Le Tre Organizzazioni

di Haxel_12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo Capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto Capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto Capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto Capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo Capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


Una bella giornata finalmente, la brutta stagione stava ormai per passare essendo metà Aprile e Kalaf uscì dalla sua locanda a Emor per incontrarsi con una persona, il nano guardò la città, sono passati quaranta anni dalla terribile guerra che la distrusse quasi per intero, e ormai sembra che quel brutto periodo fosse un incubo lontano, il suo sguardo si posò sulle statue di Steel e Orhen, i due marito e moglie, hanno portato la pace nel continente, sconfiggendo il terribile Daemortius, e poco più avanti le altre statue dei compagni dei due leggendari eroi, la più importante, Arnon il vero regista del gruppo, ex capo del consiglio dei druidi, poi Ember il mezzelfo ranger, che dopo molti anni gli è stato cancellato la condanna dell’esilio, e ora può entrare liberamente nel regno di Emor tranquillamente grazie ai suoi servigi durante la guerra, Beany la figlia adottiva di Orhen e Steel, diventata una cacciatrice di taglie che ha contribuito ad arrestare molti criminali dopo la guerra, Barg ora generale dell’esercito dei nani in pensione, Uran tristemente morto in battaglia a Emor, Keld  nuovo capo della chiesa degli Gnomi del culto di Garl, Gersh morto nella battaglia navale contro le potenze marinare di Daemortius, ed infine Ieyatsu ora capo ninja nella Coalizione, che nonostante non entrò ufficialmente nel gruppo, accompagnò per due volte Orhen a Brada, un eroe mancato era Swikel lo psionico githzerai che però in realtà era Besrekh il suo rivale suicidatosi a Emor per farla cadere e fortunatamente il suo sacrificio non funzionò grazie a Steel e ai draghi di Ashus. Pochi minuti dopo raggiunse la piazza dove lo attendeva un uomo che pareva un monaco che stava seduto su una panca e in barba alle sue regole monastiche stava fumando
- buon giorno a te Raccon- disse il nano
- finalmente sei arrivato-  disse l’uomo
- come sarebbe a dire “finalmente” sono arrivato pure puntuale-
- stavo scherzando, dai siediti- disse il monaco sorridendo- cosa mi volevi dire di così importante?
- è presto detto, ti andrebbe di fare un viaggio con me?- disse il chierico
- come, un viaggio? e dove?-
- per il continente, sto cercando informazioni riguardo le relazioni tra le diverse segrete organizzazioni, che stanno facendo pressione sull’OPP, e voglio sapere le loro intenzioni e come sono nate-
Raccon rimase perplesso, come tutte le persone comuni di questo mondo che popolano la terra alla fine della guerra centenaria, non sanno molto sulle organizzazioni nate da accordi tra le razze, e nemmeno gli interessano più di tanto che fanno parte dell’OPP( ordine, progresso e pace) che hanno il compito di scongiurare una nuova guerra tra i popoli e consolidare l’alleanza tra le razze vincitrici contro  Daemortius, solo che da poco tempo erano nati altre organizzazioni, non riconosciuti dall’OPP. La prima si chiamava la Setta, e sembrava, almeno stando ai rapporti dell’Organizzazione delle razze, una confraternita di criminali, intenti a controllare con ricatti, corruzioni e attentati i governi nazionali nel mondo conosciuto, e visto che nell’OPP dilaga la corruzione, pare che quest’ultima secondo la voce del popolo sia causata dalla Setta. Poi vi sono cinque stregoni, che nessuno ha mai visto in faccia ( tranne i capi di stato e di governo) e che partecipano sempre alle riunioni del Consiglio Superiore delle Razze a Lowers, e nessuno sa chi siano in realtà e che cosa fanno, ed infine l’Alleanza, creata pare da Beany, la ragazzina eroina nella guerra contro Daemortius, ora adulta che ha l’obiettivo di sostituire l’OPP con la sua organizzazione stando ai rapporti della gendarmeria di Stato
- tu sei impazzito Kalaf, ma perché vorresti fare un viaggio del genere?- disse Raccon
- perché voglio sapere cosa sta succedendo realmente, se davvero l’OPP è in pericolo oppure no-
- ma che ti frega, se pure dovesse sciogliersi, non cambierebbe nulla, tanto il re di Emor Hennet, come tutti i re di questo mondo hanno un potere assoluto, in spregio ai principi di sovranità popolare concessa dallo statuto-
- se tutti ragionassimo così caro Raccon ci troveremo presto sotto una dittatura, e sappiano quanto sono discriminatori gli Umani, e Re Hennet è forse uno dei sovrani più illuminati della storia, comunque mi serve una persona che mi faccia compagnia, tu sei forte, sei della stessa scuola dove uscì Gersh il mezzorco monaco, il compagno di Steel e Orhen, e poi Hilucha, Lorep, o detto Pelor, Judan della Coalizione…-
- va bene, va bene, ti seguirò basta che sai quello che stai facendo Kalaf – disse l’uomo
- io so sempre quello che faccio- disse il nano sorridendo, infatti lui era uno dei più famosi chierici in circolazione, che ha sempre lottato, sia con le armi che diplomaticamente per il bene di Elysium, ed è molto conosciuto anche all’interno dell’OPP
I due si incamminarono in una locanda per bere qualcosa e decidere il giorno in cui sarebbero partiti, la locanda “l’eroe di Emor” con tanto di insegna raffigurata il Mirilith Steel, non era lontana, solo mezzo chilometro dalla piazza dove si trovavano loro, e bastava percorrere la strada principale. Fu appena fuori la locanda che capirono che qualcosa stava accadendo dentro il locale
- fuggiamo maledizione- dissero due umani, insanguinati con dei coltelli in mano, mentre una voce dietro di loro, gli intimava di fermarsi, e sia il nano che l’umano capirono cosa succedeva e utilizzando i loro pugni stesero i due malviventi a terra stordendoli
- grazie li avete fermati… ma tu devi essere Kalaf..- disse una ragazza vestita da soldatessa dai capelli rossi che era appena uscita dalla locanda
- buongiorno a te Alhandra- disse il chierico  
 
- un viaggio con te a intervistare i capi di quelle mafie? Ma tu sei pazzo Kalaf, non me lo sarei aspettato- disse Alhandra dopo che i malviventi furono portati via dai gendarmi, e dopo essersi messi seduti nella locanda con l’oste che offriva gratis ai tre stranieri la colazione
- mai criticare un nemico se non sai appieno i suoi intenti ragazza- disse il nano- io voglio sapere solo la verità e visto che ti ho incontrata, e ci conosciamo, accetti di venire con me anche tu?
Alhandra si mise a pensare, il vecchio Kalaf lo conosceva tramite suo padre Servilio, che erano vecchi compagni di viaggio, come membri della squadra speciale di gendarmeria dell’OPP, alla ragazza era sempre piaciuto il nano, una persona rispettabile della pace e della legge, ma forse anche troppo curioso
- e va bene, tanto abbiamo con noi anche Raccon, verrò a darti una mano Kalaf- disse la ragazza
- allora d’accordo per domani mattina la partenza?- disse Raccon, e gli altri annuirono
 
Il giorno dopo i tre si incontrarono tutti nella piazza principale all’alba, la stessa dove si erano incontrati il giorno prima Raccon e Kalaf. C’era già della gente che svegliatosi presto si stava recando al lavoro, la paladina si mise a guardare un obelisco proveniente da una terra orientale, portata a Emor come trofeo di guerra, situata proprio al centro della piazza, una decina di minuti ed erano finalmente fuori  dalla città in direzione est
- andremo verso Kazam- disse Kalaf il giorno prima- per poi girare verso nord, ci metteremo di più è vero, ma eviteremo ciò che resta delle paludi Nebbiose in piccola parte bonificate, andremo a trovare la sede dell’Alleanza –
Lasciato Emor percorsero a cavallo le terre del grande regno degli umani, nonostante Kalaf non amasse molto i quadrupedi, superarono Lanital, avvicinandosi nelle terre più isolate del regno, che ancora oggi sono semi abbandonate dal governo centrale
- è un peccato non andare subito nella sede dell’OPP- disse Kalaf- non è facile entrare senza un permesso-
- si ma parlando con mio fratello, potrà dirci almeno la sede dell’Alleanza, anche lui sta cercando informazioni su queste organizzazioni, e lui forse qualcosa più di noi lo saprà, ormai sarà già arrivato a Kazam- disse Alhandra
- perché prima dove era?- domandò Raccon
- stava con me a casa di nostro padre insieme agli altri nostri fratelli, poi la mattina non  trovai nessuno di loro compreso nostro padre, e decisi di recarmi a Emor dove vi ho incontrato- disse la ragazza, infatti lei aveva due fratelli più una sorella più piccola, suo fratello maggiore Menelvagor, un mezzelfo, lei, Semyase sua sorella mezzasirenide, ed infine suo fratello minore nato dalla stessa madre di Alhandra, Muniza, che a causa di una disgrazia è un mezzovampiro
- una cosa che non capisco è che i miei fratelli hanno lasciato le loro cose, quindi decisi di portarmele con me per poi dargliele-    
- stanotte monteremo la guardia, la guerra è finita è vero, ma per i malintenzionati bisogna stare attenti- disse Raccon
Il giorno dopo continuarono la  traversata delle grandi pianure di Pontio, da sempre appartenute a Emor, ed ormai Kazam non era molto lontana, improvvisamente ecco che si fece vedere un polverone, i tre sperarono di non incontrarli, ma di recente era la norma imbattersi in briganti, se solo il Governo  avesse fatto qualcosa per fermarli, e a nulla valeva  mandare soldati. I briganti erano in sei, armati di spada e di una armatura molto leggera, e avevano anche degli archi, che utilizzarono subito per intimare i tre ad arrendersi, rischiando di colpire Raccon che prontamente riuscì a schivarli,  i sei umani circondarono  gli avventurieri e scesero dalle loro cavalcature
- posate le armi, non vi faremo nulla se vi arrendete- disse uno di loro
Raccon e Alhandra attaccarono i briganti che ancora avevano le frecce incoccate, cercando di ucciderli subito, le frecce partirono, e una graffiò Raccon che però insieme alla ragazza che era riuscita a pararsi con lo scudo uccisero i briganti arcieri, intanto Kalaf  utilizzò la sua magia per bloccare alcune frecce con degli scudi magici, i briganti reagirono con le spade, ma i tre riuscirono a sconfiggere i nemici piuttosto facilmente, e solo due gettarono le armi arrendendosi, e cercando di scappare velocemente, Kalaf cercava di colpirli con la sua balestra, ma Alhandra lo fermò
- basta così, sono disarmati non vedi? Abbiamo vinto questo ci basta-
- sei scema o cosa? Potrebbero chiamare rinforzi- protestò Raccon che invece voleva inseguirli
- fermati, forse è inutile, da qualche parte ci staranno sicuramente vedendo, quindi probabilmente è inutile ucciderli- disse il nano e l’uomo si fermò
- e poi a me non piace vedere gente diventata inerme che viene uccisa- disse la ragazza
Ma Raccon aveva ragione, e giunsero circa trenta  uomini a vendicare i compagni caduti
- lo sapevo che era meglio ucciderli maledizione, sono troppi- disse il monaco
-scappiamo con i cavalli allora- disse la paladina, ma i nemici erano molto veloci con il loro cavalli, e li stavano raggiungendo, e più di una volta le frecce da loro lanciate li stavano colpendo
- venite vicino a me, creerò un incantesimo che potrebbe salvarci la vita, non è molto ma è qualcosa- disse Kalaf che ordinò di far scendere tutti da cavallo, e in quell’istante creò una barriera che avvolse i tre avventurieri più i cavalli, i briganti cercavano di penetrare, ma era come andare a sbattere contro il muro, facendo cadere a terra alcuni di loro, e a nulla valsero le frecce e le spade, decidendo così un accerchiamento
- non possiamo resistere a lungo Kalaf maledizione- disse Alhandra
- abbi fede, i nostri dei non ci abbandoneranno- disse il chierico, dovettero aspettare almeno tre ore prima che i briganti lasciassero il campo perché si stava avvicinando un battaglione dell’esercito reale
- siamo salvi è un miracolo- disse la paladina ma i briganti attaccarono, visto che il numero dei soldati era esiguo, ma l’esercito del Re riuscì a sgominarli
- io l’ho detto che bisogna avere fede- disse il nano alla fine della battaglia
I soldati reali li raggiunsero velocemente intimandoli di farsi riconoscere
- siamo Raccon del Monastero del Sole e della Luna, Kalaf principe nel regno dei nani e Alhandra la paladina, siamo stati attaccati dai briganti- disse Raccon
- siete stati fortunati, visto che siamo qui di passaggio, dove siete diretti?- domandò il comandante del battaglione
- a Kazam ad incontrarci con un amico- disse Kalaf
- è vicino ormai, volete comunque che vi scortiamo per un po’?- domandò  il comandante, ma i tre risposero che non c’era bisogno e partirono velocemente per Kazam 

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Capitolo 2
*** Secondo Capitolo ***


- possibile che qui ancora ci sono briganti?- domandò Alhandra il giorno dopo

- a quanto pare il problema della povertà dovuta dalla guerra è ancora persistente- disse Kalaf- il governo non è ancora riuscito a risolvere il problema

Il governo a Emor è composto da membri del Parlamento nazionale eletti dal popolo, e che vengono nominati dal re, quest’ultimo ha però la facoltà di auto nominarsi capo del governo se vuole

- comunque il viaggio sta per finire, è questo l’importante, tra poche ore vedremo Kazam- disse Raccon, il castello degli stregoni, ex sede dei Bianchi e dei Neri, è ritornata una prestigiosa scuola per maghi e  stregoni, ed è lì che Menelvagor fratello di Alhandra insegna

 Dopo poco tempo raggiunsero Kazam, il castello era una vera fortezza, con numerosi soldati emoriani a proteggerla, costruita su una landa desolata, è stata espugnata due sole volta, grazie al tradimento di Daemortius che uccise i Bianchi e permise ai suoi soldati alleati di occuparlo e durante il giorno della morte del capo dei Neri, ed ora le sue alte mura proteggono gli studi arcani, e le sue torri celano numerose stanze, tra cui la ex sala del consiglio dei Bianchi e dei Neri, con il trono dove sedevano i possessori della spada Celeste, a pochi chilometri sorgeva un piccolo villaggio costruito da una decina di anni

- è magnifica, proprio una degna sede di potere- disse Kalaf 

- Kazam.. sono tornato.. – disse la paladina con voce stupita, diversa dalle altre volte 

-  il viaggio è finito finalmente- disse Raccon che ancora non se né era accorto della diversità della voce

- Kalaf sei tu che sorpresa vederti qui, che è successo?- domandò Alhandra, i due suoi compagni la guardavano strana, aveva una voce diversa, giovane e maschile

- che cosa ti succede Alhandra?- disse il nano

- Kalaf non mi riconosci? Sono Menelvagor non Alhandra, come potrei esserlo?-

I due guardavano la compagna preoccupati, solo allora la ragazza si guardò intorno e sussultò

- che cosa mi è successo perché sono nel corpo di mia sorella-

Raggiunta una locanda nel villaggio vicino ed entrati in una stanza Raccon e Kalaf interrogavano la nuova personalità che aveva preso il posto della ragazza, e sembrava proprio quella del fratello

- se tu sei Menelvagor come sei finito così?- domandò Raccon

- non ne ho idea, credetemi non è impazzita mia sorella, sono davvero io suo fratello- disse quello che doveva essere il mezzelfo in tono preoccupato

- come possiamo sapere che sei veramente tu?- domandò Kalaf

Il mezzelfo si era già tolto l’armatura di sua sorella, e cercato nello zaino delle prove, e l’unica cosa che trovò era la sua spada che di solito la portava durante i viaggi, per proteggersi dai malintenzionati, in più riconobbe gli oggetti delle sue  sorelle e di suo fratello

- prova ad utilizzare i tuoi incantesimi Menelvagor, dovresti saperli usare anche in un corpo estraneo- disse Kalaf, e il mezzelfo essendo uno stregone ci provò, e pronunciando un incantesimo riuscì a sollevare una candela

- non ci sono dubbi sei proprio tu- disse Kalaf stupito- ma come è successo?

- non lo so ricordo solamente che mi trovavo insieme alle mie sorelle e a mio fratello e stavamo ascoltando nostro padre che ci stava dicendo qualcosa, altro non ricordo- disse lo stregone

- dove si trova la casa di tuo padre?- domandò Raccon

- non me la ricordo, non so dove sia, né la casa né mio padre- disse il mezzelfo

- senti forse nel tuo ufficio hai qualcosa che potrebbe…- disse Raccon, ma il ragazzo negò, dicendo che l’unica cosa che aveva erano le sue ricerche sull’OPP

- a noi ci servono quei documenti Menelvagor, se tu c’è li dai prometto che farò tutto quanto è possibile per aiutarti- disse il nano

- va bene, tanto da quello che mi avete raccontato durante il viaggio fin qui, siete alla ricerca di informazioni riguardo le organizzazione che si stanno contrapponendo all’OPP,  vi darò una mano- disse il mezzelfo      

 

Il giorno dopo ritornarono a Kazam,  entrando nella porta principale che portava all’interno del castello, ora che è tempo di pace le porte della fortezza sono sempre aperte

- mi comporterò come mia sorella, cercando di imitarne la voce, ai parenti è permesso entrare negli uffici dei professori, soprattutto se questi hanno la chiave di accesso, qui hanno un controllo ferreo, e vedendo che avranno tutte le carte a disposizione, e vedendo che chi hanno di fronte, è proprio una mia consanguinea mi lasceranno passare, mentre agli amici tutto questo non è permesso, mi dispiace ma dovrete aspettare fuori- disse Menelvagor ai compagni

Così lo stregone entrò all’interno del castello e dopo aver superato un lungo controllo poté entrare nelle sue stanze, i controlli si basavano sulla ricerca di possibili contraffazioni, ma dopo aver controllato e ricontrollato che quei documenti erano veri, e non rubati anche, si passò all’identificazione della persona, e Menelvagor non avendo molti parenti, venne subito identificato come sua sorella. Entrato nella sua stanza sospirò, era tutto come aveva lasciato, le sue pozioni messe in ordine alfabetico, le sue carte astrologiche, pacchi e pacchi di libri di magia, di storia e di diritto. Lo stregone non perse tempo nelle condizioni in cui si trovava, doveva capire cosa gli era successo, e dubitava che il suo caro amico nano lo avrebbe salvato da quella situazione, doveva trovare in modo di trovare il padre, e per questo che prese alcuni libri di magia che potrebbero parlare di multipersonalità, e poi anche i documenti che servivano a Kalaf, per poi uscire velocemente, non senza aver salutato la sua stanza

-“ è meglio restare con Kalaf e Raccon, al momento non ho scelta”- pensò mentre tornava dai suoi amici-“ finche non avrò il mio corpo non potrò più lavorare, devo sbrigarmi”-  

 

- l’OPP è un luogo di corruzione, una di queste organizzazioni  nemiche sta infiltrando uomini per corrompere i governi, e piegarli al loro potere, i servizi segreti non riescono a fermare nessuno di questa organizzazione, infatti tutte le operazione di pace, tra cui lotta alla criminalità trasporto di cibo in aree disagiate, sono dovute ad un’altra organizzazione non riconosciuta dall’OPP- raccontò Menelvagor riassumendo le sue ricerche, purtroppo non sapeva molto sui cinque misteriosi personaggi che secondo la voce del popolo sono i reali gestori dell’organizzazione delle razze

- in più so dove potrebbe trovarsi la sede di quell’organizzazione che sta sostituendo l’OPP, ovvero a Brada, e pare che si faccia chiamare l’Alleanza, e che sia creata dalla eroina Beany- disse il mezzelfo

- Brada, la piccola pianura dove si nascondeva Silasio durante la guerra centenaria, e dove venne addestrata Orhen e distrutti lo scettro degli Dei e la spada Celeste- disse Kalaf

- io comincerei da lì, a cavallo in meno di una settimana c’è la faremo ad arrivare- disse lo stregone

- e sia allora partiremo per Brada – disse Raccon

Il giorno dopo lasciarono il villaggio di Kazam dirigendosi a nord verso il regno dei nani

- tra non molto raggiungeremo la terra di Nessuno, dovremo stare attenti ai nomadi, che potrebbero assalirci per depredarci- disse Raccon che la strada la conosceva bene, infatti a pochi chilometri a ovest nella terra di Nessuno c’era il monastero del Sole e della Luna, luogo dove era cresciuto, e dove sono usciti numerosi eroi, raggiunta finalmente la terra dei nomadi, una pianura desolata con pochi alberi, decisero di fermarsi per la notte

- ho portato con me un libro che parla sulla multipersonalità, ma qui dice soltanto che nasce per squilibri al cervello, dovuta da traumi cranici, o esperienze terribili durante l’infanzia, ma sono tutte personalità che nascono da dentro il corpo del soggetto, il mio caso è diverso, è come se la mia anima fosse trasferita nel corpo di mia sorella- disse Menelvagor dopo la cena, mentre Raccon accese il fuoco per la notte

- si tratta probabilmente di una maledizione, forse tuo padre ne saprà qualcosa, dovremo chiedere a lui- disse Kalaf

- spero solo che non siano coinvolti anche gli altri miei fratelli- disse il mezzelfo

 

Il giorno dopo ripresero a cavalcare nelle terre selvagge, intorno c’era il nulla, solo all’orizzonte ad un certo punto videro quello che, avvicinandosi sempre più doveva essere un accampamento

- non è un accampamento dei nomadi, allontaniamoci- disse Raccon

- e qual è?- domandò Kalaf, non ci fu bisogno di attendere risposta, perché uscirono da lì degli orchi armati che con i loro cavalli puntavano verso di loro. I tre correvano più non posso, ma i cavalli, forse perché dopati, correvano come se avessero dei demoni alle calcagna, riuscendo ad avvicinarsi, in tutto erano cinque persone

- a mali estremi, estremi rimedi- disse Menelvagor, che utilizzò  i suoi attacchi magici per disarcionare i nemici, impedendoli di usare le loro frecce che erano pronte per essere scoccate, ma altri orchi li stavano inseguendo, ma questa volta i cavalli degli avventurieri riuscirono a portarli lontano dall’accampamento, costringendo i nemici a fare dietrofront

- maledizione, orchi in queste terre, cosa stanno facendo i soldati al confine, dormono?- disse Kalaf esausto, dopo che si sono fermati per riposare e abbeverare i cavalli

- questo non è altro che uno dei compiti che l’OPP non adempie, i soldati non si muovono più e gli orchi stanno avendo piede libero, visto che hanno bisogno di scorribande per vivere- disse Menelvagor

- comunque il peggio pare passato, se ci muoviamo raggiungiamo i confini del regno dei nani, e li quasi sicuramente saremo al sicuro- disse raccon

- si ma dovremo lasciarli subito dopo, per Brada non è previsto il passaggio per il regno dei nani- disse Menelvagor

- si ma si trova vicino alla mia terra natale dopotutto- disse Kalaf

- al confine ci fermeremo a una locanda, c’è né sempre una al confine sud per i viaggiatori che come noi hanno attraversato le terre di Nessuno- disse Raccon

- va bene, ci fermeremo lì, e sarà meglio per mezza giornata- disse Menelvagor, e tutti furono d’accordo, così partirono subito, ma purtroppo non riuscirono a raggiungere la locanda segnata nella mappa di Kalaf e dovettero dormire all’aperto

Solo il giorno dopo la raggiunsero, e per tutta la giornata si riposarono e mangiarono lì dormendo molte ore e fecero un bagno ristoratore, e pranzo e cena con portate abbondanti, per poi finire a letto presto per un’altra sana dormita

Avevano ormai superato di nuovo il regno dei nani, trovandosi a percorrere il confine che c’era tra la Coalizione e i territori degli orchi, era pericoloso stare lì ma avrebbero raggiunto Brada in pochi giorni, ed erano passati già due giorni di traversata, mancando davvero poco alla leggendaria pianura, si erano fermati da poco sotto un grande albero, intorno a loro c’erano qualche albero e rocce e un piccolo ruscello dove era possibile abbeverarsi,

- ascoltate, non sentite qualcosa anche voi?- domandò il mezzelfo tenendo le orecchie aperte per captare dei rumori, ma sia Raccon che Kalaf non sentirono nulla

- sono come dei passi, sentite come dei mov…- lo stregone non finì  la frase che degli orchi sbucarono improvvisamente da dietro gli alberi e dalle rocce, fortunatamente i tre avevano le armi a portata di mano per affrontare i nemici, che dovevano essere una decina circa, sia Kalaf che Raccon ne uccisero alcuni, ed anche Menelvagor con la sua magia arcana stava combattendo bene, ma ecco che due  orchi gli si avvicinarono, uno venne subito ucciso, mentre l’altro riuscì ad evitare il colpo magico e a dare una botta in testa allo stregone con la sua clava facendolo svenire, Raccon e Kalaf cercarono di intervenire, ma erano occupati da altri nemici, e l’orco riuscì a prendere l’amico e a portarselo via, poco dopo seguito dai suoi compagni, visto che stavano avendo la peggio nonostante la superiorità numerica

- maledizione come possiamo inseguirli,? Sono entrati in territorio orchesco- disse Raccon

- userò questo- e Kalaf evocò un piccione che inseguì gli orchi- così Arnon riuscì a raggiungere Orhen prigioniera dei ralcloss e salvarla-  

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


Raggiungere l’accampamento nemico fu facile, ma il vero problema è che si trattava di un vero e proprio villaggio, trovare Menelvagor non fu difficile, era poco lontano dal bosco dove Kalaf e Raccon erano nascosti, a pochi metri dove era incatenato c’erano le sue armi e quelle delle sue sorelle e fratello, più l’armatura di Alhandra, infatti il prigioniero era vestito solo di una semplice tunica grigia usata da quelle parti per i prigionieri, ad un certo punto si avvicinò un uomo a uno degli orchi che sorvegliavano il ragazzo( o meglio ragazza, visto che gli orchi probabilmente non sapevano che ora è un uomo). Raccon usando un piccolo binocolo che si era portato dal viaggio cercò di interpretare i messaggi verbali che i due si dicevano tramite la lettura delle labbra

- hanno intenzione di portarlo al mercato degli schiavi, in un villaggio orchesco qui vicino, si chiama Ghutjk- disse Raccon, e Kalaf controllando la mappa poté capire dove si trovava questo villaggio, gli abitanti erano sia umani che orchi, e quegli umani erano Ralcloss rifugiati nelle terre degli orchi, infatti dopo la guerra centenaria, il regno dove i ralcloss governarono fu liberato, e ora hanno sotto il loro controllo una piccola provincia, e il villaggio si trovava proprio al confine con essa

- dobbiamo sbrigarci allora, dobbiamo liberarlo entro questa notte, e recuperare le sue armi, chiedo a te Raccon se puoi farlo tu- disse il nano

- io da solo sei matto?- disse il monaco

- sono un nano, la mia razza non è adatta a attacchi a sorpresa o spionaggio, infatti noi nani assumiamo sempre gnomi o halfing per questo- disse il chierico

- e va bene, ma sarà meglio agire di notte- disse l’uomo

Arrivata la notte Raccon entrò dentro il villaggio, non c’erano molte sentinelle e fu facile superare la sorveglianza, le armi e armatura erano sempre lì, mentre Menelvagor era portato dentro una tenda dove a sorvegliarlo c’erano due soldati, fortunatamente le armi e armatura erano facili da prendere, non c’era nessuno  a controllare lì e poté nuovamente prenderle tutte legandole bene in modo che non cadessero, ora veniva la parte più difficile, ovvero salvare l’amico. Strisciando a terra andò dietro la tenda, e tagliando una parte formò un quadrato grande abbastanza per poter entrare, poi controllò che i carcerieri avessero sospettato qualcosa, ma erano ancora lì, infatti complimentandosi tra sé era riuscito a fare pochissimo rumore, stava per entrare dentro il buco che aveva creato quando una freccia  partita da dentro la tenda gli si conficcò in una spalla facendolo urlare, ed ecco che accorsero tutti gli orchi armati presenti in quella zona. Raccon si mise a correre a più non posso evitando frecce e giavellotti che per poco non lo colpirono, grazie anche alla copertura che le tende del villaggio gli offrivano, un orco gli si parò davanti con la spada in mano, e il monaco anche con la spalla dolorante riuscì a evitare l’affondo ed a assestargli un pugno in faccia facendolo svenire, utilizzando poi il giavellotto che l’orco teneva dietro la schiena per colpire uno dei nemici che lo stavano inseguendo, riuscendo a svignarsela dentro il bosco, dando però prima senza volerlo uno sguardo dentro una tenda, vedendo due piccoli orchi che lo guardavano con occhi terrorizzati.

 

- hai fatto del tuo meglio Raccon- disse il nano durante la mattina mentre curava la spalla dell’amico- già è tanto che hai raccolto le armi-

- si però non sono riuscito a salvarlo, o Menelvagor o Alhandra desso sono in pericolo, verranno venduti come schiavi adesso- disse il monaco preoccupato per la sorte dei compagni

- usciamo da questo bosco e raggiungiamoli allora – disse Kalaf

Una volta usciti videro subito Menelvagor ( o Alhandra) che veniva portato dentro un carretto che lo avrebbe portato al mercato e la sua faccia era terrorizzata, mentre nel villaggio riprese la via quotidiana, tranne per il fatto della sepolture dell’ orco che Raccon aveva ucciso la notte prima. A cavallo raggiunsero Ghutjk in un baleno, Kalaf si era premunito indossando un mantello durante quel viaggio, e decise di nascondersi dietro a degli alberi, mettendo i cavalli dietro un grosso cespuglio

- come faremo adesso a liberarlo? Non penso che usare di nuovo la forza servirà a qualcosa- disse Raccon

- infatti parteciperai all’asta, questi sono i soldi necessari per acquistare il nostro amico- disse Kalaf consegnando all’amico un sacco pieno di soldi

- spero che andrà bene- disse il monaco

- lo spero anche io, altrimenti dovremo usare di nuovo la forza- disse il nano

Raccon entrò in città a viso scoperto visto che Ghutjk era anche una città di umani, solo un mantello da viaggio copriva le spalle dell’uomo, coprendo anche la ferita avuta la notte prima, non fu difficile raggiungere il mercato degli schiavi, molta gente stava raggiungendo quel luogo curiosa di vedere la mercanzia e acquistarla anche, la piazza era molto grande e il villaggio pareva proprio un villaggio umano, con molte case a più piani, dove dentro vi abitavano sia umani, orchi e mezzorchi. La prima a salire sul palco era proprio la paladina, che visibilmente provata/o doveva aver pianto a lungo per tutta la traversata

- ragazza umana molto giovane, venti anni circa, come potete vedere anche molto bella, è vostra per trecento monete d’oro- disse l’orco addetto alla vendita degli schiavi, e subito partirono le quote che la gente proponeva per l’acquisto della schiava, superando anche le mille monete d’oro

- millecinquecento monete d’oro- urlò Raccon superando la quota di millequattrocentocinquanta

- nessuno punta di più? Aggiudicato a quel signore laggiù- disse l’orco che teneva in custodia la schiava, consegnandola subito dopo al padrone, Raccon portò la ragazza lontana dalla piazza, tenendogli le catene per non insospettire gli abitanti, riuscendo tranquillamente a lasciare la città, la ragazza non oppose resistenza, ma singhiozzava continuamente, solo quando raggiunsero il nascondiglio il monaco tolse le catene alla prigioniera

- sei stato grande Raccon, c’è l’hai fatta, ora possiamo riprendere il viaggio- disse il nano uscendo dal nascondiglio appena vide l’amico

- padrone, abbia pietà di me, mi hanno rapita non so come, lasciatemi libera vi scongiuro- disse la ragazza piangendo, che dalla voce non era né Menelvagor né Alhandra, ed era femminile

- non ti preoccupare ragazza, forse non mi riconosci ma sono Kalaf l’amico di tuo padre, conosco tua sorella Alhandra e tuo fratello Menelvagor, mentre lui è Raccon un amico, sei libera adesso- la rassicurò il chierico

- mio signore ti ringrazio, ti sono debitrice- disse la ragazza prostrandosi ai piedi dei suoi salvatori la ragazza non credette alle proprie orecchie- prometto che vi restituirò i soldi della mia liberazione-

- non ci devi niente, dicci piuttosto il tuo nome.. Semyase giusto?- domandò Raccon ricordandosi il nome della sorella di Alhandra

- si esatto, sono Semyase figlia di Servilio sorella di Alhandra, Menelvagor e Muniza, sono una barda mezzosirenide- disse la ragazza alzandosi

- Semyase sei soggetta da una terribile maledizione, sei stata imprigionata nel corpo di tua sorella, non sappiamo come, ne chi- disse Kalaf

- me ne sono accorta, ho capito che questi capelli per esempio non sono miei, ma non ricordo come è successo- disse la barda

- quale è l’ultima cosa che ti ricordi?- domandò Raccon

- stavo con mia sorella e i miei fratelli, in compagnia con nostro padre che ci parlava- disse la mezzosirenide- in una grande sala, altro non mi ricordo, non so nemmeno dove si trova quella casa-

- potresti raccontarci tutta la storia della tua famiglia?- domandò Raccon- perché siete tutti di razza diversa, se avete dei rapporti stretti con vostro padre o meno-

- va bene vi dirò tutto- disse Semyase che incominciò a raccontare   

 

Servilio è figlio di Arnon il druido  che guidò il gruppo di Orhen e Steel per sconfiggere Daemortius, era già nato quando il druido trovò l’elfa nel bosco di Erevantor, ma venne sempre tenuto al sicuro lontano dal padre per evitare che rischiasse la morte, e per questo venne affidato alla organizzazione di Ashus, anche perchè rispetto ai suoi genitori che erano druidi, Servilio aveva capacità magiche arcane, si capì subito quindi che era uno stregone, Servilio però non era solo, ha un fratello gemello di nome Icarus che ora è un druido a Erevantor. Servilio rimase orfano pochi anni dopo la sua nascita, la madre venne catturata dai nemici, che la uccisero dopo terribili torture, finita la guerra andò a Kazam dove diventò uno stregone provetto, diventando membro delle squadre speciali dell’OPP. È qui che incontra Kalaf, ed insieme ad un guerriero di nome Jack, il padre di Raccon, fecero squadra. Jack morì in missione affidando al monastero dei monaci suo figlio, e Servilio si licenziò dalle squadre speciali, e da lì i contatti con Kalaf si fecero più radi, poiché il nano continuò a lavorare ancora per un po’ per l’OPP, finche non si licenziò anche lui. Durante le varie missioni e viaggi Servilio conobbe molte donne, Ithil un elfa, la sua prima amante che mise alla luce Menelvagor, poi però si sposò con Elizabeth una umana, che partorì Alhandra. Ma Servilio ebbe anche un’altra amante, una sirena Cyrla facendo nascere Semyase, prendendo il nome quasi uguale della compagna di Ember, ma i rapporti con Elizabeth non finirono, e la donna stava per avere un altro figlio da Servilio, ma venne rapita da un vampiro di nome Kassim, che succhio il suo sangue facendola diventare una vampira, e così che Muniza nacque mezzovampiro, Servilio riuscì comunque a trovare la moglie, uccise Kassim e si portò via Muniza da poco nato, non potendo più fare nulla per Elizabeth, che diventò libera di vagare per il continente, una volta però che Muniza seppe la storia, odiò il padre, perché considerò come suo vero genitore Kassim, nel frattempo era nato Isidar figlio di Icarus e di una nana di nome Gharska, il figlio mezzonano è nato due anni dopo di Muniza ed è da poco entrato a svolgere il ruolo di guerriero barbaro, visto che la madre è appartenente a un clan barbaro che da poco si sta abituando al sistema di vita del regno dei nani. Nessuno dei figli di Servilio conobbe la madre, tranne Alhandra che era presente quando Kassim rapì la madre, rimanendo per un periodo traumatizzata. Tutti e quattro vennero allevati dal padre che gli insegnò i mestieri che i loro figli erano più portati, Menelvagor diventò un bravo stregone, diventando a soli ventiquattro anni professore a Kazam, Alhandra che votata al bene volle diventare paladina per vendicare i mali non puniti, Semyase divenne barda, perché gli piaceva la musica e la danza, Muniza invece non si seppe mai che lavoro faceva, forse la spia dell’OPP, non lo disse mai ai suoi fratelli, e solo Servilio lo sapeva.

- quindi ecco come mai siete di razza diversa, ma siete sempre stati insieme?-  domandò Raccon

- non sempre, per circa cinque anni non ci vedemmo più, solo nostro padre faceva da mediatore- disse Semyase

Infatti, Menelvagor studiò a Kazam, Alhandra venne affidata a dei paladini, che sono i soldati speciali dell’OPP, Semyase venne portata a Noupol, nel regno degli umani del sud, Muniza invece pare venne affidato a uno dei servizi segreti dell’OPP

- un giorno ci incontrammo insieme a nostro cugino, e nostro padre ci disse di andare a trovare il nonno, che si trovava a Reghat la città natale di Orhen, partimmo da Emor perché lì ci incontrammo e raggiungemmo senza difficoltà la città elfica- raccontò Semyase che si immerse nei suoi ricordi

 

Erano tutti molto emozionati, tranne forse Muniza che rimase serio, erano entrati nella città che aveva visto la nascita di due grandi personaggi della storia, Orhen e Daemortius, Menelvagor fermò un passante elfico,e parlando nella lingua locale domandò dove si trovava la casa che Servilio aveva indicato come quella di Arnon, i quattro rimasero stupefatti, sapevano che il nonno viveva in una grande villa, ma non avevano capito che si trattava proprio della casa di Oizal la druida fata, la migliore amica di Arnon. Ottenendo il permesso di entrare, i cinque superarono il grande cancello, trovandosi davanti un grande giardino, con molti Mowti a curarlo, è una graziosa casa, che sola a guardarla ispirava come vera dimora delle fate.

Arnon uscì subito dalla casa, guardò attentamente i suoi nipoti  appena questi gli furono davanti, il più vecchio dei suoi nipoti Menelvagor, aveva capelli castano chiari, occhi azzurri, e una barba curata, Alhandra capelli rossi verso il castano occhi verdi, Semyase capelli quasi bianchi con sfumature castane occhi chiari e molti bracciali sul suo braccio sinistro, compreso una collana al collo e Muniza capelli castano scuro, occhi rossi e pelle pallida, Isidar capelli interamente castani come gli occhi molto corpulento per la sua età e già incominciava ad avere la barba

- salve nonno- disse Isidar  

- siamo i figli di Servilio e Icarus nonno, siamo venuti a trovarti- disse Alhandra

- venite dentro- disse il vecchio

I cinque vennero fatti accomodare nel salone di ricevimento, accompagnati da Arnon che, molto vecchio, camminava aiutato da un bastone, ma il suo aspetto non era affatto malato, una volta seduti tutti, il vecchio druido ordinò a un servitore scoiattolo di portare qualcosa da bere e a preparargli le stanze

- Menelvagor, Alhandra, Semyase, Muniza e Isidar ho detto bene giusto?- disse l’uomo

- si nonno, siamo felici di fare la tua conoscenza, papà non ci ha mai portato da te, e siamo fieri di essere nipoti di un eroe della centenaria guerra- disse Menelvagor

- Servilio è strano, è un manipolatore, riesce con le parole e con la magia a controllare la gente, sono fiero di lui, ma ultimamente non so cosa stia facendo- disse Arnon

- lui è entrato a far parte dell’OPP nonno, è un lavoro impegnativo, rappresenta Emor come ambasciatore - disse Semyase mentre entrò il servitore con i rinfreschi

- è vero che tu hai combattuto contro Daemortius?- domandò Muniza- era davvero così forte?-

- più di quanto non immagini- disse il druido chiudendo il discorso- siete sempre stati a Emor?-

- non sempre, nostro padre ci ha sparso per vari luoghi, comunque non molto lontano dalla Capitale- disse Semyase

- nonno ti trovi davvero in una casa da urlo- disse Isidar sgranando gli occhi per il lusso della villa

- sono contento ragazzi che mi avete fatto visita, e mi farebbe piacere che rimaneste qui da me per un po’ – e i cinque accettarono, solo Muniza rimase impassibile, sorridendo soltanto sulla domanda riguardo l’incontro con Daemortius 

Ai  ragazzi venne dato una stanza ciascuno, si fecero un bagno e mangiarono con gusto, per poi riposare in comodi letti la notte, il giorno dopo Muniza si sveglio per primo, la sua colazione era già pronta, compresa la presenza di una creatura vivente, una gallina, lasciata apposta per lui, subito il mezzovampiro si avvento sulla preda, e ne succhiò il sangue, non lo faceva mai davanti ai suoi fratelli, o meglio davanti a Alhandra, lei odiava quella pratica, ma il giovane era costretto a farlo, altrimenti sarebbe prima o poi morto, infatti i cibi umani erano quasi inutili, se non gli veniva dato sangue fresco da bere, comunque da una parte era meglio essere mezzovampiro, almeno poteva stare sotto il sole e bagnarsi con l’acqua, anche se gli davano comunque fastidio, ma non è limitato come adesso sua madre, o come lo doveva essere Kassim, colui che chiamava padre. Sceso giù vide suo nonno intento a leggersi un libro, a Muniza non piaceva molto leggere, anche se pure lui ogni tanto ne prendeva uno per leggere qualcosa su Daemortius e sui Vampiri, in particolare il Necromante di Mirtan, per cento anni sovrano della città  Santa fino che non cadde in mano alla Lega Sacra, e proprio nei piccoli scaffali, il giovane trovò il libro che parlava della storia della compagnia che suo nonno portò a sconfiggere il terribile stregone Nero

- tu non hai mai affrontato il Necromante di Mirtan giusto?- domandò il mezzovampiro

- no, fortunatamente no, era uno dei vampiri più forti, certo uso anche io magie che avrei potuto usare per batterlo, ma all’epoca avrei avuto difficoltà, dopotutto sono morti tre grandi capi religiosi umani per sconfiggerlo-

- i vampiri sono davvero forti, altro che gli umani- disse Muniza ridendo

- ma hanno troppi difetti che noi umani non abbiamo- disse il nonno

- allora io sono la perfezione, perché sono un vampiro e non ho i loro stessi difetti- disse il ragazzo che con un balzo si attaccò al soffitto

- gli umani non riescono a fare queste cose, io sono più forte di tutti gli umani- continuò ributtandosi a terra

Arnon guardò la sua piantina da salotto, disse una frase incomprensibile, e la piantina crebbe in una rapidità impressionate , facendo sbocciare numerosi fiori

- non è che se hai molti poteri sei il più forte, ma come usi quei poteri, tuo padre ha dei fortissimi poteri, io ho dei grandi poteri, ed ognuno di questi comporta un rischio, e noi siamo responsabili di questo- disse il druido

- ma io sono in grado di usarli bene- disse Muniza che si mise a correre in una velocità impressionante in tutta la sala graffiando le pareti con il coltello che si era portato appresso, ed ecco che spuntarono delle piante dal muro che bloccarono il mezzovampiro buttandolo a terra

- ma non hai esperienze, e quella verrà nel tempo- disse il vecchio che sorrise guardando il muro, e Muniza vide che i graffi delle pareti stavano scomparendo, come se la casa si stesse rigenerando

- io ho paura dei poteri di tuo padre, io so che non lo temi, ma stai attento a lui, io non vi conosco bene è vero, ma so di che pasta è fatto lui, una persona convinta del fatto suo, come te, tu più di tutti Muniza, gli assomigli molto-

- io non sono come mio padre- disse il ragazzo in tono sprezzante liberandosi delle piante  

La sera stessa Arnon portò a casa dei musicisti per farli esibire, e Semyase volle praticarsi in un ballo, e a passo di danza si mise a ballare, infatti la ragazza, anche se è una mezzosirenide, aveva imparato a trasformare le sue gambe in pinna e viceversa, la ragazza è molto bella e muoveva bene i fianchi, danzando intorno i suoi fratelli e suo nonno, per poi mettersi seduta e suonare il suo strumento preferito, il flauto 

- a Noupol sono stata addestrata a ballare e a suonare, sono una marinide, e come tale ho preferito essere una barda, e come mestiere mi piace molto- disse Semyase a festa finita, il nonno voleva congratularsi con lei per l’esibizione

- anche i bardi sanno combattere lo sapevi? Il loro canto può essere pericoloso, o meglio serve per supportare il gruppo- disse Arnon

- si, infatti quando mio padre mi fece visita durante il mio addestramento, disse alla mia insegnante, che per inciso era una sirena, di insegnarmi anche quei tipi di tecniche- disse la ragazza

I due poi si congedarono andando a letto 

- ho sentito che vorresti entrare a Kazam come professore Menelvagor- disse Arnon il giorno dopo

- si esatto, sono bravo con la magia, e posso insegnare come praticarla, dopotutto sono uscito con ottimi voti da quella scuola- disse il mezzelfo

- non per niente da molti secoli quella era una scuola per maghi e stregoni, e ha avuto molti grandi professori, tra cui Ilsim, il suo fondatore, e ne sono usciti molti tra i più grandi stregoni, tra cui tutti i Bianchi tranne Orhen, compreso il malvagio Daemortius, a quando l’esame?-

- appena tornerò a casa, andrò subito a Kazam a sostenerlo, spero di entrare subito- disse il ragazzo

- lo spero, diventeresti probabilmente il più giovane tra i professori in quella scuola, dopotutto sei appena uscito da lì come studente da circa un anno se non mi sbaglio- disse Arnon e Menelvagor annuì

- che ne diresti di fare un combattimento contro di me? È tanto che non utilizzo a pieno i miei poteri- disse il druido, e il nipote accettò

Non fu un grande combattimento, nel senso che non durò molto, ma sia Menelvagor che Arnon utilizzarono i loro poteri più forti, ma alla fine il druido dovette chiedere la resa, era già molto stanco, dopotutto aveva appena superato la ottantina di anni 

- Servilio ha dei poteri innati molto potenti, tu sei forte Menelvagor, ma non come lui, da chi li abbia preso non lo so, ma penso che derivano da sua madre- disse il vecchio druido

- nonna che fine ha fatto?- domandò lo stregone appena sentì la citazione della madre di suo padre

- morì uccisa dai miei nemici durante la guerra centenaria, tuo padre aveva già dieci anni quando accadde, solo pochi giorni dopo stavo a Erevantor incontrandomi con Orhen e Steel- 

Arnon stava passeggiando per i corridoi della villa aveva in mente di parlare con Alhandra dopo pranzo, e incontrò Isidar che ammirava meravigliato la casa

- hei nonno mi piacerebbe vivere a lungo qui dentro- disse il mezzonano

- come se la passa il tuo vecchio Isidar?- domandò Arnon sorridendo

- o molto bene è tornato nel regno dei nani, dopo questa visita lo raggiungerò subito, devo iniziare il mio nuovo ruolo  di guerriero barbaro adesso- disse il giovane

- sei il più giovane barbaro del tuo clan immagino, ti pesa?-

- affatto, sono molto orgoglioso di questo ruolo, la prova di iniziazione era difficile, e anche se sono mezzosangue nessuno lo da a vedere-

-sai parlare bene la lingua corrente anche, tuo padre ti avrà insegnato bene- disse Arnon

- si esatto, è un ottimo professore, ma ormai quasi tutto il nostro clan lo parla bene, anche se è ancora restia ad abituarsi alla vita degli altri nani, il mio clan è ancora legato alle tradizioni-

- ho tutti i nipoti mezzosangue io, e nessuno di loro è un druido- disse Arnon

- be io ho voluto essere un barbaro, e poi Alhandra non è mezzosangue, ma interamente umana-

- già anche se è comunque mezzosangue come nazionalità, visto che il padre è di Erevantor e la madre era di Emor-       

Dopo pranzo Arnon andò da Alhandra che stava preparando i bagagli per la partenza

- così ve ne andate domani- disse l’uomo tristemente

- si, papà ci ha detto di raggiungerlo a casa sua per farci addestrare meglio, non capisco perché vuole ogni volta allenarci, come se ci dovessimo preparare alla guerra, prima di partire stava studiando su un esperimento che doveva fare, non so quale – disse la paladina

- ho saputo che siete stati separati per imparare i vostri mestieri- disse il druido, e la ragazza annuì

- tu hai già visto tua madre, mentre gli altri no, bé lasciate che vi dica una cosa, voi, ovvero Menelvagor, Semyase e Muniza hanno visto pure loro le madri, e forse solo Muniza se ne è accorto-

- cosa intendi dire nonno?- domandò Alhandra

- che durante i vostri allenamenti, Menelvagor ha avuto come insegnante sua madre, e lo stesso  anche per Semyase e Muniza- disse il vecchio

- vuoi dire che mio fratello ha visto mia madre?- domandò stupita la ragazza, e Arnon annuì

- sta bene, ma non è più la donna che conoscevi da bambina, purtroppo come tutti i vampiri, anche lei è diventata malvagia, sareste nemiche acerrimi se vi incontraste un’altra volta- disse il druido che cominciò ad andarsene via

- come sai tutte queste cose nonno? Io e i miei fratelli abbiamo parlato dei tuoi incontri da solo con noi- disse Alhandra, Arnon si fermò  

- noi druidi sappiamo molte cose, siamo bravi nel prendere informazioni- disse Arnon che se ne stava andando di nuovo

- un’ultima domanda, ma che fine ha fato Oizal la tua amica?- disse la paladina fermando il nonno

- è andata nella regione delle fate-

Il giorno dopo i quattro partirono, tornando a casa del loro padre, dove sono cresciuti. Un mese dopo appresero la notizia della morte di vecchiaia del loro nonno   

 

- è tutto?- domandò Kalaf alla fine del racconto

- si mio signore, questo è tutto quello che so- disse Semyase

- Arnon il Saggio sapeva qualcosa su Servilio probabilmente, ma dopotutto era il padre e un informatissimo druido, quindi altro non ricordi, bene è tardi sarà meglio mettersi a dormire, domani riprenderemo il viaggio, ci seguirai?-  domandò il nano alla ragazza

- mi avete salvata, vi seguirò per cercare almeno di pagare in parte il mio debito- disse la mezzosirenide

- monterò io la guardia per un po’, dobbiamo stare attenti e nasconderci bene, siamo in un territorio nemico, Semyase eccoti i tuoi vestiti o meglio quelli di tua sorella, togliti quella tunica- disse Raccon

 

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Capitolo 4
*** Quarto Capitolo ***


Non era nemmeno l’alba quando Semyase si alzò e muovendosi a carponi, volle preparare la colazione ai loro signori, riuscì senza far molto rumore a riscaldare le focacce e a versare le bevande, tutto questo prendendo dalle scorte del cibo del nano, fu il profumo a svegliare i compagni

- cosa stai facendo Semyase?- domandò il chierico sorpreso

- la colazione è pronta mio signore- disse la barda consegnando il mangiare a Kalaf prima e Raccon dopo, il nano provò ad assaggiarlo, era riscaldato bene, e le bevande era state raffreddate non si sa come però, visto che non c’erano ruscelli nei dintorni, poi si ricordò del ghiaccio che portava con sé e che riusciva a mantenerlo con la magia, infatti la barda aveva utilizzato proprio quelli

- ti ringraziamo Semyase, ma sono io il cuoco, a me piace cucinare, non devi pensarci tu d’accordo? Le prossime volte preparerò io da mangiare- disse Kalaf

- la colazione non era di vostro gradimento?- si scusò la mezzosirenide

- no andava bene, ma è Kalaf il cuoco punto, a lui gli dà fastidio se qualcun altro fa cose che dovrebbe fare lui – disse Raccon, e la ragazza si scusò

- un’altra cosa, non ci devi dare del lei, siamo compagni di viaggio e amici, e non siamo i tuoi signori capito? Ci devi chiamare per nome, mangia pure tu adesso- disse il nano e tutti e tre finirono la colazione, per poi riprendere velocemente il viaggio, si trovavano ancora in territori pericolosi, e l’odore del cibo avrebbe attirato qualcuno da lontano, ma fortunatamente non c’era nessuno nei paraggi, e i tre ripresero a cavalcare, riuscendo a raggiungere Brada in un giorno di viaggio

- “ manca ancora una personalità, ovvero Muniza”- pensò Kalaf appena giunsero nella leggendaria pianura- “ chissà come sarà il più piccolo e imperscrutabile dei figli di Servilio”- 

 

Entrarono nella foresta, che secondo i racconti di Ieyatsu, il ninja che scrisse la storia della avventura di Orhen e Steel sbucò all’improvviso dopo la morte di Silasio, lo stregone Bianco che addestrò Orhen  

- c’è una calma assoluta qui, ancora non abbiamo incontrato nessuno dell’Alleanza- disse Raccon

- siamo appena entrati, se c’erano qualcuno a controllarci difficilmente salterà fuori adesso- disse Kalaf

- non siamo soli, ci sono dei soldati che ci stanno circondando- disse Semyase

- come lo sai?- domandò Raccon

- sento dei rumori inusuali ai suoni della foresta, si muovono veloci e silenziosi, ma quel poco rumore riesco a percepirlo come una nota stonata in mezzo a un sonoro concerto- disse la barda

Il nano ordinò allora di fermarsi e i suoi compagni lo fecero

- non abbiamo intenzioni cattive, vogliamo parlare con i capi dell’Alleanza, so che ci state vicino, venite fuori- urlò il chierico, e piano piano un intero battaglione uscì dai loro nascondigli circondando i tre

- scendete da cavallo e seguiteci, penseremo poi il perché della vostra venuta qui- disse un umano vestito da Ranger con una freccia incoccata puntata proprio sul nano

- incatenateli- ordinò l’uomo appena i tre scesero da cavallo, sia Raccon che Kalaf rimasero impassibili, mentre Semyase era agitata, e guardava preoccupata i suoi compagni, che con gli occhi gli dicevano di non preoccuparsi. I tre vennero condotti in una casa adibita a piccola fortezza e da lì vennero portati nelle segrete della casa

- ricordati Semyase che tu sei Alhandra, comportati come lei, è meglio non far sapere a nessuno la tua condizione- disse il nano appena le guardie li lasciarono soli dentro la cella e la ragazza che ancora lacrimava preoccupata annuì

 

Beany si trovava seduta su una piccola scrivania di legno a leggere i rapporti dei suoi uomini sull’OPP e la Setta, che quotidianamente riceveva, quando entrò un soldato a comunicagli una notizia

- mia signora, dei prigionieri che abbiamo catturato stamane chiedono udienza presso di lei- disse il soldato

- chi sono? li avete identificati?- domandò l’halfing

- sono Kalaf, un principe del regno dei nani, Raccon del monastero del Sole e della Luna e Alhandra la Paladina- disse il soldato

-“ Kalaf e Alhandra, sarà stata quest’ultima a portarlo qui  quel nano, la aspettavo”- pensò la donna- bene portatemeli qui, tutti e tre, loro non sono nemici, che vengano liberati- ordinò 

 

I tre vennero scortati fino alla piccola stanza dove lavorava Beany come amministratrice dell’Alleanza e fatti accomodare in sedie di legno

- chiedo scusa per il trattamento, ma dobbiamo premunirci, siamo considerati nemici dal mondo intero, giurate che questo posto non venga scoperto per colpa vostra?- chiese l’halfing e i tre giurarono

- siamo qui nobile signora per intervistarvi, stiamo facendo il giro del mondo per capire i vostri obiettivi e quelli della Setta, e anche per quanto riguarda i cinque stregoni, che come si dice in giro starebbero controllando l’OPP- disse Kalaf

- si penso che sia utile, vi chiedo di pubblicarli subito le mie relazioni- disse Beany e il nano annuì, allora l’ex cacciatrice di taglie si mise a parlare

- noi siamo l’organizzazione non riconosciuta che prende il nome di Alleanza, i nostri obiettivi sono distruggere la Setta e affrontare problemi che l’OPP non accenna a risolverli, tra cui la povertà ancora presente a Emor, le invasioni da parte degli orchi senza che gli eserciti facciano qualcosa, la speculazioni sui prezzi della merce  e il continuo agitarsi di banditi in tutti i territori alleati, che non vengono fermati dalle forze militari locali, in pratica, siamo contro la negligenza totale di questi paesi nei confronti di questi problemi-

- è vero che puntate a sostituirvi nell’OPP?- domandò Kalaf che nel frattempo stava scrivendo 

- assolutamente no, noi vogliamo cooperare se possibile con l’OPP, noi non lo consideriamo un nemico da abbattere, ma un alleato, è l’OPP stesso a non capire

- è lei la fondatrice dell’Alleanza?- domandò sempre il nano

- no, io sono solo l’amministratrice, il nome del fondatore non ve lo posso dire-

- quale è secondo lei le vere intenzioni della Setta, e se secondo lei ci sono davvero persone che comandano sull’OPP-

- la Setta ha come programma il totale controllo sull’OPP, non sappiamo veramente se ci sono persone che già comandano sulla organizzazione internazionale, ma se è così sono affiliati alla Setta, siamo quasi certi che la negligenza dei governanti è dovuta dalla corruzione voluta da quella organizzazione, e sospettiamo anche che ci siano stati degli imbrogli elettorali in alcuni paesi, con lo scopo di mantenere questi governanti al potere-

- sa dove si trova la Setta?- domandò sempre Kalaf

- non sappiamo dove si trovi, altrimenti avremmo già provveduto a combattere subito contro di loro, siamo dotati di una forza armata notevole, dovuta anche da reduci della guerra centenaria- disse orgogliosamente Beany

- bene è tutto, provvederemo a pubblicare subito le sue relazioni- disse il chierico

- ho io una richiesta da fare, vorrei parlare in privato con Alhandra- disse l’halfing, e Kalaf sussultò come così anche Semyase

- forse un’altra volta, siamo tutti un po’ stanchi… -

- adesso!- disse la ex cacciatrice e Semyase acconsentì

Le due donne entrarono in un’altra piccola stanzetta, che probabilmente era la camera da letto di Beany a giudicare dal letto, dove proprio si sedettero le due, e attrezzi da combattimento tipici di un cacciatore di taglie, tra cui le famosissime tonfa della donna

- Alhandra ho saputo del messaggio che ci hai inviato, siamo contenti di averti tra noi- disse Beany

- a si.. il messaggio…

- siamo lieti di averti tra noi come soldatessa tra le file dell’Alleanza, conosciamo le tue doti nel combattimento e la tua lealtà per il bene comune

- si.. esatto.. – disse Semyase, visibilmente imbarazzata

- quindi da adesso entrerai nei nostri corpi speciali, benvenuta – disse Beany stringendo la mano alla ragazza - perché non ci racconti i tuoi combattimenti, siete partiti da Emor, avete percorso una zona pericolosa-

- si abbiamo incontratogli orchi, più di una volta- disse Semyase

- e nel regno di Emor?- domandò la cacciatrice

- è stato tranquillo- cercò di chiudere lì il discorso la barda

- strano…questo è strano…- e Semyase gli venne un nodo alla gola

- siete stati fortunati allora, vedi Alhandra adesso dovrai superare dei test di identificazione, in questo modo sappiamo se un nostro membro è quello che dice di essere oppure no, farai combattimenti con la spada e test anti-doppelganger – a sentire quelle parole, la ragazza che non era per niente abile con la spada si arrese

- mia signora, non sono Alhandra, ma sua sorella-  

Kalaf stava pregando gli dei che tutto andasse bene, che l’amica non si facesse scoprire, ma capì che le sue speranze erano finite appena vide la leggendaria donna uscire dalla stanza visibilmente adirata ordinando a Semyase di uscire anche lei

- che cosa è successo Kalaf? Mi vuoi spiegare chi è veramente questa ragazza? Mi dice di essere la sorella, Semyase,  e che non capisce il perché si trova nel corpo della sorella- disse Beany, e Kalaf raccontò tutto, e Raccon confermò

- mi state dicendo che Alhandra e i suoi fratelli sono soggetti a una maledizione, da chi non si sa- disse Beany e i tre confermarono

- non sappiamo cosa sia successo, siamo intenzionati a cercare il padre, ma nessuno di loro si ricorda dove possiamo cercarlo- disse Raccon

- non avete parlato con tutti no? Aspettate allora che ritorni Alhandra e interrogate Muniza, forse loro sapranno qualcosa- disse Beany e Kalaf accettò il consiglio- purtroppo noi non possiamo fare molto per loro-

Il giorno dopo i tre partirono, non senza aver trascorso una festa che quasi ogni sera si celebrava in quel periodo per le buone riuscite dell’Alleanza a risolvere i problemi nel mondo anche se c’è molta strada da fare, e Semyase si esibì in uno spettacolare ballo, incantando molti soldati, mancavano solo i reduci della guerra centenaria, impegnati in missione

- ricordati di indagare sulla identità degli stregoni, e trovate la sede della Setta, per noi è vitale saperlo- chiese Beany prima che i tre partirono

- noi andremo verso le paludi Nebbiose, verso la sede dell’OPP e indagheremo lì- disse Kalaf

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Capitolo 5
*** Quinto Capitolo ***


Erano già passati due giorno dalla partenza dalla sede dell’Alleanza, e i tre avventurieri stavano affrontando il terzo dopo una nottata terrificante

- chi saranno mai quelle persone? Non riuscivo a colpirle- disse Raccon

- sembravano come ombre- disse Semyase

- infatti temo che sono ombre- disse Kalaf e i suoi compagni si fecero più attenti

- vedete una volta seppi di un rapporto strano quando lavoravo per l’organizzazione internazionale delle razze, seppi che alcuni miei colleghi avevano combattuto contro degli uomini-ombra, non si sa come spuntarono fuori, ci furono più di un caso come quello, e non si sa se realmente sono nemici o amici- disse il nano

- quello che sappiamo è che è stato terrificante, non ho potuto fare nulla, infatti vi ringrazio, se fossi stato solo sarei morto- disse Raccon

- non ci devi ringraziare, ora siamo salvi abbiamo agito da squadra, sei stata brava Semyase, tu che non sei abituata in un combattimento- disse Kalaf

- be no padro… ehm Kalaf, ma da quando mi insegnarono a fare la barda mi dissero che avrei dovuto imparare a usare i miei poteri per aiutare i compagni- disse la ragazza

- l’importante e che siamo nel regno dei nani adesso, tra un giorno circa raggiungeremo la via commerciale, e lì ci sarà troppa gente per attaccarci- disse il nano sospirando, Semyase aveva difficoltà a chiamare per nome lui e Raccon, continuando ad usare la parola “padrone” o “mio signore”, come se fosse schiava per davvero, ma non importava adesso, la Via Commerciale era vicina, quest’ultima si trattava di un passaggio obbligato dalle rotte commerciali tra il regno dei nani e quello degli umani, dove ogni giorno decine e decine di carri pieni di merci passano e calcano quelle strade dalla fine della guerra, e questa volta la giornata era tranquilla, permettendogli di raggiungere la famosa Via

Kalaf si stupì vedendo Semyase che ancora dormiva, tutte le mattina si svegliava presto per essere sempre pronta ad aiutare i compagni, allora si mise a preparare la colazione e svegliò i compagni 

- chi siete voi maledizione- il corpo di Alhandra sobbalzò cercando a tastoni un’arma che non trovava, parlando con una nuova voce maschile

- tu dovresti essere Muniza giusto?- disse Kalaf

- come sai il mio nome?- domandò la personalità, e Kalaf raccontò tutto

Il mezzovampiro rimase di stucco quando capì l’evidenza, maledicendo il genitore

- è stato lui, è stato mio padre ne sono certo- disse Muniza- me la pagherà, riuscirò ad ucciderlo-

- calma, non sappiamo veramente se è stato lui, comunque non credo…- disse Raccon

- cosa ne sai tu che non lo conosci?- disse il mezzovampiro- è bastardo fino all’osso, in qualche modo ci ha relegati in un corpo solo, senza preoccuparsi del nostro destino-

- Servilio non è questo tipo di persona, sono certo che è stato qualcun altro- disse Kalaf

- certo come no-

- Muniza stiamo facendo un viaggio per saperne di più sull’Alleanza e la Setta, ci vorresti seguire? In cambio ti aiuteremo a trovare tuo padre, cosa ricordi?- disse Raccon

- ma che vole…l’Alleanza? E ditemi siete riusciti già a sapere qualcosa sull’Alleanza e la Setta?-

- l’Alleanza si, la Setta ancora nulla- disse Kalaf

- accetto di venire con voi, comunque tornando alla domanda di precedente, no non ricordo molto, so solo che stavo con i miei fratelli e stavamo ascoltando nostro padre, poi più nulla, ecco perché penso che sia stato lui- disse Muniza

- andremo a Lowers per prendere i documenti necessari per scovare la Setta, ma per farlo dovremo entrare di nascosto negli uffici dell’OPP- disse Kalaf

- bene è un lavoro per me, sono un ladro su commissione io- disse il mezzovampiro

- sei un ladro? Questa non lo sapevo, ma forse meglio così, ci impossesseremo di documenti importanti, ma lo dobbiamo per la gente di Elysium che non conosce ancora i fatti reali- disse Kalaf – in più raggiungeremo Emor, sperando che da lì  possiamo giungere a casa di Servilio, che è sconosciuta a noi, possibile che non ti ricordi dove sia?- domandò Raccon

- nulla, eppure io e i miei fratelli ci siamo cresciuti- disse il ladro   

Viaggiarono senza problemi nella caotica Via, fino a raggiungere il castello di Lowers, e poco distante insieme al castello era stato costruito un piccolo villaggio, nell’aria si sentiva l’odore degli acquitrini della Palude Nebbiosa

- ora il problema sarà entrare- disse Raccon

- forse facendoci assumere come inservienti, a Lowers sicuramente serviranno sempre- disse Kalaf

- lasciate perdere, ci darebbero subito la colpa a noi se riuscissimo ad impossessarci dei documenti, e poi sparire, andrò io da solo, di me non sospetteranno- disse Muniza

- ma sarà Alhandra a pagare per dopo- disse Kalaf

- sono abile nei travestimenti, e visto che sono già “vestito” da donna, mi serve solo un po’ di trucco per non indossare la colpa a mia sorella, che per altro mi è antipatica e entrare a Lowers, quindi andiamo al villaggio, mi prendo i trucchi necessari, pagate voi però visto che il lavoro sporco lo devo fare io, e andrà tutto bene- disse il ladro

Presi i necessari trucchi e dopo averli utilizzati, sembrando una donna più vecchia di quello che Alhandra è, Muniza andò verso il castello, a compiere la missione

- allora noi andiamo in questa locanda- disse il nano indicando una dei pochi luoghi di ristoro- noi ti aspettiamo lì-

Entrare dentro il castello fu abbastanza facile, Muniza dovette sostenere un colloquio soddisfacente, dicendo di avere una grande esperienza come donna delle pulizie, avendo già lavorato in molte case del continente, per il resto della giornata venne accompagnato da una domestica a fargli visitare il castello, e tutte le cose che avrebbe dovuto pulire lui, e fu una fortuna che la domestica gli indicò anche l’ufficio in cui dovevano trovarsi i documenti necessari

- lì ci passo solo io però- disse la domestica- l’ufficio del signor Segretario è recluso a molti per motivi di sicurezza-

-“ vorrei ben vedere”- pensò il ladro, per ultima la domestica gli fece visitare le stanze dei domestici, dove avrebbe passato la notte, Muniza si mantenne naturale fino alla fine della cena, gli inservienti andavano a letto presto, perché ogni giorno lavorano dall’alba fino al tramonto, Muniza aspettò fino a che non si fece un po’ più tardi, per poi decidere di muoversi con assoluto silenzio. Non era facile, non avendo il proprio corpo, non si poteva muovere come voleva lui, anche se aveva dei vantaggi, non aveva perso tempo per il travestimento e non aveva il bisogno di bere sangue, riuscì a uscire dalle camere degli inservienti e a raggiungere il primo piano stando attento alle guardie che giravano per il castello, silenzioso come era riuscì a muoversi senza far rumore, e con l’oscurità a favore e il suo vestito nero che si era portato per l’occasione , gli facilitavano il lavoro, fino a che però si trovò davanti l’ufficio del Segretario dell’OPP con due guardie che avevano l’obbligo a non muoversi da lì, non avendo la sua agilità da mezzovampiro, decise di utilizzare una novità , l’utilizzo di  una contenitore capace di stordire i due soldati, quindi lanciò l’ordigno che aveva preparato prima di entrare al castello e aspettò che il fumo si dilatasse, mentre il fumo fece il suo effetto però, le guardie allarmate avevano gridato, attirando una guardia che stava in posizione lì vicino

- cosa succede, chi va là?- disse la guardia raggiungendo i suoi colleghi addormentati prima che inalasse il gas

- maledizione, un ladr…- non finì la frase che il gas fece effetto pure su di lui facendolo cadere a terra svenuto e con una mascherina bene sistemata, Muniza si avvicinò al portone scassinando la porta dell’ufficio riuscendo così ad entrare. Ci mise un po' per trovare i documento, con l’utilizzo di una flebile fiammella si girò tutta la stanza fino a trovarli, e vestitosi da soldato scese la scale con tranquillità,  i soldati nonostante gli puntassero gli occhi addosso non fecero domande, riuscendo ad uscire dal castello trovandosi in cortile, con il cancello però ancora chiuso.

Ma il dio dei ladri era con lui, infatti c’era un carro che si apprestava ad uscire, con solo il carrista  a custodirlo, infatti in quel momento le guardie stavano guardando oltre le mura, velocemente Muniza riuscì ad infilarsi sotto al carro e ad aggrapparsi in modo che si reggesse, dovette aspettare dieci minuti in quella posizione, prima che il carro, adibito a portare il rancio ai soldati uscì dal castello, e solo allora poté lasciarsi andare sgattaiolando verso il piccolo villaggio

- ottimo lavoro ragazza- Muniza sentì una voce familiare, e si voltò sorridendo

- Hans, penso che ormai l’avrai capito pure tu chi sono io- disse il ladro

- è palese che un ladro-assassino abile come te, nonostante la figura da donna, poteva essere un vampiro di mia conoscenza- disse lo sconosciuto uscendo dall’ombra, un umano con un cappuccio sopra la testa

- soprattutto se conosci di chi è realmente questo corpo, mia sorella non ci riuscirebbe mai a fare una cosa che ho fatto io e né lo approverebbe, da quando ci stai seguendo?- disse Muniza

- da quando stavate lasciando la Coalizione, ero tra i miei uomini ombra quando vi abbiamo attaccato- disse Hans

- quei particolari non me lo ricordo, ero addormentato per colpa di questa maledizione- disse il ragazzo- comunque ho saputo dal nano che avevano avuto difficoltà contro voi ombre-

- veniamo a noi cosa ai preso di interessante al castello?-

- te lo dirò subito- disse il ladro che consegnò i documenti ad Hans

- L’OPP sa quasi tutto su di noi, ma è naturale… ma almeno sappiamo la sede dell’Alleanza e finalmente i nomi di quelle misteriose persone- disse l’ombra riconsegnando i fogli al mezzovampiro

- li devo dare tutti al nano e all’umano?- domandò Muniza, e Hans rispose positivamente

- conducili tu alla Setta in qualche modo, sappi però che vi terremo comunque d’occhio-

- come desidera comandante- disse il ladro inchinandosi al suo superiore per poi andare veloce alla locanda dove si trovavano i compagni di viaggio, non prima di essersi tolto il trucco e tolta l'armatura da guardia, ed entrando alla locanda il ragazzo cercò subito la stanza che l’oste appena svegliato gli aveva riferito, bussando forte la porta appena la trovò

- sarà meglio sgattaiolare via da questo villaggio presto- disse Muniza

I tre partirono subito lasciando Lowers per dirigersi verso il luogo della Setta, un nascondiglio a pochi chilometri da Emor

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Capitolo 6
*** Sesto Capitolo ***


Il sole era appena sorto quando il nano si svegliò e preparò la colazione per i compagni, mentre la preparava Kalaf guardò Muniza, se si può definire tale, intento a dormire, il mezzovampiro, inabilitato dalle sue mancate abilità della sua razza dovuta alla convivenza con un corpo umano, era riuscito a prendere documenti importantissimi, che avrebbe voluto pubblicare subito, ma che doveva farlo a Emor appena avrà tempo. Servilio, Lith, Sandra, Argai e Arcadio, questi sono i nomi dei cinque misteriosi che governerebbero l’OPP , e sapeva pure dove si trovava la Setta, tutto in pochi giorni, meglio di così non poteva essere, rimanevano solo il problema dei figli di Servilio, cercando di liberarli dalla maledizione. Si trovava a un giorno di cavalcata da Emor, e la Setta era solo poco più vicina   

- sveglia dormiglioni, è ora di alzarsi- disse il nano a voce alta, Raccon apri gli occhi, mentre Muniza li aprì sforzandosi

- buongiorno- la voce di Muniza era cambiata, ritornando femminile- che cosa è successo, non dovevamo stare a Kazam?-

- Alhandra sei tornata- disse il nano

- come sarebbe a dire tornata?- la paladina si svegliò del tutto, e Kalaf iniziò a raccontare quello che era successo

- incredibile, e forse tutto questo lo avrebbe fatto mio padre?- domandò incredula la ragazza

- ci serve sapere che cosa ricordi- disse Raccon

- ricordo solo che stavo con i miei fratelli e mio padre, e lui chiacchierava dicendoci qualcosa-

- altro?- domandò sempre Raccon

- so dove si trova la casa, dopotutto è là che mi sono svegliata, se siamo vicino a Emor la raggiungeremo subito, non si trova lontano-

Cavalcarono più veloci che poterono, la casa di Servilio si trovava a nord della Capitale degli umani, e verso sera la raggiunsero, trovandola abitata

- papà, papà- urlò la paladina con quanto fiato aveva in gola appena entrò dentro l’edificio

- Servilio, ti dobbiamo parlare è urgente- disse Kalaf urlando

- non urlate, non sono mica sordo- dal nulla apparve il padre e amico rispettivamente di Alhandra e Kalaf- salve figlia mia, come va con i tuoi fratelli?- disse sorridendo

- padre, non dirmi che sei stato tu a ridurci così, non puoi essere stato tu- disse la ragazza

- si sono stato io, e vedo che ha funzionato, stando alla tua ammissione- disse Servilio

- non è possibile- urlò la figlia che attaccò il padre puntandogli contro la punta della spada, ma prima che lo raggiungesse, lo stregone la scaraventò contro una parete immobilizzandola insieme a Kalaf

- a a non si fa, bisogna onorare i genitori- disse sarcasticamente Servilio- io volevo testare le mie capacità, volevo vedere quanto ero forte, io vi ho creati e io vi uso a mio piacimento-

Ad Alhandra gli venne una fitta al cuore, quello non poteva essere suo padre, così malvagio

- come sei bella ragazza mia, sembri tua madre prima che quello sconsiderato di un vampiro la rovinasse-

- sei tu Servilio uno dei cinque che governano sull’OPP?- domandò Kalaf arrabbiato ma immobile

- si esatto sono uno di loro, sei stato bravo amico mio complimenti, io ho il potere del controllo e della telepatia, per esempio, Alhandra sai dove si trovano i tuoi fratelli?- Servilio con una magia fece vedere alla figlia che i corpi dei fratelli erano rinchiusi dentro una cella frigorifera creata da lui

- se ti muoverai contro di me e non farai come ti dico, non esisteranno più- disse lo stregone- continuate il vostro viaggio, andate alla Setta, io ho il potere di uccidervi in qualunque momento, siete sotto controllo- disse lo stregone- impedite alla Setta di comandare sul mondo se ci riuscite-

Detto questo li scaraventò fuori dalla casa, sigillando con la magia le entrate

- maledizione, siamo spacciati- disse Kalaf- non sapevo che Servilio fosse diventato così forte-

- siamo costretti a fare come dice lui, o moriremo, ma mi sa di trappola- disse Raccon che nel frattempo aspettò fuori

- ma cerchiamo di impedire alla Setta di agire, almeno questo lo voglio fare- disse Alhandra che stava lacrimando

- tu volevi veramente entrare nell’Alleanza?- disse Kalaf

- si da quando capì i suoi obiettivi, e dopo che mi avete invitata a seguirvi, sapendo che una delle vostre mete era andare a Brada ho accettato di seguirvi nonostante il pericolo-

- allora domani andiamo a combattere contro la Setta- disse Raccon

 

Il giorno dopo cavalcarono veloci raggiungendo in poche ore la sede della Setta, un piccolo tempietto sotterraneo dentro un edificio abbandonato una volta luogo militare di Emor, l’interno sembrava tranquillo pareva non ci fosse nessuno, ma non poterono andare avanti, il passaggio per i sotterranei era bloccato. Alhandra  vide che da dentro un muro apparve un uomo che gli sorrideva compiaciuto della visita

- complimenti Muniza c’è li hai portati, Servilio ci aveva avvertito che sareste venuti presto-

- cosa centra mio fratello adesso?- domandò Alhandra

- o così tu dovresti essere la paladina se non mi sbaglio giusto? Tuo padre questo non c’è l’aveva detto, be abbiamo detto a Muniza di portarvi qui, ma siete venuti lo stesso –

-“ maledizione, non dovevamo lasciare carta bianca a Muniza, sicuramente prima di venire da noi è passato da loro”- pensò Kalaf

- non importa, consegnateci i documenti e non parlate a nessuno di questo viaggio per il bene vostro- disse Hans

- io non te li darò mai, tutti dobbiamo sapere che cosa sta succedendo- disse la paladina sfoderando la spada, e anche Kalaf e Raccon si prepararono a combattere

- come volete allora- disse l’uomo-ombra, e molti altri della sua specie fecero la medesima comparsa che aveva fatto lui – attaccateli-

Le ombre erano davvero tante, ed era difficile resistere, Alhandra cercò di difendere il monaco che era in grande difficoltà, muovendosi agilmente con la sua spada, fino a che Kalaf che combatteva con la sua magia venne ferito dalle ombre

- Kalaf resisti- ma ecco che altre apparvero dal muro attaccando il trio, e Raccon svenne per i colpi ricevuti, e anche la ragazza e il nano erano in palese affanno

- Kalaf seguimi- disse la paladina che con un fendente aprì un piccolo varco e il nano cercò seguirlo, ma venne attaccato alle spalle da un ombra facendolo cadere a terra, la paladina cercò di metterlo in piedi, ma subì numerosi attacchi e alla fine cadde  a terra pure lei svenuta

 

Kalaf si svegliò dolorante, si trovò in catene appeso al soffitto, a fianco a lui Raccon nella medesima condizione ancora rintontito, ma non vedeva Alhandra

- ben svegliati- una voce femminile echeggiò nella prigione – dunque siete voi il gruppetto che stava ficcando il naso nei nostri affari-

- chi siete? Dove è Alhandra?- disse il nano

- Alhandra non c’è adesso, Muniza è tornato, e gli ho affidato una missione da svolgere a Nord del continente, sapete Servilio voleva che i suoi figli formassero un gruppo di combattenti ai suoi ordini, poi però volle fare quell’esperimento che riuscì, non durerà molto lo distruggerà - disse la donna- io sono Lith, la stregona abile nell’avvizzimento, nell’uccidere e maledire-

- sei una dei cinque- disse Kalaf- sei tu a capo della Setta?-

- già, e tu mi dirai tutto ciò che hai fatto, altrimenti ti torturo- disse la stregona che gli assaggiò il suo potere da torturatrice, facendo urlare dal dolore il prigioniero

- Lith, cara Lith,  non c’è bisogno di torturarli quando ci sono io- Servilio fece la sua apparizione dietro la donna

- cosa vorresti fare? Questi sono miei-

- non dubito, ma potresti estorcere la loro avventura così- e Servilio si avvicinò a Kalaf e gli lesse la mente apprendendo tutto sul viaggio degli avventurieri

- è stato un viaggio divertente Kalaf da quello che vedo, forse non come i nostri- Servilio si mise a raccontare tutto alla collega

- è una storia interessante, ma non ho trovato niente di utile, queste cose li so già- disse Lith

- io ti ho voluto semplificare il lavoro-

- ma non il divertimento- disse la donna

- ma loro non sanno nulla, vuoi sapere come sono nate le organizzazioni non riconosciute Kalaf? Te lo dirò. Sia la Setta che l’Alleanza sono create da due dei cinque stregoni, Lith, la signora qui presente mira a controllare l’OPP, mentre Arcadio vuole difenderlo, come così vuole difendere la pace a Elysium, che ci sarà comunque, nessuno di noi vuole la guerra, fatto sta che io pure miro al controllo dell’OPP, e già da molto tempo lo stavo manipolando a mio piacimento, ma sono solo uno, e quando ho trovato, un’altra persone forte come me, che ha i miei stessi obiettivi, be noi ci siamo alleati, e abbiamo intenzione di distruggere l’Alleanza e quanti hanno intenzione di difenderla- disse Servilio

- e quindi voi morirete, perché e questa la vostra colpa, dopo che mi sarò divertita un po’ con voi- disse la donna, e Servilio fece per andarsene, accompagnato dalle urla di dolore terrificanti del suo ex compagno di lavoro e del monaco umano

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Capitolo 7
*** Settimo Capitolo ***


Il nano si svegliò in cella incatenato, guardò la piccola finestrella, e vide le luci dell’alba, presto lo avrebbero ucciso, che stupido era stato a voler seguire quella avventura, era si riuscito a scoprire tutto quello che stava succedendo, ma per colpa sua, non era riuscito a liberare dalla maledizione Alhandra, e sempre per colpa sua Raccon morirà con lui, il monaco era ancora addormentato, e giaceva a fianco a lui incatenato. Una forte esplosione colpì la cella, distruggendone il muro

- che cosa sta succedendo?- urlò Raccon appena svegliatosi e preso dal panico

Una figura umana apparve davanti a loro uscendo dalla coltre di fumo

- siete voi Kalaf e Raccon?- disse la figura che era una donna, la sconosciuta utilizzò una magia del fuoco per togliere le catene ai prigionieri

- direi che siete voi, la descrizione sembra giusta- disse sempre la donna, e in quel momento entrarono nella cella tre guardie, che non fecero in tempo a parlare che già degli attacchi di fuoco li colpirono uccidendoli

- venite svelti-

I tre venero catapultati da un portale portandoli lontano miglia e miglia dal nascondiglio della Setta, il nano riconobbe il luogo dove si trovavano, era la foresta di Brada, ma una cosa che lo stupì e vedersi guarito dalle ferite

- che cosa volete da noi?- domandò Raccon

- è l’Alleanza che vi vuole, io mi sono unita con loro, e sapendo dove vi trovavate vi ho cercato e trovato- disse la ragazza di fuoco

- ma chi è lei?- domandò sempre il monaco

- non lo avete capito? Sono Sandra, una dei cinque stregoni che gestiscono il mondo, da tempo, da quando i nostri poteri sono diventati a dir poco eccezionali che ci proviamo, e ognuno di noi ha un lavoro da fare perché ci sia equilibrio nei nostri compiti, ma quando Servilio da solo si voleva impossessare dell’OPP, Lith creò la Setta e Arcadio l’Alleanza l’equilibrio si spezzò, ora la Setta per colpa vostra sa dove si trova l’Alleanza, e adesso la sta attaccando, se la Setta riuscirà a distruggerla non ci sarà nessuno che la contrasterà, perché avrà via libera per il totale controllo dell’OPP, visto che Servilio è con i nemici, se voi non facevate questo viaggio tutto questo non sarebbe successo, e ora dovremmo impedire a Lith di raggiungere il suo scopo e convincere Servilio ad arrendersi, se pur mi alletta dominare il mondo non ci sarà più quel caos che in alcuni territori, tra cui quello degli orchi regna sovrano, e perché ci sia caos è necessario che ci sia anche un equilibrio che lo permetta, se Lith conquistasse tutto Elysium saremo tutti governati da lei, non ci saranno terre indipendenti, come Daemortius cercò di fare quaranta anni fa- disse la ragazza

- che cosa possiamo fare adesso?- domandò il nano

- salvare il salvabile, e sconfiggere Lith, bisogna salvare l’Alleanza adesso- disse Sandra

I tre si mossero verso la sede di Arcadio che era vicinissima, Sandra si avventò sui nemici, che stavano cercando di sfondare le difese per penetrare dentro l’edificio, e lo stesso fecero Kalaf e Raccon, a combattere per la Setta c’erano un numero alto di umani e ombre, mentre dall’altra lato solo umani, con l’eccezione di qualche rappresentate di altre razze, Kalaf riconobbe Beany, ma si stupì di vedere gran parte dei reduci della guerra centenaria, tra cui Barg, Ember, Keld, Semjase e gli ormai ex ragazzi della Coalizione Rafiant, Lena, Lesha, Glissa, Judan  e Ashus e Oizal. Il monaco si occupò degli umani nemici, mentre Kalaf si occupò delle ombre, ma queste ultime erano forti, una di queste, era nel frattempo riuscito a ferire gravemente molti dei reduci, e Kalaf decise di intervenire, lanciandogli una sfera magica di luce

- non andrai oltre infida creatura- disse il nano

- tu dovresti già essere morto, vuol dire che lo farò io- disse l’ombra

- salve Raccon- il monaco vide davanti a sé dopo che aveva ucciso un nemico, il viso di Alhandra, e dietro di lei, Glissa e Judan feriti a terra

- Muniza come hai potuto?- disse Raccon

- siamo in guerra amico, e anche tu lo sei quindi devo uccidere anche te-

- morirai allora- e il monaco e l’assassino ingaggiarono uno scontro, nel frattempo l’esercito della Setta incominciava a scemare, dovuto dall’intervento di tre dei cinque stregoni, Sandra, Arcadio e Argai, che da soli riuscivano a sconfiggere numerosi nemici

- è tutta qui la tua forza nano, sei debole- Hans attaccò il nemico, ma Kalaf mulinò la sua ascia preparandosi all’attacco

- “Moradin, Kord, Dei, aiutatemi”- disse il chierico, e la lama dell’ascia sacra si illuminò di luce propria fendendo l’ombra uccidendola, Kalaf si sdraiò esausto

- sappi che non sono stato io a ferire quei due- disse Muniza- ma se muoiono, io sono contento,  nemici in meno-

Il ladro si mise addosso al nemico, cercando di pugnalarlo, ma il monaco riuscì a prendere con le sue mani quelle del nemico, e facendo volare il mezzovampiro in aria, lo butto a terra togliendolo per un attimo il respiro, giusto il tempo per dargli un pugno che lo fece svenire, nel frattempo i soldati della Setta furono costretti a lanciarsi in ritirata 

 

-per colpa vostra l’Alleanza è semi distrutta, numerosi soldati sono morti, tra cui alcuni reduci, Barg, Ieyatsu, Glissa, Judan, Semjase,Rafiant, - disse Arcadio guardando il chierico e il monaco- è vero abbiamo anche noi ucciso molti di loro, ma è colpa vostra se i nemici ci hanno stanato-

- non è colpa loro, volevano cercare informazioni, fare una cronaca, ma sono stati traditi da Muniza- disse Ashus

- quel maledetto ha ucciso Glissa e Judan, l’ho visto quando si avventava sul monaco e i miei amici stavano a terra- disse Lesha che era già disperata per la morte di suo marito Ieyatsu, il suo cadavere era stato scoperto da pochissimi giorni  

- non è stato lui, è stato quell’ombra che il nano ha ucciso a farli fuori, in poco tempo è riuscito ad ammazzare molti di noi- disse Oizal

- ora però dobbiamo sistemare Lith e Servilio, e sarà quest’ultimo che dovremmo fermare subito, e dobbiamo liberare anche Alhandra e gli altri dalla sua maledizione- disse Arcadio- Kalaf, Raccon, per pagare la vostra troppa curiosità dovrete seguirci-

-anche noi vogliamo liberare i nostri amici e anche noi vogliamo evitare un’altra guerra- disse Kalaf

- allora sbrighiamoci, per questa urgenza dovremmo occuparci dopo dei morti, porteremo con noi anche Menelvagor- disse Arcadio indicando lo stregone che si era appena sostituito a Muniza dopo il pugno ricevuto da Raccon

- posso indicarvi tutti i luoghi della casa, la so a menadito ora che sto acquistando la memoria- disse lo stregone, e lui, Kalaf, Raccon, Ashus, e i tre stregoni si teletrasportarono a casa di Servilio

Menelvagor si trovò dentro la casa dove era cresciuto, è qui che il padre lo aveva relegato nel corpo della sorella, e ora doveva combattere per ottenere il suo corpo

- buongiorno cari colleghi- nella sala apparve Servilio con un sorriso smagliante- vedo che siete riusciti a difendere l’Alleanza e che mi volete sconfiggere subito per costringere Lith ad arrendersi-

- padre…- disse il mezzelfo guardando con rancore il genitore

- salve Menelvagor, vedo che mi vuoi combattere anche tu, dovrò sottomettere al mio volere anche te- disse lo stregone, che gli lanciò un attacco magico di colore blu, neutralizzata da Arcadio

- saremo noi a sconfiggerti- disse lo stregone aiutato da Sandra e Argai

- accompagnaci Menelvagor, ti aiuteremo a liberare i corpi imprigionati- disse Oizal e insieme ad Ashus, Kalaf e Raccon seguirono il ragazzo. Trovare la stanza refrigerata fu facile, Menelvagor trovò il suo corpo congelato insieme a quello di suo fratello Muniza e quello di Semyase, la druida sciolse i ghiacci che imprigionavano i corpi, e Ashus chiamando a raccolta i suoi poteri, chiedendo aiuto anche a Kalaf e Oizal pronunciarono un incantesimo che potrebbe distruggere la maledizione. L’incantesimo riuscì, il ragazzo si trovò dal corpo della sorella  al suo, e vide che anche gli altri erano stati liberati, ma un altra luce li avvolse per poi diradarsi subito dopo, e Ashus e Oizal si precipitarono subito nella fonte di quella luce, seguiti dagli altri, mentre Menelvagor e Alhandra dopo aver capito cosa era successo puntarono le armi verso Muniza per costringerlo a seguirli, aiutati anche da Semyase

- bravi, siete riusciti a sconfiggermi- disse Servilio- mi arrendo, non mi opporrò più a voi-

- ti rendi conto che se Lith si impadronisse dell’OPP questo non esisterà più?- disse Argai

- si lo so, ma non mi importava molto, e forse non avrei neanche potuto comandare a braccetto con Lith-

- l’importante e che siamo riusciti a risolvere anche questo, ordinerò all’Alleanza di muoversi contro la Setta se quest’ultima non si arrende- disse Arcadio

- fate pure, tanto non avete ancora vinto- disse Servilio

- che cosa vuoi dire?- disse Sandra

- semplicemente adesso che la luce si è espansa  né io né  voi potete usare più per un arco di tempo i poteri a nostra disposizione, e Lith nel frattempo approfittandone della situazione attaccherà Lowers con i suoi uomini rimasti- disse Servilio, e in quel momento giunsero gli altri

- che cosa è successo?- disse Oizal

- questo maledetto ci ha fregato, non possiamo più combattere e Lith è intenzionata ad andare fino in fondo al suo progetto- disse Arcadio

- salve figli miei- disse Servilio- vedo che siete tornati normali-

- padre hai pagato per quello che hai fatto, ma sempre per colpa tua hai concesso ai nemici di avere una buona possibilità di comandare sul mondo- disse Alhandra

- dove è Muniza? Io non lo vedo- disse Semyase, infatti il mezzo vampiro era scomparso

- stava qui un attimo fa come è sparito?- si domandò Menelvagor

- ha ha Muniza tra tutti voi è quello che riesce ad utilizzare meglio le sue abilità proprio come me- disse Servilio

- pazienza, dovete andare a Lowers e impedire a Lith di prendere in ostaggio l’intero castello con tutti gli abitanti, dovete sapere anche che sarà inutile che i governanti si muovono, loro sono già in ostaggio dei nemici anche se non lo sanno- disse Argai

- Lith si è mossa velocemente, dovete muovervi- disse Sandra

-Menelvagor,  sai usare i portali?- disse Arcadio e il mezzelfo rispose di sì- allora vai a Brada, chiama tutti quelli ancora disponibili a combattere e convincili a portarli qui, ora più che mai serve davvero tutta l’Alleanza- il ragazzo ubbidì

- noi invece ci trasferiremo subito a Lowers, venite tutti qui- disse Ashus che aprì un portale che li portò alla sede dell’OPP     

 

Lowers era già stata attaccata dalla Setta, e i soldati stavano combattendo per difenderla, le ombre stavano massacrando con facilità i soldati come se la carne fosse dei pezzi di carta

- aiutiamo i soldati presto- ordinò Ashus che lanciò i suoi attacchi magici abbattendo alcune ombre, e anche gli altri si misero a combattere, Alhandra riuscì addirittura con un solo fendente a neutralizzare l’attacco di un’ombra uccidendolo , mentre Semyase supportava l’attacco degli amici cantando una melodia magica, Oizal colpiva ripetutamente le ombre, così come  Kalaf e Raccon che si davano da fare, ed ecco che molti portali apparvero, comparendo molti incantatori e soldati dell’Alleanza, che combatterono contro i soldati della Setta

- Alhandra sei tu, cosa sta succedendo? Perché ci attaccano?- Isidar il mezzonano apparve a fianco a loro abbattendo un soldato nemico

- Isidar sei tu, sono membri della Setta, vogliono dominare Elysium, continua ad abbattere i nemici, solo con la magia invece puoi battere le ombre, dillo a tutti i guerrieri e maghi nel castello- disse la paladina

- lo dirò subito, poi voglio sapere perché vi trovate anche voi qui e cosa centrate in questa storia- disse il barbaro

- non ti preoccupare ti dirò tutto alla fine- disse Alhandra  

- ancora voi? Non vi stancate di combattere?- disse Lith apparendo davanti ai nemici

- noi non vogliamo stare sotto il tuo dominio strega- disse Kalaf

- io vi sconfiggerò tutti, non lo avete capito?- disse la  stregona

- non se combattiamo tutti contro di te- dissero in coro Oizal,Asus, Lesha, Lena,Keld,Menelvagor e Morthond che erano appena arrivati pure loro con i portali

A guidare l’attacco dell’Alleanza c’era Ember supportato da Beany, seguiti da Raccon, Alhandra e Semyase, ed insieme continuarono a difendere le mura del castello e i suoi soldati

- ancora a combattere state, ma insomma siete testardi- disse Muniza che apparve davanti a loro- sorpresi vero? Ho chiesto un passaggio ad un incantatore della Setta che stava vicino a casa di papà-

- Semyase, Raccon, Isidar vi chiedo di aiutare Ember e Beany, mi occuperò io di Muniza- disse la paladina

- ma sono tua sorella, io voglio stare con te- disse Semyase

- ubbidisci, non  c’è la faresti contro di lui, ti prego Raccon portala via- disse la ragazza, e anche il monaco disse di lasciarla stare, intanto il mezzonano andò a dare istruzione a degli uomini poco lontani da lui

-se dovesse succedere qualcosa interverremo subito- disse Raccon a bassa voce invitando la mezzosirenide a combattere nelle vicinanze

- così mi vuoi sfidare da sola, pessima scelta sorellina- disse il fratello che lo attaccò

Nel frattempo la battaglia infuriava, Lith stava utilizzando tutto il suo potenziale per sconfiggere gli avversari, e solo Morthond ferito doveva ritirarsi coperto da Keld

- io sono troppo forte per voi- disse la donna, ma già Ashus stava bloccando con grande forza e determinazione gli attacchi della strega, mentre gli altri la bombardavano di attacchi magici, e la stregona aveva difficoltà a pararli tutti

Muniza si muoveva agilmente, ma la sorella riusciva a parare i colpi e a schivarli anche

- sei solo una stupida umana, io sono forte, ho ereditato,  l’agilità dei vampiri, e grazie al sangue umano non ho i loro medesimi difetti- disse il mezzovampiro

- ma non hai cuore umano, non so perché ti sei alleato con quella donna, che cosa ne giovi?- domandò la ragazza

- un posto finalmente come capo della Setta, subordinato solo alla mia signora, visto che Hans il suo fedelissimo è stato ucciso da qual nano, me lo ha garantito, mentre se sto con voi non avrò nulla- disse il ladro

- ma ci siamo noi, siamo sempre stati insieme…-

- me ne infischio della vostra compagnia- e il combattimento continuava

Furono gli attacchi combinati degli incantatori a ferire Lith, esaurendola quasi del tutto della sua energia, mentre Ashus si era sacrificato proteggendo i compagni da un attacco della strega cadendo a terra ferito e esausto

- non è possibile che mi stiate sconfiggendo, io sono invincibile- disse Lith

- anche Daemortius lo diceva prima di morire, ma è stato sconfitto da Orhen- disse Menelvagor

- io ho ucciso quell’elfa, e anche quel Mirilith compreso il ninja Ieyatsu che voleva uccidermi da solo visto la sua forza, io ho ucciso gli eroi di Elysium- disse la donna, a sentire il nome del marito Lesha si preparò ad attaccare la stregona con tutta la sua rabbia

- sei stata una vigliacca perché sapevi benissimo che Orhen e Steel avevano perso i loro poteri, che tu sia maledetta anche per la morte di Ieyatsu- disse Kalaf

- preparati Lith perché farai la stessa fine- disse Menelvagor intento ad evocare una magia potente

- fermi non la uccidete- i quattro stregoni apparvero accanto a loro grazie a un portale magico  

- voi qui, non è possibile, dovrebbe durare per un bel po’- disse Lith

- siamo stregoni leggendari, quei incantesimi hanno breve durata contro di noi, ti consigliamo di arrenderti se non vuoi combattere contro di noi- disse Arcadio

- va bene, ritirerò le mie truppe- disse Lith, che con una magia diede il segnale della ritirata e gli uomini della Setta obbedirono al segnale avendo ricevuto la notizia che i quattro stregoni erano arrivati

Alhandra evocò un attacco magico di spada, Muniza fece per parare, ma la spada riuscì a gettare le armi del ladro e ferire il mezzovampiro per tutto il torace fino alla pancia, causando un brutto squarcio che era però facilmente curabile grazie alla sua rigenerazione, la paladina con un calcio ai piedi fece cadere a terra il fratello puntandogli la lama alla gola

- hai vinto sorellina, uccidimi- disse Muniza

- pensi davvero che ti ucciderò fratello mio?- disse la ragazza, e si avvicinarono prima Semyase  poi Menelvagor e infine Isidar

- è finita Muniza, la tua signora si è arresa ed è nostra prigioniera, ora anche tu lo sei- disse lo stregone

- la guerra è stata evitata, Muniza torna a vivere con noi e a lavorare per la pace che nostro nonno ha faticosamente costruito- disse Semyase

- non so come hai potuto tradirci cugino, fortunatamente è finita bene, il castello è salvo adesso- disse Isidar. Al vampiro non rimase altro da fare che rimanere immobile aspettando che lo trascinassero via in catene

 

Lowers venne risistemata dopo l’attacco, Kalaf pubblicò tutte le sue relazioni, dando finalmente una risposta a quello che stava succedendo in quel periodo, la Setta e l’Alleanza  vennero sciolti, e Lith e Muniza vennero risparmiati giurando che avrebbero assistito l’OPP a migliorare il mondo, Muniza sarebbe diventato un cacciatore di taglie e una spia per l’OPP, lavorando con i suoi fratelli e cugino, Semyase scrisse questa storia, mentre Lith si mise a consigliare i governi come i suoi quattro colleghi, i morti vennero sepolti tutti e altri sessanta anni di pace fiorirono a Elysium    

 

note:con questo finisce la saga, spero vi sia piaciuta

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