il cappy precedente. U.U Collega io sono un mito vivente dovresti saperlo ormai!*___*XDComunque per Dei-chan un posticino ci sarà(<..<..e io che speravo..ndDei)TACI*da padellata al bombarolo*stavo dicendo..ci sarà certo, come per tutta la nostra organizzazione di em..criminali..si diciamo così(è.èndTutta l’Aka) preferita!Ma più avanti..shishi..continua a seguirmi!E ringrazio anche tutti gli altri che leggono semplicemente, un bacio!Ciau

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Conversazione Sotto Le Foglie:Una Leggenda Per Due ***


Conversazione Sotto Le Foglie:Una Leggenda Per Due



Camminavano per la radura da un po’ di tempo ormai. La ragazza l’aveva trascinato fuori di casa appena messo piede nella riserva, e sembrava non aver la minima intenzione di fermarsi.
:-Naruto dobbiamo parlare…-:
Il ragazzo la guardò innocentemente, con i grandi occhi azzurri, correndole dietro, per tenere il passo. La rosa camminava davanti a lui, spedita, e sembrava avere tutta l’aria di parlare con se stessa mentre agitava i lunghi capelli pastello, mulinando le braccia per spostare i rami che le impedivano di avanzare
:-Sakura-chan, Sakura-chan calmati…SAKURAAAA!!!!-:
La giovane si voltò, sobbalzando, guardando il ragazzo come se lo vedesse per la prima volta nella sua vita. Il giovane sentendo quello sguardo a dosso, arrossì di botto, sorridendo imbarazzato e grattandosi la zazzera bionda con un che di nervoso. Forse aveva esagerato.
:-Naruto…tu cosa sai dei Gondaime?-:
:-I Gondaime non vengono qui…!-:
Un ragazzo era appena comparso al fianco del biondo, quasi per magia, forse li aveva seguiti con l’intenzione di parlargli, ma alzò gli occhi neri su di lei. La giovane non potè fare a meno di sentirsi…stupita. Tutto in quel ragazzo comparso dal nulla, come in Naruto stesso, sembrava rimandare al selvaggio. Ma i suoi tratti animaleschi: i canini sporgenti, gli occhi dal taglio ferino, due strani tatuaggi rossi sulle guance dalla pelle abbronzata, i folti e disordinati capelli castani, non facevano che migliorare il suo aspetto un po’ trasandato. La fissò per qualche istante, severo, allargando le narici come-cosa impossibile, pensò la giovane-se la stesse fiutando. Parlando con quel tono brusco aveva indicato la foresta in cui stavano camminando. Sakura aveva trovato la riserva del clan dell’amico il luogo più adatto per parlargli in privato. Il biondo gettò un occhiata severa al moro, per poi voltarsi verso l’amica e rivolgerle un sorriso cordiale di scuse
:-Perdonalo, sai non ama molto gli estranei. Lui è Kiba, mio cugino…-:
La giovane annuì, incerta, facendo un brusco cenno con la mancina, come se volesse porgerli la mano. Ma la ritirò subito dopo, ritenendo il sorriso più che ragionevole, per l’accoglienza con cui l’aveva ricevuta
:-Oh…io sono Sakura, piacere-:
Improvvisamente l’espressione arcigna di quasi sospetto, sparì dal viso del ragazzo, e venne sostituita da uno splendido sorriso ferino, e i suoi occhi divennero così più caldi. Si grattò il capo imbarazzato, così come aveva fatto poco prima il cugino, e poi fece un lungo basso fischio. Da dietro i cespugli si udì un basso latrato in risposta, e poi un imponente animale dal pelo candido come la neve balzò sofficemente accanto al padrone, guardando la sconosciuta con placidità strana per la sua imponente mole. Kiba rise, accarezzando con dolcezza il capo dell’enorme cagnone
:-Scusami ancora, Sakura.Ma sai…di questi tempi non sai mai di chi ti puoi fidare. Comunque lui è Akamaru, su saluta bello!-:
L’animale parve capire al volo le parole del padrone perché abbaiò festante, porgendo una grossa soffice zampa bianca alla ragazza. L’Haruno la prese, titubante, ma un secondo latrato bonario fu sufficiente a farle capire che non doveva averne paura. Così si chinò all’altezza dell’animale, accarezzandolo con un bel sorriso
:-Ehi bello!Scusami anche tu, Kiba…me la sono presa troppo per troppo poco. Sono davvero odiosa, alle volte!-:
Il giovane scrollò velocemente le spalle, come a dire “Fa niente”, poi si rivolse al cugino, guardandolo negli occhi chiari, con aria complice
:-Ora io vi lascio…mi raccomando, Naruto. Sakura piacere di averti conosciuta, spero di rivederti presto. Akamaru?Andiamo!-:
L’animale alzò il capo, fiutando l’aria, per poi strofinare il muso contro il palmo aperto della rosa, e seguire il padrone lungo il sentiero, non prima di aver dato una botta giocosa sugli stinchi al biondo. Naruto fece una smorfia, guardandolo male allontanarsi, per poi rivolgersi alla rosa che si era rimessa in piedi e lo fissava seria
:-Allora?-:
Chiese quella in un tono che non ammetteva repliche. Il ragazzo sospirò, mordendosi nervosamente un labbro, quasi nel tentativo disperato di trovare una via di fuga. Evidentemente non la trovò, perché si voltò di nuovo verso l’amica, passandosi una mano fra i capelli, con aria esasperata
:-Ecco…io non dovrei…e poi è solo una sciocca leggenda…-:
La rosa fece ondeggiare la lunga chioma rosata lungo le spalle, sorridendo con un che di forzato, fissandolo con le iridi di giada con fermezza.
:-A me piacciono le leggende-:
Naruto l’osservò per un lungo minuto. Era davvero la ragazza più cocciuta e ostinata che avesse mai conosciuto. Più di se stesso. E questo era tutto dire. Sospirò per l’ennesima volta, prendendo a giocherellare con un bottone della sua giacca, che pendeva mesto da un lungo filo grigiastro che aveva tutta l’aria di essere più fragile di una ragnatela. Infatti dopo pochi istanti si ruppe, e il bottone, un disco rossastro, gli cadde relitto sul palmo della mano
:-Oh…cavolo…!Va bene va bene!Ma poi…ok. Mmm…vediamo. Si dice che molto tempo fa i Gondaime furono trovati a…ecco..a cacciare, nelle riserve del mio clan. Non scoppiò una guerra perché mio nonno, Jiraya, e la vecchia Tsunade vennero a patti. I Gondaime non avrebbero dovuto sconfinare nelle nostre terre e noi non avremmo rivelato ciò che in realtà loro erano…ma come ho già detto è solo una stupida leggenda per spaventare i bambini!-:
Si affrettò ad aggiungere, notando il lampo di preoccupazione che era passato negli occhi verdi della compagna. Sakura si costrinse a sorridere, riprendendo a camminare, con un pesante senso di inquietudine a dosso
:-Si..si..emm..ora andrei, si sta facendo tardi..-:
Il ragazzo dai capelli d’oro si incupì, seguendola a distanza. Kiba aveva ragione. Non avrebbe dovuto parlarle.
L’accompagnò fino all’uscita della radura, e quando lei si voltò per salutarlo, il biondo si affrettò a sorridere come suo solito. Un sorriso che però non si estese ai suoi chiari occhi azzurri. Sakura comunque non parve accorgersene, e si limitò a salutarlo con un abbraccio affettuoso. Il ragazzo la seguì con lo sguardo fin quando non sparì dalla sua visuale, poi il sorriso sulle sue labbra scemò, e sospirò amaramente
:-Non ti preoccupi a lasciarla andare da sola..?-:
Lui sorrise, a mo di scusa, seccamente, stringendosi nelle braccia, lo sguardo alle nuvole che man mano stavano oscurando il sole morente, all’orizzonte.
:-E’ al sicuro. Il sole non è ancora del tutto sparito, Kiba…-:
Il ragazzo dai capelli castani fece una smorfia di disapprovazione, chino sul grosso cane bianco, una mano sul pelo candido, gli occhi fissi sulla strada come se si aspettasse di vedere cose orribili da un momento all’altro.
:-Beh…hai fatto un grosso sbaglio, amico, a parlare di..di loro.Hai messo a rischio anche noi!Non credi possa capire?Non mi sembra così stupida..-:
:-Sei tu che sei troppo teso. Ci penso io a lei, lo sai tu come lo sa Jiraya. Meno sta con quel Sasori meno a rischio sarà lei e di conseguenza noi.-:
Lo bloccò il cugino, guardandosi attorno con aria di chi sta aspettando qualcosa di molto scomodo. Kiba parve accorgersene, perché si tirò su, mettendosi in posizione di difesa, le narici dilatate per fiutare il minimo odore, e uno sguardo di pura sorpresa sul volto scuro, mentre un ombra si faceva avanti, ridacchiando sommessamente priva d’allegria
:-Grazie per il tono..tra parentesi non sono stato io a chiedere di venire qui, quindi, Naruto se vuoi essere così gentile..-:

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Conversazione Sotto le Foglie 2:Nemici in Arrivo e Nuove Alleanze ***


Conversazione Sotto le Foglie 2:Nemici In Arrivo e Nuove Alleanze



:-Grazie per il tono..tra parentesi non sono stato io a chiedere di venire qui, quindi, Naruto se vuoi essere così gentile..-:
Alla luce della luna nascente, la pelle del nuovo arrivato non poteva far a meno di prendere un colore spettrale, bianco, ma di un bianco lucente, come se il suo viso fosse ricoperto da mille pezzi di vetro. I capelli, di un rosso fiammeggiante, gli ricadevano scompigliati lungo l’esile collo. Gli occhi, che da verde passavano gradualmente a dorato, come se avesse avuto delle lentine e quelle si fossero sciolte, erano circondati da pesanti occhiaie. Nel complesso era davvero un bel ragazzo, anche se la sua sola presenza bastava a gelare e incutere terrore a qualsiasi persona.
Il ragazzo dai capelli d’oro rilassò l’espressione, per quanto la tensione potesse permetterglielo, sfoderando la parvenza del suo solito sorriso sfrontato. Si ritirò su, facendo segno al cugino di star buono.
:-Credevo che non venissi, ma a quanto pare mi sbagliavo, Gaara…-:
Il Gondaime sfoderò quello che poteva passare per un ghigno compiaciuto, saettando gli occhi sul ragazzo moro che lo fissava con apprensione mista ad astio. Inclinò di poco il capo, assumendo un aria menefreghista, quasi minacciosa
:-Che c’è Cane?!Ti disturba vedermi qui…o hai soltanto…paura?-:
Il giovane Inuzuka ringhiò più forte di quanto non avesse fatto fino ad ora. Il cane bianco, però, intuendo la rabbia del padrone, e i guai in cui si sarebbe cacciato se avesse attaccato, gli si parò davanti, abbaiando placidamente e fissandolo con gli occhi neri. Naruto gettò un occhiata affrettata al cugino, con un che di severo nel fondo degli occhi blu
:-Calmati Kiba, non farti prendere dalla rabbia…puoi anche andare, se vuoi-:
Il moro gettò uno sguardo al rosso che ghignava compiaciuto, nascosto nell’ombra , e si costrinse a rilassare le braccia che avevano preso a tremare, chiudendo gli occhi, e digrignando i denti, prendendo profondi respiri.
:-No, sto bene, sto bene…-:



Era andata via dalla riserva da circa venti minuti, eppure la strada le sembrava sempre la stessa. Sospirò, nervosa, picchiettando con le dita contro il manubrio mangiato dalle tarme del suo vecchio pick-up rosso. Forse, ma proprio forse si era persa. Non che fosse qualcosa di strano, visto che aveva il senso dell’orientamento di una talpa cieca. Si morse un labbro, confusamente, guardandosi attorno. Forse era meglio fare dietro front e tornare a La Nika e chiedere asilo agli Uzumaki. Di certo il vecchio Jiraya sarebbe stato felicissimo di poter chiamare Kakashi per una rimpatriata. Annui, di questa sua saggia scelta, portando la mano alla chiave per rimettere in moto il pick-up. Era quasi certa di essere riuscita a fare retromarcia quando udì uno sbuffo, come un singolare lamento, provenire dal motore e poi la vettura si fermò. Dire che era stata presa dal panico era davvero troppo poco.
Da sola, di notte, in una strada sconosciuta, con l’auto ferma, possibile che tutte le disgrazie fossero le sue?
Ripensando alla sua vita da sfigata cronica, non si accorse del rombare di un auto che veniva spenta, ne dei passi leggeri sul terriccio.
Quando qualcuno picchietto al finestrino, l’Haruno diede in un lungo acuto urlo di terrore, facendo innarcare le sopracciglie al giovane roscio fuori dalla macchina, che la stava fissando con gli occhi ambrati, sconcertato.
:-Ehi Haruno calmati…sembra di stare a parlare con una mocciosetta piagnucolona…-:
Nemmeno ci fece caso, al fatto che malgrado il finestrino abbassato, la voce del Gondaime le suonasse pacata e beffarda, proprio come se c’è l’avesse davanti. Ringraziò solamente i kami per questa inaspettata fortuna, se di fortuna si poteva parlare, e aprì di scatto lo sportello, trattenendosi all’istintività di saltargli in braccio.
:-Oh Sasori! Non ci credo…ma che ci fai qui?!-:
Domandò incerta, guardando da sotto il suo braccio la Volvo rosso acceso metalizzato, parcheggiata a poca distanza dal suo pick-up. Il ragazzo la fissò per qualche istante, per poi ghignare beffardamente, e incrociare le braccia al petto, facendo un cenno verso la foresta che costeggiava la stradina isolata
:-Io qui ci abito…stavo giusto tornando a casa quando ho visto il tuo macinino fermarsi di botto. Non c’è voluto molto per capire che all’interno ci fossi tu con il tuo ALTISSIMO senso dell’orientamento…ho fatto due più due…-:
La giovane scrollò le spalle. Non era in vena di litigare, era ancora troppo scossa e sollevata per non dover passare la notte in un postaccio del genere. Il rosso sospirò piano, sciogliendo le braccia e facendo un cenno alla bellissima auto sportiva dietro di lui
:-Beh considerati fortunata. Che ne dici di un passaggio dal borioso, snob, e palesemente rosso tinto qua davanti a te?-:



Gaara roteò al cielo gli occhi dalle sfumature dorate, incrociando le braccia al petto. Era palese che fosse annoiato da tutta quella situazione, e che non ci tenesse più di tanto a stare in quel luogo, con quei due. Non c’èra un motivo ben preciso per cui dovesse stare ancora li, era accorso sfidando ogni suo senso e repellenza, sfidando se stesso, solo perché la minaccia che gli accumunava era identica per tutti. Sia per la sua famiglia, che per quella dei cani. Inclinò il capo di lato, ignorando il battibecco silenzioso di quei due
:-Naruto…sono venuto fin qui solo per un motivo, non certo perché mi piace la vostra puzza…Di cosa volevi parlarmi?-:
Il biondo ignorò l’offesa, insipirando profondamente per calmare il tremore alle mani. Quando vi riuscì alzò gli occhi azzurri sul rosso, l’espressione seria, anche se sfigurata da un bel ghigno da cui si intravedevano i denti bianchissimi a dispetto della pelle scura.
:-Concordo…nemmeno a me piace la tua puzza. Ma…la minaccia, tra parentesi viene da ovest ed è sempre più vicina, suppongo sia della tua stessa specie…-:
Il Gondaime assottiglio lo sguardo dorato, facendo in modo che il suo volto perfetto si adombrasse. Allora, TenTen, non si era sbagliata. Eppure quello che aveva visto era così lontano e confuso…perché poi sarebbe dovuto succedere proprio li? In fondo c’erano solo loro nei dintorni…niente per cui valesse la pena reclamare il territorio…
Perso nelle sue riflessioni, non si accorse dello sguardo che si scambiarono i due cugini.
Naruto innarcò le sopracciglia. Non gli piaceva l’espressione sul viso del rosso, parlava solo di guai.
:-Gaara…avverti la tua famiglia. Se doveste notare qualsiasi cosa sei pregato di farcelo sapere…noi ci metteremo in moto per pattugliare i confini…non voglio guai, non per causa vostra.-:
Il ragazzo alzò il viso saettando lo sguardo fra i due. Di nuovo la freddezza sui tratti perfetti, e un sorriso irriverente sul viso. Si chinò verso i due, per poi sparire in un battito di ciglia.
Il moro si rimise in piedi, mettendosi cavalcioni sopra il suo animale, gli occhi neri stretti a fessure.
:-Devo avvertire Jiraya, Naruto…-:
Il biondo diede un cenno, guardando il cugino scomparire tra le foglie con uno strano senso d’inquietudine nel petto.


Regolamentare. Quando nei paraggi c’era Sasori Gondaime lei si scordava regolarmente di fare pensieri concreti, di respirare, o semplicemente di essere vagamente cordiale.
Si poteva davvero odiare tanto una persona?! La rosa nascosta dalle sue braccia si concesse di scoccare un occhiata sospettosa al rosso seduto composto nel sedile del guidatore, quasi fosse una statua.
Odioso, decisamente odioso.
Sbuffò, tornando a guardare fuori dal finestrino oscurato mezzo abbassato. Sempre meglio la foresta che avere davanti al viso l’espressione ghignante del rossino.
:-E tra parentesi…non sono tinto. Cosa che non si può dire di te…almeno spero-:
Sakura si voltò guardandolo arcigna. Ogni dannata volta che si sprecava di aprire bocca riusciva a trovare mille modi per offenderla. Ora cos’è?Non gli piacevano i suoi capelli?
:-Ma va a farti fottere Gondaime..-:
Di conseguenza una risata argentina rimbombò fra le pareti di metallo dell’auto sportiva in cui si trovavano.
Se possibile l’Haruno lo odiò ancora di più.
Sasori si voltò, tenendo d’occhio la strada, e sfoggiando il suo perfetto sorriso sornione che faceva svenire le ragazzine che si trovavano nella sua scia.
Patetico.
Lui e i suoi fratelli erano fin troppo perfetti per potere stare con loro. Per poter stare in questo mondo.
Non possono esistere esseri umani così perfetti, belli, attraenti, intelligenti e..e..sexi.
Sakura arrossì di botto, seppellendo ancora di più il viso fra le braccia, e distogliendo lo sguardo dal rosso.
Si anche per questo lo odiava immensamente.
:-Uh uh…Signorina Perfettini che dice le parolacce..no no una brava bimba non lo fa..-:
La riprese lui modificando la voce infantilmente, ma sempre con quell’accento argentino che riusciva a farla sentire dannatamente idiota.
Ma perché , perché aveva acconsentito a farsi riaccompagnare?!
Ah già, perché era una stupida che non sapeva mettere mano in nessun oggetto meccanico che non fosse una caffettiera o un phon. Molto probabilmente per provare a rimettere in moto un auto bisognava avere i cromosomi “y”.
Che bella consolazione.
:-Non sei affatto spiritoso Sasori..-:
Il ragazzo la guardò accigliato per qualche istante.
:-Non intendevo esserlo..-:
:-…-:
La sua reazione spropositata avrebbe potuto benissimo farli uscire fuori strada e farli schiantare contro un albero, ma per fortuna, Sasori si rivelò essere un pilota più bravo di quello che dava a vedere, e riuscì a riportare la macchina in carreggiata.
:-MA DICO!SEI COMPLETAMENTE ANDATA?!-:
Le urlò contro quasi perforandole i timpani, mentre parcheggiava nel vialetto di casa Haruno.
La ragazza socchiuse gli occhi sorridendo di sfida, sotto gli occhi arrabbiati del suo accompagnatore.
:-Così impari a prendermi in giro Gondaime..-:
Il rosso scosse il capo, frastornato, stringendo il manubrio con tale forza da rischiare di staccarlo dal cruscotto. Quella ragazza era davvero, davvero, preoccupante.
Che avesse un insana attrazione per il suicidio?!
La guardò silenzioso slacciarsi la cintura, aprire lo sportello e uscire con un piccolo salto, trascinandosi il borsone sulle spalle.
Doveva starci davvero attento. Come minimo si sarebbe fatta ammazzare da sola senza l’aiuto dei “nemici” di Gaara.
:-Buona Notte Rossino…-:
Sasori alzò il viso accennando a un sorriso poco convinto.
Già. Non avrebbe dovuto perderla di vista. Anche perché, anche volendo, non avrebbe potuto farlo. Semplicemente ogni particella del suo corpo gli gridava irrazionalmente di proteggerla.
Non appena la vide davanti alla porta in procinto di entrare in casa diede un colpo di clacson facendola voltare sorpresa.
:-Ci vediamo domani…Confettino-:




Eeeem…<_<…>_> O_O chiedo venia perdono e qualsiasi altra cosa possa chiedere. Scusate l’immane immenso ritardo. Ma proprio questo capitolo non mi voleva venir fuori. E Sasori..ma riuscirà mai a non essere più bastardo di adesso?Credo proprio di no…ringrazio chi mi segue! E ancora una volta perdono! Baci

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=299520