You are my savior, even if I was the Savior. - SwanQueen

di arjelxx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Scoperte e scomparse. ***
Capitolo 2: *** II. Sta tornando. ***
Capitolo 3: *** III. Primo Bacio. ***
Capitolo 4: *** IV. Avvertimenti. ***
Capitolo 5: *** V. Solution? ***
Capitolo 6: *** VI. They're coming. ***
Capitolo 7: *** VII. Happy Birthday Emma! ***
Capitolo 8: *** VIII. Surprises. ***
Capitolo 9: *** IX. I will find you.* ***



Capitolo 1
*** I. Scoperte e scomparse. ***


Dalla sera in cui Henry aveva trovato la biblioteca nascosta, probabilmente appartenente all'autore del libro, Emma e Regina avevano passato molto tempo chiuse lì per cercare informazioni, ma in due settimane non avevano ancora trovato niente.
Dopo soli 3 giorni di ricerca, Regina insistette per smettere di cercare, visto che avevano controllato poco più della metà dei libri presenti nella biblioteca senza trovare niente ma Emma riuscì a convincerla a continuare, perché lei le aveva promesso un lieto fine, e doveva riuscire a mantenere la sua promessa. Non tanto per la promessa, ma voleva davvero che Regina fosse felice.

Una sera, dopo aver mangiato da Granny's, Emma e Regina lasciarono Henry da Mary Margaret e David in modo da tenerlo al sicuro. Ultimamente in quella biblioteca accadevano cose strane, e le due donne avevano intuito che fosse proprio l'autore a far si che queste cose succedessero, magari per ostacolare la loro ricerca.
Arrivate nella biblioteca Regina cominciò a salire sulla scala di destra e afferrò tre grossi volumi, sicuramente anche loro completamente bianchi.
« Tu guarda dall'altro lato.» disse.
Mentre scendeva dalla scala, Regina perse l'equilibrio e se Emma non fosse passata lì sotto per caso, si sarebbe fatta non poco male, vista l'altezza della scala.
Emma prese Regina tra le sue braccia, e Regina, che ancora non aveva realizzato cosa era appena successo, rimase immobile a fissare la bionda che la teneva saldamente stretta.
« Grazie Swan. » mormorò Regina, scendendo delicatamente dalle braccia della salvatrice, o forse, la sua salvatrice? E riuscì a nascondere il rossore sul suo viso.
« E di cosa? E poi sai che non voglio che mi chiami Swan, Regina. Sono quasi quattro anni che ci conosciamo e ti ostini ancora a usare il mio cognome per chiamarmi. » disse Emma con un tono di ironia nella voce.
Regina ridacchiò, e scosse la testa. « Grazie Emma - sono la salvatrice e tutti mi adorano - Swan. » disse poi, cercando di trattenere la fragorosa risata che stava per uscire dalla sua bocca.
Emma la guardò in un modo misto tra divertita e confusa. Da quando Regina faceva delle battute? Pessime, ma pur sempre battute..
« Oh mi scusi, signor Sindaco - odio Emma dal momento in cui ha messo piede nella mia città e non faccio altro che chiamarla con il suo cognome. »
Regina rise, e rise. Non le importò davvero cosa aveva detto la bionda poco distante da lei, ma in quel momento si sentiva felice, completa.
Emma rise con lei, e risero per 5 minuti buoni, guardandosi ogni tanto.
Un tonfo riecheggiò nella stanza, facendo smettere le due donne di ridere, ma non di sorridere. Anche se non sarebbe successo niente di molto buono.
Le due si avvicinarono lentamente al libro caduto a terra, proprio tra loro due e Emma lo raccolse.
« Emma attenta. » il tono di Regina sembrava preoccupato. E l'aveva chiamata Emma! Forse per la terza o quarta volta in tutto quel tempo.
Emma dovette tenere lo sguardo basso per almeno dieci secondi per nascondere quel sorriso, e nel frattempo aveva cominciato a girarsi il libro tra le mani per controllare cosa fosse.
Solo Regina lo notò. Solo lei notò quel cigno bianco con una corona sul lato del libro.
Regina prese il libro dalle mani di Emma, e lo girò per farlo vedere alla ragazza.
« Emma, guarda. » disse la regina, guardando il libro e indicando il cigno.
Emma rimase un attimo in silenzio, per poi incamminarsi verso la poltrona di pelle lì accanto.
Si sedette e guardò Regina, che in quel momento si stava sedendo sul bracciolo della poltrona.
« Secondo te..cosa significa la corona? » chiese Emma, guardando l'altra.
Regina alzò le spalle, poi disse. « Beh, sei la figlia di Biancaneve e il Principe Azzurro, sei una principessa a tutti gli effetti, forse per questo. Su, aprilo! »
Emma cominciò a sfogliare il libro, che nelle prime pagine raffigurava Emma da bambina, ma in quella accanto..c'era Regina.
Ogni pagina raffigurava le due alla stessa età; una nel mondo reale, una nella Foresta Incantata.
Ad entrambe salì un groppo alla gola vedendo tutte quelle immagini, tutti quei ricordi riaffioravano dentro di loro.
Ormai erano arrivate al momento in cui le due si erano incontrate, infatti le raffigurazioni ritraevano le due insieme, non più su pagine divise.
E le due continuarono a sfogliare, ma Regina aveva smesso di guardare il libro.
Aveva cominciato a fissare Emma; ma non fissare in modo strano, fissarla dolcemente, sfiorando ogni centimetro del suo viso con il suo sguardo, sorridendo.
Infatti, quando Emma vide quella cosa, richiuse subito il libro facendo tornare Regina alla realtà.
« Emma? Cosa c'è? » chiese l'ex sindaco, afferrando poi il libro.
« Niente Regina! Dammi il libro, lo metto al suo posto! » disse Emma, alzandosi dietro la mora che aveva cominciato a camminare per la stanza sfogliando il libro.
Regina capì perché l'altra aveva reagito così. Lei però, si sentì in un certo senso.. felice. Non sapeva neanche perché, ma in quel momento credeva fosse la cosa giusta.
« Emma..io..» disse lei, voltandosi verso l'altra.
Ma non c'era. Emma non c'era.
Fino a un minuto prima Emma era lì e ora non c'era più.
« Emma? Emma dove sei? » urlò Regina.
Uscì dalla biblioteca e cercò per tutta la casa, ma niente. Emma era sparita.

Regina corse a casa di Biancaneve e Charming. Nel vero senso della parola, perché quando arrivò aveva il fiato ancora spezzato.
Bussò per qualche secondo che a lei sembrarono non passare mai.
« Emma è sparita! » annunciò la regina, una volta entrata nell'appartamento.
Tutti rimasero in silenzio. Mary Margaret abbassò lo sguardo sul piccolo Neal, stringendolo forte e suo marito strinse lei. Dalla loro reazione sembrava che sapessero cosa fosse successo. Ma in quel momento, a Regina importava solo di trovare Emma.

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Capitolo 2
*** II. Sta tornando. ***


Emma tremava. Quando aprì gli occhi notò di essere in una stanza, lei già ci era stata in quel posto ma non sapeva ricordare dove fosse.
Nella sua mente ripercorse gli ultimi momenti che aveva vissuto prima di essere stata trasportata in quel luogo strano.
Ricordava che era con Regina nella biblioteca e avevano trovato un libro con un cigno con una corona in testa sulla copertina.
Poi? Non riusciva più a ricordare.
Cercò di alzarsi dal letto, nonostante il terribile mal di testa, e si avvicinò alla finestra, ma quando vide ciò che si mostrava davanti a lei rimase stupita.
Era da Granny's, ma come ci era arrivata? Chi l'aveva trasportata da Granny's? E poi, perché proprio lì?
Uscì dall'edificio e cercò di camminare fino a casa dei suoi genitori.

Nel frattempo Regina era a casa di Biancaneve e stavano cercando un modo per capire dove si trovasse la bionda.
« Voi sapete cosa è successo, vero? » disse la regina ai due davanti a lei.
« No Regina..abbiamo solo pensato..»
« Cosa avete pensato? Ditemelo! Devo trovarla, maledizione! Cosa vi ha detto? » disse sbattendo le mani sul tavolo, urlando nervosa.
« Calma Regina. Emma ci ha solo detto che stavate cercando un modo per far tornare Gold in città. Io e David abbiamo parlato di questo, e quando ci hai detto che è scomparsa ho pensato che fosse stata trasportata fuori da Storybrooke in modo da far tornare Gold. » disse Biancaneve.
Regina rimase qualche secondo in silenzio per capire se fosse possibile ciò che la donna aveva appena detto. E in effetti, c'era un incantesimo che poteva far scambiare due corpi da un luogo ad un altro. Lo aveva fatto lei stessa in gioventù nella foresta. Ma a quel tempo lei aveva solo scambiato due animali, mentre Tremotino le insegnava quell'incantesimo.
Regina corse fuori dall'appartamento diretta verso la sua cripta per cercare informazioni su cosa era successo.
Ma perché ci teneva così tanto a trovare Emma? E perché, quando aveva visto l'immagine nel libro aveva reagito così, mentre la bionda sembrava spaventata?
« Emma? Emma! » urlò l'ex sindaco, correndo verso la bionda.
« Regina! » Emma corse verso di lei e la guardò mentre si avvicinava.
Quando arrivò davanti lo sceriffo Regina le accarezzò il volto, le spostò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e la guardò da cima a fondo.
« Stai bene? Dov'eri? Mi hai fatto spaventare? Maledizione Swan, non farlo più! » disse la mora tutto d'un fiato.
Emma sorrise alla reazione dell'altra e abbassò lo sguardo.
« Regina sto bene, davvero. Non preoccuparti. Sono solo confusa su ciò che è successo, mi sono ritrovata dentro una stanza da Granny's ma non riesco a capire come e perché.
Tu hai trovato qualcosa?» disse la bionda.
« Come potevo restare a cercare qualcosa quando tu sei scomparsa davanti i miei occhi? » disse l'altra.
Regina si rese conto di essersi comportata in modo sbagliato. Non che avesse detto cose brutte, ma aveva agito nel modo sbagliato. Completamente sbagliato.
Aveva tirato fuori gli artigli, per una persona che aveva odiato fino a pochi mesi prima. Ma in quel momento? Cos'era Emma in quel momento? Era sua amica? Era solo la madre biologica di suo figlio Henry? O era qualcosa di più?
Regina scosse la testa, mandando via quei pensieri dalla sua testa.
« Regina, calma ok? Ora sto bene. Non mi è successo niente di grave. Ora torniamo a cercare qualcosa? Devo darti il tuo lieto fine. »
Sei tu il mio lieto fine Emma. ”, pensò Regina.
Però decise di stare zitta. Regina non si comportava mai così.
Si limitò a sorridere e ad annuire alla ragazza.
« Ora dobbiamo capire perché sei stata trasportata da Granny's e chi è stato. Poi cercheremo altro sull'autore. » disse la regina. « Andiamo, ti porto a prendere una cioccolata così ti rilassi un po'. »
Emma annuì a Regina, così le due si avviarono verso la tavola calda di Granny.
Entrarono nel locale e quando il tintinnio della porta avvertì il loro arrivo, tutti spostarono lo sguardo su Emma.
« Emma, cara, come ti senti? Non ti ho visto neanche uscire dalla camera.» disse l'anziana nonnina spuntando da dietro il bancone.
« Uhm..sto bene..ma come ci sono arrivata nella stanza?» chiese Emma, stupita dalle parole di Granny.
Regina guardò le due donne confusa. Cosa stava succedendo?
« Granny, ora noi andiamo a sederci, vieni a prenderci le ordinazioni e ci racconti. Qui non mi sembra il luogo più adatto per discuterne. » disse Regina severamente.
Emma aveva capito che tutte quelle occhiate da parte dei presenti non erano affatto causate dalla presenza di Regina, ormai tutti erano così abituati a vederle insieme che sembrava strano non vedere la bionda senza vedere anche la mora. Erano causate da ciò che era successo poco prima, ma cosa?
La donna annuì, poi Emma e la regina si recarono ad un tavolo piuttosto appartato, aumentando le chiacchiere che si erano create su di loro.
« Emma tu non ricordi proprio niente?» chiese Regina mentre aspettava l'anziana signora.
Emma scosse la testa, facendo notare che era ancora scioccata per ciò che le avevano appena detto.
Lei non ricordava nulla, cosa poteva essere successo?
Granny arrivò al loro tavolo ed Emma lasciò parlare Regina, non aveva la minima idea di cosa fosse successo e aveva il presentimento che fosse meglio non saperlo.
« Fai finta di segnare cosa prendiamo e racconta, segna solo il solito per entrambe. » sussurrò Regina.
« Allora..Emma è apparsa nel locale di punto in bianco, spaesata, poi è svenuta. Ha sussurrato qualcosa come “Lui sta tornando, e non è solo”, poi ha perso definitivamente i sensi e con l'aiuto di Ruby l'ho portata in una stanza di sopra per farla riposare. » disse Granny mentre segnava la cioccolata per Emma e un caffè per Regina.
Nel frattempo Emma aveva cominciato a ricordare e teneva le mani tra i capelli e il viso basso.
Regina la guardò, poi congedò la donna con un cenno del capo.
« Emma..chi sta tornando?» chiese la mora, anche se già sapeva di chi si trattasse.
« Di Tremotino. E intendo Tremotino, non Gold. Ora ricordo. Ero con te, a guardare quel libro, e a un certo punto ho sentito delle voci che mi chiamavano e sono scomparsa. Nel "viaggio" » imitò le virgolette con le dita. « Gold, o meglio, Tremotino mi ha avvertito che sta tornando, vuole sciogliere l'incantesimo che protegge la città e dobbiamo aver paura. Non è solo, e alcuni suoi compagni stanno tornando, proprio come lui, perciò non mi meraviglierei di rivedere qualche nostra vecchia conoscenza non molto amichevole. » disse Emma tutto d'un fiato.
« Dobbiamo prepararci. Sta per succedere qualcosa che finirà nel libro.» concluse Regina.

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Capitolo 3
*** III. Primo Bacio. ***


Regina ed Emma erano rimaste da Granny's per diverse ore parlando di ciò che poteva succedere se Gold fosse tornato, ma nei panni di Tremotino. E soprattutto con l'aiuto di qualcuno di potente.
Erano ormai le nove, quando Emma ordinò due cheeseburger con patatine a Ruby.
« Io non ho intenzione di mangiare quella schifezza, Swan.» disse Regina, dopo che Ruby fu sparita in cucina con le ordinazioni.
« Regina, è la cosa più buona del mondo! E poi a quest'ora dovresti solo ringraziarmi, so che stai morendo di fame perciò zitta e mangia.» sorrise Emma guardandola.
Regina scosse la testa sorridendo poi arrivò Ruby con i due piatti stracolmi di cibo.
Emma iniziò a mangiare molto velocemente visto che era lei che stava morendo di fame, mentre Regina guardava titubante il suo piatto.
« Regina mangia, su!» esclamò la bionda guardandola.
Regina non aveva intenzione di mangiare quelle cose; ma non perché non le piacessero, ma facevano male.
A quel punto Emma prese una patatina, guardò Regina e sorrise.
« Dimmi un po' Regina..ma tu come fai a restare in forma anche se ogni volta che ci vediamo in biblioteca o da te per cercare qualcosa, mangi di continuo?» disse la bionda, sperando che la mora non la fulminasse con lo sguardo.
Ma Regina non lo fece. Non lo fece perché era Emma, non per altro.
« Beh..» iniziò Regina, ma non fece in tempo a dire un'altra parola che Emma le aveva messo la patatina tra le labbra.
Scoppiò a ridere vedendo la sua faccia, ma stranamente la mora mangiò la patatina.
Emma sorrise e l'altra la guardò masticando un'altra patatina.
« Fai un morso al panino ora.» sorrise la ragazza mentre mangiava l'ultima patatina.
Regina afferrò il panino, e nel farlo alzò i mignoli di entrambe le mani.
Emma si voltò dall'altra parte della stanza scoppiando a ridere ma facendo più piano possibile, cercando di non farsi vedere.
« Biondina, puoi girarti. So che stai ridendo.» disse la regina.
Emma si voltò morendosi il labbro e guardò la donna davanti a lei.
« Mi scusi Vostra maestà, chiedo il vostro perdono.» disse Emma per poi fare un faccino dolce e gli occhi da cerbiatta; quella era una cosa che le riusciva molto bene.
Regina per qualche secondo rimase ipnotizzata dagli occhi verdi della ragazza davanti a lei. Sotto la luce a neon del locale, essi erano di un colore incredibile. Non erano verdi, ma un misto tra il verde oliva, il verde mare e il marrone. E Regina non aveva mai visto cosa più bella.
Regina tornò alla realtà, poi scoppiò a ridere.
« Saresti stata una principessa perfetta, Emma.» disse Regina. Solo dopo pochissimi secondi, che però parvero secoli, la mora si rese conto di ciò che aveva appena detto.
Rimase qualche secondo a fissare Emma, che però stava sorridendo.
Regina abbassò lo sguardo poi prese la sua borsa e la sua giacca e si alzò.
« Scusa, devo proprio andare.» disse mentre si infilava la giacca e si avviava verso la porta.
« No Regina, aspetta!» esclamò la bionda afferrando il braccio dell'altra.
Regina si girò e guardò Emma negli occhi.
Quella frase non doveva significare per forza qualcosa, soprattutto ciò che significava per Regina.
Cosa significava per lei? Beh, per lei significava che Emma era la ragazza più bella che aveva mai visto in vita sua; che per lei era il suo lieto fine, sennò niente avrebbe avuto senso; significava che Regina voleva Emma.
« Ehi, vieni. Usciamo e parliamo, solo noi due va bene?» disse la bionda sorridendo, per poi afferrare delicatamente il braccio dell'altra accompagnandola fuori dal locale.
« Non dobbiamo parlare di niente signorina Swan.» il tono di voce di Regina era così freddo, che persino i pinguini avrebbero sentito freddo in quel momento.
« Hai ragione, non dobbiamo parlare di niente. Buonanotte Regina.» disse Emma per poi voltarsi e dirigersi verso il suo maggiolino giallo.
« Emma aspetta..Scusa.» disse l'ex sindaco raggiungendo Emma, che si era fermata ma rimanendo di spalle.
« Ti va..ti va di venire da me e discuterne? Credo sia arrivato il momento.» sussurrò con lo sguardo basso.
« Sali.» disse Emma raggiungendo la macchina, aprì lo sportello e salì.
Regina non nascose quel piccolo sorriso che però spari dopo qualche secondo, pensando a ciò che doveva dire ad Emma.
Aveva deciso di dirle ciò che provava per lei. Lo pensava da tempo, ma quando videro l'immagine nel libro ne ebbe la certezza. Doveva dirle tutto.
Il libro che avevano trovato diceva per filo e per segno ogni cosa che era successa e che sarebbe successa in futuro, e c'era anche scritto che dovevano affrontare una minaccia insieme.
Poi c'era un bacio. Un loro bacio. E sembrava raffigurarle nel salotto di casa Mills.
Regina era nervosa, e quando era nervosa non parlava mai. Ed Emma questo lo sapeva. Infatti si chiese cosa stesse succedendo, visto che era stata tutto il viaggio in silenzio.
Arrivarono davanti casa di Regina e scesero dall'auto, Emma chiuse a chiave poi seguì l'altra donna verso la porta.
Regina prese le chiavi, aprì la porta ed entrarono. Accese tutte le luci dell'enorme casa poi si diresse verso il salone.
« Posso offrirti qualcosa da bere?» chiese la donna, indicando la vetrina degli alcolici. « Ho anche del sidro di mele di sotto.» aggiunse poi.
« Adoro il tuo sidro, ma..di sotto?» chiese Emma confusa. Era convinta che quella casa avesse solo due piani: quello dove si trovavano loro e il piano dove si trovavano tutte le camere, di sopra.
« Si, di sotto c'è una piccola cantina e in uno stanzino tengo il mio sidro.» sorrise Regina, avviandosi verso una porta, che Emma aveva notato solo in quel momento.
« Ma quella porta c'è sempre stata?» chiese la bionda, alzando un sopracciglio.
« No, è nascosta da un incantesimo. L'ho fatto quando Henry era ancora piccolo, lì sotto ci sono cose che non dovrebbe vedere.» disse l'altra, mentre accendeva la luce e scese le scale.
Davanti ad Emma si aprì uno spettacolo mai visto prima: vestiti di tutti i generi e colori che appartenevano alla Regina Cattiva, libri sparsi un po' ovunque, boccette di liquidi di vari colori e sostanze, specchi, contenitori di qualsiasi misura contenenti chissà cosa, e molto altro.
Poi sulla destra c'era una porta di colore nero, che si aprì appena Regina fu vicino ad essa.
« Sai, non ti immagino con uno di quei vestiti.» disse alzando le spalle, indicando i vestiti.
Regina rise, poi prese un paio di bottiglie di sidro e uscì dallo stanzino.
« Allora ora mi vedrai.» disse sorridendo la mora.
Emma ridacchiò, si sedette su una poltrona e guardò l'altra, che nel frattempo aveva preso uno dei suoi vestiti preferiti, quello rosso e nero, e scomparì in una nuvola viola, per poi ricomparire nello stesso punto con il vestito da Regina Cattiva.
Emma rimase a bocca aperta. Era così bella. Non solo aveva indossato il vestito, ma aveva anche i capelli raccolti con dei fermagli argentati sparsi un po' ovunque. Aveva anche una collana di diamanti sul collo e degli orecchini a forma di rosa nera su entrambi i lobi.
Era truccata con dell'ombretto nero sulle palpebre, rossetto di un rosso molto scuro e le guance rosee.
Emma fece cadere lo sguardo sul suo seno, che in quel momento era stretto dal vestito, e faceva vedere un po' troppo per i gusti di Emma.
« Che ne dice, Miss Swan?» chiese la Regina, avvicinandosi a lei.
Emma cominciò a tremare, la donna era vicinissima alla bionda e i loro respiri si mescolavano tra loro.
« Beh andiamo a provare questo sidro di mele?» sorrise Regina sulle labbra della bionda, la quale annuì.
« Ma..non ti cambi?» chiese Emma, mentre Regina saliva le scale davanti a lei.
« Approfitto dell'assenza di Henry per riesumare qualche cimerio. Sai, anche se mi pento ogni giorno di ciò che ho fatto, mi manca molto indossare questi abiti.» disse la regina, sfiorando il pizzo del vestito.
Emma la guardò sorridendo, poi si sedette sul divano aprendo la bottiglia di sidro e ne versò un po' in due bicchieri.
« Sei bellissima.» sussurrò la bionda mentre richiudeva la bottiglia.
« Come scusa? Stavo nascondendo la porta con l'incantesimo, dimmi.» disse Regina tornando in salone da Emma, che scosse la testa arrossendo lievemente. Preferiva che non avesse sentito ciò che aveva appena detto, sennò avrebbe dovuto spiegare troppe cose.
Entrambe avevano scordato perché erano lì, ed Emma non era più agitata come prima, non quanto Regina.
Regina aveva ricordato perché aveva chiamato Emma, o meglio, l'aveva in qualche modo costretta ad andare da lei.
« Emma senti..sei qui per un motivo, e credo sia ora di dirtelo.» disse Regina abbassando lo sguardo.
« Si, dimmi.» Emma la guardò, aspettando che parlasse ma Regina continuava a tacere. « Regina?»
Regina prese un profondo respiro, poi alzò lo sguardo verso la bionda.
« Non è facile Emma..allora..Dal momento in cui sei arrivata a Storybrooke io ho capito che avevi qualcosa di speciale. Ma non dovuto alla tua magia, all'essere la salvatrice. Era dovuto all'essere Emma Swan, all'essere te.
Ho finto di odiarti dal primo momento in cui hai messo piede nella mia città perché non volevo mostrare la mia parte più debole, la mia parte "umana"» disse imitando poi le virgolette con le dita. « Il punto è che con te io non sono riuscita a mantenere alte le barriere che avevo creato per proteggermi dal soffrire di nuovo per qualcuno. Mi sono subito fidata di te. Ho cominciato ad affezionarmi a te ogni giorno di più, ogni secondo passato insieme.
E credimi, non ho mai voluto farti del male, mai vorrei farlo. Dio, non ci ho neanche mai pensato! Non posso negare che con tua madre è stato il contrario, ma credimi, non ho mai voluto o provato a farti del male.
E quando ti vedevo con Henry il mio cuore mancava di un battito. Ma non per rabbia, tanto meno per gelosia. Il mio cuore si riempiva di gioia, si scaldava, e tutto ciò è successo solo con altre due persone in vita mia, al di fuori di Henry. Daniel e mio padre. » la donna aveva le lacrime agli occhi, e non riusciva a guardare l'altra. «Forse ora penserai che sono pazza, che sono una schizzata che si illude troppo, che pensa che qualcuno possa interessarsi a lei. Ma lasciatelo dire, Swan. Sei la donna più bella che io abbia mai visto. Nessuno è come te.
Io non avevo mai minimamente pensato che questo accadesse. Non con te. In passato ho provato ad uscire con molte persone qui a Storybrooke, ma nessuno mi faceva sentire come ora. Neanche Robin Hood ci è riuscito, e ora so perché non ha funzionato con lui. D'altronde il mio cuore era sempre appartenuto ad un'altra persona e io lo sapevo, ma lui mi faceva stare un po' meglio. Però lui non era te.
Emma io ti amo.» concluse la regina, poi si alzò con le lacrime che le solcavano il viso e si diresse verso la finestra, dando le spalle all'altra.
Facendo ciò non si era accorta che la bionda stava piangendo, aveva cominciato a piangere pochi secondi dopo l'inizio del discorso di Regina.
Si avvicinò lentamente alla donna che le dava le spalle, ma l'altra doveva averla sentita avvicinarsi perché si era appena girata, notando con stupore che gli occhi della bionda erano rossi ma sopratutto che non se ne era andata via scioccata. Perché?
« Sai Regina..aspettavo da tempo che me lo dicessi.» sussurrò Emma prima di avvicinarsi alla donna e posare le mani sui suoi fianchi.
Regina rimase a bocca aperta a quelle parole, alzò lo sguardo verso di lei e si morse il labbro.
Emma non ci pensò due volte e un secondo più tardi le sue labbra erano su quelle della donna davanti a lei.
Nessuna delle due seppe cosa provava in quel momento, ma erano sicure di una cosa: era il bacio più bello della loro vita.
Regina, le lacrime che scorrevano sul suo volto, dentro aveva, più che farfalle, falene. Aveva aspettato quel momento da così tanto tempo, che ormai aveva perso le speranze. Lei, aspettava quel bacio dal giorno in cui aveva conosciuto Emma.
Emma non l'aveva detto, ma anche lei era perdutamente innamorata dell'altra.
Quel tempo passate nella biblioteca a fare ricerca l'aveva quasi uccisa; passare giornate intere chiuse in quella stanza, a guardarla di nascosto e fantasticare su quella vita che avrebbe voluto passare con lei.
Pochi istanti dopo si allontanarono e si guardarono negli occhi.
« Emma..»
« Ti amo anch'io , Regina Mills, ti amo anch'io.» sussurrò la bionda, prima di sprofondare di nuovo tra le labbra dell'altra.
Ma nessuna delle due sapeva che quell'amore, ma possiamo anche dire Vero Amore, non poteva continuare. Non durante lo scontro con Tremotino.
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** IV. Avvertimenti. ***


Emma si svegliò di colpo, alzandosi a sedere sul letto. Per qualche secondo non capì dove fosse, ma poi si rese conto di essere nella stanza di Regina. Si voltò e la mora dormiva ancora, a pancia in giù sul letto, con i capelli tutti spettinati e un sorriso stampato sul volto. Emma pensò che non esistesse cose più bella e che vedere quella donna tutte le mattine appena sveglia, sarebbe stato bellissimo.
Emma pensò che stava sognando, ma poi si ricordò che la sera prima, dopo essere state da Granny's tutto il pomeriggio, Regina l'aveva invitata da lei per parlare, e finalmente le aveva detto che la amava. Emma non ci credeva ancora, non credeva che una donna come Regina si potesse innamorare di lei, ma invece era successo.
Emma non voleva svegliarla, ma non voleva neanche andarsene e lasciarla sola, non dopo quello che era successo quella notte.
Emma pensò di farle uno scherzo, così da farla distrarre da ciò che stava per succede con Tremotino, visto che prima di addormentarsi continuava a ripetere che voleva sapere cosa avesse in mente quell'uomo e che doveva proteggere la città.
Emma così si alzò dal letto e scese in cucina, dove iniziò a preparare la colazione, o meglio, ci provò visto che era negata ai fornelli.
La bionda era riuscita a preparare una colazione decente, fatta di pancakes, toast, uova, bacon, cornetti appena presi da Granny's, scucco d'arancia, marmellata di diversi tipi, yogurt e molto altro.
Preparò tutto sull'isola, poi andò di sopra per infilarsi la camicia della donna che aveva lanciato in camera la sera prima e tornare di sotto.
Regina si svegliò. Aprì gli occhi, si stiracchiò e lasciò cadere un braccio nella parte del letto dov'era Emma la notte precedente, ma Emma non c'era.
Cominciò a pensare a come vendicarsi, nel frattempo era già scesa di sotto dopo aver indossato la sua vestaglia di seta preferita e un paio di ciabatte.
Quando arrivò in cucina vide Emma, la quale  appena la vide le spuntò un sorriso enorme sul viso e si alzò avvicinandosi a lei.
« Buongiorno dormigliona.» sorrise Emma, prima di stamparle un bacio sulla guancia.
Regina sorrise e pensò che Emma era l'essere più dolce a questo mondo, poi le sorrise ancora di più quando la baciò.
Regina si sedette per fare colazione, prese un piatto dove mise i pancakes, un bicchiere di succo, lo sciroppo d'acero e uno yogurt. Invece Emma prese una porzione di qualsiasi cosa, ma si sapeva, Emma era famosa per il suo stomaco da camionista; poteva mangiare senza fermarsi un secondo, ma avrebbe avuto sempre fame.
« Come mai hai preparato tutto questo? E perché non te ne sei andata?» chiese Regina, mentre addentava un pancake, lo sguardo rivolto verso Emma.
Emma dal canto suo alzò le spalle, poi disse « Perché avrei dovuto? Non pensavo fosse una cosa da una botta e via, se vuoi me ne vado anche ora.» sussurrò la bionda, pulendosi la bocca con un tovagliolo mentre si alzava dallo sgabello.
« No Emma, non intendevo questo!» Regina le afferrò il braccio, facendola fermare e la guardò negli occhi. « Intendevo.. perché non sei andata via, dopo quello che è successo? Ma non perché voglio che tu te ne vai, ma perché sono sorpresa che tu sia ancora qua, sono felice.» disse la donna.
Emma le sorrise, poi non poté fare a meno di baciare la mora; un bacio lungo ma dolce, con tutto l'amore che provavano l'una per l'altra.
In quel momento una scossa, simile ad una scossa di terremoto, fece tremare l'intera città.
Le due si allontanarono e si guardarono negli occhi.
« Emma andiamo.» disse Regina in tono calmo, mentre Emma cominciava ad agitarsi, continuando a parlare e a pensare a ciò che stava accadendo.
Regina sparì in una nuvola viola e ricomparì con un tailleur grigio e un paio di scarpe nere col tacco, invece Emma rimase con i leggins e la maglietta che si era messa dopo aver preparato la colazione.
Uscirono di casa e si guardarono intorno, cercando qualcosa o qualcuno. Ma niente.
Corsero da Granny's, per cercare informazioni riguardo l'accaduto e sapere se avessero visto qualcuno o qualcosa di strano.
Emma andò a chiedere a qualche persona ai tavoli, mentre Regina rimase a parlare con Granny.
Emma tornò da Regina sconvolta, dicendole che nessuno aveva sentito quella scossa e Regina ebbe la stessa risposta dalla donna con cui aveva parlato pochi istanti prima.
Le due donne si guardarono negli occhi, spaventate da ciò che poteva essere stato. Era Tremotino, questo era sicuro.
« Andiamo da Belle.» sussurrò Regina verso di Emma, per poi uscire dal locale e dirigersi velocemente verso il banco dei pegni di del signor Gold, dove ormai c'era solo Belle.
« Belle!» urlò Emma, dopo aver sbattuto la porta del negozio per poi vedere la ragazza spuntare da dietro la tenda.
« Prima, io e Regina stavamo facendo colazione e ad un certo punto abbiamo sentito una scossa. Devi aiutarci a capire cosa è stato, solo noi due l'abbiamo sentita.» disse la bionda, poggiando le mani sul bancone di vetro mentre Belle le guardava confusa.
« Beh, una volta è capitato anche a me e..il signor Gold. Ma questo molto tempo fa, nella Foresta Incantata. Esattamente nel momento in cui la regina aveva scagliato la maledizione. » disse la ragazza da dietro il bancone, lanciando un'occhiata a Regina. « Tremo..il signor Gold, mi aveva detto che era ciò che succedeva a chi viveva il Vero Amore, mentre stava per succede qualcosa di grande e spaventoso.»
A quel punto, Emma voleva scomparire.
« In che senso, Belle?» chiese la mora, guardando prima la ragazza dietro al bancone poi la bionda accanto a lei.
« Che è un avvertimento, avverte la coppia dell'imminente separazione ma anche dell'arrivo di qualcosa di pericoloso, per tutti.» disse lei, iniziando ad avere un tono di voce confuso e preoccupato. Perché loro due avevano sentito quella scossa? Non stavano insieme! Oppure..
Emma uscì dal negozio ancora turbata e Regina dietro di lei, nella stessa situazione.
« Emma secondo te cosa vuol dire?» chiese la donna, afferrando l'altra dolcemente continuando poi a camminare.
« Regina..io ora che ti ho solo per me, non voglio separarmi da te. Forse non abbiamo ancora chiarito ciò che siamo, ma mi piace. Mi piaci tu, mi piace passare del tempo in tua compagnia, e ora che so che il mio amore per te è ricambiato mi sento morire al pensiero di separarmi da te, o trovarmi in chissà quale posto o dimensione, lontana da te e da Henry, che siete la mia felicità.» disse la ragazza arrestandosi sul posto ma alzando lo sguardo solo quando ebbe finito di parlare, per non far vedere a Regina che ormai aveva gli occhi pieni di lacrime. « Regina non può succedere, per favore, dobbiamo fare qualcosa. Se non lo vuoi fare per me almeno fallo per te e per Henry, non può di nuovo rischiare di perdere entrambe e tu, se mi ami come hai detto, non vorresti mai che succedesse qualcosa no?»
Regina scosse la testa, poi tirò Emma verso di te e la strinse in un abbraccio senza limiti di tempo e le baciò i capelli.
« Farò di tutto per noi, per te, per me, te ed Henry. Non vi lascerò di nuovo, voglio te nella mia vita e voglio che Henry possa considerare noi come una famiglia a tutti gli effetti. Emma, ti prometto che farò di tutto pur di farti stare bene.» disse la donna, ancora stringendo Emma.
Emma a quel punto non resistette più, così scoppio in un sonoro e doloroso pianto.
Aveva appena scoperto che la donna che amava ricambiava i suoi sentimenti, come poteva stare bene in quel momento? Con un imminente scontro con la creatura più potente di tutto il regno.
« Ehi, calmati. Emma, calma!» Regina allontanò il corpo della ragazza dal suo e la guardò asciugandole le lacrime dal volto. « Ti prometto che andrà tutto bene.» disse Regina.


Durante tutta la mattinata le due si erano separate per spargere la notizia di una riunione per tutti i cittadini, dove avrebbero spiegato loro la situazione e come avrebbero agito.
Erano le 3 del pomeriggio e le due donne, dopo aver pranzato, si avviarono verso il municipio.
Entrarono nella sala conferenze e si sedettero sul palco, aspettando qualcuno.
Dopo pochi minuti la sala cominciò a riempirsi, così Emma e Regina presero posto dietro al microfono e iniziarono a parlare.
« Silenzio! Dovete sedervi e lasciarci parlare!» disse Regina.
Tutti rimasero in silenzio e guardarono attenti le due donne, curiosi di ciò che le due donne dovevano dire.
« Allora..pochi giorni  fa io ed Emma stavamo..cercando delle informazioni riguardo..beh una faccenda personale. Comunque. Come ben sapete quel giorno Emma era comparsa da Granny's no? E poco prima di svenire aveva sussurrato una frase tipo "Lui sta tornando", ed era riferita a Tremotino. Attenzione, Tremotino non Gold. Ha in mente qualcosa di grande, accompagnato da, come ha detto ad Emma, "un nostro vecchio nemico".» a quel punto si scatenò il putiferio nella stanza. Voci troppo alte, persone che si alzavano per contestare, altre che si avvicinavano al palco.
Emma, per fare tacere e calmare le persone, sparò in aria con la sua pistola, infatti tutti ritornarono a tacere e a sedersi.
« Non dovete preoccuparvi. Io e Regina stiamo cercando qualcosa con cui sconfiggerlo. Per adesso abbiamo aumentato la protezione al confine della città e fatto incantesimi di ogni genere per non farlo entrare.» disse Emma.
Finirono di dire ai cittadini ciò che dovevano sapere, poi uscirono dalla stanza.
« Emma..» sussurrò Regina, afferrandole la mano e guardando la bionda che si fermò davanti a lei.
« Si?» chiese la ragazza, sorridendole dolcemente e afferrandole l'altra mano.
« Per quello che ha detto Belle..abbiamo già detto che non vogliamo perderci, no? Però io penso che sarebbe meglio non annunciare ora la nostra relazione, per non far pensare che tutto ciò sia colpa nostra..» disse la mora, con lo sguardo basso.»
Emma le alzò lo sguardo e le baciò la guancia. « Regina, tranquilla.» le prese la mano e uscirono dall'edificio.
« Non ti lascio.» disse Emma, guardandola.
« Ti amo.»
« Ti amo anche io











NdA
Scusatemi davvero per il ritardo ma ultimamente ho avuto molti compiti in classe e non ho avuto molto tempo per finire questo capitolo, che tra l'altro a mio parere non è un granchè. 
Ci vediamo al prossimo capitolo :D

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Capitolo 5
*** V. Solution? ***


Emma e Regina avevano passato giorni a cercare informazioni su come avrebbero potuto fermare Tremotino, ma non avevano trovato niente. In nessun libro c'erano delle informazioni su quello che era accaduto durante il loro bacio, ne se Tremotino conoscesse davvero qualche essere potente come lui.
« Emma!» esclamò Regina durante il sesto giorno di ricerca, facendo saltare la ragazza.
« Che c'è Regina?!» chiese Emma impaurita ma anche curiosa di sapere se l'altra avesse trovato qualcosa
. « Siamo due stupide! Perché non ci ho pensato prima!» disse la mora per poi infilare la giacca nera e uscire dalla biblioteca. Si avviò verso la sua Mercedes e salì, ma poi si rese conto che Emma non l'aveva seguita, così aprì il finestrino sperando che la ragazza la sentisse. « Emma! Sbrigati!» urlò.
Emma la raggiunse e salì in auto, chiedendosi cosa stesse succedendo. « Regina?..» sussurrò la bionda.
« Perché non ci ho pensato prima?! Sono una stupida!» continuava a ripetere Regina, guardando la strada avanti a lei mentre guidava.
« Emma, il libro! Il nostro libro! Quello che abbiamo trovato nella biblioteca, li ci deve essere qualcosa!» esclamò la mora, per poi parcheggiare.
Scesero entrambe dall'auto poi entrarono di corsa nell'edificio, correndo verso la biblioteca.
Aprirono la porta e Regina si catapultò a prendere il libro. Lo aprì, ed effettivamente aveva ragione. In quel libro c'era qualcosa di diverso, qualcosa che prima non c'era. Regina lesse quelle pagine, poi si voltò verso di Emma.
« Qui c'è scritto che noi cercheremo qualcosa nel negozio di Gold, che questa cosa riuscirà ad aiutarci a sconfiggerlo quando arriverà. Perché arriverà. E non tra molto tempo.» disse la mora, per poi vedere nel viso dell'altra un'aria preoccupata e impaurita.
Regina si avvicinò a lei e la strinse tra le sue braccia. « Ti prometto che noi resteremo insieme, indistruttibili. Nessuno può separarci, promesso.» disse, la bionda annuì. Dopo aver "completato" la loro ricerca le due si recarono al negozio di Gold per cercare l'oggetto che le avrebbe aiutate. Entrarono e Belle le accolse con un sorriso.



« Buongiorno Regina, Emma.» facendo loro un leggero cenno con la mano.
« Belle, abbiamo trovato qualcosa. È un oggetto legato in teoria a Gold, che da ciò che ho capito è qualcosa di intimo e personale. Questo ci aiuterà quando arriverà in città, dovrebbe diminuire le sue capacità in base alle emozioni che suscitano questo oggetto e riusciremo a farlo fuori, togliergli i suoi poteri e poterlo chiudere momentaneamente in cella fino a che non troviamo un'altra soluzione.» la bionda disse ciò tutto d'un fiato, mentre Belle la guardava curiosa e con un filo di malinconia, invece Regina la guardava con fierezza e amore. Non avevano mai detto quelle cose, non avevano progettato niente. Avevano solo letto nel libro ciò che poteva aiutarle ed Emma ne aveva tratto le conclusioni. Le giuste conclusioni.
« Beh..da quello che ho capito vi serve questo oggetto di sua proprietà che stimoli in lui sentimenti di tristezza e malinconia così da farlo diventare più debole, giusto?» chiese Belle, le due annuirono. « Ho vari oggetti che potrebbero servire ma sinceramente non so se ci sia qualcosa appartenente al periodo precedente a quello in cui lo conobbi. Aspettatemi qui!» disse, poi sparì dietro la tenda.
« Ho sbagliato a dire quelle cose?» chiese Emma, quando si accorse che Regina la guardava.
« No Emma, per niente. Ogni giorno continui ad imparare, dalla sottoscritta modestamente.» disse la mora, afferrandole la mano.
« Sai..non ci avevo pensato prima..cioè, appena siamo entrate ho iniziato a parlare dicendo quello che pensavo, mi è venuto tutto, spontaneo diciamo. » disse Emma. Regina sorrise, le spostò un ciuffo di capelli biondi dal viso e le posò un leggero bacio sulle labbra. Si allontanò appena in tempo quando vide entrare Belle.
« Allora..ho questa sciarpa, non so come possa essere utile però lui era legato molto a questa, tanto da usarla per tornare in città quando uscì con voi.» disse indicando Emma. « Poi c'è la tazza rotta, ma forse questa è più legata a me. Poi questa copertina, era di Bae da bambino. E questo..» disse alzando una specie di pergamena, dove erano disegnati Bae e sua madre, probabilmente poco dopo la nascita del bambino.
Emma guardò i vari oggetti, poi prese la copertina azzurra. « È questa. Nel libro c'eravamo noi con in mano qualcosa di colorato, poi Gold piegato su di essa, penso piangendo.» annuì.



Terminata la pesante giornata passata, Regina ed Emma si recarono insieme alla tavola calda per cenare insieme ad Henry.
Entrarono e si sedettero al loro tavolo preferito, accanto alla finestra, poi chiamarono Ruby.
« Il solito per me Ruby, ma doppia porzione..ho troppa fame!» esclamò Emma, con un'aria da bambina. Regina scoppiò a ridere e guardò la bionda.
« Ma quand'è che non hai fame?» chiede ridendo, poi guardò Ruby, «anche per me cara, io porzione singola però.» disse sorridendo, poi Ruby si allontanò con le loro ordinazioni, compresa quella per Henry.
« Regina..sai che giorno è domani?» chiese la bionda, quasi timidamente.
« Mercoledì..» rispose l'altra.
« Ah si? Non lo sapevo.» replicò Emma in tono piuttosto acido. Sul volto di Regina comparì un'espressione quasi indecifrabile, come ogni volta che Emma si comportava in modo strano.
« Tesoro, dimmi.» disse la mora. Emma si alzò e uscì dal locale, nello stesso momento in cui Ruby entrava nella sala con i loro piatti.
« Emma!» Regina si alzò e la seguì, dopo aver detto a Ruby di mantenere i cibi caldi. « Emma cosa succede?» chiese Regina, quasi disperata.
« Regina domani è il nostro primo "mesiversario".» disse la bionda. Regina scoppiò a ridere e si avvicinò a lei, trovava adorabile Emma quando faceva così, soprattutto usando parole probabilmenti non trovabili sul dizionario.
Si avvicinò alla ragazza e la tirò per le braccia per abbracciarla.
«Ti amo signorina Swan.» sussurrò Regina.
« Non avevamo detto basta titoli?» chiese la bionda,tra le braccia della sua amata. « Ti amo anch'io sindaco Mills














NdA: Scusatemi se non ho più pubblicato capitoli e se questo fa abbastanza pena. Ho avuto molti impegni e mi sono sforzata molto per scrivere perchè non sapevo cosa scrivere esattamente, avevo troppe idee contorte. Mi farò perdonare con il prossimo capitolo, prometto che sarà pubblicato a breve!

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Capitolo 6
*** VI. They're coming. ***


Caos. Si era scatenato un disastro in tutta la città. Persone che correvano ovunque, chi urlava, chi si chiudeva in casa. 
Era arrivato. Tremotino e i suoi "compagni" erano arrivati in città. 
Emma e Regina erano uscite di casa piuttosto tardi dopo l'accaduto, visto che avevano passato la notte insieme a casa Mills, e per arrivare in centro ci volle un po', visto il disastro. 
Tremotino era in compagnia di Malefica e Zelena. Ecco chi erano i suoi alleati, ma davvero erano forti come lui?
« Emma, chiama i tuoi e di loro di andare nella cripta con Henry.» sussurrò Regina, mentre l'auto di Emma si fermava nel retro di Granny's.
« Regina perché ogni volta che c'è qualcosa da fare o soprattutto c'è qualche creatura strana usiamo la mia bellissima auto?» chiese Emma, mentre prendeva il cellulare dalla tasca. 
« Non è il momento, ne parleremo quando loro se ne saranno andati.» disse la mora, per poi comparire nella strada principale, dove i nuovi nemici stavamo distruggendo tutto al loro passaggio. 
« Gold, è un piacere rivederti.» disse Regina, quando l'uomo fu abbastanza vicino da poterla sentire. 
« Il piacere è tutto mio, cara.» Tremotino stava facendo cenno alle sue alleate di avvicinarsi a lui.
« Ciao sorellina.» sorrise Zelena, guardando Regina per poi spostare lo sguardo su Emma, materializzandosi accanto a lei. « Ho saputo che hai trovato il tuo vero amore..» disse accarezzando Emma, per poi ridere spietatamente e far volare in aria la bionda, tenendola per il collo con i suoi poteri.
« Lasciala stare!» esclamò Regina, mentre Emma si dimenava sotto il controllo della strega. 
« Tu hai qualcosa che ci appartiene, o meglio, ci serve per potervi lasciare in pace insieme alla vostra stupida città.» continuò Malefica, mentre Regina guardava Emma piuttosto preoccupata. 
« Cosa volete?» chiese Regina, per poi lanciare una sfera di fuoco contro Zelena e correre verso di Emma, prima che potesse toccare terra e farsi male. « Ditemi cosa vi serve e proverò a procurarvelo, altrimenti dovremmo combattere.» esclamò Regina, mentre stringeva a se Emma tranquillizzandola.
« No! Voi non avrete mai ciò che volete, qualsiasi cosa sia. Se siete qui, senza buone intenzioni, significa che quel qualcosa vi serve per creare qualcosa di ancora più forte. Non avrete niente, a costo di combattere io stessa.» Emma si tolse di dosso le mani dell'altra, mentre si avvicinava a Malefica e Tremotino, Zelena ancora tramortita dalla sfera di Regina. Ma se erano così forti come dicevano, perché una semplice palla di fuoco le aveva fatto ciò?
« Uhuh, senti la ragazzina. La figlia dei due eroi più potenti del regno, i buoni della storia, e la loro figlioletta vuole scontrarsi contro di noi.» ridacchiò Tremo, girando intorno ad Emma. 
« Cosa vi serve?» chiese Regina, avvicinandosi.
« Beh, la tua ragazza ci ha appena detto che non avremo niente..noi non eravamo venuti per combattere..» disse Tremotino, sorridendo. 
« Invece lo farete.» disse Emma. 
« Allora, che la battaglia abbia inizio.» disse Malefica, sbattendo il suo bastone a terra per poi trasformarsi in un drago. Ma perché quel drago era più piccolo del solito?
C'era qualcosa di strano in tutti loro. Ed Emma voleva scoprire cosa. 
 
Dopo qualche ora passata a correre per la città, urlando a tutti di nascondersi mentre si lanciavano sfere di fuoco o qualsiasi altra materia, Emma ebbe un'idea. 
Non potendo usare la copertina vista nel libro, poteva sempre ricorrere a quella cosa che aveva scoperto già da un po' ma che non aveva detto ancora a nessuno. 
« Regina, allontanati. Fidati di me e vai a nasconderti da qualche parte, so cosa faccio.» sussurrò Emma alla mora, avendo come risposta uno sguardo confuso e serio allo stesso tempo.
« Cosa vuoi fare?» chiese Regina, quasi preoccupata. 
« Lo vedrai, ora va a nasconderti.» disse, poi vide Regina scomparire tra un capannone del porto che era a qualche centinaio di metri da loro. 
Poi li vide arrivare. Si avvicinavano sempre di più, ed Emma cominciava ad agitarsi.
“Calma Emma, ce la puoi fare.” disse nella sua testa, mentre sentiva che era il momento di procedere. 
Chiuse gli occhi e si concentrò intensamente, per poi rendere le mani  in avanti, sulle quali comparve una sfera bianca luminosa che cresceva sempre di più. 
Regina stava guardando tutto da una piccola finestra, e dentro di se sentiva qualcosa di strano. Forse era fiera di ciò che era diventata quella ragazza, forse era contenta perché era riuscita a farlo. Solo in quel momento si rese conto di ciò che possedeva, che Emma era la cosa più bella della sua vita e che la amava, la amava davvero. 
La sfera sulle mani di Emma continuava a crescere ma poi si fermò. Emma aprì gli occhi e si stupì di quanto era riuscita a fare. 
Sorride alzando lo sguardo verso i suoi nemici e scagliò contro di loro quell'enorme sfera di magia bianca. Ecco cosa era. Magia bianca. La magia bianca poteva distruggerli, o far anche peggio. 
I tre vennero scagliati contro un muro,  perdendo i sensi. 
« Emma!» esclamò Regina, correndo verso di lei. « Come hai fatto?!» chiese la mora, accarezzandole il viso sorridendo. 
« Possiamo parlarne tra poco? Portiamoli sul confine, dobbiamo buttarli fuori e far un incantesimo più potente, va bene?» disse Emma, guardandola. 
Regina non aveva mai sorriso così tanto. Emma era diventata come lei, nella versione di magia bianca. E non poteva esserne più fiera. Pensò che era uguale a sua madre, ma solo con i poteri. 
« Andiamo amore mio.» sorrise, avvicinandosi con lei ai corpi. 
Si materializzarono sul confine della città, e ci vollero più di dieci minuti a spostare i corpi e spingerli oltre il confine, ma ci riuscirono. 
« Emma, sono fiera di te.» sorrise la regina, non più cattiva. 
Emma sorrise e le lasciò un piccolo bacio sulle labbra, poi alzò lo sguardo verso il cielo. 
« Ho letto che possiamo potenziare la sicurezza dell'incantesimo insieme. In pratica la magia bianca e quella nera insieme possono far qualcosa di pazzesco insieme!» esclamò Emma, quasi come una bambina, facendo ridere Regina. « Sei bellissima quando ridi.» sorrise la bionda, non facendo in tempo a dire qualcosa che l'altra la baciò.
« Hai ragione tesoro, basta creare una sfera come la tua poi unirle e lanciarle verso la protezione.» sorrise Regina. 
« Andiamo?» sussurrò Emma, Regina annuì. 
Entrambe crearono due sfere, quella di Emma era bianca e quella di Regina era viola. Le fecero sollevare in aria poi si unirono. 
Mantennero le mani in alto, lanciando la sfera che cambiava colore ogni secondo, verso l'alto. 
La "cupola" che proteggeva la città emise delle scintille e si colorò per qualche secondo, poi tornò trasparente. 
« Emma ce l'hai fatta!» sorrise Regina, voltandosi verso di lei. 
« Ce l'abbiamo fatta.» la corresse Emma, prendendola per i fianchi. 
« Sono stanca, mi porti a casa come sai fare tu?» disse la bionda con una voce da bambina, mentre le saltava addosso come un piccolo koala. 
Regina quasi perse l'equilibrio e scosse la testa ridendo. 
« Tieniti forte.» disse Regina. 
« Perché? Ci mettiamo solo un secondo, cosa dovrebbe succedere?» chiese Emma confusa.
« Non per quello, signorina Swan.» sorrise Regina, mentre si materializzavano in casa. 
 
Emma dormiva sul divano e Regina stava lavorando a dei progetti "segreti", che ultimamente la rendevano molto occupata visto che doveva farlo di nascosto. Questi progetti riguardavano Emma, ma ne la bionda ne nessun altra persona ne era a conoscenza. 
Emma si svegliò di soprassalto, aveva fatto un incubo su ciò che era successo durante quella giornata.
« Regina?» bofonchiò Emma, mentre si tirava a sedere sul divano. Vide la luce dello studio accesa, e si alzò e si diresse verso lo studio. 
Prima di entrare  bussò alla porta poi la aprì. 
« Emma!» esclamò Regina, buttando dei libri e agende sui fogli dove stava scrivendo, poi si alzò e andò verso la bionda. « Pensavo dormissi.»
« Regina sono notti che mi sveglio e tu non ci sei. Mi potresti dire cosa sta succedendo?» chiese Emma, incrociando le braccia. 
«Ma niente tesoro, sono cose di lavoro e devo farlo in questi momenti perché durante il giorno ho altre cose da fare, tutto qui. Non è niente.» disse Regina. 
Emma la guardò poi sospirò e tornò in salone. Regina si sentiva in un certo senso in colpa, ma era una sorpresa bellissima e non voleva rovinare tutto. 
La seguì in salone e si sedette sul divano. 
« Emma..amore..» la guardò, per poi accarezzarle la guancia e spostare un ciuffo di capelli dal suo viso. « Non devi preoccuparti..davvero.» 
«Va bene, ora torno a dormire, ho troppo sonno.» sussurrò Emma, suscitando una risata da parte di Regina, visto che sembrava una bambina. « Buonanotte, ti amo.» sussurrò, prima di crollare. 
« Buonanotte amore, ti amo.» disse Regina e prima di tornare nel suo ufficio le baciò la fronte.  « Torneranno molto presto.» sussurrò tra se Regina. 
 

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Capitolo 7
*** VII. Happy Birthday Emma! ***


Erano passati quasi dieci giorni dall'accaduto e non era più successo niente di strano e pericoloso. (Brontolo può essere così pericoloso quando alza un po' troppo il gomito?)
In quei giorni tutto era filato liscio come l'olio; Emma girava per la città per controllarla o restava in ufficio ad aspettare qualche guaio, Regina era quasi sempre nel suo ufficio a sbrigare pratiche o a fare cosa da sindaco, carica che aveva da poco acquisito di nuovo, Henry andava a scuola e passava il pomeriggio a studiare o uscire con gli amici, Mary Margaret si occupava del piccolo Neal e David aiutava sua moglie o sua figlia. Insomma, ognuno faceva ciò che faceva sempre.
Ma Emma sentiva qualcosa di strano. Sentiva che i guai non erano finiti, che c'era qualcos altro in arrivo.
Possibile che quei dannati "cattivi" sarebbero tornati?
Emma non sapeva cosa fare, non aveva avvertito nessuno ne tantomeno pensato a qualcosa da fare.
Emma voleva scoprire qualcosa di più. Voleva sapere se quei terribili nemici avevano ancora intenzione di attaccare dopo quello che era successo.
 
In quel periodo di pace la Salvatrice si era trasferita definitivamente nell'enorme villa al n. 108 di Mifflin Street.
Aveva portato con se tutte le sue cose e Regina, con il cuore che esplodeva per la gioia, aveva fatto spazio nella sua cabina armadio per i vestiti della bionda. Convinta che potesse servire, aveva passato un intero pomeriggio a svuotare la parte destra dell'armadio, incastrando le cose che non usava in ogni angolo. La mattina seguente scoprì che a Emma bastava solo un quarto di ciò che aveva lasciato l'altra.
Regina si sentiva finalmente felice. Lei sapeva che Emma era il suo vero amore, sapeva che era il suo Lieto Fine. Sapeva di amarla con tutta se stessa, fin dal momento in cui l'aveva vista per la prima volta. Quel corpo da capogiro, gli occhi verdi  che ipnotizzavano, quei boccoli biondi che svolazzavano al minimo movimento, il suo sorriso. Regina aveva capito fin da subito che se la sconosciuta di allora fosse rimasta in città, tra loro sarebbe successo qualcosa. E Regina si pentiva ogni giorno di averla trattata così, solo per paura di dimostrare i suoi sentimenti.
La parte più dolorosa fu quando Emma le rivelò i suoi sentimenti, affermandole che anche lei era stata attirata dall'ex Evil Queen. Se l'avesse saputo prima avrebbe messo fine a tutte le sofferenze della ragazza. A partire dalla maledizione. L'aveva allontanata dai suoi genitori quando ancora era una neonata. Non riusciva a smettere di pensarci ogni giorno. Aveva passato la sua infanzia lontana dai suoi genitori per colpa sua. Si sentiva uno schifo.
E in tutto ciò Emma continuava a ripeterle che non era colpa sua. Era stata la regina cattiva, e ormai lei non era più così. Emma sapeva benissimo che la Regina che conosceva lei era un'altra. Emma non aveva mai conosciuto l'Evil Queen, non aveva mai provato paura o puro terrore solo al pensiero.
Emma conosceva la donna più dolce, più bella, più sensibile del mondo. Emma, al solo pensiero di Regina, sorrideva, le si riempiva il cuore d'amore.
Ma sapeva anche che Regina era fragile e per farla crollare ci voleva pochissimo. E lei non aveva intenzione di farlo accadere. Voleva che la sua ragazza fosse la persona più felice del mondo, voleva e doveva proteggerla. La amava.
Ed entrambe lo sapevano.

Regina per ricambiare ciò che Emma aveva fatto per lei aveva preparato questa grande sorpresa.
Nessuno sapeva dell'esistenza di questa, ma un pomeriggio Regina si sentì costretta a svelare tutto ad Henry.
« Henry dobbiamo parlare.» disse Regina, facendo segno di seguirla al ragazzo, che era un po' preoccupato.
« Dimmi mamma..» disse il ragazzo sedendosi sulla poltrona davanti la scrivania della madre.
« Ho intenzione di chiedere ad Emma di sposarmi.» disse secca, procurando in Henry un sentimento di felicità ma anche un'espressione di leggero stupore.
« So cosa potresti dire, ma lasciami parlare. Io e tua madre stiamo insieme da un bel po'  e sento che lei è il mio vero amore. Lei lo è. Lei è il mio lieto fine.
Ti ho detto ciò perché vorrei il tuo aiuto, perché ho capito che da sola è impossibile.» disse la mora.
Henry, ancora stupito, sorrise e annuì a sua madre. « Cosa devo fare?» chiese sorridendo.
Regina sorrise,quel sorriso che teneva solo per il suo piccolo principe e per la sua futura moglie. Era un sorriso vero e sincero, le veniva dal cuore.
« Allora..sono notti che non dormo per pensare a cosa fare, ma ancora non lo so.
Una delle opzioni era ignorarla il giorno del suo compleanno per tutta la giornata, poi con una scusa portarla in giardino con una benda sugli occhi, dove avrei scritto con delle rose la frase "vuoi sposarmi?" e inginocchiarmi davanti a lei con l'anello; ma lo trovo piuttosto banale.
Sennò avevo pensato che potresti portarla via per un giorno, io preparo tutta la casa, preparo la cena, poi la riporti a casa e te ne vai. Lei troverà dei bigliettini, tipo caccia al tesoro, che la condurranno da me che sarò in ginocchio e quando arriverà farò la proposta.» disse Regina, mentre suo figlio la ascoltava attento.
« Mhh..» mormorò il ragazzo. « E se provi a portarla da qualche parte per il suo compleanno e le fai la proposta?» propose Henry.
Regina scosse la testa.
« Veramente volevo farlo qui, con tutti voi. E se organizziamo una festa per il suo compleanno e le faccio la proposta li?» disse la donna.
« Si! E magari potresti far finta di non voler venire poi le fai una sorpresa!» esclamò il ragazzino.
« Henry, sei un genio!» disse sua madre stampandogli un bacio nei capelli, per poi uscire dal suo ufficio pronta ad andare da Granny's per prenotare il locale per il giorno del compleanno della ragazza.

Emma continuava a non sapere cos'era quella sensazione che provava.  Non voleva chiedere nulla alla sua ragazza perché avrebbe finito col stressarla e farla arrabbiare come succedeva la maggior parte delle volte che Emma diceva qualcosa di sbagliato.
Quel pomeriggio Emma, che aveva appena finito il suo turno alla stazione, andò da Granny's per prendere il solito caffè pomeridiano, accompagnato da una ciambella o un muffin al cioccolato, cosa che lei amava (non quanto amava Regina).
« Ehy Ruby!» sorrise la bionda, sedendosi al bancone.
« Ehy biondina, il solito?» chiese la ragazza, che però cominciò a preparare il caffè senza una risposta dell'altra.
Emma annuì.
« Senti..per domani sera, potrei prenotare un tavolo per noi? Sai, non vorrei rimanere senza un posto dove cenare la sera del mio compleanno!» disse ridacchiando.
Ruby si bloccò mentre versava il caffè nella tazza. Cosa le avrebbe detto?!
« Ehm..uhm..domani sera siamo chiusi!» azzardò il lupacchiotto.
« Cosa?!» esclamò Emma.
« Ehm si..il locale è stato prenotato per una festa.» disse quella
« Oh..okay.» sospirò Emma.
« Mi spiace Em..» disse l'altra.
«  Ehi tranquilla, non è mica la fine del mondo!» disse la bionda ridacchiando.
Ruby le sorrise e ridacchiò anche lei.
« Ora vado, Regina mi sta aspettando e sappiamo tutti come diventa se faccio un solo minuto di ritardo.» disse Emma alzandosi.
« Ci vediamo Em, passa un buon compleanno!» disse Ruby sorridendo.
« Grazie. Ciao Ruby!» sorrise Emma, mentre usciva dalla tavola calda.

Il resto della giornata passò tranquillamente.
Emma, Regina ed Henry cenarono come tutte le sere e si raccontarono la loro giornata.
« Regina, domani sera Granny's è chiuso. Io volevo cenare con voi, volevo passare il giorno del mio compleanno con la mia famiglia. Come facciamo?» chiese Emma a un certo punto.
Henry e Regina si scambiarono un'occhiata veloce, poi la guardarono.
« Oh giusto! Abbiamo dimenticato di dirtelo.» disse Regina sorridendo. « Abbiamo organizzato una festa per il tuo compleanno!»
Emma rimase stupida dall'affermazione dell'altra, ma sorrise.
« Davvero?» disse guardando Regina, la quale annuì. « Perché Ruby non mi ha detto niente?» chiese.
« Molto probabilmente perché io ho parlato con Granny, e forse ha tralasciato il nome della festeggiata nel dirlo a sua nipote.» disse ridendo.
Emma sorrise e baciò Regina.
« Grazie.» sorrise e la tirò a se per stringerla.
« Ti amo.» disse Regina.
« Ti amo anche io.» sussurrò Emma.
Poi andarono a dormire.

Quello mattina Regina si svegliò di buon'ora per preparare una colazione perfetta ad Emma.
Preparò dei pancakes, dei waffles, una torta al cioccolato, si fece portare dei croissants appena sfornati, marmellate di ogni tipo, latte, succo d'arancia e yogurt.
Emma dormiva ancora profondamente quando, verso le 11 del mattino, Regina entrò in camera.
Lasciò la colazione dall'altra parte del letto poi iniziò a baciarla ovunque, sussurrandole cose come "svegliati dormigliona" o "dai è il tuo compleanno!" tra un bacio e l'altro.
Emma cominciò ad aprire gli occhi e quando incontrò quelli di Regina sorrise e si tirò a sedere sul letto.
« Buong-» disse Emma con la voce ancora impastata dal sonno, ma non finendo la frase dopo aver visto c'ho che c'era davanti a lei.
« Buon compleanno amore mio.» sorrise Regina per poi baciarla.
Emma le sorrise e ricambiò il bacio sorridendo, poi iniziò a mangiare.

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Capitolo 8
*** VIII. Surprises. ***


Emma e Regina avevano passato tutto il giorno a casa a "festeggiare", visto che entrambe avevano preso un giorno libero.
O meglio, Regina aveva deciso di restare a casa e aveva detto ad Emma che lei avrebbe fatto lo stesso.

Poco più tardi delle cinque del pomeriggio Emma si alzò dal loro letto, sotto lo sguardo confuso di Regina, ridacchiò.
« Amore, vado solo a farmi una doccia.» le sorrise. « Stasera c'è la festa, è il mio compleanno, non voglio apparire come un cucciolo di cane abbandonato.» disse ridendo, per poi baciarla dolcemente.
« Uhm..ehm..Emma?..» sussurrò Regina. L'ansia cominciava a invadere il suo corpo, e non perché doveva dire alla sua ragazza che non sarebbe andata alla festa. Ma perché non sarebbe andata subito alla festa con lei perché doveva preparare la proposta di matrimonio. Ormai tutti lo sapevano, tranne Emma ovviamente.
« Si?» rispose l'altra, mentre prendeva il suo vestito preferito (il suo unico vestito) dall'armadio.
Regina cominciava a sentirsi in colpa per inventarsi tutte quelle scuse, ma alla fine ciò che sarebbe successo dopo sarebbe stato come un regalo più grande.
« Ti dispiace se resto a casa? Non mi sento molto bene e sinceramente stare con tutte quelle persone non mi aiuterebbe molto..» disse morendosi il labbro, nel frattempo ad Emma le si riempirono gli occhi di lacrime e alzò le spalle.
« Tranquilla.» fu l'unica cosa che riuscì a dire prima di sentire una lacrima scorrere sulla sua guancia poi uscì dalla stanza per andare a fare la doccia.
Regina si sentiva terribilmente in colpa e voleva dirle che tutto ciò era solo uno stupido scherzo per farle la più bella sorpresa di tutti i tempi, ma se l'avesse fatto non sarebbe stata più una sorpresa.

Emma si era preparata alla perfezione, e se veramente Regina non fosse andata alla festa, lei si sarebbe divertita lo stesso. Si era truccata in modo incredibile, era stupita lei stessa di ciò che era riuscita a fare. Si legò i capelli e si mise un po' di profumo. Quando ebbe finito si recò in camera da letto e quando entrò Regina rimase a bocca aperta.
« Dio mio Emma, sei bellissima!» esclamò guardandola.
« A stasera, se non ti senti bene chiamami.» rispose Emma, per poi uscire dalla villa e recarsi verso la tavola calda.
Appena sentì la porta di casa chiudersi, Regina corse a prepararsi. Indossò un vestito rosso molto aderente, un paio di Louboutin nere e si sistemò i capelli passandoci la piastra. Si truccò e anche lei si mise del profumo. Aprì il cassetto del comodino che aveva chiuso con la magia per prendere l'anello per Emma, poi mandò un sms ad Henry: "Henry, sto uscendo di casa. Preparati."
Uscì molto velocemente di casa ma le sue gambe non reggevano molto, era ansiosa e non riusciva a smettere di tremare; in fondo stava per chiedere alla sua ragazza di sposarla, non era una cosa da poco.
Nel frattempo, alla tavola calda, Henry aveva cominciato a preparare ciò che Regina gli aveva detto. Doveva solo salire sul piccolo palco che avevano allestito e iniziare un discorso in onore di Emma, poi lei sarebbe intervenuta e le avrebbe fatto la proposta. Come previsto, il ragazzo salì sul palco e iniziò a parlare.
« Ehm..buonasera! Beh come tutti sapete, questa sera siamo qui per festeggiare il compleanno di una persona. Dovete sapere che quella persona, secondo me ma penso anche secondo voi, è la persona più dolce, simpatica, intelligente, premurosa e qualsiasi altra cosa voi vogliate, di questa città. Quella persona è mia madre, e se potessi tornare indietro nel passato e scegliere una madre, sceglierei lei. Senza nulla togliere a Regina ovviamente!» e qui si scatenò una risata del pubblico. Emma guardava suo figlio con gli occhi lucidi. Emma amava suo figlio. Per lei Henry era come un tesoro ritrovato dopo molto tempo, per lei era l'ancora di salvezza che l'aveva riportata a galla e le aveva regalato la felicità. Emma era fiera di suo figlio. Emma sapeva che, avendo fatto quella scelta in passato, aveva fatto la cosa migliore. Senza Regina, il bambino, chissà come sarebbe cresciuto. E soprattutto, non avrebbe conosciuto Regina. Henry era la chiave di tutto. Henry era tutto.
« Ora devo lasciare la parola ad un'altra persona molto importante. Buon compleanno mamma, ti voglio bene.» disse Henry, per poi vedere mostrargli un sorriso fiero da dietro il palco.
Emma era pronta ad abbracciare suo figlio, ma lui le scosse la testa facendole capire che c'era altro. La bionda sentì un rumore di tacchi non sconosciuto provenire dal retro del palco, e quando vide Regina le si illuminarono gli occhi. Regina la guardò sorridendo poi iniziò a parlare.
« Amore mio..parto dal fatto che poche ore fa ti ho deluso, forse ferito ma giuro, non era mia intenzione. Era tutto voluto, le cose dovevano andare così. È il tuo regalo di compleanno e ora, per favore, gradirei la tua presenza qui sul palco.»
Emma non era riuscita a trattenere le lacrime e in tutto quel tempo non era riuscita a far altro che sorridere e piangere, senza parlare. Salì sul palco accanto alla sua ragazza e le diede un bacio sulla guancia.
« Ora non dire niente per favore, altrimenti dimentico tutto il discorso.» disse Regina ridendo, facendo ridere tutta la sala. « Come ben sai, io ti amo con tutto il cuore. Sei stata la luce nel tunnel della disperazione. Sei stata colei che mi ha fatto tornare ad amare. Lei che mi ha fatto star bene dal primo momento. E scusami! Scusami per come ti ho trattato da quella sera di qualche anno fa. Scusami se credevo che avendo te in città Henry preferisse te a me. Scusami se ho cercato più volte di cacciarti da qui. Scusami se ti ho portato via dai tuoi genitori quando eri ancora una bambina.» a quel punto i Charming abbassarono lo sguardo, poi sorrisero entrambi nella direzione di Emma, sapendo che lei con Regina era davvero felice.
« Tu sei il mio Vero Amore. Sei il mio Lieto Fine. Tu che mi sopporti quando ho i miei sbalzi d'umore, quando non ho voglia di vedere nessuno ma nonostante tutto tu vieni lì e mi stringi forte, tu che esci alle due del mattino per comprare del gelato quando ne ho voglia. Grazie Emma. Grazie di tutto. E per questo, settimane fa sono arrivata ad una conclusione.» Regina prese un profondo respiro, poi si inginocchiò ai piedi della bionda.
« Emma Swan..vuoi sposarmi?» chiese Regina, con le mani tremanti mostrandole l'anello. Emma nel frattempo era in lacrime e alla vista di Regina in ginocchio cominciò a singhiozzare. Si portò una mano alla bocca asciugandosi le lacrime con l'altra.
« Si! Si si si.» esclamò Emma prendendo la mano di Regina per farla alzare e baciarla. Tutti applaudirono e le due continuarono a baciarsi per un minuto buono, poi intervenne Mary Margaret come al solito che le fece allontanare schiarendosi la voce. Si diresse verso Emma e la abbracciò, poi si rivolse a Regina.
« Mia figlia è nelle tue mani.» le sorrise, ma Regina sapeva cosa intendeva Snow. Non voleva che nessuno ferisse sua figlia, non voleva vederla star male.
Anche se i rapporti con Regina miglioravano di giorno in giorno, Snow vedeva Emma ancora come la sua bambina e Regina come la sua matrigna e questo era piuttosto strano. Ma lei voleva sua figlia felice, non le importava come, dove, perché. Voleva Emma felice.
Quel momento, Emma, lo prese e lo nascose nel suo cuore, insieme all'amore per la sua donna.
Ma quel momento, rimase bello solo per poco. Un boato terribile si scatenò in strada, facendo precipitare tutti fuori per vedere cosa fosse successo. Emma, mentre usciva dal locale, strinse la mano di Regina per farle capire che qualsiasi cosa fosse successa, lei sarebbe rimasta con lei.
Emma si diresse verso l'origine del rumore assordante e fastidioso, poi rivolse lo sguardo all'orologio della città. Sopra di esso c'era un enorme drago che sputava fuoco, ma fortunatamente non aveva bruciato niente fino a quel momento. Come era entrato in città? Chi era? Chi l'aveva mandato?
Emma si avvicinò con cautela all'orologio, restando comunque abbastanza lontana da riuscire a scappare in caso di attacco da parte della creatura. Ma questo non successe.
Il drago, che fino a pochi istanti prima era ancora sulla torre, ora stava scendendo a terra avvolto da una nuvola di fumo viola. Regina corse verso di lui che in pochi secondi si trasformò in qualcuno già conosciuto.
« Malefica.» disse Regina con gli occhi ridotti a due fessure.
« Ciao cara.» disse sorridendo l'altra, mentre si avvicinava a lei.
« Cosa ci fai qui? Cosa vuoi da noi?» chiese Regina guardandola.
« Da tutti voi niente, mi serve soltanto in prestito il cuoricino del piccolo Charming.» disse indicando il bambino in braccio a Snow, la quale assunse un aspetto impaurito e strinse il suo bambino. Regina quasi ringhiò verso di lei, fulminandola con lo sguardo.
« Tu non toccherai quel bambino, tantomeno un'altra persona di questa città. È la mia città, mi conosci e sai cosa sono capace di fare.» disse avvicinandosi all'altra. « Calma, calma. Avrò il cuore del bambino. O preferisci che Gold distrugga la città? Sai, è proprio qui fuori, proprio dopo il confine. Aspetta solo la mia conferma. Tu conosci lui, sai di cosa è capace.» disse Malefica.
« No. Ci deve essere un'altra soluzione.» disse Regina freddamente.
« Beh se devo essere sincera c'è.» disse per poi indicare Emma. Regina già aveva capito cosa significava, già si era avvicinata ad Emma con fare protettivo e lanciò un'occhiataccia a Malefica.
« No! Ne lei ne il bambino.» disse Regina, sembrava una mamma leonessa che proteggeva i suoi cuccioli.
« Allora significa che a breve la città cesserà di esistere.» disse Malefica ridendo per poi voltarsi e cominciare ad andare via.
« Malefica! Aspetta..» disse Emma, che in tutto quel tempo era rimasta a guardare lo scambio di battute tra le due.
« Oh oh, ecco la salvatrice. La ragazza che è venuta dal nulla per salvare tutti.» disse la strega, voltandosi.
« Emma..cosa hai intenzione di fare?» chiese Mary Margaret, avvicinandosi preoccupata per sua figlia, nel frattempo Regina aveva preso il braccio di Emma e l'aveva fermata.
« Mamma..Regina..» disse guardandole entrambe. « Devo farlo, non posso permettere che vi succeda qualcosa, a costo di farmi del male.» Malefica sbuffò, pensando che fosse la solita scena strappa lacrime e lagnosa.
« Su! Se dobbiamo farlo muoviti almeno!» disse alla fine.
« Emma no.» disse Regina, aveva gli occhi lucidi e cominciavano a diventare sempre più rossi per via delle lacrime e la sua ragazza la implorava di lasciarla andare con lo sguardo.
« Malefica, abbiamo accettato, per favore, posso almeno salutare la mia famiglia?» chiese la bionda, guardando la strega.
« E va bene, ma sbrigati.» sbuffò di nuovo.
Emma si avvicinò ai suoi genitori e al suo fratellino e li guardò, facendo capire loro che non dovevano preoccuparsi, in fondo lei era la salvatrice no?
« Mamma, papà, vi voglio bene. Prendetevi cura di Henry e Regina, soprattutto di Regina, non so se potrà reggere la cosa.» disse guardandoli, nello stesso momento Regina le si era attaccata addosso come un piccolo koala. Non aveva intenzione di lasciarla andare. I suoi genitori la abbracciarono, coinvolgendo anche Regina e questo fece sorridere la bionda. Emma non disse nulla, si mosse solo per andare da Henry, Regina ancora attaccata a lei.
« Ragazzino..ehi.» disse guardandolo che abbassavo lo sguardo, mise la mano sotto il suo mento e gli tiro su la testa. « Ragazzino qualsiasi cosa succeda tu resterai sempre nel mio cuore. Solo ora capisco quanto sei importante per me. Non che prima non lo pensassi, ma ora so che sei più importante di quanto pensassi. E scusa per il giro di parole. Henry sei mio figlio, sei il bambino che ho protetto da tutto il male che avrei potuto fare, non dandolo in adozione. E se tornassi indietro nel tempo ammetto che lo rifarei. Hai passato 10 anni con la donna più fantastica del mondo, ti ha cresciuto nel modo più giusto e non potrebbe essere stato migliore di così. Henry io ti voglio bene, tanto. Lo sto facendo per voi, per proteggervi. Ripeto, preferisco star male io che veder star male tutti voi. Siete la mia famiglia, vi amo e non posso permettere a nessuno di farvi stare male. Henry..vieni qui.» disse Emma, le lacrime le stavano rigando il volto e abbracciò suo figlio che poco dopo sentì gli occhi pieni di lacrime ma lui sapeva che doveva far vedere a sua madre che era cresciuto, che era forte, che sapeva prendersi cura di se stesso e di tutti.
« Mamma ti voglio bene. Mi prenderò cura di tutti loro, ora che ne hanno bisogno. Sopratutto della mamma, lei non sarà più la stessa..Mi mancherai.» disse il ragazzo, stringendo sua madre. Solo in quel momento Emma notò che il suo bambino ormai era più alto di lei di qualche centimetro ed era fiera di lui.
Ed ecco la parte più difficile. Regina. La donna era ancora abbracciata ad Emma quando l'ultima si girò per darle un dolce bacio sulle labbra.
« Regina, amore mio..non piangere ti prego, non sopporto vederti così.» disse la bionda, stringendo la sua ragazza.
« Io ci sarò sempre. E poi, sai che troveremo una soluzione, in fondo abbiamo superato di tutto no?» Regina annuì.
« Ti troverò sempre.» disse Emma, cercando di strapparle un sorriso. Cosa che successe.
« Sei proprio come i tuoi genitori.» disse la mora sorridendo, anche se aveva ancora gli occhi pieni di lacrime. Si avvicinò alla sua ragazza e le diede un bacio casto, ma pieno d'amore e di dolcezza.
« Ti amo.» sussurrò Emma al suo orecchio, anche lei aveva ricominciato a piangere.
« Anch'io Emma.» disse l'altra.
« Vuoi muoverti?!» esclamò Malefica, che aveva guardato tutto con aria annoiata.
Emma lasciò Regina ma quest'ultima le strinse la mano.
« Voglio stare con te fino alla fine.» disse la mora, non lasciandola andare. Emma scosse la testa, non voleva far vedere a Regina ciò che stava per succedere. Regina non lasciò la presa sulla sua mano, anzi, la strinse.
Malefica intanto aveva cominciato a camminare verso il confine della città, seguita dalle due donne che però si accorsero che dietro di loro c'erano anche molte persone, che volevano cercare di fermare tutto quello che stava succedendo.
Arrivate al confine, Emma si voltò verso Regina per poi lasciarle un bacio sulla fronte. Ma poi, Regina la strinse a se e le diede un bacio sulle labbra, facendo sorridere tristemente entrambe.
« Andiamo principessina "salvo tutti ma nessuno salva me".» disse Malefica.
Prese il braccio di Emma, attraversando il confine.
« Emma, ti troverò!» furono le ultime parole che udì la bionda, prima di oltrepassare il confine e perdere i sensi.




NdA.
PERDONATEMI PER LA LUNGA ASSENZA, SO ANCHE CHE IL CAPITOLO FA SCHIFO.
Ho avuto tantissimo impegni, tra la scuola e impegni personali.
E poi ero convinta di aver pubblicato un "capitolo" dove avvertivo che a breve avrei pubblicato questo, ma evidentemente qualcosa è andato storto e non mi ha pubblicato nulla.
Avevo anche chiesto un parere, visto che vorrei concludere a breve la storia ma con un bel lieto fine, voi che dite? E vorrei anche scrivere una ff Morrilla, ma solo se qualcuno la legge ahah.
Fatemi sapere!:)
E scusate ancora per il ritardo.

arjelxx

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Capitolo 9
*** IX. I will find you.* ***


Una settimana. Emma era scomparsa da una settimana. 
Malefica l'aveva portata via e nessuno sapeva dove potesse essere. Il problema era che Malefica l'aveva portata con se fuori Storybrooke e quindi oltre il confine, nessuno poteva oltrepassarlo, nessuno poteva salvare Emma. 
E questo uccideva Regina, la quale continuava a pensare ad Emma, alla sua Emma.
Dopo due giorno dall'accaduto Mary Margaret e David avevano deciso di portare Henry nel loro appartamento, visto che Regina passava giorno e notte a cercare incantesimi per portare indietro Emma, non riusciva a pensare ad altro e non dormiva neanche più. Passava tutto il giorno nel suo studio a leggere libri di antichi incantesimi e pozioni magiche.
Dopo una settimana  non aveva ancora trovato niente e aveva cominciato a pensare che non avrebbe più rivisto Emma, e questo la faceva star male. 
L'ottavo giorno Regina stava leggendo l'ennesimo libro per trovare un modo per riavere Emma, quando Henry entrò di corsa nel suo studio.
<< Mamma!>> esclamò il ragazzo. <>
Regina alzò lo sguardo verso il ragazzo, stupita.
<< Cosa? Henry cosa dici?>> chiese Regina. 
<> disse il ragazzo, guardando sua madre con un sorriso.
<< Di quale specchio stai parlando?>> chiese sua madre, ancora incredula di ciò che stava accadendo.
<< Il ciondolo del signor Gold, quello che era di mio padre. Il suo ciondolo ha uno specchio e una volta Gold mi ha detto che è stato creato dallo stesso specchio che avete usato per me a Neverland.>> Henry si sedette su una poltroncina nera davanti la scrivania di Regina e la guardò, aspettando una risposta.
<< Stai dicendo sul serio?>> chiese Regina. 
Ed ecco gli occhi riempirsi di lacrime. Aveva la soluzione sotto gli occhi e non era riuscita a vederla. Dio, suo figlio era così intelligente e maturo, sapeva che aveva preso da entrambe le madri. Non si era accorta che era cresciuto così in fretta, era diventanto un ragazzo e forse quasi un uomo visto che cominciavano ad apparire segni di barba sul suo viso.
<< Henry sei un genio!>> esclamò la donna alzandosi dalla sedia dietro la scrivania.
Solo quando uscì dalla sua villa al numero 108 di Mifflin Street si rese conto di quanto tempo era passato dall'ultima volta in cui era uscita.
<< Mamma ma dove stai andando?>> domandò Henry mentre seguiva sua madre.
<< Alla cripta Henry, si trova lì lo specchio.>> dise Regina, mentre apriva la porta dopo essere arrivata.
Corse a prendere il suo specchio e lo rigirò tra le sue mani.
<< Henry tu aspetta qui, se succede qualcosa ti chiamo.>> disse Regina, prima di chiudersi la porta alle spalle e scendere nel sotteraneo della cripta.
Era così emozionata, sperava vivamente di rivedere la sua Emma  e di trovare un accordo per farla tornare.
Provò a chiamare e dopo diversi tentativi qualcuno rispose.
<< Regina..qual buon vento mia cara?>> chiese Tremotino dall'altra parte dello specchio. 
<< Gold, dimmi dov'è.>> disse Regina in tono fermo e deciso, sperando di non dimostrare la sua debolezza e preoccupazione.
Tremotino non esitò un attimo e le mostrò Emma, stesa a terra, visibilmente distrutta. Quella scena fece rabbrividire Regina e le fece anche saltare un battito del cuore. Vedere la sua amata così la distruggeva, odiava vederla star male, quelle poche volte che lo dimostrava. Doveva slvarla, doveva portarla via.
La bionda alzò lo sguardo e vide Regina.
<< Regina!>> esclamò, cercando di alzarsi. Ma non ne aveva le forze, e Malefica la teneva a terra con un incantesimo. 
<< Emma, amore mio! Cosa ti hanno fatto?! Stai bene?>> chiese Regina, guardando la sua ragazza stesa a terra.
<< Regina sto bene. Non mi hanno fatto niente. Mi stanno tenendo come..ostaggio diciamo.>> disse Emma, quasi in completa tranquillità.
<< Gold cosa devo fare per riaverla?>> chiese Regina, lo stava supplicando e odiava far vedere alle altre persone cosa provava veramente.
<< Qualcosa c'è. Vuoi proprio saperlo? Sei sicura di volere la tua Emma indietro? Sai che c'è sempre un prezzo da pagare mia cara.>> disse Tremotino, rivolto alla mora.
La regina voleva indietro la sua salvatrice, voleva tornare ad essere completa, a sentirsi a casa. Perchè era Emma che la faceva sentire a casa, era lei che la faceva star bene.
Non poteva perderla, non voleva perderla.
Era l'unica che era riuscita a farla stare così bene in tutti quegli anni, era l'unica che la faceva sentire così. Così come? Bhe, da quando si erano conosciute Regina aveva ricominciato a vivere, sia letteralmente grazie alla fine del sortilegio, ma anche perchè con quella donna provava delle sensazioni nuove, neanche con Daniel aveva provato sentimenti così forti e con Robin non ci era andata neanche vicino, e poi lui appena aveva rivisto sua moglie era tornato tra le sue braccia.

La donna si distolse dai suoi pensieri e portò di nuovo lo sguardo su Gold.
<< Gold dimmi che cazzo devo fare!>> esclamò Regina, lasciando a bocca aperta tutti i presenti, facendo quasi ridere Emma e sussultare Henry nell'altra stanza.
<< Regina, calma.>> disse Gold. << Già sai che a noi serve un cuore, devi stare tranquilla perchè non serivrà per far del male a voi e a nessuno al di fuori della città. Dobbiamo..ecco..fare una bella chiacchierata con persone a noi care che non ci sono più. E ci serve questo cuore. Ma deve essere puro, senza oscurità. E sai benissimo che in città c'erano solo Henry, Emma e il bambino di Snow, ma evidentemente non volete fare un piccolo favore ad un vostro vecchio amico e un sacrificio per lui.>> disse Gold. << Ma ci sarebbe un altro cuore disponibile.>>
<< E di chi sarebbe?>> chiese Regina, guardando stupita l'uomo al di là dello specchio.
<< Di tuo padre. Il suo cuore sembra ancora più pure di quello del piccolo principino Neal.>> disse Tremotino. 
Regina rimase scossa dalla notizia, non sapeva come reagire e cosa fare.
<< Regina non farlo, lascerò che prendano il mio cuore. Io ti amo, sono disposta a farlo, per te e per Henry. Ti chiedo solo di ricordarti di me, di lasciare un posto nel tuo cuore per me e promettimi che dirai ad Henry la verità. Vi amerò per sempre entrambi, lo sai già.>> disse Emma, con le lacrime agli occhi.
Regina guardò la sua ragazza, anche lei con gli occhi pieni di lacrime. 
Non sapeva che fare, non poteva lasciarla andare e far prendere a quegli stronzi il suo cuore. Regina sapeva di amare Emma, sapeva anche che suo padre sarebbe rimasto intatto anche senza cuore. 
Sapeva che senza di Emma non sarebbe riuscita a star bene, visto che anche solo pochi giorni senza di lei si sentiva persa.
<< Va bene, dove ci troviamo per lo scambio?>> chiese Regina, dopo aver passato qualche minuto in silenzio.
<< Regina, no!>> esclamò Emma.<< Non puoi farlo.>>
<< Emma a mio padre non succederà niente, non voglio vedere morta anche te. Non ora che sono felice, non ora che ho trovato il mio Vero Amore e il mio Lieto Fine.>> Disse Regina.
<< Oh, quanto siete commoventi!>> esclamò Malefica, che nel frattempo era rimasta tutto il tempo ad ascoltare e sperare che Regina non accettasse. Voleva vederla soffrire, come aveva fatto Regina con lei.
Emma guardò Regina e sospirò, sperando che cambiasse idea. Non voleva che rinunciasse a suo padre per lei. Sapeva che prima o poi tutti si sarebbero stancati di lei, era sempre successo e sarebbe successo di nuovo. Era abituata ad essere abbandonata e lasciata sola, e aveva paura di perdere Regina.
<< Ci vediamo stasera alle otto, al confine della città.>> disse Gold.
<< Ci vediamo stasera Emma.>> disse Regina, sorridendole in quel modo che riservava solo alla sua bionda.
E così le due donne si diedero appuntamento per rivedersi di nuovo. 






NdA

Scusatemi davvero se vi ho fatto aspettare tutto questo tempo, ma non ho mai avuto tempo per scrivere un capitolo decente, infatti questo non mi piace per niente.
Spero che abbiate colto la citazione del titolo del capitolo!:)
A presto con un nuovo capitolo, che probabilmente sarà  uno degli ultimi.


 

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