I was looking for you

di ketyblack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What do you want from me? ***
Capitolo 2: *** When there was me and you ***



Capitolo 1
*** What do you want from me? ***


Hola a tutti! Ecco una nuova ff! Ci tengo a precisare che sarà una short fic, penso un massimo di cinque capitoli, detto questo buona lettura! Un bacio!

 

I was looking for you

 

Capitolo 1: What do you want from me?

 

 

 

 

Oh, finalmente ho finito il turno! Oggi davvero non c'era nulla da fare, da quando siamo in tempi di pace si potrebbero anche ridurre i turni. Eppure Tsunade non ne vuole sapere. Vigilanza costante, dice di continuo. Nonostante questo lavoro sia pesante mi aiuta a distrarmi dal vuoto quotidiano, dal non aver nulla da fare.

 

Sono sempre tutti così impegnati. Sembra che sia solo io quella che è rimasta indietro, quella che non tiene il ritmo. Sakura è ormai direttrice dell'ospedale, tra qualche mese andrà in maternità, sì, perché ha avuto la brillante idea di farsi mettere incinta da Sasuke prima che lui partisse per “difendere il villaggio dall'esterno” sì, ma fammi il piacere. Pure Choji delude, è diventato maestro ninja, è sempre pieno di impegni, non ha nemmeno il tempo per venire a farsi un bicchierino con me quuando finisco il turno. E Shikamaru? Oh se ne andasse al diavolo pure lui. Anni e anni di amicizia e poi? Ovviamente se ne va a Suna con la pancia al sole insieme alla sorella del Kazekage.

 

La verità è che mi sento sola. Ho ventun anni e non ho nessun interesse al di fuori del mio lavoro, non ho amici che mi possano tirare su da questo baratro in cui io stessa mi sono lanciata tre anni fa. Quando finì la grande guerra ninja, la guerra dove perse la vita mio padre e tanti altri valorosi combattenti.

 

“Ino!” sento qualcuno che mi chiama mentre sono assorta nei miei pensieri. Oh, quale onore, l'Hokage in persona, a cosa devo l'onore, Naruto?

“Che c'è? Scusa ma sono davvero stravolta e...” non mi lascia finire di parlare, si vede che è su di giri, dai, idiota, che cosa diavolo vuoi dirmi?

“è tornato!” dice con un sorriso a trentadue denti. Ma chi? Sasuke? Ma non doveva fare l'eroe da solo dimenticandosi di avere una compagna incinta?

“Shikamaru Nara è tornato a Konoha!” specifica lui mentre io già mi facevo film mentali su Sakura a cui veniva un embolo dalla felicità. E invece, guarda un po', sta venendo a me. Sicuramente sarà insieme alla sua compagna, o moglie, o il cazzo che è.

“A me che cosa dovrebbe importare?”sbotto freddamente. Non sono felice, mi è del tutto indifferente. Tre anni fa, quando decise di trasferirsi non ebbe nemmeno le palle di dirmelo in faccia, mi scrisse un simpatico bigliettino. Se lo fosse ficcato in quel posto. Che coglione. E che idiota io!

“Beh, si solito, quando si è amici si è contenti di rivedersi, ti vedo bene, Yamanaka!” mi risponde una voce che non è quella di Naruto, una voce che non sentivo da troppo tempo. Mi girò di scatto e me lo ritrovo a pochi passi da me, giusto giusto per poterlo gonfiare di botte.

“Già, è vero, ma non mi risulta che noi siamo amici, Nara. Gli amici non si raccontano cazzate e non si sentono per tre anni.” colpito e affondato. Se credeva di venire qui a fare l'amicone può anche scordarselo.

“Hai ragione, ho sbagliato, avrei dovuto parlarti.” vedo distintamente il nostro Hokage che si guarda intorno in cerca di una qualche scusa per andarsene. È davvero ridicolo.

“Sì. Avresti dovuto.” rispondo piccata io. Aumento il passo e me ne torno verso casa. Spero solo che se ne vada via presto. Non potrei sopportare di poterlo incontrare per il villaggio. Tornatene a Suna, Nara dei miei stivali! Vattene da quella stupida sabbiosa di Temari.

 

Sono passati tre giorni dal mio “focoso” incontro con Shikamaru. Probabilmente se ne è tornato a casa sua, ormai quel forno del villaggio della Sabbia è casa sua. Questo pomeriggio do una mano in negozio a mia madre, mi piace stare tra i fiori, mi rilassa e non mi fa pensare.

Uno sampanellio indica da qualcuno è appena entrato. Arrivo al bancone e sorrido all'avventrice.

“Ciao, Yoshino, cosa posso fare per te?” chiedo in tono naturale. Tra tutto il villaggio proprio lei? Pessimo tempismo.

“Sì, mi servirebbero dei gigli bianchi da portare a Shikaku.” dice con un mezzo sorriso che svanisce subito dopo.

“Certo vado un attimo a...” sento il suono di un vaso che va in frantumi. La donna sgrana gli occhi e accorre insieme a me.

“Shikadai! Ti avevo detto di non toccare nulla! Ma perché devi sempre farmi fare brutte figure?” urla la donna prendendo per un braccio un bimbo che avrà si e no tre anni. Appena lo vedo mi blocco con le mani a mezz'aria, devo sembrare una perfetta idiota. È spiccicato a Shikamaru, ma ha qualcosa di diverso, è abbronzato, ha gli occhi color acquamarina.

“Scusa, Ino, è un terremoto. Che ne dici di venire a cena questa sera? Così mi sdebito del vaso rotto...” dice in tono irato guardando il piccolo. Impacchetto i gigli velocemente e glieli porgo con un sorriso decisamente tirato.

“Ma no, tranquilla, Yoshino, non c'è nessun problema!” rispondo di rimando cercando di togliermi da quella scomoda situazione. Chi diavolo è questo bambino? Ho troppa paura di chiedere. Anche se so la risposta.

“Dai, insisto! Da quando è tornato Shikamaru non sei ancora venuta a trovarlo!” è impossibile dire di no a Yoshino Nara. Con un cenno accetto e mi maledico mentalmente per averlo fatto.

“A stasera, allora!” esclama lei prendendo per mano il bambino. Mi ritrovo a sorridere. Ma perché? Sono appena stata incastrata! Devo ammettere che quel bambino è davvero tenero. Ha la stessa espressione di Shika da piccolino.

 

Sono le sette e mezza di sera e mi sto dirigendo verso casa del nemico. Spero di non trovarci pure la sabbiosa se no è la volta buona che do di matto.

 

Mi ritrovo di fronte all'entrata di una casa in cui ci sono stata almeno diecimila volte, ma ora mi risulta estranea. Non mi appartiene più. Guardo malinconica il laghetto in giardino, quante volte abbiamo giocato lì insieme. Quante avventure abbiamo vissuto prima che diventassimo il team 10, prima che crescessimo venendo investiti da mille responsabilità.

“Buonasera, Yoshino!” esclamo porgendole una torta fatta da mia madre. Lei con un cenno mi invita ad entrare. Esito un attimo e poi varco la soglia. Mi siedo per terra incrociando le gambe. Bene, Temari, a noi due, sbuca fuori quando vuoi. Continuavo a pensare vari modi per poterle fare più male possibile.

“Ciao mamma! Sono tornato!” bene, il signor genio è a casa. Iniziano le danze. Entra in cucina pensando di trovarci sua madre. Ma ci sono io, bello mio.

“Buonasera, Ino, che ci fai qui?” in quel momento come un tornado gli corse incontro il bambino del negozio.

“Papà! Sei tornato!” lo abbracciò. Bene, Shikamaru ha un figlio. Ogni tassello va al suo posto. Non poteva essere altrimenti. Ora me ne vado, non voglio rovinare la famigliola felice.

“Di' a tua madre che sto poco bene e me ne vado a casa, non voglio rovinare il quadretto famigliare...” sussurro io trattenendo le lacrime a stento.

“Ma no, che rovini! Ci fa piacere averti a cena!” esclama il mio ex amico non riuscendosi a staccare di dosso il piccolo, estasiato da avere accanto il suo papà.

“Non vorrei essere di troppo.” continuo io cercando di andare via.

“Non lo sei. Ehi, guarda, Shikadai, questa è una mia carissima amica, si chiama Ino, eravamo in squadra insieme!” esclamò lui al figlio. Vedo il bimbo scrutarmi con quegli occhi verdi che ho già visto a qualcuno, ma certo, sono sicuramente quelli della sabbiosa.

“Con lo zio Cho?” chiese lui dubbioso. Bene, non gli aveva nemmeno parlato di me. Poi lo vidi porgermi la sua manina paffuta, proprio come un vero uomo.

“Sì, tutti e tre insieme eravamo il team 10.” dico io cercando di sorridergli e stringendogli piano la manina.

“Quindi tu sei la zia Ino!” esclamò lui abbracciandomi e mettendomi in imbarazzo.

“Sì, è lei, ora vai ad aiutare la nonna con la cena!” dice Shikamaru. Sembra che voglia stare da solo con me.

 

Shikadai esce dalla stanza. Si respira una strana tensione. Come sempre, come tutte le volte che io e Shikamaru siamo soli. Io mi guardo intorno circospetta. Nessuno in arrivo. Sono sollevata.

“Mi dispiace non averti detto di lui. Sono stato occupato in questi anni, a Suna la vita non è una passeggiata...” inizia lui ad accampare scuse. Certo, nemmeno un minuto per scrivermi e dirmi: ehi ciao, Ino, come stai? Ah, diventerò papà. Coglione.

“Immagino. Proprio ogni minuto una diversa occupazione. Non prendermi per il culo. È che di me non te ne è mai importato.” rispondo subito. Non voglio sentire le sue stupide giustificazioni.

“In tempi di pace lo sai anche tu che le comunicazioni tra i vari villaggi sono limitate.” mi viene in mente solo una cosa limitata qua dentro ed è il tuo cervello, mio caro Nara.

“Certo, in tempi di pace è difficile scrivere una lettera, meglio starsene con la pancia al sole ad oziare. Fammi il favore, Shikamaru. E tuo figlio? Suppongo abbia una madre, no? Non mi hai nemmeno mai detto che stavi con lei” non voglio pronunciare il suo nome. Shikamaru si rabbuia, ho colpito nel segno, l'avrà scaricato per il primo che passa. Glielo avevo detto.

“Ti chiedo perdono. Non ho mai voluto tagliarti fuori dalla mia vita, ma ho dovuto. Avevo fatto la mia scelta e ho scelto lei. Come tutti mi dicevano da tempo, no? Proprio come tutti si aspettavano da me. Eravamo felici, Ino. Forse non felici in maniera principesca come pensi tu, ma sereni, le volevo bene, ed ero sicuro che con l'arrivo di Shikadai sarebbe andato tutto meglio.” troncò il discorso. Aveva gli occhi lucidi. Ma che diavolo le aveva fatto 'sta sabbiosa?

“ E poi che cosa è successo? Ti ha cacciato di casa e hai dovuto fare il ragazzo padre?” lo presi in giro io, sentivo solo fluire cattiveria dentro di me.

“E' morta di parto. E, sì, ho dovuto fare il ragazzo padre. Shikadai non ha mai conosciuto sua madre.” mi spiega tremante lui. Io sono spiazzata, mi sento uno schifo, Temari è morta. Shikamaru ha un figlio a carico e io riesco solo a pensare a cattiverie.

“Io...mi dispiace...” riesco solo a dire quello. Le parole più banali e stupide che potessi dire. Lo vedo a pezzi. Ma perché non è tornato subito? Perché nessuno in villaggio lo sa?

“Mi sono dovuto trattenere tre anni per poter formare un altro rappresentante del villaggio della foglia laggiù a Suna, poi la mio priorità era ritornare qui, riprendere in mano la mia vita insieme a Shikadai, sono tornato in circostanze misteriose anche per Naruto, ho detto di Temari solo a mia madre e a nessun altro. Nemmeno a Choji.” spiega lui non trattenendo più le lacrime. Io sono come bloccata, fulminata, sembrava che anche la vita di Shikamaru non fosse andata più avanti. Era fermo alla morte di Temari, l'aveva ancora negli occhi e questo lo potevo vedere.

“E perché l'hai detto proprio a me?” mi viene istintivo chiedere.

“Perché anche tu sei un orologio fermo, proprio come me. Perché hai gli occhi spenti, Ino?” mi chiede lui d'un tratto. Per colpa tua, brutto imbecille.

“Se tu fossi stato meno cieco Shikadai sarebbe potuto essere mio figlio, perché hai scelto lei e non me, perché in questi tre anni hai fatto l'amore con lei e non con me, perché nella tua casa a Suna hai diviso i tuoi cassetti della biancheria con lei e non con me, stupido idiota!” dico alzandomi di colpo, me ne vado via correndo, scappo dai miei problemi, sono una codarda, sì, Ino Yamanaka è una fottuta codarda.

 

Rientro in casa e mi ricordo di dover respirare. Sentivo il cuore scoppiare. Shikamaru non è stato via tre anni a folleggiare e a fare la bella vita. Ha perso la sua compagna, la madre di suo figlio. È stato solo ad occuparsi di lui, l'ha cresciuto da sé. Non solo la mia vita è stata uno schifo, ma anche la sua che aveva tutti i presupposti per essere una vita felice. Aveva avuto accanto Temari per poco, è morta più o meno un anno dopo la fine della grande guerra. Probabilmente era rimasta incinta proprio nell'incertezza della guerra, quando si respirava quell'odore di morte e disperazione. Forse pensavano di morire entrambi in guerra e invece no, la vita aveva regalato loro Shikadai. Un dono che tuttavia Temari non poté godersi. Io stessa mi dispiacevo per lei, come avevo potuto aggredire così Shikamaru? La solita egocentrica.

 

questa mattina mi sono costretta a uscire di casa, e andare a chiarire con lui. Non posso non chiedere scusa, non questa volta. Lo incontro proprio mentre sta per uscire, probabilmente diretto verso il suo prato preferito per poter guardare le nuvole. Chissà se lo fa ancora?

“Ehi, Shikamaru, aspetta!” urlo io affiancandolo. Lui non batte ciglio, assume un'espressione piuttosto dura e aggressiva.

“Senti, devo chiederti scusa, non avevo il diritto di....” lui mi interrompe appoggiando delicatamente una mano sulla mia spalla. Socchiudo gli occhi a quel contatto.

“No. Ce l'hai il diritto, eccome. Raccolgo ciò che ho seminato, non dovevo darti per scontata, insomma, ho scelto un'altra donna, è normale che tu sia ferita e, perché no, anche felice che Te...” eh no. Questo non azzardarti nemmeno a pensarlo.

“Come cazzo puoi pensarlo, Shikamaru? Ti è dato di volta il cervello? Mai e poi mai avrei voluto vederla morta, ora che poi è madre di tuo figlio! Non sono così meschina.” mi affretto a dire io. Lui sorride mesto. Mi conosce troppo bene e aveva già calcolato tutte le mie reazioni, ci scommetto tutto quello che ho.

 

Senza neanche accorgercene ci ritroviamo di fronte alla tomba di Asuma. Ci sediamo lì davanti, in silenzio, come se il nostro maestro potesse ancora osservarci. È stato un dolore enorme, una mancanza costante, all'epoca ci sentimmo come orfani.

“Devo prendere appuntamento con qualcuno per potervi vedere?” esclamò una voce ben conosciuta alle nostre spalle. Finalmente l'imponente Choji ci degnava della sua presenza. Si siede accanto a noi, sorridendoci. Sembra davvero felice da quando si è sposato.

“Sono felice di trovarvi qui. Volevo dare la notizia prima a voi e al maestro Asuma...” dice emozionato poggiando una mano sulla lapide del maestro.

“Karui è incinta! Tra pochi mesi Shikadai potrà avere un compagno di giochi!” era così felice, non stava più nella pelle. E sono sicura che Shikamaru fosse felice almeno quanto me per la notizia gioiosa.

“Congratulazioni, Cho! Sarai un padre grandioso!” gli strinse la mano Shikamaru assestandogli una poderosa pacca sulla spalla. Poi mi guardò negli occhi, capii con un solo sguardo che cosa stesse pensando, annuii di supporto.

“Cho. So che non è il momento migliore per dirtelo ma... Temari è morta.” sentivo dalle sue parole la convinzione e l'accettazione di quel fatto. Forse non dirlo a nessuno lo aiutava a non pensarci e a credere che lei sarebbe tornata, un giorno.

 

Passò una settimana da quel giorno e Shikamaru sembrava rinato, senza più quel brutto peso da dover portare da solo. Lo vedevo spesso con Shikadai al parco o che mi passava a prendere al lavoro.

Una sera addirittura mi portò fuori a cena. Ero spiazzata dall'invito, e pensare che solo pochi anni prima avrei fatto carte false per averne uno.

“Sono felice che tu abbia accettato di venire a cena con me...” esclama lui porgendomi del sakè che mi appresto a bere. Poggiando il bicchiere sul tavolo mi sfiora inavvertitamente una mano, la ritraggo tempestivamente.

“Ehi, calma, da quanto è che non ti fai toccare da un uomo?” io spalanco gli occhi sorpresa. Meglio che non lo sappia da quanto tempo. Si potrebbe sentire un pochino a disagio. Ma perché allora mi sento io a disagio, adesso?

“Non è affar tuo, Nara!” rispondo io dura. Lo guardo negli occhi e non è cambiato di una virgola. Forse è un po' più uomo, ma ha conservato la sua bellezza così particolare, quel fisico asciutto e quei capelli ribelli. Ino! Calmati stai parlando di un padre di famiglia! Beh un padre ventunenne, però.

“A giudicare dalle tue risposte mi sembra più o meno un annetto e non due!” mi prende in giro lui con quel suo sorrisino sghembo. Sei odioso!

“Aggiungi pure almeno tre anni a quei due e ti viene la cifra esatta, mese più mese meno.” rispondo io in tono funereo. Lui mi guarda strano, avrà fatto due più due.

“Mi stai dicendo che...cioè io pensavo che con Sai...” hai pensato decisamente male, Nara, sì, io so stare da sola e anche per molto tempo. Come pensavi che avrei potuto dimenticare così velocemente come te?

“No, Sai ci ha provato per mesi ma non gli ho dato modo di avere nessun contatto, è un caro amico ma non potrei mai starci insieme...” dico io convinta. Ricordando con un sorriso i modi impacciati con cui cercava di corteggiarmi. Ma all'epoca ero così ferita che nemmeno lo vedevo.

“Quindi...” era sorpreso. Io pensavo che non avrei mai messo sotto scacco Shikamaru, e invece ce l'avevo fatta. Sorpresa, signor Genio!

“Sì. Da quella volta con te non ho mai più avuto nessuno.” rispondo in tono seccato.

 

Salve a tutti, sono ketyblack! È da molto che non posto più storie sul fantastico mondo di Naruto! Questa storia la dedico a tutte le white flies come me che hanno sempre sognato che alla fine Ino e Shikamaru sarebbero stati insieme, a coloro che, come me, hanno detestato Kishimoto quando hanno letto che Shikamaru si sarebbe sposato con Temari. Una tragedia annunciata, comunque. Ecco, ho stravolto un po' di cose e spero che la troviate interessanti e che non sia rimasta sola da white fly! Non smettete mai di credere nello ShikaIno ahahaha! A parte gli scherzi ditemi che ne pensate in un commentino! Un bacione e al prossimo capitolo!

 

ketyblack

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Capitolo 2
*** When there was me and you ***


I was looking for you


Capitolo 2: When there was me and you

 

Shikamaru è imbarazzato. Credeva che non saremmo mai più andati sull'argomento, spiacente, Nara, non dopo le tue stupide frecciatine! Sorrisi in modo ironico. Non so proprio dire chi fosse il più ridicolo tra i due, probabilmente io. Colei che non era andata avanti con la propria vita.

“Dimmi che stai scherzando! Saranno stati più o meno cinque anni fa, comunque poco prima che cominciasse la guerra!” mi dice in tono incerto. Sì, proprio così. Poi c'è stata la guerra, e mi hai mollata come una stupida dicendo: oh, guarda, c'è Temari, aspetta che vado a Suna con lei!

“Già. Va beh, potremmo cambiare argomento? Shikadai è con la nonna? È spaventoso quanto ti assomigli!” cercai di deviare il discorso. Sapevo benissimo che Shikamaru avrebbe abboccato solo per togliere me dall'imbarazzo.

“Sì, la vedo bene, è serena, le piace fare la nonna, anche se rimane una donna temibile e una seccatura!” sorrise appena lui portandosi il terzo bicchiere di sakè alle labbra. Mi sorpresi a fissarlo mentre beveva e schiudeva le labbra poco dopo aver assaporato il liquido, schioccò la lingua al palato ed era dannatamente sexy. Sì. Il caso è chiuso.

“Sapevo che mi avresti guardato così...” dice lui. Bastardo, l'ha fatto apposta. Aggrotto le sopracciglia, irritata.

“E tu, invece, da quanto tempo non stai con una donna?” gli chiedo. È una domanda lecita. E comunque non credo abbia tenuto la cintura di castità, io penso che così giovane sia abbastanza normale che abbia avuto qualcun'altra dopo la morte di Temari. Forse sono stata troppo indelicata, ma se l'è voluta.

“Diciamo che sono abbastanza fuori allenamento, sono un po' più di tre anni, sì, con lei.” come al solito aveva anticipato ogni mia possibile domanda. Quindi anche lui aveva poco da sfottere me.

“E poi con Shikadai non è che abbia avuto un gran tempo per frequentare qualcuna, poi diciamo che essere stato il compagno della sorella del Kazekage non mi aiuta... erano tutti terrorizzati da Gaara e dalla reazione che avrebbe avuto se mi fossi visto con qualcuna.” rise mentre mi confessava questi retroscena.

“A me non manca per nulla il sesso. Non è poi sto granché.” esclamai ricordando la mia prima volta proprio con l'uomo che avevo davanti. Era stato tremendamente doloroso e nessuno dei due aveva idea di come si facesse.

“Beh, diciamo che rispetto a un po' di anni fa adesso sarebbe diverso. Ho acquisito nuove...ehm...tecniche!” dice tranquillo guardandomi con quegli occhi più neri del carbone. Shikamaru smettila immediatamente, ho appena detto che il sesso non è sto granché.

“Immagino. Beh istruisci bene Shikadai, non vorrei mai che una giovane ragazza tra qualche anno soffra come ho fatto io.” gli dico per nulla imbarazzata, peccato che io non abbia sofferto per lui solo per quella volta lì, ho sofferto per anni, anche se la guerra era finita io soffrivo ugualmente, la guerra era dentro di me. Perché te ne sei andato?

“Non prendermi in giro, Yamanaka, avrai sofferto i primi due minuti, per il resto stavi godendo anche se non lo ammetterai mai. E mi dispiace di essermene andato. Lasciandoti un biglietto...” in quelle parole sentii tante altre scuse, gli dispiaceva sul serio, non era da lui scusarsi. E io accusai il colpo, sapeva che l'avrei perdonato, anche se mi aveva lasciata per un'altra, aveva fatto un figlio con lei e non mi aveva contattata per anni. Ma lui era Shikamaru.

“E' un tuo modo per proporti? Non credere sia così facile, ti perdono per l'essertene andato via. Ma non credo ti riaprirò mai il mio cuore.” dissi amaramente chiudendo gli occhi dopo aver bevuto un altro bicchiere di sakè. Sì, perdonato, ma non ti voglio più. Non posso.

“Cosa? Il tuo cuore? Io pensavo fosse solo una scommessa tra amici, un gioco...” mi dice lui veramente sorpreso. Bingo.

“Certamente. Come no, meno male che alla scuola ninja eri il più intelligente della classe. Secondo te avrei dato la mia verginità a uno qualunque?” mi alzo irata, ogni volta che parliamo io devo arrabbiarmi e andarmene. Stupido imbecille.

 

Oggi ho il turno di notte all'ospedale. Sakura porta un pancione quasi al quinto mese e non l'ho mai vista più raggiante. È così felice, accarezza quella pancia come se la sua bambina fosse già con lei.

“Sei uscita con Shikamaru l'altra sera, vero?” colpita e affondata. Perché sono così trasparente? Sì, sono ancora arrabbiata con lui. È un coglione e il fatto che io l'abbia perdonato non cambia la situazione.

“Sì. E gli ho detto chiaro e tondo che non avrà più un'occasione con me. È uno stronzo.” ma che glielo dicevo a fare? Suo marito era in giro da ormai sei mesi e non sapeva neanche quando avrebbe fatto ritorno al villaggio. Io e Sakura avevamo una calamita per gli stronzi.

“A volte bisogna anche esaminare bene la situazioni, io credo che con Temari abbia agito d'impulso, senza parlare del fatto che tutti quanti al villaggio continuavano a fare frecciatine su una loro possibile relazione!” risponde lei con dolcezza. Ma certo, tutti dicono che sta con Temari e quindi perché non farsela sul serio e andare in culo al mondo per stare con lei? Così, per curiosità.

“Non giustificarlo, Sakura, è sempre stato un coglione sotto quella scorza di intelligenza. Lo conosco da quando cono nata. E poi tutte voi mi mettete ansia! Tu sei incinta, Hinata sta per partorire, Karui è incinta e Shikamaru è padre. Io sono inutile.” sbotto io incrociando le braccia.

“Ma non devi sentirti così, verrà il momento anche per te. Sono sicura che sarai un'ottima madre!” mi sorride lei poggiandomi una mano sulla spalla. Io madre? Ma non dirne più, amica mia.

 

Questa notte non c'è nulla da fare, ho controllato le ferite ad un paziente e procede tutto per il meglio, calma piatta. Guardo fuori dalla finestra e noto un cielo splendido, una stellata pazzesca. Proprio come quella notte insieme a Shikamaru. Tutto era perfetto e rifarei tutto da capo, se solo avessi saputo prima che se ne sarebbe andato poco dopo. Ecco, con quella certezza non l'avrei fatto con lui e, magari, avrei riservato le mie attenzioni a qualcun altro.

Dei passi per il reparto mi destano dalle mie riflessioni. Mi giro e vedo proprio il protagonista assoluto dei miei pensieri: Shikamaru Maledetto Nara.

“Shikamaru, che vuoi? Non ho voglia di parlarti e...” lui mi blocca, come se non avessi detto nulla. Mi prende per un braccio, ha gli occhi lucidi.

“Ino, devi venire subito da me, ti prego, Shikadai sta molto male!” mi dice allarmato. Lì tutti i miei rancori cadono. Corro più veloce della luce dopo aver avvisato Sakura.

 

In pochi secondi siamo a casa Nara. Yoshino è accanto al piccolo che si lamenta rumorosamente. A vederlo di primo acchito non mi sembra nulla di così grave, avrà preso qualche malattia infettiva, è molto probabile a quell'età. Ed in effetti era proprio così.

“Shikadai! Stai tranquillo, non hai nulla, hai preso gli orecchioni. Lo so che adesso hai tanto male, ma in una settimana di riposo ti passerà tutto, piccolino!” gli accarezzai la testolina cercando di calmarlo. Era così dolce.

Mentre stavo per andarmene, Shikamaru mi seguì sulla soglia di casa. I suoi occhi scuri esprimevano gratitudine.

“Grazie, ero così preoccupato, non sapevo proprio a chi rivolgermi. Stava così male, pensavo il peggio!” anche Shikamaru era dolce. Si vedeva nei suoi occhi il terrore che potesse succedere qualcosa a suo figlio.

“E' il mio lavoro aiutare le persone, anche se non mi stanno simpatiche. Ma in questo caso il povero Shikadai non ne poteva nulla se suo padre è un completo stronzo.” dissi io in tono serafico.

“Ti devo un favore. Grazie, Ino.” e così dicendo mi ha abbracciata. Io boccheggiavo mentre affondavo la testa nel suo giubbotto da jonin. Inspiravo dopo anni il suo profumo e mi sorpresi del fatto che non fosse cambiato per nulla, anzi, era così famigliare, confortevole e... che cos'è questo calore strano? Oh, cazzo.

“Sì, beh, meglio che vada. Sakuramiaspettainospedaleciao!” dissi tutto d'un fiato nella fretta di mettere tra me e lui più chilometri possibili. Possibile che a ventun anni sentivo quelle farfalle nello stomaco e quel calore al bassoventre come le ragazzine? Sono una cogliona pure io, però.

 

Era passata un'altra settimana dall'imbarazzante abbraccio. Sì, mi piace questo nome. Shikamaru aveva tentato in tutti i modi di contattarmi, io mi nascondevo in ogni angolo del villaggio per non farmi trovare. Fui invece stanata da un invito all'apparenza ufficiale, ma in realtà era solamente un'occasione per far baldoria e Naruto non aveva voglia di invitare tutti noi della vecchia guardia a voce, quindi aveva usato la carta da lettera da Hokage per invitarci a una festa. Bel tipo che è alla guida del villaggio. Siamo un villaggio intero di coglioni. Comunque ci sarà questa festa in vista del ritorno di Sasuke, l'intrepido è tornato, evviva. Merita il premio di marito dell'anno.

Sento il campanello, probabilmente è Sakura che è venuta a prendermi. Già è triste essere l'unica single, almeno la mia migliore amica poteva continuare a farmi compagnia, no? Sasuke imbecille.

Esco di casa al volo, eccoli i coniugi Uchiha. Splendido.

“Sasuke, come stai? Ti annoiavi così tanto in giro da solo che hai pensato di farti una capatina a casa giusto per vedere se tua figlia era già nata?” dico io piccata. L'Uchiha sbuffa e fa finta di non avermi sentita. Pessimo. Ma forse sono solo arrabbiata con me stessa.

“Sto bene, Yamanaka, grazie per averlo chiesto. Dai, andiamo che siamo già in ritardo.” dice poco dopo ignorando del tutto la mia frecciatina.

Anche la location dell'evento lascia a desiderare, speravo che crescendo Naruto avrebbe migliorato i suoi gusti. Invece no. Eccoci all'Ichiraku Ramen, proprio come ai vecchi tempi.

Mi guardo intorno e siamo tutti al gran completo, chi con i figli al seguito, chi con i vari mariti e mogli. Io invece da vera e propria sfigata accompagnata dalla mia migliore amica e il suo fidanzato. Brava, Ino.

Shikamaru mi fa segno di raggiungerlo, mi siedo vicino a lui e Karui, l'unica che vedo un po' stranita, non essendo lei del posto. Chissà che cosa le avrà detto Choji per convincerla e trasferirsi qui.

“Ehi! InoShikaCho! Sempre vicini, eh? Adesso manca solo più un membro alla nuova guardia del vostro team! Devi sbrigarti, Ino!” mi dice Kiba. Grazie, Inuzuka, la mia vita è una merda, lo sapevo gia! Shikamaru deve aver avvertito il mio disagio.

“Kiba, pensa prima per te, ma te lo levi quel pizzetto o hai fatto finalmente outing?” lo prende in giro il Nara. Io sorrido lievemente.

La serata procede rilassata, Hinata e Naruto vanno a casa presto, così come Sakura e Sasuke. Le due donna sono in dolce attesa e si sentono stanche. Poco dopo ci lascia anche Choji. Insomma, alla fine rimaniamo io e Shikamaru, penso i più sfigati del gruppo. Brindiamo per l'ennesima volta a qualche persona sconosciuta, poi al ramen, agli sgabelli e al dio della sbronza.

“Oddio non ce la faccio ad alzarmi!” urlo io palesemente ubriaca fradicia, ringrazio mentalmente la mia stella buona per non aver messo i tacchi.

“Aspetta che ti aiuto...” mi dice Shikamaru anche lui palesemente alticcio e barcollante.

Per strada salutiamo i pochi passanti, anche se non li conosciamo, abbiamo dei sorrisi ebeti stampati in faccia. E io riesco solamente a vedere quanto è bello, quei lineamenti più marcati, quelle spalle larghe...

“Aspetta, non abito più con mia madre, bisogna andare vicino al parco...” dico io cercando di ricordare dove abitassi. Ma in realtà in quel momento non mi poteva importare di meno di tornare a casa, volevo ancora guardarlo un po'.

“Allora devi farmi vedere assolutamente l'arredamento!” esclamò lui spalancando le braccia come uno spaventapasseri. Ma che cosa diavolo stava dicendo? Arredamento?

“Ma allora non è Kiba che deve fare outing, sei tu! Da quando ad un uomo interessa l'arredamento?” lo prendo in giro io dandogli una spallata. Lui si irrigidisce alla mia affermazione.

“Veramente stasera non ho potuto fare a meno di notare la tua bellezza, Ino.” mi sussurra lui con la voce profonda, forse anche un po' alterata dall'alcool. Sento il suo fiato solleticarmi l'orecchio e le mie guance che avvampano.

“Ma non dirne più, sei ubriaco!” lo guardo negli occhi lucidi dall'ebbrezza e per la prima volta dopo tanti anni rivedo l'uomo di cui mi ero innamorata a diciassette anni. Il mio amico Shikamaru. Sorrido lievemente e lui ricambia.

“Finalmente mi sorridi, pensavo che non l'avresti mai più fatto!” esclama lui stringendomi una mano. Alzo lo sguardo e vedo che siamo davanti a casa mia.

“Beh, direi che è il momento di salutarci, Shikadai ti starà aspettando a casa...” dico io facendo un cenno verso la mia casa e mettendomi a cercare, con scarsi risultati, le chiavi.

“Se ne occupa mia madre, e poi è l'una di notte, starà già dormendo...” mi dice. Non capisco dove voglia andare a parare con questa affermazione. Io sorrisi di rimando e, trovate le chiavi, le infilai nella serratura.

“Allora buonanotte, Shika.” gli dissi aprendo la porta. Appena feci per voltarmi ed entrare sentii un braccio trattenermi. Mi girai con disappunto. Ma che voleva di nuovo?

Appena mi girai due labbra premettero sulle mie, con forza e urgenza, avvolgendomi con le sue braccia forti. Sentivo le gambe che stavano per cedere, erano molli come gelatina. E io mi stavo sciogliendo come neve al sole. Misi le mie mani sulle sue spalle e mi alzai in punta di piedi approfondendo in contatto. Era proprio lui l'ultimo uomo che avevo baciato ed era anche migliorato parecchio. Sentii di nuovo quel calore al bassoventre. Dannazione. Lo desideravo ancora.

“No, non possiamo, avevo promesso che ti avrei odiato per sempre. Non posso cedere!” dissi io in tono sensato poggiando le mie mani al suo petto nel tentativo di allontanarlo.

“Ma siamo ubriachi, non conta, no?” mi dice lui stupidamente e con gli occhi sbarrati in un'espressione ebete che non gli avevo mai visto. Eppure mi sembra convincente.

“Già, giusto!” rispondo esaltata e saltandogli al collo.

 

Senza neanche accorgercene finiamo a casa mia, baciandoci voracemente. Dall'urgenza di quel bacio si notava che nessuno di noi due faceva pratica da un sacco di tempo. Oddio no, di nuovo quel calore al bassoventre, Shikamaru, ma che diavolo mi stai facendo? Non ero io quella che diceva che il sesso era facilmente evitabile e per nulla necessario? Ritiro tutto quello che ho detto, io devo fare sesso. Ora.

Lo abbraccio forte e sento distintamente le sue mani farsi spazio sotto la mia maglia salendo con lentezza fino al reggiseno. Un sospiro mi esce dalle labbra. Dimenticavo quanto fosse piacevole. Lui mi bacia il collo scendendo sulle clavicole provocandomi brividi lungo la spina dorsale. Con un gesto veloce gli sciolgo i capelli che gli ricadono subito dopo come una cascata d'ebano sulle spalle. Gli accarezzo la nuca avvicinandolo di più al mio collo. Il paradiso esiste, ed è proprio questo.

“Vedrai che sarà bellissimo.” mi sussurra lui all'orecchio mordendomi piano un lobo.

Andava tutto bene, mi sentivo al massimo, ma c'era qualcosa dentro di me che mi bloccava, spalancai gli occhi e poggiai delicatamente le mani sul suo giubbotto da jonin.

“No, non così...” mormoro in uno sprazzo di lucidità dalla sbronza. Non voglio che la prima volta dopo tanto tempo avvenga così, da ubriachi e inconsapevoli.

 

 

Dopo quella stupida serata Shikamaru mi evita come la peste, appena mi avvista in lontananza volta i tacchi con nonchalanche, certo, come se non me ne accorgessi ogni volta, Nara.

Attesi invano un paio di giorni che si facesse vedere, magari venendomi a prendere all'uscita del lavoro. Ma nulla, silenzio stampa.

 

Oggi, finalmente, è il mio giorno libero, mi sono svegliata a pomeriggio inoltrato e sto andando al parco per pranzare seduta nell'erba. Sì, è la mia routine da giorno libero.

Al parco è pieno di bambini urlanti, sorrido guardandoli giocare spensierati, ah, quanto mi manca quell'età, la mia peggiore preoccupazione era quella di litigare per l'altalena.

“Zia Ino! Zia Ino!” sento urlare in mia direzione. Alzo gli occhi e mi ritrovo la copia in miniatura di Shikamaru.

“Ciao, Shikadai, che ci fai qui tutto solo?” gli chiedo sorridendogli, non so perché ma questo bimbo lo trovo adorabile, tutto il contrario del padre.

“Ma non sono da solo, c'è anche papà e lo zio Cho! Sei arrabbiata con il mio papà?” il suo tono deluso mi fece venire una fitta al cuore. Gli scompigliai i capelli ispidi.

“Tra me e il tuo papà va tutto bene, sono stata solo molto impegnata...” gli dico con un sorriso. Noto che il suo codino si sta allentando, gli sfilo il laccetto dai capelli e gli faccio una coda degna di quel nome.

“Allora quando ti liberi ci passi a trovare? Non ho mai visto papà contento come quando ci sei tu!” mi dice lui con un sorriso, io socchiudo gli occhi, Shikamaru è felice quando mi vede?

“Shikadai! Quante volte ti ho detto di non infastidire le persone?” sento la voce del padre che arriva alle nostre orecchie. Mi alzo dalla mia postazione, prendo per mano il bimbo e mi dirigo verso Shikamaru e Choji.

“Nessun disturbo, Shikadai è così ben educato!” lo stesso non si può dire del padre. Penso subito. Ma perché questo bambino è così adorabile? Lo vorrei tenere con me per sempre. Ma che dico? Ino non è un buon momento per farsi venire l'istinto materno.

“Beh, dai allora saluta Ino che andiamo a casa!” esclama Shikamaru prendendogli l'altro braccio e tirandolo verso di sé.

“No! Io voglio stare con la zia Ino! Dai, ti prego! Prometto che non la disturberò!” piagnucola Shikadai battendo i piedi in terra. D'altronde è anche figlio di Temari, avrei dovuto aspettarmelo.

“Shikamaru, non c'è problema, è il mio giorno libero, lo porto a prendere un gelato, puoi venirlo a prendere a casa mia!” esclamo io incoraggiante. Shikamaru si convince e me lo lascia.

“Io e Choji abbiamo della cose da sbrigare, ci vediamo dopo, allora, Shikadai fai il bravo, ci vediamo più tardi!” dice lui andandosene.

 

Il pomeriggio con Shikadai passò in fretta, era un bambino molto intelligente per i suoi tre anni, mi raccontò tutta la sua vita a Suna, dei suoi zii Gaara e Kankuro e, senza alcun imbarazzo, anche della sua mamma.

“E tu l'hai conosciuta la mia mamma, eh,zia Ino?” mi chiede curioso. Io rimango spiazzata, diciamo che tra me e Temari non è mai corso buon sangue, però l'ho sempre trovata una donna estremamente forte e caparbia, sapeva quello che voleva e lo otteneva sempre. Come Shikamaru, per esempio.

“Sì, certo, era una ninja impressionante, una forza della natura, ed era anche bellissima...” sussurro io abbassando gli sguardo. Vedo una manina di Shikadai appoggiarsi su una mia gamba. Lo fisso in quegli occhi acquamarina, mi sembra di guardare in faccia proprio Temari.

“Anche tu sei bella, zia Ino! E il mio papà ti vuole molto bene, sorride sempre quando ci sei tu!” mi dice il piccolo.

 

Dopo il gelato e una passeggiata torniamo a casa mia, mentre stavo prendendo un bicchiere d'acqua per Shikadai lo vedo addormentarsi come un sasso sul mio divano. Mi siedo accanto a lui e sento il campanello che suona.

“Ehi, spero che Shikadai non ti abbia disturbata, adesso andiamo, ma dov'è?” io gli sorrido e lo prendo per un braccio. Sbricia in camera mia e lo vede profondamente addormentato.

“Era così stanco che è crollato...” gli spiego chiudendo la porta della camera.

“Beh, mi spiace svegliarlo, ma è ora di cena...” risponde lui facendo per svegliarlo. Io lo blocco.

“Rimani a cena da me. Per Shikadai teniamo qualcosa in caldo per quando si sveglia...” gli propongo, lui con cenno del capo acconsente.

“Shikamaru? Mi spieghi che problemi hai con me? Mi eviti peggio che la peste!” dovevo chiederglielo, dovevo sapere. Gli alza gli occhi, mesto.

“Mi fai sentire strano, Ino. Come sempre. Ma adesso c'è Shikadai e devo dare la precedenza a lui.” sento che è una bugia. Se quella sera fosse andato tutto per il meglio, cioè, se avessimo fatto sesso, adesso non ci sarebbe nessun problema.

“Se è per quella sera, sappi che non è stata colpa tua, ma solo mia, è solo che non lo ritenevo giusto, per me e per te. Volevo che fosse speciale, proprio come quella notte che ricordiamo bene entrambi.” gli spiegai pazientemente e vidi il suo sguardo aprirsi.

“Quindi mi vuoi ancora? Dopo tutto quello che è successo?” mi chiese. Io annuii semplicemente. Avevo tentato di dar retta alla testa, ma il mio cuore aveva avuto la meglio, come sempre. Shikamaru aveva avuto la meglio, maledetto.

Mi sfiorò le labbra con un dito e poco dopo mi baciò, casto, puro, rispettoso. Io mi abbandonai completamente aggrappandomi a lui come se fosse la mia unica ancora di salvezza.

 

Il silenzio di Shikamaru dopo quella giornata si dissolse del tutto. Tornò l'amico fedele che avevo sempre avuto e anche qualcosa di più. Ogni tanto, di nascosto , mi teneva la mano o mi dava un bacio. Passavamo molto tempo insieme e Shikadai era molto felice.

“Quando siamo insieme io, te, e la zia Ino sembriamo proprio una famiglia normale!” esclama lui felice prendendoci per mano entrambi. Io gli sorrido e Shikamaru però si rabbuia, so a che sta pensando, sarà difficile per il piccolo crescere senza una madre. E Shikamaru è riuscito ad adempiere a questo compito in modo egregio. Mi chiedo se a volte non si senta un po' solo. Ma che dico! Suo figlio è il dono più bello che la vita potesse riservargli, è normale che abbia fatto qualche sacrificio.

“Una famiglia un po' strampalata, direi!” esclama lui sorridendoci.

 

Abbiamo appena messo Shikadai a letto, io sto per tornarmene a casa. Shikamaru mi segue per il portico, come se mi stesse indicando una strada che conosco benissimo.

“Ino, mi scuso se Shikadai ogni tanto è un po' invadente...sai, lui è sempre alla ricerca della sua mamma... ma io non posso fare nulla... sono...” scoppia in lacrime, disperato, non l'ho mai visto così, ma quanti buchi hai nel cuore, Shika?

“Ehi, sei bravissimo! Temari sarebbe fiera di te, e Shikadai è meraviglioso!” lo abbraccio forte, sono commossa anche io.

“Ma lei non c'è. Lei non potrà vederlo crescere, essere fiera di lui...” sussurra lui in preda al pianto isterico. Ma da quanto ti tenevi tutto dentro, eh, Shikamaru?

“So che è presto per dirlo, non ha la mamma, ed è terribile. Ma ha sempre la zia Ino e lo zio Cho, no? Staremo sempre al tuo fianco.” gli dico dolcemente accarezzandogli i capelli ribelli, proprio come quelli del figlio.

“Grazie, Ino. Sei una donna meravigliosa, potessi tornare indietro...” lo blocco, mi farebbe stare troppo male sentire che cosa avrebbe fatto.

“Se avessi scelto me non avresti avuto Shikadai, il tuo re. Non devi mai rimpiangere nulla, lui è venuto al mondo per scelta tua e di Temari che l'avete accettato nonostante la giovane età. Lei ha sacrificato la sua vita per lui. Ricordalo sempre.” gli dico io con forza. Lui si rilassa tra le mie braccia.

 

In ospedale ultimamente è un caos totale. Sakura è in maternità e, ovviamente ho tutto io sulle spalle, tutte queste stupide scartoffie che mi fanno fare inevitabilmente le ore piccole. Povera me, sono distrutta. Ma proprio ora doveva rimanere incinta? Per aggiungere ulteriore schifo alla mia vita.

“Ehi, capo ospedale, si può?” riconoscerei la voce di Shikamaru tra mille. Infatti lo vedo far capolino dalla porta del mio ufficio carico di provviste mangerecce. Sia lodato il take away!

“Certo, entra pure, pessimo tempismo, però, ho quasi finito il turno!” annuncio io togliendomi il camice.

“Peccato, non potrei mai perdonarti se questo favoloso cibo take away andasse sprecato!” dice lui in tono melodrammatico toccandosi la fronte in modo scenico.

“E chi lo spreca? Forza, andiamo da me, ho una fame da lupi!” dico infilandomi il giubbotto e timbrando il cartellino.

 

Durante la cena regnava il silenzio, eravamo entrambi affamati, e poi era quasi surreale stare insieme senza Shikadai che proponeva in continuazione di giocare a nascondino, a rincorrersi, a disegnare, una volta addirittura, con sommo imbarazzo, ha voluto giocare alla famiglia.

“Ormai sono abituata ad avere Shikadai tra i piedi, mi sembra strano che non ci sia!” dico io mangiando con gusto la mia porzione di ramen.

“Volevo portarlo, lui voleva venire a prenderti al lavoro ma si è addormentato, la prossima volta vedi di farti mettere dei turni umani!” mi rimbecca lui scherzando. Dallo sfogo di quella sera lo vedo sereno, felice, forse è anche un po' merito mio.

“Beh, allora dagli un bacio da parte mia quando torni a casa!” sorrido. Lui mi guarda, contrariato. Incrocia le braccia come i bambini.

“E a me niente? Sempre e solo a Shikadai! E al suo aitante papà niente?” dice ammiccando e facendomi arrossire all'inverosimile. Mi avvicino lentamente a lui e faccio per dargli un bacio sulla guancia ma... brutto delinquente!

“SHIKAMARU!” urlo allontanandomi, peggio dei bambini. Mentre stavo per baciarlo sulla guancia si è girato e l'ho baciato sulle labbra. Brutto stronzo maledetto!

“Era solo un bacio innocente...” si giustifica lui in tono placido incrociando le braccia dietro la nuca. Eh no, bello, non si tira il sasso e poi si nasconde la mano.

“Ma davvero? Perché io pensavo che tu volessi darmi un altro tipo di bacio...” dico io in tono suadente. Mi avvicino di nuovo a lui e appoggio le mie labbra sulle sue, automaticamente si schiudono all'istante cercando la mia lingua, oh, è così bello. Perché non ci baciamo così tutti i giorni al posto di discutere su questioni idiote?

“Ino, smettila di provocarmi...” mi sussurra all'orecchio con la voce già arrochita dal desiderio. Azzero di nuovo la distanza tra di noi e ti bacio come se non ci fosse un domani. Come se fosse la mia ultima occasione di starti accanto.

“Ma era proprio quello che volevo, peccato...” dico in tono falsamente dispiaciuto facendo per andarmene. Immediatamente mi ritrovo sbattuta al muro con il corpo di Shikamaru appiccicato al mio, sento distintamente la sua voglia di me. Game over, Nara. Mi bacia ancora e ancora, come se volesse consumarmi, sono baci così diversi rispetto a quelli della nostra prima volta...

“Sei mia!” mi sussurra all'orecchio scendendo a mordicchiarmi il collo. Mi aggrappo ai suoi lunghi capelli, sento le gambe che iniziano a cedere. La mia voglia di lui è completamente fuori controllo. Mi sorprendo a sospirare pesantemente al contatto delle sue labbra con la mia pelle, sento le sue mani grandi cercare una via sotto la mia maglietta lasciando scie infuocate al loro passaggio. Ecco, di nuovo quel calore al bassoventre, ti prego, non smettere.

“Sono sempre stata tua.” gemo pesantemente quando lo sento afferrarmi un seno. E da lì partì il mio oblio, beato oblio.

Velocemente ci spostiamo nella mia camera da letto, ancora sfatta sta stamattina. Ma non mi importa. Lo spingo con urgenza sul mio giaciglio e gli salgo sopra a cavalcioni, lui mi guarda con gli occhi lucidi di desiderio, ma quanto puoi essere bello?

“Molto meglio di un prato, non trovi, Yamanaka?” mi chiede lasciandosi baciare il collo facendosi uscire un lieve sospiro dalle labbra schiuse. In un impeto mi sfila la gonna e la maglietta, di conseguenza anche i suoi vestiti finiscono sparsi per la stanza. Ma perché non sento neanche un po' di imbarazzo?

“Con te mi piacerebbe anche farlo su un muro di nuda roccia...” rispondo piano baciandogli il petto e scendendo verso l'ombelico leggermente contornato da un accenno di peluria scura. Riesco a notare nella penombra della stanza il suo desiderio per me. Ma quanto si può volere così ardentemente una persona? Non credevo fosse possibile anche per me.

Lentamente abbasso anche l'ultima barriera che mi divide dalla sua completa nudità. Mi ritrovo davanti il suo membro pulsante che si erge fiero proprio davanti a me, non resisto, devo assaggiarlo, lentamente mi abbasso su di esso e lo avvolgo con la mia bocca iniziando ad andare su e giù ritmicamente, non smettendo di guardarlo negli occhi. Oh, Shikamaru!

“I...Ino...fe-fermati...” sussurra lui in preda al piacere. Io mi getto sulle sue labbra, con un colpo di reni inverte le posizioni e me lo ritrovo sopra, mi sovrasta, in pochi secondi mi spoglia del reggiseno e delle mutandine, ora sono completamente nuda, pronta a donarmi completamente a lui, senza alcuna remora. In un gesto fluido lo sento scivolare in me dolcemente. In quel preciso momento sospiriamo pesantemente all'unisono, ponendo fine a questa lunga astinenza. Non ricordavo fosse così bello, non mi rendevo conto di che cosa mi stessi perdendo. Proprio no.

“Ah, Shikamaru...” sussurro aggrappandomi a lui con le braccia e cingendogli i fianchi con le mie gambe, di più, di più, ti prego! Fai che non finisca mai, voglio solo fare l'amore con te.

Lui respira nel mio collo, il viso è nascosto nell'incavo della mia spalla, sento a contatto la sua fronte lievemente imperlata di sudore, sento i suoi gemiti che iniziano ad aumentare di intensità, come i miei. Se ci sentissero di vicini! Ma mi importa davvero? No.

 

Mi ritrovo a fissare il soffitto della mia stanza ancora ansimante, subito mi sento afferrare dolcemente e poggiare sul suo petto ancora scosso dai battiti accelerati. Lo guardo in viso, gli occhi socchiusi le labbra schiuse in una smorfia di piacere, i capelli scuri sparsi per il cuscino, sfuggiti dalla coda ordinata che porta sempre. Ancora frastornata appoggio la testa nell'incavo del suo collo. Ne inspiro fortemente l'odore, non vorrei dimenticarmene mai.

“Ha ragione Shikadai.” dice lui rompendo il silenzio. Io alzo la testa e lo guardo negli occhi, interrogativa.

“Quando sono con te mi sento felice, e sorrido. Sono di nuovo vivo.” mi sussurra all'orecchio baciandomi poco dopo affondando le mani nei miei lunghi capelli. Rifacciamo l'amore, ancora, e ancora, senza stancarci mai di noi. Shikamaru aveva ripreso a vivere, ma non sapeva di avermi salvata anche dalla mia solitudine.

 

Pochi mesi dopo, al villaggio, io e Shikamaru sembravamo ormai una vecchia coppia, nessuno fu stupito dall'annuncio del nostro matrimonio entro la fine dell'anno. Sì, stavo per sposarmi, al mio anulare sinistro troneggiava un anello in fine oro bianco con al centro un grosso lapislazzulo, sì, avrei preferito un diamante, ma Shikamaru ha preferito questo perché gli ricorda i miei occhi, non è romantico?

“E così mi ha chiesto di sposarlo!” dissi io per la millesima volta a Sakura. Anche la sua vita era cambiata, Sasuke era stranamente al villaggio e cercava di destreggiarsi con maestria tra biberon e pannolini, sembrava quasi dolce. Due mesi prima era nata finalmente Sarada, la loro bimba.

“Che romantico!” esclama la mia amica abbracciandomi. Già, lo è stato e mi sento ebbra d'amore per lui, l'unico uomo della mia vita. Insieme a suo figlio, ovviamente. Shikamaru e Shikadai, i miei due uomini di casa.

 

Shikamaru e Shikadai si sono trasferiti da me da qualche settimana e al piccolo non sembra dispiacere, anzi.

“Così quando andrò all'accademia io potrò dire di avere due mamme: una che è lassù in cielo e l'altra è qui con me!” esclama lui abbracciandomi le gambe. Ma certo piccolo, io ci sarò sempre per te.

“Zia Ino, ma sei ingrassata?” mi chiede il piccolo in tono innocente. Io sorrido accarezzandogli la testa. Shikamaru sta uscendo dal bagno sentendo la domanda di Shikadai.

“No, è che in questa casa tra un po' di mesi ci sarà una novità... avrai un fratellino o una sorellina con cui giocare, Shikadai!” gli dico io guardando negli occhi il mio Shikamaru che è sbiancato. Ho voluto essere sicura al cento per cento, quasi due mesi fa ho avuto un ritardo, non gli diedi peso, sono sempre stata irregolare, ma poi andando avanti il ciclo non arrivava, e mi sono decisa pochi giorni fa a fare un benedetto test, sono incinta! Sto per sposarmi e aspetto un bambino da Shikamaru!

Il mio uomo si avvicina e mi poggia una mano sul ventre, ancora pressoché piatto, non capisco come Shikadai se ne sia potuto accorgere.

“Sei incinta?” mi chiede Shikamaru con le lacrime agli occhi per la gioia. Io annuisco con gli occhi lucidi e vengo abbracciata fortissimo, con Shikadai che saltella intorno a noi tutto contento.

“Sono l'uomo più felice del mondo!” sussurra lui scompigliando i capelli al figlio e dandomi un bacio.

 

 

 

Sono passati tre anni da quel giorno, sono successe tante cose, sono una persona diversa, una persona realizzata e completa, non sono più un vuoto a perdere, per intenderci. Io e Shikamaru viviamo sempre al villaggio, abbiamo cambiato casa, una piccola villetta immersa nel verde, la famiglia si è allargata, ci siamo sposati e pochi mesi dopo abbiamo avuto il piccolo di casa, Inojin, è la mia fotocopia con l'espressione imbronciata di Shikamaru. Il piccolo Shikadai gli fa da fratello maggiore e litigano in continuazione per le attenzioni del loro papà. Io li amo, amo la mia famiglia.

“Ragazzi! Forza, è pronto in tavola! Andate a chiamare papà che si sarà addormentato!” dico ai bambini che fanno a gara per saltare addosso a Shikamaru.

“Amore, dai, muoviti!” gli urlo io dalla cucina. Ah, certe cose non cambiano mai, sarà pure diventato padre di nuovo, ma rimane il solito sfaticato, il mio solito Shikamaru.

 

 

Beh, avevo detto che sarebbe durata almeno cinque capitoli ma ho preferito finire qui, non dilungarmi, mi sembrava completa, non manca nulla. Sono pienamente soddisfatta!

Ringrazio nasfurion per la recensione e gli mando un bacio enorme! Grazie per aver sopportato i miei scleri e per avermi fatto da beta reader!

Inoltre ringrazio anche tutti coloro che hanno solo letto ma non recensito, anche se continuo a sperare che qualcuno lo faccia, vi preeeeego!

La dedico a tutte le white flies come me, che continueranno a credere in Shika e Ino insieme! Non mi stancherò mai di maledire Kishimoto per la sua scelta (tragedia annunciata, ahimè) di far sposare Shikamaru e Temari, non è giusto!

 

Vi abbraccio tutti, alla prossima!

 

ketyblack

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