Solo un sogno

di bimbaemo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ripensamenti ***
Capitolo 2: *** Nozze ***
Capitolo 3: *** Gelosia ***
Capitolo 4: *** Solo un sogno… ***
Capitolo 5: *** Luna di Miele ***
Capitolo 6: *** Visioni...da incubo ***
Capitolo 7: *** Visite inattese ***
Capitolo 8: *** Noi due ***



Capitolo 1
*** Ripensamenti ***


SOLO UN SOGNO by BimbaEmo

 

CAPITOLO NUMERO 1

 

RIPENSAMENTI

 

 

Parcheggiai il mio pick-up nel vialetto. Jacob uscì di casa e corse a salutarmi.

«Ciao Bella!!»

«Ciao, Jacob.»

Avvicinò le labbra alle mie. Gli lasciai un leggero bacio e mi scostai prima che lui potesse stringermi per approfondirlo. Entrai in casa; Jacob rimase un secondo spiazzato vicino alla mia macchina, poi mi raggiunse.

«Ciao, Billy.» Dissi monotona al padre del mio ragazzo. Stava guardando la partita, perciò mi rivolse solo un cenno senza staccare gli occhi dallo schermo della tv. Poi mi diressi verso la camera di Jacob, accomodandomi sul suo letto. Dopo due secondi sentii le sua braccia bollenti che mi stringevano da dietro e il suo viso che si avvicinava al mio . Per la seconda volta mi scostai e lui sciolse l’abbraccio, confuso.

«Che cos’hai, Bella?»  Mi riscossi. Non dovevo lasciargli intuire quello a cui stavo pensando, si sarebbe infuriato. Così lo baciai con trasporto e lui rispose, approfittando del fatto che mi fossi ripresa così in fretta. Già. Magari mi fossi ripresa. Nella mia mente si affacciò un viso familiare, bellissimo, perfetto, straziato dal dolore, quel giorno, quando avevo deciso di annullare il matrimonio per stare con Jacob. Jacob… così fragile, così impulsivo, possessivo… ci avrebbe ostacolati in tutti i modi, non avrebbe sopportato vedermi diventare una di loro. E così stavo insieme a Jacob. Ma in quella stanza lui era l’unico ad essere felice. Sentendo che le lacrime stavano per scendere, mi staccai da Jake e mi diressi verso la porta.

«Dove vai?» domandò dispiaciuto.

«E’ tardi.» fu la mia unica risposta.

Tre minuti dopo guidavo già verso Forks, lacrime amare  -spinte dal ricordo del suo viso-  scendevano copiose. Quando parcheggiai rimasi altri cinque minuti in macchina per calmarmi. Charlie non doveva assolutamente vedermi in quelle condizioni. Quando chiusi lo sportello e presi le chiavi, notai che le luci di casa erano spente. Strano. Era troppo tardi perché mio padre fosse ancora al lavoro, ma troppo presto perché fosse già andato a letto. Entrai. Accesi la luce nella cucina vuota e notai subito un grande foglio scritto col pennarello rosso posato sul tavolo:

    Bella, c'è stata un'emergenza al commissariato perciò passerò la notte là. Probabilmente ci rimarrò anche tutto domani.

 Non preoccuparti, comunque,

non è nulla di grave.

Salutami Jake. Papà.

Meno male. Sentivo di avere ancora gli occhi rossi di pianto.  Meccanicamente mi lavai e mi misi il pigiama. E’ la stessa routine da tre mesi, ormai. Apro la porta della mia camera e la prima reazione che ho è quella di urlare. C’è qualcuno nella stanza, qualcuno di bellissimo, con il viso triste e sconvolto dal dolore. La stessa immagine che avevo rivisto prima in camera di Jake. Ma questa non era un semplice ricordo.

«Ed…Edward?» riuscii a balbettare, tremante. Mi guardò e voltò il viso. Sembrava che non riuscisse a sostenere il mio sguardo.

«Bella, Bella, scusami, so che mi avevi detto di non farmi più vedere, ma non ce l’ho fatta, avevo bisogno di rivederti, di…» Non lo lasciai neanche finire. Gli fui subito addosso e lo abbracciai, baciando ogni parte di lui che riuscivo a raggiungere, lacrime di felicità scivolavano lungo il mio volto. Lui rimase un po’ sorpreso, ma subito dopo le sue braccia mi strinsero con forza e dolcezza, ma sembrava quasi che fosse insicuro, che avesse paura di farsi male.

«Ti amo!» Gli dissi all’improvviso. Lui si bloccò, ancora più sorpreso. Si scostò leggermente per guardarmi negli occhi.

«Ma… che stai dicendo? Quest’estate mi hai lasciato praticamente sull’altare dicendomi che amavi… Jacob… che non mi volevi più vedere… Ora mi dici che mi ami… Non capisco!» Lo abbracciai forte, piangendo. Mi diede un bacio leggero sui capelli per rassicurarmi.

«Jacob… non ci avrebbe… lasciati… in pace… se non mi fossi… messa con lui… avrebbe provato… in tutti i modi…a farci lasciare, o litigare… Mi sono messa con lui, ma…» Non riuscii più ad andare avanti e ripresi a singhiozzare sulla sua spalla. Un ringhio furioso nacque dal suo petto.

«Quel… cane….» Mi avvinghiai ancora di più al suo corpo. Edward mi prese in braccio e si sedette sul letto.  Quando mi calmai notai qualcosa sul colletto della sua camicia e lo presi in mano. Era…

«Ehm… questo è… un capello?» domandai. Si. Era un lungo capello biondo. Mi allontanai un po’ da lui mettendomi a sedere sul letto.

«E…Ehm…di chi è?» dissi cercando -con scarsi risultati-  di mantenere un tono di voce distaccato. Sospirò e non mi guardò negli occhi quando rispose.

«Di… Tanya.»

«Tanya? Ma non vive a Denali?»

«E’ venuta a trovarci per qualche giorno.»

«Ah… e quindi stai con lei ora? »

Mi guardò, triste. Mi alzai e mi allontanai dal letto. Non volevo che mi vedesse piangere, non per quel motivo, almeno.

«Bella…»

«No, no, hai fatto bene, solo perché io non sono felice con Jacob non vuol dire che tu non possa esserlo con… Tanya.»

«Bella io…»

«Tranquillo, Edward, non c’è problema» Gli davo le spalle. Il secondo dopo mi ritrovai di nuovo stesa sul letto, con Edward sopra di me che mi guardava con quei suoi occhi dolci  e caramellati.

«Bella, perché non mi lasci mai il tempo di spiegare? Sei sempre la solita testarda!» E si esibì nel suo sorriso sghembo che mi era mancato così tanto.

«Cosa c’è da spiegare?» Sospirò di nuovo.

«Tra me e Tanya c’è stato un bacio. O meglio, lei mi è saltata addosso e mi ha baciato, ed io non l’ho respinta. E ho sbagliato. Sai perché? » Gli lanciai uno sguardo interrogativo e sorrise di  nuovo avvicinandosi al mio orecchio e sussurrandomi:

«Perché ti amo, Bella.»

Mi fermai. Non volevo farmi illusioni, magari avevo solo sentito male, perciò gli chiesi:

«Cosa?» Rise a mezza voce e ricominciò a sussurrare:

«Ti amo, ti amo, ti amo , ti amo...»

«Edward.» Smise di parlarmi all’orecchio e mi guardò preoccupato.

«Che c’è?» Non risposi. Infilai le dita tra i suoi capelli e lo baciai. Dopo un attimo di sorpresa rispose al mio bacio, emozionato, le nostre labbra che tornavano finalmente a prendere confidenza dopo tre mesi di astinenza. Si, astinenza… perché Edward era la mia droga, la mia linfa vitale, il mio ossigeno, la mia aria… Dopo minuti che mi sembrarono secoli separò le sue labbra dalle mie e prese a baciarmi il collo e la scapola.

«Aspetta…» Lo fermai.

«Ancora? Bella, che succede?»

«Nulla è che… non voglio che… sai…Jacob…»

«Ho capito.» disse, alzandosi e allontanandosi verso la finestra. Sul suo viso era tornata quell’espressione di dolore. «Potevi anche dirmelo… prima.» Continuò, con una nota amara nella voce. Arrivai alle sue spalle e lo abbracciai. Rimase rigido e immobile.

«Non hai capito nulla…» sussurrai, appoggiandogli le labbra sul collo.

«Ah, no?» Mi venne da ridere.

«Edward, perché non mi lasci mai il tempo di spiegare? Sei sempre il solito testardo!» continuai, ripetendo quello che mi aveva detto lui poco prima.  Rimase in silenzio, in attesa.

« Non voglio che succeda nulla tra noi due mentre sto ancora con Jacob.»

«Quindi?»

«Quindi… dov’è il mio cellulare?» Sorrise e sparì, tornando al mio fianco un attimo dopo col mio cellulare in mano.

 «Vuoi piantarlo per telefono? Sei proprio crudele!»

Lo guardai alzando le sopracciglia.

«Se preferisci posso passare da lui domani pomeriggio, o magari domani sera, per dirglielo in faccia…»

Mi prese il telefono dalle mani e spinse il tasto verde. Evidentemente era un po’ impaziente di passare del tempo con me.

«Bella, amore?» Jacob rispose preoccupato.

«Ciao Jake.» Lo salutai, cercando le parole giuste.

«Cos’è successo prima? Sei letteralmente scappata!»

«Senti Jacob… Prima sono andata via perché… Non so come dirtelo, io… non me la sento più di stare con te. Non… non sono felice. » Silenzio. Silenzio. Silenzio.

«Perché? Cosa ti ho fatto?»

«Tu… nulla… sono io che…»

«Lui è tornato, vero?» mi interruppe.

«Si, Jake, Edward è tornato. »        

«Perché? Perché è tornato?»

«Io… non ce la faccio più a stare senza di lui.»

«E prima, quando mi stavi baciando… era a lui che pensavi?»

«Si. Io amo lui, Jacob.» A queste parole Edward ricominciò a baciarmi il collo con rinnovato entusiasmo. Coprii la cornetta per sussurrargli:

«Edward, finiscila!» Ma evidentemente Jacob mi sentì, perché disse:

«Lui… è con te ora?»

«Esatto.»

«Tu mi chiami… per mollarmi… mentre lui è lì con te?» Gridò, furioso.

Non feci in tempo a rispondere che Edward mi sfilò il telefono dalle mani e se lo portò all’orecchio.

«Ascolta, Black, a me sembra che Bella sia stata abbastanza chiara. Ha scelto.»

«Prima che tu tornassi, lei aveva scelto me! Ti aveva detto di non farti più vedere!»

«Beh» disse Edward con un ghigno malizioso sul viso «dall’accoglienza che mi ha riservato penso che non dicesse sul serio, quando mi ha detto di andarmene…» E dopo questo gli chiuse il telefono in faccia.

«E ora…» disse Edward, prendendomi in braccio.

«Ora che?»

«Ora andiamo!»

«Ma andiamo dove?! Edward sono in pigiama!»

«Non importa…» Mi coprì con una coperta, saltò giù dalla finestra e cominciò a correre nella notte.

 

 

******************************************************************************** Ciao a tutti! Spero che questo primo capitolo della mia ff vi sia piaciuta! E’ la prima che scrivo… So che non è un granchè, ma l’ho scritta TUTTA a scuola perché ultimamente non avevo mai nulla da fare… XD Vi lascio un paio di spiegazioni del capitolo…. 1. Io… beh, odio Jacob! Mi dispiace per le fan, ma non sopporto il fatto che cerchi di allontanare Edward da Bella! Per questo ho fatto fare la stronza a Bella e le ho fatto mollare Jacob per telefono… :p scusate! 2. Cronologicamente la mia storia comincia circa cinque mesi dopo Eclipse. Tre giorni prima del matrimonio Bella lasciò Edward perché temeva che Jacob non li avrebbe mai lasciati in pace. Così si mise assieme a Jacob convincendosi di amarlo, ma alla fine si rese conto che non era così. E lei inizia anche un po’ ad odiare Jake perché si sentiva in qualche modo costretta a stare con lui. Magari in seguito pubblicherò una one-shot per raccontare questo episodio… se questa vi piacerà! ******************************************************************************* Allora, vorrei chiedervi il grandissimo favore di farmi sapere se è il caso di continuare questa storia, magari se mi lasciate una piccola recensione… anche piccola piccola… risponderò a tutti… anche se mi dite che fa schifo… Poi volevo ringraziare Fra”, Giuli, Chia, Vivi e Ire che hanno letto questa storia scritta a mano… nelle pallosissime ore di inglese… :p e l’hanno apprezzata e mi hanno invitata a continuarla… spero che voi penserete lo stesso! Ringrazio anche Lary per tutti i consigli che mi ha dato e per avermi aiutata a postare la storia… grazie mille Lary!! Un bacio grande grande grande!! *BiMbAeMo*

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Capitolo 2
*** Nozze ***


Nota di BiMbAeMo : Ciao a tutte! Ecco a voi un altro capitolo… Sono davvero contenta di tutte le vostre recensioni! Mi hanno fatto tanto piacere! … vorrei rispondere a tutte:

piper__73: Grazie Lary… grazie davvero… se non fosse per te!! Baci!

ka chan: sono felice che ti piaccia!

Wind: lo so, Bella è un po’ crudele... si comporta come farei io… :P quindi da str….

lilly95lilly: wow sono contenta che ti piaccia!

4everWITCH: grazie,,,,,, e meno male che Bella ha scelto bn!

aLbICoCCaCiDa: oh, finalmente un’altra anti-Jake! Ghghghgh che cattive… :p

bells87:  grazieeee mi fa piacerissimo che hai intenzione di continuare a leggere la storia!!

Hele91: grazie…. :*

_Marty94_: bene bene, allora sarai contenta della sorte del piccolo cagnolino…

_sefiri_: uhuh pensavo che le fans di Jake mi avrebbero presa a fucilate dopo questa storia! Menomale che a qualcuna piace lo stesso… ;)

HopeToSave: eh lo so, la presentazione può trarre in inganno… ma anche il titolo… non voglio anticipare, posso dirti però che la storia non tratta di nessun sogno…o meglio, quasi nessun sogno… mmmmh meglio se sto zitta! :p

Ringrazio aLbICoCCaCiDa Hele91 HopeToSave kira988 lilly95lilly punk92 e sky_eyes_vampire  per aver inserito la mia storia tra i preferiti… Grazie! E ora vi lascio al secondo capitolo!        

Un bacione grande grande! *BiMbAeMo*

 

 

CAPITOLO NUMERO 2-

 

 NOZZE

 

Correva molto più velocemente di quanto ricordassi. In due minuti, infatti, eravamo arrivati nei pressi di casa sua. Mi fece scendere dalle sue spalle e mi prese entrambe le mani.

«Bella…» Sembrava nervoso, perciò gli accarezzai il viso con la mano sinistra.

«Che c’è, amore?» gli domandai.

«Beh… anche se quest’estate sei andata via prima del matrimonio… La… la proposta è ancora valida. Ora più che mai.»

«E la risposta è sempre la stessa.» dissi, ricambiando il suo grande sorriso. «Ora più che mai.»

Si chinò per baciarmi sulle labbra. All’improvviso mi prese in braccio e mi fece girare. Risi di gusto alla sua reazione felice. Quando poggiai i piedi a terra gli domandai:

«Ma… come farai con Tanya? Lei penserà che stiate insieme.» Girò la testa dall’altra parte. Con una mano lo feci voltare di nuovo verso di me e sollevai le sopracciglia, in attesa di una risposta. Sbuffò.

«Lei vorrebbe stare con me, ma io ho sempre rifiutato, non vedo perché dovrebbe…»

«Dopo che ti ha baciato» Lo interruppi. «Che hai fatto?»

«L’ho allontanata e sono venuto a casa tua.»

«Senza dirle nulla?»

«Nulla.»

«E lei cos’ha pensato?» Girò di nuovo la testa,al che io esclamai, scocciata:

«Edward! La finisci di fare il bambino?» Sospirò prima di rispondere, tutto d’un fiato:

«Tanya ha… pensato che avrebbe voluto andare oltre e non ha capito perché sono scappato.»

«E perché sei scappato?»

«Perché avevo voglia di fare questo…» prese la mia testa fra le mani e mi baciò di nuovo, lasciandomi senza fiato.

«Okay…» bisbigliai quando si staccò. «come motivo mi sembra piuttosto valido…»

Sorridendo, compiaciuto, prese la mia mano e mi condusse verso la casa.

                                                                        * * *

Edward aprì la porta ed entrammo. Il soggiorno era illuminato. Alice metteva lo smalto ad Esme, Jasper ed Emmett giocavano alla play-station sotto lo sguardo incuriosito di Carlisle. Al centro della stanza, Rosalie chiacchiera tranquillamente con… una vampira bionda meravigliosamente bella, se possibile anche più bella di Rosalie. Appena io ed Edward  entrammo nella stanza, calò un silenzio assoluto. La bellissima vampira, vedendo le nostre mani intrecciate, spalancò gli occhi come se qualcuno le avesse dato uno schiaffo in faccia.

«Bella!» Alice saltò in piedi e mi corse incontro con un gran sorriso. Mi strinse forte, intimando ad Edward di togliersi dai piedi che altrimenti non sarebbe riuscita ad abbracciarmi.

«Sapevo che saresti tornata!» mi sussurrò all’orecchio.

Mi abbandonai all’abbraccio di quella che era la mia migliore amica. Mi era mancata tantissimo anche lei. Seguendo Alice, tutti gli altri Cullen si alzarono per abbracciarmi. Per ultima, si alzò anche Rosalie. Mi strinse a se e mi disse:

«Bella, sono contentissima che tu sia tornata, davvero, con tutto il cuore.»

«Già» aggiunse Emmett «Edward è stato davvero una palla al piede in questi mesi!» Tra le risate generali, notai che anche la vampira bionda, che fino ad allora era rimasta pietrificata dov’era, si avvicinava a noi, ma il suo sguardo era tutt’altro che allegro. Anche Edward la vide e, scocciato, me la presentò.

«Ehm… Bella, questa è…»

«Tanya.» conclusi per  lui. Allungai la mano e tutto quello che ricevetti in risposta fu uno sguardo sprezzante. Esme cercò di distruggere quel momento di disagio:

«Beh, ragazzi, sedetevi!»

«No, grazie Esme, andiamo di fretta.» Rispose Edward. Lo guardai confusa. Andavamo di fretta??

«Siamo solo venuti per fare un annuncio.» proseguì lui. «Io e Bella abbiamo deciso di sposarci.»

«E stavolta davvero» precisai io. Alice tornò ad abbracciarmi.

«Oh, Bella, sono così felice, ora potremmo organizzare un bellissimo matrimonio…»

«Non se ne parla, Alice.» Disse Edward. «Bella se n’è andata già una volta, non permetterò che lo faccia di nuovo per colpa delle tue manie di grandezza!» Tutti sorrisero e si congratularono con noi. Dopo un po’ Edward sussurrò all’ orecchio di Emmett, che gli diede qualcosa in mano e, ridendo, disse:

«Divertitevi!» A quel punto si sentì uno schianto. Tanya, alzandosi, aveva fatto cadere la poltrona. In un attimo, salì su per le scale e scomparve. Rosalie mi rivolse uno sguardo dispiaciuto e corse dietro alla sua migliore amica. Edward fece finta di nulla e mi spinse verso la porta.

«Ci vediamo domani…» Disse alla sua famiglia. Non mi lasciò nemmeno il tempo di salutare: mi prese in braccio e corse fino alla sua Volvo.

***

Di quello che successe dopo che arrivammo a Las Vegas non ricordo molto. Eravamo arrivati in città dopo poco più di un’ora di viaggio. Edward guidava ancora come un pazzo, e la sua guida era anche accelerata dal fatto che non vedeva l’ora di sposarmi. Ero talmente emozionata che mi accorsi di essere in pigiama solo quando Edward mi porse una scatola col mio vestito. Mi cambiai in una stanzetta dietro il piccolo altare dove di lì a poco sarei diventata la signora Cullen. Ci misi un bel po’ per capire da che parte si infilava quella trappola di vestito che, ovviamente, era stato scelto da Alice. Devo ammettere però che questa volta quella vampira pazza ci aveva azzeccato: sembrava fatto apposta per me. Aveva un corpetto bianco strettissimo e una gonna lunga fino ai piedi; niente strascico, conoscendo i miei problemi di equilibrio Alice era voluta andare sul sicuro, così anche per le scarpe, un paio di semplici ballerine bianche.

L’ansia per quello che stavo per fare mi assalì appena entrai nella cappella. Non ricordo quasi più nulla, tant’ero nervosa. Ho un vago ricordo soltanto di quando dicemmo entrambi “Si, lo voglio”  ma ho un vuoto dopo che il prete disse “Può baciare la sposa.” Il viaggio di ritorno a Forks fu più breve dell’andata. Edward parcheggiò la macchina in garage, mi prese in braccio e cominciò a correre nel bosco. Quando mi fece scendere, eravamo davanti ad un’adorabile casetta di legno, proprio in mezzo agli alberi.

«Dove siamo?» domandai.

«Beh…» sembrava imbarazzato. «Questo è il posto dove vengono i miei fratelli quando vogliono stare un po’… soli.»

Dalla tasca della giacca tirò fuori un paio di chiavi. Ecco, allora, cosa gli aveva dato Emmett, poco prima…

«Quindi…» cominciai, appena ci fummo chiusi la porta alle spalle. «Quindi questa notte tu vorresti…»

«Io voglio solo ciò che vuoi tu. Non ti costringo a fare nulla.»

La casetta era composta di tre stanze: un piccolo bagno, un cucinino e soprattutto una grande camera da letto con un enorme letto a baldacchino, simile a quello che c’era in camera di Edward.

Il mio dolce vampiro mi prese le mani, mi condusse nella camera e mi fece sedere sul letto. Mi guardava coi suoi occhi color oro fuso, mi fissava come se fossi la cosa più bella del mondo. Ero un  a disagio. Così per alleggerire un po’ l’atmosfera, presi a parlare:

«Allora, ehm… a cosa pensava prima Tanya? Quando è scappata di sopra.»

«Si è un po’… innervosita, quando Emmett ha detto “divertitevi”. Non immagini neanche quanto lei vorrebbe essere al tuo posto.»

«Immagino che tutte le donne del mondo vorrebbero essere al mio posto, in questo momento…» Così dicendo mi sdraiai sul letto e prendendolo per il colletto della camicia lo trascinai sopra di me. Cominciai a baciarlo delicatamente, mentre lui intrecciava le dita alle mie.

«Ti ho già detto che ti amo?» dissi ad alta voce. Sorrise distrattamente mentre mi liberava del corpetto del vestito, lasciandomi solo col reggiseno addosso.

Iniziò a baciarmi sul petto e io cercai di ridurre il tremore delle mie mani per potergli sbottonare la camicia. Lui, dal canto suo, aveva gia fatto volare la parte inferiore del mio vestito quando io ero appena al terzo bottone. Ridacchiò vedendomi imbarazzata.

«Cos’hai, Bella?»

«E’ che mi sento così… impacciata… inesperta.»

«Pensi che io abbia più esperienza di te?»

«No, ma… tu riesci sempre a fare tutto!»

Rise di nuovo. Poi tornò serio all’improvviso.

«Ma… tu e Jacob… avete mai…?»

«No.»

«Ah!» sospirò, sollevato. E riprese a ridere perché io non riuscivo a sganciare il quarto bottone della sua camicia.

«Lascia.» disse «Faccio io.»

«No!» Volevo dimostrargli che anch’io riuscivo a fare qualcosa da sola. Dopo poco riuscii finalmente a sfilargli la camicia per vedere i suoi pettorali scolpiti nel marmo. Senza neanche sapere come, i suoi pantaloni finirono a terra. Osservai il suo corpo con la stessa intensità con la quale lui guardava il mio.

«Questo è di troppo…» sussurrò sfiorando il mio reggiseno.

«E allora levalo...» gli risposi, sorprendendomi della mia sfacciataggine.

Lui obbedì. Al mucchio di vestiti si aggiunsero anche i miei slip e i suoi boxer. Cercavo di respirare normalmente ma non ci riuscivo. La vicinanza dei nostri corpi nudi mi faceva battere il cuore a una velocità inaudita. Non riuscivo a guardarlo negli ochhi.

«Stai bene?» domandò Edward. Annuii.

«Ti senti pronta?»

«Si»

“Oddio, sta per succedere…” pensai. Avevo paura, ma era così tanto che lo desideravo! Edward parve accorgersi della mia indecisione, perché si fermò e mi sussurrò:

«Bella, te l’ho detto, non voglio che tu ti senta obbligata, quando sarai abbastanza sicur…» non gli lasciai il tempo di finire. Catturai le sue labbra con le mie.

«Edward ti ho detto che mi sento pronta… ti amo e ti desidero, da tanto, tanto tempo…»

Allora lui, con dolcezza infinita, dischiuse le mie gambe ed entrò in me. Era una sensazione nuova, non poteva essere paragonata a nessun’altra.

Quando lo sentii dentro di me, mi lasciai sfuggire un gemito di dolore, subito sostituito da uno di piacere. Mi aggrappai alla sua schiena, ansimando. Lui sembrava tranquillo, ma non era del tutto rilassato. Doveva stare attentissimo a non perdere il controllo. Un altro gemito uscì dalla mia bocca.

«Che c’è? Ti sto facendo male?» domandò preoccupato.

«No» risposi sospirando «è tutto perfetto… come te.» Sorrise.

«Come te…»

Dopo un tempo che mi sembrò infinito, Edward si scostò delicatamente e si stese al mio fianco, abbracciandomi. Io non dissi nulla, cercando di recuperare il fiato.

«A che pensi?» mi chiese.

«Te l’ho detto… che è stato tutto… perfetto! Tu a che pensi?»

«Penso che se tu fossi stata un'altra non sarebbe stato così… magico.» Mi girai di lato, verso di lui.

«Ti amo.»

«Anch’io ti amo. E la cosa più incredibile è che più penso a te più il mio amore cresce.»

«Il mio amore è già al limite della sopportazione!» ribattei.

Mi accarezzò la guancia, il viso illuminato da quel suo sorriso sghembo.uando Q

«Ti rendi conto, Bella? Ora sei mia moglie.»

«Lo so. E ora che siamo sposati… ti ricordi il resto della tua promessa?»

«Si» rispose amareggiato.

«Bene allora. Domani…»

«Come domani?!»

«Che c’è che non va? Charlie non sa dove sono e appena Jacob gli dirà che l’ho lasciato per stare con te penserà che siamo scappati insieme. Magari ogni tanto lo chiamerò… e non lo vedrò più. La stesa cosa vale per Renée. Perché non dovresti farlo domani?»

«Beh…» Assurdamente, sembrava imbarazzato. Se avesse potuto probabilmente sarebbe arrossito. Lo invitai a continuare.

«Hai presente quello che abbiamo appena fatto?» disse d’un fiato.

«Certo che si!»

«Ci ho preso gusto…» concluse, baciandomi il collo.

 

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Capitolo 3
*** Gelosia ***


Nota di BimbaEmo: scusate tanto, il capitolo è cortissimo … sono in ritardo! C’è troppo caldo per scrivere… scusatemi, davvero!!  Ringrazio Wind, HopeToSave (le tue recensioni mi fanno sempre morire dal ridere!), momob,lilly95lilly, ECILY (grazie, sono felice che ti piaccia!), Hele91 e _sefiri_ per aver recensito! Ringrazio anche chi ha aggiunto la mia storia tra i preferiti: clodiina85, NocturneViolin e Roxyz.

Ora vi lascio al capitolo, spero che vi piaccia!  Un bacione *BiMbAeMo*

CAPITOLO NUMERO 3-GELOSIA

E forse ci aveva preso un po’ troppo gusto, perché quando riuscii ad addormentarmi erano quasi le quattro di mattina. Ero così esausta che non sentii neppure quando, verso le nove, Edward andò in cucina per prepararmi la colazione. Mi accorsi della sua assenza solo quando, toccando accanto a me, sentii tra le dita solo le lenzuola.

«Edward…» chiamai, sensuale.

In un attimo fu al mio fianco, tra le mani un vassoio carico di roba.

«Buongiorno amore mio.» Disse dandomi un leggero bacio sulla fronte.

«Buongiorno!»

« “Dormito” bene?»

«No…»

«No? Come mai?»

«Qualcuno mi ha tenuta sveglia fino alle quattro di mattina…»

«Oh… che idiota, questo qualcuno…» disse, ironico.

«Non direi… se lui non fosse crollato, sarei potuta andare avanti almeno fino alle cinque!»

«Si può rimediare…» soffiò, il viso a un centimetro dal mio.

«Non, no, no… ormai è troppo tardi! E poi ho fame!»

Prese il vassoio e me lo porse.

«Che facciamo oggi?» chiesi, masticando una brioche.

«Un’idea ce l’avrei…» (ndBimbaEmo: mmmm questo Edward ormai si è fissato, eh? Porcellino!)

Sbuffai.

«Non sapevo che fossi così malizioso.»

«Neanch’io… L’ho scoperto stanotte.»

Gli diedi un leggero colpetto in testa.

«Questa rientra tra le tue dieci notti migliori?» gli chiesi.

«Direi che è al primo posto. Ti ho ritrovata, ci siamo sposati, e poi… beh, si, è al primo posto.»

«Credo che sia anche il mi primo posto… ho lasciato Jacob, ho sposato te…»

«Siamo d’accordo sul programma per oggi allora.»

«Non direi.»

«Cioè?»

«Cioè ora ci vestiamo e andiamo a casa tua.»

«A fare che?»

«Tu parli con Carlisle e gli chiedi quale sia il modo migliore e meno… doloroso per trasformarmi.»

«Cosa?!»

«Non discutere. E’ un ordine!»

Alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.

«Sei mia moglie da ieri sera e già mi dai ordini!»

Cominciai a ridere. Edward iniziò a solleticarmi la pancia e questo mi fece ridere ancora di più. Quando si fermò, mi chiese:

«E quando dovrei farlo?»

«Fare cosa?»

«Trasformarti.»

«Oh… quando ti sentirai abbastanza sicuro di non uccidermi.»

Cercai di dirlo con naturalezza, ma la mia voce tremò sull’ultima parola. Accortosi della mia insicurezza, Edward mi abbracciò.

«Tranquilla Bella. Se Carlisle vedrà che sto sbagliando, mi fermerà. Ma dubito di poterti fare del male… Ti amo troppo.»

Annuii.

***

Circa un’ora dopo (Edward aveva insistito per recuperare il tempo perduto) fummo di nuovo davanti a casa sua.  Aprì la porta ed entrammo. Nel salone c’erano solo Rosalie e Tanya. La prima sorrise, mentre l’altra mi rivolse uno sguardo assassino.   

«Ciao Bella!» disse Rose venendo a baciarmi una guancia. «Ti va di rimanere qui a chiacchierare?» Tanya la guardò, stupefatta e offesa. Per lei era come se la sua migliore amica stesse fraternizzando col nemico.

«Volentieri.» risposi. Il viso di Tanya si aprì in un sorriso cattivo.

«E’ inutile Tanya.» disse Edward all’improvviso. Lei spostò la sua attenzione su di lui con fare interrogativo. «Le ho già detto del bacio.» proseguì. Tan ya non rispose, così Edward si rivolse a me:

«Vado a cercare Carlisle. Tu rimani qui?» Annuii e lui mi baciò leggero sulle labbra prima di allontanarsi. Quando mi avvicinai alle due vampire, Tanya mi fissava con odio. Rosalie, per rompere il ghiaccio, mi chiese:

«Allora, Bella, in quali università ti hanno ammessa?»

Ma Tanya la interruppe, rivolgendomi una domanda ben più interessata:

«Perché? Cos’hai tu che io non ho?» la sua voce –che non avevo mai sentito- era dolce e melodiosa, come quella di Edward. La fissai prima di rispondere.

«Non lo so.»

Improvvisamente Alice arrivò tra me e Tanya, ringhiando. Subito dopo accanto a lei apparve Jasper, che la prese per le spalle per trattenerla. Non passò neanche un secondo che comparvero Edward e  Carlisle , subito seguiti da Emmett ed Esme. Carlisle si avvicinò piano e chiese, tranquillo:

«Cosa c’è Alice?» Solo allora notai che lo sguardo di Edward era rivolto a Tanya e sul suo volto c’erano odio e rabbia.

«Ho avuto una visione» ringhiò Alice «ho visto Tanya che attaccava Bella!» Tutti, tranne Edward, che aveva già visto tutto nella mente di Alice, guardarono sconcerati Tanya, la quale si rannicchiò su se stessa, singhiozzando senza poter veramente piangere. Poi si rivolse a Edward, gradando.

«Cos’ha lei che io non ho? Io sono mille volte più bella, mille volte più perfetta di lei! Sono una di voi!»

«No!» gridò Edward di rimando e se non ci fossero stati Emmett e Jasper a trattenerlo forse le sarebbe saltato addosso «è Bella ad essere mille volte  meglio di te! E fra poco sarà una di noi!»

«Perché? Perché lei? Dimmelo!»

«Io la amo, Tanya, di te non mi interessa nulla!»

Tanya gridò, rannicchiata sul divano singhiozzava e si graffiava il viso. Mentre Esme cercava di calmare Edward, Carlisle prese in mano la situazione.

«Rose, accompagna Tanya alla porta. La sua presenza non è più gradita.» Rosalie guardava sconcertata la sua amica, trascinandola per un braccio all’ingresso. Sentii la testa girare e caddi a terra, piangendo. Edward se ne accorse e venne ad abbracciarmi.

«Ssh, Bella, calmati…»

Mi prese in braccio e mi portò in camera sua. Mi adagiò sul letto e mi abbracciò forte per farmi calmare; di tanto in tanto mi baciava i capelli. Alla fine riuscii a smettere di piangere.

«Va un po’ meglio?»

«Un po’…»

«Mi dispiace tanto, so che hai avuto paura…»

«Non è per quello che piangevo.»

«E perché, allora?»

«Perché ho pensato che avesse ragione. Tu… hai più ragioni per stare con lei che con me.» Come avevo previsto, si arrabbiò.

«Bella, non me ne frega nulla delle ragioni! Non ti ho sposata perché avevo più ragioni per sposare te, se avessi dato retta alla ragione a quest’ora non sapresti neanche il mio nome! Io ti ho sposata perché ti amo e ti voglio con me, perché senza di te non riesco a vivere, perché se non ci sei penso a te. Io ti amo, e sarà così per sempre. Mi sembrava di avertelo dimostrato.»

Cercai di rimangiarmi tutto:

«Hai ragione amore mio, sono stata una stupida a dubitare, anche solo per un attimo.» Questo lo calmò. Passò qualche minuto silenzioso, poi disse:

«Tuo padre è venuto qui.»

«Quando?»

«Verso le otto. Quando non ti ha trovata nel letto ha chiamato Black. Lui gli ha detto di noi due e così è venuto a cercarti.»

Sospirai. «Cosa gli hanno raccontato?»

«Carlisle gli ha detto che io sono uscito ieri notte e non sono tornato. Si è finto preoccupato e ha detto a tuo padre di utilizzare tutti i mezzi possibili per trovarci.»

«Bene.» Ancora silenzio.

«Bella…»

«Dimmi.»

«Stavo pensando.. sarebbe così brutto se andassimo in viaggio di nozze?»

Mi girai a guardarlo, sorridendo.

«No, anzi, sarebbe bellissimo!» Sembrava felice.

«Stavo pensando di andare al mare… magari su un’isola…»

«Sarebbe fantastico.» ribadii.

«Meno male, perché ho già affittato la casa!»                                                                                                                                                                           

 

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Capitolo 4
*** Solo un sogno… ***


Ciao a tutte! Sono tornata! Mi scuso per non aver aggiornato per un bel po’  ma non sono più riuscita ad avere un momentino per scrivere… ora però mi sono messa d’impegno (XD non proprio, il cap non è uno dei migliori anzi…) Volevo ringraziare chi ha recensito:

littlemoonstar: *me arrossisce* grazie! Shi shi questo Edward è proprio romantico, e questo Jacob proprio str…. Beh, ci siamo capite! Ciao alla prossima!

HopeToSave: eheh… immagino che tu stia già immaginando cosa potrebbero combinare Ed e Bella in luna di miele… per questo dovrai aspettare il cap 5, che dovrebbe essere un pochino più lungo di questi.. ! Spero di riuscire ad aggiornare presto! Baci!

Hele91: grazie, grazie! Non avrei mai permesso che Tanya rovinasse tutto… XD mi piacciono gli happy end!

Wind: grazie grazie grazie grazie…. X°D

piper__73: ma ciau! Beh, descrivo un Ed un po’ malandrino perché quando sta con me è davvero…. (si si, magari! XD) se vuoi ogni tanto te lo presto eh! Per ringraziarti… bacioni alla prossima!

momob: grazie…. Spero che questo cap ti piaccia… baci!

Mi sa che dovrò revisionare il capitolo sul viaggio di nozze, perché mi sembra che voi vi aspettate qualcosa di più…. piccante…. Fatemi sapere con le recensioni se preferite una luna di miele un pochino hot …. Bacioni alla prossima!

*BiMbAeMo*

CAPITOLO 4- SOLO UN SOGNO…

Scendemmo al piano di sotto. Era quasi l’una e io avevo fame. Esme aveva preparato per me un pranzo buonissimo: lasagne all’italiana e arrosto. Quando entrammo in cucina Emmett si voltò verso di noi e ci rivolse un sorrisetto malizioso.

«Ehy, ragazzi! Divertiti ieri notte?»

Io abbassai lo sguardo e arrossii, mentre Edward rispose, sempre malizioso:

«Parecchio… Bella si è addormentata alle quattro!»

Alzai gli occhi per lanciargli un’ occhiataccia sorpresa. Se doveva parlare di queste cose con Emmett, almeno poteva evitare di farlo davanti a me! Mentre mangiavo quei due continuarono a scambiarsi battutine e allusioni. Io cercavo di fare finta che non esistessero e tenevo la testa alta, ma arrossivo lo stesso a ogni parola. Alla fine arrivò Rosalie che, dando un pugno in testa ad Emmett, disse ai due di smetterla di farei maleducati.

Quando ebbi finito, Alice arrivò da me con un sorriso furbetto e mi disse:

«Bella, tesoro? Ti va di venire un secondo in camera mia? Vorrei fare due chiacchiere!» Mi alzai per seguirla, ma Edward mi abbracciò da dietro.

«Dove vai?...non vorrai lasciarmi qua da solo…» mi sussurrò sensualmente in un orecchio.

«Non sei solo.» ribattei irritata, sciogliendomi dal suo abbraccio «C’è Emmett. Così potete tranquillamente continuare a parlare dei fatti nostri» Si accigliò.

«Anche Alice vuole parlare dei fatti nostri!» ribatté.

«Si» disse l’interessata, con aria minacciosa «ma almeno io ho il garbo di farlo in privato

Mi staccai da Edward e seguii Alice che aveva un’aria soddisfatta. Misi il piede sul primo gradino poi mi girai di nuovo verso la cucina. Edward si illuminò, pensando che avessi cambiato idea e che stessi tornando da lui. Ma io lo ignorai apertamente, rivolgendomi a Rosalie:

«Ehy, Rose, ti va di venire con noi?»

Lei mi rivolse un grande sorriso e annuì, avvicinandosi. Si girò solo per fare una linguaccia ai nostri rispettivi mariti, che erano rimasti a bocca aperta.

Arrivate in camera di Alice, ci sedemmo per terra ridacchiando.

«Allora, Bella.» cominciò Alice. «Voglio sapere tutto!»

«Beh…» Lanciai uno sguardo a Rosalie, intimorita, ma lei mi guardava sorridente. Era strano vederla così, me l’ero sempre ricordata acida e insofferente alla mia presenza. Lei notò il mio sguardo e il suo sorriso tentennò.

«Se preferisci parlarne solo con Alice, per me non c’è problema…» disse.

Scossi energicamente la testa.

«No, no assolutamente! Ti ho chiesto io di venire, no? E poi, se non ne parlo con le mie sorelline con chi ne parlo??»

Entrambe sorrisero.

«Allora.» cominciai «Cosa volete sapere?»

«Quanto ce l’ha lu…»

«Alice!» La interrompemmo io e Rose in coro, scandalizzate. Io ero arrossita fino a diventare quasi bordeaux. Lei ci guardò ridacchiando.

«Dai, volevo solo vedere la tua faccia, Bella!» disse, a mo’ di scusa.

Rosalie scosse la testa e si rivolse a me, dolcemente:

«Io ti volevo chiedere… come è stato? A parole tue? Era la tua prima volta, immagino che sia stato… Emozionante…» Io annuii.

«E’ stato… fantastico.  Non immaginavo che si provasse una sensazione così forte… E poi Edward è stato… incredibile. Davvero incredibile.»

«Incredibile in che senso?» chiese Alice curiosa.

«Nel senso che… all’inizio è stato dolcissimo, pieno di attenzioni e premure, poi quasi… violento, no, neanche violento, perché era comunque dolce e adorabile, ma era… perfetto. Mi ha trattato come una principessa, anzi, come una dea.»

«Sono felice per te!» dissero all’unisono. Ci guardammo per un istante e poi  scoppiammo a ridere. Poi qualcuno bussò alla porta.

«Vieni Jas.» disse Alice.

Jasper entrò e ci sorrise.

«Ciao ragazze. Alice, Rose… andiamo?»

Loro si alzarono, e così feci anche io.

«Dobbiamo andare a caccia…» Mi disse Alice. «Verranno anche Esme e Carlisle…» continuò Rosalie. «Tu e Edward avrete la casa tutta per voi…» Alzai gli occhi al cielo.  E, ovviamente, arrossii. Quando mi allontanai su per le scale  stavano ancora ridendo. Traditrici. Andai in camera di Edward –che ormai era anche camera mia- e lo trovai disteso sul divano nero, che ascoltava musica. Lo ignorai e mi sdraiai sul letto a pancia in giù. Feci finta di nulla anche quando Edward si avvicinò e si sedette accanto a me. Quando poi si sdraiò mi girai per dargli le spalle. Neanche un secondo dopo si spostò e me lo trovai comunque di fronte. Feci per rigirarmi, ma mi trattenne.

«Bella…» mormorò, dolce e implorante. Cercavo in tutti i modi di rimanere lucida e imbronciata, ma quella voce…

«Bella…?» no, ti prego, non resisto…

«Si?» riuscii a balbettare, cercando di dare alla mia voce un tono scontroso e freddo. E il mio mediocre tentativo, ovviamente, lo fece ridere.

«Sei arrabbiata con me?» come potrei essere arrabbiata con te quando mi fai quegli occhioni da cucciolo triste e indifeso…

«Si.»

«Cosa devo fare per farmi perdonare?»

 Alzai le spalle. Il mio orgoglio non voleva dargliela vinta, ma mi stava ancora guardando con quegli occhi imploranti…

«Bella…» non riuscii a sostenere il suo sguardo, così abbassai il mio. Come diavolo riusciva a far crollare tutti i miei buoni propositi di fare il broncio per tutto il giorno?

«Bella…»

«Va bene, basta, perdonato!» uffa. Accidenti a me e al mio animo pappamolle.

Edward sorrise compiaciuto.

«Non è giusto però…» continuai sbuffando.

«Cosa non è giusto?»

«Che tu sia così assolutamente attraente!»

Rise di gusto.

«Perché  ridi? Non è mica una battuta.» continua, stizzita.

«No, ma sei così buffa che mi fai ridere!»

«Stupido…» ribattei, dandogli un pugno sulla spalla. Cattiva idea… subito sentii un dolore all’altezza delle nocche. Mi morsi il labbro per non emettere neanche un suono che gli lasci capire che mi sono fatta male. Inutile. Appena vide la mia espressione scoppiò di nuovo a ridere. E io misi il broncio.

«Idiota!» esclamai.  Tornò serio in un attimo e mi prese la mano fra le sue, baciandola con dolcezza.

«scusa amore, mi dispiace… è che… sei così fragile, in più cerchi di farti male da  sola…» sorrise, quel suo sorriso sghembo che mi fa impazzire, intriso di innocenza e sincerità. E a quella vista non potei che sorridere anch’io. Si concentrò di nuovo sulla mia mano, dove stavano comparendo piccoli lividi violacei sulle nocche. Baciò ogni livido e poi mi chiese:

«Passato?»

Feci segno di no con la testa. Sorrise.

«Gli altri sono tornati dalla caccia. Andiamo da Carlisle a chiedergli se ha qualcosa per questi lividi.» Mi prese in braccio e mi portò nello studio di suo padre.

Quando tornammo nel salone, Emmett morì dal ridere vedendo la mia mano fasciata. Feci in tempo solo a rivolgergli un’occhiataccia prima che insistenti colpi alla porta ci facessero scattare in piedi. Mi spaventai quando riconobbi la voce di Charlie all’esterno che gridava:

«Aprite subito! Polizia!»

Carlisle, mantenendo la calma, disse ad Edward:

«Andate subito alla casa nel bosco e non uscite. Appena se ne vanno mando Alice a chiamarvi.» Si rivolse a Jasper:

«Segui i poliziotti. Se si avvicinano al nascondiglio avvisa Edward e Bella.»

«E le mie cose?» chiesi.

«Ci penserà Esme. Andate, presto!»

Edward mi prese in braccio e uscì dal retro. Corse più velocemente del solito e in un minuto eravamo di nuovo alla casetta. Io ero semplicemente terrorizzata.

«Edward che è successo, come fanno a sapere…»

«Zitta! Sto cercando di ascoltare i pensieri di Carlisle ma da qui si sente poco.» rimase immobile e concentrato per cinque minuti buoni. Poi un ringhio furioso nacque dal suo petto.

«Quel cane bastardo!» Esclamò. «Ha detto a Charlie di perquisire casa mia, gli ha detto di essere sicuro che fossimo là! Povero idiota… saremmo potuti entrare in qualsiasi momento, anche se i poliziotti fossero entrati in casa!»

«Non sono entrati?» domandai confusa.

«Non ancora. Carlisle è uscito ad “accoglierli”. Non hanno un mandato, e senza di esso non permetterà loro di entrare. »

Sospirai. Charlie mi stava cercando… Due grosse lacrime scesero sulle mie guance. Lo sguardo serio di Edward si ammorbidì e venne ad abbracciarmi.

«Amore… sei sicura di non voler salutare meglio tuo padre? Magari potremmo inventarci qualcosa…» Ma dalla sua voce si capiva che non aveva la minima idea di cosa inventarsi. Feci segno di no con la testa, il viso affondato sulla sua spalla. Mi prese in braccio e mi portò in camera da letto. Mi fece distendere sul materasso morbido, mentre con una mano mi accarezzava i capelli e con l’ altra mi coprì con una coperta. Fuori dalla finestra calò la notte. Verso le otto arrivò Esme con un po’ di provviste e qualche vestito. Alle dieci venne Alice per informarci che i poliziotti se n’erano andati ma che per sicurezza era meglio che rimanessimo là. Questo lo venni a sapere solo il mattino seguente, visto che alle sette mi ero addormentata, stretta al petto di Edward, presa dalla stanchezza e dalla preoccupazione. Quella notte feci un incubo. Ero in un posto alto, molto alto, ed ero circondata da fantasmi scuri i cui abiti ondeggiavano nella notte. Verso qualsiasi direzione mi muovessi ero sempre al centro del cerchio che andava stringendosi. Ma non riuscivo a provare paura per i fantasmi, perché un forte dolore mi straziava da dentro…

«Bella?! Bella!»

Mi risvegliai mentre Edward, preoccupatissimo, mi teneva per le spalle.

«Sto bene…» dissi, alzando la mano per asciugarmi le lacrime, ma rimasi molto sorpresa quando scoprii che non ce n’erano: il mio viso era completamente asciutto. Eppure nel sogno singhiozzavo…

Edward mi strinse forte tra le braccia, dondolando leggermente.

«Non hai idea di quanto mi sono spaventato. Gridavi nel sonno e non riuscivo a svegliarti! Non sapevo cosa fare… stavo per andare a chiamare Carlisle… Io…»

«Non preoccuparti Edward, sto bene, è stato SOLO UN SOGNO…»

                                                                    ***

Allora??? Cosa ne dite? Come avete visto il titolo non c’entrava nulla con Edward… ma tutta la storia è legata a questo sogno… cosa vorrà dire?? Eh Eh… lo scoprirete!  Credo che ci metterò un po’ ad aggiornare… scusate!! Alla prossima! Baci *BiMbAeMo*

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Capitolo 5
*** Luna di Miele ***


Hello everybody! Eccomi qui con un nuovo cap! Scusate il ritardassimo, e non credo che riuscirete a perdonarmi, visto che credo di aver scritto solo cavolate, infatti il cap fa pena…cercate di capirmi, qua c’è un caldo bestiale che fa funzionare male il mio unico neurone! Please please please, recensite lo stesso, anche se mi dovete insultare o dirmi che fa schifo! (cosa molto, molto probabile)…. ecco i ringraziamenti:

piper__73: Grazie mille, come al solito... J

Wind: grazieee! XOXO

HopeToSave: non credo che sia molto hot...  ma sai, non sono abituata a scrivere questo genere di cose e mi imbarazzo molto facilmente! Spero che ti piaccia lo stesso…

ECILY: grazie, le tue recensioni mi fanno sempre gongolare!! Mwahaha.. ciau!

littlemoonstar: mwahaha alla fine capirai cosa significa il sogno… bacioni!!

Grazie anche a chi mi ha aggiunto nei preferiti e a chi legge senza recensireperò se recensite mi fate felice!!

Vi lascio alla lettura! Un bacione *BiMbAeMo*

p.s.: sarei molto contenta se, chiunque voglia, mi contattasse per email (non ho il contatto msn) per parlare di qualsiasi cosa voglia…. I want new friends!! Spero ke qualcuno lo faccia! Baci

 

CAPITOLO NUMERO 5- LUNA DI MIELE

Passarono tre giorni tranquilli, anche se Edward insistette per non mollarmi neanche il tempo per andare a caccia, tanto che, quando Alice venne da noi, i suoi occhi erano più neri che mai.

«Edward, ma sei pazzo?» gli disse sua sorella vedendolo «vuoi finire col mangiarti Bella?» Lui, nervoso, la guardò male.

«Alice. Non dire stronzate.»

«Se vuoi evitare di farle del male, vai a caccia. E’ un mese che non ci vai.»

«Posso resistere.»

«Ma perché? Se vai non avresti bisogno di resistere.» mi intromisi. Male. Fulminò anche me con uno sguardo.

«Non ti lascio sola!»

«Starò io con lei! Vai!»

Così, dopo le nostre insistenze, Edward uscì di casa promettendomi di tornare presto.

Ero molto stanca, perciò mangiai qualcosa e mi buttai sul letto, addormentandomi nel giro di due minuti.

***

Quella notte feci di nuovo lo stesso sogno. Il cerchio dei fantasmi si stringeva sempre di più, e sentivo un dolore che cancellava tutto ciò che avevo intorno…

Mi svegliai sentendo il materasso piegarsi sotto il peso di un corpo che si sdraiava accanto a me.

«Scusa.» disse «Ti ho svegliata?»

Mi buttai tra le sue braccia.

«No, tranquillo… Non dormivo…»

Mentivo. Ma non volevo turbarlo con la storia del mio sogno.

«Bene, perché è ora di alzarti!»

Mi misi a sedere, guardando con espressione confusa il suo sorriso raggiante.

«Scusa?» domandai. Guardai la sveglia. Era l’una. Di notte. L’ una di notte???

«Ma sei fuori di testa?» gridai, lanciandogli un cuscino. «Perché diavolo mi hai svegliata a quest’ora??»

«Veramente hai detto che non stavi dormendo… e comunque, alle due abbiamo l’aereo!»

«Due?? Aereo?? Mi spieghi cosa stai dicendo?»

Scoppiò a ridere.

«Dovresti vedere la tua faccia in questo momento!»

«Ma che cavolo dici??»

«Bella… sbaglio o dovevamo andare in luna di miele?»

***

Il viaggio fu un caos; per ovvi motivi, viaggiavamo solo di notte e dovemmo prendere due aerei e un taxi prima di arrivare a un porticciolo, dove ci attendeva un’enorme yacht. Il capitano dello yacht era una vecchia conoscenza di Edward, quindi ovviamente era come lui, così come tutto il resto dell’equipaggio. Per tutta la durata del viaggio si tennero a debita distanza da me; ordini di Edward, immaginai. Io ero addormentata quando, alle nove di mattina, arrivammo al largo di un’isola quasi microscopica. La spiaggia, però, era ampia, mentre al centro c’era una fitta vegetazione tropicale.

«Chissà se c’è mai stato qualcuno…» dissi, scendendo dal gommone che ci aveva portati dallo yacht all’isola.

«No, in quest’isola non passa un umano da centinaia d’anni… Secondo quanto dice il capitano.» Disse Edward  cingendomi la vita con un braccio.

«Dovremo darle un nome!» proposi battendo le mani. «Che nome suggerisci?» continuai, togliendomi i vestiti e rimanendo in costume. Edward mi raggiunse e mi accarezzò una guancia. Mi baciò delicatamente e mi fece sedere sulla sabbia accanto a lui.

«Bella…» disse guardandomi negli occhi.

«Dimmi!»

Sorrise.

«No, intendevo… chiamiamola Bella…»

«Che cosa?» ero mezzo intontita dall’intensità del suo sguardo, perciò non capii.

«L’isola… Chiamiamola Bella! Suona bene… “”Isola Bella”!»

Lo abbracciai. Era da tanto che non lo vedevo sotto il sole, e ne rimasi incantata. Vedevo che parlava, ma non stavo ascoltando.

«Amore? Mi hai sentito?»

Cercai di concentrarmi sul senso delle parole anziché sul movimento delle labbra.

«Come scusa? Avevo tolto il sonoro!» (nda: so che probabilmente questa frase per voi che leggete non ha senso, ma è una dedica per la mia migliore amica… XD)

Scoppiò a ridere prima di rispondere.

«Ho detto: andiamo a fare il bagno?»

Annuii e mi aiutò ad alzarmi.

Senza neanche aspettarmi, corse a buttarsi in acqua. Io, che invece avevo paura di cadere, me la presi comoda ed entrai poco alla volta; comunque, non mi azzardai ad andare dove non toccavo. La mia testa era l’unica cosa che sbucava nei dintorni. Di Edward nessuna traccia. Poi, improvvisamente, sentii qualcosa che mi afferrava da dietro e la mia testa che sprofondava sott’acqua. Il sale mi bruciava gli occhi, ma cercai di tenerli aperti; fu così che vidi Edward davanti a me che sorrideva beffardo. Mi prese per i fianchi, avvicinò il viso e con le sue labbra aprì le mie. Non riuscii più a capire nulla, lo strinsi in un abbraccio strangolatore mentre la mia lingua, avida cercava la sua. Mi accorsi che eravamo tornati in superficie solo quando lui si scostò leggermente e potei respirare. Non feci in tempo a fare nulla perché aveva ricominciato a baciarmi con furia quasi violenta. Le nostre lingue danzavano al ritmo del mio cuore e sembrava quasi che anche quello di Edward battesse tanto eravamo vicini. Senza staccarsi neanche di un millimetro mi prese in braccio e mi portò fuori dall’acqua, passando per la spiaggia ed entrando nel fitto della vegetazione. Poco lontano c’era un bungalow fatto di canne e palme, proprio quello che ti aspetti di vedere su un depliant delle Maldive. Quando entrammo io ero ancora in braccio a lui, le nostre labbra incollate, ma ciononostante Edward riuscì a trovare facilmente il letto bianco che spiccava in fondo alla stanza. Mi adagiò piano sul letto e mi portò le mani sopra la testa, fissandomi insistentemente.

«Cosa stai guardando?» gli domandai.

«Sto cercando di.. trovare in te qualche difetto ma… non riesco… »

«Veramente non sono d’accordo» risposi, scivolando dalla sua presa e ribaltando le posizioni. «Sei tu a non avere difetti.»

«Forse non ho difetti fisici… ma ho fatto molti errori.»

«Sentiamo» proseguii sarcastica «Quale sarebbe l’errore più grande che hai fatto?»

«Parlarti, quel giorno, a biologia.» Fu come  se mi avesse dato uno schiaffo. Sperai di non aver capito bene.

«Cosa?!»

«E’ la verità, Bella.» Vidi una lacrima cadere sul suo viso e capii che avevo cominciato a piangere. Mi allontanai da lui, abbracciandomi le ginocchia. Lui arrivò immediatamente e mi cinse le spalle.

«Bella, non sto dicendo che me ne pento! Ma è stato un errore. Ti ho esposta a migliaia di pericoli, stando con te ti ho costretta a…»

«Non mi hai costretta a nulla, Edward! Sono stata io a volerti, ad ogni costo! Dire che questo è stato un errore vuol dire che anche questo momento per te è un errore, ogni momento…»

«Stammi a sentire.» mi prese per le spalle obbligandomi a guardarlo negli occhi. «Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, senza eccezioni. Non ti basta?»

«Si, mi basta» risposi abbracciandolo «Mi basta per sempre

***

Non so come, mi addormentai. (nda: e che pizza, questa Bella sta sempre dormendo! Se ci fossi io con Edward, altro che dormire… vabbè, BiMbA, basta, ricomponiti e continua a scrivere, che stanno aspettando…ghghgh mwahah!XD XD)

Mi risvegliai che era pomeriggio.

«Ti sei svegliata finalmente…» mi disse una voce dolce e sensuale, vicinissima al mio orecchio.

«Mmh…si…» ero ancora tra le sue braccia.

«Hai fame? Sono le tre.»

«Si!» Esclamai, accorgendomi di quanta ne avevo. Edward sparì sorridendo e tornò immediatamente con in mano un vassoio pieno di cibo.

«Sei andato a svaligiare un ristorante?» dissi ridacchiando mentre prendevo un boccone di ravioli.

««No, l’hanno preparato quelli dell’equipaggio.» Non risposi e lui non parlò. Ridacchiai di nuovo, un po’ senza motivo, un po’ per rompere il silenzio.

«Sembra che ti sia tornato il buonumore…» disse cauto. Io annuii e, visto che avevo la bocca piena gli feci cenno con la mano di sedersi accanto a me. Si accomodò e mi guardò mangiare, come sempre divertito. Mi guardava sorridendo raggiante.

«Cosa c’è, perché ridi? Sono sporca di sugo?» dissi alla fine toccandomi il mento. Fece segno di no con la testa, poi tornò subito serio e mi prese il viso tra le mani, baciandomi come aveva fatto poco prima in acqua. Lasciai che tutti i pensieri se ne andassero, godendomi il momento finché, ne ero sicura, mi avrebbe allontanata per paura di perdere il controllo. Invece no. Le nostre labbra, nei dieci minuti seguenti, si staccarono solo per permettermi di respirare. Edward sembrava impazzito, non  l’avevo mai visto così, la sua lingua cercava la mia in un gioco dolcissimo. Dopo un altro po’ le mani di Edward mi sfilarono  il vestitino prendisole che avevo messo quella mattina, lasciandomi addosso solo il bikini. Lui sopra il suo costume aveva soltanto un camicia; presi a sbottonarla mentre lui continuava a baciarmi. Presto non ci fu più nulla a  coprirci e io fui di nuovo sua, lui di nuovo mio, come la prima volta, come ogni volta.

«Edward» dissi infine quando si sdraiò accanto a me, abbracciandomi.

«Dimmi» sussurrò tra i miei capelli.

«Ti amo… »

«Io sicuramente ti amo di più!» esclamò ridendo.

«Questo lo dici tu!» ribattei io, mettendo su un finto broncio. Rise di nuovo e mi stampò un bacio sulla guancia.

«Sarai anche un mostro, ma quando fai così non lo sembri affatto!» continuai, sperando di provocarlo. E infatti iniziò a ringhiare e, saltandomi addosso, cominciò a darmi dei leggeri morsi sul collo. Lo allontanai, davvero spaventata, e lui mi disse con un sorriso triste.

«Ti fidi così poco di me, Bella? Ti ho già detto che non potrei mai farti del male…»

«Si che mi fido, ma.. dici sempre che io non mi preoccupo mai della mia incolumità, che quello che si deve controllare sei sempre tu…pensavo di renderti le cose un po’ più semplici ricordandoti che tenere i tuoi denti vicino al mio collo è un tantino pericoloso.» Rise amaramente.

«Tra un po’ non dovremmo più preoccuparcene…» sussurrò.

«Ed è la cosa migliore.» gli ripetei per la millesima volta.

***

Quella notte sognai di nuovo i fantasmi, però il dolore era leggermente diminuito, anche se sempre insopportabile.

Mi risvegliai, ancora senza vestiti, tra le braccia di Edward, che mi stringeva e mi ripeteva di calmarmi:

«E’ stato solo un sogno Bella, solo un sogno…»

 

 

Ehy, lo vedete quel link che c’è qui sotto?? Dice “Vuoi inserire una recensione?”… voi cliccateci e ditemi quanto schifo vi ha fatto il capitolo! Scusate ancora il ritardo… XD un bacione *BiMbAeMo*

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Capitolo 6
*** Visioni...da incubo ***


Ma ciao! Come va?? Sono tornata! L’ultima volta ci ho messo 1 mese per aggiornare…. Stavolta un po’ di meno.. Non posso fare altro che scusarmi... detesto quando qualcuno ci mette dei secoli ad aggiornare e lo faccio anche io… in più i miei capitoli sono cortissimi! E voi continuate lo stesso a leggere e recensire… Perciò, passo subito a ringraziare quelle buonanime che commentano:

 

piper__73: grazie mille Lary... you are the best!!

littlemoonstar: vuoi sapere del sogno?? Eh eh… dovrai aspettare ancora qualche capitolo! Grazie mille anche a te che continui a recensire!

ECILY: ....*BiMbA ha gli occhietti luccicanti* …. Ma grazie… le tue recensioni sono incredibilmente dolci, bellissime! Davvero, grazie infinite!! Mi dispiace farti aspettare così tanto per leggere nuovi capitoli… Un abbraccio grande grande anche a te!!

memi16: grazie!! Ah, a sproposito, ho visto che ti piacciono gli Alesana… io li conoscevo così di nome, poi sono entrata su youtube e ho cercato la versione acoustic di Apology… troppo bella!! Complimenti anche per il modo in cui scrivi, ho letto una tua storia ed è molto bella!! Bacioni!

Giulls: *BiMbA gongola…* grassie!! Bravissima, sei un’anti-jake perfetta e i modi in cui lo uccidi nella tua storia lo dimostrano!! XD Xd un bacione..

 

Come sempre grazie a chi ha aggiunto la storia tra i preferiti e a chi legge senza recensire

 

Allora, piccola informazione di servizio… ancora pochi capitoli e la storia sarà conclusa! Non penso che andrò oltre il 10° capitolo… quindi, tranquillizzatevi, fra poco non vi stresserò più con i miei vaneggi! Altra informazione di servizio: fra pochissimo ricomincia la scuola, quindi avrò ancora meno tempo di aggiornare… Perdonatemi!!

 

E ora vi lascio al capitolo!  

*BiMbA*

 

CAPITOLO 6 – VISIONI… DA INCUBO

 

Furono i venti giorni più belli della mia vita. Non avevo mai passato tanto tempo da sola con Edward, ed era bellissimo. Lui mi trattava come una principessa e io mi stavo lasciando viziare. Così ero un pochino triste quando tornammo a casa Cullen. Quando entrammo non c’era nessuno ad accoglierci… strano.

«Carlisle?» chiamò Edward. Subito lui ed Esme apparvero al nostro fianco.

«Ragazzi! Com’è andato il viaggio?» domandò Esme abbracciandoci.

«Benissimo!» risposi io raggiante.

«Si…» disse Edward guardando intensamente Carlisle. «Ci siamo divertiti molto…»

Carlisle era rimasto zitto tutto il tempo. Disse solo:

«Edward, posso parlarti un attimo?»

Lui annuì. Io feci per seguirli mentre si allontanavano, ma Alice arrivò e mi saltò addosso, abbracciandomi.

«Bella! Com’è stata la vacanza? Vieni, vieni, mi devi raccontare tutto!»

Ma quella volta avevo deciso che non sarei rimasta all’oscuro di qualcosa d’importante.

«Edward.» dissi, cercando di tenere un tono di voce risoluto. Lui si voltò verso di me. Alzò un sopracciglio per invitarmi a parlare. Presi un respiro profondo.

«Se è qualcosa che mi riguarda, voglio essere informata.»

Pensavo che avrei dovuto insistere per un bel po’, invece mio maritò mi stupì, annuendo e prendendomi per mano; ignorando la faccia delusa di Alice, ci allontanammo dagli altri.

«Alice ha avuto una visione, due settimane fa.» disse Carlisle senza mezzi termini.

«Ha visto che tu» e fece un cenno verso di me «eri in alto, un posto alto, circondata da ombre scure, si stringevano intorno a te e tu gridavi di dolore.» …. La testa mi girava… il mio sogno… il mio incubo! Alice l’aveva visto in una delle sue visioni… cosa significava? Inizia a tremare.

«Bella? Bella, che succede?» Edward mi scuoteva per le spalle, preoccupato.

«Alice… ha… ha visto… il mio sogno… il mio incubo… quello che faccio… ogni notte!» La vista mi si appannava…

«Bella calmati!» Il pavimento girava sotto di me…

«Edward io… mi sento male…» poi non sentii più nulla.

***

Mi risvegliai sul letto mio e di Edward. Lui era accanto a me, le cuffie nelle orecchie a volume massimo, gli occhi chiusi; muoveva velocemente le labbra. Approfittando del fatto che non si era accorto del mio risveglio, gli saltai addosso, mettendomi a cavalcioni sui suoi addominali scolpiti. Non lo avrei mai fatto se avessi saputo la sua reazione. Successe tutto in un attimo. Le cuffie volarono dall’altra parte della stanza e Edward mi fu addosso, ringhiando. (ndBiMbA ero tentata di far finire qui il cap, per lasciarvi col fiato sospeso _mwahahaah_ ma era troppo corto!) I suoi occhi neri mi fissavano, famelici. Deglutii, terrorizzata. Lui, sopra di me, riprese il controllo. Scosse la testa, dicendo:

«Isabella, tu sei pazza, sopravvaluti il mio autocontrollo…» Non risposi, ansimante, ancora sotto la sua presa. I miei occhi facevano trapelare la paura che provavo e questo lo rattristò.

«Mi dispiace averti spaventata, piccola…» disse lasciandomi i polsi e reggendosi sopra di me con le braccia. «è solo che mi hai colto di sorpresa. Calmati ora.» Il mio respiro si fece un po’ più regolare quando mio marito cominciò a baciarmi con  dolcezza infinita.

«Sei così fragile…» sussurrò sulle mie labbra.

«Fallo ora, Edward.» si allontanò e mi fisso sgranando gli occhi.

«Cosa? No, io…»

«Rischio troppo a restare umana e non c’è più nessun motivo per aspettare. Fallo ora.»

«Io…»

«Edward...» mormorai accarezzandogli il viso. «Perché non vuoi? Me l’avevi promesso…» Rimase in silenzio a lungo. Quando parlò, tuttavia, sembrava deciso.

«Secondo Carlisle è meglio farlo di notte, così quando la trasformazione sarà terminata, fra tre giorni, sarà notte e potrò portarti subito a caccia.» Mi guardò negli occhi.

«Stanotte?» sussurrai.

«Stanotte, amore mio.»

E ricominciò a baciarmi.

***

Mezzanotte. Ero pronta. Avevo, paura, certo, ma non lo davo a vedere. Nella stanza -la nostra camera da letto- c’eravamo solo io, Edward e Carlisle, che domandò:

«Pronta, Bella?» annuii. Mi era andata via la voce.

«Carlisle ti darà dell’anestetico per diminuire il dolore.» sussurrò Edward vicino al mio orecchio. Mi carezzava i capelli. Feci una smorfia ed emisi un gemito non appena vidi le dimensioni dell’ago che Carlisle stava per infilarmi nel braccio.

«Io starò sempre accanto a te…» continuò Edward. Stavo già perdendo la sensibilità in tutto il corpo. Riuscivo a vedere e sentire, ma non a muovermi. Guardai Edward. Lui sospirò, mi baciò la fronte. Non sentii nulla fino a quando i suoi denti non lacerarono la mia pelle. Gridai, ma non sentii le mie urla. Stavo perdendo conoscenza. L’ultima cosa che vidi fu lo sguardo preoccupato di Edward a Carlisle, che annuì sorridendo… Le labbra di Edward si muovevano ma non sentivo cosa diceva… E poi, il buio.

***

Edward non mi lasciò un attimo. Già dal secondo giorno riuscivo a vedere e sentire quello che accadeva attorno a me, ma in certi momenti non sentivo altro che fuoco bruciante nelle mie vene. Urlavo, urlavo e urlavo. Il terzo giorno, Edward aveva gli occhi scurissimi, così Emmett e Jasper dovettero trascinarlo a caccia letteralmente di peso. Fu l’ora più terribile. Verso le otto di sera ero più cosciente e riuscivo a capire quello che mio marito diceva.

«Bella…» aveva uno sguardo strano. «io… riesco a sentire quello che pensi!»

Lo guardai.

“Fa male!” pensai.

«Lo so…ma resisti… mancano solo poche ore».

“Ti amo” pensai di nuovo.

“anche io ti amo amore mio.” Ma non aveva aperto bocca. Tutti e due rimanemmo sconvolti. Sentivamo i nostri pensieri a vicenda!

Non facemmo in tempo a dire nulla perché le nostre menti furono distratte da un altro grido.

“Rose!” pensammo entrambi. Era l’unica ad essere rimasta a casa. Gli altri erano a caccia. Altri pensieri si mescolarono a quelli di Edward, nella mia testa. Lui ringhiò, quando coloro che erano venuti a farci visita entrarono nella stanza. Sentivo i loro pensieri. E non erano per niente amichevoli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piaciuto il cap???? Chi saranno i misteriosi ospiti??? Boh!!! Mwahahahahaha!!! Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Visite inattese ***


Ciao! Ringrazio tutti coloro che hanno recensito e messo la storia tra i preferiti. Ho pochissimo tempo per aggiornare, scusate! Non ho tempo neanche di rileggerlo, quindi se c’è qualche errore, prdonatemi. Questo capitolo è la conclusione della storia, ma ce ne sarà un altro con tutte le spiegazioni. Bene, vi lascio alla lettura, ricordatevi di recensire!!

*BiMbA*

 

 

 

CAPITOLO 7-  VISITE INATTESE

Non avevo ancora capito chi fossero. Fino a quando non sentii quella voce.

«Edward… Isabella… che piacere rivedervi!» cinguettò Jane.

«Che cosa vuoi, Jane?» ringhiò Edward, ignorando le parole della vampira. Lei sorrise di scherno, poi tornò seria e gli rispose:

«Mi pare di aver capito che non sei in vena di chiacchiere, piccolo Cullen. Bene, sarò chiara: Aro non è più al comando, Caius vuole che gli portiamo la tua mezza umana per parlarle. Poi dobbiamo ucciderla. Fine della storia. E ora togliti.» Ma mio marito non si mosse di un centimetro, ringhiando e mostrando i canini. Jane lo guardò solo un attimo e ciò basto per farlo accasciare a terra. Non sopportavo quella visuale, urlavo forte. Poi un cellulare squillò e, a malincuore, Jane distolse il suo sguardo da Edward per rispondere. Lui fu al mio fianco appena si sentì liberato da quella tortura. Non intendeva arrendersi.

«Caius? Dimmi!» disse Jane, una volta risposto. Rimase un secondo ad ascoltare, annuì e chiuse la chiamata. Si rivolse ai suoi compagni:

«Vuole che gli portiamo anche il piccolo Cullen.» Gli altri annuirono. Poi lei si rivolse nuovamente a noi:

«Se volete seguirci…» Edward non si mosse. Sentii un dolore strano pervadermi… tuttavia era familiare. Dove l’avevo sentito?! Poi notai Jane che mi fissava. E se… Edward riusciva a leggere  miei pensieri, ora. Perciò, anche Jane poteva esercitare il suo potere su di me. Ecco scoperta la fonte del dolore. Ma allora perché era così familiare se prima di allora non l’avevo mai provato?!

«Andiamo.» ordinò Jane.

“Edward” pensai. Lui si voltò verso di me.

“Io vado. Non posso permettere che ti facciano del male. Prendi Rose e andatevene, in modo che non vi prendano.”

“No” pensò lui di rimando. “Io vengo con te.”

«Andiamo!» ripetè la vampira, iniziando ad alterarsi. «La mia pazienza ha un limite, e voi state per superarlo.» Edward, allora, mi prese in braccio. Ma non fece neanche un passo che Jane obiettò:

«No. Non se ne parla. Separate gli sposini.» Uno dei Volturi, non so chi fosse, ma strappò dalle braccia di Edward e mi portò via di corsa. Non riuscii a vedere se gli altri ci stessero seguendo, la velocità era troppa. In più, ero ancora in piena trasformazione, e il dolore mi dava ancora fitte lancinanti. Persi i sensi.

 

Quando mi risvegliai, ero in un ampio salone. Tutte le pareti erano scure e opprimenti. La luce era talmente fioca che sembrava di stare al buio. Ed ero sola. Sdraiata sul pavimento, agonizzante per il fuoco che mi bruciava le vene. Poi una voce ruppe il silenzio.

«Sia chiaro fin da ora che non sei stata portata qui per implorarmi di risparmiarti la vita.» rise. «Sarebbe ridicolo.» Non risposi. Attesi solo che continuasse.

«Isabella Swan, sei qui solo perché voglio dirti il motivo della tua imminente morte.» Di nuovo silenzio.

«Morirai perché, a causa tua… a causa tua… uno dei nostri è morto. E, oltretutto, sei qui perché hai fatto impazzire mio fratello Aro, che non è più in grado di intendere e volere.»

Rimasi zitta assorbendo quelle parole.

«Chi… è… morto…?»

Silenzio.

Silenzio.

Silenzio.

«Alec.»

«Cosa… c’entra… con me?»

Di nuovo silenzio, rotto solo dalla leggerezza dei miei lamenti.

«Dopo… aver sentito l’odore del tuo sangue, rifiutava di… nutrirsi di qualsiasi altro essere umano. Possiamo resistere un po’ di tempo senza bere, ma poi non ce la facciamo più e…» Lo sentii singhiozzare. Poi si mise di fronte a me e lo vidi. Caius, inpiedi davanti a me, il volto contratto dal dolore.

«Era.. come un figlio per me!» grido, prima di scagliarsi contro di me e darmi un calcio che, se fossi stata ancora del tutto umana, mi avrebbe probabilmente perforato lo stomaco. Fortunatamente, la mia trasformazione era quasi completa, e sentii solo un dolore fortissimo al ventre. Gridai. Caius sembrò compiacersi del mio grido, perché si allontanò. Rimase alcuni minuti in silenzio, poi parlò di nuovo.

«E Aro» sibilò «dopo che ve ne andaste, l’anno scorso, Aro rimase assai sconvolto dal fatto che il suo potere non avesse effetto su di te. E ciò lo portò a stare giorni e giorni immobile a riflettere su questo. Sono quattro mesi ormai che non si alza da quella poltrona. Dopo la morte di Alec, mi è sembrato il caso di prendere in mano la situazione.»

«Non…» cominciai. Ma era difficilissimo parlare. «Non è… colpa mia.»

«Se tu non fossi esistita, niente di tutto ciò sarebbe accaduto.»

«Non ha… senso… uccidermi… dopo che… è… già successo…»

«Non ha senso vendicarsi ragazzina? Oh, io credo di no. Entrate!» Urlò l’ultima parola. Sentii solo un leggero fruscìo, prima che Caius riprendesse a parlare.

«Portatela alla torre. Sarà molto meglio vedere ciò che resterà di lei volare per centinaia di metri.»

Non mi opposi quando mi presero di nuovo in braccio. Non ne avevo la forza. Che ore erano? Non ne avevo idea. Questo dolore sarebbe cessato prima della mia morte?  Sentii che eravamo all’aria aperta, avvertii la brezza sul viso.

 

Chiunque mi avesse portata su, mi lanciò senza troppi complimenti al centro della torre. Sentii dei rumori e vidi Edward, disperato, che cercava di laberarsi da due vampiri per venire da me.

“Bella! Bella!” sentivo ancora i suoi pensieri.

“Salvati, Edward, non pensare a me. Ti amo.”

Lo vidi scuotere la testa. Poi Caius gridò:

«Prego, miei cari, cominciate pure!» e rise. E quello che vidi in quel momento mi fece trattenere il respiro.

Un cerchio, intorno a me, fatto di figure scure, dei fantasmi dalle lunghe mantelle, che giravano intorno a me stringendo sempre di più il cerchio. Solo una cosa pensai: il mio non era stato solo un sogno. Un campanile iniziò a suonare.

Uno… Due… Tre rintocchi. Il dolore che Jane provocava tornò a comprimermi. Ecco, quindi, perché era così familiare. Lo sentivo nel mio sogno, quel dolore.

Quattro… Cinque… Sei rintocchi. Il cerchio si stringeva. Rimaneva solo il dolore della trasformazione.

Sette… Otto…Nove rintocchi. Anche il dolore della trasformazione andava scemando. Che stava succedendo? Il cerchio si stringeva. Ma che diavolo di ore erano?

Dieci… Undici…Dodici. Di colpo, sentii tutto il dolore svanire. Nessuna traccia di fuoco rimase nel mio corpo. Presi un respiro lunghissimo. Non mi provocava più fitte al petto. Con una lentezza mostruosa mi alzai in piedi. Il cerchio aveva smesso di girare e di restringersi. Sentii qualcuno che diceva “Come fa ad alzarsi in piedi?”. Ma nessuno aveva aperto bocca. Vedevo tutto perfettamente, anche troppo, niente sembrava sfocato, tutto, anche a grande distanza, era preciso e definito. Avevo capito. Mezzanotte. Tre giorni dopo il morso. La mia trasformazione era completa. Guardai ad una ad una le figure che mi circondavano. Individuai Jane e la fissai. Usò il suo potere contro di me ma non mi provocò dolore. Anzi. Sentii una forza inaudita entrarmi dentro. Un secondo dopo, Jane era stesa a terra, urlante. Una delle figure mi si avvicinò, a una velocità che ora mi sembrava normale, anzi, piuttosto lenta. Senza alcuna difficoltà, bloccai i suoi colpi e presto fu a terra. Tutti mi fissavano impauriti.

Inspirai un po’ d’aria. Non mi sembrava più fredda. Poi, lentamente, sospirai. Un’energia invisibile fece cadere a terra tutti gli altri. Caius non c’era più. Scappato, pensai. Vedendo tutti a terra, mi girai verso il pundo in cui era Edward poco prima. Non c’era. Non feci in t empo ad andare da nessuna parte. Due braccia mi strinsero i fianchi, non con violenza, dolcemente. Sentii la carezza leggere di un paio di labbra che mi sfioravano il collo.

«Edward…» sussurrai.

«E’ finita, Bella. Andiamocene di qui.»

 

 

 

 

CONTINUA….

 

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Capitolo 8
*** Noi due ***


Avevo deciso di far finire la storia con il capitolo 8, ma vorrei arrivare almeno fino al 10. Spero non vi dispiaccia… xD In questo capitolo Edward e Bella avranno l’occasione di parlare e stare un po’ insieme… Nel capitolo 9 invece ci saranno tutte le spiegazioni di quello che Bella è riuscita a fare contro i Volturi. Il 10 sarà un semplice epilogo, non so ancora se visto dalla prospettiva di Edward o di Bella, o da tutte e due… oppure in terza persona…. Sono un po’ indecisa xD Volevo dire a tutti  che mi dispiace di averli fatti aspettare così tanto per gli aggiornamenti. Ringrazio di cuore Wind,  che recensendo il mio avviso mi ha aperto gli occhi e mi ha convinta a continuare ad aggiornare. Spero che questo capitolo possa piacervi. Un bacio a tutti. Cecilia.

 

 

 

Edward mi prese per mano. Non mi sembrava neanche di correre a quella velocità, era così… naturale. Eravamo in mezzo a una foresta, non avevo idea di dove. E la cosa più semplice che mi venne in mente di fare fu di chiederlo a Edward. Rallentò, senza fermarsi e mi rispose con un sussurro:

«Quasi a casa, amore.»

Aggrottai le sopracciglia.

«A casa? A Forks?»

Lui sghignazzò.

«E dove sennò?!»

«Ma.. pensavo che fossimo in Italia! Eravamo sulla torre dei Volturi….!»

Mi guardò per capire se fossi seria. Poi scoppiò a ridere.

«Ma che Italia! Eravamo nella periferia di Seattle… Nel castello*…»

«oh!» dissi… poi tornò il silenzio, fino a quando Edward non si fermò e mi prese entrambe le mani.

«Bella… io…» Cominciò a piovere. Tipico segnale che ormai eravamo nella foresta di Forks.

Mi accorsi che non percepivo più i suoi pensieri. Ma non me ne preoccupai. Ero troppo impegnata a guardarlo negli occhi, dapprima sfuggenti e ora seri e profondi.

«Bella, io ti amo.» disse.

«Anche io ti a…» stavo dicendo, ma mi interruppe.

«Lasciami finire, per favore. Io ti amo e ti amerò per sempre. E… non hai idea… di quello che ho provato quando ti ho vista lassù, indifesa, circondata da quei… mostri, con Jane che ti torturava con lo sguardo. Stavi per morire, era chiaro, anche se avessi fatto in tempo a completare la trasformazione non saresti mai riuscita a tener testa a tutti loro, anche se i neonati sono più forti, loro erano una ventina, troppi. E invece… quando ti sei alzata ti ho guardata, pensando che sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto il tuo viso… e invece sei scattata… non sentivo più i tuoi pensieri, non capivo cosa stesse succedendo, poi ho visto Jane che provava ancora a torturarti, e subito dopo l’ho vista a terra. E quando quelli che mi trattenevano mi lasciavano per andarti contro, sono rimasto immobile, a guardarti, mentre uccidevi i Volturi, con assoluta facilità. E non eri più tu, i tuoi occhi avevano una strana luce… e poi ti sei fermata. e io…. Bella, io sono stato sul punto di scappare. Avevo paura. Paura di te. Ma appena ho visto che ti guardavi intorno per cercarmi, un’espressione ansiosa sul tuo viso, sono tornato in me e ti ho portata via. E ora io… Bella  m dispiace, mi dispiace per tutto quello che ti è successo, è solo colpa m…»

Gli posai un dito sulle labbra per non farlo continuare.

«Non è colpa tua. Non dirlo.»

Sospirò sul mio dito. Poi prese la mia mano e baciò il palmo. Mi guardò negli occhi e sorrise:

«Sai, non sei cambiata molto. Anche gli occhi, sono così scuri che sembrano marroni, non rossi.»

Fui io a sospirare stavolta.

«vuol dire che sono rimasta la Bella goffa e umana

Ridacchiò abbracciandomi.

«No, vuol dire che sei rimasta la mia Bella, dolce e bellissima. E il tuo profumo non è cambiato per niente… solo che ora non provo il desiderio di morderti… perché se lo facessi probabilmente mi faresti un occhio nero!»

Rise e io mi unii a lui. Poi mi guardò dolcemente e mi accarezzò una guancia, come all’inizio, la prima volta che mi aveva sfiorata, la prima volta che mi ero accorta di amarlo.

«Ti amo.» gli dissi.

Mi rispose avvicinandosi al mio viso e baciandomi. Era totalmente diverso da qualsiasi bacio precedente. Era più semplice, nessuno dei due doveva tentare di concentrarsi per salvarmi la vita, seguivamo semplicemente i nostri sentimenti. E la pioggia scorreva, ci bagnava i vestiti, ma non aveva importanza, di certo nessuno dei due si sarebbe preso un raffreddore. Percorse il contorno delle mie labbra con la lingua, un sorriso malizioso sul viso. Poi riprese a baciarmi infilando le sue mani sotto la mia maglia, sulla schiena, e quelle mani non mi sembravano più fredde, anzi, erano piacevolmente calde. Lasciandomi andare feci lo stesso con lui, accarezzandogli il petto scolpito. Gemetti in protesta quando staccò le sue labbra da me per fare una cosa stupida quale “parlare”.

«Sta piovendo…»

Alzai le spalle.

«Sai che novità!» tagliai corto.

Cercai di baciarlo di nuovo, ma mi allontano, sfoderando il suo sorriso sghembo.

«Calmati amore… c’è tempo…»

«Anche ora abbiamo tempo.» m’’imbronciai.

«No, ora non possiamo… Dobbiamo andare a casa ad avvertire che siamo vivi… e a raccontare tutto agli altri…» Sbuffai. Lui iniziò a incamminarsi.

«Per questo non c’ è tempo, Bella, dobbiamo andare a sprecare il tempo a parlare con gli altri…» lo imitai. Si girò sorridendo. Mi mostrò i denti e si mise a ringhiare per gioco. Lo guardai, altezzosa.

«Tanto non mi fai più paura!» gli dissi. Scattò talmente velocemente che non lo vidi neanche. Mi ritrovai schiacciata su un albero con lui addosso.

«Chi dice che voglio farti proprio  paura?» sussurrò sul mio collo.

«E… e allora che cosa vuoi farmi?» Mi guardò, sempre con quel sorriso malizioso.

«Indovina…» comincio a baciarmi il collo accarezzandomi sotto i vestiti. Gemetti lievemente… Stavo chiudendo gli occhi, quando sentii che si era allontanato. Li aprii guardandolo interrogativa.

Sorrise.

«Dobbiamo andare dagli altri.» disse, prima di mettersi a correre. Rimasi immobile con la bocca spalancata, per circa cinque minuti. Poi mio marito tornò indietro, rise nel trovarmi ancora in quella posizione, mi prese la mano e mi trascinò via.

 

 

 

 

 

 

 

*non so se ci siano castelli nella zona di Seattle, ma se avessi spostato i protagonisti in Italia sarebbe stato un casino… xD

GIURO  che aggiornerò presto… un bacio!

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