Una spina nel cuore....

di Marzia1969
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Karaoke al Boars Nest ***
Capitolo 2: *** Alla ricerca di Bo.... ***
Capitolo 3: *** I rimorsi di Luke.... ***
Capitolo 4: *** La fuga di Bo.... ***
Capitolo 5: *** Alla ricerca di un lavoro... ***
Capitolo 6: *** Wynona... ***
Capitolo 7: *** Bo se ne va... ***
Capitolo 8: *** Lukas e Wynona.... ***
Capitolo 9: *** Wyona si confessa.... ***
Capitolo 10: *** Karaoke al Boars Nest.... ***



Capitolo 1
*** Karaoke al Boars Nest ***


Quattro luglio: festa nazionale negli States!!!

In questo giorno, ogni attività commerciale è chiusa in ogni angolo del paese……tranne il Boars Nest, ovviamente!

Boss è troppo tirchio per rimetterci gli incassi di una giornata chiudendo il locale, così, profittando della giornata festiva, l’intera contea si riversa al “Nido dei Bufali”.

Questa volta Boss ha escogitato uno stratagemma per incentivare le persone ad affollare il suo locale: una gara canora, un karaoke in perfetta regola, a parte quel migliaio di regole scorrette che J.D. inserisce in ogni suo gesto, figuriamoci nelle sfide!

Per la prima volta, i due bellissimi cugini Duke non si presentano insieme: ognuno si presenterà in coppia con la propria partner.

Bo, insieme a Betty Lou, eseguirà “Take me home, country road”, una canzone leggendaria, soprattutto nel sud degli States dove si svolge la nostra storia.

Luke invece si presenterà con Candy e canterà “Boulder to Birmingham”, un brano reso famoso dalla mitica Dolly Parton.

“Cugino, ti concederò l’onore di arrivare secondo” – dice Luke rivolgendosi a Bo.

“Aspetta a cantare vittoria, cugino! Ho molte frecce al mio arco” – risponde Bo.

“Oh, conosco le tue frecce! Durante la nostra ultima sfida, hai centrato in pieno la latrina che, oltre ad essere il buen retiro di zio Jesse per i suoi bisognini, era pure il luogo in cui custodivo le mie riviste di automobilismo: POLVERIZZATE IN DUE SECONDI!!!, grazie ai candelotti di dinamite che avevi in “dotazione” al posto delle normali frecce!” – aggiunge Luke.

“Ride bene chi ride ultimo” – incalza Bo.

Dopo un abbraccio ed una stretta di mano, i due cugini si preparano per il debutto canoro.

Non c’è storia per il concorso: Boss fa scendere in campo, come punto di forza della sua scuderia,il buon Enos, il quale non trova niente di meglio da fare che cantare “The Old McDonald (la versione americana della nostra mitica “Nella vecchia fattoria” n.d.r.).

Penosa, improponibile! Un asino colitico l’avrebbe eseguita meglio!

La vittoria spetta a Luke: troppo professionale, anche rispetto al bellissimo Bo che pure ha una stupenda voce!

“Te l’avevo pur detto che ti avrei concesso l’onore di arrivare secondo” – dice Luke sorridendo di cuore!

“Va bene, per questa volta hai vinto. Chi ha perso paga da bere?” – chiede Bo cercando di fare da paciere.

“Questo è parlare” – dice Luke.

Inutile dire che i due cuginetti alzano un pochino il gomito, così, in men che non si dica si ritrovano a camminare sulle mani!

“Bo, io dormo qui. Non mi importa di dormire seduto a questo tavolo con indosso i jeans e gli stivali. Non riuscirei a guidare neppure per 100 metri, figuriamoci a ritornare a casa. Tu che intendi fare?”

“Io voglio andare a casa. Sono troppo alto per dormire a questo tavolo: preferisco allungarmi sotto le coperte del mio letto”

“Notte, Bo. Avverti tu zio Jesse che non torno a casa per la notte? Mi raccomando, ricordati di dirgli che dormirò qui, almeno non si preoccuperà”

“Don’t worry, cugino! I tuoi ordini saranno eseguiti alla lettera”

Luke si addormentò, di un sonno profondo.

Ad un certo momento, il telefono squillò al Boars Nest.

“Accidenti, ma che ore sono? E soprattutto….dove sono? Ah già, al Boars Nest. Cavolo, ma non è ancora orario di chiusura? Chi è a quest’ora?”

Luke estrasse dalla tasca dei pantaloni il suo orologio tascabile: erano le 03,30 del mattino!

“Maledetto scocciatore, proprio nel bel mezzo del sonno si mette a telefonare….

Boars Nest, parla Luke Duke”

« Luke, figliolo, tuo cugino è lì con te vero ? Che bella idea avete avuto di fermarvi fuori a dormire senza avvisare? Ho svegliato telefonicamente mezza contea per chiedere vostre notizie, ma nessuno vi ha più visti dopo che, a parte voi, ognuno è tornato a casa propria”.

Era zio Jesse.

 Che stava dicendo? Perché mi chiedeva se Bo era qui con me, quando, prima di lasciarmi gli avevo raccomandato di non dimenticarsi di avvisare lo zio che io sarei rimasto qui.

 Quindi non era tornato a casa neppure lui. Ma dov’era andato?

“Zio, Bo se n’è andato da qui da diverse ore.

 Io ero ehm….beh…cioeè….sì….insomma….”

“Lukas Duke, stai diventando dislessico?” tuonò zio Jesse!

“Zio, avevo alzato parecchio il gomito, perciò non me la sentivo di guidare. Ho detto a Bo che sarei rimasto a dormire seduto al tavolo del bar. Gli ho chiesto se intendeva fare come me, ma lui mi ha risposto che ci stava troppo scomodo, così se n’è andato. Ma non è tornato?”

“Qui non c’è ombra del tuo biondo cugino”, disse zio Jesse preoccupatissimo.

Non volevo impensierirlo ulteriormente, ma io ero impensierito più di lui……

To be continued……

 

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Capitolo 2
*** Alla ricerca di Bo.... ***


 

Lo so, lo so……avevo promesso che sarebbe stato Bo il personaggio principale di questa fan fic e non il mio amatissimo alter ego Luke, ma, abbiate pietà, proprio non riesco a calarmi nei panni di un personaggio che, beato lui!!, ha un carattere diametralmente opposto al mio.

Spero vi piaccia ugualmente il racconto…..Ancora mille scuse…..

“Accidenti Bo, ma dove sei andato a finire?”

Improvvisamente Luke si ricordò che il cugino non aveva bevuto molto meno di lui, non era così sobrio come voleva far credere.

“Oh mio Dio, non gli sarà mica capitato un incidente???

Se fosse finito fuori strada? Se fosse ferito? Se anche Betty Lou fosse ferita?

Calma Luke Duke! Tu sei un tipo dal sangue freddo, hai sempre mantenuto la calma e, soprattutto, hai sempre trovato il modo di toglierti dai guai. Rifletti e cerca di capire come avrebbe agito Bo una volta uscito dal Boars Nest” – penso fra sé e sé Luke.

Era piena estate, quindi niente pioggia o nebbia, la visibilità era ottima.

A meno che, mettendosi al volante con una buona dose di alcool in corpo, non avesse perso il controllo della macchina e….

“Cavolo, se almeno Daisy fosse qui mi confiderei con lei, ma purtroppo è da zia Tilly in Tennessee e non voglio chiamarla e spaventarla in piena notte! Che faccio ora???…..Stupido che sono!!!! Ma perché non ci ho pensato prima?

Sicuramente Bo avrà deciso di passare la notte con Betty Lou. Basterà telefonare a casa sua ed il gioco è fatto! Mi tireranno quattro accidenti, dato che saranno molto “affaccendati”, ma sarà sempre meglio che stare qui con questo chiodo fisso. E poi devo trovare Bo anche per tranquillizzare zio Jesse!”

Luke si alzò e si diresse verso il telefono pubblico del Boars Nest.

Digitò il numero di Betty Lou e…..dopo molti squilli, finalmente la ragazza rispose.

Luke non le diede tempo di proferir parola, dato che la incalzò di domande:”Ciao Betty Lou, sono Luke, potresti passarmi Bo per favore? E’ lì con te vero?”

Un vulcano in piena eruzione rispose al più grande dei cugini Duke.

“LUKAS DUKE” – disse Betty Lou urlando – “COME TI PERMETTI DI FARMI UNA DOMANDA SIMILE? LA MIA CASA NON E’ UN BORDELLO DOVE UN UOMO PUO’ LIBERAMENTE ENTRARE ED USCIRE A SUO PIACIMENTO! LA MIA E’ UNA CASA RISPETTABILE!!!! Inoltre” – aggiunse con un tono di voce tornato finalmente normale – “inoltre i miei genitori non sanno che questa sera o forse dovrei dire…ieri sera, dato che sono le quattro del mattino, non sanno che sono uscita con Bo. Io gli ho raccontato che sarei uscita con Sandy, la mia migliore amica e lei ha raccontato ai suoi che sarebbe uscita con me, dato che anche lei doveva incontrarsi con un ragazzo. Quindi Luke, stai cercando Bo nel posto sbagliato!!”

A Luke gelò il sangue nelle vene…

Se Bo non era da Betty Lou, dove poteva essere?

“Senti Betty Lou” – disse Luke – “innanzitutto ti chiedo scusa per averti svegliata in piena notte, ma sai, io ti sto telefonando dal Boars Nest. Avrai notato che io e mio cugino abbiamo alzato un po’ il gomito, perciò non me la sono sentita di tornare a casa. Ho chiesto a Bo di fare la stessa cosa, dato che anche lui era su di giri, ma mi ha risposto che non intendeva passare la notte con la testa appoggiata sopra il tavolo di un bar. Perciò, prima che uscisse dal locale, gli ho raccomandato di avvisare zio Jesse che io avrei dormito qui. Lui mi ha risposto di non preoccuparmi, che si sarebbe ricordato. Io mi sono addormentato e, mezz’ora fa, ho sentito squillare il telefono: era zio Jesse che si stava chiedendo dove eravamo finiti entrambi, dato che anche Bo non era rientrato. Mi sono subito agitato, ma poi ho cercato di calmarmi e di fare il punto della situazione e ho pensato che magari Bo potesse essere a casa tua dato che, sicuramente, ti avrà riaccompagnata a casa. Ora che mi dici che anche da te non c’è, io sono preoccupato, anzi, disperato, dato che zio Jesse sarà sconvolto quando gli dirò che non so che fine ha fatto Bo. Scusa se ti sto trattenendo molto al telefono, ma potresti dirmi quando hai visto Bo per l’ultima volta?

“Luke” – disse Betty Lou – “Bo non mi ha riaccompagnata a casa.

 Prima cosa, non volevo che i miei genitori mi vedessero arrivare a casa con lui. Capirai, se avesse parcheggiato il Generale davanti a casa mia, avrebbero subito capito che non avevo passato la serata con Sandy: la vostra macchina non è una di quelle che passa inosservata!!! E poi Luke, te lo dico francamente, Bo non era in condizioni di mettersi alla guida. Era decisamente troppo ubriaco per farlo. E’ stato lui stesso a dirmi che non se la sentiva di riaccompagnarmi a casa; così sono tornata con Enos. Logicamente gli ho fatto giurare di mantenere il silenzio con i miei.

Questo è tutto, Luke. Non so che dirti di Bo.”

“Grazie Betty Lou. Buonanotte e…….scusa per il disturbo!”

“Non c’è di che. Notte Luke e fammi sapere qualcosa quando l’avrai trovato”.

Riattaccò.

Luke rimase semi paralizzato con la cornetta del telefono in mano.

“E adesso dove lo cerco? E soprattutto, come lo cerco? Sono a piedi e, anche se avessi la macchina a mia disposizione, non me la sentirei di mettermi al volante. La sbronza non mi è ancora passata”.

Cercando ancora una volta di riordinare le idee, Luke telefonò a Cooter.

“Cooter? Luke. Scusa se ti disturbo nel cuore della notte”

Luke, in poche parole, raccontò all’amico quanto era successo.

“Arrivo subito. Il tempo di vestirmi” – rispose Cooter.

Effettivamente Cooter arrivò in un baleno!

“Cooter sono disperato, non so dove sia finito Bo. Io devo trovarlo, capisci? Devo. Io sono responsabile anche per lui, io sono il maggiore, lo zio Jesse mi spellerà vivo se non lo ritrovo”

Luke era agitatissimo e Cooter se ne accorse.

“Calma Luke, adesso mi metto al volante, dato che tu non mi sembri in condizione di farlo e vedrai che lo troveremo”

Partirono. Dopo aver percorso in lungo ed in largo tutta la contea, finalmente, a Rainbow Canyon, avvistarono il Generale Lee.

“Cooter, ecco il Generale. Fermati. Lo abbiamo trovato, abbiamo trovato Bo”

“Te l’avevo detto che ce l’avremmo fatta! Dai….corri a riabbracciarlo”

“Volo”

Luke volò nel vero senso della parola verso il Generale.

 Appunto…… verso il Generale….perché di Bo non c’era traccia”

“Bo, ma dove sei?

To be continued.

Grazie come al solito a chi leggerà e recensirà, soprattutto a Lu, Lella, Juli e Thia.

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Capitolo 3
*** I rimorsi di Luke.... ***


Finalmente Luke e Cooter trovano Bo…..ma in che stato sarà?

“Dannazione, ma dove sarà finito quel benedetto ragazzo? Eppure sa che sono in pensiero quando non si fa sentire” – disse Luke.

“Luke, l’hai trovato?” – chiese Cooter.

“No, niente da fare. C’è il Generale, ma di Bo nemmeno l’ombra.”

“Luke, non vorrei sembrare un mena gramo, ma la vedo male!”.

“Che intendi dire Cooter?”

“Intendo dire che d’accordo che siamo a luglio, che la strada è praticabile e la visibilità buona, ma allora Bo dov’è? Non se lo sarà mica inghiottito la terra. A meno che…”

“A meno che cosa, Cooter?”

“Luke, mi hai detto che Bo era ubriaco, che non era in grado di guidare. Qui siamo a Rainbow Canyon, lo strapiombo lo conosci anche tu. Chi mi dice che Bo non abbia perso il controllo dell’auto?”

“COOTER DAVENPORT, TI PROIBISCO DI DIRE UNA COSA DEL GENERE! BO ERA MOLTO MENO UBRIACO DI ME ED ERA IN GRADO DI GUIDARE. NON PUO’ ESSERE ANDATA COME DICI TU!” – gridò Luke arrabbiatissimo.

“Scusa Luke, non volevo farti arrabbiare, ma rifletti; non ti sembra strano che ci sia l’auto e non l’autista?”.

“Scusami tu, Cooter, ma cerca di capire, io sono preoccupatissimo. Non voglio neanche pensare che a Bo possa essere capitato qualcosa. E poi…ECCOLOOO!!! COOTER E’LAGGIU’”.

“Hai ragione Luke. Ma come è messo?” – disse Cooter.

“E’ sdraiato al suolo, con la testa appoggiata ad un masso. Sembra che stia dormendo. No, no, ti prego, non dirmi che se ne sta beatamente dormendo, MENTRE NOI CI STIAMO FACENDO VENIRE I CAPELLI GRIGI PER LA PREOCCUPAZIONE!!! ACCIDENTI A TE, BO!” – disse Luke.

“Luke, pensaci bene; non credo che Bo stia dormendo. D’accordo che siamo a luglio, ma, prima cosa, qui sul Canyon non fa caldissimo nonostante la stagione e poi non ti sembra una posizione un po’ scomoda per dormire? Secondo me, avrebbe fatto prima a coricarsi all’interno del Generale” – fece notare Cooter.

“Hai ragione e poi….ora che lo guardo meglio, mi sembra troppo immobile. Possibile che non si muova?” C’è qualcosa che non va, amico. Andiamo a vedere”.

I due amici si precipitarono. Bo dava loro le spalle, così cercarono di girarlo.

Appena Luke appoggiò una mano sulla fronte del cugino rimase scioccato: la sua mano era sporca di sangue!
”Oddio Cooter, cosa può essere successo?” – chiese Luke.

“Secondo me, deve essere uscito dalla macchina per prendere una boccata d’aria, deve essere scivolato e, nella caduta, deve aver battuto violentemente la testa. Luke, chiama l’ambulanza dato che, io non sono un medico, ma Bo non mi sembra messo bene!”

Luke si precipitò alla radio trasmittente e chiamò il Try County Hospital, il quale mandò l’ambulanza in meno di 10 minuti.

Dopo una visita sommaria, il medico disse a Luke:”Signor Duke, suo cugino non è messo bene. Ha perso molto sangue, inoltre è rimasto senza soccorso per molto tempo. Ha una forte commozione celebrale”.

“Una commozione celebrale? Oh mio Dio. Ma è in pericolo di vita?”

“La prognosi è di 48 ore. Se le supera, ha una buona possibilità di salvarsi. L’importante è che si risvegli”.

Luke era disperato. Era sommerso dai rimorsi.

Perché aveva permesso che Bo tornasse a casa da solo? Perché non l’aveva obbligato a rimanere con lui al Boars Nest? Perché, per vigliaccheria, per paura di affrontare lo zio Jesse mentre era ubriaco, non aveva seguito Bo? E soprattutto, come aveva potuto pensare che Bo stesse dormendo vedendolo appoggiato al masso?

“Luke, vai in ambulanza con tuo cugino. Io corro alla fattoria a svegliare zio Jesse”.

“Grazie Cooter” – disse Luke mortificato.

Bo venne ricoverato in una camera al Try County, mentre Luke aspettò in sala d’attesa.

Dopo pochi minuti, Cooter insieme a zio Jesse lo raggiunsero.

“D’accordo Lukas, raccontami nei minimi particolari quello che è successo” – disse zio Jesse, evidentemente non soddisfatto ed arrabbiatissimo con il nipote maggiore in seguito alla spiegazione fornitagli da Cooter.

“Cominciamo bene, mi ha chiamato Lukas. Questo significa che è arrabbiatissimo con me!” – pensò Luke.

Luke raccontò per filo e per segno allo zio tutto quanto presumeva fosse successo a Bo dopo che aveva lasciato il Boars Nest.

“LUKAS, SEI UN IMBECILLE!!!! SEI IL MAGGIORE, SE PENSAVI CHE TUO CUGINO NON FOSSE IN GRADO DI GUIDARE, NON DOVEVI FAR ALTRO CHE OBBLIGARLO A RIMANERE CON TE AL LOCALE. PERCHE’ NON L’HAI FATTO? LO SAI CHE BO SI FIDA CIECAMENTE DI TE!!!”.

Zio Jesse era furibondo!!!

“Zio…..io…..mi dispiace!” – mormorò a testa bassa Luke, vergognandosi come un ladro.

“NON ME NE FACCIO NIENTE DEL TUO DISPIACERE! PREGA SOLO CHE TUO CUGINO CHE IN QUESTO MOMENTO SI TROVA IN UN LETTO D’OSPEDALE GRAZIE ALLA TUA STUPIDITA’, SI POSSA SVEGLIARE!”.

Luke corse via disperato.

“Zio Jesse” – chiese Cooter.

“Taci Cooter, non è il momento”.

“Zio, scusa se insisto, ma non ti sembra di aver esagerato? Luke è disperato, se potesse mettersi nel letto e passare quello che sta passando adesso Bo, lo farebbe volentieri. Seguilo e cerca di chiarire, altrimenti Luke si porterà dentro questa cosa per tutta la vita”.

“Hai ragione, Cooter. Adesso vado a cercarlo. A proposito, ma dov’è andato? Ti spiace rimanere qui Cooter nel caso ci fossero novità riguardanti Bo?”

“Vai tranquillo zio, rimango io”.

“Grazie Cooter”.

Nonostante gli sforzi e le ricerche di zio Jesse, di Luke non c’era traccia.

Sconsolato, si sedette su una poltrona e rivolse una silenziosa preghiera.

“Signore, sono sempre io, Jesse Duke. Ti prego, ho appena ritrovato uno dei miei ragazzi, non farmi perdere l’altro. Ho sbagliato con Luke, mi sono uscite di bocca delle cose che non avrei mai dovuto dirgli, ma ero talmente arrabbiato in quel momento! Se vuoi punire qualcuno, prenditela con me, ma lascia stare i miei ragazzi”.

Zio Jesse si rimise in testa il cappello che si era tolto per pregare.

Pareva però che il buon Dio fosse insensibile alle sue preghiere questa volta, dato che, per quanto cercasse, Luke non si trovava.

Finalmente Jesse uscì da quello che era il fabbricato dell’ospedale e si diresse nei giardini interni.

Si accorse che sotto una quercia c’era una cappelletta con un crocifisso.

Luke era inginocchiato lì e piangeva come un bambino.

Zio Jesse pensò di non avvicinarsi, dato che conosceva il pudore del nipote maggiore riguardo al manifestare i propri sentimenti.

Così, lo lasciò sfogare, dopodiché si avvicinò appongiandogli una mano sulla spalla.

Luke sussultò al contatto della mano dello zio e si girò verso di lui; aveva ancora gli occhi lucidi.

“Zio….io….”

“Lo so Lukas, non devi dirmi niente, stai tranquillo. Sono qui da più di 10 minuti…”

“Dieci minuti? Vuoi dire che mia hai visto….” E Luke non continuò la frase…

“Piangere? Volevi chiedermi se ti ho visto piangere? Certo, ma sta tranquillo; rimarrà un segreto fra di noi!”

“Grazie zio. So che non vuoi sentire spiegazioni, ma se potessi, mi metterei io al posto di Bo”

“Lo so figliolo. Vieni, rientriamo ora, Cooter starà in pensiero”.

Rientrati in ospedale, Cooter rimase impressionato dalla faccia sconvolta di Luke.

“Ehi amico, ma cosa ti è successo?” – chiese.

Zio Jesse, con un cenno della mano, fece capire a Cooter che non era il caso di continuare per quella strada.

I giorni passavano, ma Bo rimaneva sempre nel suo stato.

Finalmente, dopo 20 lunghi giorni (che Cooter, zio Jesse e Bo passarono praticamente chiusi in ospedale), il Dottor Moore, primario del Try County, annunciò loro che finalmente Bo si era svegliato.

Non lo lasciarono terminare, si precipitarono nella sua camera.

“Bo, bentornato! Che bello vederti con gli occhi aperti!” – disse zio Jesse.

“Bentornato fratellino” – continuò Luke visibilmente commosso.

“Ciao amico” – disse Cooter.

Tutti e tre notarono la faccia spaesata di Bo, ma pensavano dipendesse dal fatto che si fosse appena risvegliato dopo un lungo sonno.

“E voi chi siete? Chi è Bo? Cosa volete da me? Andatevene o chiamo la vigilanza” – fu la risposta di Bo.

Pensando che volesse prendersi gioco di loro, Luke disse:”E dai cugino, si vede che stai meglio. Smettila però di scherzare!”

“Cugino?Siamo cugini? Io non vi vo mai visti? E perché continuate a chiamarmi Bo?”

Erano tutti scioccati; era evidente che Bo aveva totalmente perso la memoria…..

To be continued….

Grazie come al solito a chi vorrà leggere e recensire!

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Capitolo 4
*** La fuga di Bo.... ***


Il nostro Bo sembra proprio aver perso la memoria, infatti ecco cosa combina….

“Figliolo” – riprese zio Jesse – “ma è mai possibile che non ci riconosci?”

Evidentemente spazientito, Bo rispose:”Senti nonnino, se per farti contento vuoi che ti dica che ti ho riconosciuto ok….ti ho riconosciuto…se invece vuoi la verità…no, non mi ricordo né di te né degli altri due!”

“BEAUREGARD DUKE, COME TI PERMETTI DI CHIAMARMI NONNINO!!!! SONO TUO ZIO JESSE, HAI CAPITO?” – aggiunse zio Jesse fra il preoccupato e l’arrabbiato.

“Beau…che? Ma che schifo di nome è questo??? Cioè io mi chiamerei Beauregard? Felicissimo di non ricordarmi nulla, se questo è il mio nome….”

“Bo, ma sei proprio sicuro di non sentirti meglio? Perché stai ragionando da “Bo”. Queste sono le tue tipiche risposte – sorrise Luke.

“Proprio nulla…anzi sì….una cosa mi ricordo…..ho lo stomaco che brontola!”

“Zio, secondo me sta benone” – disse Luke rivolgendosi allo zio.

“Zio Jesse” – aggiunse Cooter – “perché non lasciamo soli i due ragazzi? Possono parlarsi e magari Bo potrebbe cominciare a ricordarsi qualcosa”.

“Buona idea, Cooter. Ciao Luke, ci vediamo domani a casa. E ciao anche a te Bo. Ti lascio con Luke, sei un buone mani”.

“Ciao nonnin….ehm….volevo dire zio Jesse”.

Bo aveva perso la memoria, ma non il suo humour contagioso!

“Beh….ehm…Luke ti chiami, vero? Pare che siamo rimasti soli e che ora tu debba cercare di risvegliare la mia memoria. Quindi comincia a parlare…ti ascolto”

“Bo, io e te siamo cugini, ma è come se fossimo fratelli. Siamo orfani da quando eravamo bambini e zio Jesse e zia Martha, ci hanno raccolti, insieme alla cugina Daisy che ora è in Tennessee e ci hanno allevato come se fossimo loro figli. Tu sei il più giovane di noi tre: Daisy ha 6 anni in più di te, mentre io ne ho 9 in più, sono il maggiore”.

Bo interruppe Luke:”Se sei il maggiore, posso chiederti qualche consiglio nel caso ne avessi bisogno?”

“Bo….lo hai sempre fatto, lo fai da quando eri un bambino. Io e te viviamo in simbiosi: stesse abitudini, dormiamo nella stessa camera, dividiamo la stessa macchina da sempre”.

“Davvero. E io che tipo sono Luke? Voglio dire che carattere ho?”

“Splendido. Sei solare, espansivo, hai sempre la battuta, ti cacci sempre nei guai, se tu non cerchi loro, sono loro che cercano te e, soprattutto, hai un sacco di ragazze!”.

“Davvero? Interessante, ma anche tu ne avrai moltissime, dato che sei davvero un bel ragazzo”.

Luke non rispose, si alzò e prese lo specchietto che era appeso nel bagno.

“Guardati Bo…..adesso che ti sei visto, ti sembro ancora un bel ragazzo io?”

Bo non rispose subito, ma alla fine disse:”Certo, ti considero sempre un bel ragazzo e, soprattutto, mi sembri una persona molto dolce…”

Luke rimase di stucco.

“Scusa Luke, ho detto qualcosa che ti ha offeso? Sai….io non ti conosco…cioè…saremo pure cresciuti insieme, vivremo pure in simbiosi, ma io non ricordo nulla. Spero di non averti offeso dicendoti che sei una persona dolce, ma guardandoti negli occhi, questa è l’impressione che ho avuto di te”.

Luke aveva gli occhi lucidi:”Bo, tutti mi considerano un orso, perché sono molto introverso, perché mi tengo tutto dentro. Difficilmente riesco a far trapelare i miei sentimenti. Forse è anche questo uno dei motivi per cui tu hai tanto successo con le ragazze. Io riesco ad attirare la loro attenzione per ben….due secondi, poi sparisco, specialmente quando appari tu! Nessuno mi ha mai detto che sono dolce, capisci?”

“Allora quelle ragazze non valgono e non capiscono niente. Se io che è come se ti vedessi per la prima volta penso questo di te, non riesco a spiegarmi come loro non riescano a capirlo!”

“Grazie Bo” – fu la risposta commossa di Luke.

Bo in cambio gli diede un bel pizzicotto sulla guancia.

“Luke, vai a casa a dormire. Stai tranquillo, tanto io di qui non mi muovo”

“Ho promesso a zio Jesse di rimanere e rimarrò. Poi potresti avere bisogno di me”.

Così Luke rimase al capezzale del cugino, profittando della notte per raccontargli la loro vita in comune.

Bo si addormentò sereno.

La mattina Luke tornò alla fattoria ai suoi lavori, assicurando zio Jesse delle buone condizioni di salute di Bo.

Ora, era quasi passato un mese da quando Bo era ricoverato e, il Dottor Moore, primario del Try County telefonò a casa Duke, per dire che Bo poteva essere dimesso, dato che, secondo lui, avrebbe avuto molte più possibilità di recuperare la memoria vivendo in un ambiente a lui familiare a contatto con le persone che amava che non in un ambiente freddo e asettico come un ospedale.

Nel frattempo, anche Daisy era tornata alla fattoria e, insieme a zio Jesse e a Luke si preparava ad andare a prendere Bo in ospedale.

Quando la famiglia al completo arrivò al Try County si diresse subito nella camera del più giovane dei Duke.

Era vuota…

“Bo sarà andato in bagno” – disse Luke.

Si diresse verso la toilette e bussò:”Bo, sei lì? Siamo venuti a prenderti. C’è anche Daisy con noi, così potrai conoscerla”.

“Sì tesoro, ci sono anch’io” – fu la risposta di Daisy.

Nessuna risposta.

Luke bussò nuovamente, mentre la preoccupazione cominciava a mostrarsi sul volto dei Duke.

Silenzio anche questa volta.

Luke provò a spingere il battente e si rese conto che la porta del bagno era aperta; entrò ma Bo non c’era…

“Ragazzi, venite qui. Guardate questo biglietto” – disse zio Jesse, il quale, buttando un occhio sul comodino in fianco al letto, vide un foglietto bianco.

“Caro zio Jesse, Luke e Daisy, so di darvi un dispiacere, ma, cercate di capirmi….io non vi conosco…..voglio andare per la mia strada. Per il momento non cercatemi. Mi farò sentire io al momento opportuno.

Bo.”

“Mio Dio” – esclamò Daisy – “ma dove può essere andato in quelle condizioni, senza un mezzo di locomozione e senza soldi? Possibile che nessuno l’abbia visto uscire dall’ospedale?”

I Duke si precipitarono alla reception, descrivendo alla banconista l’aspetto di Bo e se per caso l’avesse visto.

“Mi dispiace” – fu la sua risposta “qui di gente ne passa parecchia ogni giorno. Resta il fatto che ora dobbiamo fare la denuncia: uno non può uscire liberamente dall’ospedale senza prima aver firmato il foglio di dimissioni”.

“Zio Jesse, siamo daccapo. E’ scomparso nuovamente, ma questa volta la faccenda si fa seria” – furono le parole di Luke che gettarono i Duke nello sconforto più totale…

To be continued….

Ebbene sì…è sparito un’altra volta. Grazie come al solito alle mie appassionate lettrici Thia, Lella, Lu, Juli e i1976 e a tutti quelli che vorranno leggere questa mia storia…

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Capitolo 5
*** Alla ricerca di un lavoro... ***


Ebbene sì, la peste è scappata di nuovo. E ora???

“Non può essere andato lontano; come dice giustamente Daisy non ha né soldi, né auto….né memoria.” – disse Luke.

“Ragazzi, l’unica cosa che rimane da fare è avvisare Boss e Rosco, così almeno potranno avviare delle indagini.” – rispose zio Jesse.

“Boss e Rosco? Zio Jesse, ma sai quello che stai dicendo? Boss e Rosco non accetteranno mai di aiutarci. E’ tempo sprecato!” – aggiunse Luke.

“LUKE! Che ti piaccia o meno, Boss e Rosco sono l’unico tipo di legge che abbiamo qui, perciò dobbiamo rivolgerci a loro!” – concluse zio Jesse.

“Beh ragazzi, io torno al garage. Tenetemi informato”- disse Cooter.

“Ciao Cooter” – fu il coro unanime di zio Jesse e Luke.

Intanto Bo vagava per le strade della contea con il pollice alzato, nella speranza che qualcuno gli desse un passaggio….per dove…..non sapeva neppure lui, l’importante era dimostrare a se stesso e agli altri che sarebbe stato in grado di cavarsela da solo.

Arrivati da Rosco, ovviamente, si resero conto immediatamente che al caro sceriffo non importava nulla di cercare Bo, idem a Boss.

“J.D.!!!” – incalzò zio Jesse “ti rendi conto che Bo ha perso la memoria e che potrebbe essere in pericolo dato che si comporta come se fosse nato ieri, non ricorda più nulla, neppure come si chiama?”

“Allora la cosa cambia” – rispose Boss il quale non avrebbe mai permesso che un cittadino della sua contea si fosse messo nei guai, neppure se il cittadino in questione si chiamava Duke.

“Jesse, perché non me l’hai detto subito? Dopotutto, io e te siamo cresciuti insieme, siamo due ex contrabbandieri. Dirò a Rosco ed Enos di iniziare immediatamente le ricerche. Avete sentito voi due?” – disse rivolto allo sceriffo ed al suo vice.

“Forte e chiaro” – fu la risposta di entrambi che, in fin dei conti, Rosco compreso, non vedevano l’ora di ricevere da Boss l’ok per iniziare le ricerche.

Passarono due giorni, ma di Bo neppure l’ombra.

Il pomeriggio del terzo giorno, il telefono squillò a casa Duke.

Come al solito zio Jesse, pur essendo il più anziano, era anche il più veloce a rispondere al telefono, quando uno dei suoi cuccioli era in difficoltà.

“Casa Duke, parla Jesse”

“Buongiorno signor Duke, sono il Dottor Moore, primario del Try County Hospital. In seguito alla denuncia inoltrata dall’ospedale per la scomparsa di suo nipote, la informo che lo sceriffo della contea di Sweetwater ci ha informati di aver visto  un ragazzo che, dalla descrizione, potrebbe essere Beauregard, aggirarsi nel suo territorio con un’aria molto spaesata”.

Siccome zio Jesse ripeteva a voce alta per fare in modo che i suoi nipoti sentissero quello che diceva il Dottore, Luke sobbalzò.

“Ma è impazzito? Non può uscire dalla Contea, è in libertà condizionata. Se lo arrestano è nei guai fino al collo. Già…..ma lui non se lo ricorda……”.

Zio Jesse spiegò al Dottore la situazione dei suoi due nipoti nei confronti del governo degli Stati Uniti ed il Dottore disse:”Signor Duke, la cosa migliore da fare è che lei e sua nipote Daisy vi mettiate al volante e raggiungiate al volo Sweetwater. Non sapendo dov’è diretto, Bo potrebbe allontanarsi da un momento all’altro.”

“Ha ragione Dottore, grazie per il suggerimento. Arrivederci” – zio Jesse riattaccò e spiegò in poche parole ai nipoti il suggerimento che aveva ricevuto dal Dottor Moore.

“Ottima idea” – disse Luke. “Io intanto rimarrò qui nel caso ci fossero novità….anche se dubito che  ce ne saranno….”.

Nel frattempo Bo, arrivato a Sweewater, posto assolutamente nuovo per lui, si mise alla ricerca di un lavoro, dato che non poteva certo rimanere con lo stomaco vuoto vita natural durante. Inoltre, niente lavoro=niente soldi e Bo in quel momento non aveva neppure un cent nelle sue tasche.

Girando per le strade del paese, un camper con all’esterno due uomini attirò la sua attenzione, nonostante i due uomini in questione avessero un aspetto tutt’altro che rassicurante.

“Io ci provo” – disse Bo ragionando a voce alta.

“Ehi gente, cerco lavoro, qualsiasi tipo di lavoro, dato che sono un po’ a corto al momento, anzi, per dirvela tutta, non ho un solo spicciolo nelle tasche” – chiese Bo.

Incuriositi, i due uomini risposero:”Perché sei venuto proprio da noi? Eppure non siamo gli unici in città a poterti offrire un’occupazione”.

“Beh….diciamo che sono nuovo da queste parti e che, oltre ad un lavoro….beh….mi servirebbe anche un tetto sopra la testa, dato che non ho un posto dove andare”.

“Sei solo al mondo?”

“No, una famiglia ce l’ho nella contea di Hazzard, ma diciamo che ho preso momentaneamente le distanze da loro”.

“Beh ragazzo, un lavoretto per te ce l’avrei” – disse John, uno dei due uomini “e per quanto riguarda l’alloggio….ci sarebbe il nostro camper….se non ti va stretto”.

“Mi va benissimo” – fu la risposta di Bo. “Quando posso cominciare?”

“Anche domani. A proposito, questo è un acconto”.

John mise nelle mani di Bo 50 dollari.

“Cinquanta dollari? Più che sufficiente per riempirmi lo stomaco. In quanto alla sistemazione, per questa notte posso dormire in quella pensioncina che vedo laggiù. Grazie”

“Allora, affare fatto. A domani”.

“A domani” – rispose Bo.

I due uomini lasciarono che il ragazzo si allontanasse, dopodiché Keith, il secondo uomo che fino ad allora era rimasto in silenzio, disse al suo socio:”Dì un po’…che bella idea ti è venuta di “assumere” un’altra persona? Il capo non ne sarà affatto contento”.

“Non ne sarà contento? Ma hai osservato bene il ragazzo? Ha un viso bellissimo, è una specie di Adone, puoi stare tranquillo sulla presenza femminile appena “apparirà in pubblico”. Oltretutto, non mi sembra molto sveglio, ha un’aria parecchio svagata e spaesata, perciò un bello stupido è quello che ci vuole per la nostra attività. E poi Keith, non dimenticarti che il nostro capo….è una signora e sicuramente non rimarrà insensibile al suo fascino”.

“Se lo dici tu….” – fu la risposta di Keith. “Non so perché, ma sento che ci procurerà dei guai”….

Nel frattempo Bo, che con lo stomaco pieno ragionava molto meglio, cominciò a ripensare a tutto quello che Luke gli aveva detto mentre era in ospedale e cioè che lui era bravissimo a cacciarsi nei guai e ogni volta Luke doveva tirarlo fuori.

“Ho trovato un lavoro, è vero, ma che razza di lavoro è?” – si domandava Bo. “E quei tizi dall’aspetto tutt’altro che rassicurante, come si chiamano? Adesso che ci penso mi rendo conto di non averglielo chiesto affatto. E se domattina non si presentano all’appuntamento, che faccio? I 50 dollari li ho spesi tutti per vitto e alloggio! Mi sa tanto che Luke aveva ragione quando diceva che se io non cerco i guai, sono i guai che cercano me!”.

Il giorno seguente, Bo ripercorse le strade della cittadina e trovò i due uomini nello stesso punto in cui li aveva visti il giorno prima. Era soddisfatto di averli ritrovati dato che, almeno, non gli avevano fatto una promessa a vuoto.

“Ragazzo, ora ti portiamo dal nostro capo, il quale ti spiegherà che tipo di lavoro dovrai svolgere. A proposito, noi non ci siamo ancora presentati: io sono John, lui è il mio collega Keith e tu come ti chiami?

“Bo Duke e vengo da Hazzard” – rispose Bo felice del fatto che, se non altro, ora conosceva i nomi dei suoi interlocutori.

Ci impiegarono circa mezz’ora per arrivare dal capo.

Allettato dall’idea di aver trovato un lavoro, Bo non si rese affatto conto che, durante tutto il tragitto, era stato fatto accomodare all’interno del camper, dove le tendine dei finestrini erano chiuse, in modo tale che lui non potesse guardare all’esterno.

Una volta arrivati, come aveva previsto Keith, la “padrona” non fu affatto contenta di aver un nuovo “dipendente”.

“Chi ha avuto l’idea? – chiese la donna rivolta ai due uomini.

“Mia” – rispose John. “So che non vuoi altri soci capo, ma aspetta di vedere Bo e capirai che è stato un buon investimento.

“Bo? Si chiama Bo? Che nome strano….”

“Sì, Bo Duke e viene da Hazzard”.

Per poco la donna non svenne.

“Duke? Hai detto Duke di Hazzard?”

“Sì capo” – rispose John – “ma perché ti sei agitata tanto sentendo quel nome?”

“Niente, niente…..”.

La donna fuggì di corsa all’esterno dell’immensa villa dove ora si trovava anche Bo.

“Bo Duke di Hazzard” – ripeteva a voce alta – “e se fosse un “suo” parente? Anche il “suo” cognome era Duke e anche “lui” veniva da Hazzard, non l’ho mai dimenticato. Come potrei dimenticare i momenti meravigliosi trascorsi insieme?”.

Piangeva mentre parlava ed alla fine, come in un soffio, mormorò queste parole:”Lukas, amore mio……”

To be continued….

Grazie alle mie amiche Lella, Juli, Lu, i9176 e Thia.

Chi sarà quella donna misteriosa che sembra conoscere Luke?

 

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Capitolo 6
*** Wynona... ***


Bo, finalmente, incontra il suo capo…..Ma perché quella donna misteriosa sembra così interessata alla famiglia Duke, o meglio, ad un membro dei Duke….?

Wynona, questo era il nome della donna, tornò all’interno dell’enorme villa di sua proprietà in stile coloniale.

“Scusami John se sono fuggita….ma avevo bisogno di riflettere. Dunque, vediamo questo Bo”.

John e Keith che era il più taciturno dei due, andarono a prelevare Bo direttamente nel camper.

“Vieni ragazzo, il nostro capo ti vuole conoscere”.

Quando Bo scese dal caravan, rimase impressionato dalla grandezza e dalla ricchezza della villa.

“Accidenti!!!! Se la passa bene il capo! Un posto simile penso di non averlo visto neppure nei miei sogni! Ma dove ci troviamo?”

“….diciamo…..abbastanza lontano da Hazzard…” – fu la risposta di Keith.

Varcata la sontuosa soglia, Bo fu condotto nell’ufficio di Wynona.

Bo sussultò nel trovarsi di fronte ad una “datrice” di lavoro!E che donna!!! Bellissima.

Alta, bruna di carnagione e di capelli, con due meravigliosi occhi verdi smeraldo.

Wynona dal canto suo osservava Bo, ma non per la sua bellezza (era la prima in tutta la storia dell’umanità!!!), ma per vedere se riusciva a scorgere nel volto di Bo una qualche somiglianza con Luke o Lukas come lo chiamava lei.

“Buongiorno Signora” – disse timidamente Bo, affascinato dalla bellezza pazzesca della donna.

“Buongiorno Bo! Io sono Wynona Hayes. Dunque vuoi lavorare per me?

“Certo!Io sono disposto a svolgere qualsiasi lavoro signora; sono solo, senza un soldo e….ho fame!” – fu la risposta sincera di Bo.

“La tua sincerità mi colpisce Bo. Benvenuto in famiglia. John, Keith, vi spiace lasciarci soli?”

I due uomini si allontanarono.

John rivolse a Keith uno sguardo che stava a significare “Hai visto che avevo ragione? La signora è rimasta colpita immediatamente dalla bellezza di Bo”.

Se John avesse potuto leggere nel pensiero di Wynona, avrebbe cambiato idea…

“Dunque Bo, mi dici che sei solo. Non hai una famiglia quindi…”

“Si signora, una famiglia ce l’ho ad Hazzard, ma per me è come se fossero estranei”

“Ti prego, non chiamarmi signora, chiamami Wyn. Devi aver litigato con i tuoi genitori se reputi estranei i tuoi familiari…”

“Non ho genitori Wyn. La mia famiglia è composta da me, mio cugino, mia cugina e mio zio.”

Alla parola cugino, Wyn sussultò.

Era evidente che cercava di far parlare Bo per sapere se, in qualche modo, il ragazzo potesse avere a che fare con Luke.

“Bo, tu sai che noi donne siamo curiose. Dimmi, come si chiama questo tuo cugino? Sai….nel caso fosse carino come te…..” – disse Wynona cercando di essere spiritosa, ma non riuscendoci affatto!

“Mi cugino si chiama Luke”.

Sentendo quel nome, Wyn sbiancò in volto.

“Luke….vuoi dire Lukas?”

“Non so se il suo nome per esteso sia Lukas, ma credo di sì”

“Bo, adesso cominci a farmi perdere la pazienza. Capisco che, se te ne sei andato di casa, è perché non hai un buon rapporto con la tua famiglia, ma che tu mi prenda in giro dicendo che non ricordi neppure i nomi dei tuoi familiari….mi dispiace Bo…è un umorismo che non mi piace!”

“Signora…cioè…Wyn, io non me ne sono andato perché ho litigato. Io ho perso la memoria, non ricordo più nulla di quello che mi è successo prima di due mesi fa. Ecco perché sono qui…Quelli che dovrebbero essere i miei familiari, in realtà non li conosco affatto, perciò voglio costruirmi una vita da solo”.

“Ora capisco. Bo, ti prego di scusarmi, sono stata molto maleducata. E dimmi….che aspetto ha Lukas…cioè Luke come lo chiami tu”.

Questa volta era Bo che stava per perdere la pazienza:”Accidenti, ma questa mi vuole offrire un lavoro o mi vuole fare il terzo grado per sapere chi è Luke?

Luke….per fortuna mi ha detto che ho sempre avuto fortuna con le donne, mentre lui passava in secondo piano. Questa mi tratta come se fossi trasparente!!!!”.

Nonostante tutto, Bo rispose alla domanda di Wynona:”Luke ha nove anni più di me, è un poco più basso di me di statura, ha i capelli castano scuro e gli occhi blu. Secondo me è una persona dolcissima, ma lui dice che tutti lo considerano un orso, dato che è introverso. Altro di lui…..non ricordo….”

Wyn aveva gli occhi lucidi: era proprio il suo Lukas quello di cui stava parlando Bo. Chissà se si era sposato? Chissà che stava facendo in questo momento? Chiederlo a Bo sarebbe stato inutile, dato che non ricordava nulla, ma forse, tramite Bo, sarebbe potuta arrivare a lui.

 Se Wyn chiudeva gli occhi poteva sentire il profumo della pelle di Luke, le sue carezze, i suoi baci…Si risvegliò dal suo sogno e si rivolse a Bo:”Scusa Bo per l’interrogatorio; tu sei venuto qui per un posto di lavoro e io sto divagando. Ora ti spiego. Io, insieme a John e Keith, gestisco una piccola casa da gioco che si trova nella dependance della villa in cui ci troviamo. Non immaginarti un casino’ tipo Las Vegas, è solo un piccolo locale dove le persone entrano ad invito. Il tuo lavoro consisterà inizialmente nel ricevere gli ospiti, poi, quando ti sarai “fatto le ossa” ti avvicinerai ai tavoli da gioco, etc. Che ne dici?”

“Dico che non mi sembra niente di impegnativo, purchè sia legale. Accetto, anche percbè, come dicevo a John e Keith, oltre che di uno stipendio, ho bisogno di un tetto. John mi ha offerto gentilmente di dormire nel camper”.

“Dormire nel camper? Non se ne parla neppure. Avrai notato che la mia casa è molto grande, ci sono molte camere, puoi prenderne una se vuoi.”

“Grazie Wyn. Ma permettimi una domanda: i tuoi ospiti non si scandalizzeranno nel vedersi ricevere da un campagnolo in jeans e stivali da cow-boy?”

“Ooppsss, è vero, mi ero dimenticata di dirti che, ovviamente, per ricevere i nostri ospiti al casino, indosserai lo smoking. Le signore rimarranno folgorate, sono sicura….

Ehi Bo???? Ma mi stai ascoltando?”

Bo, sentendo la parola smoking, era praticamente stramazzato al suolo!!!

“Smoking? Vuoi dire il vestito da pinguino? No, ti prego!”

Wyn rise della spontaneità di Bo:”Eh sì tesoro, anzi ti manderò il sarto per prenderti le misure!”

“Mi sembrerà di essere chiuso in una bara a stare in quel vestito. Comunque….se non posso fare diversamente….”

“Temo proprio di no. Ora vai a sistemare le tue cose. Ci vediamo più tardi Bo. Arrivederci”

“Arrivederci Wyn”.

Bo si allontanò macchinando nella sua mente sul fatto di presentarsi in pubblico vestito come un pinguino.

Wynona invece era raggiante:”Ragazzo, tu farai la mia fortuna con il tuo aspetto. Le clienti femminili aumenteranno a dismisura e poi….chissà….un giorno magari potresti ricordarti qualcosa e darmi dei ragguagli su Lukas…”

Lukas…..era sempre nei suoi pensieri. Sapeva che se avesse sfogliato l’elenco telefonico avrebbe avuto modo di avere sue notizie, ma aveva sempre rifiutato di alzare il ricevitore.

Chiamò quindi John e Keith..

“Ottimo lavoro ragazzi, ci renderà una fortuna. Avrete una bella ricompensa per questo servizio che mi avete reso”

Nel frattempo, giunti a Sweetwater, zio Jesse e Daisy si recarono dallo sceriffo e, dopo i ragguagli ricevuti, si resero conto che era proprio Bo quello che il tutore della legge aveva visto.

“Benissimo sceriffo. L’abbiamo finalmente trovato. Sa dirmi dov’è ora?” – chiese zio Jesse.

“Signor Duke, signorina Duke, temo siate arrivati troppo tardi. Alcune persone l’hanno visto partire a bordo di un camper insieme a due tipi poco raccomandabili. Ora che siete qui, vi chiedo se volete sporgere denuncia di scomparsa, almeno posso avviare le ricerche”.

“Assolutamente sì. Due persone poco raccomandabili….Che succederà al mio povero ragazzo che non ricorda più nulla?”

Daisy singhiozzava e zio cercò di rincuorarla.

“Grazie sceriffo. Chiederò a J.D. Hogg di rilasciare un permesso a mio nipote Luke per poter uscire dalla contea di Hazzard, almeno parteciperà insieme a tutta la famiglia alle ricerche”.

“Ottima idea Signor Duke. A domani”

Quando uscirono dall’ufficio dello sceriffo, Daisy chiese a zio Jesse:”E ora zio?”

“E ora per prima cosa avvisiamo Luke, il quale sarà a casa preoccupato”

Infatti il telefono di casa Duke non fece neppure due squilli, che Luke alzò il ricevitore e disse:”Ditemi che l’avete trovato, vi prego!”

“Luke, siamo arrivati tardi. Domani lo sceriffo di Sweetwater comincerà le ricerche, dato che abbiamo sporto denuncia. Tu intanto vai da Boss per farti rilasciare il lasciapassare per uscire da Hazzard”.

“Volo zio”.

Luke partì con una sgommata. “Bo, ma dove sei andato? Signore ti prego, fa che non gli sia successo nulla di grave! E’ solo un ragazzo…”

To be continued….

Riusciranno I nostri eroi a ritrovare la peste con l’abitino nuovo?

Grazie alle mie affezionate lettrici i1976,Thia,Lu,Juli e Lella e a chiunque vorrà leggere!

 

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Capitolo 7
*** Bo se ne va... ***


Seguiamo Bo nel suo primo giorno di “lavoro” presso Wynona e soci…..

Bo si guardò per la centesima volta allo specchio:”Accidenti, sembro proprio un pinguino! Mamma mia che prurito intorno al collo con questo dannato papillon. Cavolo, non potrò continuare a grattarmi quando sarò nella dependance davanti a tutti, ma so che non resisterò……”

Ad un tratto gli venne un’idea geniale o meglio, un’idea alla “Bo Duke”!

“Stupido che sono! Ora vado in cucina, mi prendo un cucchiaino da caffè, me lo nascondo in tasca, così, mentre nessuno mi osserva…mi do una bella grattatina!! Chissà perché non ci ho pensato prima…”

Povero Bo, era così umile da non rendersi conto che lo smoking faceva maggiormente risaltare (nel caso in cui ce ne fosse bisogno), la sua incredibile bellezza.

Nel frattempo Luke era andato da Boss per farsi rilasciare il famoso lasciapassare per l’espatrio. Non dovette faticare molto per convincere J.D.: Duke o non Duke anche al primo cittadino di Hazzard interessava ritrovare Bo, perciò fu con immenso piacere che rilasciò il pass a Luke. “Mi raccomando Luke, tienimi informato, ok?”

“Tranquillo Boss” – fu la risposta del maggiore dei cugini Duke.

All’uscita dell’ufficio di J.D., Luke trovò zio Jesse e Daisy che lo stavano aspettando per recarsi a Sweetwater.

“Nipoti” – disse zio Jesse “che il buon Dio ci assista. Questa volta sono veramente preoccupato per Bo”.

“Anche noi” – fu la risposta unanime di Luke e Daisy.

Arrivati a Sweetwater, lo sceriffo Madison, li accolse senza troppi preamboli:”Signori, perdonate la mia franchezza, ma temo che il vostro parente si sia cacciato in guai grossi. Quei due uomini con il quale si è allontanato ieri, abbiamo il sospetto che gestiscano, insieme ad un terzo complice, una sala da gioco clandestina. Purtroppo non siamo mai riusciti ad acciuffarli con le mani nel sacco, dato che agiscono con molta circospezione. Sembra quasi che, ogni volta che appaiono in città, cerchino nuovi clienti, ma non fanno volantinaggio o cose simili, non so in quale modo… riescono ad adescare qualcuno” – fu la spiegazione dello sceriffo.

“E se io facessi da esca? Certo, dovreste prestarmi del contante, ma sono abbastanza sicuro di vincere anche se, sicuramente, quei tavoli da gioco saranno truccati. Zio Jesse mi ha insegnato tutti i trucchi del mestiere, perciò…posso farcela” – fu la proposta di Luke.

“Figliolo” – intervenne zio Jesse “già la vita di tuo cugino è in pericolo, ti prego, non mettere a repentaglio pure la tua! Forse è meglio che lo sceriffo Madison cerchi altrove la sua esca” – disse in tono sostenuto zio Jesse.

“Signor Duke, mi dispiace contraddirla, ma temo che suo nipote abbia ragione. Può darsi che i proprietari della bisca conoscano i miei uomini, anche se, ovviamente, questi agirebbero in incognito, perciò è meglio che vada Luke. Dopotutto, per loro, è una faccia assolutamente nuova”.

“Va bene, mi avete convinto, ma…Luke….ti prego, stai attento! So che sei una persona molto più responsabile di Bo, ma questa volta non si tratta di contrastare i soliti giochetti di Boss, questa volta è qualcosa di più grave!” – disse zio Jesse.

Così Luke, fu “rivestito” di un elegantissimo abito da sera blu scuro (“un meraviglioso accostamento con i tuoi occhi cugino”, disse Daisy), venne rifornito di un bel po’ di contante e fu spedito in “direzione” di John e Keith che, con lo stesso camper con cui avevano adescato Bo, erano alla ricerca di nuovi clienti.

Era incredibile come non cercassero affatto di fermare le persone lungo la strada; per uno strano scherzo del destino, erano queste ultime a fermarsi da loro!

Così fece Luke:”Scusate signori, ho un po’ di contante per le mani, ma non so come spenderlo. Avreste qualche idea da suggerirmi?”- disse Luke che nel frattempo aveva estratto di tasca il pacchetto con tutti i contanti consegnatigli dallo sceriffo.

“Certo che possiamo aiutarla signore; se vuole salire sul camper…”

“Dove mi portate?”

“….in un posto in cui potrà spendere i suoi soldi….”

“Benissimo. Partiamo allora”.

“Accidenti, ma dove mi porteranno? Speriamo solo di trovarci Bo laggiù!”

A Luke era stato riversato lo stesso trattamento di Bo: seduto all’interno del camper con le tendine abbassate, in modo da non poter vedere all’esterno.

Intanto a Bo i guai stavano per cominciare.

Recatosi nella dependance, sede del casino’, cominciò ad accogliere gli ospiti. Dapprima entrarono signori di una certa età, poi signore….di una certa età….le quali, senza troppi giri di parole, consegnarono parecchie banconote nelle mani di Bo, per avere una compagnia extra.

“Che significa?” – chiese innocentemente Bo “volete che, oltre ad accompagnarvi ai tavoli, vada a prendervi un drink?”.

Le signore si misero a ridere di gusto e, in poche parole spiegarono a Bo quello che volevano.

“MA CHE SCHIFO DI LAVORO E’ QUESTO???? Io voglio guadagnarmi da vivere onestamente e non essere il gigolo di quattro vecchie galline spennacchiate. TENETE I VOSTRI SOLDI” – urlò Bo lanciando le mazzette di banconote in faccia alle signore.

“BO!” –urlò arrabbiatissima Wynona “COME TI PERMETTI DI MANCARE DI RISPETTO ALLE MIE MIGLIORI CLIENTI??? CHIEDI LORO SCUSA E FA QUELLO CHE TI HANNO CHIESTO!”

“MA SEI IMPAZZITA???” – urlò di rimando Bo –“tu credi davvero che per soldi io possa vendermi a queste megere??? Ho la mia dignità, anche se sono solo un ragazzo di campagna senza il becco di un quattrino. E poi zio Jesse ha sempre insegnato a me e a Luke che i soldi non sono tutto nella vita, ci sono cose molto più importanti, come l’amore che unisce noi Duke”.

“Allora tornatene da tuo zio” – disse Wynona. “Sei licenziato seduta stante; raccogli i tuoi stracci e vattene!”

“Volentieri…”SIGNORA”!”.

Bo marcò in maniera molto ironica la parola “Signora”.

“Zio Jesse ha ragione quando dice che le persone appena vedono un po’ di soldi impazziscono” – disse Bo allontanandosi. Ma ad un tratto si fermò.

“Ehi….come mai mi è venuto in mente zio Jesse? E l’amore che unisce la famiglia Duke? Io, Luke, Daisy, zio, il Generale, Enos,Cooter,J.D.,Rosco…..OH MIO DIO!!! STO RIACQUISTANDO LA MEMORIA!!!”

“Ma certo, io sono Bo Duke. Il quattro luglio stavo uscendo un po’ alticcio dal Boars Nest dove Luke era rimasto a dormire perché era più ubriaco di me. Ho tentato di tornare a casa, ma, siccome avevo sonno, mi sono fermato a Rainbow Canyon. Ho fatto quattro passi a piedi per cercare di svegliarmi, ma devo essere scivolato, devo aver battuto la testa….e….sì….mi ricordo tutto. Ma come sono finito qui? Ah già…John e Keith a Sweetwater.

SWEETWATER?!?!…Ma io sono in libertà condizionata, non posso lasciare Hazzard. Mio Dio, chissà zio, Luke e Daisy come staranno in pensiero. Devo andarmene di qui e trovare subito un telefono e…soprattutto, sperare che nessuno mi fermi per chiedermi i documenti, altrimenti sono rovinato!”.

Bo scavalcò il cancello e, una volta all’esterno dell’enorme villa, si guardò attorno per cercare di capire dove si trovasse, ma nessun indizio venne a dargli una mano.

Così, prese la prima strada a caso…sperando nel destino…..

Appena Bo si fu allontanato, spuntò a “Villa Hayes” il camper con a bordo John, Keith e Luke.

Una volta sceso, Luke ebbe la stessa impressione, guardando la villa, che aveva avuto Bo la prima volta che l’aveva vista:”Accidenti! Il vostro capo se la deve passare bene” – disse rivolto a John e Keith.

“Non c’è male….Prego, si accomodi”

Luke entrò nell’enorme anticamera dove anche Bo pochi giorni prima era passato e venne fatto accomodare su un divano di pelle molto prezioso.

“Attenda qui” – dissero John e Keith “noi intanto andiamo ad avvisare il capo”.

Quando entrarono nell’ufficio di Wynona, quest’ultima era sconvolta dalla rabbia per quello che aveva appena combinato Bo.

In due parole, raccontò l’accaduto e Keith disse a John:”Te l’avevo pur detto che quel ragazzo ci avrebbe procurato solo dei guai! Se tu mi avessi dato retta!”.

“Acqua passata. Capo, abbiamo trovato a Sweetwater un cliente o forse dovrei, un pollo da spennare molto facoltoso che non sa come spendere i propri soldi. Noi ci siamo offerti di dargli una mano. Se vuoi conoscerlo, è nella sala degli arazzi” – disse John.

“Andiamo a conoscere questo cliente facoltoso…Se non altro mi risolleverà il morale dopo quello che ha combinato quell’idiota campagnolo!” – rispose Wynona.

Entrò nella sala; Luke in quel momento girava le spalle alla porta..

“Buongiorno, sono Wynona Hayes. Con chi ho il piacere di parlare?”

Sentendo quel nome, Luke si voltò di scatto.

“Wynona? Tu? Tu….qui?”

« Lukas….sei proprio tu ! Finalmente ti ho ritrovato…”

“Wynona, tu mi devi spieg….”

Wyn non diede a Luke il tempo di terminare la frase.

Cominciò a baciarlo e,mentre lo baciava, sbottonava la camicia del suo abito blu.

Lo voleva, lo voleva più di ogni altra cosa al mondo!Il profumo della pelle di Luke era una cosa che Wynona non aveva mai dimenticato….

Luke cercò di resistere per un attimo, ma poi cedette: Wyn era stato il più grande della sua vita….

To be continued….

Che ne sarà ora di Luke? E Bo? Avrà ritrovato la strada di casa?

Grazie come sempre a Juli, Lu, Thia, Lella e i1976.

 

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Capitolo 8
*** Lukas e Wynona.... ***


Ora sembra proprio che entrambi i cugini Duke siano nei guai: Bo ha ritrovato la memoria, ma non la strada di casa, e Luke…..che purtroppo o per fortuna ha ritrovato la sua Wyn. Ma seguiamo i nostri eroi da vicino….

Wyn ti prego, dimmi che non sei immischiata in questa faccenda, dimmi che ti trovi qui per caso…”

Wyn, più che ascoltare quello che diceva Luke, lo accarezzava….

“Vieni con me…” – furono le sue uniche parole…

“Dove?”

“Vedrai, prima però devo fare una cosa”.

Accese l’interfono e disse a John e Keith:”Qualsiasi cosa succeda da ora e fino a domani, io non esisto per nessuno.Dovesse arrivare anche il Presidente degli Stati Uniti d’America, gestitelo voi…Mi sono spiegata?”

“Coooosaaaa??” – disse John, che, come al solito, era il più loquace dei due “ma ti rendi conto che questa sera prevediamo il tutto esaurito? Ti rendi conto di quanti dollari guadagneremo in poche ore?”

“Io me li sono già guadagnati i miei dollari…”

“Intendi dire quel cliente facoltoso che abbiamo trovato a Sweetwater?”

“Esattamente. Ora ci penso io a lui…E con questo la conversazione è chiusa. A domani”.

“Ehi John, ci capisci qualcosa?” – furono le parole di Keith.

“Capisco solo che non capisco nulla. Il biondino, Bo, era tanto affascinante e gentile e lei l’ha fatto filare su due piedi, questo invece che sembra freddo come il ghiaccio, la attrae…Mah….le donne…”

Wynona intanto aveva preso per mano Luke, il quale si stava domandando se stesse sognando, ma, soprattutto, si stava domandando come mai Wynona fosse lì, dato che, secondo lui, lei doveva essere a Nashville.

Luke e Wynona si erano conosciuti dieci anni prima in Tennessee, in un paesino vicino a Memphis, dove abitava zia Tilly. Era un sabato sera e Luke si recò nell’unico locale del paese. C’era una ragazza che cantava quella sera, una meravigliosa ragazza con i capelli neri e gli occhi verdi smeraldo.

Luke fu subito affascinato.

Si avvicinò al palco e…fra i due fu intesa a prima vista.

Quando la ragazza, terminata l’esibizione scese dal palcoscenico, si avvicinò a Luke.

“Ciao, io mi chiamo Wynona, vengo dal Nevada. Mi guadagno da vivere esibendomi nei locali, ma fino ad ora non ho mai avuto molta fortuna. Purtroppo, mentre io canto, le persone chiacchierano fra loro, bevono, si ubriacano, così sono ben pochi quelli che mi ascoltano. Ma io non demordo e spero di aver la fortuna di trovare un discografico un giorno o l’altro in mezzo a tutta la marmaglia che riempie i locali in cui mi esibisco. Tu come ti chiami? Te l’ha mai detto nessuno che hai degli occhi così blu che sembrano due zaffiri?”

“Te l’ha mai detto nessuno che hai degli occhi così verdi che sembrano due smeraldi? Ciao, io mi chiamo Luke, vengo dalla Georgia. In questo momento mi trovo in vacanza in questo paesino sperduto del Tennessee da mia zia Tilly. Abito con mio zio e i miei cugini e li aiuto nella conduzione di una fattoria”.

“Luke? Luke sta per Lukas, vero? Ti piace come canto? Sai cantare?”

“Sì, Lukas è il mio nome per esteso, ma nessuno mi chiama così..Tu canti benissimo e….sì….diciamo che mi arrangio. Non canto bene come te, ma non sono neppure stonato…”

“Ti andrebbe di fare un duetto con me?”

“Ora?Qui?” – chiese meravigliato Luke.

“Certo, perché no? Forza timidone….” – disse Wynona…

Da quel momento, i due trascorsero tutta l’estate insieme. Wyn era riuscita a convincere Luke a seguirla nei locali della zona in cui cantava ed in breve nacque l’amore, quello vero, quello con la “A” maiuscola.

Non importava se riuscivano a guadagnare poco o molto con il canto (spesso Luke duettava con Wyn), la cosa più importante era che, al termine della serata, finivano una nelle braccia dell’altro….

Un amore intenso, due persone che si erano incontrate per caso e che ora non riuscivano più a vivere separate…

Poi la grande occasione arrivò…per Wyn….

Durante un’esibizione, un discografico si presentò alla ragazza e le chiese di fare un provino…

“Solo se Lukas verrà ingaggiato insieme a me” – fu la risposta di Wyn.

“Mi dispiace signorina Hayes, il suo amico non mi interessa. Un eventuale contratto riguarderebbe solo lei…” – rispose il discografico.

“Allora rinuncio….”- rispose decisa Wynona.

“MA SEI PAZZA?” – le gridò Luke. “Questo è uno di quei treni che passa una sola volta nella vita e tu vuoi rinunciarci? Un’occasione così non ti capiterà mai più. Non pensare a me….accetta!”

“Accettare? Amore mio, ma se accetto io e te non ci rivedremo più” – disse Wyn fra le lacrime.

“Lo so” – rispose Luke –“ma non voglio vivere con il rimorso di aver ostacolato il tuo cammino. Vai…forse….magari….un giorno ci rincontreremo…E poi io non posso abbandonare la fattoria e zio Jesse….”

Passarono l’ultima notte insieme, non avevano bisogno di parlarsi, i loro occhi, le loro mani parlavano da sé….

Wynona andò a Nashville, sfondò nel mondo del country, vinse diversi dischi d’oro, sposò il discografico che l’aveva scoperta, fece diverse tournèe in giro per gli States…poi….dopo un certo periodo di lei non si seppe più nulla…

Il successo, così com’era arrivato fulmineo, in maniera altrettanto fulminea cominciò a scemare.

I media si occuparono sempre meno di lei….

Luke, da quell’ultima notte passata insieme, non la rivide più….fino a quel momento…

“Wyn, dove mi stai portando?” – chiese Luke mentre Wynona stringeva la sua mano…

“Proprio qui, siamo arrivati”.

Erano arrivati nella camera da letto di Wynona: una bellissima stanza con il letto a baldacchino e dei mobili di grande valore.

Luke rimase sbalordito: non aveva mai visto tanto lusso in vita sua, neppure a casa di Boss Hogg, che pure era il proprietario di quasi tutta Hazzard.

Luke si fermò sulla porta…

“Vieni” – disse Wynona tenendolo sempre per mano…

Lo vece sdraiare sul letto; appena toccò le lenzuola, Luke si accorse che erano di seta pura.

Il suo imbarazzo crebbe maggiormente: non erano certo di seta le lenzuola del suo letto! Anzi, le lenzuola che usavano lui e Bo, erano pure rammendate dalle ottime mani di Daisy!

“Io…non…mi sento a mio agio qui….” – disse Luke con un tono di voce appena percettibile…

“Rilassati Lukas….”

Wynona fece sdraiare Luke sul magnifico letto, poi iniziò a baciarlo…

Immediatamente, tutto l’imbarazzo di Luke scomparve….

Voleva quella donna, quella donna che era ancora più bella di quanto ricordasse, quella donna che aveva perso unicamente perché non aveva avuto il coraggio di seguirla.

Fu una notte di passione folle, come l’ultima notte che avevano passato insieme prima di lasciarsi.

Si addormentarono stretti l’uno all’altro, mentre Wyn stringeva anche nel sonno la mano di Luke: le dava sicurezza, le sembrava che, tenendolo per mano, fosse stata sicura di ritrovarlo accanto a sé al suo risveglio…

“Ti amo da morire Lukas”…furono le sue parole prima di addormentarsi….

Il mattino seguente fu Luke il primo a svegliarsi: si accorse che Wynona stava ancora dormendo, così non si mosse…

Non voleva svegliarla, ma soprattutto voleva tenerla stretta a sé…

Visto che era sveglio, riprese la sua freddezza abituale e cominciò a porsi parecchie domande:”Perché Wynona è qui e non a Nashville? E poi qui dove siamo? Durante il tragitto le tendine del camper erano abbassate, perciò non so neppure lontanamente dove mi trovo…Wynona….da un po’ i giornali non parlano di lei e non incide dischi, ma se può permettersi una villa simile, gli affari devono andarle bene…E di suo marito cosa ne è stato? Non sembra sia qui con lei….”

Mentre tutti questi pensieri passavano per la sua mente, Luke si accorse che all’anulare della mano di Wyn che stringeva la sua, risplendeva un meraviglioso e rarissimo diamante giallo a forma di cuore....

“Questo anello deve valere una fortuna” – disse Luke a voce bassa…

“E’ un ricordo dei successi e dei bei tempi di Nashville…” – rispose Wynona.

“Scusa, non volevo svegliarti Wyn!”

“Stai tranquillo; sono sveglia da più di 3 ore…”

“Da più di 3 ore? E perché non mi hai svegliato?”

“Perché volevo vederti dormire….avevi sul viso un’espressione di serenità mentre dormivi che sembrava quella di un bambino….del bambino che avrei voluto avere da te, Lukas…”

“E va bene, Wyn…è ora di vuotare il sacco! Cosa significa tutta questa storia? Questa specie di bisca clandestina? E Bo che c’entra in tutto questo?”

Ad un tratto Luke sobbalzò!

“BOOOOOOOOOO!! Mio Dio che imbecille sono!!! Mi sono totalmente dimenticato di lui!Che stupido! Wyn, dov’è? Cosa gli è capitato? Io sono responsabile anche per lui!”

“E perché? E’ maggiorenne; non sa camminare con le sue gambe?”

“Io sono il maggiore e Bo è come se fosse il mio fratellino. Dov’è ora? Ti supplico Wyn, se mi ami come dici, dimmi cosa sta succedendo…”

Già, che starà succedendo?

To be continued…

Grazie come sempre a Thia, la mia figliola Lu, Juli, i1976, Lella e a tutti quelli che vorranno dedicare una parte del loro tempo a leggere la mia storia…..

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Capitolo 9
*** Wyona si confessa.... ***


Sentiamo Wyn che racconta la sua storia a Luke….

“Lukas…..vuoi sapere tutto di me? Di com’è stata la mia vita in questi ultimi dieci anni? Di cosa c’entrava Bo in tutto questo?” – mentre diceva queste parole, Wynona non lasciava per un attimo la mano di Luke: sembrava dargli più sicurezza il fatto di starsene stretta al suo uomo….

“Assolutamente sì” – fu la risposta di Luke….

“Ricordi quando dieci anni fa, in un locale di Knoxville, conoscemmo Frank Whitaker, il produttore discografico? Fu lui che mi lanciò nel mondo della canzone, fu grazie a lui che raggiunsi il successo. Dopo circa un anno di dischi, tournèè, apparizioni in TV, Frank mi chiese di sposarlo. Lui mi amava Lukas, mi amava davvero…”

“E tu?” – fu la domanda di Luke.

“E ME LO CHIEDI??” – tuonò Wynona “Lo sai che per me esistevi solo tu….ma lo sposai ugualmente! Tu avevi rifiutato di seguirmi e io mi consolai con Frank. Non l’ho mai amato Lukas, provavo per lui l’indifferenza più totale, ma aveva molte conoscenze a Nashville, poteva essere utilissimo per la mia nascente carriera…”

“WYN!” – disse Luke in tono tutt’altro che amichevole…

“Ti prego Lukas, non interrompermi, altrimenti non troverò più il coraggio di raccontarti tutto!

Così ci sposammo. All’inizio le cose sembravano andar bene, per quanto possano andare bene le cose in un matrimonio dove l’amore è a senso unico, ma poi Frank si accorse che c’era qualcosa che non andava in me. Si accorse che il nostro matrimonio era troppo affollato, trovò le foto che ci avevano scattato insieme quella magica estate di dieci anni fa e capì subito che per me era stato un matrimonio di ripiego. Lukas, tu sei sempre stato la mia spina nel cuore, andavo a letto con Frank, ma immaginavo di avere te accanto, se non avessi immaginato di averti accanto, io e Frank avremmo rischiato di passare la prima notte di nozze in letti separati in camere diverse…

Mi chiese spiegazioni ed io feci l’unica cosa sensata che potessi fare: gli raccontai tutto di noi…Glielo dovevo, ero stanca di fingere e di ingannarlo…”

“Cooooosaaaaaa?” – tuono Luke –“ma almeno gli hai detto che non ci vedevamo da quella sera che ci conobbe a Knoxville?”

“Sì, ma lui si accorse che, anche se era passato tanto tempo da allora, i miei sentimenti per te non erano cambiati: lui era solo mio marito, tu eri il mio amante, anche se non potevo averti.

Frank, dopo aver saputo la verità, si sentì ferito, giurò di farmela pagare…Mantenne la sua parola….

 Non si occupò più di me, non solo come donna intendo dire, ma soprattutto di me come cantante. Aveva capito che, non importandomene nulla di lui come uomo, l’unico modo in cui poteva colpirmi era sul lato professionale. E così fece…

Da quel momento i concerti si diradarono, i dischi che incidevo erano sempre meno, le canzoni sempre più scadenti e poi….ci fu la sorpresina finale, la classica ciliegina sulla torta…”

“Che intendi dire Wyn?” – chiese Luke che fino a quel momento non si era perso una sola parola.

“Intendo dire che, oltre ad essere il mio produttore, Frank era pure il mio amministratore, era lui che gestiva i miei incassi. Un giorno mi chiamarono dalla banca e mi dissero che il mio conto era scoperto per una importo di 10.000,00 dollari. Avevo tre giorni di tempo per rientrare, altrimenti sarebbe cominciata la pratica di pignoramento.

Piovevo dalle nuvole! D’accordo che ultimamente la mia carriera era in netto declino, ma sono sempre stata una grande risparmiatrice, non avevo gettato i soldi inutilmente, forse perché avevo dovuto sudarmi tutto quello che avevo guadagnato.

Feci un’indagine e mi accorsi che Frank aveva speso tutti i miei risparmi nei vari casinò. Ero rovinata Lukas! Senza Frank, le porte del mondo dello spettacolo erano chiuse per me, non avevo più un solo dollaro…

Mi rimaneva solo questo magnifico anello che non mi tolgo mai, perché l’ho acquistato con i primi guadagni che avevo ottenuto con la vendita del miei dischi.

Non me la sentivo di impegnarlo….

Così una sera, presa dalla disperazione, mi rifugiai nel locale più malfamato di Nashville. Volevo bere, volevo stordirmi.

Fu lì che conobbi John e Keith. Avevano appena aperto una piccola bisca clandestina, ma volevano fare il salto di qualità, volevano incrementare il loro giro d’affari.

Quando mi presentai a loro mi riconobbero immediatamente, dissero che erano miei grandi fans, io raccontai loro quello che mi stava succedendo e loro mi proposero di entrare in società.

Accettai, avevo o meglio, dovevo guadagnare soldi in qualche modo, dato che ero completamente al verde ed i creditori telefonavano ad ogni ora del giorno.

Sfruttando la mia popolarità, i clienti della piccola bisca divennero sempre più numerosi, come sempre più numerose diventavano le loro perdite al gioco (come potrai immaginare, la roulette era ed è truccata), ma tornavano ugualmente, sperando di poter rientrare delle loro perdite, inoltre portavano anche i loro amici, così, in poco tempo, io, John e Keith ci costruimmo una fortuna…

Incredibile vero? Con i casinò mio marito mi aveva ripulito il conto; con quel piccolo casinò, io mi stavo ricostruendo una fortuna….

Con i guadagni ci comprammo questa immensa villa che, oltre ad avere una dependance che serve da casinò, è lontanissima da ogni centro abitato, perciò difficilmente rintracciabile dalla polizia.

Siccome era grazie a me che la baracca andava avanti, ho sempre avuto ed ho tuttora la percentuale più alta sui guadagni, così rilevai questa grandissima proprietà che ora è interamente mia.

Poi è arrivato Bo…

Sai, ultimamente abbiamo anche molte clienti di mezza età, signore sole, ricchissime, che in cambio delle attenzioni di un ragazzo giovane…..sono disposte a pagare bene…Capisci cosa intendo?”

Luke, che fino a quel momento si era tenuto stretto fra le braccia Wynona, la allontanò da se in maniera disgustata.

“Wyn! Ma ti rendi conto di quelli che stai facendo? D’accordo, tuo marito ti ha derubata, ma hai mai provato a metterti nei suoi panni? Sai come si sente un uomo innamorato quando si accorge di essere solo un tappabuchi? E Bo…povero il mio fratellino…Come hai potuto fargli questo? Bo è un ragazzo pieno di vita, ma è molto ingenuo e tu l’hai…” – Luke si interruppe disgustato.

Wyn guardò Luke dritto negli occhi, nei due zaffiri come li chiamava lei: vide solo del disprezzo e fu per lei come una pugnalata…

“Dimmi un po’” – continuò furioso Luke “ti sei ricostruita una fortuna…Sei orgogliosa? Voglio dire, deve essere molto consolante costruirsi un  impero sulla pelle degli altri…E Bo? Ha perso la memoria, lo sai? Dimmi la verità Wynona: quante…quante…mio Dio, non riesco neppure a dirlo, quante “signore di mezza età” ha dovuto accontentare quel povero ragazzo? MI FAI SCHIFO, WYN!”

Luke, in tutta la sua vita, non aveva mai detto a nessuno che gli faceva schifo, figuriamoci ad una donna.

Si rialzò dal letto e si rivestì.

Ma Wyn lo fermò:”Lukas, ti supplico di credermi se ti dico che Bo se n’è andato immediatamente appena una cliente gli ha allungato i soldi per avere un po’ di compagnia. Io mi sono arrabbiata moltissimo con lui quando la signora è venuta da me per dire che Bo gli aveva tirato in faccia i suoi dollari e l’ho cacciato. Lui se n’è andato immediatamente e da allora non l’ho più visto”.

Luke tirò un sospiro di sollievo appena sentì che nessuno aveva profittato di Bo e continuò a rivestirsi.

Wynona era veramente disperata, ma non perché si pentiva di quello che aveva fatto, ma perché si rendeva conto che Luke non l’avrebbe mai perdonata.

“Non lasciarmi, Lukas, ti prego! Se vuoi mi costituirò alla polizia, restituirò tutto quello che ho rubato, ma ti supplico, resta con me. Sono dieci anni che aspetto di rivederti”.

“Rimanere con te? E perché? Ah già….che stupido che sono a farti questa domanda; io devo rimanere con te, perché devo prendere il posto di Bo nella parte di gigolo presso le tue clienti, vero? Certo io non sono giovane e bellissimo come lui, ma in mancanza d’altro….”

Wyn rispose con un ceffone, un ceffone che lasciò l’impronta delle cinque dita sulla guancia destra di Luke:”Come puoi dire questo? Questa notte ti ho dimostrato cosa sei tu per me. Se tu rimani qui, sarai mio, solo mio, le mie clienti non ti vedranno neppure….”

Per quanto Luke fosse arrabbiatissimo, si accorse che Wyn stava dicendo la verità: lei lo amava, gliel’aveva dimostrato…

“Addio Wyn..” – fu la risposta di Luke che nel frattempo aveva finito di rivestirsi…

Uscì dall’enorme villa e se ne andò…

Wynona era annientata: aveva perso l’uomo che amava, l’uomo per cui avrebbe dato la sua vita e l’aveva perso per sempre questa volta…

Quando uscì dalla villa, Luke si pose la stessa domanda che si era posta Bo:”Dove diavolo sono? Non sono mai stato in questo posto prima d’ora” e cominciò a camminare…

Nel frattempo Bo, dopo aver vagato tutta la notte a casaccio, senza una meta, o meglio, senza sapere dove fosse, si era addormentato vicino ad un laghetto.

“BO!BO! come sono felice di averti ritrovato. So che tu non mi riconosci, perché hai perso la memoria, ma io e te siamo grandi amici”

Al suono di quella voce, Bo si svegliò: era la voce di Enos. Era giorno…

“Enos, amico mio, sì che ti riconosco. Ho recuperato la memoria, ora non vedo l’ora di recuperare la mia famiglia, soprattutto Luke che sarà in pensiero per me!”.

Enos, che fino a pochi minuti prima, era tanto felice per l’amico di infanzia, si bloccò appena questi disse che voleva rivedere Luke..

“Come sarebbe a dire che vuoi rivedere Luke? Luke è venuto a cercarti, partendo dalla contea di Sweetwater. Ma non vi siete trovati?”

“No” – fu la risposta di Bo. “Se Luke verrà condotto dove sono stato condotto io, in quella casa da gioco privata, temo che la proprietaria vorrà offrirgli lo stesso lavoro che ha offerto a me. Enos, sbrighiamoci, credo che ora sia Luke quello che si trova nei guai!”

“Guai? Il lavoro che è stato offerto a te?Che intendi dire Bo?”

To be continued….

Ok, almeno uno dei nostri eroi è in salvo e ha riacquistato la memoria.

Ma Luke? E Wynona?

Grazie come al solito alle mie amiche Thia, Juli, Lu, Lella e i1976.

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Capitolo 10
*** Karaoke al Boars Nest.... ***


....arriviamo all'epilogo della nostra storia....che, ovviamente, trattandosi di Hazzard, avrà un lieto fine......
"Bo" - chiese Enos - "spiegami esattamente cosa ti è successo da quando sei sparito....”
Bo raccontò all'amico tutte le sue disavventure, non tralasciando la proposta di lavoro di Wynona...
Enos era inorridito alla fine del racconto!
"Bo, vuoi farmi credere che quella donnaccia ti avrebbe pagato per offrire dei servizi alle sue clienti? Ma è disgustoso!"
"Già, ed ora anche Luke è in questa situazione squallida; ecco perchè dobbiamo correre ad aiutarlo!
"Bo, lasciami riflettere... Mi hai detto che questa donna continuava a chiederti di Luke...Può darsi che lo conoscesse fin da prima....Wynona Hayes.....uhm....non mi suona nuovo questo nome! Fammi pensare......
MA CERTO!!!! CHE STUPIDO, COME NON HO FATTO AD ARRIVARCI PRIMA!
Wynona Hayes, la famosa cantante country! Ora è da un po' che non si sente parlare di lei, ma fino a pochi anni fa era famosissima!!! – disse Enos!

“Oh cielo, hai ragione! Ecco perché, quando l’ho vista la prima volta, nonostante avessi perso la memoria, il suo viso, bellissimo fra l’altro!!!, non mi era nuovo.

Cavolo, ma cosa può c’entrare una famosa cantante country con Luke?”

“Questo è quello che dovremo scoprire, Bo. Ma, tornando al discorso di prima, sembra che questa Wynona tenesse davvero a tuo cugino, quindi, sicuramente, non avrà voluto presentarlo alle sue clienti; che ne dici tu?”

“Dico che hai ragione Enos. Ma dico anche che ora dovremo avvertire zio Jesse e Daisy del fatto che tu mi hai ritrovato. A proposito, ma qui dove siamo? Purtroppo, io non saprei veramente dirti dove si trova la villa di Wynona, perché era notte quando sono fuggito!”

“Bo, qui siamo ad Hazzard, siamo al laghetto Chikamonee. Ricordi? Io vengo sempre qui a pescare ed anche tu e Luke ci venite spesso!”

“Hazzard? Vuoi dire che sono arrivato ad Hazzard senza accorgermene? Accidenti, se anche Luke riuscisse a fuggire e a trovare la strada di casa!”

Bo, usando la radio della macchina di Enos, si mise in contatto con la fattoria.

“Pecorella smarrita a pastore, mi senti? Zio sono Bo, ho recuperato la memoria e sono al lago Chikamonee con Enos. Purtroppo ora è Luke quello in pericolo, perciò dovremo organizzare una ricerca”.

“Booooo!” – fu il coro unanime di zio Jesse e Daisy – “che piacere risentirti!” Ma cosa ti è successo?”

Bo raccontò per l’ennesima volta la sua disavventura; Daisy dovette faticare parecchio a calmare zio Jesse non appena Bo gli raccontò quello che Wynona voleva da lui; non di meno, quando seppero che la donna in questione era Wynona Hayes, zio Jesse disse:”Ma che c’entra quella cantante con tuo cugino? E come mai una donna ricca e di successo si è ridotta in questo modo?”

“Zio” – interruppe Daisy “ricordo che dieci anni fa, quando Luke andò in vacanza da zia Tilly in Tennessee, al suo ritorno mi disse di aver conosciuto una ragazza bellissima che si chiamava Wynona. Non avrei mai pensato che si potesse trattare di Wynona Hayes. Ma a te non ha mai detto niente?”

“Tesoro, hai mai conosciuto qualcuno in vita tua che riesca far parlare tuo cugino dei suoi affari personali? Se lo conosci, presentamelo!” – rispose zio Jesse.

“Bo, figliolo, tu stai lì, ora veniamo a prenderti e tutti insieme andremo a cercare Luke. Senti, ma dove si trova la villa di questa Wynona?”

Bo spiegò allo zio, che, avendo percorso tutto il tragitto dalla contea di Sweetwater a villa Hayes in un camper con le tendine abbassate ed essendo fuggito di notte, non riusciva a localizzare quel dannato posto.

“Figliolo, cerca di pensare: non hai notato nessun rumore strano mentre eri sul camper?”

“Uhm….adesso che mi dici così, mi pare di aver sentito ad un certo punto un rumore come quello dell’acqua che scorre in un piccolo ruscello e poi, l’ultimo tratto di strada, dove essere su una pista non asfaltata, dato che il camper continuava a sobbalzare”.

“Ruscello, strada non asfaltata….accidenti, non mi dice niente questa cosa” – disse zio Jesse.

“Jesse, qui è J.D. che parla. Ho sentito la vostra conversazione. Bo non si riferisce per caso al ruscello che c’è a Falling Rocks e la strada non asfaltata, non potrebbe essere la sedicesima che si incontra con la ventiquattresima, al confine fra Sweetwater e Orange County? Essendo una zona assolutamente non trafficata, quel tratto di strada non è mai stato asfaltato…Inoltre, essendo un posto dove non passa nessuno, sarebbe il nascondiglio ideale per una bisca clandestina” – disse sicuro di se Boss Hogg!

“Hai ragione Boss” – disse Bo – “non può essere che da quelle parti. Forza raduniamoci tutti qui a Chikamonee e andiamo in cerca di Luke.

Luke, nel frattempo, era stato molto più fortunato di Bo, in quanto, cammin facendo, aveva trovato un agricoltore che stava tornando dal mercato settimanale.

Luke alzò il pollice e subito il contadino si fermò:”Dove sei diretto ragazzo?”

“Contea di Hazzard, Old Mill Road”.

“Wow, è un bel pezzo di strada, dato che qui siamo al confine fra Sweetwater ed Orange County. Comunque, non ho altri impegni per oggi, perciò….se vuoi accomodarti…”

“Volentieri…..e grazie!”

L’agricoltore accompagnò Luke direttamente alla fattoria.

“Grazie signore, come posso ricambiare?”

“Beh, dato che mi sembri di costituzione robusta nonostante il tuo abito da damerino (Luke indossava ancora il suo abito da sera blu), potresti venire a ripararmi il tetto della mia stalla? Mi chiamo Joshua Fergusson ed abito a Sweetwater. Mi conoscono tutti in paese, perciò non ti sarà difficile trovarmi”

“Grazie, verrò dopodomani!”

Nel frattempo, l’intera task force di Hazzard, insieme allo sceriffo Madison di Sweetwater, dato che la casa di Wynona si trovava nella sua contea, aveva raggiunto Villa Hayes.

Fu la stessa Wynona ad aprire la porta e quando vide Madison, Rosco ed Enos in divisa, disse:”So, perché siete qui. Sono pronta a seguirvi”.

Zio Jesse, che all’inizio la guardava con aria disgustata per quanto aveva cercato di fare a Bo, la considerò con stima, apprezzò la grande dignità oltre alla bellezza pazzesca di quella donna nel momento in cui la polizia veniva ad arrestarla.

“Com’è bella, zio” – disse Daisy – “è molto più bella di persona che nelle copertine dei suoi dischi.”

“Hai ragione, cara” – fu la risposta sincera di zio Jesse.

“Sceriffo” – disse Wyn – “prendetevi pure tutto e….e….anche questo! E’ un caro ricordo, ma visto quello che ho fatto, non credo di avere il diritto di tenerlo”

Wyn si sfilò il suo preziosissimo anello con il meraviglioso diamante giallo e lo consegnò a Madison.

“Vale molto, potrebbe essere utile per l’orfanotrofio di Sweetwater”.

Madison, colpito dalla sua signorilità, le disse:”Mi segua signorina”.

Wyn, uscendo dalla villa, si voltò e vide i Duke: Bo, Daisy e zio Jesse.

“Sceriffo, posso dire due parole ai signori Duke?”

“Certo signorina, purchè si sbrighi”

Wyn si avvicinò ai parenti di Luke: zio Jesse si tolse immediatamente il cappellino rosso, il che stava a significare un profondo rispetto nei confronti di Wynona…

“Bo, mi dispiace, stavo per farti una cosa orribile. Sono contenta che tu te ne sia andato. Non ti chiedo di perdonarmi, perché sarebbe impossibile…”

Bo rispose con un bacio sulla guancia:”Wyn, ho già dimenticato….”

“Grazie. E tu devi essere Daisy? Sapevo che eri bella, ma le parole non bastano a descrivere il tuo aspetto!”

“Grazie Wyn. Anche tu sei favolosa!”

“Zio Jesse….scusi….volevo dire Signor Duke….la prego…..le dica che lo amo quando lo vede e che lo ringrazio moltissimo per avermi insegnato cosa conta davvero nella vita!!”

Proprio in quel momento, si sentì dalla radio di Jesse:”Zio, mi senti? Sono Luke, sono a casa. Il Signor Fergusson della contea di Sweetwater mi ha dato un passaggio. Sto bene, ti racconterò poi quello che mi è successo! Hai notizie di Bo?”

Al suono della voce di Luke, Wyn si irrigidì.

“Figliola, vuoi dirglielo tu che lo ami?” – chiese zio Jesse.

“No, la prego, lo faccia lei!”

“E’ ora di andare signorina” – disse Madison.

Sembra strano, ma sembravano tutti quanti più amareggiati di lei.

“Zio, noi siamo molto più ricchi di Wynona. Voglio dire, lei avrà guadagnato molti soldi con i dischi prima e con la bisca poi, ma a che servono i suoi dollari se è così triste e sola? Sai, io credo che lei sia veramente innamorata di Luke” – disse Bo.

“Lo credo anch’io” – rispose zio Jesse.

“Ehi, sono Luke. Non c’è nessuno in ascolto?”

“Siamo qui Luke! C’è anche Bo; ha recuperato la memoria e sta bene come non mai! Stiamo tornando a casa!” – furono le parole di zio Jesse.

Inutile descrivere l’abbraccio fra i due cugini quando si rividero alla fattoria.

“Luke, lei ti ama sai e ci sta veramente male!” – disse Bo.

“Non voglio parlare di quella! Non merita neppure la nostra considerazione dopo quello che voleva farti. Anzi, non merita neppure il nostro rispetto!” – rispose Luke.

“LUKAS!” – tuonò zio Jesse – “chi sei tu per dire che quella donna non merita il nostro rispetto? E’ stata dignitosissima al momento dell’arresto, ha persino restituito il suo preziosissimo anello. Non si è mossa, non ha tentato né di negare né di fuggire quando Madison, Rosco ed Enos sono andati a casa sua per arrestarla! Inoltre mi ha detto di dirti che ti ama!”

“E’ un suo problema!” – rispose Luke.

“LUKAS! – zio Jesse era sempre più arrabbiato – “ti ho detto che tu devi del rispetto  a Wynona.  Anche Bo l’ha perdonata!”

“E io le ho detto che mi fa schifo quando ho saputo quello che voleva fare a Bo…Lo capisci questo?” – urlò Luke, dopodiché si ritirò in camera sua. Come sempre, non voleva mostrare i propri sentimenti agli altri!

“Io lo seguo”…disse Bo….

“Pessima idea. Sai che tuo cugino non ama mostrare i propri sentimenti...Sicuramente si sentirà in colpa da morire per aver detto quella frase a Wyn. Lascialo solo” – fu la risposta di zio Jesse…..

Dopo cinque minuti squillò il telefono a casa Duke. Jesse era come il solito il primo a rispondere.

“Ciao Jesse, sono J.D. Il mio zuccherino Lou Lou vorrebbe organizzare al Boars Nest una festa di bentornato per Bo sabato sera. Ci sarà cibo gratis per tutti (accidenti a lei!) ed un karaoke!”

Alla parola Karaoke, Jesse sussultò:”KARAOKE? Ma ti rendi conto che tutto questo casino è cominciato con un karaoke al Boars Nest?”

“Pazienza, tu porta i tuoi nipoti”

“Va bene e ringrazia Lou Lou da parte mia”.

Siccome era impensabile far cantare Luke, Bo chiese a Daisy di cantare con lui.

Ma la sua risposta fu un deciso rifiuto:”Cugino, sai che il canto non è mai stato il mio forte, perciò dovrai cantare da solo!”

Finalmente il gran giorno arrivò: Lou Lou aveva davvero fatto le cose in grande. Oltre al fatto di aver invitato praticamente tutta la contea a mangiare gratis, aveva preparato diversi regali per Bo, il quale ringraziò commosso.

Il karaoke ebbe inizio.

“Bo cosa ci canti?” – chiese Rosco che era il presentatore della serata.

“Canto “Boulder to Birmingham” una canzone tanto cara a Luke, infatti è a lui che la dedico”.

Luke era presente in sala, ma, contrariamente agli altri, se ne stava in un angolo da solo, a testa bassa.

Zio Jesse e Daisy dovettero portarlo di peso al Boars Nest.

Lui alla fine si decise ad andare, ma non si poteva chiedergli di più per quella sera!

“Boulder to Birmingham? Sei sicuro Bo? Perché qui c’è scritto “Crazy Love*” – disse Rosco.

Luke sussultò: Crazy Love era il titolo del più grande successo di Wyn.

“Ehi Rosco, ma che cavolo stai dicendo?” – disse Bo tappando il microfono con il palmo della mano – “io non conosco quella canzone”.

“Ma c’è qui una persona che la conosce benissimo” – disse Rosco. “Prego, salga sul palco”.

Era Wynona.

Luke per poco non cadeva dalla sedia.

Lou Lou, con quel karaoke, non voleva solo organizzare una festa di bentornato per Bo, ma voleva fare anche una sorpresa a Luke. Così Boss chiese a Madison di accompagnare Wynona al Boars Nest.

Lui acconsentì, diede il permesso ed accompagnò Wyn.

“Questa canzone l’ho scritta pensando ad una persona presente in sala. Lukas….mi vuoi accompagnare?” – disse Wynona al microfono davanti a tutti…

Luke, spiazzato, era diventato rigido come una statua.

“Luke, ma che fai lì impalato?” – disse Bo – “Vai da lei, che aspetti?”

Luke salì sul palco e la sua voce uscì forte, possente, in certi momenti superava addirittura quella di Wynona.

L’applauso fu generale e, ancora una volta, Luke vinse il karaoke.

Scesi dal palco, Wyn ebbe il permesso dallo sceriffo Madison di sedersi al tavolo dei Duke.

“Lukas…..mi daranno 10 anni. Non ti chiedo di aspettarmi. Sicuramente, fra dieci anni, ti sarai dimenticato di Wynona Hayes”.

“Uhm…..fra dieci anni non ci sarà più nessuna Wynona Hayes nella mia vita” – rispose Luke.

“Già….” Disse Wyn abbassando lo sguardo e nascondendo le lacrime.

“Fra dieci anni ci sarà Wynona Duke e….chissà, magari un Luke junior…volevo dire Lukas junior o una piccola Wynona che gira per casa!”

Wyn era al settimo cielo, mentre zio Jesse, Cooter (che si era unito a loro), Bo e Daisy erano scioccati: mai Luke si era lasciato andare a quel modo, specialmente davanti agli altri.

Luke e Wyn vennero lasciati soli, mentre zio Jesse uscì dal locale.

Doveva parlare con “qualcuno” di importante, disse….

“Signore, siamo solo io e te, gli altri stanno festeggiando! Grazie per avermi fatto ritrovare i miei nipoti. E grazie di aver regalato un po’ di serenità a Wyn, una ragazza, la cui unica colpa è stata quella di gestire un successo troppo più grande di lei!”

Tutto era tornato alla normalità ad Hazzard, infatti, al termine della serata, Bo e Luke si trovarono una bella multa sul parabrezza del Generale….

                                                      F I N E

Spero vi sia piaciuta. Grazie alle mie super amiche che hanno sempre recensito e a chi ha semplicemente letto!

Tengo a precisare che la canzone “Crazy love” esiste veramente. Ovviamente, non è stata interpretata da Wynona, che è un personaggio che ho inventato io, ma dagli “Oak Ridge Boys”; tanto per intenderci sono il gruppo musicale che compare nella scena finale della puntata “Chi ha paura di Boss Hickmann

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