ALMA

di Shepard85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Incontro col passato ***
Capitolo 3: *** L'Incubo ***
Capitolo 4: *** L'Organizzazione Omega ***
Capitolo 5: *** Una Reazione Inaspettata ***
Capitolo 6: *** Il Potere dell'Organizzazione ***
Capitolo 7: *** Alma ***
Capitolo 8: *** Vivere ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


 
Introduzione
 
C’era gran movimento in quei giorni a Scarperia, un piccolo e tranquillo borgo situato nel zona del Mugello. Il paese era famoso per il circuito automobilistico e non solo. Proprio in quei giorni, si svolgeva una festa medievale molto importante che attirava turisti da tutte le parti d’Italia.
Jack e Bianca era una coppia di ragazzi della zona. Ogni anno andavano a guardare le varie gare medievali e con amici giravano il paese per tutta la notte. Bianca una ragazza dalla carnagione chiara e dai capelli lunghi color nero non era tanto propensa a far tardi ma il suo ragazzo aveva insistito per andare a vedere la festa e di certo non poteva dire di no.
Quando però Jack vide la sua compagna visibilmente stanca decise di accompagnarla a casa. Così si diressero verso il parcheggio fuori dal paese mentre un timido venticello preannunciava una notte fredda. Di notte, la nebbia si manifestava sempre in quel periodo e fu un problema trovare la strada giusta talmente era fitta. << Qui ci siamo già passati >> disse Jack sconsolato. La ragazza non perse tempo a rispondere: << Sei sempre il solito! Siamo sulla strada per la centrale elettrica. Allungheremo il percorso >>. Fu così che tenendosi per mano aumentarono il passo e vennero inghiottiti dalla nebbia. Alberi alti, silenzio rotto solo dai versi di uccelli notturni: un’atmosfera cupa che metteva a disagio la coppia. In quel momento passarono affianco ai pali dell’alta tensione. Si sentiva il ronzio dell’elettricità che passava all’interno dei cavi. << Domani che fai? >> chiese la ragazza rompendo il silenzio. << Mi vedo con la mia migliore amica >> rispose il suo fidanzato un po’ titubante. Bianca si fermò: << Ancora? Ma vi siete visti due giorni fa!
Vedi di non esagerare eh >>. Jack cercò di giustificarsi: << Ma è solo un’amica e lo sai bene. Sempre così gelosa mamma mia! >>.
Non era un vero e proprio litigio ed entrambi ne erano consapevoli: almeno avevano trovato qualcosa di cui parlare durante il tragitto.
<< Sei gelosa perché tu sei piatta e lei per niente? >> domandò lui senza quasi rendersene conto.
Bianca spalancò gli occhi: << Ma tu guardi le tette delle tue amiche? Sei un brutto maiale
schifoso! >> e detto questo cominciò a rincorrerlo. << Vieni qui brutto maiale! Almeno io sono alta a differenza della tua amica! >> disse la ragazza minacciando di dar uno schiaffo al ragazzo che divertito riusciva a schivare ogni colpo.
Improvvisamente Jack si bloccò cambiando completamente espressione. Quando la sua fidanzata lo raggiunse fece cenno col dito di fare silenzio. << Che succede? >> chiese a bassa voce guardando davanti a sé. Alcune scintille parevano provenire da un palo dell’alta tensione, altri strani rumori provenienti dallo stesso punto arricchivano l’atmosfera.
Il ragazzo scavalcò il recinto della centrale convincendo la sua compagna a seguirlo. Una volta entrati, si avvicinarono lentamente al palo della luce avvolto dalla nebbia. Gli scoppiettii erano sempre più forti. Dei mugolii fecero capire che c’era qualcosa su quel palo e tutto ciò rendeva la situazione molto tesa. << Andiamo via ti prego >> sussurrò la ragazza in preda al terrore. Jack disse di non preoccuparsi e lentamente giunsero ai piedi del palo d’acciaio. Quando alzarono lo sguardo rimasero senza parole. All’altezza di dieci metri, quella che pareva una persona, stava letteralmente mangiando i cavi d’alta tensione. L’elettricità entrava direttamente nel corpo dell’essere provocando scintille al suo interno mentre i mugolii erano segno di apprezzamento per ciò che stava facendo.
<< Mio Dio. Ma che cos’è? >> si chiese Bianca tremando come una foglia.
L’essere si bloccò: si era accorto di non essere solo.
In un attimo il silenzio calò intorno a loro mentre la creatura girò la testa guardando la coppia. Alla ragazza si gelò il sangue nelle vene quando vide che l’essere aveva gli occhi bianchi come se fossero di energia pura: una visione davvero spaventosa. Jack non era riconoscibile in volto da quanto tremava ma rimase fermo tentando di non muovere un muscolo. La creatura continuò a fissare la coppia.
Nessuno pareva volesse muoversi.
Poi tutto cambiò.
L’essere con un balzo piombò sui due malcapitati.
Un urlo nella notte venne presto inghiottito dalla nebbia.

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Capitolo 2
*** Incontro col passato ***


Incontro col passato
 
Com’era possibile che in quel periodo dell’anno il caldo fosse così insopportabile? Fu questa la prima domanda che si fece Alma una volta uscita di casa. In effetti a Settembre inoltrato, l’aria era di solito più fresca e di notte era necessario uscire con giubbotto e felpa. Non quell’anno. Pareva che l’autunno volesse aspettare ancora prima di sprigionare il suo magico potere che trasformava i colori da un verde luminoso a variazioni di rosso e oro.
La ragazza procedeva con passo lento tra le varie bancarelle del mercato guardando i vari capi d’abbigliamento della stagione invernale. Alma aveva compiuto da poco 21 anni e nonostante la sua giovane età, viveva autonomamente. Fisicamente non passava inosservata. Mora capelli lunghi e lisci color notte, era solita vestire indumenti leggeri. Portava gli occhiali sebbene non li servissero per nulla. In paese la conoscevano bene: come si sa nei piccoli borghi, gli abitanti sanno tutto di tutti; quanto si sbagliavano sul suo conto.
Ad un certo punto le parve di vedere un viso famigliare tra la folla, qualcuno che non vedeva da molto tempo.
Ma forse si sbagliò.
Comprò una fascia nera per i capelli ed un abitino nero semitrasparente senza pensarci due volte, poi si diresse verso Piazza dei Vicari, il centro del borgo dove erano in corso gli allestimenti  della celebre festa medievale, il Diotto. 
Fu in quel momento che ad una trentina di metri di fronte a sé riconobbe un volto gia visto in precedenza. Un passante le ostruì la visuale per un secondo. Il ragazzo non era più lì.
Fece finta di nulla e continuò la sua passeggiata procedendo in uno dei numerosi vicoli che andavano a formare un labirinto di vie. Il rumore dei suoi tacchi echeggiavano tra le pareti dei palazzi mentre il sole continuava a bruciare senza sosta. Alma rallentò sentendo una presenza alle sue spalle: decise di fermarsi. Dall’angolo di una traversa fece capolino un ragazzo alto, moro vestito tutto di nero con occhiali da sole. << Finalmente ti ho trovata! >> disse sorridendo. La ragazza rimase indifferente e tornò a camminare dandogli le spalle: << Vattene. Che diavolo vuoi da me? >>. Lui le corse dietro: << Ti devo parlare >>. Lei scosse la testa mostrando di non essere interessata all’argomento; poi girò l’angolo.
<< Rosy è importante! >> urlò il ragazzo. Improvvisamente Alma si catapultò su di lui sbattendolo con violenza sulla parete del palazzo. Le loro labbra erano a pochi centimetri l’una dall’altra:
<< Ti ho sempre detto di non chiamarmi Rosy. Il mio nome è Alma e lo sai benissimo! >>.
Il ragazzo non pareva spaventato dalla reazione della sua amica.
<< Alma non è il tuo vero nome. Te lo devo ricordare? >>.
La ragazza accennò: << Che cazzo sei venuto a fare qui? Hai percorso centinaia di chilometri per darmi una lezione sull’origine dei nostri nomi? >>. Detto questo allentò la presa e lo lasciò parlare. Lui si sistemò la giacca e impostò la voce: << Non c’è molto da sapere. Quelli dell’Organizzazione Omega sono sulle tue tracce! >>.
Questa volta fu una forza invisibile che spinse nuovamente il malcapitato contro il muro del palazzo. Gli occhi della ragazza erano di un bianco lucente: << Sei stato tu che venendo qui li hai portati da me! >>. Lui cercò di rispondere ma quella forza oscura lo stava sollevando da terra lentamente senza dargli la possibilità di parlare.
<< Lo sai benissimo che hanno degli strumenti in grado di rilevare i nostri poteri! >>. La forza invisibile sparì mentre gli occhi di lei tornarono normali. << L’Italia non è poi cosi tanto piccola e loro sono solo quattro gatti. Credevo che i loro radar fossero a corto raggio.  C’è qualcosa che non so Doi? >> disse Alma a braccia conserte.
Lui si rialzò: << Non chiamarmi Doi. Comunque si, ho delle notizie importanti >>.
Alma prese a camminare con passo veloce: << Vieni, andiamo a casa mia >> disse senza voltarsi.
 
La teiera fischiò e Paolo la prese prontamente spostandola sul tavolo. L’amica si presentò in pantaloncini neri e reggiseno mentre continuava ad asciugarsi i capelli bagnati con un panno.
<< Allora, ti sei fatto mezza Italia per dirmi cosa? >>. Il ragazzo versò il tè caldo e cominciò a spiegare: << Hai detto bene, loro sono in quattro gatti e i loro radar captano il nostro potere nel raggio di soli cinquanta chilometri. Ma da quando siamo fuggiti, l’Organizzazione Omega ha reclutato nuovi agenti >>. La ragazza sorseggiò il tè sorridendo: << Bene, più agenti significa più divertimento. E’ da tanto che non vado a caccia! >>. Lui scosse la testa mentre prese due zollette di zucchero:
<< Non hanno più quei fucili ipertecnologici ma qualcosa di veramente rivoluzionario >>. Lei pareva deliziata dalla notizia: << Mi piace. Continua >>. Fu così che Alma venne a sapere di queste nuove armi in grado di eliminare temporaneamente ogni tipo di potere, armi che permettevano di catturare senza pericolo le persone speciali come loro. << E mi spieghi bene come fanno a sapere dove siamo? Vanno a tentoni? >> chiese incuriosita l’amica.
Paolo fece cenno di si col capo: << Proprio così. Hanno gia setacciato la parte settentrionale del paese. E ora stanno lentamente scendendo in questa direzione. A coordinare la ricerca è il Comandante Nathan Evans
in persona >>. Tutti gli esperimenti conoscevano bene quel nome: era la mente diabolica che creò l’Organizzazione. Esperto in chirurgia sperimentale e armi tattiche, era temuto da tutti i ragazzi tra cui Paolo e Alma. Distruggere l’Organizzazione non bastava: per evitare l’Effetto Fenice, bisognava uccidere il Comandante ad ogni costo.
<< Dobbiamo fuggire e prendere tempo >> disse Paolo con certezza.
Lei sorrise: << Non hai capito proprio un cazzo. Io non mi muovo da qui. Si vive bene e c’è cibo in abbondanza >>. Il ragazzo sbuffò: << Non dirmi che ti nutri ancora di energia elettrica! Quella accresce solo il tuo potere. Devi mangiare come fanno tutti gli altri! >>. Alma si sedette sul divano, prese il telecomando e accese la televisione senza farsi problemi nel dare le spalle all’ospite.
 << Tutti gli altri non sono come noi. Sono normali. E noi non siamo affatto normali, giusto? >>.
Paolo rimase in silenzio guardando il telegiornale regionale che dava la notizia di due feriti presso la centrale elettrica del paese. Capì che quella coppia aveva disturbato la sua amica. Quest’ultima con la coda dell’occhio notò l’espressione di lui: << Tranquillo non li ho uccisi. Li ho solo feriti. Mai disturbare una persona quando cena >>.
Il ragazzo non rispose guardandosi attorno. Sulle pareti della sala vi erano quadri raffiguranti il porto di Taranto e la campagna pugliese.
Alma cambiò canale e si fermò ad un programma dove mostravano il ritrovamento di una statua dorata nei pressi di Alghero.
<< Sai qualcosa riguardo i nostri “fratelli“ ? >> chiese la ragazza senza distogliere lo sguardo dallo schermo. Paolo finì di bere il tè, poi si sedette sul divano affianco a lei: << Ogni tanto mi collego telepaticamente con loro. Tutti stanno cercando di trovare il modo per evitare di farsi scoprire ogni volta dall’Organizzazione ma nel giro di un anno ci trovano sempre. Perché non ti metti mai in contatto con loro? >>. La ragazza fece cenno di aver capito ma alla domanda non rispose. << Forse c’è una spia tra di noi: per quello ci trovano sempre. Perché non si passa all’azione ed eliminiamo il nemico una volta per tutte? Se uniamo i nostri poteri potremmo spazzare via l’Organizzazione in poco tempo >> consigliò lei sorridendo. << Ma perché hai sempre queste idee drastiche e
vendicative? >> chiese Paolo alzandosi dal divano. Non fece in tempo a camminare verso la cucina che la sua amica gli saltò addosso facendolo cadere. Il ragazzo si voltò ma era bloccato da lei che gli stava sopra a cavalcioni. Poi gli si avvicinò all’orecchio e sussurrò: << Vuoi sapere perché le mie idee sono così drastiche e vendicative? Perché ci hanno rovinato la vita. Ci hanno distrutto, hanno ucciso le nostre famiglie e fatto esperimenti su di noi. E questo è il risultato >>. Paolo guardò gli occhi luminosi di Alma: era sempre stata aggressiva ed il suo potere era di gran lungo superiore al suo e a quelli degli altri ragazzi speciali. Sebbene la sua indole fosse più di natura malvagia che pacifica, non poteva nascondere una forte attrazione nei suoi confronti. << Non è un motivo valido per sterminare quei bastardi? >> chiese lei con voce delicata. << Non è la soluzione migliore, credimi>> rispose lui completamente stregato dall’amica.
I due si scambiarono un lungo sguardo mentre il rumore della lancetta dell’orologio rompeva il silenzio presente in quella sala.
Infine si alzò lasciando libero l’amico.
Rimasero tutto il tempo a parlare dei loro ”fratelli”. Ben presto l’intero gruppo di ragazzi speciali si sarebbe riunito. Da una parte, Alma aveva ragione: non potevano fuggire per sempre. Ma era anche vero che scontrarsi con l’Organizzazione Omega non sarebbe stato facile come in passato. C’era bisogno di nuove idee e stimoli per capire come poter continuare a vivere senza la paura di ritrovarsi nuovamente rinchiusi in una cella, vittime di esperimenti terribili.
Alma si preparò per uscire: << Sei mio ospite. Vatti a fare una doccia mentre io vado a fare la
spesa >>.
Paolo la guardò con fare sorpreso: << Da sola? No. Vengo anch’io! >>.
Gli occhi della ragazza divennero bianchi facendo capire di non essere d’accordo: << Non credi che possa essere in grado di badare a me stessa? Rimani a casa che tanto non mi metto in pericolo. Torno subito! >>. Detto questo sbatté la porta di casa e scese le scale.
Come risposta, il ragazzo si affacciò alla finestra e la guardò allontanarsi. Lei si girò e per la prima volta sorrise come mai aveva fatto prima.

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Capitolo 3
*** L'Incubo ***


L’incubo
 
Il sole era tramontato ormai da un pezzo.
Mentre percorreva la strada del ritorno, non si stupì del gran via vai di pullman presenti sulla strada esterna del borgo. I turisti provenienti da ogni parte del paese non potevano perdersi la festa medievale chiamata “Diotto”. Alma era sempre stata interessata alle feste tradizionali del suo
paese: la distraevano dalla triste realtà che ogni giorno doveva affrontare.
Si fermò un attimo alla Piazza dei Vicari per osservare le pertiche di legno che venivano
innalzate: il gioco dell’albero della cuccagna era uno dei suoi preferiti.
All’angolo della via, un uomo vestito di nero pareva essere interessato proprio a lei. Quest’ultima senza preoccuparsi, proseguì la strada verso casa. Il signore la seguì con passo veloce mentre Alma girò l’angolo non curante di ciò a cui stava andando incontro ma in effetti chi doveva davvero preoccuparsi non era lei. Quando l’uomo prese la via alla sua destra, rimase stupito nel vedere che la ragazza era scomparsa. << Perduto qualcosa? >> chiese una voce femminile. Lui si voltò di scatto e sorrise:
<< Eccoti! Mi domandavo dove fossi finita. Una gattina come te non dovrebbe girare tutta da sola, specie di sera >>.
Lei sorrise pensando a come si sarebbe divertita da lì a poco: << I maniaci come te non dovrebbero andare subito al dunque? >>. L’uomo si avvicinò sorridendo pensando che dopo tutto non era spiacevole per una volta incontrare una persona consenziente; avrebbe preferito usare la violenza ma non poteva di certo perdere un’occasione del genere.
La prese con forza e la sbatté al muro. << Allora che ne dici come inizio? Vuoi subito aprire le gambe o facciamo con calma? >> disse con voce vogliosa. Lei sorrise prontamente:
<< Povero ingenuo. Hai scelto proprio la ragazza sbagliata >>. Detto questo, con rapidità, afferrò i pantaloni all’altezza dei genitali dell’uomo. La presa lentamente si faceva sempre più incisiva.
<< Che cazzo stai facendo? >>. Alma con la mano libera prese il collo della sua vittima e con scatto fulmineo lo girò mettendolo con le spalle al muro. Con il poco fiato che aveva in gola cercava di sfogare il suo dolore ma era inutile: la ragazza aveva una forza incredibile. Quest’ultima godeva nel vedere il volto della vittima pieno di terrore: << Non immagini quanto piacere sto provando a farti questo >> disse Alma con uno sguardo sadico. L’uomo sudava copiosamente e cercava di fare il possibile per liberarsi da quella morsa infernale. << Di solito le persone come te le uccido senza pensarci due volte. Ma questa volta farò un’eccezione >>. Strinse ancora più forte bucando i pantaloni del malcapitato; poi con un movimento rapidissimo diede un forte strattone. L’uomo era per terra dall’altra parte della strada e gridava con quanta voce aveva in gola: i genitali erano rimasti nelle mani di Alma.
<< Te l’avevo detto che avrei fatto un’eccezione. Non ti ho ucciso >>.
Il sangue scuro usciva vistosamente dalla ferita mentre la vittima si dimenava al limite del dolore.
La ragazza sorrise e senza farsi troppi problemi proseguì verso casa. Ma dopo pochi passi si girò nuovamente guardando l’uomo dimenarsi. << Sai, ho cambiato idea! >> e detto questo, una scarica elettrica uscì dalla sua mano colpendo in pieno la persona a terra. Il corpo bruciava dall’interno mentre i bulbi oculari sputavano fuoco: passò qualche secondo prima di diventare cenere fumante.
 
Quando la porta suonò, ad attenderla c’era Paolo: << Credevo ci mettessi di meno a fare la spesa. Una lumaca ti avrebbe battuto >>. Lei rispose che era stata trattenuta e che comunque non erano affari suoi quanto tempo ci metteva a fare commissioni.
<< Fatti qualcosa da mangiare e poi guardati un po’ di tivù. Io vado a stendermi un attimo >> disse la ragazza non badando alla risposta del suo amico.
Dopo nemmeno cinque minuti di sonno, si svegliò di soprassalto. Si guardò attorno cercando di scoprire come aveva fatto a finire in una cella carceraria. La porta ferrata era aperta e così curiosò all’esterno: sembrava un luogo dimenticato da Dio. Mentre percorreva a passi lenti il lungo corridoio, percepì dei rumori lontani e decise di prendere la direzione dalla quale provenivano. Più si avvicinava ad essi e più parevano dei lamenti strazianti finché non si trovò davanti una porta bianca con inciso il numero “021”. Appoggiò la mano al pomello. Si fece forza e aprì.
Dinnanzi a lei, una scena raccapricciante: un ragazzo veniva tenuto con forza da due persone vestite di bianco. La vittima venne messa su di un lettino e i due dottori cominciarono a trafficare con strumenti di chirurgia: Alma osservava la scena senza accennare alcun movimento.
Il bisturi tagliava lentamente il braccio del povero ragazzo che urlava dal dolore poiché tutto questo avveniva senza l’ausilio dell’anestesia. Lei, immobile, cercò di chiudere la porta senza farsi sentire ma venne tradita dallo scricchiolio di un cardine. I due si voltarono nella sua direzione:
<< Non fartela scappare! >> urlò uno dei dottori. Ora le venne in mente dove si trovava. Era la base segreta, la prigione sotterranea dove per anni ha dovuto subire esperimenti di ogni genere.
La ragazza cominciò a correre anche se fu indecisa su quale direzione prendere: i corridoi parevano tutti uguali ed erano talmente lunghi che parevano senza fine.
Prese una direzione a caso e corse quanto poteva ma aveva la strana impressione di rallentare sebbene stesse utilizzando tutta l’energia che aveva in sé. Si accorse ben presto di essere ferma senza via di fuga. Fu così che si ritrovò improvvisamente su di un lettino metallico. Le braccia come il resto del corpo erano ben legate da cinghie di cuoio: era immobile.
Braccia meccaniche ai suoi lati cominciarono a incidere col laser la sua pelle non curanti delle urla della vittima. Povera ragazza, era solo l’inizio. Un terzo braccio meccanico tagliò la pancia all’altezza dell’ultima costola fino a qualche centimetro sotto l’ombelico; la cavia umana sentiva il suo ventre esposto all’aria fredda della camera operatoria. I due dottori apparsi magicamente ai piedi del lettino metallico, cominciarono a trafficare con vari oggetti proprio sull’ultimo taglio. Una sfera lucente composta da energia, venne messa all’interno del suo corpo. Poi, gli stessi bracci meccanici che le avevano aperto gli arti superiori, ora si stavano avvicinando ai suoi occhi con due siringhe. Gli aghi entrarono contemporaneamente nelle ghiandole lacrimali donandole una sensazione di dolore e bruciore allo stesso tempo.
Eppure nonostante tutto, sentiva che in lei stava crescendo qualcosa di anomalo. Alma guardò il soffitto a specchio e vide una luce intensa provenire dal suo ventre; i tagli sulle braccia, intanto, si stavano rimarginando a vista d’occhio. I due uomini si accorsero che la vittima stava scoprendo il proprio potere e lo stava facendo in modo del tutto rapido ed inaspettato: le ferite si stavano rimarginando autonomamente. I medici diedero l’allarme generale tentando allo stesso tempo di controllare la situazione come potevano. Cercarono di fermarla ma una forza invisibile li fece catapultare dalla finestra in una frazione di secondo. Le cinghie di cuoio che la tenevano imprigionata si slacciarono da sole liberandola da quella presa insopportabile. Proprio in quel momento, i bracci meccanici cercarono di bloccarla ma non ebbero tanto successo. La ragazza puntò le braccia al cielo ed l’energia sconosciuta venne liberata dal suo corpo disintegrando il soffitto bianco della cella.
 
Quando Paolo raggiunse la camera in fretta e furia, fu troppo tardi:
<< Rosy, ma cos’è successo? >>.
La ragazza non si innervosì per come era stata chiamata dall’amico ma tentò di calmarsi:
<< Ho avuto un incubo >> rispose col fiatone. Il ragazzo guardò il soffitto distrutto:
<< Eh, questo lo vedo! >>. Alma riparò il tetto della casa tramite i suoi poteri psichici e subito dopo si alzò facendosi aiutare dall’amico.
Con la mano si accarezzò la pancia delicatamente: i segni della cicatrice non erano presenti da tempo. << E’ stata la prima cosa che ho fatto coi miei poteri >> disse guardando il ragazzo;
<< Non volevo rimanesse il segno di quegli esperimenti orribili! >>.
Come darle torto? Per anni rimase vittima di scienziati pazzi dell’Organizzazione Omega.
<< Sognavo di avere un’adolescenza normale come tutti i ragazzi di questo mondo >>. Paolo guardò la sua amica comprendendo bene cosa volesse dire. Lui venne rapito all’età di 7 anni. La famiglia non si era mai arresa con le ricerche e fu un grosso errore: genitori e fratelli vennero assassinati nel sonno e fu evidente che il mandante era l’Organizzazione. Non fu chiaro però il motivo per cui vennero scelti proprio loro come cavie. Forse è stato solo un caso o forse no.
<< Dobbiamo evitare che ci trovino qui >> disse il ragazzo con tono pacato.
Secondo Alma non era quella la soluzione al problema.
<< Io non voglio fuggire per sempre >> rispose alzandosi dal divano. Paolo la prese per mano e la girò verso di sé: << E’ l’unico modo per sopravvivere >>. Lei sospirò abbassando lo sguardo:
<< Io non voglio sopravvivere. Io voglio vivere! Il problema non va evitato ma affrontato. Perché non lo capisci? >>.
Secondo lui, l’Organizzazione era troppo potente persino per loro. Nemmeno tramite un attacco coordinato sarebbero riusciti a sopraffare il nemico ma in effetti si parlava per ipotesi.
<< Ascolta >> disse Alma << Loro ci hanno trasformato in ciò che siamo. Io dico che dobbiamo rispondere ripagandoli con la stessa moneta. Volevano dei super umani? Bene, sperimenteranno di persona il risultato e scommetto che non rimarranno delusi! >>. La sua idea era molto semplice: riunire i trentatre esperimenti e combattere fino alla fine. << Non dobbiamo farlo solo per noi ma anche per le generazioni future. Non si fermeranno mai e continueranno a rapire bambini e distruggerli! Noi abbiamo i mezzi per fermarli! >>. Paolo ascoltò le parole della sua amica che un tempo fu anche l’unica compagna di cella durante quel periodo infernale. Aveva ragione, non potevano fuggire. Che razza di vita sarebbe stata? Avevano poteri straordinari e per la prima volta potevano usarli per uno scopo ben preciso: eliminare un pericoloso nemico. Il loro nemico.
<< Dammi tempo fino a domani. Poi deciderò >> rispose il ragazzo.
Lei per la prima volta non reagì in modo violento e accolse la richiesta del suo amico.
Solo in un secondo momento, Alma tornò quella di sempre: << Se decidi di scappare, giuro che ti ammazzo >>. Paolo in un primo momento rimase impassibile alla minaccia.
Poi mentre si diresse in camera accennò un sorriso.
<< Che hai da ridere? >> chiese nervosa. << Ah niente >> fu la risposta di lui. Cominciarono un battibecco ma più che un litigio pareva una soluzione per smorzare il nervosismo e la tensione. Sapevano bene a cosa sarebbero andati incontro.
Poteva essere la loro ultima notte. 

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Capitolo 4
*** L'Organizzazione Omega ***


L’Organizzazione Omega
 
Il giorno seguente, la coppia aveva in programma alcune commissioni presso il centro commerciale di Barberino, un paese che assieme a Scarperia e Borgo San Lorenzo, formava il triangolo del Mugello. Tentare di vivere una vita normale era importante per gli esperimenti. Dava a loro la speranza di poter tornare ad essere come tutti i ragazzi del mondo.
Più volte Paolo pensò a come poter distruggere i propri poteri ma senza risultato. Forse proprio l’Organizzazione era a conoscenza di una possibile soluzione ma di certo non era nelle loro intenzioni svelare il processo d’inversione del potere. Il Comandante Nathan Evans promise tante volte che un giorno sarebbero tornati come tutti gli adolescenti ma era solo un pretesto per prendere tempo e continuare gli esperimenti.  
Finora il ragazzo era riuscito a scoprire che tutto dipendeva dallo stato d’animo. I sentimenti negativi come odio e rabbia accrescono il potere mentre quando si è felici o comunque si ha un totale controllo delle proprie emozioni, si ha l’effetto inverso.
Alma invece, era contraria ad eliminare i proprio poteri. Per lei la priorità era sempre stata quella di distruggere l’Organizzazione per poter essere finalmente liberi.
Non potevano ancora sapere come sarebbe andata a finire ma ciò che contava di più era trovare gli altri esperimenti e riunirli per poi decidere sul da farsi.
L’Outlet di Barberino era un centro commerciale all’aperto con un centinaio di negozi e punti di ristorazione: pareva un paese fatto solo di negozi colorati.
<< Pensi sia sicuro girare in un luogo aperto? Non mi piace molto come idea >> disse dubbioso il ragazzo. Alma stava verificando il costo di una maglia a maniche corte di color nero.
<< Insomma Doi quando comincerai a non preoccuparti così tanto dell’Organizzazione? >> chiese provandosi l’indumento.
<< Come sto? >> chiese mettendosi in posa. La scollatura del vestito metteva in mostra i suoi seni generosi.
<< Gioia, i miei occhi sono un po’ più su >> disse la ragazza compiaciuta. Lui, nervoso, accontentò l’amica dicendo che stava benissimo.
Usciti dal negozio, si diressero verso un punto vendita di videogiochi, la passione del ragazzo.
<< Alla tua età compri ancora queste scemenze? >>. Paolo sorrise:
<< Sempre meglio che sprecare soldi per i vestiti. Coi poteri che ti ritrovi potresti crearli da sola, non credi? >>.
Alma fece per rispondere ma venne distratta da un signore albino vestito di tutto punto.
<< Ehi chi guardi di così interessante? >> chiese geloso l’amico. Il signore si avvicinò con passo deciso alla coppia.
<< Scusate sapete che ora è? >> chiese educatamente.
La ragazza rispose in modo aggressivo come sempre.
<< E’ ora che ti levi dalle palle! >>.
Paolo cercò di scusarsi con lo sconosciuto che non rimase sconvolto più di tanto. Infine si allontanarono dirigendosi ad un bar.
Il signore guardò i due che discutevano. Poi si girò e mentre si allontanava da loro, avvicinò il polso alla bocca.
<< Qui AlphaDog. Li abbiamo trovati! >>.
La coppia stava ancora bisticciando per le cattive maniere di lei che continuava a giustificarsi dicendo che poteva rispondere come voleva.
<< Ho i miei buoni motivi se ho reagito così! >>.
Il ragazzo era curioso di sapere quali fossero.
<< Ma non hai visto che ha chiesto l’ora quando ci trovavamo proprio sotto un orologio? Non dirmi che non ci hai fatto caso >> disse lei aumentando il passo per entrare in un bar.
<< Magari non se n’è accorto per davvero! >> controbatté Paolo.
<< Non se n’è accorto un cazzo. Quello era un agente in borghese. L’Organizzazione è giunta finalmente fin qui! >> rispose con tono deciso Alma. Lui rimase impietrito dalla scoperta. Sono stati più veloci del previsto. Dovevano fuggire utilizzando i propri poteri ma avrebbero guadagnato solo qualche ora di vantaggio. Si sedettero al tavolo e ordinarono da bere.
<< Che cosa facciamo? >> chiese Paolo incerto sul da farsi.
La risposta di Alma non si fece attendere e come al solito fu scontata.
<< Ci facciamo inseguire e poi li uccidiamo. Semplice ma efficace, no? >>.
Arrivò il cameriere con le ordinazioni. Alma non poté fare a meno di notare come gli tremava la mano dal nervosismo.
<< Non pensavo che l’Organizzazione reclutasse giovani pivelli per rintracciare gli esseri umani più potenti del pianeta: che delusione! >> disse sorridendo la ragazza.
Il cameriere non rispose e continuò a guardare gli occhi di lei che cominciarono ad illuminarsi.
<< Ti prego, non qui Rosy >> disse a bassa voce il suo amico.
Quando la ragazza toccò con un dito il proprio bicchiere, la schiuma del cappuccino cominciò a vorticare fino a prendere la forma di un teschio.
 << Si dia inizio alle danze >> disse Alma con una voce completamente diversa.
Le vetrine del bar esplosero improvvisamente mettendo in fuga i clienti. L’agente travestito da cameriere, spostato dall’onda d’urto, giaceva a terra svenuto.
Quando la coppia di esperimenti uscì da ciò che rimaneva del bar, si guardarono attorno. Altri due agenti erano pronti a far fuoco ma Alma intervenne subito: coi suoi poteri tolse le pistole dalle mani del nemico e le rivolse contro di loro.
<< Queste sarebbero le armi che ci privano dei nostri poteri? >> chiese la ragazza. Paolo cercò di fermarla sapendo bene cosa stesse per fare ma fu troppo tardi. Gli agenti vennero colpiti dalle loro stesse armi rimanendo pietrificati.
<< Possibile che non sei in grado di fare altro? Instaurare un dialogo sarebbe la soluzione
migliore! >> esclamò l’amico preoccupato.
<< Hai ragione sai? >> rispose Alma. Con la mano destra sparò una sfera di elettricità che disintegrò in mille pezzi gli agenti divenuti statue.
 << Ora va meglio? >> chiese lei con fare ironico.
Paolo non parlò ma cominciò ad innervosirsi. Poi insieme si diressero verso l’uscita del centro commerciale.
<< Insomma non sei proprio in grado di stare ferma con le mani, eh? >> disse arrabbiato il ragazzo.
Alma invece se la stava spassando come non mai. Sapeva che ben presto avrebbe dovuto usare seriamente i suoi poteri: l’Organizzazione Omega li aveva scoperti.
Lui invece non voleva scontrarsi con gli agenti in un luogo abitato: cercò quindi di convincere la sua amica.
<< Fermi! >> disse una voce alle loro spalle. I due ragazzi si scambiarono uno sguardo e obbedirono senza problemi.
<< Se vi consegnate spontaneamente non faremo uso di armi >>.
Paolo sbuffò avendo già realizzato come sarebbe andata a finire. Altri nove agenti, dotati di uno strano zaino nero, si fecero vivi circondando la coppia che solo in apparenza sembrava in difficoltà mentre una schiera di curiosi assistette all’avvenimento.
<< Che ne dite di trovare un accordo? >> suggerì Paolo.
<< Troviamo un luogo disabitato e poi discutiamo >>. Gli agenti reagirono alla proposta caricando le armi.
<< Ecco, come non detto >> disse a bassa voce il ragazzo guardando la sua amica. Quest’ultima osservò il cielo avvolto dalle nuvole. Infine prese il volo ad una velocità incredibile. Tre agenti non persero tempo. Dopo aver premuto un pulsante sulla propria cintura, trasformarono lo zaino in un piccolo motore a propulsione e spiccarono il volo cercando di inseguire l’esperimento.
Vari bagliori al di là della coltre di nubi illuminarono il cielo. Gli agenti rimasti a terra tenevano sotto tiro il ragazzo che pareva persino infastidito per l’attesa.
<< Allora ti vuoi dare una mossa? >> urlò guardando sopra di sé. Tre rimbombi simili a tuoni fecero tremare la terra. Subito dopo, gli agenti volanti fecero capolino dallo strato di nubi a gran velocità schiantandosi rovinosamente al suolo. Alma scese lentamente atterrando vicino al suo amico.
<< Volevo divertirmi. Non immagini quanto ho aspettato questo momento >> disse con voce soddisfatta.
Alle loro spalle comparve un mezzo corazzato che nonostante il peso pareva molto agile. Paolo con scatto fulmineo lo contrastò a mani nude. Prima che il nemico potesse rispondere aprendo il fuoco, il ragazzo catapultò il mezzo corazzato nel fossato sottostante il ponte d’ingresso del centro commerciale. Ma non bastò, poiché il carro armato continuò a caricare l’arma. Prima che potesse sparare, un laser lo trapassò dividendolo in due parti. Dopo un secondo, ci fu un’esplosione.
<< Aprite il fuoco! Non perdete tempo! >> gridò il capo gruppo degli agenti. La coppia si mosse in parti opposte schivando i proiettili fatti di un’energia sconosciuta. Fu così che cominciò un duello corpo a corpo. Tre agenti tentavano di colpire il ragazzo mentre i restanti quattro si dedicarono all’altro esperimento. Non potevano rischiare di colpirsi tra di loro rimanendo pietrificati: la distanza riavvicinata fu un’ottima tattica che rendeva le armi speciali inefficaci. La soluzione fu quella di utilizzare le armi convenzionali per tramortirli poiché in caso di fuoco amico, ogni agente era provvisto di un giubbotto anti-proiettili super rinforzato mentre i due esperimenti, avendo lo scudo deflettore, non sarebbero morti. Alma riprese il volo inseguita da quattro nemici. Paolo continuava a deviare i colpi e riuscì a disarmare un nemico. La sua idea era quella di non ucciderli ma semplicemente di stordirli.
Non ebbe tempo di mettere in pratica la sua idea che si trovò un agente dietro di sé e uno di fronte. I due non persero tempo e spararono. Paolo si abbassò compiendo una spaccata ed i proiettili si incrociarono stordendo i due uomini. Il terzo rimasto, con scatto fulmineo cercò di colpire il ragazzo. Questi riuscì ad anticiparlo e col proprio potere psichico scaraventò l’agente contro un lampione.
Il duello pareva già concluso per lui sebbene Alma fosse ancora impegnata con gli ultimi agenti rimasti. Due di questi caddero dal cielo.
<< Qualcosa non va, sono troppo pochi >> si disse il ragazzo guardandosi attorno. Un rumore in lontananza si fece sempre più insistente. Alma era ancora alle prese con due agenti. Dopo aver evitato i proiettili, il nemico decise di passare alle armi speciali ma una raffica di vento sorprese i presenti facendo intuire la presenza di qualcosa che si stava avvicinando sempre più.
L’esperimento si voltò cercando di individuare la fonte generatrice di quel rumore così assordante.
Ma fu un errore: un agente riuscì a colpire la ragazza col fucile speciale. Lei trattenne il dolore e nonostante l’arma fu costruita proprio per assorbire il potere degli esperimenti, non fu efficace contro di lei. L’agente se ne accorse troppo tardi: aveva osato colpire la cavia più potente ed orgogliosa di sempre. Arrabbiata più che mai, colpì duro allo stomaco del nemico togliendoli il respiro all’istante. Poi con uno scatto inatteso, gli diede le spalle e strappò di dosso lo zaino propulsore lasciandolo precipitare a terra.
<< Stai ferma >> urlò l’ultimo agente rimasto.
<< Ti tengo sottotiro. Ho il fucile al massimo della potenza! >>. Alma rimase a fluttuare in volo guardando il suo nemico distante una ventina di metri. Paolo osservò il tutto da terra e capì la situazione. Quando però decise di raggiungere la sua amica, venne fermato dalla sua voce.
<< Non ci pensare nemmeno Doi. Questo agente è mio! >>.
<< Veramente >> rispose l’amico, << Io non volevo aiutarti ad eliminare lui ma loro! >>.
Fu così che dalle nuvole sbucarono tre elicotteri neri da guerra. Ai lati della fusoliera vi era il logo dell’Organizzazione: una Omega con al suo interno i simboli del pericolo di morte, pericolo nucleare e pericolo biologico.   
<< Finalmente è arrivata l’artiglieria pesante >> disse la ragazza. Ci vollero pochi secondi per capire le intenzioni del nemico. I tre elicotteri circondarono l’esperimento continuando a muoversi intorno ad esso. L’agente rimasto alle sue spalle caricò l’arma prendendo la mira.
<< Rosy! >> urlò il suo amico rimanendo sempre al suolo come richiesto.
Fu in quel momento che Alma sfogò tutta la sua ira prendendo per il collo l’ultimo agente e lanciandolo contro le pale dell’elicottero. Il corpo venne smembrato in mille pezzi che caddero al suolo, seguiti da una pioggia di sangue.
<< Ora facciamo sul serio >> disse la ragazza caricando la sua fonte elettrica e facendola saltare da una mano all’altra. Quando fu pronta, scaraventò la sfera di elettricità contro il parabrezza dell’elicottero. La strumentazione andò in avaria e in pochi secondi, la macchina cominciò a roteare su se stessa perdendo quota. Paolo urlò alla folla di mettersi al riparo ma fu troppo tardi. L’elicottero esplose a pochi metri da lui innalzando una nuvola di fumo nero.
<< E adesso a noi tre >> disse Alma non curante della strage che aveva appena compiuto. Cominciò a caricare il suo potere psichico per un nuovo attacco ma venne sorpresa da un raggio laser che tagliò in due parti uno degli elicotteri rimasti. Prima che toccasse il suolo, Paolo con un balzo prese pilota e co-pilota salvandoli da morte certa.
I due agenti erano sottochoc ma ancora vivi.
<< Se ci tenete alla vostra vita, vi consiglio di fuggire. Lei non è così clemente quanto me >> spiegò il ragazzo.
Fu così che i due superstiti si diedero alla fuga.
<< Questa me la paghi! >> urlò Alma e con una sfera di energia psichica, colpì l’ultimo velivolo rimasto.
Paolo capì le intenzioni della sua amica ma non ebbe tempo di fermarla. L’elicottero colpito, si schiantò proprio sulle teste dei due fuggitivi cancellando provvisoriamente la minaccia dell’Organizzazione.

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Capitolo 5
*** Una Reazione Inaspettata ***


Una reazione inaspettata
 
Quando Alma, reduce dal duello con l’Organizzazione, scese a terra, andò incontro al suo amico furiosa come non mai.
<< Che diavolo ti è saltato in testa brutto idiota! Quell’elicottero era mio! >> disse spingendolo ripetutamente. Paolo la squadrò nervoso.
<< Ci sono modi e modi per contrastare il nemico! Tu utilizzi il metodo più inefficace! >>.
La ragazza rise sorpresa dalla risposta del suo amico. Come faceva ad essere così buono nei confronti dell’Organizzazione? Gli diede un’altra spinta facendolo cadere.
<< Io me ne torno a casa. Tu fai come cazzo ti pare! >>
disse dandogli le spalle.
Il ragazzo osservò alcuni palazzi del centro commerciale ridotti ad un cumulo di macerie. Oltre agli agenti, ci furono vittime anche tra i civili. La sua pazienza aveva raggiunto il limite.
<< Sei proprio una stronza! >>.
Alma si fermò senza voltarsi.
 << Cos’hai detto? >>.
Lui si rialzò lentamente.
<< Hai capito bene. Guarda che cos’hai combinato! Hai fatto più danni te dell’Organizzazione! Non hai nemmeno la capacità di controllarti! La tua è violenza gratuita >>.
Quando si girò, gli occhi di lei erano bianchi.
<< Se ti azzardi a giudicarmi ancora, giuro che ti distruggo! >> urlò lanciando una sfera elettrica che sparò il ragazzo dentro le mura di un palazzo. Questa volta Paolo aveva esagerato. Rimase a guardare l’edificio che in pochi secondi crollò su se stesso innalzando una nube grigia, poi arrabbiata come non mai, si diresse verso l’auto. Fu in quel momento che vide il raggio laser, lo stesso che abbatté l’elicottero ed il mezzo corazzato, passarle a pochi centimetri da lei. Alma si scansò immediatamente, in tempo per vedere la scia di distruzione che percorreva la direzione tracciata dal laser. Il palazzo che aveva seppellito il ragazzo con le proprie macerie, esplose violentemente. Paolo ne uscì incolume: i suoi occhi erano di un rosso acceso dimostrando di non essere affatto rilassato.
<< Vuoi divertirti? >> chiese alla sua amica. La risposta non si fece attendere.
<< Piantala! Sai benissimo che non hai speranze di battermi! >>. Lui rise dicendo che le statistiche dei poteri poteva benissimo mettersele in quel posto.
<< Vuoi divertirti? Vieni, sono qui! >>. Detto questo, aprì la bocca sparando il raggio laser in direzione di Alma. Ne seguì un’ondata di devastazione che la colpì in pieno.
I pochi testimoni rimasti incolumi dallo scontro precedente, se la diedero a gambe avendo realizzato che ora più di prima rischiavano di rimanere uccisi.
Lo scudo deflettore difese Alma senza problemi. Mai avrebbe immaginato che una persona così docile come il suo amico potesse all’improvviso scatenarsi. La ragazza si guardò attorno e prese il volo. Fu così che Paolo decise di andare fino in fondo. Le sue scapole si aprirono verso l’esterno facendo fuoriuscire un piccolo propulsore di metallo impiantato chirurgicamente dall’Organizzazione. Il suo rumore fu del tutto identico a quello di una turbina aerea pronta al decollo.
Il duello tra i due esperimenti ebbe inizio.
Alma oltrepassò lo strato di nubi puntando molto in alto.
<< Cosa speri di ottenere in questo modo Doi? >> chiese divertita la ragazza. Proprio in quel momento venne colpita e precipitò verso il Lago del Mugello, una riserva d’acqua artificiale presente nella vallata da ormai mezzo secolo. Il ragazzo continuò a sferrare colpi di energia. Quando cadde nelle acque gelide, il duello pareva già concluso. Ma lui sapeva bene che non era il momento di abbassare la guardia, tanto che rimase con la mani aperte, pronto a colpire con altre sfere d’energia.
La risposta di lei non si fece attendere: un vortice d’acqua si formò con una forza davvero impressionante. Dal centro del vortice sbucò Alma a gran velocità, pronta a colpire il suo amico/nemico.
<< Adesso mi sono proprio stancata! >> esclamò furibonda.
<< Allora finiamola qui! >> rispose lui più determinato che mai.
<< Certo che la finiamo qui, ma a modo mio! >> controbatté la ragazza lanciando un raggio elettrico che pareva un gigantesco fulmine. Paolo venne colpito solo in parte, ma l’energia catturata dal suo corpo fu tale da scaraventarlo oltre lo strato di nuvole. La carica elettrica liberata dalla ragazza stava stimolando l’elettricità già presente nell’aria per via del maltempo: ben presto si sarebbe scatenato un temporale.
Nel frattempo, il ragazzo cercò di riprendersi dal fulmine che lo colpì di striscio e si nascose tra le nuvole nere. Non fu una grande idea far innervosire Alma tanto che se ne pentì ma non ebbe scelta. In qualche modo doveva far capire di non essere d’accordo e siccome a parole non ci era mai riuscito, dovette passare ai fatti. Non ebbe il tempo di pensare a ciò, che si trovò davanti lei pronta a colpirlo. A stento riuscì a difendersi tramite lo scudo deflettore ma la sfera elettrica era troppo potente e lo fece precipitare verso i tetti di un paese: che errore mettersi contro di lei!
Fece in tempo ad utilizzare il suo potere per attutire la caduta ma non fu tanto fortunato. Alma lo colpì per l’ennesima volta facendolo catapultare contro la cima di un campanile.
La tranquilla piazza principale di Borgo San Lorenzo, si trasformò in pochi secondi in un campo di battaglia. Accadde tutto in un attimo. La punta del campanile si schiantò sulla fontana della piazza facendo rimbombare le campane. I vetri dei palazzi circostanti andarono in frantumi mentre la folla urlava spaventata. Paolo si alzò disorientato e cercò di ritrovare l’equilibrio perso per via della caduta. Alma atterrò sulla strada che dava di fronte alla piazza e per poco non venne investita. L’autista non si accorse nemmeno di ciò che stava accadendo e preso dalla rabbia cominciò a suonare il clacson. Lei rispose alzando un braccio e l’auto come per magia prese il volo. Paolo utilizzò il suo potere psichico facendo alzare la più grossa delle tre campane.
Il duello continuò.
I due oggetti si scontrarono. L’autista balzò fuori dal lunotto anteriore dell’auto: era un miracolo che fosse ancora vivo. Paolo aprì la bocca sparando una serie di raggi laser che incenerirono tutto fuorché il bersaglio: era troppo veloce. Lei reagì alzando col proprio potere psichico due auto. Fu in quel momento che il ragazzo decise di rispondere in un modo del tutto inusuale. Si mise a correre verso di lei. La prima auto venne lanciata e passò a pochi centimetri dal suo viso mentre per evitare la seconda, dovette compiere un balzo di quasi tre metri. Si lanciò su di lei atterrandola.
<< Maledizione torna in te! >> urlò. Alma lo capovolse sbattendolo a terra e si mise sopra di lui.
<< Io ti ammazzo! Giuro che ti ammazzo! >>. Fu il momento della risposta inusuale.
La ragazza rimase senza parole mentre i suoi occhi tornarono “normali”. Ci era riuscito: lo schiaffo dato alla sua amica ebbe successo. Non se l’aspettava proprio. Con tutti i poteri possibili, con tutti i modi per colpirla, Paolo la sorprese con un semplice schiaffo.
<< Ora ascoltami Rosemary >> disse il ragazzo rimanendo a terra.
<< Non puoi continuare a essere così. Finirai con l’ucciderti. Non voglio che ciò accada! Non passare dalla parte del torto. Tu sei buona. Torna in te, ti prego! >>. Lei non mosse un muscolo, pensava ancora allo schiaffo subìto. Tutto ciò pareva incredibile.
<< Mi hai convinto: non è con la fuga che risolveremo il problema! Ma devi aiutarmi. Io voglio essere libero e per farlo ho bisogno di te >> spiegò il suo amico convinto di ciò che diceva.
<< Non sei l’unico ad avere bisogno di lei, “fratello” >> disse una voce.
Un ragazzo dai capelli bianchi giunse dai portici di un palazzo. I suoi occhi azzurri elettrico dicevano tutto: era un esperimento.
<< Altair! >> esclamò Paolo.
<< Ciao, finalmente ci si rivede!  >> disse lui mentre i suoi occhi tornarono del suo colore naturale.
<< Abbiamo? >> chiese Alma dopo essersi un poco ripresa. Come risposta, quattro ragazzi atterrarono affianco al nuovo arrivato mentre altri tre fecero capolino da un angolo della piazza.
Paolo fu felice. La ragazza rimase a bocca aperta: vedere i suoi “fratelli” dopo tanto tempo la rese più tranquilla. Altri cinque esperimenti giunsero in piazza. Fu una sensazione incredibile per tutti quanti.
<< Dov’è l’altra metà dei nostri “fratelli”? >> chiese Paolo ancora incredulo. Il ragazzo dai capelli bianchi disse di non preoccuparsi che presto li avrebbero raggiunti.
 << Ora mettiamo apposto questo macello e andiamo via di qui!
Dobbiamo parlare e c’è poco tempo >>. Alma e Paolo si scambiarono uno sguardo. L’ora della decisione era arrivata.
 

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Capitolo 6
*** Il Potere dell'Organizzazione ***


La potenza dell’Organizzazione
 
Nubi basse coprivano il paese e la campagna circostante ma il freddo intenso non fu un problema per la festa del Diotto. Un fiume di folla versava tra le strade di Scarperia. La piazza dei Vicari era pronta per i giochi medievali. Le squadre dei vari quartieri stupivano per la loro bravura nel gioco della cuccagna: turisti provenienti da ogni angolo d’Italia guardavano stupefatti i ragazzi che si arrampicavano sui pali di legno tentando di prendere l’ambito premio. Il mercato medievale, invece,  offriva prodotti di ogni genere come miniature della Torre dei Vicari o di altri palazzi antichi, spade di legno e persino armature. Paolo osservava dall’alto della torre il via vai di persone mentre attendeva l’inizio della riunione. Quindici dei trentatre esperimenti erano seduti sul tetto della Torre dei Vicari. Il ragazzo dai capelli bianchi, Altair, cominciò a parlare sebbene l’altra metà del gruppo non era ancora presente.
<< ”Fratelli” è un vero piacere rivedervi dopo tanto tempo. Mi sembrava giusto che ci riunissimo per parlare del nostro futuro >>. Gli altri lo guardavano concentrati sul discorso che stava tenendo. Alma era presente e dopo gli ultimi avvenimenti pareva molto più tranquilla.
<< Il nostro futuro non può essere come il presente: scappare dall’Organizzazione ogni volta che questa si fa
viva >> disse l’esperimento dagli occhi azzurri. Il problema del nemico doveva essere risolto il prima possibile. Nel caso l’Organizzazione rinunciasse a catturarli, avrebbe spostato l’attenzione su altri bambini e ragazzi innocenti, rapendoli e uccidendo le loro famiglie. Non poteva accadere.
<< Dobbiamo affrontarla. Distruggere l’Organizzazione prima che possa far del male ad altre persone. Noi siamo speciali e siamo gli unici in grado di fermarla! >> spiegò Altair continuando a spostare il suo sguardo da un “fratello” all’altro. Mentre ascoltava il discorso del suo amico, Paolo osservava silenzioso gli altri ragazzi.
Ognuno di loro aveva poteri incredibili. Altair, per esempio, aveva il dono di trasformarsi in ogni animale esistente e anche in creature estinte: il suo nome da esperimento era Egea . Antares, alias Cat, un ragazzo appena diventato maggiorenne poteva sfruttare il potere della clorofilla per animare le piante e creare liane spinose avvelenate dalle sue mani: da poco era passato al livello 3. Vi erano anche ragazze oltre a Rosemary. Alcor e Mizar, due sorelle gemelle che avevano il potere dell’acqua e del gelo. Unendoli, potevano creare vere e proprie tempeste di ghiaccio. Ogni esperimento aveva il proprio potere ma gli unici che appartenevano al terzo livello da tempo erano Paolo, Altair e Alma e venivano soprannominati “Le Tre Morti”.
<< Sanno già che siamo qui. Dobbiamo allontanarci. Troppe persone sono a rischio >> disse preoccupata Mizar. Alma rispose con una tranquillità mai avuta prima.
<< Non dobbiamo preoccuparci della folla. Anzi forse la soluzione migliore è quella di attaccare quando meno se l’aspettano >>. Non tutti furono d’accordo.
<< Troppa gente è morta per colpa nostra >> disse Antares abbassando lo sguardo.
<< Questo è vero >> rispose Altair
<< Ma Alma ha ragione. Dobbiamo sfruttare l’effetto sorpresa e penso sia giusto attaccare quando meno se l’aspettano >>.
Qualcuno non condivideva l’idea. Il gruppo pareva diviso in due fazioni. Da una parte vi erano coloro che pensavano fosse giusto scontrarsi con l’Organizzazione il prima possibile e dall’altra chi pensava fosse meglio allontanarsi dal paese guadagnando tempo per organizzarsi nel migliore dei modi. Inoltre Paolo sollevò un’ulteriore questione. Dove si erano cacciati i diciotto esperimenti non presenti? Il suo messaggio telepatico venne inviato a tutti i “fratelli”. Come spiegare dunque la loro assenza?
<< Arriveranno >> disse fiduciosa Mizar tenendo per mano sua sorella. Sebbene gemelle, era possibile distinguerle per una differenza particolare: Alcor aveva gli occhi color nocciola ed i capelli rossi mentre Mizar il contrario, capelli castani e occhi sul rosso.
<< Per ora rimaniamo qui ma credo che la cosa migliore sia controllare il paese per scoprire i movimenti del
nemico >> consigliò Antares guardando gli altri. Tutti furono d’accordo e Altair decise di offrirsi volontario: chi meglio di lui poteva confondersi tra la folla?
Si tramutò in un’aquila e silenziosamente planò sulla piazza in cerca di indizi. Gli altri rimasero nascosti sul tetto della torre.
Altair si nascose in un vicolo e in pochi secondi si trasformò nuovamente, questa volta in un gatto bianco dagli occhi azzurri. “Per ora non ci sono novità” disse telepaticamente ai suoi “fratelli”.
C’era tensione nel gruppo. Sapevano di avere una potenza elevata essendo tutti uniti ma l’Organizzazione era ben preparata e di certo non si sarebbe fatta cogliere di sorpresa nonostante la recente sconfitta. Dopotutto aveva creato i poteri dei ragazzi e sicuramente non si sarebbe arresa così facilmente.
L’esperimento dalle sembianze feline si diresse verso la centrale elettrica appena fuori dal paese. Gli agenti sapevano che alcuni esperimenti traevano forza dall’elettricità e dalla luce. Avrebbero difeso ad ogni costo la centrale privando così una delle fonti di nutrimento più importanti.
Altair si arrampicò sulla parete della centrale, attraversò il tetto e giunse sul retro dove rimase senza parole: “E’ alla centrale elettrica. Ripeto la base dell’organizzazione è alla centrale elettrica”. Paolo con la mente gli rispose: “Com’è la situazione?”. L’amico esitò prima di dire che la situazione era più grave di quanto immaginavano.
I ragazzi cominciarono a stilare un piano per mettere in difficoltà il nemico ancora prima che questo cominciasse a muoversi. Decisero quindi di scendere dalla torre e mischiarsi con la folla che ignara di ciò che sarebbe accaduto, festeggiava serenamente. Mentre il gruppo si muoveva il più rapidamente possibile, Paolo non poteva fare a meno di pensare al futuro di ognuno di loro. Quella notte dovevano assolutamente vincere e sconfiggere l’Organizzazione Omega. In caso contrario, sarebbero tornati cavie da laboratorio per tutta la vita. Non doveva succedere.
Il gruppo si arrampicò sul tetto della casa più vicina alla centrale elettrica. Quando Altair raggiunse gli altri con le sembianze di un corvo, Alcor usò i suoi poteri trasformando il suo corpo in acqua. Una volta fatto, si diresse alla centrale, scivolando sulla parete del palazzo. Furono momenti di tensione tra i componenti del gruppo. “La situazione è grave” disse la ragazza “Ci sono esoscheletri d’assalto e almeno una decina di super corazzati”. Altair guardò i suoi “fratelli”; poi rispose di andare a colpire i circuiti elettrici di ogni singolo mezzo. La pozza d’acqua cominciò il suo lavoro ma si interruppe subito. Qualcosa la stava risucchiando fuori dal mezzo corazzato che voleva mettere KO. Improvvisamente sentì le cellule del suo corpo aggregarsi lentamente.
<< Ma che diavolo sta facendo? >> chiese infuriata la gemella. Alcor si ritrovò umana senza spiegazioni.
<< I miei poteri! Non li ho più! >> disse guardandosi le mani preoccupata.
<< Quasi esatto ragazzina! >> disse un agente alle sue spalle dopo aver usato il fucile speciale. Un altro agente le sparò un dardo narcotizzante. Mizar voleva raggiungerla ma venne fermata da Alma che con la testa fece cenno di no. Far saltare la copertura sarebbe stato fatale.
<< Era una trappola >> disse a bassa voce Antares. Altair si trasformò nuovamente in un aquila bianca e prese il volo.
<< Dove vai? >> chiese Paolo sorpreso. Il rapace, oltrepassò le nubi basse presenti quella sera ma fu colto di sorpresa. Un squadriglia di elicotteri e aerei a decollo verticale stavano aspettando il segnale per attaccare. La copertura nemica saltò grazie ad Altair. “E’ un’imboscata, è un’imboscata” urlò spaventato. I cannoni degli elicotteri si mossero in direzione dell’esperimento. Lui si trasformò in un corvo per ridurre le dimensioni, ma non fu abbastanza veloce. I proiettili speciali lo colpirono e in pochi secondi tornò alla forma umana precipitando.
<< No! >> urlò Paolo spiccando il volo verso l’amico in difficoltà. La copertura saltò. In pochi secondi l’apparente silenzio venne spezzato dalle urla di carica degli esperimenti. La battaglia cominciò così, come nessuno se lo sarebbe mai aspettato.
Mizar colpì con schegge di ghiaccio l’agente che aveva catturato sua sorella. Alma era partita all’attacco con una velocità impressionante. Finalmente poteva dar sfogo alla sua malvagità senza pensieri. Vi era davvero un’infinità di agenti e non sapeva nemmeno lei da che parte cominciare. “Rosy, tieni sotto controllo gli aerei!” disse telepaticamente Paolo. “Ci stanno attaccando da ogni direzione!” esclamò col pensiero Antares guardandosi attorno. Gli esperimenti del primo livello, intanto, si stavano dedicando alla distruzione degli esoscheletri ma il loro potere, essendo limitato, durò pochi minuti. Quelli invece appartenenti al secondo livello, erano più avvantaggiati e assieme ai “fratelli” più potenti, volavano senza sosta colpendo più nemici possibile. Gli agenti cadevano come mosche, pareva fin troppo semplice e Paolo se ne accorse “Qualcosa non va! Non sembrano voler combattere come fanno di solito” pensò.
Proprio mentre stava comunicando telepaticamente il suo dubbio, il ragazzo venne colpito alle spalle da un missile lanciato da un elicottero. L’arma però non era speciale, serviva solo a stordire l’esperimento e ci riuscì. Alma guardò il suo amico cadere violentemente a terra. Dopo aver distrutto due elicotteri e ucciso cinque agenti provvisti dello zaino propulsore, si diresse verso di lui.
Il ragazzo si rialzò appena in tempo per constatare la situazione. Dieci esoscheletri da battaglia alti più di due metri lo circondavano col l’arma puntata su di lui. Alma atterrò dandogli le spalle.
<< Cinque a te e cinque a me >> disse con lo sguardo concentrato sul nemico.
<< No Rosy! Lasciali a me! >> disse lui alzando le braccia come se volesse proteggere la sua amica. Quest’ultima capì le sue reali intenzioni. << Giù! >> urlò il ragazzo. Alma obbedì e Paolo fece uscire il laser dalle sue mani. Due esoscheletri, uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra esplosero. Il ragazzo fece un giro completo su se stesso con le braccia tese tagliando a metà i rimanenti nemici di metallo senza dar nemmeno il tempo di una risposta. Alma percorse vari metri controllando i nemici abbattuti.
<< Accidenti Doi, niente male! >>.
La battaglia continuava senza sosta e, cosa più sorprendente, avveniva tutto all’insaputa dei turisti che a poche centinaia di metri continuavano a godersi la festa. I lampi delle esplosioni venivano scambiati per fulmini di un temporale. Paolo e Alma raggiunsero i loro “fratelli” impegnati nello scontro aereo. Due jet militari neri col logo dell’Organizzazione sulle ali, li stava attaccando alle loro spalle. Alma cominciò a lanciare sfere elettriche che colpirono il muso dell’aereo ma non accadde nulla. Paolo si fermò improvvisamente facendosi superare dal jet, poi prese un lungo respiro e lanciò un raggio laser che tagliò in due parti il velivolo. Alma seguì il suo stesso stratagemma e una volta dietro al nemico, si agganciò al post-bruciatore. Il pilota diede gas a tutta manetta credendo di aver bruciato così l’esperimento. Alma invece creò un fulmine all’interno della turbina. Il resto fu prevedibile. L’aereo non rispondeva più ai comandi ed il pilota si lanciò col paracadute ma la ragazza non ebbe pietà col nemico. Durante la caduta libera, lo raggiunse. Ci fu un duello tra i due. Il pilota cercava di liberarsi ma fu invano. Alma lo lasciò andare solo quando riuscì a strappargli il paracadute di dosso. Gli aerei e gli elicotteri rimanenti puntarono verso l’alto come se volessero fuggire ed i ragazzi ne approfittarono per prendere fiato. Fu così che si riunirono di fronte alla centrale elettrica. Alcor e Altair avevano riacquistato i loro poteri ma ancora erano storditi dal colpo subìto a differenza di Alma e gli altri che non parevano particolarmente provati dalla battaglia.
<< Di sicuro si staranno organizzando. Non è il momento di abbassare la guardia >> disse Paolo guardandosi attorno. Tutti furono d’accordo nel tenere gli occhi aperti per un eventuale attacco del nemico. Ma la compagnia di esperimenti venne distratta da qualcosa che stava precipitando dal cielo: si prepararono per il proseguimento della battaglia.
Un forte segnale elettrico arrivò al cervello dei ragazzi; proveniva dalla piazza principale del paese.
Alma, Altair e Paolo si scambiarono uno sguardo. L’Organizzazione pareva essere scomparsa per il momento e ne approfittarono per capire meglio cos’altro stava accadendo.
La folla di turisti occupava la via principale del paese.
<< Pensi anche tu a quello che penso io? >> chiese Altair speranzoso. Paolo rispose che l’unico modo per capire se erano arrivati i rinforzi fu di verificare. La Piazza dei Vicari ospitava i giochi medievali. Colori sgargianti rappresentavano i vari paesi della contrada e per un attimo persino loro vennero distratti dalla festa. Il segnale elettrico sparì all’improvviso lasciando disorientati per un attimo i tre amici. Quando Altair si guardò le spalle, rimase felicemente sorpreso.
<< Umbriel! >>. 

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Capitolo 7
*** Alma ***


Alma
 
I rinforzi finalmente erano arrivati. Il gruppo ritardatario, era guidato dal ventenne Umbriel, un ragazzo vivace e spigliato. Era l’opposto di Alma in quanto subiva gli esperimenti dell’Organizzazione senza ribellarsi: non c’era da stupirsi se i due non andavano per niente d’accordo. Ma non questa volta. La forza di coesione era più che necessaria per vincere. Fu così che venne del tutto naturale mettere da parte i vecchi rancori. Altair abbracciò l’amico.
<< Sei arrivato giusto in tempo fratello! >>.
Gli altri esperimenti saltarono fuori dalla folla uno ad uno.
<< Ragazzi, che gioia rivedervi >> esclamò Paolo tutto contento.
<< Non sai quanto sia felice io >> disse una voce famigliare alle spalle.
I tre amici rimasero impietriti. Sebbene non sentissero quella voce da molto tempo, non se l’erano di certo dimenticata. Quando si voltarono, rimasero in silenzio e guardarono lui, il nemico numero uno: Nathan Evans. Indossava una corazza nera super leggera mentre le sue braccia trattenevano l’ultima sua invenzione: un fucile ad impulsi che era in grado di sbriciolare la barriera protettiva di qualsiasi esperimento. Infine i suoi occhi erano celati da un visore ottico speciale, capace di leggere il livello di potere in modo preciso. Il capo dell’Organizzazione Omega era felice di aver trovato le sue cavie.
<< Tre. Ti trovo in forma >> disse ridendo compiaciuto. Paolo non rispose. Nathan era solito chiamare i ragazzi col loro numero di esperimento cosa che di certo non faceva piacere a nessuno di loro. Poi il suo sguardo si spostò su di lei.
<< Due, bel taglio di capelli >> Lei non rispose ma i suoi occhi divennero bianchi lucenti e guidata dall’istinto si catapultò su di lui ma venne fermata da Paolo.
<< Cosa non ti è chiaro del concetto di libertà? Noi non torniamo con te >> disse Altair con fare deciso.
<< Non puoi obbligarci. Il tuo esercito sta avendo la peggio.
I nostri fratelli ti hanno sconfitto >> spiegò Paolo tenendo per mano la sua amica. Il capo dell’Organizzazione sorrise.
<< Ti sbagli. Avete sconfitto il mio esercito di soldati. Ma bisogna vedere se sarete in grado di sconfiggere loro >>.
Confusi, i tre amici si scambiarono uno sguardo; non capirono a chi stava alludendo.
Umbriel era a braccia conserte.
<< Quando l’SSI ci liberò dall’Organizzazione Omega, mi sentii mancare la terra sotto i piedi. Non ho mai visto gli esperimenti come torture fini a se stesse ma come una possibile evoluzione umana. Per la scienza venivamo visti come aspiranti dei! >>.
Paolo non poté credere alle proprie orecchie.
<< Ti sbagli! Per l’Organizzazione venivamo visti come semplici cavie. Ci hanno trasformato in mostri e chissà cos’altro avremmo subìto! >>.
Alma si rese conto che la situazione stava prendendo una piega inaspettata: decise quindi di avvisare telepaticamente gli altri esperimenti cercando di far schermare al nemico il messaggio.
<< Per dare un senso alla nostra vita, dobbiamo rimanere uniti e continuare a seguire il programma dell’Organizzazione >> concluse Umbriel. Paolo rispose prontamente dicendo che non sarebbe mai tornato con loro, tanto meno si sarebbe sottoposto nuovamente ad altre sofferenze gratuite.
Il Comandante dell’Organizzazione fece cenno col capo ad Umbriel. Quest’ultimo sbatté le mani rapidamente creando onde d’urto ad alta frequenza. Paolo e i suoi amici si difesero usando il loro campo magnetico mentre la folla impaurita cominciò a scappare in ogni direzione. Fu terribile aver realizzato che il nuovo nemico era uno di loro, un esperimento che conoscevano da anni.
Umbriel ed i suoi alleati partirono all’attacco. Alma e Altair rimasero a guardare il loro amico cercando di capire come reagire. Improvvisamente, dal terreno della piazza sbucarono liane che parevano tentacoli: fu così che sopraggiunse il resto del gruppo guidato da Antares. Paolo ringraziò sebbene il suo amico non fu del tutto contento.
<< Credimi avrei preferito non farlo. Sono fratelli come noi >>. Alma non perse tempo e decise di intervenire con una scarica di fulmini colpendo gli esperimenti intrappolati dalle liane. La battaglia però era ben lontana dall’essere conclusa. Umbriel lasciò tutti senza parole dopo essersi liberato tramite un raggio laser proveniente dalla sua bocca.
<< Non fare quella faccia Paolo. Come vedi non si tratta solo di evoluzione umana >>. Fu una tragica scoperta sapere che Umbriel non possedeva soltanto il suo potere ma anche tutti quelli appartenenti ai 33 esperimenti.
<< Un evoluzione dell’esperimento stesso. Dio mio >> disse Altair non credendo a ciò che stava vedendo.
La situazione si stava complicando. Paolo non voleva combattere contro un esperimento, contro un “fratello”. Dal punto di vista psicologico era del tutto bloccato. Umbriel approfittò dell’evidente stato di confusione mentale per colpire. Il suo raggio laser venne però deviato dalla barriera di protezione creata da tutti gli altri esperimenti giunti appena in tempo.
La piazza era divisa in due parti. Alma, Altair, Paolo e Antares osservavano senza muovere un muscolo. Di fronte a loro, il comandante Nathan Evans affiancato dal suo nuovo pupillo Umbriel capeggiavano gli esperimenti ribelli. Tutti erano fermi e concentrati in attesa di un possibile mossa dell’avversario. Quando l’orologio della Torre dei Vicari cominciò a suonare, la piazza si trasformò e da un silenzio surreale si passò alla battaglia conclusiva.
Alma prese la rincorsa catapultandosi sul suo nemico giurato: Nathan. Le liane di Antares presero alla sprovvista gli esperimenti ribelli che non si aspettavano un attacco alle loro spalle mentre nello stesso momento Umbriel puntò su Paolo. Esperimenti contro esperimenti: non era mai accaduto.
I pochi sopravvissuti dell’Organizzazione Omega tentarono un attacco dall’alto grazie ai loro zaini a propulsione. L’ennesimo campo magnetico rese vano il tentativo degli agenti che però riuscirono a risalire alla fonte di chi l’aveva creato. Altair era furioso. Mai avrebbe immaginato di vedere i propri fratelli combattere tra di loro. Gli agenti lo tennero sotto tiro ma per una volta, mise da parte il suo carattere pacato e decise che era giunto il momento di reagire con fermezza. Si trasformò in una creatura immensa e mai vista prima, tanto che gli agenti rimasero pietrificati nel vedere un tirannosauro di fronte a loro. Rapidamente accesero gli zaini a propulsione spiccando il volo.
<< Questa volta non vi lascio andare >> disse il dinosauro più furioso che mai. Lentamente Altair si trasformò in qualcosa di ancora più mostruoso, qualcosa che mai aveva immaginato di tramutarsi prima. In piazza si materializzò un immenso drago bianco dalle ali azzurre lucenti. Le gemelle sfruttarono l’occasione sapendo di poter essere utili e prima che l’animale spiccasse il volo per inseguire il nemico, si aggrapparono alle sue zampe. Umbriel intanto era riuscito col potere psichico a staccare i massicci pali che fino a poco tempo prima venivano usati per il gioco della cuccagna. Alma pensò a come poter rispondere e nel farlo, il suo sguardo si posò sull’orologio della torre che stava dando il dodicesimo ed ultimo rintocco.
Staccò le enormi lancette di metallo e col proprio potere telecinetico le posizionò sopra di sé. I pali di legno partirono improvvisamente come lance giganti verso il bersaglio. Le lancette rotearono nell’aria ad una velocità folle, come facenti parte di un orologio impazzito. Lo spostamento d’aria alzò un polverone tanto da disorientare tutti i presenti. Quando i pali vennero distrutti dall’arma difensiva di Alma, centinaia di schegge di legno colpirono esperimenti ed agenti. Paolo si diresse verso i suoi “fratelli” feriti per prestare soccorso mentre Alma lanciò un attacco elettrico verso l’esperimento ribelle. La barriera difensiva non resistette molto ma Umbriel lo sapeva. Serviva solo a distrarre la ragazza. La canna di un fucile a propulsione le stava puntando la tempia a pochi metri. Nathan Evans sparò ma fu invano. Persino un proiettile fatto dell’elemento più resistente al mondo non scalfì la barriera energetica di Alma. Rimbalzò e tornò indietro sfiorando il viso del Comandante e bucando la parete del Palazzo dei Vicari. Sembrava impossibile distruggere quella ragazza. Il proiettile però aveva fatto una vittima perché nella sua traiettoria vi era un esperimento che in quel momento era distratto dal soccorrere i propri “fratelli”.
Paolo era stato colpito.
Alma corse subito in suo aiuto e subito cercò di curarlo. La potenza del proiettile aveva provocato un buco enorme all’addome del ragazzo che sofferente provava a respirare con l’unico polmone rimastogli.
<< Paolo! >> disse la ragazza mentre gli accarezzava il viso. Lui tentò un sorriso e provò a parlare. << Non permettere che l’Organizzazione abbia la meglio su di noi. Fermali! >>.
Per la prima volta, lacrime caddero dal volto di lei.
<> disse con voce tremolante. Con le ultime forze rimaste, Paolo prese il viso di lei e la baciò.
<< Fermali. Fallo per i nostri “fratelli”. Fallo per.. >>. La sua voce si spezzò mentre esalò l’ultimo respiro.
Alma rimase immobile guardando gli occhi del ragazzo sbarrati su di lei. Fu un incubo.
<< Vieni con noi e tutto questo finirà >> disse Nathan convinto. Lei si alzò e, voltandosi, mostrò il viso segnato dal pianto.
<< Tu sei stata creata per essere l’arma definitiva. E’ il tuo destino >> concluse il comandante.
Gli occhi di Alma cominciarono a brillare.
<< Hai ragione. Sono stata creata per essere l’arma definitiva e sai una cosa? Non ti deluderò >> si alzò in volo cominciando a liberare la sua energia.
<< Hai solo fatto male i conti Nathan. Sono l’arma definitiva contro di voi! >>. Dentro di sé qualcosa prese vita. Un’onda d’urto esplose dal suo corpo creando una sfera di energia incredibile.
La ragazza utilizzò il suo potere per teletrasportare tutti gli esperimenti, feriti e non, sulla groppa di Altair che con le sembianze da drago, stava ancora combattendo sopra i cieli del paese.
“Non lo fare!” disse lui telepaticamente.
Non vi fu risposta.
La sfera stava inghiottendo l’intera piazza del paese. Umbriel urlò ai fratelli ribelli di mettersi in salvo. Nathan fissava il suo visore ottico rimanendo allibito da ciò che stava leggendo: Livello 4.
<< Tenetevi forte >> urlò Altair ai propri fratelli. Sbatté le ali violentemente aumentando la sua velocità in modo vertiginoso: dovevano assolutamente fuggire da quell’inferno.
<< Comandante andiamo via! >> disse preso dal panico Umbriel.
Livello 5.
I palazzi cominciarono a sgretolarsi mentre al centro della piazza si aprì una voragine che lentamente inghiottiva ogni cosa. Nathan si tolse il visore ottico. Scappare era inutile.
Alma continuava a liberare energia sempre più rapidamente. Fulmini devastanti nascevano dal suo corpo: alcuni colpirono gli esperimenti ribelli disintegrandoli, altri raggiunsero gli ultimi aerei ed elicotteri dell’Organizzazione.
Umbriel cercò di raggiungere Nathan Evans per portarlo in salvo. Un fulmine lo colpì tagliandolo in due. Il comandante si girò e rimase a guardare Alma per l’ultima volta.
<< Non mi hai deluso >>. Una scarica elettrica entro nel suo corpo cominciando a bruciarlo vivo. Non ebbe il tempo di urlare che la sua bocca si staccò. Il suo corpo si sciolse lentamente.
Livello 6.
L’intero paese di Scarperia era ridotto in macerie.
L’opera di devastazione continuava e la sfera energetica si ampliava lentamente come se non avesse fretta di distruggere ciò che incontrava. Alma sentiva che alcuni agenti erano ancora vivi e stavano scappando. Sorrise compiaciuta, sapendo bene cosa stava per accadere e volgendo lo sguardo al cielo continuò a liberare la sua energia.
Fu una frazione di secondo. Fu un attimo. Per un istante il tempo pareva essersi fermato.
In quel momento, Alma ebbe un sussulto. Qualcosa d’inaspettato e misterioso fece sentire la sua presenza dentro di lei. L’aveva sempre attribuito alla scintilla che precedeva l’inizio di ogni suo attacco elettrico e psichico. Si sbagliò.
Gli occhi si aprirono e la sfera di energia esplose improvvisamente, illuminando il cielo di un colore azzurro elettrico. L’onda d’urto spostò le nuvole in una frazione di secondo e cominciò ad espandersi a perdita d’occhio. Raggiunse Altair e gli altri esperimenti in breve tempo e proseguì la sua marcia distruttrice vaporizzando il lago artificiale della valle.
Pareva inarrestabile e ben presto si perse all’orizzonte.

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Capitolo 8
*** Vivere ***


Vivere
 
Passarono mesi da quello che il mondo intero riconobbe come “Evento Infernale”. Una piccola cometa colpì la regione del Mugello distruggendo un area dal diametro di 150km, pari a tutta la regione.
La forza distruttiva fu 25 volte la bomba atomica di Hiroshima.
Le comunità scientifiche di tutto il mondo cercarono di capire come fu possibile una distruzione totale solo a livello artificiale. Case, strade, ponti e città vennero spazzate via in pochi secondi ma gli esseri viventi e la natura rimasero illesi.
Ci fu un’eccezione che aveva dell’incredibile.
La regione interessata all’evento, ospitava 4milioni di abitanti ma le uniche vittime furono trovate sotto le macerie del paese di Scarperia dove vennero trovati un centinaio di corpi bruciati.
Tutte le emittenti radiofoniche e televisive continuavano ogni giorno a parlare di questo evento sebbene la verità sarebbe rimasta sepolta per sempre.
 
Vi era gran fermento in casa. C’era chi aiutava a cucinare, chi apparecchiava e chi invece riposava sul divano dopo aver fatto ore ed ore di viaggio. Quando suonarono alla porta, la festeggiata si precipitò ad aprire. Le gemelle Alcor e Mizar entrarono sorridendo e felici abbracciarono Rosemary. Poi andarono a salutare gli altri invitati.
C’erano tutti: la festa poté cominciare.
Era la prima volta che si riunivano dopo la distruzione dell’Organizzazione Omega: fu un’altra vita, una vita migliore ma paradossalmente, la notte che cambiò ognuno di loro non fu mai argomento di conversazione.
Mentre la cena proseguiva come da programma, molti complimenti vennero fatti al la cuoca di casa, Rosemary e alle gemelle che la aiutarono. Cibo buono e amici veri: una serata che avrebbe lasciato il segno in ognuno di loro.
Il trambusto tipico di una cena tra amici venne interrotto improvvisamente.
<< Vorrei brindare >> disse Altair alzandosi in piedi.
<< A voi fratelli. Insieme siamo riusciti ad eliminare una volta per tutte il nemico. Non ci saranno altre vittime, né altre scomparse di bambini. Ci siamo dati una seconda opportunità ed è per questo che dal profondo del cuore vi ringrazio. Vi amo! >>.
I presenti risero dicendo di aver esagerato con le ultime due parole ma poi anche loro si alzarono in piedi e brindarono.
<< Brindiamo anche a chi non è presente tra noi, a quelle persone che hanno scelto una strada diversa, a quelle persone che abbiamo amato e che non ci sono più >> aggiunse Antares con voce delicata. Questa volta l’enfasi fu meno evidente.
Sebbene la decisione di schierarsi col nemico fu una scelta del tutto volontaria, i sopravvissuti continuarono a riconoscere gli esperimenti ribelli come veri e propri “fratelli”.
L’atmosfera era cambiata ed un velo di tristezza aleggiò nell’aria. Ma furono pochi secondi. Poi tutto cambiò improvvisamente.
<< Si sta muovendo! Si muove! >> disse Rosemary euforica. Tutti la guardarono compiaciuti mentre subito le ragazze chiedevano di poter toccare la sua pancia. Fu in quel momento che la porta di casa si aprì.
<< Scusate il ritardo! >>.
Tutti si alzarono felicissimi di vederlo. Ci fu uno scambio di baci e abbracci poi il ragazzo baciò la sua compagna di vita e di nuovo l’atmosfera cambiò.
Felicità.
Fu questo il sentimento dominante in quella casa.
Il passato sarebbe rimasto nei loro cuori come monito per il futuro. Niente doveva essere dimenticato. Stavano vivendo una nuova vita, una vera vita ed erano consapevoli di fare parte di un mondo che li riconosceva come persone comuni, come avevano sempre desiderato.
Semplici ragazzi e ragazze.
Semplici esseri umani.
 
 
 
 

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