il passo del diavolo

di W_immagineshadow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** capitolo 2. L'incontro ***
Capitolo 3: *** capitolo 3. La fiducia ritrovata ***



Capitolo 1
*** capitolo 1. ***


Capitolo 1. Il vicolo buio

Orami erano quasi le sei del pomeriggio il sole stava per tramontare e lasciare il posto alla notte, anche se, il sole non si era proprio fatto vedere.
Nuvole grigie infestavano il cielo e sembrava che non se volessero mai andare.
La mia macchina, una vecchio fuoristrada solo buono da rottamare, stava cominciando a fare i capricci.


Il problema era che non cera un carroattrezzi nel raggio di un chilometro su questa dannata autostrada.
Potevo chiedere qualche informazione alla prima stazione di servizio se ce ne fosse una...
Il tempo non sembrava volgere a mio favore ormai mancava poco ad un temprale con i fiocchi così decisi di aumentare un po’ il passo.


Il mio scopo è arrivare sano e salvo al borgo solo al pensiero mi vengo i brividi al ritornare a quel posto orrendo.
Ma dovevo farlo d'altronde non avevo nulla da perdere ed era, forse, l’unica possibilità che avevo per poter lavorare degnamente.
Ricordo ancora quando ero piccolo, avevo solo sette o otto anni, quando d’estate, insieme alla mia famiglia, trascorrevo le mie giornate a girovagare tra i monti e i vicoli del borgo.


A quel tempo ,come ancora tutt’oggi, non avevo praticamente amici sia perché in quel dannato borgo non cera un bambino per metro quadrato e anche per il mio carattere molto timido. Passavo la maggior parte del tempo a sentire i racconti di mia nonna , pace al anima sua, che sembrava non finissero mai a cui, ovviamente , non prestavo un minimo di attenzione.
Non vedevo sempre l’ora di tornare a casa con la mia famiglia.


Un giorno venni sapere che la casa di mia nonna, dopo la sua morte, era stata donata a me come da testamento così, visto che non riuscivo ad aprirmi un dannato studio medico, ne approfittai per aprire , a malincuore , uno nel borgo che, tra latro documentandomi, scoprii che il borgo non aveva nemmeno uno studio medico e che molti per curarsi dovevano andare al ospedale più vicino che è a circa 30-35km di distanza!.




Stava iniziando a piovere e tra non molto sarei arrivato all’ imbocco per il borgo.
Una volta lasciata l’autostrada dovrei intraprendere un percorso fatto solo di curve in salita per arrivare quasi in cima al monte ,per raggiungere il borgo ,e la strada di certo non aiutava.
 Ricordo ancora quella brutta strada ,mezza sterrata e mezza asfaltata ,con il rischio che qualche masso potesse caderti al istante sulla macchina senza nemmeno che te ne desse il tempo di accorgertene.
La strada era senza protezioni e ,come se non maccasse , bisognava ad un certo tratto attraversare un ponte di pietra quasi al collasso.
D’altronde era l’unico modo per arrivare borgo in quanto bisognava attraversare la profonda gola che divideva il monte in due metà.



Finalmente ero arrivato all’imbocco per il borgo tutto procedete , per fortuna , per il meglio anche se la tempesta imperversava e non ne voleva  proprio sapere di darsi una calmata .
Arrivai al incirca alle nove al entrata del borgo per un momento notai meglio quel posto sembrava quasi incastonato nella roccia e le case erano disposte quasi come se fossero un presepe vivente .


Di notte aveva sempre qual atmosfera cupa e misteriosa quasi da film del orrore oserei dire.
Entrai nel borgo e la prima cosa che notai erano i lampioni ,che mi rimasero impietrito, non erano funzionanti a corrente ma bensì a lanterne ad olio.
Continuai per l’unica strada principaleche consentisse il passaggio delle macchine, il resto delle strade erano solo vicoli e vicoletti.
Non era cambiato nulla ;sembrava che il tempo si fosse fermato in questo posto.


Pesavo che la globalizzazione fosse arrivata anche in questo posto sperduto ma mi sbagliavo di grosso.
L’asciai la macchina parcheggiata sul ciglio della strada presi i bagli e l’ombrello per ripararmi dal temporale e mi diressi verso la piccola scalinata per arrivare alla mia nuova casa.


Prima di lasciare la strada principale notai che non vi era nemmeno una macchina parcheggiata forse le avevo chiuse nel garage ?.
Dopo questa domanda , altamente filosofica ,cominciai ad incamminarmi per i gradini e, dopo pochi passi, alzai lo sguardo e la vidi.


Era proprio come me la ricordavo quando ero piccolo un palazzo di due piani di colore giallo canarino ma sembrava che ormai quel colore fosse completamente sparito.
Il balcone era sempre lo stesso un immessa terrazza con una tettoia in legno e al entrata un enorme portone in legno antico proprio come quelli di una volta.


Presi le chiavi dal mio cappotto entrai e trascinai la valigia lungo le scale per saliare al piano dove cerano la cucina le stanze da letto.
Il gesto fu naturale, misi la mano a lato della porta ,e cercai di trovare l’interruttore della luce  ma non cera!!.Cosi presi il mio cellulare dalla tasca per fare un po’ di luce e notai che non cera per davvero!!ma dove sono finito?!!che posto è questo?


Dopo aver lasciato le valigie in cucina andai alla ricerca del contatore ma nulla praticamente non cerca corrente elettrica questo voleva dire niente acqua calda e niente luce.
L’unica cosa certa era il camino che ,grazie a Dio, sembra non essere stato intaccato dai segni del tempo.
Cosi cercai una candela e mi sedetti con le spalle alla finestra guardando il tempo fuori che sembra non volesse proprio dare tregua.
Da casa mia , che strano pensarlo, si vedeva l’intero borgo con tutti i suoi vicoli e vicoletti.
Le case era tutte al buio non ne vedevo nemmeno una con una lanterna accesa.


Notai che ogni singolo vicolo aveva il suo lampione ottocentesco tranne uno.
Perché tutti i vicoli erano illuminati tranne quello lì?.
Ad un certo punto notai che una di quelle case ,vicino al vicoletto buio, si era accesa la lanterna in una stanza almeno era già un segno di civiltà che mi tranquillizzava per un momento avevo pensato di essere il solo essere umano in questo borgo.


Erano quasi le undici e avevo un sonno boia però volevo resistere perché ,prima di andare a letto, volevo andare a vedere al primo piano la vecchia biblioteca della nonna chi sà se è ancora come quella che mi ricordavo?.
Bando alle ciance scesi le scale di corsa apri la porta ed entrai. Rimasi a bocca aperta quando vidi che della biblioteca non cera rimasto praticamente nulla.
Gli scafali erano vuoti cera giusto qualche libro qua e là. Possibile che la nonna voleva buttarli? perché farlo?



Ricordo ancora quando mia nonna fosse attacca ai suoi libri li riteneva “il gioiello più prezioso”.
Una volta tentai di rubarne uno da portare poi a casa ma non ebbi il tempo di entrare in macchina che lei gridava come una pazza “ridammi il mio libro bambino cattivo”.
Si  lo so ,lei non era una di quelle solite nonne che farebbero di tutto per i loro nipoti; era molto restia nei miei confronti poi si ci metteva pure il fatto che avevo una tremenda paura di lei  sembra una strega in tutto per tutto non mi meraviglierei se mi avesse scagliato qualche maledizione dall’oltretomba.



Girovagai ancora per quella stanza fredda e ormai  vuota con la candela in mano quando notai che, sul tavolo vicino ad una finestra, cera un libro rosso tutto impolverato, presi il libro , e il titolo riportata  una lingua a me sconosciuta cera scritto “ omthyt”.
Che lingua era? Forse era un antico dialetto del posto ma per quel che ne so qui si parla solo la nostra lingua; davvero strano.



Ormai troppo stanco per stare al impedì e leggere quel libro decisi di lasciarlo sul tavolo e andare a letto domani mi sarebbe aspettata un dura giornata e un duro risveglio questo poco ma sicuro.

 
 

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Capitolo 2
*** capitolo 2. L'incontro ***


CAPITOLO 2. L’INCONTRO

Erano ormai passate le 10 del mattino avevo dormito davvero tanto, ma, non avevo ancora molta voglia di alzarmi dal letto ,forse, perché avrei dovuto affrontare la dura realtà.
Quella di vivere solo soletto in questo posto dimenticato dal mondo; mi affacciai alla finestra e vidi ,con immenso piacere(tono sarcastico),che il tempo non era affatto migliorato anzi adesso oltre a piovere era calata pure la nebbia.
Andai nella cucina sperando di trovare qualcosa da mangiare nella mia valigia ma nulla.


Cosi decisi di uscire sperando di trovare qualche da mangiare a un  bar per fare almeno una colazione decente.
 Da piccolo mi ricordavo che cera un bar quasi alla fine del borgo chi sà se ancora esisteva?.
Camminai lungo i cunicoli stretti con una mole insormontabile di scale ,proprio come allora,le scale erano completamente fatte in un tipo di pietra altamente scivolosa durante i periodi come questo. Ricordo quando, durante un giorno di pioggia, uscii per andare alla casa del vecchio munianio  a prendere un po’ di farina e correndo caddi a terra sbattendo la testa e ,dopo poche ore, mi risvegliai solo con un graffio alla fronte, ma non ero più in quel vicoletto ma ero proprio in quello….. si !!!ora ricordo era proprio quel vicolo buio che si intravedeva da casa ieri notte.



Che strano??possibile che non mi ricordavo più di quella stranezza quasi come se quel ricordo fosse stato rimosso dalla mia mente.
Continuai a camminare ma notai un'altra cosa che era cambiata nel corso del tempo; non vi erano più quei vecchi anziani che giocavo a carte o che semplicemente stavano seduti sulle loro sedie di legno a passare  il loro tempo.
Ormai i vicoli erano completamente desolati; ad un certo tratto non riuscivo più a ricordarmi quale vico dovessi imboccare per raggiungere quel bar ,la memoria mi fa sempre brutti scherzi.



Non cera nemmeno un insegna ,forse in questo borgo non venivano nemmeno più i turisti come una volta perché ,io mi ricordavo che, cerano sempre state delle insegne….. ora che ci penso ?? ma perché ieri notte quando ho attraversato il ponte non vi era quella famosa insegna di legno con scritto “benvenuti al Borgo (popolazione 777 abitanti)”.
Io ridevo come un matto quando la leggevo ,ad alta voce in macchina  “popolazione 777 abitanti” dicevo sempre ai miei
-- mà .. pà ma chi ha scritto quella scemenza??ahahaah secondo me solo ceco o un pazzo poteva scriverlo--

 però ora che ci penso i miei ogni volta che entravamo al borgo , perché lo ripetevo tutte le sante volte, facevano una faccia cupa e seria e mi dicevamo di stare zitto e buono. Perchè facevano cosi?? Non ci avevo mai pensato??.
Ormai cercai di andare ad intuito per trovare quel dannato bar, sembra quasi non volersi farsi trovare, ma alla fine gira e rigira mi spunto davanti quasi come dal nulla.


Era diventato un vecchia catapecchia di legno pero a quanto pare ancora funziona.
Entrai e vidi che la stanza era completamente al buio, se non fosse per quella flebile luce esterna proveniente da due finestre completamente sporche.
Entrai e vidi che nel angolo più buio cerano due vecchi che prendevano una birra ,mi avvicinai al bancone e chiamai il barista che sicuramente era nel retro.

--ehi ce nessuno??--dissi
--un attimo e arrivo subito--

--eccomi--il barista era completamente sporco di fuliggine sembra essere appena andato a spazzare qualche cammino.
--allora, cosa le offro?---disse lui.

Era alto al incirca 1.80 magro che pareva quasi uno scheletro ambulante ,di carnagione bianca ,come la neve ,e aveva dei capelli neri con la frangia e degli occhi di colore blu scuro.


--ehmm siii mi dia una birra e se possibile un qualcosa di commestibile per favore?---

Alla mia risposta lui fece un sorriso e mi disse--se vuole abbiamo il dolce del borgo…---

Io risposi--perché questo posto dimenticato dal mondo a pure qualche tradizione??non me lo aspettavo… sa io una volta venivo spesso in vacanza qui eee…--

Non feci nemmeno in tempo con concludere la frase che lui disse--la stavamo aspettando Dottor Bradley--

 e io --mi scusi come fa a sapere il mio nome??--

 lui rispose--qua in paese la stavamo aspettando tutti ci manca un medico curante come lei presumo sappia--

Io risposi--già…ehm ma toglimi una curiosità tu invece come ti chiami?--
-- mi chiami Colin .. Colin Morgan dottore--

--Morgan eh..??no mi spiace non ricordo nessuna famiglia Morgan ma la memoria può forse ingannarmi--

--Penso che sia normale io abito solo qui mi sono trasferito circa 2 anni fa cercavo un posto tranquillo dove poter riflettere --

--bhèè hai scelto il posto adatto….ehm senti un po’ ma come mai qui non è arrivata la corrente?--

--a dirla tutta non ce nemmeno il gas ,acqua corrente pulita e nemmeno internet e ne tanto meno macchine!!sconcertante vero?---

Io rimasi a bocca aperta non sapevo cosa dire…passi internet e le macchine ma il resto???ma chi me la fatta fare…

--dottore sta bene--mi ricomposi

--si sto bene sono solo un po’ rimasto scioccato dalla notizia--
--già non lo dica a me…--

--allora perché è rimasto??--

--be alla fine dei conti ho trovato un lavoro tranquillo che non implica molta fatica ma che soprattutto mi piace--

Dopo questo breve dialogo finalmente arrivo la birra e il dolce.
--la birra la offre la casa--disse lui

Io feci un ceno di ringraziamento  ,cominciai a capire come fosse fatto quel dolce prima di chiedere al barista cosa cera dentro mi piace indovinare..
Esternamente era a forma di stella di profumo si sentiva odore di cannella mista ad altro lo provai e notai che era bollente mi scottai la lingua..

--scusa, mah il pasticcere lo ha appena sfornato??--

--ehm veramente noo ..--disse il barista grattandosi il capo

--e arrivato giusto un oretta fa o forse anche più dai rifornimenti---
--ok,ma che ce dentro??--

--ehm sà che non ne ho la più pallida idea?anche io come lei o provato ad indovinare ,ma nulla, e ogni volta che viene il pasticcere o il fornitore, gli chiedo sempre cosa diavolo ci sia dentro.. ma loro se ne escono sempre con la solita frase “ la stella del giorno” sembra che si mettano d’accordo tutti per sino la gente del posto mi risponde la stessa cosa!!!vabbè me ne farò una ragione tanto basta che almeno sia commestibile--

Io sorrisi e dissi--vabbè o la va o la spacca--

Appena riprovai a mangiarlo notai che era veramente buono ,ma non riuscivo ancora a capire cosa ci fosse dentro .bho!!

--be niente male per essere “ la stella del giorno”--

--già … comunque se ha bisogno di qualunque cosa lei può sempre trovarmi qui …spargerò in giro che il medico che aspettavamo e finalmente arrivato..--


--grazie ,be allora appresto--

Uscii da quel bar e il tempo era sempre lo stesso adesso che sapevo l’amara verità non potevo nemmeno caricare il mio cellulare ne tanto meno informarmi su qualunque tipo di notizia.

Ritornai a casa e mi venne in mente che ancora dovevo leggere quello strano libro …chi sà se Morgan saprà dirmi qualcosa a riguardo??
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** capitolo 3. La fiducia ritrovata ***


CAPITOLO . 3 LA FIDUCIA RITROVATA

Ormai la nebbia stava quasi scomparendo, si era fatta notte, ma la pioggia sembrava non voler mai smettere.

La situazione era davvero estenuante , ero stato tutto il giorno in casa a fissare fuori dalla finestra il tempo e a chiedermi come a fatto quel dannato libro a sparire dalla biblioteca? E soprattutto ma ieri notte vi ero entrato o e stato solo una specie di sogno?


Le domande che la mia mente si ponevano erano tante e confuse.
Non riuscivo a smettere di pensare a quel povero ragazzo venuto qui ,in cerca di pace, ma sembra che in realtà , questo posto assurdo, la pace non si possa mai trovare.
Decisi che forse era venuto il momento di accendere il vecchio camino…

--oohh cavolo ho dimenticato di chiedere a Colin dove potevo prendere un po’ di legna da ardere—dissi ad alta voce

Cosi mi aresi ormai era quasi l’una di notte il bar avrà già chiuso e non ho la più pallida idea di dove abiti quel ragazzo e sicuramente, anche se sapessi dove abita, non potrei presentarmi a quest’ora della notte…
Mah ora che ci penso lui mi aveva detto di essere sempre disponibile .. ma si dai come dice il detto “tentar no nuoce”.


Uscii di casa e mi diressi verso la fine del borgo ma adesso tutta aveva un aria diversa ,letteralmente, faceva un freddo bestiale forse cerano -3 o -6 gradi.


L’atmosfera di notte in quei vicoli era davvero spaventosa metteva i brividi solo al pensiero di doverli riattraverse mi gela il sangue che già gelato di suo dalla condizione atmosferica.

Cosi cominciai a  salire i primi gradi in pietra e poi dovevo girare a sinistra…
Ehh perché c’è un muro di una casa di fronte a me?

Non sono pazzo questa mattina sono sicuro che avevo girato a sinistra…ok allora provo a destra continuai a salire altri gradi in pietra adesso qui le cose si complicano cerano altre tre possibilità o a sinistra o a destra o diritto??!!non  sapevo cosa scegliere…

Pensando al fatto che il bar si trova alla fine del borgo forse mi conviene secondo logica a destra…

Mi incamminai per un vicolo strettissimo questa volta non cerano gradi e cerano giusto due lampioni a far luce lungo il tratto.

 Arrivato alla fine del vicoletto cerano altre tre possibilità come prima ,cosi ,decisi di non perdere tempo e continuai diritto(sempre a destra)questa volta il vico si interrompeva e si poteva salire solamente.

Cominciai a salire un enorme e infinita fila di scale intorno a me solo case e qualche lampione che mi illumina la strada.


Quando arrivai a metà delle scalinate intravidi una persona di spalle era vestito con uno strano mantello rosso scuro con annesso un cappuccio rosso molto grande penso più della sua testa.

Solo a guardarlo di spalle mi paralizzo per un momento poi presi fiato e continuai a salire le scale ,come se nulla fosse, quando arrivai più o meno dietro di lui notai che stava sempre li impalato.

Il cuore mi batteva a mille non sapevo  cosa fare cosi ,visto che la scalinata era molto larga ,decisi di non avvicinarmi e di camminare a lato destro estremo della scalinata.

Feci finta di non guardarlo ma con la coda del occhio cercai di scrutarlo non riuscivo a vedergli il volto ,il cappuccio  lo copriva totalmente ,ma una cosa era ancora più strana le sue mai già ….


Stava con le mani conserte come stesse aspettando qualcuno o qualcosa…
Io avevo troppa paura per chiedergli se proseguivo bene per il bar cosi continuai la salita senza più voltarmi ;

fino a quando mi ritrovai a girare per forza a destra e in quest’altro vicolo vidi seduto fuori dalla porta, con un ombrello, un bambino forse aveva a ma la pena 13 anni era biondo e con gli occhi azzurri.

 Non mi interesso molto il perché fosse li fuori a quel ora di notte cosi feci la mia fatidica domanda..

--scusami tanto ,bambino, sto proseguendo bene per il bar—

Lui con una voce flebile mi disse—si certo prosegui diritto e ti verrà il bar di fronte—

Io—grazie tante—


Gli misi la mano tra i capelli come segno di ringraziamento e notai che era gelido..
Lasciai perdere il bimbo e continuai per il mio cammino;il bambino aveva ragione di fronte a me vidi finalmente qualcosa di famigliare.

Mi avvicinai e vidi che sulla porta del bar cera un cartello con suscritto “chiuso”ma dentro vidi la luce di una lanterna che proveniva dalla cucina/magazzino del barrista.

Cosi bussai e subito vidi uscire Colin con un sorriso stampato in faccia quasi come se fosse felice di vedermi.

--entra dai!!che fa un freddo cane e piove su!!—
Non me lo feci ripetere  due volte entrai ,chiusi il mio ombrello,e poi seguii Colin nel magazzino/cucina e a quanto pare anche casa a quello che vedo..

---tu abiti qui?—dissi

--si certo—rispose lui per nulla scontento

--abito qui dentro da quando sono arrivato ,le case di questo posto sono tutte abitate per qui non saprei porprio dove poter vivere…--rispondendo con un sorriso finito chiaro e distinto

--ma come per lavarati??—

Domanda a qui avrei dovuto pensare anche per me stesso visto che ero nella sua stessa  situazione.

--be come fanno tutti in paese, vanno sotto al fiume a lavarsi e a fare rifornimento di acqua ,nel caso, il tempo non fosse proprio favorevole in questi giorni—

--ehm comunque scusami per oggi ero conciato davvero male ,avevo appena pulito il forno a legna di un paesano per racimolare un po’ di soldi in più ..—

Ah ora si spiega perché era cosi sporco….

---ma no figurati non lo avevo nemmeno notato—finsi

In quel momento ,non so per quale motivo ,gli raccontai di tutti gli avvenimenti che mi erano accaduti durante il tragitto forse mi stavo cominciando a fidare di  questa persona.

Non mi era mai successo , io non avevo mai avuto nessun  amico ,fino a d’ora, e forse non so, la paura di restare in quel posto sperduto da solo mi costringeva a cambiare la mia natura da ragazzo chiuso e asociale.

Mi sedetti ,accanto al caminetto accesso ,vicino a lui e cominciai a raccontargli tutte la vicenda e dopo un po’,vidi che lui stava per addormentarsi cosi gli dissi
---be forse è ora di tornare a casa—

Lui sonnolente mi disse—noo resta qui ,non ti conviene con questo tempo tornare a casa ,fidati non mordo—sorrise

--- e poi ,se è vero ciò che mi hai detto, ti conviene aspettare domani mattina per tornare a casa..—

Io per un momento non sapevo davvero cosa pensare lui mi credeva a cio che gli
avevo detto..

--davvero mi credi?—


--certo che si, non mi è mai capitato nulla, però…non sò ma io credo, fermamente ,che questo posto nascondi qualcosa  non trovi??—

Aveva ragione questo borgo era davvero inquietante ,da mettere i brividi, se ci fosse venuta mia cugina Rosy ,gli sarebbe venuto un colpo a vedere quello che ho visto io con i miei occhi.
 
 

p.s cosa ne pensate per il momento... se vedete qualcosa che non va avvisatemi pure,sono nuova,spero con il tempo di poter migliorare.Come dice il detto "sbagliando si impara".......

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