Il Ricordo

di danzard
(/viewuser.php?uid=732379)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***




Emma fece avanti e in dietro per il bosco persa nei suoi pensieri, giocando con un piccolo mucchietto di neve, tutto quello che restava del gigantesco mostro ghiacciato che Regina aveva distrutto poco prima. La mora se ne era andata via subito, senza nemmeno degnarla di uno sguardo.
La bionda appallottolò il mucchietto di neve e lo lanciò contro un albero.
Tutto quello che voleva era far pace con Regina, riaverla nella sua vita in un modo o nell’altro.
 
Fu la voce di Killian a riportarla alla realtà << Beh, direi che abbiamo evitato una crisi >>.
 
La bionda si voltò verso di lui e gli sorrise appena << evitata per ora. Qualcuno deve aver creato quella cosa e quel gigantesco muro ghiacciato… non è finita >>.
 
<< Non è mai finita >> rispose lui sorridendo << ecco perché bisogna godersi i momenti di pace, come ora… quindi che ne dici di… >> la prese per i fianchi e cercò di avvicinarla ma Emma si allontanò subito.
 
<< Devo fare una cosa >> la bionda non lo guardò negli occhi.
 
<< Come vuoi, ma poi non dirmi che non mi stai evitando, perché lo stai facendo… e da un bel po’ >>.
 
<< Si, è così >> rispose semplicemente la ragazza guardando per terra << credo di sentirmi in colpa per lei… >>.
 
<< Per Regina? >>
 
<< Si, quello che le ho fatto… non volevo certo farla soffrire >>.
 
Killian la osservò attentamente per alcuni secondi << Può essere, ma c’è anche altro… vero? >>
 
Emma si decise a guardarlo negli occhi << Si, c’è altro. Ma non me la sento di parlarne, non ora. Mi dispiace, devo andare >>.
 
Il pirata non la fermò.
 

 
Emma si diresse nell’ufficio del sindaco, sapeva che li avrebbe trovato Regina. Doveva parlarle, doveva… VOLEVA assolutamente vederla. Erano passate settimane dall’ultima conversazione con la mora, conversazione che non era stata tra le più piacevoli, la Salvatrice aveva viaggiato in dietro nel tempo e aveva svolto il suo compito, il compito per il quale era nata, aveva salvato una vita ma pagandone poi il prezzo: aveva cambiato il futuro. Ad essere precisi a pagarne il prezzo non era stata lei, ma Regina. La donna che la bionda aveva salvato altri non era che Marian la moglie di Robin, fidanzato e Vero Amore di Regina. Con il ritorno di Marian le cose erano cambiate, Robin aveva lasciato la mora per il senso dell’onore, per rispettare una promessa fatta anni prima e ritornare dalla moglie. La sera del loro ritorno al presente cambiò tutto, Emma scopri che la donna che aveva salvato non era una persona qualsiasi e dovette fare i conti con Regina. Dopo che la mora aveva distolto lo sguardo da Robin che riabbracciava felice sua moglie, il suo sguardo si era concentrato sulla bionda. Aveva guardato la Salvatrice con odio ed Emma, per i primi secondi, aveva quasi creduto che Regina potesse colpirla con una palla di fuoco, ma subito dopo lo sguardo di Regina si tramutò in dolore e delusione, la bionda aveva provato a scusarsi, ma fu tutto inutile << mi auguro solo che tu non abbia portato altro dal passato >> furono le ultime parole piene di rabbia pronunciate da Regina, poi la donna si voltò, uscì da “Granny’s” e da quel momento non la vide più nessuno. All’inizio la bionda aveva pensato che fosse meglio così, che fosse meglio lasciarla stare piuttosto che subire un’altra sfuriata, per quanto giustificata. Ma cambiò presto idea, si rese conto di sentire la mancanza di Regina più di quanto potesse immaginare, le mancava il loro modo di punzecchiarsi, il loro parlare di Henry, il modo in cui Regina alzava gli occhi al cielo ogni volta che la Salvatrice diceva qualcosa di stupido o ovvio, le mancava il sentirsi chiamare “Signorina Swan” . Si rese conto anche che, con il passare del tempo, altre cose della mora cominciavano a mancarle, dei dettagli che una persona normalmente non noterebbe, come il modo che aveva Regina di sistemarsi i capelli… più precisamente I MODI, perché Emma aveva notato che il modo della mora di sistemarseli, fosse solo con una semplice scrollata della testa o passandoci le dita, cambiava a seconda dell’umore di Regina, le mancava la sua camminata… così sicura nonostante i tacchi alti, le mancava vedere il modo in cui gli abiti della mora riuscivano a metterle in mostra le curve, le mancavano le gonne un po’ corte che le permettevano di vedere quelle gambe perfette. Le mancava la cicatrice che Regina aveva sul labbro. Emma non aveva mai notato, prima di allora, quanto le piacesse quella cicatrice. Normalmente una cicatrice viene considerata come un difetto, specialmente sul viso, ma alla mora quella cicatrice donava. La rendeva ancora più sexy, messa poi su quelle labbra così carnose e rosse era… oddio c’era da impazzire. La prima volta che la Salvatrice aveva fatto simili pensieri era notte, fortunatamente si trovava da sola, sarebbe stato difficile altrimenti spiegare a chi le stava intorno il motivo del suo improvviso rossore sul viso o dei suoi occhi lucidi. Furono questi pensieri a creare confusione nella mente della bionda, erano questi i motivi che l’avevano spinta ad allontanarsi da Killian, qualcosa non andava. Lei avrebbe dovuto, in teoria, avere quel tipo di pensiero sul pirata, o su una qualsiasi altra persona di sesso maschile e non sull’altra madre di suo figlio. Eppure doveva ammetterlo con se stessa, aveva passato molto tempo ad osservare la mora e per una buona ragione, era chiaro ormai che si fosse innamorata di lei.
 
La porta dell’ufficio era chiusa, ma la luce accesa tradiva la presenza della mora. La bionda si avvicinò alla porta e bussò , dall’altra parte non si sentì il minimo rumore. Emma bussò di nuovo.
 
<< Regina? >>
Nessuna risposta.
 
La bionda provò ad aprire la porta, ma era chiusa a chiave. Decise di bussare ancora << Regina, lo so che ci sei… la luce è accesa >>.
Ancora niente.
 
<< Va bene, se non vuoi parlare allora lo farò solo io >> Emma non voleva arrendersi << Lo so di averti ripetuto fino alla nausea che mi dispiace e so anche che in questo momento a te non interessa, e hai ragione. Non ho pensato alle conseguenze delle mie azioni, non penso mai alle conseguenze delle mie azioni e so che pensi che per colpa mia non sarai mai più felice, ma non è così. Puoi esserlo ancora, puoi essere felice… forse non con lui… ma il tuo lieto fine ci sarà. Troverai una persona che ti ama e che amerai anche più di Robin, devi solo guardarti attorno. C’è una persona che farebbe qualsiasi cosa per te, esiste quella persona… io lo so… >>
 
Ancora nessuna reazione da parte di Regina, la bionda attese qualche minuto.
<< Bene! >> Emma perse la pazienza << Se è Robin che vuoi è Robin che avrai. Combatterò per te, combatterò perché tu possa stare con lui! >> diede un calcio violento alla porta, il rumore fece sobbalzare Regina << aspetta e vedrai, Regina. Tornerai ad essere felice >> La bionda uscì dal municipio.
 
Non fece in tempo a fare due passi che il cellulare suonò, era David.
<< Papà non è un buon momento >>.
<< Emma, devi venire da “Ganny’s” immediatamente. Non so come sia successo, stavamo parlando e ad un certo punto Marian è svenuta e i suoi capelli sono improvvisamente diventati bianchi  >>.
<< Sto arrivando >>.
 

 
Il “Granny’s” era decisamente cambiato dall’ultima volta che c’era stata, i tavoli e le sedie erano stati spostati per permettere a qualche giacca, asciugamano e qualsiasi altra cosa andasse bene di diventare un letto di fortuna per Marian, vicino a lei erano state messe delle stufette elettriche, per mantenerla al caldo. La donna era in quello stato da parecchio tempo e non accennava a risvegliarsi, era viva ma il suo corpo stava diventando sempre più freddo a ogni minuto.
Regina si era materializzata nel locale subito dopo aver ricevuto una telefonata da Mary Margaret che l’aveva informata di tutto. In un primo momento aveva pensato di fregarsene, era stufa di dare e dare ancora, era stufa di tutti gli altri che, invece, prendevano e prendevano, a volte senza nemmeno chiederle se le andava bene. Non solo doveva star male, di nuovo, per aver perso un’altra occasione di essere felice, ma doveva fare la brava e aiutare la persona che, in parte, era responsabile della sua attuale infelicità. Ma alla fine, la parte migliore di lei prese il sopravvento. Lanciò uno sguardo di qualche secondo a Robin, ma lo distolse subito… ci stava ancora male. Decise che era meglio concentrarsi solo su Marian, le era bastata una sola occhiata alla donna che giaceva per terra per capire che qualsiasi tipo di magia l’avesse ridotta così era qualcosa di molto forte. Troppo forte, perfino per lei.
Si limitò a fare un incantesimo per rallentarne gli effetti, un buon modo per prendere tempo e studiare la cosa con un po’ più di calma. A Mary Margaret chiese di chiamare Tremotino, magari lui sapeva o poteva fare qualcosa in più.
 
Proprio in quel momento entrò nel locale Emma, come se la giornata di Regina non facesse già abbastanza schifo.
La bionda appena la vide sgranò gli occhi e disse semplicemente << Regina… >>.
La mora si limitò a risponderle subito con un  << non ora Swan >> voleva mettere in chiaro che non era disposta a nessun tipo di conversazione con lei. Si abbassò verso Marian, non che volesse fare qualcosa, perché al momento non c’era altro che potesse fare, ma voleva mostrarsi impegnata.
 
Alla fine arrivò anche Tremotino. E anche a lui bastò dare un’occhiata per capire che quella era una magia piuttosto complessa. La prima cosa che gli venne in mente fu quella di provare con il bacio del Vero Amore, così Robin si chinò per baciare la moglie. Regina guardò da un’altra parte ed Emma se ne accorse, la bionda sapeva, sentiva che il bacio non avrebbe funzionato… Robin non era il Vero Amore di Marian. Infatti il bacio non funzionò e una parte di Regina era felice per questo. Ma il problema c’era ancora, Marian stava peggiorando, sulle sue sopracciglia ora c’erano dei pezzetti di ghiaccio e le sue labbra stavano diventando blu.
 
Tremotino ci pensò su per un po’ << credo che chiunque abbia fatto questo, sia anche colpevole del muro di ghiaccio e del pupazzo di neve gigante. Questo tipo di magia non è da tutti, ben pochi sono in grado di usarla. Mi viene da pensare che il nostro nuovo nemico non sia altri che la Regina delle Nevi >>.
 
<< La conosci? >> chiese Emma.
 
<< Non l’ho mai vista di persona, so solo che è molto potente. Questo tipo di magia è una bazzecola per lei >>.
 
<< E tu non puoi fare nulla? >>
 
<< Nemmeno il Signore Oscuro può fare qualcosa. Che io sappia ci sono solo due modi per fermare l’incantesimo, signorina Swan, ovvero uccidere la Regina delle Nevi oppure chiederle di liberare questa donna e sperare in un suo atto di bontà >>.
 
<< E per il momento siamo fregati su entrambe le cose, dal momento che non sappiamo chi sia la Regina delle Nevi e non sappiamo nemmeno dove o come trovarla >>.
 
<< Esattamente >> rispose tranquillamente Tremotino sorridendo.
Regina sbuffò, si era stufata di ascoltare quella conversazione << Tutto questo non ci sta portando a nulla >> disse << porterò Marian nella mia cripta, così da poter studiare un qualche piano >> non aspettò di sentire le altre opinioni, appoggiò una mano su Marian e si smaterializzò portando la donna con se.
 
<< E noi che facciamo invece? >> chiese Mary Margaret.
 
<< Voi non lo so, io torno al negozio… ho delle faccende da sbrigare >>.
 
<< Ma abbiamo bisogno anche del tuo aiuto >> disse David.
 
<< Come vi ho già detto, nemmeno il Signore Oscuro può fare qualcosa con quel tipo di magia >> fece per uscire dal locale << ma lascerò che Belle controlli tra i miei libri, se troverà qualcosa vi informerà >> e uscì dal locale.
 
<< Va bene, allora papà ed io andremo in giro per Sorybrooke, magari qualcuno ha visto o sentito qualcosa >> concluse Emma.
 

 
Erano passati giorni ormai e della Regina delle Nevi non c’era traccia. Emma e David chiesero ad ogni singolo abitante di Storibrooke, ma nessuno poté essere loro di aiuto. Ad un certo punto si erano perfino diretti al granaio dove, tempo fa, Emma e Killian erano stati risucchiati nel vortice temporale. Non trovarono nulla, salvo un po’ di ghiaccio che aveva in qualche modo distrutto un oggetto, un calice? Un vaso? Non si capiva.
La bionda stava davvero provando a concentrarsi sulla questione “Regina delle Nevi”, ma nei momenti di solitudine come quello non poteva non pensare a Regina. Era stata felice di rivederla al “Granny’s”, nonostante le circostanze non fossero le migliori, ma finalmente era riuscita a vederla, era tornata a respirare. Certo il sentirsi dire << non ora Swan >> con quel tono freddo e tagliente non era stato il massimo, ma almeno le aveva parlato. Aveva sentito una fitta al cuore la bionda, quando aveva visto Regina distogliere lo sguardo da Robin mentre baciava la moglie… alla mora importava ancora di lui.
 
<< Se è Robin che vuoi è Robin che avrai. Combatterò per te, combatterò perché tu possa stare con lui! >>.
 
La sua era stata una promessa un po’ azzardata, come diavolo avrebbe fatto a far tornare Robin da lei?
Un altro viaggio nel tempo era da escludersi, aveva già fatto troppi danni con il primo. Certo, c’era sempre la remota possibilità che Marian non sopravvivesse all’incantesimo della Regina delle Nevi… no. Non avrebbe mai permesso che quella donna morisse, avrebbe trovato un modo. Un modo per salvare lei e aiutare Regina. Il bacio del vero amore non aveva funzionato, forse perché Robin è il Vero Amore di Regina e non di Marian… quindi… forse… forse da qualche parte c’era il Vero Amore di Marian. Se fosse riuscita a trovarlo Marian sarebbe guarita, si sarebbe innamorata di questa persona e avrebbe lasciato in pace Robin e Regina.
Emma si fermò di colpo, mentre il suo piano prendeva forma nella sua mente.
Le era stato raccontato di come Trilli avesse mostrato a Regina chi fosse il suo Vero Amore, era bastata della polverina magica. La fatina avrebbe potuto fare la stessa cosa con Marian. Ci sarebbe riuscita, non aveva alcuna importanza se dopo si sarebbe ritrovata, per il resto della sua vita, con l’immagine di Regina e Robin sotto gli occhi, con la mora mano nella mano con lui, con lei che lo baciava, che gli sorrideva, che lo portava a casa per fare l’amore, l’unica cosa che contava era rendere Regina felice.
Riprese a camminare, diretta alla pensione Granny’s, dove era sicura di trovare Trilli.
Emma bussò impaziente la porta della stanza, la fatina venne ad aprire dopo poco.
 
<< Emma che ci fai qui? >> chiese Trilli sorpresa.
 
<< Scusa se sono venuta senza preavviso >> la bionda entrò senza aspettare l’invito della fatina << ho bisogno del tuo aiuto. Devi aiutarmi a cercare il Vero Amore di Marian >>.
 
Trilli corrugò la fronte << Cosa? >>
<< Mi hanno detto che sei stata in grado di trovare il Vero Amore di Regina. Mi serve che tu faccia la stessa cosa per Marian >>.
 
<< Quando ho fatto quella cosa per Regina, Turchina mi ha tolto le ali… non voglio che succeda ancora >>.
 
<< Useremo quella polvere per aiutare delle brave persone, Turchina non avrà nulla da ridire a riguardo, spezzeremo l’incantesimo di Marian, le troveremo la persona con cui potrà essere felice. Aiuteremo Regina, una Regina buona che merita il… Vero Amore… >> aggiunse le ultime due parole con un po’ di fatica, continuava a chiedersi perché le cose non potessero essere diverse per se stessa, per Regina, per Marian e per Robin.
 
<< Beh, se la metti così… >> la fatina ci penso su un attimo << non credo ci saranno problemi >> sorrise << ho con me della polverina, andiamo da Marian e versiamone un po’ addosso a lei e vediamo che succede >>.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Marian era distesa su un materasso nella cripta di Regina, la mora aveva deciso che quello sarebbe stato un buon posto dove tenerla e per due buone ragioni: nessun visitatore, il che voleva dire meno possibilità di fare danni alla povera donna che, ormai, stava diventando sempre di più una statua di ghiaccio e facilitare Regina a trovare una soluzione per salvare Marian, ormai l’ex sindaco passava più tempo nella cripta che in qualsiasi altro posto.
 
<< Regina non c’è >> disse la bionda leggermente sollevata, c’era la possibilità che la mora avesse qualcosa da dire in contrario sul piano di Emma << fai la tua magia, Trilli >>.
 
La fatina prese il sacchettino che conteneva la polvere fatata e ne spolverò un po’ su Marian che, per pochi secondi, venne circondata di una luce verde.
<< Fatto, non ci resta che uscire e vedere se c’è qualche traccia di luce verde per Storybrooke >> Trilli legò il sacchetto e lo mise via, poi precedette la bionda fuori dalla cripta.
 
Entrambe si misero a guardare ovunque, per terra, tra gli alberi, in celo nella speranza di vedere un qualche segno della polvere, ma niente sembrava essere cambiato.
<< E’ possibile che abbiamo sbagliato qualcosa? >> chiese Emma.
 
<< No. Se non è successo niente vuol dire che il suo Vero Amore non è a Storybrooke, è possibile che sia rimasto nella Foresta Incantata >>.
 
<< Dobbiamo trovare un modo per andare li, allora >> rispose Emma risoluta.
 
<< Ma non possiamo, non abbiamo più fagioli. Nessun altro modo per poter andare >> Trilli le sorrise gentilmente, aveva capito che Emma ci teneva davvero a salvare quella donna e anche Regina. Le dispiaceva dirle la dura verità.
 
<< No, non mi arrendo, non così. Devo parlare con una persona, forse lui mi può aiutare. Tu aspettami al “Granny’s” >>.
 
<< Emma non credo… >>
 
Ma la bionda non la ascoltò, corse più veloce che potè diretta nell’unico posto dove, sperava, avrebbe avuto un qualche aiuto, al negozio del Signor Gold, andò da Tremotino.
 
 
La campanella del negozio suonò ed Emma entrò in tutta fretta sbattendo la porta. Il proprietario del negozio, attirato dal rumore, spuntò da dietro la tenda.
<< Signor Gold… ho bisogno… di un modo… per poter… tornare nella Foresta Incantata… >> Emma cercò di riprendere fiato dopo la corsa.
 
<< Temo che non ci sia un modo, signorina Swan, non ci sono più fagioli e, che io sappia, non esistono altri oggetti in grado di aprire dei portali >>.
 
<< Ma un modo ci deve essere, non posso… non posso permettere che Regina soffra per qualcosa che io ho fatto >> Emma quasi lo supplicò.
 
<< Credo che avrebbe dovuto pensarci prima, signorina Swan >> Tremotino si voltò per ritornare sul retro del negozio << buona giornata, signorina Swan >> prima che la tenda si richiudesse dietro di lui, con un movimento della mano che Emma non notò, fece cadere con la magia un libro proprio ai piedi della bionda.
Il libro si era aperto su una pagina, Emma si abbassò per raccoglierlo e una volta preso in mano lesse il titolo di quella pagina.
 
DEMONI VIAGGIATORI DEI MONDI
 
Leggendo le prime righe, la bionda capì che il libro non si limitava solo a parlare dei demoni in grado di viaggiare tra i mondi, ma spiegava anche come evocarli.
Emma guardò un ultima volta la tenda, dietro di essa non si sentivano rumori di sorta. Così la bionda uscì dal negozio portando con se il libro.
 
Cercò un posto tranquillo che le permettesse di leggere il libro senza essere disturbata, optò per una panchina in un posto poco affollato della città. Evocare i demoni non era poi così complicato, bastava tracciare un cerchio per terra e pronunciare il nome del demone prescelto tre volte ad alta voce. Emma voleva provare subito, ma non li, non dove poteva essere vista da qualcuno. Tornò al granaio dov’era stata solo pochi giorni prima, prese un pezzetto di lego e disegnò un cerchio dal diametro di due metri, si allontanò di qualche passo, prese il libro e scelse un demone qualsiasi.
<< Abraxis, Abraxis, Abraxis >>.
In un primo momento non successe nulla, ma poi lungo i bordi del cerchio creato dalla bionda uscì una luce di un rosso cupo, il centro del cerchio lentamente scomparì lasciando un buco nero e dopo apparve una strana creatura. Il suo corpo ricordava vagamente quello di un cane, grosso e muscoloso, ma la dove ci sarebbe dovuto essere il pelo c’erano invece delle squame nere e lucenti, la testa sembrava quella di un leone ma senza la criniera. Gli occhi erano completamente rossi e luminosi senza le pupille, le zanne erano lunghe almeno dieci centimetri, aveva una coda lunga e sulla schiena aveva delle ali simili a quelle dei pipistrelli… e puzzava da fare schifo.
<< Chi ha osato disturbare il mio riposo? >> la sua voce profonda in qualche modo riusciva a rimbombare della testa di Emma.
 
<< Io, sono Emma, Emma Swan >>.
 
<< E che cosa vuoi da me, Emma Swan? >>
 
<< Una donna sta morendo e per salvarla devo andare nella Foresta Incantata, trovare il suo vero amore e portarlo in questo mondo >>.
 
Il demone la osservò attentamente << sento che non mi stai dicendo tutta la verità >>.
 
<< Che vuoi dire? >>

Il demone rise e per qualche ragione quella risata rimbombò ancora di più nella testa della bionda << amore… sento che sei innamorata, vuoi partire per salvare quella donna certo, ma non è la motivazione principale. C’è una persona nel tuo cuore, una persona che ami ma che non ti ricambia… vuoi che questa persona sia felice anche se vuol dire che non lo sarà con te. Vuoi partire per aiutare la persona che ami, il resto è un di più >>.
 
Emma sgranò gli occhi sorpresa << Come fai a sapere di lei? >>
 
<< Sono bravo a leggere nella mente e nel cuore delle persone, Emma Swan… la Salvatrice, e tu sei un libro aperto per me >>.
 
La cosa della lettura del cuore non piaceva per niente alla bionda, decise di cambiare argomento << Allora puoi farlo? Mi puoi portare nella Foresta Incantata? >>
 
<< Viaggiare tra mondi non è un problema per me. Ma dimmi, che cosa avrò io in cambio? >>

Emma aggrottò la fronte << vuoi dei soldi ?>>
 
Il demone rise di nuovo << Io non me ne faccio niente del vile denaro. Gli umani ne sono schiavi, non io >>.

<< Va bene… allora che cosa vuoi? >>
 
Ad Emma sembrò che gli occhi del demone, per un secondo, si fossero fatti ancora più luminosi << come compenso voglio un tuo ricordo >> rispose alla fine il demone.
 
<< E che te ne fai? >> chiese sospettosa.
 
<< Io mi nutro di ricordi. Ma la domanda è che cosa te ne fai tu, giusto? Un domani avrai dei nuovi ricordi che sostituiranno quello che ti prenderò >>.
 
<< E che ricordo vorresti? >>
 
Il demone ci pensò su << ancora non lo so, prenderò una decisione una volta tornati. Ho idea che nella tua mente ci siano un sacco di ricordi interessanti. Sei pronta a partire? >>.
 
<< Non ancora, con me deve venire una persona. Vado a prenderla subito >>.
 
<< Sbrigati, Emma Swan >>.
 
 
Emma andò di corsa da “Granny’s” dove trovò Trilli ad aspettarla e, con suo immenso disappunto, c’era anche Turchina.
La bionda cercò di sembrare tranquilla e si avvicinò alle due donne.

<< Emma, ne ho appena parlato con Turchina. Non c’è modo di aprire un portale >>.
 
<< Non preoccuparti, l’ho trovato io un modo >>.
 
Turchina alzò un sopracciglio << e quale sarebbe? >>
 
<< Ho chiesto aiuto ad una… persona, ci porterà nella Foresta Incantata e a cose fatte ci farà ritornare indietro >>.
 
<< E chi sarebbe questa persona? >>

<< Non ha importanza. E comunque non ho tempo per spiegare, Marian continua a peggiorare >> Emma prese il braccio di Trilli e la trascinò fuori dal locale.
 
<< Ma non potete partire ora, non con la Regina delle Nevi in circolazione! >> gli urlò dietro Turchina.
 
<< E’ da un po’ che non si hanno sue notizie e comunque saremo presto di ritorno >>. Emma si allontanò con Trilli, senza aspettare una risposta da parte di Turchina.
 
Non fecero in tempo a svoltare l’angolo che vennero raggiunte da Killian.
<< Swan! Aspetta, ho bisogno di parlare con te >>.
 
<< Non ora Killian >> Emma nemmeno lo guardò in faccia.
 
<< No, ora ti fermi >> la prese per un braccio e la fermò << sono stufo del tuo continuo evitarmi, dobbiamo sistemare le cose >>.
 
Emma prese un lungo, lunghissimo respiro chiudendo gli occhi, poi li riaprì << Trilli comincia a precedermi, ti raggiungo subito >> la fatina obbedì, aveva capito che non era un buon momento per protestare.
 
La bionda si voltò per guardare il pirata dritto negli occhi << Mi dispiace Killian, è solo colpa mia… non avrei dovuto tirarla tanto lunga. Ti ringrazio per avermi portato sull’isola che non c’è, ti ringrazio per aver salvato mio padre, ti ringrazio per aver dato via la tua nave al solo scopo di venire a cercarmi, restituirmi la memoria e permettermi così di salvare la mia famiglia, credimi ti sono riconoscente. Ma quello che provo per te non è amore. Non posso stare con te solo per gratitudine. E comunque c’è un’altra persona nel mio cuore >>.
Emma aspettò una risposta da parte del pirata, risposta che non arrivò.
 
<< Mi dispiace >> disse di nuovo Emma prima di voltarsi e raggiungere Trilli.
<< Lo sapevo >> si limitò a dire Kilian tre se e se.
 
….
 
Emma e Trilli riuscirono a raggiungere il granaio senza ulteriori interruzioni.
<< Si trova nel granaio questa persona? >> chiese Trilli << non mi hai ancora detto come hai fatto a trovarla e…. aspetta >> la fatina annusò l’aria << che cos’è questa puzza? >> appena entrò nel granaio capì << aspetta è un demone l’aiuto che hai trovato? >> si voltò verso la bionda sconvolta.
 
<< Era necessario >> rispose semplicemente Emma.
 
<< I demoni chiedono sempre qualcosa in cambio, che cosa gli hai dato? >>
 
<< Un ricordo >>.
 
 << Dimmi quale >>.
 
<< Non lo so, deciderà lui >>.
 
<< Cosa? I ricordi sono preziosi Emma, non puoi darli via così >>.
 
<< La vita di Marian è più preziosa >> e quella di Regina lo è immensamente di più pensò poi Emma.
 
<< Emma… >>

<< Possiamo finirla con questo sproloquio e partire, finalmente? >> le interruppe il demone, ormai stufo di quel chiacchiericcio.
 
<< Si, siamo pronte >> disse Emma.
 
<< Emma io non credo sia il caso di partire, non così. Ti prego, siamo ancora in tempo >> la supplicò Trilli.
 
<< Trilli, io partirò con o senza di te. Solo che senza di te farò tutto alla cieca >> .
 
Lo sguardo di Emma era serio e la fatina capì che stava dicendo la verità, sarebbe partita comunque anche senza di lei. Trilli sapeva che non poteva lasciarla andare da sola, non con quel demone.
La fatina sospirò << e va bene, vengo anche io >>.
 
Emma le sorrise, poi si rivolse al demone << allora, che cosa dobbiamo fare? >>
 
<< Non dovete fare altro che entrare nel cerchio, al resto penserò io >>.
 
E così fecero, Emma entrò nel cerchio decisa, Trilli entrò nel cerchio storcendo il naso, l’odore del demone era davvero disgustoso.
Si sentirono risucchiare nel buco e per qualche minuto non videro altro che buio, non sentirono altro che silenzio.
Poi il buio come era arrivato sparì, anche i suoni erano tornati. Si poteva sentire il cinguettio degli uccelli tra gli alberi.
 
<< Dove siamo finiti? >> chiese Emma.
 
<< Non ne ho idea >> rispose una voce femminile che non era quella di Trilli.
 
Emma si voltò in direzione della voce e sgranò gli occhi sorpresa. C’era una donna, alta, molto alta, con i capelli lunghi e neri, occhi verdi. Aveva un bel viso e, da quello che il semplice abito da popolana bianco e grigio mostrava, aveva anche un bel corpo.
<< E tu chi sei? >> le chiese Emma.
 
La donna alzò un sopracciglio << sono io, il demone >> la sua voce era profonda e leggermente roca. La si poteva considerare sexy, se si ignorava il fatto che quella voce appartenesse ad un demone.
 
<< Tu sei Abraxis? >> la bionda era incredula.
 
La donna la guardò sorridendo, piacevolmente soddisfatta dalla reazione della Salvatrice << si, sono io. Ma quando ho questo aspetto chiamami Asir >>.
 
<< Va… va bene… allora dove siamo?>> chiese ancora Emma.
 
<< Te l’ho detto, non lo so >>.
 
Emma si riscosse << Come non lo sai, non sai dove TU ci hai portate? >>

<< TU, mi hai chiesto di portarti nella Foresta Incantata, cosa che ho fatto. TU avresti dovuto specificare il luogo >>.
 
Emma sbuffò << e ora che si fa? >>
 
<< Prendiamo una qualsiasi direzione >> suggerì Trilli << l’importante è incominciare la ricerca. L’incantesimo è ancora attivo, ci basta trovare la luce verde >>.
 
<< Andremo ad Ovest >> disse tranquillamente il demone.
 
<< Perché proprio ad Ovest? >> chiese Trilli.
 
<< Perché avverto delle presenze in quella direzione, un villaggio credo >>.
 
<< Allora andiamo >> disse Emma e lasciò che Asir la precedesse.
La bionda rimase qualche passo in dietro rispetto ad Asir, osservò i fianchi della donna ondeggiare con grazia, doveva ammetterlo, per essere un demone aveva delle curve niente male e, con suo immenso piacere, non emanava più cattivo odore. Lei non poteva vederlo, ma il demone sorrise, del resto lui era bravo a leggere nella mente e nei cuori delle persone.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Camminarono per quelle che potevano essere ore, Emma non aveva con se l’orologio quindi non poteva esserne certa. Finalmente incontrarono la prima forma di vita umana. Era una donna anziana sugli 80 anni, aveva i capelli grigi, delle rughe le coprivano il volto ma si capiva che un tempo doveva essere stata una bella donna, i suoi occhi erano verdi e accesi, era completamente vestita di nero anche il suo strano bastone aveva la punta nera. L’anziana era seduta su un tronco caduto e appena vide le tre donne arrivare chiese l’elemosina.
<< Vi prego, solo qualche moneta. Ho così tanta fame >>.
 
Emma si fermò vicino a lei, nella tasca dei pantaloni aveva 20 dollari, ma il denaro del suo mondo non andava bene li. Non aveva nemmeno pensato di portarsi del cibo da casa.
<< Mi dispiace, non ho denaro con me >>.
 
<< Vi prego, solo una moneta >>.
 
Emma ci pensò su. Portò le mani dietro al collo e slacciò la collana << questa collana è d’oro, non vale gran che ma sono sicura che qualcosa da mangiare le verrà data in cambio >> si abbassò in modo da avere gli occhi della donna alla stessa altezza dei suoi e le diede la collana. La vecchia strinse il polso di Emma con una mano, la stretta era forte per una donna tanto anziana, posò l’altra mano sul viso della giovane e le sorrise.
 
<< Sei davvero una cara ragazza >> la donna prese la collana e lasciò andare la bionda.
 
Emma sorrise a sua volta prima di rialzarsi << Sa se c’è un villaggio da queste parti? >>
 
<< Si cara, c’è un villaggio a una decina di minuti da qui. Dovete solo proseguire in quella direzione >>.
 
<< La ringrazio, signora. Buona giornata >> le tre donne ripresero a camminare.
 
<< Buona giornata anche a te >> disse la donna ad alta voce per poi abbassarla in un sussurro che nessun altro a parte lei poteva udire << Emma Swan>> poi scomparve nel nulla.
 
 
Proprio come l’anziana donna aveva detto, raggiunsero presto il villaggio. Non era molto grande ma nel centro c’era un piccolo mercato e le tre donne ci passarono proprio in mezzo, molte delle persone del villaggio si voltarono a guardarle, non avevano mai visto vestiti come quelli di Emma o Trilli.
Passarono accanto alla bancarella del pesce, del pane, dei vestiti e poi qualcosa di piccolo e rotondo attirò l’attenzione di Emma. Si avvicinò alla bancarella in questione per vedere meglio, era un anello dorato che Emma aveva già visto prima di allora.
<< Questo dove lo ha preso? >> chiese Emma al proprietario.
 
<< L’ho trovato per terra qualche anno fa, non sono mai riuscito a venderlo >> .
 
<< E quanto costa? >>
 
<< 30 monete >>.
 
Merda pensò Emma, si era appena ricordata di non avere con se nemmeno una moneta di quel mondo.
Asir guardò la ragazza, la bionda sembrava desiderare davvero quel pezzetto di metallo. Il demone si voltò verso l’uomo e l’osservò con attenzione, sapeva esattamente quali tasti toccare con lui, sghignazzò << ci credo che non lo hai mai venduto, quel coso non vale così tanto. Tutte le cose che vendi sono di così scarsa qualità? >>.
 
L’uomo sentendo quelle parole guardò stupito Asir, si sentì punto nell’orgoglio e fece una smorfia << Va bene, per questa bella signora dallo strano vestito posso fare in altro modo. Deve sapere che sono piuttosto abile nel creare bambole, di ogni dimensione e colore. >> Mostrò con un gesto della mano alcune delle sue bambole, osservando con la coda dell’occhio Asir nella speranza di stupirla in qualche modo << le mie bambole sono particolarmente belle perché i loro capelli sono fatti con veri capelli umani, capelli che molte donne mi vendono per avere del denaro in cambio. Trovo che i suoi siano meravigliosi >> disse rivolgendosi ad Emma << quindi le propongo questo accordo: una ciocca dei suoi capelli in cambio dell’anello >>.
 
Emma non ci pensò nemmeno un secondo << Ha una forbice? >>
 
L’uomo sorrise soddisfatto e le passò le forbici, la bionda le prese e senza il minimo ripensamento tagliò, tagliò anche più di quanto fosse necessario. Ora i suoi capelli le arrivavano appena sopra le spalle. Porse i capelli tagliati all’uomo e lui le diede l’anello.
 
<< Hai intenzione di dare parti di te ad ogni persona che incontreremo? >> le chiese il demone una volta allontanate dalla bancarella.
 
<< Ne è valsa la pena >> rispose semplicemente Emma, continuando a guardare l’anello da vicino.
 
<< Per quel pezzo di metallo? >> il demone inarcò le sopracciglia.
 
<< Non è un pezzo di metallo qualsiasi. Appartiene a Regina, l’ho vista giocherellarci ogni giorno da quando sono a Storybrooke, poi è sparito… non l’ho più visto. Mi chiedo come ci sia finito qui >>.
 
<< Magari non è lo stesso, magari ci assomiglia solo >> le rispose il demone.
 
<< Ci assomiglia parecchio direi, me lo ricordo quell’anello. Ho visto anche io Regina mentre lo teneva in mano e mi parlava di Daniel >> continuò Trilli.
 
<< No, è l’anello di Regina >> disse Emma convinta << lo so, me lo sento >> sorrise continuando a guardarlo.
Asir storse la bocca e scosse la testa rassegnata.
 
 
<< Oddio! >> Urlò Trilli ad un certo punto << finalmente la fortuna ci sorride! >> Prese Emma per un braccio e la voltò bruscamente nella direzione dove la fatina stava guardando, la bionda quasi cadde.
 
<< Trilli! >> Urlò Emma << che diavolo… fai… >> anche Emma vide la cosa che aveva attirato l’attenzione della fatina. Poco lontano, in cielo, si poteva vedere una luce verde.
 
<< Lo abbiamo trovato, per davvero >> Emma ne fu sorpresa.
 
<< Perché, avevi dei dubbi? >> Chiese Trilli << Coraggio, prima andiamo prima torniamo! >> e cominciò a correre in direzione della luce.
 
Corsero fuori dal villaggio, percorsero metri e metri e metri, passarono in mezzo ad un boschetto per poi trovarsi in mezzo ad un piccolo campo e li lo videro, un ragazzo avvolto da una luce verde che lavorava la terra. Dimostrava si e no 30 anni, era alto, spalle larghe, muscoloso, capelli corti castano scuro, barba appena accennata sul viso, gli occhi erano di un azzurro intenso, il viso era sporco di terra, ma de quel che si poteva vedere sembrava un bell’uomo.
<< Spero che voi due abbiate un piano >> disse il demone.
 
<< Di che piano parli? >> chiese Trilli.
 
Asir alzò gli occhi al cielo << Qualcosa gli dovrete pur dire, se volete portarlo con voi nell’altro mondo. E qualcosa dovrete pur fare se lui decidesse di non seguirvi. Insomma come avete intenzione di agire? >>
Merda pensò Emma, non le era nemmeno passato per la testa di prepararsi un discorso o un qualcosa da dire al ragazzo.
 
<< Beh gli diremo… >> Trilli ci pensò su << non ne ho idea >> rispose alla fine.
 
<< Glielo diremo punto e basta, se accetta bene. Se non vuole, una botta in testa e via >> disse semplicemente Emma.
 
<< Vuoi colpirlo alla testa? >> chiese scioccata Trilli.
 
<< Con Marian ha funzionato >> rispose Emma.
 
Il ragazzo stava zappando la terra con espressione concentrata ma smise subito quando si accorse dell’arrivo delle tre donne.
<< Salve >> disse semplicemente guardandole tutte e tre.
 
<< Salve >> rispose Emma, Trilli rispose al saluto con un gesto della mano, mentre Asir chinò leggermente il capo.
 

 
<< Posso aiutarvi? >> chiese il ragazzo, vedendo che nessuna delle tre dava segno di voler parlare.
 
<< Si, ecco noi… noi ci chiedevamo… se… se… >> balbettò Emma.
 
Asir sospirò << non per essere invadente ragazzo, ma per caso sei sposato? >>
 
Emma e Trilli si voltarono verso il demone con la stessa espressione, come se volessero chiedergli se fosse impazzito, la donna si limito ad una alzata di spalle, come per rispondere che da qualche parte bisognava pur cominciare.
Il ragazzo boccheggiò imbarazzato << beh… io ecco… no non lo sono >>.
 
<< Bene e sei interessato ad avere una moglie? >> continuò il demone.
 
<< Io… beh si mi piacerebbe… ma le ragazze del villaggio non mi guardano, sono troppo… troppo imbranato >> il ragazzo cominciò a passarsi nervosamente tra una mano e l’altra il manico della zappa.
 
<< Imbranato? >> domandò Trilli.
 
<< Si ecco, inciampo spesso, sbatto contro le cose, faccio cadere cose… l’unica cosa che so fare bene è lavorare la terra >> il ragazzo aggrottò la fronte <<  Perché volete sapere queste cose? Non è che per caso una di voi vuole… >> sorrise mostrando una fila di denti bianchi.
 
<< Non pensarci nemmeno, ragazzo. Ma si, potremmo conoscere una donna che fa al caso tuo >> rispose subito il demone.
 
<< Che aspettiamo allora?! Portatemi da lei! >> Disse il ragazzo felice.
 
<< E’ un pochino più complicato di così >> rispose Emma.
 
<< Oh, e quel è il problema? >>
 
<< Non è esattamente di queste parti >> disse Trilli sorridendo.
 
<< Vive in un altro regno? >>
 
<< Non esattamente. E’ più un altro mondo >> continuò Emma.
 
Il ragazzo sgranò gli occhi << mi state prendendo in giro? >>
 
Asir sbuffò << ragazzo, per la miseria usa gli occhi! Ti sembra che i loro vestiti siano di questo mondo? >> Il demone indicò Emma e Trilli.
 
Il ragazzo guardò attentamente le due donne, prima non aveva notato il loro abbigliamento << Oh… sono strani… non me ne ero accorto >>.
 
Il demone alzò gli occhi al cielo << Allora vuoi venire con noi e incontrare la tua bella o no? >>
 
<< Non saprei >> rispose il ragazzo titubante << questa è casa mia, ci sono nato e cresciuto. L’idea di lasciarla per andare in un mondo diverso… mi mette un po’ paura >>.
 
<< Hai parenti o amici qui? >> gli chiese il demone.
 
<< I miei sono morti quando avevo 16 anni e sono figlio unico. Conosco delle persone, ma non si può dire che sia loro amico >>.
 
<< Allora sei solo >> disse semplicemente il demone << nessuna vera ragione che ti trattiene, solo la paura. Qui non hai nulla, la c’è una persona con la quale puoi avere un futuro, una famiglia, un posto caldo dove ritornare dopo una lunga giornata faticosa… non mi sembra spaventoso >>.
 
<< Io vengo da quel mondo >> aggiunse Emma sorridendo al ragazzo << e posso garantirti che non è male. Storybrooke, la città dove andremo, è piana di persone che come te hanno vissuto nella Foresta Incantata e si sono adattate alla meraviglia nel nuovo mondo. Ci riuscirai anche tu. >>
 
<< E lei com’è? >> domando il ragazzo.
 
<< Lei si chiama Marian, è una donna molto bella ed è gentile, generosa… solo che… >> Emma non terminò la frase.
 
<< Solo che cosa? >>
 
<< E’ vittima di un incantesimo. E se non guarirà, morirà. >>
 
<< Morirà? >> il ragazzo si fece serio.
 
Emma annuì << ecco perché siamo qui, il bacio del vero amore dovrebbe spezzare l’incantesimo e tu sei il suo Vero Amore >>.
 
<< Io? Come fate a dirlo? >> Chiese il ragazzo confuso
 
<< Beh vedi, io sono una fata e uno dei miei poteri è scoprire queste cose >> rispose semplicemente Trilli.
 
<< Allora vieni o no? >> aggiunse il demone.
 
<< Se posso salvarla certo che vengo! >>
 
<< Grazie a Dio, bene si parte allora! >> rispose il demone, contento che quell’avventura si stesse per concludere.
 
<< Quindi si torna a casa >> Trilli aggiunse le proprie speranze a quelle del demone.
 
Emma ci pensò su prima di rispondere << non ne sono sicura >>.
 
<< Che vuoi dire? >> chiesero fatina e demone insieme << abbiamo trovato il Vero Amore di Marian, possiamo spezzare l’incantesimo e poi tutti saremo felici e contenti >> continuò Trilli.
 
<< Il parlare del Vero Amore mi ha riportato alla memoria una delle storie del libro di mio figlio. Racconta di mia madre che prese da Tremotino una pozione per dimenticare mio padre. E quando mio padre la baciò per spezzare l’incantesimo, il bacio del Vero Amore non funzionò. Mia madre non solo aveva dimenticato mio padre, ma aveva dimenticato l’amore che provava per lui. Mio padre dovette far innamorare nuovamente mia madre per spezzare l’incantesimo. Quindi credo che non ci basterà tornare a casa e far baciare lui e Marian, per il semplice fatto che non si conoscono e non si amano. >>
 
<< Ma allora siamo venute per niente… >> disse Trilli triste.
 
<< No, non per niente. Ho un piano b, il lago di Nostos. Le sue acque hanno il potere di guarire qualsiasi cosa >>.
 
<< Ho sentito che il lago si è prosciugato >> continuò Trilli.
 
<< Così era, ma Killian mi ha raccontato di come Cora fece rispuntare l’acqua nel lago, acqua che hanno usato per riportare in vita l’ultimo fagiolo magico per venire poi nel mio mondo. Voglio andare la e vedere se c’è ancora dell’acqua >>.
 
<< E quindi non è ancora finita… >> concluse il demone.
 
<< A te non va? >> gli chiese semplicemente Emma.
 
Asir alzò gli occhi al cielo << come se potessi dire o fare qualcosa per impedirtelo >>.
 
Emma sorrise << bene allora >>.
 
<< Bene partiamo subito >> le fece eco il ragazzo.
 
<< Che ne dite se passassimo la notte qui? Sta per fare buio e vorrei anche mettere qualcosa nello stomaco, sto morendo di fame >> chiese Trilli.
 
<< Io ho un po’ di pane e formaggio in casa, lo spazio non è molto ma ci staremo tutti comunque >> le disse il ragazzo.
 
<< Che aspetti? Facci strada! >> sorrise Trilli.
 
<< Da questa parte >> il ragazzo le guidò verso una piccola capanna << a proposito, io mi chiamo Joffrey. Ma chi mi conosce mi chiama Joff >> il ragazzo inciampò in una radice e quasi cadde.
 
<< Io sono Emma, e loro sono Trilli e Asir >>.
 
Il demone si avvicino ad Emma, in modo che potessero parlare senza farsi sentire dal ragazzo << sarà meglio che a lui non diciamo che sono un demone >>.
 
<< E per quale motivo? >> chiese la bionda.
 
<< Deve già fare i conti con parecchie novità, non è il caso di aggiungere la presenza di un demone alle sue preoccupazioni >>.
 
<< Come vuoi >> rispose Emma << ma per quello che mi riguarda non sei poi tanto male >>.
 
Asir si fermò, stupita dalle parole della bionda, non era abituata a sentirsi dire che “non era tanto male”, nessuno aveva mai pensato questo di lei prima di quel momento, scosse la testa e sorrise riprendendo a camminare.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Passare la notte nella casa di Joffrey era stata una buona idea. Emma si era accorta della fame che aveva solo dopo aver dato il primo morso al pane che il ragazzo aveva diviso con loro, il resto della cena la bionda l’aveva divorata senza nemmeno sentirne il sapore.
La notte però non la passò tranquilla, continuava a rigirarsi nel letto che il ragazzo aveva ceduto a lei e a Trilli (il letto era troppo stretto per farci stare anche Asir, che dormì per terra). Non riuscì a prendere sonno continuando a pensare alle parole del demone.
 
<< La c’è una persona con la quale puoi avere un futuro, una famiglia, un posto caldo dove ritornare dopo una lunga giornata faticosa… >>
 
Quelle parole la portavano inevitabilmente a pensare a Regina, chiedendosi che cosa stesse facendo la mora. Stava pensando almeno un po’a lei? Si era accorta della sua assenza? No, probabilmente la mora aveva passato la giornata a cercare un modo per salvare Marian e a non pensare a Robin. Di certo la bionda era l’ultimo dei suoi pensieri.
Solo alla mattina riuscì ad addormentarsi e solo per essere svegliata poco dopo dal verso di un gallo. Tutti e quattro si alzarono e fecero colazione. Joffrey preparò un po’ di provviste per il viaggio e decise di portarsi dietro la sua zappa, si sentiva più sicuro con una specie di arma al suo fianco. Una volta terminati tutti i preparativi partirono, il lago di Nostos si trovava a nord, ed è in quella direzione che andarono.
Sulla strada incontrarono un volto già conosciuto, l’anziana donna che aveva chiesto loro l’elemosina. Se ne stava ferma sul bordo della strada, quasi li stesse aspettando.
 
<< Vedo che il gruppo si è allargato >> disse la vecchia sorridendo.
 
<< Si, abbiamo trovato quello che stavamo cercando >> le rispose la bionda sorridendo a sua volta.
 
<< E adesso dove siete diretti? >>
 
<< Al lago di Nostos, prenderemo un po’ della sua acqua >>.

La vecchia annuì pensierosa << il lago dista quattro giorni da qui, è un bel viaggio. E’ da molto che non parto per un’avventura… verrò con voi >>.
 
<< Non vorrei essere scortese >> le disse la fatina << ma non credo che un viaggio del genere vada bene per… una della sua… età ecco >>.
 
<< Oh cara, non ti preoccupare. Prometto che non vi rallenterò >> l’anziana cominciò a camminare nella direzione del lago, mostrando un’andatura piuttosto sicura e veloce per una donna della sua età.
 
<< Quella donna è veramente strana >> disse Trilli rivolta ad Asir.
 
Il demone non le rispose, ma socchiuse gli occhi e osservò la vecchia con attenzione. Senza dire nulla riprese a camminare seguendo l’altra donna.
 
 
Il primo giorno passò tranquillamente e anche parte del secondo. L’anziana, come aveva promesso alla fatina, non fu mai un peso. Durante il tragitto Emma le chiese quale fosse il suo nome, ma l’anziana le rispose che era passato talmente tanto tempo dall’ultima volta che qualcuno l’aveva chiamata per nome che aveva completamente dimenticato quale fosse, disse loro che potevano chiamarla Nonnina, a lei non dispiaceva.
Quando arrivò il tramonto il gruppo decise di accamparsi in mezzo al bosco dove si trovavano. Si divisero per cercare un po’ di legna secca e accendere un fuoco. Emma era sola quando sentì dei rumori alle sue spalle, un fruscio di foglie e rami che si spezzavano. Si maledisse perché non aveva portato con se nemmeno un’arma, buttò a terra tutti i rami secchi che aveva trovato tenendone solo uno, il più lungo e grosso e si preparò a colpire qualsiasi cosa stesse per uscire dal cespuglio li vicino. Puntò bene i piedi per terra, strinse il bastone più che poteva e cercò di colpire la figura che era appena uscita dal cespuglio, ma quest’ultima sfoderò la spada e con un solo colpo tagliò a metà l’unica arma della bionda e poi le puntò la lama alla gola.
<< Ma che… che ci fai tu qui? >> disse la bionda guardando l’altra persona.
 
<< Tu che ci fai qui, non eri tornata nel tuo mondo con tua madre? >> le chiese Mulan abbassando la spada.
 
<< Non posso crederci >> le disse Emma avvicinandosi a lei sorridendo << sono così felice di vederti e non solo perché pensavo di dovermela vedere con un gigantesco orco >>.
 
Mulan ricambiò il sorriso e le strinse la mano << anche io sono felice che tu non sia un orco. Ma dimmi, come mai sei nella foresta incantata? Ti sei messa ancora nei guai? >>
 
<< Più o meno >> le rispose la bionda << è successa una cosa nel mio mondo, una persona sta male. Vieni, i miei compagni di viaggio mi staranno aspettando, intanto ti racconto tutto >>.
 
Nel tempo che ci misero a raggiungere l’accampamento della bionda, Emma raccontò tutto all’altra donna. Una volta arrivate alla base presentò la sua vecchia conoscenza agli altri, invitò poi Mulan a passare la notte insieme a loro.
Una volta sistemati i rami per fare un falò accesero un fuoco, o meglio, Emma accese un fuoco usando la magia. La bionda sorrise dell’espressione stupita di Joffrey che si era avvicinato all’astante al fuoco, guardandolo come se fosse qualcosa di incredibilmente spettacolare, invece di un semplice piccolo fuocherello, grazie alla luce del fuoco la bionda notò che il ragazzo aveva qualche taglio e graffio in più rispetto a quella mattina, segno che doveva essere caduto parecchie volte mentre si erano separati, Joffrey era proprio imbranato. Il sorriso si spense dalle labbra di Emma quando il ragazzo le chiese chi le avesse insegnato quella magia. Regina, eccola nuovamente pensare a lei. Era riuscita ad evitarlo per tutto il giorno, nonostante l’immagine della mora le venisse a bussare nella mente di tanto in tanto, fino ad allora era sempre riuscita a scacciarla via.
<< Regina, la donna che mi ha insegnato quello che so sulla magia si chiama Regina >> rispose alla fine Emma con un sospiro.
 
<< Deve essere una strega incredibilmente potente >> le disse Joffrey.
 
<< Lo è, c’è stato un periodo in cui tutta la Foresta Incantata era ai suoi piedi, la chiamavano “La Regina Cattiva” e lo era, in un certo senso. Ha fatto delle cose cattive a molti. Ma poi è cambiata, ora è diventata una dei buoni, combatte al nostro fianco nel mio mondo. Tra le altre cose è anche l’altra madre di mio figlio >>.
 
<< State crescendo un figlio insieme? >> chiese sorpreso il ragazzo.
 
<< Ci stiamo provando. Non è sempre facile, siamo due donne testarde >>.
 
Jeoffrey fece altre domande su Regina alla bionda e Emma  rispose sempre, e ad ogni nuova risposta diventava sempre più chiaro a tutti la profondità dei sentimenti della Salvatrice nei confronti della mora.
Ad un certo punto Asir si alzò per allontanarsi.
Emma la guardò allarmata << dove vai? >>
 
<< Ho bisogno di stare da sola per un po’ >> rispose il demone << non ti preoccupare Emma, non ti abbandono qui >> aggiunse dopo sorridendo.
 
<< Non sono preoccupata che tu possa abbandonarci qui, sono preoccupata perché ti vuoi allontanare da sola, non è sicuro >>.
 
<< So cavarmela, Emma. Questa notte non sono gli orchi la cosa più pericolosa che si può incontrare >> il demone si allontanò.
 
Vero, Emma si era dimenticata della reale natura di quella donna, era facile dimenticarsi che Asir era un demone e che con molta probabilità avrebbe fatto a pezzi qualsiasi cosa volesse attaccarla.
La bionda aggiunse altra legna al fuoco mentre Mulan si sedette acanto a lei. Joffrey  e Trilli si erano addormentati da poco e anche l’anziana donna sembrava essere entrata nel mondo dei sogni.
Fu Mulan la prima a parlare << posso chiederti una cosa? >>
 
Emma sorrise << fai pure >>.
 
<< Sei innamorata di quella donna? >>
 
<< Si >>.
 
<< E lei ti ricambia? >>
 
Emma sospirò << No >>.
 
<< Quando glielo hai detto lei come l’ha presa? >>
 
<< Non l’ha presa in nessun modo, perché non le ho detto nulla >>.
 
Mulan alzò un sopracciglio confusa << allora come fai a dire che non ti ricambia? >>
 
<< Lei è innamorata di un’altra persona, di Robin. Ti ricordi della donna di cui ti ho parlato? Quella che viene dal passato? Bene, quella donna è la moglie di Robin, ma lui… lui non la ama più, ricambia i sentimenti di Regina >>.
 
<< Ma Robin non può stare con lei perché è ancora sposato, non se la sente di abbandonare sua moglie >> concluse Mulan.
 
<< Esatto, ecco perché voglio portare Joff nel mio mondo. Lui è il Vero Amore di quella donna, quando si innamoreranno lei e Robin si potranno lasciare e Regina potrà tornare ad essere felice >>.
 
<< Ma non lo sarai tu >>.
 
<< Lei mi odia in questo momento, non vuole parlarmi, non vuole guardarmi e io ci sto male. Se vederla ogni giorno con lui è il prezzo da pagare perché lei ritorni a parlarmi, lo pagherò. Perché credimi, Mulan, averla un pochino nella mia vita è meglio che non averla per niente, mi sento vuota senza di lei. E io la rivoglio, voglio che torni nella mia vita, voglio che torni a sorridermi… lei ha davvero un bellissimo sorriso, sai? E’ un sorriso capace di illuminare anche il luogo più buio ed è un peccato che non lo mostri spesso, ma sono sicura che con lui al suo fianco sarà felice ed è tutto quello che voglio.  >> gli occhi di Emma erano diventati rossi e lucidi.
 
<< Ti capisco >> disse Mulan ad un certo punto << so che cosa vuol dire amare una persona e non essere ricambiata >>.
 
<< Anche tu sei innamorata? >>
 
<< Si e la conosci >>.
 
Emma pensò a tutte le persone che sia lei che l’altra donna conoscevano nella Foresta Incantata, a tutte le donne che conoscevano… visto che Mulan aveva usato il femminile. Sicuramente in comune avevano Aurora e sua madre.
Emma spalancò gli occhi è guardò Mulan << non sarà mica mia madre?! >>
 
<< Rilassati Emma >> Mulan sorrise << non è Biancaneve >>.
 
<< Allora deve essere… Aurora? >>
 
<< Esatto >> Mulan fece un sorriso amaro << stavo per dirglielo, ma lei mi ha interrotto dicendomi che aspettava un bambino da Filippo. Non ho avuto il coraggio di dichiararmi. Rovinare una famiglia… non potrei mai farlo >>.
 
<< E’ finita nel mio mondo sai? Aurora intendo. E’ li con suo marito >>.
 
<< E come sta? >>
 
<< Sta bene, lei il marito… e il bambino >>.
 
<< Quindi è nato… >>.
 
<< Si >>.
 
Rimasero alzate ancora un po’, senza parlare. Poi decisero che era arrivato il momento anche per loro di riposare. Emma si chiese distrattamente che fine avesse fatto Asir, sperando davvero che quella donna fosse in grado di difendersi da ogni cosa. Rovistò nella tasca dei suoi pantaloni e tirò fuori l’anello di Regina, tenerlo tra le mani era come avere una piccola parte della mora con se, quel pensiero le scaldava il cuore, resisti Regina, ti sto portando il tuo lieto fine pensò Emma, prima di baciare l’anello e rimetterlo nella tasca dei pantaloni, poi si abbandonò al sonno e ai sogni, sogni di lei e Regina insieme.
 
Emma non poteva saperlo, ma qualcuno nel suo mondo la stava guardando attraverso uno specchio magico e aveva ascoltato la conversazione appena avvenuta. Regina Mills non si stava perdendo nemmeno un secondo del viaggio che la bionda aveva intrapreso per lei, osservando ogni cosa attraverso lo specchio magico che aveva nella sua cripta.
 
 
Quando Asir ritornò al campo trovò tutti addormentati, vide la bionda rannicchiata su se stessa per il freddo, il demone le fece comparire una coperta addosso. Andò a sedersi vicino ad un albero appoggiando la schiena al tronco.
<< E’ una stana donna, vero? >> la voce della vecchietta ruppe il silenzio.
 
<< Di chi parli? >> rispose distrattamente il demone.
 
<< Emma. E’ una strana ragazza, è riuscita a riunire un gruppo piuttosto insolito: una fata, una donna guerriero, un contadino, un demone e una vecchia >>.
 
<< Una vecchia? No, non sei semplicemente una vecchia, sei qualcos’altro >>.
 
La vecchietta si mise a sedere sorridendo << che intendi dire? >>
 
Asir la guardò a lungo << Non ti ho mai detto di essere un demone e sono certa che neanche Trilli ed Emma lo hanno fatto, però tu lo sai. Sono brava a leggere nella mente e del cuore delle persone, ma non ci riesco con te, c’è qualcosa di potente che ti protegge da me >>.
 
<< La cosa ti infastidisce? >>
 
<< Non mi piace non sapere con chi ho a che fare >>.
 
<< Hai paura per te o per lei, demone? >>
 
<< Non ho paura, vecchia. Sono certa che ti ammazzerei se tu provassi anche solo a torcere un capello a quella ragazza >> il tono del demone si fece minaccioso.
 
<< Sono certa che ci proveresti. Ma non preoccuparti, non voglio farle del male >> la vecchietta le sorrise un ultima volta prima di sdraiarsi nuovamente e tornare a dormire.
 
<< Lo spero per il tuo bene >> le rispose il demone guardando un ultima volta la bionda che riposava serena, prima di appoggiare anche la testa al tronco e chiudere gli occhi.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Si svegliarono alle prime luci dell’alba, la coperta che aveva tenuto Emma al caldo era misteriosamente scomparsa prima che la bionda o chiunque altro potesse vederla. Fecero colazione in silenzio.
Mulan fu la prima a parlare << ho deciso che vi accompagnerò fino al lago >>.
 
<< Non sei costretta >> le disse Emma.
 
<< Emma >> la guerriera le si avvicinò per non fasi sentire da nessun’altro << ci sono molti pericoli e voi non siete armati, ci sei tu, una fatina, una vecchietta, una donna che mi da l’idea che non sappia tenere in mano nemmeno un coltellino, e un ragazzo che è appena inciampato nei suoi stessi piedi >>.
 
Emma si voltò verso Joffrey che si stava rimettendo in piedi dopo la caduta << sono certa che ce la caveremo >>.
 
<< E’ possibile, ma perché rischiare? >>
 
<< Va bene, se ti fa piacere vieni con noi >>.
 
Mulan sorrise << tieni, usala tu per il momento >> le passò la spada di scorta << porremmo davvero ritrovarci con il combattere contro degli orchi >>.
 
Emma sorrise a sua volta prendendo la spada << grazie >>.
 
<< Allora siamo pronti per ripartire? >> chiese il demone interrompendole.
 
<< Si certo >> la bionda si attaccò la spada alla cintura dei pantaloni << ormai non manca molto >>.
 
 
Fortunatamente non incontrarono degli orchi, ma si imbatterono in un gruppo di briganti. Mulan fece la maggior parte del lavoro per sbarazzarsi di loro, ma anche la bionda se la cavò disarmando due di loro e facendone cadere un terzo dopo avergli fatto lo sgambetto. Emma fu fiera di se stessa, gli insegnamenti sul combattimento che suo padre aveva incominciato a darle stavano dando i loro frutti, non vedeva l’ora di tornare a casa e raccontare tutto a David. Anche Joffrey cercò di essere utile, colpendo con forza uno di quegli omaccioni sulla testa con la sua zappa, ma dovette battere in ritirata quando venne preso di mira da quello che poteva essere il fratello più grosso del tizio di prima, il ragazzo cadde a terra ma fortunatamente una radice spuntata dal nulla arrestò la corsa dell’assalitore. Asir aiutò Joffrey a rialzarsi.
<< Però, sei migliorata dall’ultima volta >> si complimentò Mulan con la bionda, una volta che i briganti se ne furono andati con la coda tra le gambe.
 
<< Ho preso qualche lezione >> le sorrise Emma.
 
<< Almeno non te ne vai più in giro con quel cosino rumoroso >> rispose Mulan.
 
<< Quel cosino si chiama pistola, ed è un’arma temibile nel mio mondo >> la corresse la bionda.

<< Può darsi, ma contro gli orchi non è servita a nulla >>.
 
<< Ma nel mio mondo gli orchi non ci sono… non letteralmente almeno >>.
 
<< Venite a vedere >> disse la vecchietta interrompendo la discussione tra la Salvatrice e la guerriera, la donna si trovava vicino ad un cartello che riportava la scritta “Lago di Nostos, un giorno di viaggio”.
 
La bionda sorrise << ci siamo quasi ragazzi >>.
 
 
Al tramonto si accamparono in un bosco e, come la sera prima, si divisero per trovare della legna ed Emma dopo accese il fuoco, per cena mangiarono coniglio grazie alle doti da cacciatrice di Mulan.
 
 
<< Così domani sarà tutto finito >> disse il demone sedendosi vicino alla bionda.
 
<< Già, non riesco a crederci. Spero solo che ci sia ancora dell’acqua nel lago >>.
 
<< E se così non fosse? >>
 
<< Non lo so. Penso davvero che il bacio tra Marian e Joff non funzionerà, proprio perché ancora non si amano. Non so in che condizioni sia Marian… ma dubito che sia in grado di conoscerlo e innamorarsi di lui. Mi chiedo se portarlo con noi o meno >>.
 
<< Portatelo con voi e provate con il bacio, mal che vada, se Joffrey lo vorrà, io potrei riportarlo a casa sua >>.
 
<< Prendendogli un ricordo? >>
 
<< Devo farlo, mi devo nutrire, viaggiare tra i mondi mi costa energia, molta energia se con me viene anche qualcun’altro. Gli toglierò il ricordo di noi, del giorno che ci ha conosciute… così non si ricorderà nulla di Marian e non soffrirà >>.
 
Emma annuì.
 
<< Se dovesse andare bene, saresti pronta a vedere la donna che ami con un’altra persona? >> le chiese il demone.
 
<< Lo sono dal momento in qui ho deciso di partire >>.
 
<< Non sarà facile per te, ne soffrirai >>.
 
<< E’ il prezzo che devo pagare e sono felice di farlo >> Emma si voltò verso il demone e sorrise << che c’è? Ti stai preoccupando per me? >>
 
Asir la guardò negli occhi per qualche secondo, prima di ritornare ad osservare le fiamme del piccolo falò, sentì qualcosa di strano, sentì che le guance erano diventate improvvisamente calde << assolutamente no. E’ solo che ho visto come l’amore può ridurre le persone… quindi… sta attenta >>.
 
<< Sono sempre attenta >>.
 
<< No, non è vero. Non pensi mai alle conseguenze delle tue azioni. Sei venuta da me, hai evocato un demone senza pensare a quello che ti poteva succedere. Sai, c’è un motivo se uno come Tremotino non si è mai azzardato ad evocare me o qualcuno dei miei compagni, ci teme e ha ragione di farlo >>.
 
<< Come mai? Insomma lui è il Signore Oscuro >>.
 
<< Il Signore Oscuro non è invincibile. Alcuni demoni possono chiedere un prezzo veramente alto per i loro servigi. Ci sono demoni che possono richiedere la vita di una persona, e non importa se questa persona è il Signore Oscuro. I demoni sono creature scaltre, potrebbero ingannare anche qualcuno come Tremotino e tu hai corso davvero un grosso rischio evocandomi >>.
 
<< Ricevuto, sarò molto, molto attenta in futuro >>.
 
<< Per quello che mi riguarda so perfettamente quale sarebbe stato il ricordo che avrei preso a Tremotino e credo che anche lui lo sappia, ecco perché non mi ha mai evocato >>.
 
<< E quale sarebbe? >>
 
<< Il ricordo di suo figlio. Lo avrei portato nel tuo mondo, ma gli avrei cancellato per sempre il ricordo del motivo che lo ha spinto ad andarci >>.
 
<< E’ crudele >>
 
Il demone sorrise << odio profondamente quell’uomo e farei di tutto per ferirlo. Ma guarda il lato positivo, se Tremotino non fosse andato a cercare suo figlio forse adesso Baelfire sarebbe ancora vivo. E comunque, il Signore Oscuro ha fatto cose molto più crudeli delle mie, meriterebbe un po’ di sofferenza >>.
 
<< Hai scelto il ricordo che vuoi portarmi via? >>
 
<< Non ancora. Domani, quando ritornerai nel tuo mondo, lo sceglierò >>.
 
<< Sai quando prima mi hai detto che non penso mai alle conseguenze delle mie azioni? Anche Regina lo ha detto >>.
 
<< Quella donna è molto sveglia allora >>.
 
<< Me lo ha detto quando ho portato Maran nel mio mondo. Lei mi odia ora >> Emma abbassò la testa asciugandosi delle lacrime con il dorso della mano.
 
Asir la guardò con la coda dell’occhio, non le piaceva vederla piangere << No, non ti odia >>.
 
<< Avresti dovuto vederla. Se non fosse cambiata tanto probabilmente mi avrebbe incenerita >>.
 
Il demone fece un respiro profondo, quella conversazione la metteva a disagio, era brava con le parole quando si trattava di far fare alle persone quello che voleva, ma consolare era qualcosa di nuovo per lei << da quello che hai raccontato tu, ne ha passate molte, è normale che abbia problemi con la fiducia ora. Ma tu sei riuscita a farti strada nel suo cuore, sei riuscita ad ottenere la sua fiducia… ed è logico che ora si senta ferita. Sono le persone che amiamo quelle che possono farci davvero male… ma no, non ti odia. E’ arrabbiata con te, ma le passerà prima o poi, anche se dovessi fallire con questa missione, tornerà a parlarti. Sono sicura che una parte di lei è dispiaciuta di averti trattata in quel modo ma è una donna molto orgogliosa e tu sei riuscita a ferirla in un modo che lei stessa non pensava che potessi fare, l’hai ferita perché lei te lo ha permesso affezionandosi a te. Lei ti vuole bene, solo le serve tempo >>.
 
<< Mi vuole bene? Lo pensi davvero? >> Emma guardò Asir sorridendo.
 
<< Credo che sia… inevitabile… >> Asir si guardò le mani e incominciò a giocherellare nervosamente con le dita.
 
Emma sbadigliò.
<< Dai, basta con questi pensieri. Vai a riposarti e domani saprai quello che dovrai fare >> le disse il demone cambiando argomento.
 
Emma si stiracchiò, si allontanò un po’ dal falò e si sdraiò << buonanotte Asir >>.
 
<< Buonanotte Emma >>.
 
Il demone aspettò che la bionda si addormentasse prima di farle comparire la coperta addosso. Guardò Emma sorridere nel sonno, non aveva bisogno di usare il suo potere per sapere che sogno stesse facendo, ormai era chiaro chi fosse la protagonista di quei sogni. Era chiaro che per Emma ci sarebbe stata sempre e solo quella donna.
La verità era che Asir aveva già scelto il ricordo in questione e sapeva già che cosa avrebbe dovuto fare con quel ricordo, sperò solo che fosse la scelta giusta.
 
 
<< Sveglia, sveglia!!! >> fu l’urlo di Trilli dritto nell’orecchio della bionda a svegliarla. Emma istintivamente prese in mano la spada e fece per sguainarla quando la fatina la fermò.
 
<< Stai calma! Non siamo in pericolo, solo svegliati >> le sorrise Trilli.
 
<< Ma sei matta a svegliarmi così? Mi hai fatto quasi venire un colpo, ma che ti è preso? >> le rispose la bionda alzandosi.
 
<< E’ oggi! Oggi arriveremo al lago di Nostos! Oggi torniamo a casa! >> disse la fatina saltellando per poi dare ad Emma la sua colazione.
Emma scosse la testa e sorrise prima di sedersi e incominciare a mangiare.
 

 
 Arrivarono al lago di Nostos nel pomeriggio ed Emma ebbe una grossa delusione, il lago era completamente asciutto.
<< Oddio… non ci posso credere… >> disse la bionda guardando la distesa sabbiosa dove un tempo si trovava il lago << prosciugato di nuovo, merda! >>
 
<< Non è giusto… dopo tutta la strada che abbiamo fatto… >> aggiunse Trilli.
 
Mulan guardò la distesa di sabbia e le venne un’idea << non abbattetevi, forse c’è una cosa che si può ancora fare >> la guerriera si diresse nel centro di quello che un tempo era il lago, si inginocchiò e cominciò a scavare.
Emma si avvicinò alla ragazza, ma senza più speranze. Passarono minuti  e Mulan continuava a scavare, la bionda stava quasi per dirle di fermarsi, di lasciar perdere, quando vide che la sabbia da chiara e soffice cominciava a diventare più scura, più compatta e più bagnata, a quel punto anche Emma si inginocchiò e cominciò a scavare. Con il passare del tempo nella buca cominciò a formarsi una piccola pozza d’acqua, la bionda tirò fuori la spada e si provocò un piccolo taglio su un dito, poi lo immerse nell’acqua. Quando lo tirò fuori il dito era completamente guarito.
 
Emma sorrise << è lei! >>
 
Mulan prese la borraccia che teneva attaccata alla sua cintura, la svuotò dell’acqua che conteneva e la riempi con quella del lago.
 
<< Ecco fatto >> disse la guerriera chiudendo la borraccia e passandola ad Emma.
 
<< Grazie >> la bionda prese la borraccia e la guardò come se fosse l’oggetto più prezioso del mondo e lo era davvero. Poi si voltò verso gli altri << E’ fatta! >> urlò.
 
 
Asir prese un bastone e disegnò sul terreno un cerchio, più grande rispetto a quello che avevano usato per arrivare nella Foresta Incantata e si mise al centro di esso << quando vuoi Emma >>.
 
La bionda si voltò verso la guerriera << Ti ringrazio di tutto, il tuo aiuto è stato fondamentale e non so proprio come sdebitarmi >> le restituì la spada.
 
Mulan sorrise << promettimi solo che non ti caccerai ancora nei guai >>.
 
<< Temo che questo proprio non te lo posso promettere. Ho un talento naturale nel trovare i guai >>.
 
Mulan sorrise di nuovo << Senti, fammi il favore di dire ad Aurora che… >> scosse la testa << dille solo che sono felice per lei e che le auguro tanta fortuna >>.
 
<< Lo farò >> Emma si rivolse poi all’anziana << Nonnina io… >>.
 
<< Lascia stare i saluti cara, non servono. Io vengo con voi >>.
 
Emma sgranò gli occhi <>
 
<< Non ho niente in questo mondo, e sono proprio curiosa di vedere il tuo >> l’anziana le sorrise prima di entrare nel cerchio di Asir. Il demone la guardò male, voleva che fosse chiaro l’avvertimento. La vecchietta le sorrise e le sussurrò << quello che ho detto quella notte vale ancora, demone >>.
 
Alla fine entrarono nel cerchio anche Emma, Trilli e Joffrey.
 
<< Ho idea che tu mi abbia scambiata per un autobus >> disse il demone alla bionda.
Emma le fece un sorriso colpevole. Salutarono un ultima volta Mulan prima di venire risucchiati nel buco nero.
 
 
Ricomparirono nello stesso posto da dove erano partiti, nel granaio.
 
<< E’ stato così strano, pensavo davvero che la vista e l’udito non mi sarebbero più tornati >> disse il ragazzo.
 
<< Capita a tutti la prima volta che fanno un viaggio tra i mondi, te la sei cavata alla grande >> gli rispose Asir.
Joffrey le sorrise.
 
<< Bene, Trilli porta Joffrey e Nonnina da Marian >> disse Emma alla fatina << oh, porta anche questa con te e dai questo a Regina >> la bionda le diede la borraccia e l’anello della mora .
 
<< E tu che fai? >> le chiese la fatina.
 
<< Pago il mio debito, vi raggiungerò tra poco >>.
 
<< Come vuoi >> rispose Trilli preoccupata, poi fece strada a Joffrey e all’anziana.
 
Emma si voltò verso il demone << eccoci qui, alla fine. Allora, hai preso una decisione? >>
Il demone si limitò ad annuire.
 
<< Bene, prendilo allora >>.
 
Il demone mise entrambe le mani sul viso della bionda e inchiodò gli occhi a quelli di Emma e la bionda si immobilizzò. Asir cercò nella mente di Emma il ricordo prescelto, indagando tra i suoi ricordi si accorse che qualcosa non andava. Qualcuno le aveva già modificato la memoria. Per un momento il demone si chiese se dirlo o meno alla bionda, ma lasciò perdere, non aveva senso dirle qualcosa dal momento che tra poco Emma si sarebbe dimenticata qualsiasi conversazione con lei. Guardò ancora nella sua mente ed ecco il ricordo che stava cercando, lo assorbì lentamente ma cercando di lasciarne delle tracce. Una volta preso il ricordo guardò attentamente il viso di Emma, la bionda era come ipnotizzata per via del potere del demone. Asir fece una cosa che non aveva mai fatto con nessuno prima di allora, avvicinò il suo viso a quello della bionda e le sfiorò le labbra con le sue. Un bacio dolce, delicato, casto. Quando il demone si allontanò le disse semplicemente << ti auguro di essere felice, Emma >> e scomparve.
In quel momento Emma ritornò in se, si guardò attorno spaesata, non riusciva a ricordarsi il perché fosse finita li.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Senza riuscire a darsi una spiegazione, che non fosse una momentanea infermità mentale, alla sua presenza nel fienile, Emma decise di ritornare in città. La Regina delle Nevi doveva essere assolutamente trovata.
Una volta arrivata in città venne raggiunta dai suoi genitori e dal figlio.
<< Emma! Grazie a Dio stai bene! Eravamo così preoccupati >> Mary Margaret abbracciò la figlia così forte che quasi la soffocò.
 
<< Non ti sembra di esagerare mamma? Sono stata via un’ora al massimo >> Emma sorrise ricambiando l’abbraccio della madre.
 
<< Un’ora? Stai scherzando? Sei stata via per 5 giorni, senza nemmeno avvertirci che saresti partita. Appena ci hanno avvisati del tuo ritorno ci siamo precipitati qui >> le disse David sgranando gli occhi.
 
<< Ma di che state parlando? Non mi sono mossa da Storybrooke >> Emma li guardò confusa.
 
<< Ma come? Emma sei appena ritornata dalla Foresta Incantata >> rispose Mary Margaret preoccupata.
 
<< No, davvero. Sono sempre stata qui >> continuò la bionda.
 
<< Emma, sei andata nella Foresta Incantata con Trilli. Hai portato con te il vero amore di Marian. Lo hai fatto per permettere a Regina di stare con Robin >>  David la guardava dritta negli occhi, cercando di capire che cosa avesse la figlia.
 
<< Ma di che diavolo state parlando?! >> Emma si stava innervosendo << vi ho già detto che non sono andata da nessuna parte con nessuno. E poi chi sarebbero questi Regina, Marian e Robin? >>
 
I genitori di Emma ed Henry sgranarono gli occhi.
 
<< Mamma, ma davvero non ti ricordi dell’altra mia mamma? >> la guardò triste il figlio.
 
<< Henry, non ti ci mettere anche tu. Lo sai che ti ho cresciuto da sola >>.
 
Okay, ora erano tutti preoccupati.
<< Ti ricordi il motivo che ti ha spinto a venire a Storybrooke? >> le chiese Mary Margaret.
 
<< La casa che avevamo a Boston aveva preso fuoco. Abbiamo guardato il lato positivo della cosa e abbiamo deciso di cambiare città, non avendo un’idea precisa Henry ed io abbiamo preso una cartina, ad occhi chiusi ho puntato il dito su una zona della mappa, era una zona del Maine senza niente ma siamo partiti comunque. La dove la mappa diceva che c’erano solo boschi, noi abbiamo trovato Storybrooke. Ecco tutto >>.
 
<< E la maledizione come sei riuscita a spezzarla? >> continuò Mary Margaret.
 
<< Si è spezzata da sola, appena siamo arrivati in città >> ora Emma era decisamente preoccupata, perché le facevano domande su cose che sapevano benissimo?
 
<< Il libro, mamma. Il libro delle favole che ho sempre con me. Ti ricordi come sono riuscito ad averlo? >>
 
<< Siamo andati ad un mercatino dell’antiquariato a Boston, proprio prima di partire. Hai insistito così tanto per averlo e, visto che per colpa dell’incendio non ti era rimasto nulla, alla fine te l’ho preso >>.
 
In quel momento vennero raggiunti da Regina e dall’anziana.
<< Emma, Emma io… >> la mora aveva il fiatone. Aveva seguito anche le ultime vicende della bionda attraverso lo specchio magico, appena la vide scomparire nel buco nero chiamò David e Mary Margaret per avvertirli del ritorno della figlia ed era rimasta nella cripta ad aspettare che le venisse portata l’acqua magica. Dopo aver versato tutto il contenuto della borraccia addosso a Marian ed essersi accertata che l’incantesimo si fosse spezzato, Regina lasciò una Marian un po’ confusa in compagnia di Joffrey e Trilli, per poi precipitarsi a cercare Emma, mentre l’anziana donna, che le sembrava di aver già visto da qualche parte, insistette per seguirla.
 
Emma appena sentì pronunciare il suo nome si voltò verso la mora << e lei chi è, scusi? >> la guardò con espressione confusa. Quella donna sembrava conoscerla, ma lei non sapeva proprio chi fosse.
Regina spalancò bocca e occhi sorpresa, davvero Emma non sapeva chi lei fosse?
<< Non riusciamo a capire che cos’abbia. Non ricorda nulla del viaggio, non si ricorda di Marian di Robin e perfino di te Regina. Tutto quello che abbiamo passato a Storybrooke è diverso per lei >> spiegò David sconvolto.
 
<< Cara, posso chiederti se ti ricordi di me? >> domandò l’anziana ad un certo punto.
 
Emma aggrotto la fronte << No, mi dispiace. Non l’ho mai vista prima di oggi >>.
 
<< E Joff? Ti ricordi di lui e quando lo hai conosciuto? >> continuò la donna.
 
<< … Dovrei conoscerlo? >>.
 
<< E dimmi, la maledizione che ha portato in questo mondo tutti gli abitanti di Storybrooke chi l’ha lanciata e perché? >>
 
<< E’ stato Tremotino, lo ha fatto per venire a cercare suo figlio >>.
 
<< Credo di capire che cosa sia successo >> disse in fine la vecchietta.
 
<< Allora potresti dirlo anche a noi >> rispose seccato David.
 
<< Da quello che ho capito, vostra figlia per intraprendere il viaggio nella Foresta Incantata ha dovuto chiedere aiuto ad un demone. I demoni non fanno mai niente per niente e questo, in particolare, ha chiesto a vostra figlia un ricordo come mezzo di scambio. E il ricordo in questione è Regina, il loro primo incontro. Prendendoglielo le ha automaticamente cambiato i ricordi di Storybrooke e tutto quello che ne riguarda >>.
 
<< Ma perché non si ricorda di essere stata nella Foresta Incantata o di voi o di Marian e Robin? >> chiese Mary Margaret.
 
<< Perché il viaggio è avvenuto con uno scopo ben preciso: Regina. Vostra figlia e partita unicamente per aiutare Regina, per trovare l’acqua magica che ha guarito Marian e per trovare Joff, permettendo così a Robin di lasciare sua moglie e stare con Regina. Tutto per rendere felice Regina. Senza il ricordo del loro incontro e tutto quello che è capitato da quel momento in poi, il viaggio che ha fatto non ha motivo di esistere nella sua mente, così è stato cancellato. Per quello che riguarda Joffrey e me, beh ci ha conosciuto durante quel viaggio, viaggio che per lei non è mai avvenuto… quindi non si ricorda di noi. Marian e Robin, sono legati a Regina. Robin è il vero amore di Regina, Marian è stata salvata dall’esecuzione voluta da Regina  >>.
 
<< Ma si può sapere di che diavolo state parlando? Io queste persone non le conosco, punto. Non sono mai partita. Non ho mai evocato niente. Insomma me ne ricorderei, no? Non sono mica impazzita >> Emma ora si stava innervosendo per davvero.
 
<< No, non sei impazzita cara, semplicemente il demone ti ha cancellato dei ricordi >> rispose tranquillamente la vecchietta.
 
<< Tesoro, pensi che tuo padre ed io ti racconteremmo mai delle bugie? >> le chiese Mary Margaret accarezzando il viso della figlia.
 
<< No, non lo penso >>.
 
<< Allora devi crederci se ti diciamo che la tua memoria è stata davvero modificata, devi crederci se ti diciamo che queste persone le conosci, che il viaggio c’è stato >> concluse David.
 
Emma guardò Regina e l’anziana, proprio non si ricordava di loro, non ricordava niente e si sentiva in colpa per questo. Non sapeva spiegarsi il motivo, ma vedere la mora che la guardava con quell’espressione così triste non le piaceva per niente.
<< Va bene vi credo >> disse infine  Emma << ma proprio non so come fare per ricordare >>.
 
<< Senti cara, che ne dici di tornare a casa e riposarti un po’. Anche se non te lo ricordi, il tuo corpo è provato dal viaggio appena intrapreso >> le disse l’anziana.
 
<< Mi sembra una buona idea >> continuarono David e Mary Margaret insieme.
 
<< Puoi venire da “Granny’s” con me, possiamo berci una cioccolata o mangiare qualcosa>> le propose Henry.
 
Emma guardò i suoi genitori e le altre due donne con la netta sensazione che volessero sbarazzarsi di lei. Ma alla fine accettò, sentiva uno strano desiderio di mangiarsi un mega hamburger, si sentiva come se non mangiasse decentemente da giorni. Diede un ultima occhiata alla donna di nome Regina, la osservò mentre abbracciava Henry e le lanciava un altro sguardo triste. Era davvero strano non ricordarsi di lei, non ricordarsi della donna che, a quanto dicevano, era l’altra madre di suo figlio. Non ricordarsi di un intero viaggio fatto solo per lei. La bionda scosse la testa e si allontanò con Henry.
 
<< Okay, ci serve un piano per restituirle la memoria >> disse David una volta che la figlia se ne fu andata.
 
<< Io vorrei sapere che le è passato per la testa. Invocare un demone… e come ha fatto poi? >>  rispose Mary Margaret.
 
<< Sono sicura che in questa città ci sia qualcuno che può rispondere a queste domande >> gli stuzzicò l’anziana.
 
Mary Margaret la guardò come se si fosse accorta dell’anziana per la prima volta << Chiedo scusa, me lei chi sarebbe? >>
 
<< Nessuno di importante cara, solo una conoscenza che vostra figlia ha fatto durante il viaggio… >>
 
<< Solo? >> domandò Regina << non direi “solo”. Tu… mi sembra di conoscerti >>.
 
L’anziana rise prima di parlare << il tuo intuito si è parecchio assopito da quando sei venuta qui. Un tempo mi avresti riconosciuta immediatamente, amica mia >> una nuvola nera avvolse l’anziana donna, quando sparì una donna molto più giovane prese il posto della vecchia. Le rughe erano sparite, i capelli erano tornati biondi, sulla punta del suo inseparabile bastone era comparsa l’immagine di un drago.
 
Regina sgranò gli occhi << Malefica >>.
 
<< E’ un piacere rivederti, Regina. Ed è bello poterlo fare nella mia forma umana >> le disse l’altra strega con una punta di accusa nella sua voce.
 
<< Malefica… io… >> boccheggiò Regina, alla ricerca di qualcosa da dirle.
 
<< Ti consiglio di tacere. Mi hai trasformato in drago solo perché ho cercato di impedirti di fare quel maledetto incantesimo. Mi hai rinchiusa per anni nei sotterranei di quella maledetta libreria…>>
 
<< Ma ho anche fatto in modo che nessuno potesse ucciderti >> la interruppe la mora.
 
<< Queste sarebbero delle scuse? Ti ho imprigionata, ma ti ho anche protetta con un incantesimo?! Sei seria?! Risparmiami queste sciocchezze! >> le disse stizzita Malefica << la tua fortuna è che non sono venuta qui con intenzioni bellicose, altrimenti ti avrei già trasformata in uno scarafaggio e senza prendermi il disturbo di proteggerti con qualche incantesimo >>.
 
<< Se non sei venuta qui con l’intenzione di uccidermi allora che cosa vuoi?>> chiese Regina.
 
<< Che altro avrei dovuto fare? Quando siamo ritornati nella Foresta Incantata ne ho approfittato per liberarmi dal tuo incantesimo e allontanarmi dal tuo regno, poi ho scoperto che c’era stato un altro sortilegio che vi ha rispedito nuovamente in questo mondo. Tu non c’eri più, Tremotino era morto, poi risorto e alla fine sparito anche lui… che avrei dovuto fare? Starmene seduta a rigirami i pollici? >>
 
<< Non dirmi che sei venuta fin qui perché ti sentivi sola >> disse sarcastica Regina.
 
<< Non-sono-affari-tuoi >>la strega le puntò contro il bastone e dalla sua punta uscirono delle scintille, per tutta risposta Regina alzò una mano e fece comparire una sfera di fuoco pronta per essere lanciata.
 
<< Va bene, basta così >> disse Mary Margaret mettendosi in mezzo a loro << possiamo mettere da parte questa strana e alquanto inquietante riunione tra amiche, per concentrarci su Emma? >>
Le due streghe guardarono Mary Margaret per qualche secondo, poi una abbassò il suo bastone e l’altra fece scomparire la palla di fuoco.
 
Mary Margaret sospirò sollevata << perfetto, ora… Malefica che cosa intendevi quando hai detto che c’è qualcuno in città che può rispondere alle nostre domande? >>
 
<< Mi sembra ovvio >> risposero contemporaneamente  le due streghe che subito si guardarono in cagnesco  << c’è una sola persona con una conoscenza abbastanza vasta su tutto quello che riguarda l’oscurità. E quella persona è… >> continuò Malefica facendo alla ragazza un gesto con la mano, per invitare Mary Margaret a finire la frase.
 
<< Tremotino >> concluse Mary Margaret.
 
La strega sorrise << esattamente >>.
 
 
<< Tremotino! >> urlarono David e Mary Margaret insieme, entrando nel negozio dell’uomo.
 
<< Quando la coppia perfetta entra in quel modo nel mio negozio e lo fa in compagnia di Regina, ci sono guai in arrivo >> disse semplicemente Tremotino vedendoli entrare di corsa << Malefica >> aggiunse sorpreso appena notò la strega.
 
<< Tremotino… >> lo salutò Malefica.
 
Mary Margaret non si perse in convenevoli << per quale motivo hai aiutato Emma ad evocare un demone!? >>
 
<< Io non l’ho aiutata a fare nulla. E’ venuta da me a cercare un modo per andare nella Foresta Incantata e io le ho risposto che un modo non c’era, tutto qui >>.
 
<< Stai mentendo >> gli disse Regina.
 
<< Non può aver fatto tutto da sola. Tu sicuramente l’hai aiutata >> si aggiunse Malefica.
 
L’uomo guardò le due donne che lo stavano fissando con uno sguardo omicida. Era abituato tenere testa a Regina, ma tenere testa a lei e a Malefica contemporaneamente era un altro paio di maniche.
L’uomo fece un sospiro << ora che mi ci fate pensare, giusto qualche giorno fa mi sono accorto che uno dei miei libri sui demoni era sparito, coincidenza vuole che fosse sparito proprio dopo la visita della signorina Swan. Sono riuscito a ritrovarlo grazie ad un facile incantesimo di localizzazione, si trovava nel granaio di Zelena >> prese il libro in questione in mano << è proprio questo. Il libro, quando l’ho trovato, era aperto su una pagina in particolare, quella dedicata al demone Abraxis >>.
 
Regina gli strappò il libro di mano << Bene, faremo quattro chiacchiere con il demone>>.
 
Tremotino le sorrise << te lo sconsiglio, è quasi impossibile trattare con i demoni. A loro interessa guadagnare e basta >>.
 
<< Non credo che avremo problemi con questo demone in particolare >> si limitò a dire Malefica.
 
<< Come fai ad esserne sicura? >> chiese l’uomo incuriosito.
 
<< Non ti riguarda >> gli rispose la strega << credo che sarebbe meglio evocarla nello stesso posto dov’è stata evocata da Emma.
 

 
Senza pensarci su si diressero al fienile.
Malefica tracciò il cerchio per terra e fece allontanare di qualche passo gli altri.
<< Eri seria quando dicevi che non avremmo avuto problemi con questo demone? >> Le chiese Regina.
 
<< Avrebbe potuto fare del male ad Emma in qualsiasi momento, ma non lo ha fatto. Quindi penso che si possa ragionare con lei, certo c’è sempre la possibilità che provi dei sentimenti per Emma e che quindi l’abbia trattata in modo speciale >>.
 
<< Il demone prova dei sentimenti per Emma? >> Regina era sorpresa.
 
<< E’ possibile >> Malefica alzò le spalle.
 
<< Ed Emma… anche lei? >> alla mora quella notizia non piacque per niente. Aveva osservato la bionda per tutto il tempo, l’aveva sentita parlare di lei agli altri, l’aveva sentita dichiarare i suoi sentimenti… ma è possibile che alla fine avesse cambiato idea? A Regina quasi sembrò di sentire il suo cuore spezzarsi, anche se non sapeva spiegarsi il perché.
 
Malefica la guardò per qualche secondo, poi le fece un sorrisetto furbo << e se anche fosse? Che problemi ci sono? >>
 
Regina non rispose. Ma si che c’erano dei problemi, non le andava per niente bene che ad Emma potesse piacere il demone, non aveva fatto tutta quella strada per lei? Perché l’amava? E ora salta fuori che forse quel demone era meglio della ex Regina Cattiva?
Malefica osservò le espressioni che comparivano sul volto dell’amica, la conosceva abbastanza bene da sapere che cosa le stesse passando per la testa e nascose un altro sorriso << Bene, ora pronuncerò il suo nome ad altra voce e lei comparirà. Non fatela arrabbiare e fate attenzione>>.
 
<< Abraxis, Abraxis, Abraxis >>.
Una luce rossa circondò il bordo del cerchio e al centro si formò un buco nero, poco dopo comparì il demone nella sua forma umana.
 
<< Oh… >> disse semplicemente Asir quando vide chi l’aveva avocata.
 
<< Speravi di vedere qualcun’altra? Dovresti sapere bene che è impossibile che lei ti evochi di nuovo >> le disse Malefica notando l’espressione delusa del demone.
 
Il demone socchiuse gli occhi << chi siete e che cosa volete? >>
 
<< Davvero non mi riconosci? Certo, sono cambiata molto rispetto all’ultima volta che ci siamo viste >>.
 
Il demone la guardò attentamente << tu sei la vecchia, sapevo che nascondevi qualcosa. Perché mi hai evocata? >>.
 
<< Per Emma >>.
 
<< Le è successo qualcosa?>> chiese Asir preoccupata << che cosa le hai fatto? >> aggiunse dopo con tono minaccioso. La cosa non sfuggì a Regina.
 
<< Lei sta bene, vogliamo solo che tu le restituisca la memoria >>.
 
Il demone si rilassò << Non posso farlo, un patto è un patto e nemmeno io posso scioglierlo >>.
 
<< Ma tu le hai tolto il ricordo di una persona! Una persona a cui Emma è affezionata! >> le urlò contro Mary Margaret.
 
Asir alzò un sopracciglio << Ti correggo, le ho tolto il ricordo della persona di cui è innamorata, il ricordo della persona che non la ricambia >>.
Mary Margaret e David si guardarono, non sapendo come replicare a quella nuova informazione.
 
<< Ma così le hai fatto del male >> le disse Regina arrabbiata.
 
Asir si voltò verso la donna, sapeva esattamente chi fosse, aveva visto molte volte il suo volto nel cuore di Emma, guardò la mora con disgusto e la sua voce si fece tagliente << Sei tu. Per tua informazione, se avessi voluto fare del male ad Emma avrei fatto di peggio. Avrei perfino potuto cancellarle il ricordo del giorno in cui ha conosciuto Henry e portarla da qualche parte, lontana da voi. Ma non l’ho fatto, ho cancellato il tuo ricordo perché TU le stavi facendo del male. Dovresti esserne contenta, ora hai il tuo uomo tutto per te. Ed Emma… beh, lei non ricorderà nulla di te, non soffrirà più per causa tua, il suo cuore ora è libero dall’amore che provava per te. Sarà felice >>.
 
<< Tu la ami?>> Le chiese la mora.
 
<< Sono un demone >> le rispose Asir con amarezza << non posso amare >>.
Regina vide qualcosa negli occhi del demone, lacrime?
 
<< Ma deve esserci un modo per farle ritornare la memoria >> Mary Margaret aveva riacquistato l’uso della parola.
 
Il demone ci pensò su << Non le ho tolto tutto il ricordo, le ho lasciato qualcosa… volevo dare ad Emma la possibilità di recuperare la memoria in qualche modo. Per fargliela ritornare deve essere baciata >>.
 
<< Intendi il bacio del Vero Amore? >> le chiese David.
 
<< No, un bacio diverso. Il bacio di un amore che può sconfiggere il destino >> Asir guardò Regina.
 
<< Che vuoi dire? >> le domandò la mora.
 
<< Questo sta a voi scoprirlo >> disse Asir prima di scomparire nell’oscurità del cerchio. Poi tutto tornò alla normalità.
 
<< Il bacio di un amore che può sconfiggere il destino… certo che poteva essere più criptica! >> Sbottò nervoso David.
 
<< Mary Margaret >> disse Regina, continuando a fissare il punto dove il demone era scomparso << chiama la signorina French e chiedile di aggiungere anche questa storia del bacio, tra le cose su cui deve indagare >>.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Era stata una giornata pesante, e nemmeno si ricordava la metà delle cose che aveva fatto quel giorno. Era andata al “Granny’s” con suo figlio, si era ingozzata come mai prima di allora di hamburger e si era fatta raccontare dal figlio la versione “giusta” del suo passato.
Emma si rigirò nel letto, non riusciva proprio a prendere sonno. Le riusciva impossibile credere a tutte le cose che le erano state raccontate, difficile pensare che Henry non fosse stato cresciuto da lei o almeno non lo era stato per i primi 11 anni. Era stata quella donna a prendersi cura di lui per tutti quel tempo, quella Regina. Difficile credere che avesse odiato tanto quella persona e che era stata ricambiata, difficile crederlo perché la mora sembrava veramente dispiaciuta di essere stata dimenticata da lei. Eppure l’aveva guardata con quegli occhi così profondi e tristi che quasi a lei era mancata l’aria dall’improvvisa ondata di sensi di colpa, sensi di colpa dovuti proprio al fatto che non si ricordava nulla.
Come se non bastasse, quando i suoi erano tornati a casa, David aveva cominciato a parlare del demone che lei aveva evocato e di un bacio strano che lei doveva dare a qualcuno. Fu praticamente costretta a baciare Killian, non che il pirata fosse dispiaciuto della cosa. Ma il bacio, oltre che ad essere stato sgradevole, non aveva portato a nulla, con enorme dispiacere dei suoi genitori, Killian invece si era subito offerto di fare un’altra prova, ma lei aveva rifiutato, aveva rifiutato di baciare chiunque altro. Non era nemmeno sicura di voler ricordare qualcosa, parlando da sola con Mary Margaret quest’ultima era entrata un po’ più nei dettagli, raccontandole del viaggio che aveva intrapreso per AMORE di Regina, e non semplicemente per aiutare la mora e che lei stava soffrendo perché non ricambiata da quella donna. Ricapitolando, prima di perdere la memoria era: innamorata di una donna, una donna che non la ricambia, una donna etero, una donna innamorata di un’altra persona, una donna che un po’ la detestava per aver riportato al presente chissà chi… a che scopo ricordarsi di tutto quel casino?
 
 ...
 
In quel momento, nella casa dell’ex sindaco, Regina e Robin erano a letto insieme.
Robin era sopra di lei, la baciava, la toccava ovunque e, tra un gemito e l’altro, ripeteva il nome della mora, finalmente poteva averla senza preoccuparsi della moglie vittima di un qualche incantesimo, senza sensi di colpa per averla tradita.
Desideroso di andare oltre quelle carezze le afferrò delicatamente le mutandine abbassandole lentamente.
<< Ti voglio, Regina >> prese a baciarle il collo, scendendo poi lentamente sul seno, sul ventre. Le tolse le mutandine e si rimise sopra di lei.
 
<< Robin, fermati >> disse Regina in un sussurro che l’uomo non sentì.
 
<< Robin… basta >> l’ex sindaco alzò leggermente la voce ma lui continuò.
 
<< Ho detto di fermarti! >> Regina spinse via Robin con tutte le sue forze e lui quasi cadde dal letto.
 
<< Ma che ti prende? >> le chiese arrabbiato.
 
<< Non mi va di farlo. Sono stanca e voglio dormire >>.
 
Lui sbuffò << come vuoi >> e fece per sdraiarsi accanto a lei.
 
Regina lo fermò << ti dispiacerebbe dormire nel letto degli ospiti? >>
 
<< Cosa? >> chiese lui tra lo stupito e l’arrabbiato.
 
<< Non mi va di dormire insieme. Vai nell’altra stanza per favore >>.
 
<< Questo è davvero ridicolo! >> Robin si rivesti, senza salutarla uscì dalla stanza. Non si diresse nella camera degli ospiti, l’asciò la casa di Regina sbattendo la porta.
 
Regina si sdraiò sul fianco rannicchiandosi su se stessa e avvolgendosi nella coperta, prese il guanciale e lo abbracciò incominciando a piangere, nella sua mente continuava a risentire le parole del demone.
 
<< Dovresti esserne contenta, ora hai il tuo uomo tutto per te. Ed Emma… beh, lei non ricorderà nulla di te, non soffrirà più per causa tua, il suo cuore ora è libero dall’amore che provava per te. Sarà felice >>.
 
 
Il giorno dopo Emma andò da “Granny’s” per fare colazione in compagnia dei suoi genitori e del fratellino Neal, mentre Henry era andato a scuola. Durante tutto il tragitto da casa al locale, la bionda dovette sopportare David e il suo continuo cercare di convincerla a riprovare con la storia dei baci. Fortunatamente Mary Margaret intervenne dicendo che il demone era stato chiaro: “Il bacio di un amore che può sconfiggere il destino” la parola chiave era Amore, Emma doveva essere innamorata e ricambiata da questa persona, in poche parole la bionda poteva anche baciare tutta Storybrooke, ma se non era innamorata di nessuno di loro e nessuno era innamorato di lei, i ricordi non le sarebbero mai tornati.
 
Nel locale era presente anche Regina, anche lei era andata li per fare colazione con Robin e Roland. L’uomo si era presentato quella mattina a casa del sindaco in compagnia del figlio, per convincere la mora a fare colazione insieme. Robin non aveva accennato alla discussione della notte precedente, ma dal suo mutismo Regina poteva capire che era ancora arrabbiato. Anche da parte della mora c’era qualcosa, non riusciva a guardarlo senza innervosirsi, tutto di lui cominciava a dargli fastidio. Era sempre stato così rumoroso mentre sorseggia il caffè? E quella camicia per quale diavolo di motivo deve essere sempre così stropicciata? Era necessario grattarsi il naso in quella maniera e in pubblico?
La presenza della bionda nel locale distolse subito l’attenzione di Regina dall’elenco, sempre più lungo, delle cose che detestava di Robin. Cominciò ad osservarla, ma distogliendo lo sguardo appena Emma lo ricambiava.
 
La bionda e la sua famiglia si sedettero ad un tavolo poco lontano da quello della mora, ordinarono due caffè e una cioccolata con panna e cannella.
Dopo poco li raggiunse Belle in compagnia di una donna giovane e bionda, con uno strano vestito azzurro.
Le due donne si sedettero allo stesso tavolo di Emma e dei suoi genitori. La bionda guardò attentamente la donna con lo strano abito, cercando di capire se la conoscesse o meno.
<< Trovato niente sul bacio? >> chiese subito David a Belle che si era seduta di fronte a lui.
 
<< Mi dispiace, ho provato a cercare qualcosa ma non ho trovato nulla >> disse la ragazza mortificata.
 
<< Dannazione >> rispose lui.
 
<< Mi dispiace davvero David,  ma con la storia del trovare la Regina delle Nevi e la sorella di Elsa… ho davvero poco tempo per altro >>.
 
In quel momento la ragazza con lo strano abito guardò Emma e la bionda si sentì in dovere di dirle qualcosa.
<< Chiedo scusa, ma con questa storia dei ricordi modificati non so se tu ed io ci conosciamo o no… >>
 
<< Oh no, non la conosci Emma >> le rispose Belle sorridendo << lei si chiama Elsa, viene da un posto lontano che si chiama Arendelle, l’abbiamo trovata poco dopo la tua partenza. Sua sorella è scomparsa e lei la sta cercando. E’ stata Elsa a creare quel gigantesco muro di ghiaccio e il mostro fatto di neve... te lo ricordi? Il mostro e il muro? >>
 
<< Si certo, il muro ghiacciato e il mostro che abbiamo sconfitto bruciandolo… >> rispose Emma annuendo.
 
<< Il mostro è stato sconfitto da Regina, con la sua magia. Niente fuoco >> la corresse la madre.
 
<< Oh >> si limitò a dire Emma. Si ricordava il mostro, era grosso e parecchio aggressivo… se quella donna era riuscita a sconfiggerlo da sola voleva dire che era parecchio forte. Guardò la mora che distolse subito lo sguardo.
 
<< Mi dispiace >> disse Elsa << per aver causato tanti problemi >>.
 
<< Beh, la cosa importante è che il mostro non ci sia più e che il muro sia scomparso >> rispose Emma sorridendo.
 
<< Veramente il muro c’è ancora >> la corresse Belle.
 
<< Senza mia sorella non riseco a controllare bene i miei poteri, quindi non riesco a distruggere il muro… in più è stato rafforzato da una magia non mia, credo che si tratti della Regina delle Nevi >> concluse Elsa.
 
<< Sono sicura che troveremo tua sorella >> le disse la bionda sorridendole e d’istinto le strinse la mano con la sua.
Regina vide la scena e non poté che provare fastidio.
 
 
Dopo che Belle ed Elsa se ne furono andate Emma sbottò << va bene, ora sta diventando inquietante. Prima pensavo di essermi immaginata tutto, pensavo di essere diventata in qualche modo… paranoica. Ora non ci sono dubbi, quella tipa non fa altro che fissarmi >> la bionda indicò ai suoi genitori la mora.
 
Devid e Mary Margaret si voltarono giusto in tempo per vedere Regina distogliere lo sguardo per l’ennesima volta.
La mora non riusciva a non guardare la bionda, nella speranza che in qualche modo, così all’improvviso, le ritornasse la memoria.
 
<< Cerca di capirla, il vostro rapporto non è mai stato facile, ma negli ultimi anni le cose erano migliorate… poi è successo quello che è successo e hai perso la memoria. Non è piacevole per nessuno essere dimenticati >> le rispose dolcemente la madre.
 
<< Da quello che ho capito è stata una fortuna per entrambe che io abbia perso la memoria, non dovrebbe avere quella faccia da cane bastonato >> .
 
<< Emma… >>
 
<< No, mamma, davvero! Ero innamorata di lei e ne soffrivo. Poi ho fatto quel viaggio e lei ora ha il suo fidanzato e a me è stato tolto il motivo che mi faceva stare male. Perché dovrei recuperare quei ricordi? >>
 
<< Perché sono parte di te >> le disse David << credimi, è strano per me pensare che tu sia stata innamorata di Regina, la matrigna di mia moglie e donna che per anni ci ha fatto passare l’inferno, ma senza quei ricordi non sei del tutto tu >>.
 
La porta del “Granny’s” si aprì, ed entrò una coppia. Il ragazzo si guardò attorno con aria smarrita, quando vide Emma le andò in contro.
<< Emma! Sono felice di vederti! >> Joffrey le sorrise.
 
Emma si voltò verso i genitori con espressione confusa.
<< E’ Joffrey, tesoro. Il ragazzo che hai portato con te dalla Foresta Incantata, il Vero Amore di Marian… la donna che è in sua compagnia >> le disse Mary Margaret.
Emma si voltò verso la coppia e li salutò sorridendo.
 
<< Oh, allora è vero che non ti ricordi nulla. Malefica me lo aveva detto, ma mi sembrava così strano che non le ho creduto. Mi è stato difficile anche credere che lei e l’anziana signora fossero la stessa persona >>.
 
Emma si voltò nuovamente verso i suoi genitori sempre confusa.
<< Malefica è l’anziana donna che era con noi ieri, anche lei è venuta in questo mondo con te. Ora si è trasformata ed è ringiovanita >> le spiegò sua madre.
 
<< Joff, perché non vai ad ordinarci qualcosa da mangiare? >> gli chiese gentilmente Marian.
 
Il ragazzo annuì felice e si voltò per andare al bancone, lungo la brevissima strada andò a sbattere contro Ruby, facendole cadere tutto quello che aveva sul vassoio. Il ragazzo si scusò subito, abbassandosi per aiutare la ragazza a raccogliere tutto, ma finì col fare più danni che altro.
Il rumore fece voltare Robin e Roland, videro Marian e la salutarono, lei ricambiò con un sorriso.
 
Marian si sedette di fronte ad Emma << Volevo ringraziarti per quello che hai fatto. Non solo mi hai salvato la vita, ma mi hai portato anche Joff >>.
 
<< Allora andate d’accordo? >> le chiese Emma.
 
<< Si, insomma ci stiamo conoscendo. Ma mi piace, mi è stato vicino ieri, mentre mi riprendevo e mi ha raccontato tutto del vostro viaggio >>.
 
Joffrey, sempre al bancone, urtò il contenitore dei tovaglioli di carta facendolo cadere.
<< E’ un po’ goffo >> disse Emma osservando il ragazzo.
 
<< Si, un po’, ma è così tenero >> Marian sorrise guardando Joffrey prendere due piatti dalle mani di una Signora Lucas molto preoccupata.
 
Fortunatamente riuscì a portarli al tavolo senza fare danni << ho ordinato due cose stranissime chiamate Waffel, il mio è al cioccolato, il tuo alla cannella… spero ti piaccia >> il ragazzo passò a Marian il piatto.
 
<< E’ perfetto, grazie >> Marian gli sorrise.
 
<< Allora quali sono i vostri piani? >> chiese Mary Margaret guardando la coppia.
 
<< Per il momento viviamo all’accampamento di Robin… in tende separate ovviamente >> si affretto ad aggiungere Marian arrossendo << così da poter stare con mio figlio. Mi hanno parlato di una cosa che si chiama divorzio, che mi può aiutare a separarmi da Robin, penso che sia giusto farlo. Poi credo che mi cercherò un lavoro, Trilli mi ha suggerito di chiedere alla Signora Lucas di assumermi come cameriera >>.
 
<< Io invece ho parlato con Leroy, come mi aveva suggerito David, da domani lavorerò con lui in miniera >> continuò Joffrey.
 
La mattinata trascorse così, tra una chiacchiera e l’altra, tra uno sguardo di Regina e uno di Emma. In compagnia anche del piccolo Roland che nel frattempo era andato da sua madre.
 
 
Nel pomeriggio, alla centrale di polizia, Emma e David ricevettero una chiamata da parte di Leroy, l’uomo aveva trovato Walter completamente congelato vicino alla miniera.
Quando Emma e suo padre arrivarono alla miniera trovarono un Leroy sconvolto vicino al suo amico, Walter poteva quasi sembrare una di quelle statue ghiacciate create da qualche abile artista, se non fosse per il fatto che, fino a poco prima, l’uomo parlava, rideva, scherzava. Nessuno aveva visto niente, nessuno aveva sentito niente. Walter doveva assentarsi solo per pochi minuti, ma quando i minuti cominciarono a passare, Leroy decise di andare a cercarlo trovandolo subito appena fuori dalla miniera, completamente ghiacciato. Per tenerlo al sicuro lo portarono a casa sua, dove nessuno poteva toccarlo.
La ricerca della Regina delle Nevi continuava, ma a quanto pareva quella donna era bravissima a non lasciare tracce.
La prima cosa che la bionda si sentì di fare era di andare nel negozio di Tremotino e parlare con Belle, voleva sapere di eventuali novità, David la seguì.
Una volta arrivati al negozio scoprirono che Belle non era li, c’era Elsa china sui libri.
<< Ehi, Elsa. Sto cercando Belle >> le disse Emma.
 
<< E’ uscita tempo fa >> le rispose Elsa << ma potete aspettarla, forse sarà presto di ritorno >>.
 
Belle entrò proprio in quel momento, era agitata e aveva corso per arrivare li << Abbiamo dei grossi, grossissimi problemi >> disse tutto d’un fiato appena si accorse della presenza di Emma e David.
 
<< Che tipo di problemi? >> chiese Emma.
 
<< Alcuni degli abitanti di Storybrooke vogliono dare la caccia ad Elsa, sono convinti che quello che è successo a Walter sia colpa sua. Dicono che la storia della Regina delle Nevi sia solo una balla, perché nessuno l’ha vista fino ad oggi >>.
 
<< E ora che facciamo? >> Emma parlò quasi tra se e se.
 
<< Non sono affari che mi riguardano, ma credo che sarebbe meglio nascondere Ghiacciolina e subito. Ho visto alcuni abitanti di questa città, capitanati da un nano antipatico, che si stanno dirigendo proprio qui e gli ho sentiti dire che vogliono la ragazza >>.
Tutti si voltarono verso la voce che avevano appena sentito, Malefica era comparsa dal nulla.
 
<< E tu chi sei? >> domandò Emma.
 
<< Sono Malefica, abbiamo parlato ieri, ma avevo l’aspetto di una vecchia. Allora hai un piano? >> rispose sbrigativa la strega.
 
<< Trovare la Regina delle Nevi è l’unica possibilità. Se la troviamo gli altri lasceranno in pace Elsa >>.
 
<< Buona fortuna allora >> disse Malefica sarcastica.
 
<< Sei sicura che stiano venendo qui? >> le domandò David.
 
<< Credevo di essere stata abbastanza chiara quando ho detto di averli visti dirigersi qui e di aver sentito i loro piani >> Malefica guardò David come se lui fosse il più ottuso degli idioti.
 
<< Allora troverò quella donna, e la fermerò >> disse Emma risoluta.
 
<< Ti prego, se dovessi trovarla… non ucciderla. Ho sempre pensato di essere sola, ma adesso so che c’è lei che ha i miei stessi poteri… vorrei poterle parlare >> la supplicò Elsa.
 
<< Non posso promettertelo Elsa >> le disse Emma << ma farò del mio meglio per catturarla senza farle del male. Malefica >> la bionda si rivolse alla strega << devi fare una cosa per me, devi prendere Elsa e portarla via >>.
 
<< Oh che bello! >> disse Malefica con sarcasmo << devo fare da babysitter a Miss Ghiacciolo >>.
 
<< Vogliamo solo che tu la tenga al sicuro. Se gli abitanti di Storybrooke sono convinti che la colpevole sia Elsa le faranno del male se possono. Devi impedirlo… ti prego >> Emma la guardò seria.
 
Malefica socchiuse gli occhi << va bene la terrò d’occhio, ma non farci l’abitudine >>.
 
<< Grazie >> la bionda le sorrise.
 
<< Si, certo. Allora Ghiacciolina, prendi la mia mano… andiamo a farci un giretto >> .
Elsa prese la mano di Malefica e una nuvola nera avvolse entrambe, poi sparirono.
 
<< Mio padre ed io andremo a cercare questa Regina delle Nevi. Belle continua con le ricerche e stai attenta >>.
 
 ...
 
<< Bene, eccoci qui >> disse Malefica una volta arrivate a destinazione.
 
<< Dove siamo? >> Elsa si guardò attorno.
 
<< Dagli alberi, dalle rocce e dagli insetti puoi dedurre che siamo in un bosco. Siamo appena fuori città, lontana dai cattivi che ti vogliono fare del male >>.
 
<< Non sono cattivi… hanno solo paura >>.
 
Malefica scrollò le spalle << è uguale >>.
 
<< No, non lo è. Io ho fatto cose non belle perché avevo paura, questo non fa di me una persona cattiva >>.
 
<< Allora che vuoi fare? >> chiese la strega cambiando argomento.
 
<< Non lo so, passeggiamo? >>
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Emma camminava per Storybrooke in compagnia di David, continuando a investigare sulla Regina delle Nevi, quando qualcosa attirò l’attenzione della bionda appena passò accanto alla libreria. Con la coda dell’occhio vide qualcosa muoversi al suo interno. Era più che sicura che non si trattasse di Belle, le aveva appena parlato nel negozio di Tremotino.
Fece cenno a suo padre di fermarsi e gli indicò la libreria, David capì e gli fece cenno di si con la testa. La ragazza prese la sua pistola si avvicinò alla porta insieme a suo padre, contarono fino a tre e spalancarono la porta.
<< Fermo dove sei! >> urlo Emma puntando la pistola contro la figura.
 
<< Ehi calma! Abbassa quella pistola! >> gli disse il ragazzo alzando le mani.
 
<< Chi diavolo sei? >> gli chiese Emma continuando a puntargli addosso la pistola << a parte l’essere un ladro >> aggiunse dopo, vedendo delle banconote nella mano destra del ragazzo e la cassa della libreria aperta.
 
<< Tu, chi diavolo sei! >> gli rispose il ragazzo.
 
<< Io solo lo sceriffo, quindi ti conviene collaborare >>.
 
<< Ti dico chi sono se tu abbassi la pistola >>.
 
Emma abbassò l’arma, erano in due pronti a fermarlo e gli stavano bloccando l’unica via di uscita << Allora ?>>.
 
<< Mi chiamo Will, Will Scarlet >> gli rispose il ragazzo.
 
<< Bene, Will Scarlet. Sei in arresto >> Emma mise via la pistola, tirò fuori le manette e si avvicinò al ragazzo.
 
<< Ehi! Aspetta, se non mi arresti ti dirò una cosa che potrà essere d’aiuto >>.
 
<< Dubito che tu possa essermi d’aiuto in qualsiasi modo >>.
 
<< E se ti dicessi che riguarda una certa Regina delle Nevi? Ti interessa, no? Sei lo sceriffo e la stai cercando >>.
 
Emma socchiuse gli occhi << ti sto ascoltando >>.
 
<< Mi prometti che non mi arresterai? >>
 
<< Questo dipende dalle informazioni che mi darai >>.
Will ci pensò un attimo e poi si decise a parlare << l’altro ieri c’è stato un blackout giusto? >>
 
Emma si voltò verso suo padre, per avere conferma. David annuì << continua >> disse la bionda.
 
<< Durante il blackout ho fatto quello che di solito fanno i ladri, sono andato a rubare. Ho puntato la gelateria e quando sono entrato ho notato una cosa strana. L’elettricità era andata via da molto, ore… eppure i gelati non si erano sciolti. Strano, no? >>
 
<< Bene >> la bionda prese un braccio a Will e lo strinse forte << facciamoci un bel giro in questa gelateria >>.
 
La porta della gelateria era chiusa a chiave, ma questo non fermò Emma. Riuscì a forzare la serratura, a volte il suo triste passato le tornava utile.
<< Non mi sembra che ci sia qualcosa di strano >> disse David una volta che furono entrati.
 
<< Se non conti il fatto che non c’è rumore. Non sta funzionando niente, eppure i gelati non sono sciolti >> notò Emma.
 
<< Dovresti vedere il retro >> la stuzzicò Will.
 
Emma aprì la porta che portava nell’altra stanza. Lei e suo padre entrarono e videro che la stanza era completamente ghiacciata. In quel momento sentirono il rumore di una porta che si apriva e richiudeva, quando tornarono nell’altra stanza Will era sparito.
 
 
<< Quindi hai creato quel mostro e poi lo hai mandato contro tua sorella e il suo quasi marito >> riassunse Malefica.
Le due donne continuarono a camminare nel bosco, senza una meta.
 
<< Non volevo farle del male, anzi… l’ho allontanata proprio per salvarla… da me. Non sono mai stata brava a controllare i miei poteri >>.
 
Malefica sorrise ad Elsa << mi sarebbe piaciuto vederlo quel pupazzone di neve >> .
 
Elsa sorrise a sua volta << sei mai stata ad Arendelle? >>
 
<< No, ho viaggiato molto, ho visto tanti regni, ma Arendelle no. Com’è? >>
 
<< E’ bellissima, si trova tra le montagne e c’è anche un lago, il mio castello è stato praticamente costruito sopra. In estate è tutto verde e ci sono tanti fiori colorati, c’è profumo ovunque. In inverno diventa tutto bianco e il lago si ghiaccia, in quel periodo mia sorella ed io usciamo a pattinare sul ghiaccio >>.
 
<< Mi piacerebbe vederla >>.
 
<< Potresti venire a trovarmi! >> Elsa sorrise felice, ma diventò rossa in viso appena ripensò a quello che aveva detto << si… insomma, potrei farti da guida… ecco >>.
 
Malefica le sorrise di nuovo << Ne sarei felice >>.
 
Camminarono ancora restando per lo più in silenzio. Ogni tanto una delle due domandava qualcosa sulla vita dell’altra. Poi qualcosa in mezzo agli alberi attirò la loro attenzione, qualcosa si stava muovendo, una donna vestita di bianco stava usando della magia per ghiacciare un tronco tagliato.
Malefica istintivamente prese Elsa per un braccio e l’attirò verso il basso, nascondendo entrambe dietro ad un cespuglio e ad un albero caduto.
<< Non sembra cattiva >> disse Elsa a bassa voce.
 
<< Ghiacciolina, ha congelato una persona e per poco non è riuscita a fare lo stesso ad un’altra >> le rispose Malefica sussurrando << credo che sia meglio andarcene >>.
 
Malefica fece alzare Elsa, cercando di fare il meno rumore possibile. Ma qualcosa bloccò la strega, qualcosa di freddo le stava tenendo ferma una gamba. Malefica guardò il basso e vide che la sua gamba era bloccata nel ghiaccio.
 
<< Andate di fretta? Sono spiacente, ma temo di non potervi lasciare andare >> la Regina delle Nevi si era avvicinata a loro.
 
<< Liberala! >> le urlò contro Elsa, preparandosi a combattere.
 
<< No, mi dispiace. Io e te abbiamo molto da dirci, Elsa >> la donna le si avvicinò, le parlava come se la conoscesse.
 
Malefica sgranò gli occhi sorpresa << La conosci? >> disse rivolgendosi ad Elsa.
 
<< Non l’ho mai vista prima >> rispose la ragazza sconvolta.
 
<< Certo che ci conosciamo >> le rispose la donna in tono gentile << solo che non lo ricordi. I troll di pietra ti hanno cancellato ogni ricordo di me >>.
 
<< Impossibile, per quale motivo avrebbero dovuto? >>.
 
<< Alcuni ricordi sono dolorosi. Hanno fatto la stessa cosa anche ad Anna >>.
 
<< Come conosci mia sorella? Cosa le è successo? >>
 
<< Ti sei mai chiesta come tu sia finita in quell’urna? Te lo dico io, è stata tua sorella. Tutti quelli che non sono come noi ci temono, tua sorella non era differente in questo. Ti ha rinchiuso perché aveva paura di te >>.
 
<< Sei una bugiarda >>.
 
<< Lo credi davvero? Eppure gli abitanti di qui ti vogliono morta >>.
 
<< Hanno paura perché tu hai fatto del male ad alcuni di loro! >>
 
<< Non l’ho fatto apposta >>
 
<< Non è vero! Tu volevi mettermeli contro! Volevi che mi incolpassero! Perché? >>
 
<< Volevo farti capire, che non ci si può fidare di loro, non ci si può fidare di nessuno che non è come noi. Gli altri ci tradiscono prima o poi, è sempre così >>.
 
La Regina delle Nevi si avvicinò a Malefica, osservandola con attenzione, poi fece comparire dei piccoli pezzi di ghiaccio e li lanciò contro la strega.
<< No! >> urlo Elsa.
 
Malefica provò a difendersi usando la magia, ma qualcosa la bloccava. Si limitò a difendersi muovendo il bastone, ma alcuni pezzi di ghiaccio riuscirono a passare provocandole dei graffi qua e la.
<< Perché non mi liberi ? Così possiamo combattere ad armi pari! >> Le urlò contro Malefica.
 
<< Non ho alcun interesse a combattere contro di te. Ho altri piani, quando ti troveranno morta e completamente coperta di ghiaccio, penseranno che la colpa sia di Elsa e le volteranno le spalle. Penseranno che lei sia un mostro. E alcuni di loro già lo pensano >>.
 
<< Lasciala stare >> urlò una voce estranea.
Emma corse da loro seguita da David.
La bionda guardò Malefica per assicurarsi che stesse bene.
 
<< Ho una buona e una cattiva notizia >> disse Malefica in tono sarcastico << la buona è che ho trovato la Regina delle Nevi, la cattiva è che mi sta praticamente prendendo a calci >>.
 
La Regina delle Nevi guardò Emma come se non credesse possibile che la bionda fosse proprio li << Emma >> disse quasi sussurrando.
 
<< Ci conosciamo? >>  le chiese Emma guardando poi suo padre in cerca di conferma, ma lui scosse la testa.
 
<< No, non ci siamo mai viste prima di oggi, sei solo molto famosa. Ma dimmi, credi di potermi tenere testa? >>.
 
Emma si concentrò più che poté e come risposta a quella domanda le lanciò addosso la sua energia magica scaraventandola per terra. Intanto David corse a liberare Malefica, quando il ghiaccio che teneva imprigionata la sua gamba venne distrutto, la strega sentì ritornare i suoi poteri, ma quando si voltò per fronteggiare la Regina delle Nevi scoprì che questa era scomparsa.
<< Maledizione >> si limitò a dire Malefica prima di scomparire anche lei, aveva preso la cosa sul personale.
 
 
Emma e David tornarono a casa, in compagnia di Elsa. Raccontarono tutto l’accaduto a Mary Margaret.
<< Emma, sei lo sceriffo di questa città. E’ normale che la gente ti conosca >> le disse gentilmente Mary Margaret.
 
<< Non capisci mamma. Lo ha detto con uno strano tono, come se mi conoscesse da tempo >> cercò di farle capire Emma.
 
<< Se c’è qualcosa sotto >> le disse David porgendole una tazza di cioccolata << lo scopriremo, non ti devi preoccupare >>.
 
<< C’è sicuramente qualcosa sotto. Non solo conosce me, conosce anche Elsa. E a lei ha detto chiaramente che le hanno cancellato i ricordi. Probabilmente avranno fatto lo stesso con me… di nuovo. Cosa avranno di tanto interessante i miei ricordi, proprio non lo so. >> Emma sospirò  << E tu come stai? >> chiese poi ad Elsa.
 
<< Quella donna mi ha mentito, sono sicura che mia sorella non farebbe mai niente del genere. Non riesco a capire che cosa voglia da me >>.
 
<< Lo scopriremo Elsa. Fermeremo la Regina delle Nevi e troveremo tua sorella, te lo prometto. Ma, nel frattempo, voglio che resti da noi. Visto che quella donna sembra conoscere entrambe, magari c’è qualcosa che ci accomuna… resterai qui, così possiamo guardarci le spalle a vicenda… va bene? >>
 
<< Non voglio essere di disturbo Emma. Belle mi ha trovato una stanza alla pensione, posso stare li >>.
 
<< Non sei di disturbo ed è meglio che tu non stia da sola, oltretutto ci sono ancora degli abitanti di Storybrooke che non si fidano di te, non voglio che corri pericoli >>.
 
Emma prese una mano di Elsa nelle sue e la guardò dritta negli occhi, la ragazza le sorrise.
 
 
<< Adesso sono anche andate a vivere insieme! >> urlò Regina entrando di prepotenza in una delle tante camere degli ospiti di casa sua.
 
<< Di che stai parlando? >> rispose distrattamente Malefica, sdraiata sul letto con un libro in mano.
 
<< Emma! Ha invitato Elsa a vivere da lei! L’ho appena vista nello specchio, l’ha anche presa per mano! >>.
 
Malefica alzò gli occhi dal libro per guardare l’amica << sono sicura che non è come sembra >>.
 
<< Come fai a dirlo? >>
 
<< Ti ricordo che le sono stata vicina per tutto il viaggio, l’ho sentita parlare di te.  E, se fosse come sembra, andrei dalla biondina e la spedirei dritta al creatore. La tua di biondina, intendo. Non la mia di biondina >>.
 
Regina corrugò la fronte << la tua biondina? >>.
 
<< Fatti gli affari tuoi >> le rispose seccamente la strega, tornando a leggere.
 
Regina rimase in piedi guardandosi attorno nel centro della stanza, giocando nervosamente con le mani. Guardò la sua amica che continuava al leggere il suo libro ignorandola. Sbuffò e si avvicinò al letto sdraiandosi in malo modo, facendo saltellare Malefica sul materasso, la strega continuò a leggere come se niente fosse successo. Regina la guardò di nuovo e sbuffò ancora.
Malefica chiuse gli occhi e fece un lungo respiro, riaprì gli occhi e mise da parte il libro << perché non vai dalla tua biondina e le dici “senti, credo di essermi sbagliata con Robin, è solo un boscaiolo puzzolente. Tu invece sei…” come si dice da queste parti? “Wow”? “Figa”? Insomma, dille che ti piace e falla finita >>.
 
<< Lei non mi piace. E Robin mi va più che bene >>.
 
La strega guardò la sua amica con la migliore delle sue espressioni da “mi stai prendendo in giro?” << Ecco perché non fai altro che spiare Emma attraverso il tuo maledetto specchio magico, ecco perché sei diventata una specie di stolker personale della biondina, ecco perché hai crisi di gelosia ogni volta che qualcuno che non è suo parente le sta vicino, perché Robin ti va bene! Ora è tutto chiaro! Ed è chiaro il motivo del tuo litigio di oggi con il boscaiolo. Ecco perché gli strillavi di essere più passionale con te, più romantico, di vestirsi meglio. Ecco perché lo hai accusato di non saperti stupire, di non saperti capire, di non saper smuove niente dentro di te. Ed ultimo ma non ultimo, ecco perché gli hai suggerito di comprarsi una giacca di pelle rossa! Hai litigato con lui perché la bionda non ti piace! Dio, Regina, hai praticamente chiesto a quel boscaiolo di trasformarsi in Emma! >>
 
Regina guardò dritta davanti a se, senza rispondere.
 
<< Vai da lei e dille che la ami. Dille che sei stata stupida a non capirlo prima. Dille quello che ti pare basta che le dici quello che provi >>.
 
<< Non servirebbe a nulla. Con il ricordo di me, il demone si è preso anche l’amore di Emma per me >>.
 
<< Non ha preso tutto il ricordo di te, Asir è stata chiara, ha lasciato delle tracce per permetterle di ricordare. Sei stata capace di farla innamorare di te una volta, puoi farlo ancora >>.
 
<< Ma è Robin il mio vero amore, è con lui che devo stare. >>
 
<< Ma chi se ne frega di chi è Robin, chi se ne frega se devi stare con lui! Tu sei Regina Mills, per la miseria! E nessuno può dire a Regina quello che deve o non deve fare, nessuno può dirle chi amare e chi non amare! La Regina di un tempo non lo avrebbe permesso a nessuno, mai. >>
 
<< Non sono più la Regina Cattiva e non voglio esserlo più >>.
 
<< Non sto dicendo che devi tornare a strappare cuori. Ti sto dicendo che la vecchia Regina aveva delle qualità, ha sempre combattuto contro tutto e tutti per cercare la sua felicità, non permetteva a nessuno di metterle i piedi in testa >>.
 
<< Avrei voluto passare la vita con il mio Vero Amore, era la cosa che più desideravo >>.
 
<< Sai che cosa accade a molti desideri? Una volta che vengono realizzati si scopre che non sono poi questo gran che. L’ascia perdere il Vero Amore e segui il tuo cuore. >>
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3001755