Brotherhood

di uri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: la fine e l'inizio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Prologo: la fine e l'inizio ***


 

Salve a tutti!!

Rieccomi con una nuova storia su Inuyasha, anche se avrei altre storie da finire * lo dice sussurrando *. Questo è solo il prologo, la vera storia inizierà nel primo capitolo che spero di postare presto. Comunque non dovrebbero esserci problemi perchè l'ho già praticamente finito, devo solo riguardarlo. La prima parte del prologo è ispirata, e segue anche un po' la trama, del film “Inuyasha e la spada del dominatore del mondo” (chi non ha visto questo film vada a vederselo perchè è bellissimo!). Ho messo OOC per sicurezza, soprattutto per Sesshomaru. Un'ultima cosa: in questa storia vengono inseriti termini giapponesi, che credo voi ne conoscete il significato (comunque se non lo sapete ditemelo).

Buona lettura!!!!!

 

Brotherhood

 

Prologo: la fine e l'inizio

 

Il freddo che aveva pervaso il suo corpo svanì all'improvviso, così come il buio perenne, e al suo posto un grande calore la circondò.
Aprì lentamente gli occhi e quel che vide furono fiamme e un uomo. Non un uomo qualsiasi ma il suo amore, il suo guerriero, il suo demone. Si mise lentamente a sedere e il demone le mise sulla testa e sulle spalle una veste rossa. Poi si accucciò accanto a lei, stringendola.
Il momento finì quando fece la sua comparsa Takemaru Sestuna, l'uomo che le aveva tolto la vita. Lei strinse forte contro il petto il suo bambino. Il demone si alzò in piedi, portandosi avanti per proteggerla e sfoderò la spada dalla fodera che aveva sulla schiena. Intanto Takemaru stava avanzando tra le fiamme, che vorticavano intorno a lui, con la spada in mano. Il demone era pronto ad attaccare, ma prima sussurrò un nome.
Inuyasha.
Izayoi guardò il bambino, ripetendo il nome. Poi, spronata dal suo amato, fuggì da quel luogo pieno di fuoco. Allontanatasi abbastanza, guardò indietro e vide il castello crollare, portandosi con sé l'amore della sua vita. Le lacrime bruciavano agli angoli degli occhi, rendendo la visione tremolante e appannata. Il piccolo tra le sue braccia iniziò a piangere e a muoversi, forse avvertendo che qualcosa di terribile era appena accaduto. Lo strinse a sé cercando di calmarlo, trasmettendogli il suo calore.
Si voltò, pensando a dove andare ora visto che la sua casa era distrutta e non possedeva più niente. Sempre cullando il suo Inuyasha, iniziò a camminare lungo un sentiero costeggiato da un fiumiciattolo. La luna piena si rifletteva nell'acqua limpida, che scorreva silenziosamente.
Izayoi procedeva a piccoli passi, cercando di non pensare al gelo che sentiva ai piedi. Non sapeva dove andare. Era sola con il suo bambino. Quella creaturina ora dipendeva da lei e lei non sapeva fare altro che continuare a camminare, pregando intensamente di incontrare un villaggio o qualcuno che la potesse aiutare.
Si fermò un attimo per schierarsi le idee e per dare attenzione ad Inuyasha, che ora si lamentava con maggior forza. Forse aveva fame. Se fosse stata ancora nel suo castello, una balia avrebbe provveduto a sfamare suo figlio perchè lei era una principessa e non poteva allattare come una mucca. Il decoro e la sua posizione non l'avrebbero permesso. Ma ora avrebbe avuto importanza?
Si sedette su un masso, posto sul ciglio del sentiero, e timidamente si slacciò leggermente l'obi per allargare il kimono. Avvicinò la tetta dolorante alla boccuccia del bambino che si attaccò subito, succhiando il prezioso liquido. La meravigliosa e forte sensazione che provò le fluì nel cuore, riscaldandola. Si beò di quel legame fino a che Inuyasha, sazio, non si addormentò. Izayoi lo cullò teneramente, ammirando il suo visetto paffuto, con i lineamenti così simili al suo amato demone.
Cercando di fare più piano che poteva, si risistemò il kimono , si alzò e riprese il suo cammino. Tuttavia fece solo pochi passi che si arrestò di botto. Davanti a lei, una figura maestosa era illuminata dalla luna. I lunghi capelli argentei, che arrivavano fino ai fianchi, erano sciolti. Alcune ciocche erano portate indietro, acconciate in una treccia. Il volto era un perfetto ovale, occhi ambrati dalle lunghe ciglia, naso dritto e labbra sottili. Sulle guance due striature di colore viola indicavano la sua natura demoniaca. Indossava un kimono di colore grigio chiaro sfumato, con una fantasia floreale in vari toni di azzurro e blu. L'obi era decorato come il kimono e al fianco portava una spada. Il particolare che colpì Izayoi fu la mezza luna crescente posta sulla fronte della demone. La guardò meglio e vide altri particolari che la convinsero sempre di più. La somiglianza era evidente. Era sua figlia.
<< Izayoi-hime! >> la chiamò la demone, facendola sobbalzare. La voce gentile ma forte aveva un tono sensuale. << Non abbiate paura di me. Non è mia intenzione farvi del male. Sono qui per condurvi in un luogo sicuro, un luogo in cui il piccolo potrà crescere. >>
Calde lacrime scivolarono sulle guance della donna ed un enorme sollievo le scosse il corpo. La demone le si avvicinò e delicatamente le asciugò una lacrima, sfiorando la pelle con gli artigli. Poi il suo sguardo cadde sul piccolo Inuyasha che dormiva beatamente, ignaro di tutto. La demone sorrise. Poi si voltò ed iniziò a camminare, facendole segno di seguirla.
La neve intanto continuava a cadere, ricoprendo lentamente tutto il resto.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

 

 

 

Una gattina a due code con grandi occhi rossi stava inseguendo una farfalla che svolazzava tra i fiori. L'orecchio si mosse involontariamente, captando la voce della sua compagna e, con pochi scatti, le salì sopra la spalla, strusciando il musetto contro il suo viso. Sango l'accarezzò dolcemente.
Intanto, lì accanto, Inuyasha sbucò dal pozzo Mangiaossa, tenendo in spalla il grande zaino giallo di Kagome, appena tornata dopo una difficile verifica di matematica.
<< Uffa Inuyasha! Non occorreva che venissi a prendermi, sarei tornata domani! >> sbuffò la ragazza, stizzita di non poter stare a casa qualche giorno in più.
<< Ti ho già permesso di andare a fare quella stupida cosa. Abbiamo già perso abbastanza tempo. Dobbiamo recuperare i frammenti della sfera prima di Naraku. >> sbraitò il mezzo demone.
Miroku cercò di rabbonirlo ma senza successo. Inuyasha scrollò le spalle ed iniziò a camminare in direzione del villaggio Musashi per recuperare la bicicletta di Kagome e finalmente partire. Il gruppo lo seguì. Arrivati al villaggio, salutarono velocemente la vecchia Kaede e partirono senza perdere altro tempo, se non altro per non far irritare ancora di più Inuyasha, che si sapeva quanto era intrattabile quando era arrabbiato.
Percorsero uno stretto sentiero che si snodava attraverso il bosco.
Ad un tratto l'hanyo si fermò. Annusò l'aria e con sguardo serio disse: << Sento odore di sangue. >>
Prese la bicicletta e se la mise in spalla, mentre Kagome saliva in groppa a Kirara insieme a Sango e Miroku. Iniziarono a correre in direzione dell'odore, tenendo gli occhi bene aperti per notare qualsiasi cosa. Inuyasha storse il naso, l'odore di sangue era sempre più forte mano a mano che proseguivano.
Arrivati, videro una ragazza che sorreggeva un uomo ferito poco più grande di lei. Dietro di loro due demoni dall'aspetto felino, simili a leoni o pantere, cercavano di azzannarli.
L'hanyo sfoderò la sua spada, Tessaiga, e con un balzo si mise in mezzo. Con un fendente riuscì ad ucciderne uno, cogliendolo di sorpresa, mentre gli altri due riuscirono a schivarlo. I ruggiti dei demoni rimbombavano nel bosco. Le due pantere fecero un balzo puntando Inuyasha, ma uno di loro venne scaraventato contro un albero da un enorme boomerang.
Nel frattempo Kagome stava aiutando la ragazza a sorreggere l'uomo e li condusse lontano dallo scontro. Fece appoggiare il ferito contro il tronco di un albero. Dalla ferita al fianco stava sgorgando sangue. Kagome aprì lo zaino giallo, cercando la cassetta del pronto soccorso. La ragazza aveva le guance rigate dalle lacrime. L'uomo provò a consolarla e a tranquillizzarla, cercando di mascherare il dolore con sorrisi e ripetendole che andava tutto bene. Kagome iniziò a trafficare con le bende, tentando di fermare il sangue con un panno.
Intanto Inuyasha riuscì ad eliminare la seconda pantera, tuttavia la terza, spaventata dalla forza del nemico, scappò nell'oscurità del bosco. Il mezzo demone rifoderò la spada.
<< Non riesco a fermare il sangue! >> richiamò l'attenzione Kagome.
Miroku analizzò la ferita.
<< Gli artigli dovevano essere avvelenati. >> sentenziò.
La ragazza scoppiò a piangere definitivamente, stringendosi all'uomo e seppellendo il viso nell'incavo del collo.
<< Allora cosa facciamo? >> chiese Shippo.
<< E se lo portassimo da Jinenji? Lui è un maestro nel curare i veleni. >> propose Sango, salendo in groppa a Kirara.
Tutti acconsentirono. Kagome cinse gentilmente le spalle della ragazza, che si scostò dall'uomo e la seguì docilmente, mantenendo però lo sguardo fisso su di lui. Sango l'aiutò a salire.
<< Inuyasha, tu porta lui. >> disse Miroku, indicando il ragazzo.
L'hanyo sbuffò flebilmente e se lo mise sulle spalle. Quando tutti furono pronti e Kagome ebbe nascosto bene la bici e lo zaino, stando bene attenta a prendere i frammenti della sfera, partirono verso la dimora di Jinenji.
Giunsero al calar del sole. Subito si precipitarono dentro la capanna, facendo prendere un colpo alla vecchia mamma.
<< Ma tu sei Kagome! >> si accorse la vecchia, abbassando la scopa.
<< Signora! Jinenji è in casa? Abbiamo bisogno del suo aiuto! >> disse Kagome, indicando il ferito sopra la schiena del mezzo demone.
La vecchia si mise subito a chiamare il figlio, mentre indicava ad Inuyasha di deporre l'uomo sul giaciglio. Pochi minuti dopo, Jinenji fece capolino dalla porta e si accucciò per analizzare la ferita. Pronunciò strani nomi alla madre, che corse nella stanzetta adiacente e tornò con un'erba dalle foglie a lancia. Jinenji la prese e la pestò in un mortaio, riducendola in poltiglia. Poi l'applicò sulla ferita dell'uomo, che stava per perdere conoscenza a causa del veleno. Il mezzo demone finì di bendarlo e lo coprì con una coperta.
<< Ecco fatto! >> esclamò con la sua voce cavernosa << Domani mattina dovrebbe stare meglio. >>
La ragazza si avvicinò maggiormente al giaciglio.
<< Grazie! >> disse con gli occhi lucidi, guardando tutti e accarezzando i capelli dell'uomo, che si era addormentato. La voce ancora impastata dal pianto.
<< Allora..... >> iniziò Inuyasha, mettendosi a sedere a gambe incrociate e poggiando la spada sulla spalla << Si può sapere che cosa volevano quei demoni da voi? >>
<< Prima di tutto come vi chiamate? >> si intromise il monaco.
<< Atsuko e lui è il mio promesso sposo Sasuke. Stavamo passeggiando per il bosco alla ricerca di frutti spontanei, quando dal nulla sono sbucati quei tre demoni. Hanno ferito Sasuke che stava cercando di protteggermi e continuavano a ripetere qualcosa, guardandoci famelicamente e quasi sogghignando. >>
<< Che cosa ripetevano? >> chiese Sango.
La ragazza scosse il capo.
<< Non ho capito, anche perchè più che dirlo con voce umana sembrava di più un ringhio. >>
La vecchia appoggiò una coperta sulle spalle di Atsuko e le porse una tisana di erbe, dicendole che doveva riposarsi. Finito di bere, si coricò accanto al suo amato.
Il grippo si spostò in un angolo della capanna per non disturbare il loro sonno.
<< Credete si tratti di Naraku? >> domandò la sterminatrice.
<< Perchè avrebbe voluto attaccare Atsuko e Sasuke? >> ribattè Kagome non trovando un nesso.
<< Inuyasha, tu cosa ne pensi? >> chiese Miroku.
L'hanyo stette in silenzio qualche minuto, rimuginando sulla presenza delle pantere.
<< Io non credo che centri Naraku questa volta. >>
<< Che intendi dire? >>
<< Bhè! I demoni in questione erano pantere....... >>
<< Pensi che si tratti ancora del clan delle pantere? >> domandò Kagome.
<< Ma non se ne erano ritornate a casa? >> disse Shippo.
<< Più che altro, l'ultima volta avevano preso di mira te e Sesshomaru. Perchè ora attaccare persone a caso? >> ragionò Miroku.
<< Non lo so. >> rispose Inuyasha con sguardo serio, tutta quella storia non gli piaceva.

 

 

Un demone rospo con uno strano bastone stava guidando un drago a due teste. Questo si muoveva lentamente: non voleva svegliare la dolce bambina addormentata sulla sua groppa. Alla testa del gruppo, un demone dai finissimi capelli argentei camminava attraverso un prato dall'erba alta.
Si fermò, fiutando qualcosa nell'aria. Alzò il volto verso il cielo, gli occhi dorati puntati sulla grande luna piena. Una figura scura dalle sembianze canine volava insieme a due piccole figure.
<< Che cosa succede Sesshomaru-sama? >> chiese Jaken, notando che il suo padrone non accennava a proseguire.
Scrutò il volto del demone, indietreggiando vedendo la sua espressione. Il volto di Sesshomaru era una maschera dura. Qualcosa di terribile stava per accadere.

 

 

L'aria frizzante del mattino penetrò dalla porta aperta della capanna di Jinenji. Quest'ultimo stava controllando la ferita di Sasuke: la poltiglia era stata assorbita quasi del tutto, eliminando il veleno. Il mezzo demone pulì la ferita e cambiò le bende. Intanto Kagome e gli altri si stavano congedando da Atsuko, che li ringraziò ancora una volta per averli aiutati e salvati.
D'un tratto Miroku prese le mani della ragazza tra le proprie, nella solita posa. Sango iniziò a fulminarlo con occhi di fuoco, anche con una donna promessa doveva provarci. Ma al contrario di quanto tutti stessero pensando, Miroku non aveva nessuna di quelle intenzioni. Infatti, una volta lasciate le mani della ragazza, quest'ultima si accorse che il monaco le aveva lasciato un sacchettino contenete delle monete.
<< Non posso accettare! >>
<< Dovete! Per far ritorno a casa. >>
Atsuko si inchinò, ringraziando.
Il gruppetto uscì dalla capanna, salutando gli occupanti. Dopo essersi allontanati, Shippo salì sulle spalle di Miroku.
<< Credevo che le avresti fatto la proposta. >>
<< Avete così poca fede in me!? >>
Nella mente di tutti si formulò un unico pensiero: “visto i precedenti, si”.
<< Non avrei mai fatto una cosa del genere. In fondo è quasi una donna sposata. >> rispose serio.
Il silenzio calò fino a che Kagome non lo infranse.
<< Ora che si fa? >>
<< Che domande! Si va a cercare Naraku! >> rispose con forza Inuyasha.
<< Bisogna recuperare lo zaino e la bicicletta. >>
<< Scordatelo! Visto che siamo già qui, non ha senso tornare indietro. >>
Quindi procedettero verso nord, cercando di recuperare qualche informazione su Naraku.
<< Per quanto riguarda i demoni pantera, vuoi investigare? >> chiese Miroku, rivolgendosi all'hanyo.
Questo stette un attimo in silenzio, pensando sul da farsi.
<< Mha! Per ora lasciamo perdere. >>
Gli altri annuirono e proseguirono il viaggio. Inuyasha era pensieroso. L'attacco delle pantere lo avevano scombussolato, soprattutto il sapere che erano ricomparse. In passato i demoni pantera avevano attaccato lui e Sesshomaru per vendetta, ma avevano sistemato la situazione. Avevano ucciso il generale e le pantere se ne erano tornate a casa propria. Ma allora da dove saltavano fuori queste? E soprattutto cosa stavano cercando?
Mentre stava analizzando il fatto, il suo naso captò un odore familiare. Poi una forte aura demoniaca lo attraversò. Il gruppo si fermò e si mise in posizione di combattimento.
<< E' Naraku? >> chiese Sango, stringendo più forte la fascia del suo boomerang.
<< No, non è il suo fetore quello che sento. Assomiglia molto all'odore di Sesshomaru. >> rispose Inuyasha, pronto a sguainare Tesssaiga.
<< Ma se fosse lui, che motivo avrebbe di nascondersi? >> disse Miroku.
Kagome strinse a sé il piccolo Shippo, mentre Kirara si trasformava ringhiando.
Inuyasha si guardò intorno alla ricerca dell'essere che emetteva quella forte aura demoniaca. Forse erano di nuovo le pantere, anche se non gli sembrava. Epoi c'era quell'odore. Era sicuro che non fosse Sesshomaru, come aveva detto Miroku non avrebbe nessun motivo di nascondersi. Lui era più il tipo da scagliarsi subito contro tutti per ottenere quello che voleva.
Alzò il viso verso il cielo e spronò gli altri a fare attenzione: un'enorme ombra si stava avvicinando. La suddetta aveva fattezze canine, ma mano a mano che si avvicinava al terreno mutava in sembianze umane. Quando toccò terra, il gruppo vide una donna con lunghi capelli argentei e occhi ambrati. Aveva tratti simili a Sesshomaru: portamento fiero, sguardo freddo, senso di superiorità e una luna crescente in fronte. Indossava un kimono di un bel blu notte con una fantasia floreale, rosa e bianco, nella parte inferiore delle maniche e della veste. L'obi aveva la stessa fantasia e al fianco sinistro portava una spada. Una coda bianca e fluente appoggiava sulle spalle e ricadeva sulle braccia come uno scialle. Due striature viola segnavano le guance del volto ovale. Lo sguardo, prima puntato a terra, ora era fisso sul volto dell'hanyo. Un leggero sorriso increspò le sue labbra.
Prima di dire o fare qualcosa, due enormi fiamme divamparono ai fianchi della demone. Piano, piano si spensero e al loro posto apparvero altri due demoni. Avevano la pelle scura, con capelli rosso fuoco acconciati in una corta coda di cavallo e occhi gialli come quelli di un gatto. Indossavano una canottiera e pantaloni neri con una fascia bianca in vita.
Inuyasha sguainò Tessaiga e la puntò verso i tre.
<< Chi siete? >>
<< Ma come Inuyasha, non ti ricordi di me? >> chiese la demone, facendo sparire il sorriso.
<< Come fai a conoscere il mio nome? >>
<< Ti conosco. E conoscevo anche tua madre Izayoi. >>
A quel nome il mezzo demone si irrigidì. Chi diavolo era quella demone? Come faceva a conoscere il suo nome e quella della madre?
<< Possibile che nessuno ti ha detto nulla? >> chiese, camminando verso il gruppo seguita dagli altri due demoni.
<< Si può sapere chi sei? >> ribattè Inuyasha sempre più irritato.
<< Il mio nome è Aoi e sono la tua nee-sama. >>

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


 

 

Capitolo 2

 

 

 

<< Il mio nome è Aoi e sono la tua onee-sama. >>
Il gelo calò sul gruppo, erano tutti increduli.
<< Ha detto....... >> iniziò Sango.
<< …...... sorella maggiore?! >> finì Kagome.
Miroku guardò Inuyasha, preoccupato per la sua reazione. Il mezzo demone non accennava a nessun movimento, era come pietrificato. Lei era sua sorella? Da quando aveva una sorella? Non ne sapeva niente lui, nessuno gli aveva mai detto. Pensò che fosse tutto uno scherzo, architettato per mandarlo in confusione, ma la somiglianza stretta della demone con Sesshomaru gli fece scartare l'idea appena gli si affacciò nella mente.
Non sapeva più a cosa appigliarsi. Decise di concentrarsi sul volto perfetto di Aoi. Su i suoi occhi, uguali ai suoi.
Quelle splendide gemme dorate........le aveva già incontrate.
Sbatté le palpebre e fu come un flash, un ricordo nascosto in un angolo della memoria.
Era un bambino e guardava gli altri bambini del villaggio giocare con la palla. Anche lui voleva unirsi al loro gioco. Si avvicinò, ma, appena lo videro, smisero di giocare e abbandonarono la palla, che rotolò fino a scontrarsi contro il muro di una capanna. I bambini se ne andarono senza neanche guardarlo. Il piccolo Inuyasha corse a prendere la palla, intorno a lui non c'era più nessuno.
<< Non badare a loro. >>
Sobbalzò e si girò di scatto. Una bellissima donna, con uno sfarzoso kimono, gli era davanti. Gli occhi dorati brillavano.
Sentì sua madre chiamarlo, mentre si stava avvicinando, e la vide inchinarsi profondamente alla vista della bellissima donna. Questa fece un leggero cenno con il capo, poi come era venuta scomparve.
Il ricordo finì e Inuyasha ritornò al presente
Rifoderò la spada e fece un passo avanti. Gli altri non gli staccavano gli occhi di dosso.
<< Io ti ho già incontrata. >> disse.
Aoi annuì, questa volta sorridendo pienamente. I canini bianchi scintillavano alla luce del sole. Poi si voltò verso i due demoni alle sue spalle.
<< Gin! Jin! Andate a prenderli! >>
I due annuirono contemporaneamente e sparirono in una vampata di fiamme.
Aoi si avvicinò Ad Inuyasha e lo avvolse in uno sguardo dolce. L'hanyo era a disagio, c'erano tante cose che voleva chiederle. Perchè nessuno gli aveva mai detto niente? Perchè si faceva viva solo ora? Dove era stata per tutto questo tempo? Mille domande che aspettavano una risposta. Il turbinio di pensieri fu interrotto dalla demone che si rivolse al gruppo.
<< Voi siete i compagni di Inuyasha? >>
Annuirono, cercando di non dare a vedere che si sentivano fuori posto. Kagome teneva gli occhi fissi su Inuyasha, preoccupata per il suo stato d'animo. Nel frattempo Miroku faceva le presentazioni, indicando con la mano ognuno di loro.
<< Piacere di conoscervi. >> disse rivolta al gruppo, poi il suo sguardo si posò di nuovo sul mezzo demone, << Scommetto che hai numerose domande da pormi. Risponderò a tutte, ma prima spostiamoci in un luogo più comodo. >>
Detto questo si incamminò, facendo segno di seguirla. Attraversarono l'enorme distesa d'erba, fino a giungere all'entrata di un boschetto. Vi si addentrarono e, pochi minuti dopo, giunsero ad una radura. Al centro di essa, delle anatre stavano nuotando in un laghetto, ma, appena si accorsero dei nuovi arrivati, volarono via. I raggi del sole filtravano le foglie dei grandi alberi, creando un gioco di luci e ombre sul terreno.
Aoi si sedette sopra un masso vicino allo specchio d'acqua, lisciandosi le pieghe del kimono. Si sfilò la spada e la mise accanto a sé. Poi fece segno ad Inuyasha di sedersi vicino a lei, ma l'hanyo la ignorò e appoggiò la schiena contro ad un albero. La demone non sembrò prendersela e invitò gli altri ad accomodarsi. Kagome si mise accanto al mezzo demone, sedendosi ai piedi dell'albero, mentre Sango e Miroku presero posto su un altro masso lì vicino. Kirara e Shippo si sistemarono in terra.
<< Ora aspettiamo il loro ritorno. >>

 

 

 

Il demone di fuoco Jin correva veloce alla ricerca delle sue prede. Aoi-sama si era affidato a lui per scovarle e non l'avrebbe delusa. Ampliando i suoi sensi, riuscì a captare l'aurea demoniaca che voleva. Si mosse in quella direzione, seguendo la traccia. Sentì che si erano accorte della sua presenza. Stavano scappando, cercavano di seminarlo. Sorrise malignamente, sapendo che non potevano sfuggirgli.
Gli alberi sfrecciavano velocemente di fianco a lui, fino a che non si diradarono arrivando all'inizio di una montagna rocciosa e impervia. Ormai erano in trappola.
Le prede stavano battibeccando sulla fallimentare fuga, dandosi la colpa a vicenda. Si avvicinò a loro con passo lento, poteva sentire la paura nell'aria.
<< Aoi-sama vuole vedervi! >> ordinò.
Annuirono sconsolate.

 

 

 

Gin e Jin ritornarono nello stesso momento da punti diversi. Inuyasha si accorse della presenza di Sesshomaru alle spalle del primo demone, mentre le due nuove arrivate non le aveva mai viste. Aoi si alzò e andò incontro a Sesshomaru.
<< Outouto! >> esclamò, appoggiandogli le mani sulle spalle e avvicinandosi un poco al suo viso.
Il mezzo demone era incredulo: aveva davvero chiamato Sesshoamru fratellino?!
Anche gli altri erano sbalorditi dalla scena che si stava svolgendo, soprattutto Jaken che si chiedeva chi era quella femmina e come osasse prendersi tutte queste libertà nei confronti del suo padrone. Quest'ultimo non aveva battuto ciglio, limitandosi a guardare la sorella con la sua solita espressione impassibile. Aoi non si scompose per quella accoglienza, sapeva benissimo con chi aveva a che fare, e continuò a sorridergli. Poi si rivolse a una delle due nuove arrivate.
<< Imouto! Non vieni a salutare i tuoi fratelli? >>
Inuyasha sgranò gli occhi: non una, ma due sorelle aveva.
La osservò avvicinarsi agli altri due ed era impossibile dire che non fossero imparentati. Era poco più bassa di Aoi. I capelli, sempre argentati, erano lisi e gli arrivavano poco sotto le spalle. La mezza luna sulla fronte era coperta a sprazzi dalla frangetta. Gli occhi erano dorati e due striature cobalto le ornavano le guance. Indossava un kimono corto fino a metà coscia color panna, decorato con fiori arancioni e foglioline verdi sparse per tutto l'abito. L'obi era dello stesso colore dei fiori e al fianco portava una spada. La coda fluente era appoggiata sulla spalla sinistra.
Salutò flebilmente entrambi. Aoi fece cenno ad Inuyasha di avvicinarsi, il quale l'accontentò titubante. La demone gli circondò le spalle con un braccio ed esclamò: << La nostra riunione di famiglia può avere inizio! >>
Tutti si voltarono a guardarla. Sesshomaru le rifilò un'occhiataccia, mentre la sorella ancora senza nome nascose il viso tra le mani in segno di disperazione.
Inuyasha non sapeva cosa pensare della situazione. Non aveva ancora ben assimilato e rielaborato tutto quello che era successo. Si sentiva confuso all'ennesima potenza: insomma aveva da poco scoperto di avere due sorelle!
Aoi lo spinse verso la seconda sorella.
<< Questa è tua sorella maggiore, Tsukiko. >> gliela presentò e poi lo fece girare verso la ragazza ancora sconosciuta, << E lei è Sheru. >>
Sheru lo salutò con una mano. Il viso tondo era incorniciato dai capelli celesti, acconciati in due alte code che le arrivavano fino a metà schiena; gli occhi erano di colore indaco.
Indossava un kimono corto color lillà, con un obi di un viola più scuro.
Jaken era senza parole: il suo padrone non gli aveva mai detto di avere delle sorelle. Fissò Aoi con i suoi enormi occhi gialli, fino a quando questa non si girò verso di lui. Abbassò subito lo sguardo a terra, quegli occhi dorati erano come quelli del suo padrone, mettevano in soggezione.
<< Non mi presenti i tuoi compagni? >> chiese, rivolgendosi a Sesshomaru.
Lo yokai la guardò per un momento, per poi rivolgere lo sguardo al suo gruppo.
<< Jaken e Rin. >> presentò in breve.
La bambina fece un inchino profondo, seguita a ruota da Jaken.
Tsukiko, alla vista di Rin, sgranò gli occhi: non poteva credere che suo fratello avesse come compagna una bambina umana. Lui che aveva sempre detto di odiarli, che si era scontrato con il suo stesso padre quando aveva scoperto che amava un'umana.
Squadrò lo yokai da cima a fondo, analizzandolo per vedere se ci fosse qualche altro cambiamento. L'occhio le cadde sul braccio sinistro, o meglio notò che gli mancava.
<< Dove è andato a finire il tuo braccio? >>
Aoi smise di guardare Rin, che era arrossita per tutte quelle attenzioni, per concentrarsi sul fratello. Aveva già notato che gli mancava un braccio.
Sesshomaru guardò Inuyasha freddamente. L'umiliazione bruciava ancora. Il mezzo demone rispose con lo stesso sguardo freddo: di certo non si sarebbe scusato per quello che era successo alla tomba del padre.
<< Ebbene? >> domandò la sorella maggiore, esigendo una risposta.
Kagome stava assistendo alla scena in ansia, non sapeva come avrebbero agito le due demoni saputa la verità. Aveva paura che si sarebbero accanite contro di lui in favore di Sesshomaru. La ragazza si avvicinò più che poté all'hanyo per dargli supporto, ma mantenendo una certa distanza per non intralciare la riunione di famiglia.
<< Sono stato io ad amputarglielo, quando aveva cercato di rubarmi Tessaiga. >> rispose infine il mezzo demone.
Il silenzio diventò protagonista nella radura. Nessuno osò emettere un singolo suono, tutti erano in tremenda attesa. Quale sarebbe stata la reazione di Aoi e Tsukiko?
Aoi guardò negli occhi Sesshomaru, ambra contro ambra, un leggero ringhio le salì dalla gola. Il demone resistette ancora qualche secondo, infine abbassò la testa sconfitto. Inuyasha non riusciva a crederci: Sesshomaru aveva piegato la testa!
Tsukiko tirò un sospiro e lasciò andare la mano di Sheru, che finalmente poté risentire il sangue circolare in essa. Anche gli altri presenti erano stupiti dell'accaduto, soprattutto Jaken che non aveva mai visto il suo padrone comportarsi così. Lui non aveva mai chinato la testa di fronte a nessuno.
Lo sguardo freddo di Aoi scomparve, lasciando posto a un flebile sorriso.
<< Sesshomaru. Nostro padre ha dato un ordine preciso per la disposizione delle spade. A Inuyasha Tessaiga e a te Tennseiga. Per caso vuoi disubbidire? >> chiese, calcando sull'ultima parola.
Il demone non rispose, ferito nell'orgoglio dalla predica della sorella. Quest'ultima si girò verso il fratello più piccolo.
<< So quanto outouto possa essere opprimente quando vuole qualcosa, ma questo non ti dava il diritto di tagliargli un braccio. Dovrei punirvi, ma non voglio rovinare il nostro lieto e meraviglioso incontro. Quindi datevi la mano e fate pace. >>
L'espressione che assunsero i due in questione diceva tutto: col cavolo che avrebbero fatto la pace. Sesshomaru cercò di allontanarsi, ma Aoi lo prese per la manica dell'abito e lo trattenne al suo posto. Anche Inuyasha avrebbe voluto andarsene, ma Tsukiko gi stava dietro impedendogli di muoversi.
<< Fa quello che dice, così la finiamo in fretta. >> gli sussurrò la demone.
L'hanyo, però, non aveva nessuna intenzione di seguire il consiglio e incrociò le braccia al petto per sottolineare la sua scelta. Tsukiko scosse la testa, la testardaggine era proprio una caratteristica di famiglia. Aoi non gradì il loro comportamento e assunse uno sguardo truce, rivolgendolo ai fratelli. Inuyasha iniziò a sudare freddo. Lo stomaco cominciò a contorcersi su se stesso, come se volesse trasformarsi in una pallina. Vide che anche l'altro non era del tutto impassibile o estraneo alla sensazione che provava. Infatti una goccia di sudore stava percorrendo la linea che va dalla tempia al mento. Possibile che Sesshomaru avesse paura?
<< Allora? >> chiese Aoi, continuando a guardarli in modo non benevolo.
Inuyasha deglutì. Si avvicinò al fratellastro e alzò una mano, girando in contemporanea la testa di lato. Lo yokai fece lo stesso e, appena le loro mani si strinsero, subito si allontanarono. Aoi sorrise, annuendo soddisfatta. Tutti silenziosamente tirarono un sospiro di sollievo. Pericolo scampato.
Aoi si mise a sedere, invitando gli altri a fare altrettanto. Subito tutti seguirono il suo esempio senza protestare: meglio non farla arrabbiare, quella donna faceva paura.
<< Allora, outouto. >> disse, rivolgendosi a Inuyasha, il quale rimase spiazzato dal modo in cui lo aveva chiamato. Non c'era abituato. Provò una strana sensazione che avvolse il suo cuore, ma non spiacevole.
Anzi era bella e.........calda.
<< Ti starai chiedendo perchè né io né Tsukiko ti abbiamo mai incontrato prima d'ora, giusto? >>
L'hanyo annuì. Finalmente avrebbe saputo la verità.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***




Capitolo 3

 

 

<< Ti starai chiedendo perchè né io né Tsukiko ti abbiamo mai incontrato prima d'ora, giusto? >>
L'hanyo annuì. Finalmente avrebbe saputo la verità.
<< Devi sapere che, dopo la morte di nostro padre, ci furono diversi nemici che volevano impadronirsi dei nostri territori e del titolo di Signore delle terre dell'ovest. Io sono stata occupata a consolidare il potere e a respingerli. Per ora la situazione si è stabilizzata, fortunatamente non ci sono stati più attacchi. E questo è tutto. >>
Inuyasha ascoltò ogni singola parola. Sapeva che suo padre era stato il Signore delle terre dell'ovest, nonché un grande generale, e immaginava che dopo la sua scomparsa ci sarebbero stati dei disordini, come l'attacco del clan delle pantere. Se ben si ricordava, Sesshomaru aveva partecipato alla loro cacciata.
Aoi si girò verso Tsukiko, facendole segno di avvicinarsi. Ora toccava a lei spiegare.
La demone li raggiunse e si mise davanti ai due. L'hanyo la guardò, ansioso di sapere perchè non l'aveva mai vista.
<< Dunque >> iniziò Tsukiko << poco dopo che la relazione tra tua madre e nostro padre venne a galla, intrapresi un viaggio per esplorare altri luoghi insieme a Sheru. A quel tempo non immaginavo minimamente che saresti venuto al mondo, e, anche se fosse successo, ci sarebbe stato nostro padre a proteggerti. Ma poi lui è morto......... Aoi nee-sama mi aveva detto che vivevi in un villaggio insieme a tua madre e pensavo, forse stupidamente, che saresti stato meglio senza che la tua sorella demone fosse venuta a incontrarti. Agli umani non piacciono i demoni. Scusami se non mi sono presa cura di te. >> terminò, abbassando lo sguardo a terra.
Inuyasha riflettè sul racconto della sorella: stranamente non si sentiva abbandonato, dopotutto fino a ieri non sapeva nemmeno della loro esistenza. Inoltre capiva perfettamente che anche loro avevano le proprie necessità. Forse la sua infanzia sarebbe stata più felice con loro accanto, ma era inutile pensarci, non si poteva tornare indietro. L'importante era che non si fossero dimenticate di lui e che abbiano deciso di rincontrarlo, soprattutto era felice che lo considerassero come un fratello, anche se mezzo demone.
<< Ah! Non ha più importanza. >> disse, stringendosi nelle spalle.
Aoi sorrise, cingendo le spalle del fratello con un braccio e stringendolo a sé. Inuyasha arrossì: non era abituato alle dimostrazioni di affetto da parte di parenti.
<< Bene detto outouto! Pensiamo al presente e al fatto che ci siamo ritrovati. >>
Tsukiko alzò la testa e sorrise, felice di essere stata perdonata.
Intanto il sole era già calato da un pezzo e un fuocherello scoppiettante illuminava i volti dei presenti. Aoi si offrì di recuperare la cena, inviando Gin e Jin. I due tornarono poco dopo con pesci e conigli. Kagome e Sango si adoperarono a prepararli e a farli arrostire sul fuoco. Quando fu pronto, tutti si misero a mangiare, tranne Sesshomaru che non toccò nulla. Lui non mangiava il cibo degli esseri umani. Aoi non badò al comportamento scortese del fratello, ormai conosceva il suo carattere. Dette una sua coscia di coniglio al piccolo Shippo. A lei non occorreva nutrirsi tanto, invece il cucciolo di demone volpe doveva cresere se voleva diventare un grande e forte demone. In un primo momento Shippo era un po' esitante, spaventato dalla demone, ma alla fine accettò il pezzo di carne, visto che il suo pesce non era bastato per renderlo sazio.
Quando tutti ebbero finito di mangiare, Aoi disse: << E' ora di andare a dormire. Domani bisogna alzarsi presto, ho intenzione in un posto che sicuramente vi piacerà. >>
Tsukiko rabbrividì impercettibilmente, cosa stava progettando?
Si sistemarono per dormire. Non c'era alcun bisogno che qualcuno restasse sveglio a fare la guardia, solo un pazzo o uno pronto a morire avrebbe attaccato un gruppo contenente così tanti demoni potenti.
Aoi si accoccolò contro una grande quercia, facendo segno ai due demoni di fuoco di raggiungerla. Gin si sistemò accanto a lei, la quale appoggiò la testa sulla sua spalla, mentre Jin si stese per terra, appoggiando la testa sulle gambe di Aoi.
Tsukiko e Sheru li guardarono per un attimo, per poi scollare le spalle. Si sdraiarono a terra supine e poco dopo si addormentarono.
Rin si stese accanto ad Ah-Un che poté riscaldarla grazie al suo corpo caldo; Jaken fece lo stesso dall'altro lato. Sesshomaru si sistemò sul un ramo dell'albero che si trovava vicino al suo gruppo.
Infine, Inuyasha e gli altri si sdraiarono a terra. Kagome stava rimpiangendo il suo sacco a pelo, fortunatamente non faceva tanto freddo e gli alberi riuscivano a coprire a sufficenza la radura dal vento. L'hanyo chiuse gli occhi, curioso di sapere cosa sarebbe accaduto l'indomani.

 

 

 

Un raggio di sole, sfuggito alla tela di foglie,si andò a posare sugli occhi di Inuyasha, mentre uno strano pizzicore si propagava sul suo collo. Veloce, la mano sbatté contro la causa di quel fastidio. Aprì gli occhi, una pulce spiaccicata era sul palmo. La pulce Myoga si riprese velocemente.
<< Signorino Inuyasha! Come sono contento di rivederla! Il suo sangue mi è mancato particolarmente. >>
Il mezzo demone lo prese fra due dita, avvicinandolo al viso.
<< Si può sapere che cosa ci fai qui? >>
Nel frattempo anche gli altri si erano svegliati. Aoi si avvicinò.
<< Myoga-san! E' da tanto che non ci si vede. >>
Il demone pulce, appena la vide, gli si inumidirono gli occhi e con un balzo scattò verso di lei, precisamente verso il suo viso. Ma la demone fu più lesta e lo prese al volo.
<< Aoi-sama! Sono felice di rivedervi! E' passato parecchio tempo dall'ultima volta. >> disse.
<< Cosa la porta qui? >>
<< Niente di che, ero in giro da queste parti. >>
Inuyasha storse il naso, sicuramente c'era un pericolo in vista e il demone pulce voleva una protezione valida. Per un attimo pensò ai demoni pantera, forse avrebbe dovuto menzionarli alla sorella. Tuttavia i suoi pensieri furono interrotti da quest'ultima, che stava chiamando l'attenzione di tutti.
<< Direi di metterci in cammino. Il luogo non è molto lontano, ma vorrei arrivare prima di sera. Naturalmente può venire che lei, Myoga-san. >>
Detto questo iniziò a muoversi, seguita dal gruppo. Myoga salì sulla spalla di Shippo. Uscirono dal boschetto, proseguendo verso ovest. Alla testa della combriccola c'era Aoi, affiancata da Sesshomaru. Di tanto in tanto si lanciavano sguardi, sembrava quasi che stessero parlando attraverso il pensiero. Dietro di loro c'erano Gin e Jin, che non levavano gli occhi di dosso dalla loro signora. Poco più indietro stava Jaken, che guidava il drago a due teste per le briglie, mentre Rin era sulla sua groppa. A chiudere la fila c'era il gruppo di Inuyasha insieme a Tsukiko e Sheru.
Quest'ultima stava osservando lo strano vestiario di Kagome, non aveva mai visto degli abiti così bizzarri. La ragazza sentendosi osservata, si girò verso di lei che le indicò i suoi vestiti. Kagome le disse che era una storia lunga da raccontare, ridacchiando nervosamente.
Intanto l'hanyo si era avvicinato a Shippo, aggrappato alla spalla di Miroku, per parlare con il demone pulce. Voleva sapere perchè non gli avesse detto di avere due sorelle. Da Sesshomaru se lo spettava, anche perchè ogni volta che si vedevano venivano subito alle mani, o meglio alle spade, e poi non avevano proprio un rapporto così stretto e famigliare. Comprendeva più o meno le ragioni di Aoi e Tsukiko, ma ora voleva una risposta dal consigliere di suo padre.
<< Bhè! Non c'è stato mai occasione di parlarne. >> rispose Myoga, non soddisfacendo per niente Inyasha. Sospirò, era inutile arrabbiarsi, sprecava solo energie.
Voltò un po' la testa indietro e vide Tsukiko con un aria concentrata. Si fermò, per poi ricominciare a camminare non appena lo raggiunse. La demone si accorse di lui e gli sorrise.
<< A cosa stai pensando? >> chiese curioso.
Lei indicò la testa del gruppo, precisamente Aoi.
<< Sto cercando di capire cosa le passi per la testa. >> sospirò.
Inuyasha la guardò in modo interrogativo: non capiva perchè era così preoccupata.
<< Senza offesa, ma tu non la conosci bene come la conosco io. Ti posso assicurare che che ha in mente qualcosa che non ci piacerà, lei è............non trovo nenache un aggettivo per poterla definire. >>
<< Di cosa state parlando? >> chiese Sheru, avvicinandosi insieme a Kagome.
Sango e Miroku erano più avanti, ma riuscirono a sentire lo stesso la conservazione.
<< Te lo dico io come puoi definirla: prepotente. >> sussurrò Sheru, non appena l'amica la mise al corrente del soggetto del discorso.
Kagome chiese perchè stavano sussurrando. La demone dai capelli azzurri le disse che non voleva farsi sentire dall'udito finissimo di Aoi.
Tsukiko concordò sull'aggettivo scelto. Inuyasha chiese perchè la definivano così.
<< L'hai visto anche tu. Prima ti chiede le cose in modo gentile, aspettandosi che tu le esegua, poi, quando vede che non è così, ti obbliga a farlo direttamente. Molte volte mi fa paura. >>
Il mezzo demone si chiese come si potesse avere paura di lei, era gentile. Tuttavia si ricordò lo sguardo che gli aveva rivolto, quando si era rifiutato di stringere la mano a Sesshomaru e la conseguenza di esso. Rabbrividì. Si, poteva concedere che facesse abbastanza paura.
<< Scusate, e per quanto riguarda Gin e Jin? >> s'intromise Kagome.
Tsukiko e Sheru spostarono lo sguardo sui demoni in questione.
<< Non sappiamo dove li abbia incontrati. Comunque anche loro non scherzano. >> rispose Sheru.
<< Cavoli Sheru! Sei un demone dell'acqua, dovresti batterli in cinque minuti. >> sbottò l'amica.
<< Sei scema! Mi fanno troppa paura! >> si lamentò l'altra.
<< Aoi e que demoni sembrano molto uniti. >> osservò Kagome.
<< Il loro rapporto è un po'.........ambiguo. >> spiegò Tsukiko, << Certe volte sembrano più amanti che.......signora e seguaci. >>
Decisero di cambiare discorso e iniziarono a chiacchierare del più e del meno, fino a quando non notarono che gli altri si erano fermati. Davanti a loro si presentò uno spettacolo: la natura aveva creato una sorgente termale ai piedi di un monte, facente parte di una lunga catena montuosa. Da una spaccatura del monte usciva l'acqua, formando una piccola cascata, che si gettava nella sorgente sottostante. I vapori dell'acqua calda salivano in alto, perdendosi nell'aria. Tutt'intorno la vegetazione era ricca e rigogliosa, creando uno spazio verde infinito.
Quasi tutti erano estasiati dalla meraviglia della natura, fino a quando l'atmosfera non fu interrotta dalla proposta di Aoi.
<< Facciamoci un bagno insieme. >>
Il silenzio si propagò, interrotto solo per un attimo dallo sbattere della mano di Tsukiko sulla faccia. Lo sapeva che non le sarebbe piaciuta l'idea. Girò la testa verso Inuyasha. Lo vide immobile con gli occhi sgranati, non aveva retto al colpo.
Non ricevendo alcun segnale, la demone decise di intervenire per spronarli ad acconsentire.
<< Forza! Da bambini lo facevamo sempre e Inuyasha non ha mai provato questa esperienza. >> continuò candidamente.
Tsukiko decise di prendere in mano la situazione, prima che Sesshomaru decidesse di saltare al collo della sorella e combinare un macello.
<< Aoi nee-sama. Siamo troppo grandi per fare il bagno insieme. Ci sono cose di loro >> spiegò, indicando i fratelli, << che non vorrei vedere! >> calcando sul “non”.
<< Non c'è mica da vergognarsi, in fondo siamo fratelli. >> continuò imperterrita.
A quel punto Tsukiko, esasperata, decise di liberare la bestia pur di farla desistere da quell'idea assurda. Forse se ne sarebbe pentita, ma in quel momento le sembrò la soluzione giusta.
<< Onii-sama! Diglielo tu! >> pregò Sesshomaru.
Quest'ultimo si avvicinò ad Aoi con passo leggero. Quando le fu vicino, sovrastandola con la sua altezza, le disse con un tono assoluto: << No! >>
Intanto Inuyasha si era ripreso dallo shock iniziale. Scosse la testa in segno di diniego, non avrebbe mai fatto il bagno insieme a Sesshomaru, il solo pensiero lo inorridiva. E il pensiero di fare il bagno con le sorelle, lo imbarazzava. Ora capiva perchè Tsukiko era così preoccupata: da dove l'aveva tirata fuori quell'idea insensata?!
Il sorriso di Aoi scomparve.
<< E dire che da piccolo eri così carino, outouto. Volevi sempre fare il bagno con me e volevi anche che ti pettinassi i capelli. >> disse con sguardo malinconico, mentre passava le dita tra i capelli del demone, che non si scostò da quel contatto.
La sua mente vagava in un passato lontano, quando i suoi fratelli erano ancora piccoli e pendevano dalle sue labbra. Sospirò nostalgica.
<< Vabbé! Se non volete, non vi costringerò. Io vado a fare il bagno, chi vuole può unirsi a me. >> disse infine a tutti.
Questi tirarono un sospiro di sollievo: anche questa l'avevano scampata.
Aoi iniziò a svestirsi senza il minimo pudore, imitata da Gin e Jin. Il resto del gruppo si girò all'istante e si allontanarono un pochino dalla sorgente. Non volevano vedere niente delle sue grazie, anche se a Miroku non sarebbe dispiaciuto. Naturalmente non l'avrebbe mai espresso a voce per paura della reazione di Sango, e anche di Sesshomaru.
Gli ultimi raggi di sole illuminavano il paesaggio, rendendo il cielo di un bel colore arancio. Presto il buio sarebbe arrivato, quindi decisero di andare a raccogliere la legna per accendere un fuoco. Sango, Kagome e Sheru si offrirono di andarla a recuperare, mentre gli altri si accomodarono sul terreno.
Il vecchio Myoga saltellò dalla spalla Di Shippo sulla gamba di Tsukiko, curioso di sapere dove era stata per tutto questo tempo. La demone gli sorrise, raccontando i luoghi che aveva visto e conosciuto durante il suo viaggio. Inuyasha ascoltava interessato il racconto della sorella, mentre il suo sguardo vagava sulla sua figura. Si fermò a guardare la spada che portava al fianco e si chiese se anche la sua era appartenuta a loro padre.
I suoi pensieri furono interrotti dal ritorno delle tre ragazze, che si misero all'opera per accendere il fuoco. Shippo cercò di essere d'aiuto, usando il suo fuoco fatuo, ma il suo intervento non fu un granché. Miroku si fece avanti, strofinando due pietre vicino alle legna. Lo sfregamento produsse delle scintille, che fecero nascere una piccola fiamma, la quale crebbe sempre di più grazie ai soffi del monaco.
Rin si avvicinò al fuoco per riscaldarsi le mani, seguita da Jaken, e si sedette accanto a Tsukiko. Questa la osservò di sottecchi. Non capiva perchè il fratello si portasse appresso una bambina umana. Lo aveva sempre sentito denigrare gli esseri umani e aveva più volte biasimato il padre per essersi lasciato sedurre da una donna umana. Eppure.......eppure aveva lasciato che lei lo seguisse, che lo accompagnasse nel suo viaggio. Spostò per un attimo gli occhi sul fratello, che si teneva lontano da loro, e pensò che un po' le sembrava cambiato. Forse la vicinanza di quella bambina aveva avuto un buono effetto su di lui e questo non poté che renderla felice.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***



Capitolo 4

 

 

 

Mentre Tsukiko rifletteva sul cambiamento del fratello, Aoi si stava godendo il suo bagno nell'acqua termale. Gin e Jin si stavano prendendo cura del suo benessere: il primo massaggiandole le spalle per farla rilassare e l'altro intonando una melodia per rendere il bagno più piacevole.
Aoi chiuse gli occhi, immergendosi di più nell'acqua. Era dispiaciuta di non poter assaporare quel momento con i suoi fratelli. Riaprì gli occhi e girò la testa verso il punto illuminato dal fuoco. Subito individuò le figure dei fratelli e della sorella. Era fiera di come erano cresciuti, veri figli del grande Inu no Taisho. Sorrise. Era sicura che anche il genitore sarebbe stato orgoglioso di loro.
Quando il canto finì, decise di uscire dalla fonte per raggiungere gli altri. I due demoni di fuoco seguirono il suo esempio e le si accostarono per asciugarla tramite i loro poteri, poi la aiutarono a rivestirsi. Quando anche loro furono pronti, raggiunsero il gruppo che stava chiacchierando al fuoco.
Aoi si mise a sedere accanto a Inuyasha, posando la sua spada accanto a sé. Il mezzo demone seguì l'azione e il suo sguardo rimase sulla spada nel fodero. La demone si accorse della cosa e sorrise.
<< Aisuredi. >>
L'hanyo alzò lo sguardo, incrociando gli occhi della sorella.
<< E' il nome della spada. >>
La prese in mano, facendo scorrere le dita sull'impugnatura e su tutta la sua lunghezza, poi la estrasse dal fodero. La porse verso il fratello affinché la prendesse. Inuyasha fece per afferrarla, ma appena la sua mano la toccò, subito la ritirò indietro. Era come se avesse toccato del ghiaccio da quanto era fredda. Riavvicinò la mano, questa volta già sapendo cosa lo aspettava, e la prese. Fece scorrere un dito su tutta la lunghezza, constatando che ogni singola parte di essa era fredda come il ghiaccio. Sembrava quasi che un leggero vapore si sprigionasse dall'arma. Dopo averla analizzata, la dette di nuovo alla sorella che la rimise nel fodero.
<< Era di nostro padre? >>
Scosse la testa.
<< Il nucleo di questa spada è una mia zanna. Nostro padre l'ha fatta creare come un dono per me. >>
Aoi si rivolse alla sorella: << Imouto. Fai vedere la tua spada ad Inuyasha. >>
La demone li raggiunse e si mise a sedere in mezzo al mezzo demone e Kagome. Sfilò la spada dall'obi e la mise tra le mani del fratello. Quest'ultimo la impugnò e lentamente la estrasse dal fodero. La lama piano, piano che veniva scoperta assumeva un colore tendente al rosso. Tukiko sorrise, ammirando la spada. Inuyasha stese il braccio in avanti. Era leggera e sembrava che si adattasse perfettamente alla sua mano. La rimise nel fodero e la ridette alla sua legittima proprietaria.
<< Tsukiko, faglielo vedere. >> disse Aoi.
Inuyasha guardò la sorella curioso. Tsukiko estrasse di nuovo la spada e l'hanyo sgranò gli occhi. La lama era diventata bianca. Come era possibile? Un attimo fa, in mano sua, era rossa ed ora era di un bianco purissimo. Anche gli altri, che avevano assistito alla scene, erano rimasti basiti.
<< Anche questa spada non apparteneva in precedenza a nostro padre, ma è stata forgiata con una zanna di Tsukiko. >> spiegò Aoi, << Kamereon è un'arma particolare. A seconda di chi la impugna, il colore della lama cambia. >>
<< Tuttavia questo accade solo a chi possiede un'aura demoniaca. >> concluse Tsukiko, rimettendo a posto la spada.
Inuyasha era strabiliato, tutte e due avevano delle stupefacenti armi. Notò che Aoi stava guardando Tessaiga. Senza che glielo chiedesse, la prese e la porse alla sorella. Mentre le stava per mettere tra le mani la spada, un dubbio si affacciò alla sua mente: e se l'avesse respinta, così come faceva sempre con Sesshomaru?
Tentennò un pochino e Aoi, spazientita dal dover attendere, l' afferrò, facendo lasciare ad Inuyasha la presa. Il mezzo demone temette il peggio e anche tutti gli altri erano con il fiato sospeso. Aoi fece scorrere le dita sul fodero, poi impugnò l'elsa e la estrasse dal guscio. Tessaiga mostrò la sua vera forma.
Inuyasha era molto sorpreso e confuso. Non solo Tessaiga non l'aveva respinta quando Aoi l'ha presa in mano, ma addirittura si faceva brandire senza nessuna scottatura.
Jaken aveva gli occhi fuori dalle orbite, la bocca aperta emetteva suoni indecifrabili. Lo sguardo freddo e impassibile di Sesshomaru era fisso sulla sorella.
Tukiko si guardò intorno, non capendo perchè tutti avessero una faccia così meravigliata. Era davvero così strano che Aoi fosse capace di tenere in mano Tessaiga?
A rompere il silenzio che si era creato fu Inuyasha, desideroso di sapere come aveva fatto a farsi accettare della spada.
<< Come hai fatto? Perché Tessaiga non ti respinge? >>
Aoi si girò verso di lui: << E perchè dovrebbe farlo? >>
Poi il suo volto parve illuminarsi.
<< Oh, parli di quel fatto. >> rimise la spada nel fodero e la posò sulle ginocchia, << Come sai, Tessaiga respinge qualsiasi demone che non possegga una certa qualità: l'amore per gli esseri umani. >>
Si fermò un momento affinché quello che aveva detto venisse assimilato, poi riprese: << Tu sei un mezzo demone quindi non solo puoi invocare il vero aspetto della spada, ma, visto che sei in parte umano, puoi brandirla senza ricevere danni. Io sono un demone ma non considero gli umani come fonte di cibo né mi ritengo superiore a loro, semplicemente li rispetto come esseri viventi. >>
Inuyasha rifletté sulle parole della sorella: in effetti il precedente possessore di Tessaiga era suo padre, un demone, e lui riusciva a brandirla.
Aoi ridette la spada al fratello, poi attirè di nuovo l'attenzione di tutti.
<< Ho un'idea! Visto che la mia spada ha bisogno di una revisione, domani andremo tutti dal fabbro Totosai. >>
Tsukiko si rilassò di botto. Le idee della sorella la spaventavano a morte, ma fortunatamente questa volta era andata bene. Tutti acconsentirono e si prepararono per la notte.
La mattina dopo erano pronti per partire. Il viaggio era lungo e lo avrebbero fatto per lo più in volo.
Kirara si trasformò, permettendo così a Sango e Miroku di salire. Intanto Sheru stava saltellando per aggrapparsi alla schiena di Tsukiko che la guardava storta.
<< Si può sapere cosa stai facendo? >> chiese dopo essere stata sballottata per l'ennesima volta.
<< Ti monto sulla schiena, così mi porti in volo. >>
<< Ti aspetti che io voli fin là con te addosso? Ma sei scema?! >>
<< E come faccio allora? Io non so volare e non ti aspetterai certo che ci arrivi correndo. >> ribattè con tono lamentoso.
Lo scambio di batutte fu interrotto da Aoi, che poggiò le mani sulle loro spalle.
<< Su,su. C'è un mezzo molto più pratico. >> si voltò verso Sesshomaru, << Forza outouto! Tocca a te! >>
Sesshomaru la guardò di traverso ma non disse niente. Prese il volo e, dopo aver raggiunto una certa altezza, si fermò. Sotto i suoi piedi apparve una stana polvere scintillante. Aoi raggiunse il fretello insieme a Gin e Jin, mentre Rin montava sul drago a due teste seguita da Jaken.
Tsukiko prese la mano a Sheru e la trascinò con sé sopra la nuvola. Nel frattempo Inuyasha era sorpreso da quello che il fratellastro aveva appena fatto. Si, sapeva che sapeva volare, ma dove l'aveva tirato fuori quello?!
Aoi fece segno all'hanyo di muoversi a salire, visto che la nuvola stava già iniziando a spostarsi. Kagome salì velocemente sulle sue spalle e con un balzo raggiunse gli altri.
Grazie a quel mezzo di trasporto inaspettato, il gruppo poté procedere senza intoppi e arrivò in pochi attimi al luogo dove risiedeva Totosai.
Kirara planò verso il basso fino a toccare con le zampe il terreno roccioso. Accanto una grande pozza di lava stava ribollendo. Lo stesso fece Ah-Un, mentre la nuvola scintillante scomparve non appena i piedi di Sesshomaru toccarono terra, permettendo ai passeggeri di scendere senza fatica.
Davanti a loro si stagliava l'antro del fabbro. Poco più in là il toro dai tre occhi stava mangiando da un contenitore, segno che il padrone era in casa.
Aoi si avvicinò alla bocche dello scheletro che faceva da dimora al fabbro e chiamò a gran voce quest'ultimo. Dall'oscurità apparve un vecchio dagli enormi occhi a palla e sporgenti che teneva in mano un grande martello. Alla vista della demone strabuzzò gli occhi ancora di più per la sorpresa di rivedere una faccia conosciuta che non vedeva ormai da diverso tempo.
<< Totosai-san, la vedo in forma. >>sorrise Aoi.
<< Aoi-sama! Da quanto tempo! >> esclamò il vecchio fabbro, spostando gli occhi dalla sua figura a quella degli altri.
Tsukiko e Sheru lo salutarono con la mano.
<< Ci siete proprio tutti a quanto vedo. >> disse, dando una veloce occhiata a Sesshomaru. Sperava che non ce l'avesse ancora con lui per avergli rifilato Tenseiga.
<< Abbiamo deciso di riunirci per stare un po' insieme. >> confermò Aoi.
<< Bene, bene. E cosa vi porta qui? Altri problemi con le spade? >> chiese, spostando lo sguardo su Inuyasha.
Quest'ultimo incrociò le braccia al petto, girando la testa da una parte. Lui non aveva assolutamente nessun problema.
Aoi e Tsukiko estrassero le loro armi dai rispettivi obi e gliele porsero. Totosai prese in mano le spade e un sorriso gli increspò le labbra.
<< Oh si. Me le ricordo bene queste qua. E mi ricordo bene anche il giorno in cui vostro padre mi chiese di crearle. Quanto tempo è passato! >> sussurrò fra sé.
<< Ce le potrebbe affilare un po', Totosai-san? >> chiese gentilmente Aoi.
<< Certo, certo. Entrate pure. >> e sparì all'interno della caverna.
Il gruppo lo seguì e si sistemò a terra, mentre il fabbro estraeva Aisuredi e iniziò a lavorarci. La pulce Myoga si mise vicino a lui per salutarlo a dovere, visto che prima non l'aveva fatto.
<< Oh, Myoga!? Ci sei anche tu?! >>
Il demone pulce annuì e gli chiese se avesse sentito strane voci sulla ricomparsa delle pantere. Inuyasha alzò il viso di scatto e lanciò un'occhiata a Miroku che ricambiò. Forse era il momento di dire quello che avevano visto.
Nel frattempo Sesshomaru si era avvicinato un pochino di più e la sua attenzione fu rapita dalla figura della sorella maggiore. Aoi infatti si era impercettibilmente irrigidita al sentir parlare delle pantere. Si domandò cosa stava nascondendo, forse sapeva qualcosa su quella storia.
<< Si, ho sentito diverse storie al riguardo, ma per ora non ne ho ancora incontrata nessuna. >> rispose Totosai.
<< Noi si! >> disse Miroku.
L'attenzione di tutti ricadde sul gruppo di Inuyasha. Miroku spiegò dell'incontro avvenuto con i demoni pantera pochi giorni prima e al tentato rapimento dei due umani.
<< Allora è certo che siano ritornate. >> sentenziò Myoga con aria solenne.
<< Però c'era qualcosa di strano. >> si intromise Kagome, << L'ultima volta che erano apparse avevano preso di mira Inuyasha e Sesshomaru, mentre questa volta sono fuggite subito quando hanno capito che non c'era più niente da fare per rapire Atsuko e Sasuke. >>
<< Forse avevano solo fame? >> ipotizzò Sheru.
<< Non è detto che facevano parte del clan delle pantere dell'est. Magari si trattava di un altro clan. >> rifletté a voce alta Tsukiko.
Sesshomaru continuava a tenere d'occhio la sorella e i suoi movimenti non sfuggirono ai suoi occhi attenti. Lei sapeva qualcosa.
<< Atsuko aveva detto che i demoni continuavano a ripetere una frase. >> rammentò Shippo agli altri.
<< Che cosa dicevano? >> chiese Myoga sempre più preoccupato per la faccenda.
<< Purtroppo non è riuscita a capirlo. >> rispose Kagome.
Totosai iniziava ad affilare la spada di Tsukiko, mentre Aoi ammirava il lavoro che il fabbro aveva appena finito. Sentiva gli occhi di suo fratello addosso. Sospirò. Sperava di continuare la sua riunione di famiglia ancora un po', ma il fato era contro di lei e non poteva più ritardare l'inevitabile. Si infilò Aisuredi dentro l'obi e si girò verso i presenti, pronta a dire la verità.

 

 

 

Angolo dell'uri:
Ciao!!

Scusate per l'immenso ritardo, ma dovevo preparare un esame bello grosso ( che per fortuna è andato bene) e le vacanze di Pasqua mi hanno allontanato dalla penna.
I nomi delle spade di Tsukiko e Aoi le ho prese da google traduttore, quindi non so se si pronunciano davvero così.
Fatemi sapere che ne pensate.

Alla prossima!!

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

 

<< Io so cosa vogliono. >>
Tutte le teste si girarono verso Aoi, la quale aveva pronunciato quelle parole con espressione neutra. Myoga saltellò vicino a lei per sapere ogni cosa.
<< Queste pantere non fanno parte del clan dell'est, quello che ci aveva attaccato in passato per il proprio territorio. >> spiegò la demone.
<< Vuol dire che si tratta di un altro clan? Sa cosa vogliono Aoi-sama? >> domandò Myoga, preoccupato per la situazione che si stava creando.
Tutti prestavano attenzione a quello che diceva la demone. Sesshomaru si era avvicinato di più alla sorella.
<< Le pantere in questione appartengono al clan del nord e sono venute qui per cercare vendetta contro un mio caro amico che aveva imprigionato il Patriarca del clan. Vogliono liberarlo, facendo assorbire al suo sigillo mille anime. >>
<< Ecco perchè stavano dando la caccia a Sasuke e Atsuko. >> disse Kagome.
Aoi annuì.
<< Ma sarà l'anima di un demone maggiore a liberarlo definitivamente. >>
Sesshomaru si mise davanti a lei e la guardò negli occhi.
<< Sei venuta per coinvolgerci in affari che non ci riguardano. >> disse con voce dura.
<< Che cosa?! >> esclamò Tsukiko, guardando Sheru, la quale la guardava a sua volta con la stessa espressione sbalordita.
<< Diciamo che all'inizio era così, ma poi ho incontrato Inuyasha e mi è venuto in mente che tutti noi non abbiamo mai passato del tempo insieme. Però si, outouto, vi sto chiedendo aiuto: il mio amico è prigioniero delle pantere e presto useranno la sua anima per rompere il sigillo. >>
Sesshomaru si voltò e iniziò a camminare verso l'uscita.
<< Dove vai, onii-sama? >> chiese Tsukiko, fermandolo.
Il demone si voltò appena.
<< Non mi interessa. E' solo un'inutile perdita di tempo. Rin! Jaken! Andiamo! >>
Aoi con pochi passi gli si parò davanti e lo fissò con sguardo serio.
<< Si che ti interessa, invece. Quando il Patriarca sarà liberato, le pantere conquisteranno le nostre terre. Tu sei il principe delle Terre dell'Ovest, è tuo dovere fermarle, come hai già fatto in passato. >>
Shesshomaru annuì flebilmente, di malavoglia, sapendo benissimo che la sorella aveva ragione: era anche suo compito occuparsi della faccenda, anche se non gli andava giù che gli avesse taciuto tutto fino a quel momento. Aoi sorrise e si girò verso Inuyasha e il suo gruppo, sperando nel loro aiuto. L'hanyo si alzò in piedi e scambiò occhiate veloci con i compagni, i quali annuirono in risposta, pronti per quella nuova avventura.
<< Noi ci stiamo! >> disse il mezzo demone.
Aoi era soddsfatta di come stavano andando le cose, con il loro aiuto sarebbe stato più facile risolvere tutto.
Tsukiko e Sheru sospirarono, sapendo già quale sarebbe stato il loro destino: ovviamente non potevano rifiutare in alcun modo. La prima prese la spada da Totosai, che aveva continuato a lavorare ma ascoltando tutta la conversazione che era avvenuta. Il vecchio Myoga, intanto, era salito sulla spalla di Inuyasha, un po' in ansia per la situazione.
<< Che cosa volete fare Aoi-sama? >>
<< Innanzitutto bisogna scoprire dove tengono il mio amico e liberarlo, così impediremo che il piano delle pantere si attui. >> rispose con decisione la demone.
<< Qualche idea di dove possano tenerlo prigioniero? >> domandò Miroku.
Aoi scosse la testa. Aveva cercato in lungo e in largo il loro nascondiglio ma non l'aveva ancora trovato. Miroku suggerì di cercarle vicino a villaggi umani, visto che il loro principale obbiettivo era la raccolta delle anime. Tutti concordarono e si avviarono verso l'uscita, salutando Totosai. La pulce Myoga saltò giù dalla spalla del mezzo demone, dicendo che sarebbe rimasto con il fabbro così non sarebbe stato d'intralcio alla battaglia. In realtà tutti sapevano che voleva solamente restare in un luogo sicuro per salvarsi la pelle.
Sesshomaru fece riapparire la polvere scintillante, mentre Kirara si trasformava nella sua forma più grande. Presero il volo e iniziarono la ricerca di un villaggio umano. Dopo un po' di tempo ne videro uno in lontananza e decisero di scendere a terra per proseguire il cammino a piedi.
Ad un certo punto il vento cambiò direzione, portando un odore nuovo misto a sangue. Inuyasha alzò il volto, annusando l'aria. Non c'erano dubbi, li avevano trovati. Si apprestarono a seguire quella scia, arrivando alle porte del villaggio che avevano visto in precedenza. All'interno il caos: le persone correvano da tutte le parti, inseguite da grossi felini che che li arpionavano con i loro artigli. Il sangue defluiva dai corpi ormai morti di quelli che non avevano potuto fare nulla per salvarsi. I demoni azzannavano con la bocca un braccio o una gamba gli esseri umani che ancora potevano muoversi, per poi trascinarli lontano, forse nel luogo dove risiedeva il Patriarca.
Sia Inuyasha che Tsukiko si tapparono il naso con la manica del kimono, l'odore di sangue era fortissimo. Anche il piccolo Shippo aveva la nausea e si stringeva forte nell'abbraccio di Kagome.
Sesshomaru si voltò verso Jaken, ordinandogli di condurre via Rin. Era uno scenario troppo crudele per la bambina, che avrebbe sicuramente rivisto in tutto ciò quello che era successo al suo villaggio quando i lupi lo avevano attaccato. Subito il demone rospo mosse le briglie di Ah-Un e si allontanarono da quella distruzione, dirigendosi verso una pianura fiorita, dove Rin poteva distrarsi costruendo ghirlande di fiori.
Ad un cenno di Aoi, Gin e Jin si mossero per aiutare gli abitanti del villaggio ancora vivi. Anche Sango e Miroku fecero lo stesso. La sterminatrice di demoni lanciò il suo enorme boomerang, riuscendo a spostare un grosso demone pantera che stava per azzannare una giovane donna. Le pantere si accorsero presto dei nuovi arrivati e alcuni di loro lasciarono perdere le loro prede per avventarsi sul gruppo. I quattro fratelli sguainarono veloci le proprie spade e si lanciarono all'attacco.
Aoi uccise diversi nemici. Inuyasha era quasi ipnotizzato dalle movenze della sorella, sembrava che danzasse. Colpiva i nemici con tocco leggero ma letale. Ogni punto che toccava con la spada si congelava all'istante, espandendosi. Pochi secondi dopo e tutto si riduceva a polvere e del nemico non c'era più traccia.
La spada di Tsukiko brillava come una stella in una notte scura. Affondava nelle carni del nemico, pochi attimi e questo si accasciava a terra senza emettere alcun suono.
L'hanyo decise di non essere da meno e con un colpo sprigionò la Cicatrice del Vento, che ne uccise cinque. Anche Sesshomaru stava facendo la sua parte insieme a Tokijin.
D'un tratto avvertirono delle auree demoniache più forti rispetto a quelle con cui stavano combattendo. Alzarono lo sguardo verso un tetto di una capanna dove si stagliavano tre figure. Quello di sinistra aveva sembianze femminili, i capelli neri erano acconciati in una coda di cavallo altissima e scendevano fino a metà coscia. Gli occhi erano neri come la pece e uno strano luccichio di pazzia si rifletteva in essi. Indossava un corto kimono nero con un obi rosso e alle caviglie degli scaldamuscoli di pelliccia sempre neri. Quello al centro aveva corti capelli biondi, la frangia ricopriva del tutto l'occhio destro mentre quello sinistro era di colore verde smeraldo. Indossava un kimono e un hakama neri e una spada pendeva dal fianco sinistro. L'ultimo era più basso rispetto agli altri due. Aveva fattezze di un ragazzino di circa tredici anni. I capelli scuri erano acconciati in una corta coda di cavallo e aveva gli occhi di due colori diversi: il sinistro viola e il destro nero. Indossava un kimono senza maniche beige con dei pantaloni aderenti e gli scaldamuscoli di pelliccia di colore nero.
La demone donna fece un sorriso distorto e con uno scatto si avventò su Sesshomaru, che bloccò i suoi artigli con la spada. Il sorriso sul suo volto si allargò ancora di più. Balzò all'indietro, mettendosi in posizione di attacco.
<< Tu sei la mia preda! >> dichiarò con voce suadente e lasciva, leccandosi le labbra.
Si infilò una mano nel décolleté, che era scoperto più del normale mostrando una buona porzione di seno, e tirò fuori un ventaglio bianco. Lo aprì e nascose una parte del volto dietro di esso.
Intanto anche il ragazzino era sceso dal tetto, schiantandosi contro Inuyasha che prontamente respinse il suo attacco. Il terzo demone scese con un balzo sul terreno e si mise di fronte ad Aoi. Quest'ultima alzò la spada e mise in all'erta tutti i suoi sensi. Quelli non erano dei pesci piccoli.
Nel frattempo gli altri erano occupati ancora a fronteggiare gli altri demoni , che non avevano smesso neanche per un secondo di attaccare e di uccidere gli esseri umani o di trascinarli via.
Il demone dai capelli biondi estrasse la spada e la puntò contro Aoi. Poi la riportò indietro e con uno scatto si avventò su di lei, che riuscì a schivare.
Inuyasha portò la spada sopra la testa per colpire il suo avversario. Il ragazzino si spostò di lato, evitando l'attacco, e con un calcio colpì il mezzo demone allo stomaco. Quest'ultimo non si aspettava un gesto simile, perciò lo prese in pieno per poi mettersi in ginocchio per riprendersi. Tossì due volte e si rimise in piedi. Cercò di colpirlo con diversi fendenti ma invano, il ragazzino era veloce e i suoi riflessi notevoli. Stranamente attaccava poche volte, preferendo schivare o deviare i suoi colpi.
<< Aaaaaahhhhhh!!!!! >>
La persona che aveva emesso quell'urlo la conosceva bene. Si girò in quella direzione e vide una grossa pantera, che camminava a due zampe, tenere su una spalla Kagome. Quest'ultima cercava di divincolarsi dalla stretta, scalciando e battendo i pugni sulla schiena del demone. Inuyasha la chiamò e subito si mosse per raggiungerla, ma la sua corsa fu fermata dal ragazzino che gli impediva di andare da lui.
<< Togliti di mezzo! >> ruggì, brandendo Tessaiga, ora ricoperta da una miriade di cristalli di diamanti, pronto per usare il Kongosoha.
Un fischio attirò l'attenzione del giovane demone che saltò su un tetto di un'abitazione. L'hanyo seguì i suoi movimenti, sbalordito da quella ritirata. Quando posò lo sguardo sul tetto non poteva credere ai suoi occhi: il demone biondo teneva tra le braccia Aoi, priva di coscienza e sul fianco il kimono era macchiato di sangue. Come era potuto succedere!?
Un altro fischio squarciò l'aria, richiamando la donna che stava ancora combattendo contro Sesshomaru. Questa lo guardò con sguardo truce, ma obbedì e in un attimo era accanto al compagno. Intanto i pochi demoni pantera rimasti si ritirarono, qualcuno trascinando un umano, seguiti dalle tre pantere maggiori.
<< Kagomeeee!!! >> chiamò a gran voce il mezzo demone, vedendo la ragazza portata via dalla grande bestia. Iniziò a correre per inseguirli ma qualcosa lo superò. Gin e Jin erano fuori di sé dalla rabbia, gli occhi gialli mandavano scintille di fuoco: come si erano permessi quei maledetti di ferire e rapire la loro signora?
Stavano per sparire nell'oscurità, che era avanzata con il calar del sole, quando furono fermati da una voce che li richiamava indietro. I due arrestarono la loro corsa ma la furia non abbandonò i loro volti.
Tsukiko li richiamò di nuovo, sperando che i due l'ascoltassero e non facessero pazzie. Tirò un sospiro di sollievo quando vide che fu così, anche se l'occhiataccia che le rifilarono la impaurì un po'. Si vedeva che erano incavolati neri.
Nel frattempo anche Inuyasha aveva provato ad inseguire i rapitori, ma Miroku l'aveva fermato, esortandola a non procedere da solo e a restare uniti. A malincuore seguì le parole del monaco e li raggiunse.
<< Sesshomaru-sama!!!! >>
Un drago a due teste si stava avvicinando a loro con sopra un agitatissimo Jaken.
<< Dov'è Rin? >> domandò Sesshomaru, quando il drago fu atterrato, non vedendo la bambina in groppa come al solito.
<< Rin è.... Rin è.... Rin è stata rapita! >> rispose singhiozzando il demone rospo, triste per Rin ma preoccupatissimo per quello che gli avrebbe potuto fare il suo padrone sapendo che non l'aveva protetta a dovere.
Lo yokai non lo guardò minimamente. Ora era diventato una questione personale.

 



 

Hakama: indumento tradizionale giapponese che somiglia a una larga gonna-pantalone (presa da Wikipedia). Sono i pantaloni che indossano anche Sesshomaru e Inuyasha.

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