Unbroken

di niall_ate_me
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 7 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 
Una sigaretta appena buttata si notava su quel marciapiede davanti alla Honely School.
 
Era difficile indovinare chi l’avesse buttata,dati i tanti ragazzi.
 
Era un freddo giorno d’inverno,la neve ricopriva tutti gli alberi che circondavano il grigio edificio. Mancava ancora mezz’ora al suono della campanella,ma in quel cortile c’era già un numero elevato di alunni.
 
Karen rideva con i suoi amici. Ad un tratto le passò un ragazzo davanti. A prima vista sembrava un ragazzo piuttosto studioso. Sorrise maliziosamente  e comincio a urlargli dietro e ad insultarlo insieme al suo gruppo. Il ragazzo era disperato e corse via sotto le risate del gruppo.
 
Poco dopo un ragazzo dai capelli scuri,bel fisico e con una barba leggermente accennata sul mento le si avvicinò. Era Nathan,il suo ragazzo. Si erano conosciuti grazie a degli amici di Karen che lo conoscevano,in un bar.
 
Si diedero un bacio a stampo e cominciarono a parlare dei progetti per quella sera.
‘Stasera vieni da me?’ Le chiese lui.
 
‘Non so..veramente dovevo andare a casa di Emily…’
‘Lei può aspettare…io no.’ Le disse sorridendo falsamente.
 
Lei sospirò e accennò appena ad un sorriso.
 
Era così,Nathan comandava. Lei si limitava ad eseguire. Lei era la “macchinina” e lui aveva il telecomando.
 
Comandava ogni cosa. Qualunque cosa dovesse fare e qualunque scelta dovesse prendere,Karen doveva sempre consultare ed avvisare Nathan. Era un gioco. Il SUO gioco.
 
Suonò la campanella e si avviarono per i corridoi bui e scuri della Honely School.
 
La ragazza camminò piano e con uno sguardo che lasciava trasparire tutto il suo sentirsi superiore a tutti.
 
Prese a masticare una gomma mentre apriva l’armadietto per prendere i suoi libri.
 
Poco dopo arrivò Emily,la sua migliore amica.
 
‘Ehi,oggi non posso venire a casa tua.’ Le disse continuando a masticare la gomma.
 
‘Cosa?! Ma dovevamo…’
 
‘Nathan.Devo andare da lui’ La interruppe parlando con indifferenza totale.
 
‘Perché per una volta non puoi mettere da parte Nathan e dedicare un po’ del tuo tempo a qualcos’ altro?’ Le rispose arrabbiata l’amica.
 
Karen la guardò a lungo. Lei non sapeva niente. Non sapeva cosa era capace di fare Nathan. Sarebbe stato capace anche di picchiarla se non avesse fatto ciò che voleva lui.
Ma questo non lo poteva dire. Nessuno lo sapeva e nessuno doveva saperlo.
 
A distoglierla dai suoi pensieri furono un numero illimitato di libri che caddero vicino ai suoi piedi.
 
‘Scusa,mi sono caduti.’ Sentì dire da un ragazzo intento a raccogliere ciò che aveva fatto cadere.
 
Si alzò e la guardò. Anche lei prese a guardarlo,squadrandolo tratto per tratto. L’occhio destro di quel ragazzo era coperto da un ciuffo biondo chiaro e l’occhio sinistro era l’unico modo per riuscire a capire il colore castano dei suoi occhi.
 
‘Ti ho colpito un piede?’ Chiese lui imbarazzato,grattandosi la testa.
 
‘No…’ Rispose lei,ma venne interrotta da un Nathan furioso.
 
‘COSA VUOI DA LEI? VATTENE SUBITO PRIMA CHE TI PRENDA A PUGNI ALL’USCITA.’ Si mise ad urlare contro quel ragazzo.
 
‘Ma…mi erano caduti dei libri e volevo vedere se l’avevo colpita…’
 
‘CAPISCI? TE NE DEVI ANDARE.ORA. E NON FARTI VEDERE MAI PIU’ VICINO A LEI,SIAMO INTESI?’ Continuò Nathan urlando.
 
‘S-S-Sì’ Trovò la forza di dire il ragazzo biondo. Deglutì e scappò verso la sua classe.
 
Tutti avevano visto quella scena. Ma nessuno ha avuto il coraggio di intervenire in difesa del malcapitato ragazzo.
 
Ecco Nathan. Era sempre così. Bastava che un ragazzo la guardasse un tantino in più che lui subito lo attaccava.
 
Il suo non era amore,era possessività. E questo Karen lo aveva capito.
 
 

 

SPAZIO AUTRICE

 

Sssalve a tutti c:
 
Bene,volevo cominciare col dirvi grazie per aver letto questo prologo,che,essendo un prologo è corto. Ovviamente i capitoli saranno moooooolto più lunghi. c:
 
Spero di essere riuscita a farvi venire un pò di curiosità (?) anche se non credo HAAAHAHAH
 
Il capitolo 1 penso di pubblicarlo domani. :)
 
Bieen,mi dileguo,arrivederci c:

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 1 ***


‘PERCHE’ IERI NON SEI VENUTA?’ Le grida di Nathan riempivano quella strada vuota.

‘Scusami…’ Karen abbassò lo sguardo.

Nathan le si avvicinò e le alzò il mento.

‘Dai,forza,voglio sapere.’ Le disse con tono più basso. Sembrava essersi calmato.

‘Io…sono andata a casa di Emily,dovevamo fare una cosa e…’

‘COSA? RICORDI QUELLO CHE CI SIAMO DETTI IERI MATTINA? LEI PUO’ ASPETTARE,IO NO!’ Gridò.

‘Scusami,Nathan,davvero,non volevo,ma lei aveva bisogno…’

‘Sta zitta.Ti prego.’ Sospirò appoggiando la testa al muro.

Karen aveva paura di Nathan. Dentro stava tremando,anche se fuori sembrava non avesse paura.

Aveva paura che potesse farle del male. Che potesse fare qualcosa di violento.

Le passò vicino spingendola con una spalla e facendola cadere rovinosamente a terra.

‘NON FARLO MAI PIU’,CHIARO?!’ Le urlò contro.

‘Sì…’ Rispose la ragazza terrorizzata.

Nathan,finalmente,se ne andò.

La ragazza sospirò e deglutì. Per fortuna l’aveva solo spinta. Non era andato oltre.

Dei ricordi di tre mesi prima si fecero spazio nella sua mente.


*INIZIO FLASHBACK*


‘NO,NATHAN,TI PREGO!’ Lo implorò la ragazza,ma la risposta fu solo uno schiaffo.

‘Nathan…’  La ragazza cominciò a singhiozzare.

‘LA VUOI FINIRE DI COMPORTARTI COME UNA BAMBINA? DIMMI LA VERITA’,PIUTTOSTO.’ Le urlò contro con tutta la voce che aveva.

‘N-N-Nathan,io davvero non ti ho tradito,te lo giuro..’

Il ragazzo la prese per la maglia e la spinse facendola cadere contro il muro.

‘Ti prego…’ Una lacrima scese lentamente sulla faccia ben truccata della ragazza.

‘TUTTI LO DICONO.TUTTI SANNO CHE TU MI HAI TRADITO,TRANNE ME. TI PARE GIUSTO? EH? TI PARE GIUSTO CHE IO PASSI PER IL COGLI…’

‘BASTA NATHAN! IO NON TI HO TRADITO,NON NE AVREI MAI AVUTO IL CORAGGIO. IO TI AMO.’ Lo interruppe la ragazza trovando la forza di urlare.

‘Hai voglia di prendermi in giro ancora,eh?’ La prese per la maglietta alzandola e dandole un pugno nello stomaco,poi la fece ricadere per terra.

‘BASTA,TI SCONGIURO,BASTA!’ Lo implorò la ragazza.

‘NON LA FINIRO’ FINQUANDO NON CONFESSERAI.’ Affermò sicuro Nathan.

‘Io..io non ti ho tradito,come potrei…?’

‘Allora non ci siamo capiti bene. DEVI CONFESSARE.ORA!’ Le diede un pizzico forte sulla pancia.

Le lacrime scorrevano sul viso della ragazza.

Lei non lo aveva tradito. Non lo avrebbe mai fatto. Amava Nathan più di ogni altra cosa.

‘ALLORA?!’

Karen lo guardò restando in silenzio.

‘SU,ANDIAMO,CONFESSA.NON TI LASCERO’ ANDARE FINQUANDO NON LO FARAI.’

‘No,Nath..’

Non le fece finire la frase che la prese per i capelli e glieli tirò.

Karen gridava. Non sarebbe arrivato nessuno e questo lo sapeva bene. Erano le due di notte e loro si trovavano in una strada deserta e sconosciuta a tutti,dove,con la forza,l’aveva trascinata il suo ragazzo.

‘DAI,VEDIAMO ORA SE HAI ANCORA IL CORAGGIO DI MENTIRE.’

‘S-S-Sì Nathan’

‘SI’ COSA?’

‘T-T-Ti ho tradito’

Non era vero. Lo aveva fatto solo perché non ce la faceva più. Non lo avrebbe mai e poi mai tradito.

‘Lo sapevo. LO SAPEVO!’ Le tirò un calcio nello stomaco,dopodiché se ne andò.

La ragazza aveva l’affanno.Era piena di lividi. Lividi che le aveva provocato l’unica persona che amava. E non l’avrebbe denunciato.
*FINE FLASHBACK*

 
Si guardò intorno e si alzò da terra.

‘Ehy,tutto bene?’ Un ragazzo dagli occhi azzurri le si avvicinò.

Lei,con totale indifferenza rispose: ‘Sì,perché?’

‘Ho sentito delle urla e pensavo fosse successo qualcosa’ Il ragazzo si grattò la testa.

‘No,non è accaduto nulla,magari ti sarai confuso.’ Rispose Karen.

‘Ah,bene.Meglio così.’ Le sorrise.

Per un attimo Karen avrebbe giurato di essersi persa nei suoi occhi color cielo.

‘Comunque piacere,Austin’ Le porse la mano.

‘Karen.’ Lo squadrò da capo a piedi,dopodiché gli lasciò la mano.

‘Bene,dove devi andare?’ Le chiese il ragazzo.

‘Alla Honely School’ Rispose Karen.

‘Davvero? Anche io! Muoviamoci , le lezioni inizieranno tra un quarto d’ora’ Le sorrise e cominciò a camminare.

‘Io mi fermo prima a prendere una mia amica. Tu avviati pure.’ Gli disse.

‘Oh,posso accompagnarti?’ Le chiese con un tono dolce Austin.

‘No.’ Si girò e imboccò una stradina stretta,che l’avrebbe portata a casa della sua amica Katy.
 
Austin restò per un po’ a guardare il punto in cui la ragazza gli aveva voltato le spalle. Non si aspettava una  risposta così secca. Dopo un minuto si girò e cominciò ad incamminarsi.


Karen suonò il citofono del palazzo dove viveva la sua amica. Era un palazzo dipinto di giallo,con delle finestre uguali tra loro. Lì vivevano solo persone che se lo potevano permettere. E Katy poteva. Sua madre era un avvocato di successo e suo padre un ingegnere.

Scese di corsa la ricca amica. Era vestita bene e truccata nei minimi dettagli,benché fosse una bella ragazza anche senza trucco.

Dato il ritardo si misero a correre a arrivarono giusto al suono della campanella.

Corsero verso la loro classe,ma ci fu un braccio che fermò Karen.

Si girò e vide degli occhi color nocciola guardarla intensamente e con rabbia. Nathan.

‘Non credere di essertela cavata così’ Le sussurrò all’orecchio,abbastanza forte da farlo sentire ai ragazzi intorno,se non ci fosse stata tutta quella confusione.

Nathan mollò la presa e le voltò le spalle.

Karen rimase a guardare le spalle del ragazzo per un bel po’,fin quando non svoltò per il corridoio che lo avrebbe condotto nella sua classe.

Cosa le avrebbe fatto? Cosa voleva fare ora? Cosa intendeva per ‘non è finita qui’?

La ragazza fece per andare nella sua classe,ma due occhi azzurri la bloccarono. Era Austin. E aveva visto tutto.

Avrebbe voluto chiedergli aiuto,avrebbe voluto chiedergli di proteggerla da quello che era il suo ragazzo,ma si sarebbe sentita ferita nell’orgoglio.
Superò il ragazzo che ancora la guardava e lo sentì sospirare.

Non avrebbe voluto nessuno che la aiutasse,pensava che avrebbe potuto cavarsela da sola. Ma,nel profondo,sperava con tutto il cuore che il ragazzo dagli occhi color cielo avesse capito che nei suoi occhi c’era scritto:‘Aiutami’.
 
 

SPAZIO AUTRICE

Ssalve c:  


Sì,lo so,siete infuriate con me HAAHAHAH Scusate tantissimo il ritardo,ma sono stata impegnatissima,ho dovuto fare un'esibizione di chitarra e sono dovuta andare mattina e pomeriggio a provare per diversi giorni T.T In più ho dovuto studiare.. 

Volevo ringraziare le ragazze che hanno recensito,non sapete quanto mi avete resa felice,grazie mille <3 c:

Ringrazio anche chi ha letto questa storia anche non lasciando una recensione e chi l'ha inserita nelle Seguite/Preferite/Ricordate c:

 Scusate gli eventuali errori. Spero che vi piaccia c: 

Bien,evaporo velocemente (?)
 

 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 2 ***


CAPITOLO 2
Karen guardò fuori dalla finestra pensando a come avrebbe dovuto fare per arrivare a casa,dato l’acquazzone che non sembrava voler cessare.  Un velo di tristezza e paura le dipingeva il volto. E di certo non era per la pioggia.

Tirò un sospiro e si girò.

Se il professore l’avesse vista distratta,si sarebbe presa una bella ramanzina. Ma stava all’ultimo banco,per cui il pericolo non c’era.

Mancavano 10 minuti per la fine delle lezioni. Dieci lunghi minuti ad aspettare ed immaginare ciò che sarebbe successo in quella giornata.
 

 

 KAREN 




La campanella suonò. Guardai tutti i ragazzi intenti ad uscire. Alcuni sembravano avere un’aria preoccupata,altri sembravano felici e privi di ogni pensiero. 

Scesi le scale davanti al portone della scuola e mi misi con le spalle contro il muro,in modo da essere riparata.

Osservai velocemente le macchine e i motorini. Gli studenti facevano in fretta ad entrare nelle auto e a sedersi sui motorini.

Osservai la pioggia cadere incessantemente sul pavimento ormai totalmente bagnato.

Mi girai alla mia destra e trovai un ragazzo a circa una trentina di centimetri distante da me.

Anche lui aveva l’aria di chi aspettava che spiovesse.

Lo guardai meglio. Era Austin.

C’è da ammettere che era bellissimo. Dei lineamenti che mi piacevano,degli occhi azzurri in cui affondare e…una faccia meravigliosa.

Notò che lo stavo fissando e prese a farlo anche lui. Non mi sorrise come tutte le volte che mi vedeva,si limitò ad annuire in segno di saluto.

Si girò e ritornò a guardare un punto indefinito,lo stesso che guardava prima di salutarmi.

Forse era rimasto “traumatizzato” dalla scena che aveva visto la mattina. Forse non voleva parlarmi per paura che Nathan gli avesse potuto fare qualcosa.

Fu proprio quando cominciò a parlarmi che mi resi conto che non era come avevo pensato. O,almeno,la parola me la rivolgeva.

‘Anche tu stai sperando in un miracolo?’ Mi chiese.

Non riuscii a trattenermi un sorriso. ‘In che senso?’

Sorrise anche lui,per poi abbassare il suo sguardo. Quanto era bello.

No,non mi dovevo far distrarre da queste cose. Pensai se l’avesse scoperto Nathan.

Scossi la testa come ad allontanare questi pensieri e aspettai una sua risposta.

‘Stai aspettando anche tu che spiova?’ Mi chiese “traducendomi” la domanda precedente.

‘Esatto’ Sospirai.

‘Dove abiti?’ Mi chiese.

Lo guardai per alcuni secondi e glielo spiegai.

Si limitò ad annuire.

Speravo nel profondo che non mi avesse chiesto nulla di Nathan,che si fosse dimenticato dell’episodio verificatosi quella mattina.

Passarono alcuni minuti e,per fortuna,non ricevetti nessuna domanda sul mio ragazzo.

‘Se vuoi ti posso accompagnare,il tempo non sembra volersi aggiustare.’ Mi disse all’improvviso spezzando il silenzio,anche un po’ imbarazzante, che si era creato fra di noi.

Non gli risposi. Pensai a Nathan. Pensai a quella mattina. Pensai a cosa sarebbe potuto succedere se ci avesse visti insieme. Ma no,questa volta dovevo essere più forte io.

‘Ok.’ Gli risposi solamente.

Lui accennò un sorriso e mi fece cenno di seguirlo.

Si alzò il cappuccio. Io non avevo una felpa. E neanche un cappuccio. Ma non dissi niente e camminai sotto la pioggia.

Pochi metri dopo si girò e vide i miei capelli completamente inzuppati.

‘Ehy,aspetta’ Si tolse la felpa e me la porse rimanendo con una maglietta a maniche corte.

‘Cosa? No,figurati,ho passato di peggio.’ Gli dissi con indifferenza.

Mi guardò e sospirò. ‘Indossala,su’

Se non fosse stato perché ero davvero inzuppata,non avrei accettato. A parte che quell’ “indossala,su” mi sembrava un ordine,poi di certo non ero come certe ragazze che aspettano solo che il “principe azzurro” dia loro la sua felpa.

Mi limitai ad un ‘Grazie’ quasi sussurrato. Non potevo dargli soddisfazione. Mi conosco,se gliel’avessi data,mi sarei sentita ferita nell’orgoglio.

Camminammo sotto la pioggia. Nessuno dei due spiccicò una parola.

Devo ammettere che mi sentivo in colpa a farlo camminare con solo una maglietta di cotone a maniche corte addosso,mentre io avevo la sua felpa,che ancora conservava il suo odore.

Non pensavo lo avessi potuto fare,ma gli andai vicino e misi la sua felpa sopra il capo di entrambi.

Poi gli presi un fianco e lo portai sotto il muro,dove non cadeva pioggia.

Tolsi la felpa fradicia dalle nostre teste e sospirai.

‘Riposiamoci un po’’ Suggerii.

Lui annuì,dopodiché fece uno starnuto.

Lo guardai a lungo.

‘Grazie’ Gli sorrisi.

‘E di che?’ Mi sorrise di rimando.

‘Per il fatto che tu mi stia accompagnando fino a casa mia quando avresti potuto benissimo farmi venire da sola. Per il fatto che tu mi abbia prestato la tua felpa quando te la saresti potuta tenere per te.Grazie’ Gli sorrisi di nuovo.

Sorrise anche lui.

Appoggiò la testa sulla mia spalla.

‘Parlami un po’ del tuo ragazzo.’ Mi chiese.

Sentii il cuore cominciare a battere velocemente. Nathan. Me ne ero dimenticata. Avevo paura. Troppa.

‘Non penso siano fatti che ti riguardano.’ Gli risposi,fredda.

‘Vi ho visti stamattina.’ Disse lui ignorando le mie parole.

Deglutii e mi alzai.

‘Bene,penso sia ora di andarsene e ricominciare a camminare.’

Probabilmente capì che non volevo affrontare quell’argomento e non mi fece più domande su Nathan.

‘Scusami’  Mormorò. ‘Se hai bisogno,io ci sono.’

Mi bloccai sul posto.

Mi morsi il labbro inferiore e guardai per terra.

Chiusi gli occhi.

Improvvisamente mi sentii cingere i fianchi da due braccia. Dalle sue braccia.

Mi girai e lo strinsi più forte. In quelle braccia mi sentivo protetta,mi sentivo meno vulnerabile,per una volta.

La pioggia cadeva su di noi. Ma non osammo sciogliere quell’abbraccio.

Sentivo il suo respiro sul mio collo e quella sensazione mi provocava dei brividi.


Riuscii a sentire il suo cuore che batteva all’impazzata e non potei evitare di sorridere.

Restammo abbracciati per un bel po’ di tempo,dopodiché ci lasciammo e cominciammo a correre perché la pioggia era aumentata.

Pensai,cosa stavo facendo? E se Nathan venisse a sapere tutto? E se Austin era solo un approfittatore che voleva chissà cosa da me? E se era peggio di Nathan? E se andasse a raccontare tutto a tutti?

Questi pensieri mi tormentarono per tutto il tragitto.

Quel poco che si era riscaldato in me,ritornò freddo.

Arrivammo davanti casa mia.

Mi sorrise.

‘Bene,io vado,ciao. Ci vediamo domani.’  I suoi occhi azzurri sorridenti mi infatuavano.

Non lo salutai neanche,gli chiusi fortemente la porta in faccia.

Lui non provava affetto per me,era solo una scusa per avere chissà cosa. Ne ero certa.

Perché mi trattava così? Nessuno mi aveva mai trattata così,perché lui avrebbe dovuto?

Nessuno era capace di amare.

 


 


SPAZIO AUTRICE

Saaaalve a tutti c:

Volevo ringraziare tuti quelli che hanno letto,quelli che hanno messo tra i preferiti/seguiti/ricordati la storia e la ragazza che ha recensito, ovvero fuck yeah. 
Non sai quanto mi fai felice wujdw <3

Questo capitolo mi piace perchè si riesce a capire cosa provi Austin,si riesce a capire la vulnerabilità di Karen e quanto Nathan l'abbia condizionata psicologicamente.
Purtroppo sono fenomeni che davvero accadono nella società e che nessuna donna,ragazza,bambina che sia, si merita.


Bene,volevo dirvi che mi aspetto almeno 2 recensioni u.u Altrimenti non continuo e.e Non che la recensione di fuck yeah non mi piaccia,anzi,sono delle recensioni bellissime dejdiu c:,ma vorrei che anche qualcun altro passasse a recensire e mi facesse venire voglia di aggiornare e.e 

Soooooo,mi dileguo,byee c: 


(Fatemi trovare almeno 2 recensioni u.u)
 

 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 3 ***


KAREN

 
Appena uscita da casa mia,mi guardai intorno per capire se c’era qualcuno. Dato che la via era libera,cominciai a camminare.

La mattina ero solita ad ascoltare il rumore delle foglie,del vento. Ma quella mattina no,riuscivo solamente a sentire il rumore dei miei pensieri. Ero confusa, non capivo se avevo fatto bene a chiudere la porta in faccia ad Austin o meno. No,ma dai,a chi voglio prendere in giro. Non stavo pensando a quello. Stavo pensando a Nathan. Il solo pensiero di quel ragazzo mi faceva accelerare il battito cardiaco. Non avevo mai capito se quella reazione fosse dovuta all’amore che provavo per lui o per la paura.

Ad un tratto sentii qualcosa sotto i piedi. Qualcosa che fece rumore.

Abbassai il capo per vedere cosa fosse ad aver provocato quel rumore e vidi una collana.

Mi chinai per coglierla e vidi scritto sopra: Bravery.

Ero certa di averla vista addosso a qualcuno.

Ma certo,Austin. Era sua la collana.

Non so perché,ma la presi,nonostante sapessi bene che dargliela dopo la scenata di ieri sarebbe stato molto difficile. Cioè,avvicinarlo sarebbe stato molto difficile.

Forse non gliela volevo dare. Forse la volevo tenere per me. E non c’era un motivo preciso,o almeno non lo capivo. Forse non ne ero in grado,forse non volevo,ma davvero non capivo.

Qualcosa in me stava cambiando. La Karen di prima non avrebbe mai ridato a qualcuno un oggetto di simile valore,se lo sarebbe tenuto per lei,solamente per il valore di quella collana. Poi la sarebbe andata a vendere e,successivamente,avrebbe diviso il guadagno con il suo ragazzo.

No,non era possibile. Sentivo che quel ragazzo,Austin,mi faceva uno strano effetto e questo non lo riuscivo a sopportare. Non credo che fosse amore. Io amavo Nathan,giusto? Giusto?

Distogliendomi dai miei pensieri,cominciai a camminare di nuovo. Non me ne accorsi neanche e arrivai a scuola.

Intravidi il mio gruppo e mi avvicinai. Nathan non c’era. Sarebbe arrivato poco dopo. Quel pensiero mi face rabbrividire.

Arrivai e mi sedetti sullo schienale di una panchina,a fianco alla mia amica Sharon.

Sharon si unì al nostro gruppo un mesetto dopo di me. Si vestiva sempre di nero e i suoi capelli erano corti,neri anche loro. Rasati da una parte.

‘Nathan?’ Mi chiese.

La guardai a lungo,dopodiché le risposi. ‘Non so.’

Girò la faccia e cominciò a guardare gli alunni.

In realtà non avevo mai legato più di tanto con Sharon. Scambiavamo qualche chiacchiera ogni tanto,ma niente di più. Avevo da sempre sospettato che avesse una cotta per Nathan. Ma non me ne sono mai preoccupata,Nathan era mio. Lo penso davvero,giusto?

‘Uh,eccolo’ La sentii dire con tono tra il sorpreso e contento.

Oh no. Dove potevo scappare ora? No,dai. Non mi avrebbe fatto del male davanti tutta quella gente. O almeno credo.

Feci per scappare,quando mi sentii prendere per i capelli. Non c’era bisogno che mi girassi,sapevo già chi era.

‘Io e te dobbiamo ancora fare i conti. E poi ieri non mi hai neanche mandato un messaggio. Dovresti solo farti schifo.’

Lasciò la presa sui capelli e se ne andò.

Mi toccai la testa.

Avevo paura. Karen Smith aveva paura.

Mi appoggiai su una panchina dove un minuto prima erano seduti alcuni ragazzi.

Mi circondai la faccia con le mani e appoggiai i gomiti sulle cosce.

Perché,perché dovevo subire questo dolore? Perché per amore dovevo soffrire così tanto? Perché non potevo essere felice?

Cacciai fuori dalla tasca la collana di Austin. ‘Bravery’,’Coraggio’. Sembrava fatta apposta per me.

La strinsi forte nella mano e chiusi gli occhi,assumendo nuovamente la posizione precedente.

Sentii la panchina muoversi leggermente,segno che qualcun’ altro si era seduto.

Nonostante avessi gli occhi chiusi,sapevo chi era. L’odore era inconfondibile. Quell’odore mi inebriava completamente.

‘Ehy’ Sentii. Non pensavo mi parlasse ancora.

Alzai il capo per guardarlo e trovai inaspettatamente due occhi di ghiaccio fissarmi insistentemente.

‘Ehy..’ Risposi.

Sentii un sospiro da parte sua,dopodiché ricominciò a parlare.

‘Karen,so che quello che stai passando è orribile. Ma non tutti sono come Nathan,c’è anche chi è capace di amare. So che magari non lo vuoi ammettere,ma dillo,tutto questo ti sta distruggendo.’

Disse. Quelle parole mi sembrarono tante lamine di ghiaccio che mi colpivano. Non so se fu per il fatto che aveva sbagliato completamente o che aveva centrato perfettamente il punto,ma mi ritrovai a gridargli contro davanti a tutta a scuola.

‘LA DEVI SMETTERE DI TORMENTARMI. CI CONOSCIAMO APPENA,NON PUOI PRETENDERE DI SAPERE TUTTO SU DI ME. SEI UNA PERSONA ODIOSA!’

E me ne andai via correndo.

Ma cosa stavo facendo? Avevo ferito l’unica persona su questa Terra che forse mi voleva davvero bene. Ma non mi importava in quel momento. Volevo solo fuggire da tutto e da tutti. Da quella che era la realtà che mi ritrovavo a dover affrontare.

Sentii delle urla da lontano. Riconobbi quella voce e mi girai di scatto. Era Nathan. E stava urlando contro Austin. Forse mi aveva sentito.

I sensi di colpa mi assalirono. Lo avrebbe massacrato,sicuro.

 


SPAZIO AUTRICE

Saaaaalve a tutti c:

So che questo capitolo è arrivato un pò in ritardo. Beh,molto in ritardo. E non ha neanche senso,secondo me. Infatti è un capitolo di passaggio (?). 

Nel prossimo capitolo forse accadrà qualcosa di MOOLTO interessante. Forse u.u 

Bene,volevo ringraziare tantissimo le due ragazze che hanno recensito qwijdj,tra cui la mia fedelissima (?) Fuck Yeah,che finora ha recensito tutti i capitoli più il prologo di questa storia fijrfi. Volevo ovviamente ringraziare tantissimo anche nicknamefigo,grazie per la recensione *^*

Ringrazio anche chi ha messo tra preferiti/seguiti/ricordati la storia cjrijrrnfujn cioè,entro e trovo 5 preferiti,2 seguiti e 1 ricordati uenjhfi. Voglio ringraziare anche le lettrici silenziose,che pur non lasciando una recensione e non mettendo tra p/s/r (è figo scriverlo così,skst) stanno leggendo e apprezzando questa storia *^*

Bieen,penso non ci sia più nulla da dire (?),scusate ancora per il ritardo e per eventuali errori nel capitolo u.u 

Ah e almeno 2 recensioni,come la volta scorsa,altrimenti non aggiorno u.u AHAHAHAHAH no dai,è che voglio sapere che sto scrivendo per qualcuno e vorrei sapere l'opinione di persone diverse c: Ricordate,più siete a recensire,più velocemente aggiorno OuO Quindi mi raccomando u.u AHAHAHAAH 

Mi dileguo,byee (?) 


(e ALMENO 2 recensioni u.u HAHAHA)


 

 
 
 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 4 ***


KAREN

 
Scusa Austin. Non volevo.
 
Era tutto quello che ero riuscita a pensare in quelle ore.
 
Era una delle poche volte in cui mi sentivo davvero in colpa in vita mia. Era strano. Sentivo lo stomaco bruciare. Sentivo che gli sarebbe accaduto qualcosa. Ed era tutta colpa mia.
 
‘SMITH!’ Sentii la voce del mio professore di biologia richiamarmi per la mia distrazione.
 
‘Scusi.’ Fu tutto quello che dissi.
 
Dopo 27 minuti,suonò la campanella e finalmente fui libera di uscire,tornare a casa e buttarmi sul mio letto.
 
Non avevo voglia di fare nulla. Una strana pressione mi turbava. Un peso sullo stomaco,insomma.
 
Uscii e bloccai il respiro quando vidi lui.Austin. Aveva il muso spaccato e un occhio nero. E in più un’aria distrutta gli dipingeva il volto.
 
Portai le mani al viso e me lo cinsi con queste ultime.
 
Piangevo dentro.
 
Deglutii e mi avviai cercando di evitare di farmi vedere da Austin.
 
Capii che il mio intento era fallito miseramente quando,guardandomi intorno,incontrai i suoi occhi.
 
Fu un attimo,mi ritrovai a correre senza neanche rendermene conto. Forse era stato un riflesso,non so.
 
Beh,riflesso  o meno,mi ritrovai a fuggire da Austin che mi stava seguendo,urtando tutte le persone che incontrava nel suo percorso e pronunciando una serie di ‘scusa’ ‘non volevo’ ‘permesso’.
 
Notai,guardandomi dietro che tutti lo guardavano,molto probabilmente per il labbro spaccato e l’occhio nero.
 
‘KAREN!’ Lo sentii urlare da dietro. Mi stava per raggiungere e,come se non bastasse,non ce la facevo più a correre.
 
Usai tutte le forze che avevo per non fermarmi. Mi voleva picchiare,ne ero sicura.
 
Ma,del resto,avrebbe avuto ragione. Era colpa mia se ora aveva la faccia distrutta,era il minimo.
 
‘KAREN,TI PREGO,FERMATI!’ Mi urlò. Stava a circa un metro e mezzo lontano da me.
 
Senza ascoltarlo continuai a correre,ma lui ormai era vicinissimo. Riuscivo a sentire i suoi passi dietro di me.
 
Sfinita,mi fermai.
 
Si fermò anche lui.
 
I nostri respiri affannati erano sincronizzati.
 
Si piegò in due dalla stanchezza.
 
L’unico rumore che riuscivo a sentire era il mare dietro di noi. L’unica cosa che ci separava da quest’ultimo,oltre che la spiaggia,era una ringhiera. Bastava scendere delle scale e ci saremmo ritrovati direttamente sulla spiaggia. Mi appoggiai alla ringhiera e mi girai per guardarlo.
Innamorata del mare,non della gente. Quello è l’unico che merita di essere guardato tutto il giorno.
 
Mi sorpresi. Sarei potuta andare a buttarmi lì dentro quando Austin mi inseguiva. Non credo che si sarebbe buttato anche lui. E sarei uscita solo quando se ne sarebbe andato.
 
 Mi rigirai di scatto,ripensando alla situazione in cui mi trovavo. Era ancora piegato in due,ma non sembrava essere ancora stanco.
 
Quando si alzò,lo vidi alzare un braccio. Chiusi gli occhi,pronta allo schiaffo che mi stava per arrivare.
 
Li strinsi sempre più,fin quando non mi vidi chiusa in due braccia.
 
Sentii le mie guance arrossire ferocemente.
 
Sentivo il suo respiro,ancora leggermente affannato,sui miei capelli e quella sensazione mi provocava una serie di brividi che mi percorsero velocemente la schiena. Non sembravano voler cessare.
 
Perché dopo tutto quello che gli avevo fatto mi abbracciava?
 
Decisi di ricambiare l’abbraccio e ci ritrovammo stretti l’uno all’altra come se fossimo una cosa sola.
 
Non ci importava delle persone che stavano attorno. Di quelle che ci guardavano. Di quelle che passavano.
 
Eravamo solo io e lui,lui ed io. Uniti,in un unico e solo corpo.
 
Sì,può sembrare esagerato sentirsi così solo per un abbraccio,ma in quell’abbraccio ci fu un miscuglio di sentimenti in me che mi sconvolgeva letteralmente lo stomaco.
 
Non mi sentivo così neanche quando andavo a letto con Nathan. O,meglio,quando mi costringeva ad andare a letto con lui.
 
I miei pensieri furono bloccati bruscamente.
 
Sentii delle lacrime sui miei capelli. Austin.
 
Improvvisamente sciolsi l’abbraccio e,pur essendo imbarazzata,cominciai a parlare.
 
‘Austin…che succede?’
 
Deglutì,si asciugò una lacrima e alzò lo sguardo,cominciando a guardarmi. I suoi occhi erano lucidi e capii che cercava disperatamente di mandare indietro le lacrime che minacciavano di uscire.
 
 

AUSTIN

 
Mi ritrovai a piangere davanti a lei. Davanti all’unica persona di cui il solo nome mi faceva rabbrividire.
 
‘Austin…che succede?’ Mi chiese lei con la sua voce sottile,dolce e amara allo stesso tempo.
 
Non sapevo che risponderle. In realtà non sapevo neanche io perché stessi piangendo. Cioè,lo sapevo,ma era difficile accettarlo,in un certo senso.
 
I suoi occhi castani mi guardavano intensamente,cercando una risposta.
 
Non riuscii più a reggere il suo sguardo,così lo abbassai.
 
‘Io..’ Cominciai ad aprire bocca.
 
‘E’ per Nathan,vero? Ti ha picchiato,per colpa mia.Scusa.’ La sentii dire. E quelle parole mi colpirono. Anzi,l’ultima parola mi colpì.
 
Karen Smith aveva,per la prima volta da quando la conoscevo,messo da parte il suo orgoglio e il suo tono arrogante che ogni volta la contraddistingueva dagli altri e mi aveva chiesto scusa.
 
Ci misi un po’ ad assimilare il ‘concetto’ e quando mi smossi, portai la mia attenzione sul senso di quella frase.
 
No,ora pensava che fosse colpa sua. Non era così.
 
Deciso,cominciai a spiegare.
 
‘Karen,non è così. Sì,il tuo ragazzo mi ha picchiato,ma non è colpa tua. E né tantomeno la causa del mio pianto è dovuta a questo evento. E’ che,per la prima volta,mi sono sentito davvero solo.
 
Sì,solo.
 
Mi spiego meglio.
 
Ero piccolo. Avevo 10 anni quando successe.
 
Eravamo una famiglia felice. Di quelle invidiate da tutti,di quelle a cui la gente sorrideva quando vedeva passare’
 
Mi fermai un attimo a prendere un lungo respiro.
 
‘Eravamo quattro’ Continuai. ‘Io,mio padre,mia madre e mia sorella,a cui volevo un bene incondizionato.
 
Lei aveva tre anni in meno di me.’ Guardai in un punto indefinito,ricordando quella bambina bionda.
 
‘Era la Vigilia di Natale. Tutti si affrettavano a prendere i regali per il giorno dopo,compresi noi.
 
Ad un tratto,cominciò a piovere,così corremmo verso la nostra macchina.
 
Ci infilammo immediatamente dentro. Scoppiammo a ridere una volta al sicuro.’
 
Una leggera risata si fece spazio sul mio volto.
 
‘Mio padre fece partire la macchina. E lì iniziò l’incubo più brutto della mia vita.’
 
Non riuscii a trattenere una lacrima.
 
Feci una pausa e trovai il suo sguardo interessato,così continuai.
 
‘Stavamo parlando dei regali che avevamo preso ai vari parenti,immaginando le loro reazioni e ridendo ogni tanto.
 
Ci fermammo ad un semaforo rosso. Aspettammo alcuni secondi,poi quando si fece verde partimmo.
 
Fu un istante. Tutta la mia vita mi passò davanti. La faccia terrorizzata di mia madre,mio padre spaventato a morte,le urla di mia sorella.
 
Una macchina ci venne addosso alla massima velocità,probabilmente non riuscì a fermarsi in tempo al semaforo.
 
Svenni. Mi risvegliai nel letto duro e tra le pareti fredde dell’ospedale. Mi guardai intorno,non c’era nessuno.
 
 Qualcuno bussò alla porta e vidi entrare una dottoressa.
 
Le chiesi immediatamente dove fossero i miei familiari.
 
Lei non mi rispose. Mi disse solamente che pochi minuti dopo sarebbe venuto mio zio a prendermi e che avrei dovuto tenere il braccio ingessato per un po’.
 
Così,non seppi niente in quel momento.
 
Dopo tre minuti,la dottoressa mi prese per mano e uscimmo fuori. Trovai mio zio con la sua Mercedes che mi aspettava là davanti con lo sguardo affranto.
 
Entrai nella macchina che mi portò a casa sua.
 
Non feci cena. Volevo solo rivedere i miei genitori e mia sorella. Così,mi dissero di andare a letto.
 
Feci per andare in camera,ma li sentii parlare.
 
Così origliai.
 
Dicevano che mio padre e mia madre erano in coma e che le condizioni di mia sorella ancora non si sapevano.
 
Mi cadde il mondo addosso. Il dolore era fortissimo.
 
Corsi a letto e cominciai a piangere e,quando credetti di aver finito tutte le riserve d’acqua che avevo nel corpo,mi addormentai.
 
Il giorno dopo non parlai. E non mangiai neanche. Rimasi tutto il tempo a guardare fuori dalla finestra.
 
Il giorno dopo ancora,mangiai qualcosa e cercai di riprendermi,ma  non riuscivo a spiegarmi il perché nessuno della mia famiglia fosse tornato.
 
Dopo circa due settimane,sentimmo suonare il campanello.
 
Andai io ad aprire. Era mio padre che,appena mi vide,mi abbracciò. Gli chiesi immediatamente dove fossero mia madre e mia sorella. Lui esitò prima di rispondermi,poi mi disse che la mamma non ce l’aveva fatta. Che però stava in un posto migliore di questo.
 
Arrivò il momento di dirmi dove fosse mia sorella. Lui esitò nuovamente,poi mi rispose che neanche lei c’era più,che era morta sul colpo. Ma che sarebbe stata la stella più luminosa la sera. E mi raccomandò di alzare sempre lo sguardo la notte prima di andare a dormire e di trovare mia sorella,per darle la buonanotte.
Magari può sembrare strano,ma io lo faccio ancora. So che la stella più luminosa del firmamento è lei. E mi sta guardando. Mi guarda e mi sorveglia ogni notte insieme alla mamma..’
 
Un groppo in gola bloccò il mio discorso. Cercai di soffocarlo e ci riuscii con risultati discreti.
 
Continuai. ‘Da quel giorno,mio padre,accecato dal dolore,cadde in depressione e cominciò a bere.
 
Tornava a casa tardi e mi picchiava ogni volta che tornava ubriaco fradicio.
 
Proprio per questo,un giorno,dopo circa quattro mesi dal suo ritorno dall’ospedale,seppi che la sera prima mio padre si era messo alla guida completamente,appunto,ubriaco e mise sotto due persone. Che morirono.
 
Così andò in galera e lì sta ancora oggi.’
 
Non riuscii a trattenere una lacrima.
 
Posai il mio sguardo su Karen. Mi aspettavo due occhi compassionevoli,invece sembravano totalmente normali,ma profondi. Riuscivo ad intravedere tutto il dolore che le stavo trasmettendo.
 
Avevo mostrato tutto il mio lato debole a quella ragazza. Era strano come mi fossi riuscito ad aprire,ero solito a evitare l’argomento.
 
‘So che ti stai chiedendo cosa centri con Nathan,ora ci arrivo.
 
Quando mi ha picchiato,mi sono affiorati tutti i ricordi di mio padre che tornava la sera tardi e mi picchiava.
 
E in quel momento mi sono sentito solo. Mi sono reso conto di quanto avessi perso. Mi sono reso conto che avevo perso la mia famiglia. Avevo perso tutto. E,per la prima volta dopo tanti anni,ho aperto davvero gli occhi a questa situazione.
 
Di solito riuscivo ad evitare di ricordare,magari pensando ad altro. Ma in quel momento,non esisteva altro.
 
Poi mi sono ricordato di te. Mi sono ricordato che c’era ancora una ragione per sorridere e lasciare alle spalle i ricordi. Magari mi stai prendendo per un pazzo,ma è così,tu mi fai uno strano effetto.’
 
Ammisi.
 
 

KAREN

 
Quella storia mi aveva distrutta. Non pensavo che Austin Mahone,la persona che sembrava essere la più felice del pianeta,potesse avere alle spalle un passato del genere.
 
Mi toccò per davvero il cuore,e lo oltrepassò,arrivando all’anima.
 
Poi mi aveva detto che gli facevo uno strano effetto,che ero la ragione del suo sorriso. In quel momento il mio cuore sembrava non voler cessare di battere,e batteva così forte che per un attimo temetti potesse bucarmi il torace.
 
Mi sentii andare a fuoco,nonostante il clima invernale.
 
Cercai delle parole da dire e,quando pensai di aver trovato quelle giuste,cominciai a parlare.
 
‘Austin..io..mi dispiace tanto. Non pensavo che tu avessi un passato così terribile. Anche i miei non ci sono più e vivo da mia zia,ora. Beh,ci tenevo a dirti che se vuoi parlare,sfogarti,io ci sono.
 
E..anche tu mi fai uno strano effetto. Non so se sia paragonabile all’amore,ma so che mi fai attorcigliare su se stesso lo stomaco quando ti vedo.’ Confessai,sorprendendomi di aver avuto il coraggio di dire ciò che avevo detto.
 
Mi fermai improvvisamente a fissare le sue labbra. Sembravano terribilmente morbide e la voglia di sapere se erano davvero come sembravano si fece spazio in me.
 
Non riuscii a reprimere quella voglia,così  mi avvicinai continuando a fissargli le labbra.
 
Lui probabilmente capì le mie intenzioni.
 
Mi prese per i fianchi,mi avvicinò lentamente e,improvvisamente,vidi il suo viso a pochi centimetri di distanza. Cominciai a fissare quegli occhi,concentrati più che altro sulla parte bassa del viso.
 
Quando le nostre bocche distavano di soli due centimetri, si leccò le labbra.
 
La voglia di baciarlo era incontrollabile e lui sembrava pensarla allo stesso modo.
 
Morivo dalla voglia di assaporare le sue labbra. Così ripresi a guardarle e misi le mani tra i suoi capelli,spingendolo leggermente verso di me.
 
Chiusi gli occhi e il suo naso toccò il mio.
 
I battiti del mio cuore si fecero irregolari del tutto. Sembrava impazzito.
 
Il suo respiro era vicinissimo,lo sentivo sulle mie labbra.
 
Il suo profumo mi inebriava completamente,mentre dei brividi mi scendevano e percorrevano tutta la schiena,fino a scomparire,per poi fare spazio ad un altro.
 
Riuscivo già ad assaporare le sue labbra,quando una voce ci interruppe bruscamente. Non so se per fortuna o per sfortuna.
 
‘Karen! Sab..oh,non volevo interrompere.’ Era Emily.
 
‘No,no. Fai pure,noi stavamo..ecco..’ Balbettai imponendomi di trovare il più velocemente una scusa credibile.
 
‘Sì,ok,non importa. Volevo dirti che Sabato è il compleanno di Katy e ci ha invitate al Sape Local e in più possiamo bere quanto vogliamo! Ha detto che paga tutto lei’ Mi disse un po’ troppo entusiasta,saltellando.
 
Il Sape Local era una discoteca,quella più famosa della città. Ed era anche quella in cui si ci divertiva di più.
 
Le bevande erano eccessivamente costose,però.
 
‘Oh,ma è fantastico’ Le sorrisi.
 
‘Allora? Che dici di accompagnarmi a fare shopping per scegliere un vestito?’ Mi chiese ancora entusiasta.
 
‘Oh..ma certo..’ Le risposi lasciando trasparire un po’ di indecisione dalla mia voce. Poi guardai Austin per aspettare un suo consenso. E lo ebbi.
 
Non che per fare qualcosa avessi avuto bisogno del suo consenso,ma forse era turbato dal fatto che la mia amica ci avesse interrotti.
 
‘Se non vuoi non importa,possiamo fare un’altra volta magari..’ Mi disse cercando inutilmente di nascondere il suo tono deluso.
 
‘Ma certo che voglio,andiamo subito’ Le sorrisi di nuovo.
 
I suoi occhi si illuminarono,dopodiché mi chiese: ‘Viene anche il tuo..amichetto?’ Lo squadrò.
 
‘No,devo tornare a casa’ Rispose lui al posto mio,capendo che la domanda era più che a me,era rivolta a lui.
 
‘Bene,allora andiamo’ Ricominciò a saltellare Emily.
 
Alzai gli occhi al cielo e risi.
 
Salutai Austin e ci avviammo per i lunghi marciapiedi poco affollati a quell’orario.
 
‘Dato che a quest’ora i negozi sono chiusi,faremo pranzo in un ristorante,ci prenderemo un gelato e cominceremo a fare shopping!’ Gridò con un’ esuberanza eccessiva.
 
Non potei trattenermi un risolino. Annuii con la testa e presi il telefono per avvisare mia zia del fatto che non sarei andata a mangiare quel giorno.
 
Dopo averla avvisata,bloccai il telefono e lo riposi nella mia tasca destra.
 
‘Eheh,abbiamo trovato un bell’ “amichetto”,eh?’ Disse improvvisamente dandomi una gomitata.
 
‘Ma smettila..’ La incitai a finirla.
 
‘Vedo che stai cominciando a dimenticare Nathan,finalmente,era ora!’
 
‘Io e Nathan stiamo insieme e ci amiamo.’
 
‘E’ per questo che stavi per baciare quel ragazzo?’ Rise dopo la sua domanda retorica.
 
‘Io..’ Arrossii imprecando contro la mia mente che quel giorno non sembrava volesse funzionare per elaborare scuse veloci e credibili.
 
A Emily non era mai piaciuto Nathan. Non riuscivo a capire il perché.
 
Lei,forse notando il mio imbarazzo,mi prese improvvisamente per il polso e urlò:
 
‘Andiamo lì!’ Indicò una pizzeria poco distante da noi. ‘Fanno una pizza meravigliosa,i proprietari sono italiani’
 
Senza aspettare una mia risposta,cominciò a camminare. Non sembrava voler lasciare la presa sul mio polso.
 
Ma la lasciai fare.
 
Sorrisi tra me stessa,non capendo neanche il perché.


 

 

 

 SPAZIO AUTRICE


Saaaaalve a tutti c: 

Volevo innanzitutto scusarmi per il capitolo schifoso e,oltretutto,chilometrico OuO 
Ma serviva per far capire il passato di Austin e per far capire cosa provasse lui per Karen e viceversa u.u So che mi odiate per non averli fatti baciare AHAAHAHAHAHAHAH Ma ne avranno tempo più in là u.u 
Inoltre in questo capitolo c'è un particolare (?) che sarà rivelatore (?) per capire l'altro capitolo cosa riguarderà. Ma non dico niente e.e 

Scusate ancora per il capitolo :c

Però,dai,vi ho fatto anche il POV di Austin,mi dovreste voler bene u.u 

AHAHAHAHAHAHAHAHAHA

Anyway,passiamo ai ringraziamenti.

GRAAAAZIE MILLE A
FUCK YEAH COME SEMPRE *^*, UN RINGRAZIAMENTO ANCHE A NICKNAME FIGO eijdio,grazie c:, E A AMEEZY ,UN NUOVO RECENSORE IJEDEJOI GRAZIE BELLA C: SU,DIAMO TUTTI IL BENVENUTO A AMEEZY U.U *Dà IL BENVENUTO*

E LO DIAMO ANCHE A NICKNAME FIGO CHE NON LO HA AVUTO,DATO CHE L'IDEA DI DARE IL BENVENUTO AI NUOVI RECENSORI MI E' BALENATA (?) IN TESTA SOLO ORA AHAHAHAHAHAH *Dà IL BENVENUTO*

E OVVIAMENTE,RINGRAZIO SEMPRE FUCK YEAH,IL MIO LOVE,AW. AAAHAHAHHAAHAHAHHAHA 

VI AMO TUTTI,PERO' U.U


Ok,questo spazio autrice non ha senso. Come il capitolo,d'altronde,ma vabbè.

Ringrazio come sempre chi ha messo tra preferiti/ricordati/seguiti la storia wjdiuejh siete 7 preferiti 1 ricordati e 4 seguiti jidjieo,siete fantastici. 

Come sempre,ringrazio anche le lettrici silenziose :D

Bene,se non siete morte dalla noia del capitolo o dello spazio autrice,o di tutte e due insieme,vi saluto e vi regalo anche un pandacorno c:

*Dà il pandacorno*

Bene,vado,ciaoo c:



 
 
 
 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 5 ***


                                                         CAPITOLO 5
KAREN
Ero distrutta. Avevo le gambe a pezzi. Emily mi aveva fatto girare per tantissimi negozi e in più dopo aver fatto spese era voluta andare in un pub.
Mi buttai a peso morto sul letto e chiusi gli occhi.
Ad un tratto sentii il mio telefono vibrare.
Chi poteva mandare messaggi a quell’ ora? Erano le undici di sera,dubito che potesse essere Emily,dal momento che ci eravamo separate da soli cinque minuti.
Presa dalla curiosità,mi alzai.
Sbloccai il cellulare e notai il nome scrittoci sopra. ‘Nathan’.
‘Oh’ Mormorai tra me e me.
Lo aprii e,prima di leggerlo,mi buttai nuovamente sul letto. Presi un bel respiro e cominciai a leggere,non capendo il perché mi avesse mandato un messaggio nonostante il litigio.
‘Ehy,ci sarò anche io alla festa di Katy. Voglio che ti metta un vestito corto e scollato,ok? Non mancare.’
Sospirai forse un po’ troppo a lungo e riposi il mio cellulare sul comodino che affiancava il letto.
In realtà odiavo i vestiti corti. Perché dovevo essere riconosciuta come una ragazza facile solo perché me lo ordinava lui? Semplicemente non l’avrei fatto.
O almeno credo.
Sì,alla fine sarei ceduta e me lo sarei messa. Ne ero certa. La paura di disobbedire ad un ordine categorico di Nathan era più forte della paura di perdere la dignità.
Avevo già preso un vestito quel pomeriggio. Arrivava sotto le ginocchia e sicuramente non sarebbe andato bene a lui,avrei dovuto cambiarlo.
 
 
 
Era,con grande attesa di Emily,arrivato il giorno della festa.
 
Indossavo un vestito blu discretamente corto,mentre lei indossava un vestito lungo più o meno fino alle ginocchia,rosa chiaro. I suoi capelli biondi erano stati raccolti con molta cura in una coda di cavallo ed era truccata molto bene,nei minimi particolari.
 
Anche io mi ero legata i capelli,ma,a differenza di Emily,avevo messo solo un filo di trucco. L’eye liner e il mascara.
 
Entrammo nel locale eccessivamente affollato. Cercai con lo sguardo il mio ragazzo.
 
Avevamo fatto pace la mattina prima,all’entrata di scuola.
 
Lui si era avvicinato a me e io gli ho chiesto scusa. Credo che più  per intenzione,fosse stato il mio meccanismo di difesa che mi abbia fatto chiedere scusa a Nathan. Avevo paura di lui e porgergli le mie scuse era l’unico modo per non farmi picchiare. Dopo le mie,appunto,scuse,mi ha baciata con foga e con violenza. E io ho ricambiato.
 
Vidi la mia amica guardare insistentemente un ragazzo moro. Nonostante non lo conoscessi,ero sicura che fosse colui che le piaceva,me ne aveva parlato molto. Ma non era questo che me lo aveva fatto notare.
 
Riuscii a capirlo dal modo timido con cui lo guardava e dal colore delle sue guance bianche tramutarsi in un rosso scarlatto. E,posso assicurare, la timidezza non faceva parte della natura di Emily.
 
Probabilmente vide una sua amica e si allontanò da me per andarla a salutare. Poi si mimetizzò con tutti gli altri e non la vidi più.
 
Mi ritrovai a squadrare Peter. Era un bel ragazzo. Capelli castani,occhi palesemente verdi.
 
Trattenni un risolino,dopodiché mi mossi attraverso i corpi scatenati di gente che ballava sotto la musica assordante. Avevo intenzione di prendere qualcosa da bere,poi mi sarei tuffata anche io tra la marea di gente a ballare.
 
Quando passavo,alcuni ragazzi ammiccavano,ma non gli diedi conto.
 
Arrivata al bancone,mi girai un attimo per cercare di intravedere Nathan,ma con vani risultati. C’era troppa gente,non l’avrei trovato tanto facilmente.
 
Presi un cocktail e mi buttai nella pista da ballo.
 
Vidi alcune ragazze strusciarsi contro il loro compagno di ballo,altri che si baciavano,altri che mettevano le mani dove non potevano,dato che era un locale pubblico.
 
Notai anche alcune coppie avviarsi verso i bagni per fare ciò che non potevano fare nella stanza affollata.
 
Improvvisamente mi venne la mia migliore  amica addosso che,data la musica,urlò nel mio orecchio: ‘Hai visto quel ragazzo che stavo guardando appena entrata? Bene,quello è Peter!’
 
Cominciò a saltare,ma nessuno ci fece caso,dato che era piuttosto normale che ad una festa come quelle si saltasse.
 
Non nel modo in cui lo faceva Emily,ma era normale.
 
‘Che dici? Andiamo a bere qualcosa?’ Mi propose lei.
 
‘Veramente ho appena bev..’ Non feci in tempo a finire la frase,che lei mi trascinò tra la folla prendendomi per il polso. Risi buttando la testa indietro e mi lasciai trascinare.
 
Arrivate al bancone,non potei fare a meno di notare che lì era seduto Peter con il suo gruppo di amici. E capii subito il perchè mi avesse trascinata lì.
 
‘Su,coraggio’ La incitai,spingendola verso il ragazzo.
 
Lei mormorò qualche lamentela. Sapevo che moriva dalla voglia di avvicinarsi a lui,ma non ne aveva il coraggio.
‘Dai,muoviti,altrimenti se ne va’ Le urlai nell’orecchio.
 
‘Ma non posso..cosa gli dovrei dire? E poi ci sono anche i suoi amici. Preferirei evitare “belle” figure.’
 
Sorrisi maliziosamente notando che Peter era rimasto solo vicino al bancone e,probabilmente,stava ordinando qualcosa da bere.
 
Indicai nella direzione del moro ed Emily si girò.
 
Sembrò che le si fosse accesa una scintilla negli occhi quando notò ciò che non era riuscita a notare,essendo di spalle. Ma,quando si girò nuovamente verso di me,quella scintilla si spense.
 
 
‘Io..davvero,non ho il coraggio.’
 
La guardai per una frazione di secondo,dopodiché mi avviai verso il ragazzo.
 
Le presi la mano e la trascinai con me.
 
‘Ma che stai facendo?!’ La sentii urlare.
 
‘Ora vedrai!’
 
Mi sedetti vicino a Peter e cercai di avviare conversazione.
 
‘Ciao’ Sorrisi. Era uno di quei sorrisi tirati,però.
 
‘Ciao’ Rispose lui,sorridendo di rimando. Il suo,però,non era un sorriso tirato.
 
‘Sono Karen,piacere di conoscerti’ Gli tesi la mano.
 
‘Peter’ Disse semplicemente,prendendo la mano.
 
‘Sai per caso dov’è la festeggiata?’ Gli chiesi cercando di far sembrare il mio tono il più euforico possibile.
 
La verità è che quel ragazzo non mi entusiasmava molto. Cioè,boh,aveva qualcosa che non mi piaceva. Forse era quell’aria da figlio di papà. Boh. Semplicemente non mi piaceva,appunto.
 
‘No,ma sicuramente in mezzo a tutta quella gente’ Disse spostando lo sguardo da me alla folla di ragazzi.
 
Capitan Ovvio.
 
Gli sorrisi,cercando di ricordare il perché stessi parlando con lui. Ah,giusto. Emily.
 
‘Ah,ti presento la mia amica,si chiama Emily.’
 
‘Oh,piacere di conoscerti,sono Peter’
 
Lei esitò,mi guardò imbarazzata,poi,finalmente,si decise a parlare. ‘P-Piacere, sono Emily’ Sorrise timidamente.
 
Mi guardai intorno tentando di trovare una scusa per andarmene.
 
‘Ehm, se non vi dispiace io vado, devo ancora fare gli auguri a Katy, come ho accennato prima.’ Dissi solamente.
 
Mi sollevai dalla sedia tirando un sospiro di sollievo. Mi girai un istante e feci l’occhiolino a Emily che ricambiò con uno sguardo riconoscente.
 
Mi feci strada tra la folla.
 
Ad un certo punto mi sentii scaraventare per terra.  Mi girai per vedere chi era stato, ma la mia attenzione si focalizzò su qualcos’ altro. Un ragazzo che baciava violentemente una ragazza bionda mettendo le mani sul suo fondoschiena.
 
Spalancai gli occhi.
 
In un attimo questi ultimi si fecero umidi. La vista era appannata  e l’unica cosa che riuscivo a sentire erano le lacrime che scorrevano sul mio viso. Mi alzai dal pavimento e scappai.
 
Lo sapevo. Perché avevo deciso di stare con Nathan? Perché ora dovevo soffrire così? Perché?
 
Quello che si diceva il mio  ragazzo mi prese per un braccio tenendo la presa rigida.
 
Mi trasportò fuori dal locale.
 
‘Karen, io, davvero..’  Cominciò a balbettare.
 
Mi liberai improvvisamente dalla sua presa e cominciai ad urlargli contro.
 
‘NATHAN, NON C’E’ SPIEGAZIONE. IO TI HO DATO TUTTO. COMPRESA LA MIA ANIMA. TUTTO. NON DOVREI ESSERE TRATTATA IN QUESTO MODO. CIOE’, TI RENDI CONTO DI COSA HAI FATTO? TI RENDI CONTO DI COSA CAZZO HAI FATTO? SCOMMETTO CHE DOPO TE LA SARESTI PORTATA A CASA QUELLA BIONDINA. SAI UNA COSA? MI HAI SCOCCIATO. TUTTO DI TE MI HA SCOCCIATO.  A PARTIRE DAL FATTO CHE TU VOGLIA COMANDARE LA MIA VITA, FINO AL FATTO CHE TU MI TRADISCI. QUANTE RAGAZZE TI SEI PORTATO A LETTO DA QUANDO STIAMO INSIEME, EH? MA DAVVERO PENSI CHE IO SIA COSI’ STUPIDA? SONO SEMPRE STATA ZITTA E SONO SEMPRE STATA AI TUOI COMANDI, MA DA ORA NON PIU’. ADDIO NATHAN, MI FAI SCHIFO.’
 
Corsi via. Non avevo una meta. 
 

SPAZIO AUTRICE


Ok, mi odiate. SCUSATE, SCUSATE E SCUSATE ANCORA PER IL TERRIBILE RITARDO. E SCUSATE ANCHE PER IL CAPITOLO SE HA DELUSO LE VOSTRE ASPETTATIVE.

Davvero ragazze, scusatemi, non sapete quanto mi senta in colpa per avervi fatto aspettare così tanto tempo. Non ne potete avere idea. Ho molti impegni, questo sì, ma è pur vero che io un pò di tempo in più a questa storia avrei dovuto dedicarlo. Scusatemi ancora. Troverò il modo di farmi perdonare v.v

SCUUUUSATE EVENTUALI ERRORI c:

Bene, passiamo ai ringraziamenti, poi magari analizziamo insieme (?) il capitolo u.u

Ringrazio come sempre la mia fedele (?
fuck yeah. Grazie bella, le tue recensioni sono sempre fantastiche asdjfiorej <3

Ringrazio 
mahomiectioner. CHE DITE? LE DIAMO IL BENVENUTO? CERTO CHE GLIELO DIAMO. 

SOOOO, VOGLIO UN APPLAUSO PER *RULLO DI TAMBURI* MAHOMIECTIONER! *Applaude* Ah e grazie mille anche per avermi messo tra gli autori preferiti, davvero, sono felicissima fijifqoj *^* 

Voglio ringraziare per la recensione anche
 __SmileAlwaysGeorge. JDIOEFJ GRAZIE DAVVERO *^* 

BENE, DIAMO IL BENVENUTO ANCHE A LEI? CERTO CHE LO DIAMO ANCHE A LEI. 

SU, UN BELL'APPLAUSO PER *RULLO DI TAMBURI*  __SMILEALWAYSGEORGE! *Applaude* GRAZIE <3 <3

*PRENDE I DUE NUOVI RECENSORI PER MANO* GRAZIE RAGAZZE, VE SE AMA (?)

Voglio ringraziare anche chi ha messo tra preferiti/ricordati/seguiti e i lettori "silenziosi" c:

AH, E VOLEVO RINGRAZIARE ANCHE nicknamefigo PER AVERMI MESSO TRA GLI AUTORI PREFERITI, MI HAI FATTA MOOLTO FELICE *^* 

Bieen, che dire sul capitolo..niente, come molte di voi volevano (?) Nathan e Karen hanno rotto. 
Però non è finita qui e.e Capirete il senso della frase precedente nei prossimi capitoli u.u

Cheee dire, fatemi sapere cosa ne pensate eee voglio almeno 2 recensioni u.u grazie ouo c:

Ricordatevi che se recensite voi nuovi, vi dò anche il benvenuto u.u

Soo, penso non ci sia nient' altro da dire. Byee c:





 

 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 6 ***


La mia corsa terminò nel momento in cui vidi un taxi. Lo fermai e gli diedi le esatte indicazioni del posto in cui si sarebbe dovuto fermare. Volevo tornare a casa, farmi una doccia calda e andare a letto, ma era davvero troppo presto e sarebbero stati tutti svegli.

Così decisi di farmi portare davanti un bar fuori centro.

Cominciò a piovere e la cosa mi sollevò, ho sempre amato la pioggia, il suo odore, il rumore che produceva.
Per tutto il tragitto cercai di non pensare a Nathan, ma con scarsi risultati. Un’ ondata di dolore mi azzannò.

Appena arrivata a destinazione, scesi dal taxi. L’uomo mi guardava in modo strano, forse per il trucco decisamente troppo sbavato. Non gli diedi conto, lo pagai e mi fiondai nel bar pieno di persone ubriache.

Pensai che mi sarei unita facilmente a loro qualche minuto dopo. E fu così.

‘Un altro bicchiere..’ ‘Un altro ancora..’ e così via, fino a quando non mi ubriacai.

Non ricordo assolutamente nulla di ciò che accadde successivamente, ricordo solo quando ho smaltito la sbornia e mi sono accasciata sul bagno.
Mi ritrovai in una stanza di un motel a me sconosciuto. Perché mi trovavo lì?

Accesi il telefono per vedere che ora fosse e trovai un sacco di chiamate perse e messaggi.
Un sacco di messaggi erano da parte di mia madre, ma altrettanti, forse anche di più, erano da parte di Nathan.


Poggiai la faccia sul cuscino come a voler soffocare tutti i pensieri.

Scelsi di cancellare tutti i messaggi da parte di Nathan senza leggerli e, allo stesso tempo, decisi di cercare il bagno per darmi almeno una sistemata.

Mi alzai dal letto e sentii una voce femminile che mi chiamava da dietro: “Buongiorno, signorina”


Mi girai e rimasi un po’, come dire, sorpresa. Era Sharon.

“Che ci fai qu..che ci faccio qui? Io..”

“Karen, io frequento quel bar. Quando sono entrata, mi sono recata subito in bagno, dal momento che ne avevo bisogno. Lì c’erano delle..persone che cercavano di..” Si interruppe.

“Di...” la incitai a continuare.

“Fotterti”

Ah.
“Così ho chiamato il proprietario del bar che mi ha aiutato, insieme ad altre persone, a cacciarti fuori dai guai e così ti abbiamo portata qui. Stai bene? Che ti è successo?”

Sorrisi leggermente per la sua preoccupazione. Come ho già detto, non avevamo un rapporto molto stretto e mi fece solamente piacere quello che aveva fatto per me.
“Sono andata ad una festa ieri sera e..” Il groppo in gola e il mal di stomaco ritornarono. “E ho scoperto che Nathan mi tradiva.” Azzardai, non sapendo se ne valeva davvero la pena raccontarle tutto.

Notai che stava accendendo una sigaretta. Me la porse, ma la rifiutai. La puzza di fumo mi fece arricciare il naso. Fu probabilmente una smorfia abbastanza divertente da provocare una fragorosa risata alla ragazza dai capelli neri.

Rimasi totalmente neutra aspettando una risposta alla mia affermazione che non arrivò presto.

“Ti fai le canne e ora per un po’ di fumo vorresti apparire disturbata?” Finì di ridere.

La mia espressione molto, decisamente, irritata.

“Beh, comunque” Aspirò dalla sigaretta. “Penso che tutti sapessero che è stato a letto con mezza scuola e non solo” Rilasciò il fumo e io mi sentii ribollire. Trattenne una risatina.
Serrai la mascella.


“E tu? Ci sei mai stata? No, perché ho sempre notato che eravate molto affiatati.” Ringhiai.

Sorrise, ma gli occhi non trasmettevano la stessa emozione amichevole che la bocca voleva trasmettere.

“No, mai.” E aspirò dalla sigaretta. Dopo aver rilasciato il fumo la buttò fuori dalla finestra e continuò. “Non capisco perché non plachi un po’ i tuoi spiriti bollenti, il ragazzo ti trattava male, credi che non l’abbia notato? Ti urlava contro praticamente tutto il tempo”

“Spero che tu sia l’unica a saperlo.” Domandai, più che affermare.
“Sì, credo.”

Rilassai i miei muscoli tesi dalla conversazione e chiesi dov’ era il bagno. Ovviamente si limitò a esordire con un “cercalo”.

Fortunatamente non era difficile da raggiungere e lo trovai molto facilmente.

Mi guardai allo specchio. Cosa? Ero davvero io? Com’era possibile che mi fossi ridotta in quello stato?

I capelli spettinati, il trucco nero ancora ben visibile sotto gli occhi e su tutta la faccia. I vestiti stropicciati.

Mi lavai la faccia e rimossi quasi definitivamente il trucco. Pettinai i capelli con le mani come potevo e li legai in un codino che permetteva ai miei ricci spettinati di cadermi sulle spalle. Sistemai alla meno peggio il mio vestito e uscii.

Dovevo assolutamente trovare un modo per tornare a casa.

Mi servivano soldi per..il mio portafoglio!


Lo cercai disperatamente in camera e mi chiesi dov’ era finita Sharon. Quando tornò le chiesi se aveva visto la mia borsa e scosse la testa.

“Se hai bisogno di un passaggio, posso dartelo io.” Mi offrì.

“Sì..saresti molto gentile” Le rivolsi uno sguardo grato.

Ci avviammo verso la sua macchina.

Accese un’altra sigaretta.

“Non puoi fare a meno di fumare quando sei in mia presenza?” Chiesi innervosita.

“No, e io so perfettamente che non puoi fare a meno del mio passaggio, quindi chiudi quella cazzo di bocca prima che ti faccia scendere e ti lasci qui” Rispose altrettanto innervosita.

Alzai gli occhi al cielo, sapendo che se avessi replicato, lei mi avrebbe davvero fatta scendere.

“Il cellulare l’avevi lasciato nella borsa?” Chiese dopo pochi secondi.

“No, è qui, per fortuna. Perché?” Lo alzai per farglielo vedere.

Notai un leggero cipiglio sulla sua faccia prima di rispondere. “Così magari potevamo rintracciare la borsetta” Replicò in modo veloce, quasi a voler scansare quella domanda.

Arrivammo a destinazione, la ringraziai per tutto e mi fece scendere a 50 metri da casa mia perché “aveva da fare”.

So bene qual è il suo “da fare”. Doveva andare da qualche parte ad ascoltare qualche gruppo metal per niente famoso e ignorato dal resto del mondo. Ma era una cosa che stranamente le piaceva e, del resto, ognuno ha i suoi strani passatempi.

Camminai con il freddo pungente verso casa mia, ma venni bloccata da un tocco freddo e possente.

Non mi girai, ma sapevo riconoscere benissimo quel tocco. Non potei fare a meno di rabbrividire. Cosa voleva ora da me?
 
 
 
 
 SPAZIO AUTRICE

OKAY, SI', MI ODIATE. E MI ODIERETE ANCORA DI PIU' QUANDO SAPRETE CHE NON POSSO DARE IL BENVENUTO PERCHE' SONO ASSOLUTAMENTE DI FRETTA. 
Voglio comunque ringraziare tutti i recensori e chi ha messo la mia storia tra preferiti/seguiti/ricordati e chi mi ha messo tra i suoi autori preferiti. Significano molto per me tutti i segni di apprezzamento che mostrate nei miei confronti.
Ringrazio anche i lettori silenziosi, grazie mille :3 <3

PROMETTO CHE LA PROSSIMA VOLTA IL CAPITOLO SARA' PIU' LUNGO E LO SPAZIO AUTRICE SARA' DECENTE COME GLI ALTRI, SCUSATEMI, SCUSATEMI E SCUSATEMI ANCORA. 

-Vi amo, grazie a tutti <3




 

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 7 ***


KAREN

 
‘Pensavi che saresti riuscita ad evitarmi per sempre?’ Mi domandò con voce calma, ma colma di rabbia.
 
‘Io..Nathan, che ci fai qui?’ Tentai inutilmente di sciogliermi dalla sua presa che si faceva sempre più stretta.
 
‘Cosa importa ora? Dobbiamo chiarire.’ Affermò lui con lo stesso tono di prima.
 
‘io..non voglio chiarire.’ Dissi con finta sicurezza.
 
‘Non ti capisco, Karen..’ Strinse ancora di più la presa facendomi gemere. ‘Sono sempre stato quello di cui tu avevi bisogno, mi hai sempre amato, hai un aspetto orribile e non ho la più pallida idea di dove tu sia stata per ridurti in questo stato e sono sicuro che, anche quest’ ultima cosa, sia dovuta al fatto che abbiamo mollato. Perché non puoi darmi un’altra possibilità? Ne vale davvero la pena stare così?’
 
Abbassai la testa e non risposi. Lo sentii sospirare. Con mia grande sorpresa, lasciò il mio braccio.
 
‘Karen, un’altra possibilità ti sto chiedendo’  Decise di ripetere.
 
Presi tutte le mie forze e risposi. ‘No, Nathan, no. Troppe volte mi hai ferita. E poi, pensi che non sappia quante volte mi hai tradita? Sappiamo entrambi che non potrebbe funzionare.’
 
‘Ah no?’ Fece un sorriso falsissimo.  ‘Ma io ti avrò comunque, tesoro’
 
Se ne andò.
 
Tutto quello che riuscii a fare fu restare lì ferma a fissarlo mentre se ne andava.
 
Puntai gli occhi verso il basso e mi diressi a casa.
 
Aprii la porta di casa e ritrovai i miei genitori con le mani sui fianchi e con uno sguardo piuttosto furioso.
 
‘Salve, genitori.’ Salutai con nonchalance.
 
‘Sai che sei stata fuori tutta la notte? E sai quante volte ti ho chiamata? Stai bene?’ Chiese mia mamma con le lacrime agli occhi.
 
Quasi mi sentii in colpa, ma mantenni i miei occhi apatici.
 
‘Io sto bene, grazie per la preoccupazione.’
 
Li superai e mi fiondai nel bagno.
 
Sentii mia mamma piangere urlando cose del tipo ‘cosa le abbiamo insegnato?’ e mio padre che la appoggiava.
 
Alzai di istinto gli occhi al cielo e mi buttai sotto la doccia.
 
Dopo essermi asciugata e aver perfezionato i miei ricci, andai in camera mia, dove trovai mio fratello praticamente steso sul mio letto a giocare alla sua playstation che aveva montato nella MIA camera.
 
‘Liam, che ci fai qui?’ Incrociai le braccia.
 
‘Mamma e papà pensavano fossi morta, allora nell’ eventualità mi son detto che questa stanza sarebbe diventata ottima per diventare la mia sala giochi’ Rispose con la massima tranquillità.
 
Sorrisi perché sapevo bene che se ci fosse stato davvero da preoccuparsi lui sarebbe stato il primo a cercarmi.
 
‘Che hai fatto tutta la notte?’ Mi chiese non abbandonando la console.
 
‘Ho lasciato Nathan e mi sono praticamente ubriacata.’
 
‘Nathan..? E’ finita definitivamente tra voi?’ Non potei fare a meno di notare la felicità che cercava di nascondere nella sua voce.
 
‘Beh, pare di sì’
 
‘Complimenti sorellina, hai fatto un ottimo lavoro, davvero un ottimo lavoro.’
 
Si alzò dal letto, spense la console, mi diede un bacio sulla fronte e se ne andò.
 
‘La tua playstation’ Gli ricordai.
 
‘La smonterò dopo’ rispose.
 
Misi le cuffie nelle orecchie ignorando tutti i messaggi di Nathan e feci partire i Green Day.
 
Picchiettai sul comodino al mio fianco a tempo con Boulevard of broken dreams.
 
Improvvisamente vidi arrivare una chiamata. Emily.
 
Decisi di rispondere.
 
Non feci nemmeno in tempo a dire ‘Pronto’ che subito attaccò a parlare.
 
‘Kareeen, non puoi nemmeno immaginare! Ieri sono stata tutto il tempo con Peter e indovina? Mi ha dato anche il suo numero! Abbiamo parlato di un sacco di cose anche se facevo fatica a concentrarmi davvero sull’argomento! I suoi occhi verdi sono davvero la fine del mondo, non capisco come faccia a non avere una ragazza! Vabbè, per me è sicuramente meglio così, non credi? Beh, comunque mi ha offerto un drink e mi ha parlato un po’ della sua vita e di quando si è trasferito a Londra e di quanto gli manchi la sua Los Angeles! E’ un ragazzo stupendo, bello sia fuori che dentro, aaah’ Sparò un milione di parole in pochissimi secondi e dovetti faticare per capire tutto.
 
‘Emily, sono molto felice per te’ Le dissi senza mentire. Ero davvero molto felice per lei.
 
‘Grazie Karen, senza il tuo aiuto non sarei riuscita nemmeno a spiccicare parola con lui, grazie mille’
 
Sapevo che stava sorridendo senza nemmeno vederla.
 
‘A te come è andata ieri?’ Domandò
 
‘Ho rotto con Nathan’ Sarà la centesima volta che lo ripeto da ieri.
 
‘Cosa? Davvero? Sono felicissima, finalmente, non vedevo l’ora!’ Non risposi un po’ spaesata dalla sua reazione.
 
‘..come mai?’ Cercò in qualche modo di riparare per la sua precedente affermazione.
 
‘L’ho visto baciarsi con una bionda ossigenata’ Non avevo voglia di spiegare i dettagli, quindi mi limitai a quello.
 
‘L’ho sempre detto che non mi piaceva, Karen, non ti merita. Tu meriti molto di più.’ Disse sinceramente la mia amica.
 
Mi limitai ad un sospiro.
 
‘Dai, stasera andiamo a mangiare una pizza insieme, ti va?’ Offrì.
 
‘E’ una splendida idea’ Risposi.
 
‘Va bene, allora ci vediamo alle sette al nostro solito posto, ciao Karen, a dopo’ Disse con estrema gentilezza.
 
Io adoravo quella ragazza.
 
Mi preparai e per le sei e mezza ero abbondantemente pronta, così mi avviai in anticipo al ‘nostro solito posto’. Era semplicemente un vicolo dove si stava in completa tranquillità e dove potevamo parlare in pace.
 
Ricordo ancora quella  bambina bionda piangere mentre tornavo a casa. Ricordo che quel giorno avevo preso un brutto voto e perciò ero di malumore, quindi presi le strade meno affollate. Arrivata in questo vicolo, notai la bambina bionda piangere perché un’altra bambina se n’era scappata col suo lecca lecca.
 
Io la mattina ne avevo preso uno, ne andavo pazza. Così lo presi e glielo porsi. Lei smise di piangere e mi ringraziò.
 
Così ogni giorno cominciammo a vederci per giocare e lì nacque la nostra amicizia.
 
Erano le sette e un quarto ormai passate ed Emily non si era ancora presentata.
 
Verso le sette e mezza venne di corsa verso di me e si scusò per il ritardo. Non la rimproverai e ci avviammo verso una pizzeria a me sconosciuta.
 
‘Non ci sono mai venuta qui’ Commentai una volta dentro.
 
‘Cavolo Karen, vivi in questa città da quando sei nata’
 
‘Non so, non l’ ho mai notata e poi Londra è enorme’
 
Sorridemmo e ci sedemmo ad un tavolo. Una cameriera prese l’ordinazione e aspettammo.
 
Mentre io ed Emily parlavamo del più e del meno, la vidi improvvisamente spalancare gli occhi in un’espressione sorpresa che presto si tramutò in un’espressione di immensa felicità. Mi girai immaginando già il motivo di quell’espressione, ma la mia attenzione si focalizzò su un’altra persona.
 
Austin.
 
Immediatamente al suo fianco vidi Peter. Stavano seduti con un gruppo di ragazzi ed erano appena arrivati.
 
La mia amica era euforica.
 
‘Karen, c’è Peter!’ Cominciò a battere le mani. ‘Andiamo da lui!’
 
‘Cosa? Non se ne parla proprio’ Non so perché, l’idea di rivedere Austin mi irritava.
 
‘Dai, ti prego, solo il tempo di salutarlo
 
‘Ma perché non ci vai da sola?’
 
‘Perché da sola non ce la farei mai, daii’
 
Dopo altri minuti di discussione cedetti alle sue preghiere e ci dirigemmo verso il loro tavolo.
 
‘Ciao, Peter’ Salutò Emily, tentando di mascherare il suo imbarazzo.
 
‘Ciao Emily, che piacere vederti, che ci fai qui?’
 
‘Ero venuta con la mia amica Karen per una pizza’
 
‘oh, sì, Karen, mi ricordo di te’  Mi sorrise, ma non ricambiai.
 
Austin per fortuna era concentrato a parlare con i suoi amici e non mi notò nemmeno.
 
‘Beh, volete sedervi qui con noi? C’è spazio’
 
Proprio mentre stavo per dire che era una pessima idea, Emily accettò e mi prese per il polso. Di corsa andò a dire alla cameriera del nostro spostamento di tavolo e ci sedemmo con loro.
 
Peter e Emily cominciarono a conversare animatamente e ogni tanto mi porgevano qualche domanda.
 
Notai molte volte lo sguardo di Austin addosso, ma non l’ho mai incrociato.
 
Improvvisamente, cominciò a parlarmi.
 
‘Karen, come va?’ Mi sorrise.
 
Mi ritrovai a ricambiare il sorriso spontaneamente e mi maledii subito dopo per averlo fatto.
 
‘Tutto bene, a te?’ Mentii.
 
‘Tutto bene’
 
Rimanemmo per qualche secondo a fissarci negli occhi, quando arrivarono le ordinazioni.
 
‘Oh, voi due vi conoscete già? Che maleducato, non vi ho nemmeno presentato i ragazzi’ Disse Peter. ‘Allora, lui è Austin, lui Josh, lui Carl, lui Max e lui Michael.’ Indicò, presentando rispettivamente Austin, un ragazzo molto bello dai capelli neri e occhi color gelo, un ragazzo dai capelli rossi, un altro riccioluto e uno dai capelli lunghi fino alle spalle lisci e castani.
 
Strinsi la mano ad ognuno di loro, Austin me la volle stringere e gliela strinsi per ultimo. Lui la tenne tra la sua per un bel po’ di tempo e io godei di quel contatto.
 
Ritrassi la mano appena Emily cominciò a coinvolgermi nella sua conversazione con Peter.
 
Non ascoltai molto di ciò che dicevano, mi limitai ad annuire. Ero stordita dal pensiero del calore della mano calda del ragazzo dagli occhi azzurri.
 
 
 
 

SPAZIO AUTRICE

 
Ssssssalve a tutti, eccomi ritornata con un altro capitolo. Mi scuso ancora per lo spazio autrice dell’altra volta, stavo davvero molto di fretta. Comunque, volevo scusarmi per il supermegaultraritardo che ho fatto, ma sono impegnatissima e la scuola è pesantissima.
 
Detto questo, non ricordo esattamente a chi devo dare il benvenuto, quindi ne approfitto per ringraziarvi
TUTTE.
 
Ringrazio la mia fuckyeah che recensisce dal primo capitolo, grazie mille :3 <3. Ringrazio EleonoraPibia che ha recensito tutti i capitoli, grazie anche a te <3 e ringrazio tommo5, logiuronoisiamoinfinito, Ameezy, lamezzosangue_ michael98, Mahomiectioner, this is meee e Sweetgirl 98 per aver recensito uno o più capitoli, grazie a tutte, ragazze, significa molto per me tutto quello che fate e vi ringrazio tantissimo <3
 
Ringrazio chi ha messo tra preferiti/seguiti/ricordati  la storia, siete meravigliosi e chi mi ha messa tra gli autori preferiti, grazie mille dalla prima all’ultima <3
 
Spero che non smettiate di seguire la storia dal momento che non ho aggiornato da un sacco di tempo, venite dai, daiii *voce da Ciuchino in Shrek* HHAAHAHAH
 
Va bene, io mi dileguo, grazie ancora :’) <3

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