La Contrada del Lupo

di Hanneki_Shark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Distrct of the Wolf ***
Capitolo 2: *** The District of the Wolf ***



Capitolo 1
*** The Distrct of the Wolf ***


The District of the Wolf

“Welcome to the old Berlin!” Recitava un vecchio cartello mezzo distrutto, attaccato a una parete di un vecchio palazzo abbandonato. “Benvenuto nella vecchia Berlino!”. Ogni due o tre metri se ne trovava uno simile, con la stessa scritta, ripetuta come una filastrocca. Come se qualcuno trovasse confortevole vivere in una vecchia città piena di palazzi distrutti e abbandonati. Nessuno sano di mente sarebbe andato in quel covo di ladri e assassini, dove nemmeno la polizia internazionale osava avvicinarsi. Una ragazzina dai capelli color miele passeggiava tranquillamente per strada, scalciando dei vetri rotti e respirando l'aria rarefatta piena di smog e odori nauseanti. -Benvenuti nella merda!- diceva lei, ridacchiando allegramente e trotterellando per le strade apparentemente deserte. Ogni tanto voltava lo sguardo per vedere le persone nascoste tra l'immondizia e le macerie, trovandosi a sogghignare malignamente alla vista dei loro occhi colmi di terrore nei suoi confronti. Tra tutti i criminali presenti in quella vecchia città lei era la più temuta, quella che teneva le redini delle vite di tutti gli altri esseri umani. Era conosciuta come “Il Lupo Assassino”, e questo nome di certo non glielo avevano assegnato per divertimento. Era diventata famosa per aver ucciso i precedenti capi della Vecchia Berlino a sangue freddo, sparandogli in mezzo agli occhi. Era anche famosa perchè sapeva tutto di tutti per poi essere una completa sconosciuta agli occhi degli altri. In pochi, infatti, sapevano qualcosa sul suo passato o su di lei in generale. Forse solo una persona lo sapeva. Una singola, piccola, odiosa persona. Ma era sicura che prima o poi avrebbe ucciso anche lui, non aveva bisogno di amici. O almeno così credeva. Passava le sue giornate ad osservare la gente e a studiarne le abitudini, non aveva mai pensato di provare a fare amicizia con loro, tanto sapeva che l'avrebbero tradita da lì a poco. La sua fiducia negli esseri umani era inesistente, proprio come la sua compassione. Non era buona, anzi, era tra le persone più maligne dell'intero mondo. Ma non le dispiaceva esserlo, tanto anche all'inferno si sarebbe divertita a tormentare le anime. Era la sua missione, il suo scopo nella vita. Era la ragione per cui era ancora in piedi con un insano ghigno dipinto sulle labbra. Non le piacevano le persone, per questo le ammazzava tutte, una dopo l'altra cadevano a terra in una pozza di sangue. E lei godeva ogni singola volta che vedeva quella scena. Era pazza, cattiva, ma incredibilmente intelligente.

* * *

-Hanne!- Nessuna risposta, il silenzio più totale. -Hanne! Rispondimi quando ti chiamo!- Di nuovo nulla, gli occhi della ragazza erano incollati allo schermo di un computer, intenta a giocare a uno dei suoi videogiochi preferiti. -Hanne Abel Heinrich!- Al terzo richiamo, dove la voce del ragazzo si era fatta stranamente autoritaria, finalmente si girò verso quella piccola e odiosa persona che la stava chiamando, mormorando con un “Cazzo vuoi?” e tornando poi a giocare tranquillamente. -Come sarebbe a dire “Cazzo voglio?”?! Ti ricordo che qualche settimana fa ti avevo chiesto di procurarmi delle informazioni! Allora, ce le hai, nanerottola?- Hanne non staccò gli occhi dallo schermo, indicando semplicemente una pila di scartoffie su un tavolo. Tornando poi a con le mani sul joystick, intenta come non mai di vincere la partita. Hans ormai si era abituato al carattere freddo della ragazza, e quindi non ci faceva nemmeno più caso. Ma a volte gli dava sui nervi vedere tanta intelligenza sprecata. Avrebbe potuto fare qualcosa di meglio nella vita, e magari trovarsi un lavoro onesto. Sospirò, dirigendosi verso il tavolo e iniziando a frugare tra le scartoffie in cerca di quella che gli serviva. Persino quella stanza piena di monitor e carte era più ordinata di quanto si aspettasse il ragazzo. -Hai ancora intenzione di stare in questa città puzzolente?- chiese all'improvviso, avvicinandosi a lei. Non si poteva certo nascondere che, sotto i vari nomignoli stronzi e quant'altro, quel ragazzo provasse interesse per lei. Infondo non era brutta, ma i suoi comportamenti maschili e la sua indole omicida la faceva apparire disgustosa al resto delle persone. -Forse...ho ancora parecchie cose da fare.- -E quali?- La ragazzina alzò le spalle, spegnendo definitivamente il gioco per concentrarsi meglio sul ragazzo, ora fin troppo vicino a lei. Non era una persona che apprezzava il contatto fisico, preferiva tenere una certa distanza dalle persone. -Ci sono ancora molte persone che dovrei uccidere, non me la sento di risparmiare qualcuno anche oggi.- per un attimo gli occhi di Hanne si fecero cupi, mentre sul suo viso si dipinse di nuovo uno dei suoi soliti ghigni -Potrei iniziare ammazzando te. Tanto anche tu, come me, sei una feccia. Potrei tranquillamente ucciderti, tanto chi piangerebbe mai su una tomba di un cane bastardo?- Il ragazzo moro sorrise, un sorriso troppo calmo e pacifico. Afferrò per il colletto della felpa la ragazza e la spinse a terra con violenza. Con movimenti fulminei si mise sopra di lei, bloccandole i polsi sopra la testa. In quanto a forza fisica non poteva batterlo, essendo di costituzione debole. Il moro continuava a sorridere, stringendo con una mano i polsi mentre con l'altra le accarezzava il collo. -Oh Hanne, Hanne...- la sua mano si fermò, afferrandole saldamente il sottile collo e stringendo leggermente la presa -Non credere di potermi sottovalutare. Un cane randagio come te dovrebbe rimanere al suo posto, vero?- i suoi occhi verdi erano fissi su quelli celesti della ragazza, uno sguardo da pazzo, ma c'era qualcosa di nuovo... Aveva qualcosa in mente, Hanne lo riusciva a percepire dal suo sguardo. -Che hai in mente? Ti conosco troppo bene, non puoi nascondermi qualcosa.- il suo tono era calmo, e i suoi occhi limpidi e sicuri, nonostante la presa che le stava togliendo il fiato. Non aveva paura, nemmeno di quel sorriso strafottente. Un altro ghigno, ma stavolta da parte del ragazzo. -E se ti offrissi un lavoro divertente?-

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Capitolo 2
*** The District of the Wolf ***


Der strabe wölfe

Per un attimo la ragazza credette di aver capito male, per questo la sua espressione calma in poco tempo si tramutò, lasciando il posto a una sorpresa. -Cosa?- -Hai capito bene nanerottola. Ti sto proponendo un lavoro divertente.- Hans la stava guardando con attenzione, godendosi quell'espressione insolita sul suo volto. Non era mai riuscito a sorprenderla, quindi si poteva definire una piccola vittoria da parte sua. Aveva voglia di andarlo a urlare a tutta la città, ma sapeva i rischi che correva. Hanne non era una persona calma, perdeva la calma con poco. Era un'assassina, una ladra, una feccia. Era stupenda. Agli occhi del ragazzo si presentava così quella testolina bionda irascibile. -Un lavoro divertente...- lo stava scrutando, cercando di capire cosa aveva in mente -...di cosa si tratta?- Hans si sedette comodamente sullo stomaco della ragazza, non curandosi del fatto che la stesse schiacciando. Il suo viso era ancora sorridente, e i suoi dai suoi occhi traspariva una sensazione di felicità. Di cosa era felice quel ragazzino petulante e fastidioso? -Voglio ricreare La Contrada del Lupo, e mi serve il tuo aiuto!- Qualche minuto per assimilare completamente la risposta e scoppiò a ridere. Una risata sincera che le venia da dentro. Una delle poche volte che rideva senza aver ucciso qualcuno. Hans continuava a guardarla, assaporandosi ogni espressione che fuoriusciva da quel guscio che si era creata. -Sei impazzito del tutto?- disse tra una risata e l'altra, non riuscendo a trattenersi -lo sai benissimo che quel gruppo era fatto da persone buone. Non credere che un assassino e un terrorista possano ricrearlo facilmente- La Contrada del Lupo. Quel gruppo era nato per proteggere la popolazione di Berliner dalla terza grande guerra e dalla carestia. Erano tutte delle persone meravigliose i fondatori, non avevano precedenti ed erano rispettati da tutti. Loro due, invece, erano solo dei morti di fame che per sopravvivere dovevano rubare o unirsi alla mafia. Non erano in grado di riportare alla luce un mito tanto grande come la Contrada. -Siamo della feccia, Hans...non abbiamo speranza.- -Non ho detto che useremo la Contrada per scopi pacifici- sogghignò -Hai mai sentito di atti di terrorismo fatti al solo scopo di attirare l'attenzione?- -Che diavolo vai a blaterale ora? Atti di terrorismo? Ma fammi il piacere, che atti di terrorismo vuoi fare in questa merda di città?- -Oh andiamo! Figuriamoci se mi metto a spargere bombe qui!- frugò nelle tasche della ragazza e ne estrasse un coltellino svizzero, con il quale prese a giocarci. -Io puntavo ad obbiettivi più grandi...per esempio la Nuova Berlino.- La bionda non si mosse, rimanendo a guardare il ragazzo che la stava soffocando con il suo peso e che giocava con cose non sue. Stava scherzando? Voleva davvero rimettere in piedi la Contrada e distruggere la capitale del paese o la stava solo prendendo per i fondelli? No, non stava scherzando. Nei suoi occhi si leggeva la sicurezza di un uomo che vuole fare qualcosa di grande, più grande di lui. Erano occhi arroganti e presuntuosi i suoi, che non avevano niente a che fare con gli occhi calmi e sicuri della ragazzina, la quale ora era tornata a sogghignare. Adorava i suoi occhi, quello sguardo fastidioso. Non si sarebbe tirata indietro, era l'occasione giusta per andarsene da quella merda di posto e di cambiare vita. Ma non voleva dargliela vinta troppo in fretta, non era nel suo stile. Doveva farlo soffrire almeno un po', giusto per divertirsi quel tanto che le bastava per stare bene. Rimaneva comunque una ragazza sadica, non voleva di certo abbandonare questa sua indole perversa. -Se mi trovi altre due persone capaci di stare al nostro passo ed aiutarci...potrei anche accettare la tua proposta- Il viso del ragazzo si illuminò, e il piccolo sorriso che prima regnava sul suo viso pallido si era ingrandito, facendogli comparire due piccole fossette ai lati della bocca. Che stupido ragazzo, essere felici per così poco era proprio da idioti.

* * *

Nessuno. Non c'era nessuno che potesse fare parte della Contrada. Erano tutti ladruncoli di poco conto, mezze cartucce che non sarebbero servite nemmeno per pulire il pavimento. Buoni a nulla, per giunta fifoni. Così non andava, non sarebbe mai riuscita a trovare persone in grado di competere con lei e Hans. Il sospiro che fece quest'ultimo, gettando sul tavolo l'ennesimo fascicolo con gli ennesimi nomi senza valore, le diede la conferma di ciò. La Contrada era stata una leggenda per anni, non era un'impresa facile ricostruirla in pochi giorni. Ma sopratutto, non c'erano le persone giuste. Questa volta a lanciare svogliatamente sul tavolo un altro fascicolo era stata Hanne stessa, sbuffando sia per la noia che per la rabbia e attirando l'attenzione dell'altro. -Niente?- -Niente.- si limitò a rispondere, prendendo in mano un altro cumulo di fogli e iniziando a sfogliarlo con svogliatezza. Nessuno. Le ore passavano, e con quelle mucchi di fogli venivano gettati a terra o sul tavolo, seguiti poi da altri fogli e poi da altri ancora. Venne la notte, ma loro erano ancora nel covo della ragazza, a fare ricerche sulla rete e a scartare altra feccia dei bassifondi. Tutti erano troppo deboli, troppo inutili, troppo ripugnanti per Hanne, che per il nervoso non mancava a tirare calci al tavolo e a imprecare. Dopo solo due ore di lavoro aveva tirato fuori la pistola e si era diretta fuori dall'abitacolo (se così si poteva chiamare) per “rilassarsi un attimo”, come aveva detto lei. Come se sparare a delle persone fosse rilassante, ma i parametri della ragazza erano diversi da quelli di una persona normale, per cui Hans si sforzò di accettare la cosa e di continuare a lavorare. Ogni due o tre ore la storia si ripeteva. Prima di uscire caricava la sua pistola nera, la impugnava con maestria, facendo così intendere la sua bravura con essa, e tornava pochi minuti dopo. A volte sporca di sangue a volte no, dipendeva se era stata particolarmente cruenta o meno. Rimaneva il fatto che ogni volta doveva ricaricare la pistola, avendo usati quelli già dentro per rilassarsi su qualcuno. Nei pochi minuti in cui era assente il moro si permetteva di ridere, ascoltando le urla delle persone e i colpi della pistola della ragazza per poi sospirare quando questi finivano. Le ore continuavano a passare, ma nessuno dei due era stato in grado di trovare qualcuno all'altezza. Era difficile trovare persone che andassero a genio alla bionda e che fossero utili al loro scopo. Anche se cercavano e ricontrollavano tutti i fascicoli presenti in quella stanza buia, illuminata solo dagli schermi dei computer, era inutile. Anche se provavano con tutti loro stessi di farsi andare bene chiunque non ci riuscivano. Erano deboli. Erano inutili. Erano semplici esseri umani. Le pesanti ore di ricerca si erano poi concluse con una sola soluzione per Hanne, ormai stanca di lavorare: RINUNCIARE. Avevano controllato più di diecimila fascicoli di criminali, ma nessuno dei due era riuscito a trovare qualcosa. Avevano controllato tutti i database delle prigioni di tutta la nazione, passando da persone accusate di crimini maggiori a quelle che nemmeno sarebbero riusciti a prendere in mano una pistola senza farsela nei pantaloni per la paura. Sembrava che nessuno fosse abbastanza forte nemmeno per essere usato per scopi anche umili, tipo il sacrificio per salvare gli altri due. Purtroppo la questione era seria, senza qualcuno con loro non potevano nemmeno pensare di organizzare una rapina. -Dobbiamo smetterla, rinuncia Hans. Non c'è nessuno, nemmeno uno!- -Non perdiamoci d'animo...proviamo a riguardarli tutti...magari ne abbiamo saltato qualcuno...- -IMPOSSIBILE.- sbattè con violenza i fogli sul tavolo e guardò con aria stanza il moro seduto di fronte a lei -Conosco a memoria tutte le informazioni, e so per certo che non ne abbiamo saltato nessuno. Per giunta questa era la nona volta che ricontrollavamo, sii ragionevole e usa quel cervello poco evoluto che ti ritrovi. Lasciamo perdere ed andiamo a dormire.- Hans fece un lungo sospiro e appoggiò la testa sul tavolo in segno di resa. Anche volendo non poteva ribattere a parole, Hanne era troppo stanca per farlo almeno un po' divertire. -Quindi oggi mi permetterai di restare qui a dormire? Che onore...- -Non mi sembra di averti mai vietato di restare qui per una notte. Ti chiedo soltanto di non dormire nel mio stesso letto.- -Ma pensavo ti facesse piacere un po' di compagnia...- -Posso dormire tranquillamente da sola, non sono una bambina. E non appoggiare la testa sul tavolo, mi da fastidio.- Normalmente nessuno dei due avrebbe intrapreso una conversazione con l'altro con così tanta tranquillità, ma il sonno aveva annebbiato il cervello di entrambi, facendoli apparire leggermente più docili. -E allora dove dovrei dormire?- sollevò la testa -Per terra?- -Perchè no.- -Ma è sporco! E non riesco a dormire se non ho un cuscino!- La ragazza sospirò, appoggiando completamente la schiena allo schienale della sedia -Ma smettila di fare lo schizzinoso...ringrazia il cielo se ti faccio rimanere qui!.- -Va bene va bene, hai vinto!- ridacchiò, godendosi per la prima volta una conversazione con quella psicopatica. Aveva anche notato un piccolo sorriso farsi spazio sul viso di Hanne, ma non di quelli malsani che aveva tutti i giorni, uno di quelli gentili e divertiti. Uno dei tanti sorrisi che cercava di nascondere con tutta se stessa. -Contro di te è facile vincere..sei proprio stupido...- sorrise di nuovo, chiudendo gli occhi celesti nel tentativo di riposarsi qualche minuto senza però addormentarsi -Sei proprio stupido...mi chiedo come faccia...a sopportarti...- -Potrei dire la stessa cosa, vero Hanne?- -Mnmm...- Aveva intenzione di rimanere sveglia almeno un altro po' per continuare quella conversazione inutile ma stranamente divertente, ma la mancanza di sonno si faceva sentire, e lei era una di quelle poche persone che aveva bisogno di dormire tanto per lavorare. Si era addormentata sulla sedia, con la testa appoggiata alla sua spalla destra i capelli scompigliati che le coprivano il volto. Hans non riuscì a trattenere un sorriso a vederla così indifesa e docile. Da addormentata l'aveva vista solo poche volte, per questo rimase a guardarla per un lungo lasso di tempo per poi prenderla in braccio e portarla sul letto, dove si sdraiò anche lui per riposare. Dormire insieme a quella pazza era una delle cose che il moro amava di più.

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*** Angolo dell'autrice-squaletto ***

Ciao, grazie per aver letto i primi due capitoli della mia storia! Sfortunatamente ho avuto parecchi problemi con il mio computer e per questo mi sono fatta aiutare da un'amica a pubblicarli (la quale ringrazio con tutto il cuore ). Mi sono dimenticata di inserire il commento nel primo capitolo quindi lo faccio qui! Ringrazio di nuovo quelli che hanno letto, stanno leggendo e leggeranno in un futuro questa storia e spero che piaccia e che possa continuare senza ritardi o problemi vari! Ciao~

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