Legends Of Pokémon: The Dark Anger

di Elyssa Flaherty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ♣.Prologo: Torre d'oro, torre d'argento ***
Capitolo 2: *** ♣.Capitolo 1: La ricerca ***
Capitolo 3: *** ♣.Capitolo 2: Soluzioni ***
Capitolo 4: *** ♣.Capitolo 3: La missione ***
Capitolo 5: *** ♣.Capitolo 4: Calma prima della tempesta ***



Capitolo 1
*** ♣.Prologo: Torre d'oro, torre d'argento ***


♣.Prologo: Torre d'oro, torre d'argento


Artwork da Pokémon Central Wiki, Amarantopoli Landscape

 
Musica consigliata: https://www.youtube.com/watch?v=sJvwM8Gzjy8 Kimono Summoning Dance di LilizelAzelf

Amarantopoli, Era degli Alfa (circa 150 prima delle avventure di Gold/Ethan a Johto)
Due torri svettavano alte nel cielo della città di Amarantopoli: l’una splendente dorata e l’altra brillante di argento. Il popolo degli Alfa viveva nella città già da molto tempo: le Kimono Girls già ballavano nel loro Teatro e i Monaci vivevano nelle due Torri. In cima a queste due torri vivevano due misteriosi e potenti Pokémon, Lugia e Ho-oh. La Torre di Latta, quella argentea, ospitava Ho-oh, la fenice dell’arcobaleno in grado di esaudire i desideri, e i Monaci devoti al culto dei due Pokémon. Nella Torre d’Ottone invece dimorava Lugia, il custode delle acque, re delle tempeste, insieme ad un folto gruppo di Pokémon abbandonati o orfani, curati dai Monaci e dalle Kimono Girls. Nel teatro di Danza venivano custodite le due campane che invocavano i due Pokémon nei momenti di massimo bisogno.
Ma Ho-oh stava covando dentro di sé qualcosa di inspiegabile, una malinconia che non riusciva a comprendere, una sorta di complesso di inferiorità rispetto al suo compagno; dopo lunghe meditazioni finalmente capì. “Perché dovrei essere inferiore a Lugia? Sì, la mia torre non è dorata, ma è comunque maestosa e regale. Quindi perché i cittadini guardano con occhi amorevoli la sua torre e con sguardo quasi timoroso la mia? Voi uomini, pensate che io non svolga bene il mio ruolo? Pensate che io sia inutile, poiché Lugia mantiene la pace fra i tre Uccelli elementali? Ebbene ne sarei capace anche io! Perché non portate qualche Pokémon da soccorrere anche nella mia torre? Perché tutto quello che fanno qui è pregare? Io voglio che facciano del bene agli altri, è più importante! Non voglio più vedere nessun uomo guardare con riconoscenza quella maledetta Torre al posto della mia!”
Dalla rabbia di Ho-oh si generò un tuono molto potente che colpì la Torre d’Ottone facendo divampare un incendio mai visto prima: Lugia al momento si trovava nella regione di Kanto. Subito le Kimono Girls usarono la Campana Onda per invocare il ritorno di Lugia. Al suo ritorno esso vide l’incendio: le piastre di ottone si stavano sciogliendo come candele, le travi portanti si consumavano fino a cedere sotto al peso dei piani superiori crollando in macerie. Subito fece scendere una fittissima pioggia che spense l’incendio.
Poi, vide i Pokémon ospiti che si accalcavano intorno alle macerie per ritrovare i propri amici; Lugia li contò uno per uno, Pokémon e Monaci. Mancavano all’appello tre Pokémon, tre Eevee: quando ritrovò i corpicini straziati sotto le macerie pianse molto e guardò il cielo chiedendosi il motivo di questa tragedia. Fu così che suoi occhi incontrarono per un istante quelli di Ho-oh: in quel momento Lugia vide negli occhi di quella fenice disperazione, rabbia, ma anche paura e senso di colpa. E mentre Lugia realizzava quale fosse la causa l’incendio, Ho-oh leggeva nel cuore straziato del suo compagno il suo desiderio più grande, che lui avrebbe potuto rendere realtà: non ripristinare la sua torre, non punire il responsabile, ma riportare in vita le tre piccole vittime. Ma la paura, la vergogna lo fecero volare via, lontano, verso le alte montagne del Nord, dove nessuno lo avrebbe mai trovato. Lugia non ebbe la forza di reagire, dunque pose i piccoli cadaveri nei sotterranei della torre, miracolosamente quasi intatti, coperti da un lenzuolo candido, per poi volare via, rintanandosi nei mari più profondi: la solitudine rese Lugia sempre più torvo e aumentò il suo rancore fino a che la rabbia e la delusione non fecero diventare la sua pelle completamente nera e i suoi occhi rosso sangue. Quella fu la nascita di Lugia Oscuro.

Note dell'autrice: Buongiorno! Come avrete letto dall'introduzione, questa storia è un rifacimento completo e radicale di "Legends of Pokémons: La rabbia oscura" che ho pubblicato qualche anno fa. Se volete leggerla, fate a vostro rischio e pericolo: è veramente terribile. Tuttavia ricevette delle buonissime recensioni e proprio per questo motivo ho pensato di non buttare via l'idea che avevo avuto, anche se la trama ora sarà completamente diversa. La premessa però è la stessa e i personaggi sono gli stessi: Misty e Ash. Nella vecchia storia avevo inserito la nota AU, perchè non si conoscevano. Qui invece, tutto ciò che è successo nell'anime è successo qualche anno prima e la storia principale si svolge intorno agli anni dell'avventura di Gold/Ethan a Johto e poco dopo l'avventura di Red, che è un personaggio diverso da Ash, a Kanto. La storia dovrebbe essere composta come l'originale da 10 capitoli di cui un prologo, un epilogo e un capitolo con dei miei artwork: tuttavia potrebbe essere allungata a più capitoli ma la mia intenzione per adesso è questa. Pubblicherò un nuovo capitolo ogni settimana, il mercoledì per questa, il martedì per le prossime. Se ci sono ritardi mi scuso in anticipo: ESAMI UNIVERSITARI.
Dunque alla prossima settimana! 

♣.Ely

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Capitolo 2
*** ♣.Capitolo 1: La ricerca ***


.Capitolo 1: La Ricerca


Artwork da Evil Queenie, Lugia -Lord of the Sea-
 
Musica consigliata: https://www.youtube.com/watch?v=17wadPpqm84 Pokémon HG/SS: Surfing Theme
 
A largo di Fiorlisopoli, 148 anni dopo
 
Suicune correva sull’acqua dell’oceano balzando qua e là, alla ricerca di Lugia; ormai non sperava nemmeno più di poterlo trovare, si limitava a correre, correre, correre, per tenere a bada la propria coscienza. Perché lo stava cercando? Come avrebbe potuto dimenticarselo: una manifesta testimonianza della sua furia è il Lago d’Ira, bacino d’acqua creato dalla sua rabbia, quando aizzò quei Gyarados e insieme a loro formò un enorme cratere dove un tempo c’erano delle abitazioni. Ormai, della comunità che dimorava lì sono rimaste in piedi per miracolo due case; per evitare il panico alla gente era stato raccontato che i Gyarados avevano fatto tutto da soli. Terrorizzante, ma sicuramente meno dell’idea di un Lugia malvagio a piede libero. Nemmeno sapeva cosa avrebbe fatto poi, una volta trovato; ma a Kanto c’erano problemi e i tre uccelli leggendari erano molto irrequieti. Così correva e correva, come i suoi fratelli Raikou ed Entei che stavano setacciando le Montagne del Nord e la Foresta Boreale*. Ogni tanto qualche sprazzo di gioia riempiva la sua vita così solitaria e malinconica: un prato appena fiorito di piccoli fiorellini rossi detti “occhi di Hoppip”, la luce del sole riflessa dalle onde che fa brillare il mare come se fosse cosparso di luci intermittenti, due Azumarill innamorati che guardano il loro uovo schiudersi, branchi di Lanturn che di notte illuminano il mare scuro con le loro antenne. Per questo rimase paralizzato dallo stupore quando, correndo sul pelo dell’acqua a largo di Fiorlisopoli, vide otto pinne rosse spuntare dal mare seguite da un corpo atro flessuoso e imponente che si librò in aria seguito da una scia di ombre, come se il suo corpo risucchiasse tutta la luce intorno. Emise un verso agghiacciante scagliando verso degli scogli un colpo così forte da polverizzarli all’istante per poi rituffarsi nelle agitate acque. Dopo un attimo di smarrimento passato a fissare il punto dove la coda era sparita in un guizzo, Suicune si ridestò e cercò punti di riferimento intorno a se: quattro isole, circondate da acque impetuose e tempestate da grossi mulinelli. Così corse verso il continente in cerca dei suoi compagni Entei e Raikou, che sulle montagne del Nord cercavano qualche traccia di Lugia o di Ho-Oh; dopo qualche ora di ricerca, riuscì a trovarli.
“L’ho trovato.” disse guardando i due con sguardo grave e solenne. “Era al largo di Fiorlisopoli, vicino a quattro isole circondate da mulinelli. Ed è parecchio adirato, incute molto timore. Ma era strano: mi avete detto che era bianco e blu, ma io ho visto la sua inequivocabile forma in nero e rosso, com’è possibile?” aggiunse preoccupato. Cosa poteva essere successo di tanto eclatante per un così radicale cambiamento?
“Non lo so, potremmo chiedere al saggio Slowking, l’unico che lo abbia conosciuto dal vivo.” disse Entei guardando verso Sud, dove si trovava la città di Amarantopoli.
“No, andrò solo io. Voi rimanete qui a cercare Ho-Oh, se avrò notizie significative vi raggiungerò” disse Suicune. Così il magnifico Pokèmon corse aggraziatamente verso l’antica città ed entrò nella Torre di Latta, dove vivevano i Monaci e il saggio Pokémon, l’unico che era noto saper comunicare con gli umani.
“Cosa ti porta qui, Suicune? Perché sei così agitato?” disse con voce calma Slowking, guardandolo preoccupato dopo essersi ritirati in una stanza vuota della Torre.
“Lo abbiamo trovato. Abbiamo trovato Lugia! Ma ha cambiato colore e non solo: stranamente non veniva colpito dalla luce, anzi, sembrava che la luce si allontanasse automaticamente da lui oppure che lui stesso la assorbisse annullandola. Cosa pensi che sia successo?” disse rapidamente Suicune al Saggio.
“Cosa gli sia successo? Questo non lo so. Posso solo dirti quella che potrebbe essere la verità, un ipotesi: ho sentito delle leggende a riguardo. Alcune volte, i sentimenti negativi influiscono su un Pokémon tanto da cambiarne l’aspetto fisico, come le irritazioni della pelle che colpiscono gli umani che sono afflitti da preoccupazioni. O almeno questa è una possibile spiegazione.” disse in tono basso Slowking. “Dovremmo constatare con i nostri occhi l’entità di questo cambiamento. Se mi accompagni dove si trova Lugia, posso valutare meglio la situazione” aggiunse il Saggio esasperando Suicune con la sua calma imperturbabile.
“L’ho trovato a largo delle isole Spumarine, come facciamo a raggiungerlo?” chiese frustrato il Pokémon.
“Calmati Suicune” disse Slowking, “voi correte troppo e con questi ritmi avete smesso di fermarvi anche solo un attimo per pensare. Con tutta questa fretta come fate a ordinare i vostri pensieri? Direi che è chiaro che voi avete perduto il significato ed il valore della meditazione.” aggiunse il Saggio facendo innervosire ancora di più Suicune. “Ora scusami, ma ho bisogno di parlare con l’Anziano e con le danzatrici.” Disse Slowking congedando il Pokémon.
“Cosa hai da dirmi, Saggio?” disse preoccupato l’Anziano, coordinatore dell’ordine dei monaci, dopo l’arrivo della direttrice del teatro di danza.
“Non ci sono buone notizie.” Disse chiudendo gli occhi e facendo un lungo sospiro “Temo che Lugia si sia trasformato in un Oscuro, per colpa della rabbia covata nei confronti di Ho-Oh. Probabilmente non vorrà fidarsi di nessun Pokémon, ma potrebbe forse dare ascolto ad un umano, credo che avremo bisogno di un allenatore speciale che possa capire e affrontare Lugia. Ma dobbiamo fare in fretta, perché non so cosa è in grado di fare Lugia in queste condizioni. Abbiamo bisogno di un eroe, di un prescelto.” La direttrice suggerì “Dovremmo testare gli allenatori di tutta la regione, anche di Kanto se necessario.”

* Luogo mai citato né nei videogiochi né nell’anime, è il nome di fantasia che ho dato alla foresta chiaramente visibile nella mappa di Johto proprio sopra al Lago d’Ira.

 Note dell'Autrice: Buonasera! Mi spiace che il capitolo è ancora un po' corto ma ho il brutto vizio di essere piuttosto sintetica (e dire che in altre cose sono estremamente prolissa..) Fortunatamente sono riuscita a rispettare la scadenza e quindi, eccovi qui il primo capitolo della storia! Spero che vi piaccia: se vi piace potete seguire la storia, se non vi piace potete recensire e aiutarmi a migliorare la mia scrittura! Oppure potete fare come volete ;P Ad ogni modo buonanotte e a martedì prossimo!
♣.Ely

 

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Capitolo 3
*** ♣.Capitolo 2: Soluzioni ***


.Capitolo 2: Soluzioni


Artwork da Evil Queenie, Shrine of Ilex Forest -Celebi-
 
Musica consigliata:  https://www.youtube.com/watch?v=9iobGX8Iv7Q HeartGold & SoulSilver: Ilex Forest Theme
 
Montagne del Nord
 
Raikou ed Entei avevano rinunciato all’idea di trovare Ho-Oh: qualcosa di più urgente egemonizzava le loro menti impedendo loro di concentrarsi.
“Tu conosci la storia delle due torri, vero Raikou?” chiese Entei
“Sì, la conosco. Un tempo, prima che noi nascessimo, la Torre Bruciata era una torre bella e maestosa tanto quanto la Torre di Latta. Allora si chiamava Torre d’Ottone.” iniziò Raikou: così raccontò la leggenda al suo compagno. “Infine entrambi fuggirono e non si mostrarono mai più né agli uomini, né ai Pokèmon.” Concluse.
“Se tornassimo indietro nel tempo potremmo evitare tutto questo!” disse Entei quasi ruggendo dall’entusiasmo “Celebi, dobbiamo trovare Celebi, in modo da tornare indietro nel tempo e impedire che Ho-Oh colpisca la Torre con il Tuono!”
“Hai ragione: dovremmo andare al santuario del bosco di Lecci. Avremo bisogno dell’aiuto di molti Pokémon per la danza in onore di Celebi! Andiamo!” disse Raikou soddisfatto del loro piano.
Così corsero a rotta di collo verso Azalina e giunsero a destinazione in pochi secondi. Il Bosco di Lecci era un folto gruppo di verdi alberi che faceva da cupola ad un mondo di Pokémon non toccato dall’uomo, ancora vergine: l’unico segno del passaggio dell’uomo era il piccolo santuario di legno del Signore delle Foreste Celebi; un bellissimo laghetto rispecchiava le fronde soprastanti fino a che qualche ignaro Butterfree sfiorava l’acqua creando creste concentriche che increspavano l’immagine riflessa. Una volta arrivati davanti al Santuario, Raikou ed Entei radunarono gli abitanti del bosco: tutti gli Oddish, gli Hoothoot, i coleotteri, i Poliwag risposero alla chiamata felici disponendosi in cerchi concentrici e iniziarono a ballare intonando melodie tutte diverse. All’ inizio tutti quei suoni entravano in contrasto fra di loro e creavano dei lamenti sgraziati, scoordinati, fino a quando i ritmi e le armonie coincisero creando un canto indescrivibile, allo stesso tempo elegante ma semplice. Celebi comparve come un puntino nel piccolo cerchio di cielo azzurro che si intravedeva nella radura del tempio e si avvicinò scendendo dall’alto e raggiungendo il suo santuario.
“Ave a tutti voi, amici miei.” Disse allargando le braccia “Raikou, Entei, a cosa debbo il piacere?” disse con espressione serena rivolgendosi ai due corridori astanti.
“Abbiamo bisogno del tuo aiuto” disse Entei, lasciando che Raikou si occupasse del racconto.
“Questo è quanto.” Disse Raikou in conclusione, dopo aver spiegato il loro piano di intervento. “Ci aiuterai?” disse Entei guardando Celebi con gli occhi pieni di speranza.
“Vi aiuterei, se fosse utile.” disse Celebi criptico con lo sguardo rivolto verso il basso
“Cosa intendi dire, Celebi?” disse Raikou sconcertato da una risposta che non si aspettava “Non hai intenzione di aiutarci? Perché?”
“Non è nel passato che va risolta questa situazione: io so che Ho-Oh ha compreso il suo errore e ha sfogato la sua rabbia. Se voi tornaste indietro, Ho-Oh non imparerebbe nulla e ci sarebbe il rischio che la storia si ripeta in qualunque caso, rendendo il mio intervento completamente inutile, o peggio, dannoso: potrebbero crearsi degli enormi paradossi che distorcerebbero le dimensioni spazio-temporali. Per esempio un paradosso... diciamo che un paradosso molto grave ci sarebbe ma non è il momento né mio compito rivelarvelo. Ad ogni modo, ciò che davvero potrebbe riportare l’ordine è un atto di perdono, l’unico modo per domare l’ira. Dovete trovare Ho-Oh.” Disse in tono calmo continuando a fissare il terreno senza nemmeno chiudere gli occhi.
“Oh.. Bene, grazie per il consiglio!” disse Raikou evidentemente deluso e intristito. “Comunque, se vuoi venire con noi, saresti il benvenuto! Anzi, saresti molto utile!” disse ritrovando un briciolo di speranza.
“Mi piacerebbe, ma non posso” disse Celebi con voce tremante, fissando l’erba sotto di sé.
“Codardo!” ruggì Entei così forte da scuotere le foglie sugli alberi, pestando una zampa davanti a sè con rabbia, carbonizzando l’erba intorno nel giro di un metro e mezzo.
“Cosa credi che potrei fare io contro Lugia Oscuro?” sbottò il piccolo Pokèmon alato, guardando Entei negli occhi per la prima volta “Cosa pensi che farebbero i miei attacchi di Erba e Psico contro un Pokémon di tipo Buio e Volante? Cosa potrei fare? Anche se mi buttassi contro di lui con tutte le mie forze, non mi darebbe più attenzioni di quelle che darebbe a un sassolino! Andrebbe a finire che qualcuno sacrificherebbe la sua vita per salvare la mia!”
Detto questo, Celebi strizzò gli occhi e una lacrima corse lungo la sua guancia sinistra; dunque volò in alto nello stesso modo in cui era arrivato, librandosi nell’aria, ma questa volta il suo volo era molto meno deciso e continuava a cambiare direzione in balia dei suoi stessi contrastanti sentimenti. Dove la lacrima aveva toccato il suolo, nacque un fiore molto bello dai rosei petali setosi e perfette proporzioni, sbocciato dal coraggio che ha avuto Celebi ad ammettere i suoi limiti e le sue debolezze. Entei e Raikou salutarono i piccoli abitanti del bosco ringraziandoli e lasciarono il bosco senza una meta precisa: quando furono fuori vennero intercettati da un Rapidash che fece segno loro di seguirlo.
 
Amarantopoli
 
Alla Torre, l’Anziano e il Saggio avevano escogitato un piano: un torneo Pokèmon indetto dai Monaci, nel quale gli Allenatori avrebbero potuto scontrarsi e poi, eventualmente adottare un Pokémon abbandonato. Così si aprì un memorabile torneo, con Allenatori provenienti da tutto il mondo. Slowking, Suicune, le danzatrici e l’Anziano stavano già osservando con attenzione le prime lotte, quando Entei, Rapidash e Raikou li raggiunsero. Il torneo si svolse tra colpi di scena e grandi emozioni: le ultime sfide furono veramente spettacolari, impreziosite da strategie complesse ma efficaci e le loro sorti non furono decise fino all’ultimo secondo. Sul podio c’erano due ragazze ed un ragazzo: quest’ultimo, sul gradino più alto, sorrideva tronfio e guardava tutti gli altri con un’insopportabile aria di superiorità: quando gli venne proposto di adottare un Pokémon rispose sdegnoso “C’è un motivo se quei Pokémon sono stati abbandonati! Sono deboli e non mi servono.” Non c’è da chiedersi perché questo ragazzo fu scartato in partenza: come avrebbe potuto rischiarare il cuore di Lugia, quando il suo stesso era chiuso a qualunque altro sentimento che non fosse autostima o egoismo?
La ragazza che aveva ricevuto il bronzo era piuttosto brava ma era molto piccola e adottò un piccolo Azurill abbracciandolo con affetto, per poi tornare da sua madre che l’aveva accompagnata fin lì dalla regione di Sinnoh. Mai avrebbero potuto portare una bimba così piccola e indifesa con loro in una missione così pericolosa e, non osavano nemmeno pensarlo, con tutta probabilità senza speranza.
L’altra ragazza sorrideva radiosa con la sua medaglia d’argento sul petto e si congratulava con tutti ringraziando per le lotte. Quella ragazza dai capelli color del tramonto ci mise molto per scegliere un Pokémon: alla fine vide una Seel sdraiata in un angolo con il muso triste e l’aria afflitta, era evidente che era quella che più di tutti soffriva la solitudine, anche se era lì da meno tempo rispetto ad altri, e faticava a farsi accettare dagli altri Pokémon. Vedendo quel tenero musino così afflitto, la ragazza scelse. Non in base a quale fosse il Pokémon più forte o più carino, ma in base a quale di quelli aveva più bisogno del suo aiuto. Molti altri Pokémon trovarono un allenatore con cui viaggiare, mentre alcuni rimasero con i monaci. Alla fine, Slowking si avvicinò alla ragazza, chiedendole di poter parlare.
“Buongiorno, io sono Slowking il Saggio, posso sapere il tuo nome?” disse Slowking cortesemente. “Io sono Misty Kasumi, da Celestopoli. Ero la Capopalestra ma ho deciso di viaggiare, lasciando la Palestra in mano alle mie abili sorelle. Posso fare qualcosa per voi?” rispose la ragazza.
“Noi abbiamo una richiesta da farti, se non vorrai accettare, sarai libera di continuare il tuo viaggio per conto tuo. Non sarà né semplice né privo di pericoli ma abbiamo veramente bisogno del tuo aiuto, Misty.” Disse mentre i tre corridori si disponevano in semicerchio dietro di lui.

Note dell'Autrice: Sono in ritardo di sedici minuti, sono una dannata procrastinatrice senza speranza. Come promesso nello scorso capitolo ho cercato di descrivere il paesaggio e le emozioni e di non essere sintetica al punto di lasciare la storia scarna. Grazie a coloro che hanno recensito e messo la storia fra le seguite! A martedì prossimo (sempre che non avrò procrastinato anche le mie funzioni vitali decedendo su due piedi :c )

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Capitolo 4
*** ♣.Capitolo 3: La missione ***


.Capitolo 3: La missione

Dark Lugia by nokokubi
Artwork da Nokokubi, Dark Lugia
 
Musica consigliata:  https://www.youtube.com/watch?v=Zkq6Svjbz_s HeartGold & SoulSilver: Ruins of Alph Extended

Amarantopoli
 
Il piano del Saggio e dell’Anziano si rivelò perfettamente riuscito: Misty era una carissima ragazza, con la testa sulle spalle e con un’abilità straordinaria nel rapportarsi con i Pokèmon.
Inoltre era molto abile nell’aiutare i suoi amici a dare il meglio di sé, senza esagerare. Infatti Misty prese sul serio le parole dell’Anziano e prese a cuore la missione: così partirono tutti alla volta delle Isole Spumarine, tranne l’Anziano, che doveva occuparsi dei Pokèmon rimasti e dei suoi Monaci, e le Danzatrici.
Arrivarono a Olivinopoli senza intoppi, anche se più di una bocca rimase spalancata al passaggio fulmineo dei tre corridori. La traversata del mare che li separava dalle Isole fu un intervallo di ilarità per la preoccupata compagnia: come trasportare un grosso leone di fuoco e una grossa tigre elettrica attraverso il mare, tenendo conto che in tutto il porto non c’erano barche grandi a sufficienza? Misty mise a disposizione Lapras e Gyarados, che malvolentieri si prestarono a fare da taxi marittimo ai due corridori riluttanti a toccare l’acqua: Suicune si prese gioco scherzosamente dei due compagni aggrappati fin troppo saldamente al collo dei due amici di Misty, mentre l’allenatrice si faceva scortare dalla sua nuova amica Seel.
Putroppo la vista delle nubi plumbee che aleggiavano sopra le Isole spense i loro sorrisi e smorzò le loro risate. Si fermarono a contemplare le nuvole e a soppesare la rabbia di Lugia passando dall’essere spensierati all’essere terrorizzati: l’importante era che per nessun motivo si sarebbe diffuso il panico tra di loro. Sguardi preoccupati furono lanciati da tutti a Slowking, come per chiedere conferma: entriamo? Il saggio rispose con il suo solito tono pacato “Entriamo. Ma ricordatevi che se è facile spezzare un ramoscello solo, non lo è per niente spezzarne tanti insieme: restiamo uniti”.
Le parole di Slowking si dimostrarono tristemente profetiche: una volta sbarcati sulle isole, trovarono tre diverse entrate alla parte sottomarina, ma decisero di imboccare insieme quella più a est. Subito videro confermati i loro peggiori sospetti, ogni piccola cosa sembrava il tuo peggiore incubo; il buio non aiutava per niente a tenere la compagnia compatta e quella si sgretolò come un biscotto nel latte. La peggiore condanna fu il vedere le isole completamente prive di abitanti, come se ogni tipo di vita fosse stata repulsa dall’ energia negativa della furia di Lugia.
In breve Misty perse ogni contatto con i suoi compagni di avventura e rimase da sola con la piccola Seel che era spaventata a morte ma si mostrava coraggiosa per la sua nuova allenatrice. Dopo quello che a Misty era sembrato un secolo, entrò in un antro stranamente illuminato da una luce bluastra: questa luce non proiettava le ombre di Misty e di Seel, ma vicino ad una cascata sembrava concentrarsi tutto il buio in maniera decisamente innaturale. Poi l’allenatrice capì che le ombre giocavano quello scherzo non perché qualcosa facesse ombra, ma perché la luce si allontanava spontaneamente da quel preciso punto.
Da dove il buio era più intenso, una figura sfocata si mosse rivelando strane escrescenze di color rosso sanguigno, spalancò le ali e si alzò ad un paio di metri da terra. Non si aspettava che qualcuno avrebbe potuto venire a cercarlo, tantomeno riuscire a trovarlo, così si infastidì e mandò un onda d’urto a investire Misty, che cadde a terra ma si rialzò subito massaggiandosi i glutei doloranti. Ma cosa vorrà mai questa? pensò. “Vattene!” risuonò la voce che da troppo tempo nessuno sentiva: profonda e roca.
“No, non me ne vado” rispose Misty “non me ne vado fino a che non mi stai ad ascoltare!” aggiunse con voce tremante ma spavalda. “Non ho alcuna intenzione di ascoltarti, vattene!” disse più forte accigliandosi e puntando gli occhi sanguigni sulla ragazza. “No Lugia, ascoltami! Tu sei grande, tu sei forte, sei il maestoso guardiano delle tempeste che dona la sua torre ad una congrega di monaci perché la rendano un ricovero per Pokèmon in cerca di aiuto e di un allenatore! Non devi essere infuriato, non devi!” disse esasperata Misty sull’orlo delle lacrime alla vista di una così maestosa meraviglia spezzata dalla rabbia e oppressa dal dolore.
Lugia si risentì nel vedersi rinfacciare tutto quello che avrebbe potuto essere ed esasperato gridò di nuovo “VATTENE” a Misty, facendo partire un Aerocolpo che mandò l’allenatrice contro la parete rocciosa dell’anfratto. La vista di Misty si appannò completamente rendendo il già sfocato Lugia del tutto invisibile e amalgamato alle sue stesse ombre: aveva sbattuto la testa e stava per svenire. Prima di perdere definitivamente i sensi Misty estrasse un oggetto dal taschino della borsa: era una Pokèball ma aveva una M sulla parte superiore. Non avrebbe voluto usarla in questo momento, aspettava un’occasione speciale. “Vai… Masterball…” disse con un filo di voce accasciandosi a terra sgraziatamente.
 
Note dell’autrice: Ecco il nuovo capitolo! Ringrazio littlewings per aver seguito così assiduamente la storia e per aver recensito! Piccolo avviso: il prossimo capitolo verrà pubblicato mercoledì invece che martedì per problemi tecnici (ESAMEH)
A settimana prossima!

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Capitolo 5
*** ♣.Capitolo 4: Calma prima della tempesta ***


.Capitolo 4: Calma prima della tempesta


Artwork da Wallpaperfly.com, Water Wallpaper
 
Musica consigliata:  https://www.youtube.com/watch?v=D_wDhF6cpz4 HeartGold & SoulSilver: Cianwood City Theme Extended

Fiorlisopoli
 
Misty era a terra ma la Masterball aveva sortito l’effetto desiderato: Lugia era rinchiuso nella piccola sfera colorata e non rappresentava più un immediato pericolo. Seel, preoccupatissima, cercò di svegliare la sua nuova amica con dei getti d’acqua sul viso ma non ottenendo nulla andò immediatamente a cercare aiuto. Fortunatamente l’improvvisa cattura di Lugia aveva ripristinato la precedente natura delle isole che ora risultavano meno ostili di prima: tuttavia si trattava pur sempre di una grotta sottomarina molto intricata.
La piccola nivea foca si lasciò pervadere dal panico, temendo di aver perso l’unica allenatrice che aveva voluto adottarla; frustrata e inconsolabile si mise a soffiare* più forte possibile per cercare aiuto e dopo qualche minuto incontrò Entei, che trasse in salvo Misty. Seel prese la Masterball che giaceva a terra e la portò fuori dalla grotta seguendo Entei.
Una volta recuperati tutti i membri della missione che brancolavano nel buio della grotta, partirono subito alla volta dell’isola di Fiorlisopoli dove avrebbero cercato qualcuno in grado di prestare cure mediche a Misty. Ci vollero due interi giorni per far risvegliare la ragazza: ella cercò subito di tirare su la schiena e mettersi a sedere ma i pesanti bendaggi sulla sua testa e la sua debolezza la fecero ricadere sul letto. Ancora sentiva l’urgenza di agire e si calmò solo quando si rese conto di essere in una confortevole casa di legno e di avere il Saggio Slowking al fianco insieme al farmacista dell’isola. Subito mormorò “Masterball?”;
Slowking accarezzò la fronte della ragazza rispondendo “La Masterball è qui, Lugia è dentro ma non abbiamo ancora cercato di farlo uscire. Fortunatamente siamo riusciti a recuperare tutti i membri della missione, solo alcuni hanno riportato delle ferite ma nulla di grave o irreparabile. Ad ogni modo la tua mossa è stata molto efficace: finchè Lugia sta dentro la Masterball non abbiamo problemi ma dobbiamo ancora lavorarci sopra.” rispose il Saggio
“In che senso?” fece Misty stropicciandosi gli occhi
“Nel senso che per ora abbiamo arginato il problema ma non lo abbiamo ancora risolto.” rispose grave Slowking “Ora ti lascio alle cure del nostro carissimo farmacista, riposa bene”.
Passarono tre giorni prima che Misty fosse in grado di rimettersi in piedi: per prendere aria e sole fece lunghe passeggiate sulla battigia e le piaceva sedersi sulla sabbia con i piedi appena lambiti dalle onde. La sensazione della sabbia fine sotto le mani, il sole che le accarezzava la pelle e il mare fresco che le solleticava i piedi le riempivano il cuore di serenità, nonostante fossero solo all’inizio della loro avventura: aveva preso in considerazione il fatto che quel senso di pace fosse solo dovuto allo stordimento della commozione cerebrale ma aveva accantonato presto quell’idea vedendo Raikou con una zampa steccata sdraiato sulla sabbia a guardare Entei che si divertiva a sollevare la sabbia per poi creare col fuoco incredibili statue di vetro. Nel giro di un paio di settimane la ferita di Misty alla testa guarì del tutto e poté unirsi ai suoi amici Pokémon d’acqua nei loro giochi spensierati, schizzandosi a più non posso e nuotando anche in profondità per vedere il fondale roccioso coperto di alghe di ogni tipo.
Come Slowking aveva previsto, tuttavia, questa parentesi di idilliaca tranquillità non era destinata a durare: arrivarono notizie da Amarantopoli, una brutta ed una bella, ed esse costrinsero la compagnia a ritornare con i piedi per terra realizzando il fatto che il problema era ancora presente e più serio che mai. La brutta notizia era che i tre uccelli elementali avevano cominciato una serie di brutali scontri tra di loro e che Moltres aveva causato l’eruzione disastrosa di un vulcano marino che aveva ricoperto l’isola Cannella distruggendone una buona parte: il capopalestra Blaine si era salvato ma alcuni abitanti non erano stati così fortunati. La bella notizia, forse, spaventò i compagni di avventura ancora di più: un ragazzo di Biancavilla dai capelli neri e con un Pikachu sempre sulla spalla era giunto ad Amarantopoli e portava con sé un grosso fardello, una Timer Ball contenente Ho-Oh.
 
Note dell’autrice:*Soffiare è il verso della foca e ho scelto di usarlo visto che Seel non è altro che una foca con un piccolo corno sulla testa.

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