Open eyes, open heart.

di TheDarkLightInsideMe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 2: *** A Nobody can scare. ***
Capitolo 3: *** Incontri ***
Capitolo 4: *** Le Prescelte ***
Capitolo 5: *** Colloquio dal Superiore ***
Capitolo 6: *** L'importante è che tu sia viva. ***
Capitolo 7: *** Enemy ***
Capitolo 8: *** Ostaggio. ***
Capitolo 9: *** Impudenza ***
Capitolo 10: *** Tradimento. ***
Capitolo 11: *** Salvataggio ***
Capitolo 12: *** Alive ***
Capitolo 13: *** "Welcome home" ***
Capitolo 14: *** Incontro finale ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** L'inizio della fine ***


Cominciò tutto all’incirca un paio di settimane fa, durante la gita scolastica. Lo ricordo perfettamente, nonostante la mia memoria scarsa quanto quella di un cellulare di prima generazione.
Io e la mia classe, la 3° N, eravamo in pullman per arrivare a Roma e rimanerci UNA GIORNATA INTERA!!!
Per noi ragazzini di terza media questo è uno degli eventi più belli che ci potevano capitare, visto che girava voce che le gite di dieci ore fossero state vietate ai ragazzini di età minore ai 15 anni. Per noi ragazzini di 13, invece, erano previste gite di 5 ore stentate e…ah, non fatemi perdere il filo del discorso! Andiamo con ordine…
Era una tranquilla giornata di primavera, calda quanto basta per stare comodamente a mezze maniche. La data era il 13 Aprile, come scordarla.
Nella mia classe eravamo tutti euforici, compresa la mia migliore amica che, vestita completamente di verde scuro, rideva e scherzava come mai in vita sua. Fuori dai cancelli di quella scuola-barra-carcere minorile sembrava andare tutto per il verso giusto, insomma.
La prima ora di lezione (purtroppo l’abbiamo dovuta fare) era quella di arte e la professoressa ci fece disegnare. (avendo solo tre quarti d’ora a disposizione, era inutile andare nel laboratorio di pittura per dipingere)
Io, felice com’ero, presi a disegnare il logo del mio videogioco preferito, Kingdom Hearts. Tra un paio di anni uscirà Kingdom Hearts III e io sono entusiasta già da ora.
Il mio sogno più grande? Conoscere di persona i personaggi, Xehanort compreso. In fondo, senza di lui non ci sarebbe stata nessuna storia da narrare, ed ora io non starei qui a scrivere.
Dannazione, mi perdo sempre nei particolari! Andiamo avanti, altrimenti finisco di scrivere fra un anno…
Oh, cavolo! Ma io non mi sono ancora presentata! Il mio nome è Federica, ho 13 anni e sono italiana. Sono alla scuola media e nella mia classe c’è anche la mia migliore amica Valeria (alla quale ho parlato così tanto di KH che ha finito per odiarlo…)
Dicevo: eravamo tutti felici della gita e a me era venuto benissimo il disegno, quindi ero più contenta degli altri. Quando l’ho fatto vedere a Valeria c’è mancato poco che me lo facesse ingoiare.
<< Te l’ho già detto: loro non esistono e non ha senso che tu ne sia ossessionata! Smettila di seguire un’illusione! >> forse tutta la sua felicità era solo una finzione, a pensarci bene… Il fatto era che noi due litigavamo spesso in quel periodo, e quel giorno non mi aveva ancora perdonata per quello che le avevo detto tre giorni prima, nonostante avessimo chiarito già da un pezzo.
All’ora successiva uscimmo dalla classe come una mandria di bisonti e solo quando venne la professoressa di matematica riuscimmo a formare una fila per bene.
Io ero in fila con Valeria, ma per la testa mi frullavano solo le idee per una nuova fanfiction nella quale incontravamo i miei idoli durante la gita… non l’avessi mai pensato! Ehm… comunque…
Mi sedetti sul pullman verso il centro del mezzo e accesi il cellulare per sentire la musica.
Una volta che fummo tutti seduti, l’autobus partì e imboccammo una stradina che portava all’autostrada.
Quando fummo all’entrata della galleria che collegava la nostra regione con il Lazio, partì del mio telefono Simple and Clean, canzone che adoro tanto quanto Valeria odia. Ma per fortuna lei non ascoltava la musica con le mie cuffiette, no, lei aveva il suo cellulare e i suoi auricolari e, nonostante fosse seduta accanto a me, per tutto il viaggio non mi rivolse la parola. Fu allora che iniziai a sospettare che ci fosse qualcos’altro oltre la nostra ultima litigata, ma non glielo chiesi per non essere mandata a quel paese a causa della sua irascibilità. Quindi ricominciai a pensare alla storia che avrei scritto una volta tornata a casa.
Dopo un paio d’ore arrivammo nella prima piazza della città e, dato che conosco a stento la mia, di città, dedussi che non potevo perdere di vista la mia classe (eravamo solo noi 23 per ridurre il rischio di ragazzi dispersi) o, appunto, mi sarei persa.
Il fatto è che non ebbi neanche la possibilità di perdermi, visto che facemmo un incidente prima ancora di poter scendere dal veicolo.
Eravamo ad un incrocio ed era appena scattato il verde; quindi l’autista accelerò e, nel momento in cui fummo esattamente al centro fra le quattro strade, un altro pulmino ci venne addosso, distruggendo un lato del nostro pullman (con molta fortuna il lato dov’eravamo sedute io e Valeria). Il lato positivo fu che riuscii per prima a vedere chi era quell’imbecille che guidava l’autobus che ci era venuto addosso, e cominciai a fissare lui e i passeggeri.
Per un attimo credetti di avere le allucinazioni a causa della botta che avevo preso e del cuore che mi batteva all’impazzata dalla paura e dall’emozione. E credo che anche il guidatore che continuavo a guardare mi avrebbe capito, se solo avesse avuto un cuore.





Angolino autrice.
Prima che iniziate a lanciare i pomodori, voglio dire che questa storia l'ho scritta un po' di tempo fa (ormai quasi un anno) e credo che sia ben diversa da altre che pubblicherò in seguito.
Detto questo, a voi il cesto!
E se per miracolo dovesse piacervi ( oppure, ovviamente, anche per fare una critica!) recensite!
Alla prossima,

DarkLight

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Capitolo 2
*** A Nobody can scare. ***


La mia migliore amica mi diede uno spintone per farmi reagire, visto che ero rimasta imbambolata per buoni trenta secondi. Poi mi domandò qualcosa (credo che mi chiese se stessi bene), ma io non sentii nulla tanto che ero scossa dall’accaduto e dalla vista dei passeggeri dell’altro pulmino.
La professoressa di matematica mi si avvicinò, dato che ero quella visibilmente più spaventata.
<< Federica, stai bene? >> lei era l’insegnante con cui andavo più d’accordo, ma evitai lo stesso di rispondere e mi alzai dal sediolino accorgendomi che ero andata a sbattere con il fianco sul bracciolo (e mi ero fatta male non poco).
<< Professoressa >> chiesi guardando fuori da uno dei finestrini ancora abbastanza integri << Quell’uomo dai capelli bianchi che guida l’autobus che c’è venuto addosso, lo vedo solo io oppure esiste veramente? >> l’insegnante inizialmente rimase un po’ spaesata e mi convinsi che dopo quella domanda mi avrebbero rinchiusa in manicomio, ma dopo qualche secondo la donna annuì.
<< Sì, lo vedo anch’io. I suoi capelli sono un po’ strani, in effetti, ma dubito che sia un pedofilo o roba del genere. Non preoccuparti. >> Quell’affermazione non mi tranquillizzò affatto, anzi: quello voleva dire che, purtroppo, quella persona esisteva davvero.
Restai lì immobile fin quando non mi resi conto che tutti gli altri erano scesi dal veicolo e che una mia compagna di classe mi chiamava dalla strada. Allora mi catapultai fuori (stavo anche per cadere a faccia a terra) e notai che quelli dell’altro autobus si stavano avvicinando. Il cuore fece una capriola, ma il sangue mi si congelò nelle vene. Insomma, ero in una via di mezzo fra la felicità immensa e il terrore puro.
<< Che c’è? >> mi chiese Valeria dopo avermi scrutata con attenzione da capo a piedi.
<< N-no, nulla. >> balbettai, temendo un’altra sgridata per mia ossessione su KH. Eppure quell’uomo che capeggiava la fila uscita dal mezzo accanto al nostro somigliava davvero al Superiore!
<< Scusate, ci spiace molto per il vostro pullman. Possiamo risarcirvi i danni. >> disse proprio lui con una calma disumana.
<< Risarcire!?  >> gridò uno di noi dal fondo del gruppo, per nulla intimidito dalla persona che aveva davanti. << Aspettavamo questa gita da 3 anni! Tre! E voi ce l’avete rovinata perché il guidatore ossigenato non ha rispettato il semaforo! >>
Dentro di me la paura prese il sopravvento sulla gioia.
“Bene, ora questo carissimo Nessuno dagli occhi arancioni ci uccide tutti…” pensai, per poi correggermi subito: magari erano semplicemente dei cosplayer, no? Mi dissi che era meglio pensare positivo.
L’uomo non se la prese con noi, però, e si voltò verso gli altri del suo gruppo, rimettendo il portafogli nella tasca interna del suo soprabito nero.
<< Allora… >> mormorò un ragazzino dai capelli castani e gli occhi azzurri << potete venire in gita con noi! Abbiamo prenotato un albergo a pochi chilometri da qui, e potete condividere le camere con noi! >> i ragazzi della mia classe pregarono così tanto la nostra insegnante che lei fu costretta a cedere e ad acconsentire. Mezz’ora dopo eravamo davanti a quell’enorme palazzo che doveva essere l’hotel di cui parlavano quegli strani personaggi che tutti scrutavano con diffidenza. Mentre salivamo le scale, Valeria mi si avvicinò:
<< Senti, ma… puoi descrivermi il capo dell’Organizzazione XIII? >> mi domandò indicando con la testa l’autista dell’altro autobus.
<< Allora non sono pazza! Quel tipo ci somiglia davvero! >> esclamai a bassa voce.
<< Fede, non credo che la loro sia solo somiglianza. Hai visto quello con la cicatrice in fronte? Quella è vera, si vede da un miglio di distanza! >> mi voltai un attimo verso il tipo dai capelli blu e fui costretta ad abbandonare tutte le scuse che avevo trovato per giustificare quelle somiglianze. Lo feci ammettere alla mia coscienza: quelli erano proprio i personaggi che desideravo da sempre incontrare. (solo che… vederli dal vivo non era così bello come immaginavo…)
Poi mi ricordai che quello che stavo vivendo era ben diverso dalle mie fanfiction poiché era reale. E mi venne un dubbio.
Mi avvicinai allora, quasi senza esitazione, ad una ragazza dai capelli biondi che aveva a tracolla una borsa bianca contenente un album da disegno molto grande e dei pastelli a cera. Insomma, non ci volle un genio a capire chi fosse.
<< Ehi! Scusami, posso farti una domanda? >> le chiesi osservando le sue iridi azzurre, emozionata come se avessi davanti ai miei occhi una mia creazione.
<< Certo. Dimmi pure. >> rispose con la sua voce vellutata e un abbozzo di sorriso sulle labbra.
<< Se voi avete prenotato le camere in albergo solo per diciassette persone, come facciamo noi 23 a sistemarci con voi? >> la ragazza abbassò la testa e il suo sorriso vacillò per un attimo, per poi tornare ad essere splendente come prima.
<< Non preoccuparti, il nostro autista è molto… convincente… >> osai appena immaginare cosa voleva stare a significare quel “convincente”.
Ve lo spiego in parole semplici perché la mia testa ha già quasi completamente rimosso quei ricordi: Xemnas ha chiesto altre dieci stanze, lo stavano mandando a quel paese e di conseguenza lui è passato alle maniere forti e i due uomini dietro il bancone (uno basso e grasso, l’altro magro e alto) le hanno prese di santa ragione e hanno accettato la proposta del Nessuno.
Cose positive della giornata: abbiamo avuto le nostre camere e una dimostrazione pratica di come menare la gente, gentilmente fornitaci dal Superiore.
Era iniziato tutto nel migliore dei modi…….




Angolino autrice.
Non mi sparate, questo capitolo è uno fra i miei preferiti XD
Ok, tornando seri, spero che piaccia a qualcuno oltre che a me. Mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate! P.S.: sono consapevole dela presenza di alcune espressioni dialettali, se non capite qualcosa fatemelo sapere!
Alla prossima,

DarkLight

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Capitolo 3
*** Incontri ***


Essendo noi ragazzi di numero dispari e le camere prese doppie, facemmo un sorteggio per decidere chi doveva dormire con uno di quelli “strani”. Sì, ora i miei compagni di classe chiamavano così i personaggi usciti chissà come dal videogioco di Kingdom Hearts, ed io mi adeguavo per mescolarmi fra gli altri. Ma purtroppo non era quello che prevedeva il mio destino. Infatti, tornando al racconto, la sorteggiata fui io. Le coppie per le loro camere erano: Naminé e Roxas; Riku, Kairi e Sora; Xemnas e Saïx; Xigbar, Xaldin e Lexaeus; Vexen e Zexion; Marluxia e Larxene; Demyx e Luxord; Axel e… me.
Credo di essere entrata nella camera con un colorito color peperone, perché Axel era già lì.
<< Ciao! >> mi salutò allegro. Io abbassai la testa e non ricambiai per non fargli notare il tremolio nella mia voce. << Quindi dobbiamo condividere la stanza! Come ti chiami? >>
<< Federica. >> risposi timidamente e con la testa chinata nello zaino. << Tu sei Axel, vero? >>
<< Sì. A-X-E-L… >>
<< Got it memorized? >> conclusi al suo posto a bassa voce, rendendomi poi conto di aver fatto una gran cavolata.
<< Come fai a sapere…? >> mi catapultai fuori con la scusa di dover parlare con Valeria.
Invece mi ritrovai faccia a faccia con una mia vecchia conoscenza…
<< Benedetta! >> esclamai, con un sorriso da riempire il serbatoio della gummiship per un viaggio intero. << Che ci fai qui? Ah, ma in fondo chissenefrega: da quanto tempo non ci vediamo? Due anni? >>
<< Federica! Sì, credo siano passati proprio due anni! Il fatto è che mi sono trasferita qui affianco e, uscendo, avevo visto entrare nell’hotel dei cosplayer. Sono amici tuoi? >>
<< Ehm… non esattamente… >> iniziai a raccontarle dell’accaduto. Benedetta era la mia compagna di chiacchierate fino a due anni fa, e guarda caso tutte le nostre conversazioni avevano come argomento centrale Kingdom Hearts. Mi pare quindi ovvio che, una volta visti da lontano i capelli di qualcuno del gruppo, li aveva riconosciuti ed era corsa nell’hotel.
Mentre raccontavo mi accorsi che, un po’ più dietro, c’era una ragazza dai capelli neri abbastanza corti e gli occhi azzurri. Smisi di raccontare e presi a guardarla a bocca aperta. Feci per raggiungerla, ma Benedetta mi bloccò.
<< L’ho trovata che camminava per questa strada e si guardava intorno come se avesse perso qualcuno. Somiglia proprio a Xion, vero? >> abbassai la testa colpevole. Dovevo dirglielo.
<< Benny… veramente loro non sono cosplayer… so che sembra assurdo, ma… loro sono davvero i personaggi di Kingdom Hearts. Credimi, non sono mai stata più seria in vita mia. >>
<< E’ impossibile! Loro non esistono, lo sai! Non ti credo, potesse comparirmi Xemnas alle spalle in questo preciso momento! >> promemoria per il futuro: non dire mai una cosa del genere. Perché? Ma ovviamente perché qualcuno comparve dietro la mia amica, e di certo non era Sora.
<< Voi siete Benedetta e Federica? >> chiese la figura dai capelli argentati, facendo girare di scatto Benedetta.
<< S-sì. >> balbettai. Se ne avevo il terrore attraverso uno schermo, potete solo immaginare quanto mi impauriva Xemnas a un metro di distanza. Benedetta, invece, rimase imbambolata a fissarlo sbigottita.
<< Venite con me. Subito. >> non me lo feci ripetere due volte e presi per mano Benny, costringendola a venire dove il Superiore ci stava portando. Xion era sparita in una delle stanze e Axel stava uscendo in quel momento dalla sua, fermandosi per qualche secondo a guardare la scena di due ragazze che seguono un perfetto sconosciuto.
Dal lato opposto del corridoio, Valeria ci scrutava sospettosa e si nascondeva dietro qualunque cosa per non farsi beccare mentre ci seguiva. E ci riuscì perfettamente.

Il capo dell’Organizzazione XIII ci guidò verso una camera del sotterraneo dell’albergo. All’interno di essa si trovavano gli altri primi cinque membri, seduti in cerchio su delle sedie bianche, quasi a imitare la Stanza Circolare dove si riunivano di solito.
<< E sarebbero loro due? Me le aspettavo tutte muscoli e forza! >> commentò Xaldin esaminandoci più accuratamente di come avrebbe fatto Vexen con due cavie.
<< Calma, numero III. Sono sicuro che loro siano quelle giuste. Sapete >> continuò Xemnas rivolgendosi a noi e chiudendosi la porta alle spalle << abbiamo girato il mondo per cercarvi. Abbiamo incontrato molte persone, e la maggior parte di quelle che ci si avvicinavano… facevano una brutta fine… >> pensai che quello sarebbe stato l’ultimo dialogo che avrei mai sentito in vita mia, invece dalle parole di quell’uomo capii che la mia sofferenza non era ancora terminata. << …invece voi non ci avete neanche rivolto la parola… sì, siete proprio le due ragazze che cercavamo, non c’è dubbio. >>
<< Ehi! >> la porta si spalancò ed entrò “l’intrepida Valeria”. << Non potete portarle via! Ve lo impedirò! >> un secondo dopo il Superiore ghignava come mai in vita sua, e il cuore della coraggiosa ragazza fu preso dall’Oscurità.



Angolino autrice.
Ecco, oltre all'elenco dei personaggi di KH presenti nella storia, una nuova comparsa: Benedetta.
Pensate che la sua presenza (o l'assenza di Valeria) possano influire tanto sulla trama?
Eh-eh, non vi resta che leggere!
Grazie in anticipo a chi leggerà e/o recensirà!
Alla prossima,

DarkLight

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Capitolo 4
*** Le Prescelte ***


Ancora non so spiegarmelo: fu come se il corpo di Valeria emanasse scintille nere, e poi tutt’ad un tratto lei è crollata a terra, rimanendo lì, credo.
Dico “credo” perché Xemnas portò me e Benedetta all’interno di un passaggio oscuro prima che la mia migliore amica collassasse completamente. In quel momento avevo capito tre cose:
1) Molte cose erano diverse dal videogioco che conoscevo;
2) Io e Benedetta eravamo seriamente nei guai;
3) Devo fare più attenzione a quello che desidero. *

Usciti dal passaggio d’oscurità, ci trovammo davvero all’interno della Stanza Circolare, e tutti i membri erano lì, stavolta. Per fortuna che ero l’unica che divideva la camera con uno di loro, altrimenti chissà cosa avrebbero pensato a vederli sparire da sotto i loro occhi, avvolti in un alone nero…
Comunque, delle corde di colore scuro comparvero attorno alle mie mani e a quelle della mia amica, che probabilmente si stava maledicendo per essere entrata in quello stramaledetto hotel.
<< Allora… >> cominciò a dire il Superiore una volta che tutti ci ebbero viste. << … diteci cosa sapete fare, forza. >>
<< Non sappiamo di cosa tu stia parlando! >> esclamò Benedetta al posto mio, vedendo che fissavo un punto indefinito nello spazio, ancora sconvolta per quello che stava accadendo.
<< Oh, invece sì che lo sapete! >> urlò di rimando Xigbar, scrutandoci con l’unico occhio rimastogli. (cosa che lo rendeva ancora più inquietante)
<< Ti dico di no! >> rispose Benny sostenendo il suo sguardo. << Non sappiamo perché ci volete, non sappiamo perché siamo qui; io a stento so dov’è “qui”! >> nota per il futuro: ricordare a Benedetta di parlare al plurale quando si è in due ad essere state rapite.
Il Superiore scomparve infatti dal suo trono, per poi apparire davanti a me.
<< Tu allora non sai, ma… la tua amichetta silenziosa? >> disse, prendendomi il mento con una mano. Avrei preferito farmi il bagno nell’acido, piuttosto che essere anche solamente sfiorata da lui.
<< Lasciala stare e non la toccare, brutto… effemminato! >> dopo quello, pensai che ci avrebbero fatto fare una fine peggiore di quella di Valeria. Invece, a quanto pare, non era ancora giunta la mia ora.
Il capo dell’Organizzazione si limitò a mormorare qualcosa sottovoce, poi tornò ad incrociare il mio sguardo terrorizzato, fregandosene di Benedetta e delle offese che continuava a lanciargli.
<< Allora, piccolina? Neanche tu sai nulla della poesia sulle due Custodi del Keyblade? >> non riuscivo a far altro che tremare come una foglia e guardare nei suoi occhi, come potevo rispondergli?
<< Non ne sa niente, guarda come trema! >> s’intromise una voce maschile da uno dei troni. << La stai terrorizzando! Non è questo il modo per…! >> una lancia del numero III gli volò accanto (accompagnato da un “fai silenzio!”) ed io riconobbi quella scena. Quella voce… era quella di Axel, certo! Come avevo fatto a non riconoscerla?
<< Sì, forse il numero VIII ha ragione. Allora dovrò chiarirvi un po’ le idee. >> tramite un corridoio oscuro, il Superiore tornò alla sua postazione in modo che la sua voce rimbombasse in tutta la sala.
<< Sono venuto a conoscenza di questa nenia appena un anno fa, e a furia di ripeterla alle persone sbagliate l’ho imparata a memoria. Ascoltatemi, perché non la ripeterò un’altra volta:
Su un pianeta comune chiamato “Terra”
Nel 2001 cadrà una stella.
Il potere della stella immenso sarà,
Ma solo due bambine indifese coinvolgerà.
Bambine nate in una città iniziante con la lettera “N”
Che vedrà il crescere di un potere perenne.
Il potere è legato ad un’arma speciale,
Nata per combattere contro il male.
Le due bambine, però, non ne saranno coscienti
Perché vivere con quel peso sarebbe stato pane per i loro denti;
Quindi le due ragazze cresceranno
E a tredici anni i poteri abbastanza sviluppati avranno.
Una volta che una delle due dei propri poteri si sarà accorta
Alla loro vita sarà data una svolta:
Il bene sotto la sua ala le prenderà,
E su tutti i mondi la Luce trionferà. >>
Io e Benedetta restammo a bocca aperta, pronte per commentare quello che non andava. Eppure dalle nostre labbra non uscì alcun suono, neppure un lamento. Quella poesia ci aveva colpite nel profondo: e se fossimo state davvero noi le prescelte?
“Non è possibile, quel tizio dev’essere matto! Non possiamo essere noi le ragazze della poesia! Sai quante persone possono esserlo…” pensai.
<< In conclusione, >> terminò Xemnas << l’Organizzazione vi vuole con sé per testare il vostro potere e tenervi lontane dalla Luce, in modo che l’Oscurità regni sovrana su tutti i mondi! >>
“Sì, questo qui è davvero matto...”
Attraverso un passaggio oscuro, il numero V dell’Organizzazione ci condusse nelle prigioni del Castello che Non Esiste.








* citazione da "Coraline e la Porta Magica"


Angolino autrice.
So che la poesia fa schifo, ma perdonatemi! T.T
E sì, sono cosciente che in realtà i Corridoi Oscuri possono essere attraversati solo se si ha un cuore puro o una protezione come il soprabito dell'Organizzazione. Sono una cretina ç-ç
E finalmente la situazione inizia a movimentarsi!
Cosa faranno Federica e Benedetta, ora che sono venute a conoscenza del loro destino? (sempre che siano in effetti loro, le prescelte!)
Continuate a leggere e lo scoprirete (forse v.v)
Ok, ritornando seri: grazie per aver letto e/o recensito. Alla prossima,


DarkLight

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Capitolo 5
*** Colloquio dal Superiore ***


Solo allora mi resi conto che le cose strane erano davvero tante, e non riguardavano solo il fatto che tutti potevano attraversare senza problemi i passaggi oscuri!
Ad esempio: perché con l’Organizzazione c’erano anche Naminé, Riku, Sora e Kairi? E perché Xion non era con loro?
Lexaeus ci trascinò in una cella e chiuse a chiave, per poi andarsene con essa. Benedetta mi guardava ancora sconvolta.
<< Pensi che quella nenia si riferisse a noi? >>
<< Non lo so, Benny. >>
<< Pensi che ci uccideranno? >>
<< Non lo so. >>
<< Credi che se riuscissimo ad utilizzare il keyblade potremmo andarcene da qui? >>
<< Tu sai evocarlo? >> domandai con tono duro. L’unica cosa che volevo in quel momento era stare in silenzio a riordinare le idee.
<< Se ci riuscissi? >>
<< Allora sì, potremmo andarcene. Ma siccome non sai evocarlo, è inutile farsi false speranze. E ora lasciami pensare. >>
Mi concentrai; rivolsi i miei pensieri ai personaggi che così tanto amavo, a quelli che adoravo un po’ meno, alle parole del Superiore e a ciò che ci sarebbe potuto accadere.
Niente.
Federica, la "grande inventrice", che non sa riordinare un paio di idee per capire qualcosa in più su ciò che stava accadendo.
Rimasi seduta nell’angolo della cella, con le ginocchia al petto, fin quando non sentii dei passi nel corridoio. Anche Benedetta, come me, alzò la testa, ed io notai che aveva pianto. Volevo andare a consolarla, ma la figura incappucciata mi prese per un polso e mi trascinò all’interno di un corridoio oscuro senza dire una parola. Ma amare un personaggio significa conoscerne la statura, il peso, le caratteristiche. E quei fianchi così stretti li aveva una sola persona.
<< Axel..? >> ebbi il coraggio di bisbigliare mentre attraversavamo quel passaggio che solo i Nessuno sapevano aprire. Lui, per tutta risposta si fermò. << Dove mi stai portando? >>
<< Da Xemnas. Ha detto che ti vuole parlare. >> forse le sue parole, forse il tono di voce così basso che aveva usato, ma io ero certa di voler essere in qualsiasi luogo tranne che lì dov’ero. Quando poi entrai nella camera del Superiore, la sensazione si fece ancora più forte.
Axel mi spinse dentro e chiuse la porta alle mie spalle. Feci un passo avanti, trovando il coraggio da non so neanche dove.
<< Il tuo nome è Federica, vero? >> bisbigliai un sì e tentai di sostenere il suo sguardo, ma per una timida come me era impossibile. << Quanti anni hai? >>
<< Tredici. >>
<< Compiuti quando? >>
<< Il 13 gennaio. >>
<< Strano. Dovresti già esserti resa conto di ciò che puoi fare. Sempre se sei tu… >> osai solo immaginare cosa sarebbe successo se non fossi colei che cercavano.

<< Perché ci state cercando? >> domandai senza quasi rendermene conto.
<< In modo che non possano farlo le Luci. È per questo che li abbiamo seguiti e ci siamo momentaneamente alleati. >>
<< E… se siamo le prescelte… cosa ci succederà? >> per non dire “cosa ci farete?”.
<< Non lo immagini proprio? >> chiese alzandomi il mento, come aveva fatto poche ore prima. Io chiusi gli occhi, per non vedere le sue iridi color ocra. << Vi renderemo innocue. >> non osai chiedere come. << Apri gli occhi. >> mi ordinò poi. Io li chiusi ancora di più. << Aprili. È un ordine. >>
<< Non prendo ordini da te. >> sibilai fra i denti nonostante la paura. Sentivo il suo respiro sulla mia fronte, volevo sparire dalla faccia del pianeta, fuggire con la gummiship in qualche luogo sconosciuto e rimanerci, ma purtroppo non potevo fare un bel niente. Solo provare una paura cieca.
<< Somigli molto a coloro che consideri “amiche”. Ma questo non ti rende più forte o immortale. Quindi apri gli occhi. >> aggiunse scandendo parola per parola, ed io mi sentii di nuovo debole e timorosa, e lo feci.
<< Perché? >> domandai, mentre cercavo in tutti i modi di fuggire al suo sguardo.
<< C’è una caratteristica in voi prescelti, anche se la nenia non ne parla e se possono accorgersene solo i Nessuno. I vostri occhi presentano la pupilla di forma particolare a seconda dell’elemento cui appartengono. La tua, ho avuto modo di osservarlo anche prima, non ha nessuna forma particolare. >> non sapevo neanche io se quello che provavo fosse paura o sollievo. So solo che qualcuno mi portò via da quella stanza e mi rinchiuse nuovamente nelle prigioni. Poi prese Benedetta e portò anche lei dal Superiore.
Io rimasi lì da sola, di nuovo, a riflettere su quello che avevo saputo. Per me stessa mi preoccupavo, sì, ma non mi importava più di tanto di morire. Anche Valeria non era più in questo mondo, in fondo. E se anche Benedetta non fosse stata una delle prescelte, saremmo state in due a morire. E sarebbe accaduto lo stesso anche se lo fosse stata, probabilmente. Era di lei che mi preoccupavo di più: non volevo che finisse come sarei finita io. Non era giusto che le prescelte dovessero essere due.
Mentre mi scervellavo per trovare una soluzione a quella situazione così strana e per niente positiva, udii dei passi provenire dal corridoio. Di nuovo.







Angolino autrice!

Immagino che questo sia un capitolo molto inutile  ai fini della storia, ma ogni tanto ho bisogno di staccare con l'azione o con i colpi di scena e mi escono fuori capitoli del genere. O almeno, ciò accade in questa storia.
FunFact: questa fanfiction doveva essere pubblicata da una pagina su Kingdom Hearts su Facebook, ma ad un certo punto hanno deciso di non rispondere più ai miei messaggi e di ignorare i capitoli che inviavo. Dunque, se qualcuno di voi lettori fosse, per miracolo, uno degli admin di quella pagina (sempre che si ricordi di questa storia) è pregato di darmi un valido motivo per l'accaduto. Detto questo, pace e amore!
Concludo quest'angolo ringraziando i lettori e i recensori che utilizzano il loro tempo per leggere queste righe. Grazie e alla prossima,

DarkLight

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Capitolo 6
*** L'importante è che tu sia viva. ***


L'importante è che tu sia viva.



Alzai lo sguardo su colui che stava aprendo la cella, ma ero troppo occupata a pensare a come poter fuggire per capire chi fosse. Quindi riabbassai la testa fra le ginocchia e chiusi gli occhi. Volevo sapere dove fosse Benedetta. Quel tempo in cui era stata portata dal Superiore mi pareva infinitamente lungo. E se l’avevano uccisa? Se non era lei la prescelta e quindi la sua presenza era inutile? O se si era opposta a Xemnas e lui…
La figura mi si sedette accanto e mi poggiò una mano sul braccio. Sobbalzai e alzai la testa per guardarlo. Si era tolto il cappuccio.
<< Axel… >> mormorai guardandolo stupita. Che ci faceva lì? Era forse venuto a darmi la notizia della morte di Benedetta?
<< Ciao… >> sussurrò solamente lui, abbassando lo sguardo. Questo mi fece pensare nuovamente al peggio.
<< Che ci fai qui? Ti ha mandato Xemnas? >> domandai con diffidenza.
<< No, non preoccuparti, non vuole vederti di nuovo. Non ora, almeno. >> aggiunse quasi in un sussurro.
<< E allora come mai sei qui? >> “devi darmi qualche brutta notizia?” volevo chiedere, ma mi trattenni.
Lui non mi rispose.
<< Sai che cosa ti faranno, Federica? >> disse dopo un po’. << Devi andartene. >>
<< E come? Non so ancora neanche se ce li ho i poteri di cui il tuo capo parla, come faccio a fuggire? E poi, non vado da nessuna parte senza Benedetta. >> continuai con lo sguardo basso.
Lui non replicò, ma distolse lo sguardo dal mio viso. E questo non credo sia un buon segno.
<< È da molto che è da Xemnas. Tu non sai niente, vero? >> chiesi con un tono accusatorio e rassegnato allo stesso tempo.
Axel si zittì nuovamente. Poi, quando incontrò il mio sguardo triste, chiuse gli occhi e prese un respiro.
<< Lei… non è più qui. >>
<< Cosa?! >> esclamai scattando in piedi, quasi con le lacrime agli occhi. << S-spiegati meglio! >>
Lui distolse un attimo lo sguardo da me, poi si alzò e mi poggiò una mano sulla spalla.
<< Se n’è andata. È scappata. Non sono riuscita a trattenerla e mi è sfuggita mentre la portavo da Xemnas. >>
<< Quanto tempo fa? >> indagai, con un briciolo di speranza…
<< Due ore fa. >> …che si spense subito.
<< Due… ore? >> balbettai appoggiandomi con le spalle alla parete e  scivolando giù fino a sedermi. << Allora è già lontana… >>
Affondai la testa nelle ginocchia.
<< La devi raggiungere. Vuoi andartene con lei, no? Posso portarvi entrambe lontano da qui, se riusciamo a trovare lei. >>
Lo guardai sorpresa. << Lo faresti davvero? >>
<< Beh, se è l’unico modo per salvarvi… >>
<< Ma… così tradiresti l’Organizzazione… >> riflettei, ripensando a quella famosa frase “Se li indispettirai, loro ti distruggeranno!” Ed io volevo tutto tranne che Axel… venisse distrutto.
<< Non importa. >>
<< Ma Roxas e Xion… >>
<< Non importa. >> ripeté, scandendo le parole. << L’importante è che tu sia in salvo. L’hai memorizzato? >>
<< No, Axel, invece importa. Loro non sanno ancora chi sono, non puoi abbandonarli, non così. Non posso lasciartelo fare. >>
<< Ma… >>
<< Non sono io l’importante. Sono loro i tuoi migliori amici, non io. Non abbandonarli, Axel. Fallo per me. Promettilo. >>
<< Io… lo prometto. >>
<< Ora vai. Vai da loro, dimentica questa prigione e dimenticati di me. Io non sono importante, loro sì. >> lui però rimase seduto accanto a me.
<< Io non ti lascio. Non so perché, ma sono sicuro che se tu morissi… non so, credo che starei male, e molto. >>
<< Non morirò, Axel. Te lo prometto. Ma ora vai, ok? >>
Stavolta lui si alzò e fece per andarsene. Poi si bloccò improvvisamente. Dall’altro lato delle sbarre, Saïx lo guardava fisso negli occhi ed agitava le chiavi nella mano. Aveva ascoltato tutto.






Angolino autrice.
Chiedo venia per i dialoghi chilometrici di questo capitolo e per la sua brevità, negli altri andrà meglio.
Avviso poi che Axel, a differenza di come si può intuire, non mi piace quasi per niente.
Detto questo, vi saluto. A presto,


DarkLight

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Capitolo 7
*** Enemy ***


Enemy


Mi chiesi perché Axel fosse rimasto lì fermo ed immobile a fissare fuori le sbarre, fin quando non sentii una voce. La sua voce.
<< Quindi hai davvero intensione di tradire l’Organizzazione, Lea? >> chi poteva chiamarlo in quel modo se non lui? << Peccato. Pensavo di potermi fidare di te, ma evidentemente mi sbagliavo. >>
<< A-apri la cella, Saïx. >>
<< Non posso, Lea, lo sai bene. Non eri proprio tuo il compito di eliminare i traditori, al Castello dell’Oblio? Eppure non l’hai fatto. Quindi, ora me ne occupo io. >>
<< Non puoi dire sul serio! >> Axel era leggermente impallidito.
<< Sai che non sono il tipo che scherza. >>
Il rosso si avvicinò alle sbarre. << Sei arrivato fin qui solo grazie a me, e lo sai! È ora che tu mi ricambi il favore! >>
<< Ti ostini a non capire, vero? >> si voltò e appoggiò le chiavi sul tavolino di metallo di fronte alla cella.
<< Sei stato tu a dirmi di dover considerare anche il passato, Isa! >> le parole di Axel erano disperate. << Ti prego! >>
<< Non è la prima volta che ti comporti in questa maniera. E Xemnas non aspettava altro che un’altra occasione. >> Axel non riuscì a sostenere neppure per un istante lo sguardo dell’altro. Ed io capii che, se nella realtà molte cose erano diverse, il legame che una volta li univa era reale.
Poi Saïx se ne andò attraverso un passaggio oscuro.
Rimasi a guardare Axel fissare il punto in cui il corridoio delle tenebre si era chiuso, fin quando non notai che il suo petto si alzava ed abbassava più velocemente.
Mi alzai e gli andai vicino, prendendogli la mano. Aveva gli occhi lucidi.
Avrei tanto voluto dirgli qualcosa tipo “sei un Nessuno, non puoi piangere perché non provi nulla!” ma sapevo che avrei detto una bugia. Quindi rimasi lì zitta, senza sapere come consolarlo. Ci provai:
<< Axel, io… mi spiace, non avrei dovuto coinvolgerti… È colpa mia. >> affermai, e presi a guardare le nostre mani intrecciate. Perché, in effetti, era in parte anche colpa mia.
Lui però mi strinse la mano e scosse la testa: << Non è vero, non è colpa tua. Non dire mai più una cosa del genere. Tu non c’entri niente. >>
<< Sì, invece! Se io… >> sembra strano dirlo parlando di un Nessuno, ma lui mi abbracciò. Rimasi paralizzata e sorpresa da quel gesto così inaspettato, ma appena ripresami ricambiai il gesto.
Proprio in quell’istante, da un passaggio oscuro, entrarono Roxas e Xion, accompagnate da una figura incappucciata che si scoprì il volto dopo avermi vista.
<< Federica? >> chiese, a voce bassa. Mi staccai dall’abbraccio e corsi vicino alle sbarre, come per assicurarmi che quella voce appartenesse a lei e a nessun altro.
<< B-Benedetta? >> balbettai sorpresa e felice. << S-sei viva! E… e sei tornata… Perché l’hai fatto? Dovevi andartene da qui! >>
La brunetta scosse la testa. << Sai che non me ne vado senza di te. >>
Roxas prese le chiavi dal tavolino ed aprì la cella. Axel si catapultò ad abbracciare lui e Xion.
In quel momento suonò l’allarme.
<< Ma come diavolo è… >> inveii, osservando decine di Simili e Samurai accerchiarmi. La risposta mi fu chiara quando, fra tutto quel bianco e quel grigio, scorsi di sfuggita una macchiolina azzurra.
Strinsi i pugni quando vidi quella macchia di colore avanzare verso di noi. Roxas e Xion evocarono i Keyblade; Axel e io rimanemmo paralizzati; Benedetta si mise in posizione d’attacco. Non capivo cosa volesse fare, ma poi, improvvisamente, mi fu chiaro. Guardai meglio quella luce che aveva fra le mani e sussultai. Era una Catena Regale.




Angolino autrice.
E rieccomi con questa storia da strapazzo. Lascio a voi i commenti, i consigli, le correzioni e quant'altro, e spero che questo capitolo sia piaciuto a qualcuno, fosse anche il gatto del mio vicino di casa.
Sono stanca, dunque non mi va di scrivere altro. Grazie per aver letto e alla prossima,

DarkLight

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Capitolo 8
*** Ostaggio. ***


Ostaggio

 
 
<< B-Benedetta?! Sei una Custode?! Quando l’hai scoperto? Come? Perché? >>
<< Non ora. >> affermò lei, attaccando i Nessuno.
<< Ma… >>
<< Non ora. >> ripeté lei scandendo parola per parola. Io stetti zitta e la lasciai combattere.
Dopo qualche istante Axel si riprese dallo shock, evocò i Chakram e prese ad attaccare quelle che una volta erano creature sotto il suo comando.
Io rimasi ferma in mezzo al campo di battaglia, senza poter fare nulla e voler fare nulla. Poi capii che se non mi fossi tolta da lì avrei fatto una brutta fine e mi girai per allontanarmi.
Grosso errore.
Come avevo potuto dimenticarmi di lui? Mi maledissi mentalmente mentre i miei occhi incontravano quelli dorati di Saïx.
Feci per urlare, ma lui mi premette una mano sulla bocca ed evocò delle corde oscure che mi legarono i polsi. Lo guardai terrorizzata, ma capii che, anche se avessi avuto la faccia più spaventata e tenera e da cane bastonato possibile, non sarebbe cambiato un bel niente.
L’uomo dai capelli celesti mi imbavagliò con un pezzo di stoffa scura comparsa dal nulla e mi fece girare verso la battaglia, che era quasi finita. Poi evocò la sua claymore e me la puntò al collo.
Il rosso si voltò appena in tempo verso di me per vedere l’ex migliore amico svolgere quell’azione. Si bloccò, negli occhi rabbia e un velo di tristezza.
Sconfitto l’ultimo Samurai, anche gli altri si girarono e mi videro. Benedetta stinse i pugni e Xion si strinse a Roxas.
<< Fate un solo passo e le taglio la gola. >> minacciò Saïx, e potei immaginare la sua espressione impassibile mentre lo diceva.
<< Che-che cosa vuoi da noi? >> balbettò Xion con voce tremante.
<< Che vi consegnate spontaneamente ed accettiate il vostro destino. Qualunque esso sia. >> con quella precisazione seppi che guardava Benedetta. Lei serrò la mano intorno all’elsa del Keyblade, pronta ad attaccarlo. Poi però ritirò l’arma, insieme agli altri.
Sgranai gli occhi: che diavolo stavano facendo? Erano quattro contro uno, l’avrebbero ucciso se solo avessero voluto, e io in quella battaglia sarei stata solo un peso morto. E allora perché non mi avevano sacrificata per un bene superiore? Perché non se ne erano fregati della mia esistenza?
Una lacrima mi scese lungo la guancia sinistra e si asciugò sul bavaglio nero, mentre i quattro ragazzi si chiudevano nella cella sotto ordine di Saïx.
<< E Federica? >> domandò Benedetta, senza distaccare gli occhi da quelli gialli e felini del mio aguzzino.
<< È un ostaggio. La terrò con me, nel caso qualcuno di voi decidesse di fuggire. >> credo che il mio cuore allora abbia perso davvero un battito, e invece di sentirmi più libera mentre l’uomo mi toglieva la propria arma dal collo, mi sentii ancora più oppressa in una prigione dalla quale non sarebbe stato facile uscire.
 
Mi incitò a camminare velocemente. Riconoscevo quella strada, quel dedalo di corridoi, l’avevo percorsa qualche ora prima per andare da Xemnas. Mi sentii male.
Mi continuavo a ripetere che dovevo essere forte o non sarei mai uscita di lì. Certo, perché davvero credevo che ne sarei uscita.
Quando entrammo nella stanza del Superiore (almeno stavolta non ero sola), lui fece segno al Numero VII di slegarmi.
Mi guardai i polsi liberi e per un attimo, solo un attimo, fui felice.
Poi Saïx prese a raccontare dell’accaduto, di Axel che voleva farmi scappare e di Benedetta che possedeva un Keyblade. Tutto senza batter ciglio e inclinare la voce. Il tono utilizzato mi parve disumano, tanto era vuoto.
Poi Xemnas prese a parlare. Con me.
<< Quindi la tua amica è una delle due prescelte. Interessante, no? >> serrai i pugni. << Un’altra cosa, prima di decidere dove mandarti. Ho esaminato il cadavere della ragazza che voleva salvarti. >> sussultai a sentir parlare di Valeria. << Le sue pupille avevano vagamente la forma di una fiamma. >>






Angolino autrice.
So che questo capitolo fa schifo, ma vi prego, accettatelo e ditemi che ne pensate voi.
Comunque, forse ve l'ho già detto, ma ho scritto questa storia che ancora non avevo un'opinione fissa su determinati personaggi, e allora shippavo la Roxion, come si può dedurre da questo capitolo. Ora ho un po' cambiato le mie idee al riguardo...
Comunque, nel caso non dovessi scrivere più nulla quest'anno, auguri a tutti!
Ah, e ovviamente grazie a chi ha recensito e/o letto :D.
Grazie a tutti! Alla prossima,

DarkLight

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Capitolo 9
*** Impudenza ***


Impudenza.

 

Sentii come una pugnalata al cuore: Valeria era la prescelta? Insieme a Benedetta? Quindi per la Luce non c’era la benché minima speranza di vincere! E come se non bastasse, io avevo vissuto quell’avventura per niente. Se c’era mai stata, dentro di me, una flebile speranza di sopravvivenza, in quel momento si era spenta del tutto.
Mi riscossi, per non mostrarmi sorpresa.
<< Quindi ucciderai Benedetta e il tuo piano sarà completo. Bene, bravo. >> applaudii con ironia, ma nei miei occhi c’era la rabbia che aveva preso il posto della speranza. << Quindi hai vinto. Conquisterai tutti i mondi e li farai cadere nell’Oscurità. Ucciderai i Custodi, instaurerai una dittatura, forse? Tutto questo dopo che io sarò morta. Quindi cosa dovrebbe importarmi del tuo folle piano? >> esplosi.
<< Come osi rivolgerti a me in questo modo?! >> sibilò Xemnas. << Come osi parlare al sovrano di tutti i mondi con questo tono?! >>
Feci roteare gli occhi verso l’alto. << Sei solo un folle. Sora e Riku ti uccideranno, Kairi avrà un Keyblade e Re Topolino prima o poi si farà vivo. Verrai sconfitto su tutti i fronti, con o senza le prescelte. >> spiegai, i miei occhi puntati nei suoi. Possibile che per una volta non mi facessero alcun effetto?
<< Adesso basta, sei stata in vita anche per troppo tempo! >> esclamò, la rabbia che si poteva scorgere a kilometri di distanza.
<< Sir, io… >>
<< Non ti ci mettere anche tu adesso, numero VII, che diavolo vuoi?? Sono ad un passo dal conquistare tutti i mondi e ti permetti anche di interrompermi mentre parlo? >>
Saïx arretrò biascicando mille scuse e a me scappò una risatina che soffocai in una mano.
<< Con tutto il dovuto rispetto, Xemnas, credo che tu non ci stia tanto con la testa. Insomma, è il tuo vicecapo, ha sempre fatto tutto per te, ha eseguito ogni tuo ordine e aiutato in ogni momento. È forse questo il modo di ringraziarlo? >> Non dovevo dirlo.
<< Quest’affronto ti costerà molto caro, ragazzina! >> gridò, evocando entrambe le sue spade laser.
Mi paralizzai alla sola vista di quelle due armi rosso sangue che chissà quante vittime avevano già fatto.
Vidi il Superiore alzare le spade, chiusi gli occhi sperando che lo stacco della mia testa non mi producesse alcun effetto.
Con un gesto meccanico, mi portai le mani davanti alla faccia, come a proteggerla. Poi, quando ormai sarei dovuta essere già morta, udii un rumore vicino a me, di due spade che cozzano fra loro.
Aprii gli occhi con sorpresa e capii che la spada che aveva fermato quelle del Superiore era la mia. La mia Catena Regale.
Il capo dell’Organizzazione XIII mi guardò come se mi fossero cresciute le orecchie di Dumbo o il naso di Pinocchio.
<< Com’è possibile? Io ho visto, la prescelta era la tua amica morta! >> urlò, facendo un passo indietro.
<< Sei solamente troppo teso e fissato con questa storia nelle prescelte. Prediti qualche tempo solo per te, Xemnas, vedrai che le allucinazioni passeranno. >> scherzai, ignara del fatto che il Superiore non fosse l’unica minaccia in quella stanza. Pochi istanti dopo la lama della claymore mi sfiorava di nuovo la gola. Sorpresa, lasciai cadere il Keyblade, che si ritirò automaticamente.
<< No… >> mormorai. Ero stata così vicina alla felicità, per un momento avevo pensato di poter riuscire a fuggire. E invece mi ero fatta battere due volte dallo stesso medesimo trucco che sfruttava la mia disattenzione.
Xemnas ghignò, gli occhi fissi nei miei. Pareva cibarsi del mio coraggio per lasciare indietro solo paura e timore.
Chiusi gli occhi, cercando di non dargli la soddisfazione di vedermi piangere, ma poco dopo una prima lacrima scese lungo la guancia, seguita da un’altra e un’altra ancora. Non riuscivo ad evocare la mia arma, forse l’unica cosa che mi avrebbe salvata da morte certa.
Cercai di non concentrarmi sulla lama che mi premeva sul collo, ma era inutile. Poco dopo, nero.
 
Mi risvegliai in una cella, un dolore insopportabile alla gola. Allora mi ricordai di quanto ero stata stupida a non fuggire subito o difendermi con il keyblade. Già, perché io dovevo essere la prescelta che può usare il keyblade e che quindi Xemnas vuole uccidere.
Al contrario, il ragazzo seduto accanto a me sembrava non curarsi della situazione in cui ci trovavamo.
In realtà non sapevo chi o cosa fosse, visto che indossava la tunica dell’Organizzazione e il cappuccio gli copriva il volto, ma me ne andai per un’idea.
<< Tutto a posto? >> chiesi, sporgendomi verso di lui per vederne il viso.
Udita la mia voce alzò la testa di scatto, facendo cadere il cappuccio all’indietro.
<< Saïx?! Che diavolo ci fai qui?! >> esclamai, tentando di alzarmi e osservando con disappunto e paura che le mie mani erano legate al muro con una catena.
<< Rilassati, ragazzina. Seppure volessi farti del male, non potrei. >> e dicendo questo mi mostrò le mani incatenate.
<< C-che ci fai qui? >> ripetei con più calma, ma continuando a tremare.
<< Per prima cosa mi sono rifiutato di ucciderti, e secondo: Xemnas ha scoperto del piano che avevo programmato con Axel. >> rispose solamente, sul viso sempre quell’espressione di indifferenza inquietante.
<< Immagino che non gli abbia fatto piacere sapere che il suo vice mirava al posto di capo dell’Organizzazione XIII. >>
<< Già. >>
<< Posso sapere come ha fatto a scoprirlo? Non pensavo che qualcun altro ne fosse a conoscenza, a parte voi due. >>
<< Per l’appunto. >>
Sgranai gli occhi. << Axel ha detto a Xemnas del piano?! È diventato pazzo o roba del genere?? >>
Stavo praticamente urlando, ma lo sguardo gelido che Saïx mi lanciò mi fece zittire improvvisamente.
<< Tutto pur di essere liberi. >>
Rimanemmo zitti per un po’, io rimuginai su quella frase. Quanto diavolo aveva ragione.
<< Che poi io non so neppure perché sto parlando con te. Tu sei una Luce, una Custode, io un membro dell’Organizzazione XIII che sta per essere giustiziato. >> anche quelle frasi mi colpirono.
<< Saïx… >>
<< Uh? >>
<< Puoi dirmi… insomma… cosa ti ha spinto a diventare un’Oscurità? Ad essere… sotto il controllo di Xehanort? >> Avevo raccolto tutto il mio coraggio per far fuoriuscire quella frase dalle mie labbra, ma alla fine c’ero riuscita. Se proprio il numero VII doveva essere il mio compagno di cella, allora dovevo fargli quella domanda a tutti i costi.
Lui guardò fuori le sbarre. << Veramente… non lo so. Lea voleva andare a curiosare nel laboratorio di Ansem, e devo ammettere che anche io ero curioso. Ci usarono come cavie-apprendisti, lì. Io non approvavo affatto, ma Lea era irremovibile. Poi… beh, un giorno litigammo ed io me ne tornai al Castello dov’era il laboratorio. Lì ci fu un’esplosione che coinvolse i sei apprendisti di Ansem il Saggio, me e Lea, che mi aveva seguito. >>
<< Quindi l’hai fatto per lui, per il tuo migliore amico. >> dissi sottovoce, ripensando al sacrificio di Valeria e alla scoperta di Benedetta. E alla mia.
<< Sì. E pensare che adesso la nostra amicizia neanche esiste più… >>
<< Rivorresti indietro il vecchio Lea, vero? >>
Il Nessuno girò la testa di scatto. << Come fai a saperlo? >>
<< Te lo si legge negli occhi. E poi… beh, anche io vorrei indietro delle persone che sono state nella mia vita e poi sono cambiate. >>
Restammo in silenzio, io provai inutilmente ad evocare il keyblade.
<< Tu… mi odi, vero? >> quella domanda mi lasciò basita.
<< Certo che no, che cosa vai a pensare! Io non odio nessuno, se non chi non tiene fede alle promesse e non valorizza le amicizie. >> sapeva a chi mi riferivo ed abbozzò un sorriso.
All’improvviso mi resi conto che per la prima volta ci guardavamo negli occhi senza che io avessi paura, anzi, quello sguardo vuoto mi rattristava.
Un tipo incappucciato comparve fuori la cella e la aprì. Poi venne accanto a Saïx e gli slegò le mani. Lo riconobbi immediatamente.
<< Axel… >> mormorai. Lui continuò ad armeggiare con la chiave. << Come… come hai potuto? >> si fermò, dandomi la possibilità di continuare a parlare. << Come hai potuto tradire tutti i tuoi amici in questo modo? >>
Continuò a stare zitto, e questo mi fece innervosire. Se avessi detto questo ad un altro personaggio, di sicuro sarei già morta da un pezzo. Invece lui non si scompose neppure, legando i polsi del suo ex migliore amico con delle corde oscure uscite da chissà dove.
Strinsi i pugni, per poi togliergli il cappuccio. << Rispondimi quando ti parlo, dannazione! >>
Vidi Saïx paralizzarsi e rimanere a bocca aperta, nonostante la sua eterna espressione di indifferenza. Ma il rosso continuò a fare un nodo quasi impossibile da sciogliere. Allora non resistetti.
Gli presi un braccio e lo costrinsi a voltarsi verso di me. E allora lo vidi.




-Angolo autrice.
Yeee, finalmente un capitolo più lungo! :D
Eccomi tornata, con la suspence di questo fine capitolo, in questo fandom. Lo so, Saix è moolto OOC, ma non ci posso fare niente, mi esce solo così T.T
Coomunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto; grazie per aver recensito e/o letto :)
A presto,

DarkLight

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Capitolo 10
*** Tradimento. ***


Tradimento.

 
 
 I suoi occhi. Le sue stupende iridi verde smeraldo che avevo sempre amato. E il suo sorriso sincero nonostante pensasse di non avere un cuore. Spariti. Per sempre. Lasciando il posto a un’espressione impassibile e a due occhi color ambra. Ritrassi le braccia spaventata e tremai.
<< No…non anche tu... >> mormorai. << …come hai potuto?! >>
Per l’ennesima volta lui stette zitto. Poi fece alzare Saïx e lo scortò fino all’interno di un passaggio oscuro.
E allora mi vennero in mente le sue parole: “Tu sei una Luce, una Custode, io un membro dell’Organizzazione XIII che sta per essere giustiziato.” E tremai per lui.
Non lo so perché, ma volevo salvarlo. Solo che non riuscivo ad evocare la mia arma, il keyblade, e quindi non avrei potuto uscire da lì.
<< Federica? >>
Avrei riconosciuto quella voce anche fra altre mille.
<< B-Benedetta?! >> mi voltai, ma non vidi nessuno. In più, non potevo muovermi perché ero incatenata alla parete.
<< Chi altri? Come va? Ti hanno fatto del male? >>
<< N-no, non preoccuparti. Tu come stai? >>
<< Bene. Però… mi hanno detto che sarò la prossima. >>
<< L-la prossima? La prossima a fare che? >>
<< A morire. >>
Era incredibile la leggerezza con cui aveva pronunciato quelle parole.
<< B-Benny… >>
<< Non preoccuparti per me. Starò bene. Ti osserverò anche dall’alto. >>
<< No, tu… tu non puoi morire… >>
<< È stato lo scopo di Xemnas sin dall’inizio, lo sai. Doveva eliminarci. >>
<< Sì, ma… >>
<< È il mio destino, non ti opporre. Piuttosto… >> sviò il discorso. << perché Saïx era nella cella con te? >>
<< Ti ricordi quando ti raccontai del piano suo e di Axel? >>
<< Certo. >>
<< Il Superiore lo è venuto a sapere. >>
<< Cosa?! Ma come…?! >>
<< Da Axel. >>
<< Eh?! >>
<< Perché lui è posseduto da Xehanort >> ero sicura che fosse svenuta o roba del genere, perché non la sentivo più parlare.
<< Come… come è potuto succedere…? >> chiese con un filo di voce, sconvolta e spaventata. A me venne invece in mente un’altra cosa.
<< Benny, dove sono Roxas e Xion? >>
Mi spiegò che erano fuggiti e che Xaldin doveva trovarli ed ucciderli, ma non ci era riuscito ed era morto. La stessa cosa era accaduta a Lexaeus.
<< Ora capisco. Il numero VIII deve aver ceduto all’Oscurità… perché aveva perso le sue luci… >>
<< Credo di capire anch’io. >>
Un attimo di silenzio e un urlo squarciò l’aria. Solo che proveniva dal piano di sopra.
Sgranai gli occhi. No, non poteva provenire… non era possibile…
Mi ritrovai ad urlare il suo nome.
<< Saïx! Dannazione, se sei ancora vivo rispondimi! >> la mia voce era però troppo bassa perché sentisse. In compenso attirai qualcun altro verso la mia cella.
<< Smettila di urlare. >>
Riconobbi la voce del Soffio di Fiamme Danzanti. << Altrimenti che fai? Mi uccidi? >>
Sentii la lama di uno dei suoi chakram al collo e mi diedi la risposta da sola.
<< Trattieni le urla per dopo. Sei tu la prossima. >>
Le parole di scherno mi si bloccarono in gola e presi a tremare. No, quella non era la mia giornata fortunata.
<< A-aspetta, Axel! Non sarei dovuta essere io la prossima...? >>
Trattenni per miracolo le lacrime. Sembrava quasi che Benedetta si volesse sacrificare per me.
Il rosso si concentrò un attimo ad ascoltare, senza risponderle. Niente urla, niente rumori. Sogghignò.
<< Come hai potuto, Axel… >> mormorai ancora una volta, mentre lui mi slegava e mi portava con sé attraverso un passaggio oscuro.
Feci appena in tempo ad intravedere Benedetta, che l’Oscurità mi avvolse.
 
“Lea, il passato non conta più nulla per te?” ah, quanto avrei voluto dirla, quella frase! Solo che non era sicuro farlo, con una lama sotto la gola.
<< Axel… perché? >> domandai.
<< Cammina. >> mi incitò lui, avvicinando di più la lama di uno dei Chakram alla mia gola.
<< No. >> mi fermai, come una bambina piccola che fa i capricci. << Voglio prima sapere perché l’hai permesso. Dannazione, era il tuo migliore amico! Il fatto che Xion e Roxas si siano allontanati da te non ti dà il diritto di fare del male agli altri! >>
Per un attimo mi parve che avesse allentato la presa, poi mi lasciò completamente libera. Sussultai dalla sorpresa e mi voltai verso di lui.
<< Sai… perché l’ho fatto? Non aveva nulla a che vedere con Roxas e Xion. Era solo una faccenda tra me e lui. >>
<< Ed è per questo che l’hai fatto uccidere?! >>
<< Non l’ho fatto uccidere. >> fece una pausa, vedendo la mia confusione. << L’ho ucciso. >>
<< T-tu cosa?! >>
<< Non è la mia prima vittima. >>
<< Era il tuo migliore amico! >>
<< Hai detto bene, “era.” >>
<< Ti sei fatto possedere da Xehanort e poi hai anche ucciso Isa... io davvero non so che credere di te! Il passato davvero per te non conta, Lea?! >> mi accorsi solo dopo aver parlato di ciò che avevo detto. Ma non me lo rimangiai.
<< Come hai detto? >> il suo tono inizialmente era calmo, poi si fece man mano più pieno di rabbia. << Come hai osato dirlo?! E cosa puoi saperne tu del mio passato?! Non sei degna neppure di nominare Lea e Isa! >>
<< Ne parli come se fossero estranei… parli di ciò che eri prima come se fosse un’altra persona… non hai vergogna di te stesso? >>
<< Questa, poi! Chi ti credi per dire una cosa del genere? Avrei fatto meglio ad ucciderti alla prima occasione! >> una sfera di fuoco mi sfiorò la guancia.
Forse… forse avevo esagerato.
Feci un passo indietro, cercai di schivare quanti più attacchi possibile. Dopo solo un paio di minuti ero sfinita e piena di bruciature.
Caddi in ginocchio. Lo vidi avvicinarsi lentamente, lo sentii evocare i chakram.
“Bene, è arrivata la fine…”








Angolino autrice.
Sì, questo capitolo fa un po' schifo, lo so. Però mi fa piacere che ci sia qualcuno che stia leggendo la storia :D
Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento :)
P.S.: come vi avevo già anticipato (e come molto probabilmente si era capito) da qui in poi ho cambiato un po' idea su Axel. Mi dispiace per tutti i suoi fan, ma... ciò che è successo è successo.
Comunque, a presto e grazie ancora!
Ah, e buon capodanno a tutti!


DarkLight

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Capitolo 11
*** Salvataggio ***


Salvataggio.

 
 
Sentivo i suoi passi verso di me, le fiamme avvolgere i suoi chakram. Sentivo la paura salire e la morte farsi più vicina a me. Ero la prescelta, il mio destino era quello di eliminare l’Oscurità o di soccombere per mano di essa. Così era anche per Benedetta. Mi preparai, sapendo che quelli erano i miei ultimi istanti, forse anche sperando che lo fossero. Non volevo veder morire più nessuno.
<< Axel! Ma che stai facendo?! >>
Quella voce…
<< Demyx? >> Axel era stato colto sul fatto, insomma.
<< Xemnas mi ha mandato a controllare se fosse tutto a posto. Non ti aveva detto di portare la prigioniera da lui, Axel? >>
Non avrei mai pensato che sarei stata salvata da Demyx ma, che dire, è successo.
<< Sì, hai ragione. >> mi alzò da terra prendendomi per un braccio.
<< Ma… quelle bruciature… Axel, il capo non sarà contento… >>
<< Dirò che ha provato a scappare. >> il rosso era sicuro di sé, cosa che mi fece rabbrividire non poco. Ok che era stato posseduto da Xehanort, ma non mi aspettavo un cambiamento così… radicale…
In breve, mi ritrovai al cospetto del Superiore, per l’ennesima volta. Stavolta, però, avevo le mani ben legate dietro la schiena ed ero imbavagliata. Nessuna via di uscita.
<< E io che volevo farti sopravvivere un altro po’… >> mi schernì l’uomo dai capelli argentati, saziandosi per l’ennesima volta della mia rabbia. Io non potei far altro che limitarmi a stringere i pugni dietro la schiena. << Ma cosa sono tutte quelle bruciature, Axel? >>
<< Ha provato a sfuggirmi. Non potevo fare altrimenti, sir. >> rispose il rosso. Avevo una voglia matta di sputargli in un occhio.
<< Non preoccuparti, capisco… piuttosto, voglio fidarmi di te. L’Organizzazione XIII ha già perso diversi membri deboli, ma tu… tu sei forte, Axel, non immagini neanche quanto. >> non capivo dove voleva arrivare << È per questo che ho deciso di affidarmi a te e nominarti mio vice. >> Quello era troppo.
Sia Axel che Saïx avevano tradito, perché perdonare solamente Axel? Perché condannare a morte Saïx? Tutto questo non aveva per niente senso. Non che la trama originale di KH lo avesse, ovviamente…
<< Ma ora passiamo a te. >> le parole del Superiore mi fecero sobbalzare. << Stavolta non ci sarà nessuno a salvarti, quantomeno il tuo keyblade. Sei finita, ragazzina. >>
Lo vidi evocare le sue armi in due lampi sanguigni. Aveva ragione. Quella volta il keyblade non mi avrebbe salvata e lui non avrebbe avuto pietà. Ero già morta.
Chiusi gli occhi, sperando ancora una volta che tutto finisse velocemente. Demyx se n’era andato, Axel osservava la scena sadicamente, per quanto potesse essere sadico un senza-cuore posseduto da Xehanort.
Non volevo morire, ma poi mi resi conto che, se davvero c’è un’altra vita dopo la morte, avrei rincontrato Valeria e poi anche Benedetta. Messa sotto quest’aspetto, magari potevo anche sopportare il dolore dei colpi di Xemnas.
Penso che quegli attacchi li avesse imparati osservando Saïx in modalità berserker, perché erano molto potenti e praticamente impossibili da eludere. In pochi istanti mi ritrovai in ginocchio con ferite su tutto il corpo.
In compenso, il bavaglio si era slegato dalla mia faccia.
<< Posso farti solo una domanda, prima che tu mi uccida? >> dissi con un tono così flebile che a stento mi sentii io stessa.
<< Parla, muoviti. >>
<< Perché hai condannato solo il tuo vice quando anche Axel aveva tradito allo stesso modo? >> era una domanda a cui volevo trovare risposta, non mi importava se sarebbe stata l’ultima frase ad uscire dalla mia bocca.
<< Saïx era solamente un debole, non era a conoscenza del suo vero potere e si frenava quando combatteva. Poteva sembrare davvero senza cuore, ma in realtà si è sempre rifiutato di uccidere. Inoltre, Xehanort non riusciva a controllarlo totalmente, cosa che invece gli riesce con Axel. E poi, lui provava dei sentimenti. >>
Sgranai gli occhi: Saïx che prova sentimenti? In quale universo parallelo?
<< E che cosa provava? Odio? Amicizia? Paura? >>
<< Amore. >> il Superiore si avvicinò a me tenendo ben salde le mani attorno ai manici delle due lame eteree. Non sapevo se ero più impaurita o stupita per la scoperta.
<< E…per chi? >> osai chiedere, mentre Xemnas si preparava per il colpo che mi avrebbe tagliato la gola.
Lo vidi aprire la bocca per rispondermi, ma poi un’altra voce a me ben nota sovrastò la sua:
<< Lasciala andare, ora! >>
Era la voce di Benedetta.
Accanto a lei c’erano Sora, Riku, Kairi, Naminé, Roxas e Xion, che impugnavano i propri keyblade (Naminé compresa!)
<< Oh, la combriccola al completo! Quale onore! >> Xemnas sogghignò ironico.
<< Xemnas, arrenditi! Non hai via di scamp-…! >>
Senza neanche avere la possibilità di completare la frase, Sora fu colpito in pieno da un chakram infuocato. Sentii l’urlo di Riku e il tonfo del corpo di Sora che cadeva a terra, inerme.
Kairi gli si precipitò accanto con le lacrime agli occhi, Riku guardò più che stupito Axel, che ghignava come solo lui poteva fare.
<< Axel… >> mormorò Roxas, prima che un forte attacco di emicrania colpisse sia lui che Xion, probabilmente a causa di Sora.
<< Come hai potuto, Axel! >> gridò Naminé, anche lei piangendo.
L’unica che non si azzardava più a parlare era Benedetta. Lei sapeva come stava la situazione, e anche se quel Nessuno che una volta tanto amava aveva appena messo KO quasi metà della squadra con un colpo solo, lei era cosciente che non lo faceva di sua spontanea volontà.
Riku, Naminé e Kairi attaccarono Axel, dando a Benedetta l’opportunità di salvare me. Sarebbe bastato semplicemente slegarmi le mani e sperare che il keyblade mi si materializzasse fra le mani. Ma, come al solito, c’era un dettaglio cui non avevamo fatto caso, dettaglio stavolta parecchio rilevante. Perché se in precedenza io ero troppo concentrata su Xemnas per accorgermi di Saïx, adesso non avevo fatto per niente caso all’ ossigenato innamorato del potere.
Me ne resi conto solo mentre Benny si accingeva a slegarmi i polsi, che lui era dietro di lei e si preparava a sferrarle un colpo mortale. Le urlai di abbassarsi non appena vidi l’uomo riflesso nella vetrata che si affacciava sul Mondo che Non Esiste e su Kingdom Hearts, e lei lo fece appena in tempo per evitare che le due spade laser del Superiore le sfiorassero la testa.
Rievocato il keyblade, Benedetta iniziò a combattere contro Xemnas, lasciandomi da sola a provare a sciogliere i nodi che mi tenevano legati i polsi, chiaramente invano.
Indietreggiai verso la vetrata per non espormi troppo nella battaglia (a cui avevano preso parte, al fianco di Benedetta, anche Roxas e Xion) fin quando non provai una sensazione che non mi era nuova: il formicolio lungo tutto il corpo che si sente attraversando un corridoio oscuro. Terrorizzata al pensiero che ad aprire il portale fosse stato Axel o Xemnas che aveva intenzione di farmi fuori una volta per tutte, persi l’equilibrio e caddi con la testa su quella specie di pavimento.
Rotolai di lato e feci per mettermi in ginocchio, quando notai davanti a me un paio di stivali neri. La paura prese di nuovo il sopravvento e mi ritrovai stesa a terra sulla pancia, temendo che una fiammata o una spada laser apparisse nella mano di colui che mi stava davanti per poi colpirmi in pieno. In realtà me l’aspettavo proprio.
Fui sorpresa quando vidi che invece l’uomo rimaneva fermo al suo posto e non mi attaccava, e lo fui ancora di più quando mi si accovacciò accanto e mi slegò i polsi. Ma il mio stupore raggiunse il culmine quando lo sentii parlare e ne riconobbi all’istante la voce:
<< Alzati, Custode, hai una guerra da combattere. >>






Angolo autrice.

E rieccomi, finalmente. Dai tenete duro ancora per un po', che la storia è quasi finita...
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e grazie per aver letto :D
Alla prossima (e scusate se i miei angoli sono sempre più piccoli),

DarkLight

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Capitolo 12
*** Alive ***


Alive.

 
 
 
<< S-Saïx?! >> alzai lo sguardo esterrefatto sull’incappucciato. << Pensavo che tu fossi… >>
<< Come puoi ben vedere invece sono vivo. >> mi interruppe freddo.
Restammo a guardarci negli occhi (beh, si fa per dire, lui aveva il cappuccio abbassato) fin quando lui non distolse lo sguardo.
<< Mi…dispiace per quello che è successo… >> dissi, provando ad alzarmi nonostante le ferite e riuscendoci per miracolo.
<< Perché, Xemnas ti ha spiegato qualcosa? >> il suo tono era quasi preoccupato.
<< Qualcosa sì, ma non gli ho creduto. Erano cose irreali e… >>
<< Cosa ti ha detto, Federica? >> il suo tono perennemente serio fu interrotto da un tremito.
<< Sosteneva che tu provavi sentimenti, addirittura che eri innamorato di qualcuno. >> rimase così paralizzato dalle mie parole che temetti che avesse smesso anche di respirare.
<< I...innamorato? >>
Feci spallucce e sorrisi. << Ovviamente non gli ho creduto. Insomma, sei un Nessuno, non puoi provare sentimenti, no? >> Saïx annuì poco convinto. << Comunque, non mi hai detto come hai fatto a fuggire. >>
<< Non sono fuggito. Sono…rinato. >>
<< C-che?! >> non riuscivo a credergli.
<< Il mio heartless era già stato eliminato. Uccidendo anche il mio Nessuno mi hanno riportato in vita. >>
<< Quindi, adesso hai finalmente un cuore. >>
<< Già… >>
Restammo di nuovo in silenzio a guardarci per un po’.
<< E comunque, tu sei l’unica Custode che conosco che non sa utilizzare il proprio keyblade. >> mi diede le spalle.
<< È un rimprovero? >>
<< Vedila come preferisci. Fatto sta che se vuoi essere davvero utile, devi imparare a combattere. >>
<< Aspetta, vuoi dire che non mi rispedirai da Xemnas? >>
<< Equivarrebbe a morte certa. >>
<< Ma… e gli altri? Benedetta, Roxas, Xion, Riku, Naminé e Kairi? Loro cosa faranno? >>
<< Loro stanno combattendo una battaglia persa in partenza. Magari potranno farcela contro Xemnas, ma contro Axel… >> scosse la testa. << Se non ci sono entrambe le prescelte a combattere lui non sparirà. >>
<< Quindi Axel è più forte di Xemnas? Allora è per questo che lui l’ha scelto come suo nuovo vice… >>
<< Esatto. E ora evoca il keyblade, così ti insegno le basi del combattimento. >>
Evocai la mia arma. << Posso…posso farti solo una domanda, prima di iniziare? >> Saïx si voltò ed annuì. << Cosa ti ha fatto cambiare schieramento? >>
<< A parte il fatto che il mio ex capo e il mio ex migliore amico volessero assassinarmi? >> finalmente si tolse il cappuccio. << Questo. >>
Restai senza fiato davanti al suo volto. Non era più quello di un adulto, con gli occhi ambrati e i capelli lunghi. Era quello di un quindicenne con i capelli corti, gli occhi verdi e una cicatrice sulla fronte sproporzionata al suo viso.
<< Se loro non mi avessero ucciso, ora non avrei queste fattezze. >> mi spiegò. << È per questo che voglio assicurarmi che non sopravvivano. >> il suo tono di voce era quello da Nessuno, ma tremava leggermente, come quella del ragazzo che era ritornato ad essere.
Forse fu proprio per quel leggero tremolio che non resistetti e mi fiondai tra le sue braccia con le lacrime agli occhi.
Lui rimase paralizzato, con il cuore che gli batteva così forte che riuscivo a sentirlo anch’io. Poi sospirò.
<< Vuoi imparare a combattere sì o no? >>
Mi allontanai asciugandomi gli occhi umidi con la manica della maglietta e feci segno di sì con la testa.
 Mi allenai per cinque ore di seguito, ma alla fine finii a terra stremata e Saïx mi permise di fermarmi.
<< Pensi…pensi che gli altri stiano bene? >> domandai, guardando la sabbia del Margine Oscuro ai miei piedi (lì non verrebbe mai nessuno a disturbarci).
<< Non sono deboli, qualcuno di loro si sarà salvato. >> lo fulminai con lo sguardo. << Scusa, non sono bravo a mentire. >>
<< Sì, lo so. >>
Per l’ennesima volta rimanemmo in silenzio, ma non per molto: dal buio, un po’ più dietro la spiaggia, apparve un Darkside.
Saïx mi chiamò, riportandomi alla realtà. << Pensi di potercela fare da sola? >>
Annuii, evocando il keyblade ed avvicinandomi di corsa all’heartless.
“E se Saïx avesse ragione? Se si fossero salvati, per esempio, solo Roxas e Xion? Senza Benedetta non posso fronteggiarmi con Axel, perderei di sicuro sia la battaglia che la vita. In quel caso cosa dovrei fare? Lasciare che i mondi vengano divorati dall’Oscurità e darla vinta a Xehanort? No, se proprio devo morire, voglio farlo combattendo. Non lascerò che quel vecchio decrepito conquisti l’universo. E poi, perché Benedetta dovrebbe morire? Lei sa quando arriva il momento di arrendersi. E se Xehanort possedesse anche lei? Se pensasse che tutti gli altri sono morti e che è inutile combattere? No ok, Federica ora basta! Smettila di pensare negativo e concentrati su ciò che stai facendo, sull’allenamento e sulla…battaglia…”
L’heartless mi strinse in una mano, e più mi dimenavo più lui stringeva la presa. Il keyblade mi scivolò via dalla mano, sparendo in un lampo di luce prima di toccare terra.
L’ultima cosa che sentii fu Saïx che gridava il mio nome.
















Angolino autrice.


Mi dispiace se il capitolo è un po' corto, ma avevo bisogno di staccare qui la narrazione, o tutti i miei piani per il futuro andrebbero direttamente nella fauci di Cerbero...
Allora, che ne pensate di questo capitolo? È una totale stupidata? Qualunque cosa, davvero, ma fatemelo sapere :D
A presto, si spera con un capitolo più lungo,


DarkLight

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Capitolo 13
*** "Welcome home" ***


“Welcome home”.

 
 
Mi svegliai di botto per un dolore al fianco.
“Beh, almeno sono viva…” pensai, provando a mettermi seduta e trovando qualcuno a spingermi di nuovo a terra:
<< Stai giù e cerca di riposarti. >>
<< Saïx… >>
<< Ti avevo chiesto se credevi di essere in grado di sconfiggere quel Darkside. Se non eri sicura di farcela, avresti potuto semplicemente dirmelo! >>
<< Sei tu il mio mentore, dovresti sapere meglio di me quando sono all’altezza di fare qualcosa, no? E comunque mi sono solamente distratta… >>
<< ”Solamente” distratta?! Ti sei resa minimamente conto del fatto che stavi per morire? >>
<< E allora? Vuoi vedere che una “prescelta” come me non ha un Nessuno? >>
<< Pensi che essere un Nessuno sia bello? Prima cosa c’è da vedere se riesci a diventarne uno. Seconda cosa, il tuo Nessuno può anche non essere umano. E terza: pensi davvero che vivere una vita senza un cuore, senza provare nulla ma sapere di aver provato qualcosa in una vita precedente sia qualcosa di cui poter andare fieri?! >>
Volsi lo sguardo di lato, osservando le dune di sabbia che mi stavano affianco. Per un attimo riconobbi nella persona che mi aveva parlato, quel Nessuno posseduto da Xehanort che era stato fino a poche ore prima.
<< Mi dispiace, io volevo solo provare a sdrammatizzare… ma >> continuai evitando la seconda parte della ramanzina << evidentemente ho sbagliato. >>
Stemmo entrambi in silenzio per un po’, osservando quel mondo mezzo sconosciuto ad entrambi; io rimasi a guardare il cielo, privo di qualsiasi luce che non fosse quella luna bianca o qualunque altra cosa fosse. Poi ripresi la parola:
<< Sai… quando il keyblade mi è caduto di mano… io ho pensato che tu… mi avresti lasciata lì a morir… >>
<< Non dire stupidaggini. >> mi interruppe lui. << Perché mai avrei dovuto? >>
<< Beh, sono debole, inutile, logorroica, a tratti strafottente, pessimista, mi caccio sempre nei guai e… >>
<< Basta così. >> mi fermò nuovamente. << Non azzardarti a dire un’altra parola. >>
<< Perché? Non è forse così? >>
<< Assolutamente no! E comunque, l’importante è che tu sei ancora qui e sei viva. Ok? >>
Nel silenzio che seguì, entrambi sentimmo quel rumore, quel sibilo che ci mise in allarme e che solo una creatura poteva emettere. E Saïx lo sapeva bene, dato che fino a poco prima era lui ad inviare quegli esseri in ricognizione.
<< Ci hanno trovati… >> sussurrò lui, confermando le mie teorie. << Alzati, dobbiamo andarcene da qui. >>
Provai a mettermi in piedi ma il dolore al fianco me lo impediva. << Mi dispiace, non ci riesc-…?! >> vidi Saïx prendermi in braccio ed aprire un corridoio oscuro, mentre il sibilo si faceva più forte. Tentai di rendermi utile evocando il keyblade, ma ero troppo debole per farcela.
E in un istante il primo Simile ci fu addosso, graffiando Saïx con quelle specie di mani. A quello ne seguirono altri due, ed era solo l’inizio.
<< Lasciami qui. >> dissi, mentre lui veniva colpito a ripetizione. << Puoi fuggire. E poi, è me che vogliono… >>
<< Non ti lascerò qui indifesa. Scordatelo. Sei la prescelta, >> si giustificò << senza di te i mondi sprofonderanno nell’Oscurit-... >>
Seguii il suo sguardo nel mare di Simili fin quando mi accorsi che quei Nessuno stavano scomparendo. Al loro posto, facevano la loro apparizione creature alte il triplo, armate, robuste e pericolose, molto pericolose.
“Berserker…”
Approfittando in un momento di calma apparente, Saïx riuscì a raggiungere il corridoio oscuro e ad arrivare in un altro mondo. Un mondo che costrinse colui che mi portava in braccio ad abbassare il capo addolorato.
<< Oh, così sei ancora vivo… >> non c’è un modo per dimenticare quella voce che proveniva dalle nostre spalle. << Beh, in tal caso: bentornato a Radiant Garden. Bentornato a casa, Isa. >>







Angolino autrice.

E rieccomi qui con l'ennesimo capitolo cortissimo quanto i capelli di Licia Troisi (mio idolo!)
Spero che vi piaccia, e un grazie scritto a caratteri cubitali per chi ha recensito o anche solo letto. :D Grazie davvero,

DarkLight

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Capitolo 14
*** Incontro finale ***


Incontro finale.

 

<< Lea! >> Saïx si voltò di scatto, con me ancora fra le braccia.
<< Siete molto teneri, sapete? >> sentii le braccia di Saïx tremare di rabbia. << Peccato che qui stiamo parlando di guerre. La tenerezza non è ammessa! >> entrambi i chakram infuocati ci volarono contro. Saïx mi strinse al petto, consapevole che non avrebbe potuto fare nulla per proteggermi. Se non quello che fece.
Diede velocemente le spalle ad Axel e al suo attacco, rivolgendomi un sorriso amaro. << Mi spiace, ma d’ora in poi dovrai cavartela da sola, Custode. >>
Mi resi conto di cosa stava facendo solo quando era troppo tardi per fermarlo. Un secondo dopo cadde disteso a terra, facendomi ruzzolare in avanti. Quando mi voltai verso di lui vidi uno dei chakram a terra e l’altro conficcato nella sua schiena.
Improvvisamente non mi interessava più nulla dei mondi, dell’Oscurità, di Xehanort, della guerra del keyblade. Volevo solo sapere che ce l’avrebbe fatta.
Strisciai verso di lui, non potendo fare a meno di notare la sua espressione sofferente.
Non dissi nulla, non sarebbe servito a niente.
<< Vattene nel corridoio oscuro che ho aperto prima. Sarai al sicuro, lontano da lui… >>
Scossi la testa dolcemente. << Non me ne vado senza di te. Tu mi hai salvato la vita. Tre volte. Deve esserci qualcosa che posso fare… >>
<< Darmi la conferma che sei viva e sei al sicuro. È tutto ciò che ti chiedo. >>
<< Smettetela! Mi farete venire il diabete! >> con un solo movimento, Axel estrasse la sua arma dal corpo dell’ormai ex amico, totalmente incurante del dolore che gli avrebbe causato. << Sai, mi rincresce un po’ liberarmi di te, nonostante tu sia un traditore. >>
<< Certo, come no, Lea… >>
<< E più di tutto, mi rincresce vederti morire di nuovo qui, di nuovo sotto queste sembianze, Isa… >> continuò il rosso, soffermandosi molto sull’ultima parola.
<< Se ti rincresce, allora lasciami andare… >> fece l’altro, mettendosi supino.
<< Non sei stato proprio ad ordinarmi di eliminare i traditori, Isa? >>
Saïx si concesse un mezzo sorriso << Vero… >>
Solo allora ci feci caso, alla pozza di sangue che si andava man mano ad allargare sotto il ragazzo dai capelli blu. Fu da questa visione che presi forza e mi alzai in piedi, nonostante il dolore.
<< Axel… perché? >> l’interpellato distolse lo sguardo dal sangue sul terreno per rivolgerlo verso di me. << Ti chiedo, per l’ennesima volta, di dirmi la verità. Perché hai ceduto all’Oscurità? Perché ti sei fatto possedere da Xehanort? Ho tentato in mille modi di capirlo, ma non riesco a trovare una soluzione logica! >>
<< Logica? A chi importa della logica quando ti promettono ciò che maggiormente vuoi? Quando ti promettono che non morirai, che non sparirai mai? >>
<< Se Xehanort ti ha promesso questo, sappi che mente! Non può promettere l’immortalità! >>
<< Immortalità? Chi ha parlato di immortalità? Parlo di potere immenso, di capacità in battaglia che nessuno riuscirà mai ad uguagliare! Come si può morire, con queste capacità? >>
Abbassai la testa: se non mentiva, come potevo io sconfiggerlo? Non mi restava che tentare di onorare la memoria di Saïx provando almeno ad attaccarlo.
<< Non vorrei ucciderti, sai? Xehanort vuole avere l’occasione di vedere quanta Oscurità contiene il tuo cuore, vuole fare di te uno dei suoi tredici contenitori oscuri. Dovresti esserne onorata sai? >>
Non ebbi la forza di ribattere. Paralisi completa.
“Io…una delle tredici Oscurità? È questo che deciderà le sorti dell’Universo? Posso salvare i mondi oppure distruggerli. Cosa succederà…?”
Axel mi si avvicinò e mi accarezzò la testa. << So che sei in pensiero per Isa, ma come vedi non puoi fare niente. Ora come ora, sta combattendo per rimanere vivo per altri due minuti. >> il ghigno che aveva sul volto era pari, come inquietudine, a quello di Master Xehanort.
Mi prese un polso per trascinarmi da qualche parte, ma qualcosa lo bloccò. Nel più completo silenzio lo sentii anche io: un rumore di passi. Conoscevo bene quella cadenza e mi scappò un sorriso.
<< Tu! >> gridò Axel non appena, dal portale oscuro aperto da Saïx, uscì una figura abbastanza robusta, dai lunghi capelli castani e un keyblade in mano.
<< Benedetta. >> riuscì a formulare quel nome a fior di labbra prima di rendermi conto dell’occasione che mi aveva dato.
Mi ero sempre chiesta cosa succederebbe se si pugnalasse una persona o un Nessuno con un keyblade che non sia quello del Cuore delle Persone. Era giunto il momento di scoprirlo.
Per un attimo esitai, ma poi mi ricordai di non avere scelta, mi ricordai che quello era l’unico modo per sconfiggerlo. Ricambiare con la stessa moneta.
Approfittando della sorpresa di Axel, chiaramente dipinta sul suo volto, evocai il keyblade e lo impugnai alla Ventus. La punta gli trapassò il ventre.
 
Non mi curai di vedere se il colpo era andato a segno, una volta che la presa di Axel sul mio polso si era fatta più debole.
Corsi verso l’altro corpo steso a terra, il volto pallido e un’enorme quantità di sangue per terra. Ma non mi importava. Mi inginocchiai accanto a lui, prendendogli la mano.
<< Vedi, l’ho sconfitto. L’ho ucciso… >>
<< Fede… >>
<< Saïx… >>
<< No, non chiamarmi così… >>
<< E come? >>
<< Isa. >>
<< Ne sei sicuro? >>
<< Non sono più un Nessuno, su questo Axel aveva ragione. È Isa il mio nome, adesso. >>
<< Va…va bene. Isa, allora… >>
<< Fede… >>
<< Sì? >>
Non ebbi il tempo di dire altro che le sue labbra si appoggiarono sulle mie.
Sentivo il cuore battermi forte nel petto e la sua mano stringere la mia con forza e delicatezza allo stesso tempo. La sua pelle era gelata, la mia bollente.
Quando vidi che si stava scostando abbassai la testa arrossendo.
<< Xemnas aveva ragione, sul fatto di provare sentimenti. Avrei voluto dirtelo prima, ma non ne ho avuto l’occasione. È successo tutto così rapidamente… >>
<< Quindi tu… >>
<< Sì, credo di amarti. Non mi sono mai innamorato di qualcuno, non a questi livelli. >>
<< Allora tutti quei “ti proteggo perché sei la prescelta” erano… >>
<< …bugie, sì. >> rivolse lo sguardo al cielo. << Forse è giusto che io muoia qui, dove tutto è iniziato… >>
<< T-tu non morirai, Isa… >>
<< Non c’è nulla che tu possa fare. >>
<< Non ti dirò addio. Tu…tu devi sopravvivere… >>
<< Ho dato la mia vita per far sopravvivere te, e sappi che ti osserverò dall’alto. Quindi…non fare cose stupide, ok? >>
<< C-che cosa?! No, no Isa non puoi abbandonarmi, non puoi! Io… io anche se non l’ho dimostrato ho sempre provato qualcosa per te, sempre! Tu non puoi morire, capito? Tu…! >>
Isa mi baciò di nuovo, ma stavolta sentii solo il sapore delle mie lacrime. Quando aprii i miei occhi, lui chiuse per sempre i suoi.






Angolino autrice.

ed eccoci finalmente all'ultimo capitolo (il prossimo è l'epilogo e compensa la lunghezza di questo...)
Mi spiace per avervi fatto aspettare più del solito, ma sta finendo il quadrimestre e la scuola prende tutto il mio tempo... comunque, spero che vi sia piaciuto anche quest'ultima parte e vi invito a recensire, sia in bene che in male :D
Alla prossima,

DarkLight

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Capitolo 15
*** Epilogo ***


Epilogo.

 
 

Sento delle voci tutt’intorno a me, un miscuglio di voci delle persone che conosco: Benedetta, Valeria, Beatrice, i miei genitori, i miei insegnanti e persino la preside della scuola.
Quando apro gli occhi, capisco di essere in un ospedale.
<< Federica! >> Valeria e Benedetta si catapultano ad abbracciarmi ed io mi chiedo se siamo tutti morti, dato che Valeria lo era ed ora è qui. Già, magari siamo stati sterminati tutti da quel folle di Axel. Non mi stupirebbe, in fondo.
<< Che…che ci faccio in ospedale? >> chiedo, una volta che anche la preside mi dice che è lieta di vedermi sveglia.
<< Non… non te lo ricordi? >> è Valeria a parlare, un’espressione a dir poco confusa sul volto. << Una volta arrivati a Roma, abbiamo fatto un incidente con un altro pulmino di ragazzi che andavano in gita. Tu non sei rimasta gravemente ferita, anche se lo shock ti ha causato un mini-coma di quattro giorni. >>
<< Io ero sull’altro pulmino e sono accorsa quando ti ho vista. >> spiega Benedetta.
“Allora è questa la versione autentica della storia, sono andata in coma in seguito allo scontro. Quindi nulla di quello che credo di aver vissuto è reale. È stato tutto un grande sogno. Chissà, magari da domani ci scrivo una fanfiction, su questo sogno. Alla fine, però, un po’ mi dispiace che non sia stato reale…no, è meglio così. Ciò che è finzione deve restare finzione. Non voglio che personaggi muoiano a causa mia né che il ragazzo dei miei sogni muoia fra le mie braccia. Però… sembrava così reale…beh, capita, suppongo. Cioè, forse sono la prima persona a sognare e a ricordarsi il proprio sogno una volta uscita dal coma. Ho risolto un problema della scienza, ragazzi. Sono fortunata. Che poi perché sono l’unica ad aver avuto qualche problema dopo l’impatto con l’altro pullman? Vabbé, non si saprà mai. Caspita, devo essere davvero confusa. È meglio tornare a casa il prima possibile…”
Mentre esco dalla camera, mi pare di intravedere un uomo incappucciato che mi fissa, ma mi convinco che è solo la mia immaginazione. Quando riapro gli occhi, lui è sparito e al suo posto c’è una nuvola di fumo, che scompare nel giro di dieci secondi.
È strano, ma so che è solo la mia immaginazione; d’altra parte sono appena uscita da un coma, no? È normale essere frastornati. Anche le allucinazioni devono essere frutto di questa confusione che ho in testa.
Tuttavia le cose strane continuano ad avvenire fino a sera, anzi, fino alla mattina dopo il mio risveglio: vedo un cane giallo gironzolare per la strada e poi sparire all’improvviso, per esempio, oppure vedo scie di fumo nero e tipi incappucciati che mi seguono e poi si dileguano, oppure ancora ho una sensazione di déjà-vu quando prendo in mano le chiavi di casa. Un’altra allucinazione a dir poco strana è che, allo specchio, la mia pupilla appare deformata, quasi felina. Unica, a dir poco. Ma, come ho detto prima, le cose strane continuano anche di notte.
Di solito, infatti, sogno avventure, o giorni scolastici, o a volte non ricordo ciò che ho sognato. Stanotte, invece, sogno soltanto una frase, detta da una voce che mi risulta familiare, anche se non ricordo di chi sia.
Non importa che tu non ricordi la realtà ma solo ciò che ti hanno inculcato nella testa. Sappi che io ti guarderò sempre dall’alto, magari ti apparirò davanti come un fantasma, ma ti osserverò sempre. Quindi…non fare cose di cui potresti pentirti. E ricorda che, anche da quassù, continuerò ad amarti. Per sempre.






Angolino autrice.
Sniff- vi prego, lasciate i pomodori per dopo, questo capitolo mi sta facendo venire le lacrime agli occhi come una cipolla. È venuto malissimo ed è cortissimo, ma ho deciso lo stesso di pubblicarlo, dato che domani ho un'interrogazione di latino e -altro che Axel- potrei non sopravvivere. Comunque, cara lettrice Kaigi, sono felice di dirti che sei davvero un genio. Davvero. O sono così prevedibile?
Vabbé, vi lascio con questa incognita e un enorme "grazie!" per aver letto fino alla fine questa storia :D
Davvero, grazie a tutti! Alla prossima, fandom!

DarkLight

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