Non posso fare a meno di te

di jortinionelove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Eccomi qui, mi chiamo Martina. Ho 17 anni e… un’altra estate è appena iniziata. Sono in classe. Sento il suono della campanella e due secondi dopo mi ritrovo nel corridoio della scuola in un bagno di folla. Lo sapevo, sta ricominciando tutto, i pomeriggi solitari nella mia stanza a leggere libri, le sere a guardare la tv con una scatola piena di gelato al cioccolato, il mio preferito. Non posso, non voglio tornare a fare questa vita. Dopo essere uscita da scuola, torno a casa e salgo in camera mia dopo aver salutato i miei. Mia mamma si chiama Mariana e mio padre Alejandro. Entrambi sono molto dolci e sempre disponibili ad aiutarmi. Però se devo essere sincera, mi trovo meglio con papà perché sin da piccola lui sapeva darmi consigli perfetti e io gli confidavo tutti i miei segreti. Ma, fortunatamente, non sono figlia unica. Infatti ho un fratello maggiore di 19 che si chiama Francisco. Con lui ho un bellissimo rapporto e ci sosteniamo e aiutiamo a vicenda nel momento del bisogno. Purtroppo per me, però frequenta il college e quindi lo vedo raramente, ma a parte questo, posso dire che ho una famiglia molto unita. Appena entro in camera il mio sguardo si fionda sulla scrivania dove trovo una lettere con sopra scritto “Per Tini. Dalla tua famiglia”. La cosa mi preoccupa un po’ all’inizio, ma poi decido di aprirla, senza nemmeno togliermi lo zaino di spalla. Dentro ci trovo un depliane con gli orari di un campeggio che pare si chiami “Miami plage”, carino come nome. Inizialmente non capisco cosa possa centrare tutto questo con me, ma poi continuo a leggere e capisco tutto. Corro subito ad abbracciare i miei ancora senza parole per il loro gesto. Mia mamma capisce immediatamente “tesoro mio! Sei contenta?” “Si! Tantissimo! Grazie, grazie, grazie!” rispondo euforica. “Siamo contenti che ti sia piaciuta la sorpresa. Volevamo farti passare un’estate indimenticabile e a contatto con altri ragazzi della tua età, così potrai farti delle amicizie.” dice mio padre con il sorriso stampato sul volto. Sono molto toccata dal suo breve discorso perché mi fa sentire sempre una persona normale come tutte le altre. “Domani ti accompagneremo in aeroporto dato che il campeggio non si trova qui ma a Miami, come avrai letto sul depliane.” afferma mia mamma. E sì, avevo letto che il campeggio si trovava a Miami , in America, che sarei stata lì per i due mesi estivi, (luglio e agosto) e ho letto tutte le attività che avrei svolto. “Vai a fare le valigie, tesoro, poi scendi così ceniamo tutti insieme. Stasera viene anche Francisco contenta?” “si che bello! Non vedo l’ora che arrivi. Allora vado di sopra. A dopo!” e corro su in camera mia. Mentre metto i vestiti in valigia solo un pensiero mi ronza per la testa. “Riuscirò a farmi degli amici? Verrò accettata dagli altri ragazzi?” e subito dopo mi ritrovo a parlare da sola. “Stai tranquilla Martina avrai tanti amici e ti divertirai un mondo!” “No ma che dico, sarò sola come sempre” e mi butto sul letto affondando il volto nel cuscino. Mi accorgo di essermi addormentata, quando apro gli occhi e guardo l’orologio che segna le 19:02. Dopo un po’ di tentativi riesco ad alzarmi e finisco di fare le valige e poi scendo a mangiare con tutta la mia famiglia. La mattina seguente mi sveglio, faccio colazione, mi preparo e mi vesto. Indosso una maglietta a maniche corte bianca di pizzo, sotto un jeans corto a vita alta e poi metto le mie amate air force bianche. Mi guardo allo specchio e non riesco a convincermi a fare un’acconciatura decente. Alla fine decido di legarmi i capelli in un’alta coda di cavallo. Arrivati all’aeroporto, saluto i miei e mio fratello, che ha saltato un giorno di college per passare un po’ di tempo insieme a me. “Divertiti tesoro, mi mancherai tanto” mi dice mamma in lacrime, come del resto tutta la famiglia. “Anche tu mi mancherai e anche voi due, tanto!” dico rivolgendomi a papà e a Francisco. Dopo averli salutati con un grande abbraccio e tanti baci, mi dirigo verso l’entrata e dopo aver percorso due corridoi e una scala mobile arrivo al terminal 2 per imbarcare. Salita sull’aereo, non sto più nella pelle, sono eccitata e spaventata allo stesso tempo. Ci stanno molti ragazzi che parlano, urlano e scherzano fra di loro. Io, come sempre, sono seduta in fondo, nell’ultima fila, dato che non conosco nessuno. Accanto ho due signori di mezza età che si scambiando piccoli baci e abbracci affettuosi. Mi fanno tanta tenerezza ma, mi fanno venire anche tanta deprimenza perché mi manca l’amore, mi manca avere un ragazzo, non che io ne abbia avuti molti però… In realtà ho avuto solo una relazione più o meno seria. Avevo 14 anni e si chiamava Lucas, a lui ho dato il mio primo bacio a stampo. Il mio primo vero bacio, in realtà, non l’ho mai dato. 4 ORE DOPO… Siamo appena atterrati a Miami e il paesaggio è mozzafiato. Ovviamente non sono riuscita ancora a fare amicizia con nessuno. Dopo aver recuperato i nostri bagagli saliamo sul pullman che ci porta fino al campeggio. Lungo il tragitto guardo un po’ il panorama e poi mi appisolo fino alla fine del viaggio. Quando riapro gli occhi mi accorgo che siamo arrivati a destinazione. Sgrano gli occhi quando vedo delle grandi strutture fatte in legno, bellissime in mezzo a tanto verde, dove al centro scorre un lungo lago. Ritorno alla realtà quando sento una voce chiamarmi. “Salve signorina Stoessel io sono un’ animatrice del campeggio. Mi chiamo Clara” “molto piacere Clara. Io sono Martina, ma lei mi può chiamare Tini” rispondo dolcemente. “D’accordo Tini. Allora adesso ti porto nella tua casetta dove potrai conoscere le tue nuove coinquiline.” annuisco e subito ci dirigiamo verso il lago. Poco distante da quest’ultimo si trova una casetta non molto piccola e presumo sia quella dove alloggerò io. “Eccoci qui. Questa sarà il tuo alloggiamento per questi 2 mesi. Vuoi che ti accompagni fino a dentro così ti presento le ragazze?” mi chiede Clara e subito rispondo “Se non le crea problemi si, grazie.” Con un sorriso, allora, si avvia verso la casetta e io la seguo. Appena entriamo, vedo quattro ragazze che scherzano e ridono mentre tolgono i vestiti dalle loro valigie. Subito si accorgono della presenza mia e di Clara e si voltano squadrandomi da capo a piede. Mi sento abbastanza in imbarazzo, ma per fortuna Clara rompe il silenzio “Ciao ragazze! Allora, lei sarà la vostra nuova coinquilina. Mi raccomando trattatela bene.” che dolce che è. “Certo la tratteremo benissimo. Benvenuta! Io sono Mercedes, ma puoi chiamarmi Mechi!” dice la ragazza alta e snella che si trova di fronte a me. Ha un sorriso smagliante e dei bellissimi capelli biondi mossi che gli arrivano fino alla fine della schiena. È davvero bella. Prima che io possa rispondere mi precede una ragazza poco più alta di me con i capelli neri che gli finiscono sule spalle e degli occhi color nocciola che ti fanno venir voglia di abbracciarla. “Come ti chiami? Io mi chiamo Lodovica, ma chiamami pure Lodo!” “mi chiamo Martina, per gli amici Tini, quindi potete chiamarmi Tini!” cerco di essere più carina possibile. “Ciao Tini! Io sono Alba. Sono contenta di avere una nuova compagna di stanza!” mi si avvicina dandomi un bacio sulla guancia la ragazza dai capelli scuri ricci di statura non troppo alta. Dopo comincia a parlare la ragazza accanto a Lodo. Ha dei bellissimi capelli rossi lunghi. È molto alta ed ha un sorriso contagioso. “Io invece sono Candelaria ma tutti mi chiamano Cande!” “piacere cande!” le rispondo con un sorriso a 32 denti. Non appena ci siamo salutate tutte, senza rendermene conto comincio a macchinetta. “Ragazze! Sentite, se io non vi sto simpatica e vi do fastidio basta dirmelo e chiedo a Clara di farmi cambiare di…” “TINI!” mi ferma Lodovica facendomi sobbalzare. “Cosa?” “Non devi farti paranoie. A noi ci stai già molto simpatica e non vogliamo un’altra coinquilina al posto tuo!” “sicure?” dico dubbiosa “Certo!!” rispondono all’unisono tutte e quattro e in questo momento sento di essere accettata e di aver trovato delle vere amiche . “Grazie ragazze! Siete fantastiche! So già che andremo molto d’accordo noi cinque!” e subito mi ritrovo circondata dalle loro braccia. “Ragazze adesso che siamo tutte e cinque da sole devo dirvi una cosa!” dice Mechi sciogliendo l’abbraccio. “cosa? Dicci tutto!” diciamo io e Lodo curiose. “Quest’estate ce la dobbiamo spassare e, a partire da quando usciremo da quella porta, ogni volta che vediamo un bel ragazzo dobbiamo dirlo al gruppo. Che ne dite?!?” risponde con la faccia furba e ridendo gli rispondo “ma sei pazza?!” “ no Tini! Quella di mechi è una buona idea. Anche io questa estate mi voglio divertire!” mi dice Cande , anche lei con la faccia da furbetta. “io ci sto!” vedo alba con la mano alzata. “Si anche io!” aggiunge Lodovica. “Dai Tini resti solo tu” mi guardano tutte con il labbro inferiore abbassato a mo’ di cucciolo. “Va bene! Mi avete convinto!” in realtà non sono per niente convinta di questa cosa. Qualche secondo dopo sentiamo una voce femminile che si avvicina a noi e capisco l’identità della persona. Bussa alla porta e Alba va subito ad aprire ed entra la signora che io immaginavo. “Ciao Clara!” gli sorrido. “Ciao Tini! Tutto bene con le ragazze?” “si tutto benissimo!”. “Allora ragazze, tra dieci minuti dovete stare al punto di raccolta. State vicino a Tini dato che lei è nuova e non sa dove si trovi.” “è ovvio che stiamo con lei. Noi staremo sempre con lei!” mi guarda Mechi e io le sorrido per le parole che ha appena detto. “Perfetto! Allora io vado ad avvisare gli altri ragazzi e ci vediamo lì tra poco. Ciao ragazze!” “Ciao Clara!” diciamo all’unisono. “Ok. Allora, siete pronte?” “ Si devo solo prendere il mio cellulare dalla borsa.” e mi dirigo verso la mia borsa che si trova vicino la porta. “Ma non per quello Tini! Per i ragazzi dico io!” controbatte lei. “ Ahhh… allora no!” “Ma come no?!” mi guarda dubbiosa. “è una storia lunga. Un giorno di questi ve la racconto. Promesso!” “va bene! Ahora vamos chicas!” parla anche spagnolo? Mi piace questa ragazza! Quando usciamo le ragazze mi spiegano la strada e una volta arrivate osservo quel posto magico. Ha tante panchine in mezzo ai fiori, tanti alberi di diverse dimensioni. Gli edifici esternamente sono bellissimi e immagino lo siano anche all’interno. Prima di osservare il resto del college, la voce di Mechi mi distrae. “Ragazze guardate! Quel ragazzo mi ha squadrata!” “ti sta spogliando con gli occhi Mechi hahah!” gli risponde Alba indicandolo con l’indice ed è allora che vedo il ragazzo. Alto, occhi e capelli scuri. Indossa un paio di jeans e una maglietta grigia con sopra un giubbotto nero con le borchie. È carino devo dire. “si Alba! Ma tu non ti sei accorta come ti sta fissando quel ragazzo con il berretto!” gli dice una Lodo sorridente. “A me? Davvero? Dove?” “si. Eccolo li.” gli indica il ragazzo con il berretto e i vestiti tutti colorati. Non è molto alto. Ce lo vedo tantissimo con Alba. I due si guardano intensamente mentre lei si morde il labbro inferiore. Subito mi viene da ridere. È strano come due ragazzi che nemmeno si conoscono abbiano il desiderio di… beh si di quello. Ad interrompere il loro contatto visivo è la voce di un signore. “Salve a tutti ragazzi! Benvenuti ai nuovi e bentornati agli altri!” “Grazie!” rispondiamo in coro tutti insieme. “Bene! Allora, innanzitutto io mi chiamo Pablo. Ho deciso che visto che oggi è il primo giorno, vi porteremo a fare una visita per tutto il campeggio e da domani inizieranno le attività. Ora andate a sistemarvi nelle vostre casette e poi alle 18 tornate qui, faccio il giro e alle 20 andiamo tutti a mangiare nella mensa, che si trova alle vostre spalle.” Finito il breve discorso, tutti applaudono e urlano: “Viva Miami plage!”. Questo si che è strano. “Ok ragazze andiamo a sistemare le valigie! Abbiamo solo 2 ore!” dice Mechi nervosamente “Solo?” gli chiede ironicamente Cande. “Si! Solo!” dice convinta. Mi volto per tornare verso la casetta con le ragazze, quando, tutto a un tratto da lontano, incontro degli occhi verdi che mi ipnotizzano.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Non riesco a smettere di fissare quegli occhi verdi che mi hanno ipnotizzata. Sono così perfetti…Dopo qualche secondo vedo i suoi occhi posarsi sul mio corpo. Mi sta squadrando. Inizio a fare lo stesso con lui. Indossa una maglietta bianca, che mette in risalto i suoi pettorali, con sopra un giacchino blu. Sotto, porta dei jeans scuri non troppo stretti e delle adidas nere e bianche. Riporto il mio sguardo su e vedo il suo bellissimo ciuffo alto color castano chiaro e poi riscendo a fissare quegli occhi smeraldo da mozzare il fiato. A riportarmi alla realtà è la voce di Lodovica. –TINI!!!- fa quasi paura. –Cosa c’è?- -è da 10 minuti che ti chiamiamo ma non rispondi.- abbasso il capo leggermente imbarazzata. –scusate- -Non ti preoccupare. Andiamo però ora sennò facciamo tardi.- Torniamo nelle nostre stanze e cominciamo a sistemarci. C’è solo un bagno quindi dovremo fare a turno. La prima ad entrare ovviamente è Mechi, allora decido di svuotare la mia valigia. –Cosa stavi fissando di preciso prima?- la voce di Lodo mi preoccupa un po’, ora che gli rispondo? –Niente di preciso, osservavo il campo- -non me la bevo cara- certo che è insistente eh –s-stavo… vedendo…un…ragazzo- -e chi sarebbe questo ragazzo- mi dice con la voce da furbetta alzando le sopracciglia –non ne ho idea, so solo che ha dei bei occhi verdi- non so nemmeno perché gli sto dicendo queste cose… -allora dovremo investigare sull’identità di questo ragazzo- -NON SE NE PARLA LODO!- -perché no?!- non fare il broncio, non lo fare. L’ha fatto. –perché non voglio avere a che fare con nessun ragazzo!- -uff.. va bene.- gli sorrido e cerco di cambiare subito discorso. –Ragazze il bagno è libero?- -si! Puoi andare.- mi risponde alba e io vado subito a farmi una doccia rinfrescante. Dopo esserci sistemate tutte, ci dirigiamo al punto di raccolta. –Ma quando arriva Pablo?!- -cosa c’è tini. Ti interessa quel ragazzo?- ma cosa ti passa per la testa cande! –NO! È perché voglio fare il giro della struttura e poi andare a mangiare.- -certo certo- mi risponde in modo ironico. Prima di poterle rispondere, però, arriva Pablo. –Ragazzi scusate il ritardo ma c’è stato un imprevisto. Voi non preoccupatevi. Comunque, siccome devo sistemare delle cose nel mio ufficio, voi adesso vi dividete in gruppi formati da ragazzi nuovi e ragazzi già iscritti da un po’ di tempo, così farete da guida ai ragazzi iscritti quest’anno.- Ed ecco che si crea la confusione tra di noi. Sento la gente dire con chi vuole andare o cose del genere… -ragazze io voglio capitare con il ragazzo che ho visto prima!- dice una Mechi elettrizzata. –ok andiamo a cercarlo. Voglio vedere anche io se c’è il ragazzo di ieri.- a quanto pare anche Alba è elettrizzata. Ci incamminiamo verso non so dove fino a quando mechi non urla. –Eccolo li! C’è pure il ragazzo che interessa a te alba!- sposto lo sguardo verso il ragazzo dai capelli neri e vedo che accanto a lui c’è il ragazzo di poco fa. Di nuovo i suoi occhi incontrano i miei e per un momento mi ci perdo dentro. NO. Non devo cadere nella trappola dei ragazzi. Non di nuovo. Sposto lo sguardo sulle ragazze e vedo lodo che mi fa il suo solito sorrisetto come per dire “ti ho sgamato”. Ecco ci mancava solo che Lodovica capiva chi era il ragazzo che stavo “fissando”. Speriamo non si mette in testa strane idee. –dai andiamo da loro!- dice mechi. –No! Perché non andiamo sole? Me lo mostrate voi il campeggio.- -assolutamente NO. Voglio conoscere quel ragazzo tini.- ecco. Pure alba ci si mette. –okay-. Appena siamo di fronte a loro il primo che parla è il ragazzo dai capelli neri. –Salve ragazze! Volete venire con noi a fare il giro?- -Si- nemmeno il tempo di pensare mechi. –io mi chiamo Diego. Loro sono Facundo, Ruggero e Jorge.- dice indicando i tre ragazzi. Il primo l’avevo già visto. Era il ragazzo non molto alto. Il secondo è un ragazzo molto carino. Ha un bel sorriso e un ciuffo molto alto in testa. Porta una felpa e un jeans. Il terzo è il ragazzo dagli occhi verdi. Ora so il suo nome. Jorge. Bello anche il nom…ma che dico, basta. –io invece sono Mercedes e loro sono le mie amiche Lodovica, Candelaria, Alba e Martina.- I ragazzi si avvicinano a noi e ci salutano. Il primo a salutarmi è Ruggero, poi Facundo e infine Jorge. –Piacere- gli dico. –piacere mio- mi sorride e mi fa l’occhiolino. Ecco. Il classico playboy. Dopo i saluti cominciamo il giro e Diego comincia a parlare. –Quante di voi sono nuove qui?- -Solo Martina!- risponde prontamente mechi. –e allora come mai siete venute da noi per il giro se è solo Martina quella nuova?- gli dice con un sorriso malizioso. –veramente siete stati voi a chiederci se volevamo fare il giro insieme!- esclama difendendosi mechi. –Certo, certo… già mi piaci mechita cara- gli risponde sfiorandole il naso con l’indice. mechi diventa rossa come un pomodoro e io e le ragazze ce la ridiamo sotto i baffi. Improvvisamente, sento una voce calda e roca dietro l’orecchio destro. –dai vieni, che ti mostro la struttura.- mi giro e vedo Jorge con un sorriso a 32 denti. Mi sta facendo sciogliere. Cosa? Basta tini. –o-ok- -perfetto. Allora andiamo ragazze.- Iniziano mostrandoci una sala tutta colorata, dove si balla si canta e si suona. Poi dei piccoli parchi e il fiume che avevo visto da lontano quando ero arrivata. Dopodiché ci fanno, o meglio mi fanno vedere, una stanza dove non c’è quasi niente e allora chiedo che attività si svolge li dentro. –che si fa qui?- -questo è lo spazio dove possiamo stare in libertà senza fare nessuna attività- a rispondermi è Ruggero. –molti qui la chiamano anche “la sala divertimenti” perché è pieno di posticini appartati dove i ragazzi vanno a fare… beh immagina…- aggiunge Jorge. Che pervertito. –si si, ho capito.- -se vuoi un giorno di questi ci veniamo insieme- mi guarda con un sorrisetto malizioso che mi fa innervosire. Sbuffo ed esco da quella sala dove non ho intenzione di entrarci più. –dai Martina stavo scherzando.- mi dice Jorge a braccia aperte. –non mi piacciono i tipi come te.- rispondo fredda. –come? Non ti piacciono i tipi belli allora!- -ecco appunto.- dico andandomene in casetta. Dopo una mezzoretta tornano anche le ragazze. Appena entrano mi guardano storto, così decido di girarmi dall’altro lato. Non ho voglia di parlare. –Tini ma cosa è successo con Jorge? Perché te ne sei andata? Alla fine non ha fatto niente di male. Sai come sono i ragazzi.- no Alba, tu non puoi capire. Non rispondo. Il silenzio regna tra di noi fino a quando Lodo non parla. –ragazze mi lasciate un minuto da sola con tini? Devo parlare un secondo. –d’accordo- rispondono all’unisono. Quando siamo finalmente sole mi giro e aspetto che mi faccia il suo discorso. –avanti sputa il rospo. Con me puoi parlare- -non c’è niente da dire è solo che mi danno fastidio quei tipi di ragazzi. Tutto qui.- -ma come? Se ti interessava quel Jorge…- -io non ho mai detto questo!- -allora lo hai pensato! Per questo ci sei rimasta male quando ti ha detto in quel modo.- non si arrende mai questa ragazza eh. –No lodo il fatto è che mi è successa una cosa orribile in passato e non voglio che mi accada più, per questo voglio stare lontana dall’amore e soprattutto dai ragazzi, specialmente i tipi come Jorge.- -Cosa è successo tini?- *Angolo autrice* Ecco il secondo capitolo. Scusate l’enorme ritardo. Il fatto è che sono partita per le vacanze e non ho avuto il tempo di scrivere. Comunque per farmi perdonare posterò il prossimo capitolo tra qualche giorno. Beh volevo anche presentarmi perché nell’altro capitolo non ho scritto niente nell’angolo autrice. Allora, mi chiamo Erika e ho 14 anni, tra poco 15 lol… Lasciate tante recensioni e alla prossima :*

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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Ecco. Ora cosa le rispondo? Non posso dirle la verità, la conosco da troppo poco tempo e non posso fidarmi così facilmente. Però adesso cosa mi invento? –allora tini? Mi stai facendo preoccupare- -i-io…- di colpo vedo entrare Cande seguita dalle altre e mentalmente la ringrazio per avermi salvato da questo pasticcio. –Ragazze è tardi dobbiamo andare a cenare.- ci dice Mechi. –si un minuto. Cominciate ad andare che io e tini vi raggiungiamo.- risponde Lodovica, ma io subito contraddico. –no, non importa Lodo, andiamo con loro.- -ma mi stavi per dire una cosa importante- -no, davvero, tranquilla non era niente di che alla fine.- cerco di essere il più convincente possibile e credo di riuscirci, dato la sua faccia. –Va bene, allora andiamo.-
Dopo essermi lavata il viso e sistemata i capelli in uno chignon, ci incamminiamo verso la mensa. Appena entrate, vedo una sala enorme piena di tavoli di tutte le lunghezze, da 4 posti, da 6 posti e così via…Decidiamo di andare a prendere da mangiare e poi scegliere un tavolo libero. –tu cosa prendi? Pasta al sugo o al salmone?- chiedo a mechi indicando i due vassoi di fronte a noi contenenti la pasta. –io pasta al sugo! Il salmone è orribile!- risponde ovvia. –io invece prendo la pasta al salmone.- le dico aspettando una sua reazione schifata che non tarda ad arrivare. –che schifo! Non vengo più con te a prendere da mangiare- -perché?- faccio la finta offesa per farla sentire in colpa. –no dai non fare il broncio che mi fai sentire in colpa- -e questo il mio intento!- le rispondo per farla arrabbiare ancora di più. –Stoessel ti sei appena messa in cattiva luce con me!- mi guarda con gli occhi quasi chiusi come per scovarmi dentro l’anima e devo dire che mi sta mettendo in soggezione. –ragazze la finite di fare le cretine così ci andiamo a sedere?!- ad interromperci è Lodovica. L’ultima volta che ci ho parlato mi ha fatto ricordare di quel giorno, il giorno che ha cambiato la mia vita per sempre.
-si andiamo.- le risponde mechi, visto che io sto in un altro pianeta in questo momento. Giriamo in cerca di un tavolo libero con i nostri vassoi. Io alla fine ho preso la pasta al salmone e ho un po’ di prosciutto crudo con la mozzarella. Quando finalmente ne troviamo uno libero, Diego attira la nostra attenzione e ci fa segno di andare a sederci con il loro gruppo. Mechi, ovviamente, accetta senza pensarci un secondo. L’idea di rivedere Jorge non mi va molto a genio, ma decido di andare con loro altrimenti sembrerei un’asociale.
Appena arriviamo al tavolo dei ragazzi, ci fanno accomodare e ci salutano. Io mi siedo vicino a Cande e Lodo e, purtroppo, mi ritrovo di fronte Jorge. Cominciamo a mangiare e cala il silenzio. Tengo sempre lo sguardo sul cibo, che in questo momento sembra la cosa più interessante di questo tavolo, finché Cande non inizia a parlare con Ruggero. –è strano che non ti abbia mai visto in giro. È da 3 anni che vengo a Miami plage- -già è molto strano, quindi adesso dobbiamo recuperare il tempo perso. Che ne dici se domani mattina prima di colazione ci andiamo a fare un giro?- wow. Nemmeno 24 ore e le ragazze stanno già facendo colpo. Ovvio. Tutte, tranne io. –si certo. Mi farebbe piacere. Allora dammi il tuo numero così ci mettiamo d’accordo.- si scambiano i numeri e per un secondo incontro lo sguardo di Jorge. Cavolo, perché mi fa questo effetto? Distolgo lo sguardo il prima che posso e torno a guardare il mio vassoio. La parola questa volta la prende mechi. –allora ragazzi stasera che si fa? Discoteca?- -Si per me va bene. Voi ragazze?- ci chiede Diego. –si certo! Un  po’ di svago prima delle attività ci vuole!!- risponde Lodovica e alba annuisce. –Tu cande vieni? Se preferisci possiamo andare a farci una passeggiata.- gli chiede Ruggero toccandosi la nuca. È in imbarazzo. Magari qualcun lo fosse per me. Invece no. Da me vogliono solo una cosa. –sì per me va bene anche la passeggiata. Magari andiamo al lago.- -si si certo va bene.- -tu Tini vieni con noi?- mi chiede Facu –no, io torno in camera a leggere un libro.- -ma come? La prima sera la passi a leggere?- -scusate se interrompo. Tini posso parlarti un secondo?- mi domanda Lodo indicandomi la porta. –si andiamo.- salutiamo gli altri per un secondo e usciamo fuori dalla mensa. –mi dici perché non vuoi venire? Per Jorge?- -no ma che dici. È solo che non mi piacciono le discoteche e ho un po’ di mal di testa, quindi per oggi preferisco rimanere in camera. Tu tranquilla, vai- mi guarda un po’ incerta ma alla fine mi sorride e annuisce.
Quando stiamo per rientrare, esce fuori Jorge e mi ferma. –Martina posso parlarti un minuto?- -io me ne vado.- dice lodo prima di svignarsela. Siamo rimasti soli. Decido di ascoltarlo. –ok. Che vuoi?- -volevo semplicemente chiederti scusa per come mi sono comportato pomeriggio e dirti che se non vai in discoteca per me fai male, perché non puoi rovinarti la serata per colpa mia.- mi guarda negli occhi e capisco che è sincero. –accetto le tue scuse ma in discoteca non ci vado. Non per colpa tua, ma perché mi sento stanca e mi fa male la testa. Comunque mi fa piacere che abbia riconosciuto i tuoi errori. Ora vado dentro.- faccio per avviarmi ma lui mi prende un polso e mi fa girare verso lui. Ci ritroviamo petto a petto. Sento il suo respiro caldo che si infrange sulla mia bocca. Abbasso lo sguardo sulle sue labbra e improvvisamente mi viene voglia di assaporarne il sapore. ODDIO. Ma cosa mi prende? –So che tra di noi non è andata per niente bene all’inizio, ma che ne dici di ricominciare da zero?- mi chiede con voce roca. –s-si va bene.- mi sorride e mi porge la mano. Gliela stringo.
Dopo esser rientrati dentro e finito di mangiare usciamo dalla mensa. Ruggero e Cande ci salutano andandosene verso il lago. In lontananza vedo che si guardano e si sorridono. Domani dovrò farci due chiacchere. Nel frattempo gli altri mi salutano e si dirigono verso la discoteca. Prima di tornare in camera mia, però, Lodovica mi ferma. –sicura che non vuoi venire? Ci divertiremo- -no tranquilla. Andate, ci vediamo domani.- le schiocco un bacio sulla guancia rassicurandola e me ne torno in casetta.
Dopo essere arrivata, entro e mi sistemo. Mi metto il pigiama e mi sdraio sul letto con la luce accesa per poter leggere. Sto leggendo un libro che si chiama “Colpa delle stelle” di John Green, il mio autore preferito. La storia parla di due ragazzi malati di cancro che si innamorano. L’amore. Che bella parola. Chissà se anche io un giorno incontrerò un ragazzo che mi ami davvero… Leggo due capitoli e poi decido di dormire dopo aver mandato un messaggio della buonanotte ai miei genitori e a fran.  
La mattina seguente ritrovo le ragazze sdraiate sui propri letti con i vestiti della sera prima, quindi presumo siano tornate tardi ieri sera, se non stamattina. Comincio a svegliare Lodo, Alba e poi le altre. Ci sistemiamo e poi andiamo insieme a fare colazione. Nella mensa incontriamo i ragazzi e ci sediamo nuovamente con loro. Mentre mangiamo, raccontano della serata di ieri. –è stato uno sballo ieri!- dice Diego. –si hai ragione. Stasera ci torniamo?- gli chiede Mechi. –certo tesoro!- Tesoro? mi sono persa qualcosa? –Tini ieri dovevi venire!- mi dice Alba. –si ti saresti divertita!- aggiunge facundo. – Non importa. Sarà per la prossima volta.- Mento. –oggi io ci torno, forse. Possiamo andarci insieme se ti va.- mi informa Jorge. No. Non è un appuntamento vero? Io non voglio ragazzi. –grazie, ma se vado, ci vado con le ragazze.- -ok- sembra dispiaciuto. Ci guardiamo per qualche altro secondo e poi decido di distogliere lo sguardo e parlare con gli altri. –cande dopo dobbiamo parlare ok?- gli chiedo con un sorriso malizioso guardando prima lei e poi Ruggero. –ceerto- .
Finiamo colazione e poi ci dividiamo. Ognuno per fare le proprie attività. Io oggi mi sono iscritta per fare, la mattina, piano forte e il pomeriggio ballo. Così mi dirigo verso la sala degli strumenti che mi hanno fatto vedere ieri i ragazzi quando mi hanno mostrato il campeggio. Per fortuna con me c’è Lodo che anche lei ha scelto questa attività per la mattina. Entriamo in sala e vediamo due pianoforti vicini liberi, così prendiamo posto lì. Dopo qualche minuto entra un signore sulla quarantina. –salve ragazzi! Benvenuti a tutti. Io mi chiamo Roberto.- -salve- diciamo tutti all’unisono. –bene. Adesso inizieremo con qualche cosa di base e poi avanzeremo con il livello.- E così passiamo un’ora e mezza in quella sala a suonare il piano e scrivere note sul pentagramma.
Quando finisce la lezione, io e Lodo salutiamo il professore e poi usciamo dall’aula. Appena fuori incontriamo Cande con Ruggero che parlano allegramente. Decido di rubarmi Cande per qualche secondo. Devo parlare urgentemente. –allora. Mi dici cosa c’è tra te e Rugg?- -non c’è niente tra di noi, per ora, penso. Ci stiamo iniziando a conoscere. Niente di più- alza le mani in segno di innocenza (?). –mhh… va bene ma tienimi aggiornata su tutto eh.- -certo tinita!- -Tinita?- -si, non ti piace?- -si certo che mi piace!- le sorrido e poi l’abbraccio forte. È bellissimo quando qualcuno ti vuole bene e ti considera. –ok. Tini. Così mi strozzi.- -scusa- le dico separandomi da lei. –tranquilla!- qualche minuto di silenzio e poi mi viene in mente una cosa da fare. -Lodo che ne dici se ci andiamo a fare una passeggiata vicino al fiume visto che ora abbiamo un’ora libera e così conosco meglio questo posto- le domando. Voglio conoscere meglio il campeggio. –si certo! Andiamo!- -ciao ragazzi- li salutiamo e poi ci avviamo verso il lago. –Allora. Raccontami un po’ di te.- dico rompendo il silenzio che si era creato qualche secondo prima. –beh, che dire. Sono Lodovica Comello, come sai. Ho 24 anni e vivo in Italia. Il primo anno che sono venuta qui non conoscevo nessuno e pensavo che non mi sarei divertita, invece quell’estate è stata una delle migliori della mia vita.- spero sarà lo stesso per me, lo spero con tutto il cuore. -quindi sei italiana? Che bello, un amica italiana!- -hahah già. Ora dimmi di te. Come mai sei venuta qui?- devo inventarmi qualcosa. –io sono venuta perché… i miei dovevano partire per un viaggio e mio fratello sta al college, così hanno deciso di mandarmi qui.- -e a te andava bene questa cosa o saresti voluta rimanere a casa tua.- -io ero contentissima e speravo davvero di trovare degli amici meravigliosi, come te!- mi guarda con un sorriso a 32 denti e poi si fionda tra le mie braccia! –ti voglio bene Tini!- e lei non ha idea di quanto mi facciano bene le sue parole. –anche io Lodo, tantissimo. Ti conosco da poco ma so che la nostra amicizia sarà incredibile!- -si! Lo spero davvero tanto.- si stacca da me e continuiamo a passeggiare e a chiacchierare. Io le racconto della mia città, Buenos Aires, le parlo della mia famiglia e della mia vita e lei fa lo stesso con me.
Improvvisamente ci sentiamo chiamare da dietro. Ci giriamo e vediamo Jorge. –Ragazze!- -ciao!- risponde Lodovica. Io resto in silenzio e abbasso il capo. È vero, abbiamo ricominciato da zero ma io ancora non mi fido di lui e non so se mai riuscirò ad avere fiducia nei tipi come lui. –ciao Tini!- quando mi sento chiamare decido di alzare il viso e incontro i suoi bellissimi occhi verde smeraldo che mi fanno perdere la condizione del tempo. –C-ciao Jorge.- -senti Tini volevo chiederti se stasera vieni con me in discoteca- prima che io possa aprire bocca però sento una voce femminile che chiama Jorge. –Jorge! Amore mio! Sono tornata!.- corre verso di lui e lo bacia. E in quel momento sento una pugnalata nello stomaco.

*angolo autrice*
Eccomi qui come state? Ho deciso che aggiornerò in settimana visto che ho autogestione questa settimana a scuola *fa i salti di gioia*. Voi come avete passato il fine settimana?
Raccontatemi e ditemi se vi è piaciuto il capitolo con una recensione, ne sarei molto contenta. Un bacione. Alla prossima  :*

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


~~Continua a muovere le sue labbra su quelle di Jorge, che, a differenza di prima risponde al bacio. Passano diversi secondi, i secondi più lunghi della mia vita e poi Jorge si separa da lei. –e queste due chi sono amore mio?- chiede la ragazza accanto a Jorge. È abbastanza alta e porta dei capelli castani raccolti in una lunga coda. Abbasso immediatamente lo sguardo. –Loro sono due mie amiche, Tini e Lodo. Ragazze, lei è Valeria, la mia…la mia fi-fidanzata- dice guardandomi. Ma cosa si guarda? –piacere Lodovica- le tende la mano e la ragazza la stringe con sicurezza. Dopo si gira verso di me e per essere educata la saluto porgendole la mano. –io sono Martina- sottolineo il nome. Solo gli amici mi chiamano Tini e non ho intenzione di fare amicizia con questa qui. Ma che dico? Solo perché è fidanzata con il “tizio” che mi ritrovo di fronte con due occhi stupendi non significa che lei non mi debba andare a genio. Cerco di fargli un sorriso sincero e credo di averla convinta dato il sorriso appena rivoltomi. –Io sono Valeria.- risponde stringendomi la mano. -ragazze io ora vado che ho da fare. Ci vediamo stasera a cena o domani mattina. Ciao!- Ah. E così adesso che c’è la sua fidanzatina non ha bisogno più di una accompagnatrice per la discoteca. Stronzo. –si anche noi abbiamo da fare. Ci dobbiamo sistemare perché stasera io e Lodo andiamo in discoteca. Beh allora ciao.- rispondo freddamente rivolgendogli un sorriso falso e poi li liquido trascinandomi Lodovica prima che quel deficiente possa parlare. 
-Tini mi spieghi perché mi stai tirando così forte verso non so dove- mi domanda preoccupata rompendo il silenzio. – scusa e che non volevo più vedere quello stronzo.- -ahh ora ho capito, sei gelosa!- Lodovica sei impazzita? –ma che gelosa. Ma chi se lo fila quel puttaniere.- -certo che con gli insulti tu ci vai pesante!- mi risponde ridacchiando –ha ha ha simpatica- -dai tini stavo scherzando. Non ti far rovinare la giornata da quello, piuttosto, cos’è sta cosa della discoteca?!- giusto, avevo liquidato i due fidanzatini dicendogli che stasera io e Lodo saremmo andate in discoteca ma io proprio non ho voglia. –no niente stavo scherzando…però se tu vuoi puoi andarci con le ragazze- -dai perché non vieni anche tu…ti divertirai- -no tranquilla, davvero, mi faccio un giro per il campeggio- non ho proprio intenzione di entrare in quel posto. –da sola?- è carina a preoccuparsi così però… -si da sola, non c’è niente di male. Ora vai a prepararti altrimenti farai tardi, sono già le 17:45!- -hai ragione è tardissimo! Ma tu non vieni in camera?- -no vado un po’ al lago, voglio rilassarmi un pochino…- -ok a dopo!- mi abbraccia e mi schiocca un bacio sulla guancia destra.

Sono sulla riva del lago seduta su una roccia, non faccio altro che ripensare a quel dannatissimo bacio tra Jorge e Valeria e non capisco perché mi dia così fastidio. A me di Jorge non me ne frega un accidente, di Valeria ancor meno, quindi perché quell’immagine mi tormenta? La cosa che più mi dà fastidio e che non riesco a capire è perché mi ha invitato in discoteca se è fidanzato… oh giusto, è come tutti gli altri. Gli interessa solo una cosa. Mi dispiace per Valeria, anche lei è caduta nella trappola dei ragazzi e una volta innamorata sei fottuta.
Cerco di svuotare la mia mente da tutti i pensieri e decido di chiamare i miei, devo dire che la loro mancanza inizia a farsi sentire. Prendo il mio i-Phone 5s e digito il numero, che so a memoria, di mia madre. Dopo due squilli risponde. –Ciao tesoro mio! Come stai? Tutto bene? Come ti trovi al campeggio? Hai fatto amicizia con qualcuno?- dice tutto di un fiato. –mamma tranquilla. Si tutto alla grande, ho conosciuto 4 ragazze fantastiche! Tu come stai invece? Papà e Francisco? - -tutto bene tesoro, io e papà domani partiremo per l’Egitto e Francisco è venuto a stare con noi per il fine settimana. Ci manchi tanto- -anche voi mi mancate moltissimo!-
Sento una voce dietro di me e mi volto spaventata. Di fronte a me, mi ritrovo il ragazzo che ho visto il primo giorno, l’animatore, mi sembra si chiami Pablo non ricordo. –ei bellezza che ci fai qui da sola?- bellezza? Ma che vuole ora questo. – n-niente, mi stavo rilassando un po’ prima della cena.- -da sola?- -si beh che c’è di male?- rispondo acida. –okay clamina. Scusa se mi ero pure preoccupato…- fa per andarsene ma lo fermo, non mi sono comportata bene con lui… -no aspetta! Scusami sono un po’ nervosa e me la sono presa con te.- mi rivolge un sorriso e si avvicina a me sedendosi anche lui sulla roccia. –tranquilla, capisco i problemi delle donne. Qualche ragazzo?- ma mi si legge in faccia che sono gelosa di Jorge? Aspetta…cosa o detto? O meglio, cosa o pensato? –ohh ti sei incantata?- mi dice svegliandomi dallo stato di trans. –scusa stavo pensando. Comunque no non c’entra nessun ragazzo.- -e allora che succede?- -preferirei non rispondere- -ok scusa, hai ragione tu!- risponde alzando le mani in segno di arresa. –comunque sono Pablo ma penso tu già lo sappia… tu invece come ti chiami?- -Martina.- gli sorrido e gli stringo la mano sportarmisi un secondo fa. –beh Martina ora devo andare però stasera se ti va possiamo vederci, che dici se andiamo in discoteca?-  -emh…oggi non posso avevo promesso alle mie amiche che sari andata con loro a farmi un giro- invento la prima cosa che mi passa per la mente –va bene, però domani ci conto eh- -mhh va bene- -perfetto allora a domani ciao!- mi dà un piccolo bacio sulla guancia e poi se ne va.

-Ragazze presto o faremo tardi per la cena!- urlo dal mio letto verso il bagno. È da 2 ore che sono chiuse in quella stanza a prepararsi per stasera. Io ovviamente me ne starò “sotto le coperte” a leggere un libro. –tini lo sai che ci mettiamo tanto, comunque 15 minuti e siamo pronte!- 15 MINUTI?!?!?- -si, se vuoi comincia ad andare e di ai ragazzi che stiamo per arrivare- mi risponde con tutta la calma di questo mondo. Sbuffo. –ok vado ci vediamo li allora!- -CIAO- urlano all’unisono mentre esco dalla porta.
Mi incammino verso la mensa e una volta dentro, faccio per andare al tavolo dei ragazzi quando una voce mi fa cenno di andare al suo tavolo. –Ei Martina ti va di mangiare qui con me?- la voce appartiene a Pablo. Gli sorrido e decido di raggiungerlo. –Ehi ciao- -ciao Martina. Come va?- -bene, grazie. Tu?- -tutto bene. Prego siediti pure.- -oh certo.- mi siedo ma poi ricordo di non aver ancora preso niente da mangiare. –scusa Pablo vado a prendere da mangiare. Torno tra cinque minuti.- -no tranquilla ci penso io. Oggi che sei con me ti voglio far mangiare quello che di solito mi portano gli chef direttamente dalla cucina. Niente vassoio.- e così gli amministratori sono avvantaggiati? –ok, d’accordo.- cala un silenzio imbarazzante finché non arriva un cameriere con due piatti fumati. –ecco a voi ragazzi. Buon cena- -grazie- rispondiamo insieme. Nel piatto c’è una bellissima, e credo anche buona, pasta ai funghi porcini. –ti piacciono i funghi? Se non ti piacciono chiedo a Lucas, il cameriere di fartene un’altra- -no va benissimo questa, tranquillo- -perfetto, allora buon appetito.- -buon appetito- rispondo per poi fiondarmi su quelle deliziose pappardelle ai funghi porcini.
Finito di mangiare parliamo un po’ del campeggio fino a quando non mi ricordo di non aver avvisato le ragazze che avrei mangiato con Pablo. –Pablo scusa ma mi sono completamente dimenticata di avvisare le mie amiche che mangiavo con te stasera. Vado un attimo al loro tavolo e poi torno ok?- -si certo va pure-. Gli sorrido e poi raggiungo le ragazze al tavolo. –ei ragazze!- -tini ma dov’eri finita? Ci siamo spaventate noi eh!- mi dice Lodovica abbastanza preoccupata. –si scusa lodo il fatto è che stavo venendo al tavolo ma poi Pablo mi ha invitato a mangiare con lui e così sono andata al suo tavolo.- -ahh! Ora si capisce tutto, era con un ragazzo!- risponde mechi con aria da furba. Ma cosa le passa per quella testolina?! –Martina nemmeno due giorni di campeggio e già rimorchi…e meno male che non volevi avere relazioni con nessuno- aggiunge alba ridendo. Mi stanno letteralmente sputtanando di fronte ai ragazzi, di fronte a Jorge. –la finite ragazze?! È solo un amico.- -si certo prima e solo un amico, poi scappa un bacio e poi vi ritrovate a letto.- A quelle parole mi irrigidisco. Non doveva dire quelle tre semplici parole. Si semplici, ma per pe erano come un pugnalata allo stomaco. –Tini stai bene? sei tutta pallida- mi chiede Cande –si tranquilla, ora torno da Pablo, ci vediamo domani ragazzi.- -ma come non avevi detto che andavi in discoteca stasera?- quella voce, anche se la conosco da poco la riconoscerei tra mille. Cerco di restare calma al pensiero di oggi pomeriggio e gli rispondo. –si dovevo andare ma preferisco andarci domani perché ha detto Pablo che mi accompagna lui.- gli rivolgo un sorriso falso e poi mi giro prima che lui possa dire qualcosa e torno al tavolo.

Sono sdraiata sul letto sotto le coperte leggere di cotone, dato la stagione e non faccio altro che pensare a lui e a quella Valeria. La loro immagine continua a perseguitarmi e non ha intenzione di andarsene. Cerco di distarmi, di nuovo, leggendo il mio libro. Dopo un’ora intensa di lettura decido di andare a dormire. Vado in bagno, mi lavo i denti e mi pettino con una spazzola i miei capelli castani con le punte bionde che arrivano sulle spalle. Appena finisco di sistemarmi torno a letto e spengo la lucina da notte che ho di fianco il mio letto, sul comodino.
Passano dieci minuti e non riesco a prendere. Mi giro e mi rigiro tra le coperte. Non ce la faccio più, voglio solo dimenticare. Dimenticare tutto e soprattutto dimenticare quella persona che mi ha fatto diventare così depressa. Improvvisamente sento bussare alla porta e mi si ferma il cuore. Chi è a quest’ora? E soprattutto che cosa vuole da me? Prendo coraggio e decido di andare ad aprire. Quello che mi ritrovo davanti sono due occhi verdi smeraldo.

*angolo autrice*
Lo so, lo so. Sono cattivissima perché avevo promesso di aggiornare presto e invece è passato molto tempo. Mi scuso davvero tanto, spero che almeno il capitolo sia di vostro gradimento.  Prometto che stavolta aggiornerò il prima possibile, anche perché poi nella settimana successiva ancora verrà il cast a Roma e io non avrò tempo di scrivere. Beh non voglio annoiarvi quindi vi saluto. Lasciate tante recensioni dai dai ne sarei molto contente.
Ah, avevo pensato di scrivere una one shot su jorge e tini, ditemi che ne pensate.
Baci. Erika

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


~~Continua a fissarmi senza dire niente così decido io di spezzare il silenzio. –che ci fai tu qui?- dico fredda –ho bisogno di parlarti 5 minuti.- sospiro. –ok dimmi- mi guarda alzando un sopracciglio e non capendo cosa vuole gli chiedo –che c’è?- -posso entrare?- sbuffo ma poi decido di farlo entrare. -ok vieni.- faccio con il segno delle braccia per farlo entrare e poi si siede sul mio letto. –ok ora dimmi cosa vuoi- -allora, intanto ti volevo chiedere perché continui ad essere così fredda con me. Avevamo detto di ricominciare da zero ma sembra che tu non voglia proprio ricomciare...- in effetti ha ragione e vorrei scusarmi con lui perché questo comportamento nei suoi confronti non ha senso… ma poi ritorna in mente l’immagine di lui e Valeria che si baciano davanti ai miei occhi. –ho i miei motivi.- -e posso sapere quali sono questi tuoi motivi?- -no.- lo vedo alzarsi e venire verso di me. –perché Martina?- -perché non parlo con il primo che capita dei miei problemi- fa una faccia offesa (?) e poi mi parla. –quindi io sarei il primo che capita?- si avvicina ancora a me e senza volerlo mi ritrovo con la schiena al muro. –B-beh… non ci conosciamo quasi per niente, so a malapena come ti chiami e che sei fidanzato.- rispondo freddamente –e allora conosciamoci meglio- -e alla tua ragazza non darebbe fastidio?- -chi? Valeria? No, io e lei siamo una coppia un po’ “strana”- risponde mimando con le dita le virgolette. –Strana?- -si beh è una storia lunga- -ok ma hai appena detto che vuoi che ci conosciamo meglio allora…- -hai ragione. Diciamo che la scorsa estate ci siamo conosciuti in discoteca ed eravamo entrambi ubriachi e allora…beh qualche bacio e…- -non continuare per favore!- lo blocco alzando la mano. –perché? Che c’è ti dà fastidio?- dice avvicinandosi nuovamente a me. È troppo vicino. Sento il suo fiato infrangersi sulle mie labbra e questo non va affatto bene, la mia sanità mentale sta andando a farsi fottere. –ma stai zitto! Non mi dà per niente fastidio e solo che non mi va di sentire certe cose –mi stai dicendo che tu non hai mai fatto sesso con nessuno?!- eh no questo non lo doveva proprio dire. –FUORI DI CASA MIA! SUBITO!- gli urlo spingendolo verso la porta –okok scusa… non volevo offenderti- -vattene!- -eh dai! Ti ho chiesto scusa- -per favore lasciami sola- dico al bordo delle lacrime. Sbuffa e poi mi risponde -d’accordo, ci vediamo domani Martina- -ciao Jorge, buonanotte.- -Buonanotte.- si sporge verso di me, mi lascia un bacio sulla guancia destra e poi esce dalla casetta.
Prima ancora di riuscire a chiudere occhio sento la porta aprirsi e subito dopo sbucano le facce di Mercedes e Lodovica seguite dalle altre ragazze. Solo quando sono già tutte dentro, mi rendo conto che è mattina presto e io non ho dormito nemmeno per 30 minuti, ovviamente sempre per quegli stupidi incubi che da 2 anni non mi lasciano mai in pace.
Decido, però, di girarmi sull’altro fianco, dando le spalle alle ragazze e facendole credere di essere ancora tra le braccia di morfeo, anche se tra le braccia di Morfeo non ci sto da quando avevo 14 anni. –Tini?- sento sussurrare Lodovica –Tini sei sveglia?- cerco di ignorale più che posso rilassandomi e qualche secondo dopo sento una porta chiudersi e capisco che sono andate in bagno a prepararsi per la giornata. Quando suona la mia sveglia, saluto le ragazze, mi sistemo e insieme andiamo a fare colazione alla mensa. Durante il tragitto casa-mensa incontriamo i ragazzi e non appena incrocio lo sguardo di Jorge, mi sorride calorosamente e io, dopo qualche dubbio gli rivolgo un sorriso incerto. Arrivati in sala, prendiamo da mangiare e portiamo i vassoi al nostro tavolo anche se questa volta Jorge si siede accanto a me.
Mentre mangio una fetta biscottata con la marmellata sopra sento un respiro dietro il mio collo allora mi giro di scatto ritrovandomi un Pablo sorridente. –Ehi Pablo! Come stai?- -bene ora che ti vedo, tu invece, bellezza?- vedo Jorge fare una smorfia ma cerco di evitarlo e rispondo a Pablo. –bene grazie- mento, -che ne dici se pomeriggio dopo la tua ultima lezione ti porto a fare un giro in canoa sul lago?- mi spunta un grande sorriso a sentire quelle parole, mi piace tantissimo andare in canoa. Purtroppo, però, prima di potergli dare la parola, Jorge parla.
-mi dispiace Pablo ma avevo promesso a Martina che oggi le avrei fatto fare un giro per il campus.- gli rivolge uno dei sorrisi più falsi che abbai mai visto e poi rivolge il suo sguardo a me. –veramente io…- non riesco a finire nemmeno la frase che Jorge mi prende per il braccio e mi trascina via. –Si può sapere che diavolo fai?!- urlo per la rabbia –shh! Scusa se ho agito in questo modo. Avrei voluto chiedertelo dopo le lezioni di uscire con me, ma siccome mi ha preceduto Pablo ho fatto la prima cosa che mi passava per la testa.- sospiro, alzo la testa guardandolo negli occhi e riesco a percepire la sua sincerità così decido di accettare la sua proposta. Ho promesso di ricominciare da capo con lui e così farò. –ok va bene. Ci vediamo alle 14.30 davanti casa mia- -quindi non ti sei arrabbiata?- -in realtà prima ero arrabbiata, però mi sono ricordata che dovevamo ricominciare da zero e voglio darti una possibilità perché non si può giudicare un libro da una copertina, no?- gli rispondono sorridendo e senza nemmeno accorgermene mi ritrovo tra le sue braccia.
Dio che sensazione. Mi sento così bene in questo momento che non ricordo nemmeno di cosa stavamo parlando 30 secondi fa. Ha un odore così buono che non saprei neanche definire, i suoi muscoli, poi… mi stanno facendo sciogliere. Devo assolutamente sciogliermi da questo bellissimo abbraccio prima che finisca male. –ehm…scusa e che mi fa piacere sentire queste parole e beh…- lo vedo imbarazzato dal modo in cui si tocca la nuca allora cerco di tranquillizzarlo. –va tutto bene Jorge non ti preoccupare ci vediamo dopo-. Gli lascio un piccolo bacio sulla guancia e poi mi dirigo verso l’aula dove stamattina dovrò fare la mia lezione di piano insieme ad Alba questa volta.

14:30. Sono fuori casa ad aspettare Jorge. Dopo il pranzo sono tornata subito a casa perché volevo sistemarmi per l’uscita con “il ragazzo dagli occhi verdi”. Ok, si, vorrei essere decente per questa uscita e sinceramente non so nemmeno il perché o forse si… -TINI!- la voce di Jorge mi distrae dai miei pensieri. –oh, ciao Jorge- rispondo imbarazzata –sarà da due minuti che ti parlo ma mi sembra di vedere che sei nel mondo dei sogni. A cosa pensavi?- risponde rivolgendomi un piccolo sorriso –ehm scusa stavo pensando e non ti ho sentito- -D’accordo. Ora andiamo- e ci incamminammo verso una meta a me sconosciuta.
Erano già passati più o meno 20 minuti e ancora camminavamo. Sinceramente non pensavo fosse così grande questo campeggio. –Jorge quanto manca?- chiedo stufa di camminare –tranquilla Martina, siamo ancora a metà strana!- mi fermai di colpo. –CHE COSA?!?!? Io mi fermo qui!- non ce l’avrei fatta a camminare ancora per molto. Jorge si volta dietro verso di me, siccome ero rimasta dietro, ovviamente. –hahaha dai stavo scherzando siamo quasi arrivati, dobbiamo attraversare queste piante e siamo arrivati.- risponde indicandomi le piante dove saremmo dovuti passare. C’era una cosa che mi turbava però. –Jorge ma come ci passiamo tra quelle piante, è matematicamente impossibile.- -niente è impossibile. Su, forza, vieni.- e detto questo mi prende la mano provocandomi una scossa per tutto il corpo che cerco di ignorare.  –stai sempre dietro di me e se perdi l’equilibrio, poggiati pure sulle mie spalle- -ok, grazie- è davvero dolce con me, forse l’ho davvero giudicato male. Tutto per colpa di quella dannatissima persona che non riuscirò mai a togliermi dalla testa.
-eccoci siamo arrivati, fai attenzione qui- mi mostra un rialzamento della terra a causa delle grosse radici degli alberi, ma io troppo occupata a vedere il posto meraviglioso dove mi ha portata, inciampo su quest’ultime.
Barcollo un po’ finché non vedo le spalle di Jorge d’avanti a me e senza pensarci mi poggio delicatamente a lui, chiamandolo. Lui si gira ma non fa in tempo a prendermi che siamo tutti e due per terra.
Io sono su di lui. I nostri corpi attaccati. Le nostre facce lontane un palmo di mano. Le mie labbra stanno a due centimetri dalle sue e non so se riuscirò a resistere ancora per molto.

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