Can't escape from the love

di theheartinthehand
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** Parte 3 ***



Capitolo 1
*** 1. ***


~~Il mondo va così. Prima sei da una parte, e poi da un'altra.
Io ero completamente trascinato via dal mio amico Josh Devine, che mi tirava la mano verso la fine della strada sul lungomare. Aveva detto che mi avrebbe fatto conoscere il suo ragazzo, Zayn Malik. Molte volte avevo avuto occasione di conoscerlo, ma mi ero ritrovato occupato tra gli studi. Così solo in quel momento trovai possibilità. Josh mi aveva mandato una foto, di quel ragazzo: aveva i capelli mori, gli occhi caramello e un leggero accenno di barba. E, come diceva Josh, delle dita lunghissime. Solo a pensarci, mi venivano i brividi. Il mio amico va in terzo liceo - mentre io al secondo -  eppure non era vergine da un bel po'. E da un bel po', intendo dalle medie.  Mi salivano doppiamente i brividi.
Non vedevo l'ora di incontrare quel Zayn, sarebbe sicuramente risultato simpatico, se stava con Josh.
Josh si fermò di scatto, sorridendo come un ebete. Noah, al suo fianco sinistro, sorrideva, guardando di fronte a sè. Poi c'ero io, mi guardavo in giro in cerca di qualcosa, o qualcuno.
"Cosa c'è?" chiesi, stufo di guardarmi inutilmente intorno.
"Zayn!" urlò Josh rompendomi un timpano, buttandosi tra le braccia muscolose di un ragazzo alto, molto più di me.
"Josh" salutò il ragazzo tranquillamente e strinsi la mano di Noah. Ero sempre stato un ragazzo in cerca di affetto, sia da ragazzi che da ragazze. Il biondo riccioluto incrociò le nostre dita e si avvicinò ai due ragazzi che in quel momento si stavano scambiando un bacio.
"Ciao Zay!" esclamò Noah, sorridendogli. Lo abbracciai, così in modo da fargli capire che per niente al mondo gli avrei lasciato salutare Zayn, il famoso ragazzo. Josh gli sorrise e successivamente mi guardò.
"Lui è Niall, voleva conoscerti da tanto" rise Josh. No, non era vero. Io ero completamente indifferente, non sarebbe cambiato nulla se non lo avessi conosciuto.
Anche dopo quel pensiero, misi su un sorriso e allungai la mano libera per stringere quella di Zayn.
"Allora adesso mi hai conosciuto, contento?" ridacchiò il moro, staccando le nostre mani.
"Certo" risposi e strinsi Noah in un abbraccio. Subito il suo calore mi investì, riscaldandomi da quel gelido Novembre.
Quando mi staccai, notai una ragazza completamente aggrappata al braccio destro di Zayn. Aveva dei bei occhi color ghiaccio e dei capelli mori a caschetto, era adorabile. Poi vedevi il vestito aderente che indossava e cambiavi opinione, proprio come me.
"Dimmi Zayn, quanti anni hai?"
"Diciassette"
"Sinceramente, non pensavo fossi così grande" ridacchiai "E non fraintendere! Pensavo avessi la stessa età di Josh"
Zayn ghignò, dando una veloce occhiata al suo basso ventre, prima di tornare a guardarmi. "Come dovrei fraintendere?"
"In molti sensi" risposi, sorridendo maliziosamente, e risi.
"Io sono più piccolo di due anni" continuai facendo il broncio, pensando che non ero piccolo solo di età. Zayn mi sovrastava anche fisicamente, sembravo una piccola formica indifesa al suo fianco.
Lui rise, mentre Josh si aggrappò al braccio sinistro di Zayn e quest'ultimo spostò la sua attenzione su di lui.
Josh sorrise e lo baciò. Zayn gli prese il mento e approfondì il bacio, mentre io li guardavo al fianco di Noah, entrambi inteneriti da quella scena.
"Voglio anche io un bacetto" Noah fece il broncio e risi, lasciandogli un bacio sulla guancia.
"Ecco fatto, contento?"
Lui rise. "Sì"
 "Dove andiamo?" chiesi, notando che Zayn e Josh stavano limonando. Qualcuno doveva fermarli, e di certo Noah non l'avrebbe fatto.
I due si staccarono con grande disappunto, e sebbene volessero riprendere il loro lavoro, mi risposero.
"In discoteca"
"Mh, va bene" risi, mentre baciai di nuovo la guancia di Noah: era calda e morbida.
"Vogliamo andare?" chiesi divertito, vedendo che i due innamorati avevano ripreso a limonare.
Zayn si staccò e schioccò la lingua. "Prima voglio farti una domanda"
"Dici pure"
"Stai con Noah?"
Vedevo che Josh tratteneva le risate e lo fulminai velocemente con lo sguardo.  Strinsi i denti e: "No"
"Come no? Vedo che gli dai tutti quei bacetti e abbracci"
"E' un ragazzo bisognoso di affetto, lascialo stare" intervenne Noah, tagliandola corta.
Zayn annuì, nascondendo a stento un sorriso, e mi guardò. Fu come se i suoi occhi color miele volessero penetrarmi l'anima, e rabbrividii.
"Perciò sei etero?" Inarcai un sopracciglio, leggermente irritato.
"Non ho mai detto di esserlo"
"Perciò sei gay?"
"Non ho mai detto di esserlo" ripetei, divertito. Zayn sbuffò, incrociando le braccia al petto e inarcando le sopracciglia.
"E allora?" aggiunse, poco dopo.
"Zayn, non si sceglie di chi innamorarsi, maschio o femmina che sia"
Lui annuì, ma dal suo sguardo si capiva che non aveva ascoltato attentamente ciò che avevo detto. "Andiamo?"
Tutti noi ci scambiammo un sorriso complice, ed esclamammo un "Andiamo!"
Solo dopo feci caso ad una cosa: la ragazza al fianco di Zayn era sparita, ma sapevo chi era stata la causa di ciò.

 



 

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Capitolo 2
*** 2. ***


Quella notte, in disco, ce la siamo spassata. In verità se la sono spassata, mentre io ero seduto al bancone.

Guardavo tutto il tempo la schermata del cellulare, e distoglievo lo sguardo solo per dare una veloce occhiata alla pista da ballo affollata di gente la quale si stava strusciando l'una sull'altra. Lo ammetto, ero abbastanza pervertito, ma potevano pure prendersi una stanza e andare lì.

Avevo fatto una smorfia, notando la scritta "Nessuna notifica" sul display.

"Ehi, Nì!" la voce traballante e roca di Josh mi era parsa lontana, sebbene si fosse avvicinato a me. La musica, in quella disco, era altissima.

"Josh" lo avevo guardato, inarcando un sopracciglio "Cosa vuoi?"

Lui aveva sorriso, quel sorriso distorto che fanno gli ubriachi.

"Non bevi?" aveva riso, avvicinandomi una bottiglia di whisky. Per risposta avevo distorto il naso, disgustato, e avevo detto: "No, grazie"

 Avevo illuminato la schermata del cellulare, ormai diventata scura. Un messaggio di mia madre.

"Vi aspetto affianco all'edicola."

Avevo sospirato dal sollievo, nascondendo un sorriso. Mi ero stancato di stare al bancone e di guardare coppie che erano in ogni angolo del locale sbaciucchiarsi, proprio come nel momento in cui Josh e Zayn si salutarono: sbaciucchiandosi.

Successivamente Noah, Josh ed io eravamo tornati a casa, mentre Zayn era rimasto. Dopotutto, aveva diciassette anni.

Mugolai infastidito, quando sentii la sveglia suonare, e contemporaneamente, nemmeno si fossero organizzati, l'urlo di mia madre che diceva di alzarmi.

Un'altra giornata di scuola.

Questo pensiero attraversò subito la mia mente, e strinsi il cuscino: non mi sarei svegliato per nulla al mondo.

Odio la scuola.

Ma, dopotutto, chi non la odia?

Dobbiamo studiare per sedici anni e per il resto della nostra vita dobbiamo lavorare. Figo.

Quando fui sul punto di finire nuovamente tra le braccia di Morfeo, il mio sedere toccò terra. Gemetti dal dolore e aprii gli occhi lentamente.

"Ma che cazzo.." Mia madre mi guardava, le sopracciglia inarcate, le labbra serrate in una linea, il cellulare sempre a portata di mano vicino all'orecchio, l'altra mano sul fianco.

Succedeva sempre: non mi svegliavo, anzi, non volevo svegliarmi, e mia madre mi buttava giù dal letto. E ora sono da due anni che so questo: lo avrebbe sempre fatto fino a che non mi fossi svegliato da solo, ma continuo lo stesso a dormire, non pensandoci.

Improvvisamente una parte di me mi suggerì di prendere il cuscino e dormire per terra, ma il pavimento era freddo, mentre io ero in mutande.

"Preparati o farai tardi, presto!" mi ordinò duramente mimando con le labbra e uscì dalla camera, continuando a ridacchiare al cellulare. Sbuffai: odiavo quando stava al cellulare. Iniziava a fare la gatta morta e a spettegolare, un'altra cosa che odio a morte.

*********

"E ricordate, ragazzi, dovrete analizzare i primi tre capitoli del libro, la Resistenza, il Neorealismo e, infine, dovrete ripetere grammatica, perchè farò domande anche su questo" concluse la professoressa, scrivendo sul registro quell'assegno abnorme. Impossibile. Esagerato.

Eravamo a metà Novembre e i professori non facevano che ripetere la stessa frase: "Gennaio sarà un mese infernale, preparatevi"

Ovviamente, non dimentichiamoci che la professoressa di italiano vicino a quel 'preparatevi' aggiungeva 'psicologicamente' e noi studenti, intelligenti come siamo, capivamo indirettamente il resto della frase: "Gennaio sarà un mese infernale, preparatevi psicologicamente, perchè non vi darò un attimo di pace"

 "Professoressa, quando dovremo portare i capitoli?" chiese Mark, mentre io scarabocchiavo qualcosa sul diario. 

“Il prossimo Venerdì, non dimenticatevi, ragazzi”

Sbuffai, sapendo che non avrei passato un bellissimo weekend: per studiare solo narrativa avrei dovuto rinunciare all’uscita quotidiana con Josh e Noah. Voi vi chiederete: perchè non farli di Venerdì o di Domenica? Facile: Giovedì mi prometto sempre di fare i compiti del Lunedì il Venerdì, ma alla fine quel che faccio è stare al cellulare; di Domenica dovevo ripetere, perchè il Lunedì avevo due verifiche in classe.

Odio che la scuola non dia tempo a noi stessi, perchè abbiamo bisogno di tempo libero anche noi; invece non si accorgono che gli assegni che ci dettano per casa sono esagerati.

Avevo bisogno di mangiare, ma mancava ancora un'ora alla fine della scuola. Avrei potuto mandare un messaggio a Josh, dicendogli di incontrarci fuori la fermata dell'autobus, così che saremmo andati a casa insieme. Non vivevamo vicini, al contrario, ma potevamo prendere lo stesso bus, visto che si fermava giusto davanti casa mia e anche a casa di Josh. Prima non avevo mai provato a prendere l'autobus, perchè mia madre me lo vietava: era l'ora di ribellarsi, nonostante sarà stata la prima e ultima volta - o forse no?

Alzai la mano e la professoressa spostò l'attenzione su di me.

"Dica pure, Horan" mi concesse di parlare e mi schiarii la gola.

"P-Potrei andare in bagno?" Succedeva sempre. Balbettavo ogni volta, in ogni occasione: a volte perchè non trovavo aggettivi o verbi esatti per parlare, e altri perchè ero insicuro.

Lei annuì debolmente, mentre io mi alzai dal posto, ed ebbi la sensazione che tutti mi guardassero: odio quando tutti concentrano l'attenzione su di me, senza staccarmi gli occhi di dosso. Amo l'attenzione di una sola persona, che magari mi coccola - nella mia classe tutti mi trattavano come peluche, visto il miuo bisogno di affetto - ma venticinque persone che mi osservavano insistentemente, come se volessero farmi imbarazzare, non riuscivo a reggerle.  Lo so, sono contradditorio: amo l'attenzione, ma la odio. Mi spiegherò meglio: odio l'attenzione come quelle sulle star, come quelle sugli'sfigati', se vogliamo chiamarli così, come chi ha commesso un reato; amo l'attenzione come quella su una persona che si ama, come quella su una persona che si coccola dolcemente, e cose così.

Uscii dalla classe sospirando dal sollievo e presi una gran boccata d'aria: fuori dalla classe era fresca, invece dentro era viziata. Troppo.

A passi felpati raggiunsi il bagno ed entrai, chiudendo la porta; presi il cellulare, poggiandomi sul termosifone - il caldo termosifone, che m trasmise subito un po' di calore - e mandai un messaggio a Josh.

"Hei Josh, oggi prendo con te l'autobus, ci incontriamo alla fermata?"

Fortunatamente, il mio amico era sempre online, a scuola.

"I professori se ne fregano e continuano a fare i loro comodi, e noi i nostri" diceva sempre.

 Così mi arrivo velocemente una risposta.

"Certo! :) Verrà anche Zayn, e Noah! Contento?"

Niall: Mh, abbastanza ;)

Josh: Ahahahahha, biondino, incontriamoci alla fermata alle due. Non tardare, o perderai l'autobus.

Niall: Dubiti di me? Oh, mi sono offeso.

Josh: Dai idiota, ora vado. La prof mi sta guardando male. Quella stronzetta. A dopo.

Niall: Meglio che vada anche io, devo tornare in classe. Sono fuori da troppo. A dopo

Posai il cellulare nella tasca, mi lavai le mani e ritornai in classe.

"Horan, dov'eri?" La professoressa di algebra sedeva sulla sedia, squadrandomi.

"In bagno"

"Tutto questo tempo?"

"C'era fila" mentii, mentre andavo a sedermi al mio posto.

"Bene, oggi interroghiamo Evans, Collins e Smith"

**********

Mancavano cinque minuti alla fine della lezione, e morivo di fame. Ogni secondo il mio stomaco brontolava prepotentemente, e qualcuno si girava verso di me, divertito. Tutti sapevano che mangiavo un sacco, ma c'era per loro -e per me- un mistero: come mai non ingrassavo?

Meglio così, dopotutto. Ero troppo pigro per mettermi a dieta. Avrei infranto la promessa del "Non mangiare. Fai palestra" solo due ore dopo.

La professoressa si sedette alla cattedra, e iniziò a scrivere l'assegno sul registro.

"Studiare da pagina 240 a 245, esercizi a pagina 250, numeri 30,31,34,40,pagina 251 numeri 51, 52, 53, e basta"

Riportai velocemente diario, quaderni e libri -che lasciavo sempre sotto il banco nelle ore di lezione-  nella cartella e la chiusi, alzandomi in piedi. Presi la giacca dall'appendiabiti e la indossai, per poi poggiare la cartella sulla mia spalla. La campanella suonò in quel momento, e affiancai tutti gli alunni che camminavano a passo felpato verso l'uscita principale.

Ricordandomi, poi, che all'inizio della giornata all'inferno-alias-scuola avevo raggomitolato un cappello di lana in tasca, lo presi e lo adagiai sulla mia testa per bene.

Salutai i miei compagni velocemente e guardai l'orario: le due. La fermata distava a cinque minuti e,per non fare tardi, dovetti iniziare a correre velocemente.

Iniziai già a intravedere delle sagome, che analizzai come Josh e Noah, da lontano. Pian piano che mi avvicinavo, vedevo il piede di Josh battere incontrollatamente sull'asfalto di cemento. Rallentai appena fui più vicino, e lì lo vidi: Zayn, sembrava l'avesse fatto apposta a nascondersi dietro il muro. Era appoggiato su di essa, una sigaretta tra le labbra mantenuta tra indice e medio. Inspirò il fumo e lo buttò fuori in una nuvola. Il ciuffo - sembrava alto almeno dieci centimetri!- era sistemato all'insù perfettamente, neanche un ciuffo fuori posto. Sembrava ci tenesse, al suo aspetto fisico. Indossava un jeans stretto chiaro e una maglia bianca, coperta da una giacca di pelle nera, e ai piedi delle vans nere: solo dai suoi indumenti, avevo pensato che i suoi colori costanti fossero bianco e nero. Beh, non c'è black senza white, giusto?

"Heilà!" salutai i ragazzi di fronte a me e Josh, di spalle, si girò verso di me.

"Nì! Ma quanto ci hai messo?" mi rimproverò, con un sorriso strafottente sulle labbra. A volte pensavo non mi volesse bene, per vari motivi: si sfogava con me dei suoi problemi, ma appena iniziavo io a sfogarmi mi dava dell'egoista; mi prendeva sempre in giro di fronte agli altri, come se volesse risultare simpatico, quando mi fa salire solo un senso di nausea e odio.

Questa è la metà dei motivi che ho per pensare che non mi vuole bene.

"Dai Josh, non è ancora arrivato l'autobus, calmati" mi difese Noah, e un sorriso spontaneo spuntò sulle mie labbra.

Zayn continuava, nel frattempo, a fumare la sua sigaretta, finchè non finì. Così buttò il mozzicone per terra e lo calpestò.

"Ha ragione Noah: l'autobus non è ancora arrivato, non accanirti su di lui" Zayn mi affiancò, sorridendo, e avvolse le mie spalle con un braccio. Io sorrisi e lo abbracciai forte.

"Grazie spilungone" alzai il viso verso il suo per guardarlo e gli tirai la guancia, mentre lui sorrise divertito.

Sentii Josh sbuffare e mi staccai da lui. Dopotutto, il mio non era sembrato un comportamento leale: stavo attaccato al corpo del ragazzo del mio amico, ma se lui si fosse attaccato alla mia ragazza o al mio ragazzo che sia, mi sarei incazzato oltre i limiti.

"Noaaah" esclamai, buttandomi fra le braccia del ricciolino biondo. Lui mi strinse a sè più forte che poteva, tanto che stavo quasi per soffocare. Ma così amo gli abbracci: soffocanti, degli abbracci che non dimentichi più.

"Niaaaall" rise lui e mi misi sulle punte per baciargli una guancia. Mi dispiace ammetterlo, ma fra quei tre io ero il più basso. Sebbene fossi un maschio, ero alto quanto i sette nani.

Mi staccai e guardai Josh e Zayn, che per l'ennesima volta stavano limonando. Mi avvicinai a loro, mi misi sulle punte avvicinandomi alle loro orecchie, soffiando leggermente, e: "Ragazzi, l'autobus è arrivato" risi, allontanandomi. Amavo questi generi di scherzi. No, mi correggo, amo gli scherzi. Non amo esserne vittima, ma farli è divertente. Se non danneggiano qualcuno.

Loro sbuffarono e si staccarono, salendo.

Noah ed io li seguimmo e fummo i primi a trovare dei posti -esattamente quattro, quanti ne eravamo noi- e avvisammo gli altri due, che ancora andavano avanti e indietro per l'autobus in cerca di qualche posto.

Così ci sedemmo -io ovviamente vicino alla finestra, al fianco di Noah e di fronte a Zayn- e il bus partì. Guardai fuori dalla finestra, alcuni dei liceali si recavano verso casa a piedi. Io prendevo il pullman scolastico per ritornare a casa, ma quel giorno non lo feci.

Fortunatamente, mia madre non si sarebbe accorta di niente, visto che lei era ancora a lavoro e ritornava verso le sette di sera. Ce ne voleva di tempo, per quell'ora.

 

Presi il cellulare dalla tasca e aprii Whats App.

300 messaggi non letti nel gruppo 'Inserire gruppo'

Un messaggio da Louis

Un messaggio da Harry

Era un gruppo formato da noi ragazzi e ragazze conosciuti su Facebook, in un gruppo di fan che amano lo stesso artista musicale. Un giorno, un ragazzo pubblicò un post con scritto: "Voglio creare un gruppo su Whats App per conoscerci meglio, che ne dite? Commentate con il vostro numero qua sotto"  Io, non fidandomi, avevo mandato il numero in chat. Può sembrare ridicolo, ma dopo aver visto quel gruppo, vi potreste ricredere.

Su 13.000 persone, 30 commentarono.

Così conobbi 17 ragazze e 13 ragazzi fantastici, tra cui due ragazzi di nome Louis ed Harry. Louis non era mai in depressione nel gruppo , come alcune ragazze e ragazzi, era sempre allegro e audace e cercava sempre di tirare su morale, invece Harry stava sempre per fatti suoi, ma se gli chiedevi aiuto poteva anche portarti la torre di Pisa a casa.

Harry: Hei Nialler

Louis: Niall non sai cosa è successo! XD Appena sei online scrivimi, che te lo racconto!

Niall: Hei Hazztino

Niall: Dici, Tomlinson, sono curioso ;)

Solo in quel momento realizzai: non avevo il numero del moro-alias- ragazzo di Josh.

"Zayn, mi dai il tuo numero?"

 

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Capitolo 3
*** Parte 3 ***


~~"Non dire sciocchezze!" aveva sbottato bruscamente Josh "Perchè dovresti avere il suo numero?"

"Per contattarci, no? Come fa la gente normale" avevo stretto le spalle e avevo sorriso innocentemente.

"Ma che dici! Tanto vi vedrete, no? Non bisogna che vi scambiate i vostri numeri di telefono!" aveva sbuffato, stringendosi al braccio del moro. Quest'ultimo mi aveva guardato, impassibile. Come se non stesse provando niente. Non aveva fatto nulla nemmeno per far calmare il suo ragazzo; solo qualche minuto dopo, in cui Josh aveva iniziato a farsi paranoie dicendo che contattandoci avremmo potuto tradirlo, Zayn si era ripreso dal suo "stato di trans".

"Non preoccuparti, Josh, io non darò il mio numero a Niall e Niall non darà il suo numero a me" aveva risposto tranquillamente, interrompendo un discorso di Josh che come protagonisti aveva me e Zayn che facevamo cose sconce.

Josh aveva sospirato dal sollievo e, fulminandomi un'ultima volta, si era alzato insieme agli altri due. Noah mi aveva salutato con un bacio sulla guancia e Zayn con un cenno della mano. Josh, invece, era quasi corso all'uscita dell'autobus, solo per evitare di salutarmi.

Era incredibile.

Incredibile quanto Josh fosse geloso di Zayn, nemmeno fosse la pizza più buona al mondo - e tu, ovviamente, quella non la divideresti con qualcuno nemmeno per cento euro. Essere così gelosi a tal punto di non far scambiare i numeri di telefono tra il tuo ragazzo e un tuo amico e farsi paranoie se l'avrebbero fatto, mi sembra eccessivo.

Dopo quel che era successo, pensai che sicuramente quel Sabato non sarei uscito lo stesso. Avrei risolto il più presto possibile con Josh, odiavo litigare con qualcuno. L'ho sempre odiato. Ho odiato sempre anche quando qualcuno fa di tutto per provocarti, per farti incazzare, così per iniziare un litigio e avere una scusa per fare la vittima dicendo: "Ma io non ho fatto nulla, lui si è accanito contro di me". E, solo per questa frase, mi verrebbe da tirare i capelli a chi la direbbe. Odio chi dà la colpa a qualcun altro, anche se potrebbe essere vero, quel che dice; ma tanto nessuno ti crederà, perciò meglio restare in silenzio.

In verità, devo dire, odiavo e odio molte cose. Non inizio a farne una lista, poichè potrei non finire mai.

Iniziai a mangiare un piatto di pasta, guardando su Youtube dei video che registravano gli youtuber. La mia famiglia diceva che quei video erano stupidi; cazzi loro, a me piacciono.

Bevvi un sorso d'acqua dal bicchiere e finii quasi subito quello che era rimasto nel piatto.

Chiudendo la finestra del video ormai finito, mi alzai dalla sedia e dalle ante della cucina estrassi un pacchetto di patatine: quello era la mia seconda portata.

Cercai su Youtube il video musicale di  Outside: non riuscivo a mangiare senza qualche rumore in sottofondo. Per essere più generici, non riuscivo a fare qualcosa senza qualche rumore, con il silenzio che mi circonda. In classe, infatti, persino i professori sanno che non riuscirebbero mai a staccarmi dalle mie amate cuffiette, a portata di tasca in ogni ora; molte delle volte i professori mancano e ascolto musica, disegnando. E qualcuno qui si chiederà: perchè vai allo scientifico, se ti piace disegnare?

La risposta è molto semplice e banale: sono stato costretto a frequentarlo. Il mio sogno era quello di diventare uno giornalista, mentre mia madre voleva che diventassi un dottore; io, dottore, che non so nemmeno da dove iniziare un'operazione. Poi, non si è più motivati a fare qualcosa se quella cosa è la tua passione?

Ma mia madre ignorava i miei desideri, e mi ha iscritto allo scientifico.

Questa è la storia di come ero finito in quella situazione.

Dopo aver finito di mangiare, salii al piano di sopra e iniziai a fare i compiti, ovviamente dopo aver incastrato per bene le cuffiette nelle mie orecchie; partì musica di ogni tipo e potei cominciare la prima espressione di algebra.

Fortunatamente, i compiti per il giorno successivo erano pochi e potei concentrarmi su quelli per Mercoledì - e quelli, era certo, erano da suicidio.

                                                                                                                                                            ----------------------------------------

Dopo aver finito di fare e anticipare gli assegni più esagerati, poggiai la schiena sullo schienale della sedia e presi in mano il cellulare. Dopotutto, me lo meritavo.

5 Messaggi in 3 Conversazioni

Harry: Tutto bene? :)

Louis: 2 messaggi

Josh: 2 messaggi

Risposi  ad Harry con un "Bene, e tu?" e visualizzai i messaggi di Louis.

Louis: Va bene, Horan, ma preparati

Louis: Forse è meglio che ti racconto dopo, ora ci sono i miei e vedendomi ridere potrebbero pensare che sia pazzo

Niall: Ahahaha va bene, LouLou. Ma non te lo dimenticare, ora sono curioso!

Successivamente, aprii la chat di Josh, confuso. Mi era sembrato piuttosto incazzato, perchè avrebbe dovuto contattarmi - se non per minacciarmi di stare lontano dal suo ragazzo, come se me ne potesse importare minimamente?

Josh: Nì, sono Zayn. Ho preso il cellulare di Josh.

Josh: Verso le sei ti andrebbe di scendere con me, Josh, e una mia amica? Vorrei tanto che tu e Josh risolviate.

I messaggi erano stati mandati solo pochi minuti prima.

Niall: Come mai vuoi che io e lui risolviamo?

Josh: Nessuno dovrebbe litigare per colpa mia. In più, il suo è stato solo uno stupido attacco di gelosia.

Contrariato, mi ritrovai a difendere il mio amico.

Niall: Non è stupido. E la gelosia significa interesse.

Josh: Ora lo difendi? Sembravi un cane bastonato, mentre lo guardavi che ti uccideva con lo sguardo.

Niall: Allora non eri in stato di trans! Eri ancora con noi.

Josh: Cosa intendi dire?

Niall: Eri immobile e impassibile e...ah, lascia perdere. Alle sei, dici? Devo vedere se mia madre mi fa venire.

Niall: E devo vedere di comprare un'armatura abbastanza resistente a prova di Josh

Josh: ahah, ma che dici? Non preoccuparti, ci sono io a proteggerti da Josh.

 Niall: Appena ti distrarrai, coglierà l'occasione per commettere un omicidio

 Josh: se hai paura di questo, non preoccuparti. Non mi distrarrò un secondo da te ;)

Niall: Non ho paura di questo. E se vedresti la mia faccia contrariata adesso, non ti avvicineresti nemmeno per sbaglio.

Josh: Cosa vorresti dire con questo?

Niall: che se continui a sfottere, qualcuno si ritroverà senza palle

Josh:  oh oh, siamo aggressivi! Non ti sto sfottendo, nialluccio caro, sto dicendo soltanto che tu hai paura di Josh quando è incazzato.

Niall: So gestirlo abbastanza, ma non a sufficienza per evitare qualche botta.

Josh: uhuh. No comment. Che ne dici di chiamare tua madre e chiederle se puoi uscire?

Niall: Va bene, zaynuccio. A tra poco

Josh: A tra poco. Ah.. non mi chiamare Zaynuccio!

Risi tra me e me e composi a memoria il numero di mia madre. Uno squillo, due squilli, e la sua voce ruppe il silenzio.

"Pronto?"

"Pronto, mamma! Sono Niall, alle sei potrei uscire con Josh?"

La sentii sbuffare. Mia madre, diciamo, non aveva molta 'simpatia' per Josh, visto che lui era gay.

"Va bene, fa' come vuoi, ma fatti trovare a casa al mio ritorno!" mi rimproverò e annuii, anche se non poteva vedermi.

"Ora ritorno a lavoro, ci vediamo dopo" aggiunse e la salutai in fretta prima di staccare la chiamata.

Niall: Zaynuccio, ha detto di sì

Josh: Non mi chiamare Zaynuccio, nialluccio!

Josh: Perfetto, allora ci vediamo tra poco.

Tra poco?

Diedi un'occhiata all'orario e mi accorsi che le ore erano passate più velocemente mentre  avevo chiacchierato in chat con Zayn.

Niall: Zayn, non ti dimenticare di cancellare questa conversazione!

Josh: Non ti preoccupare, ora me ne occupo io. A dopo

Non capivo come Josh possa non essersi accorto del suo cellulare sparito. Lo aveva sempre vicino, in ogni istante!

Questo lo avrei chiesto a Zayn più tardi.

Mi misi le scarpe e aggiustai i capelli che sembravano un disastro, presi il cellulare e le chiavi di casa e uscii.

Camminando per le strade, il mio stomaco mi ricordò, con un gran brontolio, quanto io fossi affamato. E così mi rimasero due opzioni: andare un bar con i ragazzi oppure mangiare mentre andavo da loro.

Se fossi arrivato là avendo già mangiato non avrei fatto bella figura, perciò mi costrinsi a resistere per altri cinque o dieci minuti.

E qui non avevo considerato una cosa.

Il luogo di incontro era molto lontano di casa mia - specificatamente, il luogo dell'incontro era sotto la casa di Josh - e non sarei mai potuto arrivare senza un mezzo di trasporto.

Arreso, presi di nuovo l'autobus, sperando che mia madre non si sarebbe incazzata come non mai, e scesi dopo qualche fermata.

Il cuore mi batteva forte come se volesse uscire dal petto, risuonava nelle orecchie con un ritmo felpato. Non sapevo cosa sarebbe successo, arrivato sotto la casa di Josh. Tecnicamente, ero già lì, ma l'ansia di non essere accettato da uno dei miei pochi amici di certo non spariva.

Respirando profondamente e guardando a sinistra e poi a destra per accertarmi che non passassero macchine, attraversai la strada e giunsi ufficialmente al luogo dell'incontro. Prendendo il cellulare in mano per calmarmi, notai che erano le sei in punto, ma l'unica persona presente era una ragazza dai boccoli scuri, girata di spalle, che indossava un jeans chiaro stretto e una felpa nera che faceva contrasto con la sua pelle diafana.

 Forse era quella la ragazza di cui mi parlava Malik.

Mi incamminai verso di lei e, quando le fui abbastanza vicino, esclamai un: "Ehi!"

Lei si girò e aggrottò la fronte, non riconoscendomi. Pensando che non fosse diretto a lei, mi ignorò e si rigirò dall'altra parte, dandomi le spalle.

"Ehi, dico a te! Sono N-Niall, un amico di Josh e Zayn" e quando la frase si ripetè nella mia mente, mi resi conto di quanto fui insicuro nel dirla.

Visto che la ragazza non accingeva a girarsi, mi posizionai davanti a lei, tirando sù un sorriso. Lei mi sorrise di ricambio, guardandomi con i suoi occhi color caramello.

"Io sono Lia, la sorella di Zayn" Continuando a sorridere, la abbracciai per farle capire il mio piacere di averla conosciuta.

"Dove sono Zayn e Josh?" le chiesi, una volta che ci fummo staccati.

"Oh.." tossì per schiarirsi la voce "Hanno avuto un imprevisto" continuò, e non potei fare a meno di sorridere malizioso.

"Chissà che genere di imprevisto"

"Eh già"

"Quanti anni hai?"

"Ne ho quindici"

"Hai la mia stessa età!" la informai incredulo. Con l'innocenza del suo viso, sembrava più giovane.

"Davvero? Tu hai quindici anni?" mi derise ridendo e sbuffai.

"Io. Quindici Anni. Problemi?" assottigliai gli occhi e lei mi sorrise, guardandomi.

"Nessun problema, Nello" allargò il suo sorriso, non staccando gli occhi dai miei "Posso chiamarti Nello?"

I miei tratti si addolcirono e risi. "Certo, perchè no"

Successivamente, da lontano scorsi Josh e Zayn: il primo si sistemava il ciuffo, mentre il secondo i pantaloni. Risi a quella scena, che confermò i miei sospetti.
 "Guarda chi abbiamo fra noi!" mi pentì subito di quella frase sarcastica che esclamai appena i due si furono avvicinati, perchè Josh mi fulminó con lo sguardo.
 "E lui cosa ci fa qui?" chiese tranquillamente a Zayn, cercando di mantenere la calma.
 "Non posso vedere due persone litigare per colpa mia, perció forza: fate pace e divertiamoci assieme!"
Josh sbuffó, incrociando le braccia al petto. "No. Io non faccio pace con... quello" continuó con disprezzo, come se non fossi presente.
 Guardai Zay che trovai ad osservarmi di rimando: sapeva che con Josh ogni tentativo era vano.
 Sospirai e iniziai a parlare, attirando l'attenzione su di me. "Zayn, lascia stare"
 I suoi tratti si indurirono e fece un passo, avvicinandosi a me.
 "Nì, non voglio che tu e lui siate litigati, perlodipiù per colpa mia!"
 Lo guardai negli occhi poggiandogli le mani sulle spalle, gesto che sembró calmarlo visto che i tratti del suo viso si rilassarono. Ricambió il mio sguardo e sospiró, rassegnato.
 "Ecco, e ora quale sarà la tua prossima mossa, Niall? Rubarmi definitivamente il ragazzo?" Josh interruppe il nostro discorso fatto di sguardi e mi spinse lontano da Zayn, gli occhi visibilmente lucidi.
 "Josh, ma che cazzo dici?" gli domandai avvicinandomi lentamente a lui, ma un suo ringhio a tono basso bloccó i miei passi. "Sai che non potrei mai farti questo" continuai, cercando di farlo calmare.
 "Niall, meno cazzate, per favore! Vi siete accorti di come vi guardavate, anzi, di come vi mangiavate con lo sguardo, poco prima? Mi tradite, stando insieme!" disse incessantemente, gesticolando nervosamente con le mani.
 E qui scattó Zayn. "Non dire cazzate, Josh! Non non ci mangiavamo con lo sguardo!" sputó e lo guardai.
 "Basta! Ora calmatevi!" urló improvviso Lia e tutto tacque.
 Tutti la osservammo,  fumante di rabbia.
 "Ha ragione Lia..." la assecondai, mettendo una mano sulla sua spalla. Zayn osservó il mio gesto così come Josh "Non dovremmo litigare: noi ci vogliamo bene, giusto?" continuai, sorridendo al mio amico come un bambino. Lui non ricambiò il mio sorriso.
 Il moro sospiró. "Anche Nello non ha torto! Noi ci vogliamo bene, perché litigare per problemi inesistenti?" disse Lia, sorridendo come un'ebete.
 "Forse perchè quei problemi non sono così inesistenti" brontoló Josh.
 Lia gli rivolse uno sguardo indecifrabile "Sono tutti nella tua mente, Josh. Loro non stanno insieme. Loro non ti tradiscono. Va bene?"
 Lui sbuffò, non rispondendole.
 Ruotai gli occhi e diedi un'occhiata all'orario sul cellulare.
 "Oh mio dio ragazzi, devo tornare a casa! Scusate, davvero, ma con tutta questa confusione sono diventate le sette e tra poco mia madre torna a casa!"  Mi morsi il labbro, guardando i miei amici.
 Il moro e la sorella mi sorrisero.
 "Va' pure, Nello! Ah, lasciami il tuo numero, così ti mando un messaggio!" 
 "Lia, che ne dici se ti invio il numero su Facebook?" le consigliai mentre Josh e Zayn discutevano "Ora vado un po' di fretta, mi dispiace"
 "Va bene, ma non dimenticarti!" mi raccomandó scherzosamente, sorridendo. La abbracciai. "Allora ci vediamo in chat, Lia!" risi, dopo essermi staccato.
 "Sì, in chat, Nello!" rise lei.
 Guardai Zayn e Josh ancora discutere e mi avvicinai.
 "Allora io vado..." dissi, facendoli sobbalzare.
 "Ciao Josh" salutai il biondo che non mi rivolse nemmeno uno sguardo.
 "Ciao Zay"
 "Ciao Niall" Si avvicinó per abbracciarmi ma scossi la testa, facendogli capire che avrebbe solo peggiorato la situazione.

Ritornai a casa con l'autobus, poco dopo mia madre fece il suo ingresso.
 "Bene, vedo che hai seguito la mia raccomandazione!" sorrise compiaciuta, posando la borsa sul tavolo del salotto. "Hai studiato?"
 "Sì, mamma" sbuffai divertito quando si avvicinó per baciarmi una guancia.
 "Hai mangiato?"
 "In veritá non ho fame"
 "Oh Oh! Mi devo segnare questa data, Niall Horan non ha fame? Sei veramente tu, figlio mio?" scherzó mia madre e sorrisi divertito.
 "E' ovvio, io sono unico e inimitabile. Ma ora ho sonno e vado di sopra, notte mamma" E dopo questo, scappai letteralmente al piano di sopra.

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