Martina

di Nenottina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Martina si allena ***
Capitolo 2: *** Un picnic all'aria aperta ***
Capitolo 3: *** Il matrimonio ***
Capitolo 4: *** Vegeku ***
Capitolo 5: *** La festa di compleanno ***
Capitolo 6: *** Il primo appuntamento ***
Capitolo 7: *** Il primo bacio ***



Capitolo 1
*** Martina si allena ***


Martina atterrò nel cortile della Capsule, eccitata.
Non li vedeva ormai da un po’ . Aspettava da tempo la possibilità di poterli andare a trovare e finalmente quel giorno era arrivato.
Si diresse alla porta di casa ed entrò, guardandosi attorno. Nessuno.
Poi una testolina fece capolino da dietro l’angolo – Zia!
Bra le corse incontro contenta e le abbracciò le gambe, non potendo arrivare più in alto, e lei le accarezzò la testa.
Poco dopo anche Bulma varcò la soglia della cucina – Oh Martina, che piacere vederti!
-Dove sono gli altri? – chiese l’interpellata mentre si scambiavano un abbraccio.
Lei sospirò rassegnata – Indovina? – così Martina non poté trattenere una risata, perché aveva capito: la stanza della gravità.
-Vado a salutarli
Tornò fuori e quando arrivò vicino alla macchina sentì il rumore sordo che stava a significare che in quel momento era in funzione. Non si era sbagliata.
Aprì la porta, impaziente di mettersi alla prova contro fratello e nipote, i quali non smisero di lottare neanche quando lei entrò e si richiuse la porta alle spalle.
Finalmente Trunks arrischiò un’occhiata, ma venne colpito e sbatté contro la parete.
-Non distrarti! – gli gridò dietro Vegeta, poi anche lui la notò – Che ci fai tu qui?
-Sono passata per un saluto
Lui fece una smorfia scocciata e poi fece cenno a Trunks di riprendere l’allenamento.
-Dai papà, fai almeno lo sforzo di essere un po’ più gentile…
Vegeta alzò le braccia al cielo, poi si rivolse alla sorella – Ciao, ora esci, ci stiamo allenando
Lei sorrise, conoscendo bene i modi bruschi del fratello – Mi sei mancato! – lo circondò in un abbraccio, subito sciolto dal principe, che la spinse via.
-Vuoi la guerra eh? Molto bene, allora fatti sotto – lo sfidò lei.
-Non ho tempo da perdere, dobbiamo allenarci, vattene!
-Hai paura che possa batterti? Beh si, posso capir… - non finì la frase che Vegeta la fece sbattere contro all’acciaio della macchina.
-Ti batto in qualunque momento, non ho bisogno di dimostrarlo!
-Io dico di si, non sai quanto sono diventata forte, potrei batterti se mi impegnassi – lo provocò, dopo di che si mise in posizione.
Eh si, adorava provocarlo e vedere le sue reazioni.
-E va bene – cedette infine lui – Avrai la prova che cerchi!
Fece arretrare Trunks verso la parete, spingendolo con calma, poi la attaccò velocemente.
Martina, per niente sorpresa, parò il colpo e contrattaccò.
Le piaceva allenarsi con suo fratello, uno dei pochi in grado di tenerle testa, e le poche volte che riusciva a vederlo, non si faceva sfuggire l’occasione e ne approfittava per sgranchirsi un po’.
-Tutto qui? – lo schernì.
Con una smorfia divertita Vegeta replicò – Ho appena cominciato – detto ciò le fece pressione con calci e pugni, dei quali Martina fu costretta ad incassarne buona parte suo malgrado. Allora si trasformò in Super Sayan all’improvviso, bloccò il polso dell’avversario e lo fece filare a terra, rimanendo poi sospesa in aria, in posizione.
Il fratello si rialzò ed anche lui si trasformò, attaccandola subito dopo. La lotta era ancora impari, Vegeta aveva la meglio.
Martina decise allora di arrischiare una sfera di energia, a costo di rompere qualcosa. La lanciò e colpì Vegeta in pieno, ma senza causargli troppi danni. Era ancora in perfetta forma.
Allora passò al secondo livello, decisa a surclassarlo, riuscendo così a guadagnare un vantaggio, anche se temporaneo.
Il principe non se lo fece ripetere due volte ed anche lui aumentò di livello.
Dopo altri colpi si fermarono a studiarsi reciprocamente.
-Non preoccuparti, fratellone, ora viene il bello – gli disse lei con un sorriso.
-Era ora!
E ricominciarono, con ancora più foga e più velocemente di prima.
Crearono entrambi una sfera di energia e la lanciarono contemporaneamente. I due colpi si scontrarono a metà, ma nessuno dei due voleva cedere.
Poi, incredibilmente, i colpi vennero sbalzati in alto ed entrambi vennero colpiti dalla sfera avversaria, sbattendo contro la parete.
Dopo un attimo di sbigottimento, Martina si rialzò.
-Ehi, ma dov’è Trunks? – chiese guardandosi attorno.
-Tsk, il solito, appena ha una scusa buona per non allenarsi fila via immediatamente – anche Vegeta si era rimesso in piedi.
-Beh, mi sono divertita fratellone, ora però che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa? – la Sayan si mise le mani sullo stomaco, affamata.
Il principe fece un verso di assenso, mentre si dirigeva alla macchina e spegneva tutto.
Stava per uscire, quando la sorella lo bloccò per il polso, così si voltò a guardarla, spazientito.
-Grazie…per l’allenamento intendo. Ti voglio bene – Martina gli sorrise sinceramente.
Lui si liberò con uno strattone, continuando a fissarla impassibile, mentre a poco a poco il sorriso di lei svaniva dal volto.
Poi Vegeta fece un mezzo sorriso – Anche io sorellina – si voltò ed uscì all’aperto.

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Capitolo 2
*** Un picnic all'aria aperta ***


Martina aveva deciso: avrebbero fatto un picnic, costasse quel che costasse.
Goku fu subito d’accordo, ovviamente, non si sarebbe lasciato certo sfuggire un’occasione simile.
La risposta di Vegeta invece fu un secco no.
Martina se lo aspettava – No lo dico io! Ho deciso che verrai, perciò non discutere!
-Ah si? E chi mi obbligherà? Tu?
Lei sorrise – Bra – chiamò – Scusa, vieni un attimo
La nipote comparve sulla soglia della stanza poco dopo – Si zia?
-Dì a tuo padre cosa succederà se non verrà con me e Goku al picnic
Si scambiarono uno sguardo d’intesa. Ne avevano parlato in precedenza – Molto semplice. Lo costringerò ad accompagnarmi in centro a fare shopping ogni giorno. Dovrà portarmi ovunque io voglia in macchina, e gli farò saltare sempre gli allenamenti. In pratica renderò la sua vita un inferno – concluse lei con un sorriso rivolto al padre.
-Tu…non puoi… - ma nello sguardo della figlia Vegeta trovò solo una gran determinazione, nessun segno che stesse fingendo o scherzando.
La conosceva troppo bene, lei scherzava raramente.
Così dovette cedere.
Le due ragazze si scambiarono il cinque.
Il giorno successivo Martina, Goku e Vegeta erano finalmente in riva al lago.
Lei iniziò a preparare, mentre Goku si tuffava per rimediare qualche pesce da cuocere. Stese a terra la tovaglia e accese il fuoco.
Vegeta invece si sedette sotto ad un albero e si appoggiò al tronco, seccato.
Più tardi tre enormi pesci stavano cuocendo sul fuoco, mentre Goku e Martina chiacchieravano piacevolmente in attesa di gustarseli.
Quando tutti e tre furono sazi, si appoggiarono al tronco dell’albero, con Vegeta nel mezzo, e chiusero gli occhi.
Martina e Goku vennero svegliati dalla reciproca capocciata che si diedero quando il principe si alzò di scatto.
Lui li guardò parecchio infastidito.
-Evitate di dormirmi addosso, voi due
Detto ciò se ne andò via.
I due Sayan si scambiarono un’occhiata confusa, che subito si trasformò in una risata che non poterono trattenere.
Si sdraiarono sull’erba e osservarono il cielo per un po’, senza pensare a niente.
C’erano un bel po’ di nuvole. Un po’ troppe.
Infatti più tardi cominciò a piovere a dirotto ed iniziò a tuonare in lontananza.
Un classico temporale estivo che compare e scompare in un attimo.
Non era il caso di rimanere sotto l’albero, così ripiegarono in una grotta lì vicino.
Meglio così, piuttosto che tornare a casa volando per poi rischiare di essere sballottati dal vento.
Si strizzarono i vestiti alla bell’e meglio e poi si sedettero ad aspettare.
Tempo qualche minuto e una tigre dai denti a sciabola fece la sua comparsa dal fondo della grotta, ringhiando.
-Ehi, ciao! Brutto tempo, eh? Meglio ripararsi qui, non è vero? – la salutò Martina osservando la pioggia.
Per tutta risposta quella si avvicinò di più e ringhiò più forte.
Lei allora si mise le mani sui fianchi e la guardò male – Senti, lo so che qui ci vivi tu e abbiamo invaso casa tua, ma ce ne andremo appena smetterà di diluviare, non c’è bisogno di fare tutte queste scene
La tigre spiccò un salto verso di lei a fauci spalancate ma Goku la afferrò per la collottola.
-Non è ora di giocare, avanti torna di là – il Sayan la voltò verso il fondo e le diede una spintarella, ma lei non mollò: attaccò Goku.
Lui fu costretto suo malgrado a darle un pugno sul muso e quella crollò a terra priva di sensi.
-Mi dispiace, non sono riuscito a controllarmi, ma te la sei cercata – la ammonì lui serio.
Tornarono a sedersi.
-Si riprenderà, vero? – chiese Martina, un po’ preoccupata.
-Certo…credo…si, se la caverà – la tranquillizzò lui con un sorriso.
Passarono il tempo a chiacchierare in compagnia della tigre svenuta, fino a quando finalmente non smise di piovere.
-Ciao tigre, spero tu abbia imparato la lezione! – salutò Martina, dopo di che seguì Goku, già in volo verso casa.
-Credi che mio fratello verrà un’altra volta a fare un picnic con noi? – chiese la Sayan scherzando.
Lui si mise a ridere – Beh, se non viene…più cibo per me!
-Per noi, vorrai dire! – lo corresse Martina.
Il suo entusiasmo si smorzò un poco – Si, si, volevo dire per noi…
Lei gli diede una spinta divertita – Ah beh…volevo ben dire!
Più tardi si separarono e tornarono ognuno a casa propria.
Martina atterrò nel giardino della Capsule.
-Ciao zia! – vide Trunks salutarla con un sorriso e poco lontano notò anche Bra.
-Oh ciao ragazzi, vi divertite un po’ fuori?
I due annuirono e tornarono subito a lottare tra loro.
Passò dalla stanza della gravità, dove il fratello si stava allenando duramente.
-Ciao, te ne sei andato presto, ti sei perso la parte migliore…quasi – salutò lei quando vi entrò. In effetti era indecisa se la parte migliore della giornata fosse stata il pranzo o la chiacchierata con Goku e la tigre nella caverna.
-Perché, c’è stato qualcosa di bello? – commentò Vegeta.
Lei sospirò – Beh, se vuoi saperlo, la tua sorellina stava per essere sbranata da una tigre dai denti a sciabola
Non che ne avesse avuto paura, anzi. E poteva benissimo metterla K.O. quando voleva, ma era uno spasso stuzzicarlo.
Lui la guardò stranito per un attimo, poi si riscosse – Certo…come no
Martina si diresse alla porta e la aprì – Comunque…che ne dici se domani usciamo ancora? Oggi è piovuto, è stato un peccato interrompere…
-Non ci penso neanche, se vuoi uscire con Kakarot a me non importa, ma io non verrò
-Capisco… - la Sayan sorrise astutamente, poi gridò – Bra?

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Capitolo 3
*** Il matrimonio ***


Finalmente il grande giorno era arrivato.
Il tempo sembrava essersi dilatato in quegli ultimi tempi.
Martina era pronta. Di lì a qualche minuto avrebbe sposato l’uomo della sua vita. Troppa emozione.
Yamcha entrò nel camerino con un gran sorriso – Come sta la mia sposina?
Lei si voltò di scatto – Yamcha! Non puoi vedermi in abito da sposa prima della cerimonia! Porta male! – si nascose come poté dietro a Bulma, che le stava dando una mano.
-Oh andiamo, ci credi anche?
-Yamcha, vattene – Bulma prese le sue difese e lo spinse fuori dalla porta, poi sospirò.
Poco dopo si piazzò all’ingresso della chiesa e la musica partì.
Martina avanzò con passo lento lungo la navata, seguita dal piccolo Goten che teneva lo strascico.
Subito dietro c’era invece suo nipote, Trunks, che portava le fedi.
Tutti la osservavano con il fiato sospeso mentre passava. Era una sposa bellissima.
Lei invece si concentrò su Yamcha, che la guardava non credendo ai propri occhi.
Arrivò all’altare e lanciò un’occhiata ai suoi testimoni: suo fratello, sempre impassibile, e Goku, con un sorriso a trentadue denti.
Bulma e Chichi facevano da damigelle, mentre Crilin e Tensing erano i testimoni del suo futuro marito.
Iniziò la funzione.
Trunks si era impuntato sul fatto che siccome portava gli anelli doveva rimanere seduto accanto alla zia, perciò continuava a sedersi sul pavimento di fronte all’altare, mentre Bulma cercava di farlo stare sulla panca senza successo.
Dovette intervenire Vegeta, che alla fine lo convinse con la minaccia di morte istantanea.
Fu più convincente del solito.
Si misero le fedi a vicenda, poi si baciarono e tutti applaudirono e urlarono di gioia.
Beh…tutti tranne uno.
Dopo la cerimonia, i festeggiamenti.
Il primo ballo spettava ai novelli sposi, e loro non se lo fecero ripetere e ballarono non solo il primo ma anche i successivi, finché non ressero più e fecero una pausa per riposare.
La Sayan andò dal fratello, che sembrava non si stesse divertendo per niente.
Bulma continuava a guardarlo male, di certo perché voleva che Vegeta la invitasse a ballare, ma a lui ovviamente non importava.
-Non balli? – gli chiese.
Lui scosse la testa – Sai che non mi piace
-Solo uno, dai
Bulma si avvicinò a passo di marcia e lo prese per mano – Sono stufa di stare seduta, ora tu vieni a ballare! – lo trascinò sulla pista, ignorando le sue proteste.
Martina li osservò, lui impacciatissimo: Bulma era costretta a guidare.
Sapeva che il fratello non era il tipo, ma si sarebbe aspettata almeno un augurio da lui.
Invece niente.
Chiacchierò con gli invitati, un po’ delusa a causa di quei pensieri, ma smise di pensarci quasi subito.
Al buffet incontrò Goku che si stava riempiendo a sazietà.
-Come stai? – gli chiese quando lo vide.
-Il cibo è ottimo, grazie, e ancora congratulazioni! – si mise in bocca un pezzetto di sushi – Sai, è una vita che Yamcha voleva sposarsi
Martina sorrise al pensiero che avesse scelto proprio lei – Me lo aveva detto
Goku le accarezzò la testa – Ha scelto bene
Si divertì moltissimo, finché a sera tutti tornarono a casa.
Arrivati alla Capsule, si mise qualcosa di più comodo, poi tornò in sala e si sedette sul divano con Yamcha. Aveva i piedi che urlavano dal dolore per i tacchi, ma andava bene così.
-Non posso credere che ora siamo marito e moglie – le disse lui circondandola con un braccio.
Martina gli diede un bacio – Neanche io, non è cambiato niente, eppure è cambiato tutto…
-Adoro i tuoi commenti profondi
Parlarono ancora un po’ del matrimonio, fino a quando non decisero di andare a letto.
Andò in camera e fu sorpresa di trovarci Vegeta.
Voltato di schiena, stava osservando il suo bouquet, ma non si accorse di lei.
-Vegeta?
Suo fratello si voltò, sorpreso, e sbatté gli occhi un paio di volte. Erano lucidi. Appoggiò immediatamente i fiori.
-Cosa ci fai qui?
Lui riprese il suo atteggiamento di superiorità – Niente, ora me ne vado
E dire che per un attimo aveva sperato…
Vegeta uscì dalla stanza e Martina si mise ad osservare il bouquet che lui teneva in mano poco prima.
Fece un mezzo sorriso. Era sposata. Con l’uomo che amava.
Eppure niente, non riusciva ad essere completamente felice.
Solo perché suo fratello…
Si sentì abbracciare da dietro – Yamcha… - cominciò, poi però capì che non era lui.
-Che c’entra il terrestre adesso? – Vegeta si staccò dall’abbraccio e incrociò le braccia.
Martina non seppe cosa replicare, così stette zitta e lo abbracciò di nuovo.
Lui ricambiò l’abbraccio stringendola forte.
Avrebbe potuto rimanere così per ore…
-Volevo solo…farti gli auguri…non volevo abbracciarti…
Martina fece un mezzo sorriso – Lo so, non fa niente
-Ora lasciami
Lei allentò la stretta – Sei tu che mi stai tenendo
Vegeta sembrò accorgersene solo in quel momento, e subito si staccò – Non è vero, eri tu che mi stringevi
-Oh, si certo, è proprio così – la Sayan trattenne una risata.
-Che hai da ridere adesso? – il fratello arrossì di vergogna, poi si diresse verso la porta della stanza con passo altero – Tsk, piuttosto vattene a letto
Martina si buttò immediatamente tra le coperte e ripensò alla giornata appena trascorsa.
Ora si sentiva completa.

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Capitolo 4
*** Vegeku ***


Dopo nove mesi che lo avevano scoperto, finalmente di lì a poco sarebbe nato.
Il dottore aveva detto a lei e a Yamcha che sarebbe stato un maschio, così avevano scelto di chiamarlo Vegeku.
Suo marito era diventato iper-protettivo da quando aveva saputo che era rimasta incinta e non le aveva permesso di fare più niente.
Ora era fuori in sala d’aspetto, con l’ansia a mille. Anche se non poteva vederlo, poteva immaginarlo, e molto bene anche.
Avevano aspettato un po’ da quando si erano sposati, ma finalmente il primogenito era arrivato.
Martina si chiese come sarebbe stata come madre per quel piccolo Sayan.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma anche lei era molto nervosa e non sapeva se sarebbe stata all’altezza del ruolo.
Fece dei respiri profondi: le doglie stavano cominciando.
I dottori si misero attorno a lei e la aiutarono.
Più tardi la Sayan teneva in mano un fagottino di stoffa da cui spuntava la testolina di Vegeku, sorridente.
Nascose per bene la coda, prima di creare scompiglio.
Yamcha entrò in sala parto e si sedette su una sedia accanto al suo letto.
-Come stai?
-Non ci sono stati problemi, stiamo entrambi benissimo – era una gioia immensa vedere il proprio figlio appena nato.
Passò il fagottino a Yamcha, che lo prese con delicatezza e lo osservò ammirato.
-Ciao piccolino, benvenuto in famiglia, io sono il papà – prese una manina al nuovo arrivato e gliela accarezzò, e Vegeku fece un sorriso tutto denti.
-Ci prenderemo cura di lui
-Ma certo, e sarai una madre fantastica – le diede un bacio e le ripassò il piccolo.
Martina si mise a cullarlo – Lo spero…sono molto in ansia…da oggi cambierà tutto, dovremo adattarci alle sue esigenze, dargli ciò di cui ha bisogno…
Lui le accarezzò il viso – Tranquilla, ce la faremo
Ma certo che ce l’avrebbero fatta.
-Saremo dei genitori fantastici – annuì – Gli daremo tutto ciò di cui ha bisogno, e diventerà forte come il papà e intelligente come la mamma
-Ehi! – Yamcha si finse offeso – Stai insinuando che sono stupido?
-Oh, hai ragione, scusa, sarà forte come la mamma e intelligente come la mamma – non riuscì a trattenersi e si mise a ridere.
-Molto divertente…
-Su amore, sto scherzando – Martina lo abbracciò forte – Prenderà il meglio da entrambi, vedrai
Suo marito sorrise – Vi amo e vi proteggerò sempre, anche se sei più forte di me e anche se Vegeku supererà la mia forza, farò di tutto perché non siate in pericolo
-Amore…lo so che hai tutte le migliori intenzioni, ma lascia che sia io a proteggere voi, d’accordo?
Le dispiaceva ammetterlo, ma Yamcha non avrebbe potuto farlo, lei era molto più forte, e Vegeku lo sarebbe stato presto anche lui.
-Il compito di un padre è anche questo, altrimenti sarei inutile, non ti pare?
-Per me non sarai mai inutile, se mi fossi aspettata che mio marito mi proteggesse non avrei scelto te, non credi? – la Sayan gli sorrise e gli prese la mano.
-Si, ma in ogni caso sarò sempre con voi per aiutarvi quando ne avrete bisogno
Amava quando suo marito diceva cose del genere.
-Credo che possiamo tornare a casa ora
Martina si alzò dal letto e tenendo una mano a Yamcha uscì dalla sala con in braccio Vegeku.
Da quel giorno avrebbero avuto una nuova vita in giro per casa, o meglio, un piccolo Sayan scalmanato.

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Capitolo 5
*** La festa di compleanno ***


Martina si svegliò sorridente.
-Buon giorno amore
-Buon giorno tesoro, tanti auguri! Quanti sono? Cinquantacinque? – Yamcha ridacchiò divertito, e Martina lo fece stare zitto tappandogli la bocca con il suo cuscino.
-No amore, non sono così vecchia – disse poi calma.
-Davvero? Strano pensavo… - La Sayan lo fece quasi soffocare nuovamente.
Più tardi si diressero alla Capsule, dove avrebbero festeggiato.
C’erano tutti, anche la famiglia Son.
-Auguri cara! – Bulma la abbracciò – Anche con un anno in più sei sempre fantastica
Martina appoggiò il piccolo Vegeku nel box e gli diede un pupazzo per giocare.
-Zia! Sei arrivata! – Trunks le corse incontro sorridente e lei lo prese in braccio – Tanti auguri zia! Zio Yamcha mi ha detto che compi cinquantacinque anni…ma sono tanti!
La Sayan strinse i denti e lo mise giù – Yamcha? – urlò.
Yamcha comparve dietro il muro – Si tesoro? – quando però vide la sua espressione e Trunks lì vicino si bloccò – Oh dio – scomparve di nuovo velocemente.
Martina sospirò e si rivolse a Trunks sussurrando – Tesoro, ne compio trentadue…non dirlo a nessuno però
-Va bene, puoi contare su di me! – rispose Trunks serissimo, prendendola come una promessa solenne.
-Ah Bulma, dov’è Vegeta?
-Indovina? – Bulma alzò gli occhi al cielo.
-Oh…capisco…senti ti dispiace dare un’occhiata a Vegeku?
-Certo che no, vai pure
La Sayan uscì e si diresse alla stanza della gravità.
Quando la aprì notò immediatamente la luce rossa, segno che era in funzione, e suo fratello che si allenava a schivare i raggi dei robot.
-Non pensi proprio ad altro eh?
-Cos…? – Vegeta stava per spegnere uno dei robot, ma colto alla sprovvista non riuscì a fermarsi in tempo e lo distrusse, mandandolo in mille pezzi.
I robot si fermarono e la gravità tornò alla normalità.
Vegeta atterrò – Tu che ci fai qui?
-E’ così che si saluta? Non dirmi che non ti ricordi neanche che giorno è oggi!
-Lo so bene che giorno è oggi, quella donna non parla d’altro da una settimana…
-Quindi? – Martina sorrise.
-Quindi ora puoi anche tornare a festeggiare
-Ovviamente, ma tu verrai con me! – lo prese per il polso e lo trascinò dentro casa, ignorando le sue proteste.
Più tardi arrivò la torta, gigante, per poter accontentare tutti i Sayan presenti.
-Wow! – Goku la stava già gustando con gli occhi.
Espresse il desiderio spegnendo le candeline, poi ognuno prese una fetta, o nel caso di alcuni, molte fette.
-Questi Sayan… - mormorò Bulma.
Quando tutti furono sazi fu il momento dei regali.
-Zia questi li abbiamo fatti io e Goten! – Trunks le passò due rotoli di carta che contenevano, scoprì, due disegni di lei e degli altri componenti della famiglia.
-Sono bellissimi, piccoli – disse lei abbracciandoli forte – Vi voglio bene
-Anche noi! – risposero i bambini in unisono.
Goku le aveva regalato un bracciale, che lei indossò subito – Grazie mille Goku!
-Sai non sapevo bene cosa regalarti, allora Chichi… - la donna in questione gli diede uno schiaffo dietro la testa.
-Ma sei un testone, non devi dire che ti ho aiutato a sceglierlo!
Tutti risero di gusto.
Scartò anche gli altri regali.
A sera la festa finì e a poco a poco tutti tornarono a casa.
-Ehi – Vegeta si avvicinò alla sorella, palesemente in imbarazzo – Non che volessi…insomma queste feste sono solo una perdita di tempo…però…beh quella donna…bah, tieni e basta – le passò un pacchettino, e poi si voltò rosso in viso.
-A casa lo apro, che ora dobbiamo andare anche noi, grazie fratellone – lo abbracciò lei sorridente.
-Non… - Vegeta sospirò. Era inutile che lo ripetesse, lo avrebbe abbracciato lo stesso.
Ricambiò l’abbraccio.
-Non mi interessa, ti voglio bene e ti abbraccio anche se non vuoi – replicò la Sayan.
-Si, si… - si staccarono.
Poco dopo Martina, Yamcha e il piccolo Vegeku erano di nuovo a casa.
Il bambino era nella sua culla, e lei si sedette sul letto con il pacchetto insieme al marito.
Lo aprì e ci trovò una collana, con diverse pietre incastonate.
C’era anche un biglietto: E’ uguale a quella che aveva la mamma. Auguri. Vegeta.
-E’ bellissima… - a Martina vennero gli occhi lucidi – Come quella della mamma…
-Te la metto – Yamcha la prese e gliela legò al collo – Fatti vedere?
Lei si voltò, sorridendo.
-Stupenda
-Si…è una collana molto bella…
-E chi parlava della collana? – Yamcha sorrise.
Martina si mise a ridere – Stupido – lo abbracciò – Ti amo

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Capitolo 6
*** Il primo appuntamento ***


Martina quel giorno era particolarmente felice, ma d’altronde, non poteva non esserlo.
Sarebbe uscita da sola per la prima volta con un ragazzo, e non un ragazzo qualunque, ma Yamcha.
Con uscire ovviamente si intendeva senza dover combattere qualcuno. Quel giorno sarebbero semplicemente stati due normali ragazzi.
Neanche lei sapeva di preciso da quanto tempo aspettava quel momento, ma di certo non vedeva l’ora.
Si chiese cosa avrebbero fatto, se magari l’avesse portata in qualche bel posto e sarebbero rimasti soli, oppure avrebbero girato in città mano nella mano parlando del più e del meno.
Forse sarebbero andati al parco, si sarebbero seduti su una panchina e avrebbero iniziato a ridere insieme, e poi in un momento di particolare intimità i loro visi si sarebbero avvicinati sempre di più e…
-Martina? – Il viso di Yamcha comparve da dietro la porta, e quando la vide sorrise – Oh eccoti
-Oh…ciao…ehm…ora arrivo – Martina si riscosse da quel sogno ad occhi aperti e gli andò incontro.
Si avviarono alla porta uscendo di casa.
-Allora…come stai? – le chiese Yamcha, un po’ insicuro.
-Bene, bene, molto bene ora – Martina annuì sorridente, poi si chiese se non stava esagerando a mostrare così tanto entusiasmo, così cercò di darsi una calmata.
Era solo Yamcha in fondo…lo conosceva da una vita.
-Cosa ti piacerebbe fare? – le chiese, forse non aveva notato la sua agitazione.
-Decidi tu, a me va bene tutto
Yamcha ci pensò su, poi si diresse in centro ed iniziarono a girare tra le vetrine, chiacchierando piacevolmente.
Non che a Martina piacesse granché, ma l’importante era passare del tempo insieme.
Poco dopo lui la guardò dubbioso – Non entri da nessuna parte?
-Perché…dovevo entrare…? – chiese la Sayan perplessa.
-No, no – Yamcha sorrise – Figurati, se non vuoi non ti obbligo mica, è solo che ogni volta che sono uscito con Bulma lei voleva sempre entrare a guardare in ogni negozio, e allora ho pensato…insomma…pensavo volessi entrare anche tu…
Martina li immaginò insieme, e Bulma che se lo trascinava dietro ogni volta.
Si stupì a sentire una fitta di gelosia.
Certo ormai a Bulma, Yamcha non interessava più come possibile ragazzo. Sapeva che in fondo a lei ormai piaceva suo fratello, Vegeta, anche se per il momento non l’avrebbe mai ammesso, e lo stesso si poteva dire per lui, eppure…
Cercò di non pensarci e gli sorrise – Lo shopping non fa per me
-Oh – Yamcha ridacchiò – Si in effetti siete molto diverse, avrei dovuto pensarci prima di portarti qui…
Sembrava sentirsi un po’ in colpa, così lei propose – Non preoccuparti, perché non ci prendiamo qualcosa da bere invece?
Il ragazzo annuì, così entrarono in un bar e ordinarono, dopo di che lui iniziò a farsi sempre più nervoso man mano che il tempo passava e Martina si chiese per l’ennesima volta il perché di quel comportamento.
Forse aveva paura? In fondo era sempre sorella di Vegeta. In effetti poteva veramente farlo fuori se avesse voluto, ma ovviamente non lo avrebbe mai fatto.
-Yamcha stai bene? Lo sai che non ti farei mai niente vero? – Martina gli prese una mano cercando di rassicurarlo, ma ciò provocò solo l’effetto contrario: il ragazzo si mise a balbettare che era tutto okay, diventando rosso.
La Sayan ritirò la mano, confusa.
Gli uomini…non li avrebbe mai capiti, Sayan o terrestri che fossero.
Sembrava davvero a disagio, ma lei non trovava il modo per tranquillizzarlo senza rischiare di peggiorare la situazione.
Finirono di bere, così lei propose di tornare.
-Ehm…Martina…io…tu… - Yamcha ricominciò a balbettare.
Se almeno fosse riuscita a calmarlo, avrebbe quanto meno provato a capire quello che cercava di dire.
-Tu…tu non vorresti anche qualcosa da mangiare? – dopo quella frase il ragazzo non ce la fece più e si mise le mani in faccia.
Era quello che stava cercando di dire da tutta la giornata? Semplicemente che aveva fame?
Certo che ad aver paura di dire una cosa del genere significava che era davvero preoccupato della sua forza.
-No Yamcha…ma se vuoi prendere qualcosa tu non c’è problema…
Prima o poi sarebbe riuscita a fargli capire che non aveva motivo di aver paura, almeno sperava.
-Ehm…no, no… - Yamcha ridacchiò un poco grattandosi la testa, un gesto che Martina trovava particolarmente carino e dolce.
I ragazzi tornarono alla Capsule e dopo essersi salutati Martina chiuse la porta e ci appoggiò la fronte chiudendo gli occhi.
Anche quel giorno non era riuscita a dirglielo…doveva farcela prima che fosse troppo tardi.
Sentì Yamcha sospirare forte – Accidenti a me…avrei dovuto esprimere quel desiderio, almeno ora non mi troverei in questa situazione… - man mano che si allontanava la voce si faceva sempre più flebile, fino a scomparire del tutto.
La Sayan sapeva bene quale desiderio intendeva: smettere di essere timido e impacciato con le ragazze. Ma il punto era…cosa aveva voluto intendere con ciò?
Una piccola speranza si riaccese nel cuore della ragazza. Forse non era tutto perduto.

Angolo autrice: Probabilmente avete notato che i capitoli non sono in ordine cronologico, questo per esempio è ambientato poco dopo l'arrivo di Vegeta sulla Terra, prima del matrimonio tra Martina e Yamcha naturalmente. Da ora se scriverò altri episodi saranno un pò mischiati sulla linea temporale, perciò devo chiedervi di collocarli voi nel tempo come meglio credete ;)
Spero non vi dispiaccia, a presto spero :)

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Capitolo 7
*** Il primo bacio ***


Martina e Yamcha stavano facendo una passeggiata nel bosco, lontano dalla confusione della città, che entrambi amavano poco.
Si fermarono su una grossa radice che sporgeva dal terreno.
Martina era parecchio tesa, ancora non era riuscita a dirgli quello che provava e faceva fatica a credere che ce l’avrebbe fatta proprio quel giorno.
Ogni volta che era con lui sperava sempre di non rovinare tutto quanto c’era tra loro facendo la cosa sbagliata al momento sbagliato.
La nuova tattica che aveva messo a punto era evitare l’argomento.
-Mi tornano in mente i vecchi tempi quando io e Goku eravamo ancora bambini… - commentò guardando il fiume che scorreva lì vicino.
-Allora non ci conoscevamo ancora… - replicò Yamcha di rimando.
-Purtroppo… - le venne un’idea assurda, ma decise di proporglielo – Guarda, anche se sono passati anni so ancora come cacciare i pesci – gli avrebbe fatto vedere come pescava da piccola.
Non sapeva di preciso il perché ma voleva mostrarglielo.
Yamcha si incuriosì, così si alzarono e si avvicinarono al fiume.
Lei si tolse gli stivali e le polsiere, ma evitò di togliere anche i vestiti, quello sarebbe stato troppo.
-Goku usava la coda come esca – spiegò mentre si preparava – io preferisco afferrarli direttamente con le mani
Lui annuì interessato.
Poco dopo, Martina si buttò in acqua e si immerse.
Puntò un pesce parecchio grosso e scattò, lo afferrò per la coda e riemerse.
-Yamcha! – gridò – Prendi!
Gli lanciò il pesce verso la riva e lui cercò di afferrarlo sorpreso, senza successo.
Si sbilanciò in avanti e cadde in acqua, così come il pesce che aveva preso.
-Oh no Yamcha!
Lui cercava di rimanere a galla ma la corrente lo ributtava ogni volta sotto e faticava a prendere aria.
Martina allora nuotò velocemente verso di lui e gli sorresse la testa tenendogliela fuori dall’acqua.
Lo portò a riva e uscirono dal fiume entrambi bagnati fradici e ansimanti con il ragazzo che tossiva forte per liberare l’acqua dai polmoni.
-Yamcha…stai bene?
-Si…si…grazie…
Poi la Sayan si rese conto che non erano mai stati così vicini come in quel momento, stesi a terra e affannati per lo sforzo.
-Tu stai bene?
Lei annuì, ma non riuscì più a parlare e continuò a osservarlo.
Non le sembrò mai così bello, con i capelli gocciolanti e quel mezzo sorriso che aveva ogni volta che si divertiva.
Ormai ne era troppo sicura per poterlo ignorare. Lo amava e voleva trovare il coraggio di dirglielo.
Yamcha si stese a terra a pancia in su con un sospiro.
-Yamcha…io…
Gli si avvicinò e lui notandola iniziò ad agitarsi – Ehm…si…?
Non le importava, lo avrebbe fatto, glielo avrebbe detto e se per lui non era lo stesso almeno non avrebbe più dovuto nasconderlo.
Gli prese il viso e lo baciò chiudendo gli occhi.
Si sentì benissimo, e capì che lo avrebbe fatto ancora e ancora, se fosse stato per lei non avrebbe mai smesso.
Yamcha intanto si era sorpreso, ma poi si era lasciato andare senza opporre resistenza.
Dopo un lungo e infinito momento si staccarono e si guardarono l’un l’altro.
Il ragazzo era stralunato, troppo incredulo che fosse successo.
-Yamcha ti amo! – Martina lo tirò fuori tutto d’un fiato, poi arrossì violentemente e si voltò dalla parte opposta, agghiacciata.
Come aveva potuto? Aveva rovinato tutto.
Non le avrebbe neanche più rivolto la parola probabilmente.
Forse era meglio andarsene. Decisamente era meglio se se ne fosse andata in quel momento. Accidenti perché non si era fatta insegnare il teletrasporto da Goku?
Sentì una mano sulla spalla che la voltava delicatamente di nuovo verso di lui.
-Anche io ti amo…
Poi Yamcha la baciò di nuovo.

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