L'Uomo Che è Sopravvissuto

di Isidar Mithrim
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lasciato solo ***
Capitolo 2: *** L'Esercito di Silente ***
Capitolo 3: *** L'Uomo che è sopravvissuto ***



Capitolo 1
*** Lasciato solo ***


L'altro volto della battaglia 1
Lasciato solo

Ginny rientrò nella Sala Grande, cercando di trattenere le lacrime. Voleva essere forte.
Ma era così difficile.
Vide la propria famiglia circondare ancora dei corpi distesi compostamente sul freddo pavimento in marmo.
Tremava all’idea di avvicinarsi di nuovo.
Non era davvero così forte.
Era dovuta scappare via, fuori dalla Sala, nel parco, sperando di potersi distrarre aiutando i feriti. Consolando ragazze che non volevano altro che smettere di combattere, che tornare ad abbracciare le proprie madri, a casa.
Prese coraggio, e cominciò a percorrere la sala. L’atmosfera non era mai stata così lugubre, nemmeno in occasione della morte di Cedric.
Non ci riuscì, ad intrappolare le proprie lacrime. Le scesero lentamente sulle guance, una alla volta, in una salata processione. Non pensava di averne ancora a disposizione.
George la vide avvicinarsi, e la catturò tra le proprie braccia, stringendola forte. Ginny sapeva che la sua intenzione non era di consolarla.
Il gemello cercava solo un appiglio per non precipitare, e lei era fiera di essere stata scelta per tenerlo legato a quel mondo.
Non riuscì ad abbassare lo sguardo, però.
Poi li vide.
E tremò di paura.
Le braccia di Ron erano strettamente avvolte attorno al corpo di Hermione. Gli occhi del fratello erano gonfi e venati di rosso, mentre cercava di calmare gli spasmi del corpo di lei.
Ma c’era qualcosa che non andava.
E il timore cominciò a gelarle il sangue nelle vene.
Tra i gemiti e i sussulti, riuscì a far sentir loro la propria voce tremante.
"Dov’è Harry?"
La sua domanda fu pacata, ma sembrò un urlo disperato.
Quando Ron ed Hermione erano arrivati, prima che lei decidesse di abbandonare per un po’ quel luogo, aveva resistito alla tentazione di porre la fatidica questione. Non voleva sapere. Si aspettava che Harry si sentisse colpevole per quelle morti, ed aveva razionalmente deciso che non era così assurdo che non fosse giunto insieme a loro.
Ma era certa che, al proprio ritorno, l’avrebbe trovato là, a piangere con loro.
Hermione si staccò da Ron e la guardò.
"È nell’ufficio di Silente. Deve… Ci sono ancora delle cose che deve scoprire."
E poi? Poi sarà libero di diventare carne da macello?
"È la verità, Hermione?" chiese però, senza dare voce ai suoi più cupi pensieri. L’urgenza del suo tono era palpabile.
Sia lei che Ron annuirono ai volti che ascoltavano quella conversazione, tesi, angosciati.
"Andiamo a cercarlo."
Quella di Ginny non era una richiesta.
Anche in Hermione cominciarono ad insinuarsi le paure dell’amica, gelide e prepotenti.
Dove era Harry?
Guardò Ron intensamente.
"L’abbiamo lasciato solo" sussurrò. La sua espressione non lasciava dubbi: stava maledicendo se stessa.
"L’abbiamo lasciato solo" ripeté ancora. Il senso di colpa la attraversò, violento come una scossa.
E Ginny decise di abbandonare ogni prudenza.
"Avete visto Harry?"
Rivolgeva a tutti coloro che incontrava sul proprio cammino la stessa domanda.
Ma anche la risposta era sempre la stessa.
Negativa.
E non poté fare a meno di notare come ciò facesse mutare le espressioni dei volti che la attorniavano. Si trasformavano in maschere di terrore, oppure si dimostravano sollevate. Bastava poco per capire chi aveva a cuore la sorte di Harry, e chi forse sarebbe arrivato a venderlo, chi l’avrebbe spinto a sacrificare se stesso, pur di salvarsi la pelle.
Desiderava odiarli, ma alla resa dei conti non riusciva nemmeno a biasimarli.
"Sì."
Finalmente una risposta affermativa.
"Sì, l’ho visto. Poco fa, appena prima che rientrassi con…"
Fece un cenno verso uno dei cadaveri.
Ginny, Ron ed Hermione si immobilizzarono.
"Neville, dove l’hai visto?" riuscì ad articolare Ron.
"Nel parco"
Non capiva l’orrore dipinto sui loro volti.
"Ero nel parco fino a qualche minuto fa…" commentò Ginny.
Perché lei non l’aveva visto? Come aveva fatto a non vederlo?
"Cosa ti ha detto, Neville?" domandò Hermione, la disperazione evidente nella sua voce.
Il ragazzo finalmente intuì l’origine delle loro angosce.
"Ehi, dovete stare tranquilli, non si sta andando a consegnare!"
Ginny sentì un peso abbandonarla.
"Come lo sai?" indagò Ron, ancora titubante ad affidarsi all speranza così subitaneamente.
"Ha detto che doveva sparire per un po’… Fare qualcosa che è parte del piano. Mi ha assicurato che si stava allontanando per qualcos’altro, non per consegnarsi.
Gli ho detto che avremmo continuato a combattere.
Mi ha risposto che non ne aveva dubbi."
"Grazie, Neville. Temevamo… Che avesse fatto di testa sua" concluse Ron.
"Già, all’inizio avevo avuto anche io lo stesso sospetto.
Ah, c’è qualcos’altro, ma voi due lo dovreste sapere già…
Mi ha detto che dobbiamo uccidere il serpente."
Ginny lo guardò perplessa.
Poi i suoi occhi si posarono sui volti di Ron ed Hermione. Improvvisamente pietrificati in una smorfia di puro terrore.
E capì.
Capì, come avevano fatto Ron ed Hermione, qualunque fosse l’importanza di quel serpente.
Comprese che anche lei, come Neville, era stata vittima della stessa ingenuità.
"Ron!" esclamò Hermione.
Lui non reagì.
"Come abbiamo potuto lasciarglielo fare?" sussurrò Hermione, singhiozzando, lo sguardo perso.
"Come fa Tu-sai-chi a conoscerlo meglio di noi?"
Ron sembrava quasi non respirare.
"Sono stato un idiota…
Ho creduto a quello che volevo sentirmi dire!
Io… Mi dispiace. Avrei dovuto fermarlo"
Ginny prese la mano di Neville.
La sua voce era rotta dal pianto, ma colma di una nuova determinazione.
"Io mi fido di lui. Ce la farà. Deve."
Hermione singhiozzò, accasciandosi.
Ron trovò finalmente la forza di esprimersi, spronato dalla presa di posizione della sorella.
"Che resti tra noi. O morirà ogni speranza."
"Resterà tra noi" assicurò Ginny.
"Ma sappiate che se smetteste di crederci decretereste la sua condanna" aggiunse.
Era stata quasi minacciosa.
Tutti e quattro si guardarono negli occhi, colmi di disperata determinazione, ed annuirono suggellando il loro giuramento.

********



Ciao a tutti!
Cosa ve ne pare?=)
Se voleste lasciare una recensione ve ne sarei grata... Ci vediamo alla seconda parte se avete gradito! ☺

Per correttezza nei confronti delle lettrici (che ringrazio!) ci tengo ad inserire le recensioni che mi avevano fatto anni or sono (20120) nella vecchia edizione, che ho deciso di cambiare perché avevo messo insieme a questa breve FF (come primo capitolo) una song-fic che tratta dello stesso momento, sempre dal punto di vista di Ginny… E col senno di poi, lo cosa non aveva senso e questo mi disturbava alquanto ;)
Ho inserito anche i titoli dei capitoli.

Isidar

Maltrerio: ahi, ahi, ahi... ebbene si, sei riuscita a farmi piangere!!!
è di una bellezza struggente. mi ha messo un'ansia incredibile e folle.
george che si agrappa a lei. ron ed hermione che si terrorizzano al solo pensiero di averlo lasciato solo. neville che ha ingenuamente dato retta ad harry. il tutto condito con il tuo stile perfetto!
wow, sei molto ma molto brava e ti rinnovo i complimenti che sono meritatissimi!!!
brava, brava e ancora brava!!!
ciao, Dafne.

Payton: Anche se ho poco tempo, volevo proprio leggere questa storia. Per ora, ho letto solo i primi due capitoli, ma sicuramente andrò avanti, perché è molto interessante.
Ho trovato decisamente questo secondo capitolo, a dire il vero.
Il primo è molto simbolico è significativo, ma, ad un certo punto, tutte quelle metafore - pur belle che siano - stancano e confondono, facendo perdere di vista il punto principale della storia, ovvero la scomparsa di Harry.
L'inzio è molto bello, quando descrivi la forza di Ginny, ma poi il testo diventa - secondo me, sia chiaro - troppo intricato.
Questa parte 1, invece, è toccante e scorrevole.
Descrivi molto bene le sensazioni dei personaggi, ed in particolare mi è piaciuta la parte in cui descrivi le facce di quelli a cui Ginny chiede di Harry, che esprimono sollievo o dolore in base alla loro 'natura'. è molto bella.
Il dolore di Ginny è intenso, e si percepisce molto chiaramente, brava!
Il prima possibile, leggerò il resto.





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Capitolo 2
*** L'Esercito di Silente ***


L'altro volto della Battaglia 2
L’Esercito di Silente

Ginny perse la cognizione del tempo.
Cercò di rifugiarsi nel nulla. O sarebbe annegata nei propri pensieri, sommersa insieme dall’ansia che le attanagliava lo stomaco, dalla paura che le sue speranze si rivelassero mere illusioni, e dai suoi sogni, forse non ancora infranti.
Se si fosse lasciata trasportare nell’abisso dei suoi pensieri, avrebbe perso ogni briciolo di determinazione che ancora sopravviveva in lei.
Percepiva le presenze di Ron, Hermione e Neville al suo fianco, e la memoria del loro tacito accordo era tenuta viva dalla loro reciproca vicinanza.
E poi, la sua bolla di certezze scoppiò con prepotenza.
Svanì rapidamente, quando quella voce spaventosa e foriera di morte rimbombò in ogni angolo della Sala.
"Harry Potter è morto."
La voce di Lord Voldemort esprimeva lapidaria convinzione.
La mente di Ginny si svuotò, incapace di elaborare la notizia.
"È stato ucciso."
Ginny sentì una certezza rabbiosa farsi strada in lei.
No, non è stato ucciso. TU, l’hai ucciso.
"Stava fuggendo, per mettersi in salvo mentre voi davate la vita per lui."
Ginny poteva vedere con la mente il ghigno crudele del Signore Oscuro.
Ma finalmente poté nuovamente far rifiorire le sue speranze: Voldemort stava mentendo.
Questa certezza si radicò in lei con tale veemenza che un sorriso le apparve sulle labbra.
Stava mentendo.
Harry non fuggiva.
E quindi Harry non era morto.
Sentì il bisogno di ripeterselo un’altra volta.
"Harry non è morto."
I quattro si strinsero la mano quasi con violenza, mentre insieme si avviarono verso l’ingresso, seguendo la figura anziana di Minerva McGranitt, ignorando le parole di pace di Voldemort, le sue offerte di perdono e salvezza.
Il fetore della menzogna si sentiva anche a quella distanza, e la sua ignoranza del perdono si toccava con mano.
Le porte di Hogwarts si spalancarono, e loro si riversarono nel parco.
I loro occhi vagarono sulle terrificanti fila dell’esercito del Signore Oscuro, sui suoi giganti colossali.
Poi, tutto accadde in un istante.
Un no straziante dilaniò l’aria della notte, e i loro occhi si posarono sul cadavere riverso dolcemente tra le braccia del Mezzogigante singhiozzante.
La bocca di Ginny emise un grido che non avrebbe mai pensato di poter liberare.
Gli urli disperati di Ron ed Hermione, così come il disarmante silenzio di Neville, fecero tornare a galla tutti i pensieri peggiori, quelli che aveva recluso insieme alle sue speranze più sincere, ormai corrose per sempre.
Sentì la folla attorno a loro scalpitare rabbiosa, irata, incredula.
"SILENZIO!"
I singhiozzi le si arrestarono in gola.
La mano di Ron strinse la sua con violenza.
Quella di Neville sfuggì dalla debole stretta delle proprie dita.
Le sembrava di essere diventata spettatrice della vita altrui.
Stava respirando?
Non era in grado di capirlo. Non aveva più il controllo dei suoi muscoli. Non aveva più la percezione del proprio corpo, se non della sua mano saldamente stretta in quella del fratello, e di quei singhiozzi trattenuti forzatamente e controvoglia nella sua gola.
Se le avessero detto che era morta, ci avrebbe creduto senza indugio.
La padronanza di sé era il ricordo di un’altra vita.
"… Lo capite adesso, illusi? Non è mai stato altro che un ragazzo che contava sul sacrificio degli altri!"
Lei si sarebbe sacrificata eternamente, per lui.
Poi bastò una frase, per rompere il suo incantesimo.
"Ti ha sconfitto!"
Ron distrusse quel falso silenzio con il suo grido deciso.
La folla ritrovò la sua voce e urlò con tutta l’aria che riusciva a carpire, gridò con tutta se stessa la rabbia e il dolore per quella vita spezzata.
Ginny poté singhiozzare libera, e le tornò immediata la percezione del suo corpo. Fu come un’immersione in acqua gelida.
E sentì qualcosa scalpitarle dentro, con prepotenza.
Le parole di Voldemort non avevano più presa su di lei.
Non avevano più presa su nessuno di loro.
Erano lasciate scivolare senza indugio nell’oblio, senza che venisse data loro la possibilità di attecchire, germogliare.
Nessuno avrebbe mai creduto che Harry Potter fosse scappato di nascosto per mettersi in salvo.
Questa era la sua nuova certezza, e la fece crescere dentro di lei fino quasi ad esplodere.
Nessuno l’avrebbe tradito.
Nessuno si sarebbe arreso. Non più.
E Neville, piegato contro la propria volontà davanti al più grande mago oscuro di tutti i tempi, lo stava testimoniando senza indugi.
"Mi unirò a te quando l’inferno gelerà."
Calde lacrime solcarono il volto di Ginny. Le prime lacrime di commozione, tra le tante che aveva pianto quella notte.
"Esercito di Silente!"
Gridarono il loro ardore con anima e corpo, e il boato che scaturì dalla loro comunione di voci e spiriti si innalzò sopra ogni cosa, sovrastando le loro figure, i loro pianti, le loro paure; scardinando gli inutili incantesimi tacitanti con cui si erano proposti di tenerli a bada, senza in realtà riuscirvi.
Pochi minuti dopo, le urla di Neville lacerarono l’aria, colme di fisico dolore.
E regnò il caos sopra ogni cosa.

*****


Grazie mille a tutti i temerari che hanno scelto di passare al secondo capitolo! ☺

Come nel primo, allego le recensioni del passato.

Isidar

Nb: la maggior parte delle frasi pronunciate dai personaggi sono citazioni di “Harry Potter e i Doni della Morte”, per tanto non mi appartengono

Maltrerio: bella, bella, super bella, bellissima!!!
si la battaglia è meravigliosa e tu la stai descrivendo in modo sublime.
ginny deve aver provato veramente tutte queste sensazioni.
per lei deve essetre stato tremendo e tu sei stata perfetta nello descrivere tutto ciò!!!!
grazie per i complimenti che mi fai, sei troppo buona!!!
leggerò più tardi le altre tue storie, quindi a presto,
ciao, Dafne.

Hotaru_Tomoe: Bellissimo capitolo, hai reso in modo splendido il contrasto fra le subdole bugie di Voldemort e la fede incrollabile di Ginny e di tutti coloro che conoscenvano bene Harry: neanche per un attimo si fanno scalfire dal dubbio che le cose possano essere andate come dice Voldemort, hai dato un'immagine molto coraggiosa sia di lei che di Neville.

Payton: Per prima cosa, hai perfettamente indovinato: il fatto che ci sia Neville, il suo muto silenzio prima di agire - che trovo straordinariamente IC - mi hanno emozionata da morire. Ho pianto Isidar, e mentre commento sto asciugando le ultime lacrime.
Non solo Neville(**), ma anche Ginny mi ha scossa. Ginny che sa che Harry non scapperebbe mai e quindi crede che sia vivo. Ginny che si abbandona, per un solo istante, alla cruda realtà del corpo di Harry 'senza vita'. Ginny che sa, nonostante tutto, che Harry non può essere scappato e che urla 'Esercito di Silente' con tutto il suo dolore. Ginny, lei - IC, vera! - ed il suo amore, mi hanno scaldato il cuore. E gelato la faccia con le lacrime! xD
Non so davvero cosa dire, è splendida, non ci sono altre parole.
è la storia su Ginny migliore che io abbia letto, e posso dirlo con assoluta certezza.
Al prossimo capitolo, Payton


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Capitolo 3
*** L'Uomo che è sopravvissuto ***


L'altro volto della battaglia 3
L’Uomo che è sopravvissuto

La guerra era ripresa, più rabbiosa di prima.
La mole dei giganti, assieme alla loro prepotenza, costrinse entrambi gli schieramenti a ripiegare nel castello.
E la Sala Grande divenne il campo di battaglia.

Avevano perso.
Questo lo sapevano. Nessuno aveva voglia di illudersi.
Avevano perso, perché per quante perdite potessero infliggere a quel nemico così potente, il suo capo sarebbe rimasto invincibile.
Avevano perso, ma nessuno desiderò più la resa.
Piuttosto, avrebbero preferito la morte.

Eppure, incredibilmente, inspiegabilmente, qualcosa stava cambiando.
Stavano avendo la meglio.
I Mangiamorte erano poco più che topi in trappola sommersi da un ardore indicibile.
Quella notte, ognuno di quei combattenti sarebbe stato capace di estrarre la spada ornata di rubini dal Cappello Parlante.
Perché quella notte ognuno sarebbe stato un degno erede di Godric Grifondoro.

**

Ginny era assetata.
Non sapeva come descrivere altrimenti le emozioni che le devastavano corpo e mente.
Era assetata di vendetta.
Assetata di fervore.
Assetata di speranza.

Ed era disperata.
D’una disperazione sorda, gonfia, che colmava ogni briciola del suo essere e traboccava senza freno.
Una disperazione che animava la sua bacchetta, facendola muovere rapida ed implacabile.

Si trovarono vicine quasi per caso.
I grandi occhi di Luna la guardarono dolcemente.
L’incantesimo con cui aveva tramortito Carrow, nella Casa dei Corvonero, era stato il suo primo schiantesimo.
Adesso, non le sarebbero bastate tutte le dita delle mani per tenere il conto.

Ginny non aveva mai visto un simile sguardo sul volto di Hermione.
Uno sguardo assassino.

Qualcun altro si trovò vicino a loro per caso.
Rise freddamente, spietata.
Le fronteggiò, tracotante e spavalda.
Non sapeva cosa volesse dire sfidarle.
Perché non sapeva cosa fosse l’amore di una madre.
Nella sua ignoranza, non poteva immaginare che sarebbe riuscito là dove tre giovani streghe stavano fallendo.

Ginny vide un fiotto di luce verde sfiorarle il viso bagnato di lacrime e sudore.
Pensò ad Harry. Pensò a Fred.
Il sapore della morte divenne quasi dolce. E smise di temerla.

Guardò sua madre duellare come mai avrebbe immaginato fosse capace.
Capì che Bellatrix non avrebbe potuto nulla, contro di lei.
La sentì ridere di un riso senza calore.
E la vide cadere al suolo, cadavere.

Fu questione di pochi attimi, ma sembrarono infiniti.
Poi, il fruscio di un Mantello.

E finalmente, la Luce tornò a splendere, inondandoli, illuminandoli.

Ricordò le parole che aveva pronunciato nemmeno un’ora prima, quella notte.
Io mi fido di lui. Ce la farà. Deve.
Ce l’aveva fatta. Ce l’aveva fatta per davvero.

Il bambino era diventato uomo.
L’-Uomo-Che-È-Sopravvissuto.

Il mostro era tornato uomo.
Semplicemente, Tom Riddle.

Colui-che-non-deve-essere-nominato non esisteva più.
Il Signore Oscuro non esisteva più.
Lord Voldemort era tornato ad essere un bambino scoperto a rubare giocattoli ai compagni dell’orfanotrofio.

Un bambino spaventato, nulla di più.
Che non riusciva a capire dove avesse fallito.
Sputava parole nel tentativo di darsi forza.

Ma era solo, oramai.
E lo sapeva, pur non riuscendo ad ammetterlo.
Solo, davanti all’uomo che gli stava offrendo la possibilità di redimersi.
Ma il piccolo bambino mai più sarebbe stato capace di restituire il giocattolo rubato con la forza.

Ginny scalpitò, quando la fredda voce pronunciò quelle parole.
Ron la trattenne fermamente e le mise una mano sulle labbra, serrandogliele.
Scalciò per allontanare il fratello.
Cercò di urlare al mondo, di urlare ad Harry che non era vero.
Voldemort mentiva ancora.
O forse, nella sua cupa ignoranza, credeva veramente in ciò che diceva.
Ma Ginny sapeva che le sue parole erano maledettamente false.
Tentava di divincolarsi, per gridare che lei sarebbe morta per dargli la vita.
Per dire ad Harry che era una menzogna: lei era disposta a sacrificarsi per lui, proprio come sua madre fece una notte di tanti anni prima.
Sarebbe stata lei il suo legame con la vita.

"Ginny, basta" la supplicò Hermione, mentre Ron ancora la tratteneva e Charlie cercava di domarla.
"Hai detto che ci dovevamo fidare di lui. Avevi ragione. Dobbiamo lasciarlo fare, Ginny, lo capisci? Solo lui può compiere questa impresa. Non possiamo interferire.
Credi che io e Ron non daremmo la vita per lui? Non credi che stiamo morendo dalla voglia di frapporci tra loro, facendogli scudo? Ma deve essere lui. E deve essere ora."
Ginny comprese le parole di Hermione.
Smise di far agitare il suo corpo convulsamente, e cercò di riprendere il controllo della sua mente.
Dovevano lasciarlo fare.
Doveva fidarsi di lui, ancora una volta.
Annuì, tranquilla. Ron la lasciò andare con prudenza. Quando fu libera, Hermione la strinse tra le braccia, in un gesto carico di tensione ed affetto, cercando al tempo stesso di non perdere un istante di quell’ultimo duello fatale.

Ginny strinse le mani dei migliori amici dell’uomo che amava.

E attese che la sua Luce brillasse, colmandoli di profonda gioia ed autentica felicità.

E cominciò di nuovo a temere la Morte, perché ora aveva finalmente tutto da perdere.


*****



Che dire, grazie a tutti quelli che dovessero riuscire ad arrivare fino alla fine!
Per chi avesse apprezzato i racconti di questi combattenti, ne potrete trovare altri (di altri combattenti, anche i più disparati e dimenticati!) nella serie “Pensieri di combattenti” ☺

Infine, come sempre allego le recensioni del terzo capitolo. Ne approfitto per dirvi che ho letto scritti di tutte le ultime tre e ve li raccomando ☺

Isidar

Hotaru_Tomoe: Concordo pienamente con te sia su Bellatrix che su Ginny.
Anch'io sto usando Bellatrix come personaggio in una storia e la vedo un po' come te: la sua fedeltà verso il Signore Oscuro supera ogni cosa, sarebbe capace di fare qualsiasi cosa lui le chiedesse, passando sopra ai suoi legami di sangue: credo che la cosa emerga molto chiaramente leggendo il secondo capitolo del Principe Mezzosangue.
E mi piace anche come hai dipinto Ginny, il suo coraggio, il suo amore incondizionato verso Harry, che la porta ad onorare il suo sacrificio. Anche a me quel passaggio del settimo libro non è piaciuto particolarmente (beh, ma posso dirlo in generale di DH) e quindi ho letto con molto piacere la tua interpretazione.
Un bacione e a presto!

Circe: Eccomi qui a leggere la tua storia! Un po' perché me l'hai consigliata, un po' perché sono rimasta stupita della recensione che mi hai lasciato. Perché mai non dovrebbe piacermi, o interessarmi, una storia solo percè è vista dal punto di vista di Ginny? Ho sempre letto tante storie viste dal punto di vista di tanti personaggi. Amo tutti quelli inventati dalla Rowling! Questa storia mi è piaciuta, è scritta bene, i sentimenti sono descritti bene, in maniera approfondita, anche se con poche parole. E tutto mi pare ben equilibrato con la descrizione dei vari avvenimenti! L'ho letta volentieri.
Il fatto che poi io scriva di certi personaggi, mi "obbliga" a descriverli per come sono, per cosa pensano. Mi "calo" nel personaggio, altrimenti che senso avrebbe scrivere, se devo far loro dire o rispecchiare solo la mia opinione?
Come tu hai scelto di "far esprimere" Ginny nella tua storia (e trovo tu lo abbia fatto anche molto bene), io scelgo di "far esprimere" altri personaggi e cerco di farlo al meglio!
ancora brava per questa storia comunque!

Maltrerio: eccomi!!! che tu ci creda o no, io ho pianto. buaaaah, mi hai fatto piangere!!!! ho pianto e non ho recensito pwerchè mi dovevo riprendere, ora che mi sono ripresa e l'ho riletta in modo da evitare tutto il pathos della prima volta (non è che sia proprio riuscita... ma!!!)sono qui a dirti come ho vissuto tutto quello che hai scritto. ti devo anche ringraziare per avermi detto che avevi cambiato titolo e che era finita, che peccato, lo so la recensione è un pò sconclusionata ma non mi sono ancora ripresa bene...
sei stata semplicemente fantastica!!!
grazie per avermi regalato questa bellissima ff.
ciao, Dafne.

Payton: Maledetta donna, sono un fiume in piena di lacrime! ç__ç
Avvertire che era così commovente, no? ç__ç
Non sono riuscita ad aspettare, dovevo leggere subito! xD
"Quella notte, ognuno di quei combattenti sarebbe stato capace di estrarre la spada ornata di rubini dal Cappello Parlante.
Perché quella notte ognuno sarebbe stato un degno erede di Godric Grifondoro."
Questa frase, questa è La frase, è perfetta. Tutti eredi di Godric, e Dio sa quanto è vero!

Perché non sapeva cosa fosse l’amore di una madre.
Nella sua ignoranza, non poteva immaginare che sarebbe riuscito là dove tre giovani streghe stavano fallendo."

Quel pezzo, quando Molly uccide Bellatrix, l'ho sempre adorato, al pari di quello precedente di Neville, e la tua frase è bellissima. L'amore delle madri è più forte di qualsiasi cosa.
Ed è terribile leggere di Ginny che non ha più nulla per cui vivere, che vede la morte quasi come un sollievo. Fa capire quanto grande sia il suo dolore.
Alla fine, quando dici che adesso ha un motivo per vivere, è bellissimo ed emozionantissimo.
Ho adorato anche quando descrivi Voldemort come Ton Riddle bambino che ruba un giocattolo non suo, è una metafora bellissima.
Insomma, mi ripeto, la tua storia è splendida, non c'è altro da dire.
Immagino che il mio commento sarà un po' confuso, ma sono emozionata quindi sto scrivendo d'impulso! xD
Bellissima, tocca il cuore. Complimenti!
Payton
ps= hai scritto su Narcissa e Bella? Voglio leggere, come si intotola?
 


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