Una spina nel cuore.... di Marzia1969 (/viewuser.php?uid=58654)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Karaoke al Boars Nest ***
Capitolo 2: *** Alla ricerca di Bo.... ***
Capitolo 3: *** I rimorsi di Luke.... ***
Capitolo 4: *** La fuga di Bo.... ***
Capitolo 5: *** Alla ricerca di un lavoro... ***
Capitolo 6: *** Wynona... ***
Capitolo 7: *** Bo se ne va... ***
Capitolo 8: *** Lukas e Wynona.... ***
Capitolo 9: *** Wyona si confessa.... ***
Capitolo 10: *** Karaoke al Boars Nest.... ***
Capitolo 1 *** Karaoke al Boars Nest ***
Quattro
luglio: festa nazionale negli States!!!
In
questo giorno, ogni attività commerciale è chiusa
in ogni angolo del
paese……tranne il Boars Nest, ovviamente!
Boss
è troppo tirchio per rimetterci gli incassi di una giornata
chiudendo il
locale, così, profittando della giornata festiva,
l’intera contea si riversa al
“Nido dei Bufali”.
Questa
volta Boss ha escogitato uno stratagemma per incentivare le persone ad
affollare il suo locale: una gara canora, un karaoke in perfetta
regola, a
parte quel migliaio di regole scorrette che J.D. inserisce in ogni suo
gesto,
figuriamoci nelle sfide!
Per
la prima volta, i due bellissimi cugini Duke non si presentano insieme:
ognuno
si presenterà in coppia con la propria partner.
Bo,
insieme a Betty Lou, eseguirà “Take me home,
country road”, una canzone
leggendaria, soprattutto nel sud degli States dove si svolge la nostra
storia.
Luke
invece si presenterà con Candy e canterà
“Boulder to Birmingham”, un brano reso
famoso dalla mitica Dolly Parton.
“Cugino,
ti concederò l’onore di arrivare
secondo” – dice Luke rivolgendosi a Bo.
“Aspetta
a cantare vittoria, cugino! Ho molte frecce al mio arco”
– risponde Bo.
“Oh,
conosco le tue frecce! Durante la nostra ultima sfida, hai centrato in
pieno la
latrina che, oltre ad essere il buen retiro di zio Jesse per i suoi
bisognini,
era pure il luogo in cui custodivo le mie riviste di automobilismo:
POLVERIZZATE IN DUE SECONDI!!!, grazie ai candelotti di dinamite che
avevi in
“dotazione” al posto delle normali
frecce!” – aggiunge Luke.
“Ride
bene chi ride ultimo” – incalza Bo.
Dopo
un abbraccio ed una stretta di mano, i due cugini si preparano per il
debutto
canoro.
Non
c’è storia per il concorso: Boss fa scendere in
campo, come punto di forza
della sua scuderia,il buon Enos, il quale non trova niente di meglio da
fare
che cantare “The Old McDonald (la versione americana della
nostra mitica “Nella
vecchia fattoria” n.d.r.).
Penosa,
improponibile! Un asino colitico l’avrebbe eseguita meglio!
La
vittoria spetta a Luke: troppo professionale, anche rispetto al
bellissimo Bo
che pure ha una stupenda voce!
“Te
l’avevo pur detto che ti avrei concesso l’onore di
arrivare secondo” – dice
Luke sorridendo di cuore!
“Va
bene, per questa volta hai vinto. Chi ha perso paga da bere?”
– chiede Bo
cercando di fare da paciere.
“Questo
è parlare” – dice Luke.
Inutile
dire che i due cuginetti alzano un pochino il gomito, così,
in men che non si
dica si ritrovano a camminare sulle mani!
“Bo,
io dormo qui. Non mi importa di dormire seduto a questo tavolo con
indosso i
jeans e gli stivali. Non riuscirei a guidare neppure per 100 metri,
figuriamoci
a ritornare a casa. Tu che intendi fare?”
“Io
voglio andare a casa. Sono troppo alto per dormire a questo tavolo:
preferisco
allungarmi sotto le coperte del mio letto”
“Notte,
Bo. Avverti tu zio Jesse che non torno a casa per la notte? Mi
raccomando,
ricordati di dirgli che dormirò qui, almeno non si
preoccuperà”
“Don’t worry, cugino! I tuoi ordini saranno
eseguiti alla lettera”
Luke
si addormentò, di un sonno profondo.
Ad
un certo momento, il telefono squillò al Boars Nest.
“Accidenti,
ma che ore sono? E soprattutto….dove sono? Ah
già, al Boars Nest. Cavolo, ma
non è ancora orario di chiusura? Chi è a
quest’ora?”
Luke
estrasse dalla tasca dei pantaloni il suo orologio tascabile: erano le
03,30
del mattino!
“Maledetto
scocciatore, proprio nel bel mezzo del sonno si mette a
telefonare….
Boars Nest, parla Luke Duke”
« Luke,
figliolo, tuo cugino è lì con te vero ?
Che bella idea avete avuto di
fermarvi fuori a dormire senza avvisare? Ho svegliato telefonicamente
mezza
contea per chiedere vostre notizie, ma nessuno vi ha più
visti dopo che, a
parte voi, ognuno è tornato a casa propria”.
Era
zio Jesse.
Che stava dicendo?
Perché mi chiedeva se Bo
era qui con me, quando, prima di lasciarmi gli avevo raccomandato di
non
dimenticarsi di avvisare lo zio che io sarei rimasto qui.
Quindi non era tornato a
casa neppure lui. Ma
dov’era andato?
“Zio,
Bo se n’è andato da qui da diverse ore.
Io ero
ehm….beh…cioeè….sì….insomma….”
“Lukas
Duke, stai diventando dislessico?” tuonò zio Jesse!
“Zio,
avevo alzato parecchio il gomito, perciò non me la sentivo
di guidare. Ho detto
a Bo che sarei rimasto a dormire seduto al tavolo del bar. Gli ho
chiesto se
intendeva fare come me, ma lui mi ha risposto che ci stava troppo
scomodo, così
se n’è andato. Ma non è
tornato?”
“Qui
non c’è ombra del tuo biondo cugino”,
disse zio Jesse preoccupatissimo.
Non
volevo impensierirlo ulteriormente, ma io ero impensierito
più di lui……
To be continued……
|
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Capitolo 2 *** Alla ricerca di Bo.... ***
Lo so, lo
so……avevo promesso che sarebbe stato Bo il
personaggio principale di questa fan fic e non il mio amatissimo alter
ego
Luke, ma, abbiate pietà, proprio non riesco a calarmi nei
panni di un
personaggio che, beato lui!!, ha un carattere diametralmente opposto al
mio.
Spero vi piaccia ugualmente il
racconto…..Ancora mille
scuse…..
“Accidenti
Bo, ma dove sei andato a finire?”
Improvvisamente Luke si
ricordò che il cugino non aveva
bevuto molto meno di lui, non era così sobrio come voleva
far credere.
“Oh
mio Dio, non gli sarà mica capitato un incidente???
Se
fosse finito fuori strada? Se fosse ferito? Se anche Betty Lou fosse
ferita?
Calma
Luke Duke! Tu sei un tipo dal sangue freddo, hai sempre mantenuto la
calma e,
soprattutto, hai sempre trovato il modo di toglierti dai guai. Rifletti
e cerca
di capire come avrebbe agito Bo una volta uscito dal Boars
Nest” – penso fra sé
e sé Luke.
Era
piena estate, quindi niente pioggia o nebbia, la visibilità
era ottima.
A
meno che, mettendosi al volante con una buona dose di alcool in corpo,
non
avesse perso il controllo della macchina e….
“Cavolo,
se almeno Daisy fosse qui mi confiderei con lei, ma purtroppo
è da zia Tilly in
Tennessee e non voglio chiamarla e spaventarla in piena notte! Che
faccio
ora???…..Stupido che sono!!!! Ma perché non ci ho
pensato prima?
Sicuramente
Bo avrà deciso di passare la notte con Betty Lou.
Basterà telefonare a casa sua
ed il gioco è fatto! Mi tireranno quattro accidenti, dato
che saranno molto
“affaccendati”, ma sarà sempre meglio
che stare qui con questo chiodo fisso. E
poi devo trovare Bo anche per tranquillizzare zio Jesse!”
Luke
si alzò e si diresse verso il telefono pubblico del Boars
Nest.
Digitò
il numero di Betty Lou e…..dopo molti squilli, finalmente la
ragazza rispose.
Luke
non le diede tempo di proferir parola, dato che la incalzò
di domande:”Ciao
Betty Lou, sono Luke, potresti passarmi Bo per favore? E’
lì con te vero?”
Un
vulcano in piena eruzione rispose al più grande dei cugini
Duke.
“LUKAS
DUKE” – disse Betty Lou urlando –
“COME TI PERMETTI DI FARMI UNA DOMANDA
SIMILE? LA
MIA CASA
NON E’ UN BORDELLO DOVE UN UOMO PUO’ LIBERAMENTE
ENTRARE ED USCIRE A SUO
PIACIMENTO! LA
MIA E’
UNA CASA RISPETTABILE!!!! Inoltre” – aggiunse con
un tono di voce tornato
finalmente normale – “inoltre i miei genitori non
sanno che questa sera o forse
dovrei dire…ieri sera, dato che sono le quattro del mattino,
non sanno che sono
uscita con Bo. Io gli ho raccontato che sarei uscita con Sandy, la mia
migliore
amica e lei ha raccontato ai suoi che sarebbe uscita con me, dato che
anche lei
doveva incontrarsi con un ragazzo. Quindi Luke, stai cercando Bo nel
posto
sbagliato!!”
A
Luke gelò il sangue nelle vene…
Se
Bo non era da Betty Lou, dove poteva essere?
“Senti
Betty Lou” – disse Luke –
“innanzitutto ti chiedo scusa per averti svegliata in
piena notte, ma sai, io ti sto telefonando dal Boars Nest. Avrai notato
che io
e mio cugino abbiamo alzato un po’ il gomito,
perciò non me la sono sentita di
tornare a casa. Ho chiesto a Bo di fare la stessa cosa, dato che anche
lui era
su di giri, ma mi ha risposto che non intendeva passare la notte con la
testa
appoggiata sopra il tavolo di un bar. Perciò, prima che
uscisse dal locale, gli
ho raccomandato di avvisare zio Jesse che io avrei dormito qui. Lui mi
ha
risposto di non preoccuparmi, che si sarebbe ricordato. Io mi sono
addormentato
e, mezz’ora fa, ho sentito squillare il telefono: era zio
Jesse che si stava
chiedendo dove eravamo finiti entrambi, dato che anche Bo non era
rientrato. Mi
sono subito agitato, ma poi ho cercato di calmarmi e di fare il punto
della
situazione e ho pensato che magari Bo potesse essere a casa tua dato
che,
sicuramente, ti avrà riaccompagnata a casa. Ora che mi dici
che anche da te non
c’è, io sono preoccupato, anzi, disperato, dato
che zio Jesse sarà sconvolto
quando gli dirò che non so che fine ha fatto Bo. Scusa se ti
sto trattenendo
molto al telefono, ma potresti dirmi quando hai visto Bo per
l’ultima volta?
“Luke”
– disse Betty Lou – “Bo non mi ha
riaccompagnata a casa.
Prima cosa, non volevo che i
miei genitori mi
vedessero arrivare a casa con lui. Capirai, se avesse parcheggiato il
Generale
davanti a casa mia, avrebbero subito capito che non avevo passato la
serata con
Sandy: la vostra macchina non è una di quelle che passa
inosservata!!! E poi
Luke, te lo dico francamente, Bo non era in condizioni di mettersi alla
guida.
Era decisamente troppo ubriaco per farlo. E’ stato lui stesso
a dirmi che non
se la sentiva di riaccompagnarmi a casa; così sono tornata
con Enos. Logicamente
gli ho fatto giurare di mantenere il silenzio con i miei.
Questo
è tutto, Luke. Non so che dirti di Bo.”
“Grazie Betty Lou. Buonanotte
e…….scusa per il
disturbo!”
“Non
c’è di che. Notte Luke e fammi sapere qualcosa
quando l’avrai trovato”.
Riattaccò.
Luke
rimase semi paralizzato con la cornetta del telefono in mano.
“E
adesso dove lo cerco? E soprattutto, come lo cerco? Sono a piedi e,
anche se
avessi la macchina a mia disposizione, non me la sentirei di mettermi
al
volante. La sbronza non mi è ancora passata”.
Cercando
ancora una volta di riordinare le idee, Luke telefonò a
Cooter.
“Cooter?
Luke. Scusa se ti disturbo nel cuore della notte”
Luke,
in poche parole, raccontò all’amico quanto era
successo.
“Arrivo
subito. Il tempo di vestirmi” – rispose Cooter.
Effettivamente
Cooter arrivò in un baleno!
“Cooter
sono disperato, non so dove sia finito Bo. Io devo trovarlo, capisci?
Devo. Io
sono responsabile anche per lui, io sono il maggiore, lo zio Jesse mi
spellerà
vivo se non lo ritrovo”
Luke
era agitatissimo e Cooter se ne accorse.
“Calma
Luke, adesso mi metto al volante, dato che tu non mi sembri in
condizione di
farlo e vedrai che lo troveremo”
Partirono.
Dopo aver percorso in lungo ed in largo tutta la contea, finalmente, a
Rainbow
Canyon, avvistarono il Generale Lee.
“Cooter,
ecco il Generale. Fermati. Lo abbiamo trovato, abbiamo trovato
Bo”
“Te
l’avevo detto che ce l’avremmo fatta!
Dai….corri a riabbracciarlo”
“Volo”
Luke
volò nel vero senso della parola verso il Generale.
Appunto……
verso il Generale….perché di Bo non
c’era traccia”
“Bo,
ma dove sei?
To
be continued.
Grazie
come al solito a chi leggerà e recensirà,
soprattutto a Lu, Lella, Juli e Thia.
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Capitolo 3 *** I rimorsi di Luke.... ***
Finalmente Luke e Cooter trovano
Bo…..ma in che stato sarà?
“Dannazione, ma dove
sarà finito quel benedetto ragazzo?
Eppure sa che sono in pensiero quando non si fa sentire”
– disse Luke.
“Luke,
l’hai trovato?” – chiese Cooter.
“No,
niente da fare. C’è il Generale, ma di Bo nemmeno
l’ombra.”
“Luke,
non vorrei sembrare un mena gramo, ma la vedo male!”.
“Che
intendi dire Cooter?”
“Intendo
dire che d’accordo che siamo a luglio, che la strada
è praticabile e la
visibilità buona, ma allora Bo dov’è?
Non se lo sarà mica inghiottito la terra.
A meno che…”
“A
meno che cosa, Cooter?”
“Luke,
mi hai detto che Bo era ubriaco, che non era in grado di guidare. Qui
siamo a
Rainbow Canyon, lo strapiombo lo conosci anche tu. Chi mi dice che Bo
non abbia
perso il controllo dell’auto?”
“COOTER
DAVENPORT, TI PROIBISCO DI DIRE UNA COSA DEL GENERE! BO ERA MOLTO MENO
UBRIACO
DI ME ED ERA IN GRADO DI GUIDARE. NON PUO’ ESSERE ANDATA COME
DICI TU!” – gridò
Luke arrabbiatissimo.
“Scusa
Luke, non volevo farti arrabbiare, ma rifletti; non ti sembra strano
che ci sia
l’auto e non l’autista?”.
“Scusami
tu, Cooter, ma cerca di capire, io sono preoccupatissimo. Non voglio
neanche
pensare che a Bo possa essere capitato qualcosa. E
poi…ECCOLOOO!!! COOTER
E’LAGGIU’”.
“Hai
ragione Luke. Ma come è messo?” – disse
Cooter.
“E’
sdraiato al suolo, con la testa appoggiata ad un masso. Sembra che stia
dormendo. No, no, ti prego, non dirmi che se ne sta beatamente
dormendo, MENTRE
NOI CI STIAMO FACENDO VENIRE I CAPELLI GRIGI PER LA PREOCCUPAZIONE!!!
ACCIDENTI
A TE, BO!” – disse Luke.
“Luke, pensaci bene; non
credo che Bo stia dormendo.
D’accordo che siamo a luglio, ma, prima cosa, qui sul Canyon
non fa caldissimo
nonostante la stagione e poi non ti sembra una posizione un
po’ scomoda per
dormire? Secondo me, avrebbe fatto prima a coricarsi
all’interno del Generale”
– fece notare Cooter.
“Hai
ragione e poi….ora che lo guardo meglio, mi sembra troppo
immobile. Possibile
che non si muova?” C’è qualcosa che non
va, amico. Andiamo a vedere”.
I
due amici si precipitarono. Bo dava loro le spalle, così
cercarono di girarlo.
Appena
Luke appoggiò una mano sulla fronte del cugino rimase
scioccato: la sua mano
era sporca di sangue!
”Oddio Cooter, cosa può essere
successo?” – chiese Luke.
“Secondo
me, deve essere uscito dalla macchina per prendere una boccata
d’aria, deve
essere scivolato e, nella caduta, deve aver battuto violentemente la
testa.
Luke, chiama l’ambulanza dato che, io non sono un medico, ma
Bo non mi sembra
messo bene!”
Luke
si precipitò alla radio trasmittente e chiamò il
Try County Hospital, il quale
mandò l’ambulanza in meno di 10 minuti.
Dopo
una visita sommaria, il medico disse a Luke:”Signor Duke, suo
cugino non è
messo bene. Ha perso molto sangue, inoltre è rimasto senza
soccorso per molto
tempo. Ha una forte commozione celebrale”.
“Una
commozione celebrale? Oh mio Dio. Ma è in pericolo di
vita?”
“La
prognosi è di 48 ore. Se le supera, ha una buona
possibilità di salvarsi.
L’importante è che si risvegli”.
Luke
era disperato. Era sommerso dai rimorsi.
Perché
aveva permesso che Bo tornasse a casa da solo? Perché non
l’aveva obbligato a
rimanere con lui al Boars Nest? Perché, per vigliaccheria,
per paura di
affrontare lo zio Jesse mentre era ubriaco, non aveva seguito Bo? E
soprattutto, come aveva potuto pensare che Bo stesse dormendo vedendolo
appoggiato al masso?
“Luke,
vai in ambulanza con tuo cugino. Io corro alla fattoria a svegliare zio
Jesse”.
“Grazie
Cooter” – disse Luke mortificato.
Bo
venne ricoverato in una camera al Try County, mentre Luke
aspettò in sala
d’attesa.
Dopo
pochi minuti, Cooter insieme a zio Jesse lo raggiunsero.
“D’accordo
Lukas, raccontami nei minimi particolari quello che è
successo” – disse zio
Jesse, evidentemente non soddisfatto ed arrabbiatissimo con il nipote
maggiore
in seguito alla spiegazione fornitagli da Cooter.
“Cominciamo
bene, mi ha chiamato Lukas. Questo significa che è
arrabbiatissimo con me!” –
pensò Luke.
Luke
raccontò per filo e per segno allo zio tutto quanto
presumeva fosse successo a
Bo dopo che aveva lasciato il Boars Nest.
“LUKAS,
SEI UN IMBECILLE!!!! SEI IL MAGGIORE, SE PENSAVI CHE TUO CUGINO NON
FOSSE IN
GRADO DI GUIDARE, NON DOVEVI FAR ALTRO CHE OBBLIGARLO A RIMANERE CON TE
AL
LOCALE. PERCHE’ NON L’HAI FATTO? LO SAI CHE BO SI
FIDA CIECAMENTE DI TE!!!”.
Zio
Jesse era furibondo!!!
“Zio…..io…..mi
dispiace!” – mormorò a testa bassa Luke,
vergognandosi come un ladro.
“NON
ME NE FACCIO NIENTE DEL TUO DISPIACERE! PREGA SOLO CHE TUO CUGINO CHE
IN QUESTO
MOMENTO SI TROVA IN UN LETTO D’OSPEDALE GRAZIE ALLA TUA
STUPIDITA’, SI POSSA
SVEGLIARE!”.
Luke
corse via disperato.
“Zio
Jesse” – chiese Cooter.
“Taci
Cooter, non è il momento”.
“Zio,
scusa se insisto, ma non ti sembra di aver esagerato? Luke è
disperato, se
potesse mettersi nel letto e passare quello che sta passando adesso Bo,
lo
farebbe volentieri. Seguilo e cerca di chiarire, altrimenti Luke si
porterà
dentro questa cosa per tutta la vita”.
“Hai
ragione, Cooter. Adesso vado a cercarlo. A proposito, ma
dov’è andato? Ti
spiace rimanere qui Cooter nel caso ci fossero novità
riguardanti Bo?”
“Vai
tranquillo zio, rimango io”.
“Grazie
Cooter”.
Nonostante
gli sforzi e le ricerche di zio Jesse, di Luke non c’era
traccia.
Sconsolato,
si sedette su una poltrona e rivolse una silenziosa preghiera.
“Signore,
sono sempre io, Jesse Duke. Ti prego, ho appena ritrovato uno dei miei
ragazzi,
non farmi perdere l’altro. Ho sbagliato con Luke, mi sono
uscite di bocca delle
cose che non avrei mai dovuto dirgli, ma ero talmente arrabbiato in
quel
momento! Se vuoi punire qualcuno, prenditela con me, ma lascia stare i
miei
ragazzi”.
Zio
Jesse si rimise in testa il cappello che si era tolto per pregare.
Pareva
però che il buon Dio fosse insensibile alle sue preghiere
questa volta, dato
che, per quanto cercasse, Luke non si trovava.
Finalmente
Jesse uscì da quello che era il fabbricato
dell’ospedale e si diresse nei
giardini interni.
Si
accorse che sotto una quercia c’era una cappelletta con un
crocifisso.
Luke
era inginocchiato lì e piangeva come un bambino.
Zio
Jesse pensò di non avvicinarsi, dato che conosceva il pudore
del nipote
maggiore riguardo al manifestare i propri sentimenti.
Così,
lo lasciò sfogare, dopodiché si
avvicinò appongiandogli una mano sulla spalla.
Luke
sussultò al contatto della mano dello zio e si
girò verso di lui; aveva ancora
gli occhi lucidi.
“Zio….io….”
“Lo
so Lukas, non devi dirmi niente, stai tranquillo. Sono qui da
più di 10
minuti…”
“Dieci
minuti? Vuoi dire che mia hai visto….” E Luke non
continuò la frase…
“Piangere?
Volevi chiedermi se ti ho visto piangere? Certo, ma sta tranquillo;
rimarrà un
segreto fra di noi!”
“Grazie
zio. So che non vuoi sentire spiegazioni, ma se potessi, mi metterei io
al
posto di Bo”
“Lo
so figliolo. Vieni, rientriamo ora, Cooter starà in
pensiero”.
Rientrati
in ospedale, Cooter rimase impressionato dalla faccia sconvolta di Luke.
“Ehi
amico, ma cosa ti è successo?” – chiese.
Zio
Jesse, con un cenno della mano, fece capire a Cooter che non era il
caso di
continuare per quella strada.
I
giorni passavano, ma Bo rimaneva sempre nel suo stato.
Finalmente,
dopo 20 lunghi giorni (che Cooter, zio Jesse e Bo passarono
praticamente chiusi
in ospedale), il Dottor Moore, primario del Try County,
annunciò loro che
finalmente Bo si era svegliato.
Non
lo lasciarono terminare, si precipitarono nella sua camera.
“Bo,
bentornato! Che bello vederti con gli occhi aperti!”
– disse zio Jesse.
“Bentornato
fratellino” – continuò Luke visibilmente
commosso.
“Ciao
amico” – disse Cooter.
Tutti
e tre notarono la faccia spaesata di Bo, ma pensavano dipendesse dal
fatto che
si fosse appena risvegliato dopo un lungo sonno.
“E
voi chi siete? Chi è Bo? Cosa volete da me? Andatevene o
chiamo la vigilanza” –
fu la risposta di Bo.
Pensando
che volesse prendersi gioco di loro, Luke disse:”E dai
cugino, si vede che stai
meglio. Smettila però di scherzare!”
“Cugino?Siamo
cugini? Io non vi vo mai visti? E perché continuate a
chiamarmi Bo?”
Erano
tutti scioccati; era evidente che Bo aveva totalmente perso la
memoria…..
To be continued….
Grazie
come al solito a chi vorrà leggere e recensire!
|
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Capitolo 4 *** La fuga di Bo.... ***
Il nostro Bo sembra proprio aver
perso la memoria, infatti
ecco cosa combina….
“Figliolo”
– riprese zio Jesse – “ma è
mai possibile che non ci riconosci?”
Evidentemente
spazientito, Bo rispose:”Senti nonnino, se per farti contento
vuoi che ti dica
che ti ho riconosciuto ok….ti ho riconosciuto…se
invece vuoi la verità…no, non
mi ricordo né di te né degli altri due!”
“BEAUREGARD
DUKE, COME TI PERMETTI DI CHIAMARMI NONNINO!!!! SONO TUO ZIO JESSE, HAI
CAPITO?” – aggiunse zio Jesse fra il preoccupato e
l’arrabbiato.
“Beau…che?
Ma che schifo di nome è questo??? Cioè io mi
chiamerei Beauregard? Felicissimo
di non ricordarmi nulla, se questo è il mio
nome….”
“Bo,
ma sei proprio sicuro di non sentirti meglio? Perché stai
ragionando da “Bo”.
Queste sono le tue tipiche risposte – sorrise Luke.
“Proprio
nulla…anzi sì….una cosa mi
ricordo…..ho lo stomaco che brontola!”
“Zio,
secondo me sta benone” – disse Luke rivolgendosi
allo zio.
“Zio
Jesse” – aggiunse Cooter –
“perché non lasciamo soli i due ragazzi? Possono
parlarsi e magari Bo potrebbe cominciare a ricordarsi
qualcosa”.
“Buona
idea, Cooter. Ciao Luke, ci vediamo domani a casa. E ciao anche a te
Bo. Ti
lascio con Luke, sei un buone mani”.
“Ciao
nonnin….ehm….volevo dire zio Jesse”.
Bo
aveva perso la memoria, ma non il suo humour contagioso!
“Beh….ehm…Luke
ti chiami, vero? Pare che siamo rimasti soli e che ora tu debba cercare
di
risvegliare la mia memoria. Quindi comincia a parlare…ti
ascolto”
“Bo,
io e te siamo cugini, ma è come se fossimo fratelli. Siamo
orfani da quando
eravamo bambini e zio Jesse e zia Martha, ci hanno raccolti, insieme
alla
cugina Daisy che ora è in Tennessee e ci hanno allevato come
se fossimo loro
figli. Tu sei il più giovane di noi tre: Daisy ha 6 anni in
più di te, mentre
io ne ho 9 in più, sono il maggiore”.
Bo
interruppe Luke:”Se sei il maggiore, posso chiederti qualche
consiglio nel caso
ne avessi bisogno?”
“Bo….lo
hai sempre fatto, lo fai da quando eri un bambino. Io e te viviamo in
simbiosi:
stesse abitudini, dormiamo nella stessa camera, dividiamo la stessa
macchina da
sempre”.
“Davvero.
E io che tipo sono Luke? Voglio dire che carattere ho?”
“Splendido.
Sei solare, espansivo, hai sempre la battuta, ti cacci sempre nei guai,
se tu
non cerchi loro, sono loro che cercano te e, soprattutto, hai un sacco
di
ragazze!”.
“Davvero?
Interessante, ma anche tu ne avrai moltissime, dato che sei davvero un
bel
ragazzo”.
Luke
non rispose, si alzò e prese lo specchietto che era appeso
nel bagno.
“Guardati
Bo…..adesso che ti sei visto, ti sembro ancora un bel
ragazzo io?”
Bo
non rispose subito, ma alla fine disse:”Certo, ti considero
sempre un bel
ragazzo e, soprattutto, mi sembri una persona molto
dolce…”
Luke
rimase di stucco.
“Scusa
Luke, ho detto qualcosa che ti ha offeso? Sai….io non ti
conosco…cioè…saremo
pure cresciuti insieme, vivremo pure in simbiosi, ma io non ricordo
nulla.
Spero di non averti offeso dicendoti che sei una persona dolce, ma
guardandoti
negli occhi, questa è l’impressione che ho avuto
di te”.
Luke
aveva gli occhi lucidi:”Bo, tutti mi considerano un orso,
perché sono molto
introverso, perché mi tengo tutto dentro. Difficilmente
riesco a far trapelare
i miei sentimenti. Forse è anche questo uno dei motivi per
cui tu hai tanto
successo con le ragazze. Io riesco ad attirare la loro attenzione per
ben….due
secondi, poi sparisco, specialmente quando appari tu! Nessuno mi ha mai
detto
che sono dolce, capisci?”
“Allora
quelle ragazze non valgono e non capiscono niente. Se io che
è come se ti
vedessi per la prima volta penso questo di te, non riesco a spiegarmi
come loro
non riescano a capirlo!”
“Grazie
Bo” – fu la risposta commossa di Luke.
Bo
in cambio gli diede un bel pizzicotto sulla guancia.
“Luke,
vai a casa a dormire. Stai tranquillo, tanto io di qui non mi
muovo”
“Ho
promesso a zio Jesse di rimanere e rimarrò. Poi potresti
avere bisogno di me”.
Così
Luke rimase al capezzale del cugino, profittando della notte per
raccontargli
la loro vita in comune.
Bo
si addormentò sereno.
La
mattina Luke tornò alla fattoria ai suoi lavori, assicurando
zio Jesse delle
buone condizioni di salute di Bo.
Ora,
era quasi passato un mese da quando Bo era ricoverato e, il Dottor
Moore,
primario del Try County telefonò a casa Duke, per dire che
Bo poteva essere
dimesso, dato che, secondo lui, avrebbe avuto molte più
possibilità di
recuperare la memoria vivendo in un ambiente a lui familiare a contatto
con le
persone che amava che non in un ambiente freddo e asettico come un
ospedale.
Nel
frattempo, anche Daisy era tornata alla fattoria e, insieme a zio Jesse
e a Luke
si preparava ad andare a prendere Bo in ospedale.
Quando
la famiglia al completo arrivò al Try County si diresse
subito nella camera del
più giovane dei Duke.
Era
vuota…
“Bo
sarà andato in bagno” – disse Luke.
Si
diresse verso la toilette e bussò:”Bo, sei
lì? Siamo venuti a prenderti. C’è
anche Daisy con noi, così potrai conoscerla”.
“Sì
tesoro, ci sono anch’io” – fu la risposta
di Daisy.
Nessuna
risposta.
Luke
bussò nuovamente, mentre la preoccupazione cominciava a
mostrarsi sul volto dei
Duke.
Silenzio
anche questa volta.
Luke
provò a spingere il battente e si rese conto che la porta
del bagno era aperta;
entrò ma Bo non c’era…
“Ragazzi,
venite qui. Guardate questo biglietto” – disse zio
Jesse, il quale, buttando un
occhio sul comodino in fianco al letto, vide un foglietto bianco.
“Caro
zio Jesse, Luke e Daisy, so di darvi un dispiacere, ma, cercate di
capirmi….io
non vi conosco…..voglio andare per la mia strada. Per il
momento non cercatemi.
Mi farò sentire io al momento opportuno.
Bo.”
“Mio
Dio” – esclamò Daisy –
“ma dove può essere andato in quelle condizioni,
senza
un mezzo di locomozione e senza soldi? Possibile che nessuno
l’abbia visto
uscire dall’ospedale?”
I
Duke si precipitarono alla reception, descrivendo alla banconista
l’aspetto di
Bo e se per caso l’avesse visto.
“Mi
dispiace” – fu la sua risposta “qui di
gente ne passa parecchia ogni giorno.
Resta il fatto che ora dobbiamo fare la denuncia: uno non
può uscire
liberamente dall’ospedale senza prima aver firmato il foglio
di dimissioni”.
“Zio
Jesse, siamo daccapo. E’ scomparso nuovamente, ma questa
volta la faccenda si
fa seria” – furono le parole di Luke che gettarono
i Duke nello sconforto più
totale…
To be continued….
Ebbene
sì…è sparito un’altra volta.
Grazie come al solito alle mie appassionate
lettrici Thia, Lella, Lu, Juli e i1976 e a tutti quelli che vorranno
leggere
questa mia storia…
|
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Capitolo 5 *** Alla ricerca di un lavoro... ***
Ebbene sì, la peste
è scappata di nuovo. E ora???
“Non può
essere andato lontano; come dice giustamente
Daisy non ha né soldi, né
auto….né memoria.” – disse
Luke.
“Ragazzi,
l’unica cosa che rimane da fare è avvisare Boss e
Rosco, così almeno potranno
avviare delle indagini.” – rispose zio Jesse.
“Boss
e Rosco? Zio Jesse, ma sai quello che stai dicendo? Boss e Rosco non
accetteranno mai di aiutarci. E’ tempo sprecato!”
– aggiunse Luke.
“LUKE!
Che ti piaccia o meno, Boss e Rosco sono l’unico tipo di
legge che abbiamo qui,
perciò dobbiamo rivolgerci a loro!” –
concluse zio Jesse.
“Beh
ragazzi, io torno al garage. Tenetemi informato”- disse
Cooter.
“Ciao
Cooter” – fu il coro unanime di zio Jesse e Luke.
Intanto Bo vagava per le strade
della contea con il
pollice alzato, nella speranza che qualcuno gli desse un
passaggio….per
dove…..non sapeva neppure lui, l’importante era
dimostrare a se stesso e agli
altri che sarebbe stato in grado di cavarsela da solo.
Arrivati da Rosco, ovviamente, si
resero conto immediatamente
che al caro sceriffo non importava nulla di cercare Bo, idem a Boss.
“J.D.!!!”
– incalzò zio Jesse “ti rendi conto che
Bo ha perso la memoria e che potrebbe
essere in pericolo dato che si comporta come se fosse nato ieri, non
ricorda
più nulla, neppure come si chiama?”
“Allora
la cosa cambia” – rispose Boss il quale non avrebbe
mai permesso che un
cittadino della sua contea si fosse messo nei guai, neppure se il
cittadino in
questione si chiamava Duke.
“Jesse,
perché non me l’hai detto subito? Dopotutto, io e
te siamo cresciuti insieme,
siamo due ex contrabbandieri. Dirò a Rosco ed Enos di
iniziare immediatamente
le ricerche. Avete sentito voi due?” – disse
rivolto allo sceriffo ed al suo
vice.
“Forte
e chiaro” – fu la risposta di entrambi che, in fin
dei conti, Rosco compreso,
non vedevano l’ora di ricevere da Boss l’ok per
iniziare le ricerche.
Passarono
due giorni, ma di Bo neppure l’ombra.
Il
pomeriggio del terzo giorno, il telefono squillò a casa Duke.
Come
al solito zio Jesse, pur essendo il più anziano, era anche
il più veloce a
rispondere al telefono, quando uno dei suoi cuccioli era in
difficoltà.
“Casa
Duke, parla Jesse”
“Buongiorno
signor Duke, sono il Dottor Moore, primario del Try County Hospital. In
seguito
alla denuncia inoltrata dall’ospedale per la scomparsa di suo
nipote, la
informo che lo sceriffo della contea di Sweetwater ci ha informati di
aver
visto un ragazzo
che, dalla descrizione,
potrebbe essere Beauregard, aggirarsi nel suo territorio con
un’aria molto
spaesata”.
Siccome
zio Jesse ripeteva a voce alta per fare in modo che i suoi nipoti
sentissero
quello che diceva il Dottore, Luke sobbalzò.
“Ma
è impazzito? Non può uscire dalla Contea,
è in libertà condizionata. Se lo
arrestano è nei guai fino al collo.
Già…..ma lui non se lo
ricorda……”.
Zio
Jesse spiegò al Dottore la situazione dei suoi due nipoti
nei confronti del
governo degli Stati Uniti ed il Dottore disse:”Signor Duke,
la cosa migliore da
fare è che lei e sua nipote Daisy vi mettiate al volante e
raggiungiate al volo
Sweetwater. Non sapendo dov’è diretto, Bo potrebbe
allontanarsi da un momento
all’altro.”
“Ha
ragione Dottore, grazie per il suggerimento. Arrivederci”
– zio Jesse riattaccò
e spiegò in poche parole ai nipoti il suggerimento che aveva
ricevuto dal
Dottor Moore.
“Ottima
idea” – disse Luke. “Io intanto
rimarrò qui nel caso ci fossero
novità….anche
se dubito che ce ne
saranno….”.
Nel
frattempo Bo, arrivato a Sweewater, posto assolutamente nuovo per lui,
si mise
alla ricerca di un lavoro, dato che non poteva certo rimanere con lo
stomaco
vuoto vita natural durante. Inoltre, niente lavoro=niente soldi e Bo in
quel
momento non aveva neppure un cent nelle sue tasche.
Girando
per le strade del paese, un camper con all’esterno due uomini
attirò la sua
attenzione, nonostante i due uomini in questione avessero un aspetto
tutt’altro
che rassicurante.
“Io
ci provo” – disse Bo ragionando a voce alta.
“Ehi
gente, cerco lavoro, qualsiasi tipo di lavoro, dato che sono un
po’ a corto al
momento, anzi, per dirvela tutta, non ho un solo spicciolo nelle
tasche” –
chiese Bo.
Incuriositi,
i due uomini risposero:”Perché sei venuto proprio
da noi? Eppure non siamo gli
unici in città a poterti offrire
un’occupazione”.
“Beh….diciamo
che sono nuovo da queste parti e che, oltre ad un
lavoro….beh….mi servirebbe
anche un tetto sopra la testa, dato che non ho un posto dove
andare”.
“Sei
solo al mondo?”
“No,
una famiglia ce l’ho nella contea di Hazzard, ma diciamo che
ho preso
momentaneamente le distanze da loro”.
“Beh
ragazzo, un lavoretto per te ce l’avrei”
– disse John, uno dei due uomini “e
per quanto riguarda l’alloggio….ci sarebbe il
nostro camper….se non ti va
stretto”.
“Mi
va benissimo” – fu la risposta di Bo.
“Quando posso cominciare?”
“Anche
domani. A proposito, questo è un acconto”.
John
mise nelle mani di Bo 50 dollari.
“Cinquanta
dollari? Più che sufficiente per riempirmi lo stomaco. In
quanto alla
sistemazione, per questa notte posso dormire in quella pensioncina che
vedo
laggiù. Grazie”
“Allora,
affare fatto. A domani”.
“A
domani” – rispose Bo.
I
due uomini lasciarono che il ragazzo si allontanasse,
dopodiché Keith, il
secondo uomo che fino ad allora era rimasto in silenzio, disse al suo
socio:”Dì
un po’…che bella idea ti è venuta di
“assumere” un’altra persona? Il capo non
ne sarà affatto contento”.
“Non
ne sarà contento? Ma hai osservato bene il ragazzo? Ha un
viso bellissimo, è
una specie di Adone, puoi stare tranquillo sulla presenza femminile
appena
“apparirà in pubblico”. Oltretutto, non
mi sembra molto sveglio, ha un’aria
parecchio svagata e spaesata, perciò un bello stupido
è quello che ci vuole per
la nostra attività. E poi Keith, non dimenticarti che il
nostro capo….è una
signora e sicuramente non rimarrà insensibile al suo
fascino”.
“Se
lo dici tu….” – fu la risposta di Keith.
“Non so perché, ma sento che ci
procurerà dei guai”….
Nel
frattempo Bo, che con lo stomaco pieno ragionava molto meglio,
cominciò a
ripensare a tutto quello che Luke gli aveva detto mentre era in
ospedale e cioè
che lui era bravissimo a cacciarsi nei guai e ogni volta Luke doveva
tirarlo
fuori.
“Ho
trovato un lavoro, è vero, ma che razza di lavoro
è?” – si domandava Bo. “E
quei tizi dall’aspetto tutt’altro che rassicurante,
come si chiamano? Adesso
che ci penso mi rendo conto di non averglielo chiesto affatto. E se
domattina
non si presentano all’appuntamento, che faccio? I 50 dollari
li ho spesi tutti
per vitto e alloggio! Mi sa tanto che Luke aveva ragione quando diceva
che se
io non cerco i guai, sono i guai che cercano me!”.
Il
giorno seguente, Bo ripercorse le strade della cittadina e
trovò i due uomini
nello stesso punto in cui li aveva visti il giorno prima. Era
soddisfatto di
averli ritrovati dato che, almeno, non gli avevano fatto una promessa a
vuoto.
“Ragazzo,
ora ti portiamo dal nostro capo, il quale ti spiegherà che
tipo di lavoro
dovrai svolgere. A proposito, noi non ci siamo ancora presentati: io
sono John,
lui è il mio collega Keith e tu come ti chiami?
“Bo
Duke e vengo da Hazzard” – rispose Bo felice del
fatto che, se non altro, ora
conosceva i nomi dei suoi interlocutori.
Ci
impiegarono circa mezz’ora per arrivare dal capo.
Allettato
dall’idea di aver trovato un lavoro, Bo non si rese affatto
conto che, durante
tutto il tragitto, era stato fatto accomodare all’interno del
camper, dove le
tendine dei finestrini erano chiuse, in modo tale che lui non potesse
guardare
all’esterno.
Una
volta arrivati, come aveva previsto Keith, la
“padrona” non fu affatto contenta
di aver un nuovo “dipendente”.
“Chi
ha avuto l’idea? – chiese la donna rivolta ai due
uomini.
“Mia”
– rispose John. “So che non vuoi altri soci capo,
ma aspetta di vedere Bo e
capirai che è stato un buon investimento.
“Bo?
Si chiama Bo? Che nome strano….”
“Sì,
Bo Duke e viene da Hazzard”.
Per
poco la donna non svenne.
“Duke?
Hai detto Duke di Hazzard?”
“Sì
capo” – rispose John – “ma
perché ti sei agitata tanto sentendo quel nome?”
“Niente,
niente…..”.
La
donna fuggì di corsa all’esterno
dell’immensa villa dove ora si trovava anche
Bo.
“Bo
Duke di Hazzard” – ripeteva a voce alta –
“e se fosse un “suo” parente? Anche
il “suo” cognome era Duke e anche
“lui” veniva da Hazzard, non l’ho mai
dimenticato. Come potrei dimenticare i momenti meravigliosi trascorsi
insieme?”.
Piangeva
mentre parlava ed alla fine, come in un soffio, mormorò
queste parole:”Lukas,
amore mio……”
To be continued….
Grazie
alle mie amiche Lella, Juli, Lu, i9176 e Thia.
Chi
sarà quella donna misteriosa che sembra conoscere Luke?
|
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Capitolo 6 *** Wynona... ***
Bo, finalmente, incontra il suo
capo…..Ma perché quella
donna misteriosa sembra così interessata alla famiglia Duke,
o meglio, ad un
membro dei Duke….?
Wynona, questo era il nome della
donna, tornò all’interno
dell’enorme villa di sua proprietà in stile
coloniale.
“Scusami
John se sono fuggita….ma avevo bisogno di riflettere.
Dunque, vediamo questo
Bo”.
John
e Keith che era il più taciturno dei due, andarono a
prelevare Bo direttamente
nel camper.
“Vieni
ragazzo, il nostro capo ti vuole conoscere”.
Quando
Bo scese dal caravan, rimase impressionato dalla grandezza e dalla
ricchezza
della villa.
“Accidenti!!!!
Se la passa bene il capo! Un posto simile penso di non averlo visto
neppure nei
miei sogni! Ma dove ci troviamo?”
“….diciamo…..abbastanza
lontano da Hazzard…” – fu la risposta di
Keith.
Varcata
la sontuosa soglia, Bo fu condotto nell’ufficio di Wynona.
Bo
sussultò nel trovarsi di fronte ad una
“datrice” di lavoro!E che donna!!!
Bellissima.
Alta,
bruna di carnagione e di capelli, con due meravigliosi occhi verdi
smeraldo.
Wynona
dal canto suo osservava Bo, ma non per la sua bellezza (era la prima in
tutta
la storia dell’umanità!!!), ma per vedere se
riusciva a scorgere nel volto di
Bo una qualche somiglianza con Luke o Lukas come lo chiamava lei.
“Buongiorno
Signora” – disse timidamente Bo, affascinato dalla
bellezza pazzesca della
donna.
“Buongiorno
Bo! Io sono Wynona Hayes. Dunque vuoi lavorare per me?
“Certo!Io
sono disposto a svolgere qualsiasi lavoro signora; sono solo, senza un
soldo
e….ho fame!” – fu la risposta sincera di
Bo.
“La
tua sincerità mi colpisce Bo. Benvenuto in famiglia. John,
Keith, vi spiace
lasciarci soli?”
I
due uomini si allontanarono.
John
rivolse a Keith uno sguardo che stava a significare “Hai
visto che avevo
ragione? La signora è rimasta colpita immediatamente dalla
bellezza di Bo”.
Se
John avesse potuto leggere nel pensiero di Wynona, avrebbe cambiato
idea…
“Dunque
Bo, mi dici che sei solo. Non hai una famiglia
quindi…”
“Si
signora, una famiglia ce l’ho ad Hazzard, ma per me
è come se fossero estranei”
“Ti
prego, non chiamarmi signora, chiamami Wyn. Devi aver litigato con i
tuoi
genitori se reputi estranei i tuoi familiari…”
“Non
ho genitori Wyn. La mia famiglia è composta da me, mio
cugino, mia cugina e mio
zio.”
Alla
parola cugino, Wyn sussultò.
Era
evidente che cercava di far parlare Bo per sapere se, in qualche modo,
il
ragazzo potesse avere a che fare con Luke.
“Bo,
tu sai che noi donne siamo curiose. Dimmi, come si chiama questo tuo
cugino?
Sai….nel caso fosse carino come te…..”
– disse Wynona cercando di essere
spiritosa, ma non riuscendoci affatto!
“Mi
cugino si chiama Luke”.
Sentendo
quel nome, Wyn sbiancò in volto.
“Luke….vuoi
dire Lukas?”
“Non
so se il suo nome per esteso sia Lukas, ma credo di
sì”
“Bo,
adesso cominci a farmi perdere la pazienza. Capisco che, se te ne sei
andato di
casa, è perché non hai un buon rapporto con la
tua famiglia, ma che tu mi
prenda in giro dicendo che non ricordi neppure i nomi dei tuoi
familiari….mi
dispiace Bo…è un umorismo che non mi
piace!”
“Signora…cioè…Wyn,
io non me ne sono andato perché ho litigato. Io ho perso la
memoria, non
ricordo più nulla di quello che mi è successo
prima di due mesi fa. Ecco perché
sono qui…Quelli che dovrebbero essere i miei familiari, in
realtà non li
conosco affatto, perciò voglio costruirmi una vita da
solo”.
“Ora
capisco. Bo, ti prego di scusarmi, sono stata molto maleducata. E
dimmi….che
aspetto ha Lukas…cioè Luke come lo chiami
tu”.
Questa
volta era Bo che stava per perdere la pazienza:”Accidenti, ma
questa mi vuole
offrire un lavoro o mi vuole fare il terzo grado per sapere chi
è Luke?
Luke….per
fortuna mi ha detto che ho sempre avuto fortuna con le donne, mentre
lui
passava in secondo piano. Questa mi tratta come se fossi
trasparente!!!!”.
Nonostante
tutto, Bo rispose alla domanda di Wynona:”Luke ha nove anni
più di me, è un
poco più basso di me di statura, ha i capelli castano scuro
e gli occhi blu.
Secondo me è una persona dolcissima, ma lui dice che tutti
lo considerano un
orso, dato che è introverso. Altro di lui…..non
ricordo….”
Wyn
aveva gli occhi lucidi: era proprio il suo Lukas quello di cui stava
parlando
Bo. Chissà se si era sposato? Chissà che stava
facendo in questo momento?
Chiederlo a Bo sarebbe stato inutile, dato che non ricordava nulla, ma
forse,
tramite Bo, sarebbe potuta arrivare a lui.
Se Wyn chiudeva gli occhi
poteva sentire il
profumo della pelle di Luke, le sue carezze, i suoi baci…Si
risvegliò dal suo
sogno e si rivolse a Bo:”Scusa Bo per
l’interrogatorio; tu sei venuto qui per
un posto di lavoro e io sto divagando. Ora ti spiego. Io, insieme a
John e
Keith, gestisco una piccola casa da gioco che si trova nella dependance
della
villa in cui ci troviamo. Non immaginarti un casino’ tipo Las
Vegas, è solo un
piccolo locale dove le persone entrano ad invito. Il tuo lavoro
consisterà
inizialmente nel ricevere gli ospiti, poi, quando ti sarai
“fatto le ossa” ti
avvicinerai ai tavoli da gioco, etc. Che ne dici?”
“Dico
che non mi sembra niente di impegnativo, purchè sia legale.
Accetto, anche percbè,
come dicevo a John e Keith, oltre che di uno stipendio, ho bisogno di
un tetto.
John mi ha offerto gentilmente di dormire nel camper”.
“Dormire
nel camper? Non se ne parla neppure. Avrai notato che la mia casa
è molto
grande, ci sono molte camere, puoi prenderne una se vuoi.”
“Grazie
Wyn. Ma permettimi una domanda: i tuoi ospiti non si scandalizzeranno
nel
vedersi ricevere da un campagnolo in jeans e stivali da
cow-boy?”
“Ooppsss,
è vero, mi ero dimenticata di dirti che, ovviamente, per
ricevere i nostri
ospiti al casino, indosserai lo smoking. Le signore rimarranno
folgorate, sono
sicura….
Ehi
Bo???? Ma mi stai ascoltando?”
Bo,
sentendo la parola smoking, era praticamente stramazzato al suolo!!!
“Smoking?
Vuoi dire il vestito da pinguino? No, ti prego!”
Wyn
rise della spontaneità di Bo:”Eh sì
tesoro, anzi ti manderò il sarto per
prenderti le misure!”
“Mi
sembrerà di essere chiuso in una bara a stare in quel
vestito. Comunque….se non
posso fare diversamente….”
“Temo
proprio di no. Ora vai a sistemare le tue cose. Ci vediamo
più tardi Bo.
Arrivederci”
“Arrivederci
Wyn”.
Bo
si allontanò macchinando nella sua mente sul fatto di
presentarsi in pubblico
vestito come un pinguino.
Wynona
invece era raggiante:”Ragazzo, tu farai la mia fortuna con il
tuo aspetto. Le
clienti femminili aumenteranno a dismisura e
poi….chissà….un giorno magari
potresti ricordarti qualcosa e darmi dei ragguagli su
Lukas…”
Lukas…..era
sempre nei suoi pensieri. Sapeva che se avesse sfogliato
l’elenco telefonico
avrebbe avuto modo di avere sue notizie, ma aveva sempre rifiutato di
alzare il
ricevitore.
Chiamò
quindi John e Keith..
“Ottimo
lavoro ragazzi, ci renderà una fortuna. Avrete una bella
ricompensa per questo
servizio che mi avete reso”
Nel
frattempo, giunti a Sweetwater, zio Jesse e Daisy si recarono dallo
sceriffo e,
dopo i ragguagli ricevuti, si resero conto che era proprio Bo quello
che il
tutore della legge aveva visto.
“Benissimo
sceriffo. L’abbiamo finalmente trovato. Sa dirmi
dov’è ora?” – chiese zio
Jesse.
“Signor
Duke, signorina Duke, temo siate arrivati troppo tardi. Alcune persone
l’hanno
visto partire a bordo di un camper insieme a due tipi poco
raccomandabili. Ora
che siete qui, vi chiedo se volete sporgere denuncia di scomparsa,
almeno posso
avviare le ricerche”.
“Assolutamente
sì. Due persone poco raccomandabili….Che
succederà al mio povero ragazzo che
non ricorda più nulla?”
Daisy
singhiozzava e zio cercò di rincuorarla.
“Grazie
sceriffo. Chiederò a J.D. Hogg di rilasciare un permesso a
mio nipote Luke per
poter uscire dalla contea di Hazzard, almeno parteciperà
insieme a tutta la
famiglia alle ricerche”.
“Ottima
idea Signor Duke. A domani”
Quando
uscirono dall’ufficio dello sceriffo, Daisy chiese a zio
Jesse:”E ora zio?”
“E
ora per prima cosa avvisiamo Luke, il quale sarà a casa
preoccupato”
Infatti
il telefono di casa Duke non fece neppure due squilli, che Luke
alzò il
ricevitore e disse:”Ditemi che l’avete trovato, vi
prego!”
“Luke,
siamo arrivati tardi. Domani lo sceriffo di Sweetwater
comincerà le ricerche,
dato che abbiamo sporto denuncia. Tu intanto vai da Boss per farti
rilasciare
il lasciapassare per uscire da Hazzard”.
“Volo
zio”.
Luke
partì con una sgommata. “Bo, ma dove sei andato?
Signore ti prego, fa che non
gli sia successo nulla di grave! E’ solo un
ragazzo…”
To be continued….
Riusciranno
I nostri eroi a ritrovare la peste con l’abitino nuovo?
Grazie
alle mie affezionate lettrici i1976,Thia,Lu,Juli e Lella e a chiunque
vorrà
leggere!
|
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Capitolo 7 *** Bo se ne va... ***
Seguiamo Bo nel suo primo giorno di
“lavoro” presso Wynona e
soci…..
Bo si guardò per la
centesima volta allo
specchio:”Accidenti, sembro proprio un pinguino! Mamma mia
che prurito intorno
al collo con questo dannato papillon. Cavolo, non potrò
continuare a grattarmi
quando sarò nella dependance davanti a tutti, ma so che non
resisterò……”
Ad
un tratto gli venne un’idea geniale o meglio,
un’idea alla “Bo Duke”!
“Stupido che sono! Ora
vado in cucina, mi prendo un
cucchiaino da caffè, me lo nascondo in tasca,
così, mentre nessuno mi
osserva…mi do una bella grattatina!! Chissà
perché non ci ho pensato prima…”
Povero
Bo, era così umile da non rendersi conto che lo smoking
faceva maggiormente
risaltare (nel caso in cui ce ne fosse bisogno), la sua incredibile
bellezza.
Nel
frattempo Luke era andato da Boss per farsi rilasciare il famoso
lasciapassare
per l’espatrio. Non dovette faticare molto per convincere
J.D.: Duke o non Duke
anche al primo cittadino di Hazzard interessava ritrovare Bo,
perciò fu con
immenso piacere che rilasciò il pass a Luke. “Mi
raccomando Luke, tienimi
informato, ok?”
“Tranquillo
Boss” – fu la risposta del maggiore dei cugini Duke.
All’uscita
dell’ufficio di J.D., Luke trovò zio Jesse e Daisy
che lo stavano aspettando
per recarsi a Sweetwater.
“Nipoti”
– disse zio Jesse “che il buon Dio ci assista.
Questa volta sono veramente
preoccupato per Bo”.
“Anche
noi” – fu la risposta unanime di Luke e Daisy.
Arrivati
a Sweetwater, lo sceriffo Madison, li accolse senza troppi
preamboli:”Signori,
perdonate la mia franchezza, ma temo che il vostro parente si sia
cacciato in
guai grossi. Quei due uomini con il quale si è allontanato
ieri, abbiamo il
sospetto che gestiscano, insieme ad un terzo complice, una sala da
gioco
clandestina. Purtroppo non siamo mai riusciti ad acciuffarli con le
mani nel
sacco, dato che agiscono con molta circospezione. Sembra quasi che,
ogni volta
che appaiono in città, cerchino nuovi clienti, ma non fanno
volantinaggio o
cose simili, non so in quale modo… riescono ad adescare
qualcuno” – fu la
spiegazione dello sceriffo.
“E
se io facessi da esca? Certo, dovreste prestarmi del contante, ma sono
abbastanza sicuro di vincere anche se, sicuramente, quei tavoli da
gioco
saranno truccati. Zio Jesse mi ha insegnato tutti i trucchi del
mestiere,
perciò…posso farcela” – fu la
proposta di Luke.
“Figliolo”
– intervenne zio Jesse “già la vita di
tuo cugino è in pericolo, ti prego, non
mettere a repentaglio pure la tua! Forse è meglio che lo
sceriffo Madison
cerchi altrove la sua esca” – disse in tono
sostenuto zio Jesse.
“Signor
Duke, mi dispiace contraddirla, ma temo che suo nipote abbia ragione.
Può darsi
che i proprietari della bisca conoscano i miei uomini, anche se,
ovviamente,
questi agirebbero in incognito, perciò è meglio
che vada Luke. Dopotutto, per
loro, è una faccia assolutamente nuova”.
“Va
bene, mi avete convinto, ma…Luke….ti prego, stai
attento! So che sei una
persona molto più responsabile di Bo, ma questa volta non si
tratta di
contrastare i soliti giochetti di Boss, questa volta è
qualcosa di più grave!”
– disse zio Jesse.
Così
Luke, fu “rivestito” di un elegantissimo abito da
sera blu scuro (“un
meraviglioso accostamento con i tuoi occhi cugino”, disse
Daisy), venne
rifornito di un bel po’ di contante e fu spedito in
“direzione” di John e Keith
che, con lo stesso camper con cui avevano adescato Bo, erano alla
ricerca di
nuovi clienti.
Era
incredibile come non cercassero affatto di fermare le persone lungo la
strada;
per uno strano scherzo del destino, erano queste ultime a fermarsi da
loro!
Così
fece Luke:”Scusate signori, ho un po’ di contante
per le mani, ma non so come
spenderlo. Avreste qualche idea da suggerirmi?”- disse Luke
che nel frattempo
aveva estratto di tasca il pacchetto con tutti i contanti consegnatigli
dallo
sceriffo.
“Certo
che possiamo aiutarla signore; se vuole salire sul
camper…”
“Dove
mi portate?”
“….in
un posto in cui potrà spendere i suoi
soldi….”
“Benissimo.
Partiamo allora”.
“Accidenti,
ma dove mi porteranno? Speriamo solo di trovarci Bo
laggiù!”
A
Luke era stato riversato lo stesso trattamento di Bo: seduto
all’interno del
camper con le tendine abbassate, in modo da non poter vedere
all’esterno.
Intanto
a Bo i guai stavano per cominciare.
Recatosi
nella dependance, sede del casino’, cominciò ad
accogliere gli ospiti. Dapprima
entrarono signori di una certa età, poi
signore….di una certa età….le quali,
senza troppi giri di parole, consegnarono parecchie banconote nelle
mani di Bo,
per avere una compagnia extra.
“Che
significa?” – chiese innocentemente Bo
“volete che, oltre ad accompagnarvi ai
tavoli, vada a prendervi un drink?”.
Le
signore si misero a ridere di gusto e, in poche parole spiegarono a Bo
quello
che volevano.
“MA
CHE SCHIFO DI LAVORO E’ QUESTO???? Io voglio guadagnarmi da
vivere onestamente
e non essere il gigolo di quattro vecchie galline spennacchiate. TENETE
I
VOSTRI SOLDI” – urlò Bo lanciando le
mazzette di banconote in faccia alle
signore.
“BO!”
–urlò arrabbiatissima Wynona “COME TI
PERMETTI DI MANCARE DI RISPETTO ALLE MIE
MIGLIORI CLIENTI??? CHIEDI LORO SCUSA E FA QUELLO CHE TI HANNO
CHIESTO!”
“MA
SEI IMPAZZITA???” – urlò di rimando Bo
–“tu credi davvero che per soldi io
possa vendermi a queste megere??? Ho la mia dignità, anche
se sono solo un
ragazzo di campagna senza il becco di un quattrino. E poi zio Jesse ha
sempre
insegnato a me e a Luke che i soldi non sono tutto nella vita, ci sono
cose
molto più importanti, come l’amore che unisce noi
Duke”.
“Allora
tornatene da tuo zio” – disse Wynona.
“Sei licenziato seduta stante; raccogli i
tuoi stracci e vattene!”
“Volentieri…”SIGNORA”!”.
Bo
marcò in maniera molto ironica la parola
“Signora”.
“Zio
Jesse ha ragione quando dice che le persone appena vedono un
po’ di soldi
impazziscono” – disse Bo allontanandosi. Ma ad un
tratto si fermò.
“Ehi….come
mai mi è venuto in mente zio Jesse? E l’amore che
unisce la famiglia Duke? Io,
Luke, Daisy, zio, il Generale, Enos,Cooter,J.D.,Rosco…..OH
MIO DIO!!! STO
RIACQUISTANDO LA MEMORIA!!!”
“Ma
certo, io sono Bo Duke. Il quattro luglio stavo uscendo un
po’ alticcio dal
Boars Nest dove Luke era rimasto a dormire perché era
più ubriaco di me. Ho
tentato di tornare a casa, ma, siccome avevo sonno, mi sono fermato a
Rainbow
Canyon. Ho fatto quattro passi a piedi per cercare di svegliarmi, ma
devo
essere scivolato, devo aver battuto la
testa….e….sì….mi ricordo
tutto. Ma come
sono finito qui? Ah già…John e Keith a
Sweetwater.
SWEETWATER?!?!…Ma
io sono in libertà condizionata, non posso lasciare Hazzard.
Mio Dio, chissà
zio, Luke e Daisy come staranno in pensiero. Devo andarmene di qui e
trovare
subito un telefono e…soprattutto, sperare che nessuno mi
fermi per chiedermi i
documenti, altrimenti sono rovinato!”.
Bo
scavalcò il cancello e, una volta all’esterno
dell’enorme villa, si guardò
attorno per cercare di capire dove si trovasse, ma nessun indizio venne
a
dargli una mano.
Così,
prese la prima strada a caso…sperando nel
destino…..
Appena
Bo si fu allontanato, spuntò a “Villa
Hayes” il camper con a bordo John, Keith
e Luke.
Una
volta sceso, Luke ebbe la stessa impressione, guardando la villa, che
aveva
avuto Bo la prima volta che l’aveva
vista:”Accidenti! Il vostro capo se la deve
passare bene” – disse rivolto a John e Keith.
“Non
c’è male….Prego, si accomodi”
Luke
entrò nell’enorme anticamera dove anche Bo pochi
giorni prima era passato e
venne fatto accomodare su un divano di pelle molto prezioso.
“Attenda
qui” – dissero John e Keith “noi intanto
andiamo ad avvisare il capo”.
Quando
entrarono nell’ufficio di Wynona, quest’ultima era
sconvolta dalla rabbia per
quello che aveva appena combinato Bo.
In
due parole, raccontò l’accaduto e Keith disse a
John:”Te l’avevo pur detto che
quel ragazzo ci avrebbe procurato solo dei guai! Se tu mi avessi dato
retta!”.
“Acqua
passata. Capo, abbiamo trovato a Sweetwater un cliente o forse dovrei,
un pollo
da spennare molto facoltoso che non sa come spendere i propri soldi.
Noi ci
siamo offerti di dargli una mano. Se vuoi conoscerlo, è
nella sala degli
arazzi” – disse John.
“Andiamo
a conoscere questo cliente facoltoso…Se non altro mi
risolleverà il morale dopo
quello che ha combinato quell’idiota campagnolo!”
– rispose Wynona.
Entrò
nella sala; Luke in quel momento girava le spalle alla porta..
“Buongiorno,
sono Wynona Hayes. Con chi ho il piacere di parlare?”
Sentendo
quel nome, Luke si voltò di scatto.
“Wynona? Tu?
Tu….qui?”
« Lukas….sei
proprio tu ! Finalmente ti ho ritrovato…”
“Wynona,
tu mi devi spieg….”
Wyn
non diede a Luke il tempo di terminare la frase.
Cominciò
a baciarlo e,mentre lo baciava, sbottonava la camicia del suo abito
blu.
Lo
voleva, lo voleva più di ogni altra cosa al mondo!Il profumo
della pelle di
Luke era una cosa che Wynona non aveva mai dimenticato….
Luke
cercò di resistere per un attimo, ma poi cedette: Wyn era
stato il più grande
della sua vita….
To be continued….
Che
ne sarà ora di Luke? E Bo? Avrà ritrovato la
strada di casa?
Grazie
come sempre a Juli, Lu, Thia, Lella e i1976.
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Capitolo 8 *** Lukas e Wynona.... ***
Ora sembra proprio che entrambi i
cugini Duke siano nei
guai: Bo ha ritrovato la memoria, ma non la strada di casa, e
Luke…..che
purtroppo o per fortuna ha ritrovato la sua Wyn. Ma seguiamo i nostri
eroi da
vicino….
“Wyn
ti prego, dimmi che non sei immischiata in questa faccenda, dimmi che
ti trovi
qui per caso…”
Wyn,
più che ascoltare quello che diceva Luke, lo
accarezzava….
“Vieni
con me…” – furono le sue uniche
parole…
“Dove?”
“Vedrai,
prima però devo fare una cosa”.
Accese
l’interfono e disse a John e Keith:”Qualsiasi cosa
succeda da ora e fino a
domani, io non esisto per nessuno.Dovesse arrivare anche il Presidente
degli
Stati Uniti d’America, gestitelo voi…Mi sono
spiegata?”
“Coooosaaaa??”
– disse John, che, come al solito, era il più
loquace dei due “ma ti rendi
conto che questa sera prevediamo il tutto esaurito? Ti rendi conto di
quanti
dollari guadagneremo in poche ore?”
“Io
me li sono già guadagnati i miei
dollari…”
“Intendi
dire quel cliente facoltoso che abbiamo trovato a Sweetwater?”
“Esattamente.
Ora ci penso io a lui…E con questo la conversazione
è chiusa. A domani”.
“Ehi
John, ci capisci qualcosa?” – furono le parole di
Keith.
“Capisco
solo che non capisco nulla. Il biondino, Bo, era tanto affascinante e
gentile e
lei l’ha fatto filare su due piedi, questo invece che sembra
freddo come il
ghiaccio, la attrae…Mah….le
donne…”
Wynona
intanto aveva preso per mano Luke, il quale si stava domandando se
stesse
sognando, ma, soprattutto, si stava domandando come mai Wynona fosse
lì, dato
che, secondo lui, lei doveva essere a Nashville.
Luke
e Wynona si erano conosciuti dieci anni prima in Tennessee, in un
paesino
vicino a Memphis, dove abitava zia Tilly. Era un sabato sera e Luke si
recò
nell’unico locale del paese. C’era una ragazza che
cantava quella sera, una
meravigliosa ragazza con i capelli neri e gli occhi verdi smeraldo.
Luke
fu subito affascinato.
Si
avvicinò al palco e…fra i due fu intesa a prima
vista.
Quando
la ragazza, terminata l’esibizione scese dal palcoscenico, si
avvicinò a Luke.
“Ciao,
io mi chiamo Wynona, vengo dal Nevada. Mi guadagno da vivere esibendomi
nei
locali, ma fino ad ora non ho mai avuto molta fortuna. Purtroppo,
mentre io
canto, le persone chiacchierano fra loro, bevono, si ubriacano,
così sono ben
pochi quelli che mi ascoltano. Ma io non demordo e spero di aver la
fortuna di
trovare un discografico un giorno o l’altro in mezzo a tutta
la marmaglia che
riempie i locali in cui mi esibisco. Tu come ti chiami? Te
l’ha mai detto
nessuno che hai degli occhi così blu che sembrano due
zaffiri?”
“Te
l’ha mai detto nessuno che hai degli occhi così
verdi che sembrano due
smeraldi? Ciao, io mi chiamo Luke, vengo dalla Georgia. In questo
momento mi
trovo in vacanza in questo paesino sperduto del Tennessee da mia zia
Tilly.
Abito con mio zio e i miei cugini e li aiuto nella conduzione di una
fattoria”.
“Luke?
Luke sta per Lukas, vero? Ti piace come canto? Sai cantare?”
“Sì,
Lukas è il mio nome per esteso, ma nessuno mi chiama
così..Tu canti benissimo
e….sì….diciamo che mi arrangio. Non
canto bene come te, ma non sono neppure
stonato…”
“Ti
andrebbe di fare un duetto con me?”
“Ora?Qui?”
– chiese meravigliato Luke.
“Certo,
perché no? Forza timidone….”
– disse Wynona…
Da
quel momento, i due trascorsero tutta l’estate insieme. Wyn
era riuscita a convincere
Luke a seguirla nei locali della zona in cui cantava ed in breve nacque
l’amore, quello vero, quello con la “A”
maiuscola.
Non
importava se riuscivano a guadagnare poco o molto con il canto (spesso
Luke
duettava con Wyn), la cosa più importante era che, al
termine della serata,
finivano una nelle braccia dell’altro….
Un
amore intenso, due persone che si erano incontrate per caso e che ora
non
riuscivano più a vivere separate…
Poi
la grande occasione arrivò…per Wyn….
Durante
un’esibizione, un discografico si presentò alla
ragazza e le chiese di fare un
provino…
“Solo
se Lukas verrà ingaggiato insieme a me”
– fu la risposta di Wyn.
“Mi
dispiace signorina Hayes, il suo amico non mi interessa. Un eventuale
contratto
riguarderebbe solo lei…” – rispose il
discografico.
“Allora
rinuncio….”- rispose decisa Wynona.
“MA
SEI PAZZA?” – le gridò Luke.
“Questo è uno di quei treni che passa una sola
volta nella vita e tu vuoi rinunciarci? Un’occasione
così non ti capiterà mai
più. Non pensare a me….accetta!”
“Accettare?
Amore mio, ma se accetto io e te non ci rivedremo
più” – disse Wyn fra le
lacrime.
“Lo
so” – rispose Luke –“ma non
voglio vivere con il rimorso di aver ostacolato il
tuo cammino. Vai…forse….magari….un
giorno ci rincontreremo…E poi io non posso
abbandonare la fattoria e zio Jesse….”
Passarono
l’ultima notte insieme, non avevano bisogno di parlarsi, i
loro occhi, le loro
mani parlavano da sé….
Wynona
andò a Nashville, sfondò nel mondo del country,
vinse diversi dischi d’oro,
sposò il discografico che l’aveva scoperta, fece
diverse tournèe in giro per
gli States…poi….dopo un certo periodo di lei non
si seppe più nulla…
Il
successo, così com’era arrivato fulmineo, in
maniera altrettanto fulminea
cominciò a scemare.
I
media si occuparono sempre meno di lei….
Luke,
da quell’ultima notte passata insieme, non la rivide
più….fino a quel momento…
“Wyn,
dove mi stai portando?” – chiese Luke mentre Wynona
stringeva la sua mano…
“Proprio
qui, siamo arrivati”.
Erano
arrivati nella camera da letto di Wynona: una bellissima stanza con il
letto a
baldacchino e dei mobili di grande valore.
Luke
rimase sbalordito: non aveva mai visto tanto lusso in vita sua, neppure
a casa
di Boss Hogg, che pure era il proprietario di quasi tutta Hazzard.
Luke
si fermò sulla porta…
“Vieni”
– disse Wynona tenendolo sempre per mano…
Lo
vece sdraiare sul letto; appena toccò le lenzuola, Luke si
accorse che erano di
seta pura.
Il
suo imbarazzo crebbe maggiormente: non erano certo di seta le lenzuola
del suo
letto! Anzi, le lenzuola che usavano lui e Bo, erano pure rammendate
dalle
ottime mani di Daisy!
“Io…non…mi
sento a mio agio qui….” – disse Luke con
un tono di voce appena percettibile…
“Rilassati
Lukas….”
Wynona
fece sdraiare Luke sul magnifico letto, poi iniziò a
baciarlo…
Immediatamente,
tutto l’imbarazzo di Luke scomparve….
Voleva
quella donna, quella donna che era ancora più bella di
quanto ricordasse,
quella donna che aveva perso unicamente perché non aveva
avuto il coraggio di
seguirla.
Fu
una notte di passione folle, come l’ultima notte che avevano
passato insieme
prima di lasciarsi.
Si
addormentarono stretti l’uno all’altro, mentre Wyn
stringeva anche nel sonno la
mano di Luke: le dava sicurezza, le sembrava che, tenendolo per mano,
fosse
stata sicura di ritrovarlo accanto a sé al suo
risveglio…
“Ti
amo da morire Lukas”…furono le sue parole prima di
addormentarsi….
Il
mattino seguente fu Luke il primo a svegliarsi: si accorse che Wynona
stava
ancora dormendo, così non si mosse…
Non
voleva svegliarla, ma soprattutto voleva tenerla stretta a
sé…
Visto
che era sveglio, riprese la sua freddezza abituale e
cominciò a porsi parecchie
domande:”Perché Wynona è qui e non a
Nashville? E poi qui dove siamo? Durante
il tragitto le tendine del camper erano abbassate, perciò
non so neppure
lontanamente dove mi trovo…Wynona….da un
po’ i giornali non parlano di lei e
non incide dischi, ma se può permettersi una villa simile,
gli affari devono
andarle bene…E di suo marito cosa ne è stato? Non
sembra sia qui con lei….”
Mentre
tutti questi pensieri passavano per la sua mente, Luke si accorse che
all’anulare della mano di Wyn che stringeva la sua,
risplendeva un meraviglioso
e rarissimo diamante giallo a forma di cuore....
“Questo
anello deve valere una fortuna” – disse Luke a voce
bassa…
“E’
un ricordo dei successi e dei bei tempi di
Nashville…” – rispose Wynona.
“Scusa,
non volevo svegliarti Wyn!”
“Stai
tranquillo; sono sveglia da più di 3
ore…”
“Da
più di 3 ore? E perché non mi hai
svegliato?”
“Perché
volevo vederti dormire….avevi sul viso
un’espressione di serenità mentre
dormivi che sembrava quella di un bambino….del bambino che
avrei voluto avere
da te, Lukas…”
“E
va bene, Wyn…è ora di vuotare il sacco! Cosa
significa tutta questa storia?
Questa specie di bisca clandestina? E Bo che c’entra in tutto
questo?”
Ad
un tratto Luke sobbalzò!
“BOOOOOOOOOO!!
Mio Dio che imbecille sono!!! Mi sono totalmente dimenticato di lui!Che
stupido! Wyn, dov’è? Cosa gli è
capitato? Io sono responsabile anche per lui!”
“E
perché? E’ maggiorenne; non sa camminare con le
sue gambe?”
“Io
sono il maggiore e Bo è come se fosse il mio fratellino.
Dov’è ora? Ti supplico
Wyn, se mi ami come dici, dimmi cosa sta
succedendo…”
Già,
che starà succedendo?
To be continued…
Grazie
come sempre a Thia, la mia figliola Lu, Juli, i1976, Lella e a tutti
quelli che
vorranno dedicare una parte del loro tempo a leggere la mia
storia…..
|
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Capitolo 9 *** Wyona si confessa.... ***
Sentiamo Wyn che racconta la sua
storia a Luke….
“Lukas…..vuoi
sapere tutto di me? Di com’è stata la mia
vita in questi ultimi dieci anni? Di cosa c’entrava Bo in
tutto questo?” –
mentre diceva queste parole, Wynona non lasciava per un attimo la mano
di Luke:
sembrava dargli più sicurezza il fatto di starsene stretta
al suo uomo….
“Assolutamente
sì” – fu la risposta di Luke….
“Ricordi
quando dieci anni fa, in un locale di Knoxville, conoscemmo Frank
Whitaker, il
produttore discografico? Fu lui che mi lanciò nel mondo
della canzone, fu
grazie a lui che raggiunsi il successo. Dopo circa un anno di dischi,
tournèè,
apparizioni in TV, Frank mi chiese di sposarlo. Lui mi amava Lukas, mi
amava
davvero…”
“E
tu?” – fu la domanda di Luke.
“E
ME LO CHIEDI??” – tuonò Wynona
“Lo sai che per me esistevi solo tu….ma lo
sposai ugualmente! Tu avevi rifiutato di seguirmi e io mi consolai con
Frank.
Non l’ho mai amato Lukas, provavo per lui
l’indifferenza più totale, ma aveva
molte conoscenze a Nashville, poteva essere utilissimo per la mia
nascente
carriera…”
“WYN!”
– disse Luke in tono tutt’altro che
amichevole…
“Ti
prego Lukas, non interrompermi, altrimenti non troverò
più il coraggio di
raccontarti tutto!
Così
ci sposammo. All’inizio le cose sembravano andar bene, per
quanto possano
andare bene le cose in un matrimonio dove l’amore
è a senso unico, ma poi Frank
si accorse che c’era qualcosa che non andava in me. Si
accorse che il nostro
matrimonio era troppo affollato, trovò le foto che ci
avevano scattato insieme
quella magica estate di dieci anni fa e capì subito che per
me era stato un
matrimonio di ripiego. Lukas, tu sei sempre stato la mia spina nel
cuore,
andavo a letto con Frank, ma immaginavo di avere te accanto, se non
avessi
immaginato di averti accanto, io e Frank avremmo rischiato di passare
la prima
notte di nozze in letti separati in camere diverse…
Mi
chiese spiegazioni ed io feci l’unica cosa sensata che
potessi fare: gli
raccontai tutto di noi…Glielo dovevo, ero stanca di fingere
e di ingannarlo…”
“Cooooosaaaaaa?”
– tuono Luke –“ma almeno gli hai detto
che non ci vedevamo da quella sera che
ci conobbe a Knoxville?”
“Sì,
ma lui si accorse che, anche se era passato tanto tempo da allora, i
miei
sentimenti per te non erano cambiati: lui era solo mio marito, tu eri
il mio
amante, anche se non potevo averti.
Frank,
dopo aver saputo la verità, si sentì ferito,
giurò di farmela pagare…Mantenne
la sua parola….
Non si occupò
più di me, non solo come donna
intendo dire, ma soprattutto di me come cantante. Aveva capito che, non
importandomene nulla di lui come uomo, l’unico modo in cui
poteva colpirmi era
sul lato professionale. E così fece…
Da
quel momento i concerti si diradarono, i dischi che incidevo erano
sempre meno,
le canzoni sempre più scadenti e poi….ci fu la
sorpresina finale, la classica
ciliegina sulla torta…”
“Che
intendi dire Wyn?” – chiese Luke che fino a quel
momento non si era perso una
sola parola.
“Intendo
dire che, oltre ad essere il mio produttore, Frank era pure il mio
amministratore, era lui che gestiva i miei incassi. Un giorno mi
chiamarono
dalla banca e mi dissero che il mio conto era scoperto per una importo
di
10.000,00 dollari. Avevo tre giorni di tempo per rientrare, altrimenti
sarebbe
cominciata la pratica di pignoramento.
Piovevo
dalle nuvole! D’accordo che ultimamente la mia carriera era
in netto declino,
ma sono sempre stata una grande risparmiatrice, non avevo gettato i
soldi
inutilmente, forse perché avevo dovuto sudarmi tutto quello
che avevo
guadagnato.
Feci
un’indagine e mi accorsi che Frank aveva speso tutti i miei
risparmi nei vari
casinò. Ero rovinata Lukas! Senza Frank, le porte del mondo
dello spettacolo
erano chiuse per me, non avevo più un solo
dollaro…
Mi
rimaneva solo questo magnifico anello che non mi tolgo mai,
perché l’ho acquistato
con i primi guadagni che avevo ottenuto con la vendita del miei dischi.
Non
me la sentivo di impegnarlo….
Così
una sera, presa dalla disperazione, mi rifugiai nel locale
più malfamato di
Nashville. Volevo bere, volevo stordirmi.
Fu
lì che conobbi John e Keith. Avevano appena aperto una
piccola bisca
clandestina, ma volevano fare il salto di qualità, volevano
incrementare il
loro giro d’affari.
Quando
mi presentai a loro mi riconobbero immediatamente, dissero che erano
miei
grandi fans, io raccontai loro quello che mi stava succedendo e loro mi
proposero di entrare in società.
Accettai,
avevo o meglio, dovevo guadagnare soldi in qualche modo, dato che ero
completamente al verde ed i creditori telefonavano ad ogni ora del
giorno.
Sfruttando
la mia popolarità, i clienti della piccola bisca divennero
sempre più numerosi,
come sempre più numerose diventavano le loro perdite al
gioco (come potrai
immaginare, la roulette era ed è truccata), ma tornavano
ugualmente, sperando
di poter rientrare delle loro perdite, inoltre portavano anche i loro
amici,
così, in poco tempo, io, John e Keith ci costruimmo una
fortuna…
Incredibile
vero? Con i casinò mio marito mi aveva ripulito il conto;
con quel piccolo
casinò, io mi stavo ricostruendo una fortuna….
Con
i guadagni ci comprammo questa immensa villa che, oltre ad avere una
dependance
che serve da casinò, è lontanissima da ogni
centro abitato, perciò
difficilmente rintracciabile dalla polizia.
Siccome
era grazie a me che la baracca andava avanti, ho sempre avuto ed ho
tuttora la
percentuale più alta sui guadagni, così rilevai
questa grandissima proprietà
che ora è interamente mia.
Poi
è arrivato Bo…
Sai,
ultimamente abbiamo anche molte clienti di mezza età,
signore sole,
ricchissime, che in cambio delle attenzioni di un ragazzo
giovane…..sono
disposte a pagare bene…Capisci cosa intendo?”
Luke,
che fino a quel momento si era tenuto stretto fra le braccia Wynona, la
allontanò da se in maniera disgustata.
“Wyn!
Ma ti rendi conto di quelli che stai facendo? D’accordo, tuo
marito ti ha
derubata, ma hai mai provato a metterti nei suoi panni? Sai come si
sente un
uomo innamorato quando si accorge di essere solo un tappabuchi? E
Bo…povero il
mio fratellino…Come hai potuto fargli questo? Bo
è un ragazzo pieno di vita, ma
è molto ingenuo e tu l’hai…”
– Luke si interruppe disgustato.
Wyn
guardò Luke dritto negli occhi, nei due zaffiri come li
chiamava lei: vide solo
del disprezzo e fu per lei come una pugnalata…
“Dimmi
un po’” – continuò furioso
Luke “ti sei ricostruita una fortuna…Sei
orgogliosa?
Voglio dire, deve essere molto consolante costruirsi un
impero sulla pelle degli altri…E Bo? Ha
perso la memoria, lo sai? Dimmi la verità Wynona:
quante…quante…mio Dio, non
riesco neppure a dirlo, quante “signore di mezza
età” ha dovuto accontentare
quel povero ragazzo? MI FAI SCHIFO, WYN!”
Luke,
in tutta la sua vita, non aveva mai detto a nessuno che gli faceva
schifo,
figuriamoci ad una donna.
Si
rialzò dal letto e si rivestì.
Ma
Wyn lo fermò:”Lukas, ti supplico di credermi se ti
dico che Bo se n’è andato
immediatamente appena una cliente gli ha allungato i soldi per avere un
po’ di
compagnia. Io mi sono arrabbiata moltissimo con lui quando la signora
è venuta
da me per dire che Bo gli aveva tirato in faccia i suoi dollari e
l’ho cacciato.
Lui se n’è andato immediatamente e da allora non
l’ho più visto”.
Luke
tirò un sospiro di sollievo appena sentì che
nessuno aveva profittato di Bo e
continuò a rivestirsi.
Wynona
era veramente disperata, ma non perché si pentiva di quello
che aveva fatto, ma
perché si rendeva conto che Luke non l’avrebbe mai
perdonata.
“Non
lasciarmi, Lukas, ti prego! Se vuoi mi costituirò alla
polizia, restituirò
tutto quello che ho rubato, ma ti supplico, resta con me. Sono dieci
anni che
aspetto di rivederti”.
“Rimanere
con te? E perché? Ah già….che stupido
che sono a farti questa domanda; io devo
rimanere con te, perché devo prendere il posto di Bo nella
parte di gigolo
presso le tue clienti, vero? Certo io non sono giovane e bellissimo
come lui,
ma in mancanza d’altro….”
Wyn
rispose con un ceffone, un ceffone che lasciò
l’impronta delle cinque dita
sulla guancia destra di Luke:”Come puoi dire questo? Questa
notte ti ho
dimostrato cosa sei tu per me. Se tu rimani qui, sarai mio, solo mio,
le mie
clienti non ti vedranno neppure….”
Per
quanto Luke fosse arrabbiatissimo, si accorse che Wyn stava dicendo la
verità:
lei lo amava, gliel’aveva dimostrato…
“Addio
Wyn..” – fu la risposta di Luke che nel frattempo
aveva finito di rivestirsi…
Uscì
dall’enorme villa e se ne andò…
Wynona
era annientata: aveva perso l’uomo che amava,
l’uomo per cui avrebbe dato la
sua vita e l’aveva perso per sempre questa volta…
Quando
uscì dalla villa, Luke si pose la stessa domanda che si era
posta Bo:”Dove
diavolo sono? Non sono mai stato in questo posto prima
d’ora” e cominciò a
camminare…
Nel
frattempo Bo, dopo aver vagato tutta la notte a casaccio, senza una
meta, o
meglio, senza sapere dove fosse, si era addormentato vicino ad un
laghetto.
“BO!BO!
come sono felice di averti ritrovato. So che tu non mi riconosci,
perché hai
perso la memoria, ma io e te siamo grandi amici”
Al
suono di quella voce, Bo si svegliò: era la voce di Enos.
Era giorno…
“Enos,
amico mio, sì che ti riconosco. Ho recuperato la memoria,
ora non vedo l’ora di
recuperare la mia famiglia, soprattutto Luke che sarà in
pensiero per me!”.
Enos,
che fino a pochi minuti prima, era tanto felice per l’amico
di infanzia, si
bloccò appena questi disse che voleva rivedere Luke..
“Come
sarebbe a dire che vuoi rivedere Luke? Luke è venuto a
cercarti, partendo dalla
contea di Sweetwater. Ma non vi siete trovati?”
“No”
– fu la risposta di Bo. “Se Luke verrà
condotto dove sono stato condotto io, in
quella casa da gioco privata, temo che la proprietaria vorrà
offrirgli lo
stesso lavoro che ha offerto a me. Enos, sbrighiamoci, credo che ora
sia Luke
quello che si trova nei guai!”
“Guai?
Il lavoro che è stato offerto a te?Che intendi dire
Bo?”
To be continued….
Ok,
almeno uno dei nostri eroi è in salvo e ha riacquistato la
memoria.
Ma
Luke? E Wynona?
Grazie
come al solito alle mie amiche Thia, Juli, Lu, Lella e i1976.
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Capitolo 10 *** Karaoke al Boars Nest.... ***
....arriviamo all'epilogo
della nostra storia....che,
ovviamente, trattandosi di Hazzard, avrà un lieto fine......
"Bo" -
chiese Enos - "spiegami esattamente cosa ti è successo da
quando sei
sparito....”
Bo raccontò all'amico tutte le sue disavventure, non
tralasciando la proposta
di lavoro di Wynona...
Enos era inorridito alla fine del racconto!
"Bo, vuoi farmi credere che quella donnaccia ti avrebbe pagato per
offrire
dei servizi alle sue clienti? Ma è disgustoso!"
"Già, ed ora anche Luke è in questa situazione
squallida; ecco perchè
dobbiamo correre ad aiutarlo!
"Bo, lasciami riflettere... Mi hai detto che questa donna continuava a
chiederti di Luke...Può darsi che lo conoscesse fin da
prima....Wynona
Hayes.....uhm....non mi suona nuovo questo nome! Fammi pensare......
MA CERTO!!!! CHE STUPIDO, COME NON HO FATTO AD ARRIVARCI PRIMA!
Wynona Hayes, la famosa cantante country! Ora è da un po'
che non si sente
parlare di lei, ma fino a pochi anni fa era famosissima!!! –
disse Enos!
“Oh
cielo, hai ragione! Ecco perché, quando l’ho vista
la prima volta, nonostante
avessi perso la memoria, il suo viso, bellissimo fra
l’altro!!!, non mi era
nuovo.
Cavolo,
ma cosa può c’entrare una famosa cantante country
con Luke?”
“Questo
è quello che dovremo scoprire, Bo. Ma, tornando al discorso
di prima, sembra
che questa Wynona tenesse davvero a tuo cugino, quindi, sicuramente,
non avrà
voluto presentarlo alle sue clienti; che ne dici tu?”
“Dico
che hai ragione Enos. Ma dico anche che ora dovremo avvertire zio Jesse
e Daisy
del fatto che tu mi hai ritrovato. A proposito, ma qui dove siamo?
Purtroppo,
io non saprei veramente dirti dove si trova la villa di Wynona,
perché era
notte quando sono fuggito!”
“Bo,
qui siamo ad Hazzard, siamo al laghetto Chikamonee. Ricordi? Io vengo
sempre
qui a pescare ed anche tu e Luke ci venite spesso!”
“Hazzard?
Vuoi dire che sono arrivato ad Hazzard senza accorgermene? Accidenti,
se anche
Luke riuscisse a fuggire e a trovare la strada di casa!”
Bo,
usando la radio della macchina di Enos, si mise in contatto con la
fattoria.
“Pecorella
smarrita a pastore, mi senti? Zio sono Bo, ho recuperato la memoria e
sono al
lago Chikamonee con Enos. Purtroppo ora è Luke quello in
pericolo, perciò
dovremo organizzare una ricerca”.
“Booooo!”
– fu il coro unanime di zio Jesse e Daisy –
“che piacere risentirti!” Ma cosa
ti è successo?”
Bo
raccontò per l’ennesima volta la sua disavventura;
Daisy dovette faticare
parecchio a calmare zio Jesse non appena Bo gli raccontò
quello che Wynona
voleva da lui; non di meno, quando seppero che la donna in questione
era Wynona
Hayes, zio Jesse disse:”Ma che c’entra quella
cantante con tuo cugino? E come
mai una donna ricca e di successo si è ridotta in questo
modo?”
“Zio”
– interruppe Daisy “ricordo che dieci anni fa,
quando Luke andò in vacanza da
zia Tilly in Tennessee, al suo ritorno mi disse di aver conosciuto una
ragazza
bellissima che si chiamava Wynona. Non avrei mai pensato che si potesse
trattare di Wynona Hayes. Ma a te non ha mai detto niente?”
“Tesoro,
hai mai conosciuto qualcuno in vita tua che riesca far parlare tuo
cugino dei
suoi affari personali? Se lo conosci, presentamelo!”
– rispose zio Jesse.
“Bo,
figliolo, tu stai lì, ora veniamo a prenderti e tutti
insieme andremo a cercare
Luke. Senti, ma dove si trova la villa di questa Wynona?”
Bo
spiegò allo zio, che, avendo percorso tutto il tragitto
dalla contea di
Sweetwater a villa Hayes in un camper con le tendine abbassate ed
essendo
fuggito di notte, non riusciva a localizzare quel dannato posto.
“Figliolo,
cerca di pensare: non hai notato nessun rumore strano mentre eri sul
camper?”
“Uhm….adesso
che mi dici così, mi pare di aver sentito ad un certo punto
un rumore come
quello dell’acqua che scorre in un piccolo ruscello e poi,
l’ultimo tratto di
strada, dove essere su una pista non asfaltata, dato che il camper
continuava a
sobbalzare”.
“Ruscello,
strada non asfaltata….accidenti, non mi dice niente questa
cosa” – disse zio
Jesse.
“Jesse,
qui è J.D. che parla. Ho sentito la vostra conversazione. Bo
non si riferisce
per caso al ruscello che c’è a Falling Rocks e la
strada non asfaltata, non
potrebbe essere la sedicesima che si incontra con la ventiquattresima,
al
confine fra Sweetwater e Orange County? Essendo una zona assolutamente
non
trafficata, quel tratto di strada non è mai stato
asfaltato…Inoltre, essendo un
posto dove non passa nessuno, sarebbe il nascondiglio ideale per una
bisca
clandestina” – disse sicuro di se Boss Hogg!
“Hai
ragione Boss” – disse Bo – “non
può essere che da quelle parti. Forza
raduniamoci tutti qui a Chikamonee e andiamo in cerca di Luke.
Luke,
nel frattempo, era stato molto più fortunato di Bo, in
quanto, cammin facendo,
aveva trovato un agricoltore che stava tornando dal mercato settimanale.
Luke
alzò il pollice e subito il contadino si
fermò:”Dove sei diretto ragazzo?”
“Contea di Hazzard, Old Mill
Road”.
“Wow,
è un bel pezzo di strada, dato che qui siamo al confine fra
Sweetwater ed
Orange County. Comunque, non ho altri impegni per oggi,
perciò….se vuoi
accomodarti…”
“Volentieri…..e
grazie!”
L’agricoltore
accompagnò Luke direttamente alla fattoria.
“Grazie
signore, come posso ricambiare?”
“Beh,
dato che mi sembri di costituzione robusta nonostante il tuo abito da
damerino
(Luke indossava ancora il suo abito da sera blu), potresti venire a
ripararmi
il tetto della mia stalla? Mi chiamo Joshua Fergusson ed abito a
Sweetwater. Mi
conoscono tutti in paese, perciò non ti sarà
difficile trovarmi”
“Grazie,
verrò dopodomani!”
Nel
frattempo, l’intera task force di Hazzard, insieme allo
sceriffo Madison di
Sweetwater, dato che la casa di Wynona si trovava nella sua contea,
aveva
raggiunto Villa Hayes.
Fu
la stessa Wynona ad aprire la porta e quando vide Madison, Rosco ed
Enos in
divisa, disse:”So, perché siete qui. Sono pronta a
seguirvi”.
Zio
Jesse, che all’inizio la guardava con aria disgustata per
quanto aveva cercato
di fare a Bo, la considerò con stima, apprezzò la
grande dignità oltre alla
bellezza pazzesca di quella donna nel momento in cui la polizia veniva
ad
arrestarla.
“Com’è
bella, zio” – disse Daisy –
“è molto più bella di persona che nelle
copertine
dei suoi dischi.”
“Hai
ragione, cara” – fu la risposta sincera di zio
Jesse.
“Sceriffo”
– disse Wyn – “prendetevi pure tutto
e….e….anche questo! E’ un caro ricordo,
ma
visto quello che ho fatto, non credo di avere il diritto di
tenerlo”
Wyn
si sfilò il suo preziosissimo anello con il meraviglioso
diamante giallo e lo
consegnò a Madison.
“Vale
molto, potrebbe essere utile per l’orfanotrofio di
Sweetwater”.
Madison,
colpito dalla sua signorilità, le disse:”Mi segua
signorina”.
Wyn,
uscendo dalla villa, si voltò e vide i Duke: Bo, Daisy e zio
Jesse.
“Sceriffo,
posso dire due parole ai signori Duke?”
“Certo
signorina, purchè si sbrighi”
Wyn
si avvicinò ai parenti di Luke: zio Jesse si tolse
immediatamente il cappellino
rosso, il che stava a significare un profondo rispetto nei confronti di
Wynona…
“Bo,
mi dispiace, stavo per farti una cosa orribile. Sono contenta che tu te
ne sia
andato. Non ti chiedo di perdonarmi, perché sarebbe
impossibile…”
Bo
rispose con un bacio sulla guancia:”Wyn, ho già
dimenticato….”
“Grazie.
E tu devi essere Daisy? Sapevo che eri bella, ma le parole non bastano
a
descrivere il tuo aspetto!”
“Grazie
Wyn. Anche tu sei favolosa!”
“Zio
Jesse….scusi….volevo dire Signor
Duke….la prego…..le dica che lo amo quando lo
vede e che lo ringrazio moltissimo per avermi insegnato cosa conta
davvero
nella vita!!”
Proprio
in quel momento, si sentì dalla radio di
Jesse:”Zio, mi senti? Sono Luke, sono
a casa. Il Signor Fergusson della contea di Sweetwater mi ha dato un
passaggio.
Sto bene, ti racconterò poi quello che mi è
successo! Hai notizie di Bo?”
Al
suono della voce di Luke, Wyn si irrigidì.
“Figliola,
vuoi dirglielo tu che lo ami?” – chiese zio Jesse.
“No,
la prego, lo faccia lei!”
“E’
ora di andare signorina” – disse Madison.
Sembra
strano, ma sembravano tutti quanti più amareggiati di lei.
“Zio,
noi siamo molto più ricchi di Wynona. Voglio dire, lei
avrà guadagnato molti
soldi con i dischi prima e con la bisca poi, ma a che servono i suoi
dollari se
è così triste e sola? Sai, io credo che lei sia
veramente innamorata di Luke” –
disse Bo.
“Lo
credo anch’io” – rispose zio Jesse.
“Ehi,
sono Luke. Non c’è nessuno in ascolto?”
“Siamo
qui Luke! C’è anche Bo; ha recuperato la memoria e
sta bene come non mai!
Stiamo tornando a casa!” – furono le parole di zio
Jesse.
Inutile
descrivere l’abbraccio fra i due cugini quando si rividero
alla fattoria.
“Luke,
lei ti ama sai e ci sta veramente male!” – disse Bo.
“Non
voglio parlare di quella! Non merita neppure la nostra considerazione
dopo
quello che voleva farti. Anzi, non merita neppure il nostro
rispetto!” –
rispose Luke.
“LUKAS!”
– tuonò zio Jesse – “chi sei
tu per dire che quella donna non merita il nostro
rispetto? E’ stata dignitosissima al momento
dell’arresto, ha persino
restituito il suo preziosissimo anello. Non si è mossa, non
ha tentato né di
negare né di fuggire quando Madison, Rosco ed Enos sono
andati a casa sua per
arrestarla! Inoltre mi ha detto di dirti che ti ama!”
“E’
un suo problema!” – rispose Luke.
“LUKAS!
– zio Jesse era sempre più arrabbiato –
“ti ho detto che tu devi del
rispetto a Wynona. Anche Bo l’ha
perdonata!”
“E
io le ho detto che mi fa schifo quando ho saputo quello che voleva fare
a Bo…Lo
capisci questo?” – urlò Luke,
dopodiché si ritirò in camera sua. Come sempre,
non voleva mostrare i propri sentimenti agli altri!
“Io
lo seguo”…disse Bo….
“Pessima
idea. Sai che tuo cugino non ama mostrare i propri
sentimenti...Sicuramente si
sentirà in colpa da morire per aver detto quella frase a
Wyn. Lascialo solo” –
fu la risposta di zio Jesse…..
Dopo
cinque minuti squillò il telefono a casa Duke. Jesse era
come il solito il
primo a rispondere.
“Ciao
Jesse, sono J.D. Il mio zuccherino Lou Lou vorrebbe organizzare al
Boars Nest
una festa di bentornato per Bo sabato sera. Ci sarà cibo
gratis per tutti
(accidenti a lei!) ed un karaoke!”
Alla
parola Karaoke, Jesse sussultò:”KARAOKE? Ma ti
rendi conto che tutto questo
casino è cominciato con un karaoke al Boars Nest?”
“Pazienza,
tu porta i tuoi nipoti”
“Va
bene e ringrazia Lou Lou da parte mia”.
Siccome
era impensabile far cantare Luke, Bo chiese a Daisy di cantare con lui.
Ma
la sua risposta fu un deciso rifiuto:”Cugino, sai che il
canto non è mai stato
il mio forte, perciò dovrai cantare da solo!”
Finalmente
il gran giorno arrivò: Lou Lou aveva davvero fatto le cose
in grande. Oltre al
fatto di aver invitato praticamente tutta la contea a mangiare gratis,
aveva
preparato diversi regali per Bo, il quale ringraziò commosso.
Il
karaoke ebbe inizio.
“Bo
cosa ci canti?” – chiese Rosco che era il
presentatore della serata.
“Canto
“Boulder to Birmingham” una canzone tanto cara a
Luke, infatti è a lui che la
dedico”.
Luke
era presente in sala, ma, contrariamente agli altri, se ne stava in un
angolo
da solo, a testa bassa.
Zio
Jesse e Daisy dovettero portarlo di peso al Boars Nest.
Lui
alla fine si decise ad andare, ma non si poteva chiedergli di
più per quella
sera!
“Boulder to Birmingham? Sei sicuro Bo? Perché
qui
c’è scritto “Crazy Love*”
– disse Rosco.
Luke
sussultò: Crazy Love era il titolo del più grande
successo di Wyn.
“Ehi
Rosco, ma che cavolo stai dicendo?” – disse Bo
tappando il microfono con il
palmo della mano – “io non conosco quella
canzone”.
“Ma
c’è qui una persona che la conosce
benissimo” – disse Rosco. “Prego, salga
sul
palco”.
Era
Wynona.
Luke
per poco non cadeva dalla sedia.
Lou
Lou, con quel karaoke, non voleva solo organizzare una festa di
bentornato per
Bo, ma voleva fare anche una sorpresa a Luke. Così Boss
chiese a Madison di
accompagnare Wynona al Boars Nest.
Lui
acconsentì, diede il permesso ed accompagnò Wyn.
“Questa
canzone l’ho scritta pensando ad una persona presente in
sala. Lukas….mi vuoi
accompagnare?” – disse Wynona al microfono davanti
a tutti…
Luke,
spiazzato, era diventato rigido come una statua.
“Luke,
ma che fai lì impalato?” – disse Bo
– “Vai da lei, che aspetti?”
Luke
salì sul palco e la sua voce uscì forte,
possente, in certi momenti superava
addirittura quella di Wynona.
L’applauso
fu generale e, ancora una volta, Luke vinse il karaoke.
Scesi
dal palco, Wyn ebbe il permesso dallo sceriffo Madison di sedersi al
tavolo dei
Duke.
“Lukas…..mi
daranno 10 anni. Non ti chiedo di aspettarmi. Sicuramente, fra dieci
anni, ti
sarai dimenticato di Wynona Hayes”.
“Uhm…..fra
dieci anni non ci sarà più nessuna Wynona Hayes
nella mia vita” – rispose Luke.
“Già….”
Disse Wyn abbassando lo sguardo e nascondendo le lacrime.
“Fra
dieci anni ci sarà Wynona Duke
e….chissà, magari un Luke
junior…volevo dire
Lukas junior o una piccola Wynona che gira per casa!”
Wyn
era al settimo cielo, mentre zio Jesse, Cooter (che si era unito a
loro), Bo e
Daisy erano scioccati: mai Luke si era lasciato andare a quel modo,
specialmente davanti agli altri.
Luke
e Wyn vennero lasciati soli, mentre zio Jesse uscì dal
locale.
Doveva
parlare con “qualcuno” di importante,
disse….
“Signore,
siamo solo io e te, gli altri stanno festeggiando! Grazie per avermi
fatto
ritrovare i miei nipoti. E grazie di aver regalato un po’ di
serenità a Wyn,
una ragazza, la cui unica colpa è stata quella di gestire un
successo troppo
più grande di lei!”
Tutto
era tornato alla normalità ad Hazzard, infatti, al termine
della serata, Bo e
Luke si trovarono una bella multa sul parabrezza del
Generale….
F I N E
Spero vi sia piaciuta. Grazie alle
mie super amiche che
hanno sempre recensito e a chi ha semplicemente letto!
Tengo a precisare che la canzone
“Crazy love” esiste
veramente. Ovviamente, non è stata interpretata da Wynona,
che è un personaggio
che ho inventato io, ma dagli “Oak Ridge Boys”;
tanto per intenderci sono il
gruppo musicale che compare nella scena finale della puntata
“Chi ha paura di
Boss Hickmann
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