Univesity

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The beginning ***
Capitolo 2: *** compagni di stanza e AI insistenti ***
Capitolo 3: *** Divertimento e letti ***
Capitolo 4: *** Un tranquilla giornata di univeristà ***
Capitolo 5: *** circo ***
Capitolo 6: *** Sogni e non ***
Capitolo 7: *** Lavoro e bugie ***
Capitolo 8: *** Complicazioni ***
Capitolo 9: *** Problemi ***
Capitolo 10: *** Chiariamo? ***
Capitolo 11: *** Incidente ***
Capitolo 12: *** Non andare ***
Capitolo 13: *** Risveglio ***
Capitolo 14: *** Buone notizie (epilogo) ***



Capitolo 1
*** The beginning ***


 
Primo giorno alla Stanford University. Aveva finalmente lasciato la noiosa vita da liceo, e ora poteva voltare pagina.
Nella sua vecchia scuola era il classico ragazzo che stava in disparte, e che frequentava i secchioni di chimica e fisica, che non andava mai ai balli perché non era stato invitato. Non aveva un bel fisico, e sperava durante l’estate potesse migliorare, o meglio maturare. Ma non fu così, era ancora magro, nonostante le abbuffate che si faceva, la pelle era liscia e chiara e nessuno ombra di qualche pelo che lo facesse sembrare più grande. I capelli scuri erano cresciuti, e ora gli arrivavano alle spalle.

Loki Laufeyson restava li, davanti al cancello a fissare il cortile che si stendeva davanti a lui; gruppetti di ragazzi che si salutavano dopo il periodo estivo, alcuni seduti sull’erba a ridere e scherzare. Da qauel giorno sarebbe stato tutto diverso.
Si diresse verso la didattica, dove quattro file di persone si dividevano in base alla lettera del cognome. Davanti all’entrata dell’edificio tre grossi tavoli, con sopra delle scatole e persone dietro di esse a distribuire fascicoli.

“Laufeyson” disse alla ragazza dietro al cartello dalla lettera G alla O. Quella prese a cercare il suo fascicolo, poi gli porse un busta giallina e con un sorriso disse

“Benvenuto alla Stanford”

Il moro ringraziò, senza neanche guardarla, aprì la busta e tirò fuori lista dei libri, orario delle lezioni e un opuscolo per i nuovi arrivati e su dove doveva dormire. Dovette attraversare quasi tutto il campus, e passare davanti ad alcune delle confraternite. Infine raggiunse la palazzina numero tre, che solitamente ospitava, insieme alla uno e due, le matricole o studenti che non volevano entrare nelle confraternite. Per quanto riguardava le matricole, quasi tutti restavano li per i primi due mesi, poi c’era che entrava nelle case più importanti e chi restava li. Una piccola percentuale abbandonava del tutto.

“Laufeyson, camera 58”
Il ragazzo all’ingresso gli diede chiave e regolamento della palazzina. In giro per i corridoi c’erano ragazzi che trasportavano valigie o scatoloni, era una palazzina mista quindi girovagavano anche delle ragazze. Si imbatté anche in un paio di scene strappa lacrime, madri che abbracciavano i figli, preoccupate per la loro vita, non vedendo però che i figli non erano minimamente interessati alle madri, ma a qualcos’altro.

Non sopportava quelle scene, forse perché non avendo i genitori non aveva mai provato qualcosa chiamato affetto e ricevuto affetto. Tutto il contrario. Spintonando e, quasi candendo per le troppe valigie sparse in giro, riuscì ad arrivare alla sua stanza. La porta era già aperta, e un ragazzo dai capelli corti e scuri stava già sistemando la sua roba. Quello si girò con in mano un paio di jeans scuri e lo notò, impalato sulla porta

“Sei il mio compagno di stanza? Per fortuna non mi hanno messo insieme a uno sfigato. Avrei passato tutto il tempo a migliorarlo. Spero non ti dia fastidio che abbia già scelto il letto” parlò alla velocità della luce, scaraventando i vestiti in no dei due armadi

“Figurati, non mi interessa.” Disse entrando e mettendo la valigia sul secondo letto

“Io sono Tony Stark. “ si avvicinò con la mano tesa e strinse quella dell’altro

“Loki Laufeyson”

“ Per fortuna sei solo, senza la fontana camminante al seguito. Senza offesa a tua madre, ma hai visto le scene patetiche nei corridoi? Mica stiamo andando in guerra!”

“Nessun problema” rispose l’altro con un’alzata di spalle
“Che facoltà?”

“Ingegneria”

“Va bene, ti sto adorando. Stessa facoltà!” Loki lo guardò e annuì solamente

“Non sei uno che parla molto vero? Andremo molto d’accordo anche per questo” e prima che Loki poté formulare una qualsivoglia risposta, due ragazze sbucarono sulla soglia della camera chiedendo a Stark se poteva aiutarle con degli scatoloni.

Quello non se lo fece ripetere due volte, uscì dalla stanza sorridendo, lasciano l’altro da solo. Loki rimase quasi tutta la mattina a sistemare le sue cose nell’armadio. Quando ebbe finito, sbirciò i vari poster e le fotografie dell’altro; quasi tutte raffiguravano Tony insieme a il solito gruppo di amici, un paio raffiguravano solo Tony in mezzo ad alcune ragazze.

Sembrava strano che un tipo così popolare, potesse essere studente di ingegneria. Quando sentì la porta aprirsi, cercò velocemente di rimettere a porto la foto che aveva in mano, cercando di non farsi beccare a sbirciare. Ma non ci riuscì.

“Ah queste ragazze… curiosato bene?” gli domandò, beccandolo sul fatto

“Scusa, non volevo”

“Tranquillo. Di sicuro sarai più di compagnia di quegli idioti che frequentavo.””

“Perché, se li reputi idioti, tieni le loro foto?”

“Il fatto che li frequentassi ha sempre infastidito il mio vecchio. poi ha saputo che anche uno del gruppo aveva scelto questa università, lo ha mandato ancora di più fuori di testa. Le tengo come se fossero un amuleto, ma non credo che il paparino mi verrà mai a trovare” disse tutto sorridendo, come se fosse una barzelletta

“Non capisco il motivo di tutto ciò. Erano tuoi amici, tuo padre non aveva nessun motivo per non sopportarli”

“Storia lunga e noiosa. Ma dimmi, dove sono i tuoi?”

“Storia noiosa” disse in fretta

“Vedo che siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Andiamo a mangiare. So che c’è un pub qui vicino che fa dei nachos niente male. E poi c’è la partita!” parlò mentre apriva la porta e usciva dalla stanza

Loki lo seguì, spegnendo le luci e chiudendo a chiave la stanza. Si,Tony poteva andare bene anche se sapeva che sarebbe entrato in una qualche confraternita. Poco male, la camera sarebbe stata tutta per lui.
 
Arrivarono al pub, che per la partita di Hockey era già gremito di gente, nonostante ciò riuscirono comunque a trovare un tavolo libero in un angolo vicino alla cucina. I due si sedettero e presero a guardarsi intorno, quando ad un certo punto, Tony sbuffò rumorosamente e Loki lo guardò con un sopracciglio alzato

“Ci sono i fighetti della Kappa Alpha” disse, facendo un cenno verso uno dei tavoli più grossi occupato da un gran numero di ragazzi

“Ho sentito parlare di quella confraternita. In molti sperano di entrarci” rispose il moro, distogliendo lo sguardo e posandolo sul menù

“Beh il qui presente non sarà uno di quelli. Preferirei stare al dormitorio, che in mezzo a quelli. Sono peggio dei liceali” concluse Stark, guardando l’altro.

Per un po’ non parlarono, ordinarono due piatti di nachos e presero a guardare la partita. Poi ad un certo punto si sentì un boato pazzesco, arrivare dal tavolo vicino a quello della confraternita. I due mori si girarono a guardare e a Tony si dipinse un sorriso entusiasta, si alzò e prese a chiamare un ragazzo.

“Thor! Ehi Thor, e girati!” l’interessato prese a guardare per tutto il locale, poi si accorse del moro in piedi che stava iniziando a sbracciarsi. Disse qualcosa ai suoi amici, poi raggiunse il tavolo dei due mori

“Stark! Che piacere vederti. Sapevo che avevi scelto questa università, ma non credevo fossi uno interessato all’hockey.”
Il tipo era alto, muscoloso, biondo. Insomma sembrava il classico surfista californiano. Loki prese a guardarlo, da tutti i lati. Si proprio tutti, e si stupì quando prese a fantasticare su quel tipo. Scuotendo leggermente la testa tornò al presente, giusto in tempo per sentire Tony che diceva

“Questo è Loki, il mio compagno di stanza”
Il biondo lo guardò, incuriosito tendendo la mano per stringere quella del moro. Si fissarono per qualche istante, poi Thor si girò verso l’amico.

“In che dormitorio state?”

“Alla palazzina numero tre. Ci è andata bene, è quella mista.”

“A te sempre tutte le fortune. Io sono alla seconda, ma tanto non credo che resterò li per molto.” Finì la frase, poi prese una sedia da un tavolo vicino che si era appena liberato e si sedette insieme a loro

“Ah già. Era la Theta Delta Chi o la Sigma Nu?”

“La Theta. Dovrò fare qualche prova, ma sono sicuro di riuscire ad entrare. Mentre tu sei nella facoltà di ingegneria giusto?”

“Esatto, anche il mio amico qui presente.” E indicò Loki

“Evitate di fare discorsi strani in mia presenza, vi prego. Io sono qui solo grazie a una borsa di studio per la pallanuoto. E ringrazio per questo, altrimenti sarei finito al negozio d’antiquariato insieme a mia madre”

“O tra i militari, grazie a tuo padre” gli ricordò Tony
Passarono il resto della serata a parlare, o meglio Tony e Thor, Loki restò ad ascoltare gli aneddoti dei due degli anni al liceo. Poi quando la partita finì, gli amici di Thor lo chiamarono per dirgli che volevano andare in un altro locale.

“Io qui vi saluto. Venite a qualche partita, appena le organizzano. E magari io vi vengo a trovare nel vostro dormitorio.” Disse con un sorrisino furbo.

Si voltò e raggiunse il suo tavolo, ma prima di uscire dal locale, si girò verso il tavolo dei due guardando Loki. Ma quello non lo degnava di uno sguardo, era un tipo strano, ma se era amico di Tony era anche suo amico, poi seguì il gruppo fuori.
Quando i due ebbero pagato il conto, uscirono e si diressero nuovamente verso il college. Non era tardissimo, ma comunque in giro c’erano poche persone. Erano andati tutti a dormire, o comunque nelle loro palazzine, troppo agitati per le lezioni del giorno dopo.

“Non si può restare fuori fino a quest’ora” li riprese il ragazzo alla segreteria. Loki guardò il suo orologio stupito

“Sono solo le undici. Dove siamo, in un carcere?”
Ma prima che l’altro potesse rispondere, i due erano già partiti verso la loro stanza. Mentre Tony aprì la porta si lasciò andare in un insulto verso il loro carceriere e disse

“Maledizione. Saremo anche nella palazzina mista, ma con quel tipo non si potrà fare niente.”
A Loki poco interessava. Non era tipo da feste, o che si ubriacava. Già solo andare al pub era stato fin troppo, adorava stare da solo, ci era abituato. E ora che poteva veramente pensare a se, e non più ai ragazzi dell’orfanotrofio, era una liberazione. Si coricò, pesando al mattino seguente, a cosa avrebbe fatto e alle nuove lezioni. Si addormentò così, con l’idea di una nuova vita davanti a se, senza preoccupazioni per la testa. Ma era amico di Tony, e quella tranquillità non sarebbe durata a lungo.



Angolo autrice
Va bene, mi ero ripromessa di non pubblicarla. Ma a me piace scavarmi la fossa da sola xD
La storia mi è venuta in mente guardando Monsters University, e con questa idea ho capito definitivamente che il mio cervello non è sano.
Non so bene che dirvi, solo non spaventatevi troppo

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Capitolo 2
*** compagni di stanza e AI insistenti ***


 
“Benvenuti al corso di Computer Science, senza il quale non potreste entrare in ingegneria”

Era il primo giorno di corsi, la sala simile ad un anfiteatro era quasi piena. Loki e Tony si erano seduti verso la metà, non volevano sembrare dei lecchini a sedersi davanti ammassati come tutti gli altri; vicino a loro un ragazzo con capelli scuri, stava prendendo appunti (di che cosa, solo lui lo sapeva, la lezione non era ancora iniziata) sul suo portatile grigio.

“Guardatevi intorno, solo un terzo di voi riuscirà ad arrivare alla fine di questo corso e passare al prossimo anno. Dei restanti due terzi, il 70% cambierà indirizzo e il restante abbandonerà l’Università. Se vorrete eccellere in questo corso dovrete essere i migliori, studiare e non perdere tempo. Quindi, se anche solo una delle tre cose che ho detto non vi sta bene, lasciate subito questa sala.”
Nel giro di tre minuti, un bel pezzo di studenti lasciarono i loro posti. Loki e Tony si guardarono intorno, sbalorditi

“Wow, incoraggiante il tipo” commentò a bassa voce Tony. Il ragazza accanto a loro prese a ridacchiare, e notando i due che lo fissavano straniti disse

“Dite così ora, ma aspettate di vederlo in una giornata no.”

“Ah è in una giornata buona?” parlò Tony, guardando quasi spaventato il professore, che aveva iniziato a spiegare

“Ma lo conosci?” domandò Loki piano

“Si, Maurice Stain. E’ un amico di mio padre. Ah che maleducato, Bruce Banner”

“Tony Stark e Loki Laufeyson. Ma allora sarai avvantaggiato.” Disse Stark, un po’ ad alta voce, facendo girare un paio di teste

“Bé, in realtà no. Anzi, è peggio perché da me pretende di più. Ma a me va bene così, non voglio passare per quello raccomandato.”

“Se i signori li in alto hanno finito, magari mi possono spiegare cos’è l’algebra di Boole” il professore fermò la lezione, e si mise a guardare i tre.
Tony, per la prima volta in due giorni non proferì parola, mentre gli altri due si guardarono. Erano u po’ sottopressione, non solo per la figuraccia ma anche perché una cosa come cento teste erano girate verso di loro.
Poi, dopo un grosso respiro, Loki iniziò a parlare. Spiegando nei minimi particolari quello che era stato chiesto. Dopo un paio di minuti il professore lo fermò e continuò la lezione.

“Ma questo ha bisogno di sfogarsi un po’!” si lamentò Tony, una volta fuori dall’aula

“Le due ore più noiose di sempre.” Gli fece eco Loki
I tre si stavano dirigendo verso il cortile, per raggiungere le altre lezioni. O meglio Bruce doveva andare al corso intensivo di chimica avanzata, mentre gli altri due avevano fino a dopo pranzo libero.

“Ehi facciamo così, appena finisci quella cosa strana chiamata chimica ci vediamo in mensa. E possiamo sparlare dei fighetti della Kappa Alpha” Bruce lo guardò sorridendo, poi disse loro che si sarebbero rivisti più tardi e si avviò verso un’altra palazzina, mentre i due si sedettero su una panchina felici di avere mezza giornata libera.
Ma la felicità venne interrotta dal professor Stain, che passando li accanto li notò e disse

“Signor Stark, non credo che lei si possa permettere di restare spaparanzato così. Forse il signor Laufeyson potrebbe aiutarlo a ricordare le basi di informatica. Cosi, magari potrà passare il primo esame, tra due mesi.” E detto questo si dileguò

I due lo guardarono allontanarsi, poi si lanciarono un’occhiata divertita. E ovviamente, nessuno dei due si mosse da quella panchina, se non per il pranzo. Pranzarono insieme a Bruce e una sua compagna di corso, Virginia  Potts, anche se preferiva Pepper. E Tony fu subito interessato alla ragazza, cercava di attirare la sua attenzione con battutine squallide o cercava di intrattenere un discorso sulla chimica, ma ben presto dovette lasciar perdere perché quella continuava a guardarlo come se fosse pazza.

Nel pomeriggio i due mori si diressero alla lezione di Computer division: applicazioni e fondamenti. Già solo il nome metteva paura. Comunque riuscirono a superare indenni le due ore successive; certo avevano il cervello che emetteva fumo e i neuroni urlavano pietà, ma tutto sommato erano interi. Usciti dalla sala, un paio di ragazze li fermarono e diedero dei volanti riguardanti un evento sportivo

“La prima partita di pallanuoto. Stanford contro Berkeley. Sabato prossimo alle cinque di pomeriggio nella piscina del campus.” Disse una delle due ragazze, più a Tony che Loki

“Ci saremo senz’altro” rispose quello, guardando poi la ragazza allontanarsi con l’amica

“E’ l’evento perfetto. Sarà pieno di ragazze, che vogliono far colpo sui giocatori, ma quelli non le calcoleranno tutte. Così entriamo in gioco noi due!”

“Si, divertiti. Io non vengo.” Loki prese a camminare in direzione della palazzina numero tre, per darsi una sistemata e lasciare i libri

“Come non vieni? Io ho bisogno di una spalla. Come coinquilino sei tenuto ad aiutarmi.”

“Sono tenuto ad aiutarti? E questo chi lo dice?” Loki si voltò a guardarlo incredulo

“Il mio regolamento tra compagni di stanza. Certo è quasi tutto a mio favore, ma possiamo cambiare qualcosa per te” Tony gli porse un foglio con vari punti

“Sai, mi ricordi Sheldon. E spero per la tua incolumità, che entro cinque minuti, tu stracci quel foglio.” Disse minaccioso l’altro, riprendendo a camminare
Tony appallottolò il foglio e lo buttò in un cestino, seguendo l’altro ai dormitori. Per tutto il tragitto restò in silenzio, ma una volta entrati in camera riprese con le suppliche.

“Dai Loki, accompagnami.”

“Sei peggio di un bambino. Chiedi a Bruce. Oppure aspetti che la partita sia finita e stai con il tuo amico, quello del pub.” Fece finta di non ricordarsi il nome dell’altro. Ma in realtà era ben impresso nel suo cervello.

“Thor? No, lui mi ruberebbe tutta la scena. Con te invece, avrò molte più possibilità”

“Grazie. Sei gentilissimo” rispose l’altro, prendendo l’accappatoio e uscendo dalla stanza per andare al bagno comune.

“Ma che ho detto?” chiese stranito Tony, non capendo di essere stato un leggermente antipatico.

Per tutta la settimana Tony cercò di convincerlo ad andare alla partita con lui. E di punto in bianco Loki si ritrovò ad accettare la proposta. Neanche lui riuscì a capire come fece l’altro a convincerlo. Forse era il fatto che in quei giorni non riusciva a dormire per colpa dell’altro.
E si, perché Tony aveva preso il vizio di armeggiare alle quattro di notte. Tutto iniziò perché un loro compagno di corso, sapendo che Tony era bravo a riparare le cose, gli chiese di riparargli il cellulare. Fu una cosa di pochi minuti, e in teoria doveva finire li. Ma no, il moro ci prese troppo gusto e continuò per tutta la settimana.

Sabato mattina Loki si alzò con mezzo cervello ancora nel mondo dei sogni; Stark aveva passato gli ultimi tre giorni per creare un’intelligenza artificiale/antifurto/rompiscatole. Si perché quell’affare non solo ti salutava e chiedeva com’era andata la giornata, ma ricordava a Tony (e dopo aver avuto i dati, anche a Loki) gli appuntamenti della giornata, faceva il conto alla rovescia di quanto mancava al primo esame e si era scomodato a fare ad entrambi un piano di studi.
Quando Loki aprì gli occhi notò che l’altro non era in camera, così si alzò dal letto, cercando di fare il più piano possibile. Peccato il comodino.


“Buongiorno Loki. Oggi è una bellissima giornata, e la colazione arriverà tra cinque minuti, signor Tony è all’ingresso della palazzina. Posso ricordarle che oggi pomeriggio ci sarà la partita di pallanuoto, dove la Stanford avrà un 30% di possibilità di vincita?”

Loki non lo ascoltò minimamente, massaggiandosi il mignolo e sbadigliando arrivò all’armadio e prese a rovistare dentro alla ricerca di qualcosa di pulito. In quel momento la porta della stanza si aprì e ne entrò Tony, tutto raggiante, con due bicchieri di caffè e una scatola di ciambelle.

“E’ arrivata la colazione” quasi urlò, mentre poggiava le tazze e la scatola sulla scrivania

“JARVIS che impegni ho oggi?”


“Buongiorno signore. Oggi è il giorno del bucato, le consiglio la lavanderia che si trova a duecento metri dal campus, è più economica, ed è il suo turno come da calendario. Poi oggi pomeriggio c’è la partita di pallanuoto”

“Si quella me la ricordavo. Loki mi accompagni…”
Ma il moro non lo degnò di uno sguardo, chiuse l’armadio e uscì dalla camera sbattendo la porta. Lasciando Tony senza parole. A rispondere alle domande mute di Stark ci pensò l’AI


“Sembra che le sue operazioni alle quattro del mattino non facciano piacere a Loki”

“Non pensavo fosse un problema” si lamentò quello, mettendo alla rinfusa i suoi vestiti dentro una bacinella di plastica.
Dieci minuti più tardi Loki tornò in camera, con in mano il pigiama, spazzolino e dentifricio.

“Ehm Loki, hai roba da lavare?” i due secondi Tony si ritrovò con un’altra cesta tra le mani, piena di vestiti. Una volta messo anche il pigiama nella cesta, Loki prese una tazza di caffè, la scatola di dolci, la sua psp e uscì nuovamente dalla stanza.

“Spero solo che non gli venga la brillante idea di buttarmi dentro la piscina oggi.” Commentò cupo Stark


“In effetti c’è una possibilità dell’80% signore.”

“Grazie per le statistiche JARVIS” replicò il ragazzo, scuotendo la testa e uscendo anche lui dalla camera.

Le successive tre ore passarono in modo tranquillo. Più che altro per Loki, dato che Tony rischiò di far esplodere una lavatrice perché aveva dimenticato di togliere delle monete dai jeans che finirono con l’otturare lo scarico. Mentre Loki si rilassava nel cortile dell’università, giocando alla sua console e mangiucchiando le ciambelle. Era quasi sul punto di finire la missione, per la quale aveva speso un mese dietro a quel gioco, quando un’ombra lo sovrastò.

“Ehi ma tu sei il compagno di stanza di Tony. Loki, giusto?” disse una voce profonda
Il moro guardò di sfuggita a chi apparteneva quella voce, e tutto un mese di strategie sfumò per colpa di due occhi azzurri e dei capelli biondi. Maledetto il surfista californiano

“Grazie tante. Era un mese che cercavo di finire questa missione” si lamentò quello, fulminando con lo sguardo Thor

“A che stai giocando?” chiese quello sedendosi accanto al moro. Quello alzò il cofanetto

“Medal of Honor: heroes 2! Wow, pensavo che fossi solo uno fissato con cose super difficili da..”

“Secchione? Beh non lo sono.” Ringhiò acido Loki

“Veramente stavo per dire persona intelligente. Scusa se ti ho disturbato, volevo solo sapere se Tony verrà alla partita oggi. Pazienza, digli che lo cerco. E complimenti per il gioco, sarebbe fantastico giocarci. Quel gioco mi manca.” e poi si allontanò, lanciando un’ultima occhiata all’altro.

Loki restò li perplesso, per la figura che aveva fatto. Poi gli venne in mente un’idea, e di corsa tornò al dormitorio. Quando aprì la porta non diede il tempo all’AI di parlare che disse

“JARVIS, so che esegui solo gli ordino strampalati di Tony. ma devo chiederti un favore”

Passò tutto il tempo in camera, finché il computer non finì di aiutarlo nell’impresa. Quando Tony tornò indietro, con le bacinelle colme di vestiti lavati e asciugati erano ormai le quattro del pomeriggio

“Come mai ci hai messo così tanto?” domandò Loki, girandosi sulla sedia guardandolo con un sopracciglio alzato

“Ho rischiato di far scoppiare la lavanderia più l’intero palazzo. Ah, probabilmente un paio di mutande saranno rosa.” Disse poggiando i vestiti sui rispettivi letti


“Signore ho finito il processo di copia”

“Grazie mille. Eh, JARVIS, annota che da domani lo faccio io il bucato. Tony non si avvicinerà più a una lavatrice, se non quelle giocattolo” replicò, ghignando. L’altro gli fece la linguaccia

“Vedo che sei di buon umore.”

“Non essere troppo felice. Sono ancora infastidito per le ore di sonno perse a causa tua. E dopo starei attento, potresti ehm..scivolare in acqua”
Quando mancava un quarto d’ora alla partita i due si diressero verso la piscina dell’università. Era quasi del tutto piena, ma appena raggiunsero le gradinate, Bruce che li aveva raggiunti fece cenno di raggiungerlo che aveva tenuto due posti per loro.

“La tua amica non c’è?” domandò Tony, guardandosi intorno

“Chi? Pepper? Non ama questo sport” rispose tranquillamente l’amico
Come aveva previsto JARVIS, la squadra di Stanford batté quella di Berkeley. Ad un punteggio notevole, 4-0. E come aveva presti invece Tony, era pieno di ragazze che cercavo in tutti i modi di attaccare bottone con i giocatori, ma senza successo.
Quando le due squadre uscirono dagli spogliatoi, Stark raggiunse il biondo che stava uscendo in quel momento.

“Ehi bella partita. Non conosco molto le regole di questo sport. Però è stato bello” si complimentò

“Grazie, mi fa piacere che comunque sei venuto a vedere. Anche se sospetto che la priorità fosse per le ragazze.” Ridacchiò quello, vedendo che l’amico stava seguendo con lo sguardo un paio di ragazze appena passate di li.

“Ma va. Io sono venuto per fare il tifo per te.” Replicò il moro

“Ma se non hai fatto altro che lagnarti tutto il tempo? Quello tifoso è Loki” commentò Bruce, facendo diventare paonazzo l’altro amico. Thor lo guardò, con un mezzo sorriso, poi come se niente fosse disse

“Se volete questa sera un compagno di squadra da una festa. Lui sta in una casa qui vicino. Ci vediamo per le nove davanti al cancello? Ci saranno ragazze per la nostra felicità!”
A quella frase, Stark acconsentì subito. Dicendo che anche gli altri due sarebbero venuti sicuramente. Poi il quartetto si avviò fuori dalla palazzina, ma invece che seguire Bruce e Tony, Loki si girò verso il biondo e gli disse

“Aspetta. Volevo scusarmi per oggi, e darti questo” gli porse un dischetto triangolare.

“Ah non ti preoccupare.”Il biondo prese il dischetto e se lo rigirò tra le mani

“E’ Medal of Honor. Dato che non ci hai mai giocato, ti ho fatto una copia” commentò in fretta

“Accidenti, non solo giochi a certe cose fighe, ma fai anche copie pirata. Dove sei stato tutta la mia vita?” disse ridendo il biondo, dando poi una pacca amichevole al moro e salutandolo.
Va bene. Rimasi li cinque minuti, frastornato. Non capiva più niente, ma era solo una battuta. Perché doveva farsi certi complessi, per un maschio poi! Valli a capire gli ormoni.


Angolo autrice
Va bene, ho una cosa da dire: Roby_Lia come avevo detto c'è una parte che ti rappresenta al massimo xD
Comunque, a parte gli scherzi spero vi piaccia. Nonostante il risveglio traumatico, questo rientro a scuola ha dato i suoi frutti ahahah
A presto
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Capitolo 3
*** Divertimento e letti ***


“Non so cosa mettermi” Tony era da almeno venti minuti davanti all’armadio aperto, indeciso sui vestiti. Era peggio di una ragazza

“Ma si, infilati una maglietta e un paio di jeans. Basta che ti muovi” disse l’altro, intento a giocare all’ennesimo videogioco.

“Si, e poi somiglierò a te.” Le prese in giro Stark, guadando i vestiti dell’altro. Una maglia nera con una riga verde verticale  e un paio di jeans. Stark si decise, prese un paio di jeans neri e una camicia. Si cambiò in fretta, poi i due uscirono dalla camera. Prima di arrivare all’ingresso, Loki si bloccò, fermando anche l’altro e facendo segno di non fare rumore. Guardò da dietro l’angolo la segreteria, dove il ragazzo incaricato stava sistemando delle carte. Appena quello si girò per andare in bagno, i due sgattaiolarono in fretta fuori dal dormitorio

“Ma non possiamo fare così per tutte le volte che vogliamo uscire. Al rientro come faremo? “ parlò Tony, appena furono lontani dalla palazzina

“Non lo so. Magari dormiremo in cortile. Sarà meglio comprarci dei sacchi a pelo”

“Molto spiritoso. Ma io ho un’idea migliore, possiamo prendere in affitto un appartamento”

“Spiacente, ma non me lo posso permettere. Anche io sono qui grazie ad una borsa di studio, e se non trovo un lavoro sarà difficile i prossimi anni”
Parlottando, arrivarono al cancello. Erano un po’ in anticipo, così dovettero aspettare. Si poggiarono al muretto e attesero gli altri due. Dato che Tony non riusciva a stare zitto per almeno dieci minuti, eccolo che ripartiva con altre domande

“Che lavoro fanno i tuoi?”

“Guarda arriva Thor. Ma Bruce che fine ha fatto?”  Loki riuscì a sviare la domanda, beccandosi un occhiataccia sospettosa

“Ciao ragazzi. Manca qualcuno o possiamo andare?” salutò il biondo

“Stiamo aspettando un amico. Il ragazzo che era con noi oggi, durante la partita.” disse Tony, guardandosi  attorno
Rimasero li altri cinque minuti, a parlare di cose a caso, quando si sentirono salutare. I tre si girarono e videro Bruce arrivare dal fondo della strada

“Ma da dove arrivi?”

“Da casa. Ho preso in affitto un appartamento qui vicino” spiego quello, fermandosi accanto a Loki e salutando

“Va bene, andiamo che siamo in ritardo.” Tagliò corto Thor, bloccando la cascata di domande di Tony

Dovettero camminare per qualche minuto. Già prima di raggiungere la casa, da dietro l’angolo si sentiva della musica ovattata. Arrivarono davanti a una palazzina di due piani. Era gremita di gente sia dentro, per quel poco che si vedeva, sia fuori. C’erano persone che se ne andavano in giro bevendo dai classici bicchieri di plastica rossi, ridendo e scherzando. E una volta davanti alla casa, la musica era decisamente alta, fortuna che in quella via gli appartamenti erano affittati solo da studenti.

“Thor! Ce l’hai fatta” urlò un ragazzo che era sui gradini principali. Sembrava più grande di loro di almeno un paio d’anni. Era più basso del biondo, ma un po’ più muscoloso, con i capelli corti castani scuri.

“Ragazzi, lui è Clint. Mio compagno di squadra e capitano. Ma la cosa più importante, proprietario di questa casa.” Disse il biondo, dando una pacca sulla spalla a Clint

“Benvenuti. Fate pure come se foste a casa vostra. Io vi rubo Thor. Ci sono persone importanti che vogliono parlare con te. Per voi sono sicuro ci saranno molte ragazze ad aspettarvi” concluse guardando gli altri tre

“Allora sarà meglio non farle aspettare.” Commentò rapido e divertito Tony. non vedeva l’ora di avere quella notizia

Loki non aveva mai partecipato a molte feste, anzi nessuna  tranne che quelle del suo compleanno, che erano sempre molto tristi e con le solite persone. Così, quando entrò in casa, rimase a bocca aperta. C’erano almeno un centinaio di persone, tutti che ridevano, ballavano c comunque si divertivano.
Thor raggiunse un gruppo di ragazzi, che per lo più indossavano delle giacche scure con un logo sul taschino in alto. Di sicuro erano membri di una confraternita, Loki li seguì con lo sguardo finché non sparirono. Tony li abbandonò subito, dirigendosi al bar e poi da un gruppo di ragazze.

“Tutto bene Loki?” Bruce, che era ancora accanto a lui, lo guardava preoccupato dato che l’altro non dava segno di vita

“Si, certo. E’ che non sono uno feste. O lo sarei se avessi partecipato a certi eventi, non so come comportarmi, e tutto ciò mi mette un po’ a disagio.” Dichiarò schietto quello

“Ah non ti preoccupare. Nemmeno io sono per queste cose. E comunque, a breve, saranno tutti ubriachi. Così potremo andarcene senza sembrare antisociali.”

“Come fai a dirlo scusa?”

“Guardando le varie serie tv, che implicano adolescenti, succede sempre così” rispose con una semplice alzata di spalle
Loki lo guardò tra il divertito e incredulo. Così i due restarono per tutto il tempo in disparte, con una birra in mano parlando di cose che solitamente non sono di casa ad una festa, tipo chimica e ingegneria.

“Magari tu e Tony potete venire a vivere con me. Ci dividiamo l’affitto, appena troverete un lavoro, per un po’ ci posso pensare io.”

“Tony, da quel che ho capito, non ha bisogno di cercarsi un lavoro. La sua famiglia è molto adagiata.”

“Lo credo bene. Tutti vorrebbero essere figli di Howard Stark, anche se i più lo farebbero per l’eredità” disse pensieroso, ma lo sguardo confuso dell’altro lo stranì

“Non sai chi è Howard Stark?”

“Dovrei? Sai arrivo da un paese piuttosto isolato, e le notizie arrivano a rilento”

“In breve è l’uomo che ha creato quasi tutte le cose tecnologiche che si utilizzano adesso; l’esercito utilizza le sue armi per la protezione del paese. Ha anche fondato le Stark Industries, che sono un impero tecnologico.”

“Cavoli, io so solo che lui e suo padre non hanno un buon rapporto, e ci vivo insieme. Anche se non credo che il motivo del loro problema sia quello di cui mi abbia parlato lui.”

Verso l’una di notte Bruce salutò l’altro, dicendo che aveva delle cose da fare quella mattina e non voleva andare a dormire troppo tardi. L’altro rimase alla festa, dove ormai molti erano ubriachi, o come Bruce erano andati via, e dedusse che fosse per colpa dei ragazzi alle segreterie dei dormitori. Ma lui non aveva nessuna intenzione di tornare da solo, avrebbe cercato Tony così avrebbe incolpato lui per il ritardo.

Alle tre iniziò a stufarsi. Gli piaceva la solitudine, ma non fino a quei livelli. Il Dj aveva smesso di suonare, e alcuni per rimpiazzarlo avevano inserito un cd dentro un lettore, e quello aveva iniziato a mandare musica scadente, che fece da sonnifero a molte persone, le quali si addormentavano dove capitava. Prese a girovagare per la casa a cercare Stark, ma di lui nessuna traccia al piano inferiore. Così salì le scale, che lo condussero in un corridoio con sei porte in legno scuro, per quel che poteva capire data la luce soffusa. Tentò di aprirle tutte, ma solo con due ci riuscì, e svelarono solo i due bagni. Tornò di sotto, cercando di non inciampare tra le gente seduta o sdraiata sulle scale, e non sapeva più dove carcere.

Forse l’altro era già andato via, e non glielo aveva detto perché in mezzo a tutta quella folla non lo aveva trovato; uscì dalla casa, per raggiungere l’università, e mentre si trovare sugli scalini principali, sentì delle risate, non capendo però da dove provenissero. Poi ascoltando più attentamente e guardansi intorno, notò una finestra del seminterrato aperta. Da li poteva osserva e ascoltare tutto quello che succedeva all’interno; riuscì a vedere il gruppo di ragazzi della confraternita seduti insieme e Thor, Clint e Tony su dei divani. Ma che ci faceva li Tony?
Loki si accovacciò per sentire meglio la conversazione, non era da lui ma voleva sapere come mai si erano rintanati li, specialmente Tony, dato che non sopportava le confraternite

“Spiegateci come fate ad essere amici di quei due sfigati che avete portato qui” chiese un ragazzo, seduto vicino a Clint, la cui frase fece sogghignare alcuni presenti.

“Sembrano due ragazzini delle medie, e che per puro culo sono riusciti a farsi ammettere in questa Università” gli diede corda un altro

“Non sono ragazzini sfigati” iniziò a parlare Tony, vendendo interrotto da un ragazzo della squadra di nuoto

“ Devi ammettere però, che sono un po’ strani. Sono stati tutta la sera in un angolo a parlare tra loro. E quelli con i capelli più lunghi sembra un po’..ambiguo”

“Lascia stare Loki. Non sai neanche  come si chiama, non lo conosci, e ti permetti di giudicarlo?” scattò rabbioso Tony, alzandosi dal divano

“Ehi vacci piano, figlio di papà” continuò quello

“Sapete, Loki sarà anche un ragazzo che odia le feste e preferisce starsene per conto suo. Ma almeno con lui posso fare discorsi intelligenti, che non devono finire per forza su ragazze o sport.” E detto ciò Tony uscì dalla stanza, sbattendo la porta.
Il moro però non si mosse, perché anche Thor si era alzato e stava per parlare

“Se tutti quelli della Sigma Nu sono come voi, rimango del mio parere di non voler entrare in questa confraternita insulsa. Ah, lasciate Loki, che di sicuro ha più cervello di tutti voi messi insieme” poi anche lui uscì, seguito da Clint
Loki era senza parole. Non pensava di avere due amici così, e mai gli era capitato di essere difeso in quel modo. Quando sentì la porta principale aprirsi e una parolaccia molto colorita verso i ragazzi della Sigma Nu, si alzò e facendo finta di niente disse, ad uno scorbutico Tony

“Ma si può sapere dove ti eri cacciato? Stavo per chiamare la protezione civile”

“Andiamocene. E’ stata una festa orribile!”

“Le ragazze non ti si sono filate?” lo prese in giro Loki

“Sapete vero che siamo nei guai? E voi due soprattutto?” Thor e Clint li avevano raggiunti, fermandosi a pochi passi dai due

“Già, non riusciremo mai a non farci beccare.” Parlò sconsolato Stark

“Vi inviterei a stare da me, ma come potete vedere sono incasinato.” Disse indicando la casa alle sue spalle
"Bruce sta in un appartamento. Possiamo chiedere a lui” propose Loki

Sia Tony che Thor acconsentirono, chiedendo poi al moro se sapeva dove stava Banner. Quando quello rispose affermativamente, salutarono Clint e si diressero per la strada illuminata. Pochi minuti più tardi arrivarono davanti a una palazzina di sei piani, interamente di mattoni.
Loki si avvicinò al citofono, sperando che l’amico non fosse già a dormire

“Chi è?” fece Banner, la voce un po’ metallica ma non assonnata per fortuna

“Bruce, siamo Loki, Tony e Thor. Possiamo salire?”

“Si, certo. Sesto piano.” Disse, facendo aprire il portone

“Ditemi che c’è l’ascensore!” pregò Tony
Appena entrarono nell’atrio video sulla parete di sinistra le caselle per la posta, a destra il gabbiotto del portinaio e vicino alle caselle delle lettere una scala che conduceva agli appartamenti.

“Non ce la faccio più” disse esasperato Tony, quando ormai erano al sesto piano

“Un giorno dovresti venire in palestra con me. Così vedi che la prossima volta non avrai problemi.” Lo prese in giro Thor
Loki bussò, dopo qualche istante la porta si aprì rivelando un Bruce con pigiama dei supereroi e un libro di chimica in mano

“Banner, fatti un appartamento con l’ascensore la prossima volta” la voce di Tony arrivò dallo scalino superiore delle scale, sulle quali si era seduto.

“Entrate pure ragazzi. Prima che Tony svegli tutti i miei vicini. L’ho sentito lamentarsi per tutte le rampe.” Parlando si scostò dalla porta per fare entrare i tre e poi la richiuse

“Che ci fate qui?” domandò, appoggiando il libro di chimica sulla scrivania per poi guardarli

“Non possiamo tornare ai dormitori a quest’ora” iniziò Thor

“Anche perché potrei commettere un omicidio, se mi ritrovo davanti il tizio della nostra.” Commentò Tony, indicando poi se stesso e Loki

“Ti chiediamo asilo per questa notte” supplicò Loki.
Bruce li guardò, poi acconsentì. Ormai la sua notte di studio era saltata. “Va bene. Vi darò qualcosa da usare come pigiama. Ma per quanto riguarda i letti, ho solo un’altra camera con un letto singolo. Gli altri due dovranno accontentarsi del divano letto.”

“La camera è mia!” quasi urlò Tony, avvicinandosi a Bruce

“Sognatelo. Tu e Thor vi conoscete da più tempo, la cosa più normale è che siate voi due a dormire sul divano” constatò a disagio Loki

“No grazie. Ho già dormito con Tony, dopo una festa, e scalcia per tutto il tempo. Prendo io la camera, non voglio ritrovarmi dei lividi.” Si intromise Thor

“ Si, poi magari rompo qualche osso a Loki. E’ più magro di te, non vorrei fargli male”

“Va bene! Prendi tu la camera. Noi dormiamo sul divano.” Esclamò contrariato Loki

“E poi Loki, tu stai sempre nella stessa posizione, mentre Thor da quel che ricordo si muove poco anche lui. Va bene ad entrambi” sentenziò Stark

“ Si si, come vuoi. Tanto è solo per questa notte” replicò il moro, superando il biondo senza guardarlo e prendendo un paio di pantaloni grigi che gli stava offrendo Bruce.
Si infilò subito nel bagno per cambiarsi. Dopo una ventina di minuti erano tutti ai loro posti

“Vedi di non russare.” Disse al moro, coprendosi, e togliendo una parte di lenzuolo al biondo

“Io non russo. E te vedi non rubare le coperte.” Replicò quello, strattonandole per coprirsi meglio

Era una situazione molto strana, o comunque per Loki. Mai gli era capitato di dormire insieme a un ragazzo . Inizialmente non su molto drastica come cosa, Thor si era addormentato quasi subito, con un braccio che gli copriva gli occhi e la bocca semi aperta dalla quale usciva un leggero russare. Poi come aveva previsto Tony, quello si mosse per restare così tutta la notte. Si girò verso Loki e lo afferrò come se fosse un cuscino, avvinghiandolo con le braccia e con una gamba.
Loki cercò di liberarsi, ma più si divincolava, più l’altro stringeva la presa, disse anche qualcosa su un cuscino ma non si capì molto. Così il moro smise di combattere e cedette al sonno.

 


Angolo autrice
Va bene, ho voluto fare questo capitolo più lungo, perché non so quando potrò aggiornare dato che ormai siamo agli sgoccioli e la maturità si avvicinà sempre di più
Maledette simulazioni e verifiche varie!!
Comunque, spero vi piaccia
A presto
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Capitolo 4
*** Un tranquilla giornata di univeristà ***


Parecchie ore dopo, Loki si svegliò per una sensazione strana. Inizialmente pensò che fosse colpa della troppa luce che filtrava dalle tende chiare, però poi sentì qualcosa che premeva sulla sua coscia. Cercò di girarsi, per capire cosa fosse, a si ritrovò ancora bloccato da Thor che lo abbracciava stile koala, rimasto così per tutta la notte. E poi, eccola, la rivelazione.

“Svegliati! Immediatamente!”Loki quasi cadde dal materasso pur di scostarsi

“Uh?” Thor aprì un occhio, non capendo niente e chiedendosi perché l’altro urlasse tanto

“Ah, buongiorno piccioncini.” Li salutò un Tony decisamente riposato e con in mano una tazza di caffè fumante
Loki lo fulminò con lo sguardo, mentre Thor si tirò su a sedersi, poi però si bloccò e con una scusa si dileguò in bagno, appena liberato da Bruce.

“Eravate così teneri” parlò di nuovo Tony, andandosi a sedere al tavolo in cucina e porgendo il cellulare all’amico con un mezzo ghigno

“Ci hai fatto una foto?” Loki quasi urlò vedendo l’immagine e cercando subito di cancellarla, ma venendo bloccato da un codice di sicurezza

“Non puoi cancellarla, non ci provare.” Ridacchiò Stark, riprendendosi poi il cellulare
In quel momento tornò Thor, un po’ rosso in viso e si sedette al tavolo insieme agli altri e prese un biscotto

“Com’è andata questa notte?” domandò Bruce, non sapendo cos’era successo

“A Thor molto bene direi” ghignò Tony, beccandosi una gomitata da Loki

“Non è colpa mia. Ogni tanto succede.” Si giustificò il biondo, diventando ancora più rosso

“Bhe, due sono le possibilità. O stavi facendo un sogno particolare, o….”

“Ok, basta!” lo interruppe Loki, anche lui a disagio

“Oggi avete qualche impegno?” domandò Bruce, più a Loki e Tony

“Io tra un’ora ho gli allenamenti, poi da studiare” disse Thor

“Da studiare? Perché voi sportivi studiate anche?”

“Beh devo partecipare anche a una facoltà, ho scelto quella per l’istruzione è che la più semplice”

“Io devo ancora fare il saggio di ingegneria. E anche Tony, se vuoi lo si fa insieme” rispose Loki

“Si, per me va bene. Tra un’ora in biblioteca del campus?”
Loki acconsentì, e venti minuti più tardi lui, Tony e Thor erano diretti in università. Quando raggiunsero il cortile, Thor prese in disparte Loki e disse

“Volevo chiederti scusa, per l’inconveniente di questa mattina”

“Non ti preoccupare. I sogni ogni tanto fanno questo effetto” replicò il moro

“Già” disse Thor, non molto convinto guardando quello mentre raggiungeva Tony

“Posso dire che odio questa materia?” si lamentò Tony un’ora più tardi in biblioteca

“Ma se hai finito il saggio prima di noi!” bisbigliò Bruce mentre consultava un libro

“Appunto. La odio perché è troppo facile.” Specificò quello

Gli altri due continuarono il loro saggio, mentre Tony si lamentava per la noia; ad un certo punto si alzò e prese a girovagare per la biblioteca. Dopo un po’ anche Bruce e Loki finirono il compito, e guardandosi attorno non videro più l’amico. Presero a girovagare per tutto l’edificio, ma quando constatarono che non era più li uscirono. Lo videro ad un chiosco, intento a parlare con delle ragazze. Si preoccuparono solo perché attaccate al chiosco c’erano delle teste di animali. Così corsero incontro a Stark, pensando che volesse andare a caccia, ma quando lo raggiunsero, Tony si girò con un sorriso sulle labbra

“ Avete visto? C’è il circo, rimane in città per tre settimane” e porse loro un foglio

“A volte mi domandò quanti anni hai” sospirò Loki, alzando gli occhi al cielo

Decisero di accontentare il bambino troppo cresciuto, e organizzarono di andare al circo quel venerdì. Il giorno dopo, a lezione di ingegneria il professor Stain fece loro i complimenti per i saggi consegnati con due settimane d’anticipo. Ma comunque quel giorno fu un supplizio seguire la lezione. Sia Loki che Tony fecero fatica a tenere gli occhi aperti e più di una volta Bruce dovette tirare un paio di gomitate a Tony che aveva preso a russare e fece girare divertiti alcuni ragazzi.

“Certo che se fate così alla seconda settimana, non oso immaginare quando saremo nel pieno del programma” disse divertito Banner mentre uscivano dall’aula

“E’ tutta colpa di Tony” sbadigliò Loki

“Ehi JARVIS ha bisogno degli aggiornamenti” si giustificò quello

“Signori, la prossimo volta confiderò in una maggiore attenzione da parte vostra. E signor Stark, se le piace tanto dormire, forse è meglio se rimane nella sua stanza, non si scomodi a venire.” Stain squadrò Tony, poi se ne andò

“Va bene, oltre al tizio del dormitorio mi toccherà uccidere anche Stain!” ringhiò Stark, mentre gli altri due ridevano
Dopo averlo consolato, tra una risata e l’altra, si diressero in mensa per il pranzo. Mentre facevano la fila per avere della pizza, vennero raggiunti da un raggiante Thor che aveva in mano una lettera

“Tra una settimana inizio le selezioni per la Theta Delta Chi” parlò felice mentre prendeva un vassoio e si univa a loro

“Ah bene. Spero che almeno tu sia intelligente da evitare il lavaggio del cervello” rispose acido Tony mentre si allontanava col suo pranzo verso un tavolo libero, seguendo gli altri due.
Thor prese in fretta da mangiare e gli corse dietro confuso “Cosa intendi con lavaggio del cervello?”

“Che tutti quelli che entrano in una confraternita poi si dimenticano degli amici che avevano fuori. E iniziano ad andare in giro per il campus come se fossero i padroni di tutto” replicò quello senza guardare l’amico
Bruce e Loki si lanciarono un’occhiata tra il sorpreso e confuso. Anche se Loki immaginava a cosa si riferisse l’amico, ma non disse niente.

“So a cosa ti riferisci. E non tutti sono coglioni da diventare così, specialmente io. Speravo di avere supporto da un amico, ma evidentemente non siamo poi così amici” e detto ciò si allontanò dal loro tavolo, lasciando Bruce e Loki a bocca aperta, mentre Tony stava continuando a mangiare.
Bruce fu il primo a riprendersi e chiese “Cos’è successo?”

“Anche lui diventerà un idiota senza cervello. Doveva succedere prima o poi. Mi spiace però, era l’unico con cui riuscivo a stare al liceo” rispose non curante, per poi alzarsi e pulire il vassoio

Gli altri due finirono di mangiare, poi dato che Loki non aveva lezioni nel pomeriggio, s diresse verso il dormitorio, nella speranza di recuperare un po’ di ore di sonno. Ma quando raggiunse la porta della camera, sentì dei rumori di attrezzi, segno che Tony si era rimesso al lavoro. Depresso perché non poteva dormire, uscì di nuovo on cortile, alla ricerca di una panchina vuota. Guardandosi attorno vide Thor seduto all’ombra di un albero intento a giocare con la psp.

“Ciao” Loki lo raggiunse proprio quando l’altro sbraitò perché era morto

“Ehi ciao. Stavo provando il gioco che mi hai dato, ma sono bloccato alla seconda missione” disse riavviandolo, mentre Loki si sedeva e prese a guardare

“Ma quando raggiungi il check point, da dove ti metti a sparare”

“Vado al piano di sopra. Ho più visuale”

“Vero, ma meno copertura, e quindi i nemici posso ucciderti più facilmente. Fai così, lascia andare la squadra di sopra, te resta al piano terreno della casa, così puoi far fuori il loro generatore e le jeep con le armi.” Thor lo guardò scettico, però poi fece come gli aveva detto, riuscendo a finire la missione e vincendo la medaglia come miglior stratega.

“Cavoli, grazie mille.”

“Figurati. Come mai qui?”

“Avevo bisogno di stare un pi’ da solo a sbollire tutto”

“Ah scusami, me ne vado se vuoi” disse il moro alzandosi

“ Ma no, tranquillo” disse Thor, prendendo Loki per un gomito. In quel momento entrambi furono percorsi da una lieve scarica elettrica che li mise un po’ a disagio

Loki si sedette di nuovo, un po’ agitato per quel tocco. Parlarono di cose senza senso, dai videogiochi, alle prossime partire del biondo. Il quale lo invitò a quella che si sarebbe tenuta li in università, di li a un mese. Poi però arrivarono all’argomento confraternita, dove Thor non si spiegava il comportamento di Stark

“Ma si gli passerà. Anche se non vedo tutto questo problema per le confraternite. Personalmente se uno riesce ad entrare è perché ha qualcosa che altri non hanno. Nel senso, ho saputo che le selezioni non sono semplici”

“Ho sempre voluto entrare in un posto del genere, così posso far vedere a mio padre  che non sono così incapace e senza cervello, bravo solo negli sport” dichiarò cupo il biondo

Loki non sapeva cosa dire. Lui avrebbe preferito di gran lunga avere un padre come il suo, o addirittura come quello di Tony. Almeno avrebbe avuto qualcuno a cui dimostrare qualcosa. Ma lui aveva solo la direttrice dell’orfanotrofio, che si interessava a lui solo perché non aveva dovuto sborsare nulla per la sua università, dato che aveva ricevuto una borsa di studio. Se fosse stato bocciato, addio interessamento. Si ricompose quando notò l’altro che lo guardava curioso

“Venerdì sera dobbiamo accompagnare Tony al circo. Se vuoi pensare ad altro, puoi venire. Ti prometto che se Tony dovesse rompere per la confraternita, lo butto in pasto ai leoni.”

Thor rise divertito, poi acconsentì, tanto non aveva allenamenti e dissi che avrebbe chiesto anche a Clint di andare con loro. Restarono ancora un po’ a parlare, poi dopo poco il biondo si alzò dicendo che doveva andare a lezione, mentre Loki tornò al dormitorio, con la speranza che l’altro avesse finito di giocare a fare l’inventore.



Angolo autrice
Vi dico subito che questo capitolo è stato partorito durante una settimana con comprendeva due simulazioni di eseme più due interrogazioni.
Quindi chiedo venia se fa schifo. per quanto rigurada il gioco Metal Gear, quello a cui giocano Loki e Thor non so niente di quello ho tirato a indovinare dato che è un gioco di guerra.
Comunque buona lettura :)
A presto
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Capitolo 5
*** circo ***


Naturalmente al circo c’erano solo famiglie con bambini urlanti, e alcune facce conosciute dell’università, ma comunque erano tra i pochi ragazzi non accompagnati dai genitori. Tony era praticamente nel suo regno, continuava a guardarsi attorno con un sorriso da bambino felice. Tutto il complesso, tra il tendone rosso e giallo e le varie giostre più i venditori di snack, era stato piazzato in un campo che solitamente fungeva da parcheggio.

La tenda occupava un gran pezzo di terreno, con una fila di gente alla biglietteria, c’erano venditori di hot dog, pop corn, zucchero filato e mele caramellate. Alcune giostre come la casa degli specchi, quelle dove potevi vincere il solito pupazzo se abbattevi tutte le lattine e qualche fenomeno da baraccone e altre cose strane.
Per prima cosa, Tony si comprò una mela caramellata e dello zucchero filato, dirigendosi veloce verso la biglietteria in fila. Loki e Bruce lo seguirono scuotendo la testa, ma anche loro con una mela in mano

“Ti rendi conto che hai quasi diciannove anni e ti comporti peggio di un bambino?” lo riprese Loki, che in effetti dietro di loro c’erano un paio di bambini che fissavano Tony straniti per come si stava comportando.

“Adoro il circo… Oh un pagliaccio” indicò un uomo con una parrucca multicolore e dei vestiti troppo grandi per lui che camminando spruzzava stelle filanti da una bomboletta. Loki si irrigidì e prese a nascondersi dietro a Bruce, sperando che Tony non chiamasse l’uomo, ma ovviamente quello doveva comportarsi da bambino ogni secondo che passava.
In quel momento arrivarono anche Thor e Clint, proprio quando il clown stava dando a Tony un palloccino-giraffa, per poi andarsene un po’ sconcertato.

“Tony non sei un po’ cresciuto per i palloncini?” lo prese in giro Clint, salutandoli

“Non credo proprio. Loki ma tu hai paura dei clown?” rise il ragazzo

“Non di loro, sono solo patetici. Sono terrorizzato dalle stelle filanti spray” ammise quello, sbucando da dietro Bruce salutando i nuovi arrivati.
Tony si stava preparando a fare altre battute su Loki, ma Bruce lo fermò “Va bene. Prendiamo i biglietti”

Quando entrarono nel tendone, i posti erano quasi tutti occupati. Cosi loro corsero agli ultimi rimasti verso il centro, così da avere una buona visuale. Thor e Clint andarono a comprare i pop corn, e dato che il venditore li aveva quasi finiti tornarono solo con due confezioni.

“Vuoi? Non sono poi così male” Thor porse il pacchetto al moro, che ne prese una manciata

“E a me?” Tony aveva finito la mela, e prese mangiucchiare lo zucchero

“Te è meglio che stai attento alla linea” scherzò Clint, beccandosi una linguaccia dall’altro

Si spensero le luci, e subito ci fu uno spettacolo di pagliacci e acrobati. Qui alcuni spettatori vennero presi per partecipare a dei giochi, e ovviamente Tony prese a sbracciarsi per essere scelto, ma vennero presi solo bambini e quello ci rimase male.
Dopo toccò alla donna serpente, e questa volta fu il turno di Bruce di nascondersi, specialmente quando la donna iniziò a girare tra il pubblico per far accarezzare il boa che le si attorcigliava addosso.

Verso metà spettacolo venne fatta  una lotteria con vari premi a disposizione, almeno per quella riuscirono a convincere Tony a non comprare il biglietto.
Quando ormai stava per finire tutto ci fu uno spettacolo con i domatori di leoni e tigri, mentre come spettacolo di chiusura ci fu un’esibizione di trapezisti e giocolieri.

“Andiamo nella casa degli specchi?” Tony era sull’agitato andante. Troppi zuccheri.
Così, per farlo felice, si avvicinarono alla giostra, dove l’uomo alla biglietteria li salutò e disse che potevano entrare solo due persone alla volta. Prima che decidessero i primi due, Clint venne raggiunto da un paio di amici e si allontanò con loro, Tony si dileguò perché non si sentiva bene e Bruce gli fece compagnia. Loki si guardò in giro un po’ a disagio nel ritrovarsi solo con Thor

“Dai, sarà divertente” rise Thor, dandogli una pacca sulla spalla e iniziando a parlare con il bigliettaio

“Questa casa degli specchi è diversa dalle altre. Qui ci sono due percorsi, in uno si può vedere anche l’altro concorrente, così da potergli fare uno scherzo se vi doveste incontrare. Avete dieci minuti di tempo per riuscire a tornare fuori, finiti quelli si accenderanno delle luci guida per aiutarvi se sarete ancora dentro.”

I due ragazzi si guardarono, poi con un’alzata di spalle pagarono cinque dollari a testa ed entrarono. Thor prese il corridoio sulla sinistra, e Loki sulla destra. Il moro percorse un paio di metri entrando sempre di più nella stanza buia, quando imbocco un nuovo corridoio si ritrovò in una stanza circondata da specchi e illuminata da una luce violetta. Ovviamente non aveva preso il corridoio giusto perché vedeva solo se stesso per centinaia di volte. Così prese a camminare, pensando che l’altro lo stesse osservando e disse

“Vedi di non fare brutti scherzi” e poi si avviò verso quello che sembrava il percorso giusto.
Thor quando  entrò nella stanza con gli specchi si ritrovò a sorridere, soprattutto quando lesse il labiale dell’altro. Presero a girare in tondo per qualche minuto; a Loki sembrava sempre di essere nello stesso punto e di girare intorno. Odiava i labirinti, ancora di più se erano pieni di specchi. Ad un certo punto gli prese un colpo, perché quando si guardò nello specchio si ritrovò Thor davanti a lui.

“Mi è quasi preso un infarto. Va bene, dato che sei riuscito a trovare la strada, portaci fuori di qui.” Parlando prese ad avvicinarsi all’altro, ma sbatté contro la superficie liscia e fredda di uno specchio, lasciandosi sfuggire un’imprecazione, non accorgendosi che nel frattempo il biondo si era avvicinato ed era dietro di lui.
Loki si girò e si ritrovò le labbra dell’altro sulle sue, quasi prepotenti, per diventare dolci. Il moro rimase impietrito e spiazzato per qualche istante, per poi ritornare in se e allontanò l’altro bruscamente. Rimasero in silenzio per un attimo, guardandosi, poi Thor disse in tono dispiaciuto

“Scusa, non so perché l’ho fatto. O meglio lo so, ma non riesco a spiegarlo.”

“Questo non è mai successo” rispose secco l’altro, non guardandolo più
In quel momento le luci guida si accesero, e il moro corse fuori dove ad aspettarli c’erano gli altri tre.

“Ehi com’è andata? È divertente?” domandò Bruce, seduto su una panchina intento a mangiare un hot dog.

“Tutto bene” rispose veloce e vago l’amico

“Tutto bene? Sembri scosso” intervenne Tony, guardandolo curioso

“Ho detto che sto bene. Cioè è andato tutto bene” Loki parlò veloce, con una nota troppo alta.
Il gruppo prese a camminare per raggiungere la fermata dell’autobus per tornare in università. Vennero raggiunti anche da Thor, che aveva anche lui un’aria strana in volto, e questo non sfuggì a Tony, che lo prese in disparte e chiese “Ma che è successo?”

“Niente, quel posto è un po’ strano, mette in agitazione.” Rispose vago quello, lanciando una rapida occhiata a Loki, che stava salendo sul mezzo appena arrivato.

I due raggiunsero gli amici e presero posto. Stark notò che Loki so era seduto il più lontano possibile da Thor, e non appena quello gli passò accanto si scostò leggermente. Sapeva riconoscere subito quando due persone gli nascondevano qualcosa, lo aveva imparato con suo padre, e lo capì anche con loro due. Di certo non si sarebbe arreso, e appena lui e Loki arrivarono al dormitorio prese con la sfilza di domande, che non ebbero risposta e finì quando l’altro lo minacciò di chiamare suo padre e dirgli di andarlo a trovare.
 I giorni passavano, e Loki sembrava quello di sempre, almeno finché non erano in compagnia del biondo. Quando venivano raggiunti da Thor e Clint, Loki con una scusa si dileguava sempre.

“Dai, Thor e Clint ci hanno invitati alla partita, giocheranno contro Yale.” Cercò di convincerlo Tony, un paio di settimane dopo

“Vacci te. Ho da studiare”

“Ma se l’esame è tra due mesi.”
Loki neanche gli rispose, uscì dalla stanza per andare in biblioteca dove aveva appuntamento con Bruce per un compito per il corso avanzato di chimica. Appena fuori dalla palazzina, però, si scontrò con un ragazzo. Alzando lo sguardo si ritrovò due occhi azzurri che lo fissavano, e una chioma bionda che incorniciava il viso

“Ciao, ci sarai oggi? “ Thor lo aiutò con i libri che gli erano caduti dalle braccia

“No, e scusa devo..”

“Te ne devi andare. Fai così da ormai due settimane. Perché mi eviti? “

“Me lo chiedi anche? Dì un po’, hai bevuto troppa acqua di piscina e i neuroni sono morti?”

“Perché sei scorbutico, sinceramente non vedo tutto questo problema.” Disse, poi avvicinandosi all’orecchio disse a bassa voce “E sinceramente non mi è dispiaciuto farlo.” Poi entrò nel palazzo, probabilmente per andare da Tony

Il moro rimase spiazzato. Non si aspettava certo che uno come Thor potesse avere certe tendenze. A lui era capitato all’orfanotrofio di
provare strane sensazioni verso alcuni compagni, ma pensava che fosse normale, faceva parte del crescere. Ma da quella sera al circo, qualcosa dentro di lui era cambiata, quel minimo contatto era riuscito a far cadere tutte le certezze che aveva, e gli era venute paura.
Paura di non essere accettato, per lui era un’abitudine, e non voleva che capitasse anche nella nuova vita che stava cercando di farsi. Si ridestò da quei pensieri, e di corsa raggiunse l’altra palazzina scusandosi per il ritardo e iniziando il nuovo compito, evitando le domande e strane occhiate che gli mandava l’amico. Di certo stava indagando per conto di Tony, e non aveva nessuna intenzione di cedere.


Angolo autrice
Ok ho aggiornato più in fretta di quel che credevo.
Non so come funzioni un circo, dato che non ci sono mai stata, mi sono ispirata a quelli visti nei film. Ho inserito anche una mia paura, chissà se la indovinate xD (me ne vergongo molto sappiatelo)
Spero vi piaccia :)
buona lettura
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Capitolo 6
*** Sogni e non ***


Erano sdraiati sul divano letto nel salotto della casa di Bruce. Loki, tranquillo adagiato contro l’ampio e muscolo petto del biondo, disegnava delle figure sulla pelle dell’altro. Thor, invece, passava distrattamente la mano sulla schiena nuda del moro, provocandogli lievi brividi.

“Non pensavo di stare così bene” sospirò Loki, stringendosi ulteriormente all’altro

“Conosco un’altro modo per stare bene.” Replicò malizioso Thor.

Fece distendere il moro sotto di lui, e prese a baciarlo. Prima con baci lievi e teneri, poi sempre più coinvolgenti, tanto da lasciarli a breve senza fiato. Pian piano Thor prese a scendere verso il bacio, lasciando una scia umida su tutto il petto, arrivando all’elastico dei pantaloni, indugiando qualche secondo di troppo vicino alla “zona calda”, ma risaliva velocemente provocando nell’altro frustrazione. Loki non capiva più niente, preso dal piacere, e anche quando l’altro gli tolse prima i pantaloni del pigiama e subito dopo i boxer scuri quasi non se ne accorse.
Quando iniziò a snebbiarsi un poco dalla lussuria erano ormai a un punto critico. Thor aveva preso a baciargli e accarezzargli ogni centimetro del corpo, iniziando ad soffermarsi sul membro del moro e circondando la zona di baci, senza però arrivare a fare altro il che fece impazzire il compagno, sia di piacere che di insoddisfazione. Ad un certo punto, però, Loki si ritrovò il biondo che lo guardava, gli occhi azzurri con una strana luce, erano pieni di desiderio. In quel momento di umettò le labbra e scese pericolosamente e…



“Oh mio dio!” Loki si svegliò di soprassalto, madido di sudore.

“Tutto bene?” Tony aprì pigramente gli occhi e lo guardò

“S-sì.” Rispose agitato l’amico

“Brutto sogno?”

“Non del tutto” Loki si distese, guardò l’orologio e vide che erano le tre del mattino. Non sarebbe mai riuscito a riaddormentarsi. Dopo qualche minuto sentì Tony russare, così si alzò e piano uscì dalla stanza, diretto al bagno.

“Che ti è successo questa notte?” erano seduti ad un tavolo della caffetteria insieme a Bruce e Pepper, Tony intento a versare lo zucchero nel suo caffè lanciando occhiate ammaliatrici verso la ragazza.

“A cosa ti riferisci?” Loki addentò una ciambella facendo il vago

“Lo sai benissimo” ribatté l’altro, per poi alzare il braccio e salutare. Quando Loki si girò per vedere a chi fosse rivolto quasi si strozzò con la colazione.

Il bel Thor si stava avvicinando al tavolo, in mano teneva stretta una busta chiusa con un sigillo color rosso fuoco, e sembrava più felice del solito; Loki, veloce, ingurgitò il resto del suo pasto e con la scusa che l’esame si avvicinava si dileguò, rosso in faccia.
Thor non chiese neanche come mai se ne andasse così velocemente, si sedette al suo posto e disse agli altri che era passato alla seconda fase delle selezioni. Il gruppo finì colazione, poi Tony e Bruce raggiunsero l’aula di algebra informatica, ancora mezza vuota.

“Come mai sei scappato così?” Bruce si sedette al fianco dell’amico, tirando fuori il libro

“Credevo fosse tardi per la lezione” rispose semplicemente il moro, guardando gli appunti

“Si, come no” disse Tony a bassa voce, così che solo il compagno di stanza potesse sentirlo.

Le due ore di lezione passarono lente e noiose. Alla fine delle quali Loki si alzò veloce e uscì senza aspettare i due e le domande di Tony. nelle settimane seguenti, Loki ebbe altri sogni  tra lui e Thor, molto simili al primo, ma questi si facevano sempre più spinti. Tutto ciò lo rese ancora più inquieto, tanto che si svegliava sempre senza fiato e con una forte necessità di dover andare al bagno. Iniziava a sospettare che non fosse solo una cosa da niente. Quel biondo muscolo gli piaceva proprio, e non era una semplice cotta da “indecisione”. Si la situazione lo stava preoccupando.

Non aveva mai avuto una relazione, tanto meno aveva pensato ad un ragazzo in quel modo. Anche farsi degli amici gli era difficile, figuriamoci una relazione, non sapeva come funzionava. In quelle settimane sperava solo che il suo menefreghismo verso Thor potesse aiutarlo per dimenticare la cotta, e invece la situazione era solo peggiorata.
E si perché l’interesse dell’altro non aiutava di certo, dato che continuava a chiedere a Tony se sapeva perché venisse ignorato in quel modo. Un paio di giorni Loki si ritrovò il biondo fuori dalla porta della camera, che con una scusa cercava di parlargli. Come quel pomeriggio

“Ciao. Tony è in camera?”

“E io cosa ne so. Hai provato a bussare?” il moro si fermò, assumendo un’aria infastidita, che fece solo sorridere il biondo

“Certo. Ma non risponde. Magari è al bagno”

“Non saprei. Mi spiace” replicò il moro, aprendo la porta della stanza

“Va bene, lo aspetto qui” Thor si infilò in camera prima che l’altro potesse chiudere in fretta la porta.
Loki rimase in piedi indignato, poi sbattè la porta con forza, lanciò un’occhiata truce allo sgradito ospite e prese a riordinare i vestiti sparsi per la stanza.
Dopo qualche istante di puro silenzio, Thor parlò dalla sedia della scrivania di Tony mentre giocherellava con una penna “Sai, sono andato avanti molto con il tuo gioco”

“Buon per te” Loki stava ispezionando un paio di jeans scuri, senza degnarlo di attenzione
Ma dall’altro non arrivarono altre frasi o domande, il che stranì il moro dato che si aspettava il solito fiume di domande sul perché di quel suo comportamento. Ma evidentemente l’altro si era ormai arreso alla situazione. Per questo, quando si girò verso il biondo, non si aspettava di vederselo a pochi centimetri di distanza.

“Sai, non mi sono arreso. Sono cocciuto, e non mi interessa se quello che sto per fare ti allontanerà ancora di più. Troverò un rimedio”

E detto ciò ridusse le distanze e prese possesso delle labbra del moro, riprovando la sensazione cella prima volta. Era qualcosa simile alla felicità, era dolce e forte, mai provata prima. Quel ragazzo lo aveva fatto impazzire, e lui lo avrebbe reso suo, anche ci fossero voluti vari tentativi. Loki non si scostò. Inizialmente perché sorpreso, poi si lasciò andare. Mise una mano sul fianco del biondo e l’altra la infilò tra i capelli.
Thor lo prese per i fianchi, iniziando ad alzare la maglia e accarezzare la pelle liscia, quando il rumore della chiave che entra nella serratura li fermò e fece separare. I due tornarono ai posti di prima, uno con i capelli scompigliati e l’altro con mezza maglietta alzata. Si affrettarono a sistemarsi, giusto in tempo, dato che entrò Tony.

“Ah ciao ragazzi.” Si diresse al letto, lanciando occhiate ai due e poggiò la borsa con i libri. Scoccando un’occhiata curiosa a Loki.

“Devo lavare delle cose. Hai bisogno?” Loki si girò vero l’amico con in mano una cesta piena di vestiti e in cima un paio di bottiglie di ammorbidente. Tony ci pensò su, poi veloce, poi scosse la testa in segno di diniego. L’altro uscì veloce, lanciando una rapida occhiata al biondo, chiudendosi poi la porta alle spalle. Una volta in corridoio, si poggiò un secondo al muro, tirò un respiro veloce, e con un sorriso in volto si allontanò, ormai convinto. 



Angolo autrice
Va bene, avverto subito che è la prima volta che mi cimento insituazioni del genere. Per descrivere le sensazioni di Loki ho provato a immedesimarmi e vedere come reagirei io in quella situazione, più che altro perché non so come reagirebbe un maschio. Non voglio sembrare discriminatoria. Per il resto, spero vi piaccia.
Buona lettura :)

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Capitolo 7
*** Lavoro e bugie ***


Di comune accordo, nei giorni seguenti, Thor e Loki si evitarono per non far insospettire Tony, già pronto a diventare lo Sherlock Holmes dei poveri. Un giorno Tony e Bruce  si ritrovarono in un locale, poco fuori l’università, per la cena e la partita di football alla televisione. Poco dopo li raggiunse anche Loki, con un sorriso sulle labbra.

“Dove sei stato?” chiese Tony, mentre l’amico si sedeva

“Ho trovato un lavoro! Rispose semplicemente l’altro, mentre guardava il menù

“E dove?”

“Ma sei diventato un poliziotto? Non te lo dico, così evito di fare figuracce.”

Tony voleva ribattere, ma in quel momento arrivò il cameriere per prendere le ordinazioni. La serata passò tranquilla, tra una risata e l’altra. Quando ad in certo punto, il cellulare di Loki prese a squillare insistentemente per avvisare dell’arrivo di un messaggio. Quello lo lesse, e gli si dipinse un sorrisino; ripose l’oggetto nella tasca dei pantaloni si alzò e salutò gli amici con una scusa.
Dopo una quindicina di minuti i due vennero raggiunti da Thor, che prese il posto di Loki.

“Ciao a tutti.” Si sedette e ordinò un dolce

“Ehi, ti sei perso Loki. È appena andato via” buttò li Tony, mangiucchiando distratto la fetta di torta che aveva nel piatto

“Sarebbe scappato comunque” replicò il biondo, addentando il suo dessert
Restarono al locale fino alla fine della partita, poi Tony e Thor salutarono Bruce dicendo che dovevano raggiungere subito i dormitori.

Maledetto coprifuoco. Camminarono parlando della partita appena vista, Tony non sapeva bene le regole, ma all’altro non importava.
Quando arrivarono nel cortile principale Tony si fermò e disse

“Allora hai risolto con Loki? O comunque gli hai chiesto perché si comporta così con te?”

“No, se vorrà me lo dirà lui.” Alzò le spalle Thor, cercando di essere disinvolto

“Se vuoi provo a chiederglielo”

“No, lascia stare. Non muoio se una persona mi evita.” Ridacchiò l’amico.
I due si salutarono, Thor aspettò che l’amico fosse lontano prima di dirigersi non verso la sua palazzina ma verso il cortile e sedersi su una panchina in attesa. Pochi minuti dopo venne raggiunto da Loki, che si sedette accanto a lui.

“ Tony continua  a fare domande.” parlò il biondo guardando l’altro

“Si lo so, ma non gliela darò vinta” ridacchiò il moro, avvicinandosi di più verso l’altro.
Restarono un po’ in silenzio, godendosi quella bellissima serata, adornata di pace e serenità quando Thor, un po’ titubante chiese

“So che potrà sembrare sdolcinata come cosa, ma ti ve se ci vediamo domani sera? Solo tu e io, lontani dal campus”

“Domani sera non posso. Ho un impegno.” Replicò vago il moro, sperando che l’altro non chiedesse altro, ma ovviamente non fu così

“Del tipo? Gruppo di studio?”
Non sapeva perché lo stava facendo, ma lo fece “No individuale. Devo studiare per algebra informatica. L’ultimo compito non è andato bene.”

“Allora non voglio essere la causa dei tuoi brutti voti. Sarà per un’altra volta.”

“Quando sai se hai passato le prove della confraternita?” Loki prese spunto per cambiare immediatamente discorso, non voleva altri interrogatori

“In questi giorni. Spero proprio di farcela”

 Così presero a parlare della confraternita, e di tutto quello che avrebbe portato una volta che il biondo ci fosse entrato. Persero la cognizione del tempo, e quando si accorsero dell’orario erano ormai le due di notte passate. Loki dovette fare quasi i salti mortali per non farsi beccare, ma il bacio di buonanotte ricevuto qualche minuto prima gli portò fortuna.

Come aveva predetto Thor, un paio di giorni dopo gli venne recapitata una lettera che gli diceva di presentarsi davanti all’ingresso della biblioteca il sabato sera alle nove. Solo lui e altri quattro ragazzi avevano ricevuto l’invito. Qui i quattro ricevettero le giacche con lo stemma della casa e ottennero a tutti gli effetti membri della confraternita.

“Dai voglio festeggiare. Prima di dover andare pianta stabile alla casa. Fino a domani sono libero di fare quello che voglio.” Thor era nella stanza di Loki e Tony, i due seduti sul letto del moro, liberi della presenza dell’amico.

“Non posso. Ho troppo da studiare. E poi non capisco, entri in una confraternita non stai andando in carcere. Perché non puoi fare quello che vuoi?”

“Hanno anche loro delle regole. Soprattutto per i neo iniziati. Dai almeno per sta sera non studiare” il biondo gli si avvicinò e prese a baciarlo sul collo

“Th-Thor. Smettila.” Loki si allontanò, si sentiva troppo in colpa per avergli mentito. Ma se gli avesse detto la verità sarebbe stato peggio

“Non ti capisco. Sono gli ultimi giorno che possiamo fare come ci pare. E te fai così”

“Possiamo sempre vederci di nascosto. Fa molto più intrigante” gli disse il moro sorridendo malizioso.

“Eh va bene. Lo studio prima di tutto, almeno per te” concluse il biondo, riprendendosi il moro e lasciandogli un bacio leggero sulle labbra.

“Allora, signor confraternita. Dove si va a festeggiare?” Tony e Thor erano nel cortile che aspettavano Bruce per andare a festeggiare il biondo

“Mah non saprei. Qualcosa di tranquillo. Niente di che”

“Bruce, finalmente. Come mai ci hai messo così tanto?” Tony si rivolse all’amico che li raggiunse senza fiato

“Scusate, ma ho incontrato Stain e mi ha detto che il compito di algebra non è andato bene.”

“Si lasciamo stare. Anche a me è andato male. Non capisco come faccia Loki” Tony prese a lamentarsi mentre si incamminavano verso il cancello

“Perché, cosa fa Loki?” Thor non voleva sembrare troppo curioso, ma quella frase gli accese un campanello dall’allarme

“E’ uno dei pochi che riesce a stare al passo con quella materia. Stain lo adora.” Continuò Tony.

Thor non riuscì a dire niente, era come se qualcuno le avesse schiaffeggiato. Perché Loki doveva dirgli una bugia? Finalmente era riuscito a farsi accettare, stava bene insieme. Certo all’oscuro di tutti, ma col tempo avrebbero detto tutto.
Si riscosse quando Tony lo chiamò per un paio di volte, chiedendogli dove volesse andare. Il biondo optò per il pub li vicino. Doveva scoprire perché si era meritato quelle bugie.




Angolo autrice
Ebbene, eccomi qui. Questo è solo un capitolo di transizione. Non sono riuscita a scrivere altro perché il mio cervello è fuso per gli esami di maturità. Sono riuscita a scrivere perché ho la pausa pre orali.
Spero vi piaccia comunque :)
Buona lettura
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Capitolo 8
*** Complicazioni ***


Passarono pochi giorni, e Loki si trovava al lavoro ormai era quasi finito il suo turno. Era felice, perché aveva trovato un po’ di tempo per vedere Thor, nonostante le regole assurde della sua confraternita. Ma non si sarebbe aspettato di vedere il biondo entrare nel locale insieme a un gruppo di ragazzi schiamazzanti. Appena i due si videro Loki si irrigidì, mentre il biondo gli lanciò uno sguardo veloce, e sembrava deluso, poi si sedette ad un tavolo.

“Loki, scusami, potresti prendere tu l’ordine di quel tavolo? Io devo occuparmi della cassa e Jenny è andata in pausa.” Mark, un suo collega e figlio del proprietario lo riportò alla realtà.

Così il moro prese il blocco per le prenotazioni e si avviò teso al tavolo. Quando arrivò Thor non lo degnò di uno sguardo, ordinò il suo piatto e poi restò in silenzio guardando altrove. Loki prese gli altri ordini velocemente, e si dileguò in fretta.
Per tutta la sera restò dietro il bancone a pulire bicchieri e sistemando il segni tavola, ogni tanto lanciava un’occhiata al tavolo, vedendo che il biondo si stava divertendo con i suoi amici della confraternita. Quando ormai mancava poco alla chiusura, Mark gli si avvicinò e disse

“Vai pure, chiudo io qui. Faccio pagare loro e basta.”

“Va bene. Ti porto fuori le casse di birra finite. Ci vediamo domani.” Così il moro si tolse il grembiule, prese le due casse di plastica e uscì sul retro.
Era impegnato a sistemare la pila già abnorme di plastica, che non si accorse che una persona lo aveva raggiunto.

“Mi devi qualche spiegazione.” A quella frase si spaventò, poi riconoscendola si voltò ormai non poteva inventarsi niente

“Mi spiace. Non so perché l’ho fatto. Avevo paura che mi avresti…”

“Preso in giro? Non sono Tony, e comunque neanche lui è così scemo da prendere in giro un amico perché ha trovato un lavoro.” Il suo tono era brusco e distaccato. Loki non riusciva a guardarlo in faccia, annuì solamente

“Pensavo fosse importante questa cosa tra noi. Ma forse lo era solo per me.” E dicendo questo prese a incamminarsi verso l’uscita del vicolo

“Per me è importante. E volevo tenerlo tra noi per un po’, perché volevo una cosa tranquilla e senza casini.”

“Peccato che ne hai appena creato uno.” E così dicendo lo lasciò solo.

Erano dieci minuti che camminava mentre tornava all’università; per tutto il tragitto non fece altro che darsi dell’idiota senza cervello, ma doveva saperlo lui era un genio a complicarsi la vita, e adesso aveva forse distrutto una delle cose più belle che potessero capitargli.
Era così preso ad insultarsi mentalmente che quasi non si accorse di essere arrivato davanti la porta della camera. Quando entrò si ricordò che Tony quella sera era da Bruce a fare un saggio e che sarebbe rimasto dall’amico. Meglio così, almeno non doveva trovare una scusa per quel suo muso lungo. Iniziò a togliersi la maglia, non fece in tempo a mettersi quella del pigiama che qualcuno bussò alla porta.
Quando l’aprì, si aspettò tutti tranne il biondo. E invece lui era li, che lo guardava incazzato, però appena vide  l’espressione affranta sul viso dell’altro fece un mezzo sorriso e disse

“Sei un coglione. Ma è per questo che mi piaci.” E senza lasciargli il tempo di rispondere entrò in camera catturandolo in bacio che presto sfociò in altro.
Camminando verso il letto, Loki, che era preso a togliere la maglia al biondo, inciampò su dei jeans abbandonanti sul pavimento, cadde sul letto tirandosi dietro l’altro.

“Non sapevo fossi così …”

“Taci.” Loki non le fece finire, prendendo possesso delle labbra del biondo, che sembrava divertito.

Nel giro di pochi secondi i due rimasero solo con i boxer, che si facevano sempre più stretti; a Loki sembrò di stare in uno dei suoi sogni, ma quella volta era tutto vero.
Ormai Thor non era più incazzato, anzi era la quintessenza della dolcezza. Baciava e accarezzava il compagno come se fosse fatto di vetro e avesse paura che di li a poco potesse rompersi in mille pezzi. Anche quando prese a massaggiare il membro del moro era gentile e non faceva tutto di corsa.

Ben presto i due si ritrovarono sudati e col respiro corto. Thor voleva approfondire la situazione, ma non sapeva se l’altro era pronto o sapesse a cosa andava incontro. Così dopo un bacio appassionato gli chiese solo con lo sguardo se poteva, l’altro acconsentì con un lieve cenno del capo.
Così Thor finì di spogliare sia se stesso che l’altro, poi si inumidì un dito e iniziò a preparare il compagno. Inizialmente Loki si irrigidì, sorpreso e un po’ infastidito, ma poi si lasciò andare. Quando fu il momento, Loki recuperò un po’ di lucidità e prese dal cassetto di Tony un pacchettino quadrato e lo lanciò al biondo.

“Se fa male…”iniziò il biondo. Loki scosse solamente la testa cercando di nuovo le labbra dell’altro.

Si svegliò tardi la mattina seguente. Solo un pezzo di lenzuolo a coprirli. Loki, addormentato profondamente, era poggiato su sul petto e i capelli gli facevano il solletico. Guardò l’ora, doveva andare via immediatamente. Così scostò il moro, con continuò a dormire e veloce si vestì. Era indeciso se lasciargli un biglietto o meno, ma sentendo che si stava per svegliare uscì in fretta dalla camera.

Loki si rigirò, cercando con la mano il corpo dell’altro. Quando accanto e se sentì solo il materasso tiepido aprì gli occhi, ancora mezzo assonnato. Thor non era li e nemmeno nella stanza. I suoi vestiti erano spariti. Era andato via; inizialmente provò confusione, poi arrivò il dolore e incazzatura. Si sentiva uno stupido, probabilmente a Thor non importava niente di lui, e aveva detto quelle cose solo per raggiungere il suo scopo. Quale non lo capiva.
Si rivestì, come se fosse un automa. Intontito e un po’ dolorante uscì dalla stanza e raggiunse la caffetteria per prendersi almeno venti litri di caffè e riprendersi. Qui vi trovò Tony e Bruce intenti a confrontare i vari compiti di algebra.

“Ah eccoti. Hai fatto le ore piccole?”

“Come scusa?”

“Solitamente ti svegli prima. Ma stai bene? Hai una brutta cera” Tony lo guardò dal’alto dei suoi fogli, avvicinandosi per guardare meglio

“Tony ma la smetti? Mi sembri una crocerossina.” Sbottò il moro dirigendosi verso il bancone e prendere una tazza di caffè extralarge.

Quando tornò al tavolo si ritrovò i due amici che lo fissavano straniti, ma una sua occhiataccia li fece tornare sui fogli sparsi per il tavolo. Fortuna era sabato, e lui aveva delle ricerche arretrate da fare. Se non fosse stato per Clint, quella giornata sarebbe proseguita senza problemi invece

“Ciao ragazzi. Oggi c’è una partita di pallanuoto con conseguente festa da me. Conto su di voi.” E facendo l’occhiolino se ne andò per raggiungere una ragazza con lunghi capelli rossi mossi.

“Bruce ti prego, puoi chiedere a Pepper se vuole venire? Almeno alla festa, mi sento fortunato.”
Fortuna che Loki aveva come scusa il lavoro almeno non avrebbe rivisto Thor, ma la fortuna non era proprio dalla sua, visto che gli arrivò un messaggio da Mark

Ciao Loki, scusa il poco preavviso ma ho dovuto portare mio padre a fare delle visite e non credo che saremo di ritorno per aprire il locale. Ci vediamo lunedì, buona giornata Mark

“Ragazzi scusate, ma vado in camera. Ho dimenticato della roba.”

“Ah puoi attivare JARVIS? Me lo sono dimenticato questa notte.”
Maledizione, fortuna che l’ammasso di fili era spento. Altrimenti avrebbe ammazzato Thor se Tony avesse scoperto qualcosa. Camminò spedito per tutto il giardino, passando davanti alla sede della Theta Delta Chi, ma sembrava fosse deserta.
Arrivato in camera accese il portatile di Tony e ridiede vita all’AI. Poi gli venne una folgorazione.

“JARVIS, potresti trovarmi un modo per prendere l’influenza o altre malattie che mi con stingerebbero a letto. Il tutto nel giro di un paio d’ore?”

“Signore, forse vuole saltare le ricerche per chimica?”

“No, anzi preferisco fare quelle che il bellissimo programmino che mi aspetta.”

“Ho trovato svariati modi per prendere la febbre. Ma nono siamo in stagione per questi. Quello più efficace è di camminare a piedi nudi su una superficie fredda, ma dato che l’intero pavimento della palazzina è ricoperto di moquette e la temperatura esterna è di 20°C non funzionerà” Loki non sapeva più che fare, poi si ricordò i suoi compagni di dormitorio all’orfanotrofio. Prese a cercare per tutti i cassetti in cerca dell’oggetto che poteva salvargli il pomeriggio, poi lo trovò in fondo all’armadio.

Si avvicinò alla lampada sul comodino e l’accese poggiando poi la punta del termometro sulla lampadina. Non si accorse però che l’aveva lasciato un po’ troppo, e quando sentì Tony aprire la porta si infilò l’oggetto sotto l’ascella e si distese sul letto.

“Che fai? Ti provi la febbre?” quello mise i libri sulla scrivania e si avvicinò all’amico con la mano tesa. L’altro gli porse il termometro riluttante.

“Da quando gli esseri umani arrivano ad avere 45 di febbre? E non mi sembri così moribondo. Non usare la lampadina la prossima volta, rischierai di farlo esplodere, fidati.” Tony glielo restituì con un ghigno, poi prese dei vestiti e uscì dalla stanza.

“Maledizione! Perché dovevo essere in stanza con uno come lui, che oltretutto è bravo in queste cose.” Ormai si rassegnò al fatto di dover rivedere il biondo, ameno che in quei quindici minuti non gli fosse venuta in mente un’altra idea per non farsi trascinare alla piscina da Stark. Idea che non arrivò.
 




Angolo autrice
Orbene eccomi di nuovo qui! E si, perché gli esami sono finiti e sono di nuovo un elfo libero!!
Non sono molto convinta del risultato finale, più che altro della "discussione"  e la scena tra i due...però è uscita così e non saprei come cambiarla dato che non so molto buona per queste scene.
Buona lettura :)

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Capitolo 9
*** Problemi ***


Perché? Perché era in quella situazione? Si fece trascinare fino alla piscina, poi per fortuna Tony iniziò a concentrarsi su Pepper, e non lo calcolò molto. Doveva essersi perso qualcosa in quei giorni dato che la ragazza rideva alle battute dell’amico e lo guardava con aria sognata. Chissà come aveva fatto a conquistarla. Lui si diresse verso il fondo degli spalti, in un angolino. Tifò per la squadra della sua università, dopotutto era felice di vincere anche se vedere Thor lo faceva incazzare.
Finita la partita lo aspettò fuori, insieme agli altri ma non arrivò. C’era solo Clint che disse loro che Thor era andato alla confraternita e poi si dileguò con i compagni di squadra. Loki con la scusa di aver dimenticato il portafoglio in camera andò alla sede della Theta. Un po’ titubante suono il campanello, dopo qualche istante un ragazzo moro, occhialuto ma ben messo gli aprì la porta

“Si?”

“Ehm…sono un compagno di corso di Thor. È qui?” quello lo guardò dall’alto in basso, poi si dileguò lasciandolo solo. A Loki non piaceva quel tipo, e odiava essere guardato così, come se fosse una nullità.

“Sisi mi sbrigo…Loki?” Thor si presentò alla porta ridendo con uno confratello, ma alla vista del moro si bloccò. Veloce uscì e chiuse la porta trascinando l’altro lontano da li, dietro un albero

“Cosa ci fai qui?”

“Volevo sapere perché sei andato via così sta mattina.”

“Senti, non ci può essere più niente tra noi.”

“Stai scherzando?” Loki accennò a un sorriso, nella speranza che quello urlasse ma si ti prendo in giro. Ma non fu così.

“Mi spiace, ma una volta che vieni accettato dalla Theta controllano tutto il tuo passato, e io sono sempre stato con delle ragazze, risulto un tipo..”

“Un tipo in gamba e che mai si sarebbe messo con un ragazzino fissato con i videogiochi, a cui piace studiare. Insomma un povero imbecille che crede a tutto quello che gli viene detto.”

“Si…cioè no, no no.”

“Risparmiami, ti prego. Va pure dai tuoi amici, non vorrei farti passare per quello che frequenta gli sfigati.” E così si allontanò dal biondo e dalla sua vita.

Si rintanò in camera, ignorando le telefonate e i messaggi di Tony e Bruce. Ad un punto venne chiamato anche da Clint, ma se ne fregò. Riuscì ad appisolarsi, ma fu un sonno agitato, si destò quando un voce metallica che risuonava in tutto il corridoio chiamò il suo nome dicendo se poteva raggiungere la caffetteria centrale. Ma ignorò anche quella
Verso mezzanotte sentì la porta della camera aprirsi e venne inondato di luce. Mugugnò qualcosa e si coprì con le coperte

“Se non lo troviamo…ah grazie al cielo se qui!” Tony si fiondò su di lui, togliendogli le coperte e vedendo se era tutto intero

“Eravamo preoccupati.” Pepper chiuse la porta e accese la lampada sul comodino di Tony, per un luce più soffusa e far riprendere il moro dal brusco risveglio

“Tony era già pronto a chiedere al padre di pagare il riscatto. Ma glielo avevamo detto che non eri stato rapito.” Clint si sedette alla scrivania di Stark e venendo affiancato da una ragazza

“Non eravate sicuri nemmeno voi.” Loki li guardò uno ad uno, soffermandosi poi sulla ragazza dai capelli rossi che aveva già visto

“Lei è Natasha. La ragazza di Clint. Comunque, sei impazzito. Stavo per chiamare l’FBI!” dopo una veloce presentazione, ecco Tony di nuovo all’attacco.

“Tony sto bene. Volevo restare un po’ da solo. E voi non avete una festa?”

“Annullata. Dopo la partita sei scomparso e abbiamo iniziato a cercarti, così l’ho annullata.” Spiegò Clint, rassicurando però il moro dicendogli poi che preferisce vederlo sano e salvo che fare una festa idiota.
Verso le due di notte Clint e Natasha li salutarono, poco dopo anche Pepper li salutò, dando un lieve bacio a Tony e abbracciò Loki felice che fosse tutto ok. Così rimasero i tre amici.

“Allora? Ci spieghi perché sei sparito?” Bruce prese il posto occupato prima da Clint

“In questi giorni sono sparito perché lavoro in una pizzeria qui vicino. E proprio per questo, Bruce, volevo chiederti se posso stare da te. Il prossimo mese posso iniziare a pagarti.”
Bruce e Tony si guardarono, poi entrambi annuirono. “Si certo. Mi farebbe piacere.”

“Tony, non dire a nessuno che sono da Bruce. Capito?”

“Va bene. Ora però ragazzi andiamo a dormire. Siamo tutti stanchi. Se vuoi ti aiuto a fare i bagagli domani.”
“Si va bene.” Rispose Loki con un sospiro.
Quando anche Bruce uscì dalla stanza, Loki iniziò a sistemare le sue cose. Tony lo guardava preoccupato, sembrava una macchina. Si piegava a prendere un paio di jeans, li piegava e metteva via, così come con le magliette e tutti i vestiti.

“Loki, mettili a posto domani. Ora vai a dormire.” Iniziò a dire Tony, vedendo poi però le spalle dell’amico tremavano, seguite poi da lievi singhiozzi.
Tony si avvicinò, lo prese per le spalle e lo fece voltare. Lo trascinò verso il letto e lo fece sedere. Restò zitto lasciandogli tempo di calmarsi un attimo.

“Mi vuoi dire perché sei sparito oggi?”

“Sono solo un idiota. Un povero ragazzino che crede troppo.”

“Cos’ha combinato?” Loki lo guarda perplesso

“Ehi non sono scemo. Ho capito che tra te e Thor c’è qualcosa. Continuavo a farvi domande solo per stressarvi.” Loki accennò a un lieve sorriso, poi dopo aver fatto un respiro profondo gli raccontò tutto.

“Beh il fatto che tu non abbia voluto dirci del lavoro la trovo un po’ una cosa scema. E grazie per reputarmi un idiota. Ma lui è un coglione, e se lo becco lo faccio nero.”

“No Tony, per piacere. Tanto ormai le possibilità che ci possiamo vedere sono minime. Non frequentiamo gli stessi corsi, me ne vado dal dormitorio, e lui ormai sa dove lavoro quindi eviterà di passare.”

“Non ne sono molto convinto. Però ci penseremo noi a te. Ora basta però, fila a dormire.”
I due si sistemarono nei letti e spensero la luce. Loki si girò verso l’amico e con un sorriso disse

“Grazie Tony. sei un amico.”

Ormai Loki si era trasferito da Bruce già da un paio di mesi, frequentava l’università lo stretto necessario, e appena vedeva una chioma bionda con una giacca nera e stemma rosso se la svignava. Ormai la sua vita era Università-casa-lavoro. Non che gli dispiacesse, anzi aveva amici fidati e ormai anche Clint e Natasha si erano uniti a loro dato che il biondo ormai aveva una sua vita non calcolava più nessuno.

“Ciao Tony” Thor era davanti alla porta della camera di Stark, era notte fonda ma quello era ben sveglio quando aprì

“Cosa vuoi?” Tony restò sulla soglia, non facendolo entrare, con le braccia conserte

“Lo so che in questi mesi mi sono comportato da stronzo con voi. Ma il periodo di iniziati alla confraternita è un casino e …”

“Senti risparmiami queste scuse. A me non interessa perché hai fatto così. Mi interessa solo sapere cosa vuoi a quest’ora della notte.” Tagliò corto il moro

“C’è Loki?”

“Ah giusto, Loki. No non c’è!” e detto questo gli chiuse la porta in faccia.

Il tempo passò veloce, e ormai mancavano tre giorni alla fine delle lezioni per le vacanze natalizie. Loki e Tony erano alla caffetteria intenti a discutere mentre vennero raggiunti da Pepper e Bruce.

“Dai Loki, non puoi restare qui anche durante le vacanze. Vengono anche loro.” Tony aveva invitato i tre a stare da lui per Natale e Capodanno

“Ma si vieni. Non ci sarà nessuno qui. E poi così Tony potrà evitare di uccidere suo padre.”

“Giusto. Pensa, dovrete venirmi a trovare in prigione se tu non vieni.”

“Come sei assillante. Avevo già preparato la valigia e volevo dirti che sarei venuto. Comunque complimenti, usate i sensi di colpa per convincere le persone. Siete ingiusti.” Disse ridendo il moro

Tre giorni dopo erano tutti pronti davanti casa di Bruce con le valigie che aspettavano il pullman per l’aeroporto. In università invece, Thor si preparava per tornare dai suoi genitori, mentre usciva dalla confraternita vide Clint e si affrettò per raggiungerlo. Erano settimane che cercava di parlare con Loki e non vedendolo in giro non poteva sapere se sarebbe rimasto li oppure no, così sperò che Clint lo sapesse.

“Ehi Clint. Posso chiederti una cosa?”

“Thor. Si dimmi.” Disse freddamente

“Lo so, sono uno stronzo e tutto. Non mi merito che voi mi ascoltiate, ma devo assolutamente chiarire con Loki, so che lo sai e ti prego dove sapere cosa farà in questo periodo ci sto malissimo.”
Clint rimase zitto e lo fissò. Sembrava sincero, e in effetti nell’ultimo periodo aveva cercato più volte di sistemare il casino che aveva fatto, sembrava che in confraternita gli avessero fatto il lavaggio del cervello. Fortunatamente, però, aveva ritrovato un po’ di cervello. Così, consapevole che Tony lo avrebbe perseguitato a vita, decise di dirglielo.

“Va a casa di Tony nel Vermont. Gli Stark hanno la casa in montagna, farà Natale e Capodanno.”

“Grazie, ti devo un favore.”

“Non ti preoccupare. L’unica cosa che ti chiedo, è di non abbandonare le vere amicizie.” I due si diedero una stretta di mano, poi Clint se ne andò.
Thor prese il cellulare e avvisò i genitori che sarebbe andato a casa di un amico. Sperando solo che Tony non lo scaraventasse giù dalla montagna.

 


Angolo autrice
Siamo giunti quasi alla fine. Spero sia venuto bene e che non risulti una stupidata xD
Buona lettura
A presto
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Capitolo 10
*** Chiariamo? ***


Tre ore interminabili dopo, ragiunsero la terra ferma
“Signorino Stark. Benvenuto, anche a voi tutti.” Un signore di mezza età li aveva raggiunti agli arrivi dell’aeroporto di Montpelier.

“Ciao George. I miei genitori?” parlò Tony, scaricandogli la valigia in mano

“Purtroppo potranno raggiungerla solo dopo Capodanno. Mi hanno chiesto però di riferirle i loro più sentiti auguri di buon Natale.” L’uomo li accompagnò verso una macchina nera e lucida, trascinandosi dietro la borsa del moro

“Come tutti gli anni.” Concluse Stark, aprendo lo sportello per poi far salire gli amici e poi seguirli.
Raggiunsero lo chalet Stark nel giro di venti minuti. Erano poco fuori Montpelier, così nei possibili momenti di noia potevano farsi un giro in città.

“Però che brutto, avere dei genitori che non possono passare le vacanze con i figli.” Stava commentando Pepper appena scesa dall’auto e recuperando il trolley

“Ma lui è abituato così. So che ci sta male, ma non vuole darlo a vedere.” Replicò Loki a bassa voce

“Se voi tre avete finito con i gossip, entrate pure e scegliete la stanza che volete.” Disse loro Tony con un sorriso.

La casa era su tre piani, interamente di legno. Appena entrati si trovarono in un salone immenso con un camino che poteva contenere tre uomini in piedi. C’erano tre divani e un paio di tappeti che ricoprivano il pavimento di pietra, in un angolo un immenso albero di natale con qualche pacchetto sotto di esso. Sulla destra una porta conduceva in cucina, dalla quale proveniva un ottimo profumo. Nel mezzo della stanza si ergeva una scala, addobbata con festoni e trifoglio, portava ai piani superiori.
I quattro salirono al piano superiore e qui Tony si girò.

“Allora, questo piano è interamente nostro. Ci sono sei camere da letto, tutte con il proprio bagno. Ognuna poi conduce al terrazzo dove c’è la vasca idromassaggio e la sauna. Scegliete voi, tranne quella con su scritto Tony.” in quel momento il cellulare prese a squillare, Tony guardò il display e vide che era Clint

“Ehi amico, dimmi tutto. Vi state annoiando li senza di me?” probabilmente ricevette una risposta colorita, poi sentì cosa aveva da dire l’altro

“Siamo poco fuori Montpelier. E se te e la rossa volete venire ditelo, così vi lascio una delle camere doppie al secondo piano.” L’altro non si degnò di rispondere che chiuse la telefonata.

*

“Va bene Thor. Sono poco fuori la capitale. Mi raccomando, non fare cazzate.” Thor si trovava all’aeroporto, ringraziò l’amico e poi si diresse verso la biglietteria.

Dopo aver acquistato il biglietto per il primo volo verso il Vermont, si diresse al controllo bagagli e poi al gate. Doveva aspettare tre ore, così si comprò una rivista e si sedette su una di quelle scomodissime poltroncine.
Dopo poco si sedettero accanto a lui un paio di ragazze che stavano parlottando animatamente; per sua sfortuna aveva dimenticato di ricaricare il suo ipod, così dovette sorbirsi tutti i loro discorsi inutili, che implicavano un ragazzo.

“Ma scusa Jane, lascialo. Ci siamo dovute sorbire il viaggio dal MIT per lui, abbiamo attraversato tutto il paese, per poi scoprire che se la fa con un’altra.”

“Hai ragione, io non lo merito…però ha detto che era la prima volta, e ieri sera erano ubriachi. Magari ha ragione”

“Jane, io vado a compare da mangiare. Che se resto qui non sarò responsabile delle mie azioni.” Detto questo la ragazza si alzò e si diresse al bar

“Comunque non era ubriaco. I ragazzi usano sempre questa scusa.” Thor sapeva che non doveva intromettersi, ma un po’ gli dispiaceva per quella ragazza e non voleva che si illudesse

“Come scusa? Chi sei tu per dirlo.” Jane si girò verso di lui scoccandogli un’occhiataccia. Anche il biondo si girò, e rimase un po’ a fissarla. Era carina, petulante, ma niente male

“Sono un maschio, e le so queste cose. Comunque piacere, Thor. So già chi sei.”
In quel momento venne annunciato che il volo era stato rinviato, poiché si era abbattuta sul Vermont una nevicata che rendeva impraticabile l’aeroporto.

“Fantastico, la giornata va di bene in meglio.” Commentò sarcastica Jane

“Anche voi nel Vermont?”

“Si, dobbiamo raggiungere degli amici. Te? Non sembri tipo da montagna. Ti aspetta la ragazza?”

“No, sto raggiungendo compagni di università.” Non volle dirle di Loki, non perché gli importasse la sua opinione, ma non lo ritenne importante.
Così i due iniziarono a parlare, conoscersi. Jane disse che andava al MIT e che le interessava molto l’astrofisica; Thor invece gli raccontò delle sue partite e della fortuna di aver avuto la borsa di studio per lo sport. Buttò li anche il problema con Loki, definendolo però una ragazza, Jane lo ascoltò facendo un paio di smorfie quando Thor le disse di come si era comportato. Stette un paio di minuti in silenzio poi disse.

“ Posso dirti che non ti sei comportato bene, per niente. Però già il fatto che la stai raggiungendo per chiarire, è una cosa positiva.” Concluse lei, guardandolo con un sorriso.

Dovettero restare a dormire li, su quelle scomodissime poltroncine. Dopo un po’ li raggiunse anche Darcy, che portò loro dei panini e da bere. Non parlarono più, troppo stanchi e annoiati. Intorno a loro famiglie con bambini che piangeva e impedivano di prendere sonno. Verso le tre del mattino venne aperto il gate e iniziarono l’imbarco, ma solo due ore più tardi l’aereo decollò.
Quando furono a bordo Thor venne indirizzato verso il fondo dell’abitacolo, mentre Jane e Darcy vennero fatte sedere nei primi posti. Qui  la Foster si girò verso il biondo

“Beh è stato bello parlare con te. Se ti va di sentirci, questo è il mio numero.” E dicendo questo gli porse un biglietto

“Certo, magari un giorno venite a trovarmi. Siete così bianche, avete bisogno del sole della California.” Si salutarono, poi le due ragazze si sedettero mentre il biondo procedeva verso il suo posto. Nel tre ore che seguirono Thor riuscì a prendere sonno, non per molto, ma il tempo necessario per sognare l’incontro con Loki. Nel sogno il moro era incazzato nero, ma lui riuscì a chiarire tutto e farlo tornare tra le sua braccia. Peccato però che sentiva solo la voce di Loki, quindi non sapeva cosa gli stava dicendo per calmarlo.

Venne svegliato da una Hostess, che gli disse di allacciare la cintura e che di li a poco sarebbero atterrati. Non vide più Jane e la sua amica, ne mentre si muovevano tutti per scendere ne al ritiro bagagli. Una volta a terra però non seppe dove doveva andare. Gli venne in mente che anche Bruce era li, e lui era l’unico forse a non odiarlo. Però quando compose il numero, lo fece come privato

“Pronto?”

“Bruce sono Thor, non chiudere. Sono qui nel Vermont, sto congelando e devo parlare assolutamente con Loki.” Dall’altra parte sentì solo il rumore classico di un bar, poi Bruce parlò

“Ragazzi esco un attimo che qui non prende bene.” Dopo un istante d’attesa riprese

“Ma sei impazzito? Sai cosa ti fa Tony se ti becca qui? E soprattutto quello che ha passato Loki?”

“Lo so, sono un verme. Ma subito dopo avergli detto quelle cose mi sentivo male e volevo rimediare.”

“Non ti sarà facile. Comunque noi siamo in un bar vicino al Municipio di Montpelier. Ha le tende rosse.”

“Grazie Bruce. Spero solo di non rovinare tutto un’altra volta.” Chiuse la telefonata e prese a guardarsi attorno. Vide un autobus che andava verso la sua meta, così corse verso il mezzo, fece il biglietto e si sedette aspettando di partire.

“Io dico che ci sta.” Stava dicendo Loki, lanciando sguardi alla cassa

“Sei troppo sicuro di te stesso.” Ribatté Tony

“Sarai antipatico. Se secondo lui ci sta, lascialo provare.”

“Di che parlate?” Bruce raggiunse gli amici che stavano discutendo pacificamente

“Loki dice che riuscirà a far cadere ai suoi piedi il cassiere. Io dico che è tempo sprecato.”

“Non ho detto questo. Dico solo che se dovessi chiedergli il numero e poi di vederci dirà di si.” Replicò l’amico

“E io che ho detto?”

“Loki non ti sembra un comportamento stupido?” Bruce lanciò li la bomba, e tre teste si girarono dalla sua parte

“E per quale motivo ti risulta stupido? Va bene che sono uno scemo che a tutto quello che gli viene detto, ma anche stupido.”

“E dai, te la stai prendendo troppo. Secondo me gli dispiace per quelle cose che ti ha detto” a quella frase il moro lo guardò infastidito. Si alzò di scatto e prese il giubbotto

“Ma tu da che parte stai? Mi tratta come un coglione, e tu lo difendi? Grazie tante.” E si incamminò verso l’uscita

“Complimenti. Era la prima volta che ci divertivamo dopo due mesi. Fagliela fare una sana trombata anche te.2 replicò Tony, seguendo l’amico. Pepper guardò Bruce mortificata, poi anche loro si alzarono.
Loki prese a camminare sul marciapiede,le mani conficcate nelle tasche del giubbino e cercava di ripararsi dal freddo con il coletto del maglione. Dietro di Lui Tony lo chiamò a gran voce, per poi raggiungerlo.

“Lascialo stare. Bruce è uno buono, vede sempre il meglio negli altri. Pensa al professor Stain. Non si è mai lamentato di lui.”

“Lasciamo stare Tony. Si è confermato che sono un coglione.” I due avevano raggiunto il centro della piazza e si erano fermati vicino a una panchina.

“Non sei tu il coglione. Ma io.”

Quella voce. La conosceva. Tony guardò oltre la sua spalla, e alla vista di chi c’era dietro di loro lo fece incazzare. Mentre Stark lo superava, Loki prese a girarsi lentamente, sperando che fosse un sogno. Non sarebbe stato in grado di non correre da lui e sprofondare il viso nel suo petto.

“Cosa diavolo ci fai qui?” urlò Tony fermandosi davanti al biondo e trattenendo l’impulso di tirargli un calcio tra i gioielli di famiglia

“Volevo parlare con Loki. E successivamente chiarire con voi.” Rispose calmo l’altro, consapevole che si meritava le urlate e tutto il resto. Guardò il moro, che gli ricambiava lo sguardo ma non dava segno di voler parlare con lui. Fortunatamente intervennero Pepper e Bruce, che portarono via Tony e li lasciarono soli.
I due si guardarono, Thor si avvicinò un poco all’altro tenendo però una certa distanza.

“Volevo dirti che mi spiace. Mi sono pentito subito di quello che ti ho detto.”

“E perché non sei venuto a dirmelo? Hai fatto passare due mesi, ti rendi conto!” Loki non stava urlando, la sua voce era calma e ferma. Thor avrebbe preferito le urla. Almeno si sarebbe sfogato.

“Avevo paura. Non mi sono mai ritrovato in una situazione del genere, non sapevo cosa fare.”

“Io cosa dovrei dire? Almeno tu hai avuto delle relazioni.” Loki era scosso, non l’aveva ancora ammesso. Thor si avvicinò, ma l’altro indietreggiò di un passo.

“Ho sbagliato lo so. Ma ti prego di perdonarmi, tu sei l’unico con cui voglio stare. E se alla confraternita non va bene, beh che si fottano.”
Loki lo guardò, sembrava sincero. Ma non voleva che rinunciasse a una cosa che aveva desiderato per tanto tempo, e lui comunque non era ancora pronto a perdonarlo. Sapeva di essere quasi infantile, ma si sentiva rotto e aveva bisogno di tempo per rimettere insieme i pezzi.

“Loki di qualcosa, per piacere.”

“Ti credo. Che ti dispiace. Ma ho bisogno di tempo per… pensare.” Si avvicinò, gli diede un bacio leggere sulla guancia e si diresse verso i suoi amici. Vedendo Tony poi aggiunse, voltando un poco la testa

“Forse è meglio se ti cerchi una camera d’albergo. Tony potrebbe soffocarti con un festone durante la notte e farlo passare per incidente.”

“Avevo già prenotato. Sarò in quello li se vorrai venire a farmi sapere qualcosa.” Disse indicando l’edificio davanti alla fermata dell’autobus, poi prese la sua borsa, superò il moro e si diresse verso l’albergo.

Loki lo guardò andarsene. Voleva seguirlo, ma il dolore era ancora forte. Così dopo un respiro profondo, raggiunse gli altri tre e con un sorriso sfidò Tony a una battaglia di neve appena sarebbero tornati allo chalet. Sfida presa di gusto dall’amico.




Angolo autrice
Va bene, sono indecisa se fare l'epilogo, o ancora un capitolo più l'epilogo. So solo che per ora questo è il meglio che potesse uscirmi dal cervello.
Spero di non far scatenare istinti omicidi nei miei confronti (si Roby_lia, mi riferisco a te)
Comunque, buona lettura e a presto
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Capitolo 11
*** Incidente ***


Aveva deciso di parlare con Thor. Sapeva che gli dispiaceva, ed era ancora arrabbiato ma era giusto mettere da parte l’orgoglio per una volta. Tony continuava a dirgli che non doveva sprecare tempo con lui, cosa che gli ricordò anche quella mattina mentre facevano colazione.

“Ti dico che sbagli. Lascialo al suo destino, è solo un idiota.” Parlò sbadigliando

“Ma non era tuo amico?” Bruce si sedette accanto a lui, prendendo una tazza per poi versarci il latte

“Si, ma sono anche amico di Loki. E in questo momento ha più bisogno lui, è indifeso e non sa ragionare.”

“Per le tre ore successive a quando apri gli occhi è meglio se stai zitto. Finisci solo per essere più irritante.” Gli disse Loki, mentre si mise il giubbotto e uscì di casa sbuffando.

Fortuna che quella notte non aveva nevicato così la strada che portava in città era ancora pulita. Schivando i vari pezzi di asfalto gelato e alcuni rami caduti, arrivò sano e salvo nella piazza del municipio. Si guardò un po’ intorno poi vide l’hotel dove stava Thor. Attraversò la strada ed entrò raggiungendo il bancone della reception. Il posto era piccolo ma accogliente e si sentiva profumo di colazione. Vicino all’entrata c’erano alcuni divanetti e tavolini bassi, stracolmi di giornali. Delle piante abbellivano il locale. Accanto al ricevimento c’era l’ascensore per le camere ed eventualmente le scale. Si avvicinò, e un ragazzo moro gli sorrise.

“Buongiorno, posso aiutarti?”

“Qui da voi soggiorna un mio amico. Thor Odinson.”

“Veramente non possiamo dare informazioni dei nostri clienti.” Loki restò per un attimo in silenzio, poi si ricordò. Prese il cellulare e andò tra le foto.

“Ecco. Forse si convincerà con questa.” E così fece gli fece vedere la foto che Tony aveva scattato ai due la mattina dopo la festa a casa di Bruce qualche mese prima. Quello rimase un attimo paralizzato, poi si ricompose e disse.

“Non immaginavo…comunque il signor Odinson si trova nella camera 221. Le chiedo solo se mi può lasciare un suo documento.” Loki gli porse la carta d’identità poi prese l’ascensore e schiacciò il pulsante per il secondo piano.

Appena si aprirono le porte si ritrovò in un corridoio con la moquette color porpora che ricopriva l’intero pavimento, le pareti erano di un leggero color verde e su orni porta una targhetta di legno con i colori d’orati.
Davanti a lui un cartello con su scritte le direzioni delle varie stanze, lui prese a camminare verso destra. Superò la camera 219 e raggiunse la sua meta. Bussò piano, timoroso. Maledetto Tony, gli era venuto il mal di stomaco e iniziava a pensare che forse era stata una cattiva idea. Ma prima che potesse anche solo muoversi di un passo, la porta si aprì rivelando un Thor mezzo nudo, con in vita solo un asciugamano candido e che si strofinava i capelli con uno più piccolo.

Loki rimase li, a fissare il corpo perfetto dell’altro soffermandosi su ogni lembo di pelle scoperta. Il biondo dal’altro canto non si aspettava la visita del moro, così restò imbambolato e guardarlo, felice che si trovasse lì. Il primo a riprendersi fu Loki, scuotendo un attimo la testa, scacciando i vari pensieri zozzi dal suo cervello.

“Puoi metterti qualcosa addosso?”

“Ti vergogni? È roba che hai già visto.” Disse malizioso il biondo, facendo arrossire ancora di più l’altro

“Si, ma siamo in un luogo pubblico. E magari se eviti di urlarlo a tutto il piano.” Thor rise di gusto, poi fece entrare l’altro e chiuse la porta.

Gli disse di accomodarsi dove voleva, poi andò in bagno a vestirsi. Loki prese posto su una poltroncina vicino alla finestra. Non voleva certo che l’altro si rivestisse, ma averlo davanti così non poteva essere lucido, e l’altro avrebbe colto l’occasione per dire qualsiasi cosa e lui si sarebbe ritrovato ad accettare proposte strane. Dopo qualche minuto Thor uscì dal bagno, questa volta con dei jeans scuri e una maglia blu attillata a maniche lunghe. Si sedette sulla seconda poltrona, posizionata davanti a Loki, scese un silenzio quasi imbarazzante, poi il biondo decise di parlare.

“Sono felice che tu sia qui. Non so perché, ma una piccola parte di me era sicura che non saresti venuto. Per fortuna la parte che ci sperava era grande, e ha soffocato l’altra.” E parlando gli prese una mano, accarezzandogli il dorso con il pollice.

“Io vorrei che tra noi si sistemasse tutto. Io ho fatto i miei errori, tu anche. Però sento che ce la possiamo fare, e adesso che i nostri amici lo sanno possiamo evitare di tenere il tutto nascosto.” Rispose l’altro con un sorriso
Thor rimase un attimo in silenzio, bloccando i movimenti del pollice e guardando fuori dalla finestra. Aveva iniziato a nevicare, e i fiocchi pian piano si ingrandivano. Poco dopo tornò a guardare il moro e disse.

“Sarà difficile che la cosa venga accettata….”

“Se è Tony il problema, lo farò ragionare io.”

“Non è lui. Non accetteranno la cosa in confraternita. È vero, adesso sono un membro effettivo, ma ancora non posso fare come voglio. E non mi posso permettere di lasciarla, senza quella non sarei nessuno.”

“So che per te è importante la confraternita, che devi dimostrare che non sei solo bravo nello sport. Ma hai pensato a quello che succederà? Sanno che sei uno che ha avuto tante ragazze, e prima o poi ti metterai con una per non farli insospettire. A quel punto cosa ne sarà di noi?”Loki parlò pacato, cercando di farlo ragionare. Aveva sottratto la mano da quella del biondo e aveva incrociato le braccia al petto.

“Forse possiamo aspettare fino all’anno prossimo, quando non sarò più un iniziato.”

“E così, la confraternita è veramente la cosa più importante per te.” Il moro si alzò, raggiunse la porta e l’aprì. Prima di andarsene si girò verso Thor e disse

“Non ti posso aspettare. Non posso sopportare di condividerti con qualcun’altra, o comunque di fare ancora le cose di nascosto. Ora il casino è tuo.” E detto questo uscì dalla stanza, lasciando l’altro senza parole.

Il resto delle vacanze fu un supplizio per Loki. Quando tornò alla baita, dopo aver visto Thor, non volle vedere nessuno. Si sentiva male, era come se fino a quel momento la situazione tra lui e Thor fosse stata in stanby, ma quella conversazione aveva cancellato davvero tutto. Non vedeva l’ora di tornare alla frenesia dell’università, almeno poteva non pensare alla situazione creatasi.
Stranamente Tony non lo assillò, anche se era super convinto che ci fosse lo zampino di Pepper e Bruce. Ma questa quiete durò solo per il soggiorno nel Vermont. Infatti appena tornarono alla Stanford, Tony raggiunse l’appartamento che Bruce condivideva con Loki.

“Vuoi dirci cosa è successo? Almeno so se prendere a calci te o l’altro.”

“Tony” Bruce lo richiamò, con il tono di voce duro

“Tony un bel corno. Sono stato zitto e tranquillo fin troppo, e non è da me.” Bruce stava per ribattere, ma Loki lo fermò.

“Va bene. So quanto adori i pettegolezzi, e così almeno io potrò vivere tranquillo senza te che mi assilli.” Parlò il moro esasperato, ma con un mezzo sorriso. Raccontò ai due la conversazione, evitando di dire che appena fu uscito dalla stanza la voglia di tornare dentro e buttarsi addosso al biondo e strappargli i vestiti lo avvolse. Appena finì Tony disse

“Sai cosa devi fare? Ubriacarti, farti il primo che passa e dimenticarti di Thor. Anche se le possibilità di vederlo tutti i giorni sono alte. Se vuoi ho il numero del cassiere di Montpelier.” Bruce e Loki lo guardarono allibiti, poi Banner scosse un attimo la testa.

“Non ascoltarlo. Secondo me potevi provare ad aspettare. Non sto difendendo Thor, però sai quanto lui ci tenga alla confraternita, ma venendo nel Vermont ha dimostrato quanto tenga anche a te.”

“Non so più cosa fare. Una parte di me la pensa come te Bruce, ma l’altra è incazzata nera e non ragiona.” Loki si sedette sul divano, coprendosi il viso con le mani. Gli altri due si guardarono, poi inaspettatamente Tony disse, serio.

“Datevi del tempo. Troverete un modo.”
Loki lo guardò, poi annuì. In quel momento suono la sveglia del suo cellulare. Era tempo di andare al lavoro.

La serata passò lenta, non c’erano molti clienti in pizzeria, così Mark mandò Loki via prima. Era sulla via del ritorno quando successe l’inevitabile. Una macchina, per non colpire un gatto che si era fermato in mezzo alla strada,  il conducente sterzò verso sinistra non accorgendosi però che Loki stava attraversando le strisce. Il moro cercò di scansarsi, ma ormai era tardi, la macchina lo colpì in pieno scaraventandolo quattro metri più avanti.

Loki restò a terra, con la gamba e braccio sinistri in posizioni scomposte. Sul viso tutto graffiato e con un paio di tagli sotto l’occhio e sul naso, iniziavano a formarsi dei lividi. Dai locali ancora aperti stavano uscendo delle persone. Il conducente dell’auto uscì dall’abitacolo reggendosi un braccio. Qualcuno chiamò il pronto intervento e la polizia, che di li a dieci minuti li raggiunsero.
I medici trasportarono d’urgenza Loki all’ospedale più vicino, constatando che ci fosse un’emorragia interna e un trauma cranico. Per fortuna trovarono nel portafoglio i numeri di Tony e Bruce, che vennero contattati non appena il moro andò sotto i ferri. Fu una serata lunga per tutto il gruppo, riunitosi in ospedale, senza la benché minima idea delle condizioni dell’amico. 




Angolo autrice
Ok bene, non è stato facile scrivere questo capitolo più che altro per la lotta verbale tra me e Roby (visto cosa ho duvto far succedere??) xD
Comunque pernso che ci saranno ancora un capitolo più l'epilogo, anche se in queste tre settimane di vacanza ci devo pensare bene.
Spero non mi uccidiate per questa cosa.
p.s. la "discussione" tra Thor e Loki potrà subire delle modifiche vi avverto, ma per ora non saprei come cambiarla :)
A presto

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Capitolo 12
*** Non andare ***


Erano in quella sala d’attesa, che odorava nervosamente di disinfettante, da quella che per Tony pareva un’eternità. Nessuno li informava delle condizioni di Loki, di come stava andando l’operazione. Niente. Bruce e Clint cercarono più volete di farlo rilassare, dirgli che se si agitava era peggio, ma il moro non li ascoltava, andava avanti e indietro per la stanza cercando di non pensare al peggio. Dopo quasi quattro ore si vide finalmente un’infermiera, entrata nella stanza per prendere dei documenti. Tutti si alzarono dalle sedie, mentre Tony le si fiondò addosso.

“Buona sera. Senta noi siamo qui da non so quanto. Potrebbe dirci se sa qualcosa di Loki Laufeyson?”

“Mi spiace, ma se non siete parenti non posso darvi queste informazioni.” Iniziò a dire quella, ma giusto in quel momento entrò il chirurgo che aveva preso in carico l’operazione del moro.

“Beatrice vai pure me ne occupo io.”
La donna lo guardò accigliata, poi con un cenno del capo si dileguò, chiudendo la porta. Il medico li fece sedere di nuovo, togliendosi la mascherina e la cuffietta.

“Sono il dottor Lane. Posso dirvi delle condizioni del signor Laufeyson perché a quanto pare siete la sua unica famiglia.” A quelle parole Tony si girò sbalordito verso gli altri, che lo guardavano allo stesso modo.

“Non sapevate della sua famiglia? Comunque posso dirvi che l’operazione non è andata come speravo. Il danno cerebrale era più esteso di quello che aveva rilevato la risonanza. Abbiamo fatto il possibile. Ma per ora è in coma, non sappiamo quanto ci metterà a riprendersi, e voglio che vi prepariate al peggio. In questi casi non si può mai sapere.”

“In coma? Non ci posso credere.” Commnetò Clint, mentre Natasha si portò le mani alla bocca

“Purtroppo abbiamo dovuto asportargli la milza, e sistemargli il braccio e la gamba sinistri. Non è messo bene. Ora potete vederlo, però troppo.” E così dicendo si alzò.
Natasha, Clint e Pepper si avviarono di corsa mentre Tony e Bruce si fermarono ancora con il medico.

“Volevamo chiederle se sa qualcosa della famiglia di Loki.” Iniziò a dire Bruce

“Noi non sapevamo niente solo perché Loki non ci ha mai raccontato. Non perché siamo amici cattivi.” Concluse Tony

“Non pensavo assolutamente che lo foste. Può essere plausibile che non ve l’abbia detto. So solo che il vostro amico proveniva da un orfanotrofio del North Dakota. Di più non so. Ora scusatemi, ho dei documenti da compilare.” E così li lasciò.

Quando anche gli altri due raggiunsero la camera di Loki, vi trovarono l’amico in un letto, la testa fasciata da delle garze. Era collegato con il respiratore meccanico, e un sacco di altre macchine lo circondavano, e un bip continuo li informava che per ora il ragazzo era vivo.
Si erano fatte ormai le cinque di mattina, Clint e Natasha salutarono gli altri e dissero che sarebbero tornati nel pomeriggio, dopo che si ebbero un po’ riposati. Pepper chiese a Tony e Bruce cosa volessero fare, ma i due dissero che sarebbero restati li, nel caso ci fossero stati cambiamenti.
Ma più passava il tempo e meno miglioramenti faceva Loki. Una mattina dopo quasi una settimana, mentre Bruce e Tony uscivano dall’aula di informatica avanzata, incontrarono Thor che stranamente non indossava la giacca della confraternita.

“Ciao ragazzi come…è tutto ok?” quello inizialmente sorridente, appena vide le loro espressioni divenne serio

“Ciao Thor. Scusaci ma siamo di fretta.” Gli disse Bruce, mentre Tony non lo calcolò neanche

“Sapete dirmi dov’è Loki? Gli devo parlare, ho lasciato la confraternita.”
Bruce e Tony si lanciarono un’occhiata veloce, poi Tony fece un leggero si con la testa e Bruce si avvicinò al biondo.

“Loki è in ospedale. Stiamo andando la, se vuoi venire.”
Thor accettò subito, durante il tragitto chiese come mai il moro fosse ricoverato ma i due dissero solo di aspettare e vedere. Quando raggiunsero il corridoio dove c’era la camera, trovarono fuori Clint e le due ragazze in attesa.

“Che sta succedendo? Il medico deve passare tra due ore.” iniziò Tony avvicinando e guardando dalla vetrata. Quando anche Bruce e Thor si avvicinarono videro che il letto era vuoto.

“Dov’è? Cos’è successo?” Tony quasi gridò

“Calmati. Lo hanno dovuto rioperare, ha ceduto un rene.” Gli spiegò Clint, mettendogli una mano sulla spalla

“Volete dirmi che sta succedendo?” iniziò Thor, guardandoli uno ad uno

“Una settimana fa, mentre tornava a casa dalla pizzeria, una macchina per non colpire un gatto in mezzo alla strada, ha sterzato troppo e ha colpito Loki che stava attraversando le strisce pedonali.”

“Loki si è accorto della macchina troppo tardi, è stato colpito al lato destro. Ha la gamba e il braccio rotti, il bacino incrinato e gli hanno dovuto asportare la milza.” Continuò Clint, vedendo che Bruce non riusciva a parlare.

“Ma non è questa la cosa peggiore.” Parlò Tony, ancora davanti alla vetrata, non girandosi verso il biondo

“Cosa c’è di peggio?”

“Che è in coma, e non sanno quando si risveglierà. Dicono di parlargli, che ci sente e magari lo possiamo aiutare. Quante stronzate.”

“Tony…” Pepper gli si avvicinò, mettendogli una mano sul braccio. Quello la scostò gentilmente e si avviò verso il corridoio sparendo dalla loro vista.

“Ci penso io.” Bruce guardò l’amica, poi si girò e seguì il moro.

“Non c’è stato proprio nessun movimento quando gli avete parlato?”Thor si rivolse a Clint, il quale gli si avvicinò

“In effetti si, minimo. C’eravamo io e Bruce a controllarlo. Stavamo parlando del più e del meno, quando è stato detto un nome. Abbiamo visto l’indice della mano sinistra muoversi. Abbiamo avvertito subito il medico, il quale ci ha chiesto di ripetere il nome ma non ci sono stati altri movimenti. Secondo lui era solo uno spasmo.”

“E non lo avete detto a Tony, giustamente. Che nome avete fatto?”

“Il tuo.” Disse semplicemente il moro, tornando poi da Natasha.

Quasi un’ora dopo videro due infermieri che stavano trasportando il letto con adagiato il moro. Thor appena lo vide, ebbe un momento di debolezza. Aveva il viso tumefatto, il braccio destro ingessato mentre la gamba dello stesso lato era su un rialzo. Dietro di loro c’era il medico, con in mano una cartelletta gialla.

“Buongiorno. Dovrete pazientare un attimo, devo controllare ancora alcune cose.” E così entrò nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

In quel momento arrivarono anche Bruce e Tony, e non appena il dottore uscì si misero a parlare con lui delle condizioni dell’amico. Nel frattempo Thor entrò nella stanza. Era semibuia, con un sacco di macchine intorno al letto. Prima non si era accorto di com’era in realtà il moro. Aveva un tubo che gli usciva dalla bocca collegato alla macchina per respirare, un altro tubicino era attaccato a naso, probabile che fosse per mangiare. Una flebo nella mano destra e un’altra nel braccio sinistro.
A vederlo così gli cedettero le gambe, e per fortuna aveva vicino una sedia dove ci crollò sopra. Pensò a quello che aveva detto Tony, così provò a parlare. Aprì la bocca ma non uscì nessun suono. Doveva farcela, si avvicinò di più al letto, prese la mano sana del moro tra le sue.

“Ehi piccoletto. Che scherzi fai? Sai c’è Tony che è incazzato nero, sai com’è fatto. Quindi, se non ti è di troppo disturbo potresti tornare da noi? Da me.”

“Ehi. Il medico dice che l’operazione è andata bene. Adesso lo hanno messo in lista per un rene nuovo. Tutto bene?” Pepper gli si era avvicinata, e si sedette sulla sedia li accanto

“Speravo che parlandogli potesse aiutarlo.”

“E’ ancora sotto sedativi, magari non sente. E io non credo che il movimento del dito sia stato uno spasmo.”
Thor non sapeva cosa dire. Restarono in silenzio, anche quando entrarono gli altri. Si allontanavano solo per il pranzo, le lezioni importanti o quando l’orario delle visite era finito.

Ormai la loro routine era quella, anche nei due mesi successivi. Thor aveva definitivamente lasciato la confraternita, non mandò giù il fatto che non gli volevano dare il permesso di andare in ospedale a trovare Loki e poi quando seppero che il biondo aveva avuto una relazione con Loki a quelli non piacque per niente.
Tony, convinto (meglio obbligato) si era offerto di ospitarlo nella sua stanza. Avevano messo tutti gli averi di Loki in alcuni scatoloni, pronti per tirarli fuori non appena il moro si sarebbe svegliato e ripreso del tutto.
Successe tutto una notte. Tony venne svegliato nel cuore della notte, quando accese la lampada sul comodino e vide che erano le tre del mattino iniziò a maledire il responsabile della chiamata, ma quando si accorse che era l’ospedale tutto il sonno sul suo voltò sparì veloce e il moro fu subito in piedi, iniziando a vestirsi.

“Signor Stark sono l’infermiera che si occupa del suo amico. Deve venire qui al più presto. Per adesso non posso dirle altro.”
Tony non ebbe il tempo di rispondere che quella riagganciò. Il moro finì di allacciarsi i jeans, prese una maglietta dall’armadio e iniziò a svegliare il moro, nel frattempo aveva già composto il numero di Bruce. Nel giro di venti minuti erano all’ingresso del pronto soccorso. Raggiunsero la camera di Loki quasi correndo, e vi trovarono il dottor Lane e un equipe di medici indaffarati intorno al corpo del moro.

“Per fortuna siete qui. Si è formato un coagulo di sangue vicino alla ferita dell’operazione, e anche l’altro rene sta cedendo.”

“Cosa vuol dire con questo?” lo interruppe Thor

“Che se entro domani non abbiamo una risposta positiva per la sostituzione di uno dei due reni, non potrò operarlo nuovamente alla testa e questo potrebbe mettere in serio pericolo il vostro amico.”

“Ci aveva detto che le operazioni erano andate bene!” Tony quasi le ringhiò quelle parole.

“Sono andate bene infatti. Ma queste sono complicazioni, che possono venire fuori quando il paziente è inerme da più di due mesi. Se non riusciamo ad operarlo, dovrete prendere in considerazione l’unica opzione.” E dicendo ciò porse un opuscolo a Bruce per poi allontanarsi e parlare con un collega.

“Quel’è l’opzione?” Sia Thor che Tony si avvicinarono all’amico

“Staccare la spina. Se non lo operano al cervello diventerà un vegetale, e clinicamente morto. Sono le macchine che lo tengo in vita ormai.”
I tre si girarono a guardare Loki dalla porta, mentre i medici finivano di medicarlo e scrivere tutti i risultati sulla sua cartella clinica. 



Angolo autrice
Va bene sono tornata, con un capitolo a dir poco agghiacciante xD
sono riuscita a scrivere questa cosa (non so bene come definirlo) solo grazie ai vari episodi di grey's anatomy 
Che dire, buona lettura e vi prego limitatevi al lancio dei pomodori ahahah

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Capitolo 13
*** Risveglio ***


Appena il medico li lasciò Bruce avvertì immediatamente Clint, che si premurò di chiamare le ragazze e raggiungerli poco dopo, ignorando l’amico che gli disse di non raggiungerli.

“Perché siete qui? È inutile che ci stiamo tutti, tanto se non trovano un altro rene non ci sarà più niente da fare!” sbottò Tony, appoggiandosi al muro della sala d’attesa.

“Invece no” disse Natasha, seduta accanto a Pepper con in mano una tazza di caffè fumante

“Che intendi?”

“Che uno di noi può donarglielo. Si può vivere senza un rene, si deve stare più attenti del solito.” spiegò la rossa
Il gruppo si guardò, poi Tony andò a chiamare il medico e gli disse cosa avevano deciso. Il dottor Lane ci pensò su, poi disse che avrebbe fatto loro degli esami del sangue, per vedere il grado compatibilità di ognuno con Loki.

“Prima di cominciare, vi avverto che la vostra vita cambierà. Per chi di voi facesse uno sport agonistico, non è consigliabile continuarlo perché richiederebbe troppi sforzi che un rene solo non può sopportare.“

“Se servirà a salvare il nostro amico, mi farò amputare un braccio se necessario.” Lo interruppe Tony, seduto su una poltrona con una flebo infilata nel braccio sinistro.
Lane fece un gesto con la testa, poi prese tutte le fiale e disse loro che si sarebbero rivisti dopo un’ora. Attesero accanto alla stanza del moro, e in effetti attesero solo un’ora.

“Allora, ho una buona notizia. Uno di voi è compatibile al 98% con Loki. Sono molto felice di questo risultato, accorcia le tempistiche per le operazioni.”

“Chi di noi?” chiese Natasha, prendendo la mano di Pepper

“Bruce. Spero tu sia ancora favorevole alla donazione. Non devi sentirti obbligato.” Lo rassicurò Lane.
Il ragazzo era leggermente sbiancato, poi si ricordò che quello nel letto che stava per morire era il suo amico. Tony e Clint lo affiancarono solidali. Piano acconsentì, e nel giro di mezz’ora era pronto per l’operazione.

“Ci vediamo più tardi. Almeno tu torna sano.” Tony gli diede una pacca sulla spalla mentre Bruce veniva portato via in barella, superando le porte che lo separavano dagli amici.

Nella sala operatoria faceva abbastanza freddo, forse perché aveva addosso solo quella sottospecie di camicia da notte striminzita. Venne adagiato sul tavolo, in posizione prona. Gli misero un sacco di teli azzurri così da coprirlo tutto tranne la parte interessata.
“Bruce, quello che stai facendo è molto bello. Adesso voglio che conti indietro da dieci fino a zero.” Un infermiera iniziò a parlargli, vedendo che era un po’ in ansia. Non fece in tempo ad arrivare all’otto che si era addormentato.
Un bip ricorrente lo svegliò, seguito poi da un dolore al fianco destro. Aprì gli occhi e vide Tony e Clint seduti al suo fianco. Cercò di sedersi, ma il dolore lo fermò

“Vacci piano amico.” Clint prese il telecomando del letto e alzò lo schienale, aiutando l’amico.

“Com’è andata?” Bruce prese a sistemarsi un po’.

“Tutto bene. Dovrai restare a letto per un paio di giorni.”

“E Loki? È servito tutto questo?”

“Sembrerebbe di si. Gli hanno fatto subito il trapianto, così hanno potuto aspettare ventiquattro ore per vedere che il corpo accettasse il nuovo organo. Poi lo hanno operato alla testa. Il primo stent aveva ceduto e ne hanno messo un altro.” Spiegò Tony, vivamente stanco

“Starà in osservazione per tre giorni. Poi hanno intenzione di farlo uscire dal come farmacologico. Ora dovrà lottare di più.”

Passò una settimana, Bruce aveva ripreso la sua solita vita anche se era ancora sotto controllo. Un venerdì pomeriggio di fine marzo, mentre Bruce veniva visitato dal dottor Lane, nella stanza del moro iniziò a sentirsi un bip prolungato. Tony, Clint e Thor si alzarono dalle sedie e presero a chiamare le infermiere sia a voce che con il pulsante sul muro.
Nel tempo che queste arrivarono in stanza, seguite dal medico di turno, il moro aveva iniziato a muovere una mano e aprire gli occhi. Cercò di parlare, e non riuscendoci provò a strapparsi il tubo che aveva in gola, ma Tony fu più veloce e gli bloccò il braccio.

“No fermo. Hai un tubo in gola che ti ha permesso di respirare tutto questo tempo. So che sei spaventato, ma aspetta che i medici ti sistemino un attimo. Noi aspettiamo fuori.” Infatti il medico fece segno loro di uscire. Tony guardò ancora l’amico, che in silenzio gli chiedeva di non lasciarlo e una lacrima gli solcò il viso.
I tre uscirono in corridoio e si poggiarono al muro, nel frattempo arrivarono anche Bruce e Lane. Il medico entrò nella stanza mentre Bruce affiancò gli amici. Tony e Clint dissero che avrebbero chiamato le ragazze, avvertendole della situazione e sparirono. Poco dopo la porta si aprì nuovamente e ne uscirono tutti, Lane si fermò davanti ai due amici.

“Siamo felici della sua ripresa. Non ci aspettavamo che avvenisse così in fretta. Per ora i suoi parametri sono stabili, ma voglio tenerlo sotto osservazione per i prossimi due giorni. Potete tornare dentro, state anche dopo l’orario lo dirò io alle infermiere.” E si dileguò nel corridoio.
Nel frattempo erano arrivate anche Pepper e Natasha, seguite dai ragazzi. I quattro si infilarono subito nella stanza, Bruce li seguì poi si girò verso Thor con lo sguardo interrogativo

“Andate voi. Io resto qui, altrimenti facciamo una folla e lui non deve affaticarsi.”
Quando anche Bruce entrò, Loki stava parlando, o almeno ci provava, e chiese piano

“Come state? È bello vedervi!”

“Tu sei messo così, ti sei appena svegliato, e chiedi a noi come stiamo?” parlò Clint sorridendo

“Sentite, sono stato in questo letto per tre mesi a giudicare da quel calendario, le macchine dicono come sto, e anche la cartelletta ai piedi del mio letto. Quindi, come state?”

Ridendo i ragazzi gli raccontarono dei tre mesi passati, ognuno diceva una parte facendo ridere Loki per i racconti su Tony e il professor Stain, oppure a Bruce che aveva conosciuto una certa Betty.Tutti stavano parlando e ridendo, tranne Tony che non aveva ancora aperto bocca da quando era entrato. Loki se ne era accorto, e ogni tanto gli lanciava delle occhiate.

“Bé ragazzi, non so voi ma io ho una fame pazzesca.” Intervenne Clint alzandosi dalla sedia

“Potremmo andare a comprare da mangiare al bar e tornare qui. L’abbiamo sempre fatto in questi mesi.” Propose Natasha
Gli altri acconsentirono, ma mentre si dirigevano verso la porta Loki parlò di nuovo

“Tony puoi aspettare un momento?” l’altro si fermò, disse una cosa a Pepper poi si voltò vero l’amico, mentre la porta alle sue spalle si richiudeva.

“Che cosa ti prende? Sembra che ti è morto il gatto…si scusa, battute sulla morte da parte mia non sono il massimo in questo momento.” Tony si sedette sulla sedia vicino al letto, restò ancora un po’ in silenzio poi parlò

“Era come se tu fossi morto. Ogni giorno venivo qui nella speranza di vederti sveglio non appena aprivo quella dannata porta. Quando ci hanno detto che forse non ce l’avresti fatta volevo prenderti a pugni. Sei il mio migliore amico; so che non te l’ho mai dimostrato apertamente, però è così. Hai sopportato tutto di me, e io non sopportavo l’idea di non vederti più” Tony non lo guardò per tutto il tempo, poi una debole risata dell’altro gli fece alzare il viso

“Questa è una vera e propria dichiarazione d’amore. Pepper dovrà stare attenta ora che ha un avversario” disse con un sorriso sulle labbra. Tony gli diede un leggero pugno sulla spalla, poi si diresse verso la porta, si girò e disse aprendola

“La mia non era una dichiarazione, anche se so che tutti mi amano, anche Stain in fondo. Ma c’è qualcuno che potrebbe fartela. E ti supplico, per il bene di tutti ma soprattutto il tuo, mettici una pietra sopra. Altrimenti la metto io a te.” Poi uscì dalla stanza, e subito comparve sulla soglia Thor.
Il biondo non sapeva se entrare o no, ma dopo un cenno di Loki entrò. Si sedette sulla stessa sedia di Tony, che avvicinò leggermente al letto dell’altro. Restarono un po’ zitti a fissarsi, poi il moro disse sorridendo

“Non pensavo di vederti, o comunque lo stesso giorno in cui c’era Tony. Ero convinto che ti avesse preso a calci appena messo piede in ospedale.” Il biondo sorrise

“Diciamo che tre mesi fa ci ha provato. Ma la grazia degli altri e la mia faccia da cucciolo addolorato lo hanno fermato.”

“La tua faccia da cucciolo addolorato? Non credo di averla mai vista. Ma se è sexy come quella normale non avrò scampo in futuro, potrei perdonarti per tutto.” Parlò non curante il moro. Poi si girò verso il biondo, che sembrava affranto.
“Cosa ti turba?”

“So che è una cosa assurda. Ma ho una sensazione che è anche colpa mia quello che ti è capitato.”

“Come scusa?” Loki cercò di alzarsi, ma non riuscendoci prese il telecomando del letto e lo azionò per sistemarsi meglio.

“Che eri distratto da tutta la situazione, il casino che avevi creato da non prestare attenzione alla strada e….”

“Adesso smettila. Non è stata colpa tua, semmai dell’idiota che mi ha investito e poi che Mark mi ha mandato a casa prima. Tu non hai colpe. Anzi se dobbiamo vedere sono anche io lo scemo che non ha accettato la situazione. Se ti può consolare ho passato un Capodanno infernale.”

“La settimana dell’incidente continuavo a cercarti per dirti che li ho mollati. Avevano scoperto tutto perché uno aveva raccontato, decisero di chiudere un occhio se io non venivo a trovarti in ospedale. Ormai per loro voi eravate la mia vecchia vita, e con loro dovevo iniziarne una nuova. Tutte cavolate.”
Loki sapeva che voleva dire tanto per lui, e poi begli stronzi. Non sapeva cosa dire così gli porse una mano. Il biondo la prese, poi di slancio prese a baciarlo, proprio mentre tornavano gli altri, mentre entravano Tony stava litigando con Clint.

“Mi hai rubato tutta la pizza. Sei un ingordo.”gli diede una spinta

“Che ha che non va la tua Caeser Salad?”e Clint rispose con una gomitata deviata appena.

“Che è un’insalata. Mi hai lasciato tutte cose sane.”

“Bé non ti farà certo male perdere un po’ di pancia, omino michelin.”
Poi si fermarono appena videro i due che si erano appena staccati, leggermente rossi per l’imbarazzo. Pepper porse due panini a Thor e poi gli si sedette accanto tuta felice.

“Il medico ha detto di non affaticarlo. Quello è tutto il contrario.” Lo rimproverò Clint

Poi come negli ultimi mesi si sedettero tutti attorno al letto. Tony proprio sopra il letto, e presero a mangiare. Stark stuzzicava Clint con dei pezzetti di insalata, mentre l’altro lo faceva incazzare mentre si gustava bellamente la sua cena. Tony non la smetteva più di essere felice, anche se li detestava visto che loro mangiavano bellamente cibo solido, mentre a lui toccava quello liquido via endovena. Ma era finalmente tornato, ed era la cosa che più gli importava.




Angolo autrice
E dopo un mese abbondante riesco ad aggiornare!!!!
Questo capitolo doveva essere completamente diverso, ma alcuni fatti non tanto felici in casa mi hanno convinta a modificarlo.
Ci sarà comunque un epilogo, e le scene delle operazioni e cose simili le ho scritte perché alcune le ho provate e altre grazie agli episodi di Grey's Anatomy xD
A presto

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Capitolo 14
*** Buone notizie (epilogo) ***


“Adesso mi spieghi come hai fatto.” Tony aprì la porta della’aula seguito da Loki e Bruce, diretti in mensa.

“A fare cosa?” rispose il biondo, mentre attraversava il cortile

“Sei stato assente tre mesi, e in sole due settimane hai recuperato i tre esami. Con dei punteggi fantastici.” Riprese Tony, salutando Pepper arrivata in quel momento.

“Talento naturale?” rispose il moro sorridendo

“Diciamo anche che il professore che ti adora.” Ringhiò l’altro, aprendo la porta della mensa ed entrando

“Suvvia Tony, i tuoi punteggi non sono poi così male. Sono solo un po’ più bassi dei suoi, e di quelli di Bruce.” Puntualizzò Pepper. Il ragazzo si girò a guardarla mortificato, poi prese un vassoio lo riempì di cibo e si diresse verso il primo tavolo libero. Loki, Bruce e la rossa si guardarono, poi anche loro presero da mangiare e raggiunsero l’amico.

“Dai, non fare quella faccia lunga. Al prossimo esame ti faccio copiare da me, così non ci saranno problemi.” Lo prese in giro Loki, tirandogli una patatina fritta. Iniziarono a mangiare, poi cinque minuti più tardi vennero raggiunti da Clint, Natasha e Thor. Il biondo prese posto accanto a Loki e lo salutò con un bacio leggero.

“E’ arrivata questa per te.” Disse poi porgendogli una busta, ora condividevano l'appartamento da quando aveva rinunciato alla confratenita. L’altro la prese e se la rigirò tra le mani

“E’ dell’orfanotrofio. Cosa vogliono?”

“I tuoi voti sono eccellenti, non possono toglierti la borsa di studio.” Aggiunse Tony, avvicinandosi all’amico. Loki aprì la busta e prese a leggere il contenuto della lettera. In poco tempo sbiancò.

“E invece possono. L’ospedale ha mandato la parcella dei tre mesi alla direttrice. Tutti i conti dei miei esami e delle operazioni. Dice che non hanno soldi per pagarli, quindi mi tolgono la borsa di studio e usano i soldi rimanenti per l’ospedale.” E così dicendo accartocciò la lettera e la lanciò sul vassoio.

Lo sapeva che la sua felicità non poteva durare molto. Cosa aveva fatto di male per essere così sfigato. Due genitori che non lo volevano e lo abbandonavano, la direttrice che li odiava tutti, ma se eri un genio era felice di chiedere dei prestiti per liberarsi di te. Trova un ragazzo fantastico e combina un casino dietro l’altro, e non contento finisce in come per tre mesi con il rischio di morire. Ora anche questo.

“Tranquillo Loki, troveremo un modo.” Gli disse Pepper accarezzandogli un braccio

“Ho tempo ancora il prossimo mese. Altrimenti posso andare a lavorare al circo per tutta la vita.”rispose mogio il moro

“Mica male, almeno posso entrare gratis quando voglio.” Scherzò Stark, beccandosi un’occhiata truce dal migliore amico
Nel pomeriggio non avevano più lezioni, così Loki e Thor si diressero all’appartamento che condividevano con Bruce. Il moro si lasciò cadere sul materasso, mentre l’altro prese a sistemare il casino nella stanza, poi si girò verso l’altro e vedendolo più sconsolato che mai gli si sedette accanto.

“Ehi fammi un sorriso. Dai so che è li sotto da qualche parte e non vede l’ora di usciere per me.”

“Thor non sono dell’umore. Per quanto tu sia fantastico, ho solo voglia di sprofondare.” Rispose quello affondando effettivamente la faccia nel cuscino. Thor restò un po’ ad accarezzargli la schiena, poi si alzò e disse

“Quindi non è neanche un buon momento per questo?” Loki aspettò che l’altro continuasse a parlare, ma non sentendolo più si decise a sbucare dal guanciale e si sedette sul bordo rimanendo a bocca aperta. Il biondo era davanti a lui, con un sorriso smagliante, ma non era quello che lo fece sbalordire, ma la piccola scatola in velluto verde scuro che teneva tra le mani.

“Cosa stai facendo?” dopo quella che gli sembrò un’eternità riuscì a ritrovare le parole

“ A me sembra piuttosto ovvio, comunque…” e dicendo ciò si inginocchiò davanti a lui e aprì la scatola. Dentro c’era un anello in argento, liscio e bellissimo. Thor lo prese e gli fece leggere l’iscrizione al suo interno

“sei fantastico da infarto”

Loki lesse la frase e poi guardò il compagno allibito

“La frase l’ha fatta incidere Tony, mi ha accompagnato lui. Dopo il tuo incidente gli era quasi venuto un infarto, e dato che si prende un po’ il merito di noi due insieme ha voluto contribuire.”

“Avrei dovuto capirlo. Ma Thor ne sei sicuro?” chiese il moro facendo sedere Thor accanto a se e prendendo l’anello

“E me lo chiedi? Dopo tutto quello che abbiamo passato in questo anno, ho capito che voglio passare tutti i miei giorni con un rompiscatole come te.”

“Ah sarei un rompiscatole. Ti ricordo che tu russi come un trattore, dovremmo cercarci una casa con stanze separate.” Il moro gli tirò una gomitata e si mise il piccolo anello.

“Quindi è un si?”

“Direi proprio. Basta che non fai più intervenire Tony, potremmo ritrovarci dei poni color rosa al ricevimento.”
Thor quasi non lo fece finire di parlare che si impossessò delle sue labbra, pian piano prese a baciargli ogni centimetro di pelle che trovava, non contento gli tolse la maglia trovando davanti le varie cicatrici dell’incidente, prese a baciare anch’esse una per una. Prima che potessero anche solo pensare alla situazione in cui si trovavano, gli ormoni presero il sopravvento.
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“Finalmente, è tutto il pomeriggio che provo a chiamarvi.” Loki e Thor raggiunsero il gruppo nel pub vicino all’università, dove gli altri avevano prenotato per la cena, ma soprattutto per la partita e..

“Ho una buona notizia Loki.”

“Un’altra? Cioè, dimmi tutto.” Si affrettò a dire, vedendo lo sguardo complice di Thor. Gli altri fissarono il moro curiosi.

“Ebbene si, ho appena appreso che ho un’ulteriore fondo fiduciario che mi è stato generosamente dato da mio nonno qualche anno fa. Dato che ne ho già uno sostanzioso, ho deciso di intestarlo a te, mio caro amico.” Loki lo guardò senza credere alle sue parole

“Non posso Tony, sono i tuoi soldi.”

“Mi spiace, ma ormai JARVIS ha già firmato tutti i documenti al posto tuo. Ora devi solo andare in segreteria e pagare la prossima retta. E credo che potrai usarli anche per l’altra buona notizia”

Otto paia di occhi si puntarono su Loki, questo era imbarazzato mentre Tony e Thor se la ridevano sotto i baffi. Così il moro alzò la mano sinistra in attesa. Per qualche secondo il gruppo fissò la mano, poi le due ragazze presero ad urlare felici, frantumando i timpani di tutti i presenti, abbracciarono i due e poi presero a parlottare sull’organizzazione.

“Sia chiaro, io sono testimone di nozze di Loki."

“Ma non credo proprio. Così ci farai fare l’addio al celibato allo Smithsonian solo perché piace a te!” intervenne Clint

“Ah si? Bé è un bel museo. E tu dove lo faresti fare, sentiamo” lo attaccò l’altro, offeso

“Fermi tutti! Non abbiamo intenzione di fare niente finché non finiamo l’università. Quindi mettetevi l’anima in pace.” Li bloccò subito Thor. I due lo guardarono arrabbiati, mentre Pepper e Natasha abbattute. Loki lo guardò grato, poi prese ad ordinare la cena.
Si, sembrava che la fortuna stesse iniziando a girare anche per lui. Ma non ci pensò troppo, prima che fosse solo un falso allarme.

 



Angolo autrice
Finalmente l'ho pubblicato. Dico subito che non sapevo cosa scrivere, e ci sono un paio di parti che verranno modificate.
Al momento ho voluto pubblicarlo perché non mi andava di tenerlo in sospeso da così tanto tempo, anche perché ho un progetto importante in abllo e sto dando priorità a quello.
Spero questa storia vi sia piaciuta, buona lettura :)
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