Nda:
Cominciamo il capitolo facendo una piccola premessa: gli
OC sono veramente tanti, soprattutto perché siamo state
buone e abbiamo
accettato anche OC di persone che sono arrivate all’ultimo
minuto, perciò non
sempre sarà possibile dare a tutti lo spazio che meritano
… questo lo
anticipiamo per evitare situazioni spiacevoli e sollecitazioni a dare
maggior
spazio ai vostri personaggi. Sono tutti molto interessanti e abbiamo
elaborato
la storia su ognuno di loro, quindi se per un capitolo non compaiono
non è
cattiveria, ma semplice mancanza di spazio. La scadenza per presentare
le
schede era due giorni e siamo state contente di constatare la
celerità di molti
di voi … coloro che invece anche dopo ripetute richieste non
hanno inviato la
loro scheda entro la pubblicazione, non se ne abbiano a male, sono
stati
esclusi per correttezza nei confronti di chi si è attenuto a
quanto richiesto.
Detto questo ci scusiamo se la profezia risulterà alquanto
schifosa, ma è stato
quanto di meglio siamo state in grado di produrre. Vi invitiamo a farci
sapere
di volta in volta se siete soddisfatti del capitolo, non tanto
perché vogliamo
millemila recensioni quanto perché ci piace avere la
conferma che i vostri “bimbi”
e le vostre “bimbe” vengano caratterizzati
esattamente come li avevate ideati
voi. Crediamo che per il momento sia tutto, quindi è inutile
continuare a
cianciare, vi lasciamo all’aggiornamento.
Cap
1
Cameron
L’allenamento
con Jackson era finito da quasi un’ora e lui
non aveva alcuna voglia di starsene chiuso in Casa finchè
non fosse giunta l’ora
del falò. Non con quel sole che gli riscaldava la pelle
leggermente dorata.
Voleva godersi ogni singolo momento che rimaneva di
quell’estate.
Aaron
Carson, figlio di Ade e uno dei suoi migliori amici,
sembrava pensarla allo stesso modo perché era sdraiato sul
prato accanto a lui
e si crogiolava sotto gli ultimi sprazzi di luce come avrebbe fatto una
lucertola al sole. Non che avesse realmente bisogno di abbronzarsi, lui
che era
stato dotato dalla natura di una carnagione che lo faceva sembrare
perennemente
abbronzato, ma gli piaceva stare in compagnia e, visto che Jace e
Katherine non
si vedevano da nessuna parte, Cam doveva essergli sembrato un
compromesso
accettabile.
-
Continuo a non capire perché siamo sul prato invece di
scendere in spiaggia – disse d’un tratto.
Aprì
pigramente un occhio blu zaffiro per lanciargli uno
sguardo sornione. – Il motivo è semplice, amico
mio, decine di incredibilmente
sexy figlie di Afrodite e di Eros a pochi passi da noi –
s’interruppe,
scuotendo la testa, - Ah, ma che ne parlo a fare con te? La prossima
volta ci
sistemeremo vicino all’arena così potrai ammirare
tutti i figli di Ares che
vuoi. –
Aaron
lo spintonò scherzosamente. - Veramente i figli di
Ares non è che m’interessino chissà
quanto, sono un po’ troppo suscettibili. –
Cameron
inarcò un sopracciglio, ironico. – Loro sono
suscettibili? Non sarà invece che tu non riesci mai a
mettere un freno alle tue
battute? –
-
Beh, sì a entrambe le domande. –
-
Che poi non capisco, voi figli di Ade non dovreste essere
tipi cupi e tetri come gli Inferi? –
-
Quella è la teoria di Jace, lo sai, ma mi piace
considerarmi l’eccezione alla regola. Ecco, un ragazzo che
sappia stare alle
battute sarebbe dieci volte meglio di qualsiasi fisico palestrato.
–
-
Qualcuno tipo Jamison Lewis? – chiese allora, accennando
al figlio di Apollo che intratteneva un piccolo drappello di semidei
con uno
dei suoi stupidi racconti.
-
Jamison Lewis, fai sul serio? – replicò, storcendo
il
naso, - Sono gay, Cam, non disperato. –
Scoppiò
a ridere, per poi interrompersi all’istante. Si
raddrizzò leggermente, improvvisamente serio e concentrato.
-
Ecco, ora sì che si ragiona – approvò.
Gabriela
Suarez, Gabri per gli amici, era appena arrivata
insieme a un paio di sue amiche. Si sistemarono nell’angolo
più remoto, quello
in cui difficilmente qualcuno di passaggio avrebbe potuto infastidirle.
I lisci
capelli castani erano stati raccolti in un’alta coda di
cavallo che le lasciava
scoperto il bel viso e le punte bionde le accarezzavano la base della
schiena.
La figlia di Eros teneva gli occhi chiusi mentre il sole le illuminava
il
volto, ma Cam sapeva bene che sotto le lunghe ciglia nere
c’erano un paio di
occhi blu notte screziati da pagliuzze rosate.
-
Smettila di guardarla così – disse Aaron,
distogliendolo
dal gruppetto.
-
Così come? –
-
Come se la volessi mangiare. Dii immortales, voi etero
siete senza vergogna. –
-
Disse quello che fino all’anno scorso faceva gli occhi
dolci a Jason Grace. –
-
Io non facevo gli occhi dolci a Grace – protestò,
con un
po’ più d’impeto del necessario.
-
Certo, e io non sto fissando Gabriela. –
-
Allora lo ammetti – esclamò trionfante.
-
Sì, lo ammetto: Carson, sei completamente fuori di testa.
–
-
Sarò pure fuori di testa, ma se Francisco ti becca a
fissare così sua sorella come minimo ti cava gli occhi e te
li fa mangiare. –
-
Come se avessi paura di lui. Non è ancora arrivato il
giorno in cui … - s’interruppe, notando con la
coda dell’occhio che Jace e
Katherine stavano venendo verso di loro.
Anzi,
Katherine camminava verso di loro mentre Jace sembrava
deciso a causare un terremoto a giudicare dalla violenza con cui
pestava il
terreno a ogni passo.
-
Jace è incazzato –, constatò Aaron, -
deve essere successo
qualcosa di serio. –
-
Te l’avevo detto che sarebbero stati qui –
esordì Kat,
lasciandosi cadere stancamente accanto ad Aaron.
Il
figlio di Ade si fece leggermente di lato per permetterle
di stare un po’ più comoda.
Cameron
registrò all’istante come la maglia del Campo della ragazza
fosse bruciacchiata e
lasciasse in mostra più pelle del solito.
-
Non che non apprezzi la vista, Kat, ma c’è un
motivo per
cui la tua maglietta è a brandelli? –
Jace
gli lanciò un’occhiataccia mentre Aaron gli dava
una
lieve gomitata. Non era quello il momento di comportarsi come suo
solito.
-
Mi ha elettrizzata – spiegò, scrollando le spalle,
- Ma è
stato un incidente, è tutto okay. –
Il
figlio di Lissa aggrottò leggermente la fronte.
Avevano
sempre sostenuto che tra loro non ci fosse nulla, d’altro
canto Jace era perfettamente in grado di gestire
l’elettricità che gli
crepitava sotto pelle e le uniche volte in cui si era lasciato sfuggire
qualche
scintilla era quando si trovava molto vicino a una ragazza che gli
piaceva.
L’amico
parve capire all’istante ciò che stava pensando,
perché
scosse la testa con decisione.
-
Frena i pegasi, non è come pensi tu. Ero furioso e non
sono riuscito a controllarmi – ammise, passandosi una mano
dietro al collo,
imbarazzato.
Cam
fischiò sommessamente. Era raro sentir ammettere Jace di
non essere il mister meraviglia che tutti pensavano.
-
Ed eri furioso … perché? – chiese Aaron.
Scosse
di nuovo la testa. – Non posso dirlo, l’ho giurato
sullo Stige, ma al falò Chirone ne parlerà a
tutti. –
Jace
furioso, Chirone che teneva un discorso al falò.
C’erano
tutti i presupposti per un bel disastro imminente.
Porco
Crono, quella non era proprio la sua idea di festa di
fine estate.
Nicole
Dall’altro
lato del prato, Katherine e Strongold avevano
raggiunto i loro amici. Parlavano sottovoce, ma non bisognava essere
una figlia
d’Atena per capire che dovevano esserci guai in vista.
Strongold
aveva un’espressione che da sola sarebbe bastata
per far fuggire a gambe levate un’idra e, in aggiunta a
ciò, l’aria intorno a
lui sembrava crepitare. E Katherine, per la prima volta nei tre anni in
cui la
conosceva, sembrava davvero preoccupata.
-
Ehy, Niki, sei con noi? – chiese Clare, sventolandole
davanti agli occhi una mano con fare teatrale.
Riscossa
dalle sue considerazioni, si voltò verso le amiche.
-
Sì, stavo solo riflettendo. –
-
Ah, sì? E io che pensavo che stessi fissando Jace
… ma se
dici che stavi riflettendo -,
mimò
con le dita delle virgolette immaginarie, - allora è tutto
okay. –
Sbuffò,
ravviandosi con una mano le lunghe onde castane che
sotto la luce di fine estate assumevano decine di riflessi ramati.
– Io fisserei
Strongold solo se lo stessi prendendo a calci per cancellargli quel suo
odioso
sorrisetto compiaciuto – disse, bellicosa.
-
Non hai ancora mandato giù il fatto che ti abbia battuta
durante la partita a Ruba bandiera – sintetizzò
Gabri.
-
Grazie agli Dei, è talmente divertente vederli scannarsi
–
rispose per lei la figlia di Chione.
-
Clare! – esclamò, imponendosi di non scoppiare a
ridere, -
Avrebbero davvero potuto farsi male, se non fosse intervenuto Chirone
probabilmente sarebbero finiti entrambi in infermeria –
ribattè Gabri.
-
Solo lui sarebbe finito in infermeria, non mi faccio mica
mettere ko da un idiota come quello. –
-
Beh, in effetti, lui ti ha messa ko. –
-
Clare! – esclamarono nuovamente, questa volta
all’unisono.
La
figlia di Chione scoppiò a ridere, stringendosi nelle
spalle come a dire che non era mica colpa sua se le cose stavano
così.
-
Comunque, su cosa stavi riflettendo? – chiese gentilmente
Gabriela.
Era
brava ad ascoltare le persone ed era un po’
l’anello di
congiunzione che univa l’introversa e lunatica Nicole con la
schietta e
spensierata Clare.
-
Sul fatto che deve esserci qualcosa che non va e non mi
riferisco solo al tempo che sembra cambiare senza alcuna apparente
logica, ma
anche alle espressioni di quei due – accennò con
la testa al figlio di Zeus e
alla figlia di Ares.
Gabriela
assottigliò lo sguardo, osservandoli con
attenzione.
-
Effettivamente non è da loro mostrare in modo
così palese
le loro emozioni –, considerò, - Suppongo tuttavia
che se ci fosse qualcosa di
cui preoccuparsi Chirone ce l’avrebbe detto. –
Nicole
annuì distrattamente.
Effettivamente
il suo ragionamento era sensato, ma il suo
sesto senso le diceva che non avrebbero avuto ancora molto tempo per
rilassarsi.
-
Scopriremo tutto al falò, quindi è inutile
scervellarsi
alla ricerca di una spiegazione – concluse, pratica, Clare.
La
figlia di Efesto si alzò in piedi, spolverandosi i jeans
e rimuovendo i piccoli frammenti d’erba che erano rimasti
incastrati nelle
cuciture.
-
Dove stai andando? –
-
Torno in Casa, ci vediamo al falò –
ribattè,
incamminandosi lungo il vialetto di ghiaia che portava alla Casa
dell’Ariete,
quella dedicata a Efesto.
Le
sue amiche si limitarono ad annuire in silenzio. La
conoscevano abbastanza bene da sapere che quando si perdeva nei suoi
ragionamenti aveva bisogno di starsene da sola per un po’.
Si
lasciò cadere sul letto nell’angolo più
remoto della Casa,
chiudendo gli occhi castani screziati di verde, per facilitare la
concentrazione.
Non
avrebbe saputo dire per quanto rimase in quella
posizione prima che il rumore della porta che si apriva la spingesse a
uscire
da quella sorta di trance riflessiva.
I
suoi fratellastri, Drew e Rey, erano rientrati per
cambiarsi in vista del falò.
Rey
le lanciò una lieve occhiata incuriosita, ma non fece
domande e s’infilò in bagno. Il rumore del getto
dell’acqua che batteva contro
il separatore di plastica li raggiunse poco dopo annunciando loro che
il più
piccolo e più solitario dei loro fratelli era entrato in
doccia.
Drew,
al contrario, la raggiunse e si sedette accanto a lei.
Con i suoi occhi color cioccolato e i capelli biondo chiaro, quasi
color
platino, era il figlio di Efesto più anomalo che Nicole
avesse mai incontrato. Tuttavia
era anche il suo fratello preferito, dolce e disponibile, sapeva bene
quando
era il caso di smettere di farle domande e lasciar cadere una
discussione.
-
Ti va di dirmi cosa c’è che non va? –
-
Non è nulla, Drew, sul serio. Sarà questo tempo
impazzito
che mi condiziona; lo sai che sono lunatica, no? –
Drew
rise. – Credo che in questi tre anni tutti al Campo
abbiano capito che sei lunatica. –
Nicole
sorrise, suo malgrado.
Sapeva
di non avere un carattere facile da gestire, ma
questa consapevolezza non faceva altro che farle apprezzare ancora di
più le
persone che le volevano bene e le rimanevano accanto nonostante tutto.
-
Va’ a farti una doccia, puzzi – disse poi,
spintonandolo
amichevolmente giù dal suo letto.
-
Questa non è puzza -, protestò, - È
testosterone, è sexy. –
-
No, ti assicuro che non c’è proprio nulla di sexy.
È davvero,
davvero, puzza. –
Drew
rise, scompigliandole affettuosamente i capelli e
attirandosi un’occhiata fintamente piccata.
-
Non farlo mai più, se vuoi avere ancora tutte e due le
mani attaccate – lo minacciò, puntandogli contro
un dito.
-
Brrr, sto tremando di paura. –
Risero
all’unisono e fu allora che Nicole capì cosa stava
facendo Drew. Tentava di distrarla usando la sua naturale simpatia e il
suo
buonumore contagioso.
-
Ehy, mi hai distratto! –
-
Certo. Sei carina, sorellina, quando sorridi. –
Nicole
gli fece la linguaccia, tirandogli dietro un cuscino.
– Io sono carina sempre.
–
La
porta del bagno si chiuse prima che il cuscino riuscisse
a colpirlo in viso, ma non fu abbastanza per soffocare le proteste di
Rey che,
almeno sotto la doccia, voleva un po’ di “maledetta
privacy”.
Aiden
Mentre
percorreva la stradina che portava alla spiaggia,
diretto al consueto falò di fine estate, il figlio di Ade
venne affiancato dalle
sagome asciutte e muscolose di due dei suoi amici: Kevin Collins, il
sedicenne
figlio di Nyx dai capelli corvini e le iridi d’argento, e
Alex Harper, il coetaneo
e biondo figlio di Ares.
-
Aaron che fine ha fatto? – chiese proprio
quest’ultimo,
perplesso.
-
È con gli altri.
–
Non
disse a chi si stava riferendo, perché il tono della
voce e l’espressione contrariata bastava a far intendere a
chi si stesse
riferendo. Non sopportava granchè la combriccola di
Strongold. Qualcuno, Alex
in primo luogo, affermava che la loro mal sopportazione reciproca
derivasse
dall’avere lo stesso carattere.
-
Francisco e Brad ci raggiungono dopo, immagino che vengano
con Gabri e le ragazze – lo informò poi Kevin.
-
Fran deve proprio smetterla di essere così protettivo
–
sentenziò Alex.
-
Già, perché tu non lo sei affatto con Katherine
… e non siete
neppure veri fratelli –
lo sbeffeggiò
Aiden.
-
Questo è irrilevante. –
-
Wow, che paroloni difficili, voi figli di Ares avete
finalmente capito l’utilità di un dizionario?
–
-
Spiritoso. –
-
Oh, scusa … dimenticavo che non sapete leggere –
rincarò la
dose.
-
Ucciditi, Gray – disse, sforzandosi di rimanere serio, il
biondo.
-
Ho toccato un nervo scoperto? Giuro che non volevo –
ribattè, sarcastico.
Kevin
osservava lo scambio di battute tra i due con un lieve
sorriso a increspargli le labbra. Era sempre così tra loro.
Aiden si divertiva
a stuzzicarlo, in maniera del tutto amichevole, e Alex cercava di
tenergli
testa. Sfida persa in partenza dal momento che il figlio di Ade poteva
essere tranquillamente
considerato il re del sarcasmo lì al Campo.
-
Tale e quale a Strongold, dovreste diventare amici del
cuore. –
Finalmente
la frecciata del ragazzo andò a segno perché gli
occhi di Aiden, di un singolare mix di colori tra il castano e il
giallo,
persero all’istante ogni traccia di divertimento.
-
Questa era cattiva – intervenne il figlio di Nyx,
continuando a sorridere.
-
Però è servita a fargli chiudere il becco.
–
Poi,
accortosi dell’arrivo alle sue spalle di Francisco e di
Brad, le sue guance assunsero una sfumatura rosata e tacque imbarazzato.
-
Brad dice di smetterla di fare l’idiota, anche se sa che
è
una cosa che ti viene naturale, perché è muto
mica ipersensibile – riferì Francisco,
interpretando il linguaggio dei segni con cui si stava esprimendo il
figlio di
Hermes in aiuto al biondo che aveva ancora poca dimestichezza con esso.
Quest’ultimo
sorrise malandrino e rivolse un’occhiata
interrogativa all’indirizzo di Aiden. Brad era bravo a farsi
capire anche con
un solo sguardo o con una particolare espressione, e loro due si
conoscevano da
parecchio tempo quindi avevano elaborato una sorta di loro linguaggio
fatto di
occhiate.
-
Stavo prendendo un po’ in giro Alex e la sua lentezza nel
leggere – spiegò.
Il
sorriso malandrino di Brad si allargò ancora di
più per
poi muovere velocemente le mani in una replica.
-
Sì, effettivamente è anche lento di pensiero
– concordò.
Alex
gonfiò le guance, indignato.
-
Ehy, ma da che parte stai? –
-
Non è ovvio? Sta dalla mia – ribattè
Aiden, scambiando un
cinque con l’amico.
-
Pensavo che foste con Gabri e le altre – intervenne Kevin,
prima che la cosa sfuggisse di mano ai tre ragazzi.
Alex
riusciva a stare agli scherzi, certo, ma come tutti i
figli di Ares sapeva essere anche molto orgoglioso e permaloso.
-
Erano uscite, immagino siano già al falò.
–
- O forse stavano
solo scappando da te: Francisco Suarez, il folle iperprotettivo
– ribattè Aiden.
-
Ah, ah, ah … divertente. –
Continuarono a
camminare verso la spiaggia così, intervallando questa o
quella battuta, finchè
non si trovarono davanti l’espressione seria e contrita di
Chirone.
-
Siete in ritardo. –
-
Andiamo, è solo un falò –
cominciò Alex, ma lo sguardo di
Katherine lo spinse a zittirsi.
Si
separarono, unendosi ciascuno ai membri delle rispettive
Case.
Aiden
sedette accanto ad Aaron. – Allora, che mi sono perso?
–
-
Chirone ha cominciato il suo discorso dicendo che
c’è qualcosa
d’importante che tutti noi dobbiamo sapere –
riferì il fratellastro.
Tanto
bastò per
scacciare anche l’ultimo accenno
d’ilarità e sarcasmo dal suo volto.
Guai,
fantastico.
Faith
Che
ci fossero grossi guai in vista era ormai sotto gli
occhi di tutti. Lanciò un’occhiata in direzione
del gruppo dove si erano
sistemati i figli di Apollo e incrociò lo sguardo di Josh,
il suo ragazzo, che
scrollò le spalle come a dire che ne sapeva tanto quanto lei
di quella
faccenda.
Ecco,
era in momenti come quelli che detestava il fatto di
essere l’unica figlia di Dioniso presente al Campo. Se solo
Polluce fosse
rimasto con loro, invece di trasferirsi a Nuova Roma, avrebbe potuto
contare su
un appoggio nell’affrontare qualunque cosa fosse quello in
cui stavano per
andarsi a cacciare.
-
Allora, Chirone, perché non ci dici di cosa si tratta?
–
chiese, rompendo il silenzio che era sceso attorno al falò.
Forse
non era stata una buona mossa prendere la parola per
prima, visto che gli sguardi di tutti si puntarono immediatamente su di
lei, ma
non sopportava la tensione che si stava venendo a creare. Non era certo
tergiversando che sarebbero riusciti a risolvere il problema.
Tuttavia
non fu il centauro a risponderle, ma Jace.
-
Succede che Zeus è stato avvelenato e sta morendo.
–
L’aveva
detto così, come se fosse un dato di fatto, ma
l’aria
fosca nei suoi occhi lasciava intendere che stesse faticando non poco
per
mantenere il controllo.
Un
fitto mormorio si levò tra i semidei presenti.
-
Chirone, è uno scherzo? – domandò Josh,
stupendo tutti con
la sua serietà.
Non
Faith, però, perché sapeva bene quanto il suo
ragazzo
sapesse tornare con i piedi per terra quando se ne aveva la
necessità. Tra i
due, lo ammetteva candidamente, era lei quella folle e Josh era una
sorta di
freno per la sua euforia.
-
Vorrei che lo fosse, Josh, ma no. –
-
Se Zeus muore, cosa succederà all’Olimpo? Voglio
dire,
sceglieranno semplicemente un nuovo Supremo Pezzo Grosso o che altro?
–
intervenne allora Raphael.
Lui
e il suo gemello erano gli unici figli maschi di
Afrodite presenti al Campo. Entrambi quindicenni, se ne stavano spesso
per
conto loro e non davano particolare confidenza agli altri. Per quanto
legati,
non si poteva certo dire che si assomigliassero poi molto: Raphael era
il
fratello dai capelli ramati e gli occhi verde giada, testardo e
irascibile,
mentre Michelangelo era quello dai ricci capelli biondo miele, dolce e
ingenuo.
-
Che dici, se ti prendessi a calci cosa succederebbe? –
replicò per tutta risposta Katherine, aggressiva.
La
figlia di Ares era terribilmente protettiva nei confronti
di Jace, lo sapevano tutti al Campo, e non era una cosa molto
intelligente
mettersela contro.
Tuttavia
Raphael non era il tipo che si faceva intimidire.
Aveva un bel caratterino per essere un figlio di Afrodite, poco ma
sicuro.
-
Ho semplicemente fatto una domanda e penso di avere
diritto a una risposta. –
-
Certo, e io ho tutto il diritto di … -
Jace
scosse la testa, interrompendola. – Kat, no. –
Contrariata,
riprese a giocherellare distrattamente con il
suo pugnale da lancio.
-
Nessuno sa come si regolerebbero gli Dei, ma di sicuro
porterebbe delle conseguenze. –
-
Ma nessuno sa se saranno conseguenze spiacevoli o meno –
insistè Raphael.
Jace
si strinse nelle spalle. – Se pensi che possa portare
qualcosa di buono, allora sei libero di andartene in questo preciso
istante. –
-
È solo un codardo – commentò aspramente
Katherine.
Alex,
al suo fianco, ruggì la sua approvazione.
-
Non sono un codardo – scattò, alzandosi in piedi.
La
figlia di Ares lo raggiunse con calma, scrutandolo impassibile.
– Rimettiti seduto, ragazzino, prima che ti faccia davvero
male. –
Michelangelo
si accostò al gemello, mormorandogli all’orecchio
qualcosa che fu sufficiente a calmarlo. Raphael tornò a
sedersi, scuro in viso,
continuando a fissarla con aria torva.
-
Siamo tutti fin troppo nervosi -, intervenne Chirone, -
credo perciò che sia meglio lasciare la parola al nostro
Oracolo. Lei saprà
certamente cosa è meglio per tutti noi. –
Rachel
Dare parve aver atteso proprio quelle parole perché emerse
dall’ombra e si sistemò al centro del
falò.
Faith
osservò rapita il modo in cui i suoi capelli rossi
assumevano sempre più luminose sfumature a seconda di come
il bagliore del
fuoco si rifletteva su di essi. Era la prima volta che tutti loro
assistevano a
una vera Profezia.
Gli
occhi dell’Oracolo si rovesciarono all’indietro e
la
voce che si levò dal corpo minuto della donna fu
improvvisamente cupa e
profonda.
“Ventiquattro
partiranno, ma non tutti ahimè
sopravvivranno.
Dodici
rintocchi daranno l’inizio
costringendo
gli eroi ad affrontare il loro
mortal vizio.
Per
svelare il secondo arcano
giungerà
l’aiuto di un alleato a dir poco strano.
La
figlia della grande vergine si unirà
all’impresa, rendendo assai più rapida
l’ascesa,
e
la bufera soffierà tra le fronde dell’albero
del gigante, strappando l’esito della prova pesante.
Nella
quarta prova colonna portante
sarà
la mente più eccelsa e brillante.
Dai
miti greci la ricorderete
e
facilmente il corpo leonino riconoscerete;
sole,
fuoco e perdizione saranno dell’enigma la
soluzione.
Nella
vostra peregrinazione una nuova angustia
incontrerete
quando
uno dei gemelli nati dall’amore
fronteggerà la grama sorte
e
uno dei vostri perderete;
ma
il semidio oscuro vagherà nell’abisso che
precede i cancelli della morte
nel
tentativo di riportarlo indietro prima che si
chiudano le porte.
Nell’onda
oscura nuoterà poi la figlia del mare
mettendo
a repentaglio ciò che per lei più vale
e
solo prima che l’ultima luce le illumini la
strada sarà in grado di tornare.
Veleggerete
quindi oltre il mare nostrum
e
ormai giunti all’ombra dell’antico monstrum
solo
il sangue della figlia rossa sparso sulla
terra
permetterà
a tutti voi di vincere la guerra.
Allora,
nella più oscura delle ore, finalmente la
folgore brillerà con furore.”
La
voce echeggiava ancora nel silenzio generale
quando l’Oracolo perse i sensi e cadde a terra. Chirone la
tirò su con una
grazia sorprendente per un essere che era metà cavallo, e la
sostenne
gentilmente finchè non riaprì gli occhi.
La
donna abbozzò una risata nervosa.
-
Era tremenda come pensavo? –
Chirone
annuì. – Lo era, amica mia. –
-
Quindi, riassumendo, saremo in ventiquattro a partire.
Direi che la bufera è chiaramente un riferimento a Borea e
Chione mentre Sole,
fuoco e perdizione sono Apollo, Efesto e Dioniso –
considerò Jace.
Alla
parola Dioniso, Faith trattenne a fatica un
sussulto. Ecco la riprova di quanto facesse schifo essere
l’unica figlia di una
divinità al Campo: la profezia riguardava automaticamente
lei.
-
I gemelli nati dall’amore sono i figli di Eros
e di Afrodite, mentre il semidio che vaga nell’abisso che
precede i cancelli
della morte è sicuramente un figlio di Ade così
come la figlia del mare e la
folgore sono Poseidone e Zeus. Rimane però la figlia rossa e
la figlia della
vergine – concluse Katherine, battendosi un dito sul labbro
inferiore,
pensierosa.
-
Il rosso è il colore del sangue, il colore di
Ares, e la vergine penso si riferisca alla Dea vergine per antonomasia:
Artemide. Però non ha molto
senso che si
dica che sia una sua figlia – ammise Nicole.
-
A meno che non si tratti di una Cacciatrice. –
Faith
non sapeva da dove le era venuta quell’idea,
ma non le sembrava poi così assurda.
Josh
le rivolse uno sguardo d’apprezzamento e
ammirazione insieme. – È sicuramente una delle
Cacciatrici d’Artemide –
convenne.
Jace
annuì. – Sì, ha senso. Però
così siamo molto
meno di ventiquattro. –
-
La Profezia non deve per forza riferirsi nel
dettaglio a tutti gli eroi che partiranno; in situazioni come questa
sono
solitamente gli dei a scegliere i loro eroi tra la rispettiva progenie
– chiarì
Chirone.
Come
a voler confermare le sue parole, una
leggiadra colomba si depositò prima sul capo di Raphael e
poi su quello di Michelangelo
mentre l’immagine del simbolo di
Eros si materializzava sui capi dei due gemelli Suarez.
Uno
alla volta tutti i semidei prescelti vennero
individuati.
Nicole
Green, figlia di Efesto, in compagnia dei
fratelli Drew Harrison e Rey Parker. Katherine Banks e Alex Harper,
figli di
Ares. Jennifer Grey e Bianca O’Queen, le figlie di Poseidone.
Kim Rubik e Clare
Bell, figlie di Chione, e Tammy Edison, figlia di Borea. I figli di
Ade, Aaron
Carson e Aiden Gray. La figlia di Apate, Arya Reed, e i due figli di
Hermes,
Brad Hopless e Rebecca Mason. Il figlio di Nyx, Kevin Collins, e il
figlio di
Lissa, Cameron Pierce. E poi, ovviamente, Jace Strongold, figlio di
Zeus, Josh
Sanderson, per Apollo, e lei per Dioniso.
- Ci manca solo la
Cacciatrice – commentò a mezza bocca Raphael.
Si vedeva chiaramente
che la cosa non gli piaceva.
- Presente. –
La voce che aveva
parlato apparteneva a una ragazza che dimostrava sì e no
quattordici anni. Indossava
pantaloni di pelle
e portava un arco a
tracolla, ma tutto si sarebbe detto di lei tranne che fosse capace di
combattere. Minuta, dai lineamenti lievi che ricordavano un
po’ gli elfi dei
boschi di cui si parlava nelle favole, con una folta chioma color
cioccolato e
occhi azzurri da cerbiatta a completare il tutto.
L’aura argentea che la
circondava non lasciava spazio a dubbi: quella era la Cacciatrice che
aspettavano.
Spazio autrice:
Eccoci qui con l’aggiornamento. Questo
capitolo è
stata un’impresa da scrivere (ben 14 pagine di Word O.O) e
tuttavia non siamo
riuscite a introdurre come si deve tutti gli OC (sono 24!) Con il
prossimo
capitolo ci rifaremo, è una promessa. Speriamo di essere
riuscite a rendere
come si deve quelli che abbiamo presentato, fateci sapere. Alla
prossima.
Baci,
Eris & Fiamma
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