IL RITORNO DALL'ALTRO LATO

di leli sister
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOL 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitoli 11 ***



Capitolo 1
*** CAPITOL 1 ***


Elena: Bonnie no... Ti prego.
Jeremy: Bonnie!
Bonnie: Addio. – scomparve in un fascio di luce.
Elena: No! No! Damon! Damon! Damon! – perse i sensi.
Jeremy: Elena... Ehi.
Rick: La prendo io. Andiamo a casa.
Jeremy: Casa nostra non c'è più! Come Bonnie e Damon! – iniziò a piangere.
Rick: Jeremy sistemeremo tutto. Te lo giuro... Stefan?
Caroline: Ci penso io a lui. Andate a casa, ci troviamo dopo. – arrivarono al pensionato e la portò in camera di Damon e abbracciò Jeremy.
Rick: Coraggio Jeremy... Coraggio. – Stefan e Caroline tornarono. – Stefan.
Stefan: Io... Io non l'ho neanche visto. – scoppiò a piangere.
Rick: Eravamo insieme... – entrò Enzo.
Enzo: Biondina dimmi che non vero!
Caroline: Enzo...
Enzo: Caroline dimmi che Damon non è morto per sempre!
Caroline: E' morto Enzo...
Stefan: E' tutta colpa tua! – lo scaraventò a terra, si piombò su di lui e iniziò a picchiarlo.
Rick: Stefan! – lo bloccò.
Stefan: Lasciami! Rick tu non sai...
Rick: So tutto, vi ho sempre osservati. – lo alzò.
Stefan: Devo uscire.
Rick: Caroline vai con lui.
Caroline: Si e tu resta con loro. – uscirono. Si avvicinò agli alcolici e riempì due bicchieri.
Rick: Alaric Saltzman.
Enzo: Enzo... Non ricordo neanche più il mio cognome. Grazie.
Rick: Devi scusare Stefan.
Enzo: Ha ragione. È colpa mia se Damon...
Rick: Troveremo una soluzione, farò di tutto per farlo tornare. Mi hai capito Damon? So che sei qui, come lo ero io. Giuro che troverò un modo per riaverti qui.
 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Passarono i giorni ma Elena non si svegliava.
Damon: Elena... Elena...
Elena: Damon! Ho avuto un incubo orribile, tu e Bonnie...
Damon: Non è un incubo. – le accarezzò il viso e lei gli toccò la mano.
Elena: Non farmi questo...
Damon: Amore mio sei priva di sensi da quasi tre giorni, devi svegliarti.
Elena: No! Dimmi che è uno scherzo?
Damon: Vorrei piccola, ma non posso. Sono morto... – lei lo abbracciò.
Elena: Non è vero! Sei qui con me! – lo strinse.
Damon: Sarò sempre nei tuoi sogni, però adesso ti devi svegliare, Jeremy ha bisogno di te, Bonnie l'ha convinto a non perdere la testa, ma se non ti svegli succederà.
Elena: Cosa... Come...
Damon: Ci vedremo tutte le notti. – la baciò. – Ti amo.
Jeremy: Elena... Elena... Dai svegliati...
Damon: Ascoltalo amore.
Elena: Damon...
Jeremy: Rick! Ciao finalmente. – l'alzò e l'abbracciò.
Elena: Jeremy...
Jeremy: Lo so, va tutto bene. – la strinse. – L'hai visto vero?
Elena: Si! – scoppiò a piangere.
Jeremy: No dai, risolveranno tutto e torneranno.
Elena: Bonnie ci ha mentito per settimane...
Jeremy: Lo so e le dispiace, ma torneranno.
Rick: Ehi. – si avvicinò subito e l’abbracciò. – Bevi un po’ di sangue. – ne bevve e si sdraiò. – Ci penso io Jer.
Jeremy: Ok. – la baciò sul capo e uscì.
Rick: Parla Ele, Damon non vorrebbe...
Elena: Damon non c’è più! Rick, Damon non c’è più! Sai cosa si prova, sai come ci si sente! Ci siamo schiantati contro il Grill per mano e basta! Io non l’ho più visto, non so...
Rick: Stava bene, eravamo insieme. Abbiamo toccato insieme Bonnie ma... – si asciugò gli occhi. – Tornerà, deve assolutamente tornare.
Elena: Rick. – lo strinse. – Stai bene?
Rick: Ci provo. L’hai visto vero? Era con te?
Elena: Si, è così bello. – si strinse forte a lui. Dopo un po’. – Ma che diavolo... – scese. – Tu che diavolo ci fai qui! – Enzo non rispose. – Sparisci da questa casa!
Enzo: Calma.
Elena: E’ tutta colpa tua! Sparisci da casa sua! – sfoderò i canini ed entrò Stefan. – Buttalo fuori Stefan!
Stefan: Elena. – sia avvicinò e l’abbracciò. – Finalmente...
Elena: Stefan. – lo strinse.
Stefan: Enzo resta qui.
Elena: Ma come...
Stefan: Lo so ma Damon vorrebbe... – lei corse in camera e si chiuse dentro. Si addormentò.
Damon: Elena... Elena...
Elena: Sei qui! – lo strinse.
Damon: Si ma tu non dovresti ancora essere qui e non dovresti arrabbiarti con nessuno di loro.
Elena: Come farai a tornare?
Damon: Elena.
Elena: Si mi chiamo Elena. Ti ho fatto una domanda.
Damon: Ci stiamo lavorando.
Elena: Damon?
Damon: Si mi chiamo Damon...
Elena: Non posso vivere senza di te.
Damon: Neanche io, tornerò te lo giuro solo che non riusciamo a trovare la nonna di Bonnie e tu non mi aiuti.
Elena: Non capisco.
Damon: Se dormi sono qui con te, non posso fare due cose.
Elena: Ok, che devo fare?
Damon: Vivi tranquillamente, non arrabbiarti con gli altri e appena ti addormenti sarò qui. Giuro.
Elena: Ti amo.
Damon: Ti amo così tanto. Amore mio è difficile anche per me fidati, ma svegliati. – si svegliò ma restò nel loro letto. Poi scese.
Rick: Dove vai?
Elena: Devo fare due passi da sola.
Rick: Elena...
Elena: Lo so, non farò cavolate. – uscì a prendere aria.
Enzo: Elena?
Elena: Non rivolgermi neanche la parola che è meglio. – si allontanò e casualmente trovò Stefan. – Ehi!
Stefan: Ciao. – si asciugò gli occhi.
Elena: Stefan?
Stefan: Non riesco a vivere in quella casa, non ci riesco... Si è sacrificato per colpa mia, era felice per la prima volta in 173 anni e io ho rovinato tutto.
Elena: Tornerà presto, ci sta lavorando.
Stefan: L’hai visto?
Elena: Si, non so come funziona ma quando dormo è con me.
Stefan: L’importante è che almeno tu lo vedi. Tieni. – tirò fuori dalla tasca l’anello del fratello. – E’ l’unica cosa che ho trovato nella Camarro.
Elena: Grazie. – lo abbracciò. Passarono la serata e andò a dormire.
Damon: Ciao bellezza! – la baciò.
Elena: Ciao amore! Novità?
Damon: Solo delle voci, non veritiere. Com’è la situazione, cioè la magia?
Elena: Solo in città è bloccata.
Damon: Bene, almeno state bene. – trascorsero le ore insieme. – Stefan come sta?
Elena: Gli manchi tantissimo. Perché non riesce a vederti?
Damon: Non l’ho visto prima che passasse, ti vedo perché ero con te prima che crollasse. Devi farmi un favore.
Elena: Certo.
Damon: Appena ti sveglierai vai da lui e abbraccialo da parte mia e digli che nonostante tutto gli voglio bene.
Elena: Lo farò subito. – lo strinse.
Damon: E’ ora che ti alzi così posso andare a cercare notizie.
Elena: Si, buona fortuna.
Damon: Anche a te, a sta sera amore.
Elena: A dopo. – lo baciò. Si svegliò, si preparò e andò da Stefan. Bussò ma non rispose così aprì. – Stefan?
Stefan: Si?
Elena: Posso?
Stefan: Certo. – si sedette. – Che succede? – lo abbracciò.
Elena: E’ da parte di Damon e mi ha detto di dirti che ti vuole bene. Pensa che non riesce a vederti perché non ti ha visto prima che tu passassi e invece mi vede perché era con me mentre crollava.
Stefan: Digli che gli voglio bene e abbraccialo.
Elena: Certo.
Stefan: Sta bene?
Elena: Si, sta bene. Voglio che questo lo tenga tu fin quando non tornerà. – tolse la collana a cui aveva messo l’anello di Damon.
Stefan: Perché?
Elena: Io ho la fortuna di vederlo. – gliela mise.
Stefan: Grazie.
Elena: Prego.
 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Passarono un paio di giorni, una mattina.
Jeremy: Hai parlato con Damon?
Elena: Di cosa?
Jeremy: Di come tornare.
Elena: Ho dormito pochissimo e mi sono alzata presto.
Jeremy: Non lo sai allora.
Elena: Jeremy parla!
Rick: Che succede?
Jeremy: Hanno trovato una soluzione.
Stefan: Cioè?
Jeremy: Bonnie ha detto che dovrebbero instaurare una sorta di ancora in questo mondo.
Elena: Li vediamo, è già...
Jeremy: Non basta, serve qualcosa di più forte.
Rick: Cosa significa forte?
Jeremy: Crede che un bambino sarebbe un legame forte.
Elena: Cosa?!
Stefan: E’ impossibile.
Jeremy: Non in quella dimensione in cui si trovano.
Elena: Devo provare a dormire.
Jeremy: No, stanno cercando informazioni.
Rick: Sai altro? Cioè un bambino a che scopo?
Jeremy: Forse nascendo...
Elena: Nascendo? Vuoi dirmi che devono passare 9 mesi?
Jeremy: Elena...
Elena: Vuoi dire quello?
Stefan: Lascialo finire.
Elena: 9 mesi sono 9 mesi!
Rick: Vuoi mettere 9 mesi confronto all’eternità?
Elena: Hai ragione.
Jeremy: Bonnie crede che nascendo rinascerà anche Damon e la tirerà.
Elena: Ho bisogno di Damon. – salì.
Stefan: Quante possibilità ci sono?
Jeremy: Molte. – Elena riuscì ad addormentarsi.
Elena: Finalmente!
Damon: Si. – la strinse. – Dobbiamo parlare.
Elena: No, dobbiamo fare un bambino.
Damon: Elena devi pensarci bene.
Elena: Pensare a cosa? Credi che non funzionerà?
Damon: Dovrebbe funzionare al 90%. Il problema...
Elena: Non vuoi un bambino?
Damon: Certo che lo vorrei e vorrei te, però devi affrontare tutto senza di me.
Elena: Morirei per stare con te, farei qualsiasi cosa.
Damon: Lo so ma...
Elena: Sbrighiamoci che 9 mesi sono lunghi, prima iniziamo e prima sarai qui. – lo baciò. – C’è solo un problema, sai cosa fare?
Damon: Perché non sono bravo? – sorrise.
Elena: Sei fantastico, intendevo a concepire.
Damon: Funzionerà. – fecero l’amore e restò incinta.
 
Una notte, dopo aver raggiunto i 5 mesi parlarono.
Elena: Vuoi sapere cos’è?
Damon: Vorrei da una parte, ma dall’altra vorrei una sorpresa.
Elena: Pensaci con calma.
Damon: Tu piccolo che dici? – stava accarezzando il pancione. – E’ così bello.
Elena: Si.
Damon: Giurami di non fare cavolate e fatti aiutare, ci sono 3 uomini in casa.
Elena: Stefan è occupato con Caroline e fa bene, ne aveva bisogno.
Damon: Non credevo che Stefan e Barbie potessero stare insieme.
Elena: Sono felici. Fa tutto Rick e Jeremy mi sta sempre dietro.
Damon: Enzo?
Elena: Chiama spesso per sapere come sta. – si toccò la pancia.
Damon: Manca poco. – si sdraiò e l’accolse tra le braccia.
Elena: Non proprio.
Damon: Sei oltre la metà.
Elena: Si, ma 4 mesi sono tanti e poi potrei dormire poco.
Damon: Le umane...
Elena: Le donne.
Damon: Lo scopriremo. – la baciò. – Ti amo. – lo baciò. Passarono 2 mesi.
Elena: Sono stanca.
Damon: Hai un gioiello importantissimo dentro di te.
Elena: Si, il nostro gioiellino. Tornerai subito?
Damon: Si, ce l’hanno detto. Entrerò da quella porta appena sarà tra le tue braccia.
Elena: Che bello, verrai subito da noi.
Damon: Si amore. – la strinse. – Mi dici cos’è? Passiamo poco tempo insieme e vorrei sapere...
Elena: E’ un maschio!
Damon: Maschio... Il nostro ragazzo!
Elena: Si, il nostro angioletto. Ora possiamo scegliere un nome.
Damon: Hai ragione.
 
Si avvicinarono al parto.
Caroline: La cameretta è pronta!
Elena: E’ venuta benissimo... Ops!
Caroline: Cosa?
Elena: Mi si sono rotte le acque.

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


ciaoo a tutti!! aggiornerò tutte le domeniche.  
grazie a chi ha inserito la storia tra le preferite e le seguite e a tutti i lettori silenziosi.
buona lettura!

Caroline: Wow! Devi dirlo a Damon, chiamo Stefan, Rick e Jeremy. Vai a dormire fin che puoi.
Elena: Si, hai ragione. – andò a letto. – Damon! Damon?
Damon: Qualcosa non va Ele, qualcosa...
Elena: Mi si sono rotte le acque.
Damon: Tra poco ci vedremo! – l’abbracciò e baciò con passione.
Elena: Non vedo l’ora di essere insieme a voi.
Damon: Non dirlo a me. – passarono un paio d’ore. – Vai amore mio.
Elena: A dopo. – lo baciò.
Damon: Puoi giurarci. – dopo un po’ iniziò a spingere.
Caroline: Spingi che la testa è fuori... Cavolo!
Elena: Cosa?!
Caroline: Sembra bloccato.
Enzo: L’ho detto che era difficile!
Caroline: Che ci fai qui?
Enzo: I bambini non sono facili da far nascere.
Elena: Allontanati!
Enzo: Non fare la bambina. Spostati bionda.
Caroline: Tu che ne sai?
Enzo: Un soldato doveva saper fare tutto. A quanto pare prof non sei molto bravo.
Rick: Sta zitto. – Caroline si spostò.
Jeremy: Manca poco sorellina, io sono qui. – rafforzò la stretta alla sua mano e la baciò sul capo. Lei annuì.
Enzo: Ok. Elena spingi. – dopo poco. – E’ quasi fuori... Eccolo! Ciao bello! – iniziò a strillare. – Dammi le forbici... Vai dalla mamma.
Elena: Ciao piccolo mio! Tra poco papà sarà qui. – lo baciò sul capo, lo lavarono e lo prepararono. Passarono le ore. – Perché non arriva? Perché!
Stefan: Stai calma.
Elena: Calma? Stai scherzando!
Rick: Resta ferma, devi riposarti.
Elena: Come potrei riuscirci?
Stefan: Pensa al bambino, io vado a cercare Damon.
Jeremy: Vengo anche io.
Caroline: Andate tutti, io resto qui. – annuirono.
Elena: Stefan?
Stefan: Si?
Elena: Portalo a casa.
Stefan: Lo spero. – uscirono.
Caroline: Ehi.
Elena: Dov’è Damon...
Caroline: Prova a dormire un po’
Elena: Me lo dai un attimo?
Caroline: Certo. Bello della zia vai dalla mamma. – lo prese e lo strinse a se. – E’ tutto suo padre.
Elena: Suo padre che non c’è.
Caroline: Ci sarà una spiegazione. Dormi che magari lo vedi.
Elena: Lo tieni?
Caroline: Si, tu dormi. – si addormentò. Più tardi tornarono. – Allora?
Rick: Niente.
Caroline: Ma come! – Stefan scaraventò una bottiglia di bourbon nel camino. – Stefan!
Stefan: Cosa! – il bambino scoppiò a piangere.
Caroline: Ecco cosa! – lo prese in braccio.
Jeremy: Vado da Elena.
Rick: Jer...
Jeremy: Lo so. – salì e il bambino non si calmava.
Enzo: Faccio io. – lo prese e lo calmò.
Caroline: Non ha neanche detto il nome.
Stefan: Il nome è l’ultimo dei problemi.
 
Jeremy: Elena... – si svegliò.
Elena: Jer... – scoppiò a piangere, lo abbracciò, iniziò a piangere anche lei e lo strinse.
Jeremy: Abbiamo girato tutta la città ma non ci sono. L’hai...
Elena: No, non l’ho visto... Siamo soli.
Jeremy: Siamo di nuovo soli... Ti aiuterò il più possibile con il bambino.
Elena: Devi pensare a te.
Jeremy: Devo pensare a voi.
Elena: Resti con me?
Jeremy: Certo. – si sdraiò, lei poggiò il capo al suo petto e lo strinse. Dopo un po’.
Elena: Tu e Bonnie vi siete salutati?
Jeremy: “Ci vediamo dopo” e un bacio.
Elena: Damon mi ha detto “non vedo l’ora di vedervi”. Non vedrà mai suo figlio, Wade non vedrà mai suo padre. – si strinse a lui.
Jeremy: E’ un nome bellissimo e scommetto che l’ha scelto lui.
Elena: Si.
Jeremy: E’ fortunato a essere vivo perché sa che suo padre l’ha amato più di ogni altra cosa.
Elena: Si... Ho bisogno di Wade.
Jeremy: Vado a prendertelo.
Elena: Voglio scendere. – scesero.
Rick: Ehi. – li abbracciò con gli occhi lucidi.
Elena: Ce la faremo. – lo strinse. – Ho bisogno di Wade.
Rick: Si è addormentato solo in braccio a Stefan, sono nello studio.
Elena: Vado. – si allontanò. – Ciao.
Stefan: Ciao, io volevo solo toccarlo, anzi non volevo neanche toccarlo invece si è arpionato alla maglia.
Elena: Sei suo zio. – si sedette vicino a loro.
Stefan: Elena...
Elena: Lo so Stefan, lo so. Ce la faremo, spero.
Stefan: Si, con il tempo. Come lo volete chiamare?
Elena: Wade, Damon ha scelto questo nome.
Stefan: E’ bellissimo. Wade vai dalla mamma. – glielo diede.
Elena: Ciao amore mio. – lo baciò sul nasino.
Stefan: Vuoi stare da sola?
Elena: No.
Stefan: Resto con voi. – la cinse.
 
Passarono un paio di giorni e Jeremy ricevette una telefonata.
Jeremy: Si?
Bonnie: Amore sono io.
Jeremy: Bonnie?! Cosa... Come...
Bonnie: E’ complicato, venite in ospedale.
Jeremy: Cosa?
Bonnie: Ora sto bene ma Damon no. Venite che vi spiego, vi aspetto nel parcheggio. Ti amo.
Jeremy: Ti amo. – scese in salotto dove c’erano gli altri e Rick stava passeggiando con il piccolo in braccio.
Elena: Dove corri?
Jeremy: Mi ha chiamato Bonnie.
Elena, Stefan e Rick: Cosa?!
Jeremy: Dobbiamo andare in ospedale, non fate domande perché non mi ha spiegato niente.
Rick: Andate, io penso a Wade ma chiamatemi.
Elena: Si. – andarono in ospedale. – Incantesimo maledetto.
Bonnie: Jeremy!
Jeremy: Bonnie! – le corse incontro e la baciò a lungo.
Elena: Mi dispiace interrompervi ma Damon dov’è?
Bonnie: Hai ragione. – l’abbracciò. – Quando mi sono ripresa due giorni fa ero già qui.
Elena: E’ passata una settimana da quando è nato. Dov’è Damon?
Bonnie: Ho chiesto subito di lui e mi hanno raccontato che ci hanno trovato dietro al Grill e... – si asciugò gli occhi. – L’hanno operato d’urgenza perché era ferito gravemente al torace...
Elena: Cosa?

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Stefan: E’ colpa dell’incantesimo. Ora come sta?
Bonnie: E’ in coma.
Elena: No, non può essere... Non può. – Stefan la sorresse.
Stefan: Qui siamo umani. Dobbiamo portarlo a casa. – annuì. – Dov’è?
Bonnie: Venite. – Jeremy la cinse e andarono in reparto. Trovarono il dottore. – Sono la compagna e il fratello, noi usciamo.
Dottore: Siete riusciti ad arrivare dal viaggio per fortuna.
Stefan: Come sta? – lei si era avvicinata ad accarezzargli il viso.
Dottore: Si sta riprendendo dall’intervento, credevamo che gli avessero sparato invece è stato pugnalato. Ha perso molto sangue e il fisico è ancora debilitato ma sta migliorando e da due giorni respira da solo.
Stefan: Il coma? Perché ha ancora l’ossigeno?
Dottore: Era in coma, ora è solo privo di sensi. Serve solo come aiuto.
Stefan: Quando si riprenderà?
Dottore: Non possiamo saperlo, ma sta molto meglio.
Elena: Dobbiamo portarlo a casa.
Dottore: Non può essere spostato.
Stefan: Ma ha detto che sta bene.
Dottore: E’ debole per viaggiare.
Stefan: Cinque minuti di macchina.
Dottore: Non ancora, non posso autorizzarlo, appena sarà possibile ve lo dico.
Stefan: Grazie. – uscì.
Elena: Vieni.
Stefan: O Damon. – appoggiò il capo contro il suo. – Ciao. – gli strinse la mano.
Elena: Avrebbe bisogno del nostro sangue.
Stefan: Anche se portassimo del nostro sangue da casa non avrebbe nessun effetto. Dobbiamo portarlo a casa.
Elena: Hai sentito che ha detto.
Stefan: Lo so. Vado a chiamare Rick.
Elena: Aspetta, resta ancora qui. – si sedette tenendo la mano del fratello e lei decide di abbassare il lenzuolo.
Stefan: E’ dove gli aveva sparato nostro padre, vicinissimo al cuore.
Elena: Dici che è meglio lasciarlo qui?
Stefan: Credo di si, cioè gli hanno salvato la vita. Penso che una settimana sia poco tempo rapportato a tutto ciò che è successo.
Elena: Hai ragione. – lo baciò sulla fronte e gli accarezzò i capelli.
Stefan: Vado a chiamare. – uscì ed entro l’infermiera.
Infermiera: E’ arrivata finalmente. Che brutto rientro dal suo viaggio.
Elena: Si.
Infermiera: Il peggio è passato cara, stia tranquilla.
Elena: Fin quando non riaprirà gli occhi non sarò tranquilla.
Infermiera: Vuole sdraiarsi vicino a lui?
Elena: Posso?
Infermiera: Certo, faccia attenzione ai fili. Vi lascio soli. – uscì e si sdraiò.
Elena: Ehi, ciao amore. – gli alzò la mascherina dell’ossigeno e lo baciò sulle labbra. – Quanto mi sono mancate le tue labbra, il tuo corpo, il battito del tuo cuore. – si appoggiò a lui. – Wade è identico a te, quindi svegliati per vedere il nostro miracolo. – entrò Stefan.
Stefan: Devi andare a casa da Wade, ha fame.
Elena: Non voglio lasciarlo da solo.
Stefan: Resto io.
Elena: Come torni a casa?
Stefan: Viene Rick a prendermi. Voglio stare con lui.
Elena: Ok. – lo baciò. – Ti amo. – si alzò. – Ci vediamo dopo.
Stefan: Si, vai dal piccolo. – uscì e tornò a casa con Bonnie e Jeremy.
Rick: Ecco la mamma! Mi dispiace Ele ma non c’è latte...
Elena: Lo so, non preoccuparti. Vieni amore. – lo prese e salì.
Bonnie: Mi odia.
Rick: Ne ha passate troppe. – l’abbracciò. – Ben tornata.
Caroline: Bonnie! – corse ad abbracciarla.
Bonnie: Ciao! – la strinse.
Caroline: Elena?
Jeremy: Wade deve mangiare.
Caroline: Ehi! Sorridi sei qui.
Bonnie: Elena non mi parla.
Caroline: Ha aspettato così tanto Damon e ora...
Rick: Tra qualche giorno sarà a casa. – più tardi salì da Elena che stava piangendo. – Che c’è Ele?
Elena: Puoi... Puoi prenderlo?
Rick: Si. – lo prese e lo mise nel lettino. – Che c’è?
Elena: Che c’è? Damon è morto e lo vedevo quando dormivo. Abbiamo fatto un bambino che se lo dico ad alta voce mi sembra assurdo, era morto ma l’abbiamo avuto. Eravamo convinti che appena nato l’avrebbe preso in braccio, invece è tornato, ha rischiato di morire da umano ed era solo. Era solo! Poteva morire e...
Rick: Basta Elena. Damon è vivo, è soltanto debole perché è umano e l’ospedale è ancora con l’influsso dell’antimagia. L’hai visto, hai visto che è vivo e appena in suo corpo starà bene, lo porteremo a casa, si riprenderà, vedrà il suo bellissimo bambino e vi sposerete. – l’abbracciò. – E sono sicuro di questa cosa. – la baciò sul capo. – Vuoi andare tu a prendere Stefan?
Elena: Vai tu.
Rick: Ci vediamo dopo.
Elena: Scendo. – prese il figlio e scesero.
Enzo: Sei ancora qui, bene vengo con te.
Rick: Ok. Parla con Bonnie e stai tranquilla. – la baciò di nuovo e uscirono. Arrivarono in ospedale e andarono nella camera. – Ciao. – si asciugò gli occhi ed Enzo lo imitò.
Enzo: Novità?
Stefan: Nessuna. Sono andato a cercare il dottore dopo che Elena è andata via e mi ha detto un po’ di cose.
Rick e Enzo: Cioè?
Stefan: E’ buffo, non riuscivano a fermare l’emorragia che aveva. Fino a sta mattina gli hanno fatto delle trasfusioni. Ora tutti i valori sono normali e se continua così tra un paio di giorni è a posto anche se potrebbe non svegliarsi.
Enzo: Tanto lo portiamo a casa.
Stefan: Si certo. Ele?
Rick: E’ in crisi.
Enzo: E’ arrabbiata con la strega e ha ragione.
Rick: Non iniziare.
Enzo: Lo so, devo trattenermi con le parole.
Stefan: Non devi proprio farne. Sei qui, non devi creare problemi.
Enzo: Ok, ok.
Stefan: Seriamente Enzo.
Enzo: Si, giurin giuretto. – Rick si avvicinò e mise una mano sulla spalla di Damon.
Rick: Ciao amico.
Enzo: Appena starà bene andiamo ad ubriacarci come si deve.
Rick: Sono favorevole. Andiamo Stefan?
Stefan: Si. – si alzò e sussurrò alle orecchie del fratello. – Ti voglio bene, a domani. – uscirono. Arrivarono mentre il piccolo stava piangendo.
Rick: Ele?
Caroline: Parla con Bonnie e Jeremy. Stefan prendilo.
Stefan: Ciao bellissimo! – iniziò a cullarlo e si calmò.
Caroline: Servivi tu. – sorrise e lo baciò.  
Stefan: Si. – ricambiò il bacio. – Vado su e aspetto Ele.
Caroline: Ti aspetto in camera.
Enzo: Ti aspetto in camera.
Caroline: Sparisci o ti tiro una scarpa.
Enzo: Che paura! – gliela tirò. – Messaggio ricevuto. Ciao! – uscì.
Rick: Sempre a pizzicarvi voi due.
Caroline: Non vedo l’ora di litigare con Damon.
Rick: Immagino.
Caroline: Ti aiuto a chiudere tutto. – chiusero le porte.
 
Elena: Finalmente dorme! – entrò in camera e si avvicinò a Stefan che era sul dondolo.
Stefan: E’ sempre più bello. – stringeva l’anello del padre.
Elena: Damon?
Stefan: Come l’hai visto oggi, lo era fino a mezz’ora fa.
Elena: Ok.
Stefan: Starà bene.
Elena: Lo so. Tu?
Stefan: Sto meglio. Iniziavo a stare male in ospedale.
Elena: Stai bene ora?
Stefan: Si. Come stai?
Elena: Sono qui. Fin quando non sarà qui non starò bene.
Stefan: Elena...
Elena: Lo so. Prima è morto, poi è nato Wade e pensavo di averlo perso per sempre. Ora è a mezz’ora da me, è umano ed è solo...
Stefan: Stringi i denti ancora un po’. – annuì. – Mettiti a letto, tra poco lo metto giù.
Elena: Grazie di tutto Stefan.
Stefan: Non devi ringraziare. Notte.
Elena: Buona notte. – dopo qualche giorno si organizzarono per portarlo a casa.
Stefan: Tu resta a casa.
Caroline: Si andiamo noi due. È tutto a posto in casa?
Bonnie: Tutto.
Elena: Andate e tornate presto. Ricordati di mettergli l’anello.
Stefan: Certo, a dopo. – l’abbracciò.
Enzo: Wade tra poco conosci tuo padre, sei felice? – sorrise. – Bravo ragazzo! – più tardi.
Elena: Perché non arrivano...
Jeremy: Calma. – la strinse a se.
Rick: Eccoli! – andò ad aprire. – Cosa? – arrivarono in ambulanza.
Caroline: Li ha soggiogati. – portarono Damon nel letto e se ne andarono. Elena salì.
Stefan: Sei a casa. – gli sistemò i cuscini.
Elena: Amore mio. – lo baciò. – Cos’ha detto il dottore?
Stefan: Che il processo di risveglio stava funzionando, gli hanno fatto un test e andava bene.
Elena: Quanto dura?
Stefan: Dipende da persona a persona, ma ora è qui quindi...
Elena: Si abbiamo aspettato 9 mesi e mezzo, giorno più giorno meno non cambia.
Stefan: Esatto. Vado a pendere Wade.
Elena: Si. – si allontanò. – Stefan guarda! – aveva le vene sotto gli occhi che pulsavano. – Damon, Damon...
Stefan: Diamogli del sangue.
Elena: Come? Il nostro?
Stefan: Vediamo.
Elena: Enzo! Enzo!
Enzo: Arrivo, lo stavo cambiando. Gli serve del sangue.
Elena: Fai qualcosa.
Enzo: Calma. Prendilo che vado giù a prendere la roba. – scese e tornò. – Ok. – gli mise un ago e gli attaccò una sacca che finì dopo poco.
Rick: Tieni. – ne attaccarono un’altra.
Stefan: Aveva bisogno di sangue.
Elena: Si. – posò il figlio nel lettino. – Che si fa?
Rick: Ti calmi.
Enzo: Ma ti calmi davvero, lascialo in pace.
Elena: Ha fame e se non riuscisse a svegliarsi?
Enzo: Troveremo una soluzione. Prof andiamo.
Rick: Se vi serve qualcosa chiamate. – uscirono.
Stefan: Non piangere. – si sedette sul dondolo con lei in braccio. – Si sistemerà tutto. – la cullò. – Vai vicino a lui, hanno detto che fa bene avere le persone che ami vicine. Sdraiati, io resto qui.
Elena: Grazie. – si sdraiò e poggiò il capo al suo petto. Più tardi Caroline passò a salutarlo e Wade si svegliò.
Stefan: Svegliamo la mamma. – lo prese in braccio e si avvicinò al letto. – Guarda chi c’è? C’è papà. Fai ciao a papà. – gli mosse la manina. – Ciao mamma.
Elena: Avrà fame. – baciò il compagno e si alzò. – Vado a prendere il bavaglino.
Stefan: Si. – uscì. – Facciamo una cosa, Wade ti presento papà. – lo adagiò sul suo petto. – Guarda. – si era arpionato alla sua maglia.
Elena: Sono bellissimi. – si asciugò gli occhi.
Stefan: Vi lascio soli, torno dopo.
Elena: Grazie. – lo abbracciò poi uscì. Alla sera.
Caroline: Vuoi che lo teniamo noi sta notte?
Elena: Non c’è bisogno.
Jeremy: Sicura che possiamo andare?
Elena: Si andate al lago e state tranquilli. – lo abbracciò.
Jeremy: Se si sveglia chiamami.
Elena: Certo. – prese il nipote.
Jeremy: Ciao ragazzo, lo zio torna presto. – lo baciò e lo diede alla sorella.
Bonnie e Elena: Ciao. – uscirono e passarono un paio di giorni al lago.
 
Qualche giorno dopo le ragazze uscirono a fare shopping con il bambino, Stefan era a casa da solo con il fratello.
Damon: Mmm. – scattò un piedi.
Stefan: E’ colpa dell’incantesimo. Ora come sta?
Bonnie: E’ in coma.
Elena: No, non può essere... Non può. – Stefan la sorresse.
Stefan: Qui siamo umani. Dobbiamo portarlo a casa. – annuì. – Dov’è?
Bonnie: Venite. – Jeremy la cinse e andarono in reparto. Trovarono il dottore. – Sono la compagna e il fratello, noi usciamo.
Dottore: Siete riusciti ad arrivare dal viaggio per fortuna.
Stefan: Come sta? – lei si era avvicinata ad accarezzargli il viso.
Dottore: Si sta riprendendo dall’intervento, credevamo che gli avessero sparato invece è stato pugnalato. Ha perso molto sangue e il fisico è ancora debilitato ma sta migliorando e da due giorni respira da solo.
Stefan: Il coma? Perché ha ancora l’ossigeno?
Dottore: Era in coma, ora è solo privo di sensi. Serve solo come aiuto.
Stefan: Quando si riprenderà?
Dottore: Non possiamo saperlo, ma sta molto meglio.
Elena: Dobbiamo portarlo a casa.
Dottore: Non può essere spostato.
Stefan: Ma ha detto che sta bene.
Dottore: E’ debole per viaggiare.
Stefan: Cinque minuti di macchina.
Dottore: Non ancora, non posso autorizzarlo, appena sarà possibile ve lo dico.
Stefan: Grazie. – uscì.
Elena: Vieni.
Stefan: O Damon. – appoggiò il capo contro il suo. – Ciao. – gli strinse la mano.
Elena: Avrebbe bisogno del nostro sangue.
Stefan: Anche se portassimo del nostro sangue da casa non avrebbe nessun effetto. Dobbiamo portarlo a casa.
Elena: Hai sentito che ha detto.
Stefan: Lo so. Vado a chiamare Rick.
Elena: Aspetta, resta ancora qui. – si sedette tenendo la mano del fratello e lei decide di abbassare il lenzuolo.
Stefan: E’ dove gli aveva sparato nostro padre, vicinissimo al cuore.
Elena: Dici che è meglio lasciarlo qui?
Stefan: Credo di si, cioè gli hanno salvato la vita. Penso che una settimana sia poco tempo rapportato a tutto ciò che è successo.
Elena: Hai ragione. – lo baciò sulla fronte e gli accarezzò i capelli.
Stefan: Vado a chiamare. – uscì ed entro l’infermiera.
Infermiera: E’ arrivata finalmente. Che brutto rientro dal suo viaggio.
Elena: Si.
Infermiera: Il peggio è passato cara, stia tranquilla.
Elena: Fin quando non riaprirà gli occhi non sarò tranquilla.
Infermiera: Vuole sdraiarsi vicino a lui?
Elena: Posso?
Infermiera: Certo, faccia attenzione ai fili. Vi lascio soli. – uscì e si sdraiò.
Elena: Ehi, ciao amore. – gli alzò la mascherina dell’ossigeno e lo baciò sulle labbra. – Quanto mi sono mancate le tue labbra, il tuo corpo, il battito del tuo cuore. – si appoggiò a lui. – Wade è identico a te, quindi svegliati per vedere il nostro miracolo. – entrò Stefan.
Stefan: Devi andare a casa da Wade, ha fame.
Elena: Non voglio lasciarlo da solo.
Stefan: Resto io.
Elena: Come torni a casa?
Stefan: Viene Rick a prendermi. Voglio stare con lui.
Elena: Ok. – lo baciò. – Ti amo. – si alzò. – Ci vediamo dopo.
Stefan: Si, vai dal piccolo. – uscì e tornò a casa con Bonnie e Jeremy.
Rick: Ecco la mamma! Mi dispiace Ele ma non c’è latte...
Elena: Lo so, non preoccuparti. Vieni amore. – lo prese e salì.
Bonnie: Mi odia.
Rick: Ne ha passate troppe. – l’abbracciò. – Ben tornata.
Caroline: Bonnie! – corse ad abbracciarla.
Bonnie: Ciao! – la strinse.
Caroline: Elena?
Jeremy: Wade deve mangiare.
Caroline: Ehi! Sorridi sei qui.
Bonnie: Elena non mi parla.
Caroline: Ha aspettato così tanto Damon e ora...
Rick: Tra qualche giorno sarà a casa. – più tardi salì da Elena che stava piangendo. – Che c’è Ele?
Elena: Puoi... Puoi prenderlo?
Rick: Si. – lo prese e lo mise nel lettino. – Che c’è?
Elena: Che c’è? Damon è morto e lo vedevo quando dormivo. Abbiamo fatto un bambino che se lo dico ad alta voce mi sembra assurdo, era morto ma l’abbiamo avuto. Eravamo convinti che appena nato l’avrebbe preso in braccio, invece è tornato, ha rischiato di morire da umano ed era solo. Era solo! Poteva morire e...
Rick: Basta Elena. Damon è vivo, è soltanto debole perché è umano e l’ospedale è ancora con l’influsso dell’antimagia. L’hai visto, hai visto che è vivo e appena in suo corpo starà bene, lo porteremo a casa, si riprenderà, vedrà il suo bellissimo bambino e vi sposerete. – l’abbracciò. – E sono sicuro di questa cosa. – la baciò sul capo. – Vuoi andare tu a prendere Stefan?
Elena: Vai tu.
Rick: Ci vediamo dopo.
Elena: Scendo. – prese il figlio e scesero.
Enzo: Sei ancora qui, bene vengo con te.
Rick: Ok. Parla con Bonnie e stai tranquilla. – la baciò di nuovo e uscirono. Arrivarono in ospedale e andarono nella camera. – Ciao. – si asciugò gli occhi ed Enzo lo imitò.
Enzo: Novità?
Stefan: Nessuna. Sono andato a cercare il dottore dopo che Elena è andata via e mi ha detto un po’ di cose.
Rick e Enzo: Cioè?
Stefan: E’ buffo, non riuscivano a fermare l’emorragia che aveva. Fino a sta mattina gli hanno fatto delle trasfusioni. Ora tutti i valori sono normali e se continua così tra un paio di giorni è a posto anche se potrebbe non svegliarsi.
Enzo: Tanto lo portiamo a casa.
Stefan: Si certo. Ele?
Rick: E’ in crisi.
Enzo: E’ arrabbiata con la strega e ha ragione.
Rick: Non iniziare.
Enzo: Lo so, devo trattenermi con le parole.
Stefan: Non devi proprio farne. Sei qui, non devi creare problemi.
Enzo: Ok, ok.
Stefan: Seriamente Enzo.
Enzo: Si, giurin giuretto. – Rick si avvicinò e mise una mano sulla spalla di Damon.
Rick: Ciao amico.
Enzo: Appena starà bene andiamo ad ubriacarci come si deve.
Rick: Sono favorevole. Andiamo Stefan?
Stefan: Si. – si alzò e sussurrò alle orecchie del fratello. – Ti voglio bene, a domani. – uscirono. Arrivarono mentre il piccolo stava piangendo.
Rick: Ele?
Caroline: Parla con Bonnie e Jeremy. Stefan prendilo.
Stefan: Ciao bellissimo! – iniziò a cullarlo e si calmò.
Caroline: Servivi tu. – sorrise e lo baciò.  
Stefan: Si. – ricambiò il bacio. – Vado su e aspetto Ele.
Caroline: Ti aspetto in camera.
Enzo: Ti aspetto in camera.
Caroline: Sparisci o ti tiro una scarpa.
Enzo: Che paura! – gliela tirò. – Messaggio ricevuto. Ciao! – uscì.
Rick: Sempre a pizzicarvi voi due.
Caroline: Non vedo l’ora di litigare con Damon.
Rick: Immagino.
Caroline: Ti aiuto a chiudere tutto. – chiusero le porte.
 
Elena: Finalmente dorme! – entrò in camera e si avvicinò a Stefan che era sul dondolo.
Stefan: E’ sempre più bello. – stringeva l’anello del padre.
Elena: Damon?
Stefan: Come l’hai visto oggi, lo era fino a mezz’ora fa.
Elena: Ok.
Stefan: Starà bene.
Elena: Lo so. Tu?
Stefan: Sto meglio. Iniziavo a stare male in ospedale.
Elena: Stai bene ora?
Stefan: Si. Come stai?
Elena: Sono qui. Fin quando non sarà qui non starò bene.
Stefan: Elena...
Elena: Lo so. Prima è morto, poi è nato Wade e pensavo di averlo perso per sempre. Ora è a mezz’ora da me, è umano ed è solo...
Stefan: Stringi i denti ancora un po’. – annuì. – Mettiti a letto, tra poco lo metto giù.
Elena: Grazie di tutto Stefan.
Stefan: Non devi ringraziare. Notte.
Elena: Buona notte. – dopo qualche giorno si organizzarono per portarlo a casa.
Stefan: Tu resta a casa.
Caroline: Si andiamo noi due. È tutto a posto in casa?
Bonnie: Tutto.
Elena: Andate e tornate presto. Ricordati di mettergli l’anello.
Stefan: Certo, a dopo. – l’abbracciò.
Enzo: Wade tra poco conosci tuo padre, sei felice? – sorrise. – Bravo ragazzo! – più tardi.
Elena: Perché non arrivano...
Jeremy: Calma. – la strinse a se.
Rick: Eccoli! – andò ad aprire. – Cosa? – arrivarono in ambulanza.
Caroline: Li ha soggiogati. – portarono Damon nel letto e se ne andarono. Elena salì.
Stefan: Sei a casa. – gli sistemò i cuscini.
Elena: Amore mio. – lo baciò. – Cos’ha detto il dottore?
Stefan: Che il processo di risveglio stava funzionando, gli hanno fatto un test e andava bene.
Elena: Quanto dura?
Stefan: Dipende da persona a persona, ma ora è qui quindi...
Elena: Si abbiamo aspettato 9 mesi e mezzo, giorno più giorno meno non cambia.
Stefan: Esatto. Vado a pendere Wade.
Elena: Si. – si allontanò. – Stefan guarda! – aveva le vene sotto gli occhi che pulsavano. – Damon, Damon...
Stefan: Diamogli del sangue.
Elena: Come? Il nostro?
Stefan: Vediamo.
Elena: Enzo! Enzo!
Enzo: Arrivo, lo stavo cambiando. Gli serve del sangue.
Elena: Fai qualcosa.
Enzo: Calma. Prendilo che vado giù a prendere la roba. – scese e tornò. – Ok. – gli mise un ago e gli attaccò una sacca che finì dopo poco.
Rick: Tieni. – ne attaccarono un’altra.
Stefan: Aveva bisogno di sangue.
Elena: Si. – posò il figlio nel lettino. – Che si fa?
Rick: Ti calmi.
Enzo: Ma ti calmi davvero, lascialo in pace.
Elena: Ha fame e se non riuscisse a svegliarsi?
Enzo: Troveremo una soluzione. Prof andiamo.
Rick: Se vi serve qualcosa chiamate. – uscirono.
Stefan: Non piangere. – si sedette sul dondolo con lei in braccio. – Si sistemerà tutto. – la cullò. – Vai vicino a lui, hanno detto che fa bene avere le persone che ami vicine. Sdraiati, io resto qui.
Elena: Grazie. – si sdraiò e poggiò il capo al suo petto. Più tardi Caroline passò a salutarlo e Wade si svegliò.
Stefan: Svegliamo la mamma. – lo prese in braccio e si avvicinò al letto. – Guarda chi c’è? C’è papà. Fai ciao a papà. – gli mosse la manina. – Ciao mamma.
Elena: Avrà fame. – baciò il compagno e si alzò. – Vado a prendere il bavaglino.
Stefan: Si. – uscì. – Facciamo una cosa, Wade ti presento papà. – lo adagiò sul suo petto. – Guarda. – si era arpionato alla sua maglia.
Elena: Sono bellissimi. – si asciugò gli occhi.
Stefan: Vi lascio soli, torno dopo.
Elena: Grazie. – lo abbracciò poi uscì. Alla sera.
Caroline: Vuoi che lo teniamo noi sta notte?
Elena: Non c’è bisogno.
Jeremy: Sicura che possiamo andare?
Elena: Si andate al lago e state tranquilli. – lo abbracciò.
Jeremy: Se si sveglia chiamami.
Elena: Certo. – prese il nipote.
Jeremy: Ciao ragazzo, lo zio torna presto. – lo baciò e lo diede alla sorella.
Bonnie e Elena: Ciao. – uscirono e passarono un paio di giorni al lago.
 
Qualche giorno dopo le ragazze uscirono a fare shopping con il bambino, Stefan era a casa da solo con il fratello.
Damon: Mmm. – scattò un piedi.
 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Stefan: Damon... Damon... Finalmente!
Damon: Ho... Ho fame.
Stefan: Vado a prenderti del sangue. – scese. Tornò e lo trovò con gli occhi chiusi. – Ehi? – li aprì. – Tieni, bevi con calma. – bevve e iniziò a tossire così lo sollevò. – Respira. – lo sdraiò. – Come ti senti?
Damon: Stanco.
Stefan: Riposati.
Damon: Il bambino...
Stefan: Wade sta benissimo, ha tre settimane è una lunga storia, non è il momento. Chiamo Elena e la faccio tornare, hai ancora fame. – notò le vene. – Tieni. – lo sollevò. – Mordi.
Damon: Stefan...
Stefan: Mordi. – bevve dal fratello.
Damon: Grazie.
Stefan: Prego, riposati.
Damon: Ti voglio bene. – lo abbracciò.
Stefan: Anche io. – si addormentò e chiamò Elena. – Si è svegliato!
Elena: Cosa? Torniamo subito! Come sta?
Stefan: E’ stanco, ora dorme. Venite a casa.
Elena: Si. – chiamò anche gli altri che si misero in viaggio. Arrivarono a casa e salì. – Ciao!
Stefan: Ciao. Wade?
Elena: Lo portano su, non resistevo ad aspettare neanche per toglierlo dal seggiolino. Ha bevuto?
Stefan: Si e gli ho anche dato il mio. Spero che abbia funzionato. – salirono.
Bonnie: Eccolo.
Caroline: Stai bene? – annuì. – Vi lasciamo soli. – lo baciò e scesero.
Stefan: Chiamalo, io vado a cambiarlo.
Elena: Si... Damon, Damon... Ciao amore mio. – lo baciò.
Damon: Ciao bellezza.
Elena: Damon. – lo abbracciò in lacrime. – Ciao. – si appoggiò al suo petto.
Damon: Mi dispiace. – disse con la voce rotta dall’emozione.
Elena: E’ tutta colpa mia, mi avevi detto di scendere dalla macchina. Se fossi scesa tu saresti passato...
Damon: Bonnie?
Elena: Sta bene, non preoccuparti. – lo baciò. – Come stai?
Damon: Stanco, tanto stanco. – si sollevò. – Resta.
Elena: Ti peso...
Damon: No. – la strinse e gli accarezzò il capo. – Il bambino?
Elena: Wade sta benissimo.
Damon: Wade. – sorrise. – Non ti piaceva perché era un nome fuori dal comune.
Elena: Subito non mi piaceva, poi me ne sono innamorata e poi anche il tuo non è comune. Vuoi vederlo?
Damon: Certo. – si alzò e lui si toccò il torace.
Elena: Ti hanno operato.
Damon: Operato?
Elena: Stefan non ti ha detto niente. – fece un sospiro e gli prese la mano. – Appena sei tornato... Ci hanno detto che sei comparso fuori dal Grill ed eri ferito gravemente, noi l’abbiamo scoperto la settimana dopo. – si asciugò gli occhi. – L’ospedale è circondato dall’antimagia, abbiamo potuto portarti a casa solo l’altra settimana perché finalmente eri fuori pericolo.
Damon: Non sai quanto mi dispiace. – l’attirò a se.
Elena: Non sforzarti. – la tirò.
Damon: Ti amo. – gli accarezzò i capelli. Dopo un po’.
Elena: Chiamo Stefan. – lo baciò.
Damon: Ho fame.
Elena: Ok. – lo chiamò al cellulare. – Puoi portare del sangue e Wade. – salì. – Wade?
Stefan: Lascialo mangiare.
Elena: Hai ragione. – bevve mezza sacca. – Vado.
Stefan: Vuoi alzarti un po’?
Damon: Proviamo. – lo aiutò. – Grazie. – si toccò la ferita.
Stefan: Male?
Damon: Tira.
Stefan: Fammi guardare. – gli tolse i punti e gli diede altro sangue.
Damon: Grazie...
Elena: Andiamo da papà. – entrarono e si avvicinò al letto. – Ciao papà.
Damon: E’ piccolissimo.
Stefan: Era più piccolo. Vi lascio...
Damon: Resta, ti prego. – annuì e si sedette. Lei tentò di darglielo. – Non ancora.
Elena: Ok. – si sedette al suo fianco.
Stefan: Ti assomiglia da matti.
Damon: E’ bellissimo. Ciao Wade. – dopo un po’.
Stefan: Sonno profondo.
Elena: Sta notte non ha dormito.
Damon: Perché?
Elena: E’ piccolo, i primi giorni non chiudeva gli occhi se era con me, con lui era un amore. Te la senti?
Damon: Ci provo.
Elena: Buongiorno papà. – glielo mise in braccio. – Ok.
Damon: E’ pesantissimo. – Stefan mise un cuscino sotto il bambino in modo da facilitarlo. – Grazie. Ciao piccolo... Oh! – aprì gli occhietti.
Elena: Si. – si appoggiò a lui. – Perché Wade?
Damon: Lunga storia. – gli prese un dito tra le manine.
Elena: Perché? – non rispose perché era incantato dal figlio.
Stefan: Wade era il nome del figlio della dama di compagnia di nostra madre, avevano la stessa età e si promisero che al primo figlio maschio che avrebbero avuto li avrebbero chiamati con i loro nomi.
Elena: Che tenero. Ha avuto il suo Damon?
Stefan: Non so.
Damon: Si, l’ha avuto. È fortissimo.
Elena: Si, come il padre. – lo baciò. Dopo un po’.
Stefan: Sei stanco?
Damon: Si e ho anche fame.
Elena: Finisci questa che Rick ed Enzo sono andati a prenderne.
Stefan: Vuoi sdraiarti?
Damon: Vorrei, ma vorrei tenerlo.
Elena: Riposati un po’, lui non scappa.
Damon: Hai ragione. – lo prese e Stefan lo aiutò a sdraiarsi. – Grazie. – si addormentò. Si svegliò alla sera mentre mangiava e si girò sul fianco.
Elena: Ciao. – gli sorrise.
Damon: Siete la cosa più bella che ho visto.
Elena: E siamo tuoi.
Damon: E siete miei. Sono l’uomo più felice del mondo, vi amo.
Elena: Anche noi. – gli prese la mano. – Come ti senti?
Damon: Forse meglio. Avrei voluto vederlo nascere...
Elena: Ti avrei voluto al mio fianco più di ogni altra cosa, avrei voluto imparare a gestirlo con te, ma non è stato possibile. Ora sei qui con noi amore mio, è la cosa più importante. – annuì. – Hai fame?
Damon: No. – bussarono ed entrò Bonnie. – Ehi!
Bonnie: Sei sveglio! – si avvicinò e l’abbracciò. – Come stai?
Damon: Più o meno, tu?
Bonnie: Bene, sto molto bene.
Jeremy: Benissimo! Ciao Damon!
Damon: Gilbert. – provò a sollevarsi.
Jeremy: Sta fermo. – lo abbracciò. – Mi sei mancato.
Damon: Anche tu. – si staccò.
Jeremy: Vuoi una mano o possiamo uscire?
Elena: Uscite e non preoccuparti.
Jeremy: Ok, dallo a me. – lo prese e gli fece fare il ruttino.
Elena: Resta qualcuno?
Bonnie: Rick e Enzo stanno tornando.
Stefan: Ha già mangiato?
Jeremy: Si e a te tocca il pannolino. Tieni.
Stefan: Buona sera ragazzo. – andò a cambiarlo.
Jeremy: Noi allora andiamo.
Elena: Si ciao. – uscirono.
Stefan: Va meglio?
Damon: Si. – iniziò a guardarlo.
Elena: Ehi... Damon? – gli accarezzò il capo. – Che c’è?
Damon: Lo guardavo.
Stefan: Tienilo. – Elena lo aiutò a sistemarsi. – Ecco papà.
Damon: Grazie.
Caroline: Non ti trovavo... Ciao!
Damon: Barbie!
Caroline: O Damon! – lo abbracciò come poté. – Stai bene?
Damon: Ora si.
Caroline: Ciao Wade. – gli accarezzò il capo. – Lo teniamo noi?
Damon: Noi? – guardò il fratello. – Noi?
Elena: Andiamo. – la portò fuori, ma restarono vicino alla porta.
Stefan: Se non ci fosse stata lei sarei tornato lo squartatore, mi ha salvato la vita e poi ci siamo messi insieme.
Damon: Ne sono felice.
Caroline: Grazie cognato!
Enzo: E urla, sempre che urla.
Caroline: Questo è peggio di te. Idiota!
Enzo: Biondina!
Rick: Finitela!
Enzo: Ciao. – si avvicinò e lo abbracciò. – Come sei?
Damon: Sono qui.
Enzo: Ne siamo tutti felici. Perché quella faccina? – gli accarezzò la schiena. – E’ da cambiare?
Elena: Credo di si.
Enzo: Ci penso io. – lo prese e uscirono. Rick si avvicinò.
Rick: Amico. – lo strinse.
Damon: Non sai quanto mi sei mancato. – ricambiò la stretta.
Rick: Tanto quanto mi sei mancato tu. – gli altri uscirono. – Come stai? – si sedette al suo fianco.
Damon: Sono stanco, ho fame e poi... – sospirò.
Rick: Wade.
Damon: Si. Capisco tutto ma è mio, cioè vorrei tenerlo.
Rick: Lo so e hai ragione, vado a prendertelo. – uscì e tornò. – Bravo bimbo bello. – gli grattò il pancino. – Ecco il tuo papà! – glielo mise sul petto. – Questo bambino a volte è peggio del sangue e del bourbon, è una droga. Caroline e Bonnie puoi immaginare come sono, sono donne. Stefan e Jeremy sono gli zii, puoi immaginare anche quello. All’inizio si calmava sono con Stefan. Enzo con lui sembra un bambino. Matt e Tyler l’hanno visto via webcam perchè viaggiano da dopo che Caroline l’ha mollato definitivamente.
Damon: Tu?
Rick: E’ tuo figlio, lo adoro. L’unica cosa è che non posso bere con lui. Domani se ti va ci facciamo un bicchiere.
Damon: Con piacere. Ehi! – iniziò a muoversi.
Rick: Massaggiagli la schiena, avrà sonno.
Damon: Così?
Rick: Perfetto. – si addormentò.
Elena: Posso?
Rick: Vieni, vi lascio soli. Riposati. – lo abbracciò. – Ciao.
Damon: Ciao. – uscì. – Ciao amore mio.
Elena: Ciao amore. – lo baciò. – Vuoi qualcosa?
Damon: Un bacio. – sorrise. – Un po’ di sangue.
Elena: Ecco qui.
Damon: Grazie. Stano tutti qui?
Elena: Tranne Enzo che va e viene. Non chiedermi i dettagli perché non ce li ha detti. Cosa ne pensi di lui?
Damon: Lo amo, lo amo tantissimo. – chiacchierarono un po’. – Inizio ad essere stanco.
Elena: Lo metto a letto e arrivo. – si sdraiò.
Damon: Che fatica.
Elena: Vieni. – lo aiutò a girarsi e lo fece appoggiare a lei.
Damon: Mi sei manca così tanto. – la strinse.
Elena: Non dirlo a me amore mio. – lo baciò sul capo. – Ora rilassati.
Damon: Ti amo.
Elena: Ti amo. – si addormentò. Dopo un  po’.
Stefan: Tutto bene?
Elena: Sembra di si. – lui lo coprì.
Stefan: Se serve qualcosa chiamami, ogni tanto vengo a vedere.
Elena: Grazie. – uscì. Dopo un paio d’ore il figlio si svegliò, lo spostò e lo prese. – Non svegliamo papà. – lo cambiò e lo allattò, si sdraiò e ammirò il compagno. Al mattino.
Damon: Elena... Elena!
Elena: Ehi! Damon svegliati! – aprì gli occhi. – Amore.
Damon: Sei qui! – l’attirò a se.
Elena: Ehi! – lo baciò. – Che c’è?
Damon: Ho avuto paura di perderti.
Elena: Non succederà più. Calmati, vieni. – si appoggiò a lei e si rilassò. Dopo un po’.
Damon: Wade?
Elena: Sta dormendo, starà buono ancora un’oretta.
Damon: E’ bravissimo.
Elena: Non sempre, è molto nervoso a volte.
Damon: Sembra un angioletto.
Elena: Lo è quasi sempre. Odia il bagnetto, odia essere cambiato quando dorme e poi se io gli do il biberon, come se capisse...
Damon: Capirà di sicuro! E’ mio figlio, mica è scemo!
Elena: Dai! – lo baciò.
Damon: E’ vero! Invece cosa gli piace?
Elena: Stare in braccio. Ama stare in braccio anche perché i primi giorni, a parte che lo tenevo molto in braccio, ma quando lo posavo Stefan o Rick lo prendevano.
Damon: E’ stato difficile?
Elena: Cosa?
Damon: Farlo nascere... I primi giorni...
Elena: Si. Era davvero grosso, non vedevo l’ora che nascesse per vederti, invece... – lo strinse. – Non sapevo cosa fare e come fare. Nessuno sapeva come gestire un bambino tranne Enzo. Con il passare dei giorni ho capito come gestirlo e poi finalmente Bonnie ha chiamato e ho potuto abbracciarti di nuovo. Volevo portarlo, ma non  me lo hanno permesso.
Damon: Sono qui ora.
Elena: Si. Appena ti sarai ripreso che ne dici di andarcene per un po’?
Damon: Con voi due andrei ovunque. – la baciò. – Che ora è?
Elena: Le 8. Hai fame?
Damon: Si, ma non voglio lasciarti alzare.
Elena: Tieni. – gli avvicinò il polso.
Damon: No.
Elena: Si coraggio. – ne bevve un po’.
Damon: Grazie.
Elena: Non dirlo neanche. – più tardi si alzò e lui si sistemò.
Stefan: Posso?
Damon: Ciao. – si sedette.
Stefan: Come stai?
Damon: Benino. Avete fatto baldoria?
Stefan: Caroline non c’è.
Damon: Fratellino, fratellino.
Elena: E’ vero, è andata a casa. Tieni. – gli diede il figlio.
Damon: Ma ciao bellezza.
Elena: Devo andare a comprare i pannolini se non hai da fare.
Stefan: Vai tranquilla.
Elena: Grazie. Ci vediamo dopo. – lo baciò.
Damon: Non andare in città. – la bloccò.
Elena: Non vado in città. – lo baciò. – Tranquillo.
Damon: Ok. Fai attenzione.
Elena: Si. A dopo. – uscì. Poi il piccolo iniziò a piangere mentre Stefan era di sotto a preparare il biberon.
Damon: Ehi... Stefan vieni! – salì. – Fa qualcosa, non gli ho fatto niente, ma si è messo a piangere.
Stefan: Ha fame. Vuoi dargli il latte?
Damon: Non sono capace.
Stefan: Neanche io lo ero.
Damon: Fai tu. – lo prese, diede il sangue al fratello e il latte al nipote.
Stefan: Finisci tu.
Damon: Non sono capace.
Stefan: Impari. – gli diede il figlio. – Alzagli un po’ la testa.
Damon: Così?
Stefan: Perfetto. – si sedette. – Non è difficile.
Damon: Hai ragione. – finì. – Ora?
Stefan: Faccio io. – lo prese, iniziò a passeggiare e gli fece fare il ruttino. – Bravo, tieni. – glielo diede e iniziò a massaggiargli la schiena per farlo addormentare.
Damon: Grazie fratellino.
Stefan: Ti voglio bene.
Damon: Anche io.
 

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Dopo qualche giorno.
Stefan: Alzati dai.
Damon: Non riesco.
Stefan: Non sei riuscito ad alzarti dopo due giorni, ora sei più forte. Prova.
Damon: No, non provo. Non voglio, non ci riesco.
Stefan: E’ passata una settimana.
Damon: Lo so! – il piccolo iniziò a piangere.
Stefan: Shh. – lo prese e scese.
Damon: Stefan! Stefan!
Rick: Ehi?
Damon: Dov’è?
Rick: L’ha portato fuori. – scoppiò a piangere. – Damon devi reagire.
Damon: Non riesco.
Rick: Devi sforzarti, l’altra settimana non ci sei riuscito ma ora sei più forte. – arrivò Elena.
Elena: E’ passata solo una settimana. Anche dopo il morso di Tyler non riusciva a riprendersi ma nessuno gli stava così addosso.
Rick: Deve provare...
Elena: Appena se la sente.
Rick: Ok. – uscì dalla stanza.
Elena: Non preoccuparti, riposati. – lo baciò.
Damon: Forse... Forse hanno ragione. Sono inutile, non faccio niente, prima o poi ti stuferai di me e io...
Elena: Non è vero, guardami. Amore mio sei stato morto per 9 mesi, sei stato umano per due settimane, ti sei ripreso da due settimane, hai bisogno di tempo per riprenderti, quindi fregatene di quello che dicono.
Damon: Elena...
Elena: Giuramelo.
Damon: Giuro. – l’attirò a se. – Wade?
Elena: Fuori si sta bene.
Damon: Dovrei essere io...
Elena: Quando starai bene. Dormi. – si addormentò.
Rick: Non lo aiuti.
Elena: Lo so ma non lo fa apposta, di notte è molto debole, al mattino ha bisogno del mio sangue.
Stefan: Perché non l’avete detto?
Elena: Non volevamo. Vorrebbe alzarsi, vorrebbe occuparsi di suo figlio ma non può, non è ancora forte.
Stefan: Mi dispiace.
Rick: Io...
Elena: Lasciatelo stare. – annuirono e uscirono. Si svegliò al pomeriggio. – Ciao papi. – gli mosse la manina.
Damon: Ciao piccolo. – lo prese. – Sei tutto profumato.
Elena: Si, era da lavare. Scendo un attimo.
Damon: Non sai quanto mi dispiace Wade, vorrei essere un bravo papà...
Elena: Damon sei un padre meraviglioso, appena sarai forte lo guarderai sempre, ti lascerò alzarti ogni volta di notte, cambiare tutti i pannolini, farai tutto ma con un po’ di pazienza. – si sdraiò al suo fianco. – Dai abbracciami. – la cinse e la baciò sul capo.
Damon: Questo posso farlo.
Elena: E’ già qualcosa. – sorrise. – Siamo soli stasera.
Damon: Si?
Elena: Caroline ha rapito Stefan, Jeremy e Bonnie sono al lago e Rick tornerà tardi.
Damon: L’importante è che non ve ne andate.
Elena: Digli un po’ “papà resteremo per sempre con te”. – alla sera si strinse al suo petto. – Sono felice.
Damon: Per cosa? – continuò ad accarezzarle la schiena.
Elena: Di avere voi due. Vi amo così tanto.
Damon: Anche io.
Elena: Vuoi fare l’amore con me?
Damon: Come?
Elena: Mi hai sentito, ti va?
Damon: Io... Si, però...
Elena: Non preoccuparti. – gli tolse la maglia, iniziò a baciarlo e fecero l’amore.
Damon: Wow!
Elena: Wow?
Damon: Mi sento rinato.
Elena: Ne sono felice. – lo baciò. – Ora riposati un po’.
Damon: Ti amo.
Elena: Ti amo. – il mattino dopo si svegliò e lei uscì dal bagno. – Buongiorno.
Damon: Buongiorno. – si stiracchiò.
Elena: Dormito bene?
Damon: Benissimo, tu?
Elena: Anche io. – lo baciò e si scoprì il collo così lui morse.
Damon: Grazie.
Elena: Di niente. Vado a finire di vestirmi.
Damon: Vai bene anche così.
Elena: Anche tu. – lo baciò. – Vado e poi ti vesto. – tornò e lo aiutò a vestirsi.
Damon: Vorrei provare una cosa.
Elena: Cosa?
Damon: Sedermi ed eventualmente alzarmi.
Elena: Se te la senti.
Damon: Proviamo. C’è qualcuno?
Elena: No Rick è uscito presto. Vieni. – si sedette con le gambe giù dal letto. – Com’è?
Damon: Ho le vertigini. – appoggiò il capo al suo ventre e gli accarezzò i capelli.
Elena: Ok, con calma. – dopo un po’. – Proviamo?
Damon: Si. – si alzò e lei lo strinse forte. – Povero me.
Elena: Sei bellissimo. – lo baciò con le lacrime agli occhi.
Damon: Ehi?
Elena: Va tutto bene, sono felicissima di vederti in piedi. – lo strinse. – Tutto bene?
Damon: Credo di si.
Elena: Vieni. – lo sorresse e si avvicinarono alla culla.
Damon: Ciao stellina.
Elena: Riesci ad arrivare in bagno così gli cambi il pannolino?
Damon: Con molto piacere. – lo prese e andarono in bagno.
Elena: Ehi?
Damon: Un capogiro, va tutto bene.
Elena: Tieni. – bevve un sorso di sangue e si avvicinarono al fasciatoio. – Pronto?
Damon: Si, almeno credo.
Elena: Ok. – lo aiutò a svestirlo, sbottonò il pannolino e lo bagnò.
Damon: Ehi! – lei si mise a ridere.
Elena: E’ normale. Le salviette... Bravissimo. – lo cinse.
Damon: Davvero?
Elena: Sei stato bravissimo. Vieni.
Damon: Dovrei farmi la barba.
Elena: Devo dargli da mangiare.
Damon: Vai tranquilla.
Elena: Se hai bisogno chiamami. – uscì, poi tornò in camera. – Che figurino! Sai che mi ero abituata alla barba? Siediti. – si sedette sul letto. – Sei stanco?
Damon: Un po’. – si cambiò la maglia.
Elena: Ecco fatto. – si alzò per fargli fare il ruttino. Dopo un po’. – Mettiti giù così ti riposi e lo fai dormire.
Damon: E’ meglio. – si sdraiò e si addormentarono. Arrivarono Stefan e Caroline.
Stefan: Ciao.
Elena: Ciao. – fece cenno di uscire. – Si è alzato, ha cambiato Wade e si è fatto la barba.
Stefan: Cosa? Come sta?
Elena: E’ stanchissimo.
Caroline: Come l’hai convinto?
Elena: Diciamo che sta notte abbiamo fatto qualcosa e mi ha detto che è rinato, quindi era motivato a provare.
Stefan: Bene, sono davvero felice.
Elena: Stai tu.
Stefan: Grazie. – più tardi si svegliò. – Scusami.
Damon: Per cosa?
Stefan: Ieri.
Damon: Non hai fatto niente. Prima mi sono alzato.
Stefan: Lo so, come stai?
Damon: Meglio. – si sollevò e Wade strinse le mani alla sua maglia.
Stefan: Ciao bellissimo. – gli accarezzò la schiena e lui allungò la manina, così lo prese. – Ciao bello, vado a cambiarlo. – si allontanò, lui si alzò e li raggiunse. – Damon! – si appoggiò al lavandino.
Damon: Mi gira la testa.
Stefan: Bevi. – gli diede il polso.
Damon: Grazie.
Stefan: Va meglio?
Damon: Si.
Stefan: Lo prendo e andiamo di là. Ce la fai?
Damon: Si è tutto apposto adesso. – andarono nella stanza e mise il nipote nel lettino, si girò e Damon lo abbracciò. – Ti voglio bene fratellino.
Stefan: Anche io. – lo strinse. Elena e Caroline fecero per entrare ma si bloccarono sulla porta.
Caroline: Ora stanno bene. – l’abbracciò.
Elena: Hai ragione.
 

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Passarono le settimane e arrivò il giorno dell’anniversario della “morte” di Damon, ormai completamente ripreso, e Bonnie. Durante la notte Elena si svegliò improvvisamente e non lo trovò.
Elena: Damon... Damon!
Damon: Ehi? – uscì dal bagno con il bambino, si alzò e corse tra le sue braccia. – Che c’è? – la strinse.
Elena: Oggi...
Damon: Sono qui. – la baciò sul capo. – Sono qui. Vuoi dargli da mangiare?
Elena: Si. – lo baciò e si sedette sul letto, prese il figlio e lo allattò tenendo la mano di Damon. – Ok.
Damon: Ci penso io. – gli fece fare il ruttino e si addormentò. Lo mise nella culla e si sdraiò. – Vieni qui. – si strinse al suo petto. – Va tutto bene.
Elena: Lo so. – si strinse a lui e si addormentò. – Damon... Damon no!... Damon!
Damon: Ehi! – la svegliò. – Svegliati... Svegliati! Sono qui. – la strinse.
Elena: Damon.
Damon: Va tutto bene. – la baciò. – Calmati. – dopo un po’ il bambino iniziò a piangere e gli diede il biberon. Alle prime luci dell’alba.
Elena: Non lasciarmi... Me lo avevi promesso... Damon ti prego... Damon!
Damon: Apri gli occhi... Elena!
Elena: Io...
Damon: Va tutto bene. – la prese in bracciò, si sedette sulla poltrona e iniziò a cullarla. – Non ti lascerò mai più.
Elena: Lo so, solo che...
Damon: Rilassati. – la baciò sul capo e la strinse. Più tardi.
Stefan: Che succede?
Damon: Ha gli incubi dell’anno scorso, si è svegliata urlando tre volte. Puoi guardare Wade che forse è da cambiare?
Stefan: Certo. – lo cambiò. – Lo tengo io.
Damon: Grazie. Ancora una cosa, mi porti quelle cose?
Stefan: Vado e torno... Tieni ci vediamo dopo.
Damon: Grazie. – uscì e chiuse la porta. – Amore mio. – la baciò sul capo e continuò a cullarla, poi si addormentò. Ore dopo si svegliò e lo baciò sulle labbra.
Elena: Mi dispiace.
Damon: Non devi. – la baciò. – Ho una cosa per te.
Elena: Cosa? – prese la borsa da terra e tirò fuori un cofanetto, lei lo aprì. – E’ meraviglioso! – disse in lacrime.
Damon: Era di mia madre, cioè questo è una sua copia. Quando scoprì di essere malata ne fece fare due come il suo, li consegnò alla sua dama di compagnia che ce li diede con delle lettere e ci chiedeva di darli alla nostra anima gemella. Voglio sposarti amore mio...
Elena: Anche io! – lo baciò in lacrime.
Damon: Ne sono onorato. Posso?
Elena: Con piacere. – glielo infilò. – E’ bellissimo!
Damon: Come te! – la baciò. – Volevo dartelo il mese prossimo.
Elena: Per l’anniversario.
Damon: Si, ma ho cambiato idea.
Elena: Possiamo sposarci il mese prossimo. – si accoccolò al suo petto mentre fissava l’anello.
Damon: O prima. – tirò fuori i documenti.
Elena: Sei pazzo!
Damon: Si, mi conosci. – sorrise e la baciò sul capo. – Però hai ragione, possiamo resistere un mese, è più romantico.
Elena: Io voglio diventare tua moglie senza niente di stravagante. Io, te e nostro figlio, è il mio sogno.
Damon: Se Barbie non ti obbliga a fare chissà cosa.
Elena: E’ il nostro matrimonio.
Damon: Conserviamo quei fogli per 30 giorni.
Elena: Si, ti amo.
Damon: Io di più. – la baciò. – Non garantisco che ci sia scritto ancora qualcosa visto che sono passati 160 anni, però è per te. – smontò il cofanetto e uscì un biglietto. – Scendo un attimo da Wade.
Elena: Ok. – uscì e lo aprì. – “Carissima, il mio nome è Isabel. Quando leggerai questo biglietto vuol dire che il mio bambino è felice. Il mio piccolo Damon è felice. Io sono malata e non potrò veder crescere ne lui che ha 10 anni, ne Stefan. Sono sicura che Damon soffrirà per la mia mancanza perchè lui è il mio bimbo speciale. Spero che voi due potrete avere la felicità di avere delle vostre creature, di provare quello che provo io. Damon è testardo, orgoglioso e dolcissimo già adesso, come me del resto e spero che tu possa accettarlo così com’è senza cambiarlo. Spero che avrete una vita piena di amore e gioia. Ti abbracciò futura Signora Salvatore e dai un bacio e un abbracciò al mio piccolo... Ciao. P.s: questa è una nostra foto, così vedi quanto era bello da piccolo e sono sicura che sarà un uomo bellissimo.” Si asciugò gli occhi e Damon entrò.
Damon: Ehi? – corse da lui e lo abbracciò e baciò sulla fronte.
Elena: E’ da parte di tua madre.
Damon: Grazie. – lo guidò al letto.
Elena: Vuoi leggerla?
Damon: E’ per te.
Elena: Si ma riguarda te, se vuoi...
Damon: Voglio.
Elena: Tieni. – lesse il biglietto e iniziò a piangere. – Girala. – lesse la dedica dietro la foto “Ti amo Damon”.
Damon: Ti amo mamma. – baciò la foto e scoppiò a piangere, lo abbracciò.
Elena: Eri tremendo già da piccolo.
Damon: Già e spero che Wade non lo sarà.
Elena: Se hai preso da lei, lui prenderà di sicuro da te, è genetico come il colore degli occhi. – gli sorrise e lo baciò. – Saprò gestirvi. – lo strinse e restarono abbracciati per un po’. – Gli assomigli molto.
Damon: Lo so. Era tutto per me, sarà sempre la donna più importante della mia vita insieme a te. Ti amo.
Elena: Ti amo.

Passò un mese ed arrivò il giorno del matrimonio. Elena con Wade, Bonnie e Caroline erano a casa mentre gli uomini erano da Tyler e Matt.
Damon: Che vuoi?
Elena: Ciao! Ho rubato il cellulare a Caroline.
Damon: Ciao amore mio! Hai fatto bene, mi mancate tantissimo.
Elena: Anche tu. Per fortuna manca solo un’ora.
Damon: Si, sei pronta?
Elena: Mi manca...
Caroline: Elena! Damon!
Elena: Un attimo. Mi manca il vestito.
Damon: Ci vediamo tra poco.
Elena: Io sarò quella in bianco. Ti amo.
Damon: Non vedo l’ora di vederti. Ti amo. – avevano deciso di sposarsi nella saletta del Comune con una semplice cerimonia. Finirono di prepararsi e andarono nei loro salottini.
Stefan: Siamo arrivati partite pure, a dopo... Si 10 minuti prima siamo la. Ciao. – arrivarono e chiamarono.
Rick: Vado a prendertela. – lo abbracciò.
Damon: Grazie. – lo strinse.
Jeremy: Ci vediamo tra poco. – uscirono tranne Stefan.
Stefan: Pronto?
Damon: Si, sono molto agitato.
Stefan: Vedo. – gli aggiustò la cravatta.
Damon: Devo dirti una cosa.
Stefan: Dimmi.
Damon: Hai bisogno di Barbie, quando non c’è torni ad essere l’ombroso Stefan e non voglio vederti così anche perché Wade non deve conoscere quello zio. Lo sai anche tu e poi l’anello di mamma è troppo bello per continuare a stare chiuso in una vecchia scatola.
Stefan: Grazie. – lo abbracciò. – Ti voglio bene.
Damon: Anche io fratellino.
Stefan: Andiamo, devi sposarti. – uscirono dal salottino.
Damon: Che ci fai qui?
Enzo: Mi sono liberato. – Enzo era entrato in un gruppo di volontari nei paesi poveri. – Non potevo mancare e poi Wade non credo voglia fare il bouquet e sono l'unico con le braccia libere.
Damon: Ehi bimbo bellissimo. – glielo diede. – Mi sei mancato così tanto! – lo baciò sul capo.
Stefan: Che eleganza questo bimbo. Su andiamo. – si avviarono nella stanza. Caroline aveva insistito per montare almeno un arco sopra il tavolo. Le ragazze erano già in ritardo di 5 minuti.
Damon: Chiamala.
Stefan: Aspetta... – iniziarono la marcia nuziale.
Enzo: Mio. – prese il piccolo e si sedette. Arrivò Jeremy.
Jeremy: Scusa, ma avevo bisogno di lei.
Damon: Per questa volta... cognato. – vide Elena che era accompagnata da Caroline e Bonnie e Rick la sorreggeva. – Ti amo. – sussurrò.
Elena: Anche io.
Rick: Eccovi. – si allontanò e iniziarono la cerimonia.
X: Può baciare la sposa. – si baciarono.
Caroline: Su su andiamo a fare le foto.
Stefan: Lasciali un minuto. Andiamo.
Enzo: Questo è vostro. – gli diede il bambino e uscirono.
Damon: Sei mia! – la baciò con passione.
Elena: E tu mio. – lo abbracciò. – Ciao stellina. – lo baciò sulla fronte. – Jeremy aveva bisogno di me e mi ha  fatto un bellissimo regalo per il matrimonio.
Damon: Cioè?
Elena: Vuole trasformarsi.
Damon: Sei sollevata.
Elena: Mi ha tolto un peso dal cuore.
Damon: Io ho incoraggiato Stefan a fare la proposta a Barbie.
Elena: Sei stato tenerissimo! – lo baciò. – Andiamo.
Damon: Ci tocca. Comunque arriviamo a casa, ci cambiamo, prendiamo due cose e scappiamo.
Elena: Ottimo. – uscirono e gli lanciarono il riso, poi andarono a casa e mangiarono qualcosa. Avevano già preparato le valige. Tyler e Matt andarono via così come Bonnie e Jeremy che vivevano da lei.
Damon: Addio gente! Dammelo.
Caroline: Mi mancherai Wade.
Elena: Sono un paio di giorni...
Caroline: Vengo a trovarvi.
Damon: Non ci provare. – prese il figlio. – Stefan. – lo abbracciò. – D'accordo?
Stefan: Si. Ti voglio bene.
Damon: Anche io. – lo lasciò. – Ciao bionda.
Caroline: Ciao. – uscirono e arrivarono al lago. – Siamo soli. – lo abbracciò.
Stefan: Si. Saliamo. – salirono e Caroline notò il cofanetto sul cuscino. – E' per te.
Caroline: O Stefan! – lo baciò. – Ti amo. – lo strinse in lacrime. – Elena mi ha raccontato quanto sia importante per voi quest'anello.
Stefan: Si. Non ricordo molto mia madre, ma ho un ricordo nitido di noi due che giocavamo e io la sposavo. Posso sposare te?
Caroline: E' un onore per me diventare la signora Salvatore. – le mise l'anello e lei lo baciò.
Stefan: Ti amo Caroline Forbes.
Caroline: Anche io, non sai quanto. – si sdraiò contro il suo petto e lo ammirò a lungo.
Stefan: Vuoi provare a leggere la lettera di mia madre?
Caroline: Certo. – l'aprì e la lesse. – Che donna meravigliosa. – si asciugò gli occhi. – Leggi.
Stefan: Io... Ok. – “Carissima, il mio nome è Isabel. Quando leggerai questa lettera vuol dire che il mio piccolo Stefan sarà felice. Io sono malata e non potrò vedere crescere né lui né Damon. Sono sicura che entrambi i miei bambini soffriranno molto: Damon perchè mi è molto affezionato, Stefan perchè purtroppo 5 anni sono troppo pochi per perdere la madre. Damon ha ereditato il mio carattere testardo, orgoglioso e molto dolce mentre Stefan senza dubbio ha quello di suo padre ed è per questo che sono molto legati. È così dolce, ma così fragile. È molto fragile e avrà bisogno di una donna molto comprensiva, forte, che sappia amarlo con i suoi pregi e con i suoi difetti e sono sicura che tu sia quella giusta. Spero che riuscirete ad avere una vostra famiglia, dei vostri figli così potrete capire tutto il mio amore per loro. Ti abbraccio futura signora Salvatore e dai un bacio e un abbraccio al mio piccolo... Ciao. P.s: E' una nostra foto così vedi la sua bellezza da piccolo e sono sicura che sarà un uomo bellissimo.” Girò la foto. “Ti amo Stefan” – Ti amo mamma. – si asciugò gli occhi.
Caroline: Sei lo stesso di allora è il bello di te e se avessimo dei figli non sarai mai, mai come tuo padre. – lo baciò e l’abbracciò.
Stefan: Grazie. – più tardi. – Quando vorresti sposarti?
Caroline: Vuoi sposarti subito?
Stefan: Mi piacerebbe, ma tu non sei come Elena...
Caroline: Ti dirò, non m'importa di fare le cose in grande. Mi è piaciuto il loro matrimonio, non ha senso aspettare tanto tempo. Voglio iniziare la nostra vita insieme il prima possibile.
Stefan: Ne sono così felice! – la baciò.
Caroline: Appena tornano andiamo a prenotare la cerimonia.
Stefan: Affare fatto. Ora divertiamoci. – fecero l'amore. Qualche giorno dopo tornarono a casa.
Caroline: Ciao! – entrarono mentre Stefan era in camera.
Damon: Shh! – entrò con il figlio che dormiva.
Caroline: Quanto è cresciuto!
Elena: Non è vero. – notò l'anello. – Ehi! – l'abbracciò.
Caroline: Ci sposiamo! – la strinse e pianse dall'emozione.
Damon: Mi ha ascoltato.
Caroline: Sei stato tu... Grazie! – lo abbracciò.
Damon: Prego. Ce ne andiamo se no lo svegli. Non troppo rosa se no non vengo.
Caroline: Non preoccuparti. – agganciò il seggiolino al passeggino e uscirono in giardino.
Damon: Ehi buongiorno. – lo prese e si sedette a terra.
Stefan: Ciao! – li raggiunse.
Damon: Bravo fratellino.
Stefan: Cosa?
Damon: Mi hai ascoltato.
Stefan: Già. – sorrise. – Ciao bello. – lo prese. – Siete stati bene?
Damon: Insomma è stato un guastafeste. Hai letto la lettera di mamma?
Stefan: Si tu?
Damon: Si e non si è sbagliata per niente.
Stefan: Si è vero, ci conosceva già.
Damon: Si.
Stefan: Devo chiederti una cosa, posso?
Damon: Certo.
Stefan: Mentre eri morto l’hai mai vista?
Damon: Mai. – si asciugò gli occhi. – Andiamo a trovarla?
Stefan: Ottima idea. È tantissimo che non andiamo insieme.
Damon: La prima cosa che ho fatto la prima volta che sono uscito da solo è stata andare da lei.
Stefan: Hai fatto bene. Lui?
Damon: Lo portiamo in casa.
Stefan: Ok. – entrarono, salutarono e uscirono. Andarono al cimitero e le posarono dei fiori.
Damon e Stefan: Ciao mamma. – restarono per un po’ e tornarono a casa.

Damon: Sei tornato!
Rick: Si sono andato a trovare mia madre che è in fin di vita.
Damon: Mi dispiace, hai fatto bene.
Rick: Volevo vederla ancora una volta. – Damon gli diede un bicchiere. – Grazie.
Damon: Figurati.
Rick: Congratulazione Stefan.
Stefan: Grazie.
Rick: Inizierò a cercare un appartamento il prima possibile.
Elena: Perché?
Rick: Avete le vostre vite e io sono di troppo.
Damon: Fammi un piacere, smettila di dire cavolate, non te ne vai da qui a meno che non ti trovi una donna con una casa.
Rick: Damon...
Damon: Intensi?
Elena: Abbiamo bisogno di te Rick. – lo abbracciò.
Caroline: Mi devi accompagnare all’altare. – Wade iniziò a piangere.
Stefan: Anche lui non vuole.
Rick: Grazie, ne sono onorato. – alla sera. – Damon sei arrabbiato con me?
Damon: Si, non voglio che te ne vai.
Rick: Credevo che volevate la vostra privacy.
Damon: Hai già la stanza più isolata della casa.
Rick: Non me ne vado, giuro.
Damon: Bene.
Rick: Bene. – lo abbracciò.
 

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Un mese dopo arrivò il giorno del matrimonio di Stefan e Caroline. Come per il matrimonio di Elena e Damon restarono separati.
Damon: Nervoso?
Stefan: Tu lo eri.
Damon: Si, è normale.
Stefan: Ti voglio bene.
Damon: Ti voglio bene fratellino forza. – uscirono e trovarono Elena con Wade che piangeva. – Ehi?
Elena: E’ nervoso oggi.
Damon: Vieni. – lo prese e si calmò.
Elena: Volevi papà. – sorrise e li baciò. Abbracciò Stefan. – E’ bellissima, è quasi pronta e giuro che sarà puntuale.
Stefan: Grazie. – entrò. – Ciao piccolo. – lo prese, ma iniziarono a brillargli gli occhi. – Vuole te.
Damon: Stellina mia. – lo prese e si calmò. – Zio Stefan avrà due testimoni.
Stefan: Si, che fortuna. – andarono a sistemarsi e iniziò la marcia nuziale.
Damon: Arriva. – gli diede una pacca sulle spalle e si avvicinò.
Rick: Eccola Stefan.
Stefan: Grazie. – si svolse la cerimonia e dopo i festeggiamenti partirono.
Damon: Siamo soli. – iniziò a baciarla.
Elena: Ci sentono Damon.
Damon: Shh, andiamo su cinque minuti...
Elena: Vorrei... Ma cinque minuti non mi bastano... Dobbiamo resistere.
Damon: No... – sentì il piccolo che aveva iniziato a piangere e sbuffò. – Non è possibile. Perché fa così ultimamente?
Elena: Non so. – andarono dagli altri. – Che c’è? – lo prese, salì a cambiarlo e allattarlo.
Jeremy: Vieni peste. – lo prese e iniziò a cullarlo, ma cominciò di nuovo a piangere.
Damon: Vieni. – lo prese e si calmò così lo mise giù. Dopo un po’ Bonnie gli toccò la fronte.
Bonnie: Ragazzi scotta.
Damon e Elena: Cosa?! – lo toccarono.
Damon: Che diavolo...
Elena: Portiamolo in ospedale.
Rick: Vi porto io. – corsero in ospedale.
Dottore: Aspettate fuori. – li fece uscire e attesero.
Elena: Damon io... – scoppiò a piangere.
Damon: Starà bene. – la strinse. – Il nostro Wade starà bene. – continuarono ad aspettare. – Dannazione sono tre ore! – Rick, Bonnie e Jeremy gli raggiunsero.
Jeremy: Devo chiamare Stefan?
Damon: No, lasciali stare. – più tardi.
Elena: Dottore!
Dottore: Siete i genitori di Wade? – annuirono. – Vostro figlio ha poco sangue, non ha nessuna emorragia però ha poco sangue e tutti i valori sono sballati. Ha bisogno di una trasfusione immediata che dovete autorizzare.
Elena: Certo. – gli diede la scheda e firmò.
Dottore: Appena sarà pronto vi vengo a chiamare. – si allontanò.
Rick: Come è possibile?
Elena: Non ne ho idea.
Jeremy: Potrebbe mostrare il lato da vampiro?
Bonnie: Potrebbe, se non c’è una spiegazione umana.
Damon: Non c’è... E’ tutta colpa mia.
Elena: Che stai dicendo?
Damon: Se è quello il motivo la colpa è mia. Non sarei dovuto venire in questa città, tu non saresti così, Wade non sarebbe in pericolo...
Elena: Che diavolo dici?
Damon: Mi hai capito benissimo.
Elena: Wade non sarebbe qui... Dove vai? – se ne andò e Rick lo seguì.
Rick: Cos’hai tirato fuori?
Damon: E’ vero! Se non avessi messo piede in questa città tu saresti...
Rick: Uno stupido professore che ti odia, non avresti delle persone che ti amano, una moglie e un figlio.
Damon: Sono un idiota.
Rick: Si. Andiamo. – entrarono. – Elena?
Jeremy: E’ con Wade, ti accompagno. – salirono. – E’ il padre di Wade Salvatore.
Infermiera: Prego.
Rick: Ci vediamo dopo.
Infermiera: L’orario di visita è terminato, solo i genitori possono rimanere.
Rick: Ci vediamo domani. Occhio. – annuì e Damon entrò. Elena teneva la manina del figlio.
Damon: Elena...
Elena: Stai zitto che è meglio.
Damon: Mi dispiace.
Elena: Non è il momento Damon. – aspettarono i miglioramenti del figlio, ma restarono in silenzio. Alle prime luci dell’alba si svegliò. – Ciao amore mio. – si alzò, lo baciò sul capo. Lui iniziò a sgambettare e si voltò verso il padre.
Damon: Ciao campione. – lo baciò sul capo ed entrò l’infermiera.
Infermiera: Si è svegliato. Bene, chiamo il dottore.
Dottore: Eccomi. – iniziò la visita. – Sta abbastanza bene, ha ancora la febbre e ha bisogno di una trasfusione di sangue. Avete avuto un tempismo perfetto perché se aspettavate ci sarebbero state pochissime probabilità. Può provare ad allattarlo se ha fame. A dopo. – uscì.
Infermiera: Vuole provare?
Elena: Si. – l’aiutò a prenderlo e a sistemarsi.
Infermiera: Se non riuscite a posarlo mi chiamate. – uscì e Damon si avvicinò.
Damon: Mangia?
Elena: Si. – si addormentò. – Aiutami. – lo adagiò nel letto e ripiombò il silenzio. L’infermiera entrò ad attaccare la sacca è uscì. Più tardi...
Damon: Che ci fai qui?
Stefan: Jeremy mi ha chiamato. La domanda più importante è perché non mi hai chiamato tu?
Damon: Ti sei sposato...
Stefan: Wade è più importante. Come sta?
Elena: Ha ancora la febbre.
Stefan: Andate a casa a dormire un po’. Resto io con lui.
Damon: Non serve.
Stefan: Siete a pezzi.
Elena: Vai a dirlo all’infermiera. – uscì con il fratello.
Damon: E’ mio fratello. Resta lui con Wade stanotte... Grazie. – si allontanarono.
Stefan: Ehi. – lo abbracciò.
Damon: Sono a pezzi e ho combinato un casino.
Stefan: Lo so, proprio un bel casino. – lo strinse. – Pensa positivo. – entrarono e gli spiegò dove aveva parcheggiato. – Ci sentiamo dopo.
Elena: Chiamami...
Stefan: Non preoccuparti. – uscirono e andarono a casa senza parlare.
Rick: Ehi.
Elena: Rick... – lo abbracciò e scoppiò a piangere. Damon salì e si fece una doccia, si vestì e si sdraiò. Elena fece la stessa cosa e notò il viso di Damon rigato dalle lacrime, lo baciò, gli prese la mano e si addormentò. Più tardi si svegliò. – Damon... Damon... – si concentrò e sentì che era di sotto al telefono.
Damon: Va bene... Glielo dico... A dopo. – lo abbracciò da dietro.
Elena: Perdonami.
Damon: Tu devi perdonare me.
Elena: Perdoniamoci.
Damon: Si. Ti amo. – si voltò e la baciò.
Elena: Ti amo. – si sedettero sul divano. – Era Stefan?
Damon: Si. Bisogna portare del latte.
Elena: Ok. Caroline?
Damon: E’ da loro. – alla sera andarono dal figlio.
Caroline: Tienilo. È disperato.
Elena: Ometto! – lo prese. – Come sta?
Stefan: E’ stato tutto il giorno in braccio. Sta meglio, ma ha ancora la febbre.
Damon: Ho paura che voglia del sangue.
Stefan: Bisogna provare...
Elena e Caroline: Cosa?
Caroline: Non può essere, ha sei mesi! L’avrebbe manifestato prima se fosse un mezzo vampiro.
Elena: Infatti.
Damon: Sta crescendo, magri adesso ne ha bisogno.
Stefan: Vado a cercare un ago e una siringa. – uscì. – Ecco. – Damon si tirò su la manica della maglia.
Caroline: Cosa vuoi fare?
Damon: E’ piccolo, non voglio che beva quel sangue. – Stefan gli prelevò del sangue e poi provarono a darglielo. – Tienilo. – gli avvicinò la siringa e fece uscire il liquido che bevve con gusto.
Elena: Non è più caldo. – sorrise.
Stefan: Almeno sappiamo cosa fare.
Damon: Già. – dopo qualche giorno tornarono a casa. – Eccoci qui.
Elena: Potevo venire a prendervi.
Damon: Non serve. Ciao mamma. – gli mosse la manina e iniziò a ridere. – Soli?
Elena: Si. Stefan e Caroline sono partiti appena hai detto che venivi a casa e Rick è a lavoro.
Damon: Bene. Proviamo quella cosa?
Elena: Si. Prima o poi dobbiamo. – salirono.
Damon: Tienilo che riempio il biberon.
Elena: Ti togli tutto quel sangue?
Damon: Per forza. – si ferì la mano e lo riempì.
Elena: Stai bene?
Damon: Ho bevuto prima.
Elena: Ok, tieni. – lo prese, si sedette sul dondolo e gli avvicinò il biberon. Iniziò a bere, mise le mani sul contenitore, ne bevve metà e si staccò. – Santo cielo.
Damon: Che bei dentini. – sorrise. Aveva i canini scoperti e gli occhi rossi, allungò le manine così gli diede il resto del sangue.
Elena: Come faremo a capire che vuole il sangue?
Damon: Penso che si farà capire. – lo sollevò e gli fece fare il ruttino. – Almeno non gli fanno male i dentini.
Elena: Si e gli occhi famelici sono belli come i tuoi. – lo baciò.
Damon: Grazie. – la prese in braccio.
 

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


ciaoo a tutti!
questo è il penultimo capitolo della storia. grazie a tutti quelli che seguono la storia, a chi l'ha recensita o semplicemente letta.
buona lettura!

Passarono i mesi, Wade cresceva sano e forte. Aveva iniziato a fare qualche passo ma non aveva ancora detto niente. Quando voleva il sangue iniziava a piangere in modo strano così capivano. Aveva un legame così forte con il padre che avevano, o meglio Damon aveva, paura che fosse asservito a lui, ma non lo era. Arrivò la mattina del suo compleanno, Elena voleva iniziare a farlo dormire nella sua camera ma Damon era contrario, così ogni volta che provavano, prontamente spostava il lettino al suo fianco. Quella mattina...
Wade: Papa. – disse mentre era in piedi sul lettino e si teneva. – Papà! – Elena si svegliò e notò il broncio del piccolo. – Papa.
Elena: Damon... Damon... – gli accarezzò il capo che era poggiato al suo petto. – Papà. – lo baciò sul capo.
Damon: Buon giorno. – la baciò.
Wade: Papa!
Damon: Cosa?! – si voltò. – Ma...
Wade: Papa! – sorrise.
Damon: Amore mio. – lo prese. – Ciao stellina. – lo sbaciucchiò in lacrime.
Wade: Papa. – gli asciugò gli occhi e poggiò il capo contro il collo, lui si sdraiò e il piccolo si addormentò.
Elena: Ti ama tantissimo. – si appoggiò a lui e gli accarezzò il capo. – Dobbiamo tagliarli i capelli.
Damon: No, è bellissimo così.
Elena: Ok. – lo baciò. Dopo un po’.
Damon: Cosa facevi un anno fa?
Elena: Dunque. – guardò l’ora. – Mi si erano appena rotte le acque.
Damon: Non ti ho mai chiesto niente.
Elena: Cosa vuoi sapere?
Damon: Chi c’era con te?
Elena: Tutti. Caroline ha fatto tutti i corsi pre-parto con me. Voleva farlo nascere lei, però per fortuna è arrivato Enzo. Jeremy è stato tutto il tempo al mio fianco, gli ho quasi rotto la mano, Stefan e Rick erano qui. Vi aspettavo, non piangere. – lo baciò.
Damon: Io...
Elena: Proviamo una cosa. – si concentrò e riuscì a mostrargli il figlio appena nato.
Damon: Che meraviglia.
Elena: Adesso è qui. – gli accarezzò il capo. – Tu sei qui. Ti lascio un po’ da solo con lui. – lo baciò e uscì. Il piccolo si svegliò così lo tirò su.
Damon: Andiamo a cambiarci e giochiamo un po’. – tornarono sul letto e giocarono con il pupazzo.
Wade: Papà. – mostrò i canini.
Damon: Ok. – gli arruffò i capelli, lo prese, andò in bagno, si morse il polso e mise il sangue nel biberon. Tornarono sul letto, il piccolo gattonò fino ai cuscini e si sistemò, gli diede il biberon e bevve, poi si appisolò. Elena intanto era di sotto.
Caroline: Ehi.
Elena: Ciao.
Stefan: Dove sono?
Elena: Wade ha parlato...
Caroline: E’ fantastico! Cos’ha detto?
Elena: Papà. – sorrise. – E Damon è in crisi.
Stefan: Perché?
Elena: Non l’ha visto nascere. – si asciugò gli occhi. – Così li ho lasciati soli.
Caroline: Hai fatto bene. – dopo un po’ scesero e lo mise a terra per fare due passi. – Auguri tesoro mio! – lo prese e lo sbaciucchiò.
Stefan: Ciao stellina! – lo coccolò.
Rick: Buon giorno! – entrò. – Auguri piccolo! – lo prese.
Damon: Baldoria?
Rick: Non proprio.
Wade: Papà! – si sbracciò.
Rick: Ma...
Caroline: Che voce bellissima!
Damon: Vieni tesoro.
Caroline: Ho comprato un completo bellissimo per la festa.
Damon: Neanche 10 persone e la chiami festa?
Caroline: Si, molto intima per questo bellissimo bambino e poi ne abbiamo parlato, è il suo compleanno!
Damon: Si si, te e il tuo album.
Caroline: Sono tutti ricordi, devi fare una foto.
Damon: Si. Tuo fratello?
Elena: Tornano per la festa.
Damon: Sempre in giro.
Rick: Lasciali tranquilli.
Damon: Non faccio niente. – al pomeriggio iniziarono a festeggiare ma ad un certo punto lui uscì.
Caroline: Che ha?
Rick: Lui un anno fa non c’era per vedere nascere suo figlio.
Elena: E’ da sta mattina che è in crisi.
Caroline: Mi dispiace.
Bonnie: Bisogna capirlo.
Stefan: Vuole stare da solo...
Rick: Si, ma non deve, vado io. – versò due bicchieri di bourbon e uscì. – Tieni.
Damon: Grazie. – bevve tutto il bicchiere.
Rick: Che c’è?
Damon: Voi l’avete visto nascere, c’eravate mentre io... – si asciugò gli occhi. – Io non l’ho visto nascere, non l’ho visto mangiare per la prima volta, non l’ho cambiato, non l’ho cullato... Non ho visto crescere il pancione, cioè l’ho visto ma non ero realmente li.
Rick: E’ vero, ti sei perso tutto questo, ma ti ha chiamato papà, c’eri la prima volta che è stato seduto, gli hai dato la prima pappa, ha fatto i primi passi verso di te, quando è nervoso vuole solo te. Gli insegnerai ad andare in bicicletta, lo farai rigare dritto, gli insegnerai a guidare ed a essere un bravo vampiro. – lo abbracciò e lo lasciò sfogare. Dopo un po’. – Passato?
Damon: Diciamo.
Rick: Pronto ad andare a vedere spegnere la prima candelina di tuo figlio?
Damon: Si.
Wade: Papà! – arrivò sorretto da Stefan.
Stefan: Ecco papà. Si stava disperando perché non ti trovava.
Damon: Ciao piccolo. – lo prese e si accoccolò su di lui.
Stefan: E’ quasi ora della torta.
Damon: Andiamo. – si alzarono ed entrarono.
Elena: Ha chiamato Enzo, vi saluta.
Damon: Grazie.
Caroline: E’ ora. – lo prese e lo sedere nel seggiolino.
Jeremy: Accendo la fotocamera.
Bonnie: Eccola! – posò la torta.
Jeremy: Mettetevi vicino a lui. – scattò un paio di foto, poi Wade mise le mani nella torta e le mise in bocca iniziando a ridere. Alla sera andarono via. Elena si sedette in braccio al marito.
Elena: Tutto bene?
Damon: Benissimo. – la baciò.
Stefan: Scusate. Uscite un po’ tanto dorme.
Elena: Ti va?
Damon: Io... Si.
Elena: Andiamo. – lo prese per mano e uscirono a fare due passi. – Cosa posso fare per te?
Damon: Niente.
Elena: Sei così pensieroso.
Damon: Sto bene.
Elena: Sarai depresso tutti gli anni?
Damon: Non posso saperlo.
Elena: Spero di no, perché sto male vedendoti così.
Damon: Mi dispiace. – la strinse a se.
Elena: Ti amo da morire.
Damon: Anche io. – dopo un po’. – Credi... Credi che esiste qualche possibilità di avere dei figli?
Elena: Non saprei. – lo baciò. – Spero di si. Cercheremo qualcosa, ok? – annuì.
Damon: Voglio andare da Wade.
Elena: Certo. – entrarono e salirono mentre Stefan lo metteva a letto.
Stefan: Già qui?
Damon: Si. – si spostò.
Stefan: Notte.
Damon: Notte. – gli rimboccò le coperte e lo baciò sul capo. – Che fai? – Elena chiuse la porta a chiave.
Elena: Festeggiamo a modo nostro. Spogliati.
Damon: Cosa? – sorrise ammiccando.
Elena: Zitto o si sveglia. – iniziò a baciarlo con foga e fecero l’amore.
Damon: 10 e lode signora Salvatore!
Elena: Anche a lei mio signore. – si accoccolò al suo petto.
Damon: Grazie.
Elena: Per cosa?
Damon: Per tutto, proprio tutto. Per aver ricambiato il mio amore, per Wade, per avermi sposato. Per tutto.
Elena: Lo stesso vale per me. – lo baciò. – Dormiamo un po’.
Damon: Si. – si vestirono e la baciò sul capo. – Notte amore.
Elena: Anche a te. – durante la notte.
Wade: Mama, papà. – iniziò a battere le mani.
Elena: Ehi! – si alzò. – Damon ehi. – lo svegliò.
Wade: Mama papà. – si alzò in piedi.
Damon: Vieni ragazzo. – lo prese.
Wade: Mama. – andò da lei e iniziò a tirare la maglia.
Elena: Ok. – si scoprì e lo allattò.
Damon: Ma ne hai ancora?
Elena: Poco niente, ma ho letto che è una sorta di coccola.
Damon: Molto bella. – la baciò e lui si addormentò. – E’ bagnato.
Elena: Appena finisce. – lo staccò, lo cambiò, lo portò nel lettino e tornò dal marito.

 

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Capitolo 11
*** capitoli 11 ***


Passarono tre anni, Bonnie aveva riconquistato i poteri dopo la trasformazione e così aveva elaborato un incantesimo che probabilmente permetteva ai vampiri di procreare. Caroline si era offerta come cavia e l’esperimento era riuscito. Lei e Stefan erano andati a fare l’ecografia del 5°mese. Damon, Elena e il piccolo Wade, che non vedeva l’ora di vedere la foto del cugino/a, erano rimasti a casa. Wade era un bambino bellissimo e crescendo iniziava a mostrare sempre di più il suo lato da vampiro, così gli avevano regalato un bracciale per proteggersi dal sole e tutti gli insegnavano a gestirlo. Rick da un paio di mesi conviveva con una ragazza fuori Mystic Falls mentre Enzo era sempre nelle missioni. Caroline e Stefan arrivarono a casa.
Damon: Wade ascolta.
Wade: Zia! – corse vicino alla porta. – Ciao zia! Allora?
Caroline: Aspetta. – fece il broncio e Stefan lo prese.
Elena: Che succede?
Caroline: Il negozio era chiuso.
Damon: Stavo morendo Caroline!
Stefan: Stanno bene...
Caroline: Volevo comprare qualcosa!
Wade: Zio cos’è?
Stefan: Femmina.
Wade: Si! – lo baciò sulla guancia. – Grazie zii.
Stefan: Di cosa?
Wade: Così c’è un piccolo come me.
Stefan: Di niente. – lo strinse e sorrise.
Wade: Chiamala Barbie zia.
Caroline: Vediamo. – lo baciò sul capo e salì.
Elena: Che c’è?
Stefan: Non so.
Elena: Vado io. – salì. – Ehi? Perché piangi?
Caroline: Ho paura. Wade aveva la testa giù, lei no.
Elena: E’ presto Care.
Caroline: Non è un buon segno.
Elena: Pensa positivo e andrà tutto bene. – l’abbracciò. – Ciao piccola.
Damon: Bravo fratellino.
Stefan: Grazie.
Wade: Anche io voglio un fratello papi.
Damon: Appena sarà nata la piccola ci penseremo.
Wade: Siii! – lo abbracciò.
Damon: Hai fame?
Wade: No papi. Giochi?
Damon: Si. – tornarono a giocare.

Arrivò il mese di gennaio e Caroline partorì la piccola Lexi Salvatore. Appena furono nella stanza chiamò il fratello.
Stefan: Ciao. È nata poco fa siamo nella stanza 3.
Damon: Ok. Allora partiamo subito, a dopo. – riattaccò. – Andiamo a vedere Lexi?
Wade: Si! – andarono in ospedale.
Elena: Permesso?
Wade: Zia!
Caroline: Ciao tesoro.
Wade: Dov’è?
Caroline: Lo zio è andato a prenderla.
Wade: Papi mi metti.
Damon: Certo. – lo mise sul letto e baciò la cognata sul capo.
Wade: E’ bella zia?
Caroline: E’ molto bella, adesso la vedi.
Elena: Come stai? – l’abbracciò.
Caroline: Stanca ma felicissima. – Stefan entrò.
Stefan: Ciao. – sorrise e Damon si avvicinò subito.
Damon: Che meraviglia... Com’è piccola.
Stefan: Prendila.
Damon: No io...
Stefan: Prendi tua nipote. – gliela diede.
Damon: Ciao Lexi. Ti assomiglia Stefan.
Stefan: Dici?
Damon: Si, ti somiglia molto.
Stefan: Vieni ometto. – lo prese e si avvicinò al fratello.
Wade: Ma è piccola piccola! Ci sta nei vestiti.
Stefan: Si certo. Fai una coccola a Lexi.
Wade: Ciao sono Wade, tuo cugino. – gli toccò la manina e aprì gli occhi. – Gli occhi come i tuoi zio.
Stefan: Che ne dici se papà si siede, ti metti in braccio e la guardi ancora un po’.
Damon: Io...
Wade: Si zio. Papi siediti.
Stefan: Siediti. – si sedette e prese il figlio.
Wade: Piccola... La voglio anche io però.
Stefan: Appena saremo a casa.
Wade: Si. – tenne per un po’ la manina alla piccola. Elena sciolse l’abbraccio da Caroline e si avvicinò ai suoi uomini.
Elena: Wade ora Lexi deve andare dalla zia e noi dobbiamo andare a casa, vieni.
Wade: Si. Ciao piccola. – baciò la manina, lei lo prese, Damon si alzò e la diede alla cognata.
Caroline: Grazie. Ciao amore.
Bonnie: Possiamo?
Caroline: Ciao! Vieni.
Bonnie: Che meraviglia.
Jeremy: Che bellezza.
Wade: Mamma giù. – lo fece scendere, fece il giro del letto. – Zio mi prendi?
Jeremy: Certo. – lo prese per guardare la piccola.
Elena: Tutto bene? – si sedette in braccio a lui.
Damon: Voglio un bambino. – tutti lo guardarono e sorrisero.
Elena: Ma...
Wade: Cosa papi?
Stefan: Vuole regalarti un fratellino o una sorellina.
Wade: Si! Grazie! Zio?
Jeremy: Si. – lo fece scendere.
Wade: Grazie. – si arrampicò in braccio al padre.
Damon: Bisogna convincere la mamma.
Wade: Ti prego!
Elena: C’è poco da convincere. – baciò il marito sul capo e si alzò.
Wade: Mamma?
Elena: Saluta gli zii perché dobbiamo andare a fare un bambino.
Wade: Si! Avrò un fratellino!
Stefan: O una sorellina.
Wade: Si va bene.
Jeremy: Che ne dici di venire da noi stasera?
Wade: Ma io voglio vedere fare un bambino!
Bonnie: Non si può.
Wade: Ma... Si zio vengo.
Jeremy: Ci lasciate la macchina?
Elena: Certo. – si alzò e si scambiarono le chiavi.
Bonnie: Andiamo così ti riposi e te la godi.
Caroline: Grazie.
Wade: Ciao zia. – Stefan lo alzò. – Ciao Lexi e ciao zio.
Stefan: Ciao tesoro. – lo fece scendere.
Wade: Andiamo zio. – uscirono.
Elena: Ci vediamo domani. – li abbracciò.
Damon: Ciao. – li abbracciò anche lui.
Stefan: Ti voglio bene.
Damon: Ti voglio bene anche io e grazie per avermela fatta tenere.
Stefan: Ci mancherebbe. Forza vai a farmi un nipotino.
Damon: Ci proviamo. – uscirono e scesero con gli altri.
Bonnie: Saluta mamma e papà.
Wade: Ciao mammina, ciao papino.
Damon: Fai il bravo.
Wade: Si.
Elena: Grazie.
Jeremy: Di niente. – tornarono a casa e si sedette sul divano.
Elena: Ehi?
Damon: Scusa se mi è uscita.
Elena: Non devi scusarti amore mio.
Damon: Voglio provare tutto quello che ha provato Stefan. Voglio vedere l’ecografia di mio figlio, voglio vederlo nascere... Voglio fare tutto quello che non ho fatto con Wade.
Elena: E io voglio fare tutto con te. – lo baciò. – Andiamo a fare un bambino.
Damon: Con piacere. – salirono e fecero l’amore.

Nove mesi dopo nacque la piccola Isabel.
Damon: Non puoi immaginare come mi sento.
Elena: Come mi sento io. – lo abbracciò. – Appena la portano vai da Wade.
Damon: Certo. – dopo un po’ la portarono e la prese. – Ok vado a prendere tuo fratello. – gliela diede. – Vi amo belle donne. – le baciò.
Elena: Anche noi. – rientrò nella stanza con Wade.
Wade: Ciao sorellina. Ciao mamma.
Elena: Ciao tesoro mio, ti piace?
Wade: E’ bellissima. – aprì gli occhi. – Hai i miei occhi. Le voglio bene, anche a voi. – abbracciò la madre.
Damon: Grazie per tutto questo amore.
Elena: Grazie a te. Vi amo.
Damon: Vi amo, siete la mia vita.
Elena: Per sempre.
Damon: Per l’eternità.
 

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