Non voglio dimenticare

di ninety nine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 24 marzo 1944- Fosse Ardeatine ***
Capitolo 2: *** 11/09/2001- Twin towers ***



Capitolo 1
*** 24 marzo 1944- Fosse Ardeatine ***



 Prima di iniziare, vi lascio questa canzone. Ne consiglio l'ascolto prima , durante o dopo la lettura. Aiuta davvero tanto ad entrare nel contesto e a rivivere il clima e gli avvenimenti di quei giorni. La frase finale è semplicemente spiazzante: 
https://www.youtube.com/watch?v=CCbYoF_7vMQ





 
QUI FUMMO TRUCIDATI
VITTIME DI UN SACRIFICIO ORRENDO
DAL NOSTRO SACRIFICIO
SORGA UNA PARTIA MIGLIORE
E DURATURA PACE FRA I POPOLI



Il mio respiro si condensa al contatto con l'aria umida delle fosse, mentre i miei occhi indugiano sulla targa commemorativa.
Penso a come si siano sentiti quei 335 uomini, quella sera del 24 marzo 1944. Trecentotrentacinque morti in meno di una notte. Non in Germania, non ad Auschwitz, ma qui, alle porte di Roma.


Sento la loro paura, la loro rabbia, la loro incomprensione.
Li vedo, in ginocchio, sei alla volta. Vedo la pistola poggiare sulla loro nuca, le spalle premere contro quelle dei due compagni che hanno a fianco.
Immagino il loro ultimo pensiero, rivolto alla moglie, alla madre, alla figlia, alla fidanzata. Li sento sospirare. Poi, il gendarme preme il grilletto.
C'è fumo, si sente ben distinto il rumore dello sparo. Un attimo e tutto diventa nero.

Silenzio, c'è un silenzio tombale.

I sei che entrano in seguito non lo spezzano, quasi a voler onorare i compagni. Quattordicienni, diciottenni, quarantenni. Amici o perfetti sconosciuti. Commercianti, partigiani, padri di famiglia. Ora sono tutti uguali di fronte alla morte.


Il suono di una goccia d'acqua mi riporta bruscamente alla realtà, insieme ad un vuoto nello stomaco che non avevo mai sentito prima.
Osservo la punta della mia scarpa smuovere la polvere, polvere che settantuno anni fa era rossa di sangue.
Io posso fare solo una cosa per questi uomini: ricordare.
Prendo la piccola margherita bianca che ho raccolto qui fuori e la lancio ai piedi della targa, accompagnandola con una promessa.

-Io non dimenticherò. Non voglio farlo. Mai.-

 

 

BUONGIORNO! Ho scritto questa breve flashific per il giorno della memoria. E' un giorno che per me ha molto significato e ci tenevo a celebrarlo in qualche modo. Per ricordare. Per onorare. Per ribadire che che tutti quei morti sono stati inutili. Sono morti per niente. Per alimentare la follia umana. Perchè questo non si deve ripetere.

Ora, voi direte, allora perchè scrivere delle Fosse Ardeatine se si parla di Shoah? Innanzitutto, perchè questa è una vicenza un po' meno conosciuta, ma più vicina anoi. Un vicenda tutta italiana che si inserisce in questo contesto. E poi, perchè il giorno della memoria è a memoria di tutte le stragi compiute dall'insensatezza dell'uomo. Questa è una di quelle.
Se riesco, farò di questa storia una raccolta, ma c
i tenevo a pubblicare la prima storia proprio questo giorno.

 

Dedico questa storia agli ebrei, ai partigiani, ai prigionieri politici, agli uomini comuni, alle donne e ai bambini morti durante la Seconda Guerra sotto un governo malato e senza senso. Perchè tutto questo non si ripeta. A voi!


Katniss_jackson

 

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Capitolo 2
*** 11/09/2001- Twin towers ***


11/09/2001-Twin towers





Faceva caldo, quel giorno. Il cielo era sereno, soltanto qualche candida nuvola a coprire per qualche tratto l'azzurro.

Le persone ridevano mentre si recavano al lavoro, mentre salivano le scale, mentre premevano il pulsante dell'ascensore.

Avevano salutato figli, mogli, mariti soltanto poco tempo prima, con la muta promessa di tornare a casa, quella sera. Avevano i loro progetti, ci pensavano mentre lavoravano.

Una gita in barca, una cena a lume di candela, una passeggiata nel parco.

Tu non saresti dovuto andare al lavoro, avevi il turno di riposo, ma sei uscito di casa non appena hai sentito dell'accaduto. Ti ricordo, nonostante fossi molto piccola, in divisa che mi salutavi. Avevi prenotato i biglietti per andare al luna-park il giorno dopo, e io non vedevo l'ora che quell'undici settembre finisse e arrivasse l'indomani.

Se ci ripenso, avrei dovuto sperare che il tempo si fermasse prima che tu uscissi di casa, o prima ancora che gli aerei si schiantassero, ma non mi rendevo conto di ciò che stava succedendo. Mamma lo capiva e piangeva a dirotto.

Chissà dove volevano andare i passeggeri sugli aerei. Chissà se si sono resi conto di ciò che stava accadendo, mentre andavano a schiantarsi sul vetro della Torre Nord.

Non avevano nessuna colpa, se non quella di trovarsi sul volo sbagliato.

Non avevano nessuna colpa nemmeno gli uomini e le donne che stavano nelle torri.

Svolgevano il loro lavoro, nel posto sbagliato, il giorno sbagliato.

E' stata tutta una questione di coincidenze. Se fossimo andati al luna park quel giorno forse tu non saresti intervenuto. Non saresti entrato nella torre in fiamme per cercare di portare in salvo più persone possibili. Non saresti morto bruciato, insieme ad altri trecentoquarantadue colleghi, insieme ad altre duemilasettecentocinquantun persone.

Mi manchi, sai? Mi manchi ogni giorno di più. Quell'undici settembre hai lasciato me e mamma a cavarcela da sole. Certi giorni mi capita di arrabbiarmi, non so nemmeno io con chi. Forse con i terroristi che hanno fatto schiantare gli aerei, forse con te che sei uscito di casa nonostante non fossi in servizio. Eppure dentro di me so che non saresti potuto rimanere a guardare, poiché amavi il tuo lavoro e cercavi sempre di aiutare in ogni caso.

Avevi l'animo del vigile del fuoco e so che dicevi che se proprio saresti dovuto morire avresti voluto farlo in servizio.

La cosa più brutta è sapere che io non posso fare nulla. Sono già passati quattordici anni, io sono cresciuta, ma tu rimani morto insieme a tutte quelle persone. Vorrei riavvolgere il nastro, tornare indietro, ma non posso. Un po' mi arrabbio anche con me, perché non ho questo potere.

E' stupido, lo so, ma non posso farne a meno.

Ricordare.

Ecco l'unica cosa che posso fare.

Ricordare e sperare che il mondo lo faccia a sua volta.

Ti voglio bene, papà.

 

 

Buongiorno a tutti, lettori, grazie di aver letto questa storia.

Pubblico il secondo capitolo di questa raccolta a distante di quasi un anno.

Oggi, 11 settembre 2015, quindici anni dopo l'attentato alle Torri Gemelle, h scritto questa storia. L'ho fatto di getto, l'ho scritta dopo aver letto le parole di una bambina che aveva perso il padre pompiere quel giorno.

Anche mio padre è un vigile del fuoco e io non ho potuto far altro che provare empatia per quella piccola, nonostante ormai sarà cresciuta, nonostante abiti dall'altra parte del mondo.

L'ho scritta per non dimenticare quelle persone morte in una maniera insensata, i lavoratori nelle Twin Towers, i soccorritori, i viaggiatori che erano sugli aerei.

Per loro.

Grazie di aver letto, se vi va lasciate un commento....a presto 99

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