In Dreams He Came

di __aris__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il mago che non voleva invecchiare e la bambina a cui piacevano le favole ***
Capitolo 2: *** Inganno ***



Capitolo 1
*** Il mago che non voleva invecchiare e la bambina a cui piacevano le favole ***


Autore: __Aris__
Titolo: In Dreams He Came
Fandom: originale genere favola.
Personaggi ed eventuali coppie: Selene, Harnom. Coppia het.
Tarocco: luna.
Rating: verde.
Avvertimenti: nessuno.
Introduzione: Esiste un regno incantato che racchiude la fonte dell’eterna giovinezza. Un giorno nel regno arriva Harmon, un potente stregone desideroso di raggiungere la vita eterna: trova la fonte e ne beve le acque ma scopre che l’incontro con la morte è solo ritardato. Perché l’incantesimo funzioni serve una lacrima di pura gioia ed una di inconsolabile disperazione di una persona che creda alla magia e sempre ci crederà. Harmon trova allora Selene, una bambina terrestre che si addormenta ascoltando le favole della sua balia, ed inizia a fare visita tutte le notti nella speranza di ottenere le lacrime mostrandosi come un mago buono ed altruista.
Selene cresce con il ricordo dello stregone buono che le faceva visita nei sogni di quando era bambina, ma cosa farà quando conoscerà la vera natura del mago? -- Storia partecipante al contest scegli la tua carta e scrivi la tua storia. Spero vi piaccia.
Note: nessuna.
 
 
C’era una volta un regno molto lontano in cui regnava l’armonia. La terra era fertile, le stagioni temperate, le acque cristalline e la natura forniva a tutti di che vivere. Gli abitanti di questo regno erano creature magiche: fate, unicorni, folletti ed altri ancora che gli uomini non conoscono: vivevano in armonia, non conoscendo cosa fosse l’ambizione o il desiderio perché avevano tutto ciò che potevano volere.
Tra di loro, tuttavia, viveva un mago che era giunto da un altro luogo spinto dalla brama di trovare l’eterna giovinezza. Egli si chiamava Harmon e, nel mondo in cui era nato, era conosciuto per avere l’aspetto di un angelo ed essere tuttavia tanto potente quanto crudele. Quando arrivò i quel regno incantato si guardò bene dal mostrare la sua vera natura agli ingenui abitanti: capendo che lì avrebbe potuto imparare i più profondi segreti della magia dimostrò buon cuore ed aiutò tutti coloro che andavano da lui. Ben presto il suo altruismo fu premiato e gli fu mostrata la fonte dell’eterna giovinezza: sul crinale di una collina, seminascosta dalla vegetazione rigogliosa, una sorgente d’acqua che sgorgava direttamente dalla roccia e scendeva placida bagnando le piante che la circondavano. Il rivo terminava in lago cristallino circondato dal alberi frondosi che sfioravano l’acqua con le foglie; al centro si rifletteva la Luna.  L’unicorno che lo aveva guidato gli mostrò una coppa d’oro immersa vicino alla riva: Harmon si inginocchiò per raccoglierla e bevve ogni goccia d’acqua che conteneva. Finalmente aveva trovato ciò che cercava e poteva tornare nel suo mondo.
Tornato nel luogo dal qual proveniva, Harmon attraversò i secoli accumulando altre conoscenze ed altro potere ma un giorno scoprì che la morte ancora lo aspettava: i lunghi capelli si ingrigivano, lo splendido volto si deformava e prima o poi anche lui sarebbe morto. Tornò nel regno in cui aveva trovato la fonte e tutti lo accolsero con grande gioia ma il mago non era più disposto a tollerare quelle insignificanti creature così, con uno schiocco di dita, ridusse in polvere tutte le fate ed i folletti che gli danzavano attorno. Ritrovata la cascata magica, distillò tutta la sua magia e la sua sapienza per scoprire come mai l’acqua miracolosa non aveva funzionato: era sicuro di aver bevuto dalla fonte dell’eterna giovinezza, perché gli abitanti di quel luogo non sapevano cosa fosse la menzogna; eppure continuava ad invecchiare e sarebbe morto.
Solo quando la Luna fu al suo zenit scoprì che, perché l’effetto miracoloso si realizzasse, l’acqua doveva contenere un goccia di autentica gioia ed una di inconsolabile disperazione. Harmon si guardò attorno con disappunto: gioia e disperazione non appartenevano a quel luogo perché erano emozioni umane! In oltre affinché la magia funzionasse dovevano provenire da una persona che avrebbe sempre creduto, profondamente ed intimamente, alla magia. Prese un po’ di acqua dalla fonte ed usando le sue capacità divinatorie cercò la persona adatta: creò uno specchio fatto d’acqua nel quale apparve una bambina con gli occhi chiari ed i capelli rossi.
 
 
Londra, età vittoriana
 
Selene Lancashire credeva nelle fate, negli elfi, nei troll ed in tutte le altre creature che sono descritte nei libri di favole da lei tanto amati. Ne leggeva talmente tanti che, per quanti gliene comprassero, i nuovi arrivavano sempre dopo che il precedente era finito. In realtà gran parte del merito era della sua balia, Miss Audry, che prima di addormentare la bambina le leggeva almeno due storie ogni sera.
Selene adorava quando Miss Audry le leggeva le favole per addormentarla, ma ancora di più adorava quando, nel sonno, incontrava il mago Harmon. La prima volta che era venuto a trovarla avevano ballato sui tetti di Londra, tra i comignoli delle case, fino a quando le stelle non scomparvero dal cielo; poi il mago la riportò nella sua camera e le rimboccò le coperte per farla dormire.
Tornerai a trovarmi?” chiese la bambina trattenendogli la mano.
Il mago sorrise gentile. Era talmente bello che Selene ancora stentava a credere che non si trattasse di un angelo: il viso era allungato ma armonioso; aveva gli occhi azzurri e sinceri; le labbra erano semplicemente perfette e pronunciavano solo parole gentili; in fine lunghi fili d’oro gli scendevano sulla schiena. “Credi nella magia?” La bambina fece un violento cenno di affermazione con la testa speranzosa, ed immediatamente un’intensa luce apparve attorno al suo collo. Quando la luce svanì lasciò un pendente d’argento con una pietra blu nel mezzo. “Fino a quando avrai questo ciondolo e crederai nella magia verrò sempre.” Disse prima di usare la magia per addormentarla.
La mattina dopo Selene si svegliò convinta di aver fatto il più bel sogno della sua vita. Saltellò giù dal letto per raccontarlo alla balia ed alla mamma ma si bloccò appena percepì un leggero peso attorno al suo collo.  Guardò in basso e gli occhi si illuminarono di gioia vedendo il ciondolo che le aveva regalato Harmon; lo prese tra le mani e lo strinse a sé come il più prezioso dei tesori: da quel giorno in avanti lo avrebbe custodito come il più prezioso dei tesori.
 
Harmon tornò la sera seguente, quella dopo ancora e tutte quelle che vennero portando Selene in un mondo fantastico. Le mostrò il fiume Imn nelle cui acque nuotavano pesci con i colori dell’arcobaleno, la Valle degli Asfodeli Danzanti e la Foresta degli Alberi Parlanti; le fece conoscere le fate, piccole creature simili a farfalle con le ali luminose, e cavalcare un unicorno per il suo ottavo compleanno.
Una sera stavano volando nel cielo sopra una grande piuma creata da Harmon: in quel luogo le stelle brillavano sempre come diamanti e la luna sembrava tanto vicina da poterci arrivare se si fosse saltato abbastanza in alto. Atterrarono in una valle di Faccialuna, fiori che seguono il corso della Luna come fanno i girasoli con il Sole: erano enormi fiori con le foglie e lo stelo verde scuro, la corolla bianca ed i pistilli blu. “Ti ho mai mostrato la danza delle fate?” chiese il mago con voce gentile aiutando Selene a scendere.
La bambina scosse la testa “No.
L’altro sorrise “Allora siamo nel posto giusto: ogni anno in un giorno particolare le fate danzano rivolte alla Luna per chiederle di proteggere il loro mondo.”
Proteggere da cosa?” chiese Selene.
C’è un mago molto potente e crudele che si aggira nell’ombra per trovare qualcosa di molto prezioso custodito qui vicino. Se la trovasse … distruggerebbe tutto pur di raggiungere il suo obbiettivo.” La voce di Harmon era sempre stata gentile, l’espressione serafica: per la prima volta le sentì incresparsi.
E cosa cerca?
Le vedi quelle colline rocciose laggiù?” con il dito indicò un punto preciso all’orizzonte “Lì c’è una piccola cascata, la fonte dell’eterna giovinezza. Ma bere la sola acqua non basta per ottenere l’immortalità e servono altri ingredienti. Il mago di cui ti ho parlato lo ha scoperto a sue spese molto tempo fa uccidendo moltissime creature magiche. Da allora cerca gli ingredienti mancanti ovunque.”
Ma tu non lo puoi fermare?
Harmon assunse un aspetto improvvisamente severo: “La magia non può essere usata per offendere Selene! Nemmeno quando si vuole combattere qualcuno tanto malvagio.”
La bambina abbassò gli occhi “Scusa … non lo sapevo.” Ma il mago non sembrava arrabbiato.
Non importa, sei un umana e non conosci la magia. Non hai nulla di cui scusarti. Adesso guarda avanti!
Selene ubbidì e vide un turbinio di luci librarsi sopra i Faccialuna: i suoi occhi si aprirono per la meraviglia quando si accorse che erano le fate che volavano come fuochi d’artificio in movimento. Si dividevano e poi si riunivano, giravano prima a destra e subito dopo a sinistra; piroettavano verso l’alto e l’attimo dopo turbinavano nella direzione opposta. Ad un certo punto iniziarono a volarle attorno. “Cosa stanno facendo?” chiese al culmine della curiosità.
Ti benedicono affinché il male non possa mai toccarti perché tu sei la cosa più preziosa di questo mondo.”
Perché io?
Perché tu credi alla magia e sempre ci crederai. Per le fate nulla è più prezioso.” Allungò la mano e le sfiorò la fronte con un dito per liberarle la mente “Adesso non pensare.” E magicamente la bambina si librò in aria circondata dalle fate, fino ad arrivare all’altezza del mago. Con il cuore ricolmo di gioia allungò la mano per condividere con lui quel momento ma cadde ed Harmon l’afferrò tra le braccia “Ti avevo detto di non pensare.”
Ma io volevo …
Il mago scosse semplicemente la testa e lei non continuò “Lo so e ti ringrazio.” Poi la posò dolcemente a terra “Le fate hanno fatto lo stesso con me molti anni fa; questo era il tuo momento. Sappi, tuttavia, che mi sento davvero onorato delle tue intenzioni.”
Le fate si allontanarono trillando (secondo Harmon era il loro modo di ridere) ed i due iniziarono a camminare tra i fiori. “Harmon?” iniziò Selene dopo meno di dieci passi.
Si?
Tu sei l’unico che vive qui?
Si bambina; in questo regno viviamo solo io e le creature del bosco.”
E lo stregone cattivo …” aggiunse in un sussurro.
E lo stregone cattivo.” Confermò l’altro ricreando la piuma con il pensiero. Anche le ultime fate che li avevano seguiti capirono che per Selene era giunto il momento di andare e volarono via.
Harmon?” chiese ancora appena presero il volo.
Sei molto curiosa oggi! Dimmi bambina.”
Perché mi porti quì tutte le sere? Non devi mai portarci altri bambini?
Il mago rise “Ah! Ecco cos’era! Nessuno e come te. Sei speciale Selene: sei l’unica con un cuore abbastanza sincero per visitare questo mondo.
E potrò venirci sempre? Anche quado sarò grande?
Fino a quando avrai il ciondolo che ti ho donato potrai venire qui ogni volta che me lo chiederai.
Anche quando sarò grande?
Anche allora, se ti farà piacere.
 
Il ciondolo era una sorta di catalizzatore dei poteri di Harmon che gli permetteva di raggiungere la terra tutte le sere, di prendere Selene e riportarla a casa prima dell’alba. Altrimenti avrebbe impiegato troppe energie; troppe anche per un mago potente come lui. Il pendente rendeva tutto più facile perché parte della magia la faceva la pietra stessa, ed avrebbe continuato a farla fino a quando Selene avrebbe voluto seguirlo di sua spontanea volontà. E considerando che lei era entusiasta per ogni cosa che vedeva quello non era un problema.
Il vero problema era che, nonostante gli anni passassero veloci, lui non era riuscito a raccogliere nemmeno la lacrima della gioia assoluta: ogni sera portava Selene in un posto più bello del precedente e lei ne rimaneva incantata, ma mai una volta che avesse pianto quella lacrima! Forse la felicità assoluta e la disperazione inconsolabile erano emozioni troppo complesse per una bambina tanto piccola? Sicuramente crescendo le avrebbe provate. In fondo prima o poi si sarebbe innamorata ed avrebbe conosciuto la gioia e la disperazione. A costo di strappare il cuore dello spasimante sotto gli occhi atterriti della fanciulla.
Fu solo quando Selene perse il ciondolo che la paura di morire riaffiorò in Harmon. Percepì la rottura del vincolo come un CRACK nelle orecchie, anche se non ne identificò subito la causa. Corse alla fonte dell’eterna giovinezza e, proprio come aveva fatto molti anni prima, creò uno specchio d’acqua. Vide Selene giocare con un grosso cane dalle orecchie flosce nel salotto di casa sua; anche se lei non se ne era accorta subito quella dannata bestiaccia aveva gettato il ciondolo in un intercapedine tra il camino ed il muro dove nessuno l’avrebbe mai più ritrovato.
Non poteva crearne un altro e tanto meno tornare sulla Terra!
Tutte le volte che aveva sopportato le migliaia domanda di Selene o gli scampanelli delle fate, gli scherzetti dei folletti; tutti gli anni di pazienza erano stati gettati via da un cane pidocchioso!
In preda all’ira concentrò tutto il suo potere in una sfera di energia che lanciò in alto. Quando non fu più distinguibile dalle stelle nel cielo, si frantumò in un milione di scintille che volarono via in tutte le direzioni per seminare morte e distruzione ovunque avrebbero incontrato il suolo. Se per non morire doveva rimanere in quel mondo allora lo avrebbe plasmato a sua immagine ed avrebbe fatto capire anche al più stupido dei troll che nessuno avrebbe mai potuto contrastarlo.

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Capitolo 2
*** Inganno ***


 Autore: __Aris__
Titolo: In Dreams He Came
Fandom: originale genere favola.
Personaggi ed eventuali coppie: Selene, Harnom. Coppia het.
Tarocco: luna.
Rating: verde.
Avvertimenti: nessuo.
Introduzione: Esiste un regno incantato che racchiude la fonte dell’eterna giovinezza. Un giorno nel regno arriva Harmon, un potente stregone desideroso di raggiungere la vita eterna: trova la fonte e ne beve le acque ma scopre che l’incontro con la morte è solo ritardato. Perché l’incantesimo funzioni serve una lacrima di pura gioia ed una di inconsolabile disperazione di una persona che creda alla magia e sempre ci crederà. Harmon trova allora Selene, una bambina terrestre che si addormenta ascoltando le favole della sua balia, ed inizia a fare visita tutte le notti nella speranza di ottenere le lacrime mostrandosi come un mago buono ed altruista.
Selene cresce con il ricordo dello stregone buono che le faceva visita nei sogni di quando era bambina, ma cosa farà quando conoscerà la vera natura del mago? -- Storia partecipante al contest scegli la tua carta e scrivi la tua storia. Spero vi piaccia.
Note: nessuna.






Molti anni dopo Selene era cresciuta, diventando una ragazza in età da marito bella ed intelligente. Leggeva ancora tantissimi libri, molti di favole: anche se i genitori le ripetevano che si trattava solo di fantasie puerili lei credeva ancora nella magia, nelle fate e negli unicorni; e sapeva che ci avrebbe sempre creduto.
Tutto accadde una mattina di inverno, un delle tante in cui i genitori le avevano organizzato l’ennesimo incontro per concordare il suo fidanzamento. Selene era intenta a prepararsi quando la cameriera della casa bussò alla porta. “Signorina ieri gli spazzacamino hanno ritrovato questo nella cenere. Non so se lo ricordate ma una volta era vostro e vi eravate molto affezionata.” Disse posando un ciondolo d’argento sul tavolo da toiletta.
La ragazza lo guardò e sorrise: non aveva mai dimenticato il mago Harmon che le faceva visita tutte le notti quando era bambina. Anche se erano passati anni dall’ultima volta che era venuto il suo ricordo e quello del regno incantato dove la conduceva erano ancora molto vividi. “Il mio ciondolo! Lo hai ritrovato dopo tanti anni? Grazie mille Bess.
Sono stati gli spazzacamino a trovarlo, i ve l’ho solo pulito.”
Grazie lo stesso!” Selene portò il pendente al collo ammirandolo ancora “Ti dispiacerebbe aiutarmi con la chiusura?
Certamente.” Disse la cameriera chiudendo il gancetto del gioiello. Quasi nello stesso momento in cui qualcuno bussò alla porta. “Siete bellissima milady! Sono sicura che Lord Saffox rimarrà estasiato. Adesso vogliate scusarmi.”
L’uomo che aveva bussato non era decisamente Lord Saffox: indossava degli strani vestiti blu che parevano usciti da un quadro barocco ma era bello come un angelo del paradiso! “Voi chi siete signore?” chiese impettita la cameriera.
Dimmi tu chi doveri essere.” Protese una mano verso il volto della donna senza mai toccarlo ed iniziò a leggerle nel pensiero “Aspettavate visite … bene … annuncia pure che Lord Saffox è qui.” Con uno schiocco di dita Harmon si trasformò in un perfetto gentiluomo in abito scuro e marsina, con i lunghi capelli legati da un nastro di velluto nero.
La donna indietreggiò e si fece il segno della croce “I vostri vestiti?!
Il mago schioccò ancora le dita per cancellarle il ricordo della magia “Cos’hanno i miei vestiti serva?
Assolutamente niente Lord Saffox, perdonate la mia insolenza. Accomodatevi.”
Harmon entrò nella casa con passo sicuro lanciando un incantesimo sulla soglia perché il vero Lord Saffox non arrivasse. La casa era grande piena di mobili e soprammobili; subito vide Selene scendere dalle scale per rimanere momentaneamente folgorata riconoscendolo. Adesso era una donna elegante ma i suoi occhi si illuminavano ancora come quelli di una bambina. Con un piccolo cenno del capo le fece cenno di comportarsi normalmente; crescendo aveva imparato a controllarsi un po’ ma il modo in cui stringeva la gonna faceva capire al mago quanta voglia avesse di corrergli incontro. La cameriera condusse l’ospite in salotto per poi congedarsi per chiamare la madre di Selene, prima di uscire lasciò comunque la porta aperta perché i due non fossero completamente soli.
Usò una magia illusoria perché nessuno potesse vedere cosa sarebbe successo nella stanza o, tantomeno, entrarci. Con eleganza si avvicinò a Selene che non si era accorta di nulla e le baciò la mano, poi la guardò con un’intensità tale da farla arrossire. “Sei diventata una splendida donna.” Era la verità: Selene era alta, aveva conservato la pelle candida di una bambina e tutto in lei comunicava innocenza e dolcezza. Harmon pensò quasi che era un peccato non poterla tenere con sé come simbolo del suo prossimo trionfo.
Non potendo più aspettare oltre la fanciulla si fiondò tra le braccia del mago con gli occhi pieni di lacrime “Sono così felice di rivederti! Non ci speravo più!
Lo stregone alzò il viso della giovane appropriandosi delle lacrime di gioia. “Sono tornato appena hai rimesso il ciondolo. Sai che non potevo fare diversamente.” Disse dolcemente mentre le accarezzava i riccioli rossi. Una nuova idea iniziava a fare capolino nella mente di Harmon: il candore di Selene era senza dubbio affascinante, ma l’idea di travirla e di avere eternamente una nuova Selene con il segno indelebile della corruzione era ancora più allettante. Le avrebbe fatto perdere la sua innata purezza e l’avrebbe tenuta nel suo castello per l’eternità come prova che il potere vince sempre sul bene. Poteva già sentire la sinfonia della disperazione!
Inconsapevole di tutto ciò lei abbracciò ancora il mago, stringendolo a sé ancora più di prima “Mi sei mancato tanto!” singhiozzò nuovamente.
Harmon la cullò amorevolmente: “Adesso sono qui bambina, non piangere più.”
Dopo un po’ Selene si allontanò di quel poco che bastava per vedere completamente il suo volto “Mi ci riporteresti?
Il volto dell’uomo si incupì improvvisamente “Siediti bambina. Devo dirti molte cose.” Disse accompagnandola al divano. “Molte cose sono cambiate, quello non è più un posto sicuro per te.”
Cos’è successo?
Ricordi che una notte ti ho detto che c’era un mago crudele?” Selene annuì “Ha conquistato il regno e lo governa con terrore. Le fate hanno smesso di danzare e gli unicorni di volare; non è più il posto che ricordi.”
No!” urlò coprendosi la bocca con le mani
Purtroppo è così. Se ti riportassi là non posso prometterti che torneresti indietro.”
Un ultima volta! Per favore!
Harmon sospirò “Va bene: avevo promesso che ti ci avrei portato ogni volta che l’avessi chiesto. Dammi la mano e tieni gli occhi chiusi.”
Selene allungò la mano titubante: “Ed i miei genitori? Non si accorgeranno che siamo spariti?
Ho fatto un incantesimo illusorio. Non staranno in pena per te.” Se fosse riuscito nella sua impresa nemmeno si sarebbero ricordati di avere una figlia.
 
Come aveva detto Harmon molto era cambiato in quel rame incantato: nei suoi ricordi era un luogo dove regnavano armonia, ricco di abitanti; terra rigogliosa e le colline ricche di lussureggiante vegetazione. Adesso tutto denotava terrore e desolazione: alberi e piante regnavano incontrastati ma nell’aria non c’era alcun rumore; come se le creature che li abitavano fossero tutte morte.
Dove sono le fate ed i folletti?” chiese Selene guardandosi intorno “È tutto così desolato.”
Quasi tutti sono stati uccisi dal mago, e quelli ancora vivi hanno troppa paura per uscire dai loro tronchi.” Harmon le cinse le spalle con un braccio “Non è prudente rimanere fermi troppo tempo. Andiamo, c’è una cosa che non ti ho mai mostrato ma dovremo camminare molto.” Camminarono nella Foresta Parlante, ormai troppo silenziosa per avere questo nome, salirono il crinale di una collina e giunsero ad una piccola cascata circondata d alberi frondosi. “Questa è la fonte della giovinezza bambina.” Annunciò Harmon mentre Selene si guardava attorno.
Cos’è quel castello enorme in cima alla cascata?” chiese l’umana indicando un possente maniero costruito in cima alla collina.
Il sorriso del mago si mutò in una smorfia malevola “Speravo che lo notassi! Lì è dove vivo, il centro del mio potere.”
Che vuoi dire?
Non sai quanto ho aspettato questo momento, bambina!” Harmon sorrise ed inspiegabilmente Selene ebbe paura di lui “Io sono lo stregone che domina questa terra.”
Selene scosse la testa incredula “Non è vero ...” Lui era buono! Era stato benedetto dalle fate e non aveva mai usato la magia per interesse personale come gli stregoni cattivi! Non poteva essere vero!
Il mago ghignò “Oh sì, lo è. Ho attraversato molti mondi e molti secoli cercando un modo per avere l’eterna giovinezza. Molti anni fa sono giunto qui ed ho trovato la fonte, ma la sola acqua non basta. Ricordi? Te lo dissi molti anni fa. Perché funzioni servono una lacrima di pura gioia ed una di inconsolabile disperazione piante da un uomo che creda nella magia e che sempre ci crederà. Anche se una donna è stata più che sufficiente.” Harmon aprì la mano facendo apparire una goccia d’acqua scintillante “L’hai pianta questa mattina: la lacrima di pura gioia. E tra poco verserai anche quella di disperazione inconsolabile.”
Selene gli corse incontro prendendogli il volto tra le mani. “Torna in te, ti prego! Tu non sei così!” Lo implorò incapace di accettare di essere stata ingannata e tradita.
Il sorriso che sfoderò la fece ritrarre come scottata: c’era qualcosa di tremendo nel bellissimo volto di Harmon quando assumeva espressioni tanto sadiche. “Hai ragione: sono anche peggiore di quanto tu possa immaginare. Ma non temere presto farò sprofondare nell’oscurità anche te. Ho intenzione di farti rimanere con me per l’eternità, ti terrò come il mio capolavoro. Ovviamente non potrai scappare ma, visto che mi regalerai l’immortalità ti concederò ogni cosa che vorrai e ti tratterò come una regina. Cosa ne dici bambina?” La sua voce era sempre serafica, eppure adesso metteva i brividi. La guardava divertito della sua ingenuità con occhi di ghiaccio.
No … per favore …” balbettò l’altra.
Una leggera risata increspò le labbra del mago “Ma non hai ancora sentito tutta la mia proposta. Rimani ed io non ucciderò i tuoi genitori. Sono le persone che ami di più giusto?”
Selene indietreggiò tremante “No! Non puoi!
Harmon rise ancora “Ne sei sicura?” in un lampo si materializzò davanti alla ragazza strappandole il ciondolo, poi la trascinò nel la lago e gettò il monile in acqua. Dopo pochi secondi apparvero il signor e la signora Lancashire intenti a cenare: “Vuoi che muoiano d’infarto o che si soffochino con l’anatra? Rimani ed avranno una vita lunga e felice; senza il peso di aver perso una figlia. Saranno felici, esattamente come li vedi ora.
Appena la presa del mago venne meno si accasciò nell’acqua ancora incredula “Perché mi fai questo?
L’altro si abbassò respirando l’odore della paura. Il fiato caldo che le sfiorava il collo la fece tremare. “Perché il tuo candore mi attira. Mi attira sporcarlo, distruggerlo, mutarlo. È inebriante … la tua sofferenza … il tuo sconforto sono musica per le mie orecchie. Ti renderò oscura come me, con la differenza che tu passerai l’eternità anelando la luce e soffrendo immensamente di più. Sarai meravigliosa. La regina disperata del regno della disperazione!
La risata che ne seguì era così gelidamente diabolica da far piangere Selene lacrime di inconsolabile disperazione: nessuno l’avrebbe salvata, nessuno l’avrebbe rimpianta e nessuno l’avrebbe accolta se fosse tornata indietro.
Basta piangere bambina!” la incalzò Harmon tirandola su di peso. Anche da quel vezzeggiativo, adesso, traspariva solo malvagità. “Fai la scelta!
Dopo un ultimo sguardo a genitori la rossa acconsentì con le ultime forze che le rimanevano: “Accetto ... Rimarrò con te.”
Il mago sorrise e fece scomparire il riflesso dei signori Lancashire “Ero certo che avresti accettato. Voglio farti dono dell’immortalità.” Con delicatezza la sorresse portandola all’asciutto. L’adagiò sull’erba ancora sconvolta dal pianto, incapace anche solo di pensare. Poi raccolse il calice d’oro e vi versò la goccia di gioia. Quando la coppa si illuminò fu certo di aver finalmente raggiunto il suo obbiettivo: dopo tanti sforzi teneva l’immortalità tra le mani! Ne bevve un sorso, sentendosi completamente rigenerato, subito dopo accostò il calice alle labbra di Selene che inghiottì inconsapevole.
Se solo quel liquido avesse curato le ferite dell’anima come quella della carne la fanciulla sarebbe tornata a sorridere, ma così non fu. Harmon la prese tra le braccia, sollevandola come se fosse fatta d’aria. “Andiamo. Ti porto nella tua nuova casa. Sono sicuro che ti piacerà.”
 
Passarono gli anni, e forse anche i secoli, in giornate ognuna uguale alle precedenti dove nulla appariva muoversi. Harmon aveva concesso a Selene di girare liberamente nel castello e nei suoi giardini, ma le aveva vietato qualsiasi altro luogo; l’aveva ricoperta di gioielli e stoffe preziose perché non sfigurasse con il resto dell’arredamento. Perché in quel luogo Selene era solo una delle tante cose che mostravano le vittorie del mago, con l’unica differenza che lei era viva. Tutte le sere cenavano assieme ma il resto della giornate trascorrevano in solitudine.
Una notte Selene passeggiava sui bordi della fonte dell’eterna giovinezza quando il mago la raggiunse. “Devi essere puntuale alla cena.” Disse baciandole il collo scoperto dal vestito.
Lei si asciugò le lacrime “Non credo che morirò per aver saltato un pasto!” ironizzò allontanandosi.
Harmon scosse la testa “Ancora ti disperi per i tuoi genitori? Sono passate decadi da quando li hai lasciati ed hanno avuto una vita lunghissima dimenticandosi di te. Dovresti smettere di piangere per loro.
Io non piango per loro, ma per noi.”
Non ricominciare con tutte quelle storie sull’anima e Dio! Ne ho sentite fin troppe.” Disse attirandola a sé con violenza.
Selene non si scompose: in tanti anni, anche se ogni tanto si comportava rudemente, aveva sempre limitato la sua forza fisica. Tanto esistono strumenti molto più efficaci per far soffrire il prossimo. “Anche noi moriremo. Per questo piango.
Non noi. Tutti gli altri moriranno, ma per noi c’è solo l’eternità.” L’ammonì lo stregone con voce perentoria.
Anche noi possiamo morire Harmon. Basta che io non creda più alla magia.
Non è vero! Tu non sai cosa stai dicendo.” Hamon le lasciò il polso senza nemmeno un segno.
Invece lo so. Ci ho pensato a lungo: per ogni minuto di ogni giorno che ho passato prigioniera ho pensato a come porre fine a tutto questo.
E saresti disposta perfino a morire?” la domanda era riflessiva più che indagatoria. Sapeva quanto Selene lo disprezzasse ma voleva solo accertarsi che le sue supposizioni fossero giuste.
Non ho più nulla per cui vivere adesso che non credo più alla magia.” Ribattè con sicurezza la ragazza.
Cosa?
Esatto: io non credo più alla magia.
Il mago applaudì sorridente: anche se Selene era convinta di aver trovato un modo per liberarsi non l’avrebbe lasciata vincere. “E così in tutti questi anni in cui pensavo di averti piegata hai cercato un cavillo per liberarti. Devo farti i miei complimenti: questa volta sei stata tu ad ingannarmi. Ma abiurare non funzionerà!
Vedremo. Secondo uno dei tuoi libri basta ripete la frase tre volte perché funzioni …
Ti trasformerò in una statua prima che ci riesca.” Harmon le indirizzò contro la sua magia ma una barriera invisibile protesse la ragazza dandole il tempo di rinnegare per la terza volta.
Io non credo più alla magia.” Completata l’ultima sillaba l’effetto della fonte svanì: Harnon divenne la cenere che sarebbe dovuto essere da molto tempo e Selene acquistò le sembianze di una donna molto anziana.
In pochi minuti la foresta si riempì di voci e di suoni: sconfitto Harmon era ritornata l’armonia che aveva sempre contraddistinto quel regno.
Dobbiamo tutti ringraziarti Selene. Ci hai liberato da un demone che non avremo mai potuto sconfiggere.” Una voce gentile riempì l’aria.
Chi sei?” chiese l’anziana non vedendo nessuno attorno a sé.
“Guarda in alto Selene e mi vedrai.”
Incerta alzò gli occhi ma vide solo la Luna splendere nel cielo stellato. “Non è possibile!
Ed invece e proprio così. Io sono la Luna. Sono immobile incastrata nel firmamento ma osservo tutto e nessuno può nascondermi qualcosa. Ho visto Harmon arrivare, celare la sua oscurità, e portare desolazione; ma ho visto anche un bambina dal cuore puro che avrebbe potuto contrastarlo. Così ho fatto in modo che ti vedesse anche lui perché ti portasse qui.
Quindi tu sapevi già tutto anche prima di stasera?
Sapevo che per avere l’eterna giovinezza si devono bere le lacrime di un vero credente, ovvero di una persona che crede e crederà sempre nella magia. So anche che chi rinnega per tre volte le proprie convinzioni non è un vero credente ed ho ardentemente sperato che lo avresti capito prima o poi. Prima sono stata io a deviare la sua magia. Grazie a te siamo finalmente liberi.”
Quindi Harmon è davvero morto?” chiese incredula.
Si e tra non molto tutti i suoi incantesimi perderanno efficacia. Anche quel poderoso castello apparentemente invalicabile scomparirà.”
Ed io potrò finalmente tornare a casa?
Quello è più complicato, ma per tua fortuna posso aiutarti io. Bevi tre sorsi dalla fonte dell’eterna giovinezza per riacquistare i diciannove anni che avevi quando sei stata imprigionata. Poi chiudi gli occhi e conta a ritroso da dieci fino ad uno. Quando avrai finito la tu vita riprenderà dal momento in Harmon è tornato a casa tua.”
Selene si avviò lentamente alla fonte e fece come la Luna le aveva suggerito: bevve e poi contò da dieci a uno tenendo gli occhi chiusi.
 
Signorina Lancashire si sente bene?” una voce maschile sembrava richiamarla da un posto lontano “Signorina Lancashire?
Selene aprì gli occhi per vedere solo immagini sfocate; piano piano i contorni divennero più nitidi e riconobbe il salotto di casa sua.
Ha aperto gli occhi finalmente!
Un uomo con folti capelli neri le stava accanto. “Lord Saffox?” biascicò con la bocca impastata.
L’uomo sorrise e l’aiutò a sistemarsi sul divano. “Si proprio io. Adesso non sforzatevi! Siete caduta dalle scale ed avete sbattuto la testa. Ma siete rinvenuta quasi subito e mi avete riconosciuto. Vostra madre era qui fino ad un attimo fa, credo sia andata a prendervi dei sali.”
Caduta dalle scale? Io non ricordo. Io ero …” ricordava una cascata ed un uomo crudele con il volto di un angelo ma più passavano i secondi più tutto diventava nebuloso “Io ricordo … non lo so nemmeno io!
Non importa signorina Lancashire. Alcuni dolori è meglio dimenticarli.” 

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