Gelosia fraterna -Entropia- di Violetta_ (/viewuser.php?uid=45478)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 -Piccoli problemi governativi- ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 -Quando il gatto non c'è...- ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 -Ladre e fiori- ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 -Importati decisioni e leggende- ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 -Sguardi celati, finzioni forzate e marionette- ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 -Nevicata in piena estate- ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 -Kekkon- ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 -Vetri rotti- ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 -Omiai- ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 -Brutte convivenze- ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 -Compiti ingrati- ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 -Diplomazia- ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 -Intanto a Konoha...- ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 -Chirashi-zushi- ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 -Trasferimenti, pranzi poco appetibili e furti- ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 -Ane-san- ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17-Shimbashi- ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 -Chōshoku - ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 -Un amore di ragazza- ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 -Yuinō- ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21-Neko hat- ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 -Piccoli cambiamenti- ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23-Discussioni poco allegre- ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 -Zombie- ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25-Kumadori- ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 -Nise no kibō- ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 -Ospiti- ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 -Lite- ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 -Cena passivo-aggressiva- ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 -Rivelazioni- ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 -Visita al mercato - ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 - Una giornata da dimenticare- ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 - Offerte di pace - ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 -Addio al celibato?- ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 -Il giorno delle nozze- ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 -Shikiten - ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 -In trappola- ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 -Il sigillo- ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 -Decisioni per il futuro- ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 - Sorelle e fratelli gelosi - ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 -Piccoli problemi governativi- ***
Gelosia
fraterna
-Entropia-
“L'equilibrio
è uno stato fisico
di
un sistema nel quale non
intervengono
cambiamenti
se
non per cause esterne.”
Ma,
si sa, l'universo è costantemente tendente al disordine e le
condizioni di staticità non durano per sempre.
Soprattutto
in un mondo popolato da ninja.
*
<<
Kankuro potresti venire nel mio ufficio? >>
Il
fratello maggiore del Kazekage era piegato sulla sua scrivania, non
portava il cappello, soltanto il trucco e una mascherina medica sulla
faccia.
<<
Si solo un momento, devo sigillare questo veleno, se no rischio di
infettare tutto il palazzo >>
<<
Wakatta >>
Pochi
minuti dopo.
<<
Eccomi, di che volevi parlarmi? >>
<<
Ti affido una missione di livello A. Devi andare a Iwa, lo Tsuchikage
deve portarmi dei documenti urgenti >>
Dopo
la fine della quarta grande guerra ninja c'era stato un lungo periodo
di pace: anni in cui tutti i villaggi avevano provveduto a
ripristinare i loro equilibri e le varie popolazioni avevano pian
piano trovato il modo di tornare alla normalità.
Verso
la fine di questo periodo i cinque Daimyo più potenti guardando la
geografia delle cinque grandi terre si erano accorti che nel
susseguirsi degli anni si erano formate parecchie zone neutre,
territori, anche molto vasti, privi di una qualsiasi giurisdizione o
al massimo occupati da due o tre piccoli villaggi. Da allora erano
cominciate parecchie discussioni a tavolino per decidere chi doveva
impadronirsi di quei luoghi.
Nella
loro ultima riunione si erano agitate le acque, tanto che il Daimyo
del fuoco e quello del vento avevano minacciato di ricorrere alla
forza militare.
Sfortunatamente
per loro Konoha aveva appena nominato il loro settimo Hokage che
appena sentita la parola “guerra” si era alzato in piedi come un
ossesso cominciando a sproloquiare cose come “Ma siete imbecilli?
Siamo appena usciti da una guerra!” oppure “Io una guerra contro
il mio amico Gaara-kun non la faccio nemmeno sotto tortura” l'amico
in questione intanto l'aveva preso per le spalle cercando di farlo
sedere e gli sussurrava all'orecchio di calmarsi poiché si trovava
dinnanzi ai suoi colleghi Kage e ai nobili Daimyo, non da Teuchi
insieme a Rock lee e Kiba.
In
questo delizioso quadretto che vedeva: il completo stato cianotico
delle guardie del corpo dei Kage, soprattutto di Sakura e Shikamaru,
i Daimyo completamente disgustati dalla reazione del ragazzo, la
Mizukage e lo Tzukikage che a stento trattenevano le risate e il
Raikage in perfetta posa facepalm, Gaara ne approfittò per proporre
una suddivisione delle suddette terre.
Prima
di tutto si doveva tener conto dei piccoli villaggi, si doveva avere
il pieno rispetto degli abitanti che magari non avevano alcuna
intenzione di identificarsi con uno o l'altro paese, in secondo luogo
il paese doveva confinare col suddetto territorio, se questi due
aspetti fossero stati positivi, allora si sarebbe proceduto alla
divisione del territorio in parti uguali.
Il
Daimyo del paese dell'acqua ebbe di che lamentarsi, poiché il suo
territorio non confinava con nessuna delle terre, ma si provvedette a
farlo tacere dandogli il pieno controllo delle isole di Nagi e delle
acque confinanti.
Alla
fine tutti i daimyo furono d'accordo, e “concessero” ai cinque
Kage di occuparsi dell'intera operazione di espansione, loro
avrebbero controllato i risultati periodicamente.
Tutto
ciò accedeva tre mesi prima.
Adesso
il Kazekage e lo Tsukikage stavano studiando Hana
no
Kuni,
il paese dei fiori, in modo da poterselo dividere equamente.
Il
paese in questione si trovava infatti esattamente tra Kaze no Kuni
e Tsuchi
no Kuni.
<<
Le trattative stanno andando a rilento, pare che la gente di Iwa,
soprattutto i più anziani, siano affezionati a questo territorio,
alcuni villaggi erano sedi di templi e sculture sacre >>
<<
Perché non glielo cedi allora? Hai paura di perdere la faccia?*
>>
Gaara
alzò la testa osservando il fratello.
<<
Non è solo una questione di faccia, quel paese ha una varietà
incredibile di piante e fiori, e a quanto pare c'è anche la presenza
di diamanti e metalli preziosi, se riesco a prendere buona parte del
territorio il villaggio ne sarà avvantaggiato in ricchezza ed erbe
mediche >>
<<
Ti ricordo che il territorio farà parte del paese del vento, non di
Suna >>
<<
I Daimyo hanno promesso dei compensi extra e delle basi militari per
ogni ettaro conquistato >>
<<
Ma non dovevano essere divisi in parti uguali? >>
Gaara
assunse un'espressione ambigua.
<<
Diciamo che i punti principali sono più che altro delle “linee
guida” >>
Kankuro
non poté fare a meno di mostrare delusione: nonostante tutti i
propositi di uguaglianza e di collaborazione alla fine i ninja,
tutti, dal primo all'ultimo, erano soggetti alle leggi della politica
e dell'economia.
<<
Furbi questi bastardi >>
<<
Porta rispetto >>
<<
Scusa >>
---
*Per i giapponesi la “perdita della faccia” ovvero la perdita
di
prestigio e credibilità è considerata una delle più grandi
vergogne
***
Angolo dell'autrice.
Salve a tutti, spero che questo
primo capitolo vi sia piaciuto.
Vi dico subito che sto
attravarsando un periodo di blocco. In tutto.
Dunque questa ff ha un significato particolare perchè oltre ad essere
un'idea che mi bazicava in testa già da un po' è anche un tentativo di
sblocco, uno sfogo.
Spero di fare un bel lavoro e
soprattutto di essere costante negli aggiornamenti.
Detto ciò vi mando un bacio
grande e spero di sentirvi in tanti.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 2 -Quando il gatto non c'è...- ***
Quando il gatto
non c'è...
<<
Seccatura >>
Lo
stava baciando sul collo, in maniera tutt'altro che dolce.
<<
Seccatura per favore >>
Erano
sdraiati sull'erba vicino una cascata, avevano appena finito di
firmare e catalogare dei documenti per l'Hokage.
Nel
periodo che era trascorso tra la fine della guerra e gli ultimi mesi
il loro rapporto era passato da “bizzarro” a “pseudonormale”
e adesso sembrava star subendo un'ennesima trasformazione.
Tutti
a Konoha erano a conoscenza del fatto, ma i più fingevano di non
farci caso.
A
Suna la situazione era un filino diversa: il Kazekage ed il
marionettista non approvavano Shikamaru.
Lo
“stratega”, “il 200 QI”, “il braccio destro dell'Hokage”
andava anche bene, era “lo scansafatiche” a non andare a genio. E
anche una parte di sincera gelosia che non era un fattore da
sottovalutare.
Dunque
per amor di pace i due manifestavano le loro “effusioni” solo in
posti tranquilli di Konoha.
<<
Shika parto tra un' ora, e francamente non mi accontento di guardare
le nuvole accanto a te >>
<<
Ma ho sonno... >>
Temari
gli morse l'orecchio destro.
<<
Ahi! >>
<<
Crybaby >>
La
ragazza si alzò, troppo orgogliosa per ammettere di essersi offesa.
<<
Ma dai seccatura, vieni qui! >>
Lei
non rispose andando verso il centro di Konoha, nello specifico era
diretta verso una piccola locanda ed una volta raggiunta la meta
ordinò degli onigiri e del sakè.
<<
Ehi sei qua da sola? >>
Temari
alzò gli occhi al cielo, conosceva fin troppo bene quel fastidioso
tono di voce.
<<
Si biondina, sono sola >>
Lei
si sedette al tavolo della padrona del vento che cinguettò un “ma
prego accomodati” con voluta finta dolcezza.
Poco
dopo arrivarono Sakura e Karin, quest'ultima si era ambientata
piuttosto bene al villaggio e, forse per somiglianza di carattere,
aveva instaurato un buon rapporto con la ninja medico.
<<
Ciao ragazze >>
Sakura
si sedette al tavolo con un'aria talmente nera che sembrava voler far
scoppiare l'intero locale.
<<
Io non lo sopporto più >>
Le
altre tre si guardarono negli occhi.
<<
Ma è mai possibile che sia così scemo e cretino? >>
<<
Ma chissà a chi ti riferisci … >> disse Temari sorseggiando
del sakè e facendo ridere le altre due << … che ha combinato
stavolta? >> continuò incuriosita.
<<
Ha deciso che per oggi i documenti da firmare sono finiti. Ci sono le
missioni da consegnare, i conti da mandare ai consiglieri... troppe
cose da fare... >>
<<
Picchialo e fallo lavorare >>
Karin
prese un onigiri dal piatto della Sabaku.
<<
Il mio cuginetto se l'è svignata insieme a Kiba >> disse
sorridendo.
Temari
si alzò dal tavolo.
<<
E' irrecuperabile... beh io devo andare >>
<<
Ma non paghi il conto? >> disse Karin toccandosi gli occhiali
con disappunto.
<<
Pensaci tu, ladra di onigiri >>
Sakura
e Ino scoppiarono a ridere.
*
Arrivata
alle mura del villaggio venne bloccata dal
Kage
Mane no Jutsu.
<<
Ma vuoi rallentare? >>
Lei
roteò gli occhi al cielo bisbigliando appena a denti stretti: <<
Stupido cretino >>
Il
cervo di Konoha le circondò la vita dandole un dolce ed intenso
bacio.
<<
Quando ci rivediamo? >>
Lei
gli mollò un pugno sul braccio.
<<
Alla prossima missione bradipo >>
<<
Sempre delicata... >> disse lui massaggiandosi la spalla.
*
Ci
vollero due giorni per arrivare a Iwa.
Quando
Kankuro entrò nell'ufficio del Kage della roccia notò una gran
confusione: vi era un via vai di ninja, molti di loro tenevano in
mano un grosso plico di carte, altri invece entravano nell'ufficio ma
vedendo l'umore del kage si affrettavano ad effettuare un velocissimo
e disinvolto dietrofront.
<<
Che significa “scappata”? TROVATELA MALEDIZIONE >> Si
massaggiò la schiena borbottando << Questi giovani d'oggi mi
porteranno alla tomba... >>
Sfidando
il caos generale il marionettista fece un rispettoso inchino.
<<
I miei rispetti Tsukikage-sama, sono qui per conto del Kazekage >>
Vi
fu un istante di silenzio seguito da un ritmo meno caotico, ma non
per questo meno veloce, da parte dei ninja della roccia. Abituati
com'erano alla “facciata” non si sarebbero mai perdonati di aver
mostrato ad un rappresentante di un altro villaggio un momento di
disorganizzazione.
<<
Oh si si. Certo lo so >>
Ovviamente
il marionettista aveva capito al volo la situazione, ma fece finta di
nulla avvicinandosi alla scrivania del capo-villaggio e
avvicinandogli un rotolo con un sigillo.
<<
Ecco di documenti >> Disse il Kage borbottando e provvedendo a
sbloccare il sigillo. Controllò velocemente i vari fogli e subito
dopo si rivolse al marionettista.
<<
C'è tutto. Porti i miei più sinceri saluti al Kazekage >>
Kankuro
represse una risata.
<<
Non mancherò >>
Una
volta uscito dal palazzo del kage della roccia si mise immediatamente
sulla strada del ritorno, non aveva motivo per intrattenersi.
*
Verso
sera raggiunse Hana no Kumi.
L'aveva
già vista con la luce del sole ed era rimasto piacevolmente sorpreso
dalla grandissima varietà di erbe e fiori. Aveva già in mente
quanti veleni avrebbe potuto creare con l'utilizzo di tutte quelle
piante, inoltre c'era una fragranza inebriante nell'aria.
Ora
con l'oscurità della notte doveva ammettere di apprezzare
maggiormente quel paesaggio, il profumo si era intensificato e i
raggi lunari sulle piante procuravano una nota di mistero.
Perso
da questi pensieri non si accorse di un kunai che puntava contro di
lui. Venne colpito alla gamba procurandogli una ferita piuttosto
seria.
<<
Accidenti >>
Un
gruppo di ninja lo stava inseguendo.
Purtroppo
con la fine della guerra alcuni ninja si erano ribellati al sistema,
non tutti si erano lasciati il passato alle spalle e di tanto in
tanto cercavano di sabotare l'armonia tra i villaggi.
Erano
un gruppo piuttosto numeroso, non aveva riposato molto in quei giorni
e con la gamba ridotta in quelle condizioni decise che era meglio
darsi alla fuga.
Corse
più che poteva su quella radura fiorita e si diresse verso una
foresta poco lontana.
<<
Maledizione, sta scappando! >>
Saltò
tra un albero e l'altro, e quando trovò il momento propizio liberò
una nube velenosa che gli permise di far perdere le proprie tracce.
*
Gaara
sentì bussare alla porta.
<<
Avanti >>
La
porta si aprì con un gesto veloce e da lì spuntò una ragazza con
in mano un plico di fogli.
<<
Gaara-sama buona sera >>
<<
Ciao Matsuri >>
<<
Ho qui il rapporto di Kankuro, e i consiglieri vorrebbero i bilanci
di questo mese pronti per domani >>
Il
ragazzo annuì, non sembrava molto entusiasta.
Matsuri
poggiò i fogli sulla scrivania e il Kage ne approfittò per avere
notizie del fratello, prese il rapporto e lo lesse velocemente.
<<
Come sta Kankuro-san? >> Matsuri era molto legata al
marionettista, i due erano buoni amici.
<<
Tornerà domani, sembra che la missione sia riuscita >>
La
ragazza sorrise contenta.
<<
Non ho missioni per oggi, vuole una mano con i documenti? >
<<
Hai. Inizia a compilare
questi >> Disse Gaara passandogli un plico di fogli.
Con
un semplice movimento delle dita la ragazza formò una nuvoletta di
sabbia sulla quale sedersi mentre prendeva una penna pronta a
compilare i documenti che le spettavano.
Il tutto sotto gli occhi di un
Kazekage stranamente allegro.
***
Angolo
dell'autrice.
Per chi si stesse domandando a cosa si ispira il titolo, beh sappiate
che ci sono così tanti fattori che ho deciso di non dare spiegazioni.
Siete liberi di dare una vostra libera interpretazione.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 3 -Ladre e fiori- ***
Ladre
e fiori
Kankuro continuò a correre finché non si ritrovò in mezzo
alle rovine di un villaggio.
Notò che in quel luogo il colore bianco dominava su tutto: la maggior
parte delle costruzioni era di colore bianco, persino gli alberi o il
terreno erano ricoperti da fiori del medesimo colore.
Nell'aria c'era un piacevole profumo di gelsomino e la miriade di
lucciole che volavano là intorno davano un tocco quasi magico, etereo.
Incuriosito decise di fare un giro per esplorare la zona, prese il kit
medico e disinfettò la ferita, poi la fascio ben stretta, in modo da
poter camminare più comodamente.
Molte case erano ormai cumuli di sassi, e quelle poche rimaste in piedi
si reggevano appena.
Scavalcò alcune colonne e per poco non scivolò tra i sassi bianchi di
quella che una volta doveva essere un'enorme fontana. Per mantenere
l'equilibrio si era strofinato su un muretto sporcandosi il pantalone
nero, batté due colpi per togliere la polvere in eccesso e tossì per
via di quest'ultima, quando sollevò lo sguardo rimase incantato: di
fronte a se si trovavano i resti di un possente palazzo, dalla forma
sembrava un tempio o la casa di un nobile.
Decise di entrare, facendo attenzione a non scivolare tra le macerie.
L'interno era stupendo: i muri erano bianchi decorati con quadri
raffiguranti cascate, dragoni e splendidi paesaggi, purtroppo alcune
tele erano strappate e ne ne poteva ammirare solo una parte. Salì le
scale a fatica, e più di una volta rischiò di cascare giù.
Le camere da letto un tempo dovevano essere di gran lusso, coi letti a
baldacchino coperti da candide lenzuola di seta, adesso rimanevano
solamente i pilasti per tenere il baldacchino e lenzuola strappate. Lo
scricchiolio sotto ai suoi piedi lo invitò a non proseguire verso i
piani più alti quindi decise di esplorare solo il primo piano. Le
camere come la cucina o la sala per ricevere gli ospiti erano andate
perdute.
L'ultima stanza era un tempio, stranamente questa era l'unica stanza
rimasta intatta. L'interno era estremamente buio, ma si potevano
intravedere i dipinti raffiguranti storie di guerra, e quadri e
statuette dedicate ai Kami.
Kankuro aveva una strana sensazione di inquietudine.
D'un tratto vide uno strano bagliore e decise di andare a vedere, salì
le tre scale del piccolo palco e scostò un drappo rosso.
Tum.
Si ritrovò con la schiena per terra, i polsi erano bloccati al
pavimento da due mani molto forti, sentiva il peso di un'altra persona
che premeva sul suo bacino e sullo stomaco, il fiato gli solleticava il
collo.
<< Chi sei? Che diavolo ci fai qui? >>
Era una ragazza, e dal tono di voce decisamente non amichevole.
Il buio della stanza non gli permetteva di distinguere il viso.
<< Sono un alleato di Iwa, sono stato attaccato e mi sono
ritrovato qui >>
Si sentiva umiliato, steso da una ragazzina e costretto a rispondere
alle sue domande.
Maledetta gamba.
<< Da dove vieni? >>
<< Suna... >>
Se l'avesse scoperto suo fratello probabilmente l'avrebbe retrocesso.
<< Bene “Suna” visto che sei entrato nel mio territorio senza
permesso... >>
La sua mano scivolò sul suo giubbetto, giù giù fino ad arrivare alla
cintura.
<< ...mi prendo questo come risarcimento >>
La ragazza gli sfilò il suo preziosissimo reeve chris, il coltellino
che utilizzava per intagliare i volti delle sue marionette.
Nel farlo aveva lasciato la mano sinistra del ragazzo che adesso la
stava utilizzando per bloccarla a sua volta.
<< Ma nemmeno per idea! >> Urlò indignato il marionettista.
La ragazza saltò di scatto allontanandosi velocemente dal nemico, saltò
agilmente tra i paletti in legno della stanza verso l'uscita.
Kankuro dal canto suo aveva preso ad inseguirla, purtroppo i suoi
movimenti erano limitati dalla ferita alla gamba, e una volta fuori da
quella stanza le rovine lo rallentarono ancora di più.
<< Maledizione >> imprecò mentre scavalcava una colonna
dietro l'altra, rischiando di scivolare tra la polvere e le rocce.
Una volta fuori si rese conto di aver perso le tracce della ragazza.
<< Piccola sgualdrin... >>
La ritrovò poco più avanti, era vicina ad una albero e gli dava le
spalle.
Fece un sorrisino compiaciuto, e lentamente si avvicinò alla sua preda.
Quando fu abbastanza vicino tese le braccia poggiando le mani sul
tronco in modo da circondarla.
<< Eccoti qui ladruncol... >>
Le parole gli morirono in gola.
Lei si era voltata non appena avvertito il pericolo con gli occhi
sgranati per la sorpresa.
Lunghi capelli castani mossi, la pelle diafana che illuminata dalla
luna sembrava risplendere, la bocca rosea e piena.
E quegli occhi.
Grandi, blu e profondi. Brillavano con i raggi lunari.
“Kami! È bellissima” si ritrovò a pensare.
Kankuro ne era certo, era la creatura più bella che avesse mai visto.
Veloce come un felino la ragazza gli bloccò la bocca con le mani e lo
spinse a terra, nel farlo lui avvertì una dolorosa fitta nei pressi
della ferita e gemette chiudendo contemporaneamente gli occhi.
<< Zitto baka! >>
Quando li riaprì si ritrovò il volto a distanza ravvicinata con la
scollatura della ragazza, si maledisse per essersi fatto mettere
nuovamente al tappeto, ma doveva ammettere che la posizione aveva i
suoi pregi.
Sentì il rumore di un gruppo di ninja nei pressi dell'albero, la
ragazza aveva il respiro irregolare e presa dal panico premeva contro
il ragazzo.
Emanava un gradevole profumo dolce di viola selvatica.
Quando il gruppo si allontanò la ragazza si alzò e lo prese per mano.
<< Svelto seguimi >>
Kankuro non era il tipo da ubbidite placidamente agli ordini, Kazekage
a parte, ma preferì seguirla per semplice curiosità.
Lo portò vicino alle rovine di quello che un tempo era un negozio di
giocattoli.
Nel tragitto il ragazzo aveva scrutato il fisico della giovane: era
minuta, le gambe slanciate e agili erano lasciate libere grazie ai
pantaloncini neri dai quali pendeva il coprifronte di Iwa legato a mo'
di cinta, una semplice maglietta viola, lievemente scollata, nascondeva
la vita sottile.
Il ragazzo si sedette sulla rovina di una colonna, il sangue macchiò la
superficie bianca, si era riaperta la ferita.
<< Tu sanguini >> disse la ragazza avvicinandosi a lui.
Poggiò la mano sulla ferita e liberò una piccola dose di chakra.
Kankuro sentì un immediato sollievo.
<< Scommetto che ti stavano dando la caccia per furto >>
Lei si bloccò.
<< Emmm, diciamo che ho fatto una cosa che non dovevo fare, ma
non è furto! >>
Mise un broncio adorabile che fece rallegrare il marionettista.
<< Come ti chiami mister Suna? >>
<< E tu ladruncola? >>
Lei sbuffò divertita, poi gli concesse un piccolo sorriso.
<< Sumire >>
<< Io sono Kankuro >>
*
<< Miai-kekkon? >>
<< Si Temari-sama, riteniamo che il Kazekage debba prender moglie
>>
Temari era appena tornata da Konoha ed era stata convocata dal
consiglio.
Si sarebbe aspettata di tutto, di tutto: da una discussione riguardo la
sua gestione degli impegni come ambasciatrice ad una missione nei paesi
dei ghiacci in bikini.
Ma mai, MAI, si sarebbe aspettato di dover affrontare un argomento del
genere.
<< Ma... da quando è il consiglio a decidere della vita privata
del Kazekage? È una cosa assurda! >> Aveva risposto la ragazza
presa da un moto di gelosia nera.
Una ragazza che si prendeva il suo fratellino e se lo portava via, il
solo pensiero le faceva venire l'orticaria.
<< Se ci riflette, Temari-san, la vita di tutti i Kazekage è
stata decisa insieme al consiglio, in un modo o nell'altro >>
disse cautamente un consigliere, sperando di non risvegliare tristi
ricordi. L'ira di Temari san non era da sottovalutare.
<< Ma c'è qualche motivo specifico? Che senso ha? >>
I consiglieri si guardarono come a volersi confrontare, o quantomeno
come a volersi infondere coraggio a vicenda visto che nessuno sembrava
voler parlare.
Baki era stranito quasi quanto Temari visto che era appena tornato da
una missione di livello B e non era a conoscenza della decisione del
consiglio.
Alla fine Ebizo fece un lungo sospiro ed iniziò a parlare.
<< Come ben sapete il villaggio della sabbia è uno dei villaggi
più antichi delle cinque grandi terre ed è caratterizzato da leggi e da
etichette piuttosto severe. Inoltre il nostro Daimyo è un uomo
decisamente all'antica, e non vede di buon occhio che l'attuale
Kazekage, ex jinchuuriki, ragazzo giovanissimo, stia sempre dentro il
suo ufficio, detenga pochissimi rapporti personali privati e partecipi
solo ad occasioni formali.
Ripeto è un ragazzo molto giovane, per via del suo lavoro deve
convocare molta gente nel suo ufficio, tra cui giovani genin o chunin,
inoltre, durante la sua ultima riunione si è comportato in modo fin
troppo amichevole con l'Hokage. La gente mormora e il signore feudale
ha paura che possano girare cattive voci sul comportamento del giovane
Kage >>
<< A me sembra una follia! Gaara non ha avuto un'infanzia
normale, è del tutto comprensibile che non sia entusiasta all'idea di
“far baldoria con gli amici”. È da ammirare la sua dedizione al lavoro
d'ufficio >> Tentò di resistere dal dire ciò che le stava
passando per la testa ma non ci riuscì << L'Hokage del paese del
fuoco è uno squinternato che si defila da qualsivoglia impegno
d'ufficio, il quinto era una giocatrice d'azzardo alcolizzata, la
Mizukage è notoriamente una di facili costumi. Perchè loro non hanno
alcuna limitazione? >>
Sapeva che con quella frase dimostrava un alto livello di immaturità e
ben poco rispetto, ma ciò era dettato dalla rabbia di una sorella che
cerca di difendere il consanguineo, e poi era in presenza di persone
appartenenti al suo stesso villaggio, tutto sommato se lo poteva
permettere.
<< Perchè i loro Daimyo sono più permissivi, inoltre i loro
villaggi nascosti hanno un passato diverso dal nostro. Konoha è sempre
stato un villaggio con un alto livello di apertura mentale. Kiri dopo
la morte del quarto Mizukage ha subito una profonda mutazione di
pensiero >>
Ebizo-sama stava mostrando una diplomazia invidiabile.
<< È soltanto un suggerimento. Una soluzione da prendere in
considerazione per bloccare i cattivi pensieri >>
<< Come può un matrimonio combinato fermare ipotetici
pettegolezzi e dicerie? >> Temari si alzò in piedi <<
Secondo me bisogna parlare con il Daimyo! Insomma sarà anche la nostra
principale fonte economica, ma non si può i certo permettere di
comandare sulle vite altrui >>
<< Temari-san, le ricordiamo che Suna ha quasi rischiato di
scomparire proprio perché il Daimyo non riponeva più fiducia nel
villaggio. Suo padre ha dovuto ricorrere a metodi estremi per
riconquistare la sua attenzione >>
Suo fratello e l'attacco a Konoha. Conosceva benissimo i “metodi
estremi” che il consigliere stava citando.
<< Perchè mi avete convocata? E come mai non c'è Gaara? >>
<< Riteniamo che debba essere lei a persuadere il Kazekage. Siamo
a conoscenza della sua difficoltà nel gestire questo tipo di
situazione, crediamo che con voi, Temari-san, possa sentirsi più a suo
agio >>
La ragazza stette in silenzio a riflettere.
*
Gaara era andato alla terrazza del palazzo per schiarirsi le idee.
Circa mezz'ora prima si era alzato prima del solito colto da uno strano
senso di inquietudine, quindi si era recato in ufficio ed aveva
iniziato subito a lavorare.
Qualche ora più tardi era stato colto da un fastidiosissimo cerchio
alla testa.
<< Matsu, vado un attimo in terrazza >>
Lei si era accorta di quel pallore esagerato persino per lui, di quello
sguardo stanco e di quegli occhi spenti.
Non aveva proferito parola limitandosi invece a prendere un plico di
documenti da compilare. Finiti quelli si mise a cercare ogni minima
scusa per rimanere in quell'ufficio: dal sistemare i rotoli
all'annaffiare le piante.
<< Si sente bene sensei? Le preparo un po' ti thè? >>
Lui si limitò a scuotere la testa e ad uscire dal suo ufficio.
Inspirò a pieni polmoni, da quando era stato eletto a capo del
villaggio era perennemente sotto stress, stress che aveva raggiunto i
massimi storici in guerra, ma diciamo che erano due sensazioni diverse.
Si strofinò gli occhi con due dita e sempre con gli occhi chiusi alzò
il volto al cielo, un leggero venticello gli mosse i capelli, era
piacevole, ma adesso doveva tornare a lavoro.
Quando aprì la porta del suo ufficio la prima cosa che vide fu Matsuri,
che gli dava le spalle, china sul pavimento intenta a raccogliere dei
fogli.
Non gli dispiacque affatto quella vista.
<< Gomen-ne Gaara-sama, sono proprio distratta >> disse la
ragazza alzandosi velocemente.
Il Kazekage tentò di nascondere il rossore sul volto e tornò a sedersi.
<< Si sente meglio? Mi sono permessa di prepararle una tisana
>>
Gaara notò la tazza munita di coperchio proprio vicino al portapenne.
<< Arigatò Matsuri-chan >>
La ragazza arrossì violentemente, era la prima volta che usava quel
suffisso con lei, forse era la prima vota che lo usava in assoluto.
<< Di nulla >>
***
Angolo dell'autrice.
Spero di aver fatto un buon
lavoro e di non avervi deluso con questo capitolo.
A presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo 4 -Importati decisioni e leggende- ***
Importanti
decisioni e leggende
Quella
sera i tre fratelli Sabaku si ritrovarono a cena insieme, ed era la
prima volta dopo settimane.
<<
Temari cara quando ti arrenderai all'evidenza e ci permetterai di
pagare una cuoca? >> chiese Kankuro notando che il suo riso era
pastoso e molliccio.
<<
Kankuro quando capirai che devi tenere la bocca chiusa se non vuoi
che ti renda gli occhi realmente viola? >>
Gaara
intanto continuava a mangiare pacificamente il suo sashimi, piatto
impossibile da sbagliare, anche se tagliato un filino troppo spesso.
<<
Ah Gaara... >>
Temari
approfittò della presenza di entrambi i fratelli per affrontare la
spinosa questione.
Il
minore alzò la testa concedendo tutta la sua attenzione alla
sorella.
<<
Ascolta, oggi ho parlato con i consiglieri... e per farla breve
vorrebbero che tu ti sposassi >>
Alla
faccia della delicatezza.
Kankuro
sputò di netto un grosso pezzo di salmone, a Gaara caddero le hashi*
dalle mani.
<<
Come sarebbe a dire? >> a sbraitare era stato il micione.
<<
Insomma credono sia arrivato il momento, sei un uomo oramai e sei a
capo del villaggio... una famiglia denoterebbe maggiore stabilità e
affidabilità... >>
Non
era molto convinta di ciò che stava dicendo, buona parte del
discorso erano parole di Baki-sensei.
<<
Temari... non è il caso... >> Gaara si trovava parecchio a
disagio nell'affrontare la questione.
<<
Ma il tuo più grande desiderio è proprio quello di essere amato. O
sbaglio? >>
<<
Hai... >>
<<
Gaara, si tratterebbe di quel genere di amore >> si
intromise Kankuro.
Sua
sorella a volte aveva la sensibilità di un bufalo imbestialito.
<<
Lo so... >>
<<
No Gaara, tu non lo sai >> disse secco <<
Parliamoci chiaro, solo negli ultimi anni sei riuscito ad avere una
vita normale, hai installato dei buoni rapporti, col villaggio, con i
ninja alleati, sei riuscito a farti rispettare come leaer... e si,
sei riuscito a farti delle amicizie, ma quest'ultimo legame ti riesce
molto difficile, non negarlo >>
<<
Ma io ho voi, Naruto, Korobi, Yaok... >>
<<
Noi siamo i tuoi fratelli, è normale che tu sia riuscito ad
instaurare un forte legame con noi, la parte anormale era proprio
quella di evitarti. Naruto ti è venuto incontro come un tornado, e
ti ha teso la sua amicizia su un piatto d'argento, è stato fin
troppo facile essergli amico. Korobi e Yaoki erano e sono tuoi
sottoposti. Dimmi dopo la missione col Team 9 quante altre volte vi
siete visti? >>
Gaara
si sentì spiazzato.
<<
Kankuro vuoi farlo deprimere? >> Temari guardava il fratello
con aria fratricida.
<<
No Temari >> disse deciso il ragazzo prima di rivolgersi
nuovamente al fratello << Sto solo cercando di farti capire che
per te è molto difficile instaurare un vero legame di amicizia,
figurati un legame affettivo più complesso come quello che si deve
avere con una moglie! E mi sorprende, che tu, Temari, gli faccia
questi discorsi. Vai in giro a fulminare qualsiasi ragazzina che
mostra un minimo di apprezzamento, e poi gli fai questo? >>
<<
Ne stiamo solo parlando, non si è ancora deciso nulla >>
<<
E' la sua vita, quando si innamorerà, si sposerà >>
<<
Ma potrebbero volerci anni >>
<<
E allora? Non stiamo parlando di un anziano >>
Gaara
si alzò in piedi.
<<
Basta >>
I
due fratelli si zittirono.
<<
Cosa ti hanno detto i consiglieri? >> chiese il ragazzo
rivolgendosi alla sorella.
<<
Beh. Ci sarebbero molte ragazze idonee a te... tra queste una in
particolare mi sembra adatta >>
<<
Omiai?
Stiamo dando i numeri! >> Kankuro era fuori di se.
<<
Avete ragione entrambi. Io non sono capace di instaurare certi tipi
di rapporto, e potrebbero volerci anni... la mia carica mi impone di
trasmettere fiducia e tranquillità al mio villaggio, questo potrebbe
essere un buon compromesso >>
<<
Ma riflettici... >>
<<
Ho deciso >>
Detto
questo Gaara andò in camera sua.
*
Dopo
il loro primo incontro, Kankuro aveva fatto di tutto per tornare il
più spesso possibile ad Iwa, o meglio, la missione era ad Iwa ma
loro due si incontravano sempre in quel villaggio abbandonato.
Kankuro
partiva sempre prima in modo da potervisi recare sia nel viaggio di
andata che in quello di ritorno.
Aveva
scoperto che il villaggio si chiamata Tsuki, ed era il villaggio
principale di Hana no Kuni, era uno dei villaggi più belli del mondo
ninja e forse anche il più felice.
Purtroppo
successe una disgrazia: la figlia del Daimyo dei fiori e della Miko
si innamorò di un ragazzo di un altro villaggio e dette alla luce
due gemelle.
Esse
erano dotate di un tipo di chakra molto particolare: si dice che
riuscissero a controllare ogni tipo di piante e fiori e che
riuscissero a generare potenti campi magnetici.
Inoltre
erano le uniche a custodire il potere di comunicare con gli spiriti e
con i Kami ed avevano anche altri poteri: c'è chi diceva che avevano
il potere di donare l'immortalità, chi diceva che potessero
resuscitare i morti, chi ancora che avessero la facoltà di donare un
potere illimitato a chiunque solo sfiorandolo con le mani.
Le
due bambine non erano in grado di controllare il loro potere così
finivano sempre col fare qualche disastro quando stavano insieme, per
questo il Daimyo decise di tenerle separate: una sarebbe stata sempre
sotto la custodia del nonno, l'altra avrebbe potuto invece viaggiare
con i genitori e andare nel villaggio del padre, che era poi il
villaggio natio delle due bambine.
<<
Che ingiustizia >> si era lasciato sfuggire Kankuro.
I
due erano sdraiati sul candido prato fiorito e guardavano le stelle.
Sumire
osservò due piccole lucciole che volteggiavano sopra di loro e
continuò a parlare con aria assorta.
<<
Le due sorelle si volevano molto bene, e cercavano sempre un modo per
potersi vedere senza il controllo dei genitori o dei nonni.
La
loro vita procedette in maniera uguale ma allo stesso tempo del tutto
diversa per anni: entrambe dovevano allenarsi costantemente e
diligentemente per controllare il proprio potere. Ma mentre una era
costantemente relegata in quel magnifico palazzo, l'altra ogni estate
aveva il permesso di partire, ma solo sotto determinate condizioni.
Andava
nel villaggio paterno, incontrava gli altri nonni ed aveva
l'occasione di vedere posti nuovi e gente nuova.
Poi
un giorno, durante uno di quei viaggi, né i genitori né la
principessa fecero ritorno >>
<<
Davvero? >> chiese Kankuro.
<<
Si... il Daimyo preso dal dolore, dichiarò guerra al villaggio del
padre delle due bambine, ma non fu una mossa molto intelligente: la
moglie era vecchia e debole e non aveva le forze per contrastare un
esercito, i ninja di Tsuki non erano abbastanza numerosi, così
distrussero il villaggio ed uccisero il Daimyo.
La
nonna riuscì a salvare almeno una nipote, aveva delle conoscenze ad
Iwa e la bambina fu affidata ad una famiglia che si prese cura di lei
>>
<<
Come fai a conoscere questa storia? >>
Sumire
afferrò al volo un piccolo petalo bianco che era caduto dall'albero
accanto a loro.
<<
Oh beh... tutti ad Iwa la conoscono... è una leggenda molto famosa
>>
<<
Capisco >>
<<
Beeene io ti ho raccontato la storia di questo posto, tu adesso mi
insegni ad utilizzare i fili di chakra >>
<<
Uff, non ti sfugge proprio nulla eh? >>
<<
Questi erano i patti. Su su muoviti >>
*bacchette
giapponesi
***
Angolo
dell'autrice.
Credo
che sia doveroso fare una piccola precisazione.
In questa fanfiction, oltre ad attenermi all'anime e al manga, sto
cercando di avvicinarmi quanto più possibile alla cultura e alle
tradizioni giapponesi (mi ritengo una profana in merito dunque sia per
comodità che per rendere più fluida la storia farò un mix tra la
cultura tradizionale e quella più moderna).
L'Omiai
non è altro che il colloquio, i meglio l'incontro tra le famiglie e i due potenziali futuri sposi.
Il matrimonio combinato giapponese che è ancora
abbastanza frequente in Giappone nonostante stiano spopolando altre
modalità come il kompa o il matrimonio per amore in stile occidentale
(mah).
Riguardo
a Gaara (non so perchè ma ogni volta che scrivo su di lui mi ritrovo
quasi sempre a dover spiegare, quasi a "giustificare" il suo
comportamento. Con gli altri personaggi non succede ma vabbè).
Gaara è il Gaara del manga, dell'anime e anche dei filler e dei film.
E' il Gaara che reagisce agli eventi che gli accadono ed è il Gaara che
sta cercando di crescere e maturare. Sta cercando di adattarsi come
tutti al nuovo mondo.
Il Gaara di questa ff è un insieme di tutto questo, non sto dicendo che
sarà ooc sto solo dicendo che sarà umano
dunque siete pregati di non attenervi ad un singolo episodio o
ad una pagina xx del manga per contestare qualcosa che non vi piace. Vi
prego non fatelo.
Spero
di aver combinato qualcosa di buono anche in questo capitolo, e se
notate degli errori o se avete suggerimenti costruttivi sono ben
accetti.
Grazie a tutti coloro che leggono/seguono/recensiscono. A presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo 5 -Sguardi celati, finzioni forzate e marionette- ***
Sguardi
celati finzioni forzate e marionette
<<
MATSURI >>
La
ragazza sobbalzò sul posto.
<<
S... si Temari-san? >>
<<
Cosa stai facendo? >>
La
ragazza si inchinò rispettosamente.
<<
Sto portando i documenti al Kazekage, Temari-sama >>
La
jounin guardò severa la piccola sottoposta.
<<
Vedi di non infastidire mio fratello >>
<<
Si Temari-san >>
Non
appena la ragazza coi quattro codini se ne andò, la ragazza bussò
alla porta.
Da
dentro il suo ufficio il Kazekage sussurrò un debole << Avanti
>> seguito da un impercettibile sussulto quando si ritrovò
davanti la figura allegra e raggiante della sua -ex- allieva.
<<
Buon giorno Gara-sama, ho l'ennesimo rapporto di Kankuro. Le serve
una mano con i documenti? >>
Lui
si ritrovò ad abbassare lo sguardo e a rileggere la prima riga di
una lettera destinata alla Mizukage.
Non
seppe dare una spiegazione a quel comportamento, era come se la
testa, e soprattutto gli occhi, si fossero mossi da soli.
<<
Mi faresti un favore, grazie Matsuri >> Mormorò tenendo lo
sguardo puntato sulla carta mentre lei gli si avvicinava a piccoli
passi prendendo un plico di fogli.
*
<<
Quella piccola mocciosa mi rende isterica >>
<<
Ancora? A me sembrava che andaste d'accordo >>
<<
Andiamo d'accordo, lei si inchina e annuisce... >>
<<
… e tu le rompi l'anima >>
Shikamaru
si beccò una ventagliata sulla fronte.
<<
Il problema è che ronza troppo vicina a mio fratello... non lo deve
infastidire >>
I
due ragazzi si trovavano in un ufficio dell'accademia, per la
precisione nell'ufficio di Temari.
Shikamaru
era stato incaricato di presiedere agli allenamenti dei genin di Suna
per la selezione dei ninja da presentare ai prossimi esami dei chunin
evento da sempre fondamentale per incrementare l'economia di Konoha e
da alcuni anni anche di Suna.
<<
Ho completato la formazione delle prime sei squadre, dacci
un'occhiata >>
<<
Comunque ti ricordo che se non fosse stato per lei noi due... >>
<<
… noi due staremmo ancora nella pace degli angeli >> sibilò
Temari.
Matsuri,
insieme a Yukata e Sari, avevano favorito quella “fuga di
informazioni” il che aveva obbligato la Sabaku ad ammettere i suoi
sentimenti e reso più facile per loro passare da “flirt
occasionali” a “bislacca relazione”.
Purtroppo
da quando era successo Kankuro e Gaara erano diventati iperprotettivi
ed avevano sviluppato un odio assoluto nei confronti del Nara.
Non
che facessero gesti plateali: si limitavano alle occhiate assassine
però Temari, memore della grande pazienza Sabaku, sapeva che la
situazione poteva degenerare da un momento all'altro.
Per
non farli esplodere quando erano a Suna avevano deciso di mantenere
una certa distanza fingendo di avere un rapporto puramente
professionale.
A
Konoha erano più liberi: potevano passeggiare tranquillamente,
andare a casa Nara -dove Yoshino la trattava con la massima premura
senza essere troppo invadente-, andavano nei giardini a guardare le
nuvole -si alla fine il cervo era riuscita ad ammorbidirla un po'- ma
dovevano cercare comunque di non dar troppo materiale ai ninja più
pettegoli.
Questo
snervava moltissimo la ninja del vento.
All'inizio
tenere una certa segretezza era divertente, eccitante anche, ma
quella finzione “forzata” era come un corpetto troppo stretto,
come una gabbia troppo piccola.
<<
Quella ragazzina ha solo agito per il tuo bene, per qualche assurda
ragione ti è affezionata e tu ti comporti come una faina >>
<<
Quindi quando devi svignartela di nascosto alle tre di notte dalla
mia camera tu sei felice? >>
<<
Sono felice di avere la possibilità di poter stare in camera tua
fino alle tre di notte. Prima era impensabile >>
Temari
fece una smorfia.
<<
Che seccatura >>
*
<<
Sei tornato >>
Sumire
se la rideva seduta su un tronco d'albero, era riuscita a nascondesi
e appena il ragazzo si era fatto più vicino gli aveva tirato una
pigna in testa.
Adesso
il povero marionettista si massaggiava la parte lesa guardando verso
l'alto. Nonostante tutto il ragazzo sorrideva.
<<
Mi sei mancata >>
<<
Sono passate solo due settimane >>
La
ragazza scese agilmente dall'albero.
<<
Guarda che so fare >>
Kankuro
le aveva regalato una piccola marionetta che usava da bambino, una
specie di brutta copia di un gattino. La ragazza lo stava muovendo in
modo magistrale, e gli aveva addirittura apportato alcune modifiche:
come gli artigli e qualche altra piccola arma nascosta.
<<
Impari in fretta vedo >>
<<
Lo so >> disse lei con tono da saputella.
Il
marionettista fece un mezzo sorriso compiaciuto, quella ragazza era
davvero un bel tipetto.
Sumire
mosse agilmente le dita ed allungò i fili di chakra, così facendo
la marionetta si arrampicò sul tronco di un albero come se fosse un
animale vero.
<<
E adesso facciamo tornare Chibineko dal papà >>
Continuò
a muovere agilmente la marionetta facendola saltare da un ramo
all'altro per poi farlo atterrare sulla testa del ragazzo.
<<
Simpatica >>
Lei
accennò appena un sorriso e si avvicinò a lui.
Fece
cinque o sei passi fino ad arrivare proprio di fronte a lui, il
ragazzo era parecchio più alto di lei tanto che la ragazza dovette
alzare la testa ed alzarsi sulle punte per stare faccia a faccia con
lui.
Kankuro
dal canto suo rimase immobile osservando i suoi occhi color oceano.
Con
un gesto fluido e veloce lei allungò le mani verso il suo viso e poi
proseguì verso la sua testa in modo da prendere la piccola
marionetta.
<<
Ho sempre amato questi animali ma non mi è mai stato permesso
prenderne uno >> disse con una punta di malinconia.
Si
allontanò nuovamente e si sedette su una grossa colonna caduta.
<<
Perchè le marionette? >>
Il
ragazzo si mise le mani in tasca inclinando appena il capo.
<<
Mh? >>
<<
Perchè hai scelto come armi le marionette? Sono scomode, ti rendono
un facile bersaglio, ci vuole tanta pazienza ed un sacco di tempo per
pulirle e curarle... >>
Decisamente
non aveva peli sulla lingua.
Lui
le si sedette accanto, prese quella piccola marionetta rigirandosela
tra le mani.
<<
Adoro le marionette, le ho sempre adorate >>
<<
Che risposta meravigliosa e profonda, davvero significativa >>
Non
poté fare a meno di ridacchiare, adorava quel tipo di sarcasmo.
Si
guardò intorno prendendosi qualche istante prima di rispondere, poi
chinò il capo guardando le sue mani.
<<
Da bambino adoravo guardare
il Bunraku,
era molto divertente e una bella
distrazione... >>
Non
precisò il perchè un bambino di cinque anni avesse bisogno di
distrazioni, non aveva ancora avuto modo di raccontarle di suo padre
o di suo fratello.
<<
... quando scoprii che era possibile utilizzarle come armi decisi che
sarei diventato un marionettista e ne approfondii le tecniche. Nel
mio villaggio c'era un solo clan capace di costruirle e utilizzarle
ma Chiyo-sama, una degli ultimi elementi della sabbia rossa, si è
sempre rifiutata categoricamente di allenarmi >> fece spallucce
<< Tuttavia questo non mi ha impedito di continuare ad
allenarmi >>
La
ragazza gli sorrise e lo guardò con ammirazione.
<<
Questa si che è una bella risposta >>
<<
E tu? Hai qualche tecnica preferita a parte rubare? >>
Per
tutta risposta lei gli fece la linguaccia << Io eccello in
tutte le arti! >> disse con un tono convinto ma ben poco
convincente, tanto che il ninja di Suna si mise a ridere di cuore.
<<
Bene “miss eccellenza” fammi vedere... >>
***
Angolo
dell'autrice.
L'autrice
vi augura una buona Pasqua. Mangiate tanto cioccolato mi raccomando!
Grazie
a tutti coloro che leggono/seguono/recensiscono.
A
presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo 6 -Nevicata in piena estate- ***
Nevicata
in piena estate
<<
E' così carina... >>
Shikamaru
roteò gli occhi al cielo.
<<
Sembra ricoperta di cioccolato >>
<<
Questo potrebbe sembrare razzista... >> disse svogliato il
ninja di Konoha.
<<
… e i suoi capelli profumano di fragola... >>
<<
Choji stai iniziando a delirare >>
Quando
l'Akimichi gli aveva confidato che si era preso una cotta per la
ninja della nuvola Shikamaru ne era stato contento, quando aveva
scoperto che la suddetta ninja sembrava ricambiarlo ne era rimasto
sorpreso, perchè il paffuto ragazzo non aveva mai riscosso molto
successo con le donne, ma aveva anche sorriso sinceramente felice
per l'amico.
Però
adesso, dopo mesi di sospiri, paroline dolci e altre discussioni
“caramellose” stava sinceramente cominciando a stufarsi.
<<
Eddai Shika non fare così. Il fatto che tu non parli mai della
ragazza bionda non vuol dire che dobbiamo essere tutti apatici >>
disse prendendo da un sacchetto un grosso involucro di carta e dopo
averlo scartato iniziò a mangiare il panino al suo interno con
voracità. << Mmmmmh che buono, è bella e
sa cucinare benissimo e poi... >>
Shikamaru
pensò seriamente di conficcarsi due Kunai nelle orecchie ma alla
fine optò per una soluzione meno drastica: cercò di cambiare
discorso.
<<
Piuttosto che novità dalla Nuvola? >>
<<
La mia piccola... >>
<<
Se mi parli nuovamente di Karui ti ammazzo >>
<<
Uff le trattative col villaggio vanno bene anche se l'ultima volta il
Raikage per poco non mi ha lanciato fuori dalla finestra >>
<<
Che avevi fatto? >>
<<
Ho imbrattato un muro con della salsa >>
Il
ragazzo non poté fare a meno di portarsi due mani sul viso e
scuotere la testa.
Proprio
in quel momento l'attenzione di Choji venne catturata da una serie di
gridolini alquanto fastidiosi.
Poco
più avanti Ino se ne stava a braccia conserte intenta a camminare
nervosamente avanti e indietro. Sai era seduto li vicino intento a
disegnare su un piccolo quaderno.
<<
Gnnnn insopportabile! >>
<<
Non capisco il perchè del tuo malumore >>
<<
Odio fare da ambasciatrice. Lo detesto. LO DETESTO >>
Choji
le si avvicinò domandandole il perchè di quel comportamento e per
tutta risposta la ragazza si mise a gridare ancora più forte.
Shikamaru
sapeva il perchè di quel nervosismo.
Ad
Ino era stato affidato il compito di ambasciatrice del villaggio
della roccia circa cinque mesi prima, il che comportava recarsi più
e più volte in quel villaggio.
Per
i primi due mesi non c'erano stati problemi, ma negli ultimi tempi la
ragazza aveva iniziato a manifestare un certo fastidio nei confronti
di quella missione e casualmente coincideva con lo stesso periodo in
cui al suo ex fidanzato era stato affidato lo stesso compito proprio
nello stesso villaggio.
Il
genio non poté fare a meno di ridere e purtroppo la cosa non sfuggì
alla bionda.
<<
Cosa c'è di tanto divertente? >>
<<
Ti stai comportando come una genin >>
<<
Come hai detto scusa? >> L'occhio destro di Ino aveva iniziato
a muoversi in modo piuttosto inquietante.
<<
Comunque se andare ad Iwa
ti a proprio tanto fastidio, perchè non chiedi a Naruto di farti
fare a cambio con Choji? Vi scambiate i villaggi... >>
Non
ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che l'Akimichi si mise ad
urlare un potente ed alquanto drammatico ed esagerato.
<<
NOOO! >>
*
Si
era abituato molto in fretta e molto bene a quella nuova routine.
Nonostante
ci volessero quattro giorni di viaggio e nonostante le negoziazioni
con
lo Tsuchikage
passare del
tempo a Tsuki con quella ragazza era una ricompensa più che
sufficiente per lui.
<<
Ah! >>
Sumire
si fiondò alle spalle di Kankuro sferrando un potente pugno, il
ragazzo però fu più veloce e riuscì a parare il colpo per poi
afferrarle il polso e gettarla a terra, lei non demorse e con un
agile balzo si rimise in piedi sferrandogli un calcio sull'addome,
questa volta non riuscì a parare il colpo e fu scagliato contro un
albero.
La
kunoichi fece un mezzo sorriso soddisfatto e corse contro di lui
sferrandogli nuovamente un pugno, ma per l'ennesima volta lui la
afferrò per i polsi immobilizzandola con le spalle contro l'albero.
Erano
così vicini che Sumire poté notare una sfumatura verde che spiccava
nelle iridi castano scuro degli occhi del marionettista.
<<
Dannazione >> si limitò a commentare quando si rese conto che
aveva perso.
Lui
ghignò divertito ma subito dopo la lasciò andare indietreggiando di
due passi.
<<
“Miss eccellenza” ha fatto fiasco... >>
Lei
si sedette a terra delusa.
<<
Hai avuto solo fortuna >>
Kankuro
si sdraiò accanto a lei, allungò una mano prendendo la punta della
coda di cavallo e rigirandosela tra le dita.
Il
motivo di quella nuova acconciatura era semplice: nonostante la sua
agilità e la sua tecnica con i ninjutsu la ragazza era ancora una
genin.
L'accademia
di Iwa funzionava in modo diverso rispetto a Suna o a Konoha, il suo
sensei era un uomo molto impegnato e lei non aveva mai potuto
partecipare agli esami dei chunin.
Così
il ninja di Suna si era offerto di allenarla.
<<
Sei abile, molto abile. Devi solamente allenarti di più >>
Lei
si girò verso di lui alzando un sopracciglio.
Lui
alzò gli occhi al cielo assumendo un'espressione esasperata.
<<
Sono serio >>
Nonostante
Kankuro si divertisse a prenderla in giro, spesso e volentieri faceva
battute sarcastiche e la punzecchiava, pensava davvero che la ragazza
fosse forte.
Lo
aveva messo in difficoltà parecchie volte battendolo in almeno la
metà delle loro “sessioni di allenamento”.
La
ragazza spiccava soprattutto per velocità e forza nelle gambe, era
estremamente agile e aveva appreso con molta facilità la
manipolazione del chakra.
Apprezzava
molto le marionette anche se più che a utilizzarle come armi si
divertiva a muoverle come fossero giocattoli.
Kankuro
aveva avuto parecchi allievi ma non era stato mai così orgoglioso di
uno di loro come lo era con lei. Tuttavia si guardava bene dal
farglielo notare.
<<
Però non ti impegni abbastanza, scommetto che hai dedicato
pochissimo tempo a rafforzare i muscoli delle braccia. Ho ragione?
>>
Ora
bisogna sapere che la ragazza presentava un particolare decisamente
interessante.
Le
sue unghie risultavano più affilate e resistenti rispetto a quelle
di una persona normale e questo le rendeva delle neko-te* naturali e
molto pericolose.
Tuttavia
a forza di preferire il taglio alla potenza del colpo non aveva mai
allenato le braccia che risultavano uno dei suoi punti deboli.
Sumire
assottigliò gli occhi ed aprì la bocca come per ribattere ma non
proferì parola, al contrario richiuse le labbra e gli si avvicinò
lentamente, puntando gli occhioni blu su quelli castani di lui.
Poggiò
la mano sinistra sul suo petto in modo da sovrastarlo
completamente mentre la mano destra dapprima la poggiò sulla sua
guancia avvertendo appena un leggero pizzicore, poi fece scorrere i
polpastrelli sul suo viso come a delineare la mascella ed infine
risalì sfiorando il labbro inferiore con l'indice.
<<
Forse con un piccolo incentivo imparerei ancora meglio >>
Kankuro
era abituato a certi atteggiamenti, in passato aveva avuto una storia
con Ino che non era esattamente una monaca di clausura.
Ma
c'era qualcosa in quello sguardo, in quei gesti, qualcosa di
tremendamente familiare ma contemporaneamente così estraneo che gli
procurava una stranissima sensazione allo stomaco.
Vedendo
che il ragazzo restava immobile Sumire allontanò la mano
imbarazzata.
<<
Gomen... ero convinta non ti sarebbe dispiaciuto, ho
esagerat... >>
Non
riuscì a terminare la frase che il caldo e forte abbraccio del
ragazzo la accolse, i loro visi erano così vicini che Kankuto le
sfiorava il volto con la punta del naso.
Una
folata di vento un po' più forte aveva mosso le piante di gelsomino,
narciso, margherite e silene e adesso tutti questi petali bianchi si
muovevano nell'aria dando l'impressione che nevicasse.
<<
Non mi dispiace infatti >> disse prima di chiudere le labbra
della ragazza nelle sue.
Nonostante
la muscolatura ben sviluppata Sumire percepiva un senso di morbidezza
e calore provenire da quel buffo ragazzo, ricambiò l'abbraccio
sollevandogli la testa in modo da avvicinare maggiormente il viso al
suo e si ritrovò completamente catturata dal profumo penetrante di
legno e di deserto.
Quando
si staccarono Sumire gli scrutò il viso quasi volesse imprimersi in
modo indelebile quell'istante nella memoria poi si accoccolò tra le
braccia poggiando la testa sul suo petto.
<<
Fa freddo >>
<<
Ma se siamo in piena estate? >>
<<
Non vedi che nevica? >>
Kankuro
osservò la miriade di petali bianchi che volteggiava lenta sopra di
loro e scoppiò a ridere.
<<
Baka >>
***
Angolo
dell'autrice
Non
credo che questo capitolo riscuoterà molto successo tuttavia ci
tenevo molto a pubblicarlo.
Ho
cercato mettere “un po' di Konoha” nella ff per non limitarla in un
solo contesto ma permettere al lettore di dare una sbirciata
anche fuori da Suna o da Hana. Spero di aver fatto cosa gradita.
Da
qui in poi la storia prenderà una piega un po' particolare.
*Neko-te:
Sono delle unghie di ferro fissate alle dita tramite delle bande in
pelle. Venivano usate principalmente dalle kunoichi e talvolta
ricoperta da del veleno. Nel caso di Sumire sono le sue unghie
naturali.
Grazie
mille a chiunque legga, segua, recensisca.
Un
bacione. A presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo 7 -Kekkon- ***
Kekkon
Erano
passati sei mesi dalla decisione di Gaara di prender moglie.
I
consiglieri si erano illuminati, ed avevamo promesso che avrebbero
organizzato la cosa nel migliore dei modi.
Il
che aveva obbligato Temari a passare interi pomeriggi chiusa nel suo
ufficio a sfogliare una miriade di rirekisho.
La
vita degli altri due fratelli aveva continuato a scorrere
tranquillamente immersi tra lavori d'ufficio e missioni.
Erano
a Konoha da un paio di giorni: Gaara doveva parlare con Naruto e i
suoi fratelli erano la scorta.
Dopo
le formalità burocratiche, che con Naruto si riducevano al minimo
indispensabile, l'Hokage decise di offrire il pranzo ai tre ospiti e
agli altri noti ninja di Konoha.
<<
KEKKON?
>>
<<
Naruto, potresti evitare di urlare? >>
Troppo
tardi: Ino, Sakura, Karin, Ten ten e Rock lee, le pettegole del
villaggio insomma, si erano già ammassate per approfondire il
discorso.
<<
E' un miai.
Appena la famiglia sarà pronta, faremo
omiai,
dopodiché decideremo se fare yuino
o
kotowari >>
<<
Quindi non la conosci nemmeno... >>
<<
E come saprai che ne sei innamorato? >>
<<
Aaaah l'amore... la manifestazione della giovinezz... >>
<<
Chiudi il becco Lee...>>
Vedendo
il disagio del fratello Temari decise di intervenire.
<<
Adesso basta, possibile che si debba sempre spettegolare? Per una
volta parliamo di cose serie >>
Ino
fece un sorriso sornione.
<<
Wakatta... Temari-chan tuo fratello si sposa, quando vi
decidete tu e Shika? >> disse con un tono di voce tanto melenso
quanto viscido.
Temari
e Shikamaru risposero in contemporanea presi più dalla forza
dell'abitudine e dall'imbarazzo che per altro.
<<
Non stiamo insieme! >>
Provocando
le occhiate assassine dei due fratelli.
<<
Nara... >> Sibilò Kankuro.
Il
genio fece un rapido training mentale cercando un appiglio per
cambiare discorso.
<<
Eee tu? So che frequenti una gentil donzella >>
Sentendo
quelle parole Ino si alterò leggermente allontanandosi dal fidanzato
Sai per avvicinarsi col busto e la testa verso la fonte di quelle
nuove informazioni.
Kankuro
arrossì.
<<
E' vero ultimamente fai un sacco di missioni >> disse Temari.
<<
Sono un jonin è un mio dovere >> rispose il marionettista con
tono neutro.
<<
Si ma sono quasi tutte situate ad Iwa >>
<<
Mi sto occupando delle trattative per il paese dei fiori. Gaara mi ha
chiesto di farlo >>
Stava
cercando il più possibile di evitare il discorso, più che per
superstizione che per altro.
Dopo
Ino aveva avuto solo qualche storiella senza la minima importanza e
non era ancora pronto ad affrontare l'argomento.
<<
Veramente dopo la prima missione che ti ho affidato, più di sei mesi
fa, hai insistito tu perché ti mandassi sempre nel paese della terra
>> disse Gaara in modo ingenuo.
Beccato.
Kankuro
serrò la mascella. Voleva bene al fratello ma in quel momento
avrebbe voluto volentieri ficcarlo dentro kuroari per farlo tacere.
<<
Parti sempre col sorriso stampato, torni raggiante, ed ultimamente ti
ho visto impacchettare un saaacco di regali >>
Temari
ormai era in modalità “rompi le scatole al neko”.
<<
Uh uh chi è la fortunata? >> Urlò Naruto.
<<
E' una ragazza, è una genin, ed è di Iwa. Il caso è chiuso >>
<<
Una genin? Ti metti a frequentare le bambine? Pervertito! >>
disse Kiba.
<<
Ha diciotto anni, non c'è tutta questa differenza d'età >>
<<
Pessima ninja >> disse Ino quasi divertita.
<<
Ottima ragazza, sia di carattere che d'aspetto >> disse di
rimando il marionettista.
Ino
si morse l'interno della guancia.
<<
Sakura chan, e noi quando ci sposiamo? >>
In
realtà l'attuale Hokage aveva spostato le sue attenzioni verso
un'altra ragazza, più timida ed introversa, ma non mancava occasione
per stuzzicare la ninja medico...
<<
BAKA NARUTO! SHANNAROOO! >>
...e
la ninja medico non mancava occasione per suonargliele di santa
ragione.
*
<<
MAI! >>
<<
Hime-sama, cerchi di ragionare, suo padre sarebbe così orgoglioso di
lei, e poi il Kazekage è anche un bel giovinotto... >>
<<
Io non sono un sacco di patate, non posso essere presa e venduta come
se la mia opinione non contasse nulla! >>
<<
Koneko
adesso stai esagerando! >>
La
ragazza si bloccò stringendo i pugni.
<<
Padre... >>
<<
Tu sposerai quel ragazzo, e questo legame servirà a rafforzare
l'alleanza tra le due terre. Chiuse le discussioni! >>
*
<<
E così alla fine l'hai trovata una ragazza adatta per tuo fratello
>> disse Shikamaru sdraiato sul letto con una mano dietro la
nuca e l'altra che reggeva una sigaretta.
La
prima volta che aveva visto Temari manifestare la sua gelosia e la
sua iperprotezione nei confronti del fratellino era rimasto spiazzato
e anche vagamente spaventato.
Poi,
dopo aver elaborato l'evento ne aveva riso poiché la considerava una
strana manifestazione del Karma.
<<
Non esattamente >> rispose Temari sistemandosi il reggiseno
<<
E' stata una scelta dei consiglieri. Un... ordine che mi hanno
affidato >> tentennava cercando le parole giuste ma alla fine
si arrese all'evidenza << … forse avrei dovuto ribellarmi >>
Il
ragazzo spense la sigaretta sul posacenere e l'abbracciò da dietro
poggiando la fronte sulla sua schiena nuda.
<<
Perchè credi che abbia accettato? >>
<<
Gaara? Non ne ho idea. Forse basta dirgli “per il benessere del
villaggio” per farlo agire >>
O
forse si era reso conto che i suoi fratelli non sarebbero stati al
suo fianco per sempre e lui non aveva intenzione di rimanere
nuovamente solo, o forse aveva qualche altro piano di cui lei
era all'oscuro.
Qualunque
fosse la motivazione Temari si andava convincendo sempre di più che
quella non era una buona idea e che avrebbe dovuto essere molto più
decisa e dura con i consiglieri.
Si
era persa tra quei pensieri e venne risvegliata da Shikamaru che
aveva iniziato a baciargli la schiena lungo la spina dorsale sino ad
arrivare alla nuca.
<<
Dunque se gli chiedessi la tua mano “per il bene del villaggio”
direbbe di si? >>
In
risposta la ragazza gli diede una gomitata prima di sorridere e
voltarsi.
<<
Genio nelle battaglie, idiota nella vita reale >>
<<
Brutta battuta Tem, sai fare di meglio >>
*
Che
non avesse avuto una vita normale questo lo sapevano tutti.
Che
non avesse un'idea precisa di cosa fosse la normalità l'aveva capito
col passare dei giorni, mesi, anni.
Lui
aveva provato a spiegarglielo, a guidarlo e doveva ammettere di aver
raggiunto qualche piccolo successo, ma sapeva che non era
sufficiente.
Voleva
essere accettato ma invece di parlare aveva preferito un piano
suicida usando l'esame dei chunin come copertura.
Voleva
degli amici ma invece di uscire e socializzare aveva preferito
diventare Kazekage e chiudersi in un ufficio.
Era
ammirato e stimato dai più ma non aveva intrattenuto delle vere
relazioni se non con una piccolissima rosa di privilegiati.
Aveva
sempre sostenuto che la reputazione e la facciata fossero dei
concetti antiquati che non gli appartenevano ma in realtà lui sapeva
quanto ci tenesse al giudizio della gente.
Teneva
sempre le persone a distanza, si era creato una zona di conforto e da
quella difficilmente usciva.
Forse
era per questo che aveva deciso di accettare quella situazione.
Un
matrimonio combinato lo liberava dall'oneroso compito di dover
instaurare un rapporto intimo: non avrebbe dovuto esporsi, non
avrebbe dovuto aprirsi più di tanto ma avrebbe comunque avuto una
persona che lo tenesse lontano dalla solitudine e dalle malelingue
per sempre.
Si
sentì triste per lui.
Non
sapeva cosa fosse la complicità. La VERA complicità.
Quella
che si ottiene con un semplice scambio di sguardi, quella che si
ottiene terminando l'uno le parole dell'altro.
Kankuro
chiuse gli occhi e tirò un calcio al ridicolo cuscino verdastro che
l'hotel metteva a disposizione ai piedi del letto.
Se
quella era la strada che il fratello aveva scelto non lo avrebbe
ostacolato ma di sicuro non gli avrebbe dato il suo appoggio.
Si
grattò la testa e si rigirò nel letto.
L'indomani
sarebbe tornato a casa e se non dormiva avrebbe sicuramente
rallentato i suoi fratelli.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo 8 -Vetri rotti- ***
Vetri
rotti
Tre
giorni dopo i tre fratelli tornarono a Suna.
Gaara
aveva chiesto la massima riservatezza poiché ancora non era stata
organizzata alcuna cerimonia, ma dopo aver visto la faccia del suo
collega nonché amico Naruto, pose tutte le sue speranze sul
buonsenso di Sakura.
<<
Non vedo l'ora di stendermi sul letto >>
<<
Eh... la pigrizia è contagiosa... >>
<<
Piantala Kankuro >>
Da
lontano videro Baki avvicinarsi con passo svelto.
<<
Kazekage Gaara >>
Lui
venne colto da uno strano stato d'ansia ma seppe controllarsi com'era
solito fare.
<<
Dimmi >>
<<
E' arrivata la lettera di conferma, la hime arriverà tra due giorni
>>
Il
cuore di Gaara mancò di un colpo, ma il ragazzo riuscì anche questa
volta a nasconderlo bene.
Kankuro
storse il naso, era ancora estremamente contrario all'idea che il suo
fratellino si legasse a vita con una sconosciuta.
<<
Io devo andare a riparare Kuroari, ho lasciato il lavoro a metà
>>
disse salutando con un cenno della mano il suo ex maestro e
attraversando le mura del villaggio.
Temari
mise le mani sui fianchi sbuffando.
<<
Io vado dalla mia squadra, devo affidargli degli allenamenti extra
>>
*
Rimasto
solo Gaara congedò il suo ex sensei e si diresse nel suo ufficio.
Qui trovò Matsuri, intenta a spillare un plico di fogli, che lo
accolse con un sorriso raggiante.
<<
Bentornato Gaara-sama >>
<<
Grazie >>
Il
ragazzo si sedette sulla sua sedia pronto a riprendere il tran tran
quotidiano.
<<
Novità? E' tornato presto da Konoha >>
Quella
domanda lo mise a disagio, non sapeva spiegarsi il motivo ma le sue
mani diventarono inaspettatamente fredde.
<<
Si... si c'è una novità >>
Un
fastidioso nodo allo stomaco stava aumentando il disagio del ragazzo,
e dire che non aveva avuto tutta questa difficoltà a parlare con
Naruto.
Matsuri
intanto stava spostando dei pacchi arrivati quella mattina sia per il
Kazekage che per i consiglieri: aveva ripetuto centinaia di volte al
fattorino di non sistemarli nell'ufficio del Kazekage ma nello
stanzino di fronte, ma quello ogni volta sembrava farlo apposta.
<<
Tra due giorni arriverà … >>
Perchè
gli riusciva così difficile?
<<
… la mia futura sposa >>
Crash.
Gaara
sobbalzò.
Rumore
secco, fastidioso, di vetri rotti.
Matsuri
aveva lasciato cadere la scatola che stava spostando ed adesso era
immobile, rigida come un tronco d'albero, e gli dava le spalle.
<<
Ah... >>
Il
Kazekage rimase in silenzio, era stato colto da una piccola
tachicardia e vedere la reazione della sua allieva aveva aumentato il
disagio.
<<
Non... >>
Sollevò
la scatola buttandola in un angolo.
<<
… non sapevo si dovesse sposare... sensei... >>
Gaara
percepì chiaramente tutta la delusione della ragazza, ma non ne
afferrò il motivo.
<<
Ho preferito non spargere la voce prima del previsto >>
Finalmente
la ragazza si girò e lui poté notare gli occhi farsi sempre più
lucidi.
<<
Matsuri stai bene? >>
<<
Si... si sensei. Sono solo molto sorpresa >>
<<
Posso capire, comunque sono stati i consiglieri a suggerir... >>
<<
Devo andare >>
La
ragazza fuggì letteralmente da quella stanza sbattendo la porta.
E
Gaara sentì il nodo allo stomaco farsi dolorosamente più stretto.
*
Temari
stava camminando all'interno di uno dei corridoi del palazzo quando
venne spinta malamente da una Matsuri in lacrime.
<<
Ehi ma... che modi sono? >>
La
ragazza non si era nemmeno voltata per scusarsi.
Mossa
dall'orgoglio, perché nessuno poteva permettersi certi atteggiamenti
con lei figuriamoci senza nemmeno scusarsi, iniziò a seguire la
ragazza.
Ora,
la giovane chunin non eccelleva in quanto a forza o ninjutsu però se
c'era una cosa in cui era brava quella era la velocità.
Era
estremamente svelta e scattante e Temari faticò un po' a starle
dietro.
Quando
si fermò la vide inginocchiata all'interno di una stradina nascosta.
Piangeva
a dirotto e le lacrime cadevano a terra nonostante le mani della
ragazza coprissero il viso, singhiozzava in modo rumoroso ed
incostante.
Temari
da primo acchito trovò la scena alquanto irritante.
Poi
capì.
La
crudele kunoichi non sopportava quella ragazzina dagli occhi vispi e
la parlantina un po' troppo spigliata. Ma era pur sempre una donna e
come tale riusciva a riconoscere il dolore e la disperazione quando
le si palesava davanti.
Le
si avvicinò cautamente mettendosi di fronte a lei.
Matsuri
non avvertì immediatamente la presenza estranea.
<<
Te l'ha detto non è vero? >>
Alzò
lo sguardo e vide Temari-sama che la guardava con aria stranamente
comprensiva.
Singhiozzò
un paio di volte.
<<
Temari-sama... >>
Lei
si limitò a fissarla.
<<
Che ci fa qui? >>
<<
Ti ho vista e ti ho seguita >> saltò volontariamente la parte
dello spintone << Non mi hai ancora risposto >>
La
castana si alzò pulendo la gonna con le mani, teneva la testa bassa.
<<
Di che parla? >>
Temari
si irritò. Non aveva una grandissima considerazione della ragazza ma
sapeva che non era stupida.
<<
Non fare la baka con me >>
Dal
suo canto Matsuri chinò lo sguardo in segno di resa. Sospirò appena
ed infine rispose.
<<
Hai... tra due giorni … arriva... >> Matsuri alzò lo
sguardo e Temari vi scorse profondo dolore << Sarà meglio che
vada ad allenarmi >>
Si
congedò con un inchino e s'incamminò con passo lento ed incerto
sotto lo sguardo di Temari che decise di tornare a palazzo non appena
la chunin svoltò l'angolo.
Durante
la strada del ritorno tutti i suoi già presenti dubbi sul matrimonio
combinato si accentuarono.
Una
volta a palazzo bussò all'ufficio del fratello.
<<
Avanti >>
<<
Ciao, sono passata a vedere come va … >>
Gaara
era più pallido del solito, e la sua espressione seria e composta
aveva lasciato il posto ad una stanca e lievemente depressa.
Venne
colta da un dubbio tremendo che la mise leggermente in ansia.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitolo 9 -Omiai- ***
Omiai
Una
carrozza bianca stava varcando le mura di Suna.
C'era
un caldo torrido quel giorno, i raggi solari erano così forti da
rendere difficile vedere e quasi tutti gli abitanti del villaggio
avevano preferito ripararsi al fresco delle proprie case.
La
carrozza si fermò il tempo necessario per permettere a coloro che
erano al suo interno di presentarsi ai Jonin di guardia poi continuò
il suo percorso.
<<
E' arrivata >> disse Temari con delicatezza.
Gaara
stava guardando la finestra con aria assente, girò la sedia in
direzione della sorella e annuì. Si alzò stancamente e uscì dal
suo ufficio, incontrando lo sguardo pieno di disapprovazione del
fratello.
I
tre si diressero a passo svelto fuori dal palazzo.
<<
Se dovesse essere un cesso lo sai che non la puoi portare indietro
come se fosse un pacco postale? >>
Temari
diede una gomitata al fratello scemo.
La
carrozza si fermò proprio davanti al palazzo, i pochi abitanti del
villaggio che erano in strada si girarono
incuriositi, ma poi accelerarono in passo.
Il
primo a scendere fu lo Tsuchikage.
<<
Tsè tsè tsè maledetta schiena... salve Kazekage >>
<<
Tsuchikage.
Non
dovevate scomodarvi >>
<<
Oh si invece. Come nakodo
è
mio dovere presentare la hime*
>>
La
scorta era formata da Akatsuchi, Kitsuchi e Kurotsuchi.
Nel
sentire quelle parole, che potevano far intendere che la
futura sposa fosse parecchio più grande del kazekage, la kunoichi si
mise a ridere dicendo: << Non si preoccupi Kazekage-sama è
giovanissima >>
Sia
il nonno che il padre la guardarono severi.
<<
Kurotsuchi! >>
La
ragazza fece spallucce.
<<
E' vero. Che ho detto di male? >>
Il
Kage della roccia fece un sospiro rassegnato, poi guardò i ninja di
Suna con voce seria.
<<
Vi presento Koneko-hime >>
Dalla
carrozza scese una ragazza vestita con un candido e lungo kimono, i
capelli acconciati con due strettissimi odango e un velo sul volto.
Due
meravigliosi occhioni celesti sbucavano da quel tessuto leggero.
Nonostante
la visione delicata la ragazza era rigida, immobile e non sembrava
felice di essere lì.
<<
Saluta Koneko >> la rimproverò il vecchio Oonoki.
Per
tutta risposta lei fece un veloce inchino. Gaara fece lo stesso.
Calò
un silenzio raggelante: la ragazza non emetteva alcun suono, Gaara
non emetteva alcun suono, lo Tsuchikage aveva iniziato a guardare con
estremo interesse una piccola nuvoletta che aleggiava solitaria sopra
il palazzo, quindi Temari decise di intervenire.
<<
Accomodatevi, non possiamo certo rimanere qui fuori dal palazzo >>
Dentro
la situazione
non migliorò di molto: il gruppo si accomodò in una sala adibita
per gli ospiti, Koneko
si sedette compostamente sul divano accanto a Kurotsuchi e allo
Tsuchikage
,
gli altri due ninja della roccia erano in piedi così come Temari e
Kankuro,
mentre Gaara era seduto nel divanetto di fronte.
<<
Allora Kazekage, come programmato la mia adorata figliola farà omiai
trascorrendo un po' di tempo qui a Suna, per ambientarsi >>
Il
kage fece una piccola pausa guardando rispettivamente il Kazekage e
poi la ragazza.
<<
Questa unione rafforzerà i legami tra Iwa e Suna e sono certo che
ciò renderà molto più semplici anche le trattative... >>
La
vena doppiogiochista dell'uomo non era morta del tutto.
Prima
che potesse rispondere il Kazekage venne interrotto da qualcuno che
bussava alla porta.
<<
Avanti >>
Era
Matsuri.
La
ragazza aveva un aspetto estremamente stanco ed era moto pallida,
negli ultimi due giorni non si era fatta vedere e questo accentuò il
suo cambiamento agli occhi di Gaara.
Fece
un rispettoso inchino.
<<
Salve. Kazekage-sama, ecco i documenti che mi aveva chiesto >>
Sedute
a tavolino, documenti e discussioni.
A
Kankuro venne la nausea, sembrava più una vendita che un matrimonio.
La
ragazza poggiò i documenti sul tavolino piazzato tra i due divani e
si dileguò.
I
due Kage rilessero gli
tsurisho
dopodiché
si alzarono.
<<
Porterò i documenti ai Daimyo e farò recapitare un rapporto
dettagliato >> Si girò verso la ragazza << Ci vediamo
presto tesoro >>
Le
diede un bacio sulla fronte per poi rivolgersi nuovamente al
Kazekage.
<<
Abbiatene cura. Adesso dobbiamo andare >>
I
ninja della roccia fecero un inchino ed uscirono dal palazzo scortati
da Kankuro.
*
Koneko,
Gaara e Temari rimasero dentro la camera in religioso silenzio.
La
ragazza fissava il Kazekage con uno sguardo che metteva a disagio,
dal canto suo Gaara sosteneva quell'occhiata egregiamente, mentre
Temari si sentì inaspettatamente di troppo.
<<
Io, io credo che andrò nel mio ufficio >>
Uscì
dalla camera chiudendo la porta. Gli altri due rimasero immobili
ancora per qualche istante.
Poi
Gaara decise di prendere la parola.
<<
Allor... >>
Non
riuscì a realizzare immediatamente ciò che successe subito dopo.
Si
ritrovò spalmato sul divano, il piede della ragazza tra le sue gambe
pericolosamente vicino ad un punto molto sensibile e i suoi occhi a
meno un centimetro dal suo viso.
<<
Mettiamo le cose in chiaro Mister Panda... >> aveva una voce
dolce, ma allo stesso tempo era dura e tagliente << Prova a
sfiorarmi e ti salterà la mano, prova a darmi degli ordini e ti
salteranno i denti, prova a sposarmi... >> gli indicò il suo
piede con lo sguardo << ... e la prossima volta il mio piede ti
farà molto, molto male >>
Si
rimise in piedi aggiustandosi il kimono e aggiunse.
<<
Sono stanca, qual'è la mia camera? >>
Gaara
la osservò per qualche istante con uno sguardo che lasciava
intendere la frase: “In che guaio sono andato a cacciarmi?”
Si
limitò ad alzarsi e le fece segno di seguirlo, le mostrò la camera
degli ospiti: era tutta arancione con il letto ed i mobili rossi.
<<
Bleah >>
Gaara
fece finta di non sentire, più che altro per evitare un incidente
diplomatico.
<<
Qui c'è la camera, per qualsiasi cosa può chiamarmi >>
Perchè
le dava del lei?
<<
...e ovviamente avrà una scorta, in modo da poter uscire in totale
sicurezza >>
<<
Tipo il ragazzo in piedi dietro di te? >>
<<
Oh. Kankuro è impegnato con una missione e dovrà allontanarsi
spesso da Suna, ma non si preoccupi... >>
<<
Io voglio quella dei documenti >>
Gaara
la guardò stranito.
<<
Come? >>
<<
La tizia che ha portato i documenti, vuoi appiopparmi una balia? Lei
andrà benissimo >>
<<
Matsuri? Ma lei è inespert... >>
<<
Allora vuoi litigare? >>
Insopportabile.
<<
D'accordo >>
*
Temari
bussò alla porta dell'ufficio del fratello, poi entrò.
<<
Allora? Com'è la futura cognata? >>
Gaara
la fissò intensamente per qualche istante, poi sibilò col tono
pieno di astio.
<<
Una vipera >>
*Può essere intesa sia come principessa sia come ragazza appartenente
ad una famiglia di alto lignaggio.
***
Angolo
dell'autrice.
Da qui in poi inizia la parte tragicomica della fanfiction.
Vorrei fare una piccola riflessione personale senza sembrare una
presuntuosa ma... solo io leggendo le poche informazioni del Gaara
hiden ho trovato delle somiglienze con la mia ff? Ok forse mi sto
facendo solo un sacco di seghe mentali.
Ringrazio tutti coloro che leggono-seguono- recensiscono.
Riguardo questo ultimo punto ho notato un calo dunque sarei felice di
sapere come mai, se magari dipende dal modo di descrivere le scene o
altro.
Vi ringrazio ancora e vi saluro.
Un bacione e a presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Capitolo 10 -Brutte convivenze- ***
Brutte convivenze
La
ragazza si prese tutto il tempo per sistemarsi nella sua camera e
questo lo avevano notato tutti i componenti della famiglia Sabaku.
Soprattutto
Gaara.
Per
delicatezza, ma anche stufi per l'attesa, Temari aveva pensato bene
di andare a svolgere le sue mansioni poco lontano dal palazzo mentre
Kankuro era andato in una delle serre del villaggio.
Così
il giovane Kazekage era rimasto solo in attesa che la sua futura
compagna uscisse dalla camera.
Su
suggerimento della maggiore aveva deciso di essere paziente perchè,
a detta della sorella, probabilmente la ragazza era timida e nervosa,
forse anche spaventata.
Udì
il “clack” della porta e scattò in piedi come se fosse un
soldato sull'attenti. Allungò la testa verso il corridoio e la vide
in lontananza intenta a sistemarsi uno degli odango, fece un rapido
dietrofront e si sedette sullo zabuton davanti al tavolino nel salone
dei ricevimenti in attesa.
Lei
arrivò poco dopo, si bloccò un istante davanti la porta e lo scrutò
dall'alto in basso, poi si sedette compostamente di fronte a lui.
<<
Koneko... >>
<<
Hime-sama, stupido panda >>
Lui
la guardò torvo, ma si controllò.
<<
Hime-sama mi rendo conto che la situazione può risultare scomoda.
Tuttavia non avete motivo di essere in apprensione... >>
Venne
interrotto dall'irritante risolino emesso dalla ragazza, alzò lo
sguardo incrociando i suoi occhi: anche se coperto dal velo vide
perfettamente un ghigno stampato in faccia che svanì subito dopo.
<<
Io non sono in apprensione >>
Gaara
inspirò.
<<
Wakatta >>
Rimasero
in silenzio uno di fronte all'altra per diversi minuti.
Nella
parete vicino la finestra della grande camera vi era uno spartano ma
gradevole orologio rosso con le lancette nere. Date le dimensioni
solitamente non veniva notato, ma in quel preciso istante il
ticchettio che emetteva sembrava rimbombare secondo per secondo come
fossero massi che gradualmente cadevano dal cielo, ordinati, in fila,
e sempre più pesanti.
Koneko
aveva gli occhi chiusi e il capo leggermente chino.
A
prima vista sembrava il perfetto ritratto di una dolce, candida e
placida principessa, ma un occhio attento come quello del kazekage
riusciva a notare gli odango talmente stretti che i capelli
sembravano corde di violino, le ciglia vibravano leggermente, la
schiena dritta e la muscolatura rigida.
<<
C'è dell'altro? Mi sto annoiando >>
<<
Ascolti hime-sama non ho intenzione di... >>
Vennero
interrotti dal rumore della posta che si chiudeva e dal rumore dei
passi.
Dalla
porta sbucarono quattro codini ed il viso di una Temari decisamente
più dolce del solito fece capolino.
<<
Siamo tornati Gaara >>
La
hime si girò appena mentre Gaara sollevò lo sguardo.
Ci
fosse stata una bara sullo sfondo sarebbe stata la scena perfetta per
un funerale
<<
Volevo solo informarvi che si cena tra mezz'ora >>
*
Gaara
e Koneko si avviarono verso la sala da pranzo l'uno accanto all'altra
una volta dentro la stanza vennero accolti da un sorriso dolce, fin
troppo dolce, della kunoichi della sabbia.
<<
E' un piacere avervi qui con noi hime-sama >>
Kankuro
e Gaara si scambiarono uno scambio d'intesa: la sorella sembrava
avesse preso una botta in testa con evidenti compromissioni a livello
celebrale che avevano portato a quel cambiamento caratteriale.
La
hime parve non notare quel teatrino. Salutò rispettosamente i due
Sabaku inchinandosi elegantemente.
<<
Accomodatevi tra qualche minuto è pronto >> disse il
marionettista con un tono neutro mentre si dirigeva verso la porta
che portava in cucina.
La
ragazza si diresse verso il tavolo e Gaara fece lo stesso sedendosi
di fronte a lei e portando le mani intrecciate di fronte alla bocca
com'era solito fare quando si trovava in situazioni di tensione.
Inizialmente
Temari aveva dato l'input al cervello di sedersi per farsi servire
dal fratello, ma vedendo quella scena e quell'aria glaciale decise
che era meglio raggiungere il suddetto fratello in cucina.
<<
Arrivo subito, voi fate pure conversazione con calma >>
Era
da anni che Gaara non provava certi impulsi, ma in quel preciso
istante avrebbe volentieri strozzato la sorella per averlo lasciato
solo in quella situazione imbarazzante.
*
Kankuro,
senza trucco né cappello stava tranquillamente appallottolando il
sumeshi
per il sushi dimostrando notevole disinvoltura e manualità, al
contrario di Temari che non faceva altro che mescolare, scrostare e
controllare le padelle, il tutto con una stupenda macchia di salsa di
soia sulla fronte.
<<
Stai bruciando il tonkatsu >>
<<
Merd... >>
La
ragazza prese la pentola tutta affannata e nel farlo urtò una pila
di piatti che stava per finire rovinosamente a terra se non fosse
stato per i fili di chakra del marionettista che li sospese a
mezz'aria per un istante per poi subito dopo poggiarli in un ripiano
più sicuro.
Mentre
con la mano sinistra continuava ad appallottolare riso.
<<
Và di la Temari. Sei una causa persa >>
<<
No. Voglio cucinare >>
Il
marionettista si limitò a sospirare mentre affettava il tonno.
<<
Assicurati che Gaara stia almeno tentando di socializzare >>
L'amazzone
del deserto sbuffò e tirò malamente il mestolo sul ripiano
avviandosi verso la porta.
<<
Prima pulisciti il viso >> disse lui ridacchiando tirandogli
uno straccio.
<<
Ti detesto baka >>
Prima
di aprire la porta Temari inspirò profondamente ed espirò
abbassando la maniglia.
I
due erano seduti l'uno di fronte all'altra col capo leggermente
chino: Gaara sembrava estremamente interessato al colore della parete
di fronte a se mentre la hime aveva gli occhi chiusi, il capo chino
ed era perfettamente composta al suo posto.
Evidentemente
le era stata impartita un'educazione molto severa.
<<
Goumen stiamo perdendo più tempo del previsto... >>
Gaara
fissò la sorella in modo inespressivo.
<<
Nessun problema >>
Lei
rimase ferma sul posto boccheggiando un paio di volte, poi alzò il
braccio come a voler dire qualcosa.
Koneko
aveva aperto gli occhi e si era girata per guardarla.
<<
Vado a controllare il pesce >>
Detto
ciò fece dietrofront con ancora il braccio a mezz'aria e chiuse la
porta un po' più forte del normale.
<<
Io sento odore di carne >> si limitò a dire la hime con
naturalezza.
*
Quando
Kankuro vide con la coda dell'occhio la sorella entrare trafelata
dalla porta e prendere in mano il cucchiaio di legno non seppe se
ridere o arrabbiarsi.
<<
Hai fatto un controllo lampo >>
<<
Li dentro c'è un'aria talmente gelida che non sembra nemmeno di
stare a Suna >>
<<
Non ti riconosco più sorellina. Da quando lasci il tuo piccolo
fratellino solo ed indifeso esposto al pericolo? >>
Lo
guardò con due occhi assassini.
<<
Chiudi il becco baka >>
*
Dalla
cucina provenivano solo rumori di piatti e mestoli alcuni fin troppo
forti il che non era un bel segno.
L'attesa
si stava rivelando più lunga del previsto così Gaara si sentì in
dovere di dire qualcosa.
<<
Chiedo scusa per l'attesa >>
<<
Non è l'attesa a snervarmi ma la compagnia >> disse secca.
Lui
serrò la mascella: altro che dolce, timida, spaventata fanciulla.
Quella piccola vipera faceva tanto la santarellina di fronte a terzi
mentre quando stavano soli tirava fuori il dente avvelenato.
Sta
calmo Gaara. Forse è solo una tua impressione.
I
due rimanevano immobili come se fossero due statue di cera e,
nonostante fossero l'uno di fronte all'altra, non si guardavano
nemmeno per errore.
Da
dietro la porta Temari osservava la scena da ormai diversi minuti.
Era dolce, quasi materna...
<<
Non possiamo rimanere rinchiusi qui dentro >>
… o
semplicemente non aveva voglia di cenare con quell'aria di tensione.
<<
Perchè? >>
<<
Perchè tieni il vassoio con la cena tra le mani >>
Se
era Kankuro a fare la parte del fratello intelligente vuol dire che
era veramente messa male.
I
due fratelli uscirono dalla cucina e si diressero verso il tavolino.
Temari poggiò il vassoio e fece un inchino in segno di scuse mentre
Kankuro si limitò a sedersi accanto al fratello.
Il
silenzio imperava su tutto in quella camera, e se non fosse stato per
il movimento delle hashi quello sarebbe sembrata una camera del museo
delle cere.
Una
volta terminata la cena la ragazza si alzò.
<<
Sono molto affaticata dal viaggio, vado in camera mia >>
Gaara
stava per rispondere che andava bene ma dopo aver visto l'eloquente
occhiata della sorella decise di fare diversamente.
<<
Vi accompagno >>
I
due uscirono dalla cucina e dopo pochi istanti Temari andò a
sbirciare appena fuori dalla porta.
Kankuro
dal canto suo roteò gli occhi al cielo e si diresse in cucina a
lavare i piatti.
<<
Grazie dell'aiuto eh? >>
La
kunoichi della sabbia non rispose nemmeno troppo intenta nella sua
“missione”.
I
due intanto camminavano fianco a fianco percorrendo il luno corridoio
in religioso silenzio.
<<
Siete sicura di star bene? >> disse infine il kazekage, più
per educazione che per vera preoccupazione.
La
ragazza si limitò a guardarlo con la code dell'occhio.
<<
Non preoccuparti >>
<<
Praticamente non avete toccato cibo >>
<<
Ma guarda che fidanzatino premuroso mi è capitato >>
Gaara
assottigliò lo sguardo in due fessure e si fermò davanti la porta
della camera degli ospiti.
<<
Buonanotte hime-sama >>
<<
Buonanotte... >>
Koneko
aprì la porta ed entrò in camera.
<<
... stupido panda >>
Chiuse
velocemente la porta sbattendogliela in faccia.
Un
piccolo vortice di sabbia si formò ai piedi del kazekage.
No
decisamente quella non era una sua impressione.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Capitolo 11 -Compiti ingrati- ***
Compiti ingrati
<<
Io l'avevo detto >>
Kankuro
stava preparando lo zaino con l'occorrente per un'altra missione.
Se
avesse continuato in quel modo sarebbe stato sicuramente nominato
ufficialmente come l'ambasciatore rappresentante di Suna ad Iwa.
Fu
colto da un brivido: fare lo “Shikamaru” della situazione era un
bene o un male?
Perso
da quel pensiero non si accorse della sorella che continuava a
blaterare una lista di motivazioni assurde per giustificare quella,
ancor più assurda, situazione.
<<
… e poi è normale che sia così taciturna: è appena arrivata, non
conosce nessuno... >>
Kankuro
si girò fissando la sorella dritto negli occhi.
<<
Io. L'avevo. Detto. >>
<<
Oh insomma! >>
<<
Perchè sei venuta da me? Vuoi alleggerirti la coscienza? >>
Temari
mise la mani sui fianchi con aria visibilmente offesa.
<<
Io... >>
<<
Tu ti sei fatta fregare dagli anziani e te ne sei resa perfettamente
conto. Ma Sabaku no Temari non può semplicemente ammettere di aver
commesso un errore... sarebbe una tragedia! >> disse
velatamente ironico
Una
piccola venuzza iniziò a pulsare vicino l'occhio destro della
bionda, tuttavia non ebbe di che obbiettare così il fratello le
venne incontro continuando a parlare.
<<
Comunque ormai la ragazza è qui, e come ho già detto a Gaara non la
si può portare indietro come un pacco postale >>
Temari
si mise due dita sul mento.
<<
Perchè non provi tu a...? >>
<<
AH! Na na na lo sapevo! >> disse lui con tono alterato
alzando la mano e scuotendo l'indice a destra e a sinistra << Non
ho intenzione di entrare in questa storia. Non voglio avere niente a
che fare con la principessa, col matrimonio o con chissà quale altra
follia >>
<<
Quindi farai finta che non esista? >>
<<
Dopo il matrimonio, sempre che Gaara non decida di optare per il
kotowari,
le stringerò la mano e la chiamerò “gishi-sama”
>> disse in modo sarcastico << … ma fino a quel momento
non voglio saperne >>
Temari
storse il naso.
<<
E io cosa dovrei fare allora? >>
<<
Dì a Gaara di parlarle. Fa in modo che si conoscano meglio >>
<<
Non la vuole vedere, dice che “la ragazza è antipatica”. Ma a me
sembra solo molto timida >>
<<
E allora che vuole fare? Tenerla segregata in camera sino al ritorno
dello Tsuchikage? >>
<<
No. Le vuole affidare una scorta >>
<<
Chi? >>
<<
Matsuri >>
Kankuro
fece una lunghissima pausa grazie alla quale il suo sopracciglio
destro ebbe modo di sollevarsi in tutta comodità formando
un'espressione di totale disappunto sul suo viso.
<<
Quel ragazzo ci gode nello sguazzare nei drammi >>
E
per la seconda volta Temari non ebbe di che obbiettare.
*
Non
era stato facile per lei sostenere gli eventi che le si erano
palesati dopo la guerra.
Aveva
riportato parecchie ferite, alcune anche abbastanza gravi, aveva
affrontato un periodo di convalescenza da sola, si era dovuta
occupare dei compagni più giovani e intanto aveva cercato di
sfruttare al massimo ogni momento libero che aveva per aiutare -star
il più vicino possibile- a Kazekage-sensei. Questo ultimo fatto
ostacolato notevolmente dalla sua iperprotettiva e non molto dolce
sorella maggiore.
Poi
i medici le avevano dato l'ok per riprendere con gli allenamenti e
Temari aveva ripreso appieno il suo ruolo di ambasciatrice dandole
l'opportunità di stare col suo sensei più liberamente e con maggior
frequenza.
Lui
aveva persino cominciato a chiamarla col “chan”, sembrava che la
situazione stesse prendendo la miglior piega possibile quando il
mondo le crollò di nuovo miseramente addosso.
E
cose se non bastasse adesso il fato sembrava volesse prenderla per i
fondelli, burlarsi di lei in uno sfortunato e quasi paradossale gioco
di eventi.
<<
Mi rendo conto che è una missione molto impegnativa ma sono certo
che farai un ottimo lavoro >>
Matsuri
si domandò perchè il suo sensei non la guardasse negli occhi.
<<
Non si preoccupi, mi assicurerò che la principessa si senta a suo
agio e completamente al sicuro >> disse sentendo completamente
estranee quelle parole, come se le avesse pronunciate un'altra
persona o un registratore. << … c'è altro che devo sapere?
>>
Gaara
ebbe un momento si esitazione.
Che
è una vipera? Portati un sedativo che non si sa mai? Mettile una
museruola te ne prego?
Alla
fine il suo buonsenso prevalse.
<<
No Matsuri è tutto. La tua missione inizia immediatamente >>
Nel
dire quella frase il sensei aveva alzato appena il capo e la ragazza
poté scrutare i suoi occhi: era sempre il solito Gaara, serio e
distaccato, ma aveva un che di malinconico, triste, irritato.
Si
domandò se fosse normale per un ragazzo in procinto di sposarsi.
Si
inchinò rispettosa prima di rispondere.
<<
Allora vado nelle camere della hime a presentarmi >>
Detto
ciò si girò e aprì la porta percorrendo il lungo corridoio.
Quando
la porta si chiuse alle sue spalle Gaara sentì un rumore sordo,
cupo, molto intenso, come se davanti a te fosse stata chiusa per
sempre la porta della sua cella.
*
Nella
stanza arancione Koneko
digrignava i denti guardando distrattamente il centro del villaggio:
vi erano molti bambini ed un intenso via vai di gente, in lontananza
il fratello del kazekage si stava avviando verso le mura con uno
zaino sulle spalle ed il passo svelto, poi notò un gruppo di chunin
che si dirigeva verso il campo di addestramento con fare allegro e
senza accorgersene si protrasse ancora di più col viso fuori dalla
finestra.
<<
Hime-sama? >>
Ebbe
un lieve sussulto e poi si voltò verso la porta, stavano bussando.
Si
affrettò a mettere il velo candido sul viso e poi disse un gelido e
secco:
<<
Avanti >>
La
porta si aprì e la giovane chunin si costrinse ad entrare nella
camera. Era nervosa, ma cercò disperatamente di mantenere la calma,
dopotutto quella era una missione.
Si
inginocchiò di fronte a quella ragazza e si sforzò per parlare.
<<
Salve hime-sama, io sono la ninja assegnata... >>
<<
Matsuri >> disse Koneko con un tono allegro e frizzante.
Le
andò incontro abbracciandola e la kunoichi di Suna per un primo
momento rimase interdetta con le mani a mezz'aria non sapendo come
reagire, subito dopo si ricompose allontanandosi di due passi.
<<
Hime-sama il suo comportamento non è opportuno >> Dura, secca,
decisa... e lievemente acida.
Dal
canto suo la hime fece spallucce.
<<
Lo so ma ho pensato che... >>
<<
Hime-sama ... sono qui per farle da scorta, per qualsiasi cosa conti
su di me >>
La
ragazza la osservò delusa, poi sospirò.
<<
... arigatò >>
<<
Posso fare qualcosa? >>
<<
No... no Matsu >>
<<
Preferisco Matsuri >> disse lei risoluta.
Ci
fu una piccola pausa interrotto dal tono educato, ma ostile, della
giovane kunoichi.
<<
Se cambiate idea sono dietro la porta >>
<<
Puoi rimanere anche qui. E' assurdo che tu faccia il palo in un posto
sorvegliato come questo palazzo >>
*
Definire
la cena di quella sera imbarazzante era un eufemismo.
Koneko
sedeva immobile e con gli occhi chiusi proprio di fronte a Gaara che
teneva la medesima posizione.
Dalla
cucina la figlia maggiore dei Sabaku si guardava la scena indecisa se
entrare.
Koneko
aprì gli occhi non appena udì dei lievi rumori dalla cucina ed
assottigliò lo sguardo quando incrociò quello del Kazekage.
Lui
tentò di ignorarla per quanto possibile ma la situazione stava
diventando fin troppo pesante.
<<
Koneko... >>
<<
Hime-sama, prego
>>
Lui
serrò i pugni.
<<
Hime-sama ... come avete passato il pomeriggio? >>
Non
era bravo a fare conversazione, era risaputo, preferiva sempre che
fossero i suoi gesti a parlare, ma in quel momento sentiva l'esigenza
di riempire quel silenzio imbarazzante.
<<
In camera mia >>
Era
evidente che la sua “futura consorte” non fosse dello stesso
avviso.
Fortunatamente
l'altra componente della famiglia Sabaku decise finalmente di sbucare
fuori dal suo nascondiglio.
<<
Ecco la cena principessa, spero sia di vostro gradimento >>
Disse Temari in modo cortese.
Lei
annuì.
<<
Come vi sembra Suna? Avete avuto modo di visitare il centro? >>
Temari
era decisamente più spigliata del fratello minore.
<<
Non ancora >>
<<
Beh avete in mente qualche luogo in particolare? >>
<<
Il tuo nome è Temari giusto? >>
Presa
alla sprovvista la kunoichi batté due volte gli occhi rispondendo un
impacciato “si”.
<<
Bene Temari, trovo davvero cordiale il tuo comportamento ma detesto
>> aprì la mano facendo un gesto per indicare l'intera tavola
ed i presenti << … tutto questo >>
Diretta,
decisa. Tanto da far sentire a disagio persino l'amazzone del deserto
ed il gelido Kazekage.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Capitolo 12 -Diplomazia- ***
Diplomazia
Nuovo
giorno a Suna, l'aria portava ancora con se il fresco della notte
appena trascorsa e le grida dei bambini sembrava voler preannunciare
una giornata di gioia e leggerezza.
Forse.
Dal
suo ufficio il Kazekage osservava un gruppo di bambini giocare con la
palla, si era preso un momento di pausa visto che doveva solo
consegnare le missioni.
<<
Dovresti parlarle >>
Assottigliò
lo sguardo riconoscendo la voce della sorella.
<<
Provaci almeno, stai per prendere un impegno serio con lei … >>
Sospirò
appena e si voltò soppesando le sue parole.
<<
Ci penserò >>
<<
Bene >> Temari gli rivolse un piccolo sorriso sistemandosi il
ventaglio sulle spalle << Ci vediamo tra qualche giorno >>
*
<<
Stai bene? >>
<<
Si >>
<<
Sicura? >>
<<
Si >>
<<
Ne se cert... >>
I
suoi tratti dolci ed i suoi occhioni rendevano il suo viso
estremamente grazioso e per nulla portato per essere minaccioso.
Tuttavia in quell'istante Matsuri fulminò Yukata con un'espressione
così spiazzante da indurre tutti i presenti al silenzio.
Il
momento della colazione all'accademia per loro era da sempre
un'occasione per riunirsi e parlare, dopo gli esami dei chunin
avevano mantenuto la tradizione, solo che adesso si ritrovavano in un
chiosco poco lontano dal palazzo del Kazekage.
Sari
serrò le labbra, Ittetsu si mise a tamburellare le dita sul tavolo,
Koshi, che era concentrato nella lettura di un libro, la fissava più
e più volte con la coda dell'occhio.
E
proprio quest'ultimo interruppe il silenzio.
<<
Non si hanno molte informazioni riguardo la futura consorte del
Kazekage. Che tipo è? >>
La
kunoichi digrignò i denti per poi inspirare profondamente e
rispondere.
<<
E' un tipo bizzarro, e preoccupante. Sta sempre con quel velo addosso
>>
<<
In realtà si tratta di tradizione, ad Iwa ci tengono moltissimo a
cose come i titoli, le gerarchie e l'etichetta. Più di noi >>
Disse distrattamente Mikoshi sfogliando il suo libro << …
anche il velo non deve spaventarti, è obbligata a portarlo >>
<<
Certo che è un vero peccato, e dire adesso potrei esserci io in quel
magnifico palazzo tra le braccia del forte e potente Kaz... >>
Sari
venne interrotta poco delicatamente da una ninja che si schiarì in
modo evidente la gola.
<<
Voi indisciplinati, piagnucoloni e pelandroni che ci fate con le mani
in mano? >>
La
ninja per poco non cadde dalla sedia mentre gli altri chunin si
alzarono in piedi
<<
Temari-sama non abbiamo missioni per ogg... >>
<<
Tutti i Jounin sono ai confini per occuparsi della divisione delle
terre, tocca a voi occuparvi dell'organizzazione del villaggio.
MUOVETEVI >> Poi si voltò verso Matsuri << Tu. Va dalla
hime >>
Non
appena la kunoichi si fu allontanata Ittetsu ne approfittò per
parlare.
<<
Delicata come un bocciolo di rosa... beh minna andiamo a
palazzo tutti insieme appassionatamente! >>
*
Gaara
inspirò profondamente prima di bussare alla porta, nessuna risposta.
Bussò
una seconda volta, ancora niente.
Dovette
bussare più volte poiché dall'altra parte sembravano non esserci
segni di vita.
Alla
fine decise di chiamare la ragazza ma non ebbe nemmeno il tempo di
aprire la bocca che la porta si spalancò violentemente davanti a
lui.
<<
Allora? La finiamo con questo baccano? >>
Lui
dovette far appello a tutta la sua pazienza.
<<
Volevo solo sapere se state ben.. >>
<<
Si, sto bene. Altro? >>
<<
Siete sicura di non voler uscire dalla camera? >>
<<
Uscirò da questa camera tranquillo. Quando arriverà la baby sitter
>>
La
pazienza del ragazzo era ufficialmente finita.
<<
Come volete >> Disse stringendo i pugni e tornando nel suo
ufficio.
In
corridoio vide il gruppo di chunin che si fermò immediatamente
davanti l'autorità.
<<
Ohayoo
kazekage-sama
>> Disse in modo sin troppo melenso Sari beccandosi le occhiate
di disapprovazione degli altri.
Gaara
non era dell'umore per discutere: si limitò ad annuire e a dirigersi
verso la scrivania del suo ufficio.
<<
Sari devi andare ad occuparti degli allievi in accademia >>
La
liquidò immediatamente. la neochunin storse appena il naso prima di
inchinarsi ed uscire dal suo ufficio.
<<
Ittetsu tu dovrai sostituire Yaoki nel turno di guardia al confine
est. Yukata e Mikoshi voi avete una missione di livello B >>
Disse porgendo il rotolo al ragazzo.
<<
Hai. Yahoo! >> Rispose con entusiasmo Yukata mentre
Mikoshi sospirava rassegnato.
Quando
Ittetsu chiuse la porta vi fu un momento di imbarazzante silenzio.
Gaara guardava un punto indefinito dritto davanti a se indeciso sulle
parole da usare.
<<
Come ti sembra? >>
Lei
si umettò le labbra.
<<
E' una ragazza bellissima Kazekage, è di buona famiglia sono sicura
che... >>
<<
Matsuri sai che non era questa la mia domanda >> Disse
guardandola dritta negli occhi.
La
ragazza dal canto suo non riusciva ad afferrare.
Le
stava forse chiedendo un giudizio sulla sua fidanzata? Un parere? Un…
permesso?
E
a che pro?
Alla
fine però decise di essere sincera ma diplomatica, col suo sensei
era la via più saggia.
<<
Non sembra felice >>
Lui
annuì.
<<
Cerca di farla sentire a suo agio >>
<<
Sarà fatto Kazekag... >>
<<
Puoi continuare a chiamarmi per nome >>
Lei
si morse appena il labbro.
<<
Date le circostanze, è meglio di no >> disse secca uscendo dal
suo ufficio e chiudendo la porta.
Gaara
venne colto da un'ennesima, dolorosa, morsa allo stomaco.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Capitolo 13 -Intanto a Konoha...- ***
Intanto
a
Konoha...
<<
Novità? Novità novità? >>
<<
Naruto, sei il mio Hokage, ma questo non significa che non possa
sferrarti un pugno in faccia >>
<<
Daaai sono solo curioso di sapere cosa ti ha scritto quella caaara
ragazza di Suna >>
Shikamaru
si schiarì la gola.
Aveva
da poco ricevuto una lettera privata da parte di Temari, non era la
prima volta che succedeva, i due tenevano una corrispondenza più o
meno frequente, tuttavia il genio di Konoha aveva avuto l'idea ben
poco geniale di aprirla in uno dei corridoi del palazzo dell'Hokage e
il suddetto hokage l'aveva colto in flagrante.
Erano
ben dieci minuti buoni che cercava di convincere Naruto che non vi
era scritto nulla di importante ma il biondino aveva cocciutamente
deciso di non demordere.
<<
Come ho appena detto il Kazekage sta pensando di chiedere di
posticipare l'esame dei chunin per via dei suoi impegni con la hime,
quando avrà preso una decisione manderà Tobimaru con una
comunicazione ufficiale >>
<<
Si ma ho visto la lettera, sono ben TRE... >> e fece il gesto
con le mani << ...TRE fogli. Non è possibile che ci sia
scritto così poco >> i suoi occhi si assottigliarono <<
Ih ih non è che magari ci sono delle fotografie... diciamo...
private? >>
Shikamaru
gettò un'occhiata di fuoco come ben poche volte aveva fatto in vita
sua.
<<
No >> disse secco << e adesso potrei avere la mia
missione così me ne posso andare a lavorare? >>
<<
Ma tu detesti lavorare... dai dai, racconta tutto al tuo Hokage
preferito >>
Il
ragazzo spostò lo sguardo verso Sakura chiedendole, anzi
supplicandole, aiuto con lo sguardo.
Nonostante
il braccio destro dell'Hokage fosse il capoclan della famiglia Nara
quest'ultimo non era per nulla affidabile se si trattata di
burocrazia, svogliato com'era finiva sempre per consegnare i
documenti in ritardo dunque lei si era offerta di svolgere questo
oneroso compito.
Aveva
appena poggiato un grosso plico di carte sulla scrivania quando si
voltò verso l'hokage.
<<
Naruto! Devi finire di consegnare le missioni per poi controllare la
situazione dell'ospedale. Ci servono fondi per preparare le nuove
reclute e aumentare le infermiere! >>
<<
Uffaaa >>
<<
Insomma! Volevi diventare Hokage no? Hai rischiato la pellaccia e
anni della tua vita per diventarlo. Ora che hai realizzato il tuo
sogno ti sottrai alle tue responsabilità? >>
<<
Ho realizzato il mio sogno. Ora ne ho uno nuovo! >>
Naruto
parlò in modo così convinto che sia Sakura che Shikamaru lo
osservarono con aria estremamente curiosa.
Quest'ultimo poi gli fece
la fatidica domanda: << e quale sarebbe? >>
Naruto
si alzò in maniera teatrale, prese un profondo respiro e poi con
voce solenne proclamò: << Aprire un chiosco di ramen e fare da
confidente a tutti i miei clienti! >>
Vi
fu un breve, brevissimo, momento di silenzio seguito da un
potentissimo “SHANNAROOO”.
*
In
lontananza Hinata, che si stava allenando con Kiba, vide una piccola
esplosione nei pressi del palazzo dell'Hokage.
Il
ragazzo interruppe la tecnica della moltiplicazione selvatica.
<<
Ma non sei gelosa? >>
Hinata
fece spallucce chinando lo sguardo.
<<
Forse Naruto-kun voleva defilarsi dal lavoro >>
*
Shikamaru
ne approfittò per prendere il rotolo con la sua missione e
defilarsela, una volta che il fumo fu diradato Sakura prese per
l'orecchio il suo superiore e lo bloccò di fronte una pila di fogli.
<<
E adesso mi trovi i fondi per l'ospedale. D'accordo Naruto-sama?
>>
Il
ragazzo si massaggiò la testa in lacrime.
<<
Sakura chan... ma tu mi vuoi morto... >>
*
Shikamaru
si girò e rigirò il rotolo tra le mani.
Missione
livello: B
Luogo:
Paese della foglia, confini.
Tempo
stimato: Non definito.
Il
fatto che Gaara e Naruto fossero grandi amici era un gran colpo di
fortuna per i due villaggi e soprattutto per i Jounin.
Le
trattative per le terre neutre confinati erano così semplici che gli
incontri finivano quasi sempre per essere discussi da Teuchi.
Tuttavia
occorreva comunque effettuare qualche sopralluogo e stendere una
serie di rapporti di tanto in tanto.
Era
una seccatura ma andava fatto.
E
comunque sarebbe stato in buona compagnia.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Capitolo 14 -Chirashi-zushi- ***
Chirashi-zushi
Matsuri
guardava distrattamente fuori dalla finestra della stanza arancione,
c'era un silenzio assordante e la stanza era piuttosto calda. Si
ritrovò a dover far appello a tutto il suo autocontrollo per non
sbadigliare.
Koneko
era seduta su un divanetto e leggeva un libro preso dalla libreria
del palazzo.
La
kunoichi si ritrovò a fissarla: indossava una delicata veste bianca
sotto il quale si poteva intravedere un seno pieno e la vita sottile,
gambe lunghe ed una compostezza e un'eleganza degne di una
principessa.
Il
viso era coperto dal velo ma gli occhi erano scoperti mettendo in
mostra quelle lunghe ciglia e quei capelli che sembravano fili di
seta.
Gettò
un rapido sguardo alla finestra vedendo il suo riflesso: i suoi
capelli sembravano essere stati asciugati con un aspirapolvere e si
ritrovò a provare molta invidia.
<<
Puoi anche sederti >>
Batté
due volte gli occhi come se fosse stata risvegliata da uno stato di
trance la guardò per due secondi prima di voltar nuovamente lo
sguardo verso la finestra.
<<
Sto bene così >>
<<
Io mi sarei già addormentata >>
<<
Sono una chunin. Per me è del tutto normale fare da guardia >>
La
hime fece spallucce.
<<
Come vuoi... >>
*
<<
Situazione difficile? >>
<<
Orrenda. Gaara continua a sostenere che quella ragazza ha un
carattere troppo difficile e in pratica si parlano il minimo
indispensabile >>
<<
E' davvero così antipatica? >>
Temari
fece spallucce.
<<
A me sembra solo una ragazza intimorita dalla situazione. E' timida e
spaventata >>
Shikamaru
non riusciva a trovare un sistema per risolvere la situazione senza
commettere un incidente diplomatico.
<<
Che
succederebbe se si annullasse l'omiai? Voglio dire se si parlasse con
lo Tsuchikage?
>>
Temari
lo guardò con aria stupita.
<<
Proprio tu mi fai questa domanda? Si rischia di spezzare un delicato
equilibrio: gli abitanti di Suna si sentirebbero spiazzati. Insomma
un ragazzo che non sa prendere sul serio un impegno come il
matrimonio come fa ad essere credibile? >>
<<
In effetti... >>
<<
Gli abitanti di Suna ammirano e rispettano il loro Kazekage ma certe
cose non sono tollerabili. Inoltre la guerra è finita da poco tempo,
adesso gli abitanti hanno bisogno di sicurezza >>
Shikamaru
diede un calcio ad un sasso per poi sdraiarsi sul tronco di uno dei
pochi alberi di quella zona.
Il
terreno non sembrava nascondere metalli preziosi ma era molto adatto
all'agricoltura ragion per cui il Kazekage avrebbe sicuramente
cercato di prenderne una buona parte.
Temari
si piazzò davanti a lui << Dobbiamo stendere un rapporto. Di
là... >> disse indicando un grosso cespuglio << ...ho
visto delle bacche con delle strane foglie credo che in questo posto
crescano delle erbe mediche >>
<<
Mh... >>
<<
Shika vai a vedere se quelle sono erbe mediche >>
<<
Mh... >>
<<
SHIKA... >>
Per
tutta risposta lui la prese per il polso attirandola a se ed
iniziando a baciarle in modo piuttosto lascivo il collo.
*
<<
Posso entrare? >>
Gaara
alzò la testa notando la figura del fratello, gli fece cenno di
entrare e chiudere la porta.
<<
Bentornato >>
<<
Arigato otouto. Ti ho portato i documenti, lo Tsuchikage mi ha
chiesto di portare notizie riguardo alla hime per la prossima volta
>>
Il
kazekage guardava i fogli con aria distante.
<<
Cosa devo dirgli Gaara? >>
Inspirò
profondamente. Non poteva di certo dire la verità.
Lo
tsuchikage era un ottimo alleato e durante la guerra aveva dimostrato
evidenti segni di cambiamento, tuttavia non poteva pretendere un
cambiamento radicale da uno della sua età. Era troppo attaccato alle
tradizioni e aveva più volte dimostrato quanto fosse affezionato
alla hime.
Se
avesse mandato a monte l'omiai in maniera così repentina
probabilmente ci sarebbero state conseguenze anche sulla loro
alleanza.
Doveva
essere cauto e agire col giusto tempismo.
<<
Hime-sama sta bene e per maggior sicurezza le ho dato una scorta
>>
<<
Va bene >>
Anche
Kankuro da parte sua sembrava pensieroso, aveva una strana aria
corrucciata.
Gaara
lo osservò mentre si sedeva sul divanetto e guardare fuori dalla
finestra con le sopracciglia aggrottate.
<<
Che ti prende? >>
<<
Mh? Nulla >>
Alzò
un sopracciglio per nulla convinto.
Il
marionettista non se ne accorse troppo occupato a sgranchirsi le
braccia e a sbadigliare.
<<
La tua fidanzata dov'è? >>
Gaara
roteò gli occhi avvertendo il tono sarcastico.
<<
Con Matsuri >>
Il
marionettista alzò un sopracciglio.
<<
Mh capisco >> si alzò grattandosi la nuca << ho fame
vado a preparare la cena. Devo preparare anche per voi o tu e la hime
avete per caso programmi? >>
A
Gaara sembrò di udire un irritatissimo tono di scherno.
<<
Nessun programma >>
*
<<
E' quasi ora di cena non hai fame? >>
Dopo
aver letto un pessimo libro su due giovani che si scoprivano
innamorati dopo essere stati costretti insieme in un'isola deserta ed
i primi cinque o sei capitoli de “... e venne chiamata due
cuori” Koneko era riuscita a convincere Matsuri a sedersi e a
mettersi un po' più a suo agio, tuttavia la ninja non aveva
attenuato il suo comportamento distaccato.
<<
Non tanta >>
<<
Sembri una sfinge. Che razza di addestramento vi fanno fare qui?
>>
sbadigliò e si mise a guardare fuori dalla finestra <<
Comunque io ho fame >>
Matsuri
si alzò e si diresse verso la porta. << Vado ad informare il
kazekage allora >>
Non
ebbe il tempo di toccare la maniglia che la hime la bloccò.
<<
Mi piacerebbe mangiare qui con te Matsuri >>
La
kunoichi stava per rispondere di no, che lo scopo dell'omiai era
proprio quello di permettere ai due futuri sposi di conoscersi e che
ciò non poteva avvenire se non passavano del tempo insieme.
Ma
poi la sua inner, la sua parte più egoista, le fece notare che in
quel modo la bellissima principessa di Iwa non avrebbe cenato col suo
adorato sensei e la cosa non le fece poi tanto schifo.
<<
Vado ad informare il Kazekage >>
*
I
due fratelli si trovavano nella sala da pranzo.
Gaara
era disteso sul divano color panna mentre Kankuro stava disponendo le
bacchette sul tavolo.
Matsuri
si ritrovò ad arrossire alla vista del viso dolce e rilassato del
suo sensei.
<<
Sumimasen kazekage-sama >> disse inchinandosi <<
...la hime vorrebbe mangiare in camera sua >>
Gaara
aprì gli occhi e si mise a sedere guardando il fratello cercando un
minimo di appoggio.
Dal
canto suo il marionettista si limitò ad aprire una bottiglia di
birra e versarla in due bicchieri: uno lo poggiò sul tavolino vicino
al fratello e l'altro lo mise praticamente tra le mani di una Matsuri
molto molto imbarazzata.
<<
Fate come volete io intanto vado in cucina >> si incamminò
oltre la porta iniziando ad urlare << Matsu faccio il
Chirashi-zushi. Ti
va bene? >>
Se
possibile la ragazza arrossì ancora di più.
<<
Ma io... veramente... non è il caso... >>
<<
Sei la benvenuta Matsuri >> disse infine il kazekage facendole
segno di sedersi accanto a lui.
<<
A... arigatò >>
La
ragazza poggiò delicatamente il bicchiere sul tavolo e si sedette
accanto al suo sensei.
<<
Tutto bene con la hime? >>
<<
Hai >>
Lui
annuì.
Dopo
pochi minuti il marionettista arrivò con due vassoi con sopra due
grosse ciotole ciascuno: uno lo poggiò sul tavolo mentre l'altro lo
porse alla ragazza che prontamente si alzò andandogli incontro.
<<
Spero che la principessina non abbia di che lamentarsi >>
La
ragazza prese il vassoio << Arigatò Kankuro-kun >> poi
si diresse verso la stanza degli ospiti.
Rimasti
soli i due fratelli della sabbia si sedettero a tavola uno di fronte
all'altro iniziando a mangiare.
Dopo
aver svuotato mezza ciotola di riso Kankuro guardò fisso il minore.
<<
E' di cattivo gusto se ripeto che “io l'avevo detto”? >>
<<
Kankuro per favore >>
*
Matsuri
e Koneko mangiarono in assoluto silenzio nonostante i tentativi di
conversazione della hime.
<<
Dove avete preso il pesce? Qua il mare praticamente non esiste >>
<<
I laghi artificiali permettono la coltivazione di pesce d'acqua dolce
e grazie ai nuovi accordi economici coi paesi vicini al mare i
mercati sono molto più forniti >>
<<
Questo posto è meno desolato di quanto sembri >>
<<
Già >>
Koneko
inspirò profondamente.
<< Matsuri >>
<< Si hime-sama? >>
<< Senti, non ho idea del perchè mi detesti così tanto, ma vorrei
davvero avere un bel rapporto con te >>
Matsuri si umettò le labbra.
<< Io non la detesto >
Rise. << Non sei brava a mentire >>
La kunoichi prese il vassoio con le due ciotole ormai vuote.<<
E' piuttosto tardi le auguro una buona serata >>
Dopodiché
uscì dalla porta.
<<
Buonanotte anche a te Matsu-chan >> Disse con ironia nella
solitudine di quella camera.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Capitolo 15 -Trasferimenti, pranzi poco appetibili e furti- ***
Trasferimenti,
pranzi poco appetibili e furti
<<
Naruto-kun non sono molto affamata >>
<<
Sciocchezze Hinata oggi ti sei allenata moltissimo e devi mangiare
>>
Il
neohokage la prese per mano trascinandola letteralmente per la via
principale di Konoha. La ragazza sembrava più un peluche che una
kunoichi.
<<
Teuchi! Due ciotolone di ramen belle piene >> Disse il biondo
agitando la mano libera.
Konohamaru,
seduto sul tetto di un piccolo palazzo,
se la rideva sotto i baffi vedendo la scena.
<<
Che testa quadra, non cambierà mai >>
<<
Ehi! Konohamaru! >> era Sai con un grosso vaso pieno di fiori
tra le mani << mi daresti una mano? >>
Il
giovane ninja scese dal tetto con un agile balzo
e guardò l'ex componente della radice con aria stranita.
<<
Non mi sembra tanto pesante... >>
Sai
alzò l'indice tenendo comunque il palmo della mano ben salda sul
vaso indicando dietro di lui. Dietro Konohamaru vi erano un centinaio
di vasi pieni zeppi di fiori.
<<
Ma che ca...? >>
<<
Ino si sta trasferendo nel nuovo negozio... >>
Nonostante
i suoi impegni da ninja-medico la kunoichi aveva comunque trovato il
tempo per curare il negozio di famiglia e aveva trovato un vecchio
magazzino molto più grande del vecchio negozio. E ovviamente, in
qualità di fidanzatino perfetto della Yamanaka, Sai era stato
"gentilmente invitato" ad occuparsi del trasferimento dei mobili, dei
vasi e di tutto il resto.
<<
Saaai tesoro potresti farmi un favore? >>
Il
ninja dai capelli corvini gettò un'eloquente occhiata al più
giovane facendo cenno di scappare e l'altro non ci pensò due volte
ad obbedire.
Intanto Naruto, che finalmente aveva realizzato uno dei suoi sogni,
ovvero avere una persona accanto a se, si era lasciato prendere dal suo
solito entusiasmo e ce la stava mettendo tutta per dimostrare le sue
premure.
<<
Hinata fai “aaaah” >>
<<
Naruto-kun io... >>
La
giovane coppia si voltò alla vista di due grossi vasi che sembravano
fluttuare alla velocità della luce davanti a loro.
A
Naruto caddero le hashi dalle mani per la gioia di Hinata che non ci
teneva affatto ad assaggiare il bambù sottaceto ordinato dal
fidanzato.
*
Era
sdraiato sul prato con le braccia dietro la nuca cercando di
rilassarsi quando la sentì arrivare.
La
osservava saltare da un ramo all'altro con molta eleganza e subito un
piccolo sorriso gli si disegnò sul volto per poi sparire così
com'era venuto.
<<
Sei in ritardo >>
Lei
si mise appesa ad un tronco a testa in giù facendo oscillare la
lunga coda di cavallo.
<<
Ma sentilo! Per una volta che non attendo trepidante al suo arrivo si
lamenta >>
<<
Per “attendo trepidante” intendi quando mi tiri le pigne in testa
o quando appari da dietro una colonna tentando di farmi venire un
infarto? >>
<<
Direi entrambe >>
Ci
fu un momento di silenzio nel quale si udiva solo il frusciare degli
alberi e il pigolio di alcuni piccoli lorichetti.
Poi
con un agile balzo la ragazza scese dall'albero sedendosi accanto a
lui, chinò il capo e la sua espressione spavalda sparì per lasciare
il posto ad una decisamente più imbarazzata.
<<
Gomen-nasai. Il mio sensei non mi ha permesso di allontanarmi
dal villaggio l'ultima volta >>
Il
viso del marionettista si rilassò e la attirò a se con irruenza per
abbracciarla.
<<
Mi sei mancata molto >> disse infine sentendo il suo dolce
profumo.
Lei
se possibile lo strinse ancora più forte << Anche tu >>
Rimasero
in quella posizione per svariati minuti.
Le
era mancata più di qualsiasi altra cosa.
Il
suo profumo, la sua allegria, le sue battute. Tutto.
E
evidentemente anche per lei era lo stesso dato che aveva iniziato a
baciarlo appena sotto la mascella procurandogli un solletico che però
non gli dispiaceva affatto.
<<
Comunque il trucco della colonna non funziona >>
Lei
si staccò poggiando le mani sul suo petto.
<<
Oggi sei proprio un pignolo >> disse lei voltandosi appena e
muovendo i piedi con fare iperattivo << Hai intenzione di
dormicchiare tutto il tempo? Mi avevi promesso di insegnarmi una
nuova tecnica >>
<<
Considerato il tuo enorme ritardo per punizione niente nuova tecnica
>>
La
ragazza sgranò gli occhi e la bocca. Si alzò sulle ginocchia
sovrastando il ragazzo e piegò le braccia con i pugni ben serrati in
una posa che mostrava tutta la sua indignazione.
<<
Sei davvero ingiusto! E anche esagerato, mi avrai aspettato si e no
cinque minuti >>
Lui
non batté ciglio.
<<
Noi di Suna ci teniamo alla puntualità >>
<<
Antipaticooo >>
Si
alzò decisa e lo prese per un braccio iniziando a tirare.
<<
Alzati >>
Lui
non si mosse di un millimetro.
<<
Avanti >>
Iniziò
a ridacchiare vedendo il viso della ragazza arrossarsi sempre di più.
Alla
fine lei lasciò la presa e lo guardò restando immobile.
<<
Ti sei già stancata? >>
Lei
alzò il sopracciglio destro e Kankuro notò un piccolo,
sottilissimo, ghigno dipingersi sul suo bel viso.
<<
Ma che? >>
Abbassò
lo sguardo e vide un pezzo di stoffa nero tenuto tra l'indice e il
medio della mano destra della ragazza.
A
primo impatto non realizzò subito ma dopo essersi messo le mani in
testa e capì.
<<
Ladruncola! >>
Lei
si mise a ridere ad iniziò ad indietreggiare, poi si voltò
mettendosi a correre. Contemporaneamente lui si mise in piedi e
iniziò ad inseguirla.
<<
Ridammi il cappello! >>
<<
Solo se poi mi insegni la tecnica >>
<<
Un ninja non cede ai ricatti >>
<<
Allora niente cappello! >>
I
delicati petali bianchi si spostavano ad ogni loro passaggio emanando
un dolce profumo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Capitolo 16 -Ane-san- ***
Ane-san
Era
pomeriggio inoltrato ed il kazekage era intento a leggere dei
documenti mentre sorseggiava del the alla menta.
Di
tanto in tanto guardava l'orologio poichè tra qualche minuto si
sarebbe tenuta una riunione di routine con i consiglieri e,
nonostante non fosse il suo momento preferito della giornata, ci
teneva ad arrivare in orario.
Rapporti
riguardo le terre confinanti, rapporti sui fondi del villaggio,
rapporti sulle missioni di livello B e livello A.
Rapporti,
rapporti, rapporti... uh guarda una lettera da Konoha...
Na,
solo un rapporto di Shikamaru.
Finì
di bere il suo the, si stropicciò gli occhi e sbadigliò, poi si
mise il completo da Kazekage e si avviò verso la camera del
consiglio.
Aveva
appena aperto la porta e varcato la soglia quando per poco non
scivolò su qualcosa di scivoloso.
Si
appoggiò saldamente contro il muro evitando così di finire
rovinosamente a terra.
Si
voltò e aggrottò la fronte.
Ghiaccio?
A Suna?
Si
chinò toccando il pavimento e si accigliò ancora di più nello
scoprire che era solo semplice acqua.
Temari
era appena tornata a Suna e lo incrociò mentre attaversava il
corridoio per andare a fare rapporto.
<<
Va tutto bene Gaara? >> Chiese preoccupata.
<<
Hai ... forse c'è qualche perdita nelle tubature. Manda
qualcuno a dare un'occhiata >>
La
ragazza alzò un sopracciglio.
<<
Ma non abbiamo mai avuto questi problemi... >>
<<
Tu manda comunque qualcuno a controllare >>
Si
diresse sino alla sala del consiglio dove incrociò Baki intento a
sfogliare l'elenco con gli ordini del giorno e cinque o sei
consiglieri alle prese col loro consueto chiacchericcio.
Storse
il naso notanto che alcuni menbri erano in ritardo e lui detestava i
ritardi, tuttavia si sedette al suo posto in silenzio ed incrociò le
braccia in attesa.
<<
Kazekage state bene? >> chiese il figlio del compianto
consigliere Fugi.
<<
Hai. Come mai questa domanda? >>
<<
Avete i capelli tutti bagnati >>
Lui
si accigliò e si portò la mano sulla testa constatando che
effettivamente erano molto umidi, si scostò dal tavolo per
controllare la sua veste da kage visto il piccolo incidente di poco
prima tuttavia il tessuto era completamente asciutto.
Non
diede molto peso alla cosa poichè gli ultimi consiglieri varcarono
la soglia proprio in quell'istante ed iniziarono la riunione.
*
Dopo
aver fulminato un povero genin che passava per i corridoi del
palazzo, aver discusso per una buona mezz'ora con un maledetto
idraulico dotato di una flemma tale che per un istante i suoi
connotati da cinquantenne mutarono in quelle del Nara durante la loro
prima sfida, dopo aver appurato che le maledette tubature erano tutte
in perfette condizioni e dopo aver perso il sonno, decise di uscire e
andare al campo di addestramento.
Stava
per entrare in uno dei campi privati quando incrociò Matsuri poco
lontano da lì mentre era intenta ad allenarsi.
Si
avvicinò di qualche passo e poggiò il gomito sul ventaglio e iniziò
ad osservarla.
Veloce
era veloce, ma era la prima volta che notava tutta quella energia,
tutta quella rabbia che riversava ad ogni colpo.
<<
Il lungo raggio Matsuri. Devi allenarti di più negli attacchi a
lungo raggio >>
La
castana bloccò il suo attacco e si voltò accennando un sorriso e
chinandosi in segno di saluto.
<<
Bentornata Temari-sama >>
<<
Piantala con le smancerie e fa quello che ti ho detto >>
<<
Hai Temari-sama >> disse lei con un tono velatamente
canzonatorio.
Era
strano come "l'argomento Gaara" influensasse il loro
rapporto: quando se ne faceva cenno Temari diventava una vipera
pronta a mordere, ma quando si ritrovavano a parlare d'altro
l'amazzone di Suna diventava calma, protettiva e qualche volta anche
simpatica. Come una sorella maggiore.
Forse
questo aspetto unito al fatto che la chunin fosse senza famiglia e
con pochi amici aveva fatto si che tra le due nascesse quello strano
rapporto che altalenava tra rispetto e affetto, tra ramanzine e
pettegolezzi.
Matsuri
le voleva bene davvero, anche se la rimproverava, anche se faceva di
tutto per allontanarla dal suo ex-sensei.
Non
che ne fosse felice, anzi certe volte era parecchio frustrante, ma in
un certo senso capiva perchè Temari fosse così iperprotettiva nei
confronti del fratellino e non riusciva ad essere arrabbiata con lei.
Terminati
i suoi esercizzi si avvicinò alla jounin con passo svelto.
<<
Com'è andata con Shikamaru-sama? >>
*
A
tre giorni da Suna intanto...
Shikamaru
era intento a sonnecchiare sotto un alberello in una collinetta poco
lontano dal villaggio, quella pace e serenità era interrotta solo
dal continuo ed insistente sgranocchiare di Choji, ma era talmente
abituato a quel rumore che ormai non ci faceva più neanche caso.
<<
Etciù >>
Chouji
deglutì l'ennesimo pugno di patatine e si voltò preoccupato.
<<
Va tutto bene Shika? >>
Il
cervo si asciugò il naso e sbadigliò.
<<
Si... solo uno starnuto passeggero >>
*
Temari
la fulminò all'istante con un solo sguardo.
<<
Sei pregata di smetterla con queste allusioni. Ero in missione e solo
per puro caso mi hanno assegnata in squadra con lui e poi... >>
<<
Mi riferivo alla missione appunto. Ci sono progressi? >>
Temari
si bloccò per un solo secondo.
L'aveva
forse gabbata?
Chiuse
gli occhi e rispose col suo solito tono autoritario.
<<
Ovviamente è andato tutto bene >>
<<
Ne sono davvero lieta. Posso proporle una piccola sfida di
allenamento? >>
La
kunoichi bionda fece un mezzo sorriso.
<<
Come vuoi ragazzina. Ma sappi che non ci andrò piano con te >>
<<
Come al solito Temari-san >>
<<
Vediamo che sai fare >>
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Capitolo 17-Shimbashi- ***
Shimbashi
Era
passata poco più di una settimana dal suo arrivo e fino a quel
momento la hime non era mai uscita dal palazzo: era sempre chiusa
nella sua stanza, al massimo faceva una capatina nelle zone private
della famiglia Sabaku, ma sempre solo per poco tempo.
<<
Mi ha fatto chiamare hime-sama? >>
Non
ci riusciva, per quanto quella ragazza fosse gentile e allegra con
lei, non riusciva a dimenticare che a breve le avrebbe portato via il
suo amato sensei.
<<
Andiamo a fare una passeggiata? >>
La
kunoichi batté le palpebre sorpresa: negli ultimi giorni la ragazza
si era praticamente chiusa in camera lamentando un forte mal di
testa.
<<
Siete sicura di stare bene? >>
<<
Adesso si, e dato che non l'ho ancora fatto, mi piacerebbe visitare
questo villaggio >>
<<
Come desidera... >>
Lei
sbuffò e cercò di essere più chiara << A te va di
andare a fare un giro? >>
<<
Sono ai suoi ordini hime-sama >>
<<
Kami! Ma che antipatica... >>
La
prese per mano trascinandola fuori dalla sua camera.
<<
Vieni andiamo... >>
<<
Dovrebbe mettersi il velo e vestirsi in modo appropriato >>
<<
Ma dai, ti rendo la vita più facile, se mi imbacuccassi tutta darei
sicuramente nell'occhio, vestita così invece chi vuoi che mi noti?
>>
Matsuri
osservò l'abbigliamento della ragazza: pinocchetti neri e fascia
bianca.
Sentendosi
analizzata come una bambina che doveva andare ad un matrimonio Koneko
si mise una fascia nera sul viso, simile a quella che indossava un
noto ninja di Konoha.
<<
Così va meglio? >> disse scocciata.
Una
volta fuori la ragazza si mise a saltellare euforica: sembrava
entusiasta di poter uscire, ed era curiosa, soprattutto della vita
della chunin.
<<
Com'è la vita qui? >>
<<
Si lavora sodo, hime-sama >>
<<
Per favore chiamami per nome >>
<<
Preferirei di no... >>
Lei
roteò gli occhi.
<<
Ok. Hai amici? >>
<<
Si principessa >>
<<
Hai degli hobby? >>
<<
Qualcuno... >> glaciale.
<<
Vabbé. C'è un posto dove posso rimediare un po' d'alcool? >>
Matsuri
si fermò all'istante e la guardò scandalizzata.
<<
Che c'è? Una “principessa” non può prendersi una sana sbronza?
>>
*
<<
Otouto vado alla serra piccola. Devo annaffiare Tsu? >>
Gaara
era un ragazzo dedito e ligio ai suoi doveri e a differenza di molti
suoi colleghi (vedi anche: Naruto) si concedeva ben pochi piaceri.
Tra
questi vi era il giardinaggio.
Era
insolito per un ragazzo rigido e distaccato come lui ma aveva
scoperto un sincero piacere nel coltivare le piante in particolare le
piante grasse. Una delle sue preferite era un piccola “Astrophytum
capricorne"
con
due fiori gialli e rossi sulla sommità.
Le
aveva dato un nome quasi per scherzo mentre il fratello raccoglieva
con cautela dei semi di ricino e li poneva in un sacchetto di cotone,
e il suddetto fratello l'aveva incoraggiato. Dopo aver dato sfogo ad
una grossa e grassa risata, s'intende.
<<
Mi faresti un favore Kankuro. Aspetto Baki con dei rapporti e non
posso allontanarmi dall'ufficio >>
*
In
una piccola locanda di Suna, Matsuri osservava con astio la sua
“missione”.
Aveva
incontrato Mikoshi, Ittetsu e Yukata nel tardo pomeriggio e li aveva
pregati di mantenere una certa riservatezza.
Si
erano seduti a bere un drink e Koneko aveva da subito dimostrato di
essere una ragazza molto spigliata ed intelligente. Forse addirittura
simpatica.
<<
Non è così male >> Disse Yukata sottovoce.
<<
Yu per favore >> disse seccata Matsuri mentre guardava Koneko
scherzare con Ittetsu.
<<
E ti sei messo a piangere? >>
Il
chunin le stava raccontando di una sua missione di livello C e mise
il broncio offeso.
<<
Erano solo due lacrimucce >>
<<
Credo sia solo nervosa, e poi sembra voglia essere tua amica >>
continuò Yukata con innocenza.
Matsuri
digrignò i denti e pensò agli ultimi mesi.
Quella
complicità, quei piccoli sorrisi, quella confidenza...
Nell'ultimo
periodo si era illusa.
Ma
dopotutto lui era in kazekage, il forte, ricco, potente.
Era
assurdo anche solo pensare che si potesse interessare a lei.
Non
riusciva a perdonarselo.
Ma
soprattutto in quel momento non riusciva a perdonare lui.
Perchè
i suoi modi di fare erano diventati più gentili?
Se
sapeva che si doveva sposare perchè aveva iniziato a trattarla in
quel modo?
Possibile
che avesse voluto giocare? No lo escludeva. Considerando il suo
passato non si sarebbe mai permesso.
E
allora perchè?
Si
sentiva sempre più confusa.
Alla
fine capì che era inutile rimuginarci in quel momento, ormai la
situazione era quella e di certo lei non poteva fare nulla per
cambiarla.
Si
convinse finalmente ad ordinare del midori, dettaglio che non sfuggì
alla principessa.
<<
Finalmente ti rilassi >> disse sinceramente sollevata.
<<
Hime-sama è piuttosto tardi, non sarebbe meglio tornare a palazzo?
>>
Lei
ci rifletté su, o meglio finse di farlo.
<<
Direi di no >>
*
Baki
si massaggiò la schiena cercando di alleviare quel dolore che ormai
diventava sempre più costante.
Il
tempo trascorreva inesorabile anche per lui.
<<
Stai bene Baki? >>
<<
Hai kazekage-sama. Se volete un consiglio, cercate di non
invecchiare mai >>
<<
Tenterò >> Disse finendo di porre il sigillo di Suna
sull'ultimo rotolo << Ecco a te >>
Il
jounin guardò velocemente fuori dalla finestra.
<<
Chiedo scusa per avervi fatto perdere tempo. Spero che questo non
influisca con l'omiai >>
<<
Sta tranquillo Baki. La ragazza è fuori con la sua scorta, è uscita
di pomeriggio >>
Il
ninja si limitò ad alzare un sopracciglio.
<<
E' piuttosto tardi, dovrebbe rientrare >>
*
Durante
la notte le due ragazze tornarono nella camera arancione utilizzando
la finestra.
<<
Hime-sama questa cosa non si dovrà ripetere >>
Koneko
le rivolse una brutta occhiata.
<<
Non osare darmi ordini. Non ho fatto niente di male >>
Matsuri
strinse appena i pugni. In quel momento avrebbe tanto voluto
sferrarle un gancio destro ben assestato, per fortuna il suo senso
del dovere era più forte dei suoi impulsi egoistici.
<<
Ha ragione, le domando perdono >>
Fece
un leggero inchino e poi uscì velocemente dalla porta senza nemmeno
guardarla.
*
Durante
il tragitto percorse il lungo corridoio che dava verso l'uscita e lì,
appoggiato ad una colonna, vide Gaara che la fissava con la coda
dell'occhio.
Per
poco non le venne un infarto.
<<
Kazekage... goumen io... >>
<<
E' successo qualcosa? >>
La
fiamma della rabbia e della frustrazione che bruciava dentro di lei
fino a due secondi prima si spense immediatamente a causa di quegli
occhi acquamarina e tutto ciò che ne rimase fu disagio.
<<
Iee... la principessa non gradiva rincasare presto e così...
>>
Mentre parlava si stava distruggendo le mani così Gaara,
quasi d'impulso, gliele prese con delicatezza.
<<
Ti conosco Matsuri, so quanto sei diligente. Non hai nulla di cui
scusarti >>
Detto
ciò si allontanò di qualche passo.
<<
Inoltre... >> girò appena il capo << ...hai il libero
accesso alla camera degli ospiti, non occorre che tu torna al tuo
appartamento ogni sera >> Detto ciò si diresse verso la sua
camera.
Matsuri
strabuzzò gli occhi decidendo sul da farsi. Alla fine optò per
tornare a casa quella sera, quantomeno per cambiarsi d'abito e
mettersi della roba pulita addosso.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Capitolo 18 -Chōshoku - ***
Prima di iniziare col capitolo vorrei informarvi che
ho
leggermente modificato il capitolo precedente "Shimbashi" grazie ai
suggerimenti di Lucinda.
Grazie dell'attenzione e buona lettura.
Chōshoku
Da
quando la sua carica di Kazekage aveva smesso di infondergli
quell'eccessiva pressione che ogni capo villaggio, suo malgrado, deve
attraversare nel suo primo periodo in carica, Gaara aveva preso
l'abitudine di fare colazione in casa.
Dato
che Kankuro saltava quel pasto preferendo utilizzare il fresco del
mattino per andare alla serra e Temari si svegliava sempre più
tardi, spesso era solo ma era comunque piacevole per lui sedersi a
tavola e sorseggiare un the mentre sfogliava dei documenti o si
informava sulle ultime notizie del villaggio.
Tuttavia
negli ultimi cinque o sei giorni il suo privatissimo rituale era
interrotto dalla presenza della sua futura consorte che si piazzava
nella sala da pranzo puntualmente due minuti prima che lui entrasse.
All'inizio
la cosa lo sorprese e tutto sommato gli fece anche piacere avere
compagnia.
<<
Com'è possibile che un capo villaggio non abbia del caffè in casa?
Io necessito di caffè la mattina! >>
Almeno
finché la suddetta compagnia non iniziava a parlare.
<<
Questo cos'è? >>
… o
a rubargli il giornale.
<<
Mh buoni questi biscotti >>
… o
a fregargli la colazione.
Gaara
sospirò impercettibilmente e represse i suoi vecchi impulsi omicidi.
<<
Dirò a Kankuro di comprare del caffè e altri biscotti. Adesso devo
andare in ufficio >>
Koneko
poggiò i gomiti sul tavolo e la testa tra le mani.
<<
Mai visto un Kage che si piazza in ufficio alle prime luci dell'alba
>>
<<
Devo andare presto se non voglio del lavoro arretrato >>
<<
Devi essere estremamente lento allora >>
Ci
fu una lunghissima pausa nel quale si guardarono dritto negli occhi.
<<
Buona giornata hime-sama >>
Si
recò nel suo ufficio nervoso come non lo era da anni e nel corridoio
incrociò lo sguardo della sua allieva che prontamente si inchinò di
fronte a lui.
<<
Ohayoogozaimasu
kazekage
>>
Benché
la sua espressione fosse impenetrabile, si sentì stranamente a
disagio.
In
quel frangente ringraziò il fatto che Matsuri fosse così rispettosa
da inchinarsi ogni volta abbassando anche il capo, in questo modo non
avrebbe incrociato le sue perle nere.
Tuttavia
gli sembrò che la ragazza nascondesse un altro motivo.
<<
Ohayoo Matsuri. Hime-sama ti
ha chiamata a quest'ora? >>
<<
Iee stavo andando nel suo ufficio per consegnare questi >>
disse mostrandogli un plico di fogli >>
<<
Non era necessario >> disse lui aprendo la porta del suo
ufficio e incamminandosi verso la sedia.
Quella
pace gli aveva quasi fatto dimenticare la pessima colazione di poco
prima.
Pace
che venne interrotta da qualcuno che bussava alla porta.
Matsuri
aprì delicatamente e si ritrovò davanti il micio del deserto con un
evidente tic all'occhio. Ne fu inevitabilmente preoccupata.
<<
Kankuro stai bene? >>
Il
jounin annuì e si diresse verso il divano.
<<
E' tornato >>
Gaara
alzò un sopracciglio.
<<
Chi? >>
<<
Quel tizio coi … coi capelli assurdi >>
Kankuro
si sedette sul divano accavallando le gambe con fare seccato. Matsuri
si portò una mano alle labbra nascondendo una risata: il
marionettista stava parlando come se stesse per succedere un
cataclisma.
<<
Perchè non ci mandano un altro ambasciatore dico io? >>
<<
Ne ne non è poi così grave >>
I
due fratelli si girarono e fissarono Matsuri come se non avesse
afferrato l'immane tragedia che si stava abbattendo su di
loro. La ragazza spostò lo sguardo prima sul marionettista poi sul
suo sensei e pensò, saggiamente, di defilarsi.
<<
Vado a prendere i rapporti dei consiglieri >>
Rimasti
soli il minore si voltò verso il fratello.
<<
Dov'è adesso? >>
<<
L'ho visto sulla strada verso il mercato >>
<<
E Temari? >>
<<
Non lo so. Lui era solo >>
*
Una
volta uscita dall'ufficio l'espressione di Matsuri cambiò
drasticamente.
La
sua maschera contenta
e serena cadde
rovinosamente mostrando tutto il suo sconforto.
La
voce del suo sensei era così dolce, i suoi modi garbati e gentili, il
suo
comportamento così confidenziale.
Possibile
che si stesse immaginando tutto?
Si
recò velocemente in uno dei tanti stanzino del palazzo avvertendo la
forte necessità di stare sola, aprì la porta chiudendola
velocemente e poggiò la schiena contro il muro.
Stava
valutando l'idea di accettare la sua offerta: quella ragazza stava
diventando sempre più libertina e quindi sarebbe stato meglio
tenerla sotto controllo.
Ma
chi prendeva in giro, accettare l'offerta significava stare più a
contatto con lui.
Era
combattuta, lo voleva vicino ed allo stesso tempo avrebbe voluto
cancellarlo per sempre dalla sua vita.
Venne
risvegliata dai suoi pensieri a causa del rumore di passi che sentiva
sempre più vicini, si stropicciò gli occhi dandosi velocemente un
contegno e si affrettò a rovistare dentro uno scatolone.
La
porta si aprì alle sue spalle.
<<
Ah ciao Matsu >>
Certamente
qualche kami intorno a lei doveva volerle bene poiché dietro di lei
c'era Yukata.
Chiunque
altro in quel momento avrebbe notato gli occhi arrossati ed il viso
gonfio ma la sua amica non era una grande osservatrice.
<<
Ciao Yu >>
<<
Che ci fai qui? >>
<<
Sto cercando una penna, quella che avevo si è scaricata. Tu invece?
>>
<<
Ecco io... non ho ben capito dove devo consegnare questi >>
Santa
ragazza.
La
kunoichi controllò i fogli e le sorrise quasi meccanicamente.
<<
Dobbiamo andare nella stessa stanza. Dai ti accompagno >>
Yukata
si illuminnò.
<<
Ontoni? Mi salvi la vita! >>
*
Dopo
aver appreso la bella notizia dal fratello il kazekage aveva deciso
di andare sul terrazzo per poter osservare il suo amato villaggio
dall'alto: lì poteva riflettere in pace e rilassarsi.
Il
cielo era limpido e vi era una leggera e piacevole brezza.
Considerava
Shikamaru un ottino shinobi ed un eccelso stratega, tuttavia quando
lo immaginava vicino la sorella provava immediatamente una sorta di
fastidio e diventava subito nervoso.
Chiuse
gli occhi sentendo i suoi nervi placarsi e inspirò cercando di
rilassare i muscoli.
Si,
era veramente piacevol...
Aprì
gli occhi e si guardò intorno avvertendo una stana sensazione.
Una
goccia fredda era caduta pietro di lui proprio sulla base del collo.
Si
voltò stranito ma ovviamente non vide nessuno.
Aggrottò
la fronte percependo altre gocce ma non c'era nemmeno una nuvola
sopra di lui e anche la temperatura piuttosto alta.
Decise
di non dare importanza alla cosa e stette a guardare il villaggio
senza pensarci oltre.
Per
due minuti buoni non accade nulla ma trascorsi quelli sentì delle
gocce decisamente più grosse. Si toccò la testa ma la mano rimase
perfettamente asciutta.
<<
Ma che... ? >>
Scrutò
il cielo ma non vide nulla di strano.
Esasperato
se ne tornò in ufficio.
*
Quando
Matsuri tornò con i documenti da consegnare al Kazekage Kankuro se
n'era andato e Gaara stava annaffiando una delle piante del suo
ufficio, quella vicino la finestra.
Quando
aveva scoperto la sua passione per il giardinaggio la ragazza, allora
genin, ne era rimasta stupita, ma adesso a distanza di anni ci aveva
fatto l'abitudine.
Si
umettò le labbra imbarazzata e ruppe il silenzio.
<<
Kazekage? >>
<<
Si Matsuri? >>
<<
Se per lei va bene vorrei accettare l'invito di trasferirmi nello
stanzino >>
Lo
stanzino non era altri che una piccola camera molto spartana adibita
per ospitare le guardie del corpo del Kazekage. Ma dato che sia
Temari che Kankuro avevano la loro di camera all'interno del palazzo,
quella rimaneva vuota.
Si
era schiarita le idee ed aveva riflettuto bene sulla sua decisione ed
aveva capito che starsene sola in casa non era la scelta migliore.
Dopo
l'incidente del bar erano capitate altre piccole “fughe” e
Matsuri aveva deciso di sorvegliare più da vicino la hime: se le
fosse capitato qualcosa sarebbe stata una tragedia.
Inoltre
in questo modo avrebbe potuto avere un quadro più preciso della
situazione e magari avrebbe anche scoperto il motivo di quel
fidanzamento combinato.
<<
Sentiti libera di utilizzare la camera degli ospiti Matsuri >>
Come
al solito erano bastati i suoi occhi e il suo tono di voce gentile a
spiazzarla completamente e a farla dubitare di se stessa.
Adesso
la trattava persino come se fosse un'ospite e non una kunoichi in
missione.
Avrebbe
voluto parlargli, affrontarlo di petto, ma il cuore aveva cominciato a
battere troppo forte e il respiro si era fatto troppo pesante.
<<
Demo..
>> riuscì a malapena a soffiare.
<<
Hai il mio permesso tranquilla >>
*
Temari
stava attraversando il corridoio a passo svelto, non vedeva l'ora di
andare in camera sua, tirare in un angolo il suo ventaglio e farsi
una sacrosanta docc...
Si
bloccò con ancora il piede destro a mezz'aria e si voltò verso la
camera degli ospiti.
<<
Che cosa ci fai qui? >>
Matsuri
stava sistemando il borsone dentro l'armadio.
<<
Bentornata Temari-sama. Kazekage-sama mi ha concesso l'autorizzazione
di usare la camera degli ospiti per tutta la durata dell'omiai >>
<<
Lo stanzino non ti bastava? >>
<<
Non è stata una mia idea Temari-sama >>
Sentendo
quel tono ti voce, rispettoso ma per nulla a disagio come invece era
di solito, Temari scrutò il viso della sua sottoposta, soprattutto i
suoi occhi: non aveva affatto una bella cera.
Sembrava
impassibile ma dietro quella maschera di bronzo -che non le donava
minimamente- era stanca, rassegnata, ed infinitamente triste.
<<
Temari-sama se non c'è altro la hime vorrebbe pranzare in camera
sua, poi vorrebbe visitare il mercato e devo ancora stendere un
rapporto dettagliato riguardo le nuove reclute dell'accademia >>
Si
bloccò un istante poi si voltò, prese un plico di fogli e lo porse
gentilmente, ma con decisione, alla jounin.
<<
Questa è la lista delle nuove difese che mi aveva chiesto: mancano
solo i codici delle armi per le missioni di livello S. Non sono
autorizzata a conoscerli >>
Detto
ciò uscì dalla camera per raggiungere quella della hime.
Temari
era senza parole.
Matsuri
era una chunin anonima: non eccelleva né nelle arti magiche né in
quelle illusorie, non vantava un cognome prestigioso e di sicuro non
aveva una bellezza mozzafiato.
Ma
per la prima volta Temari cominciò a riflettere sui suoi pregi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** Capitolo 19 -Un amore di ragazza- ***
Un
amore di ragazza
Kankuro
era tornato al villaggio in piena notte, era distrutto e di certo
quello non era il momento adatto per fare rapporto.
Veloce e
silenzioso si recò verso la finestra della sua camera ed entrò
senza essere visto nemmeno dalla guardia più attenta.
Sbadigliò
e si tolse la maglietta con un'aria più da morto vivente che da
shinobi, si entrò nella doccia dandosi una rinfrescata e coi capelli
ancora umidi si buttò a capofitto tra le lenzuola sprofondando in un
sonno profondo e ristoratore.
*
Quella
mattina Matsuri avrebbe fatto di tutto -di tutto- per non
alzarsi dal letto ed incontrare quella snob della hime.
Ma
dopotutto il dovere era dovere, dunque si fece strada tra strati e
strati di coperte ciondolò sino al bagno e si cambiò velocemente
per poi recarsi nella camera arancione.
Bussò due volte ma
non ottenne risposta.
Attese qualche istante e bussò nuovamente.
Alla terza volta la sentì parlare ma non riuscì a capire cosa
avesse detto.
<< Hime-sama posso entrare? >>
<< No... >> mugugnò dall'altra parte la ragazza con
voce impastata.
<< Hime-sama va tutto bene? >>
<< Hai. Mi faresti
un caffè? >>
Calma Matsuri, calma. Non la
strangolare...
*
Gaara
si trovava nel suo ufficio da un paio d'ore quando sentì bussare
alla porta.
<< Avanti >>
A varcare la
soglia fu Kankuro con dei fogli in mano.
<< Ciao
otouto. Ti ho portato il rapporto della mia missione >>
<< Arigatou >>
Inclinò la testa un po'
preoccupato il fratello minore non aveva affatto una bella cera. Era
più pallido del solito.
<< Stai bene fratello? >>
<< Hai >> disse lui quasi meccanicamente.
Il
marionettista si avvicinò alla scrivania e scrutò meglio la sua
faccia.
<< Tu lavori troppo. Ti andrebbe di allenarti
con me? >>
Il rosso era tentato ma il suo senso del
dovere era forte.
<< Ma ho molte cose da fare... >>
<< Eddai non sono cose urgenti. Ti farà bene uscire >>
Alla fine desistette e si alzò togliendosi la tunica da
Kage.
Andarono
insieme in uno dei campi d'allenamento esterni e presero posizione.
Si inchinarono rispettosamente l'uno di fronte all'altro e poi
sparirono immediatamente dopo tra le dune di sabbia, aspettando il
momento favorevole per attaccare.
Kankuro iniziò a rilasciare il
sigillo che teneva custodite le sue marionette: dai rotoli uscì un
leggero fumo biancastro che ben presto svelò la sagoma di Karasu e
Kuroari.
Sansho la salamandra, non venne evocata, perchè quella
marionetta aveva lo scopo di difendere il kazekage, non di
attaccarlo.
Il profumo di legno insieme al ticchettare
costante dei denti di Karasu fece capire a Gaara che Kankuro aveva
tirato fuori le sue fedeli compagne di numerose battaglie. Si mosse
velocemente tra la sabbia, cercando di ignorare i granelli bollenti
che si insidiavano tra i suoi sandali e che gli finivano negli occhi
a ogni suo spostamento.
Kankuro lo individuò e senza troppi
convenevoli, gli lanciò addosso la sua Karasu, che si stava ora
pericolosamente avvicinando al rosso mentre il mantello della
marionetta, per la velocità raggiunta, danzava per aria facendola
veramente assomigliare a un corvo, cosa a cui probabilmente era
dovuto anche il suo nome.
Gaara decise di ricorrere alla sua
nuvoletta di sabbia, appena in tempo prima che la marionetta potesse
addentare le sue fauci nel suo braccio sinistro. Il kazekage si
sollevò in aria, in un altezza tale da vedere Karasu e Kankuro
insieme.
Il marionettista mosse velocemente le dita non appena si
accorse che il fratello aveva iniziato a scagliare "pioggia"
di sabbia su di lui; con un movimento abile e veloce delle braccia
muscolose, riuscì a portare Kuroari dietro il rosso per poi
imprigionarlo.
<<
Otouto, lo sai che Kuroari serve solo per la cattura. Per
l'attacco, c'è a disposizione Karasu >> affermò in un ghigno.
Ovviamente
non avrebbe mai ferito suo fratello, e quindi lasciò la sua tecnica
del teatro nero incompiuta, ma non appenalo fece, si accorse che
all'interno di Karasu c'era solo un mucchio di sabbia.
Il
ragazzo rimase sorpreso a vedere il cumulo di sabbia dentro Kuroari,
ma da suo fratello doveva aspettarselo in fondo.
Non
ebbe il tempo di girarsi che si sentì il sussurro di Gaara addosso.
<<
Eccomi >>
Ma
proprio in quel preciso istante il ragazzo udì una voce familiare.
<<
Hime-sama per favore non si allontani troppo >>
Matsuri
stava girando per il campo insieme alla hime. Lei aveva insistito
così tanto che alla fine dovette accontentarla.
Entrambe
portavano abiti comuni e non troppo vistosi anche se la principessa
di Iwa continuava a portare il suo velo.
Distratto
da quella vista il kazekage non si accorse del colpo che gli stava
per arrivare...
Pum!
...
un pugno dritto sul naso.
Da
quella vicinanza, anche la protezione della sabbia non riuscì a fare
nulla. Gaara perse l’equilibrio e cadde a terra, Kankuro gli corse
incontro angosciato.
<<
Per tutti i kami Gaara tutto ok? Perdonami la prossima volta non ci
andrò così pesante >>
Che
figuraccia.
Matsuri
si accorse quasi subito del suo sensei e si avvicinò al campo
preoccupata.
<<
Kazekage-sama state bene? >>
Koneko
d'altra parte osservò la scena con aria neutra.
<<
Stia più attento Kazekage... >>
Gaara
si alzò immediatamente togliendosi la sabbia dai vestiti.
Le
parole della hime, o meglio il suo atteggiamento, gli fece ribollire
il sangue al cervello ma non lo diede a vedere.
<<
Cosa ci fate qui? >>
Matsuri
si inchinò rispettosamente rispondendo alla domanda.
<<
La stavo scortando per il campo. Hime-sama era curiosa di
vederlo >>
<<
E' pericoloso stare qui. Sarebbe meglio visitare i giardini >>
Approfittando
di un momento di distrazione della sua guardia e del jounin, Koneko
lo ghiacciò con uno sguardo ma non disse una parola.
<<
Wakatta. E voi cercate di non ferirvi gravemente durante un banale
allenamento >> disse molto pacata e dolce ma Gaara afferrò una
punta velenosa.
<<
Non preoccupatevi >>
<<
Andiamo Matsuri. Arrivederci >>
Le
ragazze si inchinarono ed uscirono dal campo.
Dopo
aver riposto le sue marionette Kankuro si avvicinò al fratello
mettendo le mani in tasca.
<<
Tutto bene? >>
<<
Hai. Torniamo a casa >>
Il
rosso iniziò ad incamminarsi seguito dal fratello.
<<
Mh è stata gentile a preoccuparsi per te... >>
Gaara
serrò la mascella.
Si,
veramente un amore di fanciulla.
***
Avviso
ai gentili lettori.
Ho
riscontrato un calo nelle recensioni e non capendo quale sia la causa
vorrei chiedere il vostro aiuto per migliorare la ff.
Io
sono una e mi può capitare di non pensare ad una determinata idea o
di non approfondire un determinato pezzo e sicuramente mi può
capitare di non scorgere alcuni errori.
Dato
che io sono una e voi lettori siete tanti vi chiedo di farmi presente
ciò che ho sopra scritto, e io dove posso aggiungo o modifico.
Qualsiasi
consiglio è prezioso per migliorare la storia.
Detto
ciò spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Grazie
mille a tutti e spero di sentirvi presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Capitolo 20 -Yuinō- ***
Yuinō
Era
passato circa un mese da quando la hime era arrivata a Suna.
La
vita dei tre fratelli era rimasta più o meno la stessa ma ciò non
valeva per la piccola, ormai non più tanto piccola, allieva del
kazekage.
<<
Hime-sama >>
La
sua missione di scorta della futura consorte del kazekage le portava
via quasi tutta la giornata.
Eh
si che i primi tempi sembrava una fanciulla dolce e tranquilla!
<<
Hime-sama! >>
Quando
erano sole la ragazza si divertiva parecchio a correre nelle stradine
più disparate del villaggio o a ficcarsi negli angoli più vietati
del palazzo.
<<
Hime-sama per favore... >>
Koneko
si fermò appena un istante voltandosi verso la chunin.
<<
Che c'è? >>
<<
Non potete girare per il palazzo in questo modo. Qui ci sono gli
uffici! >>
<<
Oh quanto sei seria... ehi li che c'è? >>
<<
No! Hime-sama! >>
*
<<
Kazekage c'è un messaggio da
parte dello Tsuchikage.
Si domanda
perchè non avete acconsentito a cedere le terre concordate di Hana
>>
Gaara
roteò gli occhi al cielo. Detestava le insistenze.
<<
Come ho già detto la suddivisione in questione non mi sembra equa
Baki >>
Il
jounin inspirò cercando di usare la massima diplomazia.
<<
Kazekage, lo Tsuchikage vi ha in simpatia, ma non mi sembra ben
disposto a cedervi la parte di territorio che volete >>
Il
ragazzo chiuse gli occhi riflettendo qualche istante.
<<
Chiamami Kankuro >>
Baki
annuì ma appena arrivato di fronte la porta si bloccò e si voltò
nuovamente verso il suo superiore.
<<
Ah l'ambasciatore di Konoha vorrebbe vedervi >>
<<
Fallo entrare >>
*
Per
Shikamaru era sempre uno strano evento stare al cospetto del Kazekage
in veste ufficiale, soprattutto da quando era al corrente di ciò che
faceva nella sua vita privata.
Non
che fosse molto diverso ma sapere che adorava i dolci e che non era
materialmente in grado di mangiare un doryaki senza sporcarsi il viso
di zucchero a velo non aiutava molto a mantenere un profilo serio.
<<
Salve kazekage le ho portato i documenti che ha richiesto >>
disse porgendogli una pila di fogli. << L'Hokage è disponibile
a concederle le terre confinanti, tuttavia vorrebbe prima prendere i
reperti e parte delle piante mediche >>
Gaara
trattenne un sorriso.
Non
sapeva se era un'idea di Naruto in persona o dell'ambasciatore che
aveva dinnanzi a se, tuttavia quello era un compromesso intelligente
che avvantaggiava sia Konoha che Suna dal punto di vista economico.
<<
Nessuna obiezione >>
<<
Inoltre... >> continuò un po' a disagio << … l'Hokage
mi ha chiesto di sapere come procede il vostro... fidanzamento >>
Gaara
alzò un sopracciglio. Voleva bene a Naruto ma doveva per forza
essere così ficcanaso?
<<
Tutto bene >>
Shikamaru
si tirò appena il colletto della divisa distogliendo lo sguardo
<<
… e vorrebbe sapere la data... >>
<<
Manderò un invito ufficiale a tutti i Kage non appena mi sarò
organizzato >>
<<
Wakatta >>
Non
appena il genio di Konoha aprì la porta si ritrovò davanti Master
of Puppets che lo guardava con aria neutra. Sospirò mentalmente
facendosi da parte.
<<
Ciao Kankuro >>
<<
Shikamaru... >> disse a mò di saluto << credo che Temari
ti aspetti dietro quella colonna >>
Una
volta chiusa la porta quattro codini sbucarono dalla famosa colonna
ed una Temari stranamente in imbarazzo fece spallucce.
<<
Gomen >>
<<
Lascia stare >> sbadigliò cingendole la vita << Ho visto
di peggio >>
*
<<
Volevi vedermi? >>
<<
Si, devi tornare ad Iwa in veste di ambasciatore ufficiale >>
Bingo
<<
Chissà perchè me lo sentivo >>
<<
Devi convincere
lo Tsuchikage
a cedermi
la fascia centrale di Hana. E' molto tempo che ce la contendiamo e la
situazione sta diventando piuttosto tesa >>
<<
Non mi sorprende, quel posto è una miniera d'oro >>
Gaara
lo guardò stranito e Kankuro sentì il dovere di dare una
spiegazione.
<<
Ci sono passato per un sopralluogo. E' un posto ricchissimo da ogni
punto di vista, purtroppo uno dei villaggi è sacro per gli abitanti
della roccia. Non lo otterrai facilmente >>
<<
Digli.. >>
Le
parole gli uscirono a fatica. Proprio lui che non si curava di
etichette e facciate stava per pronunciarle?
<<
...digli che questa sarà la dote della ragazza >>
Kankuro
lo guardò deluso come poche volte in vita sua.
Fino
a quel momento la situazione era stata stressante ma comunque
gestibile e soprattutto, anche se con difficoltà e dovute cerimonie,
c'era la possibilità di fare kotowari.
Ma
con quella clausola Gaara annunciava ufficialmente il suo
fidanzamento senza possibilità di tornare indietro.
<<
E' un ordine Kankuro >>
<<
Come il Kazekage desidera >>
<<
Qui c'è il rotolo >> disse ignorando quella frecciatina
sarcastica.
Kankuro
lo prese di malavoglia guardando torvo il fratello.
<<
Quando fai così mi ricordi papà >>
Il
minore dei Sabaku incassò il colpo, dopotutto le parole del fratello
erano dettate dal bene che gli voleva.
*
Kanuro
camminava per il corridoio rigirandosi l'oggetto tra le mani
dirigendosi verso il suo laboratorio.
Durante
il tragitto vide con la coda dell'occhio l'ambasciatore di Konoha
discutere con la sorella e si domandò se fosse veramente necessario
star seduti così vicini per parlare di scambio di armi e
nuove tecniche.
Si
preparò lo zaino e nel farlo notò un piccolo petalo viola cadere da
una delle tasche: lo prese delicatamente con due dita guardandolo con
aria assorta e annusandone il delicato profumo, subito dopo si alzò
ed uscì dalla camera dirigendosi verso la porta.
<<
Ciaao Temari >> disse davanti l'ufficio senza però fermarsi,
due secondi dopo giurò di aver sentito un tonfo sordo seguito da un
“mattaka” detto da una voce maschile.
Un
piccolo ghignò gli si disegnò sul volto.
*
Matsuri
si chinò e portò le mani sulle ginocchia riprendendo fiato.
<<
Vi ho trovata finalmente >> disse tutta affannata.
La
hime era seduta sul tetto di uno dei palazzi secondari intenta a
curiosare cosa accadesse dentro gli uffici.
<<
Cosa state facendo? >>
Fece
spallucce. << Niente. Ero solo curiosa di sapere cosa c'era di
bello qui >>
Matsuri
inspirò a fondo e cercò di raccogliere tutta la pazienza che aveva.
<<
Hime-sama ne abbiamo già parlato. Non è prudente per voi
girare così nel palazzo. Oltretutto se qualcuno vi vedesse ciò
potrebbe risultare molto sconveniente >>
Stava
usando tutta la compostezza di cui era capace ma in realtà l'avrebbe
volentieri strangolata col suo Jōhyō.
<<
Stavo semplicemente cercando di scoprire di più su questo posto
Matsu-chan >>
<<
Le ripeto che preferisco essere chiamata Matsuri >> disse
composta ma severa mentre si avvicinava a lei << ...mi dia la
mano. L'aiuto a tornare dentro e poi andremo in un posto più sicuro
>>
Koneko
prese la mano della kunoichi e tornò in uno dei corridoi.
<<
Dove preferisce andare? La prego di non rispondere “al pub” >>
La
hime espirò seccata.
<<
Sono molto stanca. Credo che andrò a riposarmi >>
<<
Ma... >>
<<
Ci vediamo dopo 'tsu.... ciao ciao >> disse tornando in camera
sua.
Angolo dell'autrice.
Salve a tutti i lettori, spero
che questo capitolo vi sia piaciuto.
Vi faccio tanti auguri e spero
che abbiate passato un bel capodanno.
Mata-nee.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** Capitolo 21-Neko hat- ***
Neko
hat
Lo
Tsuchikage
si
rigirò quel maledetto rotolo borbottando
<<
… Il Kazekage si impegna a sancire questa unione e assicura che si
occuperà lui di tutta la cerimonia, come da tradizione.
L'unica
cosa che chiede è quel piccolo territorio >>
Le
trattative erano andate troppo a rilento e il vecchio Kage non aveva
materialmente più carte da giocare.
<<
Dopotutto cos'è un piccolo pezzo di terra in confronto ad
un'alleanza salda che, sono certo, farà piacere anche ai Daymio?
>>
Kanuro
era un marionettista, un abile marionettista, e ciò lo rendeva un
ottimo manipolatore.
Sapeva
quali fili muovere per ottenere ciò che voleva e questo valeva sia
per le marionette che per le persone.
Anche
se quell'incarico l'avrebbe evitato volentieri.
Onoki
si stese completamente sulla sedia e sospirò rassegnato.
<<
E sia. Hana è vostra >>
In
qualsiasi altra occasione Kankuro avrebbe sfoggiato il suo ghigno di
vittoria ma in quel momento non riusciva a immaginare nessun
vincitore.
Guardò
lo Tsuchikage preparare e firmare il rotolo con tutti i documenti per
poi porgerlo al jounin.
Sembrava
che gli stesse cedendo la sua stessa mano destra.
<<
Arigatou gozaimasu >>
Fece
un veloce inchino e dirigendosi verso la porta.
<<
Kankuro >>
Lui
si voltò con la mano appoggiata al pomello.
<<
Da questo istante, esattamente tra due settimane verrò per lo yuino
>>
Sembrava
più una minaccia che un avviso e il suo istinto di fratello maggiore
prevalse in difesa di Gaara.
<<
Appena il Kazekage si sarà organizzato manderà lui stesso una
comunicazione ufficiale >>
Fece
un ultimo inchino, girò il pomello ed uscì dall'ufficio.
*
La
ragazza sedeva su una colonna rovesciata vicino alla fontana centrale
di Tsuki.
C'era
silenzio nell'aria, solitamente era un tranquillo piacevole sfondo ai
loro incontri ma quel giorno era un silenzio pesante, opprimente,
spiacevole.
Guardò
il motivo di quella situazione tesa con la coda dell'occhio per un
paio di secondi: Kankuro era nervoso, molto nervoso, ed era così da
quando era arrivata.
Si
erano salutati e già da lì aveva notato il suo distacco poi, senza
nemmeno una spiegazione, si era sdraiato sul prato a fissare un punto
indefinito del cielo.
Aveva
appena preso a fissare una vanessa quando udì un suo sospiro
pesante. Senza pensarci oltre si alzò in piedi e si diresse a passo
felino verso Kankuro poggiando la testa sul suo petto, due secondi
dopo il ragazzo batté le palpebre e la guardò come se si fosse
appena risvegliato.
<<
Goumen, non sono molto di compagnia oggi >>
<<
Problemi? >>
Nonostante
fossero ormai molto legati i due non parlavano mai delle loro
missioni o di ciò che riguardava la loro quotidianità.
Quel
candido posto era il loro universo privato dove esistevano solo loro
due e non doveva essere macchiato dal mondo ninja, così rosso e
viscido nonostante le apparenze.
<<
Hai... >> si limitò a rispondere.
Lei
non chiese oltre. Lui era un jounin e le missioni dei jounin
richiedevano sempre la massima segretezza.
Si
limitò a poggiare una mano sul suo braccio e a chiudere gli occhi.
Kankuro
la guardò con affetto e gratitudine: la delicatezza e la
comprensione che quella ragazza mostrava nei momenti delicati era
davvero insolita per una della sua età.
O
forse semplicemente era stato circondato da ochette, acide ed
infantili sino a quel momento.
<<
Sumy? >>
<<
Si? >>
Lui
allungò una mano prendendo il suo zaino e scavò dentro la tasca
esterna tirando fuori un oggetto nero.
<<
Tieni >>
<<
Che cos'è? >>
Osservò
quel piccolo pezzo di stoffa rigirandoselo tra le mani: aveva una
piastrina totalmente bianca al centro. Non capì subito cosa fosse.
<<
L'hai preso al contrario >> disse lui ridacchiando.
Lei
arrossì appena e gonfiò le guance guardando male il marionettista.
<<
Miuuu... >>
Mentre
il ragazzo era ancora intento a ridere sotto i baffi lei girò il
pezzo di stoffa e vide che era un cappello: uno strano copricapo con
due adorabili orecchie da gatto.
Senza
rifletterci due volte lo indossò e andò a specchiarsi di fronte una
lastra argentea che un tempo fungeva da decorazione poco lontano da
li.
<<
Lo adoro! >> disse iniziando a toccare le orecchie.
<<
L'ho indossato fino a qualche anno fa >> iniziò a spiegare
<<
pensavo ti sarebbe piaciuto dato che l'ultima volta questo >>
disse indicando il cappello che teneva in testa << non me lo
volevi ridare >>
Sumire
sapeva quanto Kankuro ci tenesse alle sue cose soprattutto al suo
cappello e alle sue marionette.
<<
Sei sicuro di volermelo dare? >>
Lui
annuì e sul volto della ragazza si fece largo uno splendido sorriso.
<<
E' un regalo stupendo! Arigatò! >>
Si
gettò letteralmente tra le braccia di quel gattone che arrossì
accarezzandole la nuca.
Era
davvero deliziosa con quelle orecchie in testa.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Capitolo 22 -Piccoli cambiamenti- ***
Piccoli cambiamenti
<< Ciao bentornato >>
Kankuro buttò malamente lo zaino per terra sotto lo sguardo accigliato della sorella.
<< Ti sembrano modi di fare? Sei nel palazzo del kazekage >>
Il merionettista sbffò con ben poca grazia e si sdraiò sul letto.
<< Dammi pace sono stanchissimo >>
<< Come mai Gaara ti ha mandato in missione? Ci sono novità con la suddivisione dei territori? >>
<< Mh... Anche >>
La kunoichi alzò un sopracciglio.
<< Che significa “anche”? >>
Era difficile nascondere qualcosa all'amazzone del deserto, soprattutto se l'argomento in questione era il giovane kazekage.
<< Gaara ha chiesto Hana come dote della hime >>
Temari spalancò gli occhi e la bocca in un'espressione di puro shock.
<< Cos'è che ha fatto? >>
Lui alzò le spalle. << Non ho potuto impedirglielo >>
Dopo un iniziale momento di stupore la kunoichi si fiondò verso la porta come una furia.
<< No Tem! Sta buona! >>
Troppo tardi.
La ragazza andò verso l'ufficio del fratello aprendo la porta senza nemmeno bussare ed iniziando a gridare.
<< Ti sei impazzito Gaara? >>
Temari non si era mai permessa di rivolersi così al fratello minore, ma quella situazione era veramente assurda.
Gaara dal canto suo si limitò ad alzare lo sguardo su di lei.
<< Temari >>
Lei batté violentemente i palmi delle mani sulla scrivania.
<< “Temari”? E' solo questo che sai dire? >>
Lui aggrottò la fronte confuso.
<< Che cosa ti è preso? >>
<< A me? A te che ti è preso! >>
Dietro l'imponente figura della sorella c'era Kankuro, appoggiato al muro accanto la porta, che agitava un piccolo plico di fogli e allora tutto gli fu più chiaro.
Temari intanto continuava a gridare infastidendolo terribilmente.
<< Non ti permettere Temari >>
<< Mi permetto eccome! Spiegami perchè, perchè dopo esserti lamentato per settimane di quella ragazza hai deciso di rinunciare al kotowari!? >>
<< Il bene del villaggio è più importante del mio bene. Grazie a questa unione mi sono assicurato la fiducia e l'appoggio del Daimyo praticamente a vita >>
<< A discapito della tua di vita >>
<< Questi non sono affari tuoi >> disse glaciale << e adesso sei pregata di uscire dal mio ufficio >>
<< Tu non capisci >>
<< E tu? Tu avevi chiara la situazione quando hai scelto di trascinarmici? >>
C'era qualcosa nel tono di Gaara, un misto di rabbia, tensione e risentimento che spiazzò la sorella maggiore e la indusse a tacere.
<< Vattene per favore. Ho da fare >> fece cenno a Kankuro di avvicinarsi << Fammi leggere >>
Mentre la bionda se ne andava con uno strettissimo nodo alla gola il mezzano si limitò a poggiare i fogli sul tavolo e incrociare le braccia.
<< Ti senti meglio ora? >>
<< Sai già la risposta >>
<< Ti vogliamo bene e stiamo cercando in tutti i modo di rimediare ai nostri errori. Tuttavia a volte scegliamo mezzi sbagliati >>
<< Lo so >> sistemò quei fogli all'interno di un rotolo e lo ripose dentro il cassetto << Non appena finirò coi miei doveri mattutini chiarirò con lei >>
*
Come promesso Gaara verso l'ora di pranzo decise di recarsi in camera di Temari per parlarle.
<< Ho esagerato oggi >>
Dopo un iniziale broncio la kunoichi gettò un sospiro.
<< Credo di aver fatto lo stesso >> fece una pausa << Sei sicuro della tua scelta? >>
Lui guardò fuori dalla finestra.
Pensava veramente di aver preso la scelta giusta.
Non sapeva granché dell'amore romantico, ne aveva un'idea quasi accademica, ma sapeva che amava il suo villaggio, che avrebbe fatto di tutto per mantenerlo stabile, e che comunque avrebbe avuto tutto il tempo per imparare così come aveva imparato a comportarsi da amico.
<< Forse non sarà una delle mie decisioni più sagge, tuttavia credo che ne varrà la pena >>
<< Se vuoi far funzionare le cose devi fare uno sforzo Gaara, uno sforzo più grande di quelli fatti fin'ora >>
<< Secondo te ci posso riuscire? >>
<< Hai... a piccoli passi >>
Temari fece un dolce sorriso.
Dopo pochi istanti Gaara fece altrettanto.
<< Arigatou >>
Il ragazzo uscì dalla camera ed appoggiò la schiena contro la parete del corridoio, tirò un sospiro rassegnato e si diresse nel suo ufficio.
*
Era davvero convinto di aver fatto la scelta giusta.
Si ripeteva quella frase come se fosse una preghiera.
Il bene del villaggio era più importante di qualsiasi altra cosa per lui e se la cosa migliore per il bene del villaggio era il suo matrimonio allora avrebbe fatto di tutto per andare d'accordo con quella -odiosa- ragazza.
Tuttavia, non seppe spiegarsi bene il motivo, dovette far appello ad un quantitativo non indifferente di autocontrollo per riuscire a dire quella frase.
<< Matsuri >>
Lei si voltò rivolgendogli il suo solido dolcissimo sorriso e lui sentì il battito cardiaco accelerato.
Incrociò i suoi occhi neri e profondi e percepì uno strano senso di vertigine.
<< Oggi non occorre che tu faccia da scorta >>
Dento di se la ragazza gioì, sentì che una felicità interna la stava pervadendo come non le succedeva da poco più di un mese.
<< Va bene Kazekage -sama. Tuttavia la hime vorrebbe fare una passeggiata >>
<< Va nelle sue stanze e dille che la attendo all'ingresso. Oggi la accompagnerò io >>
Matsuri sentì una dolorosa fitta al cuore e tutta quella felicità che stava crescendo dentro di lei svanì lasciando il posto ad una grande amarezza.
<< Wakatta >>
*
<< Principessa il Kazekage desidera fare una passeggiata con voi >>
<< Io non ho intenzione di … >>
Stava iniziando con uno dei suoi monologhi ma Matsuri la interruppe all'istante. Non aveva alcuna voglia di stare in quella stanza un minuto di più.
<< Vi attente al piano terra >>
Koneko strinse i pugni al limite del possibile maledicendo ogni singolo Kami che le veniva in mente. Si mise un kimono azzurro ed il velo. Ruppe circa una decina di forcine mentre si sistemava gli odango e poi uscì a passo svelto e nervoso.
Scese le scale e lo vide a braccia conserte intento a guardare fuori dalla finestra.
<< A cosa devo l'onore di questo appuntamento panda? >>
Usò il tono di voce più fastidioso e sarcastico che era riuscito a formulare e centrò il colpo visto che lui strinse la toga bianca quasi volesse strapparla.
<< Hime-sama gradirei che lei la smettesse di utilizzare certi termini con me >>
Lei inspirò a fondo e assunse un'espressione rammaricata.
<< Oh, mi... mi dispiace se vi ho irritato. Sono mortificata... >>
Si mise di fronte a lui e avvicinò il viso a quello del ragazzo. Molto vicino.
<< A cosa devo l'onore di questo appuntamento.... Kazepanda? >>
Lui serrò le labbra per un lunghissimo istante prima di parlare tentando di sopprimere qualsiasi istinto violento.
<< Ho terminato prima i miei doveri e vorrei scortarvi personalmente per oggi >>
Il suo tono di voce era cordiale ma si capiva che non avrebbe ammesso repliche.
<< Perfetto, andiamo >>
Si piazzò davanti la porta i attesa che le venisse aperta.
Se il Kazekage voleva giocare lei sarebbe stata a quelle assurde regole fatte di etichette e buon costume. E le avrebbe sfruttate a suo favore.Gaara le aprì la porta e le porse il braccio detestando ogni singolo gesto. La condusse per una delle vie principali di Suna sotto gli occhi dei curiosi e dei passanti.
<< C'è qualche posto che non avete ancora visitato? >>
<< La zona nord credo >>
Dopo un'ora di religioso silenzio Gaara decise di prendere la parola.
<< Hime-sama ormai manca poco alle nozze >>
Lei si girò osservandolo con aria assassina.
<< Mi hai portata fuori con l'intenzione di farmi incazzare ma impedirmi di colpirti? >>
<< Iee al contrario gradirei instaurare un bel rapporto con voi prima di quel giorno. Comprendo i vostri dubbi e le vostre perplessità... >>
<< “Perplessità?” No, non ci siamo capiti io non sono confusa. Sono CERTA di non voler stare con te >>
Lui cercò di ribattere ma lei fu più veloce.
<< Dovresti ringraziare i Kami. Lo Tsukikage mi ha imposto questa scelta ed io non posso ribellarmi >>
<< Vi assicuro che non avete nulla da temere, lo Shukaku è un ricordo lontano ormai ed io... >>
<< Di che diamine stai parlando? >>
Gaara si bloccò fissandola negli occhi.
<< Shukaku è il … >>
<< Demone della sabbia, si si lo so. Quello con una coda. E allora? >>
Il ragazzo tentò di utilizzare il tono di voce più rassicurante possibile.
<< Lo Tsuchikage non vi ha accennato al fatto che io ero il Jinchūriki del demone tasso? >>
Koneko alzò un sopracciglio e lo guardò dall'alto in basso.
<< No >> disse con voce piatta.
Gaara rimase spiazzato.
<< Quindi voi non siete spaventata per il fatto che avevo un demone dentro di me? >>
<< In realtà questo particolare ti rende più interessante >>
<< Allora non capisco perché tutta questa ostilità nei miei confronti >>
Koneko roteò gli occhi al cielo.
<< Kami. Sei completamente fuori dal mondo! Sembra che tu non abbia le conoscenze basilari del relazionarsi con una persona. Jinjuriki, Kage, assassino, clown non mi interessa cosa sei stato. Io non voglio stare qui in questa situazione … allucinante >>
Gaara non ebbe letteralmente più niente da dire.
Era la prima volta che qualcuno manifestava antipatia per quello che era e non per la sua fama da ex Jinchūriki.
§§
<< Zio, io sono un bambino cattivo e antipatico? >>
<< No. Tu non sei né cattivo né antipatico. Sono gli altri che ti vedono così >>
§§
E, dopo più di dodici anni, gli rivennero dei dubbi sul suo carattere.
Vedendolo con quell'aria corrucciata Koneko decise di cambiare discorso.
<< Quindi sei tu quello che non dormiva mai >>
Gaara si limitò ad annuire ed attese una delle sue solite battute pungenti.
<< Non dev'essere stato facile >>
Con sua grande sorpresa nel tono della ragazza non c'era la minima traccia di sarcasmo.
<< No. Non è stato facile per me. Ero un bambino e non ero in grado di controllare il suo potere >>
Iniziò a raccontarle della sua infanzia che non era certo un segreto per lui.
Temeva di spaventarla o ti irritarla ancora di più invece per tutto il racconto lei rimase in silenzio osservandolo con uno sguardo nuovo. Avrebbe osato definirlo comprensivo.
Angolo dell'autrice.
Perdonate l'immane ritardo. Mi rendo conto di non avere scuse.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, la prossima volta vedrò di aggiornare prima.
Saluti.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** Capitolo 23-Discussioni poco allegre- ***
Discussioni
poco
allegre
<<
Ciaaao Temari >>
La
ragazza roteò gli occhi al cielo.
<<
Lo preferivo quando non si ricordava il mio nome >>
Shikamaru
si mise una mano davanti le labbra celando un ghigno.
<<
In realtà non si ricordava proprio di te >>
Poco
lontano dalla locanda si poteva vedere Naruto che agitava il braccio
correndo verso i due ragazzi mentre sorrideva a trentadue denti.
<<
Come state? >>
<<
Che cosa vuoi Naruto? >> Chiese Temari secca.
Lui
si sedette in mezzo a loro tamburellando le dita sulla panca di
legno.
<<
Posso stare qui accanto a voi? >>
Le
due mosche nere si guardarono negli occhi alzando un sopracciglio.
Erano bastati un paio di secondi per capire la situazione.
<<
Non hai finito di compilare i documenti eh amico? >>
<<
Mio fratello non si è mai preso una pausa senza prima aver terminato
i suoi doveri >>
Naruto
si grattò la nuca imbarazzato.
<<
Ma è così noioso... io voglio combattere! >>
D'un
tratto un'aura oscura piombò dietro di loro. Un'aura emanata chimera
dai capelli verdi e i capelli rosa .
<<
Vuoi combattere? Davvero? >> La voce era calma, pacata, ma
aveva un che di terrificante.
Shikamaru
prese per mano la sua ragazza e la condusse sotto un albero lì
vicino.
<<
S... Sakura. Che sorpresa! N... non eri al reparto? >>
<<
Naruto.... >>
Shikamaru
portò d'istinto una mano sugli occhi verdi della bella principessa
del deserto.
<<
Ti ho già detto che sei particolarmente carina oggi? >>
<<
Naruto... >>
Temari
sbirciò da una fessura tra il dito medio e l'indice della mano del
suo ragazzo.
<<
Hai cambiato taglio? Stai così bene... >>
<<
I miei documenti Naruto >>
L'aura
oscura si stava intensificando.
<<
Ah quelli pensavo di consegnarteli al più prest... >>
<<
SHANNAROOO! >>
Naruto
fece un veloce scatto da centometrista ma ciò non fu sufficiente a
superare la furia della Haruno.
La
ninja medico si mise a correre più velocemente e lo afferrò per una
caviglia scaraventandolo in direzione dell'ufficio dell'hokage.
Temari
non riuscì a trattenere un ghigno.
Sakura
guardò la coppia facendo un adorabile sorriso.
<<
Ciao ragazzi >>
Detto
ciò se ne andò come se non fosse successo nulla.
Rimasti
soli i due si guardarono negli occhi.
<<
Andiamo a mangiare un gelato? >>
<<
Mendokuse ti sei fatta fuori un intera porzione di caldarroste e due
ciotole di zuppa di verdure... >>
<<
Appunto. Mi ci vuole il dolce. Offri tu vero? >>
<<
Mendokuse quando mai hai pagato tu? >>
*
Gaara
aveva appena finito di firmare l'ultimo plico di documenti e li aveva
passati a Matsuri.
Nel
farlo le loro dita si sfiorarono provocando un intenso rossore nelle
gote della ragazza.
Lui
non aveva percepito quel rapido contatto.
<<
Stai bene Matsuri? >>
<<
Hai Kazekage-sama >>
Lei
teneva la testa bassa e il suo tono di voce era sempre più evasivo.
Oltre
ai suoi dubbi e alle sue perplessità adesso si era intromesso anche
il tarlo della gelosia. E quello faceva male davvero.
Quando
la ragazza uscì, Gaara si ritrovò a fissare le mura del suo ufficio
e fu colpito da uno strano senso di claustrofobia.
Decise
una boccata d'aria fresca non gli avrebbe fatto altro che bene.
*
Koneko
si trovava sul tetto del palazzo. I gomiti poggiati sulla ringhiera e
lo sguardo perso nell'orizzonte.
Il
vento faceva frusciare la gonna rosata e la punta del velo le
solleticava in collo.
<<
Sembri pensierosa >>
Si
voltò riconoscendo la voce di Gaara << Ciao panda >>
disse senza sarcasmo.
Il
ragazzo poggiò le mani sul metallo.
<<
Cosa ci fai qui? >>
<<
Ero curiosa di vedere il villaggio dall'alto >>
<<
Hai fatto bene. Questo villaggio è in più bello delle cinque grandi
terre ai miei occhi >> disse con una punta di orgoglio.
<<
Devo ammettere che non è poi così male >>
La
hime aggrottò la fronte vedendo una strana macchia vicino alla
ringhiera.
<<
Che è successo la? >>
<<
E' un residuo dell'esplosione di un vecchio attacco a Suna >>
La
ragazza andò in quella direzione e si chinò sfiorando quella
macchia. Era piuttosto sbiadita ma per lei era inconfondibile. Si
rigirò quella polvere tra le dita e poi sfregò le mani per pulirsi.
<<
Argilla >>
Gaara
annuì e la ragazza assottigliò lo sguardo: il kazekage sembrava fin
troppo evasivo.
<<
Deidara? >>
<<
Hai Hime. Quella macchia è un ricordo del mio rapimento >>
<<
Racconta >>
Il
ragazzo la fissò con la coda dell'occhio incerto. Dopotutto anche se
era un traditore quel ninja era pur sempre del villaggio della
roccia.
La
ragazza sembrò intuire il suo disagio, inclinò la testa verso
destra e fece spallucce spiegando le sue motivazioni.
<<
Mi piacerebbe saperne di più: ad Iwa si è saputo solo che insieme
agli alleati di Konoha avete affrontato l'akatsuki. Deidara compreso
>>
Nonostante
una punta di imbarazzo Gaara iniziò a raccontare del suo
combattimento contro Deidara, del suo rapimento e di come il suo
amico Naruto sia accorso per salvarlo.
Koneko
spalancò gli occhi alzando i pugni elettrizzata.
<<
Tu sei morto? >>
<<
Hai >> ammise.
<<
Nooo dai! E come ci si sente? Cosa si prova? >>
Gaara
aggrottò la fronte. Di tutte le cose che poteva chiedere quella era
l'ultima della lista presa in considerazione dal giovane kazekage.
<<
Si sente freddo e si ha quasi la sensazione di... dissolversi >>
<<
Dev'essere così surreale. Un attimo prima respiri e un attimo
dopo... >> Chiuse le mani a pugno per poi riaprirle di scatto
<< BOM! Il buio >>
Quella
era decisamente una strana creatura.
*
Ino
era in una camera di ospedale intenta a leggere una cartella mentre
sgranocchiava distrattamente una mela quando udì la voce del suo
fidanzato.
<<
Ciao bellezza >>
Sai
presentava una ferita allo stomaco: non era grave ma era abbastanza
da far preoccupare la ragazza.
<<
Cosa ti è successo? >>
<<
Mi sono distratto durante un allenamento. Sai ero concentrato sulla
lettura di questo interessantissimo libro e... >>
Lo
prese per le spalle e lo fece sdraiare con poca delicatezza sul
letto.
Poggiò
le mani sulla ferita liberando il jutsu medico.
<<
Quante volte di ho detto di coprirti la pancia durante gli
allenamenti? >>
<<
Ma anche tu hai la pancia scopert... >>
La
ragazza gli diede un pugno in testa.
<<
E quante volte ti ho detto di lasciar perdere quei libri? >>
<<
Qui dice che una donna che picchia il propri uomo lo fa perchè è
preoccupata per lui >>
La
ragazza sorrise intenerita. Il suo uomo era un caso perso, tuttavia
lo adorava anche per la sua totale e completa imbranatagine.
Si
stava avvicinando alle sue labbra con l'intenzione di dargli un bacio
ma venne distratta dalle porte che si spalancarono sbattendo
malamente contro il muro e procurando un rumore assordante.
<<
Indovina chi ti ha portato i moduli che volevi? >>
Il
sorriso di Naruto scemò quando vide che aveva sbagliato stanza.
Ino
alzò appena un sopracciglio irritata.
<<
Non c'è. E' andata da Tsunade per un consiglio >>
<<
Ah >>
<<
Comunque puoi poggiarli lì >> disse indicando una piccola
scrivania.
<<
Per una volta che non aveva scuse per picchiarmi... >>
Ino
sbuffò. << Potevi chiedere a Konohamaru di consegnare i
documenti. Un kage non dovrebbe fare queste cose. Si può sapere
perchè sei sempre in giro? >>
<<
Mi annoio tremendamente da solo dentro il mio ufficio >>
<<
Di ad Hinata di farti compagnia >>
Un
occhio più attento avrebbe notato quel velo di -Tristezza?
Delusione? Rimpianto?-
Ma
Ino non era Sakura e a Naruto bastò sorridere e grattarsi la nuca
per sviare il discorso.
<<
Hinata ha degli impegni con la tua famiglia. Dattebayo! >>
<<
Beh qui non puoi stare. Sciò! >>
Ino
lo spinse fuori dalla camera con ben poca grazia e chiuse le porte a
chiave.
Si
voltò guardando fisso negli occhi l'ex elemento della radice.
<<
Dove eravamo rimasti? >>
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** Capitolo 24 -Zombie- ***
Zombie
<<
Matsuri >>
La
ragazza si stava dirigendo verso la camera arancione quando venne
bloccata da Temari.
<<
Temari-san dica pure >>
<<
Ho convocato tutti i capisquadra per una riunione. Non ti è arrivato
l'avviso? >>
<<
Goumen ma ero convinta di essere esentata vista la mia
missione >> disse indicando la porta della hime col pollice.
<<
Iee. Andiamo >>
Andando
contro il suo senso del dovere, la ragazza decise di non avvisare la
hime.
<<
Wakatta >>
Seguì
l'amazzone del deserto verso il campo dall'accademia.
Dall'interno
della camera la ragazza sbuffò. Aveva sentito tutto.
<<
Mattaka! >> soffiò.
*
<<
Cos'è quello? >>
Kankuro
era chino intento a mettere un rotolo in valigia.
<<
Ok mi sembra inutile nasconderlo: questo è uno zaino >>
Evitò
per un soffio il ventaglio che sbatté contro il muro creando una
piccola crepa.
<<
So cos'è cretino. Ma non sei tornato da poco? >>
<<
Tu non dovresti essere ad una riunione? >>
<<
Mi sono allontanata quando ho saputo che stavi partendo. Che c'è? Ti
serve una vacanza? >>
Stava
divagando. E se c'era una cosa che Kankuro sapeva è che se Sabaku no
Temari divagava voleva dire che aveva sempre un secondo fine.
Si
alzò in piedi e si piazzò di fronte la sorella guardandola fissa
negli occhi.
<<
Che cosa vuoi Temari? >>
Lei
serrò la mascella. Il neko la conosceva fin troppo bene.
<<
Secondo te ha un piano? >>
Kankuro
si sedette sul letto.
<<
Spiegati. Fa una cosa veloce per favore >>
<<
A quanto pare Gaara e la hime stanno insieme più spesso ultimamente.
Parlano di più e sembrano andare d'accordo >>
Lui
fece spallucce.
<<
Meglio no? >>
Temari
fece avanti ed indietro per la stanza.
<<
Non lo so... non sono tranquilla >>
Il
ragazzo roteò gli occhi al cielo.
<<
Prima lo ficchi in questa situazione surreale. E adesso che si sta
adattando tu gli vuoi far venire i dubbi? >> Kankuro si stava
alterando << smettila di stargli addosso. Smettila di
immischiarti nelle sue faccende sentimentali! >>
La
ragazza lo guardò con aria offesa.
<<
Io? >>
<<
Si tu. Prima Matsuri, adesso ti metti a criticare … >>
<<
Cosa c'entra adesso Matsuri? >>
Il
ragazzo alzò un sopracciglio guardandola con ammonizione.
<<
Lo sai che c'entra >>
Temari
inspirò a lungo afferrando cosa volesse dire.
<<
Matsuri è una chunin, è infantile e non è adatta a... >>
<<
Tu ce l'hai con quella ragazza soltanto perché
ha accettato Gaara per quello che era prima di te >>
Temari
ammutolì ed il fratello ne approfittò per continuare.
<<
In realtà voi due andate d'accordo. Provi affetto per quella ragazza
altrimenti non ti saresti offerta di farle da sensei dopo da nomina
del kazekage. E riguardo la hime lascia che se la gestiscano da soli.
Non sono bambini. Gaara non è un bambino >>
Detto
ciò prese lo zaino, se lo mise in spalla e diede un buffetto sulla
guancia della sorella.
<<
Non fare la rompipalle >>
Temari
sbuffò osservando suo fratello uscire dalla porta.
*
Dopo
un paio di minuti si diresse all'accademia verso l'ufficio dove si
svolgeva la riunione dei capisquadra.
Quando
aprì la porta le si palesò una scena sconcertante:
Sari
e Maki si stavano prendendo a parole.
<<
Tu nemmeno dovresti essere qui! Non sei un capitano >>
<<
Io faccio quello che mi pare! >>
Ameno
era lì lì per venire alle mani con Goji dato che il ninja l'aveva
insultata definendola “infermierina da strapazzo”.
Sajin
stava facendo lo spaccone con la moretta che-aveva-visto-una-decina
di-volte-ma-non-aveva-voglia-di-ricordare-il-suo-nome.
Matsuri
stava chiedendo dei consigli a Baki riguardo una sua recente
missione. Forse erano gli unici che avevano preso sul serio quella
riunione.
Sen
le si avvicinò in modo amichevole.
<<
Temari-san senza di te la riunione sembra un campo di battaglia...
>>
<<
Ancora per poco Sen. Ancora per poco >> Sibilò.
Sbatté
il suo ventaglio al suolo facendo un rumore assordante. In questo
modo riuscì a richiamare l'attenzione del gruppo all'istante.
<<
Sempre delicata come un bocciolo di rosa … >>
<<
Ittetsu se non taci ti stacco la testa >>
*
Contemporaneamente
al caos, Gaara, nel suo ufficio, stava leggendo uno dei rotoli della
giornata quando sentì bussare alla porta.
<<
Avanti >>
<<
Ciao zombie >>
Gaara
riconobbe la voce di Koneko. Alzò lo sguardo non capendo se era
stato appena insultato o meno.
<<
Cosa volete? >>
<<
Temari mi ha appena rubato la baby sitter e non mi andava di leggere
da sola >> disse sedendosi sul divano e aprendo un libro di
botanica.
Non
era abituato a quel comportamento.
Solitamente la gente o lo temeva o
lo rispettava, n ogni caso attendevano sempre un suo permesso per
qualsiasi cosa,
decise comunque di essere paziente e per nulla permaloso in modo da
andare d'accordo con lei.
Riprese
a svolgere i suoi doveri in silenzio, tuttavia di tanto in tanto
osservava la hime con la coda dell'occhio: lei aveva un gomito
poggiato sul bracciolo e si teneva la testa con la mano.
Dopo
un'ora la ragazza chiuse il libro.
<<
Sembra una tomba qui dentro >>
<<
Apprezzo molto il silenzio >>
<<
Come fai a non annoiarti a morte? >>
Lui
smise di scrivere e si voltò a guardarla.
<<
Ho faticato per diventare kazekage e adesso è mio dovere fare un
buon lavoro >>
<<
Ti do una notizia che potrebbe sconvolgerti.. >>
Lui
incrociò le braccia al petto.
<<
Sei pronto? Non è che poi ci rimani secco? >>
Storse
appena le labbra con disappunto.
<<
Sono pronto hime >>
<<
Si può essere un ottimo kage anche stando fuori dall'ufficio! >>
lo disse come se gli avesse rivelato la notizia del secolo.
Però
la cosa che il kazekage trovò sconcertante non fu quella battuta, ma
il fatto che non riuscì minimamente a replicare.
<<
L'altra volta mi hai detto che ti sei candidato per essere accettato
dalla gente no? Coma diamine credi di riuscirci se te ne stai tappato
qui dentro? >>
<<
E' all'interno di questo ufficio che riesco a compilare i moduli e a
controllare le varie zone >>
Lei
alzò un sopracciglio.
<<
Sei veramente uno zombie >>
Gaara
spostò lo sguardo non riuscendo a …
Si
udì bussare alla porta.
<<
Avanti >>
Matsuri
entrò e si irrigidì un istante quando le si palesò la scena della
hime e del kazekage nell'ufficio. Da soli.
Si
inchinò più per nascondere i suoi occhi che per rispetto.
<<
Goumen non volevo disturbare. La aspetto nelle sue camere Hime-sama
>> detto ciò si volatilizzò senza dar loro nemmeno il tempo
di aprire bocca.
La
hime si alzò sistemandosi l'abito.
<<
E' arrivata la balia. Ok tolgo il disturbo >>
<<
Arrivederci hime-sama >>
Lei
era vicina alla porta quando si voltò portando le mani sui fianchi.
<<
Ehi panda-zombie >>
Lui
lasciò cadere i fogli sulla scrivania con fare irritato.
<<
Hime-sama io non apprezzo questi... >>
<<
Puoi chiamarmi Koneko >>
Gaara
si ammutolì suscitando l'ilarità della ragazza.
<<
La gente normale solitamente risponderebbe “va bene” oppure
“arigatou” >> Aprì la porta e fece spallucce << Ci
lavoreremo >> disse velocemente prima di uscire.
Il Kage batté più volte le palpebre
allibito.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** Capitolo 25-Kumadori- ***
Kumadori
Nonostante
amasse in maniera smodata il suo villaggio natio quel posto stava
diventando uno dei suoi luoghi preferiti.
Lo
sfondo del periodo più bello della sua vita.
Sumire
gli diede un bacio dolce ed umido sul collo, poi sollevò di poco la
testa reggendosi sui gomiti per osservarlo.
Era
sdraiata sopra di lui.
<<
Non so se ti preferisco con o senza >>
<<
Mh? >>
<<
Il kumadori
>>
A
Kankuro venne d'istinto afferrarle il viso e darle un impetuoso
bacio.
Tutte.
Tutte le ragazze che aveva avuto o anche solo frequentato, Ino
compresa, detestavano le linee che si tracciava sul viso e quasi la
totalità di persone che conosceva si ostinava a chiamarlo "trucco".
Aveva
spiegato un migliaio di volte che quei segni non avevano nulla a che
fare con phard ed ombretto ma tutti, suoi fratelli compresi, non
capivano.
Sumire,
nonostante la confusione scaturita da quel gesto improvviso, rispose
volentieri al bacio e poco dopo sorrise contro le sue labbra.
Poi
alzò il busto mettendosi a cavalcioni su di lui.
<<
Wow. Che ho detto di tanto passionale? >>
<<
Non pensavo conoscessi il keshō
>>
Arrossì
e si grattò la guancia.
<<
Non sono un'esperta ... >>
<<
Ne sai molto più di tanta gente che conosco >>
Kankuro
si mise a sedere per poterla guardare meglio negli occhi.
Sumire
gli sfiorò il viso seguendo le linee viola: iniziò dalla fronte, le
tempie, poi le guance.
<<
Hai nuovamente cambiato figura e quindi... >>
Il
suo polpastrello scese sulle sue labbra del ragazzo sfiorandogli due
volte il labbro inferiore con un tocco delicato ed infine gli
prese le mani.
Erano
grandi, possenti.
La
pelle risultava inspessita e con qualche callo contrariamente a
quelle della ragazza che si presentavano piccole, delicate e con le
dita affusolate.
Sumire
poggiò la testa contro il petto del jounin sfiorando la mano destra
in modo molto delicato senza interrompere quell'attenta analisi.
Osservò
attentamene le sue dita.
C'erano
tante piccole cicatrici bianche, soprattutto vicino alle unghie, la
maggior parte erano molto vecchie ma ce n'erano alcune più recenti.
<<
Come sospettavo: stai lavorando ad una nuova marionetta >>
Il
suo tocco era così dolce che le neko-te gli procuravano appena un
po' di solletico.
Kankuro
avvertì un leggero disagio.
<<
Non è un bello spettacolo, lo so, ma... >>
Sumire
portò la mano destra contro la sua guancia, gli baciò il palmo e
chiuse gli occhi rilassandosi sul suo petto.
<<
Non dire sciocchezze. E' perfettamente normale per un marionettista
>>
*
Gaara
corrugò un po' la fronte indispettito dall'enorme quantitativo da
firmare.
In
quei giorni aveva avuto parecchio lavoro tanto che raramente aveva
mangiato in casa.
Stava
per firmare l'ultimo foglio dell'ultimo plico quando una nuova pila
di fogli gli venne piazzata davanti.
Alzò
lo sguardo come ad implorare pietà ed incrociò quello -imbarazzato-
della sua allieva.
<<
Mi spiace molto kazekage >>
<<
Ne ne non è colpa tua... ti ringrazio per l'aiuto Matsuri
>>
disse gentile regalandole un sorriso appena accennato.
La
ragazza stava per ricambiare quando il Kazekage aggiunse un'altra
frase.
<<
Come sta Koneko? >>
Il
sorriso le morì sul nascere. L'aveva chiamata per nome.
Strinse
alcuni fogli spiegazzandoli tuttavia cercò di non far trasparire
alcuna emozione dalla sua voce.
<<
Bene >>
<<
Non ho ricevuto molti tuoi rapporti al riguardo >>
<<
La hime preferisce rimanere in camera sua ultimamente, a quanto pare
soffre parecchio il caldo, dunque non ho avuto molto da riferire
>>
<<
Capisco >>
*
Nel
pomeriggio Gaara bussò timidamente alla porta della hime. Nonostante
i loro ultimi incontri non sapeva se la creatura che avrebbe aperto
quella porta sarebbe stata amichevole o meno.
Attese
qualche secondo ma non ebbe nessuna risposta.
Corrucciò
la fronte e tentò nuovamente.
<<
Koneko? >>
Gli
stava balenando l'idea di chiamare Matsuri per entrare nella camera e
controllare che non le fosse successo nulla.
Avrebbe
potuto utilizzare il terzo occhio ma gli sembrò un'idea indelicata.
Decise
di bussare un'ultima volta aspettando pazientemente una qualche
risposa o anche solo un segnale di vita.
<<
Una attimo! >>
Ok
viva era viva.
Si
appoggiò al muro e guardò il pavimento.
Dopo
qualche minuto lei aprì la porta.
<<
Salve panda >> disse con un tono meno sarcastico e più allegro
del solito.
<<
Non apprezzo questo soprannome Koneko >>
<<
Abituatici. I tuoi occhi sono una fonte d' ispirazione per me >>
disse strofinandosi le palpebre.
<<
Stai bene? >>
<<
Si si >> disse sbadigliando << ...tuttavia oggi c'è un
caldo che mi toglie tutte le forze. Vado a stendermi un po' ok? Cia'
cia' >>
<<
Va bene ma sei sicura di... >>
Non
riuscì nemmeno a terminare la domanda che si ritrovò la porta
sbattuta in faccia.
***
Angolo
dell'autrice.
Il
keshō è
il tipico trucco che si applicano gli attori nel teatro kabuki.
Il
kumadori
è una variante più spettacolare che esalta la muscolatura facciale con
linee esagerate, forti, che si sviluppano soprattutto attorno al naso e
agli occhi. Ne esistono centoquindici varianti (solo una dozzina ancora
utilizzate).
Fonte: asiateatro.it
Grazie
a tutti i lettori per seguire questa ff. Non mancano moltissimi
capitoli. Un bacione e a presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** Capitolo 26 -Nise no kibō- ***
Nise no kibō
Gaara
ancora sorpreso, e diciamocelo, ferito nell'orgoglio, si diresse nel
suo ufficio dove trovò Temari e Baki che si guardavano con aria
tutt'altro che rassicurante.
Quando
lo videro entrare si irrigidirono ed attesero che si sedesse sulla
sua poltrona prima di parlare.
<<
Gaara c'è un problema... >>
Lui
guardò prima Temari, poi Baki.
§§
C'era
un bella e fresca temperatura quel giorno.
Il
sole risplendeva e le strade erano piene di vita grazie ai giovani
ninja che correvano allegri, alle coppiette che passeggiavano per le
strade principali ed alle mamme che con la loro busta in mano si
recavano al mercato.
Le
guardie, posizionate in pochi punti strategici del villaggio, si
godevano il bel panorama.
Due
in particolare stavano prestando servizio vicino il palazzo del
Kazekage, erano tranquilli poiché non si percepivano guai
all'orizzonte.
<<
NANDA? >>
Quando
udirono il ruggito del giovane kage entrambi sobbalzarono sul posto e
si guardarono perplesse.
§§
Era
difficile, molto difficile, che il Kazekage alzasse la voce e
assumesse un'espressione tra lo stupore e lo sconcertato.
Tuttavia
quando c'era di mezzo il biondino tutto era possibile.
Baki
si grattò la nuca non sapendo cosa dire. Iniziò a balbettare
cercando di giustificarsi.
<<
Mi dispiace Gaara-sama, l'hokage ha frainteso il messaggio e... >>
Gaara
lo interruppe con un semplice gesto della mano, subito dopo si
sedette sulla sedia e poggiò il pollice e l'indice sulla fronte e
sospirando.
Com'era
possibile fraintendere un “l'omiai dovrebbe terminare entro la fine
della primavera” con un “Massì vieni pure due settimane prima
anche se non ti ha invitato nessuno?”
Temari
si portò una mano sulla fronte.
<<
E' proprio da lui... >>
<<
Cosa facciamo? >>
<<
Niente. Se provassi a fermarlo sono certo che si preoccuperebbe e si
precipiterebbe qui scatenando il caos. Per il momento lo asseconderò
>>
*
Nonostante
fosse un'arrogante e crudele kunoichi, sempre iperattiva e dinamica,
Temari apprezzava molto la lettura.
Era
comodamente sdraiata sul letto in camera sua con un libro aperto
quando un rumore la distrasse.
<<
Temari >>
Aggrottò
appena le sopracciglia ma non udendo altro fece spallucce e riprese
nella sua lettura.
<<
Temari >>
Questa
volta udì chiaramente quella voce ma fece finta di nulla
sistemandosi più comodamente sul letto e girando una pagina del suo
romanzo.
<<
Temariii... >>
Un
piccolo ghigno le si formò sul viso.
<<
Al diavolo... >>
Dopo
qualche minuto sentì bussare alla finestra, si alzò e vide
Shikamaru, stanco e sudato, con un pesante zaino in spalla, che si
reggeva malamente al cornicione.
Poggiò
i gomiti sul davanzale e lo guardò con un'aria leggiadra ed
innocente. Lo stesso atteggiamento che avrebbe portato chiunque ad
avere istinti omicidi.
<<
Potevi entrare dalla porta >>
<<
Così tuo fratello mi avrebbe fatto assaggiare gli arti armati di
Sasori... >> annaspò cercado di non cadere.
Temari
sorrise in modo molto dolce.
<<
Kankuro non c'è >>
E
a questo punto i nervi del Nara cedettero.
<<
Diamine! Regina delle mendokuse maledetta perchè non mi hai
avvisato?
E' più di mezz'ora che ti chiamo >>
Lei
rise divertita.
<<
Perchè in questo modo ti ho fatto muovere il culo >>
<<
Stronza >>
<<
Continua ad usare questi toni dai. Così ho la scusa per non aprire
questa finestra >> disse ghignando maligna.
*
Dopo
la prima passeggiata che avevano fatto poche
settimane prima Gaara e Koneko, a poco a poco, avevano iniziato ad
andare sempre più d'accordo.
Ormai
non era raro vederla nel suo ufficio.
<<
Ciao Gaa >>
<<
Oayo Koneko. Non ti ho vista oggi a pranzo >>
<<
Mi sono concentrata sulla lettura e ho perso la nozione del tempo
>>
Stava
per sedersi quando il suo sguardo si concentrò su un oggetto
appoggiato al bordo della finestra.
<<
Questa è una echeveria >>
Gaara
si voltò guardando un piccolo vaso.
<<
Esatto >>
<<
Ti piacciono le piante panda? >>
<<
Hai >> rispose sorvolando sul soprannome.
Lei
sorrise.
<<
Non l'avrei mai pensato >>
<<
E' un ottimo modo per rilassarsi. Le piante richiedono tempo,
pazienza, attenzione e cura. E se riesci a fare tutto ciò ti
ricompenseranno crescendo forti e rigogliose >> rimosse un po'
di sabbia che si era depositato su uno dei petali << inoltre
sono molto piacevoli alla vista >>
Koneko
inclinò la testa guardandolo con occhi nuovi.
La
prima volta che aveva visto il Kazekage aveva provato all'istante una
forte antipatia.
Era
convinta fosse un figlio di papà, borioso e snob, che aveva deciso
di convolare a nozze per capriccio o per motivi puramente strategici.
Ma
adesso che aveva imparato a vedere sotto la tunica, sotto quello
sguardo di ghiaccio e si era sorpresa nel vedere un ragazzo timido e
gentile, con un disperato bisogno di affetto.
<<
Sei un bravo ragazzo Gaara >>
Lui
la guardò con la coda dell'occhio.
<<
Un po' troppo inespressivo e cianotico ma comunque un bravo ragazzo
>> disse lei con un piccolo sorriso beffardo.
Si
guardarono negli occhi per qualche istante.
Poi
risero entrambi.
Gaara
pensò che era piacevole conversare con lei.
Era
intelligente, colta e quando riusciva a non fare battute sui suoi
occhi o sulla sua morte, risultava anche piuttosto simpatica.
Forse
rinunciare al kotowari non era stata una scelta così malvagia per
lui.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 27 *** Capitolo 27 -Ospiti- ***
Ospiti
Come
ormai di consueto Koneko si trovava nell'ufficio del Kazekage intenta
a leggere sul divano.
Baki
entrò nella stanza inchinandosi.
<<
Kazekage gli ospiti sono arrivati >>
La
hime alzò un sopracciglio.
<<
Ospiti? >>
<<
Hai. Un paio di ninja della foglia >>
<<
Oh >> disse lei annuendo.
Gaara
si rivolse a Baki. << Chi sono? >>
Baki
deglutì, si grattò la nuca e si avvicinò all'orecchio del suo
superiore parlando a voce bassa: << Tutti quanti >>
Il
kazekage rimase interdetto qualche istante, sospirò appena e si
portò due dita sulle palpebre.
Da
quando “vengo con una piccola scorta” significa “mi sto
portando dietro mezzo villaggio?”
<<
Falli aspettare nel giardino. Arrivo subito >>
<<
Wakatta >>
Rimasti
soli Koneko chiuse il libro.
<<
Gaara deve relazionarsi con più di un essere umano
contemporaneamente. Che tragedia! >>
<<
Non sei divertente Koneko >> disse lui con un mezzo sorriso che
timidamente si era formato sul suo volto.
<<
E invece lo sono. Ammettilo che ti faccio ridere >>
<<
Non è vero >>
<<
Cocciuto >> Rise << Comunque vado in camera mia... >>
Gaara
si alzò dalla sedia e prese il suo cappello dal porta-abiti.
<<
Gli ospiti sono al corrente dell'omiai dunque credo che vorranno
conoscerti >>
<<
Wakatta no problema. Però li incontrerò a cena, lascerò loro il
tempo di sistemarsi nelle loro camere >>
<<
Come preferisci... >>
La
ragazza si umettò le labbra e proseguì a parlare con un tono piu'
serio.
<<
Inoltre c'è una cosa che vorrei dirti... >>
In
quel momento Baki busso' nuovamente alla porta.
<<
Gaara-sama la prego di venire, gli ospiti stanno diventando
impazienti >>
<<
Arrivo >> disse inforcando l'odiato copricapo ed accelerando il
passo.
*
<<
GAARA! Che piacere rivederti! >>
Naruto
si fiondò sull'amico dandogli una poderosa pacca sulla spalla col
pieno disappunto di Temari.
<<
Sono così felice per te. La fortunata dov'è? Non vedo l'ora di
conoscerla >> continuò a parlare a voce piuttosto alta
guardando ogni angolo del giardino.
Il
kazegage si allontanò di due passi insofferente all'eccessivo
contatto umano che gli mostrava l'amico.
<<
La conoscerai presto >> Spostò lo sguardo verso il gruppo di
ospiti << Benvenuti a Suna >>
Gli
jounin di Konoha si inchinarono all'unisolo.
<<
Arigatò >>
Hinata
si guardò intorno sorridendo ad un gruppo di bambini che sbirciavano
incuriositi dietro un palazzo, Sakura ed Ino si erano avvicinate alla
vetrina di un negozietto li vicino mentre Choji si era avvicinato
all'amico Shikamaru.
<<
Ma siamo solo noi gli ospiti? >>
Il
Nara sbuffò.
<<
Si Choji te l'avevo detto >>
<<
Ma ma … non verrà nessun altro? >>
<<
Al momento no >> gli rispose con un tono tale che l'Akimichi
non poté replicare.
Temari
si avvicinò ai due e prese la parola col suo fare autoritario
<<
Venite vi mostro le vostre camere >>
Presero
a camminare per le vie del villaggio in direzione del palazzo. Molti
chunin e jounin che passavano di li sorridevano e salutavano in modo
cortese gli alleati, alcune ragazze ammiccavano vedendo Kiba che se
la ridava compiaciuto.
Naruto
continuava a camminare accanto al Kazekage e di tanto in tanto gli
punzecchiava la spalla.
<<
Ne ne Gaara-kun raccontami le novità >>
<<
Non c'è molto da dire Naruto >>
<<
Andiamo, stai per sposarti vuoi forse dirmi che non hai nulla da
raccontare? >>
<<
Non molto >>
Naruto
portò violentemente la fronte il avanti in segno di resa. Quando si
ci metteva il capo di Suna era peggio di Sasuke Uchiha.
Una
volta a palazzo si diressero verso le stanze: aveva fatto preparare
tre camere degli ospiti per sicurezza ma dopo la bella sorpresa
dell'hokage era stato necessario sistemare un intero piano.
<<
Gaara >> Naruto gli si era praticamente appiccicato addosso e
bisbigliava.
<<
Cosa c'è Naruto? >>
<<
Com'è il letto di camera mia? >>
<<
Che domande sono? >>
<<
Bhe sai... è solo per curiosità.. >>
Gaara
alzò gli occhi al cielo.
Hinata
camminava accanto a Kiba e Ten ten quando venne distratta da una
figura che camminava a passo svelto al piano di sotto.
Incuriosita
si avvicinò alla balaustra e rimase incantata dalla figura esile e
completamente vestita di bianco che le si palesava a pochi metri dal
suo naso.
<<
Kawaii >> si lasciò sfuggire dalle labbra.
<<
Che hai visto Hinata? >> chiese curioso Kiba
<<
Credo ci siano altri ospiti >> disse lei indicando la ragazza
che non si era accorta di essere osservata.
<<
Hei quella chi è? >>
<<
Che bella >>
<<
E' così elegante >>
<<
Forse è una parente del Kazekage >>
<<
Ma non eravamo gli unici ospiti? >>
Naruto
stava ancora sfidando la pazienza del Kazekage con domande sussurrate
praticamente dentro il timpano del ragazzo quando si voltò
incuriosito dallo strano comportamento dei suoi compagni.
<<
Mh? Che avete tutti? >>
Senza
aspettare la risposta (che non arrivò comunque) si fiondò verso la
balaustra e si mise a scrutare il motivo di tanta curiosità.
La
scrutò dall'alto in basso e poi, col suo modo di fare irruento,
quasi infantile, si mise ad urlare a squarciagola.
<<
Ehi tu! Ragazza vestita da angelo! Chi sei? >>
Koneko
aveva appena finito di bere un thè accompagnato da due biscotti con
le gocce di cioccolato, scrupolosamente i preferiti del kazekage, in
quell'istante si stava dirigendo verso la biblioteca quando si voltò
richiamata da quella voce spigliata e solare.
Spalancò
gli occhi trovandosi di fronte buona parte della forza militare di
Konoha.
<<
Alla faccia di un paio di ospiti … >> commentò tra se e se.
Gaara,
che sino a quel momento era rimasto in silenzio, decise di
intervenire.
<<
Vi presento hime-sama >>
Calò
un silenzio imbarazzante.
La
ragazza incrociò lo sguardo con quello del kazekage notando il
disagio generale, rise divertita ma decise di non girare il coltello
nella piaga.
<<
Molto piacere >> disse lei inchinandosi appena.
Con
la sua solita spensieratezza Naruto scavalcò la balaustra, causando
un evidente rossore nelle gote di Hinata e un tic omicida negli occhi
di Sakura, e si avvicinò al viso della hime scrutandole gli occhi e
cercando di vedere oltre il velo.
<<
Ma non è che ci conosciamo noi due? >>
Un
potente pugno si schiantò contro la chioma cherubina del ragazzo che
cadde per terra in un tonfo sordo.
<<
Ti sembra il modo di comportarti? Goumen Kazekage... Hime-sama...
sono molto spiacente >>
<<
N... Naruto-kun... >> mormorò Hinata portandosi le mani
davanti le labbra.
<<
Ne ne... nessun problema >> disse Koneko agitando appena
la mano << Hokage, può chiamarmi “angelo” quando vuole >>
<<
E tu puoi chiamarmi Naruto >> il ragazzo si voltò verso l'ex
jinjuriki sfoderando un sorriso esagerato << Bravo Gaara ti sei
trovato una ragazza molto simpatica >>
Lui
si limitò a scendere le scale per dirigersi verso il suo ufficio.
<<
Sarete stanchi, andate pure a riposare. Ci vediamo stasera >>
<<
Vado con lui >> disse Koneko inchinandosi in segno di saluto
<<
E' stato un piacere conoscervi. A stasera >>
Si
avviò camminando al suo fianco lasciando Konoha libera di parlare,
spettegolare e litigare per accaparrarsi la camera migliore.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 28 *** Capitolo 28 -Lite- ***
Lite
Gaara
roteava gli occhi al cielo notando Koneko che se la rideva
bellamente.
<<
Simpatico l'hokage, davvero un bel tipo >>
<<
Hai >> disse lui sorprendentemente sarcastico.
<<
E poi è così solare, ride sempre, attacca bottone... prendere
esempio no eh? >>
Gaara
la fissò con aria truce.
<<
E' hokage adesso, dovrebbe comportarsi in modo consono al suo rango
>>
La
ragazza roteò gli occhi al cielo.
<<
E quale sarebbe il “modo consono”? Starsene nel suo ufficio a
firmare tonnellate di carte? Ma poi a che servono tutti questi
documenti? Non è che Suna è diventata deserto a forza di tagliare
alberi per ricavarne carta? >>
Il
ragazzo aprì la porta del suo ufficio non riuscendo a trattenere un
mezzo sorriso. Come battuta non era poi così malvagia.
<<
Nooo è un sorriso quello? >>
<<
No >>
Lei
si sedette sul divano poggiando il gomito sul bracciolo.
<<
Bugiardo >>
<<
Se Nartuto ti conoscesse meglio dubito che ti scambierebbe nuovamente
per un angelo >>
La
ragazza rise di gusto incassando il colpo.
<<
Ottima battuta panda >>
Fece
una piccola pausa pensando agli ultimi eventi, soprattutto allo
scambio di battute con i ninja di konoha.
La
sua espressione diventò subito seria e alla fine si decise a
parlare.
<<
Gaara >>
<<
Si? >>
Lei
scelse bene le parole da dire poiché ormai era arrivato il momento
di affrontare il discorso.
<<
Detesto ammetterlo, ma mi sono sbagliata su di te: sei veramente un
ragazzo simpatico e sono certa che molto presto troverai una ragazza
che ti voglia accanto >>
Gaara
si accigliò appena mentre la ragazza continuava a parlare.
<<
….tuttavia credo che sia arrivato il momento di agire: mio padre
arriverà tra pochi giorni bisogna trovare il modo di fare Kotowari
>>
Trasalì.
<<
Kotowari? >>
Lei
rispose con una naturalità disarmante.
<<
Hai. Kotowari >>
Il
kazekage sentì la gola farsi secca.
Non
l'aveva previsto. Non aveva previsto che nonostante gli ultimi eventi
la
ragazza volesse fare ancora
kotowari.
<<
Come? >>
<<
Si insomma, l'omiai è quasi finito e dobbiamo dare una risposta al
nakodo. Conosco mio padre e anche se farà qualche storia se gli
spieghiamo la situazione alla fine capirà >>
<<
Negli ultimi tempi mi è parso che tu ed io andassimo piuttosto
d'accordo >>
La
ragazza fece un sorriso fresco e leggero alzandosi in piedi.
<<
Ma due persone non si sposano perchè “vanno d'accordo” due
persone si sposano perchè se si amano Gaara >>
<<
Non capisco cosa ci sia di diverso >>
Koneko
per poco non si strozzò col sakè per via di un'altra risata.
<<
Sei sempre così fuori dal mondo >>
La
ragazza sollevò il viso verso la finestra guardando il cielo, o
forse oltre di esso, ancora più lontano.
<<
“Andare d'accordo” non significa amarsi.
Amarsi
è complicità, amarsi significa avere piena fiducia dell'altra
persona, sentirsi felici per un suo sorriso, per uno sguardo.
Amarsi
è condivisione di tutto: delle gioie, dei dolori, delle paure.
Vuol
dire litigare ma voler stare comunque insieme, vuol dire affrontare
le difficoltà insieme, andare oltre l'egoismo e gli scopi personali.
L'altra
persona si sceglie non per convenienza o per riempire la solitudine,
non “perchè”, “se” o “però” ma “nonostante”.
Nonostante
tutto >>
Deglutì
il Kazekage come se avesse avuto un'epifania, come se finalmente
avesse preso coscienza di quel sentimento che tanto bramava.
E
non se la sentì di mentire oltre.
<<
Koneko io... >>
Vedendo
quell'espressione, e sinceramente convinta di aver capito la
situazione, la ragazza parlò con voce dolce.
<<
Sta tranquillo, considerando quello che hai passato da piccolo, posso
capire la tua confusione. Ma fidati se ti dico che stare insieme
sarebbe un grosso sbaglio >>
Gaara
avvertì dapprima una vampata di caldo e poi il gelo. La gola farsi
secca.
La
ragazza intanto continuava a parlare con convinzione e fermezza.
<<
… e per questo non saremo felici. Spiegherò tutta la situazione
allo Tsuchikage e col tuo appoggio sono certa potremmo ancora fare
kotowari senza conseguenze negative >>
Gaara
inspirò e chiuse gli occhi prima di parlare.
<<
No. Non sarà possibile >>
Lei
prese una bottiglia di sakè posta su un piccolo tavolino e ne versò
un po' nell'o-choko.
<<
E perchè mai? >>
In
quel momento lui trovava difficilissimo anche solo il fiato per
parlare.
<<
Dovevo trovare un modo per ottenere le terre di confine e non avevo
ancora chiesto la tua dote >>
Koneko
si stava portando il bicchiere alle labbra quando realizzò il
significato di quella frase.
<<
Che stai dicendo Gaara? >> domando' retorica.
<<
Ho già dato il consenso per il matrimonio un mese fa >>
L'oggetto
le cadde dalle mani che si ruppe in mille pezzi emettendo un rumore
fastidiosissimo.
La
ragazza scosse la testa assottigliando lo sguardo.
<<
Come hai potuto... >>
<<
L'ho fatto per il bene del mio villaggio >>
<<
Hai preso una decisione così importante senza nemmeno consultarmi
>>
<<
Koneko... >>
<<
Hime-sama! >> Sibilò furente.
<<
Hime-sama... >> meglio assecondarla << … era
l'unico modo per avere quelle terre... cerca di capire... >>
<<
Sei solo un verme! Un viscido, squallido doppiogiochista. E dire che
avevo cominciato a fidarmi di te. A considerarti diverso! >>
Le
urla si sentivano per tutto il palazzo.
<<
Adesso taci! >>
<<
Non dirmi cosa devo fare, non sono uno dei tuoi soldatini obbedienti!
>>
<<
Io dovevo farlo >>
<<
Balle >> lo guardò disgustata e con disprezzo << Un uomo
che ha bisogno di certi sotterfugi per governare ... >>
<<
Adesso basta! >>
<<
Shippai* >>
I
pensieri di Gaara tornarono indietro, una distesa di sabbia, un campo
di battaglia.
Suo
padre.
<<
Shippaidatta... Watashi ga shita subete ga shippaidatta** >>
Rimase
immobile con gli occhi sgranati incapace di reagire.
Koneko
dal canto suo invece girò i tacchi ed uscì dalla camera sbattendo
la porta.
Angolo dell'autrice.
*Fallito!
**Ho fallito.
Tutto ciò che ho fatto è stato un fallimento
Si riferisce all'episodio 297
quando Rasa durante la guerra rivela a Gaara che la madre lo ha amato e
si scusa ammettendo tutte le sue colpe. Anche se la situazione è
diversa, in questo momento Gaara si sente un completo fallimento come
suo padre.
Capitolo cortino ma dato che c'è
tanta roba ho deciso di lasciare solo questo pezzo.
Spero vi sia piaciuto.
A presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 29 *** Capitolo 29 -Cena passivo-aggressiva- ***
Cena passivo
aggressiva
Shikamaru
imprecava sommessamente.
Da
più di mezz'ora apriva cassetti, guardava sotto il letto, tra le
lenzuola bianche, rovistava tra i vestiti ordinati in modo piuttosto
svogliato dentro l'armadio... ma niente.
Ino
lo guardava con aria curiosa ed un po' preoccupata.
<<
Tutto ok Shi? >>
<<
Non chiamarmi “Shi” >> rispose lui alzandosi in piedi.
Nel
farlo non vide un'anta mezza aperta e le diede un forte colpo con la
testa.
Chiuse
gli occhi, si mise a sedere sul letto tenendosi il punto dove sarebbe
spuntato un gran bel bernoccolo mentre i lunghi capelli si
riversavano sul suo viso.
Ino
intanto si era portata una mano alle labbra celando una risatina
divertita.
<<
Fatto male? >>
<<
Porchissima di quella maledett... ma vaffanculo >> Imprecò lui
con un tono di voce più alto.
<<
Vado a prenderti del ghiaccio >> disse la bionda mentre usciva
dalla camera.
Una
volta chiusa la porta il ragazzo si sdraiò sul letto ed aprì gli
occhi maledicendo Kami e mendokuse.
Temari
si doveva togliere il vizio di fregargli gli elastici per capelli.
*
Intanto
Ino si era recata in cucina e adesso teneva in mano un piccolo
secchiello con del ghiaccio ed un fazzoletto.
Stava
attraversando il corridoio che portava alle scale del terzo piano
quando incrociò Temari.
Si
guardarono per un lungo istante scrutandosi e decidendo come
comportarsi.
Il
loro era un rapporto piuttosto particolare: da nemiche si erano
trovate ad essere delle alleate e da estranee qual erano si erano
ritrovate ad essere quasi delle parenti pur non avendo scambiato in
tutto quel tempo più di quattro parole in croce.
All'inizio
Ino la temeva e cercava di starle alla larga poiché la kunoichi di
Suna era forte, battagliera, una leader e, nonostante fosse un tipo
mascolino, aveva il suo ascendente sui ragazzi.
Col
passare del tempo aveva deciso di fare la simpatica, soprattutto dopo
la sua relazione con Kankuro e dopo aver scoperto il fidanzamento tra
lei ed il suo migliore amico.
Se
non puoi batterli ...
<<
Ciao Temari >> Disse infine con un gran sorriso.
Temari
dal canto suo trovava la biondina di Konoha tremendamente irritante:
un'oca senza molto cervello la cui carriera era stata determinata dal
suo bel visino, qualche decente eredità ninja e l'aiuto dei suoi
compagni di team, soprattutto di uno.
Ricordava
ancora quando si era messa con Kankuro, avrebbe voluto ucciderla, ma
dopo la loro rottura c'era stato un periodo di stasi nel quale
Shikamaru l'aveva pregata di rispettare una vecchia amicizia.
Che
cosa non si fa per amore... di pace.
<<
Ciao Ino >> rispose senza molte cerimonie indicando il
secchiello << problemi? >>
La
ragazza si grattò la guancia destra e chiuse gli occhi.
<<
Oh... Shika ha sbattuto la testa >>
<<
Mh... ci penso io tu va pure a finire di prepararti, tra poco si cena
>>
<<
Ok grazie. Sai ho ancora bisogno di qualche minuto, sai devo
scegliere le scarpe, decidere quali orecchini mettere ed i capelli
sono un disastro … >>
Mentre
la ragazza continuava ad emettere quelli che al suo orecchio
arrivavano come vaghi starnazzi, Temari le aveva sottratto il
secchiello e aveva iniziato a bussare alla porta del Nara.
<<
Muoviti morto che cammina >>
Da
dietro la porta si udì la voce del Nara.
<<
Mendokuse vedi di limitare le parole per stasera >>
Temari
stette in silenzio per tre secondi esatti prima di parlare.
<<
Come prego? >>
<<
Per colpa della tua cleptomania ho un terribile dolore alla testa
>>
<<
Oh povero pulcino >> spalancò la porta senza tante cerimonie e
lo prese per un braccio << Andiamo alzati bradipo. Dormi
ancora? >>
<<
No. Dammi uno dei miei fottuti elastici, non posso uscire
conciato così >>
Lei
roteò gli occhi e scavò in una delle sue tasche.
<<
Sei peggio di una ragazza... Tiè >>
Lui
allungò la mano ma lei ritrasse la sua.
<<
Come si dice? >>
<<
Stronza >>
Lei
si allontanò di due passi sventolandogli davanti quel pezzettino di
stoffa.
<<
Ritenta >>
<<
Eddai Tem... ho mal di testa ed ho fame >>
<<
Allora fa il bimbo beneducato. Come si dice? >>
<<
Uno di questi giorni ti ammazzo >>
*
Quella
sera per il kazekage la cena si rivelò molto più difficile del
previsto: era convinto che il massimo della difficoltà sarebbe stato
tenere a bada l'euforia di Naruto e Rock lee, invece si era ritrovato
seduto accanto ad una ragazza furiosa e passivo-aggressiva.
Adesso
capiva perfettamente i discorsi di Shikamaru e Naruto riguardo le
donne.
<<
Il villaggio è migliorato tantissimo dopo la ristrutturazione delle
stradine secondarie >>
<<
Kankuro-san avete per caso notizie di Shira-kun? >>
<<
La nuova ala dell'ospedale è stupenda >>
Per
fortuna gli ospiti erano andati a visitare il villaggio dopo aver
posato i bagagli dunque non avevano udito la tremenda lite.
Inoltre
sia lui che Koneko avevano un'abilità innata nel celare le apparenze
dunque nessuno si era accorto della tensione tra i due.
<<
Temari mi passeresti lo sgombro? >>
Per
tutta riposta la ragazza prese l'ultimo pezzo del pesce preferito dal
Nara e se lo portò alla bocca.
<<
Sei una maledetta >>
<<
Eddai guarda, vicino a te ci sono un sacco di uova sode* >>
<<
Mendokuse >>
<<
Crybaby >>
Il
kazekage sbuffò appena nel vedere quella scenetta e ringraziò
mentalmente Kankuro quando si piazzò tra i due guardando il ninja di
konoha con una delle sue solite occhiate inquietanti.
Stava
per portarsi il suo bicchiere alle labbra per bere quando l'acqua gli
si rovesciò tutta addosso.
L'intero
gruppo si voltò guardandolo stranito, solo Koneko continuava a
mangiare il suo riso con una posa impeccabile nonostante il velo.
<<
Dovresti stare più attento >> disse lei impassibile.
Lui
per un istante la fulminò con lo sguardo, non sapeva bene come ma
aveva la netta sensazione che era stata lei a giocargli quel brutto
scherzetto.
<<
Goumen-ne >>
Si
alzò in piedi e si allontanò per andare verso il bagno mentre gli
ospiti tornavano ai loro discorsi.
Stava
attraversando il corridoio quando una voce lo fece voltare.
<<
Kazekage va tutto bene? >>
<<
Hai Matsuri >> realizzò solo in quel momento di essere
di fronte la stanza degli ospiti << Solo un piccolo incidente
>>
La
ragazza annuì << Aspetti... >> entrò nella camera e ne
uscì poco dopo con asciugamano.
<<
Non è da voi essere così impacciato >> disse tamponando
l'asciugamano contro la macchia.
<<
Non sono perfetto >>
Si
guardarono negli occhi solo per pochi secondi ma ad entrambi sembrò
molto molto più tempo.
<<
Ormai il gran giorno è vicino eh? >> disse la ragazza senza
premurarsi di nascondere l'amarezza che provava.
<<
Hai >>
<<
Siete nervoso? >>
<<
Io... >> si ritrovò a disagio sotto lo sguardo di quelle
preziose perle nere << … sarà meglio che torni dagli ospiti
>>
<<
Già avete ragione >>
*
Temari
era poggiata alla parete dietro una colonna.
Preoccupata
per lo strano comportamento del fratello si era alzata per seguirlo e quando lui aveva incrociato Matsuri aveva deciso di
nascondersi.
Rabbrividì
quando capì che il suo dubbio era fondato.
*Shikamaru adora lo sgombro e detesta le uova sode
|
Ritorna all'indice
Capitolo 30 *** Capitolo 30 -Rivelazioni- ***
Rivelazioni
Quella
notte faceva particolarmente caldo.
Non
un filo di vento veniva in soccorso contro l’afa e l’umidità si
attaccava alla pelle rendendola insopportabilmente sudata.
Per
tutto il villaggio incombeva un silenzio pesante, opprimete.
Non
serviva a nulla girarsi e rigirarsi nel letto e il cielo stellato,
per quanto meraviglioso, non riusciva a placare quella tensione.
*
Kankuro
era steso sul letto a petto nudo intento a fissare nella penombra le
mani ancora incomplete di una sua nuova marionetta.
Stava
riflettendo se dotare le punte delle dita di lame o se non fosse
meglio utilizzare dell'esplosivo quando improvvisamente sentì
bussare alla sua porta.
<<
Chi è? >> rispose scocciato.
Per
tutta risposta si udì bussare ancora più forte.
<<
Temari ma perchè non ti fai una camomilla come la gente normale e
vai a dormire? >>
Si
udì una piccola pausa ma poi il rumore tornò più insistente di prima.
Il
ragazzo grugnì seccato e si alzò grattandosi il fianco destro e
sbadigliando in modo vistoso.
<<
Arrivo arriv... >>
Quando
aprì la porta rimase spiazzato nel vedere Koneko coperta dal suo
consueto velo, i lunghissimi capelli sciolti che ricadevano morbidi su
quello che sembrava più un abito da sera che un pigiama, erano
visibilmente umidi e profumavano di viola.
<<
Hime? Cosa c'è?... >>
Dopo
un istante di indecisione la ragazza entrò con irruenza spingendo il
marionettista contro il muro, con una mano chiuse la porta con forza.
Lui
ancora sorpreso dapprincipio non reagì ma subito dopo tentò di
allontanarsi.
<<
Hime-sama ma che fa?... >>
Lei
lo stringeva dimostrandosi sorprendentemente forte.
<<
Kankuro... >>
Aveva
udito poche volte la voce della ragazza ed era sempre stata dura e
tagliente ma in quel particolare frangente risultava molto diversa:
era dolce, sembrava vicina alle lacrime ma soprattutto gli sembrò
tremendamente familiare.
<<
… sono io >> bisbigliò mentre si allontanava di un passo
togliendosi il velo.
Il
marionettista sgranò gli occhi irrigidendosi.
No.
Non era vero. Non poteva essere vero.
Eppure
era proprio lei.
<<
Sumi..re.. >>
Lei
abbassò lo sguardo incapace di sostenere quello del ragazzo.
Kankuro
continuava a fissarla con un'aria indecifrabile.
<<
Sumy... che scherzo è questo? >>
La
ragazza sentiva il respiro farsi pesante, parlare le risultava molto
difficole.
<<
Non è uno scherzo. Io... >>
<<
Tu.. tu sei Koneko... >>
<<
Si... cioè no... è che... >>
<<
Mi hai mentito >> costatò con voce tranquilla ma tradita da
un'espressione corrucciata e ferita.
Sumire
sentì il respiro farsi pesante, come se avesse un macigno sul petto.
<<
No. Non ti ho affatto mentito >>
Il
ragazzo si stava innervosendo.
<<
Mi hai mentito sul tuo nome, mi hai detto di essere una genin.... mi
hai... >>
<<
No no NO! Io mi chiamo veramente Sumire! Koneko
è il mio secondo nome >> fece una pausa <<
Secondo la tradizione della mia gente i nobili devono avere un
secondo nome e con quello farsi conoscere dal popolo >>
disse
non celando il suo disprezzo verso quella assurda situazione <<
... e si, sono una genin, lo Tsukikage non mi ha mai dato il permesso
di affrontale l'esame dei chunin >>
Rimasero
in silenzio per qualche minuto: lui rigido e a braccia conserte, lei
tremante con le mani vicino al petto.
<<
Parlami ti prego >>
Lui
chiuse gli occhi scuotendo la testa.
<<
Ti prego... >>
La
ragazza gli si avvicinò con cautela e gli sfiorò il petto coi
polpastrelli scendendo lentamente.
Lui
le bloccò la mano stringendola nella sua.
<<
Fermati... >> sussurrava, ma aveva un tono di voce deciso
<<
fermati, fermati! >>
La
voce della ragazza se possibile era ancora più tremante <<
No... >>
Lui
tentava di spingerla ma lei rafforzava la presa.
<<
Non allontanarmi, ti scongiuro >>
<<
Tu sei la fidanzata di mio fratello >> disse severo.
<<
Sono stata costretta a questo omiai. Io
detesto quello stupido panda! È antipatico, noioso, arrogante...
>>
<<
E' di mio fratello che stai parlando Sumire, smettila per favore
>>
<<
Io sono innamorata di te! Non lo voglio il tuo stupido fratello
>>
Una lacrima le scivolò sul viso.
Kankuro
si fermò guardandola.
Cosa
doveva fare?
Lei
era la figlia adottiva dello Tsukikage, promessa a Gaara.
Non
rischiava solamente di ferire il fratello, rischiava anche di
provocare un incidente diplomatico.
Ma...
Non
poteva ignorare ciò che provava, non poteva ignorate quei momenti
passati insieme.
La
abbracciò aspirando il suo dolce profumo.
<<
Non posso >> disse chiudendo gli occhi, era veramente
disperato. << Non posso Sumy... pensa alle conseguenze >>
<<
E tu pensa alla prima notte dopo le nozze >> disse
provocatoria.
Kankuro
sgranò lo sguardo colto dalla gelosia, non poteva negare che quel
pensiero gli dava fastidio.
<<
Quando siamo stati a Tsuki hai detto che ero solo tua... ti rimangi
tutto? >> disse arrabbiata.
Ripensò
a qualche mese prima: ripensò a quei sospiri, al suo sguardo
profondo e alle sue cosce bianche.
§§
<<
Ah! >>
Il
suo profumo era così inebriante, lo adorava. I suoi seni erano così
morbidi ed amava le sue carezze.
Dopo
l'amplesso si accoccolarono abbracciati uno accanto all'altra.
<<
Dormi? >>
<<
Nnno >> disse lei prendendo a baciargli la mascella.
<<
Mi fai il solletico baka >>
<<
Baka?>> disse lei fingendo di essersi offesa.
Lui
la abbracciò.
<<
Si. La mia bellissima baka >>
§§
La
amava. La amava davvero molto.
E
si maledisse. E si sentì un idiota per non averglielo mai detto.
E
adesso era troppo tardi.
Sospirò
<< No... non mi rimangio nulla, ma, la situazione non è
facile, non è semplice... >>
<<
Parla con lui... >>
Kankuro
la guardò per un istante e sospirò.
<<
Gaara... Gaara non ha avuto una vita facile, gli è stato negato
l'amore di una madre, io e Temari non ci avvicinavamo a lui, non
aveva amici, ha iniziato adesso ad avere una vita normale, non posso
portarti via da lui... non posso procurargli altro dolore... >>
La
ragazza si allontanò per asciugarsi le lacrime.
<<
Tutto questo è ingiusto... io voglio stare con te >>
Lo
fissò avvicinandosi alle sue labbra, lui tentò di allontanarsi
girando il viso ma lei poggiò una mano sulla sua guancia per
catturare nuovamente il suo sguardo << Per favore lasciami fare
>> disse con un tono risoluto.
Lo
baciò intensamente stuzzicando il sua labbro inferiore, quando si
staccò fece un lungo sospiro.
<<
Ero convinta di riuscire a risolvere questa situazione da sola.
Pensavo che se fossi stata abbastanza odiosa il Kazekage avrebbe
optato per il kotowari. Non so più cosa inventarmi adesso... >>
deglutì facendo una piccola pausa << … forse dovrei
fuggire... >>
Conoscendo
l'impulsività della ragazza Kankuro tentò di farla ragionare.
<<
Sumire ricordati cosa c'è in ballo... >>
<<
Farò la brava... >> disse interrompendolo << non ho
intenzione di scatenare un incidente diplomatico … >> chinò
la testa non riuscendo a trattenere le lacrime << ...ma non
voglio sposarlo >> gli prese delicatamente il viso poggiando la
fronte contro la sua << Io non voglio sposarlo >>
Era
una palese richiesta di aiuto, l'ultimo disperato tentativo di una
giovane innamorata.
Kankuro
sciolse per primo l'abbraccio e col pollice le asciugò una lacrima
che le ricadeva lenta sulla guancia.
Vedendo
quegli occhioni il suo primo istinto fu quello di andare nella stanza
del fratello svegliarlo in piena notte e mandare a quel paese il
Kazekage, lo Tsuchikage, i consiglieri e tutti quelli che avevano a
che fare con l'omiai.
Ma
il suo buonsenso lo trattenne imponendogli di rispettare i suoi
doveri, ed il dovere primo di uno shinobi è pensare prima di tutto
al bene del suo villaggio.
Sentendosi
sopraffatto da tutti quei pensieri l'abbracciò con forza per
l'ultima volta.
Sumire,
che aveva lasciato libero sfogo alle sue lacrime, inspirò contro il
suo petto riuscendo a darsi un contegno, lo guardò dritto negli
occhi un'ultima volta e gli rubò un veloce bacio e poi veloce come
solo lei sapeva essere uscì dalla camera del ragazzo per recarsi
nella sua.
Angolo
dell'autrice (bastarda).
Eh
si.
Eh
già.
Sumire
è Koneko.
E
per quanto assurdo possa sembrare esiste una ragazza che preferisce
Kankuro al fratellino forte ricco e potente...
Sumire
è un personaggio che ho creato anni fa e me la sono immaginata in modo
piuttosto dettagliato, però, dato che non sono sicura che la
descrizione fisica che le ho dato possa bastare, vi do un riferimento
visivo: Komaki Manaka di To Heart 2 (non sarà identica ma assomiglia
all'immagine che ho di lei).
Spero
che questo capitolo non vi abbia deluso. Ci sono ancora molte cose da
chiarire e le sorprese non sono affatto finite.
Detto
ciò vi saluto e spero di leggere qualche vostro commento.
Baci.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 31 *** Capitolo 31 -Visita al mercato - ***
Visita
al mercato
Il
giorno dopo quella terribile sfuriata Koneko e Gaara avevano ripreso
ad evitarsi.
Sembrava
che il tempo si fosse fermato ed avesse iniziato a far partire le
lancette al contrario sino a quella giornata torrida e afosa nella
quale una carrozza bianca attraversava le mura di Suna.
Gaara
aveva reagito in modo molto pacato, forse in modo fin troppo pacato.
In
effetti la sua era stata più una non-reazione: non ne aveva parlato
con nessuno, non aveva manifestato nessun sentimento ed aveva
mantenuto un comportamento impeccabile.
Nonostante
avvertiva un gran senso di oppressione e di smarrimento.
<<
… E questa è l'autorizzazione per il nuovo centro di ricerca >>
Mise
la sua firma sull'ennesimo modulo.
Da
quando a Konoha un gruppo di jounin aveva scoperto delle strane onde*
che non avevano a che fare col chackra tutti gli scienziati
sembravano come impazziti e piano piano nelle cinque grandi terre
erano dei gruppi di ricerca con lo scopo di costruire dei macchinari
sempre più sofisticati.
Al
ragazzo sembrava uno spreco di tempo: sempre a Konoha ad esempio
stavano mettendo a punto uno strano aggeggio chiamato “cellulare”.
Come se le ricetrasmittenti o ninja sensoriali non bastassero.
Ma
dato che era a favore del progresso aveva trovato i fondi a quel
piccolo team e gli aveva dato l'autorizzazione.
<<
Arigatou Kazekage-sama >>
Lui
si limitò ad annuire per poi congedare il ninja che aveva di fronte.
Si
guardò intorno percependo qualcosa di molto stano.
<<
Baki sei sicuro che questo sia l'ultimo plico?
<<
Hai >
Possibile
che aveva consegnato tutte le scartoffie?
<<
Come mai ci sono così pochi moduli oggi? >>
L'uomo
fece spallucce.
<<
Non avevate arretrati evidentemente Gaara-sama. Meglio no? >>
<<
Perchè? >>
Il
jounin si grattò il collo un po' imbarazzato.
<<
Bhe Kazekage-sama, dato che mancano pochi alla cerimonia potreste
approfittarne per stare con la vostra promessa >>
Gaara
avvertì un senso di fastidio.
<<
… già >>
<<
Come vi sentite al riguardo? >>
Gaara
pensò al suo ultimo incontro con la ragazza.
<<
Bene grazie >> mentì.
*
Il
Kazekage stava tamburellando le dita sulla sua scrivania mentre la
mano sinistra si reggeva la testa. Era visibilmente irritato.
Aveva
passato due ore buone della sua vita alla ricerca dei documenti per i
nuovi sensei ma sembravano spariti. Alla fine dedusse che li aveva
consegnati.
Ma
quel dubbio lo attanagliava ancora: c'erano troppi pochi documenti,
qualcosa non quadrava.
Dove
aveva messo i documenti per i chunin? Possibile che aveva consegnato
pure quelli senza ricordarselo?
<<
Ehi Gaara disturbo? >>
Batté
due volte le palpebre guardando dritto di fronte a se riconoscendo la
voce di Naruto.
<<
Iee accomodati >>
<<
Come fai a stare tutto il tempo dentro questo ufficio? Per me è
durissima passare dentro il mio anche solo due ore >>
<<
Questo perchè tu sei un idiota >>
L'hokage
si bloccò arricciando il naso.
<<
Simpatico >>
<<
Volevi parlarmi? >>
<<
Koneko si trova al mercato insieme agli altri. Non dovresti stare con
lei? >>
Ma
perchè oggi tutti sembravano costringerlo a stare con la sua
aguzzina?
<<
No. Non è necessario >>
Naruto
fece spallucce.
<<
Sei tanto tanto asociale >>
<<
Ho solo molto lavoro da fare >> Mentì.
Naruto
roteò gli occhi al cielo.
<<
Gaara puoi imbrogliare gli altri ma io sono un kage come te e so che
non ci sono tutti questi documenti da compilare >>
<<
Se non erro Sakura ha aspettato due settimane per dei documenti
riguardanti il suo reparto >>
Naruto
spalancò gli occhi.
<<
Come fai a saperlo? >>
<<
I tuoi ninja sono pettegoli >>
<<
… >>
I
due si guardarono intensamente negli occhi.
<<
Touchè >>
*
Il
mercato di Suna si trovava in una delle strade principali del
villaggio. Fino a pochi anni prima era solo un piccolo pugno di
bancarelle che forniva poco più dell'indispensabile, ma dopo la
grande guerra il Kazekage aveva provveduto a migliorare lo stile di
vita del suo villaggio oltre che la forza militare.
Adesso
le bancarelle invadevano letteralmente la strada e fornivano ogni
genere di prodotto.
<<
Wow guarda Lee! Qui ci sono un sacco di armi >> disse Ten ten
avvicinandosi ad un bancone, tuttavia non ricevette alcuna risposta.
<<
Lee? >>
La
ragazza si voltò e vide il suo compagno attaccato ferocemente al
braccio di Kankuro.
<<
Quindi Shira-kun sta bene? >>
<<
Hai sta bene, sta bene >> disse il Jounin cercando di
staccarsi il sopracciglione di dosso << ...da quel che ne so si
è pure sposato >>
Rock
Lee scoppiò il lacrime << Sono così felice per Shira-kun >>
Ten
ten si avvicinò a lui tirandolo per un orecchio.
<<
Smettila di importunare tutti Lee e vieni con me a scegliere le armi
>>
Kankuro
ringraziò mentalmente la ninja di Konoha e si sistemò la manica
della divisa quando la sua attenzione venne catturata dalla voce di
Shikamaru.
<<
Quindi è quella la hime? >> chiese a bassa voce avvicinandosi
all'orecchio di Temari.
<<
Hai >>
Koneko
era in compagnia delle ragazze di Konoha più Matsuri.
Stava
conversando con Sakura vicino ad una bancarella di dolci.
<<
Sembra una ragazza a modo >>
Il
marionettista alzò la testa per guardarla e per un solo istante i
loro occhi si incrociarono, entrambi deviarono lo sguardo con grande
amarezza.
<<
Kankuro! >>
Il
ninja si voltò riconoscendo la voce di Kiba.
<<
Cosa c'è? >>
<<
Vado a farmi una birra, vieni con me? >>
Lui
alzò un sopracciglio.
<<
Come mai questo gentile invito? >>
<<
Non farti strane idee: Naruto è dal Kazekage, Lee è stato rapito e
Shino non beve >>
Il
micione non represse un ghigno.
<<
Wakatta wakatta... mi hai convinto andiamo >>
Sumire
osservò con la coda dell'occhio i due ninja allontanarsi.
<<
Hime non è una buona idea >>
Il
suo cuore batté furiosamente nel petto e si voltò verso la ragazza.
<<
Cosa intendi Matsuri? >>
<<
Ho sentito dove stanno andando, non è conveniente per voi andare a
bere a quest'ora >>
La
ragazza tirò un sospiro di sollievo.
<<
Che peccato, ci speravo proprio >> Recitò in modo impeccabile.
*
Verso
sera Matsuri bussò alla porta della hime.
Da
quando erano tornate dal mercato la ragazza si era chiusa in camera
ed era un po' preoccupata.
<<
Tutto bene Hime-sama? >>
La
ragazza rispose con voce allegra.
<<
Hai Hai Matsu... come vedi mi sto divertendo a giocare con
degli aeroplanini di carta >>
<<
Avete fame? >>
<<
No >>
Matsuri
sospirò con aria affranta, quella tizia era veramente strana.
Dov'era
riuscita a trovare tutta quella carta poi?
*Le onde elettromagnetiche
|
Ritorna all'indice
Capitolo 32 *** Capitolo 32 - Una giornata da dimenticare- ***
Una
giornata da dimenticare
Quella
mattina era iniziata davvero male per il Kazekage.
Si
era svegliato come al solito di buonora in modo da sistemare con
diligenza le missioni ed i documenti della giornata.
Ma
una volta recatosi in bagno per farsi una doccia e, dopo essersi
insaponato, aveva scoperto che l'acqua era finita.
Non
potendo ricorrere alla sabbia, dato che una dose così piccola si
sarebbe sgretolata impastata con l'acqua, era dovuto uscire coperto
solo da un misero asciugamano ad aumentare la pressione dell'acqua.
Per fortuna vista l'ora non c'era alcun ninja per i corridoi.
Al
suo ritorno, con suo grandissimo disappunto aveva costatato che
l'acqua era tornata con una pressione tale da aver allagato non solo
il suo bagno ma anche la sua camera.
<<
Ma che ...? >>
Dopo
aver fatto fronte al contrattempo che gli aveva fatto perdere un'ora
buona della sua vita si recò nel suo ufficio senza aver nemmeno
fatto colazione, si sedette sulla sua poltrona davanti alla scrivania
ed ebbe un tuffo al cuore.
I
rotoli delle missioni della giornata erano svaniti nel nulla.
<<
Ma cosa? >>
La
sera prima era certo di averli messi del primo cassetto a destra
della sua scrivania. Era pronto a scommettere sulla sua vita.
E
allora dov'erano finiti?
Uscì
trafelato dal suo ufficio per recarsi alla sala del consiglio, cercò
ovunque ma dei rotoli nessuna traccia.
Chiuse
gli occhi ed inspirò cercando di razionalizzare: forse aveva
compilato altri documenti o forse era solo convinto di aver compilati
i rotoli quando in realtà non era vero. Dopotutto ogni giorno
compilava decine e decine di scartoffie.
Rassegnato
al suo destino, prese dei rotoli vuoti e scrisse, o forse riscrisse,
tutte le missioni della giornata.
Finalmente
quando finì di firmare l'ultimo rotolo, si recò nuovamente nel suo
ufficio stanco e con un forte mal di testa.
Si
sedette sulla sua scrivania pronto a disporre tutti i rotoli in
ordine quando, d'un tratto, il suo occhio percepì qualcosa di
strano.
Dal
primo cassetto a sinistra della sua scrivania spuntava un piccolo
triangolino di carta inquietantemente
familiare.
No...
stava forse diventando matto?
Aprì
il cassetto e li vide.
I
rotoli scomparsi.
Senza
volerlo la sabbia cominciò a roteare tutta intorno a lui.
<<
Kusokurae!*>>
ringhiò infine frustrato ed arrabbiato.
Chiuse
il cassetto sbattendolo con forza e serrò i pugni.
<<
Gaara che impreca? Questa è una novità >>
Sentendo
quella voce spalancò gli occhi ed alzò lo sguardo: Naruto era
davanti la porta e lo guardava divertito.
Si
sentì in imbarazzo per essere stato colto in quel brutto momento,
inoltre il fatto che l'hokage fosse sveglio gli fece intuire che
ormai la mattinata era bella che andata.
<<
Ohayo gozaimasu
Naruto... sai che dovresti bussare? >>
<<
L'ho fatto ma eri così intento a frugare nelle carte che non mi hai
sentito... >>
<<
E sei entrato comunque >> disse iniziando a catalogare le varie
missioni sulla sua scrivania e a gettare via i doppioni.
Naruto
incrociò le brccia al petto scrutando l'amico.
<<
Mi sembri un po' stressato >>
<<
Non sono stressato >>
<<
E quei capelli sembrano quelli di un folle >>
Gaara
si portò una mano alla testa e si rese conto di non essersi
pettinato quella mattina.
Il
che spiegava le facce stranite dei ninja e consiglieri che l'avevano
visto poco prima in corridioio.
Vedendolo
in quello stato Naruto decise di prendere una cosa dalla sua borsa.
<<
Hai bisogno di una pausa... ed io so esattamente come farti distrarre
>>
<<
Naruto devo lavorare... >>
<<
Eh no mio caro, tu adesso mi darai retta, ho una cosa che sicuramente
ti tornerà molto utile in futuro >>
*
<<
Kazekage-sama >>
Non
si sa come Naruto era riuscito a convincere Gaara a leggere uno dei
libri di Jiraya.
Era
arrivato in uno dei punti cruciali quando Baki entrò nella stanza.
Con
un gesto fulmineo il Kazekage buttò il libro tra le mani del
biondino ed alzò lo sguardo verso il suo ex sensei.
<<
Si Baki? >>
Lui
si avvicinò alla scrivania porgendogli dei fogli.
<<
C'è un messaggio dallo Tsukikage: vi informa del suo arrivo tra
quattro giorni >>
Non
appena udita la notizia Naruto strinse i pugni sovreccitato.
<<
Fantastico! Anche il vecchio nonnetto viene al matrimonio? >>
<<
Deve: lo tsukikage è il padre di Koneko >>
Naruto
spalancò la bocca in un'espressione di puro stupore.
<<
Cooosa? Ma è vecchio! Come ha fatto a... >>
<<
Padre adottivo Natuto. Padre adottivo >>
Vedendo
quella adorabile scenetta Baki tossì due volte per riottenere
l'attenzione.
<<
Anche gli altri Kage hanno mandato una lettera: purtroppo sia il
Raikage che la Mizukage non potranno venire al matrimonio per via di
problemi personali quindi porteranno degli ambasciatori >>
<<
Molto bene Baki. Arigatou >>
Rimasti
soli Nauto diede una vigorosa pacca sulla spalla dell'amico.
<<
Ancora non riesco a crederci! Chi l'avrebbe detto che tu saresti
stato il primo a sposarti? >>
Lui
annuì appena reagendo in modo assolutamente normale per uno col suo
carattere, ma dentro di se era distratto da una moltitudine di
pensieri che gli attanagliava la mente.
Se
quella situazione non si placava la ragazza gli avrebbe reso la vita
peggiore di quanto gliela aveva resa Shukaku.
*
Dato
che ormai la giornata era perduta, nel tardo pomeriggio fece una
breve passeggiata per le vie periferiche del villaggio, andò alla
serra e si mise ad osservare distrattamente la moltitudine di piante
e fiori.
Nel
tardo pomeriggio decise di andare a bussare alla camera della hime,
voleva cercare di restaurare quel clima di complicità di qualche
settimana prima.
La
ragazza aprì la porta e lo guardò di traverso.
<<
Che vuoi? >> gli chiese lapidaria.
Il
ragazzo ebbe come un senso di deja-vu.
<<
Vorrei parlare con te. Posso entrare? >>
Lei
alzò un sopracciglio.
<<
E quelli? >>
Aveva
un piccolo vaso di ibisco in mano, sul libro di Jiraya c'era scritto
che le donne amano ricevere i regali e lei stessa aveva mostrato
interesse per i fiori.
<<
Ho pensato che ti avrebbero fatto piacere >>
Sumire
prese i fiori annusandoli dopodiché guardò il ragazzo fisso negli
occhi afferrò il vaso colmo d'acqua e con un gesto fluido gliela
gettò in faccia, subito dopo si richiuse in camera sbattendo la
porta.
*
Kankuro
era in cucina, stava sorseggiando una birra mentre sfogliava il
giornale quando il fratello entrò tutto bagnato e con uno strano tic
all'occhio.
<<
Che ti è successo Gaara? >>
<<
Nulla, un piccolo incidente >>
<<
Ancora i tubi dell'acqua in bagno? Ho fatto controllare già tre
volte e gli impianti sono a posto. Inoltre personalmente non ho
riscontrato nessun problema >>
<<
Tranquillo >> rispose lapidario << Dove sono i biscotti?
>> chiese rovistando nella dispensa del mobile bar >>
Il
ragazzo si grattò la guancia.
<<
Credo che siano finiti >>
Gaara
chiuse gli occhi: sapeva esattamente chi poteva averli finiti.
<<
Inoltre non ti fa bene mangiare quella roba. Vado a vedere a che
punto è la cena >>
Il
kage annuì e si sedette di fronte al tavolo: era visibilmente
nervoso ed esausto.
Temari
era sparita misteriosamente nel tardo pomeriggio e non era ancora
rientrata a casa.
Kankuro
tornò con la pentola in mano. Iniziarono a mangiare nel più
completo silenzio.
Quella
giornata si era rivelata peggiore di qualsiasi guerra o missione ed
era riuscito a concludere meno di quanto faceva Naruto solitamente.
Alla
fine il rosso poggiò le hashi e si mise ad osservare fuori dalla
finestra.
<<
Tutto bene Gaara? >>
<<
Hai, hai. Sono solo stanco >> disse guardando
distrattamente il cielo.
<<
Ma oggi non hai fatto una pausa con Naruto nel pomeriggio? >>
<<
Se per te ascoltare Naruto che parla di ragazze equivale ad una pausa
allora si, ho fatto una lunga pausa >>
Kankuro
chinò la testa cambiando umore all'istante. Finì di mangiare
velocemente e si premurò di sistemare la cucina mentre il Kazekage
continuava a parlare.
<<
Poi continuano a scomparire documenti ... >>
Il
Kazekage era così stanco che non si accorse del comportamento del
fratello e continuò il suo piccolo sfogo mentre questo finiva di
rassettare perso nei suoi pensieri.
Kankuro
intanto teneva un'aria corrucciata e tesa.
Dire
o non dire a Gaara di lui e Sumire?
Sarebbe
stato in grado di tacere dopo il matrimonio? E soprattutto sarebbe
stato in gradi di sopportare la vista della donna che amava tra le
braccia del fratello?
<<
A proposito Kankuro >>
Udendo
il suo nome il marionettista si riscosse dai suoi pensieri e si girò
guardando il fratello.
<<
Si? >>
<<
Non ti ho chiesto se hai invitato al matrimonio la ragazza di Iwa che
ti piace tanto, dopotutto mi piacerebbe conoscerla >>
L'umore
del ragazzo mutò da grigio e nero pece.
<<
No. Non l'ho invitata >>
<<
Posso sapere il motivo? >>
<<
Non... non sarebbe stata una buona idea >>
Gaara
corrugò la fronte non capendo.
<<
Ci sono delle cose che proprio non posso spiegarti fratello. Gomen
>> detto ciò si voltò allontanandosi verso il suo
laboratorio.
Angolo
dell'autrice
*cazzo
(so bene che Gaara è una perosna molto controllata, ma dopo una
mattinata del genere credo che un'imprecazione uscirebbe dal cuore
persino ad un santo)
Spero
di star bilanciando nel modo giusto il lato tragicomico della storia.
Grazie
a tutti i lettori un bacione.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 33 *** Capitolo 33 - Offerte di pace - ***
Offerte
di pace
Shikamaru
si buttò sul letto stanco e sudato e si accese una sigaretta.
Intanto
Temari si era messa la sua maglietta ed era andata verso la sua
scrivania dov'era poggiata una bottiglietta d'acqua.
<<
Shika sai che mi da fastidio >>
Il
ragazzo fece uscire una nuvoletta di fumo dalla sua bocca cercando un
modo per non dover spegnere la sigaretta. Perchè era certo che se
continuava a fumare lasciandola sbattere, lei lo avrebbe preso a
colpi di ventaglio.
Osservò
la sua camera: era una bella stanza, abbastanza ordinata se non si
contavano i loro vestiti gettati un po' sul letto e un po' a terra.
Non
c'erano segni particolari: un armadio, una scrivania con qualche
libro, delle foto con i suoi fratelli che sembravano fissarlo male
quando malauguratamente si ritrovava a guardarle mentre passava dei
piacevoli momenti con la kunoichi.
Forse
un dettaglio c'era: la presenza di un cospicuo numero di piante.
<<
Sai che tutte queste piante potrebbero farti male qui? >> disse
tentando di cambiare discorso.
<<
Sono piante grasse >> disse lei capendo il suo piano. <<
...fa peggio la nicotina... >>
Lui
continuò a parlare sperando nel suo piano fino in fondo.
<<
Riflettevo... tu adori osservare le piante, a me piace osservare le
nuvole... >>
<<
E allora? >> Chiese lei incrociando le braccia al petto.
<<
...insieme formiamo una specie di ying e yang >>
Temari
arrossì leggermente.
Riconobbe
che aveva spremuto abbastanza il suo cervellino ancora rintontito
dall'amplesso e decise di lasciarlo in pace almeno per questa volta
ma si alzò per aprire la finestra, subito dopo si sedette sul letto
accanto a lui.
Shikamaru
inspirò una boccata che gli risultò particolarmente piacevole e
constatò che il gesto della fidanzata era un piccolo lusso che si
potevano permettere solo da poco tempo, da quando la “sorveglianza
Sabaku” era apparentemente scomparsa.
Le
cinse la vita con un braccio e le diede un bacio sul fianco.
<<
Che bello non dover sgattaiolare in piena notte per vederti >>
Lei
gli prese una ciocca castana che era scappata via dalla stretta
dell'elastico e se la attorcigliò sull'indice.
<<
Già. Così puoi dormire le tue dodici ore di fila... >>
<<
Ultimamente i tuoi fratelli mi stanno meno addosso spero che
rimangano così per mooolto tempo >>
<<
Non ti ci abituare. Ovvio che in questo periodo siano più distratti.
Gaara adesso ha ben altri pensieri per la testa >>
<<
Si lui ha una buona ragione... ma Kankuro? Non dirmi che anche lui è
distratto da una ragazza. Ah proposito come si chiamava quella di Iwa
che stava frequentando? >>
<<
Boh non mi ricordo. Ma conoscendo i precedenti di mio fratello con le
donne probabilmente lo ha scaricato >>
*
<<
Stupido cretino di un... panda >>
Sumire
era sopra una scaletta traballante e troppo bassa per il suo scopo,
cercava di allungarsi il più possibile ma riusciva a malapena a
sfiorare la copertina di un libro.
Il
cretino in questione aveva fatto sistemare la libreria e aveva messo
i libri con le leggende del villaggio nella mensola in alto.
<<
Ma porca... >>
D'un
tratto vide una scia di sabbia circondare il libro per poi
volteggiarle accanto.
<<
Ho pensato di darti una mano >>
Si
voltò riconoscendo la voce di Gaara.
<<
Che gentile >>
Prese
il libro e scese la scala.
<<
Pensi di rabbonirmi così? >>
<<
Koneko non potremmo concordare una tregua? >>
Sumire
stava per dargli un colpo del pesante libro in testa quando udì un
rumore venire dalla porta.
<<
Gaara hai per caso visto il libro sulle piante veleno... se >>
Le
parole di Kankuro andarono scemando alla vista di Sumire.
La
ragazza deglutì ed abbassò istintivamente lo sguardo.
Il
kazekage non fece molto caso a quella scena.
<<
L'ho lasciato nel mio ufficio >>
<<
Vado a prenderlo, devo consultarlo con urgenza >> disse
congedandosi in modo piuttosto frettoloso.
Rimasti
soli la ragazza prese la parola.
<<
Una tregua eh? >>
Gaara
si voltò verso di lei ed annuì.
<<
Non ho motivi per accettare >> Disse acida mentre si
incamminava per andare in camera sua.
*
<<
Fammi capire bene: TU vuoi organizzare una festa? >>
Adesso
Temari le aveva proprio sentite tutte.
<<
Iee una cena. Sarebbe una buona idea? >>
Gaara
era seduto sulla sedia di fronte la scrivania della sorella. Non gli
veniva in mente nessun'aaltra idea per riappacificarsi con la hime e
la sorella era la persona più razionale che conosceva. Oltre ad
essere una femmina.
<<
Beh ho visto che andare d'accordo. Perchè non l'hai chiesto a lei?
>>
<<
E' piuttosto... suscettibile negli ultimi giorni >>
<<
Comprensibile >> Temari incrociò le braccia al petto
riflettendo sull'idea << Si credo che avere gente intorno il
giorno prima delle nozze sia un ottimo modo per allontanare la
tensione. Inoltre così potremmo tenere a bada l'irrequietezza degli
ospiti >>
<<
Allora affido a te l'incarico di invitarli e di organizzare la cosa
>>
La
sorella strabuzzò gli occhi.
<<
Cosa?! Ma perchè a me, non può farlo Kankuro? >>
<<
L'idea di invitare gli ospiti è stata tua... considerala una piccola
missione >> disse uscendo dalla stanza.
Temari
gettò un sospiro rassegnato.
<<
Campo libero se n'è andato via >>
Shikamaru
era appeso accanto la finestra della ragazza grazie alla tecnica
dell'ombra. L'aveva scampata per un soffio.
*
Matsuri
ogni giorno che passava detestava quella missione un po' di più.
Era
nell'ufficio del suo ex sensei proprio di fronte a lui.
<<
Potresti informare la Hime che domani sera si terrà un piccolo
ricevimento? >>
Adesso
era diventata pure postina.
<<
Certo signore. Se posso permettermi... perchè non la informate voi
stesso stasera a cena? >>
Gaara
venne colto da una strana tachicardia, gli prudevano le mani ed si
sentiva a disagio. Era un po' di tempo che non gli capitava, ma
riuscì a nasconderlo.
<<
Non credo che sarò a casa stasera. Ho molto lavoro da sbrigare >>
Stava
mentendo e Matsuri se ne accorse subito. Tuttavia non ne afferrò il
motivo.
<<
Volete che vi dia una mano? >> le sfuggì senza nemmeno
riflettere.
<<
Io... >>
Gaara
si sorprese nello scoprirsi fortemente tentato nel dire di si.
L'idea
di passare un po' di tempo con quella ragazza lo rendeva molto, forse
fin troppo, felice.
Ma
non aveva documenti a sufficienza per dar credito alla sua piccola
bugia e non aveva assolutamente voglia di tornare a casa.
<<
No ti ringrazio >>
La
ragazza annuì e si inchinò con rispetto.
<<
Allora vado a riferire >>
*
Shikamaru
era spalmato contro una colonna portante del giardino interno del
palazzo. Sigaretta in bocca, espressione gioiosa di chi ha poca
voglia di vivere, aveva appena comunicato ai suoi concittadini
l'evento che si sarebbe tenuto l'indomani sera.
<<
Una festa? >>
<<
Si. A casa Sabaku >>
Ovviamente
i ninja di Konoha avevano reagito in modo molto vivace.
<<
Ci saranno altri ospiti? >>
<<
No Choji, mi dispiace? >>
Ino
iniziò a saltellare con le mani chiuse a pugno.
<<
Evviva così indosserò il mio vestitino nuovo >>
Shino
si sistemò gli occhiali.
<<
Queste cerimonie servono a rafforzare i rapporti >>
Ten
ten lo guardò con un'aria rassegnata.
<<
La scoperta dell'acqua calda >>
D'un
tratto Kiba si piazzò di fronte a tutti con uno sguardo di fuoco.
<<
Sapete che vuol dire ragazzi? >>
<<
No cosa? >>
<<
Addio al celibato! >>
Shikamaru
mise le mani avanti.
<<
Frena frena. Non è un addio al celibato, si tratta solo di un
piccolo ricevimento. Buffet, musica di sala... non aspettarti
spogliarelliste o roba simile >>
Naruto
portò una mano alle labbra.
<<
Non riesco ad immaginarmi Gaara in compagnia di una spogliarellista
>>
*
Sumire
era nel corridoio.
<<
Koneko... >>
La
ragazza trasalì riconoscendo la voce di Gaara, non si aspettava di
incrociarlo.
<<
Che vuoi? >>
<<
Non mi aspettavo di trovarti qui.. >>
<<
Devo avvertirti di ogni mio spostamento? >> chiese secca.
<<
No, ovviamene no >>
Ci
fu un momento di imbarazzante silenzio.
<<
Matsuri ti ha detto di... >>
<<
Si. Sono stata informata della festa >> lo interruppe <<
Sarebbe un modo per ripropormi la famosa tregua? >>
<<
Dipende... funziona? >>
<<
Diciamo che i tuoi neuroni non hanno avuto un'idea del tutto
sgradevole >>
<<
E' il tuo modo per dire che parteciperai? >>
Per
tutta risposta lei gli tirò un bicchiere d'acqua in faccia e se ne
andò borbottando.
<<
Una non può nemmeno avere sete che le viene fatto il terzo grado
>>
Beh
almeno non lo aveva picchiato o minacciato.
Angolo dell'autrice
Ok prometto che questi
capitoletti "filler" stanno volgendo al termine, mi scuso se non sono
riuscita a renderli più interessanti ma erano necessari per rendere più
completa la storia.
Riguardo la parte Shikatema ci
tengo a ringraziare Dark Gaara per avermi suggerito l'idea. Grazie
mille cara.
Detto ciò spero che questo
capitolo vi sia piaciuto. Un bacione.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 34 *** Capitolo 34 -Addio al celibato?- ***
Addio
al celibato?
Sakura
continuava a battere il piede destro per mostrare tutta la sua
impazienza: era stato già abbastanza difficile convincere Ino a
darsi una mossa e ad uscire dal parrucchiere, se ci si metteva pure
Naruto era la fine.
Perchè
aveva deciso di farsi accorciare quei capelli?
<<
Dai voi due muovetevi! Non potete arrivare in ritardo >>
Hinata
continuava a farle cenno che stavano arrivando ma quel suo sorriso
tirato e imbarazzato era ben poco convincente.
<<
Sai mi sistemi la collana? >>
<<
Si tesoro >>
Sakura
roteò gli occhi al cielo.
Non
era la sola ad avere problemi: Ten ten stava lottando contro Lee per
convincerlo a mettersi la giacca nera in modo da nascondere la sua
preziosa tutina.
Chouji
senza la presenza di Shikamaru si era fiondato in una pasticceria e
Kiba stava inseguendo Akamaru che aveva avuto la brillante idea di
rubargli la cravatta.
<<
Non arriveremo mai... >>
*
Gaara
era nel corridoio quando incrociò lo sguardo di Sumire.
Il
vestito violetto e le ciocche laterali lasciate sciolte la rendevano
molto bella ma il kazekage fu colpito da un altro dettaglio.
<<
Non porti il velo sul viso >>
<<
Ormai non serve più >> disse con amarezza.
Lui
ovviamente non capì il senso di quella frase, stava per chiederle
cosa intendesse quando venne interrotto da Matsuri.
<<
Gaara-sama, Hime-sama gli ospiti sono appena arrivati >>
Il
kazekage le fece un cenno col capo prima di rivolgersi a Sumire.
<<
Andiamo allora >>
*
Quando
scesero nella sala videro subito Temari conversare con Shikamaru e
Kankuro intento a versarsi del liquore.
Gli
altri ospiti erano appena arrivati e avevano iniziato ad invadere la
sala.
Sakura
si era subito fiondata sul buffet nel disperata ricerca di acqua
fresca ed un comodo posto dove far riposare i suoi piedi doloranti.
Kiba
dopo un goffo tentativo di farsi il nodo alla cravatta aveva deciso
di nasconderla dentro una pianta.
Ten
ten si era avvicinata a Matsuri ed avevano iniziato a chiaccherare.
<<
E' la prima volta che ti vedo con un vestito. Stai molto bene >>
<<
Arigatò … ti avviso che il tuo compagno si è appena tolto la
giacca >>
<<
Maledizione... Lee! >>
Kankuro
sorseggiava il suo liquore, di tanto in tanto Shino gli lanciava
qualcuna delle sue frasi ma non sortivano alcun effetto.
Naruto
ovviamente si era subito diretto verso il festeggiato.
<<
Certo non è l'addio al celibato che organizzerei io, ma comunque è
una bella festa Gaara >>
<<
Perchè tu cosa organizzeresti Naruto? >> disse sinceramente
curioso.
<<
Niente... lasciamo stare... >>
La
serata stava trascorrendo in modo piuttosto piacevole tra battute e
risate.
<<
Scusate... >>
D'un
tratto Sumire aveva attirato l'attenzione di tutti facendo tintinnare
un bicchiere con un coltello in modo estremamente aggraziato.
Parlò
con voce dolce e delicata, quasi emozionata da quello che stava per
dire.
<<
Dato che domani saremmo legati per l'eternità avrei pensato di farti
un regalo Gaara... >> si avvicinò al ragazzo porgendogli un
piccolo vassoio di dolcetti << … è solo un piccolo pensiero
>>
Udendo
quelle parole Matsuri decise di alzarsi e di dirigersi al balcone per
prendere una boccata d'aria mentre Kankuro si diresse in cucina
dov'erano conservati gli alcolici più forti.
<<
Ontoni? >> Chiese lui incredulo.
Avvertiva
uno strano disagio. Come se quelle parole fossero una velata
minaccia.
<<
Oh ma che dolce >>
<<
Davvero una ragazza d'oro >>
<<
Sei fortunato Gaa... >>
I
commenti degli ospiti lo portarono a non dar peso al suo istinto.
<<
Ma certo. Ho fatto questi dolcetti pensando a te. Su forza assaggiane
uno! >>
Il
Kazekage si avvicinò alla sua promessa e prese uno di quei
pasticcini dall'aspetto molto invitante.
La
hime intanto lo fissava con un dolcissimo sorriso dipinto sul viso.
Diede
un morso e sbiancò.
Non
erano dolcetti.
Erano
marron glaces ricoperti di cioccolato.
<<
Allora ti piace? >> disse lei con aria dolcissima ed innocente
tradita solo da una piccola puntina di malvagità che brillava nel
suo sguardo.
Gaara
masticò molto lentamente reprimendo l'istinto di sputare quello che
per lui era un boccone disgustoso conscio del fatto che una decina di
ospiti lo stava fissando e tutti stavano aspettando una risposta.
Lei
sapeva.
Maledetta.
Deglutì
a fatica ed inspirò profondamente.
<<
Hai. Davvero delizioso >> disse con la bocca ancora
impastata da quella roba.
Nessuno
però si accorse di nulla.
<<
Ma come siete carini... >>
<<
La coppia dell'anno >>
Sumire
rise e si avvicinò ancora di più a lui.
<<
Ne sono felice. Perchè non ne prendi un altro visto che ti piacciono
tanto? >>
*
Quella
notte per Matsuri fu veramente difficile prendere sonno.
Verso
la fine della serata aveva visto la hime avvicinarsi a Gaara e non
aveva retto, si era congedata velocemente a Temari e si era ficcata
sotto le coperte senza nemmeno cambiarsi.
Quella
smorfiosa adesso si era messa persino a fargli i dolcetti, aveva
iniziato a comportarsi come la mogliettina perfetta che era certa
sarebbe stata.
Una
donna d'alto lignaggio, la perfetta consorte per un kazekage.
Quello
che lei non sarebbe mai stata.
Si
mise in posizione fetale e serrò le mascelle.
<<
Gaara... >>
Abbracciò
il cuscino mentre sentiva le lacrime rigarle il viso.
*
Si
sentiva male
Si
sentiva veramente, veramente male.
Si
mosse nuovamente sul letto, le molle del povero materasso avevano
iniziato a cigolare.
Respirare
gli risultava difficile e quel caldo non aiutava di certo.
Kankuro
non
sapeva che fare.
Adorava
suo fratello ma in quel momento gli sembrava di essere tornato
indietro nel tempo, quando il piccoletto otteneva tutto quello che
voleva e lui doveva stare a guardare.
Si
diede un pugno in testa dandosi dell'idiota.
Non
poteva essere geloso di lui. Gaara aveva patito un'immensa solitudine
ed era anche colpa sua. Adesso il suo dovere era quello di sostenerlo
ed incoraggiarlo.
“Pensa
alla prima notte di nozze”
Eppure
non ce la faceva a non provare gelosia. Sumire era l'unica ragazza
che gli interessasse dopo anni e suo fratello gliela stava portando
via.
La
scenetta che gli si era presentata quella sera gli aveva fatto capire
che la ragazza aveva fatto la sua scelta. Sarebbe stata un'ottima
sposa, una perfetta moglie.
Si
spogliò completamente e si fiondò sotto la doccia.
Aveva
preso l'abitudine di stare nel suo laboratorio e per fortuna la porta
del bagno era proprio accanto al letto.
Rimase
sotto il getto dell'acqua per almeno mezz'ora prima di legarsi
malamente un asciugamano in vita ed andarsi a buttare sul letto con
ancora i capelli bagnati.
Angolo
dell'autrice
Per
chi non lo sapesse Gaara detesta i marron glaces, info presa dal
databook (che poi sono così buoni io a volte il kazekage non lo capisco
proprio)
Comunque
dalla prossima volta si rientra nel vivo della storia. Grazie a tutti i
lettori, spero che questo capitolo vi sia piacito.
Ciao
ciao.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 35 *** Capitolo 35 -Il giorno delle nozze- ***
Il giorno delle
nozze
Giorno
delle nozze.
Quello
che doveva presentarsi come un sogno che si avvera, un giorno pieno
di speranze, il giorno più felice della vita di una persona era in
realtà un incubo.
Temari,
che era sul punto di dar fuoco al suo kimono per quanto era scomodo,
attendeva pazientemente
gli ospiti insieme ad uno Shikamaru in stato di morte apparente
completamente spalmato sul muro.
<<
Insomma datti un contegno >>
<<
Che seccatura... ho sonno Tem >>
*
Toc
toc
<<
Hime-sama >>
<<
Hime sama >>
<<
… >>
<<
Hime-sama! >>
Sumire
emerse dall'aldilà facendosi strada tra strati di lenzuola e coperte
e cuscini.
Una
volta raggiunto lo strato di ossigeno prese un cuscino e lo tirò
contro la porta grugnendo qualcosa in una lingua sconosciuta
all'orecchio umano.
<<
Lieta di sapere che siete sveglia Hime >> disse Matsuri fuori
dalla porta << Siete pronta? >>
Guardò
fuori della finestra con gli occhi ancora cisposi ed infastiditi dal
sole, sbadigliò e si grattò la nuca.
<<
Hime-sama? >>
<<
'tsuri se non la pianti ti uccido >>
Si
mise in piedi a fatica, sbatté il fianco contro il comodino facendo
cascare un libro per terra, fece due passi e sbatté il mignolo
contro lo spigolo del letto.
<<
Porco... >>
Finalmente
dopo aver evitato che il lenzuolo-polpo le circondasse i piedi riuscì
a raggiungere la porta e ad aprirla.
Vide,
in modo molto sfocato, la figura mi Matsuri che spalancava la bocca e
gli occhi.
<<
Siete ancora in pigiama! Gli invitati stanno arrivando! >>
<<
Andiamo tsu tsu... >>
A
quelle parole Matsuri si bloccò un istante aggrottando le
sopracciglia. Subito dopo si ricompose cercando di mantenere la
calma.
<<
Preferisco essere chiamata Matsuri >>
<<
Matsuri. I decibel Matsuri. Sono troppo alti >>
<<
Dovete vestirvi e lavarvi e truccarvi... >>
<<
Con questo ordine? >>
Matsuri
gonfiò le guance in un broncio.
<<
Se andate a lavarvi vi porto il caffè >>
La
ragazza fece uno smagliante sorriso.
<<
Che donna splendida e meravigliosa. Quasi quasi sposo te >>
Matsuri
ignorò quelle parole dirigendosi verso la cucina.
Sumire
se ne andò in bagno e si riempì la vasca, nell'attesa si sedette
sullo sgabello e iniziò ad insaponarsi.
Poi
si bloccò.
Quel
giorno era arrivato.
Quel
tremendo giorno.
Deglutì.
Sentì
un tremendo peso sul petto ed una dolorosa morsa allo stomaco.
Stava
prendendo consapevolezza e questo la gettò nel panico, si mise la
mani sul viso avvertendo il suo respiro farsi sempre più pesante.
Alla
fine si mise in posizione fetale e pianse lacrime amare.
*
Quell'abito
lo stava facendo impazzire.
Ogni
singola fibbia o cucitura sembrava aver deciso deliberatamente di
disporsi in modo tale da stringere o prudere o pizzicargli la
schiena.
Gaara
si
stava sistemando lo juban quando sentì bussare la porta.
<<
Avanti >>
Era
Kankuro.
Il
fratello si avvicinò lentamente scrutando la stanza.
<<
Che bell'abito >>
Il
minore sbuffò domandandosi come fosse possibile essere riuscito a
diventare
Kage, essere resuscitato dal regno dei morti, aver vinto una guerra,
ma non riuscire a sistemarsi un maledettissimo pezzo di stoffa
addosso.
<<
Lascia faccio io >>
Gli
si avvicinò sistemandogli l'haori.
Stettero
per una manciata di minuti in silenzio fino a quando Kankuro non
decise di parlare.
<<
Fratello >>
Quell'espressione
e quegli occhi non piacquero affatto a Gaara e quel tono di voce
serio sembrava celare una grandissima disperazione.
<<
Va tutto bene Kankuro? >>
Il
maggiore chiuse gli occhi.
<<
Sei cosciente di cosa comporta questa notte? >>
Gaara
si ritrovò ad abbassare lo sguardo a disagio.
Sapeva
cosa comportava il matrimonio, almeno sulla carta. Annuì e cercò di
cambiare discorso.
<<
Non hai motivo di essere così preoccupato per me e poi... >>
<<
Trattala con rispetto >>
Gaara
aggrottò la fronte sinceramente confuso.
<<
E cerca di non farla soffrire >>
Il
minore deglutì ancora confuso ma recependo appieno il peso di quelle
parole.
Kankuro
non attese una risposta, si limitò a girare i tacchi e ad uscire
dalla porta.
*
<<
Kazekage-sama le ho portato il suo cappell... >>
Le
parole le morirono in gola.
Gaara
indossava il completo cerimoniale, ed era bello, così bello da far
male.
<<
Grazie Matsuri >> disse stanco quasi gli pesasse persino tenere
gli occhi aperti.
Era
così infelice che sembrava dovesse andare al patibolo.
<<
Kazekage … >>
<<
Matsuri almeno per oggi fammi il favore di chiamarmi per nome >>
disse alquanto irritato e non era da lui cedere così ai suoi
sentimenti.
Rimase
immobile di fronte a lei ma voltò il viso verso la finestra,
cercando di evitare quelle perle nere.
Matsuri
serrò le labbra avvertendo in pieno la tensione che si era venuta a
creare. Poggiò il cappello sulla scrivania e lui spostò
l'attenzione verso quell'odiato ornamento.
L'aveva
sempre odiato, sin da quando l'aveva visto sulla testa del padre, se
fosse stato possibile l'avrebbe volentieri sepolto in un angolo
remoto del deserto.
<<
Hime-sama è pronta? >>
<<
Hai. lo Tsukikate e gli altri ospiti si sono riuniti fuori dal
palazzo in questo momento >>
Gaara
prese in cappello e se lo mise in testa di malavoglia. Si piazzò
davanti la sua allieva, ex allieva, e le guardò il coprifronte che
lei teneva legato al collo.
Non
seppe spiegarsi il motivo ma gli tornò in mente quando la sua
piccola allieva lo aveva pregato di allacciarglielo al collo.
A
Matsuri non sfuggì quello strano comportamento, come non sfuggì
quel pesante velo malinconico e quella rabbia, quella nube grigia che
copriva quello splendido color acquamarina.
<<
Cosa c'è? >>
Lui
si risvegliò dai suoi pensieri e per un istante incrociò i suoi
occhi.
<<
Sarà meglio che vada... >>
Fece
due passi in direzione della porta socchiusa.
<<
Gaara-sama >>
Sentire
la sua voce faceva male.
<<
Sarebbe davvero disdicevole se facessi aspettare gli ospiti >>
Matsuri
si sentì prudere le mani e non riuscì a controllare la sua voce.
<<
Gaara-sama io... >>
Il
Kazekage si girò notando gli occhi lucidi della sua allieva.
Spalancò
gli occhi sentendo le labbra bella ragazza premute contro le sue. Lei
gli era andata incontro con così tanta irruenza che gli aveva fatto
cascare il cappello.
Matsuri
lo stringeva per la tunica con una forza tale che il tessuto
minacciava di strapparsi.
Quando
si staccò lui la guardò con uno sguardo attonito mentre lei gli si
inchinò davanti tremante.
<<
Goumen, gomen, gomen-nasai Kazekage ma io... >>
<<
Gaara... >>
Lei
spalancò gli occhi e serrò le labbra.
<<
Per te io sono solo Gaara >>
Con
una mano le fece cenno di alzarsi. Osservò ogni singolo dettaglio
del viso della sua allieva cercando di trovare le parole adatte.
<<
Se solo avessi capito prima... >>
Perchè
Gaara aveva finalmente capito cos'era quella dolorosa fitta allo
stomaco, finalmente aveva dato un nome a quelle mani fredde e a
quella strana tachicardia.
E
sapere che la sua allieva lo ricambiava lo gettava nello sconforto.
<<
Spero solo tu possa perdonarmi Matsuri >>
Con
un braccio le cinse le spalle avvicinandola a se e poggiando la
fronte sulla sua.
<<
Se non fossi stato così sciocco saremmo stati felici insieme >>
La
ragazza spalancò nuovamente gli occhi e subito una scia di piccole
lacrime le attraversò la guancia.
Tremava
leggermente Matsuri ma non osava fiatare, le parole erano così tante
che faticavano a venire fuori.
O
forse semplicemente non c'era niente da dire.
<<
Goume-ne... >>
Questa
volta fu il ragazzo a baciarla, un bacio casto ed incerto ma
estremamente dolce.
Si
staccò da lei lentamente, a fatica, fece scivolare la mano libera
sul suo braccio prima di poggiarla sulla sua guancia ma ciò non
fermò quelle lacrime.
Matsuri
era ancora immobile ed in silenzio.
<<
Sei libera di non presentarti alla cerimonia, anzi prenditi qualche
giorno libero, esci e… >>
La
ragazza lo abbracciò affondando il viso nel suo petto.
Deglutì
sentendo il respiro farsi pesante e non riuscì più a parlare.
*
Sumire
era dietro la porta dell'ufficio del Kazekage.
Era
andata lì con l'intenzione di spalancala ed uscirsene con una frase
del tipo “andiamo e finiamola con quella pagliacciata” ma venne
colta alla sprovvista quando vide le loro labbra premute uno contro
l'altra, inesperte e disperate.
Si
era appoggiata al muro ed aveva incrociato le braccia al petto
sentendosi in colpa.
Dopo
aver chiesto Hana come dote si era convinta che quel ragazzo fosse
solo un freddo calcolatore, una macchina programmata solo per
comandare il villaggio.
Non
aveva capito quanto anche lui stesse soffrendo.
E
adesso si spiegava perchè Matsuri la odiasse così tanto.
Baka
Matsu-chan!
Inspirò
profondamente e si diresse nelle sue stanze.
Angolo dell'autrice
Goumen per il ritardo, sono stata
impossibilitata ad avvicinarmi al pc.
Che dire? La situazione sembra così
ingarbugliata che a confronto le cuffiette tenute in tasca per una
settimana sembrano più facili da sciogliere. Spero solo di non cadere
in qualche clickè andando avanti.
Spero che il capitolo vi sia
piaciuto. Grazie a tutti i lettori.
Un bacio.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 36 *** Capitolo 36 -Shikiten - ***
Capitolo 36
-
Shikiten
-
<<
Insomma ma quanto ci mettono? >>
<<
Ne ne nonno non brontolare. E' un'occasione speciale ed è
normale che ci mettano tanto a prepararsi >>
Naruto
saltellava con fare iperattivo, Temari agitava il ventaglio piccolo
nel tentativo di rinfrescarsi, Kankuro se ne stava in disparte
poggiato con la schiena contro il muro.
<<
Hei >>
Il
ragazzo serrò la mascella riconoscendo l'odiosa voce della bionda di
Konoha.
Strano,
un tempo la trovava adorabile.
<<
Cosa vuoi Ino? >>
<<
Ero curiosa di conoscere la tua fidanza... >>
<<
Ci siamo lasciati. Togliti dalle palle e gongola altrove >>
disse lui con ferocia.
Ino
boccheggiò un paio di secondi completamente a disagio prima di
tornare da Sai.
La
porta principale si aprì e si chiuse velocemente stando ad indicare
che non era ancora il momento di incamminarsi.
Matsuri
andò di fronte a Temari inchinandosi ed alzandosi velocemente.
<<
Hime sta finendo di prepararsi. Tra pochi minuti usciranno >>
<<
Bene >>
<<
E' proprio necessario che io rimanga qui? >>
Temari
sospirò appena e trattenne l'istinto di poggiare una mano sulla sua
spalla.
<<
Sei tra gli invitati non in missione. Fa come credi >>
La
ragazza si stava dirigendo verso una stradina secondaria. Passò
davanti a Kankuro ed incrociò il suo sguardo.
C'era
tristezza in quegli occhi e la ragazza credette che si trattasse di
apprensione, non poteva immaginare quale fosse il vero motivo.
Sospirò
appena.
<<
Cerca di sorridere >>
<<
E' piuttosto difficile piccolina >> rispose gentilmente il
jounin
lei
fece un rapido sorriso, che però trasmetteva solo amarezza, e prese
ad incamminarsi.
Era
così vicina, solo altri cinque pass...
Le
porte si spalancarono tra l'esultanza generale.
Maledizione.
*
Gaara
e Sumire erano l'uno accanto all'altra.
Lei
sembrava un angelo coperta dal candido shiro-muku e lui in abiti neri
che risaltavano i capelli rosso fuoco sembrava un aitante principe
del deserto.
Kanuko
deglutì prima di incamminarsi ed andare incontro alla sorella.
Temari,
Kurotsuchi ed Oonoki si misero dietro gli sposi quasi a formare un
muro innalzato per sfavorire e scoraggiare la fuga.
Naruto,
tutto contento e saltellante si piazzò al centro dei due ragazzi ed
aprì l'aiaigasa, Sakura lo prese per le orecchie e gli suggerì di
indietreggiare di almeno due passi a meno che non avesse intenzione
di sposarsi anche lui.
Quella
situazione stava dando sui nervi ad entrambi gli sposi.
Non
appena tutti i presenti formarono la fila tutti si incamminarono
diretti verso il tempio in
religioso silenzio spezzato solo dal suono di flauti e liuti.
Dopo
una ventina di minuti e aver attraversato una delle otto vie
principali del villaggio, quella della zona sud,
videro le miko in lontananza ad attenderli.
Le
ragazze si avvicinarono facendo
un delicato inchino e spruzzarono dell'acqua sopra gli sposi e
successivamente ai parenti ed agli amici per dare il via al rito di
purificazione.
Una
volta terminata la procedura i due ragazzi entrarono nell'edificio e
si trovarono Ebizo-sama con un enorme libro posto su un enorme leggio
in marmo al centro del tempio.
<<
Ben arrivati >>
La
musica si fermò.
Tutti
i presenti si sedettero ai lati della sala con compostezza e facendo
il meno rumore possibile.
Sumire
e Gaara si inginocchiarono di fronte al sacerdote a capo chino.
Ebizo
dopo aver manifestato i suoi più sinceri ringraziamenti ai presenti
fece un piccolo discorso riguardo la sua felicità personale, a
quanto questa unione lo rendeva felice e a quanto era onorato di
presenziarla.
Gaara
aveva preso a fissare un angolo indefinito della sala, come a volersi
estraniare da tutto.
L'anziano
stava invocando gli dei e pregando per la felicità della loro
unione, per una serena alleanza e per altre stronzate che non
interessavano a nessuno dei due sposi.
“Takaamahara
Kami Ni Tsumari Masu.
Kamurogi Kamuromi
no Mikoto wo
Mochite
Sumemioya Kamu
Izanagi No Mikoto
Tsukushi Himuka No
No
No Tachihana Odo No
Ahagi Hara Ni
Misogi Harai Tamau Toki
Ni
Narimaseru
Haraidono Ookami Tachi
Moromoro No
Magagoto Tsumi
Kegare Wo
Harai Tamae Kiyome
Tamae Per Mousu Koto No Wo
Yoshi
Tamatsu Kami Kami
Kunitsu Yaoyorozu n Tomomi Kamitachi
Ameno
Huchikoma No Mimi Furitatete Kikoshimese Per
Kashikomi
Kashikomi
Mo Maosu”
Successivamente
l'attenzione del giovane si spostò sulla ragazza.
Quello
che vide gli spezzò letteralmente il cuore.
Stava
piangendo, non era facile da notare visto il tsunokakushi che le
copriva il viso ma da quella distanza era riuscito a distinguere
quella grossa lacrima.
<<
Adesso bevete figlioli >>
Entrambi
alzarono il viso come se fossero stati risvegliati da uno stato di
trance.
Ebizo
reggeva una tazzina di sake.
I
due notarono altre due tazze di dimensioni diverse
posizionate sull’altare insieme a della frutta, una ciotola sale e
del riso.
La
lacrima scivolò inesorabile sul viso di Sumire, silenziosa e timida,
celata dal copricapo.
I
due bevvero tre piccoli sorsi dalla prima tazzina.
Gaara,
nonostante fosse praticamente astemio aveva già assaggiato la
bevanda, ma era la prima volta che essa risultò così amara al suo
palato.
Presero
la seconda tazza.
Ad
ogni sorso il Kankuro avvertiva l'aria farsi sempre più pesante.
Primo
sorso
Kankuro
sentì inaspettatamente un caldo infernale.
Secondo
sorso
Kankuro
chiuse gli occhi.
Codardo
codardo codardo...
Terzo
sors...
Un
boato ruppe quel religioso silenzio facendo voltare tutti i presenti.
<<
Che succede? >>
<<
Non è presto per lo spettacolo
pirotecnico? >>
Il
mormorio seguente venne interrotto
dalla voce di Baki.
<<
Kazekage... >>
Il
jounin spaventato -ed imbarazzato- era inginocchiato davanti la porta
del tempio
<<
...Siamo stati attaccati signore. Le colonne portanti della zona sud
sono state abbattute. Rischiamo una frana da un momento all'altro
>>
Il
kazekage si alzò in piedi di scatto.
<<
NANI? >>
Percorse
velocemente il tragitto verso la porta seguito dai suoi due fratelli.
La
zona sud era la più preziosa del villaggio, era lì che era piazzata
la serra con le piante mediche e sempre lì c'era la cisterna d'acqua
potabile.
Fuori
c'era il pandemonio: una grossa nuvola grigia si stava diradando
sopra di loro, una delle pareti presentava una grossa crepa.
La
popolazione si era affollata nella piazza vicino al tempio, un gruppo
di shinobi stavano diffondendo il panico.
Era
un numeroso gruppo di nukenin composto sia da jounin che da chunin e
si trovavano tutti sopra la cinta muraria.
Onochi
sbiancò.
<<
Sono di Iwa >>
Gaara
guardò prima lo Tsuchikage e poi il gruppo di ninja.
Era
impossibile che quell'attacco fosse stato orchestrato dall'anziano
kage di Iwa tuttavia voleva un chiarimento riguardo quella
situazione.
<<
Che cosa ci fare nel mio villaggio? Cosa volete? >>
A
rispondere fu una donna.
<<
Kazekage voi vi state impadronendo di qualcosa che non vi appartiene
e noi non possiamo permetterlo >>
<<
Yuda
!
Che significa questo attacco? >> disse furibondo l'anziano di
Iwa.
Questa
volta a farsi avanti fu un nukenin piuttosto avanti con l'età.
<<
Onoki-sama voi siete sempre stato un capo saggio, ma dopo la quarta
grande guerra siete cambiato: avete accettato accordi che
sfavoriscono ed umiliano il nostro popolo. Siete vecchio e stanco
>>
<<
Non accetterò tanta insolenza >>
<<
Avete ceduto una terra a noi cara scambiandola come se fosse merce
insignificante >>
Lo
tsuchikage strinse i pugni.
<<
Se non fermi questa follia sarò costretto a punirti >>
Gaara
assottigliò lo sguardo.
<<
Di cosa stanno parlando Tsuchikage? >>
<<
Nulla >> disse secco.
Nel
frattempo anche Sumire e Matsuri, seguiti dagli ospiti di Konoha,
erano arrivati nel luogo dell'attacco.
<<
Ma quello è Yuda! >>
Naruto
si grattava la chioma bionda non capendo cosa diamine stese
capitando.
<<
Kazekage-sama! >> Disse il nukenin incurante dell'arrivo degli
alleati << Parte della popolazione di Iwa è originaria di
Hana. Lo Tsuchikage ci ha accolto quando il quarto kazekage ha
ordinato l'attacco a Tsuki, distrutto la nostra terra e decimato la
popolazione >> Si voltò verso lo tsuchikage << In cambio
delle nostre tecniche segrete e della nostra fedeltà avevate
promesso di ricostruire la nostra terra. Adesso volete umiliarci e
tradirci cedendo la nostra amata patria a Suna? Alla nazione che è
stata causa della nostra rovina? Perchè Onoki? >>
Angolo dell'autrice.
Salve a tutti gente, eccoci
arrivati finalmente al capitolo del matrimonio vero e proprio.
Per quanto riguarda la cerimonia
volevo descrivere quanto più fedelmente un matrimonio tradizionale
giapponese. Ho dovuto fare varie richerche su internet perchè non ero
sicura di aver colto ogni passaggio ed ogni tradizione che essa
racchiude. Devo dire che l'ho trovato parecchio affascinante. Spero di
aver fatto un buon lavoro.
Per quanto riguarda il resto...
piccolo colpo di scena.
Spero che il capitolo in
generale vi sia piaciuto.
A presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 37 *** Capitolo 37 -In trappola- ***
In trappola
Gaara
spalancò gli occhi incredulo.
Lo
tsuchikage continuava a boccheggiare non sapendo che rispondere.
<<
Io... >>
<<
Adesso basta parlare. Per anni siamo rimasti fedeli ad Iwa in attesa
che VOI ricostruiste la nostra terra. È arrivato il momento di agire
>> Aprì la mano in dando il segnale << ATTACCATE! >>
Il
gruppo di nukenin si scagliò contro i ninja di suna liberando i
ninjutsu.
<<
Kazekage quali sono i vostri ordini? >> chiese Baki non sapendo
come agire.
Il
ragazzo guardò fisso l'anziano kage. Nonostante fosse furente con
lui la situazione richiedeva diplomazia.
<<
E' evidente che quelli sono nukenin. Rispondete all'attacco >>
Gaara
sprigionò immediatamente la sua sabbia difendendosi dagli attacchi
<<
Naruto >> Shikamaru si voltò verso il suo kage << che
cosa facciamo? >>
Il
neo hokage, che non vedeva di tirare per aria quella soffocante
giacca, alzò il pugno per aria rivolgendosi ai suoi compagni.
<<
Non permetterò che questi babbei attacchino Gaara! Minna aiutiamo i
ninja della sabbia! >>
<<
Andiamo Akamaruu!! >> ululò Kiba, mentre con il suo fidato
cane stava letteralmente squarciando i vetri della sopracitata serra
nel tentativo di colpire un nukenin a sua volta.
Dalla
parte opposta della serra, Rock Lee aveva appena scaraventato via con
un calcio il suo nemico, catapultandolo in direzione del Villaggio
del Suono.
<<
Così impari!! E' innaccettabile che tu abbia tradito tutti i valori
della giovinezza e abbandonato il tuo villaggio!! >> urlava Lee
a quella che era la scia lasciata dal ninja traditore in cielo.
Girò
di scattò il volto e si guardò intorno.
<< TenTen!! >>
urlò,
mentre posava lo sguardo sulla sua compagna che si stava agitando a
mezz'aria.
<<
Qui tutto bene Lee!! >> rispondeva affannata la ragazza, mentre
si prestava a lanciare l'ennesima carica di armi in direzione del suo
nemico.
<< Neji!!
>> urlò nuovamente Lee, cercando il suo secondo compagno di
squadra in mezzo alla folla dei suoi amici e ninja traditori.
Solo
in un secondo momento si rese conto che non avrebbe ricevuto nessuna
risposta.
Udì
la seconda carica di armi della sua compagna colpire il bersaglio
questa volta, e si avvicinò silenzioso a lei mentre il ninja
traditore esalava gli ultimi respiri.
<<
Lee... sai in un certo senso lui c'è, qui con noi...>> provò
TenTen.
La
bestia verde di konoha si asciugò la faccia con l'avambraccio.
<<
Hai ragione TenTen! Diamoci dentro! >> gridò, con la apparente
stessa grinta di prima.
Nella
confusione generale Yuda schioccò le dita e cinque jounin
circondarono Sumire.
La
ragazza era intenta a lottare contro due kunoichi ancora scossa per
l'accaduto, guardò la sua gente completamente incredula.
<<
Che diamine? >>
Veloci
sprigionarono un jutsu di terra e la bloccarono con un denso strato
di calcedonio.
La
ragazza d'impulso rilasciò la sua tecnica d'acqua ma così facendo
peggiorò soltanto la situazione.
<<
Hime Koneko è l'ultima erede del clan Murasaki. Grazie a lei
riusciremo a ricostruire la nostra terra! >>
<<
Non te lo permetterò! >>
*
Onochi
si scagliò contro il gruppo di jounin ma loro furono più veloci e
saltarono sopra la serra per raggiungere la cinta muraria.
Hinata,
dopo aver udito il frastuono di quello che sembravano vetri
frantumati, si concentrò nuovamente sull'avversario che le si parava
di fronte. Volto coperto, corporatura medio-alta, robusto. L'erede
degli Hyuuga attivò l'abilità per cui il suo clan era famoso e
analizzò i punti di fuga dell'uomo dal viso coperto.
Non
sapendo esattamente a cosa andava incontro, quest'ultimo tentò con
un balzo di portarsi alle spalle della fanciulla e colpirla in quello
che gli sembrava il punto cieco dei suoi occhi; ma rendendosi conto
di quello che stava succedendo, Hinata alzò velocemente il braccio
rilasciando un'enorme quantità di chakra, bloccando il salto
dell'uomo a mezz'aria e facendolo precipitare dalla cisterna d'acqua
dove stavano 'combattendo'.
Yuda
prese in braccio la hime che continuava a dimenarsi.
<<
Yuda... maledizione lasciami andare! >>
<<
Chiudi il becco! >> il jounin si voltò verso gli altri nukenin
<< ci sono troppi ficcanaso qui intorno. Toglieteli di mezzo!
>>
<<
HAI! >>
Dopo
un rapido inchino i ninja partirono all'attacco impedendo agli
alleati di avvicinarsi alla hime.
Naruto
si voltò di scatto ad osservare Sakura sfrecciare in direzione della
sontuosa serra di Suna, prima di sfoderare un potente calcio al
nukenin che aveva alle sue spalle.
Riuscito
a mandarlo a debita distanza, stordito, volse di nuovo lo sguardo
verso i compagni che a loro volta stavano affrontando i ninja
traditori.
L'hokage
si guardò intorno un rapido istante notando le condizioni del
villaggio.
“Gaara
ci ammazzerà tutti quanti” si ritrovò a pensare.
Sakura
aveva prontamente steso a suon di pugni e violenti calci il proprio
avversario e quello di Kiba, aveva afferrato per il colletto
quest'ultimo e lo aveva lanciato in mezzo agli arbusti con un sonoro
“SHANNAROOO!!”.
Kurotschi
liberò il suo ninjutsu di terra contro una decina di suoi
connazionali. Non che facesse fatica a combatterli, il difficile era
affrontare l'idea di far del male alla sua stessa gente.
Un
boato colse tutti alla sprovvista e alzarono gli occhi al cielo, in
direzione della fonte del rumore.
Nulla
di sorprendente, Choji aveva appena assunto la sua forma gigante e
aveva schiacciato con tutto il suo peso quattro dei ninja traditori
in un colpo solo.
Al
gruppetto della serra, costituito da Naruto, Sakura, Kiba, Akamaru e
Shino, si aggiunsero anche Hinata, Lee e TenTen ormai liberi dei
rispettivi avversari.
All'improvviso
i pilastri, che con l'ultimo attacco avevano ricevuto il colpo di
grazia, cedettero e Gaara fu costretto a liberare una quantità
immane di sabbia per non far crollare il muro, questo però gli stava
costando una dose non indifferente di chakra.
Temari
si scagliò contro tre nemici agitando il suo ventaglio ma loro
furono molto veloci ed abili ad evitare il vento.
Naruto
cercò di aiutare la kunoichi usando una delle sue potenti tecniche
purtroppo però il colpo finì per distruggere un piccolo edificio li
vicino.
Sakura
spalancò gli occhi sconcertata.
<<
Testa quadra! >>
<<
Sakura dannazione! Che colpa ne ho io se mi è sfuggito all'ultimo
secondo?! >>
<< Sei un ninja accidenti! Dovresti
prevedere certe cose prima di far partire il tuo attacco rotante!
>>
<< Caiiii... >>
<<
Shshshshshshsh>>
Entrambi
si voltarono dopo aver sentito quel rumore inquietante, pur sapendo
bene a chi appartenesse. Poco più in là infatti, gli insetti di
Shino avevano completamente avvolto il suo avversario per mangiargli
il chakra, noncuranti delle urla strazianti di quest'ultimo.
<<
...Io
ho terminato il mio lavoro... >> sentenziò Shino cupo, mentre
gli insetti abbandonavano il copro ormai inerme del ninja traditore.
<<
Abbiamo visto... e sentito... >> rispose Naruto, che si era
avvicinato alla serra semi-distrutta, pallido in volto.
Insieme
raggiunsero il gruppo di Shikamaru, dove Choji aveva appena
annientato i nukenin rimanenti.
<<
Sei la solita seccatura... ma hai steso anche il mio quindi... >>
Choji
ritornò alla sua forma normale in un battito di ciglia, rivelando un
cratere con dentro quello che rimaneva dei loro nemici.
<<
Non c'era un altro modo per batterli?! Guarda che macello!!! >>
urlò Naruto, mentre osservava sconvolto il cratere gigantesco.
<<
Ma di che ti lamenti?! L'importante era batterli no?! >> urlò
Ino a sua volta.
<<
Ino-san >> esordì Sai, poggiando la sua mano sulla spalla
della kunoichi << si lamenta perchè il suo pen... >>
<<
Zitto deficiente!! Sconvolgerai Hinata! >> protestò Kiba.
<<
K-Kiba kun...! >>
Temari
intanto era impegnata a bloccare la nukenin che sembrava essere la
spalla destra di Yuda.
<<
Hana è un territorio sacro >> disse lei improvvisamente <<
Non ci interessano gli accordi e i trattati. Il popolo non vuole una
pace fondata sui sotterfugi e sugli imbrogli >>
Sumire
deglutì cercando di non farsi sopraffare dal panico. La roccia la
stringeva sempre di più comprimendole il petto.
<<
Yuda è una follia così non otterrai... >> annaspò cercando
di respirare << ...non otterrai nulla >>
<<
Oh hime hime hime... >> disse il vecchio con compatimento e
cattiveria.
Kurotuchi
si fermò di blocco avvertendo che quelle parole e quel tono di voce
celavano molto più di quel che sembrasse.
I
ninja di Hana stava lottando per amore della loro terra perduta.
Quella gente parlava di pace, di armonia, non erano affatto
interessati alla guerra.
Solo
lui sembrava compiaciuto dalla situazione.
<<
Yuda! >>
La
ragazza finalmente riuscì a liberarsi di due nemici ed alzò il capo
per guardare il nukenin. Strinse i pugni dalla rabbia guardando lo
strato roccioso che circondava Sumire.
Quella
non era una normale tecnica di intrappolamento, era qualcosa di
molto, molto più potente.
<<
Tu non hai alcuna intenzione di ricostruire il villaggio. Volevi solo
catturare la hime per poter prendere il suo potere! >>
Yuda
ghignò sadico.
<<
Questa ragazza a prima vista sembra una piccola, dolce fanciulla ma
in realtà racchiude in se un immane potere. E' stata sempre stata
sotto stretta sorveglianza prima del Daimyo e poi dello tsuchikage.
Ma adesso... >>
La
roccia emise uno strano bagliore e subito dopo iniziò a risucchiare
il chacrka di Sumire.
<<
AAAH >>
La
ragazza urlò avvertendo un dolore indicibile propagarsi per tutto il
corpo come se stesse bruciando o se un infinito numero di spilli gli
stesse perforando tutto il corpo.
<<
SUMIRE >>
Kankuro
aveva già richiamato Sanshoo e Kuroari adesso aveva preso il rotolo
di Karasu.
<<
Maledetto >> disse cercando di sbarazzarsi del suo nemico per
raggiungere la ragazza.
A
mano a mano che il chakra di Sumire veniva risucchiato Yuda
diventava sempre più potente: i suoi capelli, da castano scuro qual
erano diventavano sempre più chiari sino a diventare arancioni.
<<
Adesso ci penso io ragazzi >> Naruto si fiondò verso il
nukenin << tecnica della moltiplicazione del corpo! >>
Yuda
aprì la mano scaraventando le copie a terra che si dissolsero in
tante piccole nubi.
<<
Cavolo. Ma come ha fatto? >>
Hinata
grazie al bayakugan riuscì a vedere cosa stava accadendo all'interno
del guscio di roccia.
<<
Naruto! Vedo un'enorme quantità di chakra che si sposta dalla
ragazza al nukenin... se continua così... non so se... rimarrà in
vita >>
***
Angolo
dell'autrice.
Salve
gente ho una comunicazione da fare: per scrivere le parti della
battaglia mi ha dato una grossa mano Dark Gaara. Senza di lei non sarei
riuscita a descrivere le scene in maniera decente. Grazie mille sistah.
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto.
A
presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 38 *** Capitolo 38 -Il sigillo- ***
Il sigillo
Tra
il caos generale Sumire girò la testa cercando lo sguardo di Matsuri.
La kunoichi
era intenta a combattere contro una chunin col controllo del fulmine,
aveva lanciato il suo hissatsu hōguryūsei tuttavia la nukenin era
riuscita ad evitare lo Jōhyō e aveva contrattaccato lanciandogli degli
shuriken elettrici.
<<
Matsuri >>
La chunin
udì quel flebile richiamo tuttavia quegli attacchi non le davano un
attimo di tregua.
Sumire
strinse i denti cercando di raccogliere le ultime energie che le erano
rimeste.
<<
M... Matsu... >>
Nonostante
la hime non rappresentasse esattamente un'amica c'era qualcosa in
quella voce, qualcosa di tremendamente familiare.
La nukenin
stava richiamando una potente quantità di chackra e questo le diede il
tempo per lanciare un kamaitachi no jutsu .
<< Ti
prego... >>
Quando
riuscì ad avere un attimo di respiro avvertì come una scossa. Senza
nemmeno rendersene conto si girò guardando negli occhi la ragazza.
Sumire era
arrivata al limite.
<<
Matsu...ri ... ti... prego >>
Matsuri era
pietrificata. Non tanto per la scena che le si presentava davanti, ma
per lo sguardo della ragazza.
Quegli
occhi...
§§
<< Matsu, pensi che la prossima volta potrò venire con
te? >>
<< Non lo so Sumy.... ma ti poterò tanti dolcetti
al mio ritorno >>
<< Ti voglio bene sorellina >>
§§
Sorellina...
Sorellina...
<<
Sumy... >> bisbigliò quasi a se stessa.
Qualcosa
dentro la sua testa si ruppe, come un sigillo che andava in mille pezzi
procurandole un atroce dolore.
Una marea di
ricordi la invase.
<<
Sumy-nee-chaaan! >>
Urlò quel
nome con tutte le sue forze.
Nonostante
il dolore alla testa si scagliò contro il nemico come una furia.
<<
Matsu NO! >>
Gaara cercò
di bloccarla, ma lei fu più veloce persino della sabbia.
<< Ma
che diamine... >>
Yuda aprì la
mano in modo da scagliare una potente palla di chakra contro la ragazza
ma venne colpito dalla mano di Karasu.
<< Non
ci provare bastardo >>
Kankuro era
riuscito a farsi strada tra il caos e a scalare la cinta muraria.
Distratto
dal marionettista Yuda non si accorse del giavellotto di Marsuri che lo
colpì alla mano destra interrompendo il contatto di chakra.
Senza quello
Sumire, ormai svenuta, cadde in picchiata finendo sul tetto della serra
e frantumandolo in mille pezzi.
<<
Sumy! >>
Kankuro
serrò la mascella evocando Sasori e mettendo in azione il lanciafiamme.
<< Tsk
ormai ho abbastanza potere. Non ho più bisogno di quella mocciosa
>>
<< Non
osare mai più chiamarla così! >>
Matsuri
raggiunse la serra ed andò subito incontro a Sumire.
Lo strato di
roccia argillosa aveva attutito il colpo spaccandosi in due e
fortunatamente la ragazza se l'era cavata solo con qualche ferita.
Quando aprì
gli occhi vide la figura dalla sorella circondata da una strana aura
luminosa.
<<
Nee-chan... Sumy-chan >>
<<
Finalmente mi chiami per nome baka! >> disse con un filo di voce.
La kunoichi
di Suna si fiondò su di lei abbracciandola con gioia ma non appena le
due entrarono in contatto il chakra Matsuri e quello di Sumire si
fusero insieme formando una potente sfera magnetica dalla si liberò una
potente ondata di energia color viola acceso.
<<
Cosa sta succedendo? >>
Kurotsuchi
spalancò gli occhi guardando suo nonno.
<< Ma
quella non è …. non è possibile... Hime-Jasmine?
>>
Il colpo si
diffuse intorno a loro colpendo qualunque cosa.
La cinta
muraria crollò definitivamente e le macerie si riversarono tutte nella
pare esterna del villagio.
Gaara e lo
tsuchikage si ripararono dietro una spessa barriera d sabbia. Temari
prese in braccio Shikamaru e planò sopra l'onda d'urto grazie al suo
ventaglio.
Stordito
dall'attacco del marionettista Yuda non vide il pericolo e ricevette
appieno il colpo, cadde rovinosamente contro un'appuntita lastra di
vetro che lo lacerò da parte a parte.
Passarono
una manciata di minuti nel quale tutti erano avvolti da una spessa
nuvola di polvere e sabbia.
Una volta
passato il pericolo Gaara ritirò la sua sabbia permettendo a Onoki di
avvicinarsi al corpo ormai esanime dell'uomo.
<< E'
finita >>
I nukenin si
guardarono negli occhi storditi, successivamente si avvicinarono al
kazekage a capo chino in segno di pentimento.
Naruto si
sedette a terra ridendo come un bambino << Wow era da tanto che
non mi divertivo così >>
<<
Baka testa quadra! >> Sakura gli dette un pugno << Ti
sembrano cose da dire? >>
Temari
atterrò vicino a Gaara.
Shikamaru si
mise le mani in tasca e sbuffò.
<<
Mendokuse che matrimonio di merd... >>
<< NO!
>>
Era Sumire.
La voce della ragazza sovrastò quella di tutti i presenti che si
girarono a guardarla confusi.
L'attacco
aveva sconfitto il nemico ed impedito al folle nukenin di scatenare
un'ennesima guerra.
Purtroppo
però non era stato l'unico a subire l'attacco: il colpo era stato così
veloce che Kankuro non ebbe il tempo di richiamare Sasori per librarsi
in volo e dunque cadde al suolo facendo un volo di parecchi metri.
Adesso
giaceva per terra con un rivolo di sangue che gli attraversava la
guancia.
Sumire
spinse Matsuri e senza curarsi dei presenti corse verso di lui
sollevandogli la testa.
<< No.
No no no... >>
Gli prese la
mano e lo avvicinò a se controllandogli il battito ed il respiro ma era
così agitata che non riuscì ad avvertire nulla.
Temari si
stava per avvicinare ma venne bloccata da Gaara che la tenne fermamente
stretta per il polso. Lei si voltò furiosa ma quando incrociò lo
sguardo del fratello non riuscì a replicare.
Nonostante
la situazione Shikamaru riuscì a mantenere una certa lucidità e cinse
la vita della sua donna abbracciandola. Lei tremò, strinse le mani a
pugno e serrò la mascella, infine poggiò la testa sul suo petto celando
le lacrime.
Matsuri si
era allontanata dalla serra e guardava la scena con gli occhi gonfi e
le labbra tremanti.
<<
Perchè? Perchè è finita in questo modo...? >>
Il tono di
Sumire era straziante mentre continuava a tenere il marionettista tra
le sue braccia e ad accarezzarlo con una dolcezza e un amore
inequivocabili.
Persino agli
occhi di Gaara.
I presenti
chinarono lo sguardo, Hinata si era messa le mani sugli occhi, Naruto
stringeva i pugni.
Sumire aveva
iniziato a piangere in modo incontrollabile.
***
Angolo dell'autrice.
Ok per alzata di mano
quanti di voi l'avevano capito?
So già che la scelta di
dare una sorella a Matsuri non sarà molto popolare ma questa era l'idea
fin dall'inizio.
Era l'ultimo colpo di scena
della ff da qui in poi si andrà velocemente verso la fine (parecchio
velocemente. Mancano 2 capitoli).
Non aggiungo altro, spero
che questo capitolo vi sia piaciuto.
Grazie a tutti i lettori.
A presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 39 *** Capitolo 39 -Decisioni per il futuro- ***
Decisioni per il
futuro
<<
Perchè? Perchè? >>
Erano
passati diversi minuti di funereo silenzio da quando i presenti
avevano visto il corpo, esanime, di Kankuro.
Silenzio
spezzato solo dal pianto disperato di Sumire e dai singhiozzi
malcelati di Temari che nascondeva il viso contro il petto di
Shikamaru.
La
hime continuava a tenere il ragazzo stretto a se.
In
quell'istante il kazekage, il matrimonio, la battaglia, l'etichetta,
tutto passava in secondo piano. Contava solo Kankuro.
Si
maledisse, se avesse agito con maggior decisione, se fosse riuscire a
mandare a monte le nozze i nukeni non si sarebbero ribellati e lui
non avrebbe fatto quella fine.
Deglutì
avvertendo un groppo in gola.
<<
Perdonami... non doveva finire così >> disse con un filo di
voce mentre gli accarezzava i capelli.
Matsuri
si era messa in piedi e si era portata le mani alle labbra.
Si
sentiva una sciocca e un'egoista.
Per
tutto il tempo aveva avuto accanto a se una ragazza dolce che
soffriva tremendamente e che cercava in tutti i modi di attirare la
sua attenzione.
Aveva
accanto sua sorella.
E
lei aveva passato tutto quel tempo ad odiarla e a portare rancore per
nulla.
Gaara
continuava a fissare la scena con aria impassibile ma dentro di se
avvertiva un dolore al cuore così lancinante da superare il dolore
che provava da bambino.
Si
sentiva perduto e si sentiva anche tremendamente stupido.
Kankuro
aveva conosciuto una ragazza di Iwa e misteriosamente non ne aveva
più fatto cenno proprio durante l'omiai.
Ultimamente
era triste ed avvilito.
Koneko
cambiava completamente atteggiamento quando Kankuro era nei paraggi.
Come
aveva fatto a non accorgersi di nulla?
Abbassò
il capo e strinse le mani a pugno con una rabbia infinita verso se
stesso.
Aveva
iniziato a fare il primo passo verso di loro quando udì un suono
diverso. Si bloccò all'istante alzando lo sguardo.
Kankuro
aveva tossito.
Sumire
interruppe all'istante il suo pianto e spalancò gli occhi.
Il
marionettista tossì nuovamente emettendo un grugnito di dolore.
Temari
si voltò spingendo via Shikamaru e si asciugò gli occhi.
Il
ragazzo tossì più volte mentre apriva lentamente gli occhi.
Sumire
spalancò la bocca.
<<
Kankuro? >>
Quando
il ragazzo riuscì a mettere a fuoco la vista vide il suo angelo in
lacrime di fronte a lui.
<<
Sumi...re... >> riuscì a bisbigliare a fatica << Stai
ben...? >>
Lei
gli si buttò tra le braccia baciandolo con foga, lui ancora debole e
confuso, rispose impacciatamene abbracciandola più forte che poteva.
Tra
lo stupore generale Onoki si avvicinò al suo giovane collega.
<<
Kazekage Gaara... Sono mortificato... >>
Lui
invece sorrideva per nulla infastidito dalla scena.
*
Dopo
il delirio i ninja di Suna si erano subito adoperati per sistemare le
colonne e mettere in sicurezza il villaggio.
Fortunatamente
il pozzo non era stato danneggiato, purtroppo lo stesso non si poteva
dire per la serra che era rimasta danneggiata e con se tutte le
piante.
I
ninja di Iwa si erano scusati pubblicamente ammettendo di essersi
lasciati manipolare accecati dalla delusione e dalla vendetta.
Il
kazekage aveva accettato di buon grado le scuse mentre lo Tsuchikage
non era stato altrettanto indulgente: aveva retrocesso tutti i ninja
e dimezzato la paga.
<<
E' stato piuttosto severo >>
La
kunoichi aveva una benda in testa con un sigillo speciale fatto da
Sakura per alleviare il dolore alla testa e prevenire eventuali
danni.
<<
La pace è stata raggiunta da poco Matsu. Certe misure sono
necessarie >>
I
due erano nell'ufficio del Kazekage davanti la finestra, lui si era
cambiato l'abito mettendosi i suoi adorati abiti rossi.
Matsuri
invece era rimasta col suo abitino verde da cerimonia, era sporco e
strappato in diversi punti ma ciò non importava minimamente al
kazekage.
<<
Sei davvero molto bella >> disse tutto d'un fiato cercando di
controllare le sue emozioni.
Matsuri
arrossì e sorrise abbassando il capo. Si morse il labbro inferiore
ripensando alle parole di quella mattina.
<<
Se non fossi stato così sciocco saremmo stati felici insieme >>
<<
Arigatou Gaara-sa... >>
<<
Non provarci nemmeno >> disse -non poi così tanto- severo.
Matsuri
si voltò guardando il suo profilo.
<<
Gaara-kun >> azzardò.
Forse
era il sole del tramonto, o la stanchezza, ma Matsuri giurò di aver
visto le gote di quel ragazzo più rosee del solito.
Ed
un piccolo sorriso.
Lui
le prese la mano con delicatezza ed affetto intrecciando le dita
nelle sue.
<<
Decisamente molto meglio >>
*
Kankuro
era stato portato all'ospedale insieme a Sumire.
Lei
se l'era cavata con qualche fasciatura sulle braccia ed un cerotto
sul viso, il marionettista invece aveva l'addome fasciato ed una
stecca che gli teneva fermo il braccio destro.
<<
Goumen... goumen-ne Kankuro-kun >>
<<
Non hai nulla di cui scusarti Sumy >> disse lui dandole
l'ennesimo, dolce, passionale, bacio << Solo c'è una cosa che
avrei voluto chiedere già da qualche giorno... >>
<<
Dimmi pure >>
<<
Come facevi a farti trovare ad Hana durante l'omiai? Come hai fatto a
non farti scoprire? >>
Lei
si grattò la guancia imbarazzata.
<<
All'inizio è stato difficile, c'è stata una volta in cui Gaara mi
ha quasi scoperta ed è stato il motivo per cui non mi sono
presentata ad Hana quel giorno. Ricordi? >>
Lui
annuì invitandola a continuare.
<<
Poi col passare dei giorni mi inventai la scusa i voler rimanere sola
in camera, non fu particolarmente difficile dato che Gaara non
sembrava interessato a conoscermi ed i ninja assecondavano tutte le
mie richieste >>
Kankuro
inclinò la testa stranita.
<<
Rimane comunque piuttosto difficile per una semplice genin >>
Lei
sorrise << Grazie del bel complimento ma c'è un motivo: sin da
piccola, per volere di mio nonno, sono stata sottoposta ad un
durissimo addestramento per aumentare le mie capacità, ma da quando
sono stata affidata ad Onoki lui non mi ha mai permesso di mettermi
in situazioni di pericolo >> Roteò gli occhi con fare
scocciato ricordando tutti gli ammonimenti e le raccomandazioni dello
tsuchikage. << E'
dannatamente iperprotettivo, non potevo frequentare i campi di
addestramento e quindi non potevo sostenere gli esami dei chunin.
Ero
costantemente tenuta in una campana di vetro e quindi esasperata da
quella situazione negli anni sono diventata molto abile nell'arte
della fuga. Grazie alla tecnica di moltiplicazione del corpo mi è
risultato piuttosto facile apparire di tanto in tanto nel palazzo per
non destare sospetti >> fece un piccolo ghigno << … il
difficile è stato correre più lentamente di te per non farmi
scoprire >>
Kankuro
stava per ribattere quando Matsuri bussò alla porta.
<<
Goumen minna. Il kazekage vorrebbe vederti Sumy >>
*
Lo
Tsuchikage e Kurotsuchi erano nell'ufficio del Kazekage insieme allo
stesso.
Va
da se che il matrimonio era stato annullato. Una piccola parte dei
consiglieri avevano provato a ribellarsi ma visto com'erano andate le
cose erano stati fermati sul nascere.
Adesso
rimanevano in sospeso alcune faccende burocratiche da risolvere,
primo di tutti il destino di Hana.
I
ninja di Iwa erano seduti sul divano mentre il Kage del vento era
seduto sulla scrivania con le mani di fronte alle labbra.
<<
E così... siete gemelle... >> iniziò con tono neutro.
<<
Le hime più indisciplinate delle cinque grandi nazioni. Anzi
dell'intero mondo ninja >> disse l'anziano roteando gli occhi.
Le
due si guardarono negli occhi imbarazzate.
<<
Matsuri perchè non me ne hai mai parlato? >>
La
ragazza abbassò lo sguardo.
<<
Goumen Kazekage... ma io... >>
<<
Non poteva... >> intervenne la sorella vedendola in difficoltà
<< Ogni volta che partiva le veniva posto un sigillo dietro la
nuca che le impediva di ricordare la sua vita a Tsuki, era una
protezione sia per il Daimyo che per se stessa. Purtroppo però più
a lungo portava il sigillo, meno ricordava >>
Gaara
annuì.
<<
Capisco >>
Oonoki
intrecciò le braccia e parlò con voce severa.
<<
Quello che hai combinato è inconcepibile Koneko >>
<<
Sumire... >> mormorò lei.
<<
Koneko >> insistette lui << e adesso bisogna discutere
nuovamente di Hana dato che gli accodi sono andati a monte >>
Gaara
aveva appena aperto le labbra quando venne interrotto da Kurotsuchi.
<<
No >> disse gelida la ragazza << non ci sarà nessun
altro accordo >>
Gaara
si voltò verso di lei aggrottando la fronte. Onoki la fissò con uno
sguardo assassino.
<<
Non oserai! >>
<<
Si invece. Ti voglio bene nonno ma nonostante il tuo cambiamento le
tue tecniche da doppiogiochista continuano a creare problemi >>
<<
Kurotsuchi! >>
Lei
non lo ascoltò << E' per questo che, nonostante la mia nomina
non sia ancora ufficiale... >>
Si
alzò in piedi e si mise di fronte al Kazekage con fare solenne.
<<
Kazekage-sama dichiaro nullo l'accordo preso col terzo tsuchikage
>>
<<
Non puoi farlo >> protestò il vecchio.
<<
Iee. Sei tu che non hai il diritto di decidere su Hana >> alzò
la mano indicando le due gemelle << Questo è un loro
diritto >>
Le
due ragazze, che non erano ancora state interpellate, rimasero
spiazzate.
<<
Che significa? >>
<<
Significa che Hana era stata affidata dalla Miko allo Tsuchikage solo
fino al compimento della maggiore età della sua legittima erede -o
meglio- le eredi >>
Calò
il silenzio.
Sumire
e soprattutto Matsuri si guardarono negli occhi in completo stato di
shock.
<<
Stando ai patti, siete voi a capo del paese >>
<<
Ah >> dissero loro all'unisono completamente incredule.
Kurotsuchi
si rivolse nuovamente a Gaara.
<<
Verrò nominata tra qualche settimana tuttavia >> alzò il
busto e assunse una posa solenne << Io. Tsuchikage Kurotsuji.
Riconosco Hana no kuri come territorio neutrale e chiedo formalmente
a voi, Kazekage Gaara, di fare altrettanto >>
Gaara
non represse un sorriso.
<<
Concesso >>
Onoki
sospirò e fu costretto ad arrendersi.
<<
Ci vorranno anni per ricostruire il paese >>
Kurotsuchi
fece spallucce.
<<
Non sarà un problema. Quel territorio è troppo importante per
annetterlo all'uno o all'altro paese. Se lo permettessimo
rischieremmo la formazione di nuovi nukenin >>
<<
E come intendi procedere Kurotsuchi? >>
<<
Tsuki sarà amministrato da un consiglio di ninja selezionati da me,
il kazekage e... >> si rivolse alle gemelle << ...quando
avrete l'esperienza necessaria, voi due Hime >>
Sia
Matsuri che Sumire si guardarono negli occhi e nel loro sguardo si
affollavano una moltitudine di domande e dubbi.
<<
Goumen ma io... >> Matsuri parlò quasi a se stessa <<
Il mio cuore appartiene a Suna >>
Sumire
guardò Kurotsuchi e poi Matsuri senza riuscire a parlare.
Troppe,
troppe novità.
<<
Se è così >> disse Onoki incrociando le braccia <<
Sumire dovrà affrontare gli esami dei chunin e successivamente
diventare Jounin >>
Kurotsuchi
sorrise felice << Il che implica che dovrà far parte di un
team >>
L'occhio
di Gaara cadde il viso del fratello che stava ascoltando la
discussione in disparte nel più completo silenzio.
Senza
volerlo gli aveva causato un sacco di problemi e l'aveva fatto
soffrire immensamente.
Ma
forse sapeva come farsi perdonare.
<<
Tsuchikage >>
I
due abitanti di Iwa si girarono all'unisono.
<<
Mettendo da parte Hana. I nostri villaggi sono alleati e non
considererò in alcun modo l'accaduto come motivo di conflitto.
Tuttavia
il mio villaggio ha subito un ingente danno e molti ninja dovranno
darsi da fare per ricostruire le mura, il che significa togliere
tempo e risorse ad altre missioni... >>
Gaara
guardò negli occhi Sumire che aggrottò la fronte non capendo le sue
intenzioni.
Una
piccola parte della sua coscienza gli suggerì che se ne sarebbe
pentito.
<<
...sarebbe davvero un'ottima offerta di pace se Iwa cedesse a Suna
una kunoichi così promettente... >>
Gli
occhi della ragazza si illuminarono.
<<
Ontoni? >>
<<
Potrebbe seguire l'addestramento ninja qui, accumulare esperienza. E
se riuscirete a passare di grado e a diventare jounin tra qualche
anno entrambe deciderete sul da farsi riguardo ad Hana >> disse
pacato il kazekage guardando le gemelle per poi spostare il viso
verso Onoki << siete d'accordo? >>
Onoki
guardò prima il kazekage poi il viso, raggiante, della ragazza.
<<
E' questo quello che vuoi? >>
<<
Hai >> rispose lei decisa per poi voltarsi verso il
kazekage << Gaara-sama non so come esprimere la mia gratitudine
per quello che hai appena fatto. Ti garantisco che come kunoichi sarò
sempre diligente e cercherò di fare del mio meglio >>
Il
vecchio alzò gli occhi al cielo e poi sospirò rassegnato.
<<
In fondo ti ho tenuta in gabbia per tanto, troppo, tempo >>
Angolo
dell'autrice.
Alla fine il marionettista ce l'ha fatta. Non potevo
ammazzare Kankuro dai... non potevo farlo.
Scusate
il ritardo ma ci sono due motivi per cui sto aggiornando solo ora: il primo è che in
questo periodo ho avuto un po' di impegni ed il secondo motivo... ve lo
dico nel prossimo capitolo (si sono un po' bastarda).
Ci
vediamo al prossimo ed ultimo capitolo. Grazie a tutti.
Un
bacio.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 40 *** Capitolo 40 - Sorelle e fratelli gelosi - ***
Sorelle e
fratelli gelosi
Durante
l'incontro tra i due kage e le gemelle nell'ufficio del kazekage,
Shikamaru aveva evitato ulteriori incidenti trascinando i suoi
connazionali -e una isterica, gelosa, inviperita e assassina sorella
maggiore - verso la locanda più vicina.
Lì
trovarono i ninja di Iwa che, dopo le scuse pubbliche di fronte il
palazzo del kazekage, erano stati congedati anche se tenuti a vista
da un team di Suna.
Ci
fu un momento di imbarazzo.
<<
Saaalve >> disse Naruto accennando un gesto con la mano.
Temari
invece si fece avanti chiedendo chiarimenti sulle due Hime, perchè
ogni singola cellula del suo corpo si rifiutava di credere che Maturi
discendesse da un clan di alto lignaggio.
Un
anziano jounin prese la parola e,
purtroppo per la Sabaku, spiegò al gruppo che Matsuri e Sumire erano
le due gemelle eredi del clan Murasaki, il più potente di Hana.
<<
Ma durante la battaglia avete usato un nome diverso... Jasma o
qualcosa del genere... >>
<<
Jasmine. Tradizionalmente le famiglie nobili solevano dare il doppio
nome alla propria progenie, sia per sottolineare il loro grado
sociale sia per precauzione >>
<<
Wakatta... >> disse lei assimilando le nuove
informazioni.
La
kunoichi continuò a spiegare che quello era il motivo per cui le due
hime erano note ai più coi loro secondi nomi: Jasmine, come il
fiore, per sottolineare la delicatezza e la dolcezza della ragazza e
Koneko per le sue caratteristiche tipicamente feline.
Continuò
raccontando la triste storia dei loro genitori, dell'ordine da parte
del Kazekage di distruggere il villaggio di Tsuki e del triste
destino dei suoi abitanti.
Matsuri
era stata considerata morta sino a quel momento mentre Sumire era
stata affidata alle cure dello Tsuchikage.
<<
Cavolo ma è incredibile! >> Disse Naruto seduto a terra con le
gambe incrociate e con l'espressione un bambino di sei anni che
ascolta una favola.
Temari
chiese quanto di vero c'era riguardo al potere delle due e a
rispondere questa volta fu la kunoichi che poco prima si era battuta
con lei.
Spiegò
che Matsuri possedeva i chakra elementari del vento e della terra
mentre Sumire quello del vento e dei liquidi.
Su
Matsuri non seppe dire molto ma quell'informazione servì a Temari
per spiegarsi come la ragazza riuscisse a controllare la sabbia anche
se in piccolissime quantità.
Su
Sumire invece spiegò che aveva il controllo su tutti i tipi di
liquidi e l'abilità innata del ghiaccio oltre a presentare, come già
detto, delle capacità molto simili a quelle dei felini.
<<
Un po' come me... >> intervenne Kiba riferendosi alle sue
capacità tipicamente canine.
Il
Daimyo di Tsuchi aveva scoperto che le due avevano delle proprietà
innate che si mostravano solo se si trovavano a stretto contatto.
Purtroppo
non riuscì a dare ulteriori informazioni poiché queste abilità si
erano presentate in rare occasioni e di certo le due non erano in
grado di averne il pieno controllo.
*
Non
ci volle molto tempo per risolvere il passaggio di cittadinanza da
Iwa a Suna, dopotutto Sumire essendo nata a Suna aveva tutto il
diritto di rimanere lì.
Anche
organizzare le nuove formazioni e le squadre non richiese particolare
attenzione dunque dopo pochi minuti Kurotsuchi e lo Tsuchikage
uscirono dal palazzo dando disposizioni ai ninja di Iwa.
Kankuro
incrociò Naruto in uno dei corridoi del palazzo e non riuscì più a
staccarselo di dosso.
Matsuri
si recò nell'appartamento che aveva da poco preso in affitto per
potersi togliere di dosso quello scomodo abito da cerimonia.
Rimasti
soli Sumire si mise di fronte all'ex jinjuriki.
<<
A proposito Gaara... >>
Il
ragazzo percepì una strana sensazione.
E
poi dov'era finito il -sama?
<<
… mi sento in dovere di informarti che ho sentito la discussione
tra te e la mia sorellina questa mattina >>
Lui
arrossì non sapendo che cosa dire.
<<
Ora vorrei fare una piccola precisazione: come kunoichi di Suna sarò
sempre diligente e fedele a questo villaggio e presterò completa
obbedienza al suo Kazekage ma... >>
Si
ritrovò spalmato sulla sua poltrona col piede di Sumire a pochi
centimetri da un punto molto sensibile.
Dove
aveva già visto questa scena?
<<
... Spezzale il cuore e io ti spezzo il collo. Capito? >>
Gaara
aprì la bocca ma sopraffatto dalla sorpresa non seppe come
ribattere.
L'aveva
fregato un'altra volta.
*
Quando
Temari cominciò a realizzare cos'era accaduto alle sue spalle negli
utimi mesi rimase frastornata.
Non
solo Gaara si era avvicinato ulteriormente a quella piccola chunin un
po' troppo petulante per i suoi gusti, ma adesso anche Kankuro aveva
trovato una ragazza.
Non
una cotta passeggera, non un'infatuazione da niente, non una
storiella così tanto per passare il tempo.
Si
era innamorato e, visto come la ragazza si era comportata durante la
battaglia, risultava evidente che era ampiamente ricambiato.
Il
suo fratellino, quello che da piccolo si nascondeva sotto le sue
coperte quando c'era un temporale o quando Gaara era sotto l'effetto
di un demone sanguinario.
Quel
furbetto che montava le sue marionette tutto contento perso nel suo
mondo magico e fatato dipinto di blu.
Quel
ragazzino che non sapeva mai quando tacere e che si buttava a
capofitto nei pasticci. E poi puntualmente toccava a lei cacciarlo
fuori dai guai.
Kami
quante volte lo aveva visto in fin di vita. Le volte in cui aveva
rischiato un attacco cardiaco a causa sua erano incalcolabili.
Adesso
quel piccolino era cresciuto e non sarebbe rimasto chiuso nella sua
stanza circondato
dalle sue marionette e dai veleni, intento ad occuparsi di complicati
esperimenti.
Si
sarebbe costruito una sua vita, magari avrebbe persino cambiato casa.
Oddio
forse si sarebbe trasferito!
Più
ci pensava più le saliva il sangue al cervello.
Inevitabilmente
cominciò ad associare la figura della principessa di Iwa ad una
piccola stronzetta viziata ed antipatica.
Serrò
la mascella e continuò a fissare un punto indefinito dello spazio.
Merda.
*
Se
la rideva il bastardo.
<<
Smettila >>
Se
la rideva sotto i baffi e lo nascondeva pure male.
<<
Ti ho detto di smetterla >>
Sghignazzava
allegramente e gli erano pure spuntati i lacrimoni.
<<
Stronzo di un cry-baby... >>
Shikamaru
si era accorto dello stato d'animo della sua compagna e non riusciva
a non trovarlo estremamente comico.
Dopo
essersi limitato a sghignazzare scoppiò a ridere in una grassa
risata evitando all'ultimo secondo una poderosa ventagliata in testa.
<<
Ti hanno fottuto alla grande Tem! >>
Un'ora
prima erano stati informati da Baki-sensei delle decisioni prese
all'interno dell'ufficio: Sumire avrebbe fatto parte di un team
capitanato da Matsuri, e Kankuro sarebbe stato il suo sensei.
<<
Adesso avrai non una “piccola mocciosa” da tenere a bada ma
ben... >> chiuse la mano a pugno alzando solo l'indice ed il
medio << DUE >>
<<
Shikamaru? >>
Il
ragazzo venne interrotto nel suo momento di gloria da un Naruto
stranamente serio.
<<
Si? >>
<<
Sono appena andato da Gaara. Visti gli eventi mi sono assicurato che
stia bene... >>
<<
E allora? >>
<<
Sia lui che Kankuro vorrebbero sapere perchè Temari singhiozzava tra
le tue braccia durante la battaglia... >>
Shikamaru
sbiancò.
Temari
lo guardò con un ghigno divertito.
<<
Si parlava di mocciosi da tenere a bada... >> mormorò crudele
la kunoichi per una volta non così tanto seccata dalla gelosia dei
fratelli.
Un
potente rumore di passi e legno ed un sinistro fruscio si udì in
lontananza.
<<
...E vorrebbero saperlo adesso >> concluse Naruto.
Shikamaru
iniziò a correre il più velocemente possibile tentando di sfuggire
alle ire dei due fratelli.
<<
Pietà! >>
***
Angolo dell'autrice.
Salve a tutti lettori. Eccoci giunti
alla fine di questa ff, ma prima di andare aspettate un secondo.
Come accennato nel precedente capitolo
c'era un motivo per cui ho aggiornato a rilento negli ultimi capitoli
ed il motivo è che * rullo di tamburi * ho scritto il seguito di questa
ff.
Eh si “Gelosia fraterna" è una trilogia.
Grazie di cuore a tutti i lettori spero
che questa storia vi sia piaciuta. Ci si vede la prossima volta con Omeostasi.
Ciao a tutti.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2999413
|