Segreto Vampirico

di iris_1998
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sakura ***
Capitolo 2: *** Rita ***
Capitolo 3: *** Subaru & Sakura ***
Capitolo 4: *** Ichigo ***
Capitolo 5: *** Raito ***
Capitolo 6: *** Sakura & Subaru ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Sakura ***





Dopo la morte di mio nonno, io, Sakura Sirani, una normale ragazza, bassina con i capelli lunghi neri ed occhi del medesimo colore, con Ichigo e Rita, mi sono dovuta trasferire dai figli del noto politico Togo Sakamaki, un amico del mio nonno, che non ho mai conosciuto.
Una settimana dopo che mio nonno morì, un avvocato arrivò per leggere il testamento del quale mi rimase impresso una sua parte, che diceva:

Ragazze mie non preoccupatevi.
Dopo la mia morte andrete a vivere con una famiglia, anzi, con dei fratelli. I fratelli Sakamaki. Lì troverete la pace che non avete mai trovato qui, in questa casa. 
In questo testamento c'è una lettera che dovrette mandare ai ragazzi. 
Vi averto state attente, ragazze mie.
Il motivo per il quale vi mando da loro lo potrete scoprirlo solo voi.

Ed ora, dopo una settimana dove avevo preparato tutto per me e le ragazze, mi ritrovo davanti alla villa dei Sakamaki.
Mi dirigo verso la porta principale seguita da Rita e Ichigo. Bussai ma nessuno venne ad aprirci.
"Ora che si fa?" chiesi alle ragazze.
"Torniamo indietro?" propone Rita.
"No, non si torna indietro. Lo abbiamo promesso sulla tomba di mio nonno, il giorno del suo funerale, che faremo quello che ci ha chiesto." dissi guardando Rita.
"Si ma..." stava per ribattere Rita ma la fermai.
"Niente ma. Non possiamo stare qui fuori per l'eternità, anche perché tra poco incomincerà a diluviare" dissi guardando il cielo nuvoloso.
"E' ora?" chiese Ichigo.
"Entriamo" dissi semplicemente appoggiando una mano sul pomello della porta.
"Cosa?! Ma sei pazza? Io lì dentro con ci entro"
Fulminai Rita con lo sguardo.
"Io entro. Non voglio bagnarmi. Se tu non vuoi entrare allora rimani qui fuori a bagnarti e congelare visto che non ti sai mai decidere, come sempre. Ichigo entri con me?"
Ichigo annui per poi venire verso di me.
"Okey entro pure io" si arrese alla fine, Rita.
Girai il pomello che stringevo in una mano ed aprì la porta d'ingresso. Feci due passi in avanti e mi ritrovai in una sala dove c'erano delle magnifiche scale che portavano al piano di sopra e hai lati vi erano diverse poltrone sotto delle finestre così grandi da poter vedere tutto il giardino con il cielo. Rimasi incantata. Quella stanza aveva un che di famigliare che mi faceva sentire subito a mio agio.
"Salve. C'è qualcuno?" domandai, invano perché nessuno rispose.
"Avevo detto che era una brutta idea entrare" disse Rita andando all'indietro verso la porta quando, ad un tratto, gridò. Mi girai verso Rita e vidi dietro di lei c'era un ragazzo dai capelli biondi con delle cuffie che le bloccava la strada.
"Voi dovreste essere le ragazze che dovevano venire a vivere da noi, giusto?" domandò il ragazzo.
"Si" rispose Ichigo.
Il ragazzo annui e si diresse verso una porta vicink alle scale e ci fece segno di seguirlo.
Mi avviai verso di lui, seguita dalle mie amiche, e ci portò a quello che sarebbe un salotto. Lì trovammo sei ragazzi. Cinque ragazzi e una ragazza. 
La ragazza e un ragazzo con i capelli rossi ed occhi verde smeraldo erano seduti affianco abbracciati. 
Ogni ragazzo aveva un colore diverso dei capelli. Io rimasi a guardare quello appoggiato, in disparte su un muro, dai capelli argentei. Era alto ma non troppo, snello con occhi... rossi come le rose rosse.
"Buonasera" disse un ragazzo con dei occhiali con i capelli neri/blu ed occhi di un colore che era tra un rosso e rosa. Era vestito in modo perfetto.
Perfettinoman! pensai subito.
"Buonasera" dissi seguita dalle altre due.
"È un piacere conoscervi. Io sono Reiji Sakamaki, secondogenito. Quello che vi aveva accompagnato qui ed è ora sdraiato sotto la finestra è Shu Sakamaki, primogenito. I due che sono abbracciati sono Yui Komori, la ragazza, e Ayato Sakamaki, il ragazzo, terzogenito e il più grande dei tre gemelli, sono fidanzati. I due che sono seduti sull'altra poltrona sono Kanato Sakamaki, terzogenito, il gemello di Ayato, il ragazzo abbracciato al suo peluche, e Raito Sakamaki, il ragazzo con il capello, terzogenito ed è il più giovane dei tre gemelli. L'ultimo ma non ultimo è Subaru Sakamaki, il ragazzo appogiato alla parete, il più giovane di noi fratelli." presentò Reiji.
"È un piacere conoscervi. La ragazza alla mia destra è Rita Lumai, la più grande di noi tre. Quella alla mia sinistra è Ichigo Dakari ed è quella intermedia. E poi ci sono io. Mi chiamo Sakura Sirani e sono la più piccola. Siamo amiche d'infanzia." dissi. 
" Siamo onorati di poter ospitare delle ragazze come voi e ..."
"E dobbiamo stare alle vostre condizioni. Quali sarebberò?" continuai al suo posto.
"Se lo sapreste sicuramente scaperete" disse quello col capello, Raito.
"Io non scappo davanti a niente"
"Ne sei sicura?" chiese Subaru.
" Si." dissi determinata.
"Abbiamo ricevuto la lettera. Condoglianze. Ma visto che ci siamo presentati e ora di dire quali sono le condizioni che dovete rispettare. È una. Ci dovete nutrire con il vostro sangue."
" Cosa!?" esclamarono in coro Ichigo e Rita.

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Capitolo 2
*** Rita ***




 

Da quando sono entrata in quella casa, così famigliare, mi diressi dietro a Sakura verso un salotto, dove avevo incontrato tutti gli abitanti della villa.
Mi ero soffermata a guardare un ragazzo non riuscendo più a staccare i miei occhi da lui. Non sono quel tipo di ragazza, io, Rita Lumai, una ragazza dai capelli biondi ed occhi celesti, che si innamora di un ragazzo qualunque la prima volta che lo vede. Sta volta, invece, è il contrario. 
Il ragazzo che stavo guardando aveva i capelli di un viola che si avvicinava al lilla con le punte di color lilla schiarito. Era di carnagione pallida, con dei occhi grandi e di color lilla con delle tremende occhiaie. Era abbracciato ad un orsacchiotto. Faceva un po' paura ma quello che mi aveva scioccato di più era che dovevo, con Ichigo e Sakura,  nutrirli con il mio sangue. 
Alla notizia, la povera Ichigo era svenuta.
Reiji vedendo lo svenimento di Ichigo incaricò suo fratello minore, Raito, di portarla nella sua stanza.
Dopo che Raito scomparve con in braccio la mia amica rimasi per tutto il tempo in quella stanza guardando solo lui, Kanato.
Quando arrivo l'ora di andare nelle proprie camere Reiji si rivolse a Kanato di accompagnarmi in camera mia.
Kanato sorrise e mi prese per un braccio tirandomi verso delle scale che portavano al piano superiore.
Stavamo camminando in un corridoio pieno di porte, quadri e sedie.
- Rita - disse Kanato camminando.
- Si?-  chiesi.
- Ho fame- mi disse.
Mi fermai di colpo e pure Kanato.
-È cosa vuoi mangiare? Un dolce?- chiesi sperando che rispondesse si.
-No. Ho sete  - disse avvicinandosi a me.
- Che.. Che vuoi...be..b-bere?- gli chiesi balbettando e  andando all'indietro  scontrandomi con il muro e rimanendo incastrato tra lui e il muro.
Cavolo pensai.
Kanato si avvicinò a me con il suo orsacchiotto.
- Teddy che ne dici di assaggiare un po' del sangue di Rita?- chiese al suo orsacchiotto. Poi con una mossa mi blocco  con tutte e due le braccia facendo cadere il povero Teddy.
-Teddy mi ha detto che posso bere... Quindi io assaggerò il tuo sangue- e detto questo si avvicinò alla mia gola. 
Ci passo la lingua e dopo un secondo mi morse. 
Era un dolore acuto ma allo stesso tempo piacevole. Riuscivo a sentire il sangue che fluiva fuori di me e con il passare dei minuti incominciai a vedere sfumato e di non aver abbastanza forze per reggermi in piedi. Dopo aver un bel po' di tempo Kanato si staccò da me. Ero al limite della forza e non riuscivo più a stare in piedi immaginarsi camminare. 
Kanato era fermo davanti a me che si leccava le labbra per togliere gli eccessi del mio sangue. Poi prese Teddy e lo appoggiò su una sedia vicino a noi scusandosi di averlo lasciato cadere per poi avvicinarsi a me.
Mi prese in braccio a mo' di sposa e mi porto in camera mia. Mi lascio cadere sul letto e senza dire niente usci dalla stanza. Io nel frattempo ero già tra le braccia di Morfeo.

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Capitolo 3
*** Subaru & Sakura ***


  

Stavo camminando vicino al roseto preferito di mia madre, Christa, mentre rigiravo tra le mani il coltello con il quale avevo tolto la vita a mia madre quando Kanato si avvicino a me.
“Subaru, Reiji sta chiamando tutti in salotto per parlarci di una cosa molto importante.” disse Kanato mentre stringeva a se Teddy.
“Andiamo Kanato. Non vorremmo mica sentire Reiji che ci minaccia, vero?”
“Vero” senti dire da Kanato.
Presi il fazzoletto di seta che avevo in tasca e lo avvolsi attorno alla lama e lo misi in una delle tasche interne della giacca dell’uniforme. Quando arrivammo nel salotto c’erano tutti.
Yui e Ayato erano seduti abbracciati. Shu era sdraiato sotto la finestra. Kanato si diresse verso la sua poltrona con il suo Teddy. Raito era seduto vicino a Kanato con il capello sugli occhi. Reiji era seduto su un’altra poltrona a bere il suo stupido thè.
“Reiji perché ci hai chiamato tutti qui?” chiesi mentre mi appoggiavo al muro.
“E arrivata una lettera. Una lettera  dal signor Sirani.” rispose perfettinoman.
“è cosa vuole il signor Sirani da noi?” domandò Kanato alzando gli occhi da Teddy su Reiji.
“Ancora non lo so. Non lo ancora aperto la lettera.” rispose semplicemente lui.
“Allora a cosa aspetti?” dissi mentre lo guardavo.
Mi guardò e sospirò. Apri la lettera.
“Cari ragazzi. Sperò che mi perdoniate. Ho un ultimo desiderio da chiedervi poiché questa è la mia ultima lettera. Molto probabilmente è stata mandata dopo la mia morte e dopo che le mie care ragazze hanno letto il testamento. Il mio ultimo desiderio è quello di prendervi cura di loro. Sono ancora giovani e non vorrei che perdessero la fiducia in loro. Le ragazze arriveranno tra cinque giorni. Vi prego, ragazzi, prendetevi cura di loro perché loro sono il tesoro molto prezioso per me. Cordiali saluti. Signor Sirani.” lesse Reiji.
“Quindi il signor Sirani è morto e ci manda delle ragazzine in modo che noi ci prendiamo cura di loro” dissi stizzito.
“Da quello che ho letto e da quello che voi avete sentito, sì.”
“Molto interessante, direi.” disse Raito.
“Ma ci possiamo nutrire di loro?” chiese in modo ingenuo Kanato a perfettinoman.
“L’unica condizione che dovranno rispettare è quello chi nutrirci con il loro sangue” disse lui.
“Ci divertiremo.” disse Raito aggiustandosi il cappello sulla testa.
“Già.” disse Kanato sorridendo in modo inquietante.
Mi allontanai dalla stanza per non sentire il resto della loro conversazione. Usci fuori di casa e mi diressi verso la torre dove mia madre era stata rinchiusa da Karl Heinz ritornando a camminando nel viale delle rose. Mia madre le adorava. Rimasi lì, nel viale delle rose, a guardare verso una delle finestre dove mia madre si affacciava sempre, quando ero piccolo.
Passarono in fretta i giorni. I miei fratelli non stavano più nella pelle fino a quando non arrivò il giorno dell’arrivo delle ragazze. Reiji ci fece riunire tutti in salotto mentre manda Shu a prendere le tre ragazze. Io mi appoggiai al muro, come facevo sempre. Ad un tratto entro Shu con tre ragazze dietro di lui. Una di loro mi colpi molto. Era poco più bassa di me, aveva capelli e occhi neri come la pece ed era vestita in stile gotico.
“Buonasera” disse Reiji.
“Buonasera” rispose la bassa
"È un piacere conoscervi. Io sono Reiji Sakamaki, secondogenito. Quello che vi aveva accompagnato qui ed è ora sdraiato sotto la finestra è Shu Sakamaki, primogenito. I due che sono abbracciati sono Yui Komori, la ragazza, e Ayato Sakamaki, il ragazzo, terzogenito e il più grande dei tre gemelli, sono fidanzati. I due che sono seduti sull'altra poltrona sono Kanato Sakamaki, terzogenito, il gemello di Ayato, il ragazzo abbracciato al suo peluche, e Raito Sakamaki, il ragazzo con il capello, terzogenito ed è il più giovane dei tre gemelli. L'ultimo ma non ultimo è Subaru Sakamaki, il ragazzo appoggiato alla parete, il più giovane di noi fratelli." presentò Reiji.
"È un piacere conoscervi. La ragazza alla mia destra è Rita Lumai, la più grande di noi tre. Quella alla mia sinistra è Ichigo Dakari ed è quella intermedia. E poi ci sono io. Mi chiamo Sakura Sirani e sono la più piccola. Siamo amiche d'infanzia." disse Sakura.
“Siamo onorati di poter ospitare delle ragazze come voi e …”stava dicendo Reiji
“E dobbiamo stare alle vostre condizioni. Quali sarebbero?” continuò Sakura
"Se lo sapreste sicuramente scapperete" disse Raito.
"Io non scappo davanti a niente"
"Ne sei sicura?" chiesi.
" Si." Disse Sakura determinata.
"Abbiamo ricevuto la lettera. Condoglianze. Ma visto che ci siamo presentati e ora di dire quali sono le condizioni che dovete rispettare. È una. Ci dovete nutrire con il vostro sangue."
" Cosa!?" esclamarono in coro Rita ed Ichigo che subito dopo svenne e fu portata via da Raito.
“Nessun problema” disse la nipote del signor Sirani.
“Allora sei pazza, signorina Sirani” dissi
La ragazza mi guardò in modo strano.
“Può darsi, ma io non mi tiro indietro, non dopo di aver promesso sulla tomba di mio nonno che farò quello che ci ha chiesto anche questa condizione.” Disse la ragazza.
“Sakura…”
“No Rita, lo abbiamo giurato” la interruppe Sakura
“Ho capito”
“Bene. Benvenute nella casa Sakamaki” disse Reiji.
Io andai via. Non volevo partecipare alla conversazione che i miei fratelli fecero con le due ragazze, anzi, non volevo sapere nulla di quello che si dicono. Andai nel viale delle rose perché lì riuscivo a calmarmi. Lì non avrei mai pensato che le mie giornate sarebbero cambiate drasticamente.

Ero in camera mia a disfare la valigia. La camera era abbastanza grande da poter fare prove di canto e ballo. In qualche modo avevano azzeccato molto bene il mio stile. Tre pareti erano di colore nero e una bianca. Tutte e quattro le pareti avevano dei disegni davvero carini, disegnati con il colore rosso sangue. I mobili erano di legno molto scuro. Mi sdraiai sul letto. Era sera. Aveva da poco smesso di piovere e ora si sentiva un leggero venticello. Andai sulla balcone della mia stanza, anzi, terrazza perché era quattro volte più grande di un normale balcone. Rimasi appoggiata sulla ringhiera a guardare il nuovo mondo che mi circondava. Dalla terrazza riuscivo a intravedere un bellissimo lago con le acque di un blu profondo, un bosco dall’aria pericolasa, un cimitero ( sicuramente perché adorano i loro antenati) e un giardino molto grande. Guardando attorno, vidi un viale pieno di rose bianche. È lì vidi una persona. Era Subaru. Allora mi torno una cosa successa oggi.
Stavo presentando me e le ragazze quando mi accorsi che qualcuno mi stava guardano. In realtà era da quando avevo messo piede nel salotto che sentivo lo sguardo addosso a me. Mi guardavo attorno senza farmi beccare da nessuno ma non avevo capito chi mi stava fissando. Dopo un po’ di conversazione fatta con Reiji, quella sensazione era scomparsa. Allora mi guardai e vidi che Subaru se n’era andato.
“Non poteva essere Subaru che mi guardava” dissi tra me e me.
Ma non ci credevo in quello che avevo detto.
Ero rimasta per tutto il tempo che pensavo a guardare Subaru. Quando mi riscossi, vidi che anche lui mi stava guardando sorpreso e curioso. Allora decisi di entrare e andare in cucina per preparare la cena per me e per Ichigo e Rita. Quando entrai Rita era strapiena di buste. Buste per la spesa.
“Rita ma che stai facendo?!” domandai vedendola. Sapevo che era una domanda scocca ma non ci potevo fare niente.
Rita si girò.
“Ero andata a fare la spesa che non c’era niente in questa cucina” disse lei.
“Ti aiuto” dissi prendendo delle buste che le stavano per cadere.
“Grazie, Sakura” disse Rita.
“Di niente” dissi e la guardai. Aveva delle bende sul collo.” Che ti sei fatta al collo?”
“Kanato ma ha morso”
Io annui e mi misi all’opera. Presi alcuna buste ed incomincia a disfarle. Guardando gli ingredienti che Rita aveva comprato mi vennero in testa molte ricette. È già, adoravo cucinare.
“Ragazze siete qui. Vi stavo cercando.”
Io e Rita ci girammo verso la porta dalla quale si vedeva la testa riccioluta e scompigliata di Ichigo.
“Io fino a cinque minuti fa ero in camera mia poi mi è venuto in mente venire qui e trovai a Rita strapiena di buste per la spesa” dissi sorridendo verso le mie amiche.
“Vi voglio parlare” disse Ichigo seria.
Rita mi guardò e le feci segno di lasciare per adesso la spessa e ci sedemmo al tavlo presente in cucina.
“Di cosa vuoi parlare?” domandai.
“Che dobbiamo nutrire quei ragazzi con il nostro sangue ma non lo possiamo fare!” disse Ichigo spaventata.
“è perché?” chiese una Rita molto calma.
“Perché..” si blocco senza sapere cosa dire.
“Ichy” dissi prendendo le mani di lei tra le mie e le strinsi “avrei avuto questa conversazione da Rita ma non da te. Visto che ci sono cinque ragazzi che dobbiamo nutrire decidiamo quali ragazzi berrano il nostro sangue.”
“Va bene” dissero le ragazze in coro.
“Chi incomincia?” chiese Ichy.
“Io. Nutrirò solo due ragazzi. Il primo è Kanato, che tra l’altro mi ha già morso, e Shu. Tu Ichy?”
“Raito, Reiji.” Disse Ichy.
“A me resta Subaru ed a essere sinceri non mi dispiace” dissi sorridendo “Bene. Cosa volete a cena?”
“Il tuo sangue, Bitch-chan”
Mi girai e vidi Raito che era appoggiato alla porta.
“Non lo dicevo a te, Raito. Lo dicevo alle ragazze” dissi seria.
“Bene, come vuoi” disse Raito avvicinandosi ad Ichy. La prese e se l’ha portò via.
“Spero che non le beva tutto il sangue” dissi mentre incominciai a cucinare.
 Dopo un’oretta la cena era pronta. Tutti erano presenti a tavola. Servì la cena a tutti con del vino rossa ad Ichigo, Rita, Yui (tutte e tre pallide e con delle bende al collo) e me.
“Vino rosso?” chiese Kanato.
“Hai qualche problema? Comunque si. Il vino rosso aiuta a produre il sangue e per questo che beviamo ogni giorno durante i pasti del vino rosso” dissi e nessun’altro parlò e per me fu un sollievo.
Dopo aver mangiato e pulito, ognuno di noi andò a fare quello che voleva. Andai fuori per prendere una boccata d’aria fresca. Decisi di andare nel viale delle rose che avevo visto prima dalla mia stanza.
Quando lo raggiunsi incominciai a osservare le rose. Alla luce della luna sembravano risplendere di luce propria di color argento-bianchi come i capelli di Subaru. Mi inginocchiai e incominciai a curare una rosa che sembrava aver perso il suo splendore e non mi accorsi che qualcuno era arrivato.
“Che ci fai qui?” mi chiese Subaru facendomi spaventare.
Lo guardai. Il vento gli scompigliava i capelli argentei facendo vedere gli occhi. Era rossi e penetranti. Io arrossi di colpo.
“Che ci fai qui?” chiese di nuoco Subaru.
“Io… niente” dissi e scappai in camera mia. Ero rossa in viso. Che mi succedeva?
 
Rimasi immobile a guardare Sakura scappare verso la casa. Non le avevo staccato gli occhi fino a quando non scomparve dalla mia vista. Quella ragazza mi ricordava qualcuno ma non ricordo chi.
Mi girai a guardare la rosa che la ragazza si era presa cura.
La guardai molto attentamente. La rosa era diversa dalle altre. Non era del tutto bianca ma aveva delle piccolissime macchioline di colore rosso sangue. La presi e la tagliai. Tagliai un'altro po' di rose così da poter fare un mazzo e le legai con un nastro che tenevo sempre in tasca.
Quando il mazzo di rosse era pronto, entrai in casa, senza far rumore e senza che qualcuno si accorgesse di me con un mazzo di rose, andai al piano superiore verso la stanza di Sakura. Appoggiai il mazzo per terra e bussai alla porta. Neanche pochi secondi dopo senti la porta aprirsi. Sbirciai fuori dal mio nascondiglio per vedere la reazione di Sakura alla vista del mazzo. L'avevo vista sorpresa ma anche felice. Si era portata le rose al naso per poter sentire il profumo.
“Grazie Subaru” senti quello che ha detto Sakura.
Due fottute parole che mi lasciarono sorpreso e poi arrossi molto velocemente. Rimasi nel mio nascondiglio fino a quando Sakura non rientro in camera sua. 
Passarono giorni e né io né Sakura parlammo molto tra noi, tanto meno ci vedevamo al viale delle rose dopo l’episodio delle rose. Con quel silenzio che si era formato tra noi per me doveva essere normale ma no. Stavo soffocando. Non riuscivo a pensare a qualcosa di decente tranne che ha lei.
"Che mi stava succedendo?" mi domandai, guardando prima la torre poi la terrazza della camera di Sakura. Dovevo trovare la risposta ha quella domando il più presto possibile.

Dopo essere scappata dal viale delle rose e aver ricevuto le rose bianche, sapendo anche chi era ad aver preparato il mazzo, non gli rivolgevo più la parola per l’imbarazzo e anche per due motivi:
1) perchè quando ero vicina a lui diventavo rossa come un pomodoro e velocemente;
2) ero alla ricerca della risposta da potermi dare alle parole di mio nonno.
Sono passati giorni ed io non facevo progressi fino a quando non decisi di andare nella torre dove, Reiji mi aveva detto una volta, era stata rinchiusa la madre di Subaru.
Andando li non avrei mai immaginato quello che avrei scoperto.

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Capitolo 4
*** Ichigo ***



Mi svegliai in una stanza dalle pareti gialle, mobili di legno chiaro e un morbido letto. Mi sedetti e cacciai un gridò che venne subito bloccato dalla mano di Raito.
“Non si grida in questa casa” disse Raito avvicinandosi a me e io indietreggiai fino a raggiungere il muro.
“Non si scappa da me” disse ancora lui mentre con una sua mano mi accarezzava all’interno di una delle due cosce coperte non del tutto dalle parigine. Incominciò a salire ancora di più con la mano quando mi ripresi e gli diedi un calcio dei gioielli di famiglia. Raito si piegò su se stesso ed io corsi fuori dalla stanza cercando le altre che trovai in cucina alle prese con la spesa.
“Ragazze siete qui. Vi stavo cercando.” Dissi mentre entravo in cucina.
Sakura e Rita si girarono verso la porta.
“Io fino a cinque minuti fa ero in camera mia poi mi è venuto in mente venire qui e trovai a Rita strapiena di buste per la spesa” disse Sakura sorridendo verso me e Rita.
“Vi voglio parlare” dissi seria.
Rita guardò Sakura che le fece segno di lasciare per adesso la spessa e ci sedemmo al tavolo presente in cucina.
“Di cosa vuoi parlare?” domandò Sakura.
“Che dobbiamo nutrire quei ragazzi con il nostro sangue ma non lo possiamo fare!” dissi spaventata.
“è perché?” mi chiese una Rita molto calma.
“Perché..” mi bloccai senza sapere cosa dire.
“Ichy” disse Sakura prendendo le mie mani tra le sue e le strinse “avrei avuto questa conversazione da Rita ma non da te. Visto che ci sono cinque ragazzi che dobbiamo nutrire decidiamo quali ragazzi berrano il nostro sangue.”
“Va bene” dissi in coro con Rita.
“Chi incomincia?” chiesi.
“Io. Nutrirò solo due ragazzi. Il primo è Kanato, che tra l’altro mi ha già morso, e Shu. Tu Ichy?”
“Raito, Reiji.” Dissi sapendo che era stato qualcun altro a parlare al mio posto.
“A me resta Subaru ed a essere sinceri non mi dispiace” disse Sakura sorridendo “Bene. Cosa volete a cena?”
“Il tuo sangue, Bitch-chan” disse Raito che era appoggiato alla porta.
“Non lo dicevo a te, Raito. Lo dicevo alle ragazze” disse Sakura seria.
“Bene, come vuoi” disse Raito avvicinandosi a me. Mi prese e mi portò via.
Io cercai di liberarmi dalla stretta di Raito ma era impossibile e più mi dibattevo di più stringeva facendomi male. Raito cammino per molto tempo fino a quando non entrammo in una chiesa dove mi fece stendere sull’altare mettendo una sua gamba in mezzo alle mie e bloccandomi i polsi sopra la testa. Avevo le lacrime agli occhi e non riuscivo a parlare. Sentivo la sua mano aprire i bottoni della mia camicia e le sue labbra lasciare una scia di baci che mi infuocavano la pelle fino ad arrivare al mio seno sinistro dove mi morse. Mi sfuggì un grido di dolore mentre sentivo i canini di Raito perforarmi la pelle e bere il mio sangue. Si stacco dal mio seno per passare al collo mentre mi teneva la testa piegata all’indietro.
Non avevo forze per grida o dibattermi e pian piano incominciai a vedere sfuocato quando lui si staccò del tutto da me e mi lasciò libera.
Corsi il più velocemente possibile nello stato in cui mi trovavo e mi fiondai nella mia stanza diretta verso il bagno dove rovesciai tutti i prodotti di bellezza fino a quando non trovai delle bende e cerotti. Presi un asciugamano, lo bagnai e mi guardai solo adesso nello specchio. Mi spaventai. Ero pallida come un cadavere e il mio sangue esaltava ancora di più il mio pallore.
Incominciai a pulire i morsi. Il morso al collo era abbastanza profondo per poter utilizzare un semplice cerotto quindi mi bendai il collo. Poi guardai il mio seno e sospirai di sollievo vedendo che il morso era poco profondo quindi ci misi sopra un cerotto.
Finito di medicarmi mi tolsi la camicia sporca di sangue e la buttai nel cestino del bagno. Ritornai in camera e mi diressi verso l’armadio da dove tirai la stessa camicia però pulita e profumata. La misi e la abbottonai mentre scendevo per mangiare la cena preparata da Sakura. Arrivata vidi Rita e Yui nelle mie stesse condizioni, pallide con un fantasma e con delle bende sul collo. Sakura servì la cena e mi diede più vino del solito. Finito di mangiare e pulito il disordine, salì in camera mia chiudendo le porte a chiave e le finestre per essere sicura che nessun maledetto vampiro venisse in camera mia a prosciugarmi del tutto. Finito tutto caddi di peso sul letto e mi addormentai subito.

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Capitolo 5
*** Raito ***



Quando Reiji mi disse di portare su la ragazzina svenuta stavo per protestare ma poi pensai che sarebbe stato molto divertente vedere la reazione della ragazza quando si sarebbe risvegliata quindi la presi e la portai in camera sua ( che tra l’altro era affianco alla mia). La adagiai sul letto ed incominciai a guardarla.
Aveva delle bellissime gambe, lunghe e snelle, che attirano gli sguardi piccanti dei ragazzi e quindi l’invidia delle ragazze. Salendo più su, si poteva notare la pancia piatta e il seno abbondante. Alla fine la guardai in viso. I capelli le circondavano la faccia dandole l’aria di una creatura serafica discesa dal cielo per punire i peccatori mentre dormiva.
Aspettai fino a quando non si svegliò cacciando un grido che io, svelto, bloccai mettendo una mia mano sulla sua bocca sentendo le sue labbra sulla mia pelle che mi provocavano brividi di eccitazione.
“Non si grida in questa casa” dissi avvicinandomi a lei mentre lei indietreggiava fino a raggiungere il muro.
“Non si scappa da me” dissi ancora e con una sua mano incominciai ad accarezzare l’interno di una delle due cosce coperte non del tutto dalle parigine. Incominciai a salire ancora di più con la mano quando lei si riprese e mi diedi un calcio nei gioielli di famiglia. Mi piegai su se stesso per il dolore che stavo provando mentre lei corse fuori dalla stanza. Quando il dolore passò mi alzai piano e mi diressi verso la cucina dove trovai le nuove arrivate che parlavano. Ascoltai la loro conversazione ed usai il mio poter per obbligare Ichigo a dire il mio nome.
Quando la nipote del signor Sirani chiese cosa volevano le ragazze per cena uscì allo scoperto.
“Il tuo sangue, Bitch-chan” dissi mentre mi appoggiavo alla porta.
“Non lo dicevo a te, Raito. Lo dicevo alle ragazze” disse Sakura seria.
“Bene, come vuoi” dissi e mi avvicinai a Ichigo prendendola e portandola via.
Lei cercò di liberarsi dalla mia stretta ma era impossibile e più si dibattevo, più stringevo la presa facendole male. Camminai per molto tempo fino a quando non entraai in una chiesa dove feci stendere Ichigo sull’altare mettendole una mia gamba in mezzo alle sue e bloccandole i polsi sopra la testa. Aveva le lacrime agli occhi e non riusciva a parlare. Lei sentivo la mia mano aprire i bottoni della sua camicia e le mie labbra lasciare una scia di baci che le infuocavano la pelle fino ad arrivare al suo seno sinistro dove la morsi.
Le sfuggì un grido di dolore mentre sentiva i miei canini perforarle la pelle e bere il suo sangue. Mi staccai dal suo seno per passare al collo mentre le teneva la testa piegata all’indietro.
Non aveva più la forza per grida o dibattersi quando mi staccai del tutto da lei e la lasciai libera.
Aspettai che passasse un’ora per poi avviarmi verso la villa dove arrivai in tempo per la cena. Finito di mangiare e pulire vidi Ichigo salire al piano superiore verso la sua stanza. Quando arrivai posai una mano sulla maniglia e la abbassai capendo subito che la ragazza si era chiusa dentro la sua stanza quindi sorrisi ed entrai nella mia dove mi distesi sul letto e mi addormentai.

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Capitolo 6
*** Sakura & Subaru ***


https://www.youtube.com/watch?v=rd3CkD-XmWA
Ero entrata nell'unica stanza che c'era nella torre. Era una stanza molto accogliente, con tutti i mobili lavorati a mano nel legno scurissimo. Andando verso una delle finestre passai accanto ad un armadio. Da una delle finestre presenti nella torre riuscivo a vedere perfettamente il viale delle rose. Guardando fuori, appoggiai una mano, per sbaglio, su un mattone del muro, vicino alla finestra, che apri un nascondiglio piccolo da non poterci entrare ma abbastanza grande da poter nascondere un porta gioielli.
Guardai dentro.
Vidi uno scrigno d'argento. Lo presi e lo appoggiai al tavolo che c'era nella stanza. In quel momento qualcuno mi poso una mano sulla mia spalla facendomi gridare dalla paura.
“Cosa hai da gridare?” mi chiese Subaru ritirando subito la sua mano dalla mia spalla.
Lo guardai male: “Mi hai fatto spaventare, Subaru.”
“È che ci fai nella stanza di mia madre?” disse lui mentre guardavo lo scrigno che era poggiato sul tavolo.
“Sto facendo delle indagini” dissi “Non mi piace la cosa di dover essere presa cura da voi”
“È riguardante cosa, precisamente?” chiese lui girandosi verso di me.
“Ha te che importa?!” dissi io stizzita dal suo comportamento.
“Importa se ficchi il naso nelle cose altrui” disse lui arrabbiato.
Rimasi impalata al mio posto senza saper dire qualcosa. Subaru si avvicinò allo scrigno che avevo appoggiato sul tavolo. Lo guardai prendere la collana con la chiave che portava e infilare la chiave nella serratura dello scrigno. Lo apri. Dentro c'erano due buste.
“A chi sono destinate quelle buste, Subaru?” chiesi avvicinandomi a lui.
“Una per me e l'altra per te.” Disse lui porgendomi la lettera indirizzata a me.
“Me?! Ma se io non conosco neanche tua madre” dissi sorpresa mentre prendevo la lettera dalle sue mani.
“Ma può essere che LEI ti conosceva” disse senza guardarmi. Mi allontanai da lui ed apri la lettera. Quello che ci trovai scritto mi sconvolse.

23 Settembre 2002
Cara Sakura,
ti scrivo questa lettera perchè dovresti sapere la verità su di te. So che lo stai leggendo ora che hai sedici anni e vicino a te, molto probabilmente, c'è mio figlio, Subaru. Non ti posso scrivere tutta la verità sul tuo conto ma una cosa la devi sapere.
Non sei umana, nel senso che non sei un contenitore di sangue come le tue amiche. I tuoi genitori pure non erano umani ma tuo nonno, il signor Sirani, lo era. Tu penserai com'è possibile, vero? Lo devi scoprire da sola la tua vera natura. Per me è molto doloroso non scrivertelo in questa lettera ma ti darò un indizio.
Vai nella biblioteca del figlio di Beatrice, Reiji, e cerca un libro con su scritto " Patina". Lì troverai alcune risposte alle tue domande e anche un accordo stipulato tra tuo nonno e il padre di Subaru.
Spero che scoprirai la tua nature molto presto.
Si forte, Sakura.
Christa.

Ps. Prenditi cura di Subaru. Può sembrare distaccato e freddo ma non lo è. Ti aiuterà.


Quando fini di leggere la lettera la diedi a Subaru, così che leggesse anche lui quello che sua madre mi aveva scritto.
Nel frattempo che Subaru leggeva la lettera, io andai verso l'armadio. La apri. Dentro vi erano moltissimi vestiti. Erano tutti vestiti scuri e belli. Ne presi uno. Era un vestito nero con del pizzo bianco sul corsetto. Lo stavo per mettere dentro l'armadio  quando Subaru si avvicino a me.
“Che c'è?” chiesi mentre tenevo ancora il vestita tra le mani.
“Non riesco a capire” disse lui guardandomi.
“Non riesci a capire cosa?”
Mi girai verso di lui per guardarlo in faccia.
“Quello che mia madre aveva scritto nella tua e nella mia lettera. Vedi le lettere sono simili ma c’è qualcosa cambia. Nella tua lettera c'è scritto che devi andare alla ricerca del libro, invece nella mia, io...
“Tu?” chiesi guardandolo negli occhi rossi che mi facevano uno strano effetto.
“Di darti il permesso di utilizzare i vestiti di mia madre e un’altra cosa che però lo scoprirai un’altra volta” disse Subaru distogliendo lo sguardo da me.
“Grazie”
Subaru annui. Rimisi al posto il vestito e insieme a Subaru usci dalla torre.


“Sakura cosa hai?” domandò Ibuki il mio manager.
“Non ho niente Ibuki” dissi velocemente forse un po’ troppo velocemente.
“Invece ti è successo qualcosa. Lo sai che mi puoi dire tutto perché sono tuo amico e anche il tuo manager”
“Si, lo so ma non voglio parlare. Voglio concentrarmi sul lavoro, Ibuki. Mi scusi signor regista come siamo messi con la scena?”
“Siamo messi bene. Vuoi incominciare, Sakura?” chiese il regista.
“Certo”
Mi posizionai tra i ballerini e la musica partì.

“Bene, abbiamo finito” disse il signore ed io andai a prendere una bottiglia d’acqua. Mi diressi verso la stanza che mi avevano dato per poter cambiarmi. In poco tempo ero già uscita dallo studio e mi dirigevo verso la villa Sakamaki ascoltando la mia canzone.
Da quando avevo letto la lettera che mia madre aveva scritto per me, non staccai mai gli occhi da Sakura. La seguivo ovunque andava. Centri commerciali, concerti, stazioni della radio, show televisivi, ecc. ed ero sempre nascosto nella ombra.
Era passato un mese da quando io e Sakura ci parlammo l'ultima volta. Era lei quella che scappava via appena mi vedeva ma accettava di buon grado le rose che le mandavo. Era un pomeriggio abbastanza noioso quando mi arrivò l'invito per una festa. Ovviamente non era una festa classica che ci andava tutta la famiglia, no. Solo coloro a cui è arrivato l'invito potevano partecipare. Aspettai l'ora di cena per parlare con i miei fratelli e con le ragazze.
Eravamo tutti seduti che mangiavamo. Era arrivato il momento.
“Fratelli per caso vi è arrivato un invito per una festa?” chiesi.
“Per me, Shu e Ayato non è venuto nessun invito” disse Reiji con la sua solita calma.
“Io e Kanato abbiamo ricevuto un invito ad una festa” disse Raito.
“Nel castello Bariton, accompagnati da una ragazza” continuò Kanato felice come un bambino.
Sakura, Ichigo e Rita si guardarono.
“Non penserete di andarci alla festa con noi?” chiese Ichigo.
“Perchè no? Ci divertiremo un mondo alla festa” rispose Raito.
“No, neanche se tu fossi l’ultimo esemplare maschile vivente sulla faccia della Terra”disse Ichigo irritata.
Dopo quella uscita di Ichigo che ferì profondamente l’animo maschile di Raito ci fu una bella discussione tra lei e lui. Quei due sembravano marito e moglie, sposati da più di trent’anni. Io per tutta la serata passai ha guardare Sakura che se n'era accorta e ha sua volta mi guardava. Dopo la cena tutti si ritirarono nelle proprie stanze. O quasi tutti. Trovai Sakura davanti alla mia stanza.
“Che ci fai qui?” le chiesi freddo come il ghiaccio d'altronde stavamo parlando dopo un mese che non ci siamo parlati.
“Sono venuta a chiederti perchè durante la cena non smettevi di guardarmi?” domandò lei di rimando.
“Stavo solo pensando all'invito” dissi “e ha chi far venire con me. Vedi io odio andare alle feste però è un mio dovere andarci, anche se sono il più giovane, a rappresentare mio padre. Visto che alla festa ci vanno Kanato e Raito con le tue amiche, ho pensato di chiederti di venire con me. Se accetti non dovrai preoccuparti dell'abbigliamento che te l'ho farò trovare il giorno stesso della festa”
“D'accordo. Quando sarà la festa?”
“Il 31 ottobre” e detto questo Sakura andò in camera sua.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Subaru

Da quando avevo letto la lettera che mia madre aveva scritto per me, non staccai mai gli occhi da Sakura. La seguivo avunque andava. Centri commerciali, concerti, radio, show, ecc. ero sempre li nascosto nella ombra.
Era passato un mese da quando io e Sakura ci parlammo l'ultima volta che mi arrivo l'invito per una festa. Ovviamente non era una festa classica che ci andava tutta la famiglia, no. Solo coloro a cui è arrivato l'invito poteva partecipare. Aspettai l'ora di cena per parlare con i miei fratelli e con le ragazze.
Eravamo tutti seduti che mangiavamo. Era arrivato il momento.
- Fratelli miei, per caso vi è arrivato un invito per una festa?- chiesi.
- Per me, Shu e Ayato non è venuto nessun invito - disse Reiji con la sua solita calma.
- Io e Kanato abbiamo ricevuto un invito ad una festa- disse Raito.
- Nel castello Bariton, accompagnati da una ragazza- disse Kanato felice come un bambino.
Sakura, Ichigo e Rita si guardarono.
- Non penserete di andarci alla festa con noi?- chiese Ichigo.
- Perchè no? Ci divertiremo un mondo alla festa- rispose Raito.
- Cosa hai detto?- domando Ichigo irritata.
Dopo quella domanda ci fu una bella discussione tra lei e Raito. Quei due sembravano marito e moglie. Io tutta la serata passai ha guardare Sakura che se n'era accorta. Dopo la cena tutti si ritirarono nelle proprie stanze. O quasi tutti. Trovai Sakura davanti alla mia stanza.
- Che ci fai qui? - le chiesi freddo come il vetro.
- Sono venuta a chiederti perchè durante la cena non smettevi di guardarmi? - domando lei di rimando.
- Stavo solo pensando all'invito - dissi - e ha chi far venire con me. Vedi io oddio andare alle feste però è un mio dovere andarci, anche se sono il più giovane, a rappresentare mio padre. Visto che alla festa ci vanno Kanato e Raito con le tue amiche, ho pensato di chiederti di venire con me. Se accetti non dovrai preoccuparti dell'abigliamento che te l'ho farò trovare il giorno stesso della festa-.
- D'accordo. Quando sarà la festa?-
- Il 31 ottobre- 
Dopo la mia risposta Sakura andò in camera sua.

Ichigo 

Dopo il battibecco con Raito ed essere stata invitata a partecipare con lui alla  festa andai in camera mia. Chiusi la porta a chiave e andai nel bagno per prepararmi un bel bagno caldo. Nel frattempo che la vasca si riempiva pensai al giorno in cui la mia vita andò in frantumi. Era 
proprio il giorno che eravamo arrivate alla casa dei Sakamaki e Sakura ci aveva presentato ai ragazzi che erano abbastanza simpatici tranne lui, il ragazzo col capello, Raito Sakamaki. Ogni volta che era vicino a me o mi guardava mi irritavo e andavo in tilt tutto per colpa sua. Aveva quel qualcosa che mi irritava tanto ma anche quel qualcosa che vorrei averlo solo per me. Pensando a come avrei passata la sera della festa sprofondai nella vasca con l'acqua caldo e schiuma. 
" Che bello! Finalmente un po' di relax" pensai.
Ero quasi addormentata quando sento qualcuno che bussa alla porta della mia stanza. Esco dalla vasca, prendo il primo asciugamano che trovo e me l'ho metto addosso. Andai ad aprire e trovai Raito che mi scrutava con uno sguardo malizioso. Mi guardai. Ero in un asciugamano che copriva poco e niente. Scappai in bagno e mi chiusi dentro.
"Che vuoi, Raito?" gli chiesi.
"Sono venuto a prenderti" disse da dietr la porta.
"Sei venuto a prendermi per fare cosa?" gli domandai ancora chiusa in bagno alla ricerca di un accappatoio.
"Andiamo a fare shopping per trovarti un vestito, quindi muoviti a vestirti" mi disse. Neanche un minuto che sento la porta della stanza chiudersi.
Uscita dal bagno mi avventai verso l'armadio per prendere dei vestiti e vestirmi il più in fretta possibile.

Raito
Ero da cinque minuti che bussò alla porta della ragazza. Cinque minuti persi per niente. Continuai a bussare alla porta quando ad un certo punto sento la chiave della porta girare e poi la porta aperta. Davanti a me c'era la ragazza. Aveva i capelli castani e ricci bagnati, era vestita solo con un asciugamano che le copriva il seno e che finiva un po' sotto del sedere. Aveva un corpo mozzafiato. Il seno abbondante, il sedere perfetto, niente cellulite o pancia. Poi spostai il mio sguardo sui suoi occhi di un verde rubino che mi stavano scrutando. Una vera e propria dea avanti ai miei occhi. La ragazza si accorse che la stavo mangiando con gli occhi. Abbasò lo sguardo su di se e divenne rossa come un pomodoro per poi scappare e chiudersi in bagno. Io entrai nella sua stanza e guardai ovunque.
"Che vuoi, Raito?" mi chiede.
"Sono venuto a prenderti" le dico solamente.
"Sei venuto a prendermi per fare cosa?" mi domanda da dietro la porta.
"Andiamo a fare shopping per trovarti un vestito, quindi muoviti a vestirti" e detto questo in meno di un minuto ero già fuori dalla sua stanza e mi avviavo verso la macchina che ci avrebbe accompagnati in centro.

Angolo dell'autore
Mi dispiace molto per non essere stata presente * schiva un pallone da calcio* ehi! Chi è stato?!
*fugge da un Tirex* PERDONATEMI per non aver aggiornato prima la storia *si nasconde in una caverna*.
Comunque ringrazio tutti ma propri TUTTI quelli che leggo la mia ff, quelli che hanno recensito i capitoli precedenti.
Un saluto da iris_1998

ROAR!!!!!
* scappa dal dinosauro che la trovata

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