Untitled Songs

di GangsterPrincess
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La follia delle cose giuste ***
Capitolo 2: *** Fraintendere il tracciato ***



Capitolo 1
*** La follia delle cose giuste ***


 
«Non è strano scrivere ad uno sconosciuto? Posso assicurare di si.
Non so neanche da dove cominciare; a volte capita a tutti, o almeno, capita a me e mi auguro capiti a tutti, di non riuscire a sintetizzare niente, ne schematizzare o esprimerlo.
É una sensazione strana, come se in qualche modo il flusso di pensieri fosse al contempo troppo evoluto e troppo arcaico da poter essere scritto.

Ma tranquillo, voglio tu sappia che non ho il tuo indirizzo per fare qualcosa di male, ne per darti il tormento. É solo che confido nel fatto che tu, perché spero tu mi sia simile, capisca più di tutti i miei pensieri, che non sono cattivi. Almeno, non hanno cattiveria dentro, sono solo... Folli.
Ecco tutto. Sono pregni di quella dannata follia delle  giuste, le cose giuste che non si possono esprimere in una lettera a chi ti conosce, per questo scrivo a te, e per questo non uso nemmeno i veri nomi delle persone a cui sono solita pensare.

Posso dirti alcuni fra gli aspetti più pratici della mia vita, ma sono talmente irrilevanti che l'aspetto più interessante di me agli occhi degli estranei è che io sono italoamericana, anche se vivo qui a Seattle; molti dicono che sia importante specificare le origini, e non conoscendoti ho preferito dirlo, nel caso tu sia una di quelle persone, ma visto che è un dato solo formale, non ha nessuna conseguenza sulla mia vita, e confido non le avrà in futuro.
 Le uniche concrete dell'essere mezza italiana potrebbe essere, che so io, trovarmi la scritta "Fascista" sul retro di quell'inutile barile della macchina di mio fratello, o essere presa in giro quando alla putrida mensa scolastica servono pizza.
Per inciso, era solo un esempio, quello sul fascismo, sono una gran pacifista.

É così tanto strano descrivere la mia vita con la consapevolezza che non saprò mai quali pensieri susciterà in te, ma non voglio tu mi risponda. Non voglio tu lo faccia mai, perché ho paura che questo in qualche modo, se magari fossi spaventata o delusa dalle tue risposte, potrei smettere di scrivere, e scrivere in questo momento é l'unica cosa che credo mi potrà aiutare...
Mi manca l'affetto di tante persone, perché in tanti si allontanano da me; la vita é come una calamita al contrario, gli opposti non si attraggono affatto, o almeno, non in questi anni, non in questa città, non a questa età, non con quelli come me.

E se da una parte l'autobus che mi riporta in periferia dalla mia lurida scuola in centro é talmente antiestetico che da solo basta a farmi venire voglia di scappare, sia pure con la mente, da uno scenario simile, queste sono riflessioni che ho sempre fatto sulla mia vita.

Non sono pazza, nessuno é pazzo, in questo mondo. Esistono solo le  idee sulla vita; neanche quelle possono essere pazze, niente può essere pazzo, eccetto il punto di vista delle azioni della vita.

Ho spesso pensieri contorti come questo, e di solito me la svigno facendo un esempio stupido dopo. Non centra niente, ma era per spiegarti quella che potrebbe essere la struttura delle mie lettere.

Comunque, il principio di prima è che niente, da un'altra prospettiva è uguale; più o meno, funziona come i super cattivi dei vecchi fumetti.

Ogni cattivo é un eroe nella sua testa.

Spero che tu, più di ogni altro, capirai che non sono parole a caso, queste.

Con affetto,
Sam»

 

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Capitolo 2
*** Fraintendere il tracciato ***


 
«Caro amico,
ti ho scritto la prima volta che era la fine di Novembre, e mi é servito, perché sapere che qualcuno giudicherà quello che penso mi ha aiutato a non sentirmi sola. Non è che non abbia amici, anzi, siamo molto uniti, io e i miei, il punto é che nessuno di noi, per quanto ci possa legare una forte amicizia direbbe quello che io ti ho scritto nella lettera.

 
Comunque, é bello avere dei coetanei con cui discutere di cose serie e non della borsa da dollari duecento da comprarsi per essere popolare. Siamo in pochi, io, Mark, Julia e Anthony; ogni tanto si aggiunge Martha.
Voglio bene a tutti loro, e Mark é un mio compagno di molti corsi dalla scuola media, anche se a volte é difficile parlarci in modo serio: ha la fastidiosissima tendenza a fumare come un turco ogni volta che si affrontano argomenti che lo mettono sotto scacco; preferisco parlare con Ant, un tipo davvero Okay, ha molte passioni - una su tutte, la fotografia - e sa ascoltare le persone; davvero un ottimo confidente.
Julia é molto diversa da me, ma in fondo ci vogliamo un gran bene a vicenda, nonostante idee diversissime su quasi tutto.
Non ti parli di Martha perché di lei nessuno sa niente, anche se pure lei é una persona a posto; credo che solo Mark sappia qualcosa, e unicamente perché lei ha una cotta per lui.

La mia vita è questa, e la cosa che più mi fa arrabbiare è che non ho niente di davvero importante da raccontare a tutti ne niente da tenere solo per me. Ha dello squallido; non avere niente che sia importante del resto è come se tutto fosse egualmente banale e anzi, mi correggo, è proprio così, rende tutto egualmente banale. Che squallore. Ma non solo verso me stessa, mi azzarderei a dire verso quasi tutti quelli che conosco.
Non hai mia il desiderio di essere ricordato? C'è qualcosa di meglio del futuro in cui saremo tutti grassi e pressoché analfabeti, questo è sicuro, e non hai mai come il pensiero che tu, esattamente tu, potresti ridisegnare il futuro meglio di chiunque lo stia facendo al posto tuo?
Credo sia questo il mio difetto, la presunzione.

Diciamo pure che questo è il tipo di ragionamento per cui vengo presa in giro da Julia, diciamo pure che persino io mi vergogno di ciò che penso, e diciamo pure che questo rende la vita impossibile a chiunque non mi tenga testa.

Non trovi terribilmente strano come a volte la gente conosco i propri difetti e non faccia quasi niente per migliorarli, per migliorarsi? trovo incredibile quanti concetti vengano tralasciati, dati per scontati, mai messi in discussione. Mi sento così stupida a parlare in questo modo a qualcuno che non mi conosce, che non sa cosa voglia, che non sa qual'è la mia vita, qual'è la mia faccia; la cosa paradossale è che, faccia a parte, nemmeno io so quale sia. Dicono tutti che non so distinguere ciò che è da ciò che vorrei fosse, e che quindi abbia perso un po' la capacità di capire qual'è la realtà, per questo dico che nemmeno io so cosa voglio.
Quanto sono stupidi e prevedibili i meccanismi del cervello degli adolescenti.

La voce di Julia risuona nella mia testa: «Wow, è arrivata la signorina pensieri profondi!». Ebbene si, pensare è probabilmente uno dei miei passatempi preferiti; tenevo pure un diario, una volta, in cui segnavo tutte le mie profonde quanto inutili riflessioni filosofiche.

Certo che è un peccato che pensare sia anche uno dei modi più facili per estraniarsi da ogni forma di vita sociale.
 
Ora però voglio raccontarti un mio sogno; sogno quasi ogni notte, da sempre. É triste, ma non é questo che mi turba; riguarda mio fratello, George, che in qualche modo, infuriato, mi si scaglia addosso. Ma non é infuriato con me, lo é a prescindere. Urla anche il nome di nostro cugino, Finnegan; ti parlerei di lui, ma non ho tempo. Oggi é la vigilia di Natale, tra poco arriveranno i miei cugini materni, tra cui lo stesso Finn.

 
Concludo dicendo che una volta l'ho sognato, o forse é un ricordo sfocato, che si e no é la stessa cosa; fatto sta che lui stava suonando, e io gli avevo chiesto:
«Finn, la canzone é tua?»
«Si, ma non lo é ancora del tutto. Non ha il titolo»
«Che vuoi dire? Se é tua lo é punto e basta, con o senza titolo»
«No, una canzone senza il titolo é triste, perché tutti la possono fraintendere, uscendo fuori dal tuo tracciato e dalle tue intenzioni».

 
Non ricordo altro, ma è abbastanza da farsi un'idea di quelli che sono i miei sogni.
 
Con affetto,
Sam»


 

Si, Okay, so che al 90% nessuno vedrà il capitolo e che al 100% nessuno leggerà le note dell'autrice, ma comprendetemi, ormai mi capita di trovare la voglia un buco di tempo per dedicarmi alla scrittura libera si e no mai, {[le mie prof mi costringono a recite infelici di infelici opere greche per Open Day infelici (no, dai, in realtà era una cosa carina e mi sono divertita) nel mio amatissimo/odiatissimo liceo Classico.] Sono riuscita a fare un espressione matematica sulle recite degli Open Day? Peggioriamo, Robi, peggioriamo}.
Vabbè, mi perdo in inutilità, il mio solito. Ave, J.K. Rowling, morituri te salutant!

Robi A.K.A. GangsterPrincess

PS, se avete tempo, voglia e niente da fare, guardate il cinico simpatico profilo FunnyFannys inutile che divido con la magica GaladriellePeriwinkle in cui prendiamo in giro un nostro amico babbano.
 

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