La causa di una delle sue ferite più gravi

di Figuringmyselfout
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: come la tua vita può essere mandata a rotoli ***
Capitolo 2: *** Non sono una di cui si potrà prendere gioco ***
Capitolo 3: *** Da domani comincia il vero inferno ***
Capitolo 4: *** La tradizione vuole che sia tu, a levarmi il kimono ***
Capitolo 5: *** A quanto pare è molto possessivo ***
Capitolo 6: *** Mai un complimento, eh? ***
Capitolo 7: *** Smettila di startene li impalata a sognare e vieni a dormire ***
Capitolo 8: *** Era premonitore ***
Capitolo 9: *** Capitolo facoltativo: Abilità innata ***
Capitolo 10: *** Avevo decisamente bisogno di un po’ d’aria fresca. ***
Capitolo 11: *** Quante volte ancora devo ripeterti che non ho intenzione di tradirti ***
Capitolo 12: *** Ripresi ad accarezzalo e continuai fino a che non mi addormentai. ***
Capitolo 13: *** Sto dicendo che sei stata una debolezza per me fin dal primo momento che ci siamo visti ***
Capitolo 14: *** Dovresti prenderti più cura di te stesso ***
Capitolo 15: *** Bentornato a casa ***
Capitolo 16: *** Forse ***
Capitolo 17: *** Io apparterrò per sempre a Madara ***
Capitolo 18: *** Voglio che tu sia mia ***
Capitolo 19: *** Quel bacio tanto a lungo desiderato ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: come la tua vita può essere mandata a rotoli ***


Ma perché a me? Insomma non sono mica l'unica figlia della famiglia principale degli Asakura ma noooo….perché rovinare la vita a Yume o a Yuki se c'è Cristina
“Ma padre, perché io?”
“Perché sia Yume che Yuki sono troppo grandi per lui”
“Ma c'è anche Yuri che potrebbe sposarlo”
“Cristina, tu sei l'unica che potrebbe farlo: noi abbiamo bisogno di questa alleanza, ho paura che se un'altra della tue sorelle lo sposasse non resisterebbe, hanno un carattere troppo debole e dolce; senza contare che Yuri è decisamente troppo piccola”
“Per l'appunto! Gli uomini amano che le donne siano deboli e dolci!”
“A noi non seve che lui ti ami, abbiamo bisogno di un'alleanza”
Volevo tirargli un calci la dove non batte il sole però è comunque mio padre, colui che mi ha doto la vita (anche se poi me l'ha completamente rovinata…), e non posso farlo.
“Ma poi, di che clan è capo? Voglio dire, solitamente i clan non mettono uno così giovane alla guida…”
“Ti basti sapere che è il capo di un clan molto potente”

UFFF sei stato illuminante padre….

Non me lo sarei mai aspettato da lui, fino ad ora è stato l'unico che mi ha veramente capita: non ha mai fatto storie sul fatto che voglio diventare una potete ninja anzi, mi ha addirittura allenata lui stesso. Ma ora mi sento veramente tradita.
“Vai a prepararti, partiremo domani mattina e…Cristina, ricorda, sei l'unica che lo può fare”
Sembrava rattristato ma, suvvia, non era lui quello che doveva sposare un completo sconosciuto. Andai in camera mia e con molta malavoglia cominciai a raccogliere le mie cose; la tradizione voleva che la sposa non si portasse niente dietro ma io non sono mai stata una che rispetta le regole. Spero solo che il mio futuro marito non faccia troppe storie sul fatto che passo più tempo ad allenarmi piuttosto che a ricamare.
Ah poso solo immaginare quel poveretto che avrà la sfiga di sposarmi…


-LA MATTINA DOPO-
“Cristina…sveglia…è ora di andare” Le mie stupide sorelle cercavano (senza successo, ovviamente) di svegliarmi.
Si, per me sono tutt' e tre stupide, non sto dicendo che non gli voglio bene e, tantomeno, non sostengo di brillare per la mia intelligenza però, per lo meno, non mi faccio mettere i piedi in testa da tutti
“Se ci tenete alle vostre vite vi consiglio di smammare”
“Ma Cristina, nostro padre si infurierà…”
“E a me dovrebbe importare perché…?”
“Cristina…per favore...”
“Ahhhh va bene, mi alzo, però dovete levarvi dalle scatole”
“Va bene, ma ceca di sbrigarti”
“Certo, certo…”Povere ingenue… io me ne torno tranquillamente a dormire ma, non appena mi trovo una posizione comoda, sento ei passi avvicinarsi alla mia camera: ma chi cavolo cammina come un elefante di prima mattina?
“Ora basta Cristina! Alzati e vestiti, dobbiamo arrivare là prima di cena e il villaggio è piuttosto lontano quindi muoviti.”
“Ma padre, il mio lettino è cosí comodo…”
“Non importa se è comodo o meno, ti devi alzare. Soprattutto se vuoi fare colazione.” A questo punto balzo in piedi: io ho un'autentica ossessione per il cibo…”Certo che voglio fare colazione “
“Allora muoviti” con molta, moltissima, malavoglia mi alzo e mi dirigo verso il bagno con una velocità pari a quella di una lumaca. “Hai 5 minuti per preparati dopodiché inizieremo senza di te, e tu sai cosa succede se non arrivi in tempo…” non ti fanno entrare…e se non ti fanno entrare non mangi….
Afferrai il kimono che avrei indossato per il viaggio e filai nel bagno: in 2 minuti ero pronta ( e mio padre se la stava ridendo di brutto…)
“Su vieni, andiamo a mangiare” mi cinse le spalle con un braccio e ci dirigemmo verso la sala da pranzo.
Una volta che tutti si erano accomodati, io stavo per iniziare a mangiare ma mio padre mi fermò.
“Come voi tutti già sapete oggi mia figlia Cristina diventerà la sposa di un capo clan e si dovrà trasferire nel suo villaggio e vorrei che voi tutti la salutaste come si conviene” E da li tutti iniziarono a dirmi un sacco di frasi smielate che non ascoltai minimamente: ero troppo occupata a pensare come sarebbe stata buona la colazione. “Cristina, dovresti ringraziarli” mio padre aveva un'espressione esasperata ma anche gli occhi peni di lacrime.
“Eh? Ah si…Ehmm…vi ringrazio per tutte le belle parole che avete sprecato su di me ma so esattamente che non sono un adorabile angioletto e so anche che con le belle parole faccio schifo quindi è inutile perdere altro tempo: iniziamo pure a mangiare!” Tutti scoppiarono a ridere e mio padre mi diede un ceffone dietro la testa ma stava ridendo anche lui…

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Capitolo 2
*** Non sono una di cui si potrà prendere gioco ***


Era quasi mezzogiorno e noi stavamo ancora viaggiando
“Papààà io ho fame!!”mi lamenta come una bambina
“E va bene. CI FERMIAMO PER FARE UNA PICCOLA PAUSA!” disse il capo branco e tutti si fermarono con un sospiro di sollievo.
“Padre ora mi potete dire il nome del povero sfigato?”
“Povero sfigato?” “Si, quel poveretto che diventerà mio marito.”
“Lo scoprirai quando arriveremo al suo villaggio”
“per favore, voglio almeno conoscere il suo nome”
“Va bene, ma devi promettere che poi non farai più storie e obbedirai”  “Va bene….”
“Madara Uchiha”  “COSA?! Lui no! Padre, lo sapete quanto-“
“Hai promesso di non fare più storie”  “Ma lui è-“
“Silenzio! Hai dato la tua parola e la manterrai!” mi zittii e per tutto il viaggio no dissi più una parola, non posso credere che mi  abbia fatto questo.

Il motivo per cui odio tanto Madara risale a quando ero ancora piccola: i nostri genitori si stavano mettendo d'accordo per allearsi mentre noi bambini giocavamo nel giardino; all'epoca io ero tranquilla (come ogni altra stupida ed ingenua bambina)e giocavo con le mie sorelle fino a quando sentii i miei fratelli chiamarmi “Cristina porta a Madara-sama e a Izuna-sama qualcosa da bere” “Ehhh?! Perché io?”
“Perché sei la più piccola e perché sei una ragazza” “E cosa c'entra se sono una ragazza o meno?” A questo punto intervenne Madara che mi guardò con tanto disprezzo che quasi mi feci schifo da sola “Vuol dire che servirci è il tuo compito e vuol dire anche che non devi osare contraddire un uomo” “Ma non è giusto!” Senza dire altro mi afferrò per il collo e mi sollevò da terra e lanciò un'occhiataccia ai miei fratelli  “Dovreste insegnare a vostra sorella un po' di educazione” Mi scaraventò dall'altra parte del giardino. Stavo piangendo ma non perché mi faceva male ma per la rabbia: come osava trattarmi così e soprattutto come osava palare in questo modo ai miei fratelli. Mi alzai e corsi verso di lui per dargli un pugno ma, com'era prevedibile non feci neanche in tempo a sfiorarlo che lui mi aveva già colpita.
Mi aveva tirato un singolo pugno che, però, mi aveva causato una forte emorragia interna: fui costretta a rimanere chiusa in camera per mesi perdendomi anche la festa che aspettavo da anni, la festa del Sole e della Luna ( lo so…il nome fa schifo ma sono leggermente a corto di idee).Era una celebrazione che avveniva ogni 4 anni ed era il mio sogno più grande, ma non vi sono potuta partecipare.
I genitori di Madara si scusarono per l'accaduto ma si vedeva lontano un miglio che non gliene importava nulla, in quanto a lui, disse soltanto: “È colpa sua se è debole”.
Da allora mi allenai senza sosta e divenni forte: riuscii ad attivare l'abilità innata  (Che consiste nel poter copiare tutte le altre abilità innate, tuttavia, le abilità acquisite devono essere studiate ed evolute, perché il fatto di poterle copiare non garantisce che le si sappia usare) e sconfissi tutti i miei fratelli. In pratica ero diventata la più forte, forse solo mio padre sarebbe capace di mettermi in difficoltà ma non lo saprò mai, visto che si rifiuta di combattere contro di me.


Quando arrivammo al villaggio era ormai pomeriggio inoltrato e ad attenderci c'erano solamente gli anziani, visto che il caro Madara e la maggior parte degli uomini erano a combattere un'alta stupida guerra. Mi scortarono in una stanza e mi fecero preparare per la cena: oggi annunceranno il nostro fidanzamento e domani ci sposeremo.
Per ora potevo indossare ancora i miei vestiti ma da domani sarei stata costretta ad portare lo stemma degli Uchiha, il temuto ventaglio.
Mi stavo preparando mentalmente per tentare di non uccidere il mio futuro marito appena lo vedo, quando qualcuno parlò “La cena sarà servita fra 5 minuti, Madara-sama e Izuna-sama sono appena rientrati. Sarà meglio avviarci…” Feci un respiro profondo, mi alzai e aprii la porta: ero pronta. Nessuno mi tratterà come mi ha trattata lui in passato, gli dimostrerò che non sono una di cui si potrà prendere gioco.

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Capitolo 3
*** Da domani comincia il vero inferno ***


Quando arrivai nella sala vidi che tutti erano già là. Mio padre mi sorrise “Cristina vieni qui, accanto a Madara”

Con un'espressione impassibile mi misi al suo fianco e gli anziani iniziarono un lungo discorso su come fosse giunto il momento di concretizzare l'alleanza tra i nostri due villaggi con un matrimonio…

Tutti applaudirono e noi proseguimmo con il rituale: ci girammo, uno di fronte all'altra, ci guardammo (lui mi scrutava con disprezzo mentre i miei occhi erano carichi di risentimento) e posai la mia mano sinistra nella sua cosicché mio padre potesse legarle col nastro. Questo segna il mio destino, non posso più tornare indietro. Per tutta la cena dovetti stare legata a lui, e per tutta la cena ebbi un istinto  omicida che spaventava addirittura me stessa. Non ci parlammo, non scambiammo nemmeno una parola.

Izuna ci guardava incuriosito: com'era possibile che io non arrossissi o non provassi nemmeno a guardare Madara? Solitamente le ragazze appena lo vedevano arrossivano e facevano i loro stupidi risolini, ma erano anche sempre spaventate ogniqualvolta gli passava vicino. Io, invece, ero completamente impassibile (intento omicida a parte) e Madara era altrettanto incurante.

Alla fine della cena Madara, e di conseguenza io, si ritirò: appena fummo fuori dalla sala slacciò quel stupido nastro, lo gettò a terra e se ne andò senza dire la benché minima cosa e io feci altrettanto. Con la coda dell'occhio vidi mio padre uscire e raccogliere il nastro.

Mi stavo per mettere a dormire quando sentii qualcuno bussare: era mio padre
“Cristina, posso entrare?”  “Fai pure” entrò e mi porse il nastro “Non lo dovresti lasciare in giro”
“E che dovrei farmene?” “Tua made lo usava per legarsi i capelli, non se ne separava mai”
“È diverso, vi siete sposati per amore” “Veramente anche il nostro è stato un matrimonio combinato”
“Davvero?” ne rimasi veramente sorpresa, i miei genitori si amavano così tanto….
“Si, noi stavamo per attaccare il suo clan e, per evitarlo, i capi di allora ci fecero sposare e posso dire che non poteva capitarmi niente di meglio. Sai, magari, con gli anni è cambiato; forse se ci provassi potresti arrivare ad amarlo”

“No è impossibile, padre. Voi non avete idea di come mi guarda, è come se fossi dello sporco sulla sua armatura: mi disprezza e, se potesse, sono sicura che non mi sposerebbe neanche se fossi l'ultima donna sulla terra. Non so nemmeno se è capace di amare!” ero davvero adirata. Come poteva solamente pensare che io possa amare quell'essere?

“Cristina, mia cara bambina, non tutti  esprimono le proprie emozioni. Anche tu, se non ti conoscessi,  direi che tutta la tua famiglia ti è completamente indifferente ma io so che ci vuoi molto bene, è solo che non lo dai molto a vedere. Magari-“ “No, padre. Lui da a vedere quello che prova mi trova irritante e prova disgusto solo a guardarmi. Non provate a fare dei forse, perché lui non potrebbe mai amare. E ora vi prego di andare. È tardi e domani mi aspetta una lunga giornata.” Lui fece un lungo sospiro e lo accompagnai fuori “Buona notte, padre” “Dormi bene piccola mia” mi diede un bacio sulla fronte e se e andò.

Io restai fuori ancora un po'ad ammirare le stelle, dopo un minuto sentii la porta della camera accanto alla mia aprirsi e indovinate un po' chi c'era dentro? Esatto! Proprio Madara! Ci guardammo per qualche istante poi lui voltandosi disse: “Torna in camera” “Preferirei stare fuori ancora per un po'.”

“Mi stai disobbedendo?” Era rivolto verso di me e mi fulminava con lo sguardo “No, sto solo esprimendo un desiderio”

“Non farlo. Torna dentro.” Sospirai e mi avviai verso la camera ma prima di entrare mi rivolsi a lui “ Tanto perché tu lo sappia: non vado in camera perché me l'hai ordinato tu, lo faccio perché mi va” Lui, fece la stressa cosa di tanti anni fa: mi afferrò per il collo “Sembra che tu non abbia ancora imparato” io, dal canto mio non mi divincolai neanche “Penso proprio di no, anzi, sono diventata ancora più ostinata”

Credo proprio di averlo fatto infuriare perché mi ritrovai nel suo genjutsu  e passai delle ore di inferno,  anche se, nella realtà erano passati solo pochi secondi. Quello che non sapeva è che io stavo acquisendo lo sharingan…

Mi lasciò e io caddi a terra respirando affannosamente.

“Impara ad obbedirmi  e mi rispetterai. Se non lo farai le conseguenze saranno gravi. Non tollererò questo tuo comportamento un'altra volta. Ora entra in camera e non permetterti mai più di fare commenti su di me .”

Mi aveva sentita…Ah bhe…Rientrò in camera sua e richiuse la porta “Buona notte anche a te Madara…” che maleducato…poteva anche salutare. Per stanotte ne avevo abbastanza, mi alzai dal pavimento e me ne andai a letto; da domani comincia il vero inferno.

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Capitolo 4
*** La tradizione vuole che sia tu, a levarmi il kimono ***


Stavo avendo un bellissimo sogno su di me che picchiavo Madara e lui che mi implorava di smettere, quando  fui svegliata da qualcuno che bussava alla porta

“Cristina-sama, si deve alzare, deve cominciare il rituale”

Ah è vero. Oggi finisce ufficialmente la mia vita. Mi alzo ed esco: prima dell'alba mi devo fare un bagno al chiaro di luna e poi me ne devo fare un altro dopo che sorge il sole per simboleggiare il passaggio dalla mia precedente vita a questa.

Dopo essermi  fatta questi inutili bagni sono stata sottoposta a ore di lunghi massaggi con stupidissimi oli profumati e, mentre io dovevo sorbirmi tutte queste cavolate, Madara se la dormiva comodamente. Quando finii di farmi anche il quinto massaggio, alle rose questa volta, mi alzai e mi misi il kimono matrimoniale, quello che avrei indossato per tutto il giorno e che solo Madara avrebbe potuto togliermi.

Mancava soltanto un'ora al matrimonio e io dovevo stare in una stanza a contemplare la mia futura vita. Certo, come no….

Da fuori provenivano voci maschili: molto probabilmente gli uomini si stavano allenando. Mi diressi verso la finestra e la aprii: stavano tutti in file ordinate rivolti verso Madara e Izuna. Il fratello minore probabilmente mi ha notata perché dopo aver detto qualcosa a Madara, egli si diresse verso di me “Cosa fai?”
“Guardo cosa mi aspetta in futuro” “Torna dentro e chiudi la finestra”
“Non è che posso prendere un altro po' d'aria fresca?Sono stata costretta a stare col naso tra i profumi per ore…” “ Non ti è ancora chiaro il discorso di ieri sera?”
“Mi è chiaro, però, non è che ti sto disobbedendo ora, ti sto semplicemente chiedendo un piacere.”
“La risposta è no. Torna dentro” Sbuffando leggermente chiusi la finestra e mi distesi sul tatami; fino a che l'alleanza non sarà sigillata, e fino a che non avrò il controllo sulla sharingan, dovrò controllarmi e fare la brava: non posso rischiare la sicurezza del mio villaggio.
Se un intero villaggio non dipendesse da me sarei già scappata: sono abbastanza forte da non farmi uccidere, però, non ho questa fortuna. Ora capisco cosa voleva dire co “tu sei l'unica che può farlo”, le mie sorelle sarebbero così spaventate da non vedere cosa devono fare per l'alleanza.
“Cristina-sama, è ora” Ci siamo, la mia morte si avvicina.
Le due ragazze mi scortarono fino all'entrata del giardino dove mi aspettava mio padre, con le lacrime agli occhi. “Piccola mia sei stupenda e presto anche Madara si renderà conto di quanto  fortunato  è ad avere te, al suo fianco” Non dissi nulla e lasciai che mi abbracciasse. In questo momento non provavo nulla, è come se fossi una bambola che si muove.

Solitamente le ragazze sono felici di sposarsi, anche con uno sconosciuto, per me invece, sarebbe stata più bella la morte (Almeno là non ci sarebbe stato lui).

Per la seconda volta da quando sono arrivata qui fui costretta a stare mano nella mano con Madara, legate con un nastro bianco con sopra lo stemma degli Uchiha.

Non feci caso a cosa dicevano gli anziani: dissi il mio voto di fedeltà e tornai a fregarmene fino a quando non arrivò il momento del sigillo. Eravamo l'uno di fronte all'altra e ci guardammo per qualche secondo: non avevo ancora fatto caso a quanto fosse bello e alto…
“E ora scambiatevi il bacio” disse il vecchietto. Sentii Madara mettere la sua mano libera dietro la mia schiena e attirarmi a se: mi baciò.

Il bacio era forte e violento: voleva dimostrare a tutti e, soprattutto, a me chi comandava; ma lui non sa ancora con chi ha a che fare. Misi una mano dietro al suo collo e lo avvicinai ancora di più rendendo il bacio ancora più appassionato ricevendo, in cambio,  gli urli di approvazione dei presenti.

Quando ci staccammo Madara mi fulminò con lo sguardo mentre io, per tutta risposta, gli feci un dolce ed innocente sorriso. Sempre mano nella mano ci dirigemmo verso la sala del banchetto dove vi restammo fino a sera.

Prima di ritirarci per la notte alcuni ci dissero certe cose che, a parer mio, potevano evitare:
“Tanti auguri Madara-sama! Avete una moglie bellissima e sono più che sicuro che nuda lo sarà ancora di più” oppure  “Spero che stanotte darete a vostra moglie qualche ora di riposso ha ha ha”
Capisco che sono più o meno tutti ubriachi però, come osano fare certi commenti?!
“Silenzio! Non tollererò che qualcuno faccia certe affermazioni, la prossima volte che sentirò parlare in modo così scurrile di mia moglie ci saranno gravi conseguenze.” Questo mi stupì alquanto. Tutti si erano zittiti e stavano guardando Madara e me che ce ne andavamo.

Una volta arrivati in camera nostra (fa un certo effetto dirlo…) ci slegò “Vai a lavarti e mettiti a dormire” io esitai “Allora?” si stava spazientendo… “La tradizione vuole che sia tu, a levarmi il kimono”.

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Capitolo 5
*** A quanto pare è molto possessivo ***


Non si mosse per qualche secondo ma poi iniziò a togliermi di dosso tutti gli strati fini ad arrivare al piccolo pezzo di stoffa che copriva ciò che faceva di me una donna; stava per togliermi anche quello ma io lo fermai “Questo non fa parte del kimono” Lui continuò “Finisco sempre quello che inizio” Tolse anche l'ultima cosa che mi nascondeva, esponendomi all'aria fresca della sera. Non so se lo fece per umiliarmi o per qualche altra ragione….
Cercai di coprirmi ma lui mi allontanò le mani “Non osare mai coprirti davanti a me. Io sono l'unico che può vederti così e se mai dovessi scoprire che un altro uomo ti ha vista o toccata non esiterò ad uccidere entrambi”
“Degli altri uomini non dovrai preoccuparti” sembrava non capire cosa volessi dire “Nonostante io sia una donna non sono stupida e tantomeno debole. Non rischierei mai un'alleanza ottenuta con tanti sacrifici per una misera notte di piacere. E poi, non credo che riuscirò a trovare un uomo che possa stare con me. A parte te, ovviamente” “Cosa intendi dire con questo?” mi chinai a raccogliere le varie parti del kimono, senza però, scampare allo sguardo vigile di Madara “Nel mio villaggio, nonostante fossi la figlia del capo, nessuno osava chiedermi la mano: questo perché li superavo tutti di gran lunga in combattimento. Non potrei mai stare con qualcuno più debole di me” dirigendomi verso il bagno sentii Madara chiedermi “Non sarà che nel tuo villaggio sono tutti dei deboli?L'unico con un po' più forza era tuo fratello maggiore ma come credo che tu   sappia, è morto tempo fa…” “Oh si che lo so, visto che sono stata proprio io ad ucciderlo” Chiusi la porta.
Shindo era il più grande dei miei fratelli nonché l'uomo più forte e futuro capo del villaggio ma dopo che la sua fidanzata fu uccisa da un Uchiha impazzì e attaccò il loro villaggio uccidendo 5 dei loro migliori guerrieri. Grazie alla nostra alleanza dopo averlo catturato ce lo restituirono avvertendoci che se avesse osato attarli di nuovo non lo avrebbero risparmiato. Mio padre cercò di parlargli e farlo ragionare ma lui non voleva ascoltare e in una notte senza luna attaccò di nuovo gli Uchiha, i miei fratelli riuscirono a fermarlo prima che potesse uccidere qualcun altro tuttavia, l'alleanza rischiò seriamente di spezzarsi. Ci avevano proposto un accordo: se avessimo ucciso Shindo il nostro accordo non avrebbe subito danni.
Il mio povero padre era davvero combattuto: non potevamo rischiare di perdere degli alleati così potenti ma non voleva ancor di più uccidere suo figlio. Ed è qui che entro in scena io: mi offrii volontaria per fare ciò che doveva essere fatto (Fa così Hunger Games…). Ci scontrammo di fronte ai due clan e ovviamente, ebbi a meglio, uscendone senza un graffio. Nonostante l'incontro fosse durato poco, Madara stesso aveva riconosciuto la mia forza. Il motivo per cui no mi riconobbe è perché indossavo una maschera: sarebbe stato disonorevole, secondo gli Uchiha, far morire un uomo per mano di una donna.
Quando uscii dal bagno vidi che era seduto tranquillamente al tavolo e beveva del sakè “Toglimi l'armatura” mi avvicinai a lui e iniziai a sganciare i vari pezzi mentre lui mi osservava silenziosamente finché nn se ne uscì con una domanda che mi sorprese leggermente “Perché?”  “Intendi dire perché sono stata io ad ucciderlo? Bhe perché nessun altro non aveva la volontà o il coraggio di farlo.”
“E non hai rimpianti?” “Tu ne hai dopo che uccidi qualcuno? Potresti alzarti per favore? Devo togliere la parte sotto” Si alzò senza fare tante storie
“Non paragonarmi a te” in quel momento avevo finito con l'ultimo pezzo e senza nemmeno ringraziarmi se ne andò in bagno. Non capivo se aveva cercato di capirmi o se voleva soltanto sapere che provvedimenti prendere affinché io faccia la brava e gli sia fedele. Stavo sistemando i  miei nuovi vestiti, tutti marchiati con lo stemma degli Uchiha come per ricordarmi che ormai sono condannata, quando sentii lo scricchiolio della porta. Feci a mala in tempo a girarmi, e a prendere l'asciugamano che mi aveva lanciato,  che si sedette davanti a me “Asciugami i capelli” Per chi diavolo mi aveva presa? Per la sua nuova servetta personale? Se non fossi cosí stanca mi sarei opposta ma l'unica cosa che volevo fare in quel momento era dormire, quindi per una volta feci come mi disse senza tante storie.
Per essere un uomo aveva dei capelli estremamente morbidi…Mentre glieli asciugavo mi presi un po' di tempo per osservarlo meglio: era davvero bello, oltre ad essere più alto della maggior parte degli uomini ed era incredibilmente muscoloso. Non il muscoloso opulento ma il muscoloso figo. Peccato che il carattere rovina tutto. Appena ebbi finito andai a portare l'asciugamano in bagno e lui si mise comodamente a letto. “Spegni la luce e veni qui, non voglio perdere altro tempo” Spendi le candele e mi coricai accanto a lui, lo sentii stringermi a se. A quanto pare è molto possessivo. 

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Capitolo 6
*** Mai un complimento, eh? ***


Aprii gli occhi per vedere che non era ancora l'alba: Le mie spalle erano rivolte verso Madara che mi stringeva a se, come per impedirmi di scappare: Mi rigirai. Orta eravamo faccia a faccia, un ciuffo andava su e giù quando respirava; stavo per spostarlo quando Madara mi afferrò per il polso e aprì gli occhi
“Cosa pensavi di fare?” “Volevo solo spostarti quel ciuffo dalla faccia, sembrava fastidioso” Sembrava sospettoso “Madara, devi smettere di vedere tutti come dei nemici. Quando ci siamo sposati ho fatto una promessa, e io mantengo sempre le mie promesse quindi, nonostante io ti odi profondamente non ho intenzione di tradirti.” Prima che avesse il tempo di rispondere la stanza venne inondata dalla luce: era l'alba.
“Ci dobbiamo alzare o arriveremo in ritardo e io non sopporto essere in ritardo” con un sospiro uscii dal caldo letto e, sento cielo, se faceva freddo! Fui percossa da un brivido ma Madara non sembrava farci caso… Lui andò in bagno per primo, mentre io mi vestivo, e poi toccò a me. Quando uscii vidi che stava mettendo la sua armatura e, da brava mogliettina, lo andai ad aiutare. Sembrò alquanto sorpreso “Cosa stai facendo?” e con aria da angioletto lo guardai dritto negli occhi “Sto aiutando mio marito, no?” mi lasciò fare ma era evidentemente stupito dal fatto che sapevo esattamente come mettergliela. Sapete, toglierla è alquanto semplice ma metterla è tutt'un'altra storia. Ora, non fraintendetemi, non ho rinunciato a fargliela pagare ma, non ho intenzione di infrangere la mia promessa: gli sarò fedele sempre e comunque però, gli darò una bella lezione (non appena saprò controllare perfettamente lo sharingan: voglio evitare quello che è successo la notte prima delle nozze). “Aiutavo spesso i miei fratelli e mio padre”. Quando ebbi finito andammo in sala da pranzo e tutti ci diedero il benvenuto inchinandosi e, devo dire, la cosa mi piaceva….
“Dopo colazione combatterai contro Izuna, voglio vedere il tuo livello” lo guardai allibita “Non farti strane idee, voglio solo vedere se sei degna della posizione che occupi e se quello che hai etto ieri sera è vero”  Ora era tutto chiaro…
“Onii-sama, ne siete sicuro? Voglio dire, è una donna…” “È anche mia moglie, il clan sarà sotto la sua responsabilità quando non ci saremo. La cosa non piace nemmeno a me ma è il volere degli anziani” Francamente, mi sentivo offesa ma, cosa potevo mai aspettarmi da Madara? Mangiai con calma gustandomi ogni boccone:  devo ammettere che qui, il cibo, è molto più buono e ricco di quello del mio villaggio.
“Bene, andiamo.” “Eh? Ma io non ho ancora finito...” mi lanciò un'occhiataccia “Devo ripetermi?” Tutti ci stavano guardando così, presi un ultimo boccone, e mi alzai. Sono sicura che se avessi fatto una scenata davanti a tutti me l'avrebbe fatta pagare cara.
Ci dirigemmo in giardino e Madara annunciò l'incontro tra me e Izuna, tutti cominciarono a bisbigliare facendolo spazientire “Iniziate!” Ci mettemmo in posizione d'attacco “L'incontro finirà quando uno dei due si arrenderà o perderà i sensi” Partii all'attacco ma mi resi conto che combattere con un kimono lungo sarebbe stato impossibile così, lo atterrai più in fretta che potei e, mentre si rialzava mi strappai una parte del kimono, accorciandolo (L'aura omicida di Madara fece allontanare di molti passi gli uomini che gli stavano vicino ma non poteva pretendere che io combattessi con un kimono lungo…) L'incontro non durò molto e, ovviamene, vinsi io facendolo svenire. Tutti sembrarono sorpresi, incluso Madara. Io gli sorrisi (eh he vedi quanto sono forte buahahah) ma lui restò impassibile. “Visto che hai sconfitto Izuna ti sei aggiudicata un incontro con me. Portatemi il chitarrone!” (il chitarrone è il suo Gunbai ma, data la sua forma, mi piace chiamarlo così)  
Un ragazzino, sui 15 anni, glielo potò anche se, sembrava che stesse per esserne schiacciato. Poveretto…
“Non ho intenzione di trattenermi quindi, preparati” Neanche nei miei sogni più grandi mi sarei aspettata di poterlo affrontare così presto. L'incontro non durò molto (e a metà fui costretta a mostrare lo sharingan, nonostante fosse la versione “base” e tutti se ne stupirono ejejeje ) e fu proprio Madara a sospenderlo, anche se stava avendo la meglio. Venni sconfitta. Tuttavia, con mia grande sorpresa, si rivolse ai suoi uomini e gli fece una bella ramanzina “Com'è possibile che una donna sia più forte di voi? Nonostante sia mia moglie, e quindi deve essere forte, non posso minimamente accettare la cosa. D'ora in poi vi allenerete più duramente, il nostro clan deve diventare il più forte e ciò non sarà possibile se voi tutti non raggiungerete il suo livello. In quanto a te: vai a cambiarti e poi torna qui, devo parlarti” “Si padrone!” Apparentemente si rese conto che lo stavo prendendo in giro perché mi guardò come per dirmi “se vuoi vivere, attenta a quello che dici” ma è di me che stiamo parlando quindi non feci altro che andarmene con un risolino.
Quando tornai vidi che tutti si stavano allenando duramente, sotto la supervisione del caro Madaruccio “Quando sei riuscita a copiato lo sharingan?”  “Quando lo hai usato su di me due notti fa: quando qualcuno usa l'abilità innata vicino a noi la copiamo all’istante. L'unica pecca è non possiamo controllare la cosa.” “Capisco, tuttavia è al livello base e se non sbaglio nel vostro clan le femmine non ereditavano l'abilità”
“Oh ed è qui se sbagliano tutti: le femmine possono ereditarla ma quasi nessuna sceglie di sviluppala. E comunque anche se possiamo copiare le abilità non le sappiamo usare con la stessa maestria di colui a cui le copiamo.”
Ci fu un momento di silenzio ma poi io me ne uscii con: “Come ti sono sembrata? Sono brava vero?”
“È il minimo che tu possa fare. Se non fossi stata in grado di mettere in difficoltà Izuna mi avresti molto deluso”
“Mai un complimento, eh?”

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Capitolo 7
*** Smettila di startene li impalata a sognare e vieni a dormire ***


La sera ci ritirammo prima del solito e, una volta in camera, si ripeté lo stesso procedimento della notte precedente: vado per prima in bagno poi, tocca a Madara e quando esce gli devo asciugare i capelli. Io mi infilai nel letto mentre lui si diresse verso il tavolo e iniziò ad analizzare alcuni documenti; mi rigirai nel letto e mi addormentai.
Al mio risveglio era ancora notte fonda e Madara stava ancora lavorando: si vedeva che era stanco e soprattutto si notava quanto ardentemente volesse incenerire quei fogli.
Persi qualche minuto ad osservarlo: era a petto nudo e, ogni volta che prendeva un foglio vedevo i suoi muscoli contrarsi; ogni tanto spostava un ciuffo di capelli che evidentemente lo infastidiva e sbuffava.
Mi chiedo da quanto tempo sta lavorando perché sento che si scrocchia ripetutamente il collo, deve essere dura stare per così tanto tempo chini sulla scrivania…
Alzandomi mi diressi verso di lui prendendo un nastro; non appena gli toccai i capelli mi afferrò i polsi e mi scaraventò a terra “Cosa stavi cercando d fare?” Posizionandosi sopra di mi scrutò con aria sospetta, come se avessi cercato di ucciderlo “Volevo solo legarti i capelli perché, cosa pensavi volessi fare? Ehhhh pervy Madara….” Credo di aver appena visto la morte che mi salutava….
Si rialzò e si sedette di nuovo al tavolo dandomi di nuovo il nastro: gli presi i capelli meglio che potei (dato che sembra avere un porcospino al posto dei capelli) e li legai. Visto che c'ero mi misi anche a fargli un massaggio alle spalle ricevendo un sospiro di approvazione “Qual è il tuo scopo?”
“Dovrei averne uno?” “Se è vero che mi odi tanto, per quale motivo ti comporti così?”
“Perché vorrei evitare di litigare con te ogni due secondi e vivere in pace quel che resta della mia misera vita”
Per un po' non disse nulla ma poi, prendendo in mano un foglio più decorato rispetto agli altri mi disse che eravamo stati invitati al matrimonio della famiglia Ryofumi, uno dei più grandi e potenti clan, nostro alleato.
“E devo partecipare pure io?” Ho sempre odiato questo tipo di aventi: sono costretta ad indossare bei vestiti (nei quali è pressoché impossibile stare comodi) e a comportarmi in modo impeccabile. Continuo ad essere sempre più convinta che madre natura mi abbia giocato davvero un brutto scherzo…
“Si, è l'occasione perfetta per presentarti a tutti come mia moglie” “Mmh. E quando dobbiamo partire?”
“Domani a mezzo giorno” A quanto pare aveva finito perché si alzò, io mi spostai per farlo passare ma lui mi prese per il polso e mi attirò a se “Se vedo che mi tradisci con un altro uomo, o solo mi dai l'impressione di volerlo fare verrai severamente punita. Dovrai far capire agli altri che tu mi ami profondamente e non oseresti mai tradirmi” Bhe abbiamo fatto progressi: dall'uccidermi è passato al punirmi…
“Madara, ti ho già detto che non dovrai preoccuparti degli altri uomini. Non credo poi che si avvicinerebbero in molti se non fossi quella che sono, voglio dire: preferisco combattere invece che ricamare, trovo i kimono scomodi e amo i vestiti maschili e poi, non sono tutta questa grande bellezza…”
Data la sua statura ero costretta a ad alzare la testa per poterlo guardare negli occhi scuri come una notte senza luna “Stai cercando di ingannarmi sminuendoti?” mi attirò ancora di più a se e, per poter avere un po' d'aria, fui costretta a mettergli una mano sul petto sentendo tutti i suoi muscoli contratti. Lo spinsi ma non si mosse di un millimetro; di cosa diamine era fatto? di pietra? “Non sto cercando di sminuirmi, sto solo illustrando i fatti” Mi guardò negli occhi come se stesse cercando di capire se stavo mentendo oppure no. Probabilmente arrivò alla conclusione che non lo stavo facendo perché disse: “Non avrei mai sposato una che non sia degna di stare al mio fianco. Nonostante tu debba ancora imparare cosa significa obbedire e come comportarti con me, sei la più adatta ad essere la mia sposa. Non osare mai più definirti non desiderabile perché tu non hai idea di cosa pensano gli uomini” lo guardai allibita: non mi sari mai aspettata che dicesse certe cose “E cosa mai potranno pensare gli uomini?Non preferite forse le ragazze con lineamenti dolci e delicati con forme pronunciate e che si comportano come io non potrei mai fare?”
“Noi uomini, la maggior parte delle volte, non sposiamo chi  desideriamo ma colei che risulta più comoda” “Cosa vuoi dire?” Cercai di muovermi ma la sua presa su di me non si allentava.
“Doversi sempre battere per la propria sposa è fastidioso: nel tuo caso ho dovuto imprigionare 10 uomini e punirne severamente altri 5 per via dei loro luridi pensieri su di te”
“Quindi vuoi dire che sposate le ragazze meno attraenti per evitare che gli altri uomini vi diano fastidi? E attualmente preferite i maschiacci?”
“Non rigirare la cosa, Cristina. Hai capito perfettamente cosa intendo.” Mi stava forse dicendo che mi trovava bella e che gli altri uomini pensavano altrettanto? “E….dimmi, come dovrei interpretare il fatto che durante la prima notte di nozze non abbiamo fatto ciò che doveva essere fatto?”
“Non fraintendermi, non è che non ti ho fatta mia perché non ti desideravo ma perché voglio che sia tua a pregarmi di essere fatta mia; nonostante pretendo la tua obbedienza, questa è una cosa che va fatta consensualmente. Trovo molto fastidiosa una donna che si dimena e grida.” “Ah, quindi hai avuto anche questo tipo di esperienze…”
“Personalmente mai, ma le mie esperienze non ti riguardano”   ma perché deve essere così? Mi fa pensare che sotto tutti quegli strati di arroganza, muscoli, ostinazione, muscoli, possessività e muscoli ci possa essere anche qualcosa di positivo e poi, se ne esce con cose del genere. “Ma perché tu puoi, anzi, pretendi , di sapere tutto su di me e di avere il controllo e io non posso sapere le minime cose su di te?”
“Perché sei una donna.” “E cosa vorrebbe dir-“ Mi baciò. Mi servì qualche secondo per capire cosa stesse succedendo ma poi mi colpí come un albero in caduta libera. Mi stringeva a se con cosí tanta possessività che non potevo minimamente muovermi, le sue labbra si muovevano con forza e pretesa sulle mie. Sorprendentemente mi ritrovai a rispondergli dandogli più accesso senza oppormi; la cosa incredibile è che mi stava piacendo…
Feci scivolare la mia mano libera attorno al suo collo per cercare di alzarmi e lui mi aiutò approfondendo il bacio ancora di più. Quando si staccò da me avevo il respiro affannoso e mi stupii del fatto che volevo altro. Facendomi uno dei suoi sorrisi sadici mi lasciò libera. Brutto ammasso di muscoli! Mi aveva raggirata! Si diresse verso il letto e si coricò guardandomi “ Smettila di startene li impalata a sognare e vieni a dormire”

 
Allora bella gente, piccola domanda di servizio: volete che faccia un capitolo dove spiego nel dettaglio l'abilità della protagonista? Volevo farla scoprire man mano che si andava avanti nella storia ma se vi interessa posso fare questo piccolo capitolo aggiuntivo.
Seconda cosa: sto cercando come una disperata un nuovo nome per la protagonista ma non trovo niente che mi piaccia particolarmente e quindi vado per significato ma non so ancora quale scegliere quiiiindi se mi aiutaste sarebbe meraviglioso. Le opzioni sono:
-Ayame (Iris)
-Kameko/Kamico (bambina superiore)
-Kimi (nobile)
-Kimiko (bambina imperatrice)
-Kyo (Villaggio)
-Mari (ostinazione/ribellione)
-Rin (Fredda/dignitosa/severa)
-Yuriko(Bambina delle ceno perfezioni)
-Lascio Cristina

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Capitolo 8
*** Era premonitore ***


A quanto pare ha vinto Mari, yey! Bene, quando avrò tempo (e soprattutto voglia) cambierò il nome anche nei capitoli precedenti
Pace e amore
Stavo per andare verso il letto quando vidi 5 bottiglie di sakè accanto al tavolo. Ahhhh, bhe, ora si spiega la cosa….
Entrai tra le coperte e mi misi il più lontano possibile da lui “Sai, ti preferisco di più quando sei ubriaco” Lo sentii ridere sommessamente e poi mi attirò verso di se; cercai di divincolarmi, per scampare alla sua presa, ma questo non fece altro che aumentare la sua stretta su di me. “Madara, avrei anche bisogno di respirare”
“Allora smettila di muoverti” Mi rigirai un altro po' (o almeno ci provai) fino a che trovai una posizione comoda e chiusi gli occhi “Domani mattina dovrei lasciarti dormire più del solito?”
“Ho già ordinato di essere svegliato alle 9” “Beneeee” Stavo per chiedergli a che ora mangeremo domani ma si era già addormentato così feci altrettanto
-sogno-
Ero seduta sul pavimento, con la schiena appoggiata alla parete e ansimante. Davanti a me c'era un uomo, con un kimono finemente decorato con un sole (senza dubbio molto pregiato e costoso…) “Maledetto sei stato tu a metterlo”
“Ma certo, mia cara, visto che hai troppa paura per lasciare Madara, ho provveduto”
“Chi è che avrebbe paura?” Si chinò davanti a me e mi afferrò le spalle “Mia cara, è ovvio che hai paura, sennò perché mai staresti con uno come lui quando IO ti faccio una proposta del genere. Scappare con me e avere insieme una vita felice. Non sarai mai trattata male e avrai tutto ciò che desideri”
“Io ho già tutto quello che desidero” “Oh, povera creatura, quel verme deve averti sconvolta: non è possibile che tu preferisca un bastardo del genere a m-” con le ultime forze che mi erano rimaste mi alzai e gli tirai un pugno, molto probabilmente rompendogli il naso “Non osare mai più insultare Madara! Nonostante sia un possessivo, maschilista pieno di se sarà sempre e comunque meglio di te! E tanto per tua informazione: l'unica che lo può insultare sono io.” Sentivo che stavo cadendo, non avevo più un briciolo di forza, ma qualcuno mi sorresse. Madara. Mi appoggiò dolcemente alla parete (Madara-dolcemente: era ancora ubriaco per caso?) e afferrò mister-kimono-col-sole e lo sbattè alla parete, facendoci un solco enorme
“Chi ti ha dato il permesso di toccarla?”Ah quanto mi piace quando mi difende, è così…sexy “Heh, almeno io non l'ho dovuta minacciare per poterlo fare” Madara lo spinse ancora di più nel muro. La sua aura omicida probabilmente si percepiva da miglia di distanza “Infatti, mi hai dovuta avvelenare”
“Considererò questo come un tradimento, e sono più che sicuro che tu sappia qual è la pena per tale reato”
“Non oseresti mai, soprattutto davanti a le. Non riuscirebbe più a guardarti in faccia per non parlare del fatto che ne resterebbe sconvolta a vita”
“Vedere un morto in più non le farà niente e sono sicuro che se potesse muoversi ti ucciderebbe lei stessa”
“Mari-sama, ditegli che non lo perdonereste mai se mi uccidesse” Ah ora mi considerate brutti … Prima parlate tra voi due come se io non ci fossi e poi nel momento del bisogno mi mettete in mezzo ma vi sembra il modo di fare? Pfff…
Presi un respiro profondo e aprii gli occhi guardandolo “Al contrario, non lo perdonerei mai se non lo facesse” La sua espressione esprimeva quanto era sconvolto e prima che potesse dire qualcos’altro Madara lo uccise.
-fine del sogno-
Mi svegliai col fiatone (come se avessi corso per 100000 km) non c'era ombra di dubbio: sarebbe successo, non so quando ne dove, ma accadrà.
Madara stava ancora dormendo sonoramente. Probabilmente mancava ancora qualche ora alle 9 quindi andai a farmi una doccia visto che ero tutta sudata. Stetti sotto la doccia per un'infinità di tempo perché quando uscii una donna era alla porta e cercava di svegliare il caro Madaruccio, che non voleva saperne di aprire gli occhi… Aprii la porta  “Ci penso io a svegliarlo ma ti prego di portarmi una tazza con dell'acqua calda e delle foglie di menta” “Hai Mari-sama” Richiusi la porta e mi diressi verso quel dormiglione di mio marito, mi sedetti sul bordo del letto e gli scostai un ciuffo di capelli “Quando dormi sembri quasi normale… Perché quando sei sveglio fai di tutto per renderti antipatico?”
“Perché  non mi fido ancora abbastanza di te da trattarti bene”  Per quale dannato motivo finge di dormire? Io non lo capisco….
“Stanotte sei stata fastidiosa e non ti svegliavi neppure.” “Ho fatto un sogno”
“E c'era bisogno di fare tutto quel trambusto?” “Era premonitore” 

Comunque gente non mi avete ancora detto se volete il capitolo sulla sua abilità innata e siccome sono una sfaticata incredibile se non mi dite di farlo io non lo faccio (buahahahaah)

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Capitolo 9
*** Capitolo facoltativo: Abilità innata ***


Alcuni mi hanno chiesto di fare un capitolo dove spiego nel dettaglio l'abilità innata della protagonista quindi eccolo qui. È facoltativo quindi, se non volete, non leggete.
 
È un’abilità oculare, questo significa che non appena i suoi occhi vedono un'altra abilità la copiano automaticamente (e non si può far niente una volta che il processo inizia, non si può più fermare).
Quando copiano l'abilità da qualcuno non la sanno poi usare con la stessa maestria di coloro a cui l'hanno copiata; questo non significa che non posso arrivare (o superare) al livello del poveretto a cui è stata copiata. Come tutti si devono allenare per poterla sviluppare.
Esempio: quado Mari ha copiato lo sharingan a Madara si è ritrovato quello a un tomoe
Non possono copiare le evocazioni (esattamente come lo sharingan).
Il consumo di chakra per utilizzare le abilità innate copiate è lo stesso di colui da cui l'ha copiato
Esempio: Se un povero babbione (che ha 100 di chakra) per attivare la sua bella abilità deve usare 50 anche gli Asakura dovranno usare 50
I membri del clan che hanno risvegliato l'abilità hanno molto più chakra
Esempio: da 100 passano a 1000 ma non è per tutti uguale l'aumento
(Ho fatto gli esempi numerali per far capire meglio)
Possono copiare anche i vari tipi di chakra
Certe volte ci sono dei leggeri cambiamenti nella copiatura: certi elementi cambiano colore
Esempio: chi copia lo sharingan se lo ritrova blu.
Per ora mi sembra di aver detto tutto, nel caso non lo avessi fatto aggiungerò in seguito.
 
*NOTA: i sogni premonitori non fanno parte dell'abilità innata di Mari*

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Capitolo 10
*** Avevo decisamente bisogno di un po’ d’aria fresca. ***


“Mi devo mettere il kimono di 50 chili da ora?” “No, il matrimonio è domani”
“Quindi staremo la per più giorni…Per quanti esattamente?” “3” Ah che bello. Per 3 giorni dovrò stare completamente appiccicata a Madara. Comunque mi converrebbe sbrigarmi o rischio che se ne vada senza di me, e poi chi li ritrova più? Quindi preparo velocemente il bagaglio, mi vesto e aggiungo il mio caro maritino nella sala da pranzo: tutti stavano già mangiando sicché mi affretto a sedermi “Che carino da parte tua aspettarmi, non dovevi” scommetto che se qualcun altro avesse osato parlargli così, ora non farebbe più parte del mondo dei vivi; ma, dato che sono io, lo posso fare ricevendo solo un'occhiataccia da parte sua. Non si sa per quale motivo riesco a non insultare le persone anche se tecnicamente le sto insultando… Sarà forse per il modo in cui lo dico? Ah bhe…
Non stava indossando l'armatura e, devo dire, è alquanto strano vederlo stare in compagni senza quel coso rosso sopra; tuttavia emanava potenza da tutti i pori anche così.
Dopo mangiato ci preparammo a partire: caricammo i bagli sulla carrozza, Madara mi caricò sulla carrozza e disse a Izuna di stare dentro con me per sorvegliarmi.
“Ma perché non posso camminare con gli altiii?” “Perché siete la moglie di nii-sama, ed è tradizione che la signora viaggi in carrozza”
Mi guardai intorno spaesata “Signora, io?” “Si voi, anche se vi siete rivelata essere più forte di molti dei nostri uomini.”  
“Ti ringrazio del complimento, ma ti prego di smetterla di parlarmi con tanta formalità” “Ma…”
“Niente ma! Mi fai sentire vecchia, e, al contrario del tuo caro nii-sama non mi serve che mi sia ricordato chi sono ogni 5 secondi. Dato che il viaggio si prospetta lungo ne approfitto per schiacciare un pisolino visto che stanotte è stata, a dir poco, da incubo. Sii così gentile da svegliarmi quando arriviamo” “Certamente”
“Grazie”  Sembrò stupito del ringraziamento. Ahhh caro Izuna, a questo mondo esistono anche persone che conoscono la cortesia; non sono tutte come quel sbruffone di tuo fratello.
Chiudendo gli occhi mi ritornarono in mente parti del sogno: chi diavolo era quel uomo?
L'unica cosa che ereditato da mia madre sono i sogni premonitori anche se, i suoi erano molto più chiari.
Lei era la nipote di una sacerdotessa e, a quanto pare, aveva ereditato il potere spirituale della nonnina passandone parte a me. Nonostante nella mia breve vite ne ho avuti solo 5 hanno preannunciato eventi incredibili (come, ad esempio, la morte di mia madre e il mio primo incontro con Madara).
“Mari-sama, Mari-sama!” Aprii gli occhi solo per vedere Izuna intendo a svegliarmi “Siamo arrivati?”
“Si, Mari-sama” Mettendomi a sedere e, soprattutto cercando di svegliarmi, lo rimproverai “Izuna, sbaglio o ti avevo detto di non essere così formale?” “Mi dispiace” Lo guardai pe qualche secondo con sguardo minaccioso, per essere sicura che recepisse il messaggio, fino a che Madara non aprì la porta porgendomi una mano “Hai intenzione di restare qua dentro per sempre?” Come non detto, la sua cortesia non cesserà mai di stupirmi -.-. Con un sospiro presi la sua mano e scesi dalla carrozza per poi essere accolta dal capo clan: un vecchiotto rotondo e ciccioso che indossava un kimono di un brutto verde slavato e che aveva l'aria di essere un allocco (ma che sono sicura era tutt'altro) “Oh ho ho, Madara, non dirmi che è questa la tua sposa, è fin troppo bella per te!” Io, da brava bambina, mi aggrappai al suo braccio e sorrisi dolcemente mentre mi presentava a tutti i presenti
“Questo è Akihiko, futuro capo del clan Imagawa e fratello della sposa” Feci un leggero cenno col capo in segno di rispetto ma quando lo guardai negli occhi ebbi una terribile sensazione e mi strinsi di più a Madara che mi guardò.
Fummo accompagnati nella nostra stanza e venimmo avvisati che la cena sarà servita fra un'ora; così cominciammo a sistemarci “Non mi piace quel Akihiko Imagawa, mi da una brutta sensazione”
“E che dovrei farci, io?” “Non lo so, ma più lontano gli sto meglio è” Dopo mezzora Madara fu chiamato a bere con gli altri uomini mentre io fui invitata ad unirmi alle altre signore, che si rivelarono assai avverse…
“Devi scusarle, è solo che sono estremamente gelose di te”  La futura sposa mi si avvicinò, probabilmente era l'unica che aveva un po’ di sale in zucca… “Gelose?E perché mai?”
“Perché hai avuto la fortuna di sposare Madara Uchiha. Poverette, non sanno che piaga sia quel uomo” La guardai per qualche secondo sconvolta e poi scoppiammo entrambe in una clamorosa risata, attirando occhiatacce dalle altre. Upss. Parlammo del più e del meno fino a che non fummo chiamate per la cena.
Mi accomodai accanto a Madara e gli sorrisi, sentendo le altre bisbigliare vari insulti “Guarda che sgualdrina, come gli fa gli occhi dolci (Ohhh se solo sapesse…). E poi, perché ha scelto lei? Io sono molto più bella” Sembrava che anche Madara avesse sentito perché si rivolse all'uomo accanto alla donna dicendogli di far tenere a bada la lingua a sua moglie. Lei ricevette un sonoro schiaffone, miguardò male e se ne andò con le lacrime agli occhi.
“Carino e delicato come al solito, eh?” “Non posso certo permettere che qualcuno mi insulti”
“Ma ho sentito male, o sono stata io ad essere insultata?” “Quando insultano te di conseguenza vengo insultato anche io”
“Ohhh… capisco”
La cena durò a lungo e, fino ad ora, sono state servite 7 portate: sentivo la pancia scoppiarmi ma non potevo fare a meno di assaggiare tutto però, ad un ceto punto, ebbi la brutta sensazione che tutto stava tornando indietro. Avevo decisamente bisogno di un po’ d’aria fresca.
 

Buonasera mia cara genta, in questi giorni non ho potuto aggiungere nuovi capitoli.
Vi giuro, questa settimana è infernale: ho verifiche e interrogazioni tutti i giorni quindi mi spiace ma fino al 23 non so se potrò mettere nuovi capitoli e, se dovessi riuscire a scriverli, saranno molto corti.
Pace e Amore.

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Capitolo 11
*** Quante volte ancora devo ripeterti che non ho intenzione di tradirti ***


“Madara, non mi sento bene, vado un attimo fuori” Si voltò, probabilmente per dirmi di no ma, vedendo il colorito giallastro del mio volto, decise che sarebbe stato meglio lasciarmi andare “Non più di 10 minuti” “Va bene” Mi alzai e uscii in giardino richiudendo la porta dietro di me; non feci in tempo a fare due bei respiri profondi che sentii la porta riaprirsi “Mari-sama, state bene?“ Mi girai per vedere la persona che meno di tutte desideravo vedere in questo momento (anche meno di Madara) “Si, sto benissimo, avevo solo bisogno di un po’ d'aria fresca”
“È  comprensibile con un marito così” Ma chi diavolo si crede d'essere? “Cosa vorreste dire?” avevo un tono severo, come per dirgli di ponderare bene le sue parole
“Oh, chiedo scusa. Non era mia intenzione alterarvi. Volevo solo dire che deve essere opprimente stare accanto a Madara; è noto per non essere il più volubile degli uomini. La cosa che mi sorprende è che non siate ancora scappata…” “Non vedo il motivo per cui dovrei voler scappare”
“Suvvia Mari-sama, chissà che cosa vi ha fatto quella bestia! Oh voi, povera creatura leggiadra, in mano ad un simile mostro…Ma non vi preoccupate ci penserò io a salvarvi!” Chi diavolo aveva dato dell'oppio a questo qua? Credo sia meglio tagliare la corda “Ehm, vogliate scusarmi, dovrei tornare dentro. Madara mi starà aspettando” Mi diressi alla porta ma lui mi fermò “No! Non dovete subire ancora i suoi abusi. Basterà una sola parola da parte vostra per farmi entrare in azione, una sola” Questo è pazzo da legare…”Non so di cosa stiate parlando ma, scusatemi, devo proprio rientrare” Ritraendo la mano aprii la porta e tornai dentro dove l'odore di cibo, di alcol e di sudore mi colpì come una martellata facendomi star male ancora una volta “Ci ahi messo più di dieci minuti”
“Scusami, ma qualcuno deve aver dato dell'oppio a Imagawa perché ha cominciato a dire cose senza senso: Seriamente, era inquietante!” “Dell'oppio?”  “Si, pensa che mi ha addirittura dato di povera creatura leggiadra, a me!” Madara sembrò riflettere su qualcosa così lo lasciai ai suoi pensieri finché non sentii che mi stavo per addormentare “Madara, non è che potremmo ritirarci? Credo che tra un po’ la mia faccia farà un bel tuffo nel patto di minestra…” Fu d'accordo con me, ci alzammo e ce ne andammo salutando tutti e, una volta nella nostra stanza, mi cambiai e attesi Madaruccio. Quando uscì dal bagno mi guardò con aria severa “Non voglio che tu resti sola con lui” “Oh fidati, è l'ultima cosa che voglio anch'io” “Sono serio” Seriamente, uomo, sono stata io la prima a die che non mi piaccia e ora tu cerchi di fregarmi la parte? Non si fa…
“E cosa credi, che io non lo sia?” Entrambi sentimmo che qualcuno ci stava osservando, quindi i alzai dal letto e mi diressi verso di lui, mettendogli una mano sul petto nudo “Non devi temere, per me ci sei solo tu” (Bleahh sto per vomitare arcobaleni scintillanti ) Lui mi attirò a se e mi baciò. Percepimmo che il nostro spettatore se ne era andato e ci staccammo “Non mi piace questa situazione” “Neppure a me. Vieni a dormire”
La mattina dopo mi svegliai molto presto per potermi preparare adeguatamente per il matrimonio e quando fui quasi pronta svegliai Madara che con tutta tranquillità andò a farsi una doccia mentre io gli preparavo il kimono. Mentre si vestiva inizio a lamentarsi sul perché i kimono cerimoniali avessero tanti strati e tutte quelle cianfrusaglie inutili. È ovvio caro, perché sono da cerimonia, è ovvio. “Ah quanto ti invidio-mi guardo storto- voglio dire, a me servono come minimo due ore per prepararmi e a te bastano venti minuti!” Sorrise beffardo. Maledetto, lo fa apposta!
La cerimonia fu lunga e noiosa e dopo di essa ci furono dati una quarantina di minuti per andare a rinfrescarci sicché decidemmo di tornare in camera. Appena aprimmo la porta fu evidente che era entrato qualcuno: guardammo nei nostri bagagli per vedere se mancava qualcosa ma, più che una mancanza, nella mia trovai un'aggiunta. Trovai un bigliettino finemente decorato che diceva:
Mia leggiadra dama, credo sia finalmente arrivato il momento che voi reclamiate la vostra libertà. Vi do appuntamento dinanzi alle porte del castello per poter scappare assieme e vivere, finalmente, felici assieme.
“Madara, credo che dovresti vedere questo…” Dopo che finì di leggerlo era, a dir poco, furioso e con fare pretenzioso, mi chiese chi l'avesse scritto “E io come dovrei saperlo  visto ce non è firmato?”
“E allora come mai ti ha chiesto di scappare con lui, come fa a sapere che te ne vuoi andare?”
“Fermo là, Madara, io non ho mai detto di volermene andare!” “E allora cosa vuole questo?”
“E io che ne so! È pieno di gente pazza qui! Aspetta…gente pazza!” Mi guardava come se fossi io la pazza qui…
“Ti ricordi ieri sera, quando ti ho detto che Imagawa mi aveva chiamata  povera creatura leggiadra? Deve essere stato per forza lui a scrivere questo” “Come mai?” ”Vai a chiederlo direttamente a lui perché io non ne ho la benché minima idea”
“Gli avrai mandato qualche segnale disperato…” “Io? E dimmi quando lo avrei fatto visto che sono stata appiccicata a te tutto il tempo.” Si zittì. Deve aver finalmente visto la ragione. “Se m-“ Non lo lasciai finire “Quante volte ancora devo ripeterti che non ho intenzione di tradirti?!”  

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Capitolo 12
*** Ripresi ad accarezzalo e continuai fino a che non mi addormentai. ***


Ci cambiammo per la cena: Madara faceva sicuramente la sua bella figura con quel kimono che avevo appositamente scelto per lui…
La sala era piena di colori e c'era un ottimo odore di cibo, (gnam gnam) è un vero peccato che presto finirà tutto nella mia pancia (he he).
Stavo gustando dell'ottimo pesce quando sentii qualcosa di molto strano ed estremamente sgradevole “Madara…”
“Umh?” “Sono stata avvelenata” smise di parlare con il vecchietto accanto a noi e si voltò verso di me “Che cosa?” E da quando sei sordo? “Qualcuno ha messo del veleno nel mio pesce” Silenzio… “Vai in camera. Io parlerò con Ryofumi e poi ti raggiungerò” Annuii e mi diressi verso gli alloggi ma, dopo pochi passi, sentii le gambe cedermi e mi appoggiai al muro. Davanti a me comparve un uomo con un kimono decorato con un sole. Ora è tutto chiaro. Ecco perché ho avuto quella brutta sensazione quando l'ho visto la prima volta: è Imagawa l'uomo del mio sogno.
-parte del sogno-
“Maledetto sei stato tu a metterlo”
“Ma certo, mia cara, visto che hai troppa paura per lasciare Madara, ho provveduto”
“Chi è che avrebbe paura?” Si chinò davanti a me e mi afferrò le spalle “Mia cara, è ovvio che hai paura, sennò perché mai staresti con uno come lui quando IO ti faccio una proposta del genere. Scappare con me e avere insieme una vita felice. Non sarai mai trattata male e avrai tutto ciò che desideri”
“Io ho già tutto quello che desidero” “Oh, povera creatura, quel verme deve averti sconvolta: non è possibile che tu preferisca un bastardo del genere a m-” con le ultime forze che mi erano rimaste mi alzai e gli tirai un pugno, molto probabilmente rompendogli il naso “Non osare mai più insultare Madara! Nonostante sia un possessivo, maschilista pieno di se sarà sempre e comunque meglio di te! E tanto per tua informazione: l'unica che lo può insultare sono io.” Sentivo che stavo cadendo, non avevo più un briciolo di forza, ma qualcuno mi sorresse. Madara. Mi appoggiò dolcemente alla parete (Madara-dolcemente: era ancora ubriaco per caso) e afferrò mister-kimono-col-sole e lo sbattè alla parete, facendoci un solco enorme
“Chi ti ha dato il permesso di toccarla?” Ah quanto mi piace quando mi difende, è così…sexy “Heh, almeno io non l'ho dovuta minacciare per poterlo fare” Madara lo spinse ancora di più nel muro. La sua aura omicida probabilmente si percepiva da miglia di distanza “Infatti, mi hai dovuta avvelenare”
“Considererò questo come un tradimento, e sono più che sicuro che tu sappia qual è la pena per tale reato”
“Non oseresti mai, soprattutto davanti a le. Non riuscirebbe più a guardarti in faccia per non parlare del fatto che ne resterebbe sconvolta a vita”
“Vedere un morto in più non le farà niente e sono sicuro che se potesse muoversi ti ucciderebbe lei stessa”
“Mari-sama, ditegli che non lo perdonereste mai se mi uccidesse” Ah ora mi considerate brutti … Prima parlate tra voi due come se io non ci fossi e poi nel momento del bisogno mi mettete in mezzo ma vi sembra il modo di fare? Pfff…
Presi un respiro profondo e aprii gli occhi guardandolo “Al contrario, non lo perdonerei mai se non lo facesse” La sua espressione esprimeva quanto era sconvolto e prima che potesse dire qualcos’altro Madara lo uccise.
-fine parte del sogno-
Sentivo che perdevo conoscenza. Madara mi prese in braccio delicatamente e mi portò nelle nostre stanze, chiamò un medico che mi visitò: a quanto pare il veleno non era letale (chissà perché…)  ma aveva fatto una brutta reazione col pesce e quindi avrei passato una nottata  terribile. Mi addormenterai ma qualche ora dopo fui costretta a correre in bagno e a vomitarmi l'anima.  Madara, senza dire nulla, mi aiutò e mi riportò a letto. Tutta la notte passò così: mi svegliavo, correvo in bagno, vomitavo e Madara mi riportava a letto.
La mattina dopo, al mio risveglio, vidi che Madara mi stava osservando “Devi vomitare un'altra volta?” “No, credo di aver finito” tuttavia mi sentivo ancora uno schifo… “Preparati, fra poco ripartiamo. Non intendo perdere ulteriore tempo qui” annuii e, con un po’ di difficoltà, mi alzai e andai a vestirmi mentre lui preparava i bagagli “Madara, ti ringrazio. Per stanotte” Non disse nulla. Prese le nostre borse, prese me sottobraccio, e ci avviammo verso la carrozza; davanti a essa c'era tutta la famiglia Ryofumi, che si scusò innumerevoli volte per l'accaduto finché non stancarono Madara che li zittì e partimmo. Questa volta era salito lui in carrozza con me: Dopo un po lo sentii appoggiare la testa sulle mie ginocchia “Non ho potuto riposare per tutta la notte a causa tua quindi, ora vedi di star buona e lasciarmi riposare” “Si capo” Iniziai ad accarezzargli i capelli, continuai per mezzora e, quando fui convinta che stesse dormendo, smisi per non disturbarlo “Chi ti ha dato il permesso di fermarti?” He, non stava dormendo… “Chiedo umilmente scusa” Ripresi ad accarezzalo e continuai fino a che non mi addormentai.
 
Lo so che è corto e forse fa un po’ schifo ma è il meglio che sono riuscita a fare  nella misera mezzora di pausa che ho preso quindi, per favore, perdonatemi.

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Capitolo 13
*** Sto dicendo che sei stata una debolezza per me fin dal primo momento che ci siamo visti ***


Una volta ritornati a casa mi diressi verso la nostra stanza e mi abbandonai sul letto con un sospiro di sollievo; questi ultimi quattro giorni sono stati fin troppo complicati…
Chiusi gli occhi e mi rilassai completamente; ci vorrebbe davvero un lungo bagno caldo ma mi fa decisamente troppa fatica alzarmi e poi, sta entrando Madara “Madaaraaa, mio caro Madara, uomo dei sogni di ogni donna (Eccetto che dei miei), faresti un favore alla tua unica moglie?” “No” Ah, ho già detto quanto amo la sua cortesia?
Mi toccherà alzarmi… Con molta fatica e, soprattutto, con una gran scena, scendo dal letto e mi dirigo verso il bagno per riempirmi la vasca (non si sa come, ma c'è l'acqua corrente) Madara si stava lavando le mani e, quando entrai, mi guardò senza dire nulla. È stato strano per tutto il tempo, dopo il piccolo incidente, come se stesse pensando a qualcosa…
Il punto è che il figlio è ingombrante e, per passare, gli dovrei saltare sopra ma, siccome ilo bagno è alquanto piccolo, sarebbe stata una cosa dato che, quasi sicuramente, finirei col sbattere la testa contro il soffitto. Quindi feci la cosa più razionale: provai a passargli dietro. Ma siccome, Madara è Madara, non sarebbe stato normale se si fosse spostato, infatti, proprio mentre ero nel mezzo del cammino si allarga ancora di più stringendomi tra lui ed il muro, anche se sembrò non accorgersene. “Madara, mi stai leggermente schiacciando, ti spiacerebbe spostarti un po’? “ Nulla. Cercai di spingerlo ma, come al solito, non ottenni il benché minimo risultato quindi, mi misi l'anima in pace e decisi di aspettare fino a quando non finirà. Nel frattempo osservai la sua schiena muscolosa (se non si fosse capito ho un debole per i suoi muscoli) : ogni volta che si muoveva i suoi muscoli si contraevano. Mmmhhh..
Mi chiedo quanto duramente si sia dovuto allenare… Continuando ad osservare notai una cicatrice: non sembrava essere stata una ferita profonda  ma è comunque strano per lui avere cicatrici “Dove te la sei fatta questa?” chiesi, tracciandone i contorni. Con un lungo sospiro parlò “Dopo che eravamo tornati dal tuo villaggio, mio padre decise di punirmi per cosa ti avo fatto: avevo messo in pericolo l'alleanza e ciò non andava bene” chiuse l'acqua e si girò mente io lo guardavo stupefatta “Tu sei stata la causa di una delle mie ferite più gravi che io abbia ricevuto e all'epoca non eravamo nemmeno sposati”
“Bhe, francamente, te lo meritavi. Forse non con quella gravità, però una piccola punizione te la dovevano dare. E comunque, stai per caso dicendo che dovrei esserne onorata?”
“Sto dicendo che sei stata una debolezza per me fin dal primo momento che ci siamo visti”
Ok, ho aggiunto un altro pezzo visto che a quanto pare domani una delle mie professoresse non ci sarà Ajajajajajj

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Capitolo 14
*** Dovresti prenderti più cura di te stesso ***


Ma non si può lanciare una pietra e poi nascondere la mano! “Madara, fermo là! Spiegami cosa vuoi dir-“ Feci in tempo solo a vederlo uscire dalla camera. Maledetto!
Uscii anch'io per ritrovarlo ma stava parlando con una guardia e aveva un'espressione che non mi piaceva “Mari, torna dentro e restaci fino a quando non manderò qualcuno a chiamarti” Qualcosa non andava, anche mio padre mi diceva la stessa cosa prima di partire per una guerra. Se ne andò parlocchiando a bassa voce con quel poveretto. Suvvia, Madara caro, non andrò mica a raccontare i tuoi segretucci a tutti… A questo punto, tanto vale tornarmene a prepararmi il bagno. Dopo aver passato più di un’ora  nella vasca sentii qualcuno entrare “Dove sei?” era Madara. “In bagno ma non-“ come non detto… per la seconda volta mi vide in tutta la mia gloria “Sai che se la porta è chiusa c'è un motivo?” “Non c'è niente che io non abbia già visto” Brutto ……
Mi lanciò il kimono che avevo appoggiato accanto al lavandino “Vestiti e raggiungimi in camera” Bhe almeno se ne va. Mi vestii e presi un asciugamano per i capelli “Allora, cosa c'è di così importante da dover disturbare il mio bagno?” “Domani io, Izuna e l'esercito partiremo. Il clan Imagawa non ha preso molto bene la morte di Akihiko e ci sta per attaccare”
“Ma perché? Insomma anche il clan Ryofumi ha riconosciuto il suo tradimento” “Il clan Imagawa cerca da anni un pretesto per poterci attaccare e ora, finalmente, ce l'ha” “Capisco. Ma quindi lascerai il villaggio sguarnito?”
“Lascerò degli uomini, ma comunque non dovrebbe volerci molto” ”E io avrò il comando eh? eh? eh?” “Si, ma lascerò comunque qualcuno a controllarti” Avevo un sorriso ebete in faccia e Madara mi guardava esasperato, finii di asciugarmi i capelli e andammo a mangiare. C'era un silenzio tombale: tutti si stavano preparando mentalmente per domani. Soltanto io, Izuna e Madara eravamo completamente rilassati “Ne, Izuna, quanti giorni starete via?” “Probabilmente 5” Cinque giorni senza Madara… Eheheheheh “Non ti fare strane idee Mari, se dovessi scoprire che hai fatto qualcosa che non dovevi fare verrai severamente punita.” ”Ma cosa vuoi che faccia?” Continuò a mangiare senza dire nulla. All'improvviso si sentì un tuono e qualche donna urlò. Pfff…femminucce. Poco dopo iniziò un temporale e le ragazze corsero fuori, probabilmente per raccogliere i panni. Sono in questi momenti che amo essere quella che sono: una menefreghista con un titolo importante: Continuai a mangiare facendo finta di nulla e Izuna rideva sotto i baffi “Andiamo, devo sistemare dei documenti prima di partire.” “E non puoi farlo senza di me?” Si sentì un tuono ma sembrò essere partito dagli occhi di Madara “Ahhh ok, ok, ho capito. Però mi porto dietro il piatto”  “Muoviti” Prima di uscire chiesi ad una donna sulla quarantina di portare in camera nostra delle bottiglie di sakè. Eh già, ho proprio bisogno di bere dopo la freneticità di questi ultimi giorni e poi, non saprei che altro fare dato che fuori piove e Madaruccio ha da fare.
Una volta in camera si accomodò alla scrivania e iniziò a smistare i fogli in due file più o meno ordinate io, mi misi a bere. Spero non gli dispiacerà se mi ubriacherò un po’. Non mi è mai successo prima e, non so cosa potrei arrivare a fare tuttavia, so per certo che non lascerà mai che mi imbarazzi davanti a tutti dato che metterei in ridicolo pure lui se lo facessi. Così mi scolai bottiglia dopo bottiglia fino a che non arrivai a contarne 12 ma probabilmente ero solo io a vedere doppio.  Dopo che finii la settima mi costrinse a fermarmi “Ma perché? Il sakè è così buono…”  “Può anche esserlo ma non ho intenzione di sentirti tutta la notte mentre vomiti” “Uffa…” Giocherellai per un po con le bottiglie vuote ma poi mi annoiai e mi diressi verso Mada-chan (Ah, che carino. Mi piace questo diminutivo. Penso proprio che inizierò a chiamarlo così più spesso) Mi buttai a peso morto sulla sua schiena e lo abbracciai infilando la faccia tra i suoi capelli “Hai un buon odore” “Levati” “Suvvia, Mada-chan, non fare il guasta feste…” Mi afferrò il polso e, tirandomi, mi fece finire tra le sue braccia: ero seduta sulle sue gambe mentre le mie erano all'aria. E ridevo come un'imbecille. “Non chiamarmi più così” “Cosa c'è? Solo perché credi di essere grande, grosso e minaccioso non vuol dire che tu non possa avere un nome carino” He he lo stavo facendo infuriare… Upss “Credo di esserlo? E sentiamo, come sarei in realtà?”  “Un grande e grosso porcospino, ovviamente” alzò un sopracciglio e per un momento pensai che stesse per buttarmi chissà dove ma poi fece uno dei suoi sorrisetti malefici. Fu li, che capii di essere fregata. “E non hai paura di poterti pungere?” “certo che no, e poi sono certa che non mi faresti mai del male” “Come fai ed esserne certa?” “Perché sono sicura che in fondo, molto, molto, molto in fondo tu mi voglia un po’ di bene” Mi avvinghiai al suo collo, alzandomi leggermente e misi le gambe ai lati del suo bacino “insomma, lasci solo a me certe libertà e non credere che non abbia notato quanto eri felice quando ti ho difeso dalle accuse di Imagawa” Senza permettermi di aggiungere altro mi afferrò per il bacino e mi buttò a terra immobilizzandomi le mani sopra la testa. Ovviamente ridevo ancora come una cretina. Mi guardò, cercando di spaventarmi facendo gli occhi cattivi, ma ero troppo brilla per farci caso. Riuscii (non si sa come) a liberare una mano dalla sua presa e la misi dietro al suo collo. Attirandolo a me lo baciai, sorprendendolo. Idiota, non dovresti abbassare la guardia con me, soprattutto se ho dell'alcol nelle vene. Usai questo suo momento di distrazione per ribaltarci: ero seduta sopra di lui e, guardandolo negli occhi, gli passai una mano sul petto, sentendo qualcosa irrigidirsi sotto di me “Mhhh… Qualcuno si sta dando alla pazza gioia qui…” Ripresi a ridere ma Madara sembrava tutt'alto che divertirsi. Era serissimo e con una mano mi costrinse ad abbassarmi sopra di lui. Mi baciò per un tempo che mi parve interminabile mentre faceva viaggiare le sue mani su di me. Non mi opposi minimamente anzi, mi piaceva da impazzire. Le mie, di mani, ispezionavano il suo petto, senza tralasciare nulla. La temperatura stava notevolmente aumentavo: cominciò a slacciarmi il kimono ma, ad un certo punto, si fermò e, con il suo sorrisetto, disse “Fila a dormire. Non ho intenzione di sorbirmi le tue lagne domani mattina” “Ma, Madara! Non puoi fare così: quando inizia una cosa, devi finirla…” “Non ti preoccupare, la finiremo. Ma quando sarai sobria.” Detto ciò si alzò e uscì dalla stanza. Dove credeva di andare? Fuori c'era un temporale e, per giunta, è quasi inverno. Fa alquanto freddo… A me è bastata la folata di vento che è entrata quando ha aperto la porta per farmi rabbrividire. Mi alzo dal pavimento e mi infilo tra le coperte dopo un po, però, ricomincio a sentire un caldo incredibile: inizio a togliermi vari strati fino a che, non rimango con addosso un solo misero pezzo di stoffa.
Ad un certo punto della notte sento qualcosa di freddo e lievemente bagnato, apro leggermente gli occhi e vedo Madara “Continua a dormire” “Mhh… sei freddo. Se non ti riscaldi rischi di prendere un raffreddore. Vieni qui.” Lo feci avvicinare e lo abbracciai “Dovresti prenderti più cura di te stesso.”

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Capitolo 15
*** Bentornato a casa ***


Quando mi svegliai vidi che Madara stava finendo di mettersi l'armatura, e mi fissava. “Ti ho fatto portare delle foglie di menta” lo guardai perplesso ma, quando mi misi a sedere, oltre all'immane mal di testa, notai che ero quasi nuda “Ehmm… Madara, cos'è successo esattamente la scorsa notte?” Sorrise malefico “Intendi oltre al fatto che volevi le mie attenzioni in tutti i modi?” “Io cosa?!”
 
“Non riuscivi a starmi lontana e quando ti ho fermata sembravi alquanto dispiaciuta” Per la prima volta arrossii… Come ho potuto fare una cosa del genere? E chissà cosa gli avrò detto poi… Sembra che il mio imbarazzo lo diverta parecchio tuttavia, dopo un po’, prende il mio mantello e me lo lancia “Indossalo e raggiungimi all'entrata: Io e gli uomini stiamo per partire e tu devi salutarmi come si deve.” Cosa vuol dire? Ricordo che mia madre dava sempre un bacio sulla fronte a mio padre quando stava per partire  in guerra e gliene dava un altro sulla guancia quando tornava a casa… Forse intende questo… Comunque mi vesto e mastico per un po’ le foglie di mente che alleviano leggermente la nausea.
 
Giunta al portone noto che quasi tutti gli uomini  stanno per partire. Alcune donne stanno piangendo, altre hanno uno sguardo speranzoso; chissà, forse sperano che il loro marito non torni più. Mi avvicino a Madara, che mi attira a se e mi sussurra all'orecchio “ Non tradire la poca fiducia che di do”  Annuisco godendomi il poco calore che questa vicinanza mi da. Dopo che si fu staccato lo baciai sulla fronte e partirono.
 
Appena furono spariti oltre l'orizzonte mi voltai a guardare le poche persone che erano rimaste “Bene gente, tornate ai vostri incarichi e soprattutto continuate a fare la guardia. Ora che la maggior parte dei guerrieri è via dobbiamo prestare più attenzione…Io andrò a cercare di farmi passare il mal di testa” Le mezze tacche di sesso maschile rimaste non sembrarono molto felici di sottostare agli ordini di una donna ma, non-è-un-problema-mio.
 
Una volta in camera mi preparai un bel bagno caldo e sguazzai nell'acqua finché sentii che gli effetti della notte precedente stavano svanendo. Mentre mi specchiavo, una volte uscita dalla vasca, attivai il mio sharingan: era di un blu paragonabile alle profondità degli oceani e aveva due tomoe ora. Probabilmente è apparsa quando sono stata avvelenata.
 
Fuori si stava rimettendo a piovere però devo costringere gli uomini ad allenarsi lo stesso…Che scocciatura. Mi dirigo verso la sala comune ed entrando li vedo tutti rilassati mentre le loro mogli gli versano del sakè. Soltanto i ragazzi più giovani mi hanno mostrato un po’ di rispetto quando sono entrata. “Signori, sbaglio o dovreste allenarvi a quest'ora?” Nessuno mi rispose. Mai ignorarmi. MAI. “Se non vi alzate entro 3 secondi considererò la cosa come deliberata disobbedienza”  Mi guardarono per un po’ ma poi tornarono al loro sakè. Brutti……
 
“Katon: Hoseuka no Jutsu!” Varie palle di fuoco cominciarono ad abbattersi su di loro facendoli scappare fuori “ALLORA, ESSERI SMIDOLLATI, SOLO PERCHÉ MADARA NON C'È NON SIGNIFICA CHE POTETE FARE QUELLO CHE VI PARE! ORA MUOVETE IL CULO E ANDATE AD ALLENARVI!” Li perseguitai senza sosta per tutto il giorno senza dargli un attimo di tregua. Così imparano a disobbedirmi!
 
Da quando Madara se n'è andato continuo a sentire che qualcuno ci osserva, ma non capisco chi possa essere…
 
Dopo cena lasciai gli uomini liberi (eccetto quelli che dovevano fare la guardia) e mi ritirai nelle mie stanze ma, ad un certo punto della notte, percepii un esercito avvicinarsi: cosi sulle mura del villaggio (dove le guardie dormivano beatamente) e vidi lo stendardo degli Imagawa in lontananza. Ci avevano fregati! Convocai le mezze tacche ma nessuno, a parte i ragazzini, mi diede ascolto. Pur di non prender ordini da me rischierebbero la sicurezza del villaggio…  Sono sicura che a Madara non farà piacere sentirlo. Già! Madara! Devo mandare qualcuno ad informarlo “Chi è il più veloce di voi?” Tutti i marmocchietti si spostarono per far passare un ragazzino (lo stesso che aveva il compito di portare il gunbai a Madara) “Ho un compito importante da assegnarti: devi correre più veloce che puoi da Madara e dirgli che è una trappola. Al confine non lo aspetta nessuno: stanno attaccando il villaggio” “Si, Mari-sama” Corse via e, nascondendosi nell'oscurità della notte sparì: “Ho una missione anche per voi: radunate i bambini e le donne in un'unica stanza e difendeteli nel caso io non ce la faccia a fermare i nemici” “Ma, Mari-sama, voi siete da sola e loro hanno a disposizione un intero esercito: Nono potete farcela da sola, avete bisogno d'aiuto!” “Certo che posso farcela. Madara non ha scelto me a caso. E ora sbrigatevi, fate come ho detto” Mentre loro correvano dento a prendere le donne ed i bambini, io feci circa 200 copie: 100 le mandai avanti e l'alto centinaio lo posizionai sulle mura. E così, la vera guerra ha inizio.
 
Combattei per tutta la notte e, nonostante non fossero molto forti, ero in difficoltà: risentivo ancora degli effetti del veleno, il mio chakra diminuiva rapidamente. Quando intravidi le prime luci dell'alba sentii la familiare presenza omicida di Madara avvicinarsi. Mpf, troppo tardi, la festa è già finita… nel momento in cui mise il piede nel villaggio io uccisi l'ultimo uomo. Gli uomini si guardavano attorno stupefatti; il terreno era intriso di sangue e c'erano corpi esanimi ovunque, il mio kimono bianco era diventato cremisi.
 
Togliendo la spada del cadavere che è ora dinanzi a me, mi dirigo verso Madara, facendola cadere a terra durante il breve tragitto; gli metto una mano sulla spalla e gli do un bacio sulla guancia “Bentornato a casa”
 

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Capitolo 16
*** Forse ***


Ero stremata e Madara deve averlo notato perché mi mette una mano sulla schiena per sorreggermi “Sei in ritardo”

Mi sorrise con la sua solita ironia ma poi, guardandosi intorno divenne serio “Dove sono gli altri uomini?” “Dove, dici? Stanno tranquillamente dormendo. Quando gli ho detto che il villaggio stava per essere attaccato se ne sono beatamente infischiati. Soltanto i ragazzini si sono resi utili” Da dietro sentii gli uomini parlare tra loro “Ma quindi è stata Mari-sama a sconfiggerli tutti?” “È incredibile!” “Non c’è  da sorprendersi, Madara-sama non avrebbe mai sposato una debole.” Madara li zittì tutti e chiese a Izuna di convocare le mezze tacche mentre lui mi riaccompagnava in camera. Mi fece camminare fino all’angolo e, non appena fummo fuori dalla vista di tutti mi prese in braccio. E io gliene fui veramente grata. “Ti hanno ferita?” “Certo che no. Non sono una debole, sai,e se non fosse stato per il veleno, ora non avrei nessun problema.” Mi adagiò sul letto e andò in bagno. Sentii il rumore dell’acqua: riemerse con una bacinella e un panno. Si sedette accanto a me e mi tolse il kimono “Sono stata breva, eh? Ammettilo!” cominciò a pulirmi il viso e con non poca difficoltà lo ammise “Si, lo sei stata.” Ma cos- “Oh. Mio. Kami! Il grande Madara ha ammesso che sono stata brava!  Ho la vaga sensazione che quest’estate nevicherà” Si fermò per un momento e mi guardò dritta negli occhi “Non montarti la testa” “Ed ecco che ritorna il bisbetico”
Finisce di pulirmi il viso e porta via tutto “Riposa, quando ti sveglierai ti dovrò parlare” “Si capo!”  Se ne andò lasciandomi ai miei pensieri, nonostante fossi stanca c’era qualcosa che mi tormentava e non mi lasciava dormire. Avevo davvero un brutto presentimento.

-Sogno-
Un abete alto e rigoglioso in mezzo ad una radura. È tutto quello che c’è. Nonostante il vento batta forte l’albero non cade. È colpito da mille intemperie ma non si rompe. Un triste giorno un piccolo albero là vicino emana una misteriosa ombra nera che colpisce il potente abete. Piano, piano, la sua corteccia si secca e si stacca, perde gli aghi e non rimane nient’altro che un albero spoglio: tuttavia è ancora abbastanza forte per distruggere l’alberello che lo aveva ridotto così ma, non lo fa e aspetta con pazienza la sua fine.
-Fine del Sogno-

Mi sveglio di soprassalto. Madara dormiva accanto a me. Non mi era mai capitato di avere due sogni premonitori in così poco tempo…  Ma cosa potrà mai significare? Mentre cerco di capire la mano di Madara mi circonda le spalle e mi tira giù. Non so perché ma in questo momento mi sento così fragile… Mi abbraccio a lui cercando un qualsiasi tipo di sollievo e, francamente, il suo odore mi tranquillizza “Che ti prende?” “Ho fatto un altro sogno, e mi spaventa più del precedente.” Apre gli occhi e mi guarda “Non pensarci troppo: se una cosa deve accadere, accadrà” Aveva ragione, se non riesco a capire i miei sogni non c’è niente che possa fare. “Vai a farti una doccia, odori di morte. La colazione è fra un ora.” Avevo dormito un intero giorno… Mi lavai levando ogni traccia di dal mio corto e, mente stavo per prendere l’asciugamano, entra Madara “Ci stai mettendo troppo” cercai di sbrigarmi ma lui si levò i pantaloni e si diresse verso la doccia. Arrossii violentemente: nonostante lui mi abbia già vista nuda numerose volte, io non avevo mai visto lui. Si accorse del mio imbarazzo e, per peggiorare le cose, fa marcia indietro e mi sussurra all’orecchio “Hai intenzione di rientrare nella doccia con me?” Io schizzo via senza nemmeno finire di asciugarmi e lo sento ridere. OMG! Una risata vera! Non un suo solito sorriso sadico. Ok, quest’estate non ci sarà soltanto una nevicata ma addirittura una tormenta! Mi rivesto in silenzio e aspetto che esca dal bagno, quando lo fa ha il suo solito ghigno stampato in faccia. Mi da l’asciugamano e mi si posiziona davanti. Inizio ad asciugargli i capelli “Di cosa volevi parlarmi ieri sera?” “Ho deciso, dati gli ultimi avvenimenti, che da domani inizierai ad allenarti con gli altri. Naturalmente, soltanto io sarò tuo avversario. Non voglio che nessun altro uomo ti tocchi.” Mi ha appena detto che posso tornare ad allenarmi? Ma cosa gli è preso, ha trovato dell’oppio pure lui? “Madara, ma ti senti bene?” Mi guardò come per dire o accetti ora o mi rimangio la proposta. “Sai, comini a starmi più simpatico. Maaa come mai ora?” “Siccome ci saranno molte guerre d’ora in poi, ho bisogno di poter lasciare il villaggio al sicuro mentre non ci sono, e tu dovrai essere in grado di proteggerlo” A quanto pare ho fatto qualcosa di buono “Questo significa che mi sono guadagnata un po’ di fiducia?” “Forse”

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Capitolo 17
*** Io apparterrò per sempre a Madara ***


Scusate se non ho messo nessun capitolo per un mese intero ma a quanto pare il mio internet ha deciso di farsi una vacanza… Purtroppo non è ancora tornato dal suo lungo viaggio e io sto aggiornando da casa di una mia amica quindi, non so quando potrò mettere un alto capitolo…

Nel tardo pomeriggio fui condotta dagli anziani. Chissà cosa vogliono e poi, perché hanno convocato solo me?
Busso alla porta e, quando sento “Avanti”, entro. Come al solito sono riuniti attorno ad un tavolo e hanno un’espressione impassibile. Mi chiedo dove spariscano durante le guerre… Lo chiederò dopo a Madara.

Mi accomodai davanti a loro e faci un piccolo cenno in segno di rispetto “Allora, cara, ti stai abituando alla tua nuova vita?” La vecchiaccia con la voce stridula che mi aveva rotto le scatole il giorno che arrivai qui fu la prima a parlare “Si signora”
“Bene, bene, sono contenta di sentirtelo dire” all’improvviso fu interrotta dal vecchio accanto a lei che doveva avere più di mille anni date le infinite rughe sul suo volto “Ci è giunta la notizia che voi e Madara-sama non avete ancora consumato il matrimonio; non è forse così?
Nonostante vostro padre abbia  posto la condizione di aspettare fino a che non vi sareste adattata alla vostra nuova condizione, è passata, oramai, quasi una settimana dal vostro matrimonio e le voci cominciano a girare… Non possiamo permettere che la vostra unione con Madara-sama sia messa in discussione, mi capite?” Ohhhh capisco benissimo! Ma come si permettono?! La mia vita sessuale non è certo un loro problema! Feci un respiro profondo per cercare di calmarmi e, credo, che per il momento funzionò

“Con tutto il dovuto rispetto, non credo che la vita privata, mia e di Madara, sia un vostro problema. Tuttavia non vedo come le voci che girano possano, in un qualche modo, disturbarci” Tutti furono molto sorpresi dalla mia schiettezza…Pff, se credevano che fossi una povera ed ingenua bambina, si sbagliavano di grosso.

“Bhe, qualcuno potrebbe mettere in dubbio che la vostra unione sia legittima e causare dei problemi chiedendo l’annullamento del matrimonio” Non so perché ma credo che qui, gli unici che vogliono creare problemi, siano loro.

“Anche se lo chiedessero sia io, che Madara, non abbiamo intenzione di ascoltarli. Abbiamo fatto un giuramento quando ci siamo sposati e abbiamo tutta l’intenzione di mantenere la nostra promessa.” So esattamente che non siamo migliori amici, e che non andiamo minimante d’accordo ma odierei ancor di più vedere un’altra donna al mio posto, al fianco di Madara.

“Capiamo benissimo le vostre motivazioni ma ciononostante abbiamo bisogno  che ci sia un’erede per poter assicurare la prosperità del clan. Tuttavia se voi non vi sentite ancora pronta possiamo scambiare la sua promessa a Madara-sama con una a Izuna-sama cosicché-“ Non lo lasciai finire la frase, come potevano pensare di potermi imbrogliare e di giocare con la mia vita a loro piacimento?  “Questo è inaccettabile! Nonostante voi siate gli anziani, ed abbiate il mio pieno rispetto, non potete intromettermi nelle nostre vite private e cambiarle a vostro piacimento. Avete creato un sacro legame tra me e Madara, nonché tra due villaggi, che non potrà che essere spezzato che dalla morte. Assolverò le mie responsabilità di moglie, questo non è mai stato messo in discussione, tuttavia, non posso tollerare intromissioni. Oltre a ciò, se doveste annullare il matrimonio con Madara anche l’alleanza sarebbe annullata; credo che questo lo sappiate, non è forse vero?” I nonnetti erano rimasti tutti senza parole; poveretti, non hanno idea di chi hanno appena cercato di fregare… Sono ben consapevole che ci sono altri clan con i quali vorrebbero allearsi ma, a me è stato promesso un certo titolo, e non accetterò niente inferiore a quello.

Per non parlare, poi, del fatto che Izuna è decisamente troppo giovane per me.

“Bene signori, se non c’è  altro vi lascerei ai vostri pensieri.” “Certo” Mi alzai e me ne andai ma, fuori dalla porta mi aspettava un altro incontro che avrebbe allungata ulteriormente questa già pesante giornata.
Izuna aveva, molto probabilmente, ascoltato tutta la conversazione  “Mari-sama, sono davvero così indegno di voi? Vi ripugno a tal punto che la sola idea di sposarmi vi disgusta?” Ma che diavolo è preso a tutti oggi?
“Izuna, non fraintendere, non mi sono alterata perché mi hanno proposto di sposare te, ma semplicemente perché mi hanno proposto di annullare il mio matrimonio con Madara” Aveva gli occhi lucidi, che si stesse per mettere a piangere?

Mi prese la mano tra le sue “Mari-sama, vi prego, pensateci! Io potrei rendevi felice! Non ho il titolo di mio fratello, ma con me potrete sentirvi amata e soddisfatta! Vi tratterei come se foste il mio sole e non vi farei mancare nulla, ve lo prometto. Solo, datemi una possibilità!”

Sembrava davvero sincero ma non mi sarei mai immaginata che si sentisse così, non che la cosa mi importi… “Izuna, sono sicura che quello che hai detto varrebbe per tutte le altre donne di questo mondo, ma, io non cerco l’amore. Quello di cui ho bisogno è una posizione, una posizione, che tu non puoi offrirmi. Non so che tipo di vita avrò con Madara, ma so che è quello che voglio” Sento il familiare chakra di mio marito, pare proprio che stia venendo qua…”Ora scusami Izuna, devo andare” Non feci in tempo a fare un passo che mi fermò nuovamente “Vi prego Mari-sama, io vi amo! E vi giuro che farò di tutto per potervi sottrarre a mio fratello” Gli sorrisi compassionevolmente “Puoi provarci, se vuoi, ma ti garantisco che tutti i tuoi sforzi saranno inutili: io apparterrò per sempre a Madara.”

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Capitolo 18
*** Voglio che tu sia mia ***


Buonasera! Finalmente ho la benedettissima connessione! (e sono sempre più convinta che i tecnici siano dei completi idioti -.-) Coooomunque mi dispiace di non aver messo nuovi capitoli da qualche mesetto ma cercherò di rimediare (anche se sto per andare in Francia quindi comincerò con i buoni propositi dopo pasqua ù.ù).


Credo di essere stata troppo dura con lui ma, d’altronde non sono mai stata brava a zuccherare le cose. Quando mi voltai vidi Madara: aveva assistito alla cosa. Mi diressi verso di lui e, non appena gli fui abbastanza vicina, mi attirò a se e mi baciò con tutta la passione immaginabile cogliendomi leggermente di sorpresa ma risposi comunque al bacio dando sfogo a tutta la mia rabbia.

Sapevo cosa stava facendo: voleva far capire a Izuna che non mi avrebbe mai potuta avere, tuttavia il modo era fin troppo crudele ma essendo l’ignobile me stesa non cercai di migliorare le cose.

Mi strinse ancora più a se approfondendo il bacio facendo scomparire la rabbia che fino a poco fa mi dominava l’animo. Mi abbracciai a lui chiedendo ancora di più e lui me lo diede; ormai mi sentivo i polmoni in fiamme ma non mi lasciava scampo: fino a che Izuna non se ne andò continuò con questa dolce tortura.
Quando mi guardo aveva lo sguardo freddo, come quando ci incontrammo la prima volta “Vai in camera e aspettami la, non appena avrò finito di parlare con gli anziani me la vedrò con te” E che diamine avevo fatto io?! Andai in camera e lui arrivò poco dopo con il fumo che gli usciva dalle orecchie. Oh cavolo, era arrabbiato… upss
Mi si avvicinò rapidamente e mi spinse contro il muro sollevandomi per il collo “Cosa hai detto agli anziani? Perché mai volevano annullare il nostro matrimonio?” Quindi è per questo che era arrabbiato…Ma poi, come può pretendere che gli risponda se mi sta soffocando? Concentrando gran parte del mio chakra nel piede lo scaraventai dall’altra parte della stanza, avvicinandomi a lui gli salgo sopra per impedirgli di riprovarci “Ho detto loro le stesse cose che ho detto anche a te: Non ho intenzione di rinunciare a questo matrimonio! E comunque, sono sicura che tu sappia perfettamente perché vogliono che tu sia nuovamente disponibile sul mercato!” Mi buttò a terra ribaltando le nostre posizioni “Non osare parlarmi con quel tono! E perché mai Izuna ti vuole sposare ad ogni costo? L’hai forse sedotto?!” Mi verrebbe da sbattere la testa contro il muro ma faccio di meglio: sbatto la sua, di testa, contro il muro. “Non ho sedotto proprio nessuno! Ci ho a malapena parlato con lui; so perfettamente quanto possessivo tu sia, non mi avvicino nemmeno agli uomini per te!  Per dio, perché hai cosi poca fiducia in me?” Dissi l’ultima frase in tono pacato e senza accorgermene, mi scappò una lacrima. Era davvero cosí importante per me avere la sua approvazione? Ribaltò per l’ennesima volta la situazione spingendomi contro il muro “Perché non voglio che tu mi tradisca”  si era calmato leggermente “MA se ti ho già dett-“ “Non mi bastano le semplici parole!” “E allora come posso dimostrartelo? Ho rifiutato esplicitamente chiunque mi proponesse di lasciarti, ho rifiutato la proposta degli anziani e per di più non ho mai provato a scappare! Cosa vuoi di più?!”  Mi sollevò facendomi incrociare le gambe alla sua vita e, sollevandomi il mento, mi disse l’ultima cosa che mi sarei mai aspettata “Voglio che tu sia mia”

 
Tam tam tam! Cosa succederà ora?

Ah boh non ne ho la più pallida idea…. Fatto sta che con la pasqua qualcuno rinascerà (chissà chi….)

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Capitolo 19
*** Quel bacio tanto a lungo desiderato ***


Voglio che tu sia mia
 
Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere: il grande e potente Madara Uchiha mi voleva… Che sia uno scherzo? No, Madara non è uno che scherza, soprattutto quando è arrabbiato…  Ma allora, perché si comporta così? Come se iuo fossi la persona che odia di più al mondo?
 
“Cosa?” ci fu lungo periodo di silenzio, che non si sia reso conto delle proprie parole? Accarezzandomi la guancia mi  guardò fisso negli occhi, come per scrutarmi l’anima. “Lo sai che non mi piace ripetermi tuttavia, solo per questa volta, farò un’eccezione ma pretendo che tu mi ascolti.” Annuii lievemente e lui proseguì “tu, sei stata una debolezza per me fin dal primo momento che ci siamo visti (chissà perché mi suona familiare questa frase -.-). Durane il nostro primo incontro capii che dovevo tenerti lontana, per il bene di entrambi. Tuttavia il destino decise di opporsi alla mia scelta e ci unì comunque. Quando ci parlammo io sapevo già della scelta dei nostri clan e cercai, in tutti i modi, di farmi odiare così, forse, non sari finito nelle pietose condizioni in cui sono ora.”
 
“Madara, cosa stai cercando di dirmi?” Chinando la testa disse la frase che cambiò tutto. Per sempre.“ Sto dicendo che sei l’unica capace di far battere il mio cuore” mi ci volle un momento per comprendere le sue parole  “Ed è una cosa tanto brutta?” Gli risollevai la testa per guardarlo nei occhi, erano del tutto diversi dal solito: sarebbero stati capaci di spezzare anche il cuore più duro; erano pieni di amore, e sofferenza, tanta sofferenza. Sapendo di essere la causa di tutto ciò lo abbracciai, come per non lasciarlo andare più . “Si, Mari, è una cosa negativa, perché i miei nemici pur di arrivare a me ti farebbero del male, e io non voglio che ciò accada.” “Non essere idiota. Non sono così facile da ferire, l’hai visto tu stesso.” Si staccò da me e si voltò “Conosco benissimo la tua forza ma non riuscirei mai a sopportate che qualcuno oltre a me ti tocchi in alcun modo!” Lo afferrai per una spalla e lo feci voltare “Senti qua bello, se non vuoi che qualcun altro mi tocchi allora impediscilo! Non puoi continuare a vivere in questo modo e tantomeno io posso! La vita, è fatta per essere vissuta, non temuta.” In questo preciso istante capii quanto Madara fosse importante per me, capii quanto immensamente lo amassi. “ Ma tu sai pronta ad affrontare tutto ciò che questa decisione comporterà?”  Sorrisi, suvvia Madaruccio “ La domanda giusta non è se io sono pronta ma se tu lo sei”
 
“Tu sei tutto quello di cui ho bisogno e se per tenerti dovrò combattere contro il mondo intero che sia!” Oh, tu non hai idea in cosa ti si infilato tesorino caro… Ti sei appena scritto la condanna a morte perché in  fondo io, sono io: una gran testa di cavolo, altamente irascibile e, presumibilmente, gelosa come nessun’altra in questo mondo, data la mia possessività. “Allora dovrei cominciare a prepararti l’armatura”  Mi sorrise e mi diede quel bacio tanto a lungo  desiderato.
Ok, sto per vomitare arcobaleni… Fatto sta bella e amorevole gente, dovrei continuare?

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