Gelosia fraterna -Entropia-

di Violetta_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 -Piccoli problemi governativi- ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 -Quando il gatto non c'è...- ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 -Ladre e fiori- ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 -Importati decisioni e leggende- ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 -Sguardi celati, finzioni forzate e marionette- ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 -Nevicata in piena estate- ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 -Kekkon- ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 -Vetri rotti- ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 -Omiai- ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 -Brutte convivenze- ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 -Compiti ingrati- ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 -Diplomazia- ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 -Intanto a Konoha...- ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 -Chirashi-zushi- ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 -Trasferimenti, pranzi poco appetibili e furti- ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 -Ane-san- ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17-Shimbashi- ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 -Chōshoku - ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 -Un amore di ragazza- ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 -Yuinō- ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21-Neko hat- ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 -Piccoli cambiamenti- ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23-Discussioni poco allegre- ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 -Zombie- ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25-Kumadori- ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 -Nise no kibō- ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 -Ospiti- ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 -Lite- ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 -Cena passivo-aggressiva- ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 -Rivelazioni- ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 -Visita al mercato - ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 - Una giornata da dimenticare- ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 - Offerte di pace - ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 -Addio al celibato?- ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 -Il giorno delle nozze- ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 -Shikiten - ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 -In trappola- ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 -Il sigillo- ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 -Decisioni per il futuro- ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 - Sorelle e fratelli gelosi - ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 -Piccoli problemi governativi- ***


Gelosia fraterna
-Entropia-



L'equilibrio è uno stato fisico
di un sistema nel quale non
intervengono cambiamenti

se non per cause esterne.”


Ma, si sa, l'universo è costantemente tendente al disordine e le condizioni di staticità non durano per sempre.


Soprattutto in un mondo popolato da ninja.


*


<< Kankuro potresti venire nel mio ufficio? >>

Il fratello maggiore del Kazekage era piegato sulla sua scrivania, non portava il cappello, soltanto il trucco e una mascherina medica sulla faccia.

<< Si solo un momento, devo sigillare questo veleno, se no rischio di infettare tutto il palazzo >>
<< Wakatta >>

Pochi minuti dopo.

<< Eccomi, di che volevi parlarmi? >>
<< Ti affido una missione di livello A. Devi andare a Iwa, lo Tsuchikage deve portarmi dei documenti urgenti >>

Dopo la fine della quarta grande guerra ninja c'era stato un lungo periodo di pace: anni in cui tutti i villaggi avevano provveduto a ripristinare i loro equilibri e le varie popolazioni avevano pian piano trovato il modo di tornare alla normalità.

Verso la fine di questo periodo i cinque Daimyo più potenti guardando la geografia delle cinque grandi terre si erano accorti che nel susseguirsi degli anni si erano formate parecchie zone neutre, territori, anche molto vasti, privi di una qualsiasi giurisdizione o al massimo occupati da due o tre piccoli villaggi. Da allora erano cominciate parecchie discussioni a tavolino per decidere chi doveva impadronirsi di quei luoghi.

Nella loro ultima riunione si erano agitate le acque, tanto che il Daimyo del fuoco e quello del vento avevano minacciato di ricorrere alla forza militare.

Sfortunatamente per loro Konoha aveva appena nominato il loro settimo Hokage che appena sentita la parola “guerra” si era alzato in piedi come un ossesso cominciando a sproloquiare cose come “Ma siete imbecilli? Siamo appena usciti da una guerra!” oppure “Io una guerra contro il mio amico Gaara-kun non la faccio nemmeno sotto tortura” l'amico in questione intanto l'aveva preso per le spalle cercando di farlo sedere e gli sussurrava all'orecchio di calmarsi poiché si trovava dinnanzi ai suoi colleghi Kage e ai nobili Daimyo, non da Teuchi insieme a Rock lee e Kiba.

In questo delizioso quadretto che vedeva: il completo stato cianotico delle guardie del corpo dei Kage, soprattutto di Sakura e Shikamaru, i Daimyo completamente disgustati dalla reazione del ragazzo, la Mizukage e lo Tzukikage che a stento trattenevano le risate e il Raikage in perfetta posa facepalm, Gaara ne approfittò per proporre una suddivisione delle suddette terre.

Prima di tutto si doveva tener conto dei piccoli villaggi, si doveva avere il pieno rispetto degli abitanti che magari non avevano alcuna intenzione di identificarsi con uno o l'altro paese, in secondo luogo il paese doveva confinare col suddetto territorio, se questi due aspetti fossero stati positivi, allora si sarebbe proceduto alla divisione del territorio in parti uguali.
Il Daimyo del paese dell'acqua ebbe di che lamentarsi, poiché il suo territorio non confinava con nessuna delle terre, ma si provvedette a farlo tacere dandogli il pieno controllo delle isole di Nagi e delle acque confinanti.
Alla fine tutti i daimyo furono d'accordo, e “concessero” ai cinque Kage di occuparsi dell'intera operazione di espansione, loro avrebbero controllato i risultati periodicamente.

Tutto ciò accedeva tre mesi prima.

Adesso il Kazekage e lo Tsukikage stavano studiando Hana no Kuni, il paese dei fiori, in modo da poterselo dividere equamente.

Il paese in questione si trovava infatti esattamente tra Kaze no Kuni e Tsuchi no Kuni.

<< Le trattative stanno andando a rilento, pare che la gente di Iwa, soprattutto i più anziani, siano affezionati a questo territorio, alcuni villaggi erano sedi di templi e sculture sacre >>

<< Perché non glielo cedi allora? Hai paura di perdere la faccia?* >>

Gaara alzò la testa osservando il fratello.

<< Non è solo una questione di faccia, quel paese ha una varietà incredibile di piante e fiori, e a quanto pare c'è anche la presenza di diamanti e metalli preziosi, se riesco a prendere buona parte del territorio il villaggio ne sarà avvantaggiato in ricchezza ed erbe mediche >>

<< Ti ricordo che il territorio farà parte del paese del vento, non di Suna >>
<< I Daimyo hanno promesso dei compensi extra e delle basi militari per ogni ettaro conquistato >>
<< Ma non dovevano essere divisi in parti uguali? >>

Gaara assunse un'espressione ambigua.

<< Diciamo che i punti principali sono più che altro delle “linee guida” >>

Kankuro non poté fare a meno di mostrare delusione: nonostante tutti i propositi di uguaglianza e di collaborazione alla fine i ninja, tutti, dal primo all'ultimo, erano soggetti alle leggi della politica e dell'economia.

<< Furbi questi bastardi >>
<< Porta rispetto >>
<< Scusa >>


---

*Per i giapponesi la “perdita della faccia” ovvero la perdita di prestigio e credibilità è considerata una delle più grandi vergogne

***
Angolo dell'autrice.
Salve a tutti, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto.
Vi dico subito che sto attravarsando un periodo di blocco. In tutto.
Dunque questa ff ha un significato particolare perchè oltre ad essere un'idea che mi bazicava in testa già da un po' è anche un tentativo di sblocco, uno sfogo.

Spero di fare un bel lavoro e soprattutto di essere costante negli aggiornamenti.
Detto ciò vi mando un bacio grande e spero di sentirvi in tanti.

Violetta_

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 -Quando il gatto non c'è...- ***


Quando il gatto non c'è...




<< Seccatura >>

Lo stava baciando sul collo, in maniera tutt'altro che dolce.

<< Seccatura per favore >>

Erano sdraiati sull'erba vicino una cascata, avevano appena finito di firmare e catalogare dei documenti per l'Hokage.
Nel periodo che era trascorso tra la fine della guerra e gli ultimi mesi il loro rapporto era passato da “bizzarro” a “pseudonormale” e adesso sembrava star subendo un'ennesima trasformazione.

Tutti a Konoha erano a conoscenza del fatto, ma i più fingevano di non farci caso.

A Suna la situazione era un filino diversa: il Kazekage ed il marionettista non approvavano Shikamaru.
Lo “stratega”, “il 200 QI”, “il braccio destro dell'Hokage” andava anche bene, era “lo scansafatiche” a non andare a genio. E anche una parte di sincera gelosia che non era un fattore da sottovalutare.
Dunque per amor di pace i due manifestavano le loro “effusioni” solo in posti tranquilli di Konoha.

<< Shika parto tra un' ora, e francamente non mi accontento di guardare le nuvole accanto a te >>
<< Ma ho sonno... >>

Temari gli morse l'orecchio destro.

<< Ahi! >>
<< Crybaby >>

La ragazza si alzò, troppo orgogliosa per ammettere di essersi offesa.

<< Ma dai seccatura, vieni qui! >>

Lei non rispose andando verso il centro di Konoha, nello specifico era diretta verso una piccola locanda ed una volta raggiunta la meta ordinò degli onigiri e del sakè.

<< Ehi sei qua da sola? >>

Temari alzò gli occhi al cielo, conosceva fin troppo bene quel fastidioso tono di voce.

<< Si biondina, sono sola >>

Lei si sedette al tavolo della padrona del vento che cinguettò un “ma prego accomodati” con voluta finta dolcezza.
Poco dopo arrivarono Sakura e Karin, quest'ultima si era ambientata piuttosto bene al villaggio e, forse per somiglianza di carattere, aveva instaurato un buon rapporto con la ninja medico.

<< Ciao ragazze >>

Sakura si sedette al tavolo con un'aria talmente nera che sembrava voler far scoppiare l'intero locale.

<< Io non lo sopporto più >>

Le altre tre si guardarono negli occhi.

<< Ma è mai possibile che sia così scemo e cretino? >>
<< Ma chissà a chi ti riferisci … >> disse Temari sorseggiando del sakè e facendo ridere le altre due << … che ha combinato stavolta? >> continuò incuriosita.
<< Ha deciso che per oggi i documenti da firmare sono finiti. Ci sono le missioni da consegnare, i conti da mandare ai consiglieri... troppe cose da fare... >>
<< Picchialo e fallo lavorare >>

Karin prese un onigiri dal piatto della Sabaku.

<< Il mio cuginetto se l'è svignata insieme a Kiba >> disse sorridendo.

Temari si alzò dal tavolo.

<< E' irrecuperabile... beh io devo andare >>
<< Ma non paghi il conto? >> disse Karin toccandosi gli occhiali con disappunto.
<< Pensaci tu, ladra di onigiri >>

Sakura e Ino scoppiarono a ridere.


*


Arrivata alle mura del villaggio venne bloccata dal Kage Mane no Jutsu.


<< Ma vuoi rallentare? >>


Lei roteò gli occhi al cielo bisbigliando appena a denti stretti: << Stupido cretino >>
Il cervo di Konoha le circondò la vita dandole un dolce ed intenso bacio.

<< Quando ci rivediamo? >>

Lei gli mollò un pugno sul braccio.

<< Alla prossima missione bradipo >>
<< Sempre delicata... >> disse lui massaggiandosi la spalla.


*


Ci vollero due giorni per arrivare a Iwa.

Quando Kankuro entrò nell'ufficio del Kage della roccia notò una gran confusione: vi era un via vai di ninja, molti di loro tenevano in mano un grosso plico di carte, altri invece entravano nell'ufficio ma vedendo l'umore del kage si affrettavano ad effettuare un velocissimo e disinvolto dietrofront.

<< Che significa “scappata”? TROVATELA MALEDIZIONE >> Si massaggiò la schiena borbottando << Questi giovani d'oggi mi porteranno alla tomba... >>

Sfidando il caos generale il marionettista fece un rispettoso inchino.

<< I miei rispetti Tsukikage-sama, sono qui per conto del Kazekage >>

Vi fu un istante di silenzio seguito da un ritmo meno caotico, ma non per questo meno veloce, da parte dei ninja della roccia. Abituati com'erano alla “facciata” non si sarebbero mai perdonati di aver mostrato ad un rappresentante di un altro villaggio un momento di disorganizzazione.

<< Oh si si. Certo lo so >>

Ovviamente il marionettista aveva capito al volo la situazione, ma fece finta di nulla avvicinandosi alla scrivania del capo-villaggio e avvicinandogli un rotolo con un sigillo.

<< Ecco di documenti >> Disse il Kage borbottando e provvedendo a sbloccare il sigillo. Controllò velocemente i vari fogli e subito dopo si rivolse al marionettista.
<< C'è tutto. Porti i miei più sinceri saluti al Kazekage >>

Kankuro represse una risata.

<< Non mancherò >>

Una volta uscito dal palazzo del kage della roccia si mise immediatamente sulla strada del ritorno, non aveva motivo per intrattenersi.


*


Verso sera raggiunse Hana no Kumi.
L'aveva già vista con la luce del sole ed era rimasto piacevolmente sorpreso dalla grandissima varietà di erbe e fiori. Aveva già in mente quanti veleni avrebbe potuto creare con l'utilizzo di tutte quelle piante, inoltre c'era una fragranza inebriante nell'aria.
Ora con l'oscurità della notte doveva ammettere di apprezzare maggiormente quel paesaggio, il profumo si era intensificato e i raggi lunari sulle piante procuravano una nota di mistero.

Perso da questi pensieri non si accorse di un kunai che puntava contro di lui. Venne colpito alla gamba procurandogli una ferita piuttosto seria.

<< Accidenti >>

Un gruppo di ninja lo stava inseguendo.
Purtroppo con la fine della guerra alcuni ninja si erano ribellati al sistema, non tutti si erano lasciati il passato alle spalle e di tanto in tanto cercavano di sabotare l'armonia tra i villaggi.
Erano un gruppo piuttosto numeroso, non aveva riposato molto in quei giorni e con la gamba ridotta in quelle condizioni decise che era meglio darsi alla fuga.
Corse più che poteva su quella radura fiorita e si diresse verso una foresta poco lontana.

<< Maledizione, sta scappando! >>

Saltò tra un albero e l'altro, e quando trovò il momento propizio liberò una nube velenosa che gli permise di far perdere le proprie tracce.


*


Gaara sentì bussare alla porta.

<< Avanti >>

La porta si aprì con un gesto veloce e da lì spuntò una ragazza con in mano un plico di fogli.

<< Gaara-sama buona sera >>
<< Ciao Matsuri >>
<< Ho qui il rapporto di Kankuro, e i consiglieri vorrebbero i bilanci di questo mese pronti per domani >>

Il ragazzo annuì, non sembrava molto entusiasta.
Matsuri poggiò i fogli sulla scrivania e il Kage ne approfittò per avere notizie del fratello, prese il rapporto e lo lesse velocemente.

<< Come sta Kankuro-san? >> Matsuri era molto legata al marionettista, i due erano buoni amici.
<< Tornerà domani, sembra che la missione sia riuscita >>

La ragazza sorrise contenta.

<< Non ho missioni per oggi, vuole una mano con i documenti? >
<< Hai. Inizia a compilare questi >> Disse Gaara passandogli un plico di fogli.

Con un semplice movimento delle dita la ragazza formò una nuvoletta di sabbia sulla quale sedersi mentre prendeva una penna pronta a compilare i documenti che le spettavano.
Il tutto sotto gli occhi di un Kazekage stranamente allegro.



***
Angolo dell'autrice.
Per chi si stesse domandando a cosa si ispira il titolo, beh sappiate che ci sono così tanti fattori che ho deciso di non dare spiegazioni. Siete liberi di dare una vostra libera interpretazione.

Violetta_



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Capitolo 3
*** Capitolo 3 -Ladre e fiori- ***


Ladre e fiori



Kankuro continuò a correre finché non si ritrovò in mezzo alle rovine di un villaggio.
Notò che in quel luogo il colore bianco dominava su tutto: la maggior parte delle costruzioni era di colore bianco, persino gli alberi o il terreno erano ricoperti da fiori del medesimo colore.

Nell'aria c'era un piacevole profumo di gelsomino e la miriade di lucciole che volavano là intorno davano un tocco quasi magico, etereo.

Incuriosito decise di fare un giro per esplorare la zona, prese il kit medico e disinfettò la ferita, poi la fascio ben stretta, in modo da poter camminare più comodamente.
Molte case erano ormai cumuli di sassi, e quelle poche rimaste in piedi si reggevano appena.
Scavalcò alcune colonne e per poco non scivolò tra i sassi bianchi di quella che una volta doveva essere un'enorme fontana. Per mantenere l'equilibrio si era strofinato su un muretto sporcandosi il pantalone nero, batté due colpi per togliere la polvere in eccesso e tossì per via di quest'ultima, quando sollevò lo sguardo rimase incantato: di fronte a se si trovavano i resti di un possente palazzo, dalla forma sembrava un tempio o la casa di un nobile.
Decise di entrare, facendo attenzione a non scivolare tra le macerie.

L'interno era stupendo: i muri erano bianchi decorati con quadri raffiguranti cascate, dragoni e splendidi paesaggi, purtroppo alcune tele erano strappate e ne ne poteva ammirare solo una parte. Salì le scale a fatica, e più di una volta rischiò di cascare giù.
Le camere da letto un tempo dovevano essere di gran lusso, coi letti a baldacchino coperti da candide lenzuola di seta, adesso rimanevano solamente i pilasti per tenere il baldacchino e lenzuola strappate. Lo scricchiolio sotto ai suoi piedi lo invitò a non proseguire verso i piani più alti quindi decise di esplorare solo il primo piano. Le camere come la cucina o la sala per ricevere gli ospiti erano andate perdute.
L'ultima stanza era un tempio, stranamente questa era l'unica stanza rimasta intatta. L'interno era estremamente buio, ma si potevano intravedere i dipinti raffiguranti storie di guerra, e quadri e statuette dedicate ai Kami.
Kankuro aveva una strana sensazione di inquietudine.
D'un tratto vide uno strano bagliore e decise di andare a vedere, salì le tre scale del piccolo palco e scostò un drappo rosso.

Tum.

Si ritrovò con la schiena per terra, i polsi erano bloccati al pavimento da due mani molto forti, sentiva il peso di un'altra persona che premeva sul suo bacino e sullo stomaco, il fiato gli solleticava il collo.

<< Chi sei? Che diavolo ci fai qui? >>

Era una ragazza, e dal tono di voce decisamente non amichevole.
Il buio della stanza non gli permetteva di distinguere il viso.

<< Sono un alleato di Iwa, sono stato attaccato e mi sono ritrovato qui >>

Si sentiva umiliato, steso da una ragazzina e costretto a rispondere alle sue domande.

Maledetta gamba.

<< Da dove vieni? >>
<< Suna... >>

Se l'avesse scoperto suo fratello probabilmente l'avrebbe retrocesso.

<< Bene “Suna” visto che sei entrato nel mio territorio senza permesso... >>

La sua mano scivolò sul suo giubbetto, giù giù fino ad arrivare alla cintura.

<< ...mi prendo questo come risarcimento >> 

La ragazza gli sfilò il suo preziosissimo reeve chris, il coltellino che utilizzava per intagliare i volti delle sue marionette.
Nel farlo aveva lasciato la mano sinistra del ragazzo che adesso la stava utilizzando per bloccarla a sua volta.

<< Ma nemmeno per idea! >> Urlò indignato il marionettista.

La ragazza saltò di scatto allontanandosi velocemente dal nemico, saltò agilmente tra i paletti in legno della stanza verso l'uscita.
Kankuro dal canto suo aveva preso ad inseguirla, purtroppo i suoi movimenti erano limitati dalla ferita alla gamba, e una volta fuori da quella stanza le rovine lo rallentarono ancora di più.

<< Maledizione >> imprecò mentre scavalcava una colonna dietro l'altra, rischiando di scivolare tra la polvere e le rocce.

Una volta fuori si rese conto di aver perso le tracce della ragazza.

<< Piccola sgualdrin... >>

La ritrovò poco più avanti, era vicina ad una albero e gli dava le spalle.
Fece un sorrisino compiaciuto, e lentamente si avvicinò alla sua preda.
Quando fu abbastanza vicino tese le braccia poggiando le mani sul tronco in modo da circondarla.

<< Eccoti qui ladruncol... >>

Le parole gli morirono in gola.
Lei si era voltata non appena avvertito il pericolo con gli occhi sgranati per la sorpresa.
Lunghi capelli castani mossi, la pelle diafana che illuminata dalla luna sembrava risplendere, la bocca rosea e piena.

E quegli occhi.

Grandi, blu e profondi. Brillavano con i raggi lunari.

“Kami! È bellissima” si ritrovò a pensare.

Kankuro ne era certo, era la creatura più bella che avesse mai visto.

Veloce come un felino la ragazza gli bloccò la bocca con le mani e lo spinse a terra, nel farlo lui avvertì una dolorosa fitta nei pressi della ferita e gemette chiudendo contemporaneamente gli occhi.

<< Zitto baka! >>

Quando li riaprì si ritrovò il volto a distanza ravvicinata con la scollatura della ragazza, si maledisse per essersi fatto mettere nuovamente al tappeto, ma doveva ammettere che la posizione aveva i suoi pregi.

Sentì il rumore di un gruppo di ninja nei pressi dell'albero, la ragazza aveva il respiro irregolare e presa dal panico premeva contro il ragazzo.
Emanava un gradevole profumo dolce di viola selvatica.

Quando il gruppo si allontanò la ragazza si alzò e lo prese per mano.

<< Svelto seguimi >>

Kankuro non era il tipo da ubbidite placidamente agli ordini, Kazekage a parte, ma preferì seguirla per semplice curiosità.
Lo portò vicino alle rovine di quello che un tempo era un negozio di giocattoli.

Nel tragitto il ragazzo aveva scrutato il fisico della giovane: era minuta, le gambe slanciate e agili erano lasciate libere grazie ai pantaloncini neri dai quali pendeva il coprifronte di Iwa legato a mo' di cinta, una semplice maglietta viola, lievemente scollata, nascondeva la vita sottile.

Il ragazzo si sedette sulla rovina di una colonna, il sangue macchiò la superficie bianca, si era riaperta la ferita.

<< Tu sanguini >> disse la ragazza avvicinandosi a lui.

Poggiò la mano sulla ferita e liberò una piccola dose di chakra. Kankuro sentì un immediato sollievo.

<< Scommetto che ti stavano dando la caccia per furto >>

Lei si bloccò.

<< Emmm, diciamo che ho fatto una cosa che non dovevo fare, ma non è furto! >>

Mise un broncio adorabile che fece rallegrare il marionettista.

<< Come ti chiami mister Suna? >>
<< E tu ladruncola? >>

Lei sbuffò divertita, poi gli concesse un piccolo sorriso.

<< Sumire >>
<< Io sono Kankuro >>


*

<< Miai-kekkon? >>
<< Si Temari-sama, riteniamo che il Kazekage debba prender moglie >>

Temari era appena tornata da Konoha ed era stata convocata dal consiglio.
Si sarebbe aspettata di tutto, di tutto: da una discussione riguardo la sua gestione degli impegni come ambasciatrice ad una missione nei paesi dei ghiacci in bikini.
Ma mai, MAI, si sarebbe aspettato di dover affrontare un argomento del genere.

<< Ma... da quando è il consiglio a decidere della vita privata del Kazekage? È una cosa assurda! >> Aveva risposto la ragazza presa da un moto di gelosia nera.

Una ragazza che si prendeva il suo fratellino e se lo portava via, il solo pensiero le faceva venire l'orticaria.

<< Se ci riflette, Temari-san, la vita di tutti i Kazekage è stata decisa insieme al consiglio, in un modo o nell'altro >> disse cautamente un consigliere, sperando di non risvegliare tristi ricordi. L'ira di Temari san non era da sottovalutare.
<< Ma c'è qualche motivo specifico? Che senso ha? >>

I consiglieri si guardarono come a volersi confrontare, o quantomeno come a volersi infondere coraggio a vicenda visto che nessuno sembrava voler parlare.

Baki era stranito quasi quanto Temari visto che era appena tornato da una missione di livello B e non era a conoscenza della decisione del consiglio.

Alla fine Ebizo fece un lungo sospiro ed iniziò a parlare.

<< Come ben sapete il villaggio della sabbia è uno dei villaggi più antichi delle cinque grandi terre ed è caratterizzato da leggi e da etichette piuttosto severe. Inoltre il nostro Daimyo è un uomo decisamente all'antica, e non vede di buon occhio che l'attuale Kazekage, ex jinchuuriki, ragazzo giovanissimo, stia sempre dentro il suo ufficio, detenga pochissimi rapporti personali privati e partecipi solo ad occasioni formali.
Ripeto è un ragazzo molto giovane, per via del suo lavoro deve convocare molta gente nel suo ufficio, tra cui giovani genin o chunin, inoltre, durante la sua ultima riunione si è comportato in modo fin troppo amichevole con l'Hokage. La gente mormora e il signore feudale ha paura che possano girare cattive voci sul comportamento del giovane Kage >>

<< A me sembra una follia! Gaara non ha avuto un'infanzia normale, è del tutto comprensibile che non sia entusiasta all'idea di “far baldoria con gli amici”. È da ammirare la sua dedizione al lavoro d'ufficio >> Tentò di resistere dal dire ciò che le stava passando per la testa ma non ci riuscì << L'Hokage del paese del fuoco è uno squinternato che si defila da qualsivoglia impegno d'ufficio, il quinto era una giocatrice d'azzardo alcolizzata, la Mizukage è notoriamente una di facili costumi. Perchè loro non hanno alcuna limitazione? >>

Sapeva che con quella frase dimostrava un alto livello di immaturità e ben poco rispetto, ma ciò era dettato dalla rabbia di una sorella che cerca di difendere il consanguineo, e poi era in presenza di persone appartenenti al suo stesso villaggio, tutto sommato se lo poteva permettere.

<< Perchè i loro Daimyo sono più permissivi, inoltre i loro villaggi nascosti hanno un passato diverso dal nostro. Konoha è sempre stato un villaggio con un alto livello di apertura mentale. Kiri dopo la morte del quarto Mizukage ha subito una profonda mutazione di pensiero >>

Ebizo-sama stava mostrando una diplomazia invidiabile.

<< È soltanto un suggerimento. Una soluzione da prendere in considerazione per bloccare i cattivi pensieri >>
<< Come può un matrimonio combinato fermare ipotetici pettegolezzi e dicerie? >>  Temari si alzò in piedi << Secondo me bisogna parlare con il Daimyo! Insomma sarà anche la nostra principale fonte economica, ma non si può i certo permettere di comandare sulle vite altrui >>
<< Temari-san, le ricordiamo che Suna ha quasi rischiato di scomparire proprio perché il Daimyo non riponeva più fiducia nel villaggio. Suo padre ha dovuto ricorrere a metodi estremi per riconquistare la sua attenzione >>

Suo fratello e l'attacco a Konoha. Conosceva benissimo i “metodi estremi” che il consigliere stava citando.

<< Perchè mi avete convocata? E come mai non c'è Gaara? >>
<< Riteniamo che debba essere lei a persuadere il Kazekage. Siamo a conoscenza della sua difficoltà nel gestire questo tipo di situazione, crediamo che con voi, Temari-san, possa sentirsi più a suo agio >>

La ragazza stette in silenzio a riflettere.

*

Gaara era andato alla terrazza del palazzo per schiarirsi le idee.

Circa mezz'ora prima si era alzato prima del solito colto da uno strano senso di inquietudine, quindi si era recato in ufficio ed aveva iniziato subito a lavorare.
Qualche ora più tardi era stato colto da un fastidiosissimo cerchio alla testa.

<< Matsu, vado un attimo in terrazza >>

Lei si era accorta di quel pallore esagerato persino per lui, di quello sguardo stanco e di quegli occhi spenti.
Non aveva proferito parola limitandosi invece a prendere un plico di documenti da compilare. Finiti quelli si mise a cercare ogni minima scusa per rimanere in quell'ufficio: dal sistemare i rotoli all'annaffiare le piante.

<< Si sente bene sensei? Le preparo un po' ti thè? >>

Lui si limitò a scuotere la testa e ad uscire dal suo ufficio.

Inspirò a pieni polmoni, da quando era stato eletto a capo del villaggio era perennemente sotto stress, stress che aveva raggiunto i massimi storici in guerra, ma diciamo che erano due sensazioni diverse.

Si strofinò gli occhi con due dita e sempre con gli occhi chiusi alzò il volto al cielo, un leggero venticello gli mosse i capelli, era piacevole, ma adesso doveva tornare a lavoro.

Quando aprì la porta del suo ufficio la prima cosa che vide fu Matsuri, che gli dava le spalle, china sul pavimento intenta a raccogliere dei fogli.
Non gli dispiacque affatto quella vista.

<< Gomen-ne Gaara-sama, sono proprio distratta >> disse la ragazza alzandosi velocemente.

Il Kazekage tentò di nascondere il rossore sul volto e tornò a sedersi.

<< Si sente meglio? Mi sono permessa di prepararle una tisana >>

Gaara notò la tazza munita di coperchio proprio vicino al portapenne.

<< Arigatò Matsuri-chan >>

La ragazza arrossì violentemente, era la prima volta che usava quel suffisso con lei, forse era la prima vota che lo usava in assoluto.

<< Di nulla >>





***
Angolo dell'autrice.
Spero di aver fatto un buon lavoro e di non avervi deluso con questo capitolo.
A presto.

Violetta_


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 -Importati decisioni e leggende- ***


Importanti decisioni e leggende



Quella sera i tre fratelli Sabaku si ritrovarono a cena insieme, ed era la prima volta dopo settimane.


<< Temari cara quando ti arrenderai all'evidenza e ci permetterai di pagare una cuoca? >> chiese Kankuro notando che il suo riso era pastoso e molliccio.
<< Kankuro quando capirai che devi tenere la bocca chiusa se non vuoi che ti renda gli occhi realmente viola? >>

Gaara intanto continuava a mangiare pacificamente il suo sashimi, piatto impossibile da sbagliare, anche se tagliato un filino troppo spesso.

<< Ah Gaara... >>

Temari approfittò della presenza di entrambi i fratelli per affrontare la spinosa questione.
Il minore alzò la testa concedendo tutta la sua attenzione alla sorella.

<< Ascolta, oggi ho parlato con i consiglieri... e per farla breve vorrebbero che tu ti sposassi >>

Alla faccia della delicatezza.

Kankuro sputò di netto un grosso pezzo di salmone, a Gaara caddero le hashi* dalle mani.

<< Come sarebbe a dire? >> a sbraitare era stato il micione.
<< Insomma credono sia arrivato il momento, sei un uomo oramai e sei a capo del villaggio... una famiglia denoterebbe maggiore stabilità e affidabilità... >>

Non era molto convinta di ciò che stava dicendo, buona parte del discorso erano parole di Baki-sensei.

<< Temari... non è il caso... >> Gaara si trovava parecchio a disagio nell'affrontare la questione.
<< Ma il tuo più grande desiderio è proprio quello di essere amato. O sbaglio? >>
<< Hai... >>
<< Gaara, si tratterebbe di quel genere di amore >> si intromise Kankuro.

Sua sorella a volte aveva la sensibilità di un bufalo imbestialito.

<< Lo so... >>
<< No Gaara, tu non lo sai >> disse secco << Parliamoci chiaro, solo negli ultimi anni sei riuscito ad avere una vita normale, hai installato dei buoni rapporti, col villaggio, con i ninja alleati, sei riuscito a farti rispettare come leaer... e si, sei riuscito a farti delle amicizie, ma quest'ultimo legame ti riesce molto difficile, non negarlo >>
<< Ma io ho voi, Naruto, Korobi, Yaok... >>
<< Noi siamo i tuoi fratelli, è normale che tu sia riuscito ad instaurare un forte legame con noi, la parte anormale era proprio quella di evitarti. Naruto ti è venuto incontro come un tornado, e ti ha teso la sua amicizia su un piatto d'argento, è stato fin troppo facile essergli amico. Korobi e Yaoki erano e sono tuoi sottoposti. Dimmi dopo la missione col Team 9 quante altre volte vi siete visti? >>

Gaara si sentì spiazzato.

<< Kankuro vuoi farlo deprimere? >> Temari guardava il fratello con aria fratricida.
<< No Temari >> disse deciso il ragazzo prima di rivolgersi nuovamente al fratello << Sto solo cercando di farti capire che per te è molto difficile instaurare un vero legame di amicizia, figurati un legame affettivo più complesso come quello che si deve avere con una moglie! E mi sorprende, che tu, Temari, gli faccia questi discorsi. Vai in giro a fulminare qualsiasi ragazzina che mostra un minimo di apprezzamento, e poi gli fai questo? >>
<< Ne stiamo solo parlando, non si è ancora deciso nulla >>
<< E' la sua vita, quando si innamorerà, si sposerà >>
<< Ma potrebbero volerci anni >>
<< E allora? Non stiamo parlando di un anziano >>

Gaara si alzò in piedi.

<< Basta >>

I due fratelli si zittirono.

<< Cosa ti hanno detto i consiglieri? >> chiese il ragazzo rivolgendosi alla sorella.
<< Beh. Ci sarebbero molte ragazze idonee a te... tra queste una in particolare mi sembra adatta >>
<< Omiai? Stiamo dando i numeri! >> Kankuro era fuori di se.
<< Avete ragione entrambi. Io non sono capace di instaurare certi tipi di rapporto, e potrebbero volerci anni... la mia carica mi impone di trasmettere fiducia e tranquillità al mio villaggio, questo potrebbe essere un buon compromesso >>
<< Ma riflettici... >>
<< Ho deciso >>

Detto questo Gaara andò in camera sua.

*

Dopo il loro primo incontro, Kankuro aveva fatto di tutto per tornare il più spesso possibile ad Iwa, o meglio, la missione era ad Iwa ma loro due si incontravano sempre in quel villaggio abbandonato.
Kankuro partiva sempre prima in modo da potervisi recare sia nel viaggio di andata che in quello di ritorno.

Aveva scoperto che il villaggio si chiamata Tsuki, ed era il villaggio principale di Hana no Kuni, era uno dei villaggi più belli del mondo ninja e forse anche il più felice.
Purtroppo successe una disgrazia: la figlia del Daimyo dei fiori e della Miko si innamorò di un ragazzo di un altro villaggio e dette alla luce due gemelle.
Esse erano dotate di un tipo di chakra molto particolare: si dice che riuscissero a controllare ogni tipo di piante e fiori e che riuscissero a generare potenti campi magnetici.
Inoltre erano le uniche a custodire il potere di comunicare con gli spiriti e con i Kami ed avevano anche altri poteri: c'è chi diceva che avevano il potere di donare l'immortalità, chi diceva che potessero resuscitare i morti, chi ancora che avessero la facoltà di donare un potere illimitato a chiunque solo sfiorandolo con le mani.

Le due bambine non erano in grado di controllare il loro potere così finivano sempre col fare qualche disastro quando stavano insieme, per questo il Daimyo decise di tenerle separate: una sarebbe stata sempre sotto la custodia del nonno, l'altra avrebbe potuto invece viaggiare con i genitori e andare nel villaggio del padre, che era poi il villaggio natio delle due bambine.

<< Che ingiustizia >> si era lasciato sfuggire Kankuro.

I due erano sdraiati sul candido prato fiorito e guardavano le stelle.
Sumire osservò due piccole lucciole che volteggiavano sopra di loro e continuò a parlare con aria assorta.

<< Le due sorelle si volevano molto bene, e cercavano sempre un modo per potersi vedere senza il controllo dei genitori o dei nonni.
La loro vita procedette in maniera uguale ma allo stesso tempo del tutto diversa per anni: entrambe dovevano allenarsi costantemente e diligentemente per controllare il proprio potere. Ma mentre una era costantemente relegata in quel magnifico palazzo, l'altra ogni estate aveva il permesso di partire, ma solo sotto determinate condizioni.
Andava nel villaggio paterno, incontrava gli altri nonni ed aveva l'occasione di vedere posti nuovi e gente nuova.
Poi un giorno, durante uno di quei viaggi, né i genitori né la principessa fecero ritorno >>
<< Davvero? >> chiese Kankuro.
<< Si... il Daimyo preso dal dolore, dichiarò guerra al villaggio del padre delle due bambine, ma non fu una mossa molto intelligente: la moglie era vecchia e debole e non aveva le forze per contrastare un esercito, i ninja di Tsuki non erano abbastanza numerosi, così distrussero il villaggio ed uccisero il Daimyo.
La nonna riuscì a salvare almeno una nipote, aveva delle conoscenze ad Iwa e la bambina fu affidata ad una famiglia che si prese cura di lei >>
<< Come fai a conoscere questa storia? >>

Sumire afferrò al volo un piccolo petalo bianco che era caduto dall'albero accanto a loro.

<< Oh beh... tutti ad Iwa la conoscono... è una leggenda molto famosa >>
<< Capisco >>
<< Beeene io ti ho raccontato la storia di questo posto, tu adesso mi insegni ad utilizzare i fili di chakra >>
<< Uff, non ti sfugge proprio nulla eh? >>
<< Questi erano i patti. Su su muoviti >>



*bacchette giapponesi

***
Angolo dell'autrice.

Credo che sia doveroso fare una piccola precisazione.
In questa fanfiction, oltre ad attenermi all'anime e al manga, sto cercando di avvicinarmi quanto più possibile alla cultura e alle tradizioni giapponesi (mi ritengo una profana in merito dunque sia per comodità che per rendere più fluida la storia farò un mix tra la cultura tradizionale e quella più moderna).

L'Omiai non è altro che il colloquio, i meglio l'incontro tra le famiglie e i due potenziali futuri sposi. Il matrimonio combinato giapponese che è ancora abbastanza frequente in Giappone nonostante stiano spopolando altre modalità come il kompa o il matrimonio per amore in stile occidentale (mah).

Riguardo a Gaara (non so perchè ma ogni volta che scrivo su di lui mi ritrovo quasi sempre a dover spiegare, quasi a "giustificare" il suo comportamento. Con gli altri personaggi non succede ma vabbè).
Gaara è il Gaara del manga, dell'anime e anche dei filler e dei film.
E' il Gaara che reagisce agli eventi che gli accadono ed è il Gaara che sta cercando di crescere e maturare. Sta cercando di adattarsi come tutti al nuovo mondo.
Il Gaara di questa ff è un insieme di tutto questo, non sto dicendo che sarà ooc sto solo dicendo che sarà umano dunque siete pregati di non attenervi ad un singolo episodio o ad una pagina xx del manga per contestare qualcosa che non vi piace. Vi prego non fatelo.

Spero di aver combinato qualcosa di buono anche in questo capitolo, e se notate degli errori o se avete suggerimenti costruttivi sono ben accetti.
Grazie a tutti coloro che leggono/seguono/recensiscono. A presto.

Violetta_





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Capitolo 5
*** Capitolo 5 -Sguardi celati, finzioni forzate e marionette- ***


Sguardi celati finzioni forzate e marionette



<< MATSURI >>

La ragazza sobbalzò sul posto.

<< S... si Temari-san? >>
<< Cosa stai facendo? >>

La ragazza si inchinò rispettosamente.

<< Sto portando i documenti al Kazekage, Temari-sama >>

La jounin guardò severa la piccola sottoposta.

<< Vedi di non infastidire mio fratello >>
<< Si Temari-san >>

Non appena la ragazza coi quattro codini se ne andò, la ragazza bussò alla porta.

Da dentro il suo ufficio il Kazekage sussurrò un debole << Avanti >> seguito da un impercettibile sussulto quando si ritrovò davanti la figura allegra e raggiante della sua -ex- allieva.

<< Buon giorno Gara-sama, ho l'ennesimo rapporto di Kankuro. Le serve una mano con i documenti? >>

Lui si ritrovò ad abbassare lo sguardo e a rileggere la prima riga di una lettera destinata alla Mizukage.
Non seppe dare una spiegazione a quel comportamento, era come se la testa, e soprattutto gli occhi, si fossero mossi da soli.

<< Mi faresti un favore, grazie Matsuri >> Mormorò tenendo lo sguardo puntato sulla carta mentre lei gli si avvicinava a piccoli passi prendendo un plico di fogli.


*


<< Quella piccola mocciosa mi rende isterica >>
<< Ancora? A me sembrava che andaste d'accordo >>
<< Andiamo d'accordo, lei si inchina e annuisce... >>
<< … e tu le rompi l'anima >>

Shikamaru si beccò una ventagliata sulla fronte.

<< Il problema è che ronza troppo vicina a mio fratello... non lo deve infastidire >>

I due ragazzi si trovavano in un ufficio dell'accademia, per la precisione nell'ufficio di Temari.
Shikamaru era stato incaricato di presiedere agli allenamenti dei genin di Suna per la selezione dei ninja da presentare ai prossimi esami dei chunin evento da sempre fondamentale per incrementare l'economia di Konoha e da alcuni anni anche di Suna.

<< Ho completato la formazione delle prime sei squadre, dacci un'occhiata >>
<< Comunque ti ricordo che se non fosse stato per lei noi due... >>
<< … noi due staremmo ancora nella pace degli angeli >> sibilò Temari.

Matsuri, insieme a Yukata e Sari, avevano favorito quella “fuga di informazioni” il che aveva obbligato la Sabaku ad ammettere i suoi sentimenti e reso più facile per loro passare da “flirt occasionali” a “bislacca relazione”.
Purtroppo da quando era successo Kankuro e Gaara erano diventati iperprotettivi ed avevano sviluppato un odio assoluto nei confronti del Nara.

Non che facessero gesti plateali: si limitavano alle occhiate assassine però Temari, memore della grande pazienza Sabaku, sapeva che la situazione poteva degenerare da un momento all'altro.
Per non farli esplodere quando erano a Suna avevano deciso di mantenere una certa distanza fingendo di avere un rapporto puramente professionale.

A Konoha erano più liberi: potevano passeggiare tranquillamente, andare a casa Nara -dove Yoshino la trattava con la massima premura senza essere troppo invadente-, andavano nei giardini a guardare le nuvole -si alla fine il cervo era riuscita ad ammorbidirla un po'- ma dovevano cercare comunque di non dar troppo materiale ai ninja più pettegoli.

Questo snervava moltissimo la ninja del vento.

All'inizio tenere una certa segretezza era divertente, eccitante anche, ma quella finzione “forzata” era come un corpetto troppo stretto, come una gabbia troppo piccola.

<< Quella ragazzina ha solo agito per il tuo bene, per qualche assurda ragione ti è affezionata e tu ti comporti come una faina >>
<< Quindi quando devi svignartela di nascosto alle tre di notte dalla mia camera tu sei felice? >>
<< Sono felice di avere la possibilità di poter stare in camera tua fino alle tre di notte. Prima era impensabile >>

Temari fece una smorfia.


<< Che seccatura >>


*


<< Sei tornato >>


Sumire se la rideva seduta su un tronco d'albero, era riuscita a nascondesi e appena il ragazzo si era fatto più vicino gli aveva tirato una pigna in testa.
Adesso il povero marionettista si massaggiava la parte lesa guardando verso l'alto. Nonostante tutto il ragazzo sorrideva.

<< Mi sei mancata >>
<< Sono passate solo due settimane >>

La ragazza scese agilmente dall'albero.

<< Guarda che so fare >>

Kankuro le aveva regalato una piccola marionetta che usava da bambino, una specie di brutta copia di un gattino. La ragazza lo stava muovendo in modo magistrale, e gli aveva addirittura apportato alcune modifiche: come gli artigli e qualche altra piccola arma nascosta.

<< Impari in fretta vedo >>
<< Lo so >> disse lei con tono da saputella.

Il marionettista fece un mezzo sorriso compiaciuto, quella ragazza era davvero un bel tipetto.
Sumire mosse agilmente le dita ed allungò i fili di chakra, così facendo la marionetta si arrampicò sul tronco di un albero come se fosse un animale vero.

<< E adesso facciamo tornare Chibineko dal papà >>

Continuò a muovere agilmente la marionetta facendola saltare da un ramo all'altro per poi farlo atterrare sulla testa del ragazzo.

<< Simpatica >>

Lei accennò appena un sorriso e si avvicinò a lui.
Fece cinque o sei passi fino ad arrivare proprio di fronte a lui, il ragazzo era parecchio più alto di lei tanto che la ragazza dovette alzare la testa ed alzarsi sulle punte per stare faccia a faccia con lui.
Kankuro dal canto suo rimase immobile osservando i suoi occhi color oceano.
Con un gesto fluido e veloce lei allungò le mani verso il suo viso e poi proseguì verso la sua testa in modo da prendere la piccola marionetta.

<< Ho sempre amato questi animali ma non mi è mai stato permesso prenderne uno >> disse con una punta di malinconia.

Si allontanò nuovamente e si sedette su una grossa colonna caduta.

<< Perchè le marionette? >>

Il ragazzo si mise le mani in tasca inclinando appena il capo.

<< Mh? >>
<< Perchè hai scelto come armi le marionette? Sono scomode, ti rendono un facile bersaglio, ci vuole tanta pazienza ed un sacco di tempo per pulirle e curarle... >>

Decisamente non aveva peli sulla lingua.
Lui le si sedette accanto, prese quella piccola marionetta rigirandosela tra le mani.

<< Adoro le marionette, le ho sempre adorate >>
<< Che risposta meravigliosa e profonda, davvero significativa >>

Non poté fare a meno di ridacchiare, adorava quel tipo di sarcasmo.
Si guardò intorno prendendosi qualche istante prima di rispondere, poi chinò il capo guardando le sue mani.

<< Da bambino adoravo guardare il Bunraku, era molto divertente e una bella distrazione... >>

Non precisò il perchè un bambino di cinque anni avesse bisogno di distrazioni, non aveva ancora avuto modo di raccontarle di suo padre o di suo fratello.

<< ... quando scoprii che era possibile utilizzarle come armi decisi che sarei diventato un marionettista e ne approfondii le tecniche. Nel mio villaggio c'era un solo clan capace di costruirle e utilizzarle ma Chiyo-sama, una degli ultimi elementi della sabbia rossa, si è sempre rifiutata categoricamente di allenarmi >> fece spallucce << Tuttavia questo non mi ha impedito di continuare ad allenarmi >>

La ragazza gli sorrise e lo guardò con ammirazione.

<< Questa si che è una bella risposta >>
<< E tu? Hai qualche tecnica preferita a parte rubare? >>
Per tutta risposta lei gli fece la linguaccia << Io eccello in tutte le arti! >> disse con un tono convinto ma ben poco convincente, tanto che il ninja di Suna si mise a ridere di cuore.

<< Bene “miss eccellenza” fammi vedere... >>







***
Angolo dell'autrice.

L'autrice vi augura una buona Pasqua. Mangiate tanto cioccolato mi raccomando!

Grazie a tutti coloro che leggono/seguono/recensiscono.

A presto.

Violetta_

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 -Nevicata in piena estate- ***


Nevicata in piena estate




<< E' così carina... >>


Shikamaru roteò gli occhi al cielo.

<< Sembra ricoperta di cioccolato >>
<< Questo potrebbe sembrare razzista... >> disse svogliato il ninja di Konoha.
<< … e i suoi capelli profumano di fragola... >>
<< Choji stai iniziando a delirare >>

Quando l'Akimichi gli aveva confidato che si era preso una cotta per la ninja della nuvola Shikamaru ne era stato contento, quando aveva scoperto che la suddetta ninja sembrava ricambiarlo ne era rimasto sorpreso, perchè il paffuto ragazzo non aveva mai riscosso molto successo con le donne, ma aveva anche sorriso sinceramente felice per l'amico.
Però adesso, dopo mesi di sospiri, paroline dolci e altre discussioni “caramellose” stava sinceramente cominciando a stufarsi.

<< Eddai Shika non fare così. Il fatto che tu non parli mai della ragazza bionda non vuol dire che dobbiamo essere tutti apatici >> disse prendendo da un sacchetto un grosso involucro di carta e dopo averlo scartato iniziò a mangiare il panino al suo interno con voracità. << Mmmmmh che buono, è bella e sa cucinare benissimo e poi... >>

Shikamaru pensò seriamente di conficcarsi due Kunai nelle orecchie ma alla fine optò per una soluzione meno drastica: cercò di cambiare discorso.

<< Piuttosto che novità dalla Nuvola? >>
<< La mia piccola... >>
<< Se mi parli nuovamente di Karui ti ammazzo >>
<< Uff le trattative col villaggio vanno bene anche se l'ultima volta il Raikage per poco non mi ha lanciato fuori dalla finestra >>
<< Che avevi fatto? >>
<< Ho imbrattato un muro con della salsa >>

Il ragazzo non poté fare a meno di portarsi due mani sul viso e scuotere la testa.

Proprio in quel momento l'attenzione di Choji venne catturata da una serie di gridolini alquanto fastidiosi.
Poco più avanti Ino se ne stava a braccia conserte intenta a camminare nervosamente avanti e indietro. Sai era seduto li vicino intento a disegnare su un piccolo quaderno.

<< Gnnnn insopportabile! >>
<< Non capisco il perchè del tuo malumore >>
<< Odio fare da ambasciatrice. Lo detesto. LO DETESTO >>

Choji le si avvicinò domandandole il perchè di quel comportamento e per tutta risposta la ragazza si mise a gridare ancora più forte.

Shikamaru sapeva il perchè di quel nervosismo.
Ad Ino era stato affidato il compito di ambasciatrice del villaggio della roccia circa cinque mesi prima, il che comportava recarsi più e più volte in quel villaggio.
Per i primi due mesi non c'erano stati problemi, ma negli ultimi tempi la ragazza aveva iniziato a manifestare un certo fastidio nei confronti di quella missione e casualmente coincideva con lo stesso periodo in cui al suo ex fidanzato era stato affidato lo stesso compito proprio nello stesso villaggio.

Il genio non poté fare a meno di ridere e purtroppo la cosa non sfuggì alla bionda.

<< Cosa c'è di tanto divertente? >>
<< Ti stai comportando come una genin >>
<< Come hai detto scusa? >> L'occhio destro di Ino aveva iniziato a muoversi in modo piuttosto inquietante.
<< Comunque se andare ad Iwa ti a proprio tanto fastidio, perchè non chiedi a Naruto di farti fare a cambio con Choji? Vi scambiate i villaggi... >>

Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che l'Akimichi si mise ad urlare un potente ed alquanto drammatico ed esagerato.

<< NOOO! >>

*

Si era abituato molto in fretta e molto bene a quella nuova routine.
Nonostante ci volessero quattro giorni di viaggio e nonostante le negoziazioni con lo Tsuchikage passare del tempo a Tsuki con quella ragazza era una ricompensa più che sufficiente per lui.

<< Ah! >>

Sumire si fiondò alle spalle di Kankuro sferrando un potente pugno, il ragazzo però fu più veloce e riuscì a parare il colpo per poi afferrarle il polso e gettarla a terra, lei non demorse e con un agile balzo si rimise in piedi sferrandogli un calcio sull'addome, questa volta non riuscì a parare il colpo e fu scagliato contro un albero.
La kunoichi fece un mezzo sorriso soddisfatto e corse contro di lui sferrandogli nuovamente un pugno, ma per l'ennesima volta lui la afferrò per i polsi immobilizzandola con le spalle contro l'albero.

Erano così vicini che Sumire poté notare una sfumatura verde che spiccava nelle iridi castano scuro degli occhi del marionettista.

<< Dannazione >> si limitò a commentare quando si rese conto che aveva perso.

Lui ghignò divertito ma subito dopo la lasciò andare indietreggiando di due passi.

<< “Miss eccellenza” ha fatto fiasco... >>

Lei si sedette a terra delusa.

<< Hai avuto solo fortuna >>

Kankuro si sdraiò accanto a lei, allungò una mano prendendo la punta della coda di cavallo e rigirandosela tra le dita.
Il motivo di quella nuova acconciatura era semplice: nonostante la sua agilità e la sua tecnica con i ninjutsu la ragazza era ancora una genin.
L'accademia di Iwa funzionava in modo diverso rispetto a Suna o a Konoha, il suo sensei era un uomo molto impegnato e lei non aveva mai potuto partecipare agli esami dei chunin.
Così il ninja di Suna si era offerto di allenarla.

<< Sei abile, molto abile. Devi solamente allenarti di più >>

Lei si girò verso di lui alzando un sopracciglio.
Lui alzò gli occhi al cielo assumendo un'espressione esasperata.

<< Sono serio >>

Nonostante Kankuro si divertisse a prenderla in giro, spesso e volentieri faceva battute sarcastiche e la punzecchiava, pensava davvero che la ragazza fosse forte.
Lo aveva messo in difficoltà parecchie volte battendolo in almeno la metà delle loro “sessioni di allenamento”.
La ragazza spiccava soprattutto per velocità e forza nelle gambe, era estremamente agile e aveva appreso con molta facilità la manipolazione del chakra.
Apprezzava molto le marionette anche se più che a utilizzarle come armi si divertiva a muoverle come fossero giocattoli.
Kankuro aveva avuto parecchi allievi ma non era stato mai così orgoglioso di uno di loro come lo era con lei. Tuttavia si guardava bene dal farglielo notare.

<< Però non ti impegni abbastanza, scommetto che hai dedicato pochissimo tempo a rafforzare i muscoli delle braccia. Ho ragione? >>

Ora bisogna sapere che la ragazza presentava un particolare decisamente interessante.
Le sue unghie risultavano più affilate e resistenti rispetto a quelle di una persona normale e questo le rendeva delle neko-te* naturali e molto pericolose.
Tuttavia a forza di preferire il taglio alla potenza del colpo non aveva mai allenato le braccia che risultavano uno dei suoi punti deboli.

Sumire assottigliò gli occhi ed aprì la bocca come per ribattere ma non proferì parola, al contrario richiuse le labbra e gli si avvicinò lentamente, puntando gli occhioni blu su quelli castani di lui.
Poggiò la mano sinistra sul suo petto in modo da sovrastarlo completamente mentre la mano destra dapprima la poggiò sulla sua guancia avvertendo appena un leggero pizzicore, poi fece scorrere i polpastrelli sul suo viso come a delineare la mascella ed infine risalì sfiorando il labbro inferiore con l'indice.

<< Forse con un piccolo incentivo imparerei ancora meglio >>

Kankuro era abituato a certi atteggiamenti, in passato aveva avuto una storia con Ino che non era esattamente una monaca di clausura.
Ma c'era qualcosa in quello sguardo, in quei gesti, qualcosa di tremendamente familiare ma contemporaneamente così estraneo che gli procurava una stranissima sensazione allo stomaco.
Vedendo che il ragazzo restava immobile Sumire allontanò la mano imbarazzata.

<< Gomen... ero convinta non ti sarebbe dispiaciuto, ho esagerat... >>

Non riuscì a terminare la frase che il caldo e forte abbraccio del ragazzo la accolse, i loro visi erano così vicini che Kankuto le sfiorava il volto con la punta del naso.

Una folata di vento un po' più forte aveva mosso le piante di gelsomino, narciso, margherite e silene e adesso tutti questi petali bianchi si muovevano nell'aria dando l'impressione che nevicasse.

<< Non mi dispiace infatti >> disse prima di chiudere le labbra della ragazza nelle sue.

Nonostante la muscolatura ben sviluppata Sumire percepiva un senso di morbidezza e calore provenire da quel buffo ragazzo, ricambiò l'abbraccio sollevandogli la testa in modo da avvicinare maggiormente il viso al suo e si ritrovò completamente catturata dal profumo penetrante di legno e di deserto.

Quando si staccarono Sumire gli scrutò il viso quasi volesse imprimersi in modo indelebile quell'istante nella memoria poi si accoccolò tra le braccia poggiando la testa sul suo petto.

<< Fa freddo >>
<< Ma se siamo in piena estate? >>
<< Non vedi che nevica? >>

Kankuro osservò la miriade di petali bianchi che volteggiava lenta sopra di loro e scoppiò a ridere.

<< Baka >>







***
Angolo dell'autrice

Non credo che questo capitolo riscuoterà molto successo tuttavia ci tenevo molto a pubblicarlo.
Ho cercato mettere “un po' di Konoha” nella ff per non limitarla in un solo contesto ma permettere al lettore di dare una sbirciata anche fuori da Suna o da Hana. Spero di aver fatto cosa gradita.

Da qui in poi la storia prenderà una piega un po' particolare.

*Neko-te: Sono delle unghie di ferro fissate alle dita tramite delle bande in pelle. Venivano usate principalmente dalle kunoichi e talvolta ricoperta da del veleno. Nel caso di Sumire sono le sue unghie naturali.

Grazie mille a chiunque legga, segua, recensisca.
Un bacione. A presto.

Violetta_

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 -Kekkon- ***


Kekkon



Erano passati sei mesi dalla decisione di Gaara di prender moglie.
I consiglieri si erano illuminati, ed avevamo promesso che avrebbero organizzato la cosa nel migliore dei modi.
Il che aveva obbligato Temari a passare interi pomeriggi chiusa nel suo ufficio a sfogliare una miriade di rirekisho.

La vita degli altri due fratelli aveva continuato a scorrere tranquillamente immersi tra lavori d'ufficio e missioni.

Erano a Konoha da un paio di giorni: Gaara doveva parlare con Naruto e i suoi fratelli erano la scorta.
Dopo le formalità burocratiche, che con Naruto si riducevano al minimo indispensabile, l'Hokage decise di offrire il pranzo ai tre ospiti e agli altri noti ninja di Konoha.

<< KEKKON? >>
<< Naruto, potresti evitare di urlare? >>

Troppo tardi: Ino, Sakura, Karin, Ten ten e Rock lee, le pettegole del villaggio insomma, si erano già ammassate per approfondire il discorso.

<< E' un miai. Appena la famiglia sarà pronta, faremo omiai, dopodiché decideremo se fare yuino o kotowari >>
<< Quindi non la conosci nemmeno... >>
<< E come saprai che ne sei innamorato? >>
<< Aaaah l'amore... la manifestazione della giovinezz... >>
<< Chiudi il becco Lee...>>

Vedendo il disagio del fratello Temari decise di intervenire.

<< Adesso basta, possibile che si debba sempre spettegolare? Per una volta parliamo di cose serie >>

Ino fece un sorriso sornione.

<< Wakatta... Temari-chan tuo fratello si sposa, quando vi decidete tu e Shika? >> disse con un tono di voce tanto melenso quanto viscido.

Temari e Shikamaru risposero in contemporanea presi più dalla forza dell'abitudine e dall'imbarazzo che per altro.

<< Non stiamo insieme! >>

Provocando le occhiate assassine dei due fratelli.

<< Nara... >> Sibilò Kankuro.

Il genio fece un rapido training mentale cercando un appiglio per cambiare discorso.

<< Eee tu? So che frequenti una gentil donzella >>

Sentendo quelle parole Ino si alterò leggermente allontanandosi dal fidanzato Sai per avvicinarsi col busto e la testa verso la fonte di quelle nuove informazioni.
Kankuro arrossì.

<< E' vero ultimamente fai un sacco di missioni >> disse Temari.
<< Sono un jonin è un mio dovere >> rispose il marionettista con tono neutro.
<< Si ma sono quasi tutte situate ad Iwa >>
<< Mi sto occupando delle trattative per il paese dei fiori. Gaara mi ha chiesto di farlo >>

Stava cercando il più possibile di evitare il discorso, più che per superstizione che per altro.
Dopo Ino aveva avuto solo qualche storiella senza la minima importanza e non era ancora pronto ad affrontare l'argomento.

<< Veramente dopo la prima missione che ti ho affidato, più di sei mesi fa, hai insistito tu perché ti mandassi sempre nel paese della terra >> disse Gaara in modo ingenuo.

Beccato.

Kankuro serrò la mascella. Voleva bene al fratello ma in quel momento avrebbe voluto volentieri ficcarlo dentro kuroari per farlo tacere.

<< Parti sempre col sorriso stampato, torni raggiante, ed ultimamente ti ho visto impacchettare un saaacco di regali >>

Temari ormai era in modalità “rompi le scatole al neko”.

<< Uh uh chi è la fortunata? >> Urlò Naruto.
<< E' una ragazza, è una genin, ed è di Iwa. Il caso è chiuso >>
<< Una genin? Ti metti a frequentare le bambine? Pervertito! >> disse Kiba.
<< Ha diciotto anni, non c'è tutta questa differenza d'età >>
<< Pessima ninja >> disse Ino quasi divertita.
<< Ottima ragazza, sia di carattere che d'aspetto >> disse di rimando il marionettista.

Ino si morse l'interno della guancia.

<< Sakura chan, e noi quando ci sposiamo? >>

In realtà l'attuale Hokage aveva spostato le sue attenzioni verso un'altra ragazza, più timida ed introversa, ma non mancava occasione per stuzzicare la ninja medico...

<< BAKA NARUTO! SHANNAROOO! >>

...e la ninja medico non mancava occasione per suonargliele di santa ragione.


*


<< MAI! >>
<< Hime-sama, cerchi di ragionare, suo padre sarebbe così orgoglioso di lei, e poi il Kazekage è anche un bel giovinotto... >>
<< Io non sono un sacco di patate, non posso essere presa e venduta come se la mia opinione non contasse nulla! >>
<< Koneko adesso stai esagerando! >>

La ragazza si bloccò stringendo i pugni. 

<< Padre... >>
<< Tu sposerai quel ragazzo, e questo legame servirà a rafforzare l'alleanza tra le due terre. Chiuse le discussioni! >>


*


<< E così alla fine l'hai trovata una ragazza adatta per tuo fratello >> disse Shikamaru sdraiato sul letto con una mano dietro la nuca e l'altra che reggeva una sigaretta.

La prima volta che aveva visto Temari manifestare la sua gelosia e la sua iperprotezione nei confronti del fratellino era rimasto spiazzato e anche vagamente spaventato.
Poi, dopo aver elaborato l'evento ne aveva riso poiché la considerava una strana manifestazione del Karma.

<< Non esattamente >> rispose Temari sistemandosi il reggiseno << E' stata una scelta dei consiglieri. Un... ordine che mi hanno affidato >> tentennava cercando le parole giuste ma alla fine si arrese all'evidenza << … forse avrei dovuto ribellarmi >>

Il ragazzo spense la sigaretta sul posacenere e l'abbracciò da dietro poggiando la fronte sulla sua schiena nuda.

<< Perchè credi che abbia accettato? >>
<< Gaara? Non ne ho idea. Forse basta dirgli “per il benessere del villaggio” per farlo agire >>

O forse si era reso conto che i suoi fratelli non sarebbero stati al suo fianco per sempre e lui non aveva intenzione di rimanere nuovamente solo, o forse aveva qualche altro piano di cui lei era all'oscuro.
Qualunque fosse la motivazione Temari si andava convincendo sempre di più che quella non era una buona idea e che avrebbe dovuto essere molto più decisa e dura con i consiglieri.

Si era persa tra quei pensieri e venne risvegliata da Shikamaru che aveva iniziato a baciargli la schiena lungo la spina dorsale sino ad arrivare alla nuca.

<< Dunque se gli chiedessi la tua mano “per il bene del villaggio” direbbe di si? >>

In risposta la ragazza gli diede una gomitata prima di sorridere e voltarsi.

<< Genio nelle battaglie, idiota nella vita reale >>
<< Brutta battuta Tem, sai fare di meglio >>

*

Che non avesse avuto una vita normale questo lo sapevano tutti.
Che non avesse un'idea precisa di cosa fosse la normalità l'aveva capito col passare dei giorni, mesi, anni.
Lui aveva provato a spiegarglielo, a guidarlo e doveva ammettere di aver raggiunto qualche piccolo successo, ma sapeva che non era sufficiente.

Voleva essere accettato ma invece di parlare aveva preferito un piano suicida usando l'esame dei chunin come copertura.
Voleva degli amici ma invece di uscire e socializzare aveva preferito diventare Kazekage e chiudersi in un ufficio.

Era ammirato e stimato dai più ma non aveva intrattenuto delle vere relazioni se non con una piccolissima rosa di privilegiati.
Aveva sempre sostenuto che la reputazione e la facciata fossero dei concetti antiquati che non gli appartenevano ma in realtà lui sapeva quanto ci tenesse al giudizio della gente.

Teneva sempre le persone a distanza, si era creato una zona di conforto e da quella difficilmente usciva.

Forse era per questo che aveva deciso di accettare quella situazione.
Un matrimonio combinato lo liberava dall'oneroso compito di dover instaurare un rapporto intimo: non avrebbe dovuto esporsi, non avrebbe dovuto aprirsi più di tanto ma avrebbe comunque avuto una persona che lo tenesse lontano dalla solitudine e dalle malelingue per sempre.

Si sentì triste per lui.

Non sapeva cosa fosse la complicità. La VERA complicità.
Quella che si ottiene con un semplice scambio di sguardi, quella che si ottiene terminando l'uno le parole dell'altro.

Kankuro chiuse gli occhi e tirò un calcio al ridicolo cuscino verdastro che l'hotel metteva a disposizione ai piedi del letto.

Se quella era la strada che il fratello aveva scelto non lo avrebbe ostacolato ma di sicuro non gli avrebbe dato il suo appoggio.

Si grattò la testa e si rigirò nel letto.
L'indomani sarebbe tornato a casa e se non dormiva avrebbe sicuramente rallentato i suoi fratelli.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 -Vetri rotti- ***


Vetri rotti


Tre giorni dopo i tre fratelli tornarono a Suna.
Gaara aveva chiesto la massima riservatezza poiché ancora non era stata organizzata alcuna cerimonia, ma dopo aver visto la faccia del suo collega nonché amico Naruto, pose tutte le sue speranze sul buonsenso di Sakura.

<< Non vedo l'ora di stendermi sul letto >>
<< Eh... la pigrizia è contagiosa... >>
<< Piantala Kankuro >>

Da lontano videro Baki avvicinarsi con passo svelto.

<< Kazekage Gaara >>

Lui venne colto da uno strano stato d'ansia ma seppe controllarsi com'era solito fare.

<< Dimmi >>
<< E' arrivata la lettera di conferma, la hime arriverà tra due giorni >>

Il cuore di Gaara mancò di un colpo, ma il ragazzo riuscì anche questa volta a nasconderlo bene.
Kankuro storse il naso, era ancora estremamente contrario all'idea che il suo fratellino si legasse a vita con una sconosciuta.

<< Io devo andare a riparare Kuroari, ho lasciato il lavoro a metà >> disse salutando con un cenno della mano il suo ex maestro e attraversando le mura del villaggio.

Temari mise le mani sui fianchi sbuffando.

<< Io vado dalla mia squadra, devo affidargli degli allenamenti extra >>

*

Rimasto solo Gaara congedò il suo ex sensei e si diresse nel suo ufficio. Qui trovò Matsuri, intenta a spillare un plico di fogli, che lo accolse con un sorriso raggiante.

<< Bentornato Gaara-sama >>
<< Grazie >>

Il ragazzo si sedette sulla sua sedia pronto a riprendere il tran tran quotidiano.

<< Novità? E' tornato presto da Konoha >>

Quella domanda lo mise a disagio, non sapeva spiegarsi il motivo ma le sue mani diventarono inaspettatamente fredde.

<< Si... si c'è una novità >>

Un fastidioso nodo allo stomaco stava aumentando il disagio del ragazzo, e dire che non aveva avuto tutta questa difficoltà a parlare con Naruto.

Matsuri intanto stava spostando dei pacchi arrivati quella mattina sia per il Kazekage che per i consiglieri: aveva ripetuto centinaia di volte al fattorino di non sistemarli nell'ufficio del Kazekage ma nello stanzino di fronte, ma quello ogni volta sembrava farlo apposta.

<< Tra due giorni arriverà … >>

Perchè gli riusciva così difficile?

<< … la mia futura sposa >>


Crash.


Gaara sobbalzò.

Rumore secco, fastidioso, di vetri rotti.

Matsuri aveva lasciato cadere la scatola che stava spostando ed adesso era immobile, rigida come un tronco d'albero, e gli dava le spalle.

<< Ah... >>

Il Kazekage rimase in silenzio, era stato colto da una piccola tachicardia e vedere la reazione della sua allieva aveva aumentato il disagio.

<< Non... >>

Sollevò la scatola buttandola in un angolo.

<< … non sapevo si dovesse sposare... sensei... >>

Gaara percepì chiaramente tutta la delusione della ragazza, ma non ne afferrò il motivo.

<< Ho preferito non spargere la voce prima del previsto >>

Finalmente la ragazza si girò e lui poté notare gli occhi farsi sempre più lucidi.

<< Matsuri stai bene? >>
<< Si... si sensei. Sono solo molto sorpresa >>
<< Posso capire, comunque sono stati i consiglieri a suggerir... >>
<< Devo andare >>

La ragazza fuggì letteralmente da quella stanza sbattendo la porta.

E Gaara sentì il nodo allo stomaco farsi dolorosamente più stretto.

*

Temari stava camminando all'interno di uno dei corridoi del palazzo quando venne spinta malamente da una Matsuri in lacrime.

<< Ehi ma... che modi sono? >>

La ragazza non si era nemmeno voltata per scusarsi.
Mossa dall'orgoglio, perché nessuno poteva permettersi certi atteggiamenti con lei figuriamoci senza nemmeno scusarsi, iniziò a seguire la ragazza.

Ora, la giovane chunin non eccelleva in quanto a forza o ninjutsu però se c'era una cosa in cui era brava quella era la velocità.
Era estremamente svelta e scattante e Temari faticò un po' a starle dietro.
Quando si fermò la vide inginocchiata all'interno di una stradina nascosta.
Piangeva a dirotto e le lacrime cadevano a terra nonostante le mani della ragazza coprissero il viso, singhiozzava in modo rumoroso ed incostante.

Temari da primo acchito trovò la scena alquanto irritante.

Poi capì.

La crudele kunoichi non sopportava quella ragazzina dagli occhi vispi e la parlantina un po' troppo spigliata. Ma era pur sempre una donna e come tale riusciva a riconoscere il dolore e la disperazione quando le si palesava davanti.
Le si avvicinò cautamente mettendosi di fronte a lei.
Matsuri non avvertì immediatamente la presenza estranea.

<< Te l'ha detto non è vero? >>

Alzò lo sguardo e vide Temari-sama che la guardava con aria stranamente comprensiva.
Singhiozzò un paio di volte.

<< Temari-sama... >>

Lei si limitò a fissarla.

<< Che ci fa qui? >>
<< Ti ho vista e ti ho seguita >> saltò volontariamente la parte dello spintone << Non mi hai ancora risposto >>

La castana si alzò pulendo la gonna con le mani, teneva la testa bassa.

<< Di che parla? >>

Temari si irritò. Non aveva una grandissima considerazione della ragazza ma sapeva che non era stupida.

<< Non fare la baka con me >>

Dal suo canto Matsuri chinò lo sguardo in segno di resa. Sospirò appena ed infine rispose.

<< Hai... tra due giorni … arriva... >> Matsuri alzò lo sguardo e Temari vi scorse profondo dolore << Sarà meglio che vada ad allenarmi >>

Si congedò con un inchino e s'incamminò con passo lento ed incerto sotto lo sguardo di Temari che decise di tornare a palazzo non appena la chunin svoltò l'angolo.
Durante la strada del ritorno tutti i suoi già presenti dubbi sul matrimonio combinato si accentuarono.

Una volta a palazzo bussò all'ufficio del fratello.

<< Avanti >>
<< Ciao, sono passata a vedere come va … >>

Gaara era più pallido del solito, e la sua espressione seria e composta aveva lasciato il posto ad una stanca e lievemente depressa.

Venne colta da un dubbio tremendo che la mise leggermente in ansia.









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Capitolo 9
*** Capitolo 9 -Omiai- ***


Omiai


Una carrozza bianca stava varcando le mura di Suna.

C'era un caldo torrido quel giorno, i raggi solari erano così forti da rendere difficile vedere e quasi tutti gli abitanti del villaggio avevano preferito ripararsi al fresco delle proprie case.
La carrozza si fermò il tempo necessario per permettere a coloro che erano al suo interno di presentarsi ai Jonin di guardia poi continuò il suo percorso.

<< E' arrivata >> disse Temari con delicatezza.

Gaara stava guardando la finestra con aria assente, girò la sedia in direzione della sorella e annuì. Si alzò stancamente e uscì dal suo ufficio, incontrando lo sguardo pieno di disapprovazione del fratello.
I tre si diressero a passo svelto fuori dal palazzo.

<< Se dovesse essere un cesso lo sai che non la puoi portare indietro come se fosse un pacco postale? >>

Temari diede una gomitata al fratello scemo.
La carrozza si fermò proprio davanti al palazzo, i pochi abitanti del villaggio che erano in strada si girarono incuriositi, ma poi accelerarono in passo.
Il primo a scendere fu lo Tsuchikage.

<< Tsè tsè tsè maledetta schiena... salve Kazekage >>
<< Tsuchikage. Non dovevate scomodarvi >>
<< Oh si invece. Come nakodo è mio dovere presentare la hime* >>

La scorta era formata da Akatsuchi, Kitsuchi e Kurotsuchi.
Nel sentire quelle parole, che potevano far intendere che la futura sposa fosse parecchio più grande del kazekage, la kunoichi si mise a ridere dicendo: << Non si preoccupi Kazekage-sama è giovanissima >>

Sia il nonno che il padre la guardarono severi.

<< Kurotsuchi! >>

La ragazza fece spallucce.

<< E' vero. Che ho detto di male? >>

Il Kage della roccia fece un sospiro rassegnato, poi guardò i ninja di Suna con voce seria.

<< Vi presento Koneko-hime >>

Dalla carrozza scese una ragazza vestita con un candido e lungo kimono, i capelli acconciati con due strettissimi odango e un velo sul volto.
Due meravigliosi occhioni celesti sbucavano da quel tessuto leggero.
Nonostante la visione delicata la ragazza era rigida, immobile e non sembrava felice di essere lì.

<< Saluta Koneko >> la rimproverò il vecchio Oonoki.

Per tutta risposta lei fece un veloce inchino. Gaara fece lo stesso.
Calò un silenzio raggelante: la ragazza non emetteva alcun suono, Gaara non emetteva alcun suono, lo Tsuchikage aveva iniziato a guardare con estremo interesse una piccola nuvoletta che aleggiava solitaria sopra il palazzo, quindi Temari decise di intervenire.

<< Accomodatevi, non possiamo certo rimanere qui fuori dal palazzo >>

Dentro la situazione non migliorò di molto: il gruppo si accomodò in una sala adibita per gli ospiti, Koneko si sedette compostamente sul divano accanto a Kurotsuchi e allo Tsuchikage , gli altri due ninja della roccia erano in piedi così come Temari e Kankuro, mentre Gaara era seduto nel divanetto di fronte.

<< Allora Kazekage, come programmato la mia adorata figliola farà omiai trascorrendo un po' di tempo qui a Suna, per ambientarsi >>

Il kage fece una piccola pausa guardando rispettivamente il Kazekage e poi la ragazza.

<< Questa unione rafforzerà i legami tra Iwa e Suna e sono certo che ciò renderà molto più semplici anche le trattative... >>

La vena doppiogiochista dell'uomo non era morta del tutto.

Prima che potesse rispondere il Kazekage venne interrotto da qualcuno che bussava alla porta.

<< Avanti >>

Era Matsuri.
La ragazza aveva un aspetto estremamente stanco ed era moto pallida, negli ultimi due giorni non si era fatta vedere e questo accentuò il suo cambiamento agli occhi di Gaara.

Fece un rispettoso inchino.

<< Salve. Kazekage-sama, ecco i documenti che mi aveva chiesto >>

Sedute a tavolino, documenti e discussioni.
A Kankuro venne la nausea, sembrava più una vendita che un matrimonio.

La ragazza poggiò i documenti sul tavolino piazzato tra i due divani e si dileguò.
I due Kage rilessero gli tsurisho dopodiché si alzarono.

<< Porterò i documenti ai Daimyo e farò recapitare un rapporto dettagliato >> Si girò verso la ragazza << Ci vediamo presto tesoro >>

Le diede un bacio sulla fronte per poi rivolgersi nuovamente al Kazekage.

<< Abbiatene cura. Adesso dobbiamo andare >>

I ninja della roccia fecero un inchino ed uscirono dal palazzo scortati da Kankuro.

*

Koneko, Gaara e Temari rimasero dentro la camera in religioso silenzio.

La ragazza fissava il Kazekage con uno sguardo che metteva a disagio, dal canto suo Gaara sosteneva quell'occhiata egregiamente, mentre Temari si sentì inaspettatamente di troppo.

<< Io, io credo che andrò nel mio ufficio >>

Uscì dalla camera chiudendo la porta. Gli altri due rimasero immobili ancora per qualche istante.
Poi Gaara decise di prendere la parola.

<< Allor... >>

Non riuscì a realizzare immediatamente ciò che successe subito dopo.
Si ritrovò spalmato sul divano, il piede della ragazza tra le sue gambe pericolosamente vicino ad un punto molto sensibile e i suoi occhi a meno un centimetro dal suo viso.

<< Mettiamo le cose in chiaro Mister Panda... >> aveva una voce dolce, ma allo stesso tempo era dura e tagliente << Prova a sfiorarmi e ti salterà la mano, prova a darmi degli ordini e ti salteranno i denti, prova a sposarmi... >> gli indicò il suo piede con lo sguardo << ... e la prossima volta il mio piede ti farà molto, molto male >>

Si rimise in piedi aggiustandosi il kimono e aggiunse.

<< Sono stanca, qual'è la mia camera? >>

Gaara la osservò per qualche istante con uno sguardo che lasciava intendere la frase: “In che guaio sono andato a cacciarmi?”

Si limitò ad alzarsi e le fece segno di seguirlo, le mostrò la camera degli ospiti: era tutta arancione con il letto ed i mobili rossi.

<< Bleah >>

Gaara fece finta di non sentire, più che altro per evitare un incidente diplomatico.

<< Qui c'è la camera, per qualsiasi cosa può chiamarmi >>


Perchè le dava del lei?


<< ...e ovviamente avrà una scorta, in modo da poter uscire in totale sicurezza >>
<< Tipo il ragazzo in piedi dietro di te? >>
<< Oh. Kankuro è impegnato con una missione e dovrà allontanarsi spesso da Suna, ma non si preoccupi... >>
<< Io voglio quella dei documenti >>

Gaara la guardò stranito.

<< Come? >>
<< La tizia che ha portato i documenti, vuoi appiopparmi una balia? Lei andrà benissimo >>
<< Matsuri? Ma lei è inespert... >>
<< Allora vuoi litigare? >>


Insopportabile.


<< D'accordo >>

*

Temari bussò alla porta dell'ufficio del fratello, poi entrò.

<< Allora? Com'è la futura cognata? >>

Gaara la fissò intensamente per qualche istante, poi sibilò col tono pieno di astio.

<< Una vipera >>








*Può essere intesa sia come principessa sia come ragazza appartenente ad una famiglia di alto lignaggio.

***
Angolo dell'autrice.
Da qui in poi inizia la parte tragicomica della fanfiction.
Vorrei fare una piccola riflessione personale senza sembrare una presuntuosa ma... solo io leggendo le poche informazioni del Gaara hiden ho trovato delle somiglienze con la mia ff? Ok forse mi sto facendo solo un sacco di seghe mentali.
Ringrazio tutti coloro che leggono-seguono- recensiscono.
Riguardo questo ultimo punto ho notato un calo dunque sarei felice di sapere come mai, se magari dipende dal modo di descrivere le scene o altro.
Vi ringrazio ancora e vi saluro.
Un bacione e a presto.

Violetta_







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Capitolo 10
*** Capitolo 10 -Brutte convivenze- ***


Brutte convivenze



La ragazza si prese tutto il tempo per sistemarsi nella sua camera e questo lo avevano notato tutti i componenti della famiglia Sabaku.

Soprattutto Gaara.

Per delicatezza, ma anche stufi per l'attesa, Temari aveva pensato bene di andare a svolgere le sue mansioni poco lontano dal palazzo mentre Kankuro era andato in una delle serre del villaggio.
Così il giovane Kazekage era rimasto solo in attesa che la sua futura compagna uscisse dalla camera.
Su suggerimento della maggiore aveva deciso di essere paziente perchè, a detta della sorella, probabilmente la ragazza era timida e nervosa, forse anche spaventata.

Udì il “clack” della porta e scattò in piedi come se fosse un soldato sull'attenti. Allungò la testa verso il corridoio e la vide in lontananza intenta a sistemarsi uno degli odango, fece un rapido dietrofront e si sedette sullo zabuton davanti al tavolino nel salone dei ricevimenti in attesa.
Lei arrivò poco dopo, si bloccò un istante davanti la porta e lo scrutò dall'alto in basso, poi si sedette compostamente di fronte a lui.

<< Koneko... >>
<< Hime-sama, stupido panda >>

Lui la guardò torvo, ma si controllò.

<< Hime-sama mi rendo conto che la situazione può risultare scomoda. Tuttavia non avete motivo di essere in apprensione... >>

Venne interrotto dall'irritante risolino emesso dalla ragazza, alzò lo sguardo incrociando i suoi occhi: anche se coperto dal velo vide perfettamente un ghigno stampato in faccia che svanì subito dopo.

<< Io non sono in apprensione >>

Gaara inspirò.

<< Wakatta >>

Rimasero in silenzio uno di fronte all'altra per diversi minuti.
Nella parete vicino la finestra della grande camera vi era uno spartano ma gradevole orologio rosso con le lancette nere. Date le dimensioni solitamente non veniva notato, ma in quel preciso istante il ticchettio che emetteva sembrava rimbombare secondo per secondo come fossero massi che gradualmente cadevano dal cielo, ordinati, in fila, e sempre più pesanti.

Koneko aveva gli occhi chiusi e il capo leggermente chino.
A prima vista sembrava il perfetto ritratto di una dolce, candida e placida principessa, ma un occhio attento come quello del kazekage riusciva a notare gli odango talmente stretti che i capelli sembravano corde di violino, le ciglia vibravano leggermente, la schiena dritta e la muscolatura rigida.

<< C'è dell'altro? Mi sto annoiando >>
<< Ascolti hime-sama non ho intenzione di... >>

Vennero interrotti dal rumore della posta che si chiudeva e dal rumore dei passi.
Dalla porta sbucarono quattro codini ed il viso di una Temari decisamente più dolce del solito fece capolino.

<< Siamo tornati Gaara >>

La hime si girò appena mentre Gaara sollevò lo sguardo.
Ci fosse stata una bara sullo sfondo sarebbe stata la scena perfetta per un funerale

<< Volevo solo informarvi che si cena tra mezz'ora >>

*

Gaara e Koneko si avviarono verso la sala da pranzo l'uno accanto all'altra una volta dentro la stanza vennero accolti da un sorriso dolce, fin troppo dolce, della kunoichi della sabbia.

<< E' un piacere avervi qui con noi hime-sama >>

Kankuro e Gaara si scambiarono uno scambio d'intesa: la sorella sembrava avesse preso una botta in testa con evidenti compromissioni a livello celebrale che avevano portato a quel cambiamento caratteriale.
La hime parve non notare quel teatrino. Salutò rispettosamente i due Sabaku inchinandosi elegantemente.

<< Accomodatevi tra qualche minuto è pronto >> disse il marionettista con un tono neutro mentre si dirigeva verso la porta che portava in cucina.

La ragazza si diresse verso il tavolo e Gaara fece lo stesso sedendosi di fronte a lei e portando le mani intrecciate di fronte alla bocca com'era solito fare quando si trovava in situazioni di tensione.
Inizialmente Temari aveva dato l'input al cervello di sedersi per farsi servire dal fratello, ma vedendo quella scena e quell'aria glaciale decise che era meglio raggiungere il suddetto fratello in cucina.

<< Arrivo subito, voi fate pure conversazione con calma >>

Era da anni che Gaara non provava certi impulsi, ma in quel preciso istante avrebbe volentieri strozzato la sorella per averlo lasciato solo in quella situazione imbarazzante.

*

Kankuro, senza trucco né cappello stava tranquillamente appallottolando il sumeshi per il sushi dimostrando notevole disinvoltura e manualità, al contrario di Temari che non faceva altro che mescolare, scrostare e controllare le padelle, il tutto con una stupenda macchia di salsa di soia sulla fronte.

<< Stai bruciando il tonkatsu >>
<< Merd... >>

La ragazza prese la pentola tutta affannata e nel farlo urtò una pila di piatti che stava per finire rovinosamente a terra se non fosse stato per i fili di chakra del marionettista che li sospese a mezz'aria per un istante per poi subito dopo poggiarli in un ripiano più sicuro.
Mentre con la mano sinistra continuava ad appallottolare riso.

<< Và di la Temari. Sei una causa persa >>
<< No. Voglio cucinare >>

Il marionettista si limitò a sospirare mentre affettava il tonno.

<< Assicurati che Gaara stia almeno tentando di socializzare >>

L'amazzone del deserto sbuffò e tirò malamente il mestolo sul ripiano avviandosi verso la porta.

<< Prima pulisciti il viso >> disse lui ridacchiando tirandogli uno straccio.
<< Ti detesto baka >>

Prima di aprire la porta Temari inspirò profondamente ed espirò abbassando la maniglia.
I due erano seduti l'uno di fronte all'altra col capo leggermente chino: Gaara sembrava estremamente interessato al colore della parete di fronte a se mentre la hime aveva gli occhi chiusi, il capo chino ed era perfettamente composta al suo posto.
Evidentemente le era stata impartita un'educazione molto severa.

<< Goumen stiamo perdendo più tempo del previsto... >>

Gaara fissò la sorella in modo inespressivo.

<< Nessun problema >>

Lei rimase ferma sul posto boccheggiando un paio di volte, poi alzò il braccio come a voler dire qualcosa.
Koneko aveva aperto gli occhi e si era girata per guardarla.

<< Vado a controllare il pesce >>

Detto ciò fece dietrofront con ancora il braccio a mezz'aria e chiuse la porta un po' più forte del normale.

<< Io sento odore di carne >> si limitò a dire la hime con naturalezza.

*

Quando Kankuro vide con la coda dell'occhio la sorella entrare trafelata dalla porta e prendere in mano il cucchiaio di legno non seppe se ridere o arrabbiarsi.

<< Hai fatto un controllo lampo >>
<< Li dentro c'è un'aria talmente gelida che non sembra nemmeno di stare a Suna >>
<< Non ti riconosco più sorellina. Da quando lasci il tuo piccolo fratellino solo ed indifeso esposto al pericolo? >>

Lo guardò con due occhi assassini.

<< Chiudi il becco baka >>

*

Dalla cucina provenivano solo rumori di piatti e mestoli alcuni fin troppo forti il che non era un bel segno.
L'attesa si stava rivelando più lunga del previsto così Gaara si sentì in dovere di dire qualcosa.

<< Chiedo scusa per l'attesa >>
<< Non è l'attesa a snervarmi ma la compagnia >> disse secca.

Lui serrò la mascella: altro che dolce, timida, spaventata fanciulla. Quella piccola vipera faceva tanto la santarellina di fronte a terzi mentre quando stavano soli tirava fuori il dente avvelenato.

Sta calmo Gaara. Forse è solo una tua impressione.

I due rimanevano immobili come se fossero due statue di cera e, nonostante fossero l'uno di fronte all'altra, non si guardavano nemmeno per errore.

Da dietro la porta Temari osservava la scena da ormai diversi minuti. Era dolce, quasi materna...

<< Non possiamo rimanere rinchiusi qui dentro >>

o semplicemente non aveva voglia di cenare con quell'aria di tensione.

<< Perchè? >>
<< Perchè tieni il vassoio con la cena tra le mani >>

Se era Kankuro a fare la parte del fratello intelligente vuol dire che era veramente messa male.

I due fratelli uscirono dalla cucina e si diressero verso il tavolino. Temari poggiò il vassoio e fece un inchino in segno di scuse mentre Kankuro si limitò a sedersi accanto al fratello.
Il silenzio imperava su tutto in quella camera, e se non fosse stato per il movimento delle hashi quello sarebbe sembrata una camera del museo delle cere.
Una volta terminata la cena la ragazza si alzò.

<< Sono molto affaticata dal viaggio, vado in camera mia >>

Gaara stava per rispondere che andava bene ma dopo aver visto l'eloquente occhiata della sorella decise di fare diversamente.

<< Vi accompagno >>

I due uscirono dalla cucina e dopo pochi istanti Temari andò a sbirciare appena fuori dalla porta.
Kankuro dal canto suo roteò gli occhi al cielo e si diresse in cucina a lavare i piatti.

<< Grazie dell'aiuto eh? >>

La kunoichi della sabbia non rispose nemmeno troppo intenta nella sua “missione”.

I due intanto camminavano fianco a fianco percorrendo il luno corridoio in religioso silenzio.

<< Siete sicura di star bene? >> disse infine il kazekage, più per educazione che per vera preoccupazione.

La ragazza si limitò a guardarlo con la code dell'occhio.

<< Non preoccuparti >>
<< Praticamente non avete toccato cibo >>
<< Ma guarda che fidanzatino premuroso mi è capitato >>

Gaara assottigliò lo sguardo in due fessure e si fermò davanti la porta della camera degli ospiti.

<< Buonanotte hime-sama >>
<< Buonanotte... >>

Koneko aprì la porta ed entrò in camera.

<< ... stupido panda >>

Chiuse velocemente la porta sbattendogliela in faccia.
Un piccolo vortice di sabbia si formò ai piedi del kazekage.

No decisamente quella non era una sua impressione.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 -Compiti ingrati- ***


Compiti ingrati



<< Io l'avevo detto >>


Kankuro stava preparando lo zaino con l'occorrente per un'altra missione.
Se avesse continuato in quel modo sarebbe stato sicuramente nominato ufficialmente come l'ambasciatore rappresentante di Suna ad Iwa.



Fu colto da un brivido: fare lo “Shikamaru” della situazione era un bene o un male?


Perso da quel pensiero non si accorse della sorella che continuava a blaterare una lista di motivazioni assurde per giustificare quella, ancor più assurda, situazione.

<< … e poi è normale che sia così taciturna: è appena arrivata, non conosce nessuno... >>

Kankuro si girò fissando la sorella dritto negli occhi.

<< Io. L'avevo. Detto. >>
<< Oh insomma! >>
<< Perchè sei venuta da me? Vuoi alleggerirti la coscienza? >>

Temari mise la mani sui fianchi con aria visibilmente offesa.

<< Io... >>
<< Tu ti sei fatta fregare dagli anziani e te ne sei resa perfettamente conto. Ma Sabaku no Temari non può semplicemente ammettere di aver commesso un errore... sarebbe una tragedia! >> disse velatamente ironico

Una piccola venuzza iniziò a pulsare vicino l'occhio destro della bionda, tuttavia non ebbe di che obbiettare così il fratello le venne incontro continuando a parlare.

<< Comunque ormai la ragazza è qui, e come ho già detto a Gaara non la si può portare indietro come un pacco postale >>

Temari si mise due dita sul mento.

<< Perchè non provi tu a...? >>
<< AH! Na na na lo sapevo! >> disse lui con tono alterato alzando la mano e scuotendo l'indice a destra e a sinistra << Non ho intenzione di entrare in questa storia. Non voglio avere niente a che fare con la principessa, col matrimonio o con chissà quale altra follia >>
<< Quindi farai finta che non esista? >>
<< Dopo il matrimonio, sempre che Gaara non decida di optare per il kotowari, le stringerò la mano e la chiamerò “gishi-sama” >> disse in modo sarcastico << … ma fino a quel momento non voglio saperne >>

Temari storse il naso.

<< E io cosa dovrei fare allora? >>
<< Dì a Gaara di parlarle. Fa in modo che si conoscano meglio >>
<< Non la vuole vedere, dice che “la ragazza è antipatica”. Ma a me sembra solo molto timida >>
<< E allora che vuole fare? Tenerla segregata in camera sino al ritorno dello Tsuchikage? >>
<< No. Le vuole affidare una scorta >>
<< Chi? >>
<< Matsuri >>

Kankuro fece una lunghissima pausa grazie alla quale il suo sopracciglio destro ebbe modo di sollevarsi in tutta comodità formando un'espressione di totale disappunto sul suo viso.

<< Quel ragazzo ci gode nello sguazzare nei drammi >>

E per la seconda volta Temari non ebbe di che obbiettare.


*


Non era stato facile per lei sostenere gli eventi che le si erano palesati dopo la guerra.
Aveva riportato parecchie ferite, alcune anche abbastanza gravi, aveva affrontato un periodo di convalescenza da sola, si era dovuta occupare dei compagni più giovani e intanto aveva cercato di sfruttare al massimo ogni momento libero che aveva per aiutare -star il più vicino possibile- a Kazekage-sensei. Questo ultimo fatto ostacolato notevolmente dalla sua iperprotettiva e non molto dolce sorella maggiore.
Poi i medici le avevano dato l'ok per riprendere con gli allenamenti e Temari aveva ripreso appieno il suo ruolo di ambasciatrice dandole l'opportunità di stare col suo sensei più liberamente e con maggior frequenza.
Lui aveva persino cominciato a chiamarla col “chan”, sembrava che la situazione stesse prendendo la miglior piega possibile quando il mondo le crollò di nuovo miseramente addosso.
E cose se non bastasse adesso il fato sembrava volesse prenderla per i fondelli, burlarsi di lei in uno sfortunato e quasi paradossale gioco di eventi.

<< Mi rendo conto che è una missione molto impegnativa ma sono certo che farai un ottimo lavoro >>

Matsuri si domandò perchè il suo sensei non la guardasse negli occhi.

<< Non si preoccupi, mi assicurerò che la principessa si senta a suo agio e completamente al sicuro >> disse sentendo completamente estranee quelle parole, come se le avesse pronunciate un'altra persona o un registratore. << … c'è altro che devo sapere? >>

Gaara ebbe un momento si esitazione.

Che è una vipera? Portati un sedativo che non si sa mai? Mettile una museruola te ne prego?

Alla fine il suo buonsenso prevalse.

<< No Matsuri è tutto. La tua missione inizia immediatamente >>

Nel dire quella frase il sensei aveva alzato appena il capo e la ragazza poté scrutare i suoi occhi: era sempre il solito Gaara, serio e distaccato, ma aveva un che di malinconico, triste, irritato.
Si domandò se fosse normale per un ragazzo in procinto di sposarsi.
Si inchinò rispettosa prima di rispondere.

<< Allora vado nelle camere della hime a presentarmi >>

Detto ciò si girò e aprì la porta percorrendo il lungo corridoio.

Quando la porta si chiuse alle sue spalle Gaara sentì un rumore sordo, cupo, molto intenso, come se davanti a te fosse stata chiusa per sempre la porta della sua cella.


*


Nella stanza arancione Koneko digrignava i denti guardando distrattamente il centro del villaggio: vi erano molti bambini ed un intenso via vai di gente, in lontananza il fratello del kazekage si stava avviando verso le mura con uno zaino sulle spalle ed il passo svelto, poi notò un gruppo di chunin che si dirigeva verso il campo di addestramento con fare allegro e senza accorgersene si protrasse ancora di più col viso fuori dalla finestra.

<< Hime-sama? >>

Ebbe un lieve sussulto e poi si voltò verso la porta, stavano bussando.
Si affrettò a mettere il velo candido sul viso e poi disse un gelido e secco:

<< Avanti >>

La porta si aprì e la giovane chunin si costrinse ad entrare nella camera. Era nervosa, ma cercò disperatamente di mantenere la calma, dopotutto quella era una missione.
Si inginocchiò di fronte a quella ragazza e si sforzò per parlare.

<< Salve hime-sama, io sono la ninja assegnata... >>
<< Matsuri >> disse Koneko con un tono allegro e frizzante.

Le andò incontro abbracciandola e la kunoichi di Suna per un primo momento rimase interdetta con le mani a mezz'aria non sapendo come reagire, subito dopo si ricompose allontanandosi di due passi.

<< Hime-sama il suo comportamento non è opportuno >> Dura, secca, decisa... e lievemente acida.

Dal canto suo la hime fece spallucce.

<< Lo so ma ho pensato che... >>
<< Hime-sama ... sono qui per farle da scorta, per qualsiasi cosa conti su di me >>

La ragazza la osservò delusa, poi sospirò.

<< ... arigatò >>
<< Posso fare qualcosa? >>
<< No... no Matsu >>
<< Preferisco Matsuri >> disse lei risoluta.

Ci fu una piccola pausa interrotto dal tono educato, ma ostile, della giovane kunoichi.

<< Se cambiate idea sono dietro la porta >>
<< Puoi rimanere anche qui. E' assurdo che tu faccia il palo in un posto sorvegliato come questo palazzo >>


*


Definire la cena di quella sera imbarazzante era un eufemismo.
Koneko sedeva immobile e con gli occhi chiusi proprio di fronte a Gaara che teneva la medesima posizione.
Dalla cucina la figlia maggiore dei Sabaku si guardava la scena indecisa se entrare.

Koneko aprì gli occhi non appena udì dei lievi rumori dalla cucina ed assottigliò lo sguardo quando incrociò quello del Kazekage.
Lui tentò di ignorarla per quanto possibile ma la situazione stava diventando fin troppo pesante.

<< Koneko... >>
<< Hime-sama, prego >>

Lui serrò i pugni.

<< Hime-sama ... come avete passato il pomeriggio? >>

Non era bravo a fare conversazione, era risaputo, preferiva sempre che fossero i suoi gesti a parlare, ma in quel momento sentiva l'esigenza di riempire quel silenzio imbarazzante.

<< In camera mia >>

Era evidente che la sua “futura consorte” non fosse dello stesso avviso.
Fortunatamente l'altra componente della famiglia Sabaku decise finalmente di sbucare fuori dal suo nascondiglio.

<< Ecco la cena principessa, spero sia di vostro gradimento >> Disse Temari in modo cortese.

Lei annuì.

<< Come vi sembra Suna? Avete avuto modo di visitare il centro? >>

Temari era decisamente più spigliata del fratello minore.

<< Non ancora >>
<< Beh avete in mente qualche luogo in particolare? >>
<< Il tuo nome è Temari giusto? >>

Presa alla sprovvista la kunoichi batté due volte gli occhi rispondendo un impacciato “si”.

<< Bene Temari, trovo davvero cordiale il tuo comportamento ma detesto >> aprì la mano facendo un gesto per indicare l'intera tavola ed i presenti << … tutto questo >>

Diretta, decisa. Tanto da far sentire a disagio persino l'amazzone del deserto ed il gelido Kazekage.


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Capitolo 12
*** Capitolo 12 -Diplomazia- ***


Diplomazia





Nuovo giorno a Suna, l'aria portava ancora con se il fresco della notte appena trascorsa e le grida dei bambini sembrava voler preannunciare una giornata di gioia e leggerezza.

Forse.

Dal suo ufficio il Kazekage osservava un gruppo di bambini giocare con la palla, si era preso un momento di pausa visto che doveva solo consegnare le missioni.

<< Dovresti parlarle >>

Assottigliò lo sguardo riconoscendo la voce della sorella.

<< Provaci almeno, stai per prendere un impegno serio con lei … >>

Sospirò appena e si voltò soppesando le sue parole.

<< Ci penserò >>
<< Bene >> Temari gli rivolse un piccolo sorriso sistemandosi il ventaglio sulle spalle << Ci vediamo tra qualche giorno >>

*


<< Stai bene? >>
<< Si >>
<< Sicura? >>
<< Si >>
<< Ne se cert... >>

I suoi tratti dolci ed i suoi occhioni rendevano il suo viso estremamente grazioso e per nulla portato per essere minaccioso. Tuttavia in quell'istante Matsuri fulminò Yukata con un'espressione così spiazzante da indurre tutti i presenti al silenzio.

Il momento della colazione all'accademia per loro era da sempre un'occasione per riunirsi e parlare, dopo gli esami dei chunin avevano mantenuto la tradizione, solo che adesso si ritrovavano in un chiosco poco lontano dal palazzo del Kazekage.

Sari serrò le labbra, Ittetsu si mise a tamburellare le dita sul tavolo, Koshi, che era concentrato nella lettura di un libro, la fissava più e più volte con la coda dell'occhio.
E proprio quest'ultimo interruppe il silenzio.

<< Non si hanno molte informazioni riguardo la futura consorte del Kazekage. Che tipo è? >>

La kunoichi digrignò i denti per poi inspirare profondamente e rispondere.

<< E' un tipo bizzarro, e preoccupante. Sta sempre con quel velo addosso >>
<< In realtà si tratta di tradizione, ad Iwa ci tengono moltissimo a cose come i titoli, le gerarchie e l'etichetta. Più di noi >> Disse distrattamente Mikoshi sfogliando il suo libro << … anche il velo non deve spaventarti, è obbligata a portarlo >>
<< Certo che è un vero peccato, e dire adesso potrei esserci io in quel magnifico palazzo tra le braccia del forte e potente Kaz... >>

Sari venne interrotta poco delicatamente da una ninja che si schiarì in modo evidente la gola.

<< Voi indisciplinati, piagnucoloni e pelandroni che ci fate con le mani in mano? >>

La ninja per poco non cadde dalla sedia mentre gli altri chunin si alzarono in piedi

<< Temari-sama non abbiamo missioni per ogg... >>
<< Tutti i Jounin sono ai confini per occuparsi della divisione delle terre, tocca a voi occuparvi dell'organizzazione del villaggio. MUOVETEVI >> Poi si voltò verso Matsuri << Tu. Va dalla hime >>

Non appena la kunoichi si fu allontanata Ittetsu ne approfittò per parlare.

<< Delicata come un bocciolo di rosa... beh minna andiamo a palazzo tutti insieme appassionatamente! >>

*


Gaara inspirò profondamente prima di bussare alla porta, nessuna risposta.
Bussò una seconda volta, ancora niente.
Dovette bussare più volte poiché dall'altra parte sembravano non esserci segni di vita.
Alla fine decise di chiamare la ragazza ma non ebbe nemmeno il tempo di aprire la bocca che la porta si spalancò violentemente davanti a lui.

<< Allora? La finiamo con questo baccano? >>

Lui dovette far appello a tutta la sua pazienza.

<< Volevo solo sapere se state ben.. >>
<< Si, sto bene. Altro? >>
<< Siete sicura di non voler uscire dalla camera? >>
<< Uscirò da questa camera tranquillo. Quando arriverà la baby sitter >>

La pazienza del ragazzo era ufficialmente finita.

<< Come volete >> Disse stringendo i pugni e tornando nel suo ufficio.

In corridoio vide il gruppo di chunin che si fermò immediatamente davanti l'autorità.

<< Ohayoo kazekage-sama >> Disse in modo sin troppo melenso Sari beccandosi le occhiate di disapprovazione degli altri.

Gaara non era dell'umore per discutere: si limitò ad annuire e a dirigersi verso la scrivania del suo ufficio.

<< Sari devi andare ad occuparti degli allievi in accademia >>

La liquidò immediatamente. la neochunin storse appena il naso prima di inchinarsi ed uscire dal suo ufficio.

<< Ittetsu tu dovrai sostituire Yaoki nel turno di guardia al confine est. Yukata e Mikoshi voi avete una missione di livello B >> Disse porgendo il rotolo al ragazzo.
<< Hai. Yahoo! >> Rispose con entusiasmo Yukata mentre Mikoshi sospirava rassegnato.

Quando Ittetsu chiuse la porta vi fu un momento di imbarazzante silenzio. Gaara guardava un punto indefinito dritto davanti a se indeciso sulle parole da usare.

<< Come ti sembra? >>

Lei si umettò le labbra.

<< E' una ragazza bellissima Kazekage, è di buona famiglia sono sicura che... >>
<< Matsuri sai che non era questa la mia domanda >> Disse guardandola dritta negli occhi.

La ragazza dal canto suo non riusciva ad afferrare.


Le stava forse chiedendo un giudizio sulla sua fidanzata? Un parere? Un…
permesso?

E a che pro?


Alla fine però decise di essere sincera ma diplomatica, col suo sensei era la via più saggia.

<< Non sembra felice >>

Lui annuì.

<< Cerca di farla sentire a suo agio >>
<< Sarà fatto Kazekag... >>
<< Puoi continuare a chiamarmi per nome >>

Lei si morse appena il labbro.

<< Date le circostanze, è meglio di no >> disse secca uscendo dal suo ufficio e chiudendo la porta.

Gaara venne colto da un'ennesima, dolorosa, morsa allo stomaco.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 -Intanto a Konoha...- ***


Intanto a Konoha...


<< Novità? Novità novità? >>
<< Naruto, sei il mio Hokage, ma questo non significa che non possa sferrarti un pugno in faccia >>
<< Daaai sono solo curioso di sapere cosa ti ha scritto quella caaara ragazza di Suna >>

Shikamaru si schiarì la gola.
Aveva da poco ricevuto una lettera privata da parte di Temari, non era la prima volta che succedeva, i due tenevano una corrispondenza più o meno frequente, tuttavia il genio di Konoha aveva avuto l'idea ben poco geniale di aprirla in uno dei corridoi del palazzo dell'Hokage e il suddetto hokage l'aveva colto in flagrante.
Erano ben dieci minuti buoni che cercava di convincere Naruto che non vi era scritto nulla di importante ma il biondino aveva cocciutamente deciso di non demordere.

<< Come ho appena detto il Kazekage sta pensando di chiedere di posticipare l'esame dei chunin per via dei suoi impegni con la hime, quando avrà preso una decisione manderà Tobimaru con una comunicazione ufficiale >>
<< Si ma ho visto la lettera, sono ben TRE... >> e fece il gesto con le mani << ...TRE fogli. Non è possibile che ci sia scritto così poco >> i suoi occhi si assottigliarono << Ih ih non è che magari ci sono delle fotografie... diciamo... private? >>

Shikamaru gettò un'occhiata di fuoco come ben poche volte aveva fatto in vita sua.

<< No >> disse secco << e adesso potrei avere la mia missione così me ne posso andare a lavorare? >>
<< Ma tu detesti lavorare... dai dai, racconta tutto al tuo Hokage preferito >>

Il ragazzo spostò lo sguardo verso Sakura chiedendole, anzi supplicandole, aiuto con lo sguardo.
Nonostante il braccio destro dell'Hokage fosse il capoclan della famiglia Nara quest'ultimo non era per nulla affidabile se si trattata di burocrazia, svogliato com'era finiva sempre per consegnare i documenti in ritardo dunque lei si era offerta di svolgere questo oneroso compito.
Aveva appena poggiato un grosso plico di carte sulla scrivania quando si voltò verso l'hokage.

<< Naruto! Devi finire di consegnare le missioni per poi controllare la situazione dell'ospedale. Ci servono fondi per preparare le nuove reclute e aumentare le infermiere! >>
<< Uffaaa >>
<< Insomma! Volevi diventare Hokage no? Hai rischiato la pellaccia e anni della tua vita per diventarlo. Ora che hai realizzato il tuo sogno ti sottrai alle tue responsabilità? >>
<< Ho realizzato il mio sogno. Ora ne ho uno nuovo! >>

Naruto parlò in modo così convinto che sia Sakura che Shikamaru lo osservarono con aria estremamente curiosa.
Quest'ultimo poi gli fece la fatidica domanda: << e quale sarebbe? >>


Naruto si alzò in maniera teatrale, prese un profondo respiro e poi con voce solenne proclamò: << Aprire un chiosco di ramen e fare da confidente a tutti i miei clienti! >>

Vi fu un breve, brevissimo, momento di silenzio seguito da un potentissimo “SHANNAROOO”.


*


In lontananza Hinata, che si stava allenando con Kiba, vide una piccola esplosione nei pressi del palazzo dell'Hokage.
Il ragazzo interruppe la tecnica della moltiplicazione selvatica.

<< Ma non sei gelosa? >>

Hinata fece spallucce chinando lo sguardo.

<< Forse Naruto-kun voleva defilarsi dal lavoro >>


*


Shikamaru ne approfittò per prendere il rotolo con la sua missione e defilarsela, una volta che il fumo fu diradato Sakura prese per l'orecchio il suo superiore e lo bloccò di fronte una pila di fogli.

<< E adesso mi trovi i fondi per l'ospedale. D'accordo Naruto-sama? >>

Il ragazzo si massaggiò la testa in lacrime.

<< Sakura chan... ma tu mi vuoi morto... >>

*

Shikamaru si girò e rigirò il rotolo tra le mani.

Missione livello: B
Luogo: Paese della foglia, confini.
Tempo stimato: Non definito.

Il fatto che Gaara e Naruto fossero grandi amici era un gran colpo di fortuna per i due villaggi e soprattutto per i Jounin.
Le trattative per le terre neutre confinati erano così semplici che gli incontri finivano quasi sempre per essere discussi da Teuchi.
Tuttavia occorreva comunque effettuare qualche sopralluogo e stendere una serie di rapporti di tanto in tanto.

Era una seccatura ma andava fatto.
E comunque sarebbe stato in buona compagnia.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 -Chirashi-zushi- ***


Chirashi-zushi



Matsuri guardava distrattamente fuori dalla finestra della stanza arancione, c'era un silenzio assordante e la stanza era piuttosto calda. Si ritrovò a dover far appello a tutto il suo autocontrollo per non sbadigliare.
Koneko era seduta su un divanetto e leggeva un libro preso dalla libreria del palazzo.
La kunoichi si ritrovò a fissarla: indossava una delicata veste bianca sotto il quale si poteva intravedere un seno pieno e la vita sottile, gambe lunghe ed una compostezza e un'eleganza degne di una principessa.
Il viso era coperto dal velo ma gli occhi erano scoperti mettendo in mostra quelle lunghe ciglia e quei capelli che sembravano fili di seta.
Gettò un rapido sguardo alla finestra vedendo il suo riflesso: i suoi capelli sembravano essere stati asciugati con un aspirapolvere e si ritrovò a provare molta invidia.

<< Puoi anche sederti >>

Batté due volte gli occhi come se fosse stata risvegliata da uno stato di trance la guardò per due secondi prima di voltar nuovamente lo sguardo verso la finestra.

<< Sto bene così >>
<< Io mi sarei già addormentata >>
<< Sono una chunin. Per me è del tutto normale fare da guardia >>

La hime fece spallucce.

<< Come vuoi... >>

*

<< Situazione difficile? >>
<< Orrenda. Gaara continua a sostenere che quella ragazza ha un carattere troppo difficile e in pratica si parlano il minimo indispensabile >>
<< E' davvero così antipatica? >>

Temari fece spallucce.

<< A me sembra solo una ragazza intimorita dalla situazione. E' timida e spaventata >>

Shikamaru non riusciva a trovare un sistema per risolvere la situazione senza commettere un incidente diplomatico.

<< Che succederebbe se si annullasse l'omiai? Voglio dire se si parlasse con lo Tsuchikage? >>

Temari lo guardò con aria stupita.

<< Proprio tu mi fai questa domanda? Si rischia di spezzare un delicato equilibrio: gli abitanti di Suna si sentirebbero spiazzati. Insomma un ragazzo che non sa prendere sul serio un impegno come il matrimonio come fa ad essere credibile? >>
<< In effetti... >>
<< Gli abitanti di Suna ammirano e rispettano il loro Kazekage ma certe cose non sono tollerabili. Inoltre la guerra è finita da poco tempo, adesso gli abitanti hanno bisogno di sicurezza >>

Shikamaru diede un calcio ad un sasso per poi sdraiarsi sul tronco di uno dei pochi alberi di quella zona.
Il terreno non sembrava nascondere metalli preziosi ma era molto adatto all'agricoltura ragion per cui il Kazekage avrebbe sicuramente cercato di prenderne una buona parte.

Temari si piazzò davanti a lui << Dobbiamo stendere un rapporto. Di là... >> disse indicando un grosso cespuglio << ...ho visto delle bacche con delle strane foglie credo che in questo posto crescano delle erbe mediche >>
<< Mh... >>
<< Shika vai a vedere se quelle sono erbe mediche >>
<< Mh... >>
<< SHIKA... >>

Per tutta risposta lui la prese per il polso attirandola a se ed iniziando a baciarle in modo piuttosto lascivo il collo.

*

<< Posso entrare? >>

Gaara alzò la testa notando la figura del fratello, gli fece cenno di entrare e chiudere la porta.

<< Bentornato >>
<< Arigato otouto. Ti ho portato i documenti, lo Tsuchikage mi ha chiesto di portare notizie riguardo alla hime per la prossima volta >>

Il kazekage guardava i fogli con aria distante.

<< Cosa devo dirgli Gaara? >>

Inspirò profondamente. Non poteva di certo dire la verità.
Lo tsuchikage era un ottimo alleato e durante la guerra aveva dimostrato evidenti segni di cambiamento, tuttavia non poteva pretendere un cambiamento radicale da uno della sua età. Era troppo attaccato alle tradizioni e aveva più volte dimostrato quanto fosse affezionato alla hime.
Se avesse mandato a monte l'omiai in maniera così repentina probabilmente ci sarebbero state conseguenze anche sulla loro alleanza.
Doveva essere cauto e agire col giusto tempismo.

<< Hime-sama sta bene e per maggior sicurezza le ho dato una scorta >>
<< Va bene >>

Anche Kankuro da parte sua sembrava pensieroso, aveva una strana aria corrucciata.
Gaara lo osservò mentre si sedeva sul divanetto e guardare fuori dalla finestra con le sopracciglia aggrottate.

<< Che ti prende? >>
<< Mh? Nulla >>

Alzò un sopracciglio per nulla convinto.
Il marionettista non se ne accorse troppo occupato a sgranchirsi le braccia e a sbadigliare.

<< La tua fidanzata dov'è? >>

Gaara roteò gli occhi avvertendo il tono sarcastico.

<< Con Matsuri >>

Il marionettista alzò un sopracciglio.

<< Mh capisco >> si alzò grattandosi la nuca << ho fame vado a preparare la cena. Devo preparare anche per voi o tu e la hime avete per caso programmi? >>

A Gaara sembrò di udire un irritatissimo tono di scherno.

<< Nessun programma >>

*

<< E' quasi ora di cena non hai fame? >>

Dopo aver letto un pessimo libro su due giovani che si scoprivano innamorati dopo essere stati costretti insieme in un'isola deserta ed i primi cinque o sei capitoli de “... e venne chiamata due cuori” Koneko era riuscita a convincere Matsuri a sedersi e a mettersi un po' più a suo agio, tuttavia la ninja non aveva attenuato il suo comportamento distaccato.

<< Non tanta >>
<< Sembri una sfinge. Che razza di addestramento vi fanno fare qui? >> sbadigliò e si mise a guardare fuori dalla finestra << Comunque io ho fame >>

Matsuri si alzò e si diresse verso la porta. << Vado ad informare il kazekage allora >>

Non ebbe il tempo di toccare la maniglia che la hime la bloccò.

<< Mi piacerebbe mangiare qui con te Matsuri >>

La kunoichi stava per rispondere di no, che lo scopo dell'omiai era proprio quello di permettere ai due futuri sposi di conoscersi e che ciò non poteva avvenire se non passavano del tempo insieme.
Ma poi la sua inner, la sua parte più egoista, le fece notare che in quel modo la bellissima principessa di Iwa non avrebbe cenato col suo adorato sensei e la cosa non le fece poi tanto schifo.

<< Vado ad informare il Kazekage >>

*

I due fratelli si trovavano nella sala da pranzo.
Gaara era disteso sul divano color panna mentre Kankuro stava disponendo le bacchette sul tavolo.
Matsuri si ritrovò ad arrossire alla vista del viso dolce e rilassato del suo sensei.

<< Sumimasen kazekage-sama >> disse inchinandosi << ...la hime vorrebbe mangiare in camera sua >>

Gaara aprì gli occhi e si mise a sedere guardando il fratello cercando un minimo di appoggio.
Dal canto suo il marionettista si limitò ad aprire una bottiglia di birra e versarla in due bicchieri: uno lo poggiò sul tavolino vicino al fratello e l'altro lo mise praticamente tra le mani di una Matsuri molto molto imbarazzata.

<< Fate come volete io intanto vado in cucina >> si incamminò oltre la porta iniziando ad urlare << Matsu faccio il Chirashi-zushi. Ti va bene? >>

Se possibile la ragazza arrossì ancora di più.

<< Ma io... veramente... non è il caso... >>
<< Sei la benvenuta Matsuri >> disse infine il kazekage facendole segno di sedersi accanto a lui.
<< A... arigatò >>

La ragazza poggiò delicatamente il bicchiere sul tavolo e si sedette accanto al suo sensei.

<< Tutto bene con la hime? >>
<< Hai >>

Lui annuì.

Dopo pochi minuti il marionettista arrivò con due vassoi con sopra due grosse ciotole ciascuno: uno lo poggiò sul tavolo mentre l'altro lo porse alla ragazza che prontamente si alzò andandogli incontro.

<< Spero che la principessina non abbia di che lamentarsi >>

La ragazza prese il vassoio << Arigatò Kankuro-kun >> poi si diresse verso la stanza degli ospiti.

Rimasti soli i due fratelli della sabbia si sedettero a tavola uno di fronte all'altro iniziando a mangiare.
Dopo aver svuotato mezza ciotola di riso Kankuro guardò fisso il minore.

<< E' di cattivo gusto se ripeto che “io l'avevo detto”? >>
<< Kankuro per favore >>

*

Matsuri e Koneko mangiarono in assoluto silenzio nonostante i tentativi di conversazione della hime.

<< Dove avete preso il pesce? Qua il mare praticamente non esiste >>
<< I laghi artificiali permettono la coltivazione di pesce d'acqua dolce e grazie ai nuovi accordi economici coi paesi vicini al mare i mercati sono molto più forniti >>
<< Questo posto è meno desolato di quanto sembri >>
<< Già >>

Koneko inspirò profondamente.

<< Matsuri >>
<< Si hime-sama? >>
<< Senti, non ho idea del perchè mi detesti così tanto, ma vorrei davvero avere un bel rapporto con te >>

Matsuri si umettò le labbra.

<< Io non la detesto >

Rise. << Non sei brava a mentire >>

La kunoichi prese il vassoio con le due ciotole ormai vuote.<< E' piuttosto tardi le auguro una buona serata >>

Dopodiché uscì dalla porta.

<< Buonanotte anche a te Matsu-chan >> Disse con ironia nella solitudine di quella camera.


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Capitolo 15
*** Capitolo 15 -Trasferimenti, pranzi poco appetibili e furti- ***


Trasferimenti, pranzi poco appetibili e furti



<< Naruto-kun non sono molto affamata >>

<< Sciocchezze Hinata oggi ti sei allenata moltissimo e devi mangiare >>

Il neohokage la prese per mano trascinandola letteralmente per la via principale di Konoha. La ragazza sembrava più un peluche che una kunoichi.

<< Teuchi! Due ciotolone di ramen belle piene >> Disse il biondo agitando la mano libera.

Konohamaru, seduto sul tetto di un piccolo palazzo, se la rideva sotto i baffi vedendo la scena.

<< Che testa quadra, non cambierà mai >>
<< Ehi! Konohamaru! >> era Sai con un grosso vaso pieno di fiori tra le mani << mi daresti una mano? >>

Il giovane ninja scese dal tetto con un agile balzo e guardò l'ex componente della radice con aria stranita.

<< Non mi sembra tanto pesante... >>

Sai alzò l'indice tenendo comunque il palmo della mano ben salda sul vaso indicando dietro di lui. Dietro Konohamaru vi erano un centinaio di vasi pieni zeppi di fiori.

<< Ma che ca...? >>
<< Ino si sta trasferendo nel nuovo negozio... >>

Nonostante i suoi impegni da ninja-medico la kunoichi aveva comunque trovato il tempo per curare il negozio di famiglia e aveva trovato un vecchio magazzino molto più grande del vecchio negozio. E ovviamente, in qualità di fidanzatino perfetto della Yamanaka, Sai era stato "gentilmente invitato" ad occuparsi del trasferimento dei mobili, dei vasi e di tutto il resto.

<< Saaai tesoro potresti farmi un favore? >>

Il ninja dai capelli corvini gettò un'eloquente occhiata al più giovane facendo cenno di scappare e l'altro non ci pensò due volte ad obbedire.

Intanto Naruto, che finalmente aveva realizzato uno dei suoi sogni, ovvero avere una persona accanto a se, si era lasciato prendere dal suo solito entusiasmo e ce la stava mettendo tutta per dimostrare le sue premure.


<< Hinata fai “aaaah” >>
<< Naruto-kun io... >>

La giovane coppia si voltò alla vista di due grossi vasi che sembravano fluttuare alla velocità della luce davanti a loro.
A Naruto caddero le hashi dalle mani per la gioia di Hinata che non ci teneva affatto ad assaggiare il bambù sottaceto ordinato dal fidanzato.


*


Era sdraiato sul prato con le braccia dietro la nuca cercando di rilassarsi quando la sentì arrivare.
La osservava saltare da un ramo all'altro con molta eleganza e subito un piccolo sorriso gli si disegnò sul volto per poi sparire così com'era venuto.

 << Sei in ritardo >>

Lei si mise appesa ad un tronco a testa in giù facendo oscillare la lunga coda di cavallo.

<< Ma sentilo! Per una volta che non attendo trepidante al suo arrivo si lamenta >>
<< Per “attendo trepidante” intendi quando mi tiri le pigne in testa o quando appari da dietro una colonna tentando di farmi venire un infarto? >>
<< Direi entrambe >>

Ci fu un momento di silenzio nel quale si udiva solo il frusciare degli alberi e il pigolio di alcuni piccoli lorichetti.
Poi con un agile balzo la ragazza scese dall'albero sedendosi accanto a lui, chinò il capo e la sua espressione spavalda sparì per lasciare il posto ad una decisamente più imbarazzata.

<< Gomen-nasai. Il mio sensei non mi ha permesso di allontanarmi dal villaggio l'ultima volta >>

Il viso del marionettista si rilassò e la attirò a se con irruenza per abbracciarla.

<< Mi sei mancata molto >> disse infine sentendo il suo dolce profumo.
Lei se possibile lo strinse ancora più forte << Anche tu >>

Rimasero in quella posizione per svariati minuti.
Le era mancata più di qualsiasi altra cosa.
Il suo profumo, la sua allegria, le sue battute. Tutto.
E evidentemente anche per lei era lo stesso dato che aveva iniziato a baciarlo appena sotto la mascella procurandogli un solletico che però non gli dispiaceva affatto.

<< Comunque il trucco della colonna non funziona >>

Lei si staccò poggiando le mani sul suo petto.

<< Oggi sei proprio un pignolo >> disse lei voltandosi appena e muovendo i piedi con fare iperattivo << Hai intenzione di dormicchiare tutto il tempo? Mi avevi promesso di insegnarmi una nuova tecnica >>
<< Considerato il tuo enorme ritardo per punizione niente nuova tecnica >>

La ragazza sgranò gli occhi e la bocca. Si alzò sulle ginocchia sovrastando il ragazzo e piegò le braccia con i pugni ben serrati in una posa che mostrava tutta la sua indignazione.

<< Sei davvero ingiusto! E anche esagerato, mi avrai aspettato si e no cinque minuti >>

Lui non batté ciglio.

<< Noi di Suna ci teniamo alla puntualità >>
<< Antipaticooo >>

Si alzò decisa e lo prese per un braccio iniziando a tirare.

<< Alzati >>

Lui non si mosse di un millimetro.

<< Avanti >>

Iniziò a ridacchiare vedendo il viso della ragazza arrossarsi sempre di più.
Alla fine lei lasciò la presa e lo guardò restando immobile.

<< Ti sei già stancata? >>

Lei alzò il sopracciglio destro e Kankuro notò un piccolo, sottilissimo, ghigno dipingersi sul suo bel viso.

<< Ma che? >>

Abbassò lo sguardo e vide un pezzo di stoffa nero tenuto tra l'indice e il medio della mano destra della ragazza.
A primo impatto non realizzò subito ma dopo essersi messo le mani in testa e capì.

<< Ladruncola! >>

Lei si mise a ridere ad iniziò ad indietreggiare, poi si voltò mettendosi a correre. Contemporaneamente lui si mise in piedi e iniziò ad inseguirla.

<< Ridammi il cappello! >>
<< Solo se poi mi insegni la tecnica >>
<< Un ninja non cede ai ricatti >>
<< Allora niente cappello! >>

I delicati petali bianchi si spostavano ad ogni loro passaggio emanando un dolce profumo.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 -Ane-san- ***


Ane-san




Era pomeriggio inoltrato ed il kazekage era intento a leggere dei documenti mentre sorseggiava del the alla menta.

Di tanto in tanto guardava l'orologio poichè tra qualche minuto si sarebbe tenuta una riunione di routine con i consiglieri e, nonostante non fosse il suo momento preferito della giornata, ci teneva ad arrivare in orario.
Rapporti riguardo le terre confinanti, rapporti sui fondi del villaggio, rapporti sulle missioni di livello B e livello A.

Rapporti, rapporti, rapporti... uh guarda una lettera da Konoha...
Na, solo un rapporto di Shikamaru.

Finì di bere il suo the, si stropicciò gli occhi e sbadigliò, poi si mise il completo da Kazekage e si avviò verso la camera del consiglio.
Aveva appena aperto la porta e varcato la soglia quando per poco non scivolò su qualcosa di scivoloso.
Si appoggiò saldamente contro il muro evitando così di finire rovinosamente a terra.
Si voltò e aggrottò la fronte.

Ghiaccio? A Suna?

Si chinò toccando il pavimento e si accigliò ancora di più nello scoprire che era solo semplice acqua.

Temari era appena tornata a Suna e lo incrociò mentre attaversava il corridoio per andare a fare rapporto.

<< Va tutto bene Gaara? >> Chiese preoccupata.
<< Hai ... forse c'è qualche perdita nelle tubature. Manda qualcuno a dare un'occhiata >>

La ragazza alzò un sopracciglio.

<< Ma non abbiamo mai avuto questi problemi... >>
<< Tu manda comunque qualcuno a controllare >>

Si diresse sino alla sala del consiglio dove incrociò Baki intento a sfogliare l'elenco con gli ordini del giorno e cinque o sei consiglieri alle prese col loro consueto chiacchericcio.
Storse il naso notanto che alcuni menbri erano in ritardo e lui detestava i ritardi, tuttavia si sedette al suo posto in silenzio ed incrociò le braccia in attesa.

<< Kazekage state bene? >> chiese il figlio del compianto consigliere Fugi.
<< Hai. Come mai questa domanda? >>
<< Avete i capelli tutti bagnati >>

Lui si accigliò e si portò la mano sulla testa constatando che effettivamente erano molto umidi, si scostò dal tavolo per controllare la sua veste da kage visto il piccolo incidente di poco prima tuttavia il tessuto era completamente asciutto.
Non diede molto peso alla cosa poichè gli ultimi consiglieri varcarono la soglia proprio in quell'istante ed iniziarono la riunione.

*

Dopo aver fulminato un povero genin che passava per i corridoi del palazzo, aver discusso per una buona mezz'ora con un maledetto idraulico dotato di una flemma tale che per un istante i suoi connotati da cinquantenne mutarono in quelle del Nara durante la loro prima sfida, dopo aver appurato che le maledette tubature erano tutte in perfette condizioni e dopo aver perso il sonno, decise di uscire e andare al campo di addestramento.

Stava per entrare in uno dei campi privati quando incrociò Matsuri poco lontano da lì mentre era intenta ad allenarsi.
Si avvicinò di qualche passo e poggiò il gomito sul ventaglio e iniziò ad osservarla.
Veloce era veloce, ma era la prima volta che notava tutta quella energia, tutta quella rabbia che riversava ad ogni colpo.

<< Il lungo raggio Matsuri. Devi allenarti di più negli attacchi a lungo raggio >>

La castana bloccò il suo attacco e si voltò accennando un sorriso e chinandosi in segno di saluto.

<< Bentornata Temari-sama >>
<< Piantala con le smancerie e fa quello che ti ho detto >>
<< Hai Temari-sama >> disse lei con un tono velatamente canzonatorio.

Era strano come "l'argomento Gaara" influensasse il loro rapporto: quando se ne faceva cenno Temari diventava una vipera pronta a mordere, ma quando si ritrovavano a parlare d'altro l'amazzone di Suna diventava calma, protettiva e qualche volta anche simpatica. Come una sorella maggiore.
Forse questo aspetto unito al fatto che la chunin fosse senza famiglia e con pochi amici aveva fatto si che tra le due nascesse quello strano rapporto che altalenava tra rispetto e affetto, tra ramanzine e pettegolezzi.

Matsuri le voleva bene davvero, anche se la rimproverava, anche se faceva di tutto per allontanarla dal suo ex-sensei.
Non che ne fosse felice, anzi certe volte era parecchio frustrante, ma in un certo senso capiva perchè Temari fosse così iperprotettiva nei confronti del fratellino e non riusciva ad essere arrabbiata con lei.

Terminati i suoi esercizzi si avvicinò alla jounin con passo svelto.

<< Com'è andata con Shikamaru-sama? >>

*

A tre giorni da Suna intanto...

Shikamaru era intento a sonnecchiare sotto un alberello in una collinetta poco lontano dal villaggio, quella pace e serenità era interrotta solo dal continuo ed insistente sgranocchiare di Choji, ma era talmente abituato a quel rumore che ormai non ci faceva più neanche caso.

<< Etciù >>

Chouji deglutì l'ennesimo pugno di patatine e si voltò preoccupato.

<< Va tutto bene Shika? >>

Il cervo si asciugò il naso e sbadigliò.

<< Si... solo uno starnuto passeggero >>

*

Temari la fulminò all'istante con un solo sguardo.

<< Sei pregata di smetterla con queste allusioni. Ero in missione e solo per puro caso mi hanno assegnata in squadra con lui e poi... >>
<< Mi riferivo alla missione appunto. Ci sono progressi? >>

Temari si bloccò per un solo secondo.

L'aveva forse gabbata?

Chiuse gli occhi e rispose col suo solito tono autoritario.

<< Ovviamente è andato tutto bene >>
<< Ne sono davvero lieta. Posso proporle una piccola sfida di allenamento? >>

La kunoichi bionda fece un mezzo sorriso.

<< Come vuoi ragazzina. Ma sappi che non ci andrò piano con te >>
<< Come al solito Temari-san >>
<< Vediamo che sai fare >>

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Capitolo 17
*** Capitolo 17-Shimbashi- ***


Shimbashi

Era passata poco più di una settimana dal suo arrivo e fino a quel momento la hime non era mai uscita dal palazzo: era sempre chiusa nella sua stanza, al massimo faceva una capatina nelle zone private della famiglia Sabaku, ma sempre solo per poco tempo.

<< Mi ha fatto chiamare hime-sama? >>

Non ci riusciva, per quanto quella ragazza fosse gentile e allegra con lei, non riusciva a dimenticare che a breve le avrebbe portato via il suo amato sensei.

<< Andiamo a fare una passeggiata? >>

La kunoichi batté le palpebre sorpresa: negli ultimi giorni la ragazza si era praticamente chiusa in camera lamentando un forte mal di testa.

<< Siete sicura di stare bene? >>
<< Adesso si, e dato che non l'ho ancora fatto, mi piacerebbe visitare questo villaggio >>
<< Come desidera... >>
Lei sbuffò e cercò di essere più chiara << A te va di andare a fare un giro? >>
<< Sono ai suoi ordini hime-sama >>
<< Kami! Ma che antipatica... >>

La prese per mano trascinandola fuori dalla sua camera.

<< Vieni andiamo... >>
<< Dovrebbe mettersi il velo e vestirsi in modo appropriato >>
<< Ma dai, ti rendo la vita più facile, se mi imbacuccassi tutta darei sicuramente nell'occhio, vestita così invece chi vuoi che mi noti? >>

Matsuri osservò l'abbigliamento della ragazza: pinocchetti neri e fascia bianca.
Sentendosi analizzata come una bambina che doveva andare ad un matrimonio Koneko si mise una fascia nera sul viso, simile a quella che indossava un noto ninja di Konoha.

<< Così va meglio? >> disse scocciata.

Una volta fuori la ragazza si mise a saltellare euforica: sembrava entusiasta di poter uscire, ed era curiosa, soprattutto della vita della chunin.

<< Com'è la vita qui? >>
<< Si lavora sodo, hime-sama >>
<< Per favore chiamami per nome >>
<< Preferirei di no... >>

Lei roteò gli occhi.

<< Ok. Hai amici? >>
<< Si principessa >>
<< Hai degli hobby? >>
<< Qualcuno... >> glaciale.
<< Vabbé. C'è un posto dove posso rimediare un po' d'alcool? >>

Matsuri si fermò all'istante e la guardò scandalizzata.

<< Che c'è? Una “principessa” non può prendersi una sana sbronza? >>

*

<< Otouto vado alla serra piccola. Devo annaffiare Tsu? >>

Gaara era un ragazzo dedito e ligio ai suoi doveri e a differenza di molti suoi colleghi (vedi anche: Naruto) si concedeva ben pochi piaceri.
Tra questi vi era il giardinaggio.
Era insolito per un ragazzo rigido e distaccato come lui ma aveva scoperto un sincero piacere nel coltivare le piante in particolare le piante grasse. Una delle sue preferite era un piccola “Astrophytum capricorne" con due fiori gialli e rossi sulla sommità.
Le aveva dato un nome quasi per scherzo mentre il fratello raccoglieva con cautela dei semi di ricino e li poneva in un sacchetto di cotone, e il suddetto fratello l'aveva incoraggiato. Dopo aver dato sfogo ad una grossa e grassa risata, s'intende.

<< Mi faresti un favore Kankuro. Aspetto Baki con dei rapporti e non posso allontanarmi dall'ufficio >>

*

In una piccola locanda di Suna, Matsuri osservava con astio la sua “missione”.
Aveva incontrato Mikoshi, Ittetsu e Yukata nel tardo pomeriggio e li aveva pregati di mantenere una certa riservatezza.
Si erano seduti a bere un drink e Koneko aveva da subito dimostrato di essere una ragazza molto spigliata ed intelligente. Forse addirittura simpatica.

<< Non è così male >> Disse Yukata sottovoce.
<< Yu per favore >> disse seccata Matsuri mentre guardava Koneko scherzare con Ittetsu.

<< E ti sei messo a piangere? >>

Il chunin le stava raccontando di una sua missione di livello C e mise il broncio offeso.

<< Erano solo due lacrimucce >>

<< Credo sia solo nervosa, e poi sembra voglia essere tua amica >> continuò Yukata con innocenza.

Matsuri digrignò i denti e pensò agli ultimi mesi.

Quella complicità, quei piccoli sorrisi, quella confidenza...

Nell'ultimo periodo si era illusa.

Ma dopotutto lui era in kazekage, il forte, ricco, potente.
Era assurdo anche solo pensare che si potesse interessare a lei.

Non riusciva a perdonarselo.
Ma soprattutto in quel momento non riusciva a perdonare lui.

Perchè i suoi modi di fare erano diventati più gentili?
Se sapeva che si doveva sposare perchè aveva iniziato a trattarla in quel modo?
Possibile che avesse voluto giocare? No lo escludeva. Considerando il suo passato non si sarebbe mai permesso.

E allora perchè?

Si sentiva sempre più confusa.
Alla fine capì che era inutile rimuginarci in quel momento, ormai la situazione era quella e di certo lei non poteva fare nulla per cambiarla.
Si convinse finalmente ad ordinare del midori, dettaglio che non sfuggì alla principessa.

<< Finalmente ti rilassi >> disse sinceramente sollevata.
<< Hime-sama è piuttosto tardi, non sarebbe meglio tornare a palazzo? >>

Lei ci rifletté su, o meglio finse di farlo.

<< Direi di no >>

*

Baki si massaggiò la schiena cercando di alleviare quel dolore che ormai diventava sempre più costante.
Il tempo trascorreva inesorabile anche per lui.

<< Stai bene Baki? >>
<< Hai kazekage-sama. Se volete un consiglio, cercate di non invecchiare mai >>
<< Tenterò >> Disse finendo di porre il sigillo di Suna sull'ultimo rotolo << Ecco a te >>

Il jounin guardò velocemente fuori dalla finestra.

<< Chiedo scusa per avervi fatto perdere tempo. Spero che questo non influisca con l'omiai >>
<< Sta tranquillo Baki. La ragazza è fuori con la sua scorta, è uscita di pomeriggio >>

Il ninja si limitò ad alzare un sopracciglio.

<< E' piuttosto tardi, dovrebbe rientrare >>

*

Durante la notte le due ragazze tornarono nella camera arancione utilizzando la finestra.

<< Hime-sama questa cosa non si dovrà ripetere >>

Koneko le rivolse una brutta occhiata.

<< Non osare darmi ordini. Non ho fatto niente di male >>

Matsuri strinse appena i pugni. In quel momento avrebbe tanto voluto sferrarle un gancio destro ben assestato, per fortuna il suo senso del dovere era più forte dei suoi impulsi egoistici.

<< Ha ragione, le domando perdono >>

Fece un leggero inchino e poi uscì velocemente dalla porta senza nemmeno guardarla.

*

Durante il tragitto percorse il lungo corridoio che dava verso l'uscita e lì, appoggiato ad una colonna, vide Gaara che la fissava con la coda dell'occhio.
Per poco non le venne un infarto.

<< Kazekage... goumen io... >>
<< E' successo qualcosa? >>

La fiamma della rabbia e della frustrazione che bruciava dentro di lei fino a due secondi prima si spense immediatamente a causa di quegli occhi acquamarina e tutto ciò che ne rimase fu disagio.

<< Iee... la principessa non gradiva rincasare presto e così... >>

Mentre parlava si stava distruggendo le mani così Gaara, quasi d'impulso, gliele prese con delicatezza.


<< Ti conosco Matsuri, so quanto sei diligente. Non hai nulla di cui scusarti >>

Detto ciò si allontanò di qualche passo.

<< Inoltre... >> girò appena il capo << ...hai il libero accesso alla camera degli ospiti, non occorre che tu torna al tuo appartamento ogni sera >> Detto ciò si diresse verso la sua camera.

Matsuri strabuzzò gli occhi decidendo sul da farsi. Alla fine optò per tornare a casa quella sera, quantomeno per cambiarsi d'abito e mettersi della roba pulita addosso.



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Capitolo 18
*** Capitolo 18 -Chōshoku - ***


Prima di iniziare col capitolo vorrei informarvi che ho leggermente modificato il capitolo precedente "Shimbashi" grazie ai suggerimenti di Lucinda.
Grazie dell'attenzione e buona lettura.

Chōshoku


Da quando la sua carica di Kazekage aveva smesso di infondergli quell'eccessiva pressione che ogni capo villaggio, suo malgrado, deve attraversare nel suo primo periodo in carica, Gaara aveva preso l'abitudine di fare colazione in casa.
Dato che Kankuro saltava quel pasto preferendo utilizzare il fresco del mattino per andare alla serra e Temari si svegliava sempre più tardi, spesso era solo ma era comunque piacevole per lui sedersi a tavola e sorseggiare un the mentre sfogliava dei documenti o si informava sulle ultime notizie del villaggio.
Tuttavia negli ultimi cinque o sei giorni il suo privatissimo rituale era interrotto dalla presenza della sua futura consorte che si piazzava nella sala da pranzo puntualmente due minuti prima che lui entrasse.
All'inizio la cosa lo sorprese e tutto sommato gli fece anche piacere avere compagnia.

<< Com'è possibile che un capo villaggio non abbia del caffè in casa? Io necessito di caffè la mattina! >>

Almeno finché la suddetta compagnia non iniziava a parlare.

<< Questo cos'è? >>

o a rubargli il giornale.

<< Mh buoni questi biscotti >>

o a fregargli la colazione.

Gaara sospirò impercettibilmente e represse i suoi vecchi impulsi omicidi.

<< Dirò a Kankuro di comprare del caffè e altri biscotti. Adesso devo andare in ufficio >>

Koneko poggiò i gomiti sul tavolo e la testa tra le mani.

<< Mai visto un Kage che si piazza in ufficio alle prime luci dell'alba >>
<< Devo andare presto se non voglio del lavoro arretrato >>
<< Devi essere estremamente lento allora >>

Ci fu una lunghissima pausa nel quale si guardarono dritto negli occhi.

<< Buona giornata hime-sama >>

Si recò nel suo ufficio nervoso come non lo era da anni e nel corridoio incrociò lo sguardo della sua allieva che prontamente si inchinò di fronte a lui.

<< Ohayoogozaimasu kazekage >>

Benché la sua espressione fosse impenetrabile, si sentì stranamente a disagio.
In quel frangente ringraziò il fatto che Matsuri fosse così rispettosa da inchinarsi ogni volta abbassando anche il capo, in questo modo non avrebbe incrociato le sue perle nere.
Tuttavia gli sembrò che la ragazza nascondesse un altro motivo.

<< Ohayoo Matsuri. Hime-sama ti ha chiamata a quest'ora? >>
<< Iee stavo andando nel suo ufficio per consegnare questi >> disse mostrandogli un plico di fogli >>
<< Non era necessario >> disse lui aprendo la porta del suo ufficio e incamminandosi verso la sedia.

Quella pace gli aveva quasi fatto dimenticare la pessima colazione di poco prima.
Pace che venne interrotta da qualcuno che bussava alla porta.
Matsuri aprì delicatamente e si ritrovò davanti il micio del deserto con un evidente tic all'occhio. Ne fu inevitabilmente preoccupata.

<< Kankuro stai bene? >>

Il jounin annuì e si diresse verso il divano.

<< E' tornato >>

Gaara alzò un sopracciglio.

<< Chi? >>
<< Quel tizio coi … coi capelli assurdi >>

Kankuro si sedette sul divano accavallando le gambe con fare seccato. Matsuri si portò una mano alle labbra nascondendo una risata: il marionettista stava parlando come se stesse per succedere un cataclisma.

<< Perchè non ci mandano un altro ambasciatore dico io? >>
<< Ne ne non è poi così grave >>

I due fratelli si girarono e fissarono Matsuri come se non avesse afferrato l'immane tragedia che si stava abbattendo su di loro. La ragazza spostò lo sguardo prima sul marionettista poi sul suo sensei e pensò, saggiamente, di defilarsi.

<< Vado a prendere i rapporti dei consiglieri >>

Rimasti soli il minore si voltò verso il fratello.

<< Dov'è adesso? >>
<< L'ho visto sulla strada verso il mercato >>
<< E Temari? >>
<< Non lo so. Lui era solo >>

*

Una volta uscita dall'ufficio l'espressione di Matsuri cambiò drasticamente.
La sua maschera
contenta e serena cadde rovinosamente mostrando tutto il suo sconforto.
La voce del suo sensei era così dolce, i suoi modi garbati e gentili, il suo comportamento così confidenziale.

Possibile che si stesse immaginando tutto?

Si recò velocemente in uno dei tanti stanzino del palazzo avvertendo la forte necessità di stare sola, aprì la porta chiudendola velocemente e poggiò la schiena contro il muro.

Stava valutando l'idea di accettare la sua offerta: quella ragazza stava diventando sempre più libertina e quindi sarebbe stato meglio tenerla sotto controllo.
Ma chi prendeva in giro, accettare l'offerta significava stare più a contatto con lui.

Era combattuta, lo voleva vicino ed allo stesso tempo avrebbe voluto cancellarlo per sempre dalla sua vita.

Venne risvegliata dai suoi pensieri a causa del rumore di passi che sentiva sempre più vicini, si stropicciò gli occhi dandosi velocemente un contegno e si affrettò a rovistare dentro uno scatolone.

La porta si aprì alle sue spalle.

<< Ah ciao Matsu >>

Certamente qualche kami intorno a lei doveva volerle bene poiché dietro di lei c'era Yukata.
Chiunque altro in quel momento avrebbe notato gli occhi arrossati ed il viso gonfio ma la sua amica non era una grande osservatrice.

<< Ciao Yu >>
<< Che ci fai qui? >>

<< Sto cercando una penna, quella che avevo si è scaricata. Tu invece? >>
<< Ecco io... non ho ben capito dove devo consegnare questi >>

Santa ragazza.
La kunoichi controllò i fogli e le sorrise quasi meccanicamente.

<< Dobbiamo andare nella stessa stanza. Dai ti accompagno >>

Yukata si illuminnò.

<< Ontoni? Mi salvi la vita! >>

*

Dopo aver appreso la bella notizia dal fratello il kazekage aveva deciso di andare sul terrazzo per poter osservare il suo amato villaggio dall'alto: lì poteva riflettere in pace e rilassarsi.
Il cielo era limpido e vi era una leggera e piacevole brezza.
Considerava Shikamaru un ottino shinobi ed un eccelso stratega, tuttavia quando lo immaginava vicino la sorella provava immediatamente una sorta di fastidio e diventava subito nervoso.
Chiuse gli occhi sentendo i suoi nervi placarsi e inspirò cercando di rilassare i muscoli.

Si, era veramente piacevol...

Aprì gli occhi e si guardò intorno avvertendo una stana sensazione.
Una goccia fredda era caduta pietro di lui proprio sulla base del collo.

Si voltò stranito ma ovviamente non vide nessuno.

Aggrottò la fronte percependo altre gocce ma non c'era nemmeno una nuvola sopra di lui e anche la temperatura piuttosto alta.
Decise di non dare importanza alla cosa e stette a guardare il villaggio senza pensarci oltre.
Per due minuti buoni non accade nulla ma trascorsi quelli sentì delle gocce decisamente più grosse. Si toccò la testa ma la mano rimase perfettamente asciutta.

<< Ma che... ? >>

Scrutò il cielo ma non vide nulla di strano.
Esasperato se ne tornò in ufficio.

*

Quando Matsuri tornò con i documenti da consegnare al Kazekage Kankuro se n'era andato e Gaara stava annaffiando una delle piante del suo ufficio, quella vicino la finestra.
Quando aveva scoperto la sua passione per il giardinaggio la ragazza, allora genin, ne era rimasta stupita, ma adesso a distanza di anni ci aveva fatto l'abitudine.

Si umettò le labbra imbarazzata e ruppe il silenzio.

<< Kazekage? >>
<< Si Matsuri? >>
<< Se per lei va bene vorrei accettare l'invito di trasferirmi nello stanzino >>

Lo stanzino non era altri che una piccola camera molto spartana adibita per ospitare le guardie del corpo del Kazekage. Ma dato che sia Temari che Kankuro avevano la loro di camera all'interno del palazzo, quella rimaneva vuota.
Si era schiarita le idee ed aveva riflettuto bene sulla sua decisione ed aveva capito che starsene sola in casa non era la scelta migliore.
Dopo l'incidente del bar erano capitate altre piccole “fughe” e Matsuri aveva deciso di sorvegliare più da vicino la hime: se le fosse capitato qualcosa sarebbe stata una tragedia.
Inoltre in questo modo avrebbe potuto avere un quadro più preciso della situazione e magari avrebbe anche scoperto il motivo di quel fidanzamento combinato.

<< Sentiti libera di utilizzare la camera degli ospiti Matsuri >>

Come al solito erano bastati i suoi occhi e il suo tono di voce gentile a spiazzarla completamente e a farla dubitare di se stessa.
Adesso la trattava persino come se fosse un'ospite e non una kunoichi in missione.
Avrebbe voluto parlargli, affrontarlo di petto, ma il cuore aveva cominciato a battere troppo forte e il respiro si era fatto troppo pesante.

<< Demo.. >> riuscì a malapena a soffiare.
<< Hai il mio permesso tranquilla >>

*

Temari stava attraversando il corridoio a passo svelto, non vedeva l'ora di andare in camera sua, tirare in un angolo il suo ventaglio e farsi una sacrosanta docc...
Si bloccò con ancora il piede destro a mezz'aria e si voltò verso la camera degli ospiti.

<< Che cosa ci fai qui? >>

Matsuri stava sistemando il borsone dentro l'armadio.

<< Bentornata Temari-sama. Kazekage-sama mi ha concesso l'autorizzazione di usare la camera degli ospiti per tutta la durata dell'omiai >>
<< Lo stanzino non ti bastava? >>
<< Non è stata una mia idea Temari-sama >>

Sentendo quel tono ti voce, rispettoso ma per nulla a disagio come invece era di solito, Temari scrutò il viso della sua sottoposta, soprattutto i suoi occhi: non aveva affatto una bella cera.
Sembrava impassibile ma dietro quella maschera di bronzo -che non le donava minimamente- era stanca, rassegnata, ed infinitamente triste.

<< Temari-sama se non c'è altro la hime vorrebbe pranzare in camera sua, poi vorrebbe visitare il mercato e devo ancora stendere un rapporto dettagliato riguardo le nuove reclute dell'accademia >>

Si bloccò un istante poi si voltò, prese un plico di fogli e lo porse gentilmente, ma con decisione, alla jounin.

<< Questa è la lista delle nuove difese che mi aveva chiesto: mancano solo i codici delle armi per le missioni di livello S. Non sono autorizzata a conoscerli >>

Detto ciò uscì dalla camera per raggiungere quella della hime.

Temari era senza parole.
Matsuri era una chunin anonima: non eccelleva né nelle arti magiche né in quelle illusorie, non vantava un cognome prestigioso e di sicuro non aveva una bellezza mozzafiato.
Ma per la prima volta Temari cominciò a riflettere sui suoi pregi.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 -Un amore di ragazza- ***


Un amore di ragazza



Kankuro era tornato al villaggio in piena notte, era distrutto e di certo quello non era il momento adatto per fare rapporto.
Veloce e silenzioso si recò verso la finestra della sua camera ed entrò senza essere visto nemmeno dalla guardia più attenta.
Sbadigliò e si tolse la maglietta con un'aria più da morto vivente che da shinobi, si entrò nella doccia dandosi una rinfrescata e coi capelli ancora umidi si buttò a capofitto tra le lenzuola sprofondando in un sonno profondo e ristoratore.


*

Quella mattina Matsuri avrebbe fatto di tutto -di tutto- per non alzarsi dal letto ed incontrare quella snob della hime.
Ma dopotutto il dovere era dovere, dunque si fece strada tra strati e strati di coperte ciondolò sino al bagno e si cambiò velocemente per poi recarsi nella camera arancione.

Bussò due volte ma non ottenne risposta.
Attese qualche istante e bussò nuovamente.
Alla terza volta la sentì parlare ma non riuscì a capire cosa avesse detto.

<< Hime-sama posso entrare? >>
<< No... >> mugugnò dall'altra parte la ragazza con voce impastata.
<< Hime-sama va tutto bene? >>
<< Hai. Mi faresti un caffè? >>

Calma Matsuri, calma. Non la strangolare...



*


Gaara si trovava nel suo ufficio da un paio d'ore quando sentì bussare alla porta.

<< Avanti >>

A varcare la soglia fu Kankuro con dei fogli in mano.

<< Ciao otouto. Ti ho portato il rapporto della mia missione >>
<< Arigatou >>

Inclinò la testa un po' preoccupato il fratello minore non aveva affatto una bella cera. Era più pallido del solito.

<< Stai bene fratello? >>
<< Hai >> disse lui quasi meccanicamente.

Il marionettista si avvicinò alla scrivania e scrutò meglio la sua faccia.

<< Tu lavori troppo. Ti andrebbe di allenarti con me? >>

Il rosso era tentato ma il suo senso del dovere era forte.

<< Ma ho molte cose da fare... >>
<< Eddai non sono cose urgenti. Ti farà bene uscire >>

Alla fine desistette e si alzò togliendosi la tunica da Kage.


Andarono insieme in uno dei campi d'allenamento esterni e presero posizione.
Si inchinarono rispettosamente l'uno di fronte all'altro e poi sparirono immediatamente dopo tra le dune di sabbia, aspettando il momento favorevole per attaccare.
Kankuro iniziò a rilasciare il sigillo che teneva custodite le sue marionette: dai rotoli uscì un leggero fumo biancastro che ben presto svelò la sagoma di Karasu e Kuroari.
Sansho la salamandra, non venne evocata, perchè quella marionetta aveva lo scopo di difendere il kazekage, non di attaccarlo.

Il profumo di legno insieme al ticchettare costante dei denti di Karasu fece capire a Gaara che Kankuro aveva tirato fuori le sue fedeli compagne di numerose battaglie. Si mosse velocemente tra la sabbia, cercando di ignorare i granelli bollenti che si insidiavano tra i suoi sandali e che gli finivano negli occhi a ogni suo spostamento.
Kankuro lo individuò e senza troppi convenevoli, gli lanciò addosso la sua Karasu, che si stava ora pericolosamente avvicinando al rosso mentre il mantello della marionetta, per la velocità raggiunta, danzava per aria facendola veramente assomigliare a un corvo, cosa a cui probabilmente era dovuto anche il suo nome.

Gaara decise di ricorrere alla sua nuvoletta di sabbia, appena in tempo prima che la marionetta potesse addentare le sue fauci nel suo braccio sinistro. Il kazekage si sollevò in aria, in un altezza tale da vedere Karasu e Kankuro insieme.
Il marionettista mosse velocemente le dita non appena si accorse che il fratello aveva iniziato a scagliare "pioggia" di sabbia su di lui; con un movimento abile e veloce delle braccia muscolose, riuscì a portare Kuroari dietro il rosso per poi imprigionarlo.


<< Otouto, lo sai che Kuroari serve solo per la cattura. Per l'attacco, c'è a disposizione Karasu >> affermò in un ghigno.

Ovviamente non avrebbe mai ferito suo fratello, e quindi lasciò la sua tecnica del teatro nero incompiuta, ma non appenalo fece, si accorse che all'interno di Karasu c'era solo un mucchio di sabbia.
Il ragazzo rimase sorpreso a vedere il cumulo di sabbia dentro Kuroari, ma da suo fratello doveva aspettarselo in fondo.
Non ebbe il tempo di girarsi che si sentì il sussurro di Gaara addosso.

<< Eccomi >>

Ma proprio in quel preciso istante il ragazzo udì una voce familiare.

<< Hime-sama per favore non si allontani troppo >>

Matsuri stava girando per il campo insieme alla hime. Lei aveva insistito così tanto che alla fine dovette accontentarla.
Entrambe portavano abiti comuni e non troppo vistosi anche se la principessa di Iwa continuava a portare il suo velo.



Distratto da quella vista il kazekage non si accorse del colpo che gli stava per arrivare...

Pum!

... un pugno dritto sul naso.


Da quella vicinanza, anche la protezione della sabbia non riuscì a fare nulla. Gaara perse l’equilibrio e cadde a terra, Kankuro gli corse incontro angosciato.

<< Per tutti i kami Gaara tutto ok? Perdonami la prossima volta non ci andrò così pesante >>

Che figuraccia.

Matsuri si accorse quasi subito del suo sensei e si avvicinò al campo preoccupata.

<< Kazekage-sama state bene? >>

Koneko d'altra parte osservò la scena con aria neutra.

<< Stia più attento Kazekage... >>

Gaara si alzò immediatamente togliendosi la sabbia dai vestiti.
Le parole della hime, o meglio il suo atteggiamento, gli fece ribollire il sangue al cervello ma non lo diede a vedere.

<< Cosa ci fate qui? >>

Matsuri si inchinò rispettosamente rispondendo alla domanda.

<< La stavo scortando per il campo. Hime-sama era curiosa di vederlo >>
<< E' pericoloso stare qui. Sarebbe meglio visitare i giardini >>

Approfittando di un momento di distrazione della sua guardia e del jounin, Koneko lo ghiacciò con uno sguardo ma non disse una parola.

<< Wakatta. E voi cercate di non ferirvi gravemente durante un banale allenamento >> disse molto pacata e dolce ma Gaara afferrò una punta velenosa.
<< Non preoccupatevi >>
<< Andiamo Matsuri. Arrivederci >>

Le ragazze si inchinarono ed uscirono dal campo.

Dopo aver riposto le sue marionette Kankuro si avvicinò al fratello mettendo le mani in tasca.

<< Tutto bene? >>
<< Hai. Torniamo a casa >>

Il rosso iniziò ad incamminarsi seguito dal fratello.

<< Mh è stata gentile a preoccuparsi per te... >>

Gaara serrò la mascella.

Si, veramente un amore di fanciulla.








***
Avviso ai gentili lettori.
Ho riscontrato un calo nelle recensioni e non capendo quale sia la causa vorrei chiedere il vostro aiuto per migliorare la ff.
Io sono una e mi può capitare di non pensare ad una determinata idea o di non approfondire un determinato pezzo e sicuramente mi può capitare di non scorgere alcuni errori.
Dato che io sono una e voi lettori siete tanti vi chiedo di farmi presente ciò che ho sopra scritto, e io dove posso aggiungo o modifico.
Qualsiasi consiglio è prezioso per migliorare la storia.
Detto ciò spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Grazie mille a tutti e spero di sentirvi presto.

Violetta_

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 -Yuinō- ***


Yuinō




Era passato circa un mese da quando la hime era arrivata a Suna.

La vita dei tre fratelli era rimasta più o meno la stessa ma ciò non valeva per la piccola, ormai non più tanto piccola, allieva del kazekage.

<< Hime-sama >>

La sua missione di scorta della futura consorte del kazekage le portava via quasi tutta la giornata.

Eh si che i primi tempi sembrava una fanciulla dolce e tranquilla!

<< Hime-sama! >>

Quando erano sole la ragazza si divertiva parecchio a correre nelle stradine più disparate del villaggio o a ficcarsi negli angoli più vietati del palazzo.

<< Hime-sama per favore... >>

Koneko si fermò appena un istante voltandosi verso la chunin.

<< Che c'è? >>
<< Non potete girare per il palazzo in questo modo. Qui ci sono gli uffici! >>
<< Oh quanto sei seria... ehi li che c'è? >>
<< No! Hime-sama! >>

*


<< Kazekage c'è un messaggio da
parte dello Tsuchikage. Si domanda perchè non avete acconsentito a cedere le terre concordate di Hana >>

Gaara roteò gli occhi al cielo. Detestava le insistenze.

<< Come ho già detto la suddivisione in questione non mi sembra equa Baki >>

Il jounin inspirò cercando di usare la massima diplomazia.

<< Kazekage, lo Tsuchikage vi ha in simpatia, ma non mi sembra ben disposto a cedervi la parte di territorio che volete >>

Il ragazzo chiuse gli occhi riflettendo qualche istante.

<< Chiamami Kankuro >>

Baki annuì ma appena arrivato di fronte la porta si bloccò e si voltò nuovamente verso il suo superiore.

<< Ah l'ambasciatore di Konoha vorrebbe vedervi >>
<< Fallo entrare >>

*

Per Shikamaru era sempre uno strano evento stare al cospetto del Kazekage in veste ufficiale, soprattutto da quando era al corrente di ciò che faceva nella sua vita privata.
Non che fosse molto diverso ma sapere che adorava i dolci e che non era materialmente in grado di mangiare un doryaki senza sporcarsi il viso di zucchero a velo non aiutava molto a mantenere un profilo serio.

<< Salve kazekage le ho portato i documenti che ha richiesto >> disse porgendogli una pila di fogli. << L'Hokage è disponibile a concederle le terre confinanti, tuttavia vorrebbe prima prendere i reperti e parte delle piante mediche >>

Gaara trattenne un sorriso.
Non sapeva se era un'idea di Naruto in persona o dell'ambasciatore che aveva dinnanzi a se, tuttavia quello era un compromesso intelligente che avvantaggiava sia Konoha che Suna dal punto di vista economico.

<< Nessuna obiezione >>
<< Inoltre... >> continuò un po' a disagio << … l'Hokage mi ha chiesto di sapere come procede il vostro... fidanzamento >>

Gaara alzò un sopracciglio. Voleva bene a Naruto ma doveva per forza essere così ficcanaso?

<< Tutto bene >>

Shikamaru si tirò appena il colletto della divisa distogliendo lo sguardo << … e vorrebbe sapere la data... >>
<< Manderò un invito ufficiale a tutti i Kage non appena mi sarò organizzato >>
<< Wakatta >>

Non appena il genio di Konoha aprì la porta si ritrovò davanti Master of Puppets che lo guardava con aria neutra. Sospirò mentalmente facendosi da parte.

<< Ciao Kankuro >>
<< Shikamaru... >> disse a mò di saluto << credo che Temari ti aspetti dietro quella colonna >>

Una volta chiusa la porta quattro codini sbucarono dalla famosa colonna ed una Temari stranamente in imbarazzo fece spallucce.

<< Gomen >>
<< Lascia stare >> sbadigliò cingendole la vita << Ho visto di peggio >>

*

<< Volevi vedermi? >>
<< Si, devi tornare ad Iwa in veste di ambasciatore ufficiale >>

Bingo

<< Chissà perchè me lo sentivo >>
<< Devi convincere lo Tsuchikage a cedermi la fascia centrale di Hana. E' molto tempo che ce la contendiamo e la situazione sta diventando piuttosto tesa >>
<< Non mi sorprende, quel posto è una miniera d'oro >>

Gaara lo guardò stranito e Kankuro sentì il dovere di dare una spiegazione.

<< Ci sono passato per un sopralluogo. E' un posto ricchissimo da ogni punto di vista, purtroppo uno dei villaggi è sacro per gli abitanti della roccia. Non lo otterrai facilmente >>
<< Digli.. >>

Le parole gli uscirono a fatica. Proprio lui che non si curava di etichette e facciate stava per pronunciarle?

<< ...digli che questa sarà la dote della ragazza >>

Kankuro lo guardò deluso come poche volte in vita sua.
Fino a quel momento la situazione era stata stressante ma comunque gestibile e soprattutto, anche se con difficoltà e dovute cerimonie, c'era la possibilità di fare kotowari.
Ma con quella clausola Gaara annunciava ufficialmente il suo fidanzamento senza possibilità di tornare indietro.

<< E' un ordine Kankuro >>
<< Come il Kazekage desidera >>
<< Qui c'è il rotolo >> disse ignorando quella frecciatina sarcastica.

Kankuro lo prese di malavoglia guardando torvo il fratello.

<< Quando fai così mi ricordi papà >>

Il minore dei Sabaku incassò il colpo, dopotutto le parole del fratello erano dettate dal bene che gli voleva.

*

Kanuro camminava per il corridoio rigirandosi l'oggetto tra le mani dirigendosi verso il suo laboratorio.
Durante il tragitto vide con la coda dell'occhio l'ambasciatore di Konoha discutere con la sorella e si domandò se fosse veramente necessario star seduti così vicini per parlare di scambio di armi e nuove tecniche.

Si preparò lo zaino e nel farlo notò un piccolo petalo viola cadere da una delle tasche: lo prese delicatamente con due dita guardandolo con aria assorta e annusandone il delicato profumo, subito dopo si alzò ed uscì dalla camera dirigendosi verso la porta.

<< Ciaao Temari >> disse davanti l'ufficio senza però fermarsi, due secondi dopo giurò di aver sentito un tonfo sordo seguito da un “mattaka” detto da una voce maschile.

Un piccolo ghignò gli si disegnò sul volto.

*

Matsuri si chinò e portò le mani sulle ginocchia riprendendo fiato.

<< Vi ho trovata finalmente >> disse tutta affannata.

La hime era seduta sul tetto di uno dei palazzi secondari intenta a curiosare cosa accadesse dentro gli uffici.

<< Cosa state facendo? >>
Fece spallucce. << Niente. Ero solo curiosa di sapere cosa c'era di bello qui >>

Matsuri inspirò a fondo e cercò di raccogliere tutta la pazienza che aveva.

<< Hime-sama ne abbiamo già parlato. Non è prudente per voi girare così nel palazzo. Oltretutto se qualcuno vi vedesse ciò potrebbe risultare molto sconveniente >>

Stava usando tutta la compostezza di cui era capace ma in realtà l'avrebbe volentieri strangolata col suo Jōhyō.

<< Stavo semplicemente cercando di scoprire di più su questo posto Matsu-chan >>
<< Le ripeto che preferisco essere chiamata Matsuri >> disse composta ma severa mentre si avvicinava a lei << ...mi dia la mano. L'aiuto a tornare dentro e poi andremo in un posto più sicuro >>

Koneko prese la mano della kunoichi e tornò in uno dei corridoi.

<< Dove preferisce andare? La prego di non rispondere “al pub” >>

La hime espirò seccata.

<< Sono molto stanca. Credo che andrò a riposarmi >>
<< Ma... >>
<< Ci vediamo dopo 'tsu.... ciao ciao >> disse tornando in camera sua.





Angolo dell'autrice.
Salve a tutti i lettori, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Vi faccio tanti auguri e spero che abbiate passato un bel capodanno.
Mata-nee.

Violetta_

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Capitolo 21
*** Capitolo 21-Neko hat- ***


Neko hat




L
o Tsuchikage si rigirò quel maledetto rotolo borbottando

<< … Il Kazekage si impegna a sancire questa unione e assicura che si occuperà lui di tutta la cerimonia, come da tradizione.
L'unica cosa che chiede è quel piccolo territorio >>

Le trattative erano andate troppo a rilento e il vecchio Kage non aveva materialmente più carte da giocare.

<< Dopotutto cos'è un piccolo pezzo di terra in confronto ad un'alleanza salda che, sono certo, farà piacere anche ai Daymio? >>

Kanuro era un marionettista, un abile marionettista, e ciò lo rendeva un ottimo manipolatore.
Sapeva quali fili muovere per ottenere ciò che voleva e questo valeva sia per le marionette che per le persone.
Anche se quell'incarico l'avrebbe evitato volentieri.

Onoki si stese completamente sulla sedia e sospirò rassegnato.

<< E sia. Hana è vostra >>

In qualsiasi altra occasione Kankuro avrebbe sfoggiato il suo ghigno di vittoria ma in quel momento non riusciva a immaginare nessun vincitore.

Guardò lo Tsuchikage preparare e firmare il rotolo con tutti i documenti per poi porgerlo al jounin.

Sembrava che gli stesse cedendo la sua stessa mano destra.

<< Arigatou gozaimasu >>

Fece un veloce inchino e dirigendosi verso la porta.

<< Kankuro >>

Lui si voltò con la mano appoggiata al pomello.

<< Da questo istante, esattamente tra due settimane verrò per lo yuino >>

Sembrava più una minaccia che un avviso e il suo istinto di fratello maggiore prevalse in difesa di Gaara.

<< Appena il Kazekage si sarà organizzato manderà lui stesso una comunicazione ufficiale >>

Fece un ultimo inchino, girò il pomello ed uscì dall'ufficio.

*

La ragazza sedeva su una colonna rovesciata vicino alla fontana centrale di Tsuki.
C'era silenzio nell'aria, solitamente era un tranquillo piacevole sfondo ai loro incontri ma quel giorno era un silenzio pesante, opprimente, spiacevole.
Guardò il motivo di quella situazione tesa con la coda dell'occhio per un paio di secondi: Kankuro era nervoso, molto nervoso, ed era così da quando era arrivata.

Si erano salutati e già da lì aveva notato il suo distacco poi, senza nemmeno una spiegazione, si era sdraiato sul prato a fissare un punto indefinito del cielo.
Aveva appena preso a fissare una vanessa quando udì un suo sospiro pesante. Senza pensarci oltre si alzò in piedi e si diresse a passo felino verso Kankuro poggiando la testa sul suo petto, due secondi dopo il ragazzo batté le palpebre e la guardò come se si fosse appena risvegliato.

<< Goumen, non sono molto di compagnia oggi >>
<< Problemi? >>

Nonostante fossero ormai molto legati i due non parlavano mai delle loro missioni o di ciò che riguardava la loro quotidianità.
Quel candido posto era il loro universo privato dove esistevano solo loro due e non doveva essere macchiato dal mondo ninja, così rosso e viscido nonostante le apparenze.

<< Hai... >> si limitò a rispondere.

Lei non chiese oltre. Lui era un jounin e le missioni dei jounin richiedevano sempre la massima segretezza.
Si limitò a poggiare una mano sul suo braccio e a chiudere gli occhi.

Kankuro la guardò con affetto e gratitudine: la delicatezza e la comprensione che quella ragazza mostrava nei momenti delicati era davvero insolita per una della sua età.
O forse semplicemente era stato circondato da ochette, acide ed infantili sino a quel momento.

<< Sumy? >>
<< Si? >>

Lui allungò una mano prendendo il suo zaino e scavò dentro la tasca esterna tirando fuori un oggetto nero.

<< Tieni >>
<< Che cos'è? >>

Osservò quel piccolo pezzo di stoffa rigirandoselo tra le mani: aveva una piastrina totalmente bianca al centro. Non capì subito cosa fosse.

<< L'hai preso al contrario >> disse lui ridacchiando.

Lei arrossì appena e gonfiò le guance guardando male il marionettista.

<< Miuuu... >>

Mentre il ragazzo era ancora intento a ridere sotto i baffi lei girò il pezzo di stoffa e vide che era un cappello: uno strano copricapo con due adorabili orecchie da gatto.
Senza rifletterci due volte lo indossò e andò a specchiarsi di fronte una lastra argentea che un tempo fungeva da decorazione poco lontano da li.

<< Lo adoro! >> disse iniziando a toccare le orecchie.
<< L'ho indossato fino a qualche anno fa >> iniziò a spiegare << pensavo ti sarebbe piaciuto dato che l'ultima volta questo >> disse indicando il cappello che teneva in testa << non me lo volevi ridare >>

Sumire sapeva quanto Kankuro ci tenesse alle sue cose soprattutto al suo cappello e alle sue marionette.

<< Sei sicuro di volermelo dare? >>

Lui annuì e sul volto della ragazza si fece largo uno splendido sorriso.

<< E' un regalo stupendo! Arigatò! >>

Si gettò letteralmente tra le braccia di quel gattone che arrossì accarezzandole la nuca.
Era davvero deliziosa con quelle orecchie in testa.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 -Piccoli cambiamenti- ***


Piccoli cambiamenti
 



<< Ciao bentornato >>

Kankuro buttò malamente lo zaino per terra sotto lo sguardo accigliato della sorella.

<< Ti sembrano modi di fare? Sei nel palazzo del kazekage >>

Il merionettista sbffò con ben poca grazia e si sdraiò sul letto.

<< Dammi pace sono stanchissimo >>
<< Come mai Gaara ti ha mandato in missione? Ci sono novità con la suddivisione dei territori? >>
<< Mh... Anche >>

La kunoichi alzò un sopracciglio.

<< Che significa “anche”? >>

Era difficile nascondere qualcosa all'amazzone del deserto, soprattutto se l'argomento in questione era il giovane kazekage.

<< Gaara ha chiesto Hana come dote della hime >>

Temari spalancò gli occhi e la bocca in un'espressione di puro shock.

<< Cos'è che ha fatto? >>

Lui alzò le spalle. << Non ho potuto impedirglielo >>

Dopo un iniziale momento di stupore la kunoichi si fiondò verso la porta come una furia.

<< No Tem! Sta buona! >>

 

Troppo tardi.
La ragazza andò verso l'ufficio del fratello aprendo la porta senza nemmeno bussare ed iniziando a gridare.

<< Ti sei impazzito Gaara? >>

Temari non si era mai permessa di rivolersi così al fratello minore, ma quella situazione era veramente assurda.

Gaara dal canto suo si limitò ad alzare lo sguardo su di lei.

<< Temari >>

Lei batté violentemente i palmi delle mani sulla scrivania.

<< “Temari”? E' solo questo che sai dire? >>

Lui aggrottò la fronte confuso.

<< Che cosa ti è preso? >>
<< A me? A te che ti è preso! >>

Dietro l'imponente figura della sorella c'era Kankuro, appoggiato al muro accanto la porta, che agitava un piccolo plico di fogli e allora tutto gli fu più chiaro.
Temari intanto continuava a gridare infastidendolo terribilmente.

<< Non ti permettere Temari >>
<< Mi permetto eccome! Spiegami perchè, perchè dopo esserti lamentato per settimane di quella ragazza hai deciso di rinunciare al kotowari!? >>
<< Il bene del villaggio è più importante del mio bene. Grazie a questa unione mi sono assicurato la fiducia e l'appoggio del Daimyo praticamente a vita >>
<< A discapito della tua di vita >>
<< Questi non sono affari tuoi >> disse glaciale << e adesso sei pregata di uscire dal mio ufficio >>
<< Tu non capisci >>
<< E tu? Tu avevi chiara la situazione quando hai scelto di trascinarmici? >>

C'era qualcosa nel tono di Gaara, un misto di rabbia, tensione e risentimento che spiazzò la sorella maggiore e la indusse a tacere.

<< Vattene per favore. Ho da fare >> fece cenno a Kankuro di avvicinarsi << Fammi leggere >>

Mentre la bionda se ne andava con uno strettissimo nodo alla gola il mezzano si limitò a poggiare i fogli sul tavolo e incrociare le braccia.

<< Ti senti meglio ora? >>
<< Sai già la risposta >>
<< Ti vogliamo bene e stiamo cercando in tutti i modo di rimediare ai nostri errori. Tuttavia a volte scegliamo mezzi sbagliati >>
<< Lo so >> sistemò quei fogli all'interno di un rotolo e lo ripose dentro il cassetto << Non appena finirò coi miei doveri mattutini chiarirò con lei >>

 

*

 

Come promesso Gaara verso l'ora di pranzo decise di recarsi in camera di Temari per parlarle.

<< Ho esagerato oggi >>

Dopo un iniziale broncio la kunoichi gettò un sospiro.

<< Credo di aver fatto lo stesso >> fece una pausa << Sei sicuro della tua scelta? >>

Lui guardò fuori dalla finestra.
Pensava veramente di aver preso la scelta giusta.
Non sapeva granché dell'amore romantico, ne aveva un'idea quasi accademica, ma sapeva che amava il suo villaggio, che avrebbe fatto di tutto per mantenerlo stabile, e che comunque avrebbe avuto tutto il tempo per imparare così come aveva imparato a comportarsi da amico.

<< Forse non sarà una delle mie decisioni più sagge, tuttavia credo che ne varrà la pena >>
<< Se vuoi far funzionare le cose devi fare uno sforzo Gaara, uno sforzo più grande di quelli fatti fin'ora >>
<< Secondo te ci posso riuscire? >>
<< Hai... a piccoli passi >>

Temari fece un dolce sorriso.
Dopo pochi istanti Gaara fece altrettanto.

<< Arigatou >>

Il ragazzo uscì dalla camera ed appoggiò la schiena contro la parete del corridoio, tirò un sospiro rassegnato e si diresse nel suo ufficio.

 

*

 

Era davvero convinto di aver fatto la scelta giusta.
Si ripeteva quella frase come se fosse una preghiera.
Il bene del villaggio era più importante di qualsiasi altra cosa per lui e se la cosa migliore per il bene del villaggio era il suo matrimonio allora avrebbe fatto di tutto per andare d'accordo con quella -odiosa- ragazza.
Tuttavia, non seppe spiegarsi bene il motivo, dovette far appello ad un quantitativo non indifferente di autocontrollo per riuscire a dire quella frase.

<< Matsuri >>

Lei si voltò rivolgendogli il suo solido dolcissimo sorriso e lui sentì il battito cardiaco accelerato.
Incrociò i suoi occhi neri e profondi e percepì uno strano senso di vertigine.

<< Oggi non occorre che tu faccia da scorta >>

Dento di se la ragazza gioì, sentì che una felicità interna la stava pervadendo come non le succedeva da poco più di un mese.

<< Va bene Kazekage -sama. Tuttavia la hime vorrebbe fare una passeggiata >>
<< Va nelle sue stanze e dille che la attendo all'ingresso. Oggi la accompagnerò io >>

Matsuri sentì una dolorosa fitta al cuore e tutta quella felicità che stava crescendo dentro di lei svanì lasciando il posto ad una grande amarezza.

<< Wakatta >>

 

*

 

<< Principessa il Kazekage desidera fare una passeggiata con voi >>
<< Io non ho intenzione di … >>

Stava iniziando con uno dei suoi monologhi ma Matsuri la interruppe all'istante. Non aveva alcuna voglia di stare in quella stanza un minuto di più.

<< Vi attente al piano terra >>

Koneko strinse i pugni al limite del possibile maledicendo ogni singolo Kami che le veniva in mente. Si mise un kimono azzurro ed il velo. Ruppe circa una decina di forcine mentre si sistemava gli odango e poi uscì a passo svelto e nervoso.

Scese le scale e lo vide a braccia conserte intento a guardare fuori dalla finestra.

<< A cosa devo l'onore di questo appuntamento panda? >>

Usò il tono di voce più fastidioso e sarcastico che era riuscito a formulare e centrò il colpo visto che lui strinse la toga bianca quasi volesse strapparla.

<< Hime-sama gradirei che lei la smettesse di utilizzare certi termini con me >>

Lei inspirò a fondo e assunse un'espressione rammaricata.

<< Oh, mi... mi dispiace se vi ho irritato. Sono mortificata... >>

Si mise di fronte a lui e avvicinò il viso a quello del ragazzo. Molto vicino.

<< A cosa devo l'onore di questo appuntamento.... Kazepanda? >>

Lui serrò le labbra per un lunghissimo istante prima di parlare tentando di sopprimere qualsiasi istinto violento.

<< Ho terminato prima i miei doveri e vorrei scortarvi personalmente per oggi >>

Il suo tono di voce era cordiale ma si capiva che non avrebbe ammesso repliche.

<< Perfetto, andiamo >>

Si piazzò davanti la porta i attesa che le venisse aperta.
Se il Kazekage voleva giocare lei sarebbe stata a quelle assurde regole fatte di etichette e buon costume. E le avrebbe sfruttate a suo favore.Gaara le aprì la porta e le porse il braccio detestando ogni singolo gesto. La condusse per una delle vie principali di Suna sotto gli occhi dei curiosi e dei passanti.

<< C'è qualche posto che non avete ancora visitato? >>
<< La zona nord credo >>

Dopo un'ora di religioso silenzio Gaara decise di prendere la parola.

<< Hime-sama ormai manca poco alle nozze >>

Lei si girò osservandolo con aria assassina.

<< Mi hai portata fuori con l'intenzione di farmi incazzare ma impedirmi di colpirti? >>
<< Iee al contrario gradirei instaurare un bel rapporto con voi prima di quel giorno. Comprendo i vostri dubbi e le vostre perplessità... >>
<< “Perplessità?” No, non ci siamo capiti io non sono confusa. Sono CERTA di non voler stare con te >>

Lui cercò di ribattere ma lei fu più veloce.

<< Dovresti ringraziare i Kami. Lo Tsukikage mi ha imposto questa scelta ed io non posso ribellarmi >>
<< Vi assicuro che non avete nulla da temere, lo Shukaku è un ricordo lontano ormai ed io... >>
<< Di che diamine stai parlando? >>

Gaara si bloccò fissandola negli occhi.

<< Shukaku è il … >>
<< Demone della sabbia, si si lo so. Quello con una coda. E allora? >>

Il ragazzo tentò di utilizzare il tono di voce più rassicurante possibile.

<< Lo Tsuchikage non vi ha accennato al fatto che io ero il Jinchūriki del demone tasso? >>

Koneko alzò un sopracciglio e lo guardò dall'alto in basso.

<< No >> disse con voce piatta.

Gaara rimase spiazzato.

<< Quindi voi non siete spaventata per il fatto che avevo un demone dentro di me? >>
<< In realtà questo particolare ti rende più interessante >>
<< Allora non capisco perché tutta questa ostilità nei miei confronti >>

Koneko roteò gli occhi al cielo.

<< Kami. Sei completamente fuori dal mondo! Sembra che tu non abbia le conoscenze basilari del relazionarsi con una persona. Jinjuriki, Kage, assassino, clown non mi interessa cosa sei stato. Io non voglio stare qui in questa situazione … allucinante >>

Gaara non ebbe letteralmente più niente da dire.
Era la prima volta che qualcuno manifestava antipatia per quello che era e non per la sua fama da ex Jinchūriki.

 

§§

 

<< Zio, io sono un bambino cattivo e antipatico? >>

<< No. Tu non sei né cattivo né antipatico. Sono gli altri che ti vedono così >>

 

§§

 

E, dopo più di dodici anni, gli rivennero dei dubbi sul suo carattere.

Vedendolo con quell'aria corrucciata Koneko decise di cambiare discorso.

<< Quindi sei tu quello che non dormiva mai >>

Gaara si limitò ad annuire ed attese una delle sue solite battute pungenti.

<< Non dev'essere stato facile >>

Con sua grande sorpresa nel tono della ragazza non c'era la minima traccia di sarcasmo.

<< No. Non è stato facile per me. Ero un bambino e non ero in grado di controllare il suo potere >>

Iniziò a raccontarle della sua infanzia che non era certo un segreto per lui.
Temeva di spaventarla o ti irritarla ancora di più invece per tutto il racconto lei rimase in silenzio osservandolo con uno sguardo nuovo. Avrebbe osato definirlo comprensivo.


Angolo dell'autrice.

Perdonate l'immane ritardo. Mi rendo conto di non avere scuse.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, la prossima volta vedrò di aggiornare prima.
Saluti.

Violetta_

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23-Discussioni poco allegre- ***


Discussioni poco allegre



<< Ciaaao Temari >>


La ragazza roteò gli occhi al cielo.

<< Lo preferivo quando non si ricordava il mio nome >>

Shikamaru si mise una mano davanti le labbra celando un ghigno.

<< In realtà non si ricordava proprio di te >>

Poco lontano dalla locanda si poteva vedere Naruto che agitava il braccio correndo verso i due ragazzi mentre sorrideva a trentadue denti.

<< Come state? >>
<< Che cosa vuoi Naruto? >> Chiese Temari secca.

Lui si sedette in mezzo a loro tamburellando le dita sulla panca di legno.

<< Posso stare qui accanto a voi? >>

Le due mosche nere si guardarono negli occhi alzando un sopracciglio. Erano bastati un paio di secondi per capire la situazione.

<< Non hai finito di compilare i documenti eh amico? >>
<< Mio fratello non si è mai preso una pausa senza prima aver terminato i suoi doveri >>

Naruto si grattò la nuca imbarazzato.

<< Ma è così noioso... io voglio combattere! >>

D'un tratto un'aura oscura piombò dietro di loro. Un'aura emanata chimera dai capelli verdi e i capelli rosa .

<< Vuoi combattere? Davvero? >> La voce era calma, pacata, ma aveva un che di terrificante.

Shikamaru prese per mano la sua ragazza e la condusse sotto un albero lì vicino.

<< S... Sakura. Che sorpresa! N... non eri al reparto? >>
<< Naruto.... >>

Shikamaru portò d'istinto una mano sugli occhi verdi della bella principessa del deserto.

<< Ti ho già detto che sei particolarmente carina oggi? >>
<< Naruto... >>

Temari sbirciò da una fessura tra il dito medio e l'indice della mano del suo ragazzo.

<< Hai cambiato taglio? Stai così bene... >>
<< I miei documenti Naruto >>

L'aura oscura si stava intensificando.

<< Ah quelli pensavo di consegnarteli al più prest... >>
<< SHANNAROOO! >>

Naruto fece un veloce scatto da centometrista ma ciò non fu sufficiente a superare la furia della Haruno.
La ninja medico si mise a correre più velocemente e lo afferrò per una caviglia scaraventandolo in direzione dell'ufficio dell'hokage.
Temari non riuscì a trattenere un ghigno.
Sakura guardò la coppia facendo un adorabile sorriso.

<< Ciao ragazzi >>

Detto ciò se ne andò come se non fosse successo nulla.

Rimasti soli i due si guardarono negli occhi.

<< Andiamo a mangiare un gelato? >>
<< Mendokuse ti sei fatta fuori un intera porzione di caldarroste e due ciotole di zuppa di verdure... >>
<< Appunto. Mi ci vuole il dolce. Offri tu vero? >>
<< Mendokuse quando mai hai pagato tu? >>

*

Gaara aveva appena finito di firmare l'ultimo plico di documenti e li aveva passati a Matsuri.
Nel farlo le loro dita si sfiorarono provocando un intenso rossore nelle gote della ragazza.
Lui non aveva percepito quel rapido contatto.

<< Stai bene Matsuri? >>
<< Hai Kazekage-sama >>

Lei teneva la testa bassa e il suo tono di voce era sempre più evasivo.
Oltre ai suoi dubbi e alle sue perplessità adesso si era intromesso anche il tarlo della gelosia. E quello faceva male davvero.

Quando la ragazza uscì, Gaara si ritrovò a fissare le mura del suo ufficio e fu colpito da uno strano senso di claustrofobia.
Decise una boccata d'aria fresca non gli avrebbe fatto altro che bene.

*

Koneko si trovava sul tetto del palazzo. I gomiti poggiati sulla ringhiera e lo sguardo perso nell'orizzonte.
Il vento faceva frusciare la gonna rosata e la punta del velo le solleticava in collo.

<< Sembri pensierosa >>

Si voltò riconoscendo la voce di Gaara << Ciao panda >> disse senza sarcasmo.
Il ragazzo poggiò le mani sul metallo.

<< Cosa ci fai qui? >>
<< Ero curiosa di vedere il villaggio dall'alto >>
<< Hai fatto bene. Questo villaggio è in più bello delle cinque grandi terre ai miei occhi >> disse con una punta di orgoglio.
<< Devo ammettere che non è poi così male >>

La hime aggrottò la fronte vedendo una strana macchia vicino alla ringhiera.

<< Che è successo la? >>
<< E' un residuo dell'esplosione di un vecchio attacco a Suna >>

La ragazza andò in quella direzione e si chinò sfiorando quella macchia. Era piuttosto sbiadita ma per lei era inconfondibile. Si rigirò quella polvere tra le dita e poi sfregò le mani per pulirsi.

<< Argilla >>

Gaara annuì e la ragazza assottigliò lo sguardo: il kazekage sembrava fin troppo evasivo.

<< Deidara? >>
<< Hai Hime. Quella macchia è un ricordo del mio rapimento >>
<< Racconta >>

Il ragazzo la fissò con la coda dell'occhio incerto. Dopotutto anche se era un traditore quel ninja era pur sempre del villaggio della roccia.
La ragazza sembrò intuire il suo disagio, inclinò la testa verso destra e fece spallucce spiegando le sue motivazioni.

<< Mi piacerebbe saperne di più: ad Iwa si è saputo solo che insieme agli alleati di Konoha avete affrontato l'akatsuki. Deidara compreso >>

Nonostante una punta di imbarazzo Gaara iniziò a raccontare del suo combattimento contro Deidara, del suo rapimento e di come il suo amico Naruto sia accorso per salvarlo.
Koneko spalancò gli occhi alzando i pugni elettrizzata.

<< Tu sei morto? >>
<< Hai >> ammise.
<< Nooo dai! E come ci si sente? Cosa si prova? >>

Gaara aggrottò la fronte. Di tutte le cose che poteva chiedere quella era l'ultima della lista presa in considerazione dal giovane kazekage.

<< Si sente freddo e si ha quasi la sensazione di... dissolversi >>
<< Dev'essere così surreale. Un attimo prima respiri e un attimo dopo... >> Chiuse le mani a pugno per poi riaprirle di scatto << BOM! Il buio >>

Quella era decisamente una strana creatura.

*

Ino era in una camera di ospedale intenta a leggere una cartella mentre sgranocchiava distrattamente una mela quando udì la voce del suo fidanzato.

<< Ciao bellezza >>

Sai presentava una ferita allo stomaco: non era grave ma era abbastanza da far preoccupare la ragazza.

<< Cosa ti è successo? >>
<< Mi sono distratto durante un allenamento. Sai ero concentrato sulla lettura di questo interessantissimo libro e... >>

Lo prese per le spalle e lo fece sdraiare con poca delicatezza sul letto.
Poggiò le mani sulla ferita liberando il jutsu medico.

<< Quante volte di ho detto di coprirti la pancia durante gli allenamenti? >>
<< Ma anche tu hai la pancia scopert... >>

La ragazza gli diede un pugno in testa.

<< E quante volte ti ho detto di lasciar perdere quei libri? >>
<< Qui dice che una donna che picchia il propri uomo lo fa perchè è preoccupata per lui >>

La ragazza sorrise intenerita. Il suo uomo era un caso perso, tuttavia lo adorava anche per la sua totale e completa imbranatagine.
Si stava avvicinando alle sue labbra con l'intenzione di dargli un bacio ma venne distratta dalle porte che si spalancarono sbattendo malamente contro il muro e procurando un rumore assordante.

<< Indovina chi ti ha portato i moduli che volevi? >>

Il sorriso di Naruto scemò quando vide che aveva sbagliato stanza.

Ino alzò appena un sopracciglio irritata.

<< Non c'è. E' andata da Tsunade per un consiglio >>
<< Ah >>
<< Comunque puoi poggiarli lì >> disse indicando una piccola scrivania.

<< Per una volta che non aveva scuse per picchiarmi... >>

Ino sbuffò. << Potevi chiedere a Konohamaru di consegnare i documenti. Un kage non dovrebbe fare queste cose. Si può sapere perchè sei sempre in giro? >>
<< Mi annoio tremendamente da solo dentro il mio ufficio >>
<< Di ad Hinata di farti compagnia >>

Un occhio più attento avrebbe notato quel velo di -Tristezza? Delusione? Rimpianto?-

Ma Ino non era Sakura e a Naruto bastò sorridere e grattarsi la nuca per sviare il discorso.

<< Hinata ha degli impegni con la tua famiglia. Dattebayo! >>
<< Beh qui non puoi stare. Sciò! >>

Ino lo spinse fuori dalla camera con ben poca grazia e chiuse le porte a chiave.
Si voltò guardando fisso negli occhi l'ex elemento della radice.

<< Dove eravamo rimasti? >>

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 -Zombie- ***


Zombie


<< Matsuri >>


La ragazza si stava dirigendo verso la camera arancione quando venne bloccata da Temari.

<< Temari-san dica pure >>
<< Ho convocato tutti i capisquadra per una riunione. Non ti è arrivato l'avviso? >>
<< Goumen ma ero convinta di essere esentata vista la mia missione >> disse indicando la porta della hime col pollice.
<< Iee. Andiamo >>

Andando contro il suo senso del dovere, la ragazza decise di non avvisare la hime.

<< Wakatta >>

Seguì l'amazzone del deserto verso il campo dall'accademia.

Dall'interno della camera la ragazza sbuffò. Aveva sentito tutto.

<< Mattaka! >> soffiò.

*

<< Cos'è quello? >>

Kankuro era chino intento a mettere un rotolo in valigia.

<< Ok mi sembra inutile nasconderlo: questo è uno zaino >>

Evitò per un soffio il ventaglio che sbatté contro il muro creando una piccola crepa.

<< So cos'è cretino. Ma non sei tornato da poco? >>
<< Tu non dovresti essere ad una riunione? >>
<< Mi sono allontanata quando ho saputo che stavi partendo. Che c'è? Ti serve una vacanza? >>

Stava divagando. E se c'era una cosa che Kankuro sapeva è che se Sabaku no Temari divagava voleva dire che aveva sempre un secondo fine.
Si alzò in piedi e si piazzò di fronte la sorella guardandola fissa negli occhi.

<< Che cosa vuoi Temari? >>

Lei serrò la mascella. Il neko la conosceva fin troppo bene.

<< Secondo te ha un piano? >>

Kankuro si sedette sul letto.

<< Spiegati. Fa una cosa veloce per favore >>
<< A quanto pare Gaara e la hime stanno insieme più spesso ultimamente. Parlano di più e sembrano andare d'accordo >>

Lui fece spallucce.

<< Meglio no? >>

Temari fece avanti ed indietro per la stanza.

<< Non lo so... non sono tranquilla >>

Il ragazzo roteò gli occhi al cielo.

<< Prima lo ficchi in questa situazione surreale. E adesso che si sta adattando tu gli vuoi far venire i dubbi? >> Kankuro si stava alterando << smettila di stargli addosso. Smettila di immischiarti nelle sue faccende sentimentali! >>

La ragazza lo guardò con aria offesa.

<< Io? >>
<< Si tu. Prima Matsuri, adesso ti metti a criticare … >>
<< Cosa c'entra adesso Matsuri? >>

Il ragazzo alzò un sopracciglio guardandola con ammonizione.

<< Lo sai che c'entra >>

Temari inspirò a lungo afferrando cosa volesse dire.

<< Matsuri è una chunin, è infantile e non è adatta a... >>
<< Tu ce l'hai con quella ragazza soltanto perché ha accettato Gaara per quello che era prima di te >>

Temari ammutolì ed il fratello ne approfittò per continuare.

<< In realtà voi due andate d'accordo. Provi affetto per quella ragazza altrimenti non ti saresti offerta di farle da sensei dopo da nomina del kazekage. E riguardo la hime lascia che se la gestiscano da soli. Non sono bambini. Gaara non è un bambino >>

Detto ciò prese lo zaino, se lo mise in spalla e diede un buffetto sulla guancia della sorella.

<< Non fare la rompipalle >>

Temari sbuffò osservando suo fratello uscire dalla porta.

*

Dopo un paio di minuti si diresse all'accademia verso l'ufficio dove si svolgeva la riunione dei capisquadra.
Quando aprì la porta le si palesò una scena sconcertante:
Sari e Maki si stavano prendendo a parole.

<< Tu nemmeno dovresti essere qui! Non sei un capitano >>
<< Io faccio quello che mi pare! >>

Ameno era lì lì per venire alle mani con Goji dato che il ninja l'aveva insultata definendola “infermierina da strapazzo”.
Sajin stava facendo lo spaccone con la moretta che-aveva-visto-una-decina di-volte-ma-non-aveva-voglia-di-ricordare-il-suo-nome.
Matsuri stava chiedendo dei consigli a Baki riguardo una sua recente missione. Forse erano gli unici che avevano preso sul serio quella riunione.

Sen le si avvicinò in modo amichevole.

<< Temari-san senza di te la riunione sembra un campo di battaglia... >>
<< Ancora per poco Sen. Ancora per poco >> Sibilò.

Sbatté il suo ventaglio al suolo facendo un rumore assordante. In questo modo riuscì a richiamare l'attenzione del gruppo all'istante.

<< Sempre delicata come un bocciolo di rosa … >>
<< Ittetsu se non taci ti stacco la testa >>

*

Contemporaneamente al caos, Gaara, nel suo ufficio, stava leggendo uno dei rotoli della giornata quando sentì bussare alla porta.

<< Avanti >>
<< Ciao zombie >>

Gaara riconobbe la voce di Koneko. Alzò lo sguardo non capendo se era stato appena insultato o meno.

<< Cosa volete? >>
<< Temari mi ha appena rubato la baby sitter e non mi andava di leggere da sola >> disse sedendosi sul divano e aprendo un libro di botanica.

Non era abituato a quel comportamento.
Solitamente la gente o lo temeva o lo rispettava, n ogni caso attendevano sempre un suo permesso per qualsiasi cosa,
decise comunque di essere paziente e per nulla permaloso in modo da andare d'accordo con lei.
Riprese a svolgere i suoi doveri in silenzio, tuttavia di tanto in tanto osservava la hime con la coda dell'occhio: lei aveva un gomito poggiato sul bracciolo e si teneva la testa con la mano.

Dopo un'ora la ragazza chiuse il libro.

<< Sembra una tomba qui dentro >>
<< Apprezzo molto il silenzio >>
<< Come fai a non annoiarti a morte? >>

Lui smise di scrivere e si voltò a guardarla.

<< Ho faticato per diventare kazekage e adesso è mio dovere fare un buon lavoro >>
<< Ti do una notizia che potrebbe sconvolgerti.. >>

Lui incrociò le braccia al petto.

<< Sei pronto? Non è che poi ci rimani secco? >>

Storse appena le labbra con disappunto.

<< Sono pronto hime >>
<< Si può essere un ottimo kage anche stando fuori dall'ufficio! >> lo disse come se gli avesse rivelato la notizia del secolo.

Però la cosa che il kazekage trovò sconcertante non fu quella battuta, ma il fatto che non riuscì minimamente a replicare.

<< L'altra volta mi hai detto che ti sei candidato per essere accettato dalla gente no? Coma diamine credi di riuscirci se te ne stai tappato qui dentro? >>
<< E' all'interno di questo ufficio che riesco a compilare i moduli e a controllare le varie zone >>

Lei alzò un sopracciglio.

<< Sei veramente uno zombie >>

Gaara spostò lo sguardo non riuscendo a …
Si udì bussare alla porta.

<< Avanti >>

Matsuri entrò e si irrigidì un istante quando le si palesò la scena della hime e del kazekage nell'ufficio. Da soli.

Si inchinò più per nascondere i suoi occhi che per rispetto.

<< Goumen non volevo disturbare. La aspetto nelle sue camere Hime-sama >> detto ciò si volatilizzò senza dar loro nemmeno il tempo di aprire bocca.

La hime si alzò sistemandosi l'abito.

<< E' arrivata la balia. Ok tolgo il disturbo >>
<< Arrivederci hime-sama >>

Lei era vicina alla porta quando si voltò portando le mani sui fianchi.

<< Ehi panda-zombie >>

Lui lasciò cadere i fogli sulla scrivania con fare irritato.

<< Hime-sama io non apprezzo questi... >>
<< Puoi chiamarmi Koneko >>

Gaara si ammutolì suscitando l'ilarità della ragazza.

<< La gente normale solitamente risponderebbe “va bene” oppure “arigatou” >> Aprì la porta e fece spallucce << Ci lavoreremo >> disse velocemente prima di uscire.

Il Kage batté più volte le palpebre allibito.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25-Kumadori- ***


Kumadori



Nonostante amasse in maniera smodata il suo villaggio natio quel posto stava diventando uno dei suoi luoghi preferiti.

Lo sfondo del periodo più bello della sua vita.

Sumire gli diede un bacio dolce ed umido sul collo, poi sollevò di poco la testa reggendosi sui gomiti per osservarlo.
Era sdraiata sopra di lui.

<< Non so se ti preferisco con o senza >>
<< Mh? >>
<< Il kumadori >>

A Kankuro venne d'istinto afferrarle il viso e darle un impetuoso bacio.

Tutte. Tutte le ragazze che aveva avuto o anche solo frequentato, Ino compresa, detestavano le linee che si tracciava sul viso e quasi la totalità di persone che conosceva si ostinava a chiamarlo "trucco".
Aveva spiegato un migliaio di volte che quei segni non avevano nulla a che fare con phard ed ombretto ma tutti, suoi fratelli compresi, non capivano.

Sumire, nonostante la confusione scaturita da quel gesto improvviso, rispose volentieri al bacio e poco dopo sorrise contro le sue labbra.
Poi alzò il busto mettendosi a cavalcioni su di lui.

<< Wow. Che ho detto di tanto passionale? >>
<< Non pensavo conoscessi il keshō >>

Arrossì e si grattò la guancia.

<< Non sono un'esperta ... >>
<< Ne sai molto più di tanta gente che conosco >>

Kankuro si mise a sedere per poterla guardare meglio negli occhi.
Sumire gli sfiorò il viso seguendo le linee viola: iniziò dalla fronte, le tempie, poi le guance.

<< Hai nuovamente cambiato figura e quindi... >>

Il suo polpastrello scese sulle sue labbra del ragazzo sfiorandogli due volte il labbro inferiore con un tocco delicato ed infine gli prese le mani.
Erano grandi, possenti.
La pelle risultava inspessita e con qualche callo contrariamente a quelle della ragazza che si presentavano piccole, delicate e con le dita affusolate.

Sumire poggiò la testa contro il petto del jounin sfiorando la mano destra in modo molto delicato senza interrompere quell'attenta analisi.
Osservò attentamene le sue dita.
C'erano tante piccole cicatrici bianche, soprattutto vicino alle unghie, la maggior parte erano molto vecchie ma ce n'erano alcune più recenti.

<< Come sospettavo: stai lavorando ad una nuova marionetta >>

Il suo tocco era così dolce che le neko-te gli procuravano appena un po' di solletico.
Kankuro avvertì un leggero disagio.

<< Non è un bello spettacolo, lo so, ma... >>

Sumire portò la mano destra contro la sua guancia, gli baciò il palmo e chiuse gli occhi rilassandosi sul suo petto.

<< Non dire sciocchezze. E' perfettamente normale per un marionettista >>

*

Gaara corrugò un po' la fronte indispettito dall'enorme quantitativo da firmare.
In quei giorni aveva avuto parecchio lavoro tanto che raramente aveva mangiato in casa.
Stava per firmare l'ultimo foglio dell'ultimo plico quando una nuova pila di fogli gli venne piazzata davanti.

Alzò lo sguardo come ad implorare pietà ed incrociò quello -imbarazzato- della sua allieva.

<< Mi spiace molto kazekage >>
<< Ne ne non è colpa tua... ti ringrazio per l'aiuto Matsuri >> disse gentile regalandole un sorriso appena accennato.

La ragazza stava per ricambiare quando il Kazekage aggiunse un'altra frase.

<< Come sta Koneko? >>

Il sorriso le morì sul nascere. L'aveva chiamata per nome.
Strinse alcuni fogli spiegazzandoli tuttavia cercò di non far trasparire alcuna emozione dalla sua voce.

<< Bene >>
<< Non ho ricevuto molti tuoi rapporti al riguardo >>
<< La hime preferisce rimanere in camera sua ultimamente, a quanto pare soffre parecchio il caldo, dunque non ho avuto molto da riferire >>
<< Capisco >>

*

Nel pomeriggio Gaara bussò timidamente alla porta della hime. Nonostante i loro ultimi incontri non sapeva se la creatura che avrebbe aperto quella porta sarebbe stata amichevole o meno.

Attese qualche secondo ma non ebbe nessuna risposta.

Corrucciò la fronte e tentò nuovamente.

<< Koneko? >>

Gli stava balenando l'idea di chiamare Matsuri per entrare nella camera e controllare che non le fosse successo nulla.
Avrebbe potuto utilizzare il terzo occhio ma gli sembrò un'idea indelicata.
Decise di bussare un'ultima volta aspettando pazientemente una qualche risposa o anche solo un segnale di vita.

<< Una attimo! >>

Ok viva era viva.
Si appoggiò al muro e guardò il pavimento.
Dopo qualche minuto lei aprì la porta.

<< Salve panda >> disse con un tono meno sarcastico e più allegro del solito.
<< Non apprezzo questo soprannome Koneko >>
<< Abituatici. I tuoi occhi sono una fonte d' ispirazione per me >> disse strofinandosi le palpebre.
<< Stai bene? >>
<< Si si >> disse sbadigliando << ...tuttavia oggi c'è un caldo che mi toglie tutte le forze. Vado a stendermi un po' ok? Cia' cia' >>
<< Va bene ma sei sicura di... >>

Non riuscì nemmeno a terminare la domanda che si ritrovò la porta sbattuta in faccia.





***
Angolo dell'autrice.

Il keshō è il tipico trucco che si applicano gli attori nel teatro kabuki.
Il kumadori è una variante più spettacolare che esalta la muscolatura facciale con linee esagerate, forti, che si sviluppano soprattutto attorno al naso e agli occhi. Ne esistono centoquindici varianti (solo una dozzina ancora utilizzate).
Fonte: asiateatro.it

Grazie a tutti i lettori per seguire questa ff. Non mancano moltissimi capitoli. Un bacione e a presto.

Violetta_




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Capitolo 26
*** Capitolo 26 -Nise no kibō- ***


Nise no kibō


Gaara ancora sorpreso, e diciamocelo, ferito nell'orgoglio, si diresse nel suo ufficio dove trovò Temari e Baki che si guardavano con aria tutt'altro che rassicurante.

Quando lo videro entrare si irrigidirono ed attesero che si sedesse sulla sua poltrona prima di parlare.

<< Gaara c'è un problema... >>

Lui guardò prima Temari, poi Baki.


§§

C'era un bella e fresca temperatura quel giorno.
Il sole risplendeva e le strade erano piene di vita grazie ai giovani ninja che correvano allegri, alle coppiette che passeggiavano per le strade principali ed alle mamme che con la loro busta in mano si recavano al mercato.
Le guardie, posizionate in pochi punti strategici del villaggio, si godevano il bel panorama.
Due in particolare stavano prestando servizio vicino il palazzo del Kazekage, erano tranquilli poiché non si percepivano guai all'orizzonte.


<< NANDA? >>


Quando udirono il ruggito del giovane kage entrambi sobbalzarono sul posto e si guardarono perplesse.

§§



Era difficile, molto difficile, che il Kazekage alzasse la voce e assumesse un'espressione tra lo stupore e lo sconcertato.
Tuttavia quando c'era di mezzo il biondino tutto era possibile.

Baki si grattò la nuca non sapendo cosa dire. Iniziò a balbettare cercando di giustificarsi.

<< Mi dispiace Gaara-sama, l'hokage ha frainteso il messaggio e... >>

Gaara lo interruppe con un semplice gesto della mano, subito dopo si sedette sulla sedia e poggiò il pollice e l'indice sulla fronte e sospirando.


Com'era possibile fraintendere un “l'omiai dovrebbe terminare entro la fine della primavera” con un “Massì vieni pure due settimane prima anche se non ti ha invitato nessuno?”


Temari si portò una mano sulla fronte.

<< E' proprio da lui... >>
<< Cosa facciamo? >>
<< Niente. Se provassi a fermarlo sono certo che si preoccuperebbe e si precipiterebbe qui scatenando il caos. Per il momento lo asseconderò >>

*

Nonostante fosse un'arrogante e crudele kunoichi, sempre iperattiva e dinamica, Temari apprezzava molto la lettura.
Era comodamente sdraiata sul letto in camera sua con un libro aperto quando un rumore la distrasse.

<< Temari >>

Aggrottò appena le sopracciglia ma non udendo altro fece spallucce e riprese nella sua lettura.

<< Temari >>

Questa volta udì chiaramente quella voce ma fece finta di nulla sistemandosi più comodamente sul letto e girando una pagina del suo romanzo.

<< Temariii... >>

Un piccolo ghigno le si formò sul viso.

<< Al diavolo... >>

Dopo qualche minuto sentì bussare alla finestra, si alzò e vide Shikamaru, stanco e sudato, con un pesante zaino in spalla, che si reggeva malamente al cornicione.

Poggiò i gomiti sul davanzale e lo guardò con un'aria leggiadra ed innocente. Lo stesso atteggiamento che avrebbe portato chiunque ad avere istinti omicidi.

<< Potevi entrare dalla porta >>
<< Così tuo fratello mi avrebbe fatto assaggiare gli arti armati di Sasori... >> annaspò cercado di non cadere.

Temari sorrise in modo molto dolce.

<< Kankuro non c'è >>

E a questo punto i nervi del Nara cedettero.

<< Diamine! Regina delle mendokuse maledetta perchè non mi hai avvisato? E' più di mezz'ora che ti chiamo >>

Lei rise divertita.

<< Perchè in questo modo ti ho fatto muovere il culo >>
<< Stronza >>
<< Continua ad usare questi toni dai. Così ho la scusa per non aprire questa finestra >> disse ghignando maligna.

*

Dopo la prima passeggiata che avevano fatto poche settimane prima Gaara e Koneko, a poco a poco, avevano iniziato ad andare sempre più d'accordo.
Ormai non era raro vederla nel suo ufficio.

<< Ciao Gaa >>
<< Oayo Koneko. Non ti ho vista oggi a pranzo >>
<< Mi sono concentrata sulla lettura e ho perso la nozione del tempo >>

Stava per sedersi quando il suo sguardo si concentrò su un oggetto appoggiato al bordo della finestra.

<< Questa è una echeveria >>

Gaara si voltò guardando un piccolo vaso.

<< Esatto >>
<< Ti piacciono le piante panda? >>
<< Hai >> rispose sorvolando sul soprannome.

Lei sorrise.

<< Non l'avrei mai pensato >>
<< E' un ottimo modo per rilassarsi. Le piante richiedono tempo, pazienza, attenzione e cura. E se riesci a fare tutto ciò ti ricompenseranno crescendo forti e rigogliose >> rimosse un po' di sabbia che si era depositato su uno dei petali << inoltre sono molto piacevoli alla vista >>

Koneko inclinò la testa guardandolo con occhi nuovi.
La prima volta che aveva visto il Kazekage aveva provato all'istante una forte antipatia.
Era convinta fosse un figlio di papà, borioso e snob, che aveva deciso di convolare a nozze per capriccio o per motivi puramente strategici.
Ma adesso che aveva imparato a vedere sotto la tunica, sotto quello sguardo di ghiaccio e si era sorpresa nel vedere un ragazzo timido e gentile, con un disperato bisogno di affetto.

<< Sei un bravo ragazzo Gaara >>

Lui la guardò con la coda dell'occhio.

<< Un po' troppo inespressivo e cianotico ma comunque un bravo ragazzo >> disse lei con un piccolo sorriso beffardo.

Si guardarono negli occhi per qualche istante.
Poi risero entrambi.

Gaara pensò che era piacevole conversare con lei.
Era intelligente, colta e quando riusciva a non fare battute sui suoi occhi o sulla sua morte, risultava anche piuttosto simpatica.

Forse rinunciare al kotowari non era stata una scelta così malvagia per lui.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 -Ospiti- ***


Ospiti





Come ormai di consueto Koneko si trovava nell'ufficio del Kazekage intenta a leggere sul divano.

Baki entrò nella stanza inchinandosi.

<< Kazekage gli ospiti sono arrivati >>

La hime alzò un sopracciglio.

<< Ospiti? >>
<< Hai. Un paio di ninja della foglia >>
<< Oh >> disse lei annuendo.

Gaara si rivolse a Baki. << Chi sono? >>
Baki deglutì, si grattò la nuca e si avvicinò all'orecchio del suo superiore parlando a voce bassa: << Tutti quanti >>

Il kazekage rimase interdetto qualche istante, sospirò appena e si portò due dita sulle palpebre.


Da quando “vengo con una piccola scorta” significa “mi sto portando dietro mezzo villaggio?”


<< Falli aspettare nel giardino. Arrivo subito >>

<< Wakatta >>

Rimasti soli Koneko chiuse il libro.

<< Gaara deve relazionarsi con più di un essere umano contemporaneamente. Che tragedia! >>
<< Non sei divertente Koneko >> disse lui con un mezzo sorriso che timidamente si era formato sul suo volto.
<< E invece lo sono. Ammettilo che ti faccio ridere >>
<< Non è vero >>
<< Cocciuto >> Rise << Comunque vado in camera mia... >>

Gaara si alzò dalla sedia e prese il suo cappello dal porta-abiti.

<< Gli ospiti sono al corrente dell'omiai dunque credo che vorranno conoscerti >>
<< Wakatta no problema. Però li incontrerò a cena, lascerò loro il tempo di sistemarsi nelle loro camere >>
<< Come preferisci... >>

La ragazza si umettò le labbra e proseguì a parlare con un tono piu' serio.

<< Inoltre c'è una cosa che vorrei dirti... >>

In quel momento Baki busso' nuovamente alla porta.

<< Gaara-sama la prego di venire, gli ospiti stanno diventando impazienti >>
<< Arrivo >> disse inforcando l'odiato copricapo ed accelerando il passo.


*


<< GAARA! Che piacere rivederti! >>

Naruto si fiondò sull'amico dandogli una poderosa pacca sulla spalla col pieno disappunto di Temari.

<< Sono così felice per te. La fortunata dov'è? Non vedo l'ora di conoscerla >> continuò a parlare a voce piuttosto alta guardando ogni angolo del giardino.

Il kazegage si allontanò di due passi insofferente all'eccessivo contatto umano che gli mostrava l'amico.

<< La conoscerai presto >> Spostò lo sguardo verso il gruppo di ospiti << Benvenuti a Suna >>

Gli jounin di Konoha si inchinarono all'unisolo.

<< Arigatò >>

Hinata si guardò intorno sorridendo ad un gruppo di bambini che sbirciavano incuriositi dietro un palazzo, Sakura ed Ino si erano avvicinate alla vetrina di un negozietto li vicino mentre Choji si era avvicinato all'amico Shikamaru.

<< Ma siamo solo noi gli ospiti? >>

Il Nara sbuffò.

<< Si Choji te l'avevo detto >>
<< Ma ma … non verrà nessun altro? >>
<< Al momento no >> gli rispose con un tono tale che l'Akimichi non poté replicare.

Temari si avvicinò ai due e prese la parola col suo fare autoritario

<< Venite vi mostro le vostre camere >>

Presero a camminare per le vie del villaggio in direzione del palazzo. Molti chunin e jounin che passavano di li sorridevano e salutavano in modo cortese gli alleati, alcune ragazze ammiccavano vedendo Kiba che se la ridava compiaciuto.
Naruto continuava a camminare accanto al Kazekage e di tanto in tanto gli punzecchiava la spalla.

<< Ne ne Gaara-kun raccontami le novità >>
<< Non c'è molto da dire Naruto >>
<< Andiamo, stai per sposarti vuoi forse dirmi che non hai nulla da raccontare? >>
<< Non molto >>

Naruto portò violentemente la fronte il avanti in segno di resa. Quando si ci metteva il capo di Suna era peggio di Sasuke Uchiha.

Una volta a palazzo si diressero verso le stanze: aveva fatto preparare tre camere degli ospiti per sicurezza ma dopo la bella sorpresa dell'hokage era stato necessario sistemare un intero piano.

<< Gaara >> Naruto gli si era praticamente appiccicato addosso e bisbigliava.
<< Cosa c'è Naruto? >>
<< Com'è il letto di camera mia? >>
<< Che domande sono? >>
<< Bhe sai... è solo per curiosità.. >>

Gaara alzò gli occhi al cielo.

Hinata camminava accanto a Kiba e Ten ten quando venne distratta da una figura che camminava a passo svelto al piano di sotto. Incuriosita si avvicinò alla balaustra e rimase incantata dalla figura esile e completamente vestita di bianco che le si palesava a pochi metri dal suo naso.

<< Kawaii >> si lasciò sfuggire dalle labbra.
<< Che hai visto Hinata? >> chiese curioso Kiba
<< Credo ci siano altri ospiti >> disse lei indicando la ragazza che non si era accorta di essere osservata.
<< Hei quella chi è? >>
<< Che bella >>
<< E' così elegante >>
<< Forse è una parente del Kazekage >>
<< Ma non eravamo gli unici ospiti? >>

Naruto stava ancora sfidando la pazienza del Kazekage con domande sussurrate praticamente dentro il timpano del ragazzo quando si voltò incuriosito dallo strano comportamento dei suoi compagni.

<< Mh? Che avete tutti? >>

Senza aspettare la risposta (che non arrivò comunque) si fiondò verso la balaustra e si mise a scrutare il motivo di tanta curiosità.
La scrutò dall'alto in basso e poi, col suo modo di fare irruento, quasi infantile, si mise ad urlare a squarciagola.

<< Ehi tu! Ragazza vestita da angelo! Chi sei? >>

Koneko aveva appena finito di bere un thè accompagnato da due biscotti con le gocce di cioccolato, scrupolosamente i preferiti del kazekage, in quell'istante si stava dirigendo verso la biblioteca quando si voltò richiamata da quella voce spigliata e solare.
Spalancò gli occhi trovandosi di fronte buona parte della forza militare di Konoha.

<< Alla faccia di un paio di ospiti … >> commentò tra se e se.

Gaara, che sino a quel momento era rimasto in silenzio, decise di intervenire.

<< Vi presento hime-sama >>

Calò un silenzio imbarazzante.

La ragazza incrociò lo sguardo con quello del kazekage notando il disagio generale, rise divertita ma decise di non girare il coltello nella piaga.

<< Molto piacere >> disse lei inchinandosi appena.

Con la sua solita spensieratezza Naruto scavalcò la balaustra, causando un evidente rossore nelle gote di Hinata e un tic omicida negli occhi di Sakura, e si avvicinò al viso della hime scrutandole gli occhi e cercando di vedere oltre il velo.

<< Ma non è che ci conosciamo noi due? >>

Un potente pugno si schiantò contro la chioma cherubina del ragazzo che cadde per terra in un tonfo sordo.

<< Ti sembra il modo di comportarti? Goumen Kazekage... Hime-sama... sono molto spiacente >>
<< N... Naruto-kun... >> mormorò Hinata portandosi le mani davanti le labbra.
<< Ne ne... nessun problema >> disse Koneko agitando appena la mano << Hokage, può chiamarmi “angelo” quando vuole >>
<< E tu puoi chiamarmi Naruto >> il ragazzo si voltò verso l'ex jinjuriki sfoderando un sorriso esagerato << Bravo Gaara ti sei trovato una ragazza molto simpatica >>

Lui si limitò a scendere le scale per dirigersi verso il suo ufficio.

<< Sarete stanchi, andate pure a riposare. Ci vediamo stasera >>
<< Vado con lui >> disse Koneko inchinandosi in segno di saluto << E' stato un piacere conoscervi. A stasera >>

Si avviò camminando al suo fianco lasciando Konoha libera di parlare, spettegolare e litigare per accaparrarsi la camera migliore.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 -Lite- ***


Lite




Gaara roteava gli occhi al cielo notando Koneko che se la rideva bellamente.


<< Simpatico l'hokage, davvero un bel tipo >>
<< Hai >> disse lui sorprendentemente sarcastico.
<< E poi è così solare, ride sempre, attacca bottone... prendere esempio no eh? >>

Gaara la fissò con aria truce.

<< E' hokage adesso, dovrebbe comportarsi in modo consono al suo rango >>

La ragazza roteò gli occhi al cielo.

<< E quale sarebbe il “modo consono”? Starsene nel suo ufficio a firmare tonnellate di carte? Ma poi a che servono tutti questi documenti? Non è che Suna è diventata deserto a forza di tagliare alberi per ricavarne carta? >>

Il ragazzo aprì la porta del suo ufficio non riuscendo a trattenere un mezzo sorriso. Come battuta non era poi così malvagia.

<< Nooo è un sorriso quello? >>
<< No >>

Lei si sedette sul divano poggiando il gomito sul bracciolo.

<< Bugiardo >>
<< Se Nartuto ti conoscesse meglio dubito che ti scambierebbe nuovamente per un angelo >>

La ragazza rise di gusto incassando il colpo.

<< Ottima battuta panda >>

Fece una piccola pausa pensando agli ultimi eventi, soprattutto allo scambio di battute con i ninja di konoha.
La sua espressione diventò subito seria e alla fine si decise a parlare.

<< Gaara >>
<< Si? >>

Lei scelse bene le parole da dire poiché ormai era arrivato il momento di affrontare il discorso.

<< Detesto ammetterlo, ma mi sono sbagliata su di te: sei veramente un ragazzo simpatico e sono certa che molto presto troverai una ragazza che ti voglia accanto >>

Gaara si accigliò appena mentre la ragazza continuava a parlare.

<< ….tuttavia credo che sia arrivato il momento di agire: mio padre arriverà tra pochi giorni bisogna trovare il modo di fare Kotowari >>

Trasalì.

<< Kotowari? >>

Lei rispose con una naturalità disarmante.

<< Hai. Kotowari >>

Il kazekage sentì la gola farsi secca.
Non l'aveva previsto. Non aveva previsto che nonostante gli ultimi eventi la ragazza volesse fare ancora kotowari.

<< Come? >>
<< Si insomma, l'omiai è quasi finito e dobbiamo dare una risposta al nakodo. Conosco mio padre e anche se farà qualche storia se gli spieghiamo la situazione alla fine capirà >>
<< Negli ultimi tempi mi è parso che tu ed io andassimo piuttosto d'accordo >>

La ragazza fece un sorriso fresco e leggero alzandosi in piedi.

<< Ma due persone non si sposano perchè “vanno d'accordo” due persone si sposano perchè se si amano Gaara >>
<< Non capisco cosa ci sia di diverso >>

Koneko per poco non si strozzò col sakè per via di un'altra risata.

<< Sei sempre così fuori dal mondo >>

La ragazza sollevò il viso verso la finestra guardando il cielo, o forse oltre di esso, ancora più lontano.

<< “Andare d'accordo” non significa amarsi.
Amarsi è complicità, amarsi significa avere piena fiducia dell'altra persona, sentirsi felici per un suo sorriso, per uno sguardo.
Amarsi è condivisione di tutto: delle gioie, dei dolori, delle paure.
Vuol dire litigare ma voler stare comunque insieme, vuol dire affrontare le difficoltà insieme, andare oltre l'egoismo e gli scopi personali.
L'altra persona si sceglie non per convenienza o per riempire la solitudine, non “perchè”, “se” o “però” ma “nonostante”.
Nonostante tutto >>

Deglutì il Kazekage come se avesse avuto un'epifania, come se finalmente avesse preso coscienza di quel sentimento che tanto bramava.
E non se la sentì di mentire oltre.

<< Koneko io... >>

Vedendo quell'espressione, e sinceramente convinta di aver capito la situazione, la ragazza parlò con voce dolce.

<< Sta tranquillo, considerando quello che hai passato da piccolo, posso capire la tua confusione. Ma fidati se ti dico che stare insieme sarebbe un grosso sbaglio >>

Gaara avvertì dapprima una vampata di caldo e poi il gelo. La gola farsi secca.
La ragazza intanto continuava a parlare con convinzione e fermezza.

<< … e per questo non saremo felici. Spiegherò tutta la situazione allo Tsuchikage e col tuo appoggio sono certa potremmo ancora fare kotowari senza conseguenze negative >>

Gaara inspirò e chiuse gli occhi prima di parlare.

<< No. Non sarà possibile >>

Lei prese una bottiglia di sakè posta su un piccolo tavolino e ne versò un po' nell'o-choko.

<< E perchè mai? >>

In quel momento lui trovava difficilissimo anche solo il fiato per parlare.

<< Dovevo trovare un modo per ottenere le terre di confine e non avevo ancora chiesto la tua dote >>

Koneko si stava portando il bicchiere alle labbra quando realizzò il significato di quella frase.

<< Che stai dicendo Gaara? >> domando' retorica.
<< Ho già dato il consenso per il matrimonio un mese fa >>

L'oggetto le cadde dalle mani che si ruppe in mille pezzi emettendo un rumore fastidiosissimo.
La ragazza scosse la testa assottigliando lo sguardo.

<< Come hai potuto... >>
<< L'ho fatto per il bene del mio villaggio >>
<< Hai preso una decisione così importante senza nemmeno consultarmi >>
<< Koneko... >>
<< Hime-sama! >> Sibilò furente.
<< Hime-sama... >> meglio assecondarla << … era l'unico modo per avere quelle terre... cerca di capire... >>
<< Sei solo un verme! Un viscido, squallido doppiogiochista. E dire che avevo cominciato a fidarmi di te. A considerarti diverso! >>

Le urla si sentivano per tutto il palazzo.

<< Adesso taci! >>
<< Non dirmi cosa devo fare, non sono uno dei tuoi soldatini obbedienti! >>
<< Io dovevo farlo >>
<< Balle >> lo guardò disgustata e con disprezzo << Un uomo che ha bisogno di certi sotterfugi per governare ... >>
<< Adesso basta! >>
<< Shippai* >>

I pensieri di Gaara tornarono indietro, una distesa di sabbia, un campo di battaglia.

Suo padre.


<< Shippaidatta... Watashi ga shita subete ga shippaidatta** >>



Rimase immobile con gli occhi sgranati incapace di reagire.
Koneko dal canto suo invece girò i tacchi ed uscì dalla camera sbattendo la porta.






Angolo dell'autrice.

*Fallito!

**Ho fallito. Tutto ciò che ho fatto è stato un fallimento
Si riferisce all'episodio 297 quando Rasa durante la guerra rivela a Gaara che la madre lo ha amato e si scusa ammettendo tutte le sue colpe. Anche se la situazione è diversa, in questo momento Gaara si sente un completo fallimento come suo padre.

Capitolo cortino ma dato che c'è tanta roba ho deciso di lasciare solo questo pezzo.
Spero vi sia piaciuto.
A presto.

Violetta_

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 -Cena passivo-aggressiva- ***


Cena passivo aggressiva



Shikamaru imprecava sommessamente.

Da più di mezz'ora apriva cassetti, guardava sotto il letto, tra le lenzuola bianche, rovistava tra i vestiti ordinati in modo piuttosto svogliato dentro l'armadio... ma niente.

Ino lo guardava con aria curiosa ed un po' preoccupata.

<< Tutto ok Shi? >>
<< Non chiamarmi “Shi” >> rispose lui alzandosi in piedi.
Nel farlo non vide un'anta mezza aperta e le diede un forte colpo con la testa.
Chiuse gli occhi, si mise a sedere sul letto tenendosi il punto dove sarebbe spuntato un gran bel bernoccolo mentre i lunghi capelli si riversavano sul suo viso.

Ino intanto si era portata una mano alle labbra celando una risatina divertita.

<< Fatto male? >>
<< Porchissima di quella maledett... ma vaffanculo >> Imprecò lui con un tono di voce più alto.
<< Vado a prenderti del ghiaccio >> disse la bionda mentre usciva dalla camera.

Una volta chiusa la porta il ragazzo si sdraiò sul letto ed aprì gli occhi maledicendo Kami e mendokuse.

Temari si doveva togliere il vizio di fregargli gli elastici per capelli.


*


Intanto Ino si era recata in cucina e adesso teneva in mano un piccolo secchiello con del ghiaccio ed un fazzoletto.

Stava attraversando il corridoio che portava alle scale del terzo piano quando incrociò Temari.

Si guardarono per un lungo istante scrutandosi e decidendo come comportarsi.

Il loro era un rapporto piuttosto particolare: da nemiche si erano trovate ad essere delle alleate e da estranee qual erano si erano ritrovate ad essere quasi delle parenti pur non avendo scambiato in tutto quel tempo più di quattro parole in croce.

All'inizio Ino la temeva e cercava di starle alla larga poiché la kunoichi di Suna era forte, battagliera, una leader e, nonostante fosse un tipo mascolino, aveva il suo ascendente sui ragazzi.
Col passare del tempo aveva deciso di fare la simpatica, soprattutto dopo la sua relazione con Kankuro e dopo aver scoperto il fidanzamento tra lei ed il suo migliore amico.


Se non puoi batterli ...


<< Ciao Temari >> Disse infine con un gran sorriso.

Temari dal canto suo trovava la biondina di Konoha tremendamente irritante: un'oca senza molto cervello la cui carriera era stata determinata dal suo bel visino, qualche decente eredità ninja e l'aiuto dei suoi compagni di team, soprattutto di uno.
Ricordava ancora quando si era messa con Kankuro, avrebbe voluto ucciderla, ma dopo la loro rottura c'era stato un periodo di stasi nel quale Shikamaru l'aveva pregata di rispettare una vecchia amicizia.


Che cosa non si fa per amore... di pace.


<< Ciao Ino >> rispose senza molte cerimonie indicando il secchiello << problemi? >>

La ragazza si grattò la guancia destra e chiuse gli occhi.

<< Oh... Shika ha sbattuto la testa >>
<< Mh... ci penso io tu va pure a finire di prepararti, tra poco si cena >>
<< Ok grazie. Sai ho ancora bisogno di qualche minuto, sai devo scegliere le scarpe, decidere quali orecchini mettere ed i capelli sono un disastro … >>

Mentre la ragazza continuava ad emettere quelli che al suo orecchio arrivavano come vaghi starnazzi, Temari le aveva sottratto il secchiello e aveva iniziato a bussare alla porta del Nara.

<< Muoviti morto che cammina >>

Da dietro la porta si udì la voce del Nara.

<< Mendokuse vedi di limitare le parole per stasera >>

Temari stette in silenzio per tre secondi esatti prima di parlare.

<< Come prego? >>
<< Per colpa della tua cleptomania ho un terribile dolore alla testa >>
<< Oh povero pulcino >> spalancò la porta senza tante cerimonie e lo prese per un braccio << Andiamo alzati bradipo. Dormi ancora? >>
<< No. Dammi uno dei miei fottuti elastici, non posso uscire conciato così >>

Lei roteò gli occhi e scavò in una delle sue tasche.

<< Sei peggio di una ragazza... Tiè >>

Lui allungò la mano ma lei ritrasse la sua.

<< Come si dice? >>
<< Stronza >>

Lei si allontanò di due passi sventolandogli davanti quel pezzettino di stoffa.

<< Ritenta >>
<< Eddai Tem... ho mal di testa ed ho fame >>
<< Allora fa il bimbo beneducato. Come si dice? >>
<< Uno di questi giorni ti ammazzo >>


*


Quella sera per il kazekage la cena si rivelò molto più difficile del previsto: era convinto che il massimo della difficoltà sarebbe stato tenere a bada l'euforia di Naruto e Rock lee, invece si era ritrovato seduto accanto ad una ragazza furiosa e passivo-aggressiva.
Adesso capiva perfettamente i discorsi di Shikamaru e Naruto riguardo le donne.

<< Il villaggio è migliorato tantissimo dopo la ristrutturazione delle stradine secondarie >>
<< Kankuro-san avete per caso notizie di Shira-kun? >>
<< La nuova ala dell'ospedale è stupenda >>

Per fortuna gli ospiti erano andati a visitare il villaggio dopo aver posato i bagagli dunque non avevano udito la tremenda lite.
Inoltre sia lui che Koneko avevano un'abilità innata nel celare le apparenze dunque nessuno si era accorto della tensione tra i due.

<< Temari mi passeresti lo sgombro? >>

Per tutta riposta la ragazza prese l'ultimo pezzo del pesce preferito dal Nara e se lo portò alla bocca.

<< Sei una maledetta >>
<< Eddai guarda, vicino a te ci sono un sacco di uova sode* >>
<< Mendokuse >>
<< Crybaby >>

Il kazekage sbuffò appena nel vedere quella scenetta e ringraziò mentalmente Kankuro quando si piazzò tra i due guardando il ninja di konoha con una delle sue solite occhiate inquietanti.
Stava per portarsi il suo bicchiere alle labbra per bere quando l'acqua gli si rovesciò tutta addosso.
L'intero gruppo si voltò guardandolo stranito, solo Koneko continuava a mangiare il suo riso con una posa impeccabile nonostante il velo.

<< Dovresti stare più attento >> disse lei impassibile.

Lui per un istante la fulminò con lo sguardo, non sapeva bene come ma aveva la netta sensazione che era stata lei a giocargli quel brutto scherzetto.

<< Goumen-ne >>

Si alzò in piedi e si allontanò per andare verso il bagno mentre gli ospiti tornavano ai loro discorsi.
Stava attraversando il corridoio quando una voce lo fece voltare.

<< Kazekage va tutto bene? >>
<< Hai Matsuri >> realizzò solo in quel momento di essere di fronte la stanza degli ospiti << Solo un piccolo incidente >>

La ragazza annuì << Aspetti... >> entrò nella camera e ne uscì poco dopo con asciugamano.

<< Non è da voi essere così impacciato >> disse tamponando l'asciugamano contro la macchia.
<< Non sono perfetto >>

Si guardarono negli occhi solo per pochi secondi ma ad entrambi sembrò molto molto più tempo.

<< Ormai il gran giorno è vicino eh? >> disse la ragazza senza premurarsi di nascondere l'amarezza che provava.
<< Hai >>
<< Siete nervoso? >>
<< Io... >> si ritrovò a disagio sotto lo sguardo di quelle preziose perle nere << … sarà meglio che torni dagli ospiti >>
<< Già avete ragione >>

*


Temari era poggiata alla parete dietro una colonna.

Preoccupata per lo strano comportamento del fratello si era alzata per seguirlo e quando lui aveva incrociato Matsuri aveva deciso di nascondersi.

Rabbrividì quando capì che il suo dubbio era fondato.








*Shikamaru adora lo sgombro e detesta le uova sode

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 -Rivelazioni- ***


Rivelazioni




Quella notte faceva particolarmente caldo.

Non un filo di vento veniva in soccorso contro l’afa e l’umidità si attaccava alla pelle rendendola insopportabilmente sudata.
Per tutto il villaggio incombeva un silenzio pesante, opprimete.
Non serviva a nulla girarsi e rigirarsi nel letto e il cielo stellato, per quanto meraviglioso, non riusciva a placare quella tensione.

*

Kankuro era steso sul letto a petto nudo intento a fissare nella penombra le mani ancora incomplete di una sua nuova marionetta.
Stava riflettendo se dotare le punte delle dita di lame o se non fosse meglio utilizzare dell'esplosivo quando improvvisamente sentì bussare alla sua porta.

<< Chi è? >> rispose scocciato.

Per tutta risposta si udì bussare ancora più forte.

<< Temari ma perchè non ti fai una camomilla come la gente normale e vai a dormire? >>

Si udì una piccola pausa ma poi il rumore tornò più insistente di prima.

Il ragazzo grugnì seccato e si alzò grattandosi il fianco destro e sbadigliando in modo vistoso.

<< Arrivo arriv... >>

Quando aprì la porta rimase spiazzato nel vedere Koneko coperta dal suo consueto velo, i lunghissimi capelli sciolti che ricadevano morbidi su quello che sembrava più un abito da sera che un pigiama, erano visibilmente umidi e profumavano di viola.

<< Hime? Cosa c'è?... >>

Dopo un istante di indecisione la ragazza entrò con irruenza spingendo il marionettista contro il muro, con una mano chiuse la porta con forza.
Lui ancora sorpreso dapprincipio non reagì ma subito dopo tentò di allontanarsi.

<< Hime-sama ma che fa?... >>

Lei lo stringeva dimostrandosi sorprendentemente forte.

<< Kankuro... >>

Aveva udito poche volte la voce della ragazza ed era sempre stata dura e tagliente ma in quel particolare frangente risultava molto diversa: era dolce, sembrava vicina alle lacrime ma soprattutto gli sembrò tremendamente familiare.

<< … sono io >> bisbigliò mentre si allontanava di un passo togliendosi il velo.

Il marionettista sgranò gli occhi irrigidendosi.

No. Non era vero. Non poteva essere vero.

Eppure era proprio lei.

<< Sumi..re.. >>

Lei abbassò lo sguardo incapace di sostenere quello del ragazzo.
Kankuro continuava a fissarla con un'aria indecifrabile.

<< Sumy... che scherzo è questo? >>

La ragazza sentiva il respiro farsi pesante, parlare le risultava molto difficole.

<< Non è uno scherzo. Io... >>
<< Tu.. tu sei Koneko... >>
<< Si... cioè no... è che... >>
<< Mi hai mentito >> costatò con voce tranquilla ma tradita da un'espressione corrucciata e ferita.

Sumire sentì il respiro farsi pesante, come se avesse un macigno sul petto.

<< No. Non ti ho affatto mentito >>

Il ragazzo si stava innervosendo.

<< Mi hai mentito sul tuo nome, mi hai detto di essere una genin.... mi hai... >>
<< No no NO! Io mi chiamo veramente Sumire! Koneko è il mio secondo nome >> fece una pausa << Secondo la tradizione della mia gente i nobili devono avere un secondo nome e con quello farsi conoscere dal popolo >> disse non celando il suo disprezzo verso quella assurda situazione << ... e si, sono una genin, lo Tsukikage non mi ha mai dato il permesso di affrontale l'esame dei chunin >>

Rimasero in silenzio per qualche minuto: lui rigido e a braccia conserte, lei tremante con le mani vicino al petto.

<< Parlami ti prego >>

Lui chiuse gli occhi scuotendo la testa.

<< Ti prego... >>

La ragazza gli si avvicinò con cautela e gli sfiorò il petto coi polpastrelli scendendo lentamente.
Lui le bloccò la mano stringendola nella sua.

<< Fermati... >> sussurrava, ma aveva un tono di voce deciso << fermati, fermati! >>
La voce della ragazza se possibile era ancora più tremante << No... >>

Lui tentava di spingerla ma lei rafforzava la presa.

<< Non allontanarmi, ti scongiuro >>
<< Tu sei la fidanzata di mio fratello >> disse severo.
<< Sono stata costretta a questo omiai. Io detesto quello stupido panda! È antipatico, noioso, arrogante... >>
<< E' di mio fratello che stai parlando Sumire, smettila per favore >>
<< Io sono innamorata di te! Non lo voglio il tuo stupido fratello >> Una lacrima le scivolò sul viso.

Kankuro si fermò guardandola.

Cosa doveva fare?

Lei era la figlia adottiva dello Tsukikage, promessa a Gaara.
Non rischiava solamente di ferire il fratello, rischiava anche di provocare un incidente diplomatico.

Ma...
Non poteva ignorare ciò che provava, non poteva ignorate quei momenti passati insieme.

La abbracciò aspirando il suo dolce profumo.

<< Non posso >> disse chiudendo gli occhi, era veramente disperato. << Non posso Sumy... pensa alle conseguenze >>
<< E tu pensa alla prima notte dopo le nozze >> disse provocatoria.

Kankuro sgranò lo sguardo colto dalla gelosia, non poteva negare che quel pensiero gli dava fastidio.

<< Quando siamo stati a Tsuki hai detto che ero solo tua... ti rimangi tutto? >> disse arrabbiata.

Ripensò a qualche mese prima: ripensò a quei sospiri, al suo sguardo profondo e alle sue cosce bianche.

§§

<< Ah! >>

Il suo profumo era così inebriante, lo adorava. I suoi seni erano così morbidi ed amava le sue carezze.

Dopo l'amplesso si accoccolarono abbracciati uno accanto all'altra.

<< Dormi? >>
<< Nnno >> disse lei prendendo a baciargli la mascella.
<< Mi fai il solletico baka >>
<< Baka?>> disse lei fingendo di essersi offesa.

Lui la abbracciò.

<< Si. La mia bellissima baka >>

§§

La amava. La amava davvero molto.
E si maledisse. E si sentì un idiota per non averglielo mai detto.
E adesso era troppo tardi.

Sospirò << No... non mi rimangio nulla, ma, la situazione non è facile, non è semplice... >>
<< Parla con lui... >>

Kankuro la guardò per un istante e sospirò.

<< Gaara... Gaara non ha avuto una vita facile, gli è stato negato l'amore di una madre, io e Temari non ci avvicinavamo a lui, non aveva amici, ha iniziato adesso ad avere una vita normale, non posso portarti via da lui... non posso procurargli altro dolore... >>

La ragazza si allontanò per asciugarsi le lacrime.

<< Tutto questo è ingiusto... io voglio stare con te >>

Lo fissò avvicinandosi alle sue labbra, lui tentò di allontanarsi girando il viso ma lei poggiò una mano sulla sua guancia per catturare nuovamente il suo sguardo << Per favore lasciami fare >> disse con un tono risoluto.
Lo baciò intensamente stuzzicando il sua labbro inferiore, quando si staccò fece un lungo sospiro.


<< Ero convinta di riuscire a risolvere questa situazione da sola. Pensavo che se fossi stata abbastanza odiosa il Kazekage avrebbe optato per il kotowari. Non so più cosa inventarmi adesso... >> deglutì facendo una piccola pausa << … forse dovrei fuggire... >>

Conoscendo l'impulsività della ragazza Kankuro tentò di farla ragionare.


<< Sumire ricordati cosa c'è in ballo... >>
<< Farò la brava... >> disse interrompendolo << non ho intenzione di scatenare un incidente diplomatico … >> chinò la testa non riuscendo a trattenere le lacrime << ...ma non voglio sposarlo >> gli prese delicatamente il viso poggiando la fronte contro la sua << Io non voglio sposarlo >>


Era una palese richiesta di aiuto, l'ultimo disperato tentativo di una giovane innamorata.

Kankuro sciolse per primo l'abbraccio e col pollice le asciugò una lacrima che le ricadeva lenta sulla guancia.
Vedendo quegli occhioni il suo primo istinto fu quello di andare nella stanza del fratello svegliarlo in piena notte e mandare a quel paese il Kazekage, lo Tsuchikage, i consiglieri e tutti quelli che avevano a che fare con l'omiai.
Ma il suo buonsenso lo trattenne imponendogli di rispettare i suoi doveri, ed il dovere primo di uno shinobi è pensare prima di tutto al bene del suo villaggio.
Sentendosi sopraffatto da tutti quei pensieri l'abbracciò con forza per l'ultima volta.

Sumire, che aveva lasciato libero sfogo alle sue lacrime, inspirò contro il suo petto riuscendo a darsi un contegno, lo guardò dritto negli occhi un'ultima volta e gli rubò un veloce bacio e poi veloce come solo lei sapeva essere uscì dalla camera del ragazzo per recarsi nella sua.




Angolo dell'autrice (bastarda).

Eh si.
Eh già.
Sumire è Koneko.
E per quanto assurdo possa sembrare esiste una ragazza che preferisce Kankuro al fratellino forte ricco e potente...

Sumire è un personaggio che ho creato anni fa e me la sono immaginata in modo piuttosto dettagliato, però, dato che non sono sicura che la descrizione fisica che le ho dato possa bastare, vi do un riferimento visivo: Komaki Manaka di To Heart 2 (non sarà identica ma assomiglia all'immagine che ho di lei).
Spero che questo capitolo non vi abbia deluso. Ci sono ancora molte cose da chiarire e le sorprese non sono affatto finite.
Detto ciò vi saluto e spero di leggere qualche vostro commento.
Baci.

Violetta_


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Capitolo 31
*** Capitolo 31 -Visita al mercato - ***


Visita al mercato



Il giorno dopo quella terribile sfuriata Koneko e Gaara avevano ripreso ad evitarsi.


Sembrava che il tempo si fosse fermato ed avesse iniziato a far partire le lancette al contrario sino a quella giornata torrida e afosa nella quale una carrozza bianca attraversava le mura di Suna.

Gaara aveva reagito in modo molto pacato, forse in modo fin troppo pacato.
In effetti la sua era stata più una non-reazione: non ne aveva parlato con nessuno, non aveva manifestato nessun sentimento ed aveva mantenuto un comportamento impeccabile.
Nonostante avvertiva un gran senso di oppressione e di smarrimento.

<< … E questa è l'autorizzazione per il nuovo centro di ricerca >>

Mise la sua firma sull'ennesimo modulo.
Da quando a Konoha un gruppo di jounin aveva scoperto delle strane onde* che non avevano a che fare col chackra tutti gli scienziati sembravano come impazziti e piano piano nelle cinque grandi terre erano dei gruppi di ricerca con lo scopo di costruire dei macchinari sempre più sofisticati.
Al ragazzo sembrava uno spreco di tempo: sempre a Konoha ad esempio stavano mettendo a punto uno strano aggeggio chiamato “cellulare”. Come se le ricetrasmittenti o ninja sensoriali non bastassero.
Ma dato che era a favore del progresso aveva trovato i fondi a quel piccolo team e gli aveva dato l'autorizzazione.

<< Arigatou Kazekage-sama >>

Lui si limitò ad annuire per poi congedare il ninja che aveva di fronte.
Si guardò intorno percependo qualcosa di molto stano.

<< Baki sei sicuro che questo sia l'ultimo plico?
<< Hai >


Possibile che aveva consegnato tutte le scartoffie?


<< Come mai ci sono così pochi moduli oggi? >>

L'uomo fece spallucce.

<< Non avevate arretrati evidentemente Gaara-sama. Meglio no? >>
<< Perchè? >>

Il jounin si grattò il collo un po' imbarazzato.

<< Bhe Kazekage-sama, dato che mancano pochi alla cerimonia potreste approfittarne per stare con la vostra promessa >>

Gaara avvertì un senso di fastidio.

<< … già >>
<< Come vi sentite al riguardo? >>

Gaara pensò al suo ultimo incontro con la ragazza.

<< Bene grazie >> mentì.

*


Il Kazekage stava tamburellando le dita sulla sua scrivania mentre la mano sinistra si reggeva la testa. Era visibilmente irritato.
Aveva passato due ore buone della sua vita alla ricerca dei documenti per i nuovi sensei ma sembravano spariti. Alla fine dedusse che li aveva consegnati.
Ma quel dubbio lo attanagliava ancora: c'erano troppi pochi documenti, qualcosa non quadrava.

Dove aveva messo i documenti per i chunin? Possibile che aveva consegnato pure quelli senza ricordarselo?

<< Ehi Gaara disturbo? >>

Batté due volte le palpebre guardando dritto di fronte a se riconoscendo la voce di Naruto.

<< Iee accomodati >>
<< Come fai a stare tutto il tempo dentro questo ufficio? Per me è durissima passare dentro il mio anche solo due ore >>
<< Questo perchè tu sei un idiota >>

L'hokage si bloccò arricciando il naso.

<< Simpatico >>
<< Volevi parlarmi? >>
<< Koneko si trova al mercato insieme agli altri. Non dovresti stare con lei? >>


Ma perchè oggi tutti sembravano costringerlo a stare con la sua aguzzina?


<< No. Non è necessario >>

Naruto fece spallucce.

<< Sei tanto tanto asociale >>
<< Ho solo molto lavoro da fare >> Mentì.

Naruto roteò gli occhi al cielo.

<< Gaara puoi imbrogliare gli altri ma io sono un kage come te e so che non ci sono tutti questi documenti da compilare >>
<< Se non erro Sakura ha aspettato due settimane per dei documenti riguardanti il suo reparto >>

Naruto spalancò gli occhi.

<< Come fai a saperlo? >>
<< I tuoi ninja sono pettegoli >>
<< … >>

I due si guardarono intensamente negli occhi.

<< Touchè >>

*


Il mercato di Suna si trovava in una delle strade principali del villaggio. Fino a pochi anni prima era solo un piccolo pugno di bancarelle che forniva poco più dell'indispensabile, ma dopo la grande guerra il Kazekage aveva provveduto a migliorare lo stile di vita del suo villaggio oltre che la forza militare.
Adesso le bancarelle invadevano letteralmente la strada e fornivano ogni genere di prodotto.

<< Wow guarda Lee! Qui ci sono un sacco di armi >> disse Ten ten avvicinandosi ad un bancone, tuttavia non ricevette alcuna risposta.
<< Lee? >>

La ragazza si voltò e vide il suo compagno attaccato ferocemente al braccio di Kankuro.

<< Quindi Shira-kun sta bene? >>
<< Hai sta bene, sta bene >> disse il Jounin cercando di staccarsi il sopracciglione di dosso << ...da quel che ne so si è pure sposato >>
Rock Lee scoppiò il lacrime << Sono così felice per Shira-kun >>

Ten ten si avvicinò a lui tirandolo per un orecchio.

<< Smettila di importunare tutti Lee e vieni con me a scegliere le armi >>

Kankuro ringraziò mentalmente la ninja di Konoha e si sistemò la manica della divisa quando la sua attenzione venne catturata dalla voce di Shikamaru.

<< Quindi è quella la hime? >> chiese a bassa voce avvicinandosi all'orecchio di Temari.
<< Hai >>

Koneko era in compagnia delle ragazze di Konoha più Matsuri.
Stava conversando con Sakura vicino ad una bancarella di dolci.

<< Sembra una ragazza a modo >>

Il marionettista alzò la testa per guardarla e per un solo istante i loro occhi si incrociarono, entrambi deviarono lo sguardo con grande amarezza.

<< Kankuro! >>

Il ninja si voltò riconoscendo la voce di Kiba.

<< Cosa c'è? >>
<< Vado a farmi una birra, vieni con me? >>

Lui alzò un sopracciglio.

<< Come mai questo gentile invito? >>
<< Non farti strane idee: Naruto è dal Kazekage, Lee è stato rapito e Shino non beve >>

Il micione non represse un ghigno.

<< Wakatta wakatta... mi hai convinto andiamo >>

Sumire osservò con la coda dell'occhio i due ninja allontanarsi.

<< Hime non è una buona idea >>

Il suo cuore batté furiosamente nel petto e si voltò verso la ragazza.

<< Cosa intendi Matsuri? >>
<< Ho sentito dove stanno andando, non è conveniente per voi andare a bere a quest'ora >>

La ragazza tirò un sospiro di sollievo.

<< Che peccato, ci speravo proprio >> Recitò in modo impeccabile.

*

Verso sera Matsuri bussò alla porta della hime.
Da quando erano tornate dal mercato la ragazza si era chiusa in camera ed era un po' preoccupata.

<< Tutto bene Hime-sama? >>

La ragazza rispose con voce allegra.

<< Hai Hai Matsu... come vedi mi sto divertendo a giocare con degli aeroplanini di carta >>
<< Avete fame? >>
<< No >>

Matsuri sospirò con aria affranta, quella tizia era veramente strana.


Dov'era riuscita a trovare tutta quella carta poi?








*Le onde elettromagnetiche

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 - Una giornata da dimenticare- ***


Una giornata da dimenticare


Quella mattina era iniziata davvero male per il Kazekage.

Si era svegliato come al solito di buonora in modo da sistemare con diligenza le missioni ed i documenti della giornata.
Ma una volta recatosi in bagno per farsi una doccia e, dopo essersi insaponato, aveva scoperto che l'acqua era finita.
Non potendo ricorrere alla sabbia, dato che una dose così piccola si sarebbe sgretolata impastata con l'acqua, era dovuto uscire coperto solo da un misero asciugamano ad aumentare la pressione dell'acqua. Per fortuna vista l'ora non c'era alcun ninja per i corridoi.
Al suo ritorno, con suo grandissimo disappunto aveva costatato che l'acqua era tornata con una pressione tale da aver allagato non solo il suo bagno ma anche la sua camera.

<< Ma che ...? >>

Dopo aver fatto fronte al contrattempo che gli aveva fatto perdere un'ora buona della sua vita si recò nel suo ufficio senza aver nemmeno fatto colazione, si sedette sulla sua poltrona davanti alla scrivania ed ebbe un tuffo al cuore.

I rotoli delle missioni della giornata erano svaniti nel nulla.

<< Ma cosa? >>

La sera prima era certo di averli messi del primo cassetto a destra della sua scrivania. Era pronto a scommettere sulla sua vita.


E allora dov'erano finiti?


Uscì trafelato dal suo ufficio per recarsi alla sala del consiglio, cercò ovunque ma dei rotoli nessuna traccia.
Chiuse gli occhi ed inspirò cercando di razionalizzare: forse aveva compilato altri documenti o forse era solo convinto di aver compilati i rotoli quando in realtà non era vero. Dopotutto ogni giorno compilava decine e decine di scartoffie.
Rassegnato al suo destino, prese dei rotoli vuoti e scrisse, o forse riscrisse, tutte le missioni della giornata.

Finalmente quando finì di firmare l'ultimo rotolo, si recò nuovamente nel suo ufficio stanco e con un forte mal di testa.
Si sedette sulla sua scrivania pronto a disporre tutti i rotoli in ordine quando, d'un tratto, il suo occhio percepì qualcosa di strano.
Dal primo cassetto a sinistra della sua scrivania spuntava un piccolo triangolino di carta inquietantemente familiare.


No... stava forse diventando matto?


Aprì il cassetto e li vide.
I rotoli scomparsi.
Senza volerlo la sabbia cominciò a roteare tutta intorno a lui.

<< Kusokurae!*>> ringhiò infine frustrato ed arrabbiato.

Chiuse il cassetto sbattendolo con forza e serrò i pugni.

<< Gaara che impreca? Questa è una novità >>

Sentendo quella voce spalancò gli occhi ed alzò lo sguardo: Naruto era davanti la porta e lo guardava divertito.
Si sentì in imbarazzo per essere stato colto in quel brutto momento, inoltre il fatto che l'hokage fosse sveglio gli fece intuire che ormai la mattinata era bella che andata.

<< Ohayo gozaimasu Naruto... sai che dovresti bussare? >>
<< L'ho fatto ma eri così intento a frugare nelle carte che non mi hai sentito... >>
<< E sei entrato comunque >> disse iniziando a catalogare le varie missioni sulla sua scrivania e a gettare via i doppioni.

Naruto incrociò le brccia al petto scrutando l'amico.

<< Mi sembri un po' stressato >>
<< Non sono stressato >>
<< E quei capelli sembrano quelli di un folle >>

Gaara si portò una mano alla testa e si rese conto di non essersi pettinato quella mattina.
Il che spiegava le facce stranite dei ninja e consiglieri che l'avevano visto poco prima in corridioio.
Vedendolo in quello stato Naruto decise di prendere una cosa dalla sua borsa.

<< Hai bisogno di una pausa... ed io so esattamente come farti distrarre >>
<< Naruto devo lavorare... >>
<< Eh no mio caro, tu adesso mi darai retta, ho una cosa che sicuramente ti tornerà molto utile in futuro >>


*


<< Kazekage-sama >>

Non si sa come Naruto era riuscito a convincere Gaara a leggere uno dei libri di Jiraya.
Era arrivato in uno dei punti cruciali quando Baki entrò nella stanza.
Con un gesto fulmineo il Kazekage buttò il libro tra le mani del biondino ed alzò lo sguardo verso il suo ex sensei.

<< Si Baki? >>

Lui si avvicinò alla scrivania porgendogli dei fogli.

<< C'è un messaggio dallo Tsukikage: vi informa del suo arrivo tra quattro giorni >>

Non appena udita la notizia Naruto strinse i pugni sovreccitato.

<< Fantastico! Anche il vecchio nonnetto viene al matrimonio? >>
<< Deve: lo tsukikage è il padre di Koneko >>

Naruto spalancò la bocca in un'espressione di puro stupore.

<< Cooosa? Ma è vecchio! Come ha fatto a... >>
<< Padre adottivo Natuto. Padre adottivo >>

Vedendo quella adorabile scenetta Baki tossì due volte per riottenere l'attenzione.

<< Anche gli altri Kage hanno mandato una lettera: purtroppo sia il Raikage che la Mizukage non potranno venire al matrimonio per via di problemi personali quindi porteranno degli ambasciatori >>
<< Molto bene Baki. Arigatou >>

Rimasti soli Nauto diede una vigorosa pacca sulla spalla dell'amico.

<< Ancora non riesco a crederci! Chi l'avrebbe detto che tu saresti stato il primo a sposarti? >>

Lui annuì appena reagendo in modo assolutamente normale per uno col suo carattere, ma dentro di se era distratto da una moltitudine di pensieri che gli attanagliava la mente.

Se quella situazione non si placava la ragazza gli avrebbe reso la vita peggiore di quanto gliela aveva resa Shukaku.


*


Dato che ormai la giornata era perduta, nel tardo pomeriggio fece una breve passeggiata per le vie periferiche del villaggio, andò alla serra e si mise ad osservare distrattamente la moltitudine di piante e fiori.
Nel tardo pomeriggio decise di andare a bussare alla camera della hime, voleva cercare di restaurare quel clima di complicità di qualche settimana prima.

La ragazza aprì la porta e lo guardò di traverso.

<< Che vuoi? >> gli chiese lapidaria.

Il ragazzo ebbe come un senso di deja-vu.

<< Vorrei parlare con te. Posso entrare? >>

Lei alzò un sopracciglio.

<< E quelli? >>

Aveva un piccolo vaso di ibisco in mano, sul libro di Jiraya c'era scritto che le donne amano ricevere i regali e lei stessa aveva mostrato interesse per i fiori.

<< Ho pensato che ti avrebbero fatto piacere >>

Sumire prese i fiori annusandoli dopodiché guardò il ragazzo fisso negli occhi afferrò il vaso colmo d'acqua e con un gesto fluido gliela gettò in faccia, subito dopo si richiuse in camera sbattendo la porta.


*


Kankuro era in cucina, stava sorseggiando una birra mentre sfogliava il giornale quando il fratello entrò tutto bagnato e con uno strano tic all'occhio.

<< Che ti è successo Gaara? >>
<< Nulla, un piccolo incidente >>
<< Ancora i tubi dell'acqua in bagno? Ho fatto controllare già tre volte e gli impianti sono a posto. Inoltre personalmente non ho riscontrato nessun problema >>
<< Tranquillo >> rispose lapidario << Dove sono i biscotti? >> chiese rovistando nella dispensa del mobile bar >>

Il ragazzo si grattò la guancia.

<< Credo che siano finiti >>

Gaara chiuse gli occhi: sapeva esattamente chi poteva averli finiti.

<< Inoltre non ti fa bene mangiare quella roba. Vado a vedere a che punto è la cena >>

Il kage annuì e si sedette di fronte al tavolo: era visibilmente nervoso ed esausto.
Temari era sparita misteriosamente nel tardo pomeriggio e non era ancora rientrata a casa.
Kankuro tornò con la pentola in mano. Iniziarono a mangiare nel più completo silenzio.

Quella giornata si era rivelata peggiore di qualsiasi guerra o missione ed era riuscito a concludere meno di quanto faceva Naruto solitamente.

Alla fine il rosso poggiò le hashi e si mise ad osservare fuori dalla finestra.

<< Tutto bene Gaara? >>
<< Hai, hai. Sono solo stanco >> disse guardando distrattamente il cielo.
<< Ma oggi non hai fatto una pausa con Naruto nel pomeriggio? >>
<< Se per te ascoltare Naruto che parla di ragazze equivale ad una pausa allora si, ho fatto una lunga pausa >>

Kankuro chinò la testa cambiando umore all'istante. Finì di mangiare velocemente e si premurò di sistemare la cucina mentre il Kazekage continuava a parlare.

<< Poi continuano a scomparire documenti ... >>

Il Kazekage era così stanco che non si accorse del comportamento del fratello e continuò il suo piccolo sfogo mentre questo finiva di rassettare perso nei suoi pensieri.

Kankuro intanto teneva un'aria corrucciata e tesa.
Dire o non dire a Gaara di lui e Sumire?
Sarebbe stato in grado di tacere dopo il matrimonio? E soprattutto sarebbe stato in gradi di sopportare la vista della donna che amava tra le braccia del fratello?

<< A proposito Kankuro >>

Udendo il suo nome il marionettista si riscosse dai suoi pensieri e si girò guardando il fratello.

<< Si? >>
<< Non ti ho chiesto se hai invitato al matrimonio la ragazza di Iwa che ti piace tanto, dopotutto mi piacerebbe conoscerla >>

L'umore del ragazzo mutò da grigio e nero pece.

<< No. Non l'ho invitata >>
<< Posso sapere il motivo? >>
<< Non... non sarebbe stata una buona idea >>

Gaara corrugò la fronte non capendo.

<< Ci sono delle cose che proprio non posso spiegarti fratello. Gomen >> detto ciò si voltò allontanandosi verso il suo laboratorio.








Angolo dell'autrice

*cazzo (so bene che Gaara è una perosna molto controllata, ma dopo una mattinata del genere credo che un'imprecazione uscirebbe dal cuore persino ad un santo)

Spero di star bilanciando nel modo giusto il lato tragicomico della storia.
Grazie a tutti i lettori un bacione.


Violetta_

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 - Offerte di pace - ***


Offerte di pace



Shikamaru si buttò sul letto stanco e sudato e si accese una sigaretta.

Intanto Temari si era messa la sua maglietta ed era andata verso la sua scrivania dov'era poggiata una bottiglietta d'acqua.

<< Shika sai che mi da fastidio >>

Il ragazzo fece uscire una nuvoletta di fumo dalla sua bocca cercando un modo per non dover spegnere la sigaretta. Perchè era certo che se continuava a fumare lasciandola sbattere, lei lo avrebbe preso a colpi di ventaglio.
Osservò la sua camera: era una bella stanza, abbastanza ordinata se non si contavano i loro vestiti gettati un po' sul letto e un po' a terra.
Non c'erano segni particolari: un armadio, una scrivania con qualche libro, delle foto con i suoi fratelli che sembravano fissarlo male quando malauguratamente si ritrovava a guardarle mentre passava dei piacevoli momenti con la kunoichi.
Forse un dettaglio c'era: la presenza di un cospicuo numero di piante.

<< Sai che tutte queste piante potrebbero farti male qui? >> disse tentando di cambiare discorso.
<< Sono piante grasse >> disse lei capendo il suo piano. << ...fa peggio la nicotina... >>

Lui continuò a parlare sperando nel suo piano fino in fondo.

<< Riflettevo... tu adori osservare le piante, a me piace osservare le nuvole... >>
<< E allora? >> Chiese lei incrociando le braccia al petto.
<< ...insieme formiamo una specie di ying e yang >>

Temari arrossì leggermente.
Riconobbe che aveva spremuto abbastanza il suo cervellino ancora rintontito dall'amplesso e decise di lasciarlo in pace almeno per questa volta ma si alzò per aprire la finestra, subito dopo si sedette sul letto accanto a lui.

Shikamaru inspirò una boccata che gli risultò particolarmente piacevole e constatò che il gesto della fidanzata era un piccolo lusso che si potevano permettere solo da poco tempo, da quando la “sorveglianza Sabaku” era apparentemente scomparsa.
Le cinse la vita con un braccio e le diede un bacio sul fianco.

<< Che bello non dover sgattaiolare in piena notte per vederti >>

Lei gli prese una ciocca castana che era scappata via dalla stretta dell'elastico e se la attorcigliò sull'indice.

<< Già. Così puoi dormire le tue dodici ore di fila... >>
<< Ultimamente i tuoi fratelli mi stanno meno addosso spero che rimangano così per mooolto tempo >>
<< Non ti ci abituare. Ovvio che in questo periodo siano più distratti. Gaara adesso ha ben altri pensieri per la testa >>
<< Si lui ha una buona ragione... ma Kankuro? Non dirmi che anche lui è distratto da una ragazza. Ah proposito come si chiamava quella di Iwa che stava frequentando? >>
<< Boh non mi ricordo. Ma conoscendo i precedenti di mio fratello con le donne probabilmente lo ha scaricato >>

*

<< Stupido cretino di un... panda >>

Sumire era sopra una scaletta traballante e troppo bassa per il suo scopo, cercava di allungarsi il più possibile ma riusciva a malapena a sfiorare la copertina di un libro.
Il cretino in questione aveva fatto sistemare la libreria e aveva messo i libri con le leggende del villaggio nella mensola in alto.

<< Ma porca... >>

D'un tratto vide una scia di sabbia circondare il libro per poi volteggiarle accanto.

<< Ho pensato di darti una mano >>

Si voltò riconoscendo la voce di Gaara.

<< Che gentile >>

Prese il libro e scese la scala.

<< Pensi di rabbonirmi così? >>
<< Koneko non potremmo concordare una tregua? >>

Sumire stava per dargli un colpo del pesante libro in testa quando udì un rumore venire dalla porta.

<< Gaara hai per caso visto il libro sulle piante veleno... se >>

Le parole di Kankuro andarono scemando alla vista di Sumire.
La ragazza deglutì ed abbassò istintivamente lo sguardo.
Il kazekage non fece molto caso a quella scena.

<< L'ho lasciato nel mio ufficio >>
<< Vado a prenderlo, devo consultarlo con urgenza >> disse congedandosi in modo piuttosto frettoloso.

Rimasti soli la ragazza prese la parola.

<< Una tregua eh? >>

Gaara si voltò verso di lei ed annuì.

<< Non ho motivi per accettare >> Disse acida mentre si incamminava per andare in camera sua.

*

<< Fammi capire bene: TU vuoi organizzare una festa? >>

Adesso Temari le aveva proprio sentite tutte.

<< Iee una cena. Sarebbe una buona idea? >>

Gaara era seduto sulla sedia di fronte la scrivania della sorella. Non gli veniva in mente nessun'aaltra idea per riappacificarsi con la hime e la sorella era la persona più razionale che conosceva. Oltre ad essere una femmina.

<< Beh ho visto che andare d'accordo. Perchè non l'hai chiesto a lei? >>
<< E' piuttosto... suscettibile negli ultimi giorni >>
<< Comprensibile >> Temari incrociò le braccia al petto riflettendo sull'idea << Si credo che avere gente intorno il giorno prima delle nozze sia un ottimo modo per allontanare la tensione. Inoltre così potremmo tenere a bada l'irrequietezza degli ospiti >>
<< Allora affido a te l'incarico di invitarli e di organizzare la cosa >>

La sorella strabuzzò gli occhi.

<< Cosa?! Ma perchè a me, non può farlo Kankuro? >>
<< L'idea di invitare gli ospiti è stata tua... considerala una piccola missione >> disse uscendo dalla stanza.

Temari gettò un sospiro rassegnato.

<< Campo libero se n'è andato via >>

Shikamaru era appeso accanto la finestra della ragazza grazie alla tecnica dell'ombra. L'aveva scampata per un soffio.

*

Matsuri ogni giorno che passava detestava quella missione un po' di più.
Era nell'ufficio del suo ex sensei proprio di fronte a lui.

<< Potresti informare la Hime che domani sera si terrà un piccolo ricevimento? >>

Adesso era diventata pure postina.

<< Certo signore. Se posso permettermi... perchè non la informate voi stesso stasera a cena? >>

Gaara venne colto da una strana tachicardia, gli prudevano le mani ed si sentiva a disagio. Era un po' di tempo che non gli capitava, ma riuscì a nasconderlo.

<< Non credo che sarò a casa stasera. Ho molto lavoro da sbrigare >>

Stava mentendo e Matsuri se ne accorse subito. Tuttavia non ne afferrò il motivo.

<< Volete che vi dia una mano? >> le sfuggì senza nemmeno riflettere.
<< Io... >>

Gaara si sorprese nello scoprirsi fortemente tentato nel dire di si.
L'idea di passare un po' di tempo con quella ragazza lo rendeva molto, forse fin troppo, felice.
Ma non aveva documenti a sufficienza per dar credito alla sua piccola bugia e non aveva assolutamente voglia di tornare a casa.

<< No ti ringrazio >>

La ragazza annuì e si inchinò con rispetto.

<< Allora vado a riferire >>

*

Shikamaru era spalmato contro una colonna portante del giardino interno del palazzo. Sigaretta in bocca, espressione gioiosa di chi ha poca voglia di vivere, aveva appena comunicato ai suoi concittadini l'evento che si sarebbe tenuto l'indomani sera.

<< Una festa? >>
<< Si. A casa Sabaku >>

Ovviamente i ninja di Konoha avevano reagito in modo molto vivace.

<< Ci saranno altri ospiti? >>
<< No Choji, mi dispiace? >>

Ino iniziò a saltellare con le mani chiuse a pugno.

<< Evviva così indosserò il mio vestitino nuovo >>

Shino si sistemò gli occhiali.

<< Queste cerimonie servono a rafforzare i rapporti >>

Ten ten lo guardò con un'aria rassegnata.

<< La scoperta dell'acqua calda >>

D'un tratto Kiba si piazzò di fronte a tutti con uno sguardo di fuoco.

<< Sapete che vuol dire ragazzi? >>
<< No cosa? >>
<< Addio al celibato! >>

Shikamaru mise le mani avanti.

<< Frena frena. Non è un addio al celibato, si tratta solo di un piccolo ricevimento. Buffet, musica di sala... non aspettarti spogliarelliste o roba simile >>

Naruto portò una mano alle labbra.

<< Non riesco ad immaginarmi Gaara in compagnia di una spogliarellista >>

*

Sumire era nel corridoio.

<< Koneko... >>

La ragazza trasalì riconoscendo la voce di Gaara, non si aspettava di incrociarlo.

<< Che vuoi? >>
<< Non mi aspettavo di trovarti qui.. >>
<< Devo avvertirti di ogni mio spostamento? >> chiese secca.
<< No, ovviamene no >>

Ci fu un momento di imbarazzante silenzio.

<< Matsuri ti ha detto di... >>
<< Si. Sono stata informata della festa >> lo interruppe << Sarebbe un modo per ripropormi la famosa tregua? >>
<< Dipende... funziona? >>
<< Diciamo che i tuoi neuroni non hanno avuto un'idea del tutto sgradevole >>
<< E' il tuo modo per dire che parteciperai? >>

Per tutta risposta lei gli tirò un bicchiere d'acqua in faccia e se ne andò borbottando.

<< Una non può nemmeno avere sete che le viene fatto il terzo grado >>

Beh almeno non lo aveva picchiato o minacciato.





Angolo dell'autrice

Ok prometto che questi capitoletti "filler" stanno volgendo al termine, mi scuso se non sono riuscita a renderli più interessanti ma erano necessari per rendere più completa la storia.
Riguardo la parte Shikatema ci tengo a ringraziare Dark Gaara per avermi suggerito l'idea. Grazie mille cara.
Detto ciò spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Un bacione.

Violetta_

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 -Addio al celibato?- ***


Addio al celibato?


Sakura continuava a battere il piede destro per mostrare tutta la sua impazienza: era stato già abbastanza difficile convincere Ino a darsi una mossa e ad uscire dal parrucchiere, se ci si metteva pure Naruto era la fine.

Perchè aveva deciso di farsi accorciare quei capelli?

<< Dai voi due muovetevi! Non potete arrivare in ritardo >>

Hinata continuava a farle cenno che stavano arrivando ma quel suo sorriso tirato e imbarazzato era ben poco convincente.

<< Sai mi sistemi la collana? >>
<< Si tesoro >>

Sakura roteò gli occhi al cielo.
Non era la sola ad avere problemi: Ten ten stava lottando contro Lee per convincerlo a mettersi la giacca nera in modo da nascondere la sua preziosa tutina.
Chouji senza la presenza di Shikamaru si era fiondato in una pasticceria e Kiba stava inseguendo Akamaru che aveva avuto la brillante idea di rubargli la cravatta.

<< Non arriveremo mai... >>


*


Gaara era nel corridoio quando incrociò lo sguardo di Sumire.

Il vestito violetto e le ciocche laterali lasciate sciolte la rendevano molto bella ma il kazekage fu colpito da un altro dettaglio.

<< Non porti il velo sul viso >>
<< Ormai non serve più >> disse con amarezza.

Lui ovviamente non capì il senso di quella frase, stava per chiederle cosa intendesse quando venne interrotto da Matsuri.

<< Gaara-sama, Hime-sama gli ospiti sono appena arrivati >>

Il kazekage le fece un cenno col capo prima di rivolgersi a Sumire.

<< Andiamo allora >>

*


Quando scesero nella sala videro subito Temari conversare con Shikamaru e Kankuro intento a versarsi del liquore.
Gli altri ospiti erano appena arrivati e avevano iniziato ad invadere la sala.
Sakura si era subito fiondata sul buffet nel disperata ricerca di acqua fresca ed un comodo posto dove far riposare i suoi piedi doloranti.
Kiba dopo un goffo tentativo di farsi il nodo alla cravatta aveva deciso di nasconderla dentro una pianta.
Ten ten si era avvicinata a Matsuri ed avevano iniziato a chiaccherare.

<< E' la prima volta che ti vedo con un vestito. Stai molto bene >>
<< Arigatò … ti avviso che il tuo compagno si è appena tolto la giacca >>
<< Maledizione... Lee! >>

Kankuro sorseggiava il suo liquore, di tanto in tanto Shino gli lanciava qualcuna delle sue frasi ma non sortivano alcun effetto.

Naruto ovviamente si era subito diretto verso il festeggiato.

<< Certo non è l'addio al celibato che organizzerei io, ma comunque è una bella festa Gaara >>
<< Perchè tu cosa organizzeresti Naruto? >> disse sinceramente curioso.
<< Niente... lasciamo stare... >>

La serata stava trascorrendo in modo piuttosto piacevole tra battute e risate.

<< Scusate... >>

D'un tratto Sumire aveva attirato l'attenzione di tutti facendo tintinnare un bicchiere con un coltello in modo estremamente aggraziato.
Parlò con voce dolce e delicata, quasi emozionata da quello che stava per dire.

<< Dato che domani saremmo legati per l'eternità avrei pensato di farti un regalo Gaara... >> si avvicinò al ragazzo porgendogli un piccolo vassoio di dolcetti << … è solo un piccolo pensiero >>

Udendo quelle parole Matsuri decise di alzarsi e di dirigersi al balcone per prendere una boccata d'aria mentre Kankuro si diresse in cucina dov'erano conservati gli alcolici più forti.

<< Ontoni? >> Chiese lui incredulo.

Avvertiva uno strano disagio. Come se quelle parole fossero una velata minaccia.

<< Oh ma che dolce >>
<< Davvero una ragazza d'oro >>
<< Sei fortunato Gaa... >>

I commenti degli ospiti lo portarono a non dar peso al suo istinto.

<< Ma certo. Ho fatto questi dolcetti pensando a te. Su forza assaggiane uno! >>

Il Kazekage si avvicinò alla sua promessa e prese uno di quei pasticcini dall'aspetto molto invitante.

La hime intanto lo fissava con un dolcissimo sorriso dipinto sul viso.

Diede un morso e sbiancò.

Non erano dolcetti.

Erano marron glaces ricoperti di cioccolato.

<< Allora ti piace? >> disse lei con aria dolcissima ed innocente tradita solo da una piccola puntina di malvagità che brillava nel suo sguardo.

Gaara masticò molto lentamente reprimendo l'istinto di sputare quello che per lui era un boccone disgustoso conscio del fatto che una decina di ospiti lo stava fissando e tutti stavano aspettando una risposta.

Lei sapeva.
Maledetta.

Deglutì a fatica ed inspirò profondamente.

<< Hai. Davvero delizioso >> disse con la bocca ancora impastata da quella roba.

Nessuno però si accorse di nulla.

<< Ma come siete carini... >>
<< La coppia dell'anno >>

Sumire rise e si avvicinò ancora di più a lui.

<< Ne sono felice. Perchè non ne prendi un altro visto che ti piacciono tanto? >>


*


Quella notte per Matsuri fu veramente difficile prendere sonno.
Verso la fine della serata aveva visto la hime avvicinarsi a Gaara e non aveva retto, si era congedata velocemente a Temari e si era ficcata sotto le coperte senza nemmeno cambiarsi.

Quella smorfiosa adesso si era messa persino a fargli i dolcetti, aveva iniziato a comportarsi come la mogliettina perfetta che era certa sarebbe stata.
Una donna d'alto lignaggio, la perfetta consorte per un kazekage.
Quello che lei non sarebbe mai stata.

Si mise in posizione fetale e serrò le mascelle.

<< Gaara... >>

Abbracciò il cuscino mentre sentiva le lacrime rigarle il viso.


*


Si sentiva male

Si sentiva veramente, veramente male.
Si mosse nuovamente sul letto, le molle del povero materasso avevano iniziato a cigolare.
Respirare gli risultava difficile e quel caldo non aiutava di certo.

Kankuro non sapeva che fare.

Adorava suo fratello ma in quel momento gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo, quando il piccoletto otteneva tutto quello che voleva e lui doveva stare a guardare.
Si diede un pugno in testa dandosi dell'idiota.
Non poteva essere geloso di lui. Gaara aveva patito un'immensa solitudine ed era anche colpa sua. Adesso il suo dovere era quello di sostenerlo ed incoraggiarlo.

Pensa alla prima notte di nozze”

Eppure non ce la faceva a non provare gelosia. Sumire era l'unica ragazza che gli interessasse dopo anni e suo fratello gliela stava portando via.

La scenetta che gli si era presentata quella sera gli aveva fatto capire che la ragazza aveva fatto la sua scelta. Sarebbe stata un'ottima sposa, una perfetta moglie.

Si spogliò completamente e si fiondò sotto la doccia.
Aveva preso l'abitudine di stare nel suo laboratorio e per fortuna la porta del bagno era proprio accanto al letto.
Rimase sotto il getto dell'acqua per almeno mezz'ora prima di legarsi malamente un asciugamano in vita ed andarsi a buttare sul letto con ancora i capelli bagnati.




Angolo dell'autrice

Per chi non lo sapesse Gaara detesta i marron glaces, info presa dal databook (che poi sono così buoni io a volte il kazekage non lo capisco proprio)
Comunque dalla prossima volta si rientra nel vivo della storia. Grazie a tutti i lettori, spero che questo capitolo vi sia piacito.
Ciao ciao.

Violetta_

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 -Il giorno delle nozze- ***


Il giorno delle nozze


Giorno delle nozze.
Quello che doveva presentarsi come un sogno che si avvera, un giorno pieno di speranze, il giorno più felice della vita di una persona era in realtà un incubo.

Temari, che era sul punto di dar fuoco al suo kimono per quanto era scomodo, attendeva pazientemente gli ospiti insieme ad uno Shikamaru in stato di morte apparente completamente spalmato sul muro.

<< Insomma datti un contegno >>
<< Che seccatura... ho sonno Tem >>


*

Toc toc

<< Hime-sama >>
<< Hime sama >>

<< … >>

<< Hime-sama! >>

Sumire emerse dall'aldilà facendosi strada tra strati di lenzuola e coperte e cuscini.
Una volta raggiunto lo strato di ossigeno prese un cuscino e lo tirò contro la porta grugnendo qualcosa in una lingua sconosciuta all'orecchio umano.

<< Lieta di sapere che siete sveglia Hime >> disse Matsuri fuori dalla porta << Siete pronta? >>

Guardò fuori della finestra con gli occhi ancora cisposi ed infastiditi dal sole, sbadigliò e si grattò la nuca.

<< Hime-sama? >>
<< 'tsuri se non la pianti ti uccido >>

Si mise in piedi a fatica, sbatté il fianco contro il comodino facendo cascare un libro per terra, fece due passi e sbatté il mignolo contro lo spigolo del letto.

<< Porco... >>

Finalmente dopo aver evitato che il lenzuolo-polpo le circondasse i piedi riuscì a raggiungere la porta e ad aprirla.

Vide, in modo molto sfocato, la figura mi Matsuri che spalancava la bocca e gli occhi.

<< Siete ancora in pigiama! Gli invitati stanno arrivando! >>
<< Andiamo tsu tsu... >>

A quelle parole Matsuri si bloccò un istante aggrottando le sopracciglia. Subito dopo si ricompose cercando di mantenere la calma.

<< Preferisco essere chiamata Matsuri >>
<< Matsuri. I decibel Matsuri. Sono troppo alti >>
<< Dovete vestirvi e lavarvi e truccarvi... >>
<< Con questo ordine? >>

Matsuri gonfiò le guance in un broncio.

<< Se andate a lavarvi vi porto il caffè >>

La ragazza fece uno smagliante sorriso.

<< Che donna splendida e meravigliosa. Quasi quasi sposo te >>

Matsuri ignorò quelle parole dirigendosi verso la cucina.
Sumire se ne andò in bagno e si riempì la vasca, nell'attesa si sedette sullo sgabello e iniziò ad insaponarsi.

Poi si bloccò.

Quel giorno era arrivato.
Quel tremendo giorno.
Deglutì.
Sentì un tremendo peso sul petto ed una dolorosa morsa allo stomaco.
Stava prendendo consapevolezza e questo la gettò nel panico, si mise la mani sul viso avvertendo il suo respiro farsi sempre più pesante.
Alla fine si mise in posizione fetale e pianse lacrime amare.


*


Quell'abito lo stava facendo impazzire.
Ogni singola fibbia o cucitura sembrava aver deciso deliberatamente di disporsi in modo tale da stringere o prudere o pizzicargli la schiena.

Gaara si stava sistemando lo juban quando sentì bussare la porta.

<< Avanti >>

Era Kankuro.
Il fratello si avvicinò lentamente scrutando la stanza.

<< Che bell'abito >>

Il minore sbuffò domandandosi come fosse possibile essere riuscito a diventare Kage, essere resuscitato dal regno dei morti, aver vinto una guerra, ma non riuscire a sistemarsi un maledettissimo pezzo di stoffa addosso.

<< Lascia faccio io >>

Gli si avvicinò sistemandogli l'haori.
Stettero per una manciata di minuti in silenzio fino a quando Kankuro non decise di parlare.

<< Fratello >>

Quell'espressione e quegli occhi non piacquero affatto a Gaara e quel tono di voce serio sembrava celare una grandissima disperazione.

<< Va tutto bene Kankuro? >>

Il maggiore chiuse gli occhi.

<< Sei cosciente di cosa comporta questa notte? >>

Gaara si ritrovò ad abbassare lo sguardo a disagio.
Sapeva cosa comportava il matrimonio, almeno sulla carta. Annuì e cercò di cambiare discorso.

<< Non hai motivo di essere così preoccupato per me e poi... >>
<< Trattala con rispetto >>

Gaara aggrottò la fronte sinceramente confuso.

<< E cerca di non farla soffrire >>

Il minore deglutì ancora confuso ma recependo appieno il peso di quelle parole.
Kankuro non attese una risposta, si limitò a girare i tacchi e ad uscire dalla porta.

*


<< Kazekage-sama le ho portato il suo cappell... >>

Le parole le morirono in gola.
Gaara indossava il completo cerimoniale, ed era bello, così bello da far male.

<< Grazie Matsuri >> disse stanco quasi gli pesasse persino tenere gli occhi aperti.

Era così infelice che sembrava dovesse andare al patibolo.

<< Kazekage … >>
<< Matsuri almeno per oggi fammi il favore di chiamarmi per nome >> disse alquanto irritato e non era da lui cedere così ai suoi sentimenti.

Rimase immobile di fronte a lei ma voltò il viso verso la finestra, cercando di evitare quelle perle nere.
Matsuri serrò le labbra avvertendo in pieno la tensione che si era venuta a creare. Poggiò il cappello sulla scrivania e lui spostò l'attenzione verso quell'odiato ornamento.
L'aveva sempre odiato, sin da quando l'aveva visto sulla testa del padre, se fosse stato possibile l'avrebbe volentieri sepolto in un angolo remoto del deserto.

<< Hime-sama è pronta? >>
<< Hai. lo Tsukikate e gli altri ospiti si sono riuniti fuori dal palazzo in questo momento >>

Gaara prese in cappello e se lo mise in testa di malavoglia. Si piazzò davanti la sua allieva, ex allieva, e le guardò il coprifronte che lei teneva legato al collo.

Non seppe spiegarsi il motivo ma gli tornò in mente quando la sua piccola allieva lo aveva pregato di allacciarglielo al collo.

A Matsuri non sfuggì quello strano comportamento, come non sfuggì quel pesante velo malinconico e quella rabbia, quella nube grigia che copriva quello splendido color acquamarina.

<< Cosa c'è? >>

Lui si risvegliò dai suoi pensieri e per un istante incrociò i suoi occhi.

<< Sarà meglio che vada... >>

Fece due passi in direzione della porta socchiusa.

<< Gaara-sama >>

Sentire la sua voce faceva male.

<< Sarebbe davvero disdicevole se facessi aspettare gli ospiti >>

Matsuri si sentì prudere le mani e non riuscì a controllare la sua voce.

<< Gaara-sama io... >>

Il Kazekage si girò notando gli occhi lucidi della sua allieva.
Spalancò gli occhi sentendo le labbra bella ragazza premute contro le sue. Lei gli era andata incontro con così tanta irruenza che gli aveva fatto cascare il cappello.
Matsuri lo stringeva per la tunica con una forza tale che il tessuto minacciava di strapparsi.

Quando si staccò lui la guardò con uno sguardo attonito mentre lei gli si inchinò davanti tremante.

<< Goumen, gomen, gomen-nasai Kazekage ma io... >>
<< Gaara... >>

Lei spalancò gli occhi e serrò le labbra.

<< Per te io sono solo Gaara >>

Con una mano le fece cenno di alzarsi. Osservò ogni singolo dettaglio del viso della sua allieva cercando di trovare le parole adatte.

<< Se solo avessi capito prima... >>

Perchè Gaara aveva finalmente capito cos'era quella dolorosa fitta allo stomaco, finalmente aveva dato un nome a quelle mani fredde e a quella strana tachicardia.
E sapere che la sua allieva lo ricambiava lo gettava nello sconforto.

<< Spero solo tu possa perdonarmi Matsuri >>

Con un braccio le cinse le spalle avvicinandola a se e poggiando la fronte sulla sua.

<< Se non fossi stato così sciocco saremmo stati felici insieme >>

La ragazza spalancò nuovamente gli occhi e subito una scia di piccole lacrime le attraversò la guancia.
Tremava leggermente Matsuri ma non osava fiatare, le parole erano così tante che faticavano a venire fuori.
O forse semplicemente non c'era niente da dire.

<< Goume-ne... >>

Questa volta fu il ragazzo a baciarla, un bacio casto ed incerto ma estremamente dolce.
Si staccò da lei lentamente, a fatica, fece scivolare la mano libera sul suo braccio prima di poggiarla sulla sua guancia ma ciò non fermò quelle lacrime.
Matsuri era ancora immobile ed in silenzio.

<< Sei libera di non presentarti alla cerimonia, anzi prenditi qualche giorno libero, esci e… >>

La ragazza lo abbracciò affondando il viso nel suo petto.
Deglutì sentendo il respiro farsi pesante e non riuscì più a parlare.

*

Sumire era dietro la porta dell'ufficio del Kazekage.
Era andata lì con l'intenzione di spalancala ed uscirsene con una frase del tipo “andiamo e finiamola con quella pagliacciata” ma venne colta alla sprovvista quando vide le loro labbra premute uno contro l'altra, inesperte e disperate.

Si era appoggiata al muro ed aveva incrociato le braccia al petto sentendosi in colpa.

Dopo aver chiesto Hana come dote si era convinta che quel ragazzo fosse solo un freddo calcolatore, una macchina programmata solo per comandare il villaggio.
Non aveva capito quanto anche lui stesse soffrendo.
E adesso si spiegava perchè Matsuri la odiasse così tanto.

Baka Matsu-chan!

Inspirò profondamente e si diresse nelle sue stanze.





Angolo dell'autrice
Goumen per il ritardo, sono stata impossibilitata ad avvicinarmi al pc.
Che dire? La situazione sembra così ingarbugliata che a confronto le cuffiette tenute in tasca per una settimana sembrano più facili da sciogliere. Spero solo di non cadere in qualche clickè andando avanti.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori.
Un bacio.

Violetta_

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 -Shikiten - ***


Capitolo 36 - Shikiten -



<< Insomma ma quanto ci mettono? >>
<< Ne ne nonno non brontolare. E' un'occasione speciale ed è normale che ci mettano tanto a prepararsi >>

Naruto saltellava con fare iperattivo, Temari agitava il ventaglio piccolo nel tentativo di rinfrescarsi, Kankuro se ne stava in disparte poggiato con la schiena contro il muro.

<< Hei >>

Il ragazzo serrò la mascella riconoscendo l'odiosa voce della bionda di Konoha.
Strano, un tempo la trovava adorabile.

<< Cosa vuoi Ino? >>
<< Ero curiosa di conoscere la tua fidanza... >>
<< Ci siamo lasciati. Togliti dalle palle e gongola altrove >> disse lui con ferocia.

Ino boccheggiò un paio di secondi completamente a disagio prima di tornare da Sai.

La porta principale si aprì e si chiuse velocemente stando ad indicare che non era ancora il momento di incamminarsi.
Matsuri andò di fronte a Temari inchinandosi ed alzandosi velocemente.

<< Hime sta finendo di prepararsi. Tra pochi minuti usciranno >>
<< Bene >>
<< E' proprio necessario che io rimanga qui? >>

Temari sospirò appena e trattenne l'istinto di poggiare una mano sulla sua spalla.

<< Sei tra gli invitati non in missione. Fa come credi >>

La ragazza si stava dirigendo verso una stradina secondaria. Passò davanti a Kankuro ed incrociò il suo sguardo.
C'era tristezza in quegli occhi e la ragazza credette che si trattasse di apprensione, non poteva immaginare quale fosse il vero motivo.
Sospirò appena.

<< Cerca di sorridere >>
<< E' piuttosto difficile piccolina >> rispose gentilmente il jounin

lei fece un rapido sorriso, che però trasmetteva solo amarezza, e prese ad incamminarsi.
Era così vicina, solo altri cinque pass...
Le porte si spalancarono tra l'esultanza generale.

Maledizione.

*

Gaara e Sumire erano l'uno accanto all'altra.
Lei sembrava un angelo coperta dal candido shiro-muku e lui in abiti neri che risaltavano i capelli rosso fuoco sembrava un aitante principe del deserto.
Kanuko deglutì prima di incamminarsi ed andare incontro alla sorella.
Temari, Kurotsuchi ed Oonoki si misero dietro gli sposi quasi a formare un muro innalzato per sfavorire e scoraggiare la fuga.
Naruto, tutto contento e saltellante si piazzò al centro dei due ragazzi ed aprì l'aiaigasa, Sakura lo prese per le orecchie e gli suggerì di indietreggiare di almeno due passi a meno che non avesse intenzione di sposarsi anche lui.

Quella situazione stava dando sui nervi ad entrambi gli sposi.

Non appena tutti i presenti formarono la fila tutti si incamminarono diretti verso il tempio in religioso silenzio spezzato solo dal suono di flauti e liuti.
Dopo una ventina di minuti e aver attraversato una delle otto vie principali del villaggio, quella della zona sud, videro le miko in lontananza ad attenderli.

Le ragazze si avvicinarono facendo un delicato inchino e spruzzarono dell'acqua sopra gli sposi e successivamente ai parenti ed agli amici per dare il via al rito di purificazione.

Una volta terminata la procedura i due ragazzi entrarono nell'edificio e si trovarono Ebizo-sama con un enorme libro posto su un enorme leggio in marmo al centro del tempio.

<< Ben arrivati >>

La musica si fermò.

Tutti i presenti si sedettero ai lati della sala con compostezza e facendo il meno rumore possibile.
Sumire e Gaara si inginocchiarono di fronte al sacerdote a capo chino.
Ebizo dopo aver manifestato i suoi più sinceri ringraziamenti ai presenti fece un piccolo discorso riguardo la sua felicità personale, a quanto questa unione lo rendeva felice e a quanto era onorato di presenziarla.

Gaara aveva preso a fissare un angolo indefinito della sala, come a volersi estraniare da tutto.

L'anziano stava invocando gli dei e pregando per la felicità della loro unione, per una serena alleanza e per altre stronzate che non interessavano a nessuno dei due sposi.


Takaamahara Kami Ni Tsumari Masu.
Kamurogi Kamuromi no Mikoto wo Mochite
Sumemioya Kamu Izanagi No Mikoto
Tsukushi Himuka No No No Tachihana Odo No
Ahagi Hara Ni Misogi Harai Tamau Toki Ni
Narimaseru Haraidono Ookami Tachi
Moromoro No Magagoto Tsumi Kegare Wo
Harai Tamae Kiyome Tamae Per Mousu Koto No Wo Yoshi
Tamatsu Kami Kami Kunitsu Yaoyorozu n Tomomi Kamitachi
Ameno Huchikoma No Mimi Furitatete Kikoshimese Per
Kashikomi Kashikomi Mo Maosu”


Successivamente l'attenzione del giovane si spostò sulla ragazza.
Quello che vide gli spezzò letteralmente il cuore.
Stava piangendo, non era facile da notare visto il tsunokakushi che le copriva il viso ma da quella distanza era riuscito a distinguere quella grossa lacrima.

<< Adesso bevete figlioli >>

Entrambi alzarono il viso come se fossero stati risvegliati da uno stato di trance.

Ebizo reggeva una tazzina di sake.

I due notarono altre due tazze di dimensioni diverse posizionate sull’altare insieme a della frutta, una ciotola sale e del riso.
La lacrima scivolò inesorabile sul viso di Sumire, silenziosa e timida, celata dal copricapo.

I due bevvero tre piccoli sorsi dalla prima tazzina.

Gaara, nonostante fosse praticamente astemio aveva già assaggiato la bevanda, ma era la prima volta che essa risultò così amara al suo palato.

Presero la seconda tazza.

Ad ogni sorso il Kankuro avvertiva l'aria farsi sempre più pesante.

Primo sorso

Kankuro sentì inaspettatamente un caldo infernale.

Secondo sorso

Kankuro chiuse gli occhi.

Codardo codardo codardo...

Terzo sors...

Un boato ruppe quel religioso silenzio facendo voltare tutti i presenti.

<< Che succede? >>
<< Non è presto per lo spettacolo pirotecnico? >>

Il mormorio seguente venne interrotto dalla voce di Baki.

<< Kazekage... >>

Il jounin spaventato -ed imbarazzato- era inginocchiato davanti la porta del tempio

<< ...Siamo stati attaccati signore. Le colonne portanti della zona sud sono state abbattute. Rischiamo una frana da un momento all'altro >>

Il kazekage si alzò in piedi di scatto.

<< NANI? >>

Percorse velocemente il tragitto verso la porta seguito dai suoi due fratelli.
La zona sud era la più preziosa del villaggio, era lì che era piazzata la serra con le piante mediche e sempre lì c'era la cisterna d'acqua potabile.

Fuori c'era il pandemonio: una grossa nuvola grigia si stava diradando sopra di loro, una delle pareti presentava una grossa crepa.
La popolazione si era affollata nella piazza vicino al tempio, un gruppo di shinobi stavano diffondendo il panico.
Era un numeroso gruppo di nukenin composto sia da jounin che da chunin e si trovavano tutti sopra la cinta muraria.
Onochi sbiancò.

<< Sono di Iwa >>

Gaara guardò prima lo Tsuchikage e poi il gruppo di ninja.
Era impossibile che quell'attacco fosse stato orchestrato dall'anziano kage di Iwa tuttavia voleva un chiarimento riguardo quella situazione.

<< Che cosa ci fare nel mio villaggio? Cosa volete? >>

A rispondere fu una donna.

<< Kazekage voi vi state impadronendo di qualcosa che non vi appartiene e noi non possiamo permetterlo >>
<< Yuda ! Che significa questo attacco? >> disse furibondo l'anziano di Iwa.

Questa volta a farsi avanti fu un nukenin piuttosto avanti con l'età.

<< Onoki-sama voi siete sempre stato un capo saggio, ma dopo la quarta grande guerra siete cambiato: avete accettato accordi che sfavoriscono ed umiliano il nostro popolo. Siete vecchio e stanco >>
<< Non accetterò tanta insolenza >>
<< Avete ceduto una terra a noi cara scambiandola come se fosse merce insignificante >>

Lo tsuchikage strinse i pugni.

<< Se non fermi questa follia sarò costretto a punirti >>

Gaara assottigliò lo sguardo.

<< Di cosa stanno parlando Tsuchikage? >>
<< Nulla >> disse secco.

Nel frattempo anche Sumire e Matsuri, seguiti dagli ospiti di Konoha, erano arrivati nel luogo dell'attacco.

<< Ma quello è Yuda! >>

Naruto si grattava la chioma bionda non capendo cosa diamine stese capitando.

<< Kazekage-sama! >> Disse il nukenin incurante dell'arrivo degli alleati << Parte della popolazione di Iwa è originaria di Hana. Lo Tsuchikage ci ha accolto quando il quarto kazekage ha ordinato l'attacco a Tsuki, distrutto la nostra terra e decimato la popolazione >> Si voltò verso lo tsuchikage << In cambio delle nostre tecniche segrete e della nostra fedeltà avevate promesso di ricostruire la nostra terra. Adesso volete umiliarci e tradirci cedendo la nostra amata patria a Suna? Alla nazione che è stata causa della nostra rovina? Perchè Onoki? >>






Angolo dell'autrice.

Salve a tutti gente, eccoci arrivati finalmente al capitolo del matrimonio vero e proprio.
Per quanto riguarda la cerimonia volevo descrivere quanto più fedelmente un matrimonio tradizionale giapponese. Ho dovuto fare varie richerche su internet perchè non ero sicura di aver colto ogni passaggio ed ogni tradizione che essa racchiude. Devo dire che l'ho trovato parecchio affascinante. Spero di aver fatto un buon lavoro.
Per quanto riguarda il resto... piccolo colpo di scena.
Spero che il capitolo in generale vi sia piaciuto.
A presto.

Violetta_


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Capitolo 37
*** Capitolo 37 -In trappola- ***


In trappola


Gaara spalancò gli occhi incredulo.
Lo tsuchikage continuava a boccheggiare non sapendo che rispondere.

<< Io... >>
<< Adesso basta parlare. Per anni siamo rimasti fedeli ad Iwa in attesa che VOI ricostruiste la nostra terra. È arrivato il momento di agire >> Aprì la mano in dando il segnale << ATTACCATE! >>

Il gruppo di nukenin si scagliò contro i ninja di suna liberando i ninjutsu.

<< Kazekage quali sono i vostri ordini? >> chiese Baki non sapendo come agire.

Il ragazzo guardò fisso l'anziano kage. Nonostante fosse furente con lui la situazione richiedeva diplomazia.

<< E' evidente che quelli sono nukenin. Rispondete all'attacco >>

Gaara sprigionò immediatamente la sua sabbia difendendosi dagli attacchi

<< Naruto >> Shikamaru si voltò verso il suo kage << che cosa facciamo? >>

Il neo hokage, che non vedeva di tirare per aria quella soffocante giacca, alzò il pugno per aria rivolgendosi ai suoi compagni.

<< Non permetterò che questi babbei attacchino Gaara! Minna aiutiamo i ninja della sabbia! >>

<< Andiamo Akamaruu!! >> ululò Kiba, mentre con il suo fidato cane stava letteralmente squarciando i vetri della sopracitata serra nel tentativo di colpire un nukenin a sua volta.

Dalla parte opposta della serra, Rock Lee aveva appena scaraventato via con un calcio il suo nemico, catapultandolo in direzione del Villaggio del Suono.

<< Così impari!! E' innaccettabile che tu abbia tradito tutti i valori della giovinezza e abbandonato il tuo villaggio!! >> urlava Lee a quella che era la scia lasciata dal ninja traditore in cielo.

Girò di scattò il volto e si guardò intorno.

<< TenTen!! >> urlò, mentre posava lo sguardo sulla sua compagna che si stava agitando a mezz'aria.
<< Qui tutto bene Lee!! >> rispondeva affannata la ragazza, mentre si prestava a lanciare l'ennesima carica di armi in direzione del suo nemico.
<< Neji!! >> urlò nuovamente Lee, cercando il suo secondo compagno di squadra in mezzo alla folla dei suoi amici e ninja traditori.

Solo in un secondo momento si rese conto che non avrebbe ricevuto nessuna risposta.
Udì la seconda carica di armi della sua compagna colpire il bersaglio questa volta, e si avvicinò silenzioso a lei mentre il ninja traditore esalava gli ultimi respiri.

<< Lee... sai in un certo senso lui c'è, qui con noi...>> provò TenTen.

La bestia verde di konoha si asciugò la faccia con l'avambraccio.

<< Hai ragione TenTen! Diamoci dentro! >> gridò, con la apparente stessa grinta di prima.

Nella confusione generale Yuda schioccò le dita e cinque jounin circondarono Sumire.
La ragazza era intenta a lottare contro due kunoichi ancora scossa per l'accaduto, guardò la sua gente completamente incredula.

<< Che diamine? >>

Veloci sprigionarono un jutsu di terra e la bloccarono con un denso strato di calcedonio.
La ragazza d'impulso rilasciò la sua tecnica d'acqua ma così facendo peggiorò soltanto la situazione.

<< Hime Koneko è l'ultima erede del clan Murasaki. Grazie a lei riusciremo a ricostruire la nostra terra! >>
<< Non te lo permetterò! >>

*

Onochi si scagliò contro il gruppo di jounin ma loro furono più veloci e saltarono sopra la serra per raggiungere la cinta muraria.

Hinata, dopo aver udito il frastuono di quello che sembravano vetri frantumati, si concentrò nuovamente sull'avversario che le si parava di fronte. Volto coperto, corporatura medio-alta, robusto. L'erede degli Hyuuga attivò l'abilità per cui il suo clan era famoso e analizzò i punti di fuga dell'uomo dal viso coperto.
Non sapendo esattamente a cosa andava incontro, quest'ultimo tentò con un balzo di portarsi alle spalle della fanciulla e colpirla in quello che gli sembrava il punto cieco dei suoi occhi; ma rendendosi conto di quello che stava succedendo, Hinata alzò velocemente il braccio rilasciando un'enorme quantità di chakra, bloccando il salto dell'uomo a mezz'aria e facendolo precipitare dalla cisterna d'acqua dove stavano 'combattendo'.

Yuda prese in braccio la hime che continuava a dimenarsi.

<< Yuda... maledizione lasciami andare! >>
<< Chiudi il becco! >> il jounin si voltò verso gli altri nukenin << ci sono troppi ficcanaso qui intorno. Toglieteli di mezzo! >>
<< HAI! >>

Dopo un rapido inchino i ninja partirono all'attacco impedendo agli alleati di avvicinarsi alla hime.
Naruto si voltò di scatto ad osservare Sakura sfrecciare in direzione della sontuosa serra di Suna, prima di sfoderare un potente calcio al nukenin che aveva alle sue spalle.
Riuscito a mandarlo a debita distanza, stordito, volse di nuovo lo sguardo verso i compagni che a loro volta stavano affrontando i ninja traditori.

L'hokage si guardò intorno un rapido istante notando le condizioni del villaggio.

Gaara ci ammazzerà tutti quanti” si ritrovò a pensare.

Sakura aveva prontamente steso a suon di pugni e violenti calci il proprio avversario e quello di Kiba, aveva afferrato per il colletto quest'ultimo e lo aveva lanciato in mezzo agli arbusti con un sonoro “SHANNAROOO!!”.

Kurotschi liberò il suo ninjutsu di terra contro una decina di suoi connazionali. Non che facesse fatica a combatterli, il difficile era affrontare l'idea di far del male alla sua stessa gente.

Un boato colse tutti alla sprovvista e alzarono gli occhi al cielo, in direzione della fonte del rumore.
Nulla di sorprendente, Choji aveva appena assunto la sua forma gigante e aveva schiacciato con tutto il suo peso quattro dei ninja traditori in un colpo solo.
Al gruppetto della serra, costituito da Naruto, Sakura, Kiba, Akamaru e Shino, si aggiunsero anche Hinata, Lee e TenTen ormai liberi dei rispettivi avversari.

All'improvviso i pilastri, che con l'ultimo attacco avevano ricevuto il colpo di grazia, cedettero e Gaara fu costretto a liberare una quantità immane di sabbia per non far crollare il muro, questo però gli stava costando una dose non indifferente di chakra.
Temari si scagliò contro tre nemici agitando il suo ventaglio ma loro furono molto veloci ed abili ad evitare il vento.
Naruto cercò di aiutare la kunoichi usando una delle sue potenti tecniche purtroppo però il colpo finì per distruggere un piccolo edificio li vicino.
Sakura spalancò gli occhi sconcertata.

<< Testa quadra! >>
<< Sakura dannazione! Che colpa ne ho io se mi è sfuggito all'ultimo secondo?! >>
<< Sei un ninja accidenti! Dovresti prevedere certe cose prima di far partire il tuo attacco rotante! >>
<< Caiiii... >>

<< Shshshshshshsh>>

Entrambi si voltarono dopo aver sentito quel rumore inquietante, pur sapendo bene a chi appartenesse. Poco più in là infatti, gli insetti di Shino avevano completamente avvolto il suo avversario per mangiargli il chakra, noncuranti delle urla strazianti di quest'ultimo.

<< ...Io ho terminato il mio lavoro... >> sentenziò Shino cupo, mentre gli insetti abbandonavano il copro ormai inerme del ninja traditore.
<< Abbiamo visto... e sentito... >> rispose Naruto, che si era avvicinato alla serra semi-distrutta, pallido in volto.

Insieme raggiunsero il gruppo di Shikamaru, dove Choji aveva appena annientato i nukenin rimanenti.

<< Sei la solita seccatura... ma hai steso anche il mio quindi... >>

Choji ritornò alla sua forma normale in un battito di ciglia, rivelando un cratere con dentro quello che rimaneva dei loro nemici.

<< Non c'era un altro modo per batterli?! Guarda che macello!!! >> urlò Naruto, mentre osservava sconvolto il cratere gigantesco.
<< Ma di che ti lamenti?! L'importante era batterli no?! >> urlò Ino a sua volta.
<< Ino-san >> esordì Sai, poggiando la sua mano sulla spalla della kunoichi << si lamenta perchè il suo pen... >>
<< Zitto deficiente!! Sconvolgerai Hinata! >> protestò Kiba.
<< K-Kiba kun...! >>

Temari intanto era impegnata a bloccare la nukenin che sembrava essere la spalla destra di Yuda.

<< Hana è un territorio sacro >> disse lei improvvisamente << Non ci interessano gli accordi e i trattati. Il popolo non vuole una pace fondata sui sotterfugi e sugli imbrogli >>

Sumire deglutì cercando di non farsi sopraffare dal panico. La roccia la stringeva sempre di più comprimendole il petto.

<< Yuda è una follia così non otterrai... >> annaspò cercando di respirare << ...non otterrai nulla >>
<< Oh hime hime hime... >> disse il vecchio con compatimento e cattiveria.

Kurotuchi si fermò di blocco avvertendo che quelle parole e quel tono di voce celavano molto più di quel che sembrasse.
I ninja di Hana stava lottando per amore della loro terra perduta. Quella gente parlava di pace, di armonia, non erano affatto interessati alla guerra.
Solo lui sembrava compiaciuto dalla situazione.

<< Yuda! >>

La ragazza finalmente riuscì a liberarsi di due nemici ed alzò il capo per guardare il nukenin. Strinse i pugni dalla rabbia guardando lo strato roccioso che circondava Sumire.
Quella non era una normale tecnica di intrappolamento, era qualcosa di molto, molto più potente.

<< Tu non hai alcuna intenzione di ricostruire il villaggio. Volevi solo catturare la hime per poter prendere il suo potere! >>

Yuda ghignò sadico.

<< Questa ragazza a prima vista sembra una piccola, dolce fanciulla ma in realtà racchiude in se un immane potere. E' stata sempre stata sotto stretta sorveglianza prima del Daimyo e poi dello tsuchikage. Ma adesso... >>

La roccia emise uno strano bagliore e subito dopo iniziò a risucchiare il chacrka di Sumire.

<< AAAH >>

La ragazza urlò avvertendo un dolore indicibile propagarsi per tutto il corpo come se stesse bruciando o se un infinito numero di spilli gli stesse perforando tutto il corpo.

<< SUMIRE >>

Kankuro aveva già richiamato Sanshoo e Kuroari adesso aveva preso il rotolo di Karasu.

<< Maledetto >> disse cercando di sbarazzarsi del suo nemico per raggiungere la ragazza.

A mano a mano che il chakra di Sumire veniva risucchiato Yuda diventava sempre più potente: i suoi capelli, da castano scuro qual erano diventavano sempre più chiari sino a diventare arancioni.

<< Adesso ci penso io ragazzi >> Naruto si fiondò verso il nukenin << tecnica della moltiplicazione del corpo! >>

Yuda aprì la mano scaraventando le copie a terra che si dissolsero in tante piccole nubi.

<< Cavolo. Ma come ha fatto? >>

Hinata grazie al bayakugan riuscì a vedere cosa stava accadendo all'interno del guscio di roccia.

<< Naruto! Vedo un'enorme quantità di chakra che si sposta dalla ragazza al nukenin... se continua così... non so se... rimarrà in vita >>












***
Angolo dell'autrice.

Salve gente ho una comunicazione da fare: per scrivere le parti della battaglia mi ha dato una grossa mano Dark Gaara. Senza di lei non sarei riuscita a descrivere le scene in maniera decente. Grazie mille sistah.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
A presto.

Violetta_

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 -Il sigillo- ***


Il sigillo



Tra il caos generale Sumire girò la testa cercando lo sguardo di Matsuri.
La kunoichi era intenta a combattere contro una chunin col controllo del fulmine, aveva lanciato il suo hissatsu hōguryūsei tuttavia la nukenin era riuscita ad evitare lo Jōhyō e aveva contrattaccato lanciandogli degli shuriken elettrici.

<< Matsuri >>

La chunin udì quel flebile richiamo tuttavia quegli attacchi non le davano un attimo di tregua.
Sumire strinse i denti cercando di raccogliere le ultime energie che le erano rimeste.

<< M... Matsu... >>

Nonostante la hime non rappresentasse esattamente un'amica c'era qualcosa in quella voce, qualcosa di tremendamente familiare.
La nukenin stava richiamando una potente quantità di chackra e questo le diede il tempo per lanciare un kamaitachi no jutsu .

<< Ti prego... >>

Quando riuscì ad avere un attimo di respiro avvertì come una scossa. Senza nemmeno rendersene conto si girò guardando negli occhi la ragazza.
Sumire era arrivata al limite.

<< Matsu...ri ... ti... prego >>

Matsuri era pietrificata. Non tanto per la scena che le si presentava davanti, ma per lo sguardo della ragazza.


Quegli occhi...

§§

<< Matsu, pensi che la prossima volta potrò venire con te? >>
<< Non lo so Sumy.... ma ti poterò tanti dolcetti al mio ritorno >>
<< Ti voglio bene sorellina >>

§§

Sorellina...
Sorellina...


<< Sumy... >> bisbigliò quasi a se stessa.

Qualcosa dentro la sua testa si ruppe, come un sigillo che andava in mille pezzi procurandole un atroce dolore.
Una marea di ricordi la invase.

<< Sumy-nee-chaaan! >>

Urlò quel nome con tutte le sue forze.
Nonostante il dolore alla testa si scagliò contro il nemico come una furia.

<< Matsu NO! >>

Gaara cercò di bloccarla, ma lei fu più veloce persino della sabbia.

<< Ma che diamine... >>

Yuda aprì la mano in modo da scagliare una potente palla di chakra contro la ragazza ma venne colpito dalla mano di Karasu.

<< Non ci provare bastardo >>

Kankuro era riuscito a farsi strada tra il caos e a scalare la cinta muraria.

Distratto dal marionettista Yuda non si accorse del giavellotto di Marsuri che lo colpì alla mano destra interrompendo il contatto di chakra.
Senza quello Sumire, ormai svenuta, cadde in picchiata finendo sul tetto della serra e frantumandolo in mille pezzi.

<< Sumy! >>

Kankuro serrò la mascella evocando Sasori e mettendo in azione il lanciafiamme.

<< Tsk ormai ho abbastanza potere. Non ho più bisogno di quella mocciosa >>
<< Non osare mai più chiamarla così! >>

Matsuri raggiunse la serra ed andò subito incontro a Sumire.
Lo strato di roccia argillosa aveva attutito il colpo spaccandosi in due e fortunatamente la ragazza se l'era cavata solo con qualche ferita.
Quando aprì gli occhi vide la figura dalla sorella circondata da una strana aura luminosa.

<< Nee-chan... Sumy-chan >>
<< Finalmente mi chiami per nome baka! >> disse con un filo di voce.

La kunoichi di Suna si fiondò su di lei abbracciandola con gioia ma non appena le due entrarono in contatto il chakra Matsuri e quello di Sumire si fusero insieme formando una potente sfera magnetica dalla si liberò una potente ondata di energia color viola acceso.

<< Cosa sta succedendo? >>

Kurotsuchi spalancò gli occhi guardando suo nonno.

<< Ma quella non è …. non è possibile... Hime-Jasmine? >>

Il colpo si diffuse intorno a loro colpendo qualunque cosa.
La cinta muraria crollò definitivamente e le macerie si riversarono tutte nella pare esterna del villagio.
Gaara e lo tsuchikage si ripararono dietro una spessa barriera d sabbia. Temari prese in braccio Shikamaru e planò sopra l'onda d'urto grazie al suo ventaglio.

Stordito dall'attacco del marionettista Yuda non vide il pericolo e ricevette appieno il colpo, cadde rovinosamente contro un'appuntita lastra di vetro che lo lacerò da parte a parte.

Passarono una manciata di minuti nel quale tutti erano avvolti da una spessa nuvola di polvere e sabbia.
Una volta passato il pericolo Gaara ritirò la sua sabbia permettendo a Onoki di avvicinarsi al corpo ormai esanime dell'uomo.

<< E' finita >>

I nukenin si guardarono negli occhi storditi, successivamente si avvicinarono al kazekage a capo chino in segno di pentimento.

Naruto si sedette a terra ridendo come un bambino << Wow era da tanto che non mi divertivo così >>
<< Baka testa quadra! >> Sakura gli dette un pugno << Ti sembrano cose da dire? >>

Temari atterrò vicino a Gaara.

Shikamaru si mise le mani in tasca e sbuffò.

<< Mendokuse che matrimonio di merd... >>
<< NO! >>

Era Sumire. La voce della ragazza sovrastò quella di tutti i presenti che si girarono a guardarla confusi.

L'attacco aveva sconfitto il nemico ed impedito al folle nukenin di scatenare un'ennesima guerra.
Purtroppo però non era stato l'unico a subire l'attacco: il colpo era stato così veloce che Kankuro non ebbe il tempo di richiamare Sasori per librarsi in volo e dunque cadde  al suolo facendo un volo di parecchi metri.
Adesso giaceva per terra con un rivolo di sangue che gli attraversava la guancia.

Sumire spinse Matsuri e senza curarsi dei presenti corse verso di lui sollevandogli la testa.

<< No. No no no... >>

Gli prese la mano e lo avvicinò a se controllandogli il battito ed il respiro ma era così agitata che non riuscì ad avvertire nulla.

Temari si stava per avvicinare ma venne bloccata da Gaara che la tenne fermamente stretta per il polso. Lei si voltò furiosa ma quando incrociò lo sguardo del fratello non riuscì a replicare.

Nonostante la situazione Shikamaru riuscì a mantenere una certa lucidità e cinse la vita della sua donna abbracciandola. Lei tremò, strinse le mani a pugno e serrò la mascella, infine poggiò la testa sul suo petto celando le lacrime.
Matsuri si era allontanata dalla serra e guardava la scena con gli occhi gonfi e le labbra tremanti.

<< Perchè? Perchè è finita in questo modo...? >>

Il tono di Sumire era straziante mentre continuava a tenere il marionettista tra le sue braccia e ad accarezzarlo con una dolcezza e un amore inequivocabili.
Persino agli occhi di Gaara.

I presenti chinarono lo sguardo, Hinata si era messa le mani sugli occhi, Naruto stringeva i pugni.

Sumire aveva iniziato a piangere in modo incontrollabile.





***
Angolo dell'autrice.

Ok per alzata di mano quanti di voi l'avevano capito?
So già che la scelta di dare una sorella a Matsuri non sarà molto popolare ma questa era l'idea fin dall'inizio.
Era l'ultimo colpo di scena della ff da qui in poi si andrà velocemente verso la fine (parecchio velocemente. Mancano 2 capitoli).
Non aggiungo altro, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Grazie a tutti i lettori.
A presto.

Violetta_

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 -Decisioni per il futuro- ***


Decisioni per il futuro



<< Perchè? Perchè? >>

Erano passati diversi minuti di funereo silenzio da quando i presenti avevano visto il corpo, esanime, di Kankuro.
Silenzio spezzato solo dal pianto disperato di Sumire e dai singhiozzi malcelati di Temari che nascondeva il viso contro il petto di Shikamaru.

La hime continuava a tenere il ragazzo stretto a se.
In quell'istante il kazekage, il matrimonio, la battaglia, l'etichetta, tutto passava in secondo piano. Contava solo Kankuro.
Si maledisse, se avesse agito con maggior decisione, se fosse riuscire a mandare a monte le nozze i nukeni non si sarebbero ribellati e lui non avrebbe fatto quella fine.
Deglutì avvertendo un groppo in gola.

<< Perdonami... non doveva finire così >> disse con un filo di voce mentre gli accarezzava i capelli.

Matsuri si era messa in piedi e si era portata le mani alle labbra.
Si sentiva una sciocca e un'egoista.
Per tutto il tempo aveva avuto accanto a se una ragazza dolce che soffriva tremendamente e che cercava in tutti i modi di attirare la sua attenzione.
Aveva accanto sua sorella.
E lei aveva passato tutto quel tempo ad odiarla e a portare rancore per nulla.

Gaara continuava a fissare la scena con aria impassibile ma dentro di se avvertiva un dolore al cuore così lancinante da superare il dolore che provava da bambino.
Si sentiva perduto e si sentiva anche tremendamente stupido.
Kankuro aveva conosciuto una ragazza di Iwa e misteriosamente non ne aveva più fatto cenno proprio durante l'omiai.
Ultimamente era triste ed avvilito.
Koneko cambiava completamente atteggiamento quando Kankuro era nei paraggi.
Come aveva fatto a non accorgersi di nulla?

Abbassò il capo e strinse le mani a pugno con una rabbia infinita verso se stesso.
Aveva iniziato a fare il primo passo verso di loro quando udì un suono diverso. Si bloccò all'istante alzando lo sguardo.
Kankuro aveva tossito.

Sumire interruppe all'istante il suo pianto e spalancò gli occhi.

Il marionettista tossì nuovamente emettendo un grugnito di dolore.

Temari si voltò spingendo via Shikamaru e si asciugò gli occhi.

Il ragazzo tossì più volte mentre apriva lentamente gli occhi.

Sumire spalancò la bocca.

<< Kankuro? >>

Quando il ragazzo riuscì a mettere a fuoco la vista vide il suo angelo in lacrime di fronte a lui.

<< Sumi...re... >> riuscì a bisbigliare a fatica << Stai ben...? >>

Lei gli si buttò tra le braccia baciandolo con foga, lui ancora debole e confuso, rispose impacciatamene abbracciandola più forte che poteva.

Tra lo stupore generale Onoki si avvicinò al suo giovane collega.

<< Kazekage Gaara... Sono mortificato... >>

Lui invece sorrideva per nulla infastidito dalla scena.


*

Dopo il delirio i ninja di Suna si erano subito adoperati per sistemare le colonne e mettere in sicurezza il villaggio.
Fortunatamente il pozzo non era stato danneggiato, purtroppo lo stesso non si poteva dire per la serra che era rimasta danneggiata e con se tutte le piante.

I ninja di Iwa si erano scusati pubblicamente ammettendo di essersi lasciati manipolare accecati dalla delusione e dalla vendetta.

Il kazekage aveva accettato di buon grado le scuse mentre lo Tsuchikage non era stato altrettanto indulgente: aveva retrocesso tutti i ninja e dimezzato la paga.

<< E' stato piuttosto severo >>

La kunoichi aveva una benda in testa con un sigillo speciale fatto da Sakura per alleviare il dolore alla testa e prevenire eventuali danni.

<< La pace è stata raggiunta da poco Matsu. Certe misure sono necessarie >>

I due erano nell'ufficio del Kazekage davanti la finestra, lui si era cambiato l'abito mettendosi i suoi adorati abiti rossi.
Matsuri invece era rimasta col suo abitino verde da cerimonia, era sporco e strappato in diversi punti ma ciò non importava minimamente al kazekage.

<< Sei davvero molto bella >> disse tutto d'un fiato cercando di controllare le sue emozioni.

Matsuri arrossì e sorrise abbassando il capo. Si morse il labbro inferiore ripensando alle parole di quella mattina.

<< Se non fossi stato così sciocco saremmo stati felici insieme >>

<< Arigatou Gaara-sa... >>
<< Non provarci nemmeno >> disse -non poi così tanto- severo.

Matsuri si voltò guardando il suo profilo.

<< Gaara-kun >> azzardò.

Forse era il sole del tramonto, o la stanchezza, ma Matsuri giurò di aver visto le gote di quel ragazzo più rosee del solito.
Ed un piccolo sorriso.

Lui le prese la mano con delicatezza ed affetto intrecciando le dita nelle sue.

<< Decisamente molto meglio >>


*

Kankuro era stato portato all'ospedale insieme a Sumire.
Lei se l'era cavata con qualche fasciatura sulle braccia ed un cerotto sul viso, il marionettista invece aveva l'addome fasciato ed una stecca che gli teneva fermo il braccio destro.

<< Goumen... goumen-ne Kankuro-kun >>
<< Non hai nulla di cui scusarti Sumy >> disse lui dandole l'ennesimo, dolce, passionale, bacio << Solo c'è una cosa che avrei voluto chiedere già da qualche giorno... >>
<< Dimmi pure >>
<< Come facevi a farti trovare ad Hana durante l'omiai? Come hai fatto a non farti scoprire? >>

Lei si grattò la guancia imbarazzata.

<< All'inizio è stato difficile, c'è stata una volta in cui Gaara mi ha quasi scoperta ed è stato il motivo per cui non mi sono presentata ad Hana quel giorno. Ricordi? >>

Lui annuì invitandola a continuare.

<< Poi col passare dei giorni mi inventai la scusa i voler rimanere sola in camera, non fu particolarmente difficile dato che Gaara non sembrava interessato a conoscermi ed i ninja assecondavano tutte le mie richieste >>

Kankuro inclinò la testa stranita.

<< Rimane comunque piuttosto difficile per una semplice genin >>

Lei sorrise << Grazie del bel complimento ma c'è un motivo: sin da piccola, per volere di mio nonno, sono stata sottoposta ad un durissimo addestramento per aumentare le mie capacità, ma da quando sono stata affidata ad Onoki lui non mi ha mai permesso di mettermi in situazioni di pericolo >> Roteò gli occhi con fare scocciato ricordando tutti gli ammonimenti e le raccomandazioni dello tsuchikage. << E' dannatamente iperprotettivo, non potevo frequentare i campi di addestramento e quindi non potevo sostenere gli esami dei chunin.
Ero costantemente tenuta in una campana di vetro e quindi esasperata da quella situazione negli anni sono diventata molto abile nell'arte della fuga. Grazie alla tecnica di moltiplicazione del corpo mi è risultato piuttosto facile apparire di tanto in tanto nel palazzo per non destare sospetti >> fece un piccolo ghigno << … il difficile è stato correre più lentamente di te per non farmi scoprire >>

Kankuro stava per ribattere quando Matsuri bussò alla porta.

<< Goumen minna. Il kazekage vorrebbe vederti Sumy >>

*

Lo Tsuchikage e Kurotsuchi erano nell'ufficio del Kazekage insieme allo stesso.
Va da se che il matrimonio era stato annullato. Una piccola parte dei consiglieri avevano provato a ribellarsi ma visto com'erano andate le cose erano stati fermati sul nascere.

Adesso rimanevano in sospeso alcune faccende burocratiche da risolvere, primo di tutti il destino di Hana.
I ninja di Iwa erano seduti sul divano mentre il Kage del vento era seduto sulla scrivania con le mani di fronte alle labbra.

<< E così... siete gemelle... >> iniziò con tono neutro.
<< Le hime più indisciplinate delle cinque grandi nazioni. Anzi dell'intero mondo ninja >> disse l'anziano roteando gli occhi.

Le due si guardarono negli occhi imbarazzate.

<< Matsuri perchè non me ne hai mai parlato? >>

La ragazza abbassò lo sguardo.

<< Goumen Kazekage... ma io... >>
<< Non poteva... >> intervenne la sorella vedendola in difficoltà << Ogni volta che partiva le veniva posto un sigillo dietro la nuca che le impediva di ricordare la sua vita a Tsuki, era una protezione sia per il Daimyo che per se stessa. Purtroppo però più a lungo portava il sigillo, meno ricordava >>

Gaara annuì.

<< Capisco >>

Oonoki intrecciò le braccia e parlò con voce severa.

<< Quello che hai combinato è inconcepibile Koneko >>
<< Sumire... >> mormorò lei.
<< Koneko >> insistette lui << e adesso bisogna discutere nuovamente di Hana dato che gli accodi sono andati a monte >>

Gaara aveva appena aperto le labbra quando venne interrotto da Kurotsuchi.

<< No >> disse gelida la ragazza << non ci sarà nessun altro accordo >>

Gaara si voltò verso di lei aggrottando la fronte. Onoki la fissò con uno sguardo assassino.

<< Non oserai! >>
<< Si invece. Ti voglio bene nonno ma nonostante il tuo cambiamento le tue tecniche da doppiogiochista continuano a creare problemi >>
<< Kurotsuchi! >>
Lei non lo ascoltò << E' per questo che, nonostante la mia nomina non sia ancora ufficiale... >>

Si alzò in piedi e si mise di fronte al Kazekage con fare solenne.

<< Kazekage-sama dichiaro nullo l'accordo preso col terzo tsuchikage >>
<< Non puoi farlo >> protestò il vecchio.
<< Iee. Sei tu che non hai il diritto di decidere su Hana >> alzò la mano indicando le due gemelle << Questo è un loro diritto >>

Le due ragazze, che non erano ancora state interpellate, rimasero spiazzate.

<< Che significa? >>
<< Significa che Hana era stata affidata dalla Miko allo Tsuchikage solo fino al compimento della maggiore età della sua legittima erede -o meglio- le eredi >>

Calò il silenzio.
Sumire e soprattutto Matsuri si guardarono negli occhi in completo stato di shock.

<< Stando ai patti, siete voi a capo del paese >>
<< Ah >> dissero loro all'unisono completamente incredule.

Kurotsuchi si rivolse nuovamente a Gaara.

<< Verrò nominata tra qualche settimana tuttavia >> alzò il busto e assunse una posa solenne << Io. Tsuchikage Kurotsuji. Riconosco Hana no kuri come territorio neutrale e chiedo formalmente a voi, Kazekage Gaara, di fare altrettanto >>

Gaara non represse un sorriso.

<< Concesso >>

Onoki sospirò e fu costretto ad arrendersi.

<< Ci vorranno anni per ricostruire il paese >>

Kurotsuchi fece spallucce.

<< Non sarà un problema. Quel territorio è troppo importante per annetterlo all'uno o all'altro paese. Se lo permettessimo rischieremmo la formazione di nuovi nukenin >>
<< E come intendi procedere Kurotsuchi? >>
<< Tsuki sarà amministrato da un consiglio di ninja selezionati da me, il kazekage e... >> si rivolse alle gemelle << ...quando avrete l'esperienza necessaria, voi due Hime >>

Sia Matsuri che Sumire si guardarono negli occhi e nel loro sguardo si affollavano una moltitudine di domande e dubbi.

<< Goumen ma io... >> Matsuri parlò quasi a se stessa << Il mio cuore appartiene a Suna >>

Sumire guardò Kurotsuchi e poi Matsuri senza riuscire a parlare.
Troppe, troppe novità.

<< Se è così >> disse Onoki incrociando le braccia << Sumire dovrà affrontare gli esami dei chunin e successivamente diventare Jounin >>

Kurotsuchi sorrise felice << Il che implica che dovrà far parte di un team >>

L'occhio di Gaara cadde il viso del fratello che stava ascoltando la discussione in disparte nel più completo silenzio.
Senza volerlo gli aveva causato un sacco di problemi e l'aveva fatto soffrire immensamente.
Ma forse sapeva come farsi perdonare.

<< Tsuchikage >>

I due abitanti di Iwa si girarono all'unisono.

<< Mettendo da parte Hana. I nostri villaggi sono alleati e non considererò in alcun modo l'accaduto come motivo di conflitto.
Tuttavia il mio villaggio ha subito un ingente danno e molti ninja dovranno darsi da fare per ricostruire le mura, il che significa togliere tempo e risorse ad altre missioni... >>

Gaara guardò negli occhi Sumire che aggrottò la fronte non capendo le sue intenzioni.
Una piccola parte della sua coscienza gli suggerì che se ne sarebbe pentito.

<< ...sarebbe davvero un'ottima offerta di pace se Iwa cedesse a Suna una kunoichi così promettente... >>

Gli occhi della ragazza si illuminarono.

<< Ontoni? >>
<< Potrebbe seguire l'addestramento ninja qui, accumulare esperienza. E se riuscirete a passare di grado e a diventare jounin tra qualche anno entrambe deciderete sul da farsi riguardo ad Hana >> disse pacato il kazekage guardando le gemelle per poi spostare il viso verso Onoki << siete d'accordo? >>

Onoki guardò prima il kazekage poi il viso, raggiante, della ragazza.

<< E' questo quello che vuoi? >>
<< Hai >> rispose lei decisa per poi voltarsi verso il kazekage << Gaara-sama non so come esprimere la mia gratitudine per quello che hai appena fatto. Ti garantisco che come kunoichi sarò sempre diligente e cercherò di fare del mio meglio >>

Il vecchio alzò gli occhi al cielo e poi sospirò rassegnato.

<< In fondo ti ho tenuta in gabbia per tanto, troppo, tempo >>





Angolo dell'autrice.

Alla fine il marionettista ce l'ha fatta. Non potevo ammazzare Kankuro dai... non potevo farlo.
Scusate il ritardo ma ci sono due motivi per cui sto aggiornando solo ora: il primo è che in questo periodo ho avuto un po' di impegni ed il secondo motivo... ve lo dico nel prossimo capitolo (si sono un po' bastarda).
Ci vediamo al prossimo ed ultimo capitolo. Grazie a tutti.
Un bacio.

Violetta_






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Capitolo 40
*** Capitolo 40 - Sorelle e fratelli gelosi - ***


Sorelle e fratelli gelosi




Durante l'incontro tra i due kage e le gemelle nell'ufficio del kazekage, Shikamaru aveva evitato ulteriori incidenti trascinando i suoi connazionali -e una isterica, gelosa, inviperita e assassina sorella maggiore - verso la locanda più vicina.
Lì trovarono i ninja di Iwa che, dopo le scuse pubbliche di fronte il palazzo del kazekage, erano stati congedati anche se tenuti a vista da un team di Suna.
Ci fu un momento di imbarazzo.

<< Saaalve >> disse Naruto accennando un gesto con la mano.

Temari invece si fece avanti chiedendo chiarimenti sulle due Hime, perchè ogni singola cellula del suo corpo si rifiutava di credere che Maturi discendesse da un clan di alto lignaggio.

Un anziano jounin prese la parola e, purtroppo per la Sabaku, spiegò al gruppo che Matsuri e Sumire erano le due gemelle eredi del clan Murasaki, il più potente di Hana.

<< Ma durante la battaglia avete usato un nome diverso... Jasma o qualcosa del genere... >>
<< Jasmine. Tradizionalmente le famiglie nobili solevano dare il doppio nome alla propria progenie, sia per sottolineare il loro grado sociale sia per precauzione >>
<< Wakatta... >> disse lei assimilando le nuove informazioni.

La kunoichi continuò a spiegare che quello era il motivo per cui le due hime erano note ai più coi loro secondi nomi: Jasmine, come il fiore, per sottolineare la delicatezza e la dolcezza della ragazza e Koneko per le sue caratteristiche tipicamente feline.
Continuò raccontando la triste storia dei loro genitori, dell'ordine da parte del Kazekage di distruggere il villaggio di Tsuki e del triste destino dei suoi abitanti.
Matsuri era stata considerata morta sino a quel momento mentre Sumire era stata affidata alle cure dello Tsuchikage.

<< Cavolo ma è incredibile! >> Disse Naruto seduto a terra con le gambe incrociate e con l'espressione un bambino di sei anni che ascolta una favola.

Temari chiese quanto di vero c'era riguardo al potere delle due e a rispondere questa volta fu la kunoichi che poco prima si era battuta con lei.
Spiegò che Matsuri possedeva i chakra elementari del vento e della terra mentre Sumire quello del vento e dei liquidi.

Su Matsuri non seppe dire molto ma quell'informazione servì a Temari per spiegarsi come la ragazza riuscisse a controllare la sabbia anche se in piccolissime quantità.
Su Sumire invece spiegò che aveva il controllo su tutti i tipi di liquidi e l'abilità innata del ghiaccio oltre a presentare, come già detto, delle capacità molto simili a quelle dei felini.

<< Un po' come me... >> intervenne Kiba riferendosi alle sue capacità tipicamente canine.

Il Daimyo di Tsuchi aveva scoperto che le due avevano delle proprietà innate che si mostravano solo se si trovavano a stretto contatto.
Purtroppo non riuscì a dare ulteriori informazioni poiché queste abilità si erano presentate in rare occasioni e di certo le due non erano in grado di averne il pieno controllo.



*

Non ci volle molto tempo per risolvere il passaggio di cittadinanza da Iwa a Suna, dopotutto Sumire essendo nata a Suna aveva tutto il diritto di rimanere lì.

Anche organizzare le nuove formazioni e le squadre non richiese particolare attenzione dunque dopo pochi minuti Kurotsuchi e lo Tsuchikage uscirono dal palazzo dando disposizioni ai ninja di Iwa.

Kankuro incrociò Naruto in uno dei corridoi del palazzo e non riuscì più a staccarselo di dosso.
Matsuri si recò nell'appartamento che aveva da poco preso in affitto per potersi togliere di dosso quello scomodo abito da cerimonia.

Rimasti soli Sumire si mise di fronte all'ex jinjuriki.

<< A proposito Gaara... >>

Il ragazzo percepì una strana sensazione.


E poi dov'era finito il -sama?


<< … mi sento in dovere di informarti che ho sentito la discussione tra te e la mia sorellina questa mattina >>

Lui arrossì non sapendo che cosa dire.

<< Ora vorrei fare una piccola precisazione: come kunoichi di Suna sarò sempre diligente e fedele a questo villaggio e presterò completa obbedienza al suo Kazekage ma... >>

Si ritrovò spalmato sulla sua poltrona col piede di Sumire a pochi centimetri da un punto molto sensibile.

Dove aveva già visto questa scena?

<< ... Spezzale il cuore e io ti spezzo il collo. Capito? >>

Gaara aprì la bocca ma sopraffatto dalla sorpresa non seppe come ribattere.

L'aveva fregato un'altra volta.


*

Quando Temari cominciò a realizzare cos'era accaduto alle sue spalle negli utimi mesi rimase frastornata.

Non solo Gaara si era avvicinato ulteriormente a quella piccola chunin un po' troppo petulante per i suoi gusti, ma adesso anche Kankuro aveva trovato una ragazza.
Non una cotta passeggera, non un'infatuazione da niente, non una storiella così tanto per passare il tempo.
Si era innamorato e, visto come la ragazza si era comportata durante la battaglia, risultava evidente che era ampiamente ricambiato.

Il suo fratellino, quello che da piccolo si nascondeva sotto le sue coperte quando c'era un temporale o quando Gaara era sotto l'effetto di un demone sanguinario.
Quel furbetto che montava le sue marionette tutto contento perso nel suo mondo magico e fatato dipinto di blu.
Quel ragazzino che non sapeva mai quando tacere e che si buttava a capofitto nei pasticci. E poi puntualmente toccava a lei cacciarlo fuori dai guai.

Kami quante volte lo aveva visto in fin di vita. Le volte in cui aveva rischiato un attacco cardiaco a causa sua erano incalcolabili.

Adesso quel piccolino era cresciuto e non sarebbe rimasto chiuso nella sua stanza circondato dalle sue marionette e dai veleni, intento ad occuparsi di complicati esperimenti.
Si sarebbe costruito una sua vita, magari avrebbe persino cambiato casa.

Oddio forse si sarebbe trasferito!

Più ci pensava più le saliva il sangue al cervello.

Inevitabilmente cominciò ad associare la figura della principessa di Iwa ad una piccola stronzetta viziata ed antipatica.

Serrò la mascella e continuò a fissare un punto indefinito dello spazio.

Merda.


*

Se la rideva il bastardo.

<< Smettila >>

Se la rideva sotto i baffi e lo nascondeva pure male.

<< Ti ho detto di smetterla >>

Sghignazzava allegramente e gli erano pure spuntati i lacrimoni.

<< Stronzo di un cry-baby... >>

Shikamaru si era accorto dello stato d'animo della sua compagna e non riusciva a non trovarlo estremamente comico.
Dopo essersi limitato a sghignazzare scoppiò a ridere in una grassa risata evitando all'ultimo secondo una poderosa ventagliata in testa.

<< Ti hanno fottuto alla grande Tem! >>

Un'ora prima erano stati informati da Baki-sensei delle decisioni prese all'interno dell'ufficio: Sumire avrebbe fatto parte di un team capitanato da Matsuri, e Kankuro sarebbe stato il suo sensei.

<< Adesso avrai non una “piccola mocciosa” da tenere a bada ma ben... >> chiuse la mano a pugno alzando solo l'indice ed il medio << DUE >>

<< Shikamaru? >>

Il ragazzo venne interrotto nel suo momento di gloria da un Naruto stranamente serio.

<< Si? >>
<< Sono appena andato da Gaara. Visti gli eventi mi sono assicurato che stia bene... >>
<< E allora? >>
<< Sia lui che Kankuro vorrebbero sapere perchè Temari singhiozzava tra le tue braccia durante la battaglia... >>

Shikamaru sbiancò.
Temari lo guardò con un ghigno divertito.

<< Si parlava di mocciosi da tenere a bada... >> mormorò crudele la kunoichi per una volta non così tanto seccata dalla gelosia dei fratelli.

Un potente rumore di passi e legno ed un sinistro fruscio si udì in lontananza.

<< ...E vorrebbero saperlo adesso >> concluse Naruto.

Shikamaru iniziò a correre il più velocemente possibile tentando di sfuggire alle ire dei due fratelli.

<< Pietà! >>








***
Angolo dell'autrice.

Salve a tutti lettori. Eccoci giunti alla fine di questa ff, ma prima di andare aspettate un secondo.
Come accennato nel precedente capitolo c'era un motivo per cui ho aggiornato a rilento negli ultimi capitoli ed il motivo è che * rullo di tamburi * ho scritto il seguito di questa ff. 

Eh si “Gelosia fraterna" è una trilogia. 

Grazie di cuore a tutti i lettori spero che questa storia vi sia piaciuta. Ci si vede la prossima volta con Omeostasi. 
Ciao a tutti. 

Violetta_

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