IL VIAGGIO

di Dedenputtis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** SI PARTE! ***
Capitolo 2: *** TUTTI AL MARE! ***
Capitolo 3: *** IL PIC-NIC ***
Capitolo 4: *** FU-SIO-NEEEE ***
Capitolo 5: *** Il pianeta dei sassi assassini ***
Capitolo 6: *** Il minestrone NO! ***
Capitolo 7: *** Il compleanno di Trunks ***
Capitolo 8: *** L'ULTIMA SFERA ***
Capitolo 9: *** L'ULTIMA SFERA 2 ***
Capitolo 10: *** L'ULTIMA SFERA 3 ***
Capitolo 11: *** SI TORNA! ***
Capitolo 12: *** UNA FERMATA INATTESA - parte prima - ***
Capitolo 13: *** UNA FERMATA INATTESA – Il desiderio di Vegeta - ***
Capitolo 14: *** IL RITORNO ***



Capitolo 1
*** SI PARTE! ***






"Aaaaaahhhh, Vegeta!!!! Adesso basta! Questa é l'ultima volta! Esci immediatamente dal mio letto!!!!"
"Eddai, Bulmina! Perché mi cacci via? Non é colpa mia!" rispose il sayan mettendo un broncio terribile.
"Colpa tua o meno, non mi interessa. Guarda Vegeta, ti avverto, vedi di trovare una soluzione a questa...cosa, oppure..." disse Bulma alzandosi dal letto e coprendosi velocemente con il lenzuolo tirato via da sotto il sedere del marito in un modo cosí maldestro, da far rotolare il sayan per terra.
"Ahio..." esclamó lui rialzandosi "e cosa dovrei fare secondo te? Le sfere si sono sparse per tutto l'universo...
"Ecco, appunto" lo interruppe lei scocciata da una situazione che durava da soli quindici giorni, ma che l'aveva giá mandata fuori di testa giusto quella centinaia di volte, compresa quella mattina. Poi, facendo un sospiro di esasperazione, gli disse:
"Senti, Vegeta, penso che anche tu ti renda conto che cosí non puó funzionare. Tieni. Prendi il mio radar cercasfere, prenditi Goku e Trunks e Gohan, Goten, insomma, prendi chi diavolo vuoi e parti con la mia navicella spaziale"
"...e dove dovrei andare, scusa?" chiese lui accentuando il broncio.
"Ma come dove? A cercare le sfere, é ovvio!" disse lei che sembrava determinata a non sentire scuse.
"Ma, ma, ma...Bulmina...Kaaroth non vuole proprio far tornare tutto com'era prima, come lo convinco a venire?"
"Allora: primo, non mi chiamare Bulmina, mi sento un'idiota. Secondo, a me non interessa proprio niente di come farai. O fai come ti ho detto, o chiedo il divorzio! Pensi che avró difficoltá a trovare un giudice che me lo conceda in tre secondi, dopo averti visto?" concluse lei senza possibilitá di appello.
Vegeta, demoralizzato, la guardó dal basso in alto e con una faccia triste le disse:
"E va bene, partiró, con o senza Kaaroth...vado da lui, a cercare di convincerlo...ciao"
Il sayan uscí dalla camera da letto triste, con il suo radar in mano e con la coda tra le gambe. Si vestí con una tuta blu riadattata e, meno di due minuti dopo, era giá in volo verso il monte Paoz.
Quando arrivó, si dovette fermare ad una cinquantina di metri da casa di Goku. Gli urli assordanti di Chichi  si potevano sentire a miglia di distanza:
"GOKUUUU! Vattene subito, esci da questa casa e non tornare finché non sarai di nuovo...presentabile, é chiaro?"
Goku non tentó nemmeno di replicare, come aveva fatto Vegeta poco prima. Uscí di casa volando fuori dalla finestra della sua camera da letto, vestito con la sua riadattata tuta arancione e, quando vide Vegeta, gli andó allegramente incontro.
"Heylá, Vegeta, che ci fai qui?"
"Kaaroth, vedo che anche a te non va molto bene...ha buttato anche te fuori di casa?"
"Ehm...sí...ma poi le passa...quando l'altro torna a trovarla...la sera. Tu? Tutto bene?"
"No, affatto...guarda cosa mi ha dato Bulma" rispose l'amico tirando fuori da una piccola borsetta che si portava a tracolla il famoso radar cercasfere. Quando Goku lo vide, sgranó gli occhi ed esclamó perplesso:
"Uau! Il radar! Ma cosa ce ne dovremmo fare?"
"Bulma dice che non mi vuole piú a casa...dice che se non faccio qualcosa chiede il distorzio..."
"Il distorzio? E che cos'é? Sembra una cosa brutta..."
"Temo di sí, devi andare da un giudice e lui glielo dá"
"E dove glielo da? Non capisco...A me invece Chichi continua a dire che si sente una maniaca pedofila...mi ha minacciato di rimandarmi a scuola. Ma cosa vuol dire 'pedofila'?" chiese Goku incuriosito.
"Boh, che le piacciono i piedi? Forse vuole comprare delle scarpe nuove..." rispose Vegeta dubbioso.
"Non capisco cosa c'entri con me...se vuole le scarpe che se le compri, no? Comunque, cosa dovremmo fare, secondo Bulma, col radar?"
"Beh, lei vuole...sí, insomma, vorrebbe che noi partissimo, per cercare le sfere..." rispose Vegeta un po' sconsolato.
"Davvero? Con la sua navicella?" chiese Goku sgranando gli occhi dall'incredulitá.
"Giá"
A Goku iniziarono a brillare gli occhi dall'emozione. Gli si parò di fronte e gli mise le mani sulle spalle. Poi scuotendolo energicamente, come per svegliarlo dallo stato catatonico in cui sembrava essere finito, esclamó:
"Vegeta! Ma ti rendi conto? Io e te, soli nello spazio, per mesi e mesi! Potremmo visitare un sacco di pianeti e, pensaci bene, incontrare nuovi combattenti o addirittura...nemici...non é un sogno? Ti rendi conto, mesi senza quelle due rompiscatole di Chichi e Bulma e quella tua figlia...come si chiama?"
"Bra"
"Sí, ecco, Bra. Ti fa trasformare solo per farsi accompagnare a fare compere. Vegeta, scappiamo, andiamocene da tutto questo. Sará meraviglioso, vedrai!"
"No, aspetta Kaaroth, Bulma vuole che venga qualcuno con noi, non ci fará prendere l'astronave senza...che qualcuno ci accompagni..."
"Ma che stupidaggine, siamo adulti e vaccinati, nonché i guerrieri piú forti della galassia...non ho bisogno di baby sitter, io"
"Sí, é tutto vero, peccato che la cosa piú importante, riusciamo a farla durare solo un paio d'ore...guardaci Kaaroth. Siamo due patetici mocciosi di 5 e 6 anni. Dove vuoi che riusciamo ad andare cosí? Odio doverlo ammettere, ma da quando quel Pilaf ha esaudito quel diavolo di desiderio, la vita che pensavamo essere cambiata in meglio, in realtá, é un disastro. In piú, la cosa peggiore é che, mentre quell'altro si diverte un sacco con Bulma, che tra coda e il resto, non so perché, sembra impazzita, quando torno ad essere cosí, lei mi tratta male, mi butta giú dal letto e dice di non guardarla che é nuda. Mi piacerebbe tanto sapere cosa combina quello con lei, ogni volta. Perché lei é sempre nuda come me il mattino dopo che mi sono trasformato in ssj4? Tu lo sai? Forse quando ci trasformiamo abbiamo molto caldo? Capita anche a te?"
"Sí, anche noi, poco fa, eravamo nudi. Per questo Chichi mi ha mandato via. Anche a me mi tratta male, nemmeno fossi un bambino...
"Ma tu sei un bambino" lo interruppe Vegeta che proseguí: "Kaaroth, è per questo che qualcuno ci deve accompagnare. Tu chi preferisci? Io avrei pensato a Goten e Trunks...cosa ne pensi? O é meglio Gohan?"
"Mhm...non lo so, fammi pensare...Trunks mi sta bene, é capace di pilotare la navicella...
"Guarda che anch'io sono in grado di farlo...quando arrivo ai comandi..." lo interruppe Vegeta abbassando lo sguardo demoralizzato dall'umiliante altezza che si ritrovava ad avere.
"...sí, beh, comunque, tuo figlio va bene, ma i miei due decisamente no. Gohan mi tratta come Chichi e fa il maestrino...ha preso tutto da sua madre quello. Mentre Goten...beh...é completamente ingestibile, sembra un bambino piú piccolo di me...e poi vince sempre ai video giochi…no, non va bene…"
"Quindi? Chi suggerisci?"
"Trunks non vorrá mai venire se non ci portiamo la sua Pannina"
"Cosa? E cosa c'entra la panna montata adesso?"
"Ma no, Pan!"
"Chi? Quella rompiscatole di tua nipote?"
"Eh sí, loro sono fidanzati, lo sai che si danno anche i bacini?" disse Goku ingenuamente evidenziando uno degli effetti collaterali dello stato di bambino in cui si trovava. Trascorsa qualche ora dalla trasformazione in ssj4, infatti, i due sayan tornavano ad essere bambini non solo fisicamente, ma anche mentalmente e nel modo di comportarsi. Quando si trasformavano in adulti, lo stato di ssj4 durava solo due ore che, nella maggior parte dei casi, spendevano a letto con le loro mogli o ad allenarsi duramente.
Quando Vegeta udí la notiziá del fidanzamento di suo figlio con Pan, se fosse stato adulto, avrebbe probabilmente cercato suo figlio per ucciderlo, mentre cosí, si limitó a fare una smorfia di disgusto e a dire:
"Bla, che schifo...baciare una ragazza, ma come fa?"
"Non lo so...chissá che sapore ha...dev'essere buona se passano le serate a leccarsi con la lingua appiccicati come se avessero la colla sulle labbra..."
"Che schifo, non me lo dire che mi viene il gomito (vomito in linguaggio di bambino di 6 anni). Comunque va bene, portiamo Pan, magari cucina bene, qualcuno dovrá pure prepararci da mangiare, no?"
"Giá" rispose Goku leccandosi le labbra.
Pochi giorni dopo, Vegeta e Goku erano seduti su una panchetta nel parco della Capsule Corporation, con le gambe a penzoloni e uno zainetto in spalla ad aspettare i due ‘adulti responsabili’, come li aveva definiti Bulma, che li dovevano accompagnare nel lungo viaggio.
Contrariamente a quanto i due bambini si aspettassero, Trunks e Pan furono ben felici di accompagnarli in giro per l'universo alla ricerca delle sfere. Quando i due arrivarono, si portarono dietro uno stuolo di parenti, venuti apposta a salutare i quattro sayan in partenza. Come previsto, Chichi e Gohan fecero un sacco di raccomandazioni, ma anziché rivolgerle a Pan, le indirizzarono a Goku che si prese pure una scompigliata di capelli da parte di Goten, come se il bambino di casa fosse lui, anziché il ragazzo.
Quando Bulma si avvicinó a Vegeta, lui l'avvertí bruscamente:
"Non ci provare nemmeno a farmi le raccomandazioni"
"Oh, Vegeta...volevo solo darti un bacino" disse lei dandogliene uno sulla guancia paffuta.
"Bla, bla" fece lui stizzito passandosi il palmo della mano sulla guancia per cancellare il bacio.
"Possiamo andare?" dissero i bambini impazienti.
"Sí, ok, ciao a tutti, ci vediamo presto!" salutarono Trunks e Pan salendo sull'astronave anticipati dai bambini che sgattaiolarono dentro, veloci come razzi. Appena furono a bordo, corsero a cercare la loro camera da letto per occuparla tipo invasione di un pianeta nemico. Si fiondarono nella prima stanza che trovarono e si buttarono sull'enorme letto matrimoniale.
Si misero a saltare allegramente distruggendo un numero non indifferente di molle del materasso. Il letto cominció a cigolare in un modo assurdo richiamando l'attenzione di Trunks e Pan che si erano messi ai comandi dell'astronave per farla partire.
"Conviene che tu vada a vedere cosa stanno combinando, mica che distruggano qualcosa ancora prima di essete arrivati alla stratosfera" disse Trunks rivolgendosi a Pan seduta ai comandi a fianco a lui.
"Certo, vado subito"
Pan si alzó e andó a controllare da dove venisse quell'assurdo rumore. Quando fu sulla porta di quello che doveva essere il suo nido d'amore con il suo fidanzato, le vennero i capelli viola come quelli di lui. Vide i  due bambini che si tenevano per mano e saltavano girando in tondo e ridevano come dei pazzi tanto che, ad un tratto, Goku disse:
"Vegeta, ti prego, basta, mi fai fare la pipí addos..."
Troppi tardi.
Il liquido giallino era allegramente sceso lungo tutte le gambe di Goku formando ai suoi piedi una simpatica pozzetta che si allargó subito su gran parte del materasso.
"Kaaroth, sei disgustoso, stasera ci dormi tu da quella parte!" disse Vegeta facendo una smorfia di disgusto.
"Hey, voi due, si puó sapere cosa diavolo state facendo? Guardate cosa avete combinato. Questa non é la vostra camera da letto, voi dormite nell'altra, qui di fronte. Ora chi ci riesce a dormire su questo letto cosí distrutto e puzzelente del tuo pisciume, eh Goku?" chiese Pan arrabbiatissima.
"Ma Pan, non é colpa mia, é stato lui a farmi ridere e...
"Non mi interessa di chi é la colpa, prendete le vostre cose e sparite e non entrate mai piú in questa camera, chiaro?"
"Ma...
"Niente ma, FUORI!!!!" Gridó la ragazza esasperata.
I due raccattarono i loro zainetti, i loro stivaletti e corsero nella loro cameretta ufficiale.
Pan, rimasta sola, sbuffó e sconsolata, trovó come unica soluzione quella di ribaltare il materasso e rifare il letto, sperando che Trunks non se ne accorgesse. Appena finí, uscí dalla camera chiudendola a chiave, pur sapendo che con quei due sarebbe stato inutile e fu costretta a bloccarsi, sentendo le voci dei due piccoli sayan provenire dalla loro cameretta. Quello che sentí le fece venire i brividi. Corse a chiamare Trunks che si affrettó a inserire il pilota automatico e a seguirla fino alla porta della camera dei bambini.
I due si misero ad origliare e rimasero entrambi impietriti sentedo i due piccoli parlare all'interno della camera:
"...no, non te la dó vinta questa volta, Vegeta...stai sempre tu sopra, perché devi sempre decidere tu?" stava domandando Goku.
"Perché io sono piú grande e sono pure un principe. É assolutamente impossibile che io stia sotto di te...
A Pan e Trunks vennero i capelli verdi e il ragazzo guardó la fidanzata balbettando:
"Ma...ma...ma cosa stanno combinando?"
"Ssssshhh, Trunks! Sentiamo cosa dicono..." rispose lei mettendosi il dito indice sulla bocca per indicare di fare silenzio.
"...e va bene, stai sopra tu, basta che non ti agiti come al solito..."
"Io mi agito? E io cosa dovrei dire allora? Se stessi sopra tu finirei tutto bagnato visto cosa combini a letto...Dai, ora togliti quella tuta che ho voglia di...
La frase di Vegeta fu bruscamente interrotta dall'ingresso nella stanza di Pan e Trunks che, appoggiandosi troppo alla porta per poter udire meglio, la fecero aprire all'improvviso, facendoli cadere rovinosamente al suolo, uno addosso all'altra.
"Ahio, che botta!" esclamó Trunks mettendosi a sedere e massaggiandosi la testa.
Quando anche Pan riuscí a riaversi, i due alzarono lo sguardo e si trovarono di fronte il pisellino di Goku. Il bambino teneva in mano i pantaloni della tuta bagnati di pipí e, lanciandoli sulla testa di Pan gli disse allegramente:
"Pan! Me li lavi? Grazie!"
Dopodiché, sotto gli occhi allibiti dei due ragazzi, si infiló un paio di pantaloni puliti e, rivolgendosi a Vegeta gli disse:
"Veggy, andiamo? Anch'io ho una voglia terribile di mettere qualcosa sotto i denti..."
"Non mi chiamare Veggy, io sono sempre il tuo  principe, ricordatelo!" disse Vegeta scavalcando letteralmente suo figlio che era ancora sul pavimento.
"Va bene, principe Veggy...comunque il lettone di Pan e Trunks secondo me era meglio del letto a castello" concluse Goku scavalcando a sua volta sua nipote con pari indifferenza e allontanandosi col principe nel corridoio.
"Giá, ma non finisce cosí, vedrai che prima o poi ce lo facciamo restituire. Come ssj4 sono imbattibile, Trunks non puó nulla contro di me..."
I due sparirono dietro la porta della cucina, continuando a discutere su come fare a riconquistare il letto matrimoniale, come se fosse la cosa piú importante del mondo.
Trunks guardó Pan che lo stava a sua volta fissando con due occhi perplessi e allo stesso tempo angosciati e le chiese:
"Pan, in che guaio ci siamo cacciati? Quei due...quei due...bambini, non sono...normali..."
"No Trunks, uno é tuo padre e l'altro é mio nonno. Cosa c'é di normale? Ci converrá mettere le cose in chiaro a cena e fargli capire chi decide cosa e chi é l'adulto qui...se vogliamo sopravvivere" gli rispose lei rimettendosi in piedi.
"Non sará facile...Vegeta é sempre mio padre, l'hai sentito cos'ha detto...'io sono il principe dei sayan'. Non prenderá ordini da me...sono sempre suo figlio. E poi quando si trasforma in ssj4 io non posso fare nulla, ti pare?" rispose lui sconsolato alzandosi a sua volta.
"Beh, tagliamogli la coda, a tutti e due...cosí il problema é risolto!" disse allegra Pan pensando di aver trovato la soluzione del secolo.
"Ma sei pazza? E se poi non riusciamo a trovare le sfere e quei due non possono piú tornare adulti, poi chi la sente mia madre? No, dobbiamo trovare un'altra soluzione" spiegó Trunks mettendosi a pensare subito a qualcosa di alternativo.
Ad un tratto, dopo averci pensato un po' su, Pan esclamó allegramente:
"Ho un'idea! Chi é il pilota di questa astronave?"
"Beh, io, cos'hai in mente?"
"Potremmo tracciare una rotta specifica evitando di passare a fianco a pianeti con satelliti, non dovrebbe essere difficile. Se poi dobbiamo per forza atterrare su un pianeta che ne ha uno o di piú, possiamo scendere al mattino, quando la luna é giá andata via...cosí non dovremmo avere problemi no? Quei due non si trasformerebbero mai, no?" disse Pan non sapendo che la trasformazione in ssj4 avvenisse per volontá di Vegeta e Goku e non per la presenza o meno della luna piena.
"Temo che nemmeno questo funzioni..." spiegó Trunks che era a conoscenza di come funzionava realmente la trasformazione "loro si trasformano...beh...ecco...solo quando, sí, insomma...ehm..."
"Allora, Trunks! La smetti di balbettare e dirmi quando diavolo si trasformano?" chiese Pan esasperata dall'inspiegabile disagio in cui era finito il suo fidanzato.
"Sí, beh... ecco...diventano adulti quando si arrabbiano oppure quando...sono...in compagnia delle...loro...mogli" riuscí a concludere Trunks diventando tutto rosso e abbassando lo sguardo imbarazzatissimo.
"Che cosa?? Vuoi dire che si trasformano in ssj4 solo per fare quello?" chiese lei esterrefatta.
"No, anche quando si arrabbiano tanto..." tentó di giustificarli lui per non farli sembrare due pervertiti.
"Ah, bene! Quindi fammi capire, devo stare su una navicella spaziale per non so quanto tempo con due bambini che in meno di mezz'ora si sono dimostrati due piccole pesti e che, da un momento all'altro, si possono trasformare in due adulti...pelosi, perversi e totalmente incontrollabili?" chiese lei cercando di fare il punto della situazione.
"Sí, cioé, nooo. Non ti devi preoccupare, Pan. Ci sono io qui con te. Vedrai che andrá tutto bene. Cosa vuoi che ci possa capitare?" le disse Trunks riuscendo a tranquillizzarla. I due non immaginavano quanto fosse sbagliato...abbassare la guardia.
 

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Capitolo 2
*** TUTTI AL MARE! ***



Il giorno dopo, i quattro atterrarono sul primo pianeta sul quale il radar aveva segnalato la presenza di una sfera. Era un pianeta completamente deserto ricoperto per il novanta percento da acqua. Il rimanente dieci percento era costituito da grandi isolotti sparsi qua e lá, su tutta la superficie e costituiti solamente da sabbia. I due bambini non stavano piú nella pelle. Avevano svuotato la cucina riempiendo ben due sacche di utensili come pentolini, mestoli, formelle da budino etc. Tutto l'occorrente insomma per andare in spiaggia a fare "il castello".
Dopo aver trovato facilmente la prima sfera, Pan e Trunks decisero di accontentarli e di portarli a giocare sulla spiaggia, rendendosi conto molto presto di aver fatto un errore madornale.
Il castello, in realtá, era una fortezza in dimensioni reali che Vegeta aveva deciso di costruire per sentire, da vero sayan, di aver "conquistato" quel pianeta. Il lavoro duró per un tempo indeterminabile dato che, tramontato un sole, ne spuntó subito un altro e poi un altro ancora. Quando anche la pista di atterraggio astronavi fu conclusa, Goku e Vegeta si diedero il cinque soddisfatti e si voltarono verso Pan e Trunks per far vedere loro la conclusione di quello che i due consideravano un capolavoro. Goku fece una faccia un po' stupita nel vederli tutti e due addormentati su un telo che avevano sistemato sulla spiaggia bollente. Sul viso di Vegeta, si aprí invece un sorrisino sadico e, guardando l'amichetto gli disse:
"Kaaroth, gli facciamo uno scherzetto?"
"Cos'hai in mente, Vegeta?"
Sentito il piano, Goku si mise subito all'opera. Scavarono due buche non molto profonde che potessero contenere i corpi dei due ragazzi, lasciando fuori la testa. Presero prima Trunks e poi Pan e li adagiarono lentamente nella fossa per poi ricoprire i loro corpi per intero fino al collo. I due non si accorsero di nulla, nemmeno quando Vegeta sostituí al corpo ormai invisibile del figlio una scultura di sabbia rappresentante il corpo di una formosissima sirena e Goku mise la testa di Pan sopra al corpo sabbioso di un terribile grifone.
"Hihihi...che belli che sono..." disse Goku alla fine.
"Facciamogli una foto...se la mandiamo al concorso delle sculture da spiaggia scommetto che vinciamo" disse Vegeta con lo stesso sorrisetto terribile.
I due bimbi si misero poi a giocare con la fortezza che avevano costruito fino a quando inizió, inesorabilmente a salire la marea. L'isolotto su cui si trovavano sarebbe scomparso nel giro di pochi minuti e ancora Pan e Trunks non davano segni di vita. Fortunatamente, poco dopo, quando l'acqua arrivó a bagnare i lunghi capelli di Pan, ormai tutti impiastricati di sabbia, la ragazza riaprí gli occhi. Subito si rese conto di tre cose: una, quella sera ci avrebbe messo tipo due ore per togliere la sabbia dai capelli, due era immersa nella sabbia fino al collo e tre, dove erano finite quelle due piccole pesti?
Si alzó a sedere distruggendo il bellissimo corpo di grifone che Goku aveva costruito sopra al suo e guardó alla sua destra. Quando vide la testa di Trunks sul corpo da formosa sirena di sabbia che Vegeta aveva completato piú di un'ora prima, non poté fare altro che scoppiare a ridere. Trunks in quel periodo portava i capelli lunghi e Vegeta glieli aveva sistemati sulle spalle della sirena. Pan pensó che, se non fossero stati violetti, il suo ragazzo poteva essere tranquillamente scambiato per Ariel, la sirenetta.
Senza ulteriori indugi, lo sveglió con un tenero bacio.
"Oh, Pan, ciao piccola, ho dormito come un sasso...ma...che hai fatto ai capelli?" chiese guardandole l'ammasso informe, pieno di sabbia bagnata che aveva in testa.
"Ma che gentile! Guarda che tu sei messo ancora peggio di me...stasera ci vorranno ore per levarci tutta la sabbia di dosso. Il bagno tocca prima a me, carino!"
Trunks si mise a sedere e la guardó coi suoi bellissimi occhi azzurri e con un sorrisino malizioso le disse:
"Magari ce lo possiamo fare assieme...il bagno...che ne dici?"
"Ah, Trunks, sei degno figlio di tuo padre...da adulto...comunque ce lo scordiamo, il bagno, se non ritroviamo l'astronave e...i bambini...stasera le prendono per come ci hanno ridotto, guarda  qui..." disse Pan cercando di tirarsi via un po' di sabbia di dosso.
Quando anche Trunks si fu alzato e abbastanza ripulito, oramai l'isolotto era ridotto a meno di un metro quadro e i due dovettero intercettare le auree dei bambini e partire in volo per non finire, pochi istanti dopo, sommersi dall'acqua.
Quando arrivarono alla navicella, dal cui interno provenivano le auree debolissime dei due piccoli sayan, entrarono e, velocemente, Trunks impostó il programma del pilota automatico per ripartire, prima che anche quell'isolotto sparisse sotto tonnellate di acqua.
Pan andó a vedere che fine avessero fatto le due pesti e, quando le trovó, scosse la testa. Esasperata, andò in bagno e si infiló nella vasca piena d'acqua bollente per cancellare, almeno per il momento, ció che aveva appena visto in cucina. Poco dopo la raggiunse Trunks che, dopo essersi spogliato, si fece fare un po' di spazio e si infiló nel bagno assieme a lei. Dopo essersela coccolata per bene, le disse:
"Pannina...tutto bene?"
"Trunks, non mi chiamare Pannina, mi sento una deficiente...” rispose lei sdraiandosi nella vasca e chiudendo gli occhi per tentare di rilassarsi, senza alcuna possibilitá di riuscirci.
"Sei silenziosa" insistette lui.
"Trunks"
"Sí Pan"
"Hai visto cos'hanno combinato in cucina?"
"N-no" rispose titubante Trunks, come se fosse colpevole anche lui.
"C-cosa?" riuscí a chiederle.
"Credo che abbiano tentato di fare la pizza...c'é un disastro...farina dappertutto, salsa di pomodoro fino al soffitto...e...e...ah, mi ci vorrá una vita per pulire tutto, mi viene da piangere...Mi ripeti come mi hai convinto a seguirti?"
"Ehm..."
"Sí, me lo ricordo, lascia perdere, altrimenti chi sta scrivendo sta storia deve mettere rating rosso..." concluse Pan sollevandosi dalla vasca e afferrando un accappatoio.
"D-dove vai? Panny?"
"Indovina un po'?"
"V-vuoi una mano?"
"Indovina un po'?"
"Sí, sí certo, arrivo" disse Trunks sollevandosi dalla vasca, senza alcuna voglia e mettendosi un asciugamano in vita.
"Andiamo?" chiese annodandosi il panno evidentemente non della misura adatta a coprirlo completamente.
Pan alzó un sopracciglio perplessa e gli disse:
"Trunks, non stai venendo cosí, vero?"
"No-o?"
Pan si mise una mano in faccia e scosse la testa sconsolata. Poi lo guardó e gli disse:
"NO! No, Trunks, non vieni di lá cosí. Non voglio che ci vedano mezzi nudi"
"P-perché? Siamo tutti uomini, noi...sei solo tu che, casomai, ti devi rivestire" disse lui con tanta naturalezza da sembrare della stessa etá media degli altri due.
"Fa' come vuoi, Trunks. Ma ti avverto, se per caso e dico, per caso, ti dovesse cadere l'asciugamano e quei due ti dovessero vedere nudo, poi, caro mio, glielo spieghi TU perché hai tutta quella...peluria viola...Glielo spieghi tu, Trunks, perché le dimensioni del tuo...amichetto...lí sotto non sono le stesse del loro...
"Ma Panny, non ti sembra di esagerare? In fondo sono solo bambini..." la interruppe lui che non aveva proprio idea di quanto Pan si fosse avvicinata alla realtá.
"Sí, sono bambini, Trunks, non uomini, come hai detto prima. Quindi tu ora, da bravo, ti rivesti e vieni con me in cucina a pulire, é chiaro?" concluse lei esasperata voltandogli le spalle per andare in camera a cambiarsi.
Quando entrarono in cucina, trovarono i due bambini esattamente nella stessa posizione in cui li aveva lasciati Pan poco prima: addormentati  e con la testolina appoggiata sul tavolo, semi immersa nella farina.
Ai due ragazzi, Goku e Vegeta fecero tanta tenerezza e tutto il nervoso che avevano accumulato per i pasticci che i piccoli avevano combinato, svanirono in un istante.
"Trunks, li portiamo a letto? Sembrano esausti"
"Sí, ce la fai a portare tuo nonno?"
"Trunks, sono una sayan, quanto vuoi che pesi mio nonno? 20-25 kg?"
"Oh, sí é vero...ma Pan, sono tutti sporchi, farina, sabbia...sugo...come facciamo a metterli a letto cosí?"
"Mhmm, hai ragione, poverini...portiamoli di lá, poi tu gli metti il pigiamino e, giá che ci sei, gli dai una ripulita, ok?"
"E perché io? Scusa, perché non lo fai tu? Le donne sono piú brave a fare queste cose"
"Secondo te io dovrei vedere tuo papá come mamma lo ha fatto? Passa mio nonno, ma te la vedi la faccia di tuo padre se si sveglia e mi trova a…pulirlo? Minimo mi fa un Big Bang Attack e mi disintegra"
"Ok, ok, ho capito, faccio io, ma é l'ultima volta, ok?" rispose lui facendo una faccia rassegnata.
“Sì, sì, ok, ok” rispose Pan sapendo che, dieci a uno, quella NON sarebbe stata di sicuro l’ultima volta. 

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Capitolo 3
*** IL PIC-NIC ***





Il giorno seguente, la navicella atterró su un pianeta ricco di boschi e di dolci colline. La sfera era nascosta all’interno di una grotta dietro una cascata d’acqua dello stesso strano colore dei capelli di Trunks.
Una volta recuperata, i quattro decisero di fermarsi sulla riva del piccolo torrente formato dalla cascata per gustare il pranzo che Vegeta e Goku avevano preparato per tutta la mattina, per farsi perdonare del disastro combinato la sera precedente.
Tutto sommato i bambini erano stati bravi: avevano preparato sandwich, preso della frutta e anche dei piccoli dolcetti al cioccolato per i quali andavano tutti pazzi. Dopo pranzo si misero a giocare a palla tutti assieme divertendosi tantissimo come una famiglia normale, pur sapendo che, come famiglia, di normale non aveva proprio nulla.
Poi, tanto per cambiare, Pan e Trunks si distesero sulla loro solita coperta e, dopo dieci minuti, dormivano entrambi come ghiri.
“Ecco, che novità, si sono addormentati…Cosa facciamo Kaaroth?” chiese Vegeta che era sdraiato sull’erba dello stesso colore dei capelli di sua moglie.
“Boh…possiamo rotolarci giù da questa collina fino ad arrivare qui al torrente e poi possiamo fare il bagno, cheddici, Vegeta?” rispose Goku che era sdraiato a fianco a lui ad osservare la forma delle nuvole dello stesso colore della sua tuta che viaggiavano su un cielo color limone.
“Sì, mi piace come idea, andiamo!”
I due passarono più di un’ora a rotolarsi sull’erba azzurrina, senza stancarsi mai. Poi, quando furono tutti belli sporchi di terra fucsia ed erba, decisero di spogliarsi ed andare, finalmente a farsi il bagno. L’acqua del torrente era veramente ghiacciata, ma solo dopo un primo momento di titubanza, i due bambini decisero di tuffarsi ugualmente. Rimasero a mollo per più di due ore a schizzarsi e a giocare spensieratamente, tuffandosi giù dalla cascata e poi tornando in volo sulla cima per poi riscendere come se fosse un grande scivolo.
I piccoli sayan fecero su e giù per n-mila-volte fino a quando furono richiamati dalla voce di Pan che, dalla riva, agitando la mano sopra alla testa per farsi notare, gli gridò:
“Goku, Vegeta, venite? È tardi, dobbiamo tornare!”
“Sì, arriviamo, facciamo l’ultimo, ok?”
“Ok, io e Trunks raccogliamo le cose. Sbrigatevi ad uscire”
Ora, Pan era decisamente troppo giovane e troppo inesperta per sapere che non bisogna mai e poi mai dire ad un bambino: “Ok, fai l’ultimo e poi andiamo” perché per un bambino, il concetto di “ULTIMO” quando si sta divertendo, non è comprensibile…non gli entra proprio in quella testolina che si ritrova ad avere.
Nella fattispecie, “l’ultimo” di Goku e Vegeta, durò ancora per un’altra buona mezz’ora e sarebbe proseguito ancora a lungo se Trunks non avesse deciso di andare a recuperarli alzandosi in volo e rincorrendoli ovunque mentre i due, completamente nudi, volavano sopra le urla isteriche di Pan che non osava alzare lo sguardo per non essere sepolta dall’imbarazzo.
Quando finalmente i due furono catturati e rivestiti, tornarono all’astronave per poter finalmente ripartire.
 
Quella stessa sera successe una cosa incredibile. Pan aveva a fatica preparato una splendida cenetta. Aveva sudato sette camicie perché Trunks, aveva pensato bene di dirle:
“Ti aiuto, Panny?”
Quanto mai gli aveva risposto di sì.
Erano partiti da soli due giorni e Trunks non aveva ancora smesso di tampinarla per avere le “coccoline serali”. Ad un tratto, stanca dell’ennesima provocazione, prese un mestolo e, puntandoglielo in faccia gli disse:
“Trunks Brief, vedi di finirla sai? Sto perdendo la poca pazienza che mi è rimasta!”
Non si accorse che Vegeta e Goku erano sulla porta della cucina e avevano sentito tutto. Pan sgranò gli occhi quanto Trunks, quando li vide abbassarsi a guardare sotto il tavolo, spostando le sedie, per poi alzarsi in volo e guardare dentro gli armadietti della cucina, come se stessero cercando qualcosa.
Pan abbassò la pericolosissima arma e, titubante, chiese:
“C-cosa state f-facendo?”
“Hai detto che hai perso la pazienza, sarà qui, da qualche parte, no? Non ti ricordi dove l’hai vista l’ultima volta?” chiese Goku candidamente. (Frase detta veramente da una bimba di mia conoscenza).
Pan guardò Trunks con un’aria spaesata, scosse la testa e disse solo:
“Mi prendono in giro, vero?”
“Su, su, Pan, non fare così” rispose il ragazzo sorridendole “In fondo ti stanno solo aiutando a ritrovare ciò che hai perso…dai, ceniamo ora, che poi, messi a letto i mocciosi…” concluse abbassando di dieci volte il tono di voce.
“Eh? Sì…sì…ceniamo” riuscì a dire lei che era frastornata dalla ricerca della sua ‘pazienza’ e dalla proposta di Trunks.
Quando si sedettero a tavola però, Pan capì subito che qualcosa non andava. Vegeta e Goku mangiavano piccolissimi bocconi con una lentezza disarmante.
“Cosa c’è, nonno? Non ti piace? Stai…stai bene?” chiese la corvina spaventata dal pallore sceso sul volto di suo nonno.
“Non…non ho molta fame” rispose il bambino.
“CHE COSA?” chiese Trunks scattando in piedi. Poi, vedendo che anche suo padre aveva lo stesso color mozzarella andata a male di Goku, gli disse:
“P-papà, che hai? Anche tu stai male?”
“Mhm mhm” rispose semplicemente Vegeta facendo di sì con la testa.
“Posso?” chiese Trunks allungando la mano per toccare la fronte di suo padre per vedere se aveva la febbre. Il ragazzo aveva chiesto il permesso perché sapeva delle reazioni di suo padre ogni volta che gli faceva notare, con qualche gesto d’affetto, la strana differenza d’età. Si sorprese molto nel vederlo sporgersi in avanti per farsi toccare la fronte.
Trunks appoggiò il dorso della mano sulla fronte di suo padre e Pan su quella di suo nonno. Poi la ritrassero e guardandosi dissero contemporaneamente:
“Trentanove, minimo”
Pan scosse la testa e guardandoli sconsolate gli disse, con infinita dolcezza:
“Hey, state proprio male voi due. Temo che dobbiate prendere una medicina e filare subito a letto”
“Mhm mhm” risposero assieme i bambini senza battere ciglio. Sembravano veramente più di là che di qua.
“Bene, Trunks, tesoro, vai tu a prenderla? È in bagno, nell’armadietto dei medicinali…certo qualche fagiolo magico lo potevamo prendere, prima di partire…”
“Sì, non era una cattiva idea…torno subito” rispose il ragazzo alzandosi.
Quando tornò e aprì la confezione, ciò che ne estrasse non piacque per niente ai bambini.
“Scusa, Trunks, non penserai veramente di darmi QUELLA medicina, vero?” disse Vegeta riavendosi improvvisamente.
“È…è l’unica che abbiamo…vero Pan?”
“Ehm, temo…temo di sì…”
“Perché non va bene, Vegeta?” chiese Goku che non aveva mai né visto, né tantomeno usato una qualsiasi forma di medicina in vita sua, visto che per anni era andato avanti a fagioli di Balzar.
“Sai cosa sono quelle?” chiese Vegeta scendendo a fatica dallo sgabello.
“No, ma per essere delle pastiglie hanno una forma molto strana…” rispose Goku guardandolo perplesso.
“No, Kaaroth, non sono pastiglie…le pastiglie si prendono dalla bocca” cercò di spiegare Vegeta sperando che Goku capisse.
“Eheh…e queste…da quale altra par….” Goku non finì la frase. Sgranò gli occhi e fece per scendere anche lui dallo sgabello, ma la lentezza dei suoi movimenti gli impedì di imboccare la via di fuga. Pan infatti, avendo intuito le intenzioni del nonno, gli prese un polso e lo bloccò.
“E no! dove pensi di scappare? Vedrai che non ti farà niente, è l’unico modo per abbassare questo brutto febbrone” gli disse trascinandolo verso di se per farlo sdraiare a pancia in giù sulle sue ginocchia.
Goku cominciò ad agitarsi, piangere  e gridare come un pazzo:
“NOOOOO, NOOOO, ti pregoooo, PAAAAAN, non farlo! Aiutoooo Vegetaaaa! Salvamiiiii! Mi vuole fare maleeeee, aaaahahhhahah!”
Ma Vegeta era già sparito per andare a nascondersi da qualche parte e, per non farsi trovare, azzerò pure l’aura, cosa non difficile vista la debolezza che si era abbattuta sul suo corpo a causa del repentino tentativo di fuga.
“E sta’ buono, nonno! Lo capisci che è per il tuo bene? O preferisci fare una puntura?” gli disse Pan sapendo di colpirlo nel suo punto più debole in assoluto. Udita la fatidica parola, la testa di Goku fece passare velocemente in rassegna la classifica dei suoi nemici, dal meno temibile a quello più spaventoso:
Freezer, Cell, Majin Bu, Baby, Draghi psicopatici, Chichi e…infine…la PUNTURA.
Con questa riflessione si calmò immediatamente permettendo a Pan di levargli i pantaloni della tuta e di farsi “dare” la medicina.
Subito si rese conto che la scenata che aveva fatto era servita solo a togliergli le ultime energie che gli erano rimaste. Scese dalle gambe di Pan e guardandola con due occhi stanchissimi e lucidissimi per la febbre e per le lacrime di coccodrillo che aveva versato fino a quel momento, le disse:
“Pan, mi porti a letto? Io non credo di far…
Il piccolo sayan cadde nelle braccia della nipote che lo prese e lo portò a letto. Gli diede un bacio sulla fronte e gli augurò una buona notte che non avrebbe mai potuto sentire, visto che era ormai caduto in un sonno profondo. Pan tornò in cucina e, prima che potesse entrare, si sentì dire da Trunks, che l’aveva sentita arrivare:
“Pan, per favore, puoi aspettare fuori un secondo?”
“Certo, tutto bene?”
“Sì, sì tutto bene” rispose lui da dentro.
Pochi istanti dopo, la ragazza lo vide uscire dalla cucina con Vegeta addormentato in braccio con la testolina appoggiata alla spalla di suo figlio.
“Lo porto a letto…è venuto in cucina a prendersi da solo la medicina. Ha detto che il principe dei sayan non ha bisogno di una femmina per certe cose…Torno subito…”
Poi, prima di sparire nella camera da letto dove Goku già dormiva come un sasso, si voltò e le disse sottovoce:
“Il figlio del principe invece ha proprio bisogno di una femmina…per altre cose…”
Pan era interdetta e pensò che avrebbe fatto bene a farlo contento altrimenti avrebbe dovuto tenerne a bada tre di sayan, anziché due e questo, ne era sicura, l’avrebbe distrutta in molto poco tempo…
Quando Trunks tornò in cucina, i due finirono di cenare e ripulirono tutto. Alla fine, quando Pan si sedette su uno sgabello con uno strofinaccio in mano per asciugare l’ultimo piatto, il ragazzo le si mise alle spalle per farle un dolce massaggio rilassante.
“Grazie, Trunks, sei davvero molto carino”
“No, non mi ringraziare. Lo sai che lo faccio con piacere”
Poi le si mise davanti e si accovacciò per poterla guardare negli occhi che gli sembrarono stanchissimi. Le tolse il piatto e lo strofinaccio dalle mani e gliele prese tra le sue. Le fece un sorriso e le disse:
“Andiamo a nanna, piccola?”
“Ma…ma Trunks, pensavo volessi…
“Non stasera. Vieni, Pan” la interruppe lui prendendola in braccio e portandola a letto.

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Capitolo 4
*** FU-SIO-NEEEE ***





 
Quando il giorno dopo arrivarono sul nuovo pianeta segnalato dal radar, i quattro sayan ebbero una gradita sorpresa, a partire dall’atterraggio che fu molto, ma molto ‘morbido’. La navicella si era posata delicatamente su una margherita gigantesca che profumava stranamente di caramella gommosa. Quando Pan, Trunks e i due piccoli sayan scesero dall’astronave si resero subito conto che il fiore non solo profumava di caramella, ma lo era veramente. Una enorme, gustosa, succulenta caramella gigante. In effetti, guardandosi attorno, si resero tutti ben presto conto che quel fiore non era nemmeno l’unico del suo genere.
La margherita era infatti solo uno tra migliaia e migliaia di fiori dello stesso tipo.
“Che posto meraviglioso!” esclamò Pan entusiasta.
“Ti piace Panny? Ci possiamo fermare qualche giorno se ti va…fra poco arriva S. Valentino, ti farei un mazzo di fiori enormi…con tutto il mio amore…” le disse Trunks guardandola con gli occhi languidi.
“Oh…come sei dolce, tesoro mio…” rispose la ragazza dandogli un tenero bacio sulla guancia.
“Avete finito? Sono già stufo di questo pianeta da femminucce. Possiamo andare a cercare la sfera e andarcene?” chiese Vegeta scocciato.
“Perché? No!! Io voglio restare! Magari questi fiori si possono anche mangiare!!” intervenne Goku con le lacrime agli occhi. Il poverino, essendo il più piccolo di tutti, era sempre quello il cui parere non importava mai a nessuno o perlomeno, l’ultimo ad essere ascoltato.
“E dopo che te ne sarai mangiati giusto quella decina, come pensi di passare il resto del tempo? Dobbiamo stare qui per diecimille giorni? Solo per aspettare questo tizio…’sto Valentino che, senti? Non ha nemmeno un’aura…secondo me è una femminuccia, come sembra essere diventato mio figlio…” lo aggredì Vegeta.
Goku scoppiò a piangere disperatamente pronunciando frasi sconnesse del tipo:
“MAIOVOLEOMANAREUNFIORE E TU SEISOLOCATIVOCATIVOCON MEEEEE!”
“E mangiatelo ‘sto fiore e smettila di frignare…sembri un moccioso con il moccio al naso” ribatté il principe facendolo disperare ancora di più.
“Eddai papà, non trattarlo così!” disse Trunks accovacciandosi di fronte a Goku che smise subito di piangere.
“Hey, Goku, cosa ne dici se io e Pan andiamo a cercare la sfera e tu rimani qui con mio papà? Così potete giocare a saltare sui fiori e ne puoi mangiare quanti ne vuoi, eh?”
Goku tirò su il moccio un paio di volte poi, del tutto inaspettatamente, saltò addosso a Trunks facendogli perdere l’equilibrio e facendolo cadere all’indietro e dicendo:
“Sì, sì, grazie, grazie Trunks!”
“A te va bene, papà?” chiese Trunks per essere sicuro di non averlo fatto arrabbiare dicendogli, praticamente, cosa doveva fare.
“Tsk, certo che mi va bene. E comunque era la stessa idea che avevo avuto io” rispose il principe per fargli capire che era ancora lui a decidere della sua vita.
“Ok, allora andiamo. Vieni Pan?”
“Sì, ciao. A dopo! E fate i bravi!”
I due ragazzi, radar alla mano, si allontanarono lasciando i due bambini a saltare da un fiore all’altro.
Dopo un paio d’ore e una decina di fiori mangiati, Goku e Vegeta riposavano esausti sui petali di una dalia rossa.
“Kaaroth, io mi annoio…Ma che fino hanno fatto quei due?” chiese Vegeta sbuffando.
“Non lo so…devono essere parecchio distanti, io sento l’aura di Pan lontanissima. Pensi che abbiano incontrato questo loro amico, Valentino?” chiese Goku perplesso.
“Ah, secondo me era solo una scusa per stare su ‘sto pianeta”
“Ma perché non ti va? A me sembra così…buono” chiese Goku mettendo il broncino.
“È una noia mortale. Cosa facciamo adesso?”
“Se fossimo Goten e Trunks da piccoli, almeno ci potremmo divertire a fare la fusione” disse Goku continuando a guardare il cielo dove passavano rosacee nuvole di zucchero filato.
“Perché dici così? Cosa c’è di divertente?” chiese Vegeta incuriosito.
“Le prime volte che hanno provato è uscito un Gotenks terribile…il primo era ciccionissimo con la pancia che gli usciva dai pantaloni e appena aveva provato a colpirmi gli era venuto un fiatone…era stata una scena divertentissima! AHAHAHA. Poi la seconda volta è uscito un tizio che sembrava uscito da un film dell’orrore. Era così magro che bastava un po’ di vento a farlo cadere per terra…”
“Forte! Mi sarebbe piaciuto esserci!” disse l’altro.
“E, ma tu eri un po’ morto…Vegeta…ti ricordi?” rispose Goku.
“Guarda che anche tu eri un po’ morto, Kaaroth…E poi cos’è successo?” chiese Vegeta che sembrava interessatissimo.
“Niente. La terza volta per fortuna è andata bene ed è arrivato Gotenks…quello giusto…”
“Certo che Gotenks era proprio forte. Goten e Trunks avevano quasi la nostra età di adesso quando si sono uniti la prima volta, vero?” continuò Vegeta.
“Sì, Goten aveva sei anni e Trunks sette…” rispose Goku. Poi, dopo qualche attimo di riflessione, si voltò verso Vegeta e gli chiese:
“Vegeta, se facessimo noi la fusione come ci chiameremmo?”
“Boh, Vegeth?”
“Ma perché devi essere sempre prima tu?”
“Perché sono più grande, perchè sono il tuo principe e perché al contrario verrebbe Karota. A chi vuoi che possa fare paura uno che si presenta dicendo: ‘Sono Karota, il guerriero più forte dell’universo!’. Si metterebbero tutti a ridere, ti pare?”
“Ehm…”
“Fidati, Vegeth va meglio” concluse il principe facendo una faccia convinta.
“Ehm…Vegeta…Pensi davvero che se facessimo la fusione diventeremmo il guerriero più forte dell’universo?” disse Goku con il suo solito entusiasmo da combattimento.
“Mhmm…sì, penso di sì…potremmo provare” disse il principe con totale indifferenza, come se fosse un gioco.
“Davvero vuoi provare?” chiese Goku con aria un po’ perplessa.
“Tanto Trunks e Pan non tornano…possiamo fare quanti tentativi vogliamo…l’hai detto tu che è divertente?” insistette Vegeta.
“Va bene” disse Goku alzandosi.
“Speriamo di ricordarmi come si fa…” concluse un po’ titubante.
“Beh, se viene un pasticcio mettiamo prima il tuo nome…Karota andrà benissimo, in quel caso”
I due bambini si misero nella giusta posizione e, poco dopo, dalla luce accecante scaturita dalla fusione, uscì un bambino orribile, molto somigliante al Gollum de ‘il Signore degli Anelli’. Le uniche differenze erano: con un ammasso informe di capelli neri sparsi ovunque sulla testa e due occhi altrettanto neri che sembravano stranamente guardarsi l’uno con l’altro.
“Che schifezza” disse Karota pensando ad alta voce.
“Fortuna che in mezz’ora passa, così non è divertente…” concluse tra sé e sé il bambino.
Aspettando che la fusione terminasse, Karota si sdraiò di nuovo sul fiore e, poco dopo, si addormentò.
Poco più che un’ora dopo, l’orribile bambino fu svegliato da un urlo di Pan che, aggrappandosi al braccio del suo fidanzato, gli sussurrò:
“Co-cos’è quello? E dove sono i bambini?”
Karota riaprì gli occhi e vide una sfera luminosa nella mano di Trunks puntata verso di sé.
Subito mise le mani davanti al volto e iniziò a piagnucolare:
“No, Trunks, non farci male…”
Il ragazzo, riconoscendo la voce del padre provenire da quel corpo informe, chiuse immediatamente il pugno, facendo scomparire la sfera e disse:
“P-papà? Ma cosa diavolo…
“Abbiamo fatto la fusione…UAAAA!” disse Karota iniziando a piangere disperatamente.
“Beh, non vi è venuta molto bene, direi” disse Trunks scoppiando a ridere.
“Sì, ma adesso non ci stacchiamo piùùùùù” continuarono i bambini piangendo.
“Ma dai, non vi preoccupate, in mezz’ora sarete belli e separati come prima!” disse lui per cercare di consolarli.
“Noooo. È tanto che siamo così, ci siamo anche addormentati e non ci stacchiamo piùùùùù…”
“COME?!? E com’è possibile? La fusione dura mezz’ora, di solito. Non è mai successo che durasse di più…casomai di meno!” disse Trunks imbarazzato.
“Dai venite, vedrete che tra poco vi separerete” disse Pan mettendogli una mano sulla spalla tutta ossa e invitandolo a risalire sull’astronave.
 
Quella sera, Pan e Trunks risero all’infinito quando sentirono il nome scelto da quella strana creatura, ma poi iniziarono a preoccuparsi veramente quando, passate più di tre ore, la fusione non era ancora terminata. In più, il bambino iniziva a piangere per qualsiasi cosa e così Pan, ad un tratto, disse:
“Penso che siate molto stanchi, è meglio che andate a riposare”
Lo strano bambino, in tutta risposta, fece uno sbadiglio e, piagnucolando se ne andò a dormire, senza avere la forza di discutere.
Pan e Trunks rimasero allibiti della facilità con cui si erano procurati una serata tutta per loro. Bastò che si guardassero negli occhi per capire come sarebbe finita quella sera.
Dopo cena, Pan andò a controllare se finalmente la fusione fosse finita e rimase delusa nel constatare che il suo desiderio non fosse ancora stato esaudito.
Andò nella sua camera da letto dove trovò Trunks ad aspettarla…con ansia.
“Trunks, sono un po’ preoccupata per quei due…come mai non si sono ancora divisi?” chiese la moretta spogliandosi per infilarsi finalmente a letto.
“Veramente non lo so…vedrai che domani si sarà separato e tutto tornerà normale…Ora vieni qui che la facciamo anche noi la fusione”
I due si accollolarono sotto il piumone dell’enorme letto, ma, pochi minuti dopo, la voce piena di disappunto mista meraviglia di Pan esclamò:
“T-Trunks? Checc’è? Perché ti sei f…
“SSSHHHH!” la interruppe lui toppandole con non molta grazia la bocca con la mano.
“Ma checc’è?” chiese lei a bassa voce.
“S-Sono…sono qui…”
“Certo, lo so che sei qui, ma…
“SSSSHHHH, non io Pan!” disse lui mantenendo un tono di voce bassissimo. Poi continuò: “K-Karota…è qui…”
Pan scoppiò a ridere nel sentire ancora quel nome e, sottovoce, disse:
“Ok, ho capito…e anche per stasera siamo sistemati. Avanti alzati, vediamo che cos’ha, poverino…”
“Ennoooo, scusa! Adesso mi alzo e lo mando via…Lo fa apposta!”
“P-Paan…T-Trunks…io…credo…non..di…molto…bene…stare” disse il piccolo mostriciattolo singhiozzando.
“Che ha detto?” chiese Trunks che non aveva capito un tubo.
“Credo che voglia dire che non sta bene. Avanti spostati, tanto non mi sembra che tu sia più in grado di fare nulla stasera…” disse Pan prendendolo in giro per la totale perdita di ’concentrazione’.
“Mamamamama…PAN!”
“Trunks, spostati, non scherzo, lo senti come parla? È evidente che ha bisogno di aiuto!”
“UFFAAAA!” sbottò il ragazzo alzandosi.
Fortunatamente la mancanza di luce nella camera servì a non fomentare le inevitabili duemila domande che sarebbero venute in mente ai bambini se li avessero visti nudi.
I due giovani si infilarono il pigiama, poi accesero le luci e videro il bambino in piedi vicino alla porta. Pan si avvicinò e si accovacciò di fronte a lui per potergli parlare guardandolo negli occhi:
“Hey, cosa vi sentite? Non riuscite a dormire?”
“Io…voglio…non…dormire…Kaaroth…Vegeta con…” rispose lui che sembrava in totale confusione mentale.
“Trunks? Temo sia grave. Come facciamo a dividerli?”
“Possiamo chiamare la Terra, forse a Junior che aveva assistito alla mia fusione con Goten può darci qualche suggerimento…Oppure tuo padre ha qualche spiegazione scientifica…” propose il ragazzo che non sapeva come venirne fuori.
Poco dopo…
“Sette sfere chiama Terra, Sette sfere chiama Terra…ci sei Gohan?” chiese Trunks parlando nella ricetrasmittente che doveva metterlo in collegamento con la Terra.
“Hey! Trunks! Che piacere sentirti! Come state? Come va la ricerca delle sfere?” rispose Gohan pochi istanti dopo, con una voce squillante.
“Be-bene, ne abbiamo trovate già tre…ma ti chiamo perché abbiamo un piccolo problema a bordo…” spiegò Trunks.
“Cosa c’è? La navicella non funziona bene?” chiese Gohan preoccupato.
“N-no è che…non è che riusciresti a rintracciare Junior? Ho una domanda da fargli e…
“Junior? Ma è qui! È a cena a casa mia stasera! Cosa gli devi chiedere?” chiese Gohan incuriosito dalla strana richiesta di Trunks.
“Ah…bene…meglio…Me lo puoi passare?…È…è importante…per favore…”
“Certo!”
Gohan sparì per qualche minuto, poi quando tornò disse:
“Trunks, ci sei ancora? Parla pure, Junior è qui che ti ascolta”
“Ciao…Junior…come…come stai?” disse Trunks titubante. Non aveva mai capito perché, ma quel namecciano lo aveva sempre intimorito, sin da quando era piccolo.
“Trunks, non tergiversare, cos’è successo a Goku?”
‘Come diavolo fa a sapere che è successo qualcosa a Goku?’ pensò il ragazzo tra sé e sé. Poi, senza indugiare oltre gli spiegò per filo e per segno cosa fosse successo.
Dopo qualche secondo di silenzio, Junior gli chiese:
“Hanno mangiato molti dolci oggi? Voglio dire, più del solito?”
“Beh…io…penso che si siano mangiati una decina di quei fiori gommosi che c’erano sul pianeta…”
“E poi si sono addormentati dopo la fusione?”
“Sì…sì si sono addormentati, ma perché?”
“Trunks, potete aumentare la gravità sulla navicella?” chiese Junior con aria impassibile, come se sapesse esattamente come risolvere il problema.
“Sì, questa è la navicella degli allenamenti di mio padre, può arrivare a 1000 G”
“No, non è necessario così tanto. Penso che cento, massimo centocinquanta sia sufficiente”
“Ma per fare cosa? Cosa dovrei fare a 150 G?” chiese Trunks che non ci stava capendo più un niente.
“Trunks, non tu. Prendete Karota e mettetelo a 150 G, si dividerà in meno di due minuti, vedrai. Ha mangiato troppi dolci e ha un sacco di energie inutilizzate. Troppi zuccheri non fanno bene ai bambini, non lo sapete? Ti ricordi quando facevi la fusione con Goten e vi trasformavate in ssj3? Quanto durava? Cinque minuti, solo perché le energie si consumavano molto rapidamente. Con Karota è esattamente il contrario. Metti 150 G e fagli fare un po’ di allenamento, vedrai che funziona. Buonanotte Trunks” concluse Junior secco, chiudendo la conversazione e abbassando il ricevitore.
Trunks rimase basito e, pensando ad alta voce disse:
“Un ‘ciao’ qualche volta lo potresti anche dire…e comunque grazie, Junior”
Una volta abbassato il ricevitore, si voltò e vide Pan seduta sulla poltrona di pilotaggio che teneva in braccio quella assurda creatura. La coccolava come se fosse suo figlio, gli accarezzava i capelli e gli cantava una canzoncina che aveva avuto l’effetto di tranquillizzare il bambino. Gli fece tanta tenerezza che non resistette alla tentazione di andare da lei e darle un bacio sulla fronte.
“Pan, tutto bene?” le chiese Trunks.
“Sì…sì, tutto bene…dici…dici che funzionerà? Il metodo di Junior, voglio dire…Sono un po’ preoccupata…”
“Non ci resta che provare, ti pare? Ce la fai a sopportare la gravità consigliata da Junior?” le chiese il ragazzo.
“Sì, sì certo…aumentala pure” rispose Pan per tranquillizzarlo.
Trunks inserì i comandi per l’aumento della gravità e andò a sedersi nella poltrona proprio di fronte a quella su cui era seduta Pan che, continuando ad accarezzare il piccolo, gli stava dicendo:
“Andrà tutto bene, piccolino…vedrai”
Non ci fu nemmeno bisogno di fargli fare un po’ d’allenamento. Pochi istanti dopo, infatti, Pan si ritrovò con in braccio Vegeta e Goku finì sulle gambe di Trunks.
Il principe dei sayan si liberò immediatamente dalle amorevoli braccia di Pan e balzò in piedi, guardando con gli occhi sgranati prima suo figlio e poi la stessa povera Pan che ci era rimasta molto male per come lui si era affrettato ad allontanarsi.
“Che succede qui?” chiese Vegeta con aria di chi esige una spiegazione.
Trunks prese Goku sotto le ascelle e, mettendolo a terra gli disse:
“Riesci a stare in piedi, Goku?”
“Sì, perché?” rispose allegro il bambino.
“Ok, adesso vi spiego tutto. Torno subito”
Trunks andò a togliere la gravità per poi tornare da loro a spiegargli cosa era successo.
I bambini ascoltarono tutto e, alla fine. Trunks gli chiese:
“Avete capito? Non dovete più fare una cosa del genere senza di me o Junior o, al massimo, se non c’è alternativa, Goten”
“Siamo a posto…” disse Vegeta sconsolato.
“Non credo che lo rifaremo più…a meno che non torniamo grandi…voglio dire…non è stato molto divertente…non riuscivamo nemmeno più a parlare…mi faceva tanto male la testa…”
continuò Goku massaggiandosi il capo.
“Va bene, meglio…Avete qualche domanda?” chiese Trunks per capire se fosse tutto chiaro.
“Sì, una” disse Vegeta con fare minaccioso “cosa stavate combinando tu e Pan prima, in camera, sotto il piumone?”
“OOOOOK! È ora di andare tutti a nanna perché è moooolto tardi e domani abbiamo un altro pianeta da visitare” intervenne Pan balzando in piedi e mettendo le mani sulle spalle di entrambi i bambini per accompagnarli verso la loro cameretta.
Poco dopo erano tutti a letto, distrutti.
Pan, allungando una mano per accarezzare il petto di Trunks disse:
“Trunks?”
 Lui le prese la mano e, allontanandogliela le disse:
“Non ci provare nemmeno, buonanotte Panny…”
“’notte Trunks"

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Capitolo 5
*** Il pianeta dei sassi assassini ***





Quando il mattino dopo la navicella arrivò sul nuovo pianeta, né l'atterraggio, né l'entusiasmo dei quattro sayan poterono essere replicati, rispetto al giorno prima. Quando l'astronave toccò la superficie, tutti capirono subito che, sotto di loro, non c'era niente di morbido. Non appena la porta si aprì, Trunks, alzando un sopracciglio disse:
"Che accoglienza..."
"Che desolazione..." gli fece eco Pan, mettendosi una mano sulla fronte per poter vedere meglio, la luce dei quattro soli del pianeta era veramente accecante.
"Che puzza..." disse Vegeta storcendo il naso per il cattivo odore che si poteva inalare nell'aria.
"Che fame!" concluse Goku facendo girare tutti verso di lui.
"Ma nonno, hai appena mangiato! Com'é possibile che tu abbia ancora fame?" gli domandò Pan interdetta.
"Cosa ci posso fare? Questo posto é vuoto. Vuoto come il mio povero pancino. Non possiamo mangiare qualcosa, prima di partire?"
"Kaaroth piantala! Possibile che tu debba sempre comportarti per l'età che hai...adesso? Forza andiamo. Prima troviamo la sfera e prima ce ne possiamo andare da questa puzza terribile di non dico cosa perché sono un principe"
I quattro scesero a terra e si avviarono alla ricerca della sfera. Il pianeta era in pratica un enorme sasso, rivestito da altri sassi ognuno ricoperto da altri sassi ancora.
"Ma se questo pianeta é disabitato, da dove viene questa puzza?" chiese Vegeta che non riusciva proprio ad abituarsi a quel tanfo orribile.
"Non so papà, forse sono i sassi. Sai, ci sono molte sostanze chimiche che emanano cattivo odore" rispose Trunks che a malapena riusciva a respirare.
I quattro dovettero percorrere molti chilometri prima di arrivare al punto in cui il radar indicava la presenza della sfera. Una volta giunti sul posto però, della sfera non c'era proprio traccia.
"Eppure il radar indica che é proprio qui, in questo punto preciso" disse Trunks grattandosi la testa come se volesse trovare una soluzione ad un problema irrisolvibile.
"Ma questo é solo un sasso..." disse Pan.
"Beh, lo vediamo anche noi, signorina, non siamo mica ciechi" le rispose acido Vegeta.
"Ma come siamo cordiali oggi..." lo apostrofò lei scocciata.
"Sarà che tu dici cose che sanno tutti"
"Cos'é? Ce l'hai con me forse?"
"Togli pure il forse"
"E sentiamo, perché ce l'avresti con me? Io non ti ho fatto niente..."
"Scusate voi due..." intervenne Trunks che, ogni volta che sentiva Pan litigare con suo padre, aveva preso la saggia decisione di non prendere le parti di nessuno dei due.
"Che vuoi?" chiese Vegeta girandosi di scatto verso di lui e fulminandolo con due occhi color tenebra.
"Mentre voi finite di...ehm...chiarirvi...io e Goku facciamo un giro qui attorno per vedere se il radar é impazzito o cosa..."
"Fai quello che ti pare" disse secco Vegeta tornando a discutere con Pan.
"Andiamo Goku, facciamo un giro..." disse Trunks sconsolato.
"Ma li lasciamo così?" chiese il piccolo sayan un po' preoccupato per le sorti di non sapeva tanto bene nemmeno lui chi. Tra Pan e Vegeta, infatti, erano sempre fulmini e scintille, sin da quando erano partiti. Goku non si era mai riuscito a spiegare il perché degli attriti e delle continue discussioni tra i due, mentre Trunks una mezza idea se l'era fatta. Il suo pensiero era che a Pan, suo padre, piaceva. Le piaceva perché era piccolo e, anche se suo padre non lo avrebbe mai ammesso, anche lui, come tutti i bambini, aveva bisogno di affetto e coccole e di giocare e divertirsi. Pan si era molto affezionata sia a lui che a suo nonno. Le piaceva prendersi cura di loro. Passavano molto tempo a giocare e, anche se la facevano stancare tantissimo e molte volte la facevano letteralmente uscire di testa, lei non riusciva proprio a stare senza di loro. Trunks si era accorto di tutto questo perché, tutto sommato, anche a lui i due piccoli sayan, non dispiacevano affatto. Purtroppo per loro però, anche il piccolo principe dei sayan se n'era accorto e, anziché approfittare della buona predisposizione dei due ragazzi a prendersi cura di lui, faceva di tutto per mettersi di traverso e cercava sempre un modo per punzecchiarli, soprattutto Pan. In quel momento, su quell'inospitale pianeta, il principe aveva pensato bene di prendersela con la sua futura nuora, per il semplice fatto che lei sembrava quella che, dei quattro, soffrisse di meno l'orribile odore che li circondava. E a lui non stava bene.
"...ce l'ho con te sí, perché vuoi fare la maestrina e mi tratti sempre come un bambino. Guarda che sono il tuo principe e mi devi lasciare in pace" continuò Vegeta.
"Ma cosa mai avrò detto? Questo é un sasso o no?" disse Pan prendendo in mano la pietra per poterla mostrare al bambino.
A quel punto accadde una cosa del tutto inattesa. Dal punto in cui era stata raccolta la pietra, iniziò a formarsi un nuovo sasso, molto più grande del precedente che, in pochi secondi, inglobò Pan e Vegeta formando una specie di guscio roccioso attorno a loro.
"Ma che succede?" chiese subito Pan spaventata.
"E cosa vuoi che ne sappia? Sembra che ci abbia...ehm...mangiato?" rispose Vegeta che, oltre alla sgradevole sensazione di imprigionamento aveva anche il problema della puzza terribile che aveva iniziato a crearsi nel guscio.
"E ora che facciamo?" chiese Pan disperata.
"E lo chiedi a me? Sei tu l'adulta della situazione..." rispose acido il piccolo sayan.
"Senti Vegeta, non mi far perdere la pazienza...
"Ancora? Mi sembra che la perdi un po' troppe volte questa pazienza, non te la puoi legare al collo? E comunque se la perdi qui non sarà difficile da trovare. Questo posto é piccolissimo" la interruppe lui con un tono da prenderlo veramente a ceffoni.
A quel punto, Pan scoppiò. Questo era veramente troppo. Aumentò così tanto la sua aurea che Goku e Trunks, che erano ormai parecchio distanti, riuscirono a sentirla e, subito, decisero di tornare per vedere cosa stesse succedendo. Quando arrivarono nel punto dove avevano lasciato Vegeta e Pan e videro il sasso, rimasero basiti. Si avvicinarono e, bussando sul guscio, Goku chiese:
"Paaan, Vegetaaaa, siete lí dentro?"
"Sí, ma non tocc...
Cercò di avvisarli Pan, ma...troppo tardi. Goku, bussando sul guscio, aveva innescato lo stesso meccanismo di formazione della roccia intorno a sé e a Trunks e, in poco tempo, si ritrovarono nella stessa identica situazione degli altri due sayan.
"Hey, ma cos'é questa roba?" chiese Trunks allibito.
"Trunks, dimmi che non siete incastrati anche tu e Kaaroth" disse Vegeta da dentro l'altro sasso.
"Ehm...ehm...hey, ma anche da voi il guscio si sta riempiendo di un liquido puzzolente e appiccicoso?" chiese Trunks schifato.
"Sí, dobbiamo cercare di uscire...forza Pan, fammi arrabbiare" disse Vegeta a Pan che, dentro quel sasso ci sarebbe rimasta più volentieri se, al posto del piccolo principe, ci fosse stato suo figlio.
"E come dovrei fare a farti arrabbiare? Finora ci sei riuscito solo tu a farmi saltare i nervi" chiese lei perplessa.
"Basta che parli e già mi dai fastidio"
"COSA?!? Ma come ti permetti? Certo che per essere un principe sei veramente cafone?" disse la ragazza irritandosi parecchio.
"Ah, ci risiamo, hanno ricominciato a litigare..." commentò Goku dall'interno dell'altro sasso.
"Penso che sia un piano di mio papà  per farci uscire di qui" gli spiegò sottovoce Trunks, sperando che la sua intuizione fosse corretta.
"...Non sono un cafone, qualunque cosa sia...devi fare di meglio...se vuoi uscire da qui. O vuoi morire qui dentro, con me? Che schifo, morire per mano di un appiccicume puzzolente in compagnia di una sayan di terza classe, mi viene il voltastomaco"
"Vegeta! Ora é troppo! Ritira ciò che hai detto oppure finisci in punizione" lo minacciò Pan esasperata.
"Perché, questa che cos'é? Stare qui con te é giá un incubo, cosa ci puó essere di peggio?" la provocò lui.
"Adesso ti faccio vedere io, piccola peste, vieni qua che ti dò una lezione" disse Pan accovacciandosi e prendendolo per un braccio. Un istante dopo, Vegeta si ritrovò a pancia in giù sulle ginocchia di Pan che iniziò a sculacciarlo sonoramente.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Alla terza pacca che Vegeta ricevette sul sedere, si trasformò in ssj4 e finì per schiacciare Pan sotto il suo peso. Subito si spostò e, guardandola con due occhi infuocati di rabbia le disse:
"Non osare mai piú fare una cosa del genere. Chiedimi immediatamente scusa"
"Papá?! Ti sei trasformato?" chiese Trunks che aveva sentito, come Goku, l'improvviso aumento esponenziale dell'aura del principe. Ovviamente non ebbe risposta e si limitó a continuare ad ascoltare l'ennesimo litigio tra i due sperando, come sempre, che non degenerasse in qualcosa di tragico.
"...Allora? Esigo le tue scuse, come ti sei permessa di picchiarmi? Io sono...
"Il principe dei sayan, certo certo, ma sai cosa ti dico?...
"Oddio adesso la strozza" disse Trunks a Goku nell'altro guscio.
"Sei, sei...ah...INSOPPORTABILE, ecco cosa sei! Non ti chiedo scusa perché non c'é proprio niente di cui io mi debba scusare. Mi fai solo disperare e sembra che tu lo faccia apposta per punirmi del fatto che...
Pan si interruppe e scoppiò a piangere. Vegeta la guardò seriamente e poi le chiese:
"Che?"
"Che amo tuo figlio e che anche a te  voglio infinitamente bene...quando sei piccolo...lo so che ti da fastidio, ma non ci posso fare niente...ecco..." spiegò passando da un piagnucolio ad un pianto disperato che serviva solo per smorzare la tensione dell'unica discussione che non avrebbe mai voluto avere, in tutta la sua vita.
Vegeta non disse piú nulla, si limitò a sgranare gli occhi dallo stupore. Le tese una mano per farla alzare e tirarla fuori dal viscidume ormai arrivatole alle spalle. La strinse a sé per proteggerla dell'esplosione che stava per produrre per distruggere quella prigione ormai diventata troppo piccola per entrambi.
Le fece sollevare il viso mettendole un dito sotto al mento per farsi guardare in volto e, quando lei si decise ad alzare lo sguardo, le fece un impercettibile sorriso e le disse:
"Sei pronta?"
Pan fece cenno di sí con la testa e, un attimo dopo, una violenta esplosione fece schizzare pezzi di roccia e liquido appiccicoso ovunque liberando finalmente i due sayan rinchiusi al suo interno. L'esplosione danneggiò fortemente anche il guscio che conteneva Trunks e Goku che, poco dopo, poterono anche loro tornare liberi. Quando furono fuori, ció che videro diede loro non poco piacere: Vegeta teneva stretta a sé Pan che tremava come una foglia dalla paura. Trunks si avvicinò, pensando di doverci pensare lui a tranquillizzare la sua fidanzata, ma quando sentí suo padre dirle che andava tutto bene e che era tutto finito, al ragazzo si aprí un sorriso di gioia immensa. Quando Pan si calmó, il principe la lasció andare e le chiese:
"Va tutto bene?"
"Sí, Vegeta, va tutto bene. Grazie e scusami...per prima, non succederà piú"
"No, non mi chiedere scusa. Si vede che me le meritavo. Mio padre me ne ha sempre date tante da piccolo"
"Nessun bambino si merita gli sculaccioni, peró sono contenta che siano serviti per farti trasformare"
"Beh, se é per questo, non c'era bisogno di arrivare a tanto, bastava mi dicessi che tuo nonno é piú forte di me...avrei fatto saltare in aria il pianeta, in quel caso..."
Poi, dopo qualche istante di silenzio, Vegeta sentí come una vocina dentro di sé che gli diceva di spiegare a Pan cosa sentiva. Si schiarí la voce e le disse:
"Sai, so che sono insopportabile, quando sono piccolo, non capisco come tu faccia a volermi bene...
"É perché tu e Goku siete tenerissimi, non si puó non volervi coccolare..." cercó di giustificarsi Pan, interrompendolo.
"No, lasciami spiegare, adesso che sono grande. Da piccolo é impossibile che riesca a dirti ció che provo" continuò Vegeta parlando a bassa voce, per non farsi sentire da Trunks che, avendo intuito la necessità del padre di chiarirsi con Pan, si tenne a debita distanza, bloccando anche Goku.
"... Quando mi ritrasformo io sono un bambino, a tutti gli effetti. Ne combino di tutti i colori, lo so... ma...ma...ah, quant'é difficile da dire...il fatto é che anche tu mi sei simpatica, ma io lo sento, voglio dire, lo so che tu sei la nipote di Kaaroth e la fidanzata di Trunks e...non é...normale, per me...che tu mi tratti come se fossi...un bambino qualunque. Io mi...vergogno, nemmeno mia madre si é mai presa cura di me come fai tu e...
"Basta, Vegeta, non c'é bisogno che tu dica altro. Ho capito, hai bisogno della tua...ehm...'intimitá'. Penso che sia giusto e ti chiedo scusa se qualche volta ti ho dato fastidio...é stato del tutto involontario...Ora ho capito e faró del mio meglio per ricordarmi del fatto che, anche se sei alto solo un metro, sei sempre un principe e, soprattutto, il padre di Trunks. Ti prego, però, non chiedermi di smettere di volerti bene, questo non lo posso fare" concluse lei facendogli un sorriso stentato.
Lui non le rispose, ma le fece un sorriso rassicurante che significava tutto. Vegeta le avrebbe concesso di continuare a volergli bene anche se per lui era una cosa del tutto innaturale. D'altra parte, se c'era una cosa che aveva imparato sulla Terra, era che al cuore non si comanda, soprattutto a quello degli altri. Non aveva mai detto a nessuno cosa provasse. Non aveva mai detto a Bulma che l'amava e che era orgoglioso di entrambi i suoi figli. Non lo avrebbe mai detto, ma a quella strana malattia che é l'amore, non c'é rimedio e questo, lui, aveva col tempo imparato ad accettarlo. Ora lo stava facendo anche con Pan sul cui volto, comparve finalmente un'espressione felice.
A quel punto, Goku e Trunks si avvicinarono e il piccolo sayan esclamò allegramente:
"Che botta Vegeta! Grazie per aver liberato anche noi!"
"Certo, se aspetto te che ti trasformi..." gli rispose secco Vegeta.
"Come facevo a trasformarmi? Trunks non riuscirebbe a farmi arrabbiare nemmeno fra duecentomilletrecento anni!" rispose il bambino facendo spallucce.
"Questo numero che hai detto non esiste" ribatté Vegeta.
"P-papáa...anche tu quando sei piccolo spari numeri a caso...temo sia una cosa da bambini..." spiegó Trunks divertito.
"Tsk, forse perché a stare insieme a questo moccioso di Kaaroth si diventa ignoranti come lui..."
"Io non sono ignorante...cosa vuol dire ignorante, Vegeta?"
"Ecco appunto, come volevasi dimostrare..." concluse Vegeta scuotendo la testa per mostrare il suo totale disappunto.
"Hey! Guardate! Vegeta, la tua esplosione ha distrutto anche la pietra che conteneva la sfera!" li interruppe Pan indicando loro ció che stavano cercando.
"Evvai!" esclamó Goku andando a raccoglierla.
"Ora ce ne possiamo andare? Io vorrei togliermi di dosso questo schifo!" disse Vegeta cercando di levarsi inutilmente parte del gel puzzolente che gli ricopriva completamente la folta peluria rossa.
"Anch'io!" risposero gli altri tre sayan all'unanimità.

Due ore dopo, Trunks, Pan, Goku e Vegeta che, nel frattempo, si era ritrasformato, giunsero all'astronave esausti per la terribile giornata trascorsa.
Quando entrarono, Pan prese per mano i due bambini e li portó subito nel bagno. Aprì l'acqua della vasca regolando la temperatura poi, ricordandosi del discorso fattole da Vegeta grande sulla privacy, disse:
"Avanti, su...appena si é riempita la vasca, ci mettete un pochino di bagnoschiuma e vi tuffate, ok? Io vado nell'altro bagno a farmi la doccia...se non l'ha giá occupata Trunks. Mi raccomando, pulitevi per bene, ok?"
"Ma Pan, non ci togli tu i vestiti come al solito?" chiese Goku un po' sconsolato.
"Non siete dei bambini cosí piccoli da non sapere come ci si spoglia...forza!" disse lei uscendo dal bagno e dirigendosi nell'altro per tentare di raggiungere un Paradiso che solo una doccia bollente le avrebbe potuto regalare.
Come da manuale, l'altra doccia era ovviamente giá occupata, ma quando Trunks la sentí arrivare, aprí lo sportello e le disse allegro:
"Vieni Panny? Ti ho preparato l'acqua alla temperatura giusta! Sai, quella roba appiccicosa viene via come niente con un po' d'acqua!"
Pan, entrando nel bagno, sperava tanto che Trunks le chiedesse di fare la doccia assieme a lui. Voleva tanto abbracciarlo, il suo Trunks. Voleva che lui la tenesse stretta a sé e che la baciasse come solo lui sapeva fare.
Pan si spoglió gettando tutti i vestiti appiccicosi e puzzolenti sopra al cumulo creato da quelli di Trunks. Poi, senza pensarci due volte, si infiló sotto la doccia con l'amore della sua vita. Quando finalmente anche lei fu bella che pulita e profumata, poté godersi tutte le coccole che Trunks si era ben predisposto a donarle. Al termine dell'ennesimo bacio, le prese il viso fra le mani e la guardó degli occhi per un tempo indefinito al termine del quale le disse semplicemente: "Anche io ti amo tanto, Pan Son"
Pan gli sorrise: Trunks, la doccia e l'incredibile pace che la circondava le avevano fatto perdere la cognizione del tempo e dello spazio e della presenza dei due bambini. A quel pensiero, la ragazza sgranó gli occhi che sembravano ora terrorizzati.
"Cosa c'é, Pan? Ti dá fastidio se te lo dico?"
"No, no, ma che dici? É che...che...lo senti anche tu?" rispose lei chiudendo l'acqua della doccia.
"Io non sento niente" rispose lui tendendo l'orecchio.
"Appunto, niente. Silenzio, c'é troppo silenzio...dobbiamo andare a vedere cosa stanno facendo...i bambini..." disse lei quasi in preda al panico.
"Ma dai Panny, cosa vuoi che stiano facendo? Li hai lasciati a fare il bagno, si staranno divertendo, no?" cercó di rassicurarla lui che non ne voleva proprio sapere di interrompere quella piacevolissima doccia.
Pan lo fulminó con uno sguardo che voleva dire solo una cosa: "muoviti ad uscire da quella doccia e vai a controllare altrimenti l'ambita conclusione di questa doccia, stasera, a letto, te la scodi"
"Ok, vado...vado, ma tu mi aspetti qui, abbiamo un conto in sospeso io e te..." disse lui rassegnato uscendo dalla doccia e legandosi un asciugamano in vita.
Trunks uscí dal bagno e si richiuse la porta alle spalle. Quando si voltó per andare ad aprire la porta di fronte alla sua, si fermó per un istante ad osservare lo strano materiale che usciva dalla fessura che la porta formava col pavimento. Trunks alzó il sopracciglio perplesso quando si rese conto che il materiale era schiuma.
"Ma che diavolo...
furono le uniche parole che riuscí a pronunciare prima di aprire la porta e venire investito da una montagna di schiuma che riempiva completamente il bagno.
"Aaaahh, papá, Goku, ma cosa diavolo avete combinato?" gridó Trunks furibondo senza peró poter essere udito da Pan che, non solo era tornata sotto la doccia, ma si era messa pure a cantare a squarciagola.
"Hey, monelli dove siete finiti? Guardate che quando vi trovo...ahaaaa...POUF...
Trunks scivoló su una saponetta che era finita sul pavimento durante la "guerra delle spugne in faccia" e cadde a terra pestando il sedere ed emettendo un tonfo sordo.
I due bambini fermarono immediatamente lo schiamazzo e il rumore di acqua che finiva ovunque e, subito dopo, la vocina di Goku gli chiese intimorita:
"T-Truunsk...t-tu...tutto bene?"
Il ragazzo si rialzó, si fece spazio tra la schiuma stando attento a dove metteva i piedi e, quando finalmente arrivó alla vasca, i due bambini, vedendolo si strinsero in un angolo, uno a fianco all'altro.
"No, non va tutto bene, Goku. Adesso, voi due, verrete puniti sul serio" disse Trunks fulminandoli con due occhi di un azzurro glaciale che i due piccoli sayan conoscevano molto bene.
"Questa volta mi sa che lo abbiamo fatto proprio arrabbiare...si é pure trasformato in ssj...eh Vegeta?" chiese Goku intimorito dall'aura gigantesca emessa da Trunks.
"É stata un'idea di Kaaroth" disse Vegeta a suo figlio per tentare di giustificarsi.
"Che cosa? Ma non é vero! Hai detto tu di fare la schiuma con lo shampoo e hai iniziato tu la guerra delle spugne...non io..." disse Goku iniziando a piagnucolare.
"Sí, sei stato tu, invece..."
"No, tu"
"Tu"
"Tu"
"BAAAASTAAAA! Non mi interessa né CHI, né tantomeno COME avete iniziato questo disastro. So solo che adesso voi due uscite immediatamente da questa vasca, vi asciugate e pulite tutto, avete capito? E tu" continuó rivolgendosi a suo padre "non ci provare nemmeno a dire che non prendi ordini da nessuno, perché sei il principe dei sayan. Ora pulisci questo bagno con Goku, oppure le prendi sul serio. Guarda che io non sono Pan che é cosí delicata, ti faccio diventare il sedere rosso dagli sculaccioni. Tanto per oggi, non ti puoi piú trasformare in ssj4. O sbaglio?" concluse facendogli notare che sapeva che i due bambini potevano trasformarsi una sola volta in un giorno.
"Gno gni gnoi gniú gnagnognagne..." gli fece il verso Vegeta facendogli saltare i nervi completamente.
"VEGETAAAAA! BASTAAAAAA!"
Trunks scatenó un'energia enorme che fece traballare addirittura l'astronave. Suo padre strabuzzó gli occhi impaurito. Era la prima volta che suo figlio lo chiamava per nome. La prima volta che lo vedeva cosí arrabbiato e sicuramente la prima volta che le sue minacce si sarebbero trasformate, di lí a poco, in realtá.
I bambini si alzarono dall'acqua continuando a fissarlo terrorizzati. Si asciugarono continuando a fissarlo terrorizzati e poi si bloccarono davanti a lui guardandolo dal basso verso l'alto con gli occhi da cane bastonato.
Trunks se ne stava lí in piedi, con le braccia conserte, scrutandoli con gli stessi occhi severi di suo padre da adulto.
"Allora? Che avete da guardare? Dovete pulire, tutto e alla svelta" ripeté inesorabilmente il ssj.
"Ehm...ehm...Truuunks?"
"Cosa c'é Goku?" disse severamente.
"Come la togliamo tutta questa schiuma? Abbiamo usato tutto lo shampoo e tutto il bagnoschiuma per farla e...
"CHE COSA?!? Ma siete completamente impazziti?" li aggredí lui allibito.
"Pan ha detto di aggiungere il bagnoschiuma...
"Sí, ma non tutto! Ma cosa vi dice quella testolina? Come pensavate di pulire questo disastro? Credevate che la schiuma sparisse da sola o speravate che, come al solito, fossimo io e Pan a rimediare ai vostri pasticci? E no cari, adesso vi arrangiate, senza se e senza ma. Ora io vado di lá e se fra dieci minuti, quando torno non avete pulito tutto, ve la vedrete con me. Avete capito?" concluse Trunks veramente arrabbiatissimo.
I due bambini riuscirono solo a fare cenno di sí con la testa prima che il ragazzo voltasse loro le spalle e uscisse dal bagno chiudendo la porta dietro di sé.
Si fermó subito dietro la porta per stare ad ascoltare quali stramaledizioni i due bambini gli stessero tirando dietro. Li sentí confabulare senza capire di cosa stessero discutendo. Trunks era cosí concentrato nel cercare di captare qualche parola che appena sentí una mano sulla sua spalla, fece un balzo indietro dallo spavento.
"Scusa, ti ho spaventato...ma che stai facendo? Perché sei trasformato in ssj?" gli chiese Pan che, non vedendolo tornare, aveva deciso di andare a vedere personalmente cosa stesse succedendo.
"Oh, Pan, che spavento...parla a bassa voce, sto cercando di capire cosa si stanno dicendo. Li ho sgridati e ora devono pulire il disastro che hanno combinato"
"Davvero?" chiese lei incredula.
"Sí, sssshhh...ascoltiamo" le rispose lui mettendosi l'indice sulle labbra.
I due appoggiarono l'orecchio alla porta, Pan il sinistro e Trunks il destro in modo da potersi guardare l'uno con l'altra e si misero ad origliare.
"...fallo tu, io non ho voglia, oggi ho giá speso abbastanza energie" sentirono dire da Vegeta.
"Ma sei sicuro che sia una buona idea, Vegeta? Non é che poi Trunks si arrabbia ancora di piú e mi dá le botte come ha detto?" disse Goku intimorito.
"Li hai minacciati, Trunks?" chiese Pan a voce bassissima.
"Sí, ma tanto lo sai che alla fine non sono capace di fargli niente...ma fammi sentire...sono curioso"
"...Beh, vedi tu da chi vuoi prenderle, se non lo fai te le dó io, intesi?" concluse Vegeta con un tono veramente minaccioso.
"E va bene...lo faccio..."
"Fare cosa?" chiese Pan.
"Boh..." fece in tempo a rispondere Trunks alzando le spalle prima di sentire l'unica cosa che non avrebbe mai voluto udire.
"Ka...me...ha...mehaaaa"
"Goku nooooo!" esclamarono i due ragazzi fiondandosi nel bagno per riuscire a bloccarlo, ma era troppo tardi.
Goku aveva giá sparato la sfera energetica di medie dimensioni che aveva creato nelle mani e che, in una frazione di secondo, aveva eliminato completamente tutta la schiuma che riempiva il bagno, nonché parte del bagno stesso.
Quando Goku si giró e vide i due ragazzi, gli si riempirono gli occhi di enormi lacrimoni e, piagnucolando disse:
"Non mi picchiare Trunks, non é stata un'idea mia..."
"Ottimo lavoro Kaaroth, l'hai tolta proprio tutta quella dannata schiuma" esclamó allegro Vegeta da dietro la cesta dei panni sporchi.
Trunks a quel punto scosse la testa. Tornó normale e prese due asciugamani da un rispiano. Ne diede uno a suo padre e uno a Goku. I due bambini lo imitarono mettendoselo in vita. Trunks li guardó sconsolato e gli disse:
"Ma cosa devo fare io con voi due? Avete distrutto mezzo bagno per togliere la schiuma? Pan, diglielo anche tu..."
"Trunks ha ragione, nonno. Per togliere tutta questa schiuma non c'era mica bisogno di fare un'onda energetica...bastava un po' di borotalco, sapete?"
"Ci dispiace...."  dissero i due bambini all'unanimità.
Questa volta erano veramente pentiti della loro ennesima monellata e di aver fatto arrabbiare due delle persone che al mondo volevano loro piú bene.
Quando la sera, dopo cena, i due bambini filarono a letto esausti, Pan e Trunks rimasero a lungo seduti ai posti di comando dell'astronave ad osservare uno dei migliori spettacoli a cui avessero mai assistito. Stavano attraversando una zona piena di polvere stellare che luccicava magicamente sotto la luce di chissá quale luna. Si tenevano per mano e, ad un tratto, Trunks ruppe il silenzio che li aveva circondati fino a quel momento e disse timidamente:
"Pan, tutto bene oggi, con mio papá. Sai, lui é...é fatto cosí...ma io...beh...
"Lo so" lo interruppe lei voltandosi per poterlo guardare negli occhi.
"Ma va tutto bene. Da ora in avanti andrá tutto benissimo" concluse Pan alzandosi per andare a sedersi sulle sue gambe.
"No, per favore, no, Pan...ti spiace se andiamo a letto? Non credo di essere molto in forma"
"Che ti succede, Trunks? Non stai bene?" chiese la ragazza un po' preoccupata.
"No, sto bene, é solo che prima, sono scivolato, nel bagno e mi sono fatto parecchio male. É per quello che mi sono tanto arrabbiato con i bambini..."
"Oh, povero cucciolo...vieni che la tua Pannina ti fa un bel massaggino...dove hai pestato?"
disse Pan facendogli un sorriso e porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
"Al sedere..." rispose lui facendo un broncino tenerissimo.
"No...il sederino...no"
I due si avviarono verso la loro camera da letto e, dopo qualche massaggio rilassante e un po' piú che qualche bacino della buona notte, caddero in un sonno profondo.

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Capitolo 6
*** Il minestrone NO! ***


NOTA AUTORE: Non potendo inventare di sana pianta una nuova lingua, ho pensato semplicemente di scrivere le parole al contrario...Se qualcuno non avesse voglia di leggersi i dialoghi come sono scritti, proseguendo con la lettura ci sarà cmq la traduzione di Vegeta...tranne quando a parlare, sarà Goku.
Spero apprezziate l'originalità, era l'unico modo per far parlare delle creature frutto dell'inventiva della mia piccola coautrice.
Buona lettura!





Il mattino seguente, Vegeta e Goku si svegliarono stranamente molto presto. Senza fare rumore, si alzarono, si vestirono e fecero colazione. Poi andarono a sedersi ai posti di comando dell'astronave che aveva viaggiato tutta la notte con il pilota automatico, come sempre. Il nuovo pianeta su cui dovevano atterrare era in avvicinamento e i due bambini lo guardavano silenziosi e affascinati. Ad un tratto, Goku guardò l'amico e, un po' titubante, gli chiese:
"Vegeta...posso...posso chiederti una cosa?"
"Sí, lo sento anch'io" rispose secco il principe sapendo già quale fosse la domanda di Goku.
"E che cos'é?" insistette il piccolo sayan.
"Non lo so..."
"Perché non lo sai? Tu sei più grande e in più sei il principe dei sayan, non come me..."
"Se tu non fossi come me, un sayan, non ti saresti alzato presto e ora non saresti qui a farmi tutte queste domande. Io non lo so perché mi sento attratto da questo pianeta. So solo che non vedo l'ora di atterrare" spiegò il principe sporgendosi in avanti per poterlo osservare meglio, oltre il vetro dell'oblò..
Goku lo imitò e poi, ovviamente, non resistette alla tentazione di commentare:
"Certo che da qui assomiglia tanto alla Terra, vero, Vegeta?"
"Giá...ma non solo a quella..." si limitò a rispondergli l'amico facendo un sospiro malinconico.
"Che intendi dire? Hai visto altri pianeti come questo?"
"Credo di aver visto tanti pianeti di ogni tipo...Kaaroth...prima di arrivare sulla Terra, ma come questo...non so, mi sembra di essere giá stato qui...anni fa, ma deve essere solo un'impressione. Se i sayan fossero passati di qui, non credo che ci sarebbe ancora...questo pianeta" spiegó Vegeta con un tono che sembrava quello di chi un po' si stesse pentendo di ció che aveva combinato in passato.
"Vegeta...penso che questo pianeta sia abitato...sento delle auree, debolissime, anche tu?" chiese Goku come per voler cambiare discorso.
"Mhm mhm" si limitó a confermare il principe che sembrava veramente assorto nei suoi pensieri.
"Vegeta, andiamo a svegliare Pan e Trunks? Stiamo per atterrare e loro dormono ancora..."
Sul viso di Vegeta comparve il suo tipico sorrisetto sadico e allegro chiese:
"Luci intermittenti o salti sul letto?"
"Tutti e due, io faccio le luci e tu salti sul letto, va bene?"
"Sí, andiamo!"
Un'ora e molte lamentele dopo, Pan e Trunks erano pronti e non proprio pimpanti per partire per la nuova spedizione. L'allenamento della sera precedente con i due piccoli sayan aveva avuto qualche strascico di troppo e in piú il risveglio non era stato dei migliori. Quando il portellone dell'astronave si aprí, Goku e Vegeta, che sembravano non stare piú nella pelle per l'ansia di scendere, si misero davanti ai due ragazzi che, viceversa, avevano gli occhi pallati e continuavano a sbadigliare.
Il loro stato catatonico peró, duró ben poco perché, scendendo a terra, sentirono subito Goku esclamare allegramente:
"Te l'avevo detto, Vegeta, che questo pianeta era abitato!"
Intorno a loro si estendevano campi e campi coltivati con ogni tipo di verdura. Erano curati in un modo cosí perfetto che sembravano quasi disegni geometrici ordinati apposta per formare un grande mosaico.
In lontananza, i sayan videro una sorta di cittá e, per non calpestare le piccole piantine religiosamente interrate in file equidistanti, decisero di alzarsi in volo e dirigersi verso la zona abitata.
Quando arrivarono davanti alle mura ebbero una grossa e interessante sorpresa. Di fronte a quella che doveva essere la porta di ingresso alla cittá, c'era una sorta di "comitato d'accoglienza" formato da strani esserini che, ad occhio e croce, dovevano essere gli abitanti del pianeta, nonché i curatori delle piantagioni.
Gli abitanti erano alti piú o meno come Goku e Vegeta, ma questa era l'unica cosa che poteva essere assimilata ai due piccoli sayan. Per il resto, infatti, gli alieni erano ricoperti di una simpatica peluria violetta che lasciava scoperto solo il volto o muso che fosse. Gli strani omini, guardavano i sayan con tre vispi occhietti giallo verdi incastrati tra due strane orecchie a forma di cava turacciolo e un nasino a forma di trombetta. Tutti, ma proprio tutti, mostravano un sorriso a ennemiladenti di un orribile colore azzurrognolo.
Quando i sayan atterrarono davanti a loro, uno degli alieni fece due passi in avanti con due delle quattro gambe e fece un saluto cordiale con quattro delle otto mani. Poi, schiarendosi la voce, disse:
"Re Vegeta!"
"Come mi hai chiamato scusa?"
Lo strano essere fece un'espressione un po' perplessa, o almeno cosí sembrava. Poi continuó:
"Iov eteis li Re Vegeta? Orev?"
"Ma come parla? Vegeta, tu lo capisci? Sembra che ti conosca..." chiese Goku basito senza peró avere alcuna risposta.
 Vegeta fissava quell'allieno  con gli occhi sgranati e un'espressione di stupore che nessuno gli aveva mai visto dipinta in viso. Deglutí piú volte prima di riuscire a trovare la forza di rispondere. Fece un sospiro e disse:
"Is, onos oi. Emoc...emoc ias li sayan?"
A quel punto furono Trunks, Pan e Goku a spalancare gli occhi dallo stupore e solo Goku trovó il coraggio di chiedere di nuovo una spiegazione:
"V-vegeta...scusa se ti disturbo...ma tu capisci cosa dice? Che lingua parla?" chiese timoroso.
"Il sayan" rispose secco Vegeta senza spostare lo sguardo dell'esserino che lo fissava con ammirazione.
"Com'é possibile papá?" chiese Trunks che, come gli altri, moriva dalla voglia di capirci qualcosa.
Vegeta non gli rispose, per il semplice fatto che, anche lui, non ci stava capendo piú nulla. Fu l'esserino a chiarirgli le idee quando, schiarendosi la voce, ricominció a parlare:
"Itlom inna af, eteis otunev lus ortson atenaip rep olratsiuqnoc, am odnauq eteis otarretta e eteva otsiv emoc are, eteva osiced id non olreggurtsid. Rep artson anutrof...ierid. Iov sayan ic eteva otangesni ottut: a eralrap, a erevircs, a ereviv ni atirepsorp e ion iv omeras erpmes itnecsonocir, Eris" spiegó l'alieno con un tono che sembró a tutti molto cordiale.
Vegeta lo guardó con i piccoli occhietti neri che brillavano dall'emozione. Erano anni che non sentiva piú parlare in sayan, la sua lingua, la lingua della sua amatissima terra perduta e la cosa gli provocó una stretta al cuore che gli tolse quasi il respiro.
Trunks, Pan e Goku, rimasero in silenzio e trattennero il fiato dalla tensione vedendo Vegeta con quell'espressione quasi sofferente in viso, che non era da lui.
Capirono che potevano tornare a respirare quando Vegeta, facendo un sospiro, disse:
"Ocsipac, eteis anu ainoloc"
"Is, omais Vegeta 3"
A quel punto, Vegeta non riuscí piú a gestire le sue emozioni. Fece qualche passo in avanti rispetto agli altri sayan appena avvertí un pizzicore completamente sconosciuto agli occhi. Pochi istanti dopo, una lacrima sfuggí al suo controllo scendendogli lungo la guancia paffuta e soffermandosi sotto il mento appuntito, prima di cadere a terra.  Per la prima volta in tutta la sua vita, Vegeta, il principe dei sayan, si mise a piangere.
Trunks che, assieme agli altri osservava la scena alle spalle di Vegeta, fu l'unico a percepire lo stato di malessere del principe. Si fece coraggio e disse sottovoce:
"Pan, Goku, aspettate qui, per favore"
Il giovane sayan fece i pochi passi che lo separavano da suo padre con il cuore in gola e, quando gli fu vicino, gli mise una mano sulla spalla e gli disse:
"Papá, tutto bene? Cosa ti ha detto che ti ha fatto rattristare cosí tanto?"
Vegeta si passó velocemente il dorso della mano sugli occhi perché se c'era una cosa che il principe odiava di piú che piangere, era che qualcuno lo potesse vedere. Quando si fu asciugato completamente le lacrime, tiró su un paio di volte il naso e senza voltarsi, disse:
"Non sono triste, é solo che sono molti anni che non sento parlare in sayan. Questo pianeta si chiama Vegeta 3 ed é una vecchia colonia sayan. Molti anni fa, quando arrivammo qui e vedemmo com'era questo pianeta e i suoi abitanti, mio padre decise di non distruggerlo, ma di tenerlo come...riserva...Cosí se Freezer avesse distrutto il nostro pianeta, noi avremmo avuto altri posti dove poter andare a vivere. Mio padre lasció qui dei sayan che insegnarono agli abitanti, che allora erano dei primitivi, prima a parlare e poi a leggere e scrivere...in sayan. Loro ora mi sono riconoscenti per ció che i sayan gli hanno donato"
"Capisco, era una sorta di colonia. Ma che fine hanno fatto i sayan insegnanti che erano stati inviati qui? É possibile che siano rimasti a vivere qui?" chiese Trunks che aveva trovato la spiegazione di suo padre molto interessante.
"Non credo, io non sento nessun'aura sayan..." gli rispose Vegeta con una punta di malinconia.
"Beh, puoi chiedergli se sono andati via o sono morti qui? Così, per curiosità..."
"Sí, va bene, ma poi ce ne andiamo?"
"Mamamamamama, perché? Non mi sembrano esseri pericolosi per noi...In piú non abbiamo ancora trovato la sfera e Goku, come al solito, ha fame..." chiese Trunks balbettando.
"Perché lo dico io. Queste creature credono che io sia...beh...insomma...che il popolo dei sayan esista ancora. Non voglio che sappiano che Freezer ha sterminato la mia razza" gli rispose Vegeta a cui stavano tornando le lacrime agli occhi.
"La tua razza non é stata sterminata, papá. Qui con te ci sono altri tre sayan e altri sulla Terra. So che non siamo come te e Goku, ma non puoi di certo dire che la nostra forza sia paragonabile a quella degli altri terrestri, o sbaglio?" continuó Trunks un po' per convincerlo e un po' per consolarlo.
Vegeta rimase in silenzio per qualche minuto, come se stesse riflettendo sul da farsi. Poi si schiarí la voce e chiese alla creatura che gli stava di fronte:
"Evod onos itinif i sayan ehc onare iuq?"
"Itlom onos ititrap. Ilg icinu eud itsamir, onos itrom ehclauq onna af. Im ecaipsid...etelov eredev el orol ebmot?" rispose il piccolo alieno rattristato di dover dare lui la brutta notizia al re.
"Dice che molti insegnanti andarono via e che solo due rimasero qui. Ora sono morti. Chiede se vogliamo vedere le loro tombe..." spiegó Vegeta a Trunks.
"Vegetaaaa...io ho fame, chiedigli se anziché farci vedere le bombe non ci dá qualcosa da mangiare..." intervenne da dietro Goku che stava letteralmente svenendo dalla fame.
"Zitto Kaaroth, non capisci niente come al solito, non le bombe, ma le tombe..." lo ammoní acidamente Vegeta voltandosi per fulminarlo con gli occhi. Quando peró si rivoltó per tornare a parlare con l'esserino, il suo stomaco emise il fastidioso quanto inconfondibile gorgoglio da tipica fame sayan.
La creatura emise un suono che doveva essere un risolino, poi disse:
"Ossop erirffo a iov e ia irtsov irotivres li oznarp, re Vegeta?"
Vegeta lo fulminó con gli occhi e con tono minaccioso gli disse:
"Orol non onos ieim irotivres, onos sayan, emoc em. Oraihc?"
"Imetasucs...non ol ovepas..." rispose l'esserino spaventato.
"Cosa succede papá?" chiese Trunks che non riusciva a spiegarsi l'improvviso cambio di atteggiamento di suo padre.
"Lui pensava che voi foste i miei servitori, gli ho detto che siete sayan, come me. Comunque ci ha invitati a pranzo, contento Kaaroth?"
"Evvai!" esclamó Goku che non ci vedeva piú dalla fame.
"Ossop eredeihc emoc is onamaihc ilg irtla irtsov itipso?" chiese il piccolo alieno cordialmente.
"Cosa ha chiesto papá?" chiese Trunks incuriosito dalla lingua a lui sconosciuta.
"Mi ha chiesto come vi chiamate...solo che...
"Salad" disse Trunks andandogli incontro per stringergli una delle otto mani che aveva l'alieno.
"Turnip" disse allegra Pan facendo lo stesso.
Vegeta rimase molto colpito dell'inventiva dei due ragazzi. In pochi secondi avevano capito il suo stato d'animo e si erano trovati un nome sayan veramente originale.
"E iul é Kaaroth" concluse le presentazioni il principe indicando Goku che, nel frattempo, si era messo a ridere come un pazzo sentendo i nomi inventati da Pan e Trunks.
"Ehcrep edir?" chiese l'alieno.
"Olaicsal eredrep, odnauq ah emaf edrep al enoigar...omaidna?"
"Vegeta, come si chiama il tuo amico? Lui adesso li sa i nostri nomi, ma anche lui ne avrá uno, no?" chiese Goku incuriosito.
"Emoc it imaihc?" chiese allora Vegeta.
"Beet" rispose lui confermandogli che anche i nomi degli abitanti del pianeta erano sayan.
I quattro sayan seguirono Beet fino alla sala da pranzo di un grande palazzo che, ad occhio e croce, doveva essere la residenza del governatore del pianeta. Nessuno si stupí quando fu finalmente chiaro che il governatore fosse proprio l'alieno che li aveva accompagnati fino a quel momento.
Il pranzo fu assolutamente impeccabile. Beet si dimostrò un ottimo padrone di casa con un'ospitalità fuori dal comune. Vegeta occupò la maggior parte del tempo a fare da traduttore tra Beet e gli altri, con grande impegno. Senza che gli fosse chiesto, spiegò al governatore che i sayan che lo accompagnavano non parlavano la sua stessa lingua perché erano cresciuti su un altro pianeta, molto simile a Vegeta 3. Gli spiegò anche che erano in missione per cercare le sfere, mostrandogli il radar costruito da sua moglie.
Alla fine del pranzo rimasero tutti a bocca aperta quando Goku saltò fuori  esclamando allegramente:
"Eizarg Beet! Are ottut otisiuqs!"
Vegeta, dopo aver fatto rientrare le palle degli occhi nelle loro sedi dalle quali erano praticamente cadute dallo stupore, gli disse:
"Kaaroth, dimmi un po' da quando parli sayan?"
"Veramente non lo so, ho cominciato a capirlo quando gli hai parlato delle sfere, poi...boh...mi viene facile parlarlo. Ho detto qualcosa di sbagliato forse?" chiese intimorito.
"No, no...é solo che...sei una continua sorpresa, Kaaroth" concluse Vegeta facendogli un sorrisino amichevole.
"E tu, Salad? Quando imparerai il sayan?" chiese Goku a Trunks per metterlo in imbarazzo sia per il nome che si era scelto, sia perché ancora non riusciva a capirci nulla di quella lingua.
"Beh...ecco...io magari potrei fare un corso accelerato... con Turnip..."
"Is, et ol ocid oi ehc osroc id augnil af noc Turnip, olleuq..." disse Goku facendo scoppiare a ridere Beet e Vegeta e lasciando basiti i due ragazzi che, ovviamente, non avevano capito la battuta.
Finito il pranzo, Beet li accompagnò a vedere le tombe dei due sayan. Non che interessasse a nessuno vederle, ma andarono tutti lo stesso per due motivi. Uno per rispetto verso Beet che sembrava ansioso di mostrargli come erano stati onorati i sayan defunti e due, motivo non trascurabile, il radar indicava la presenza della sfera che cercavano, proprio nella zona dove c'erano le due lapidi.
I sayan si stupirono molto nel constatare che la sferetta era stata messa a fare da ornamento a una delle due tombe.
"Beet, omaissop alrednerp? Alleuq arefs é li ovitom rep iuc omais itunev iuq" chiese Vegeta sperando che Beet capisse la situazione.
"Am otrec, re Vegeta, us otseuq atenaip é ottut ortsov"
"Evvai!" esclamò allegro Goku andando a raccogliere la sfera avendo capito che aveva l'autorizzazione per farlo.
"Kaaroth, fa silenzio...un po' di rispetto per le persone che riposano qui" lo redarguí Vegeta.
"Riposano? Ma se sono tutti morti? Questi non li svegli piú nemmeno se tiri le cannonate, te lo dico io, Vegeta..."
Il principe si mise una mano in faccia e scosse la testa. Cosa si poteva dire a Goku? Niente, era un bambino e, in piú, era Goku. Altro da dire...non c'era.
Una volta recuperata la sfera, i quattro salutarono Beet che fece loro un sacco di regali e mille riverenze prima che potessero tornare all'astronave e ripartire.
"Eterenrot, eris?" chiese Beet una volta che i quattro sayan furono davanti all'astronave.
Vegeta a quel punto si voltó verso Goku con gli occhi speranzosi che il suo amico acconsentisse a teletrasportarlo qualche altra volta su quel pianeta, una volta che Shenron lo avesse fatto tornate adulto. Non ci fu nemmeno bisogno di domandarglielo, Goku gli fece un enorme sorriso e gli disse:
"Odnauq iarrov, Vegeta..."
Il principe gli fece un sorriso di gratitudine. Quel giorno Kaaroth, il suo perenne rivale, la persona che in tutta la sua vita lo aveva sempre spinto a continuare ad allenarsi per poterlo un giorno finalmente superare, lo aveva veramente stupito. Perché per quanto si sforzasse a voler affermare di essere un terrestre, tutto in lui diceva l'opposto. Nessuno, ma proprio nessun essere umano avrebbe potuto imparare il sayan in cosí poco tempo e ció era servito solo a confermargli le sue inequivocabili origini.
Poco prima che lo sportello dell'astronave si richiudesse, Vegeta si voltó un'ultima volta per salutare quello strano essere e il suo popolo che, in un solo giorno, lo avevano fatto tornare indietro di molti anni, rendendolo enormemente felice.
Quando Trunks accese i motori, Vegeta e Goku corsero a guardare fuori dai due piccoli obló della sala comando. Si misero a salutare con la manina i piccoli alieni che, di rimando, agitavano le loro migliaia di braccine nell'aria.
Quando l'astronave si alzó in volo e si allontanò, Trunks inserì il pilota automatico e si voltò a guardare i due bambini che ancora stavano con il naso appiccicato al finestrino per poter guardare, fino all'ultimo, il pianeta che li aveva ospitati. Il giovane sayan si voltò poi verso Pan, che sedeva a fianco a lui e vide che anche lei stava osservando pensierosa i due bambini. Si avvicinò e, sottovoce, le disse:
"Pan, che dici? Mi sembrano un po' tristi di essere dovuti ripartire, cosa possiamo fare per tirargli su un po' il morale?"
"Non so...forse vorrebbero sfogarsi un po'...sono giorni che non si allenano piú e penso che un po' di movimento non gli farebbe male...cosa ne pensi?" rispose Pan un po' dubbiosa che la proposta fosse attuabile nell'immediato.
"Ma sí, é una splendida idea! Tu chi vuoi? Mio papá o tuo nonno?" esclamó Trunks allegro richiamando l'attenzione dei due bambini.
"Come? Ma io intendevo che dovevano sfogarsi fra di loro!"
"Eddai Turnip, che sayan sei a voler rinunciare ad un bell'incontro?" la provocó lui che poi, a bassa voce, aggiunse: "lo puoi sempre usare come riscaldamento per stasera...Turnip"
"E io dovrei riscaldarmi per uno che si fa chiamare Salad?" chiese lei alzando un po' troppo il tono della voce.
"Riscaldarti a fare cosa?" chiese Goku che, assieme a Vegeta, aveva lasciato la postazione "finestrino" per andare a indagare meglio di cosa i due ragazzi stessero discutendo.
"Pan e io abbiamo pensato di sgranchirci i muscoli facendo un po' di allenamento...vero Pan?" disse Trunks facendo storcere il naso alla sua fidanzata la quale peró, vedendo comparire un sorriso a 24 denti sul viso dei bambini, non poté fare altro che dire:
"Giá. Ci chiedevamo se volevate anche voi...
"Io prendo Trunks" la interruppe Vegeta prima che potesse finire di parlare.
"No, aspetta, perché? Scusa, tiriamo a sorte, almeno...perché devo stare io con Pan? Come faccio a impegnarmi per bene? Lei é mia nipote! Se le faccio male poi chi la sente quella rompiscatole di sua nonna? Per non parlare di Videl...quella sí che se ci si mette d'impegno ti sfracassa veramente il cervello...e poi dovrei vedermela anche con Gohan...e...
"Uououo! Frena Kaaroth! Basta, ho capito! Va bene, sto io con Pan e tu ti fai Trunks. Ci vediamo in finale...sayan" concluse Vegeta fulminandolo con due occhi assassini.
"Non vedo l'ora, sono anni che aspetto questo momento, sai?" ribatté l'altro trasformandosi in ssj.
"Tsk, io molto piú di te, cosa credi?" rispose Vegeta trasformandosi a sua volta.
In tutto questo, i due ragazzi non dissero nulla, né delle coppie che i due bambini avevano deciso di formare, né delle motivazioni addotte per la loro decisione. Sembravano cosí felici di aver organizzato un mini torneo Tenkaichi, che non se la sentirono proprio di discutere i loro abbinamenti.
"Allora? Quando iniziamo?" chiese Vegeta impaziente.
"Sí, subito, andiamo a metterci la tuta e torniamo, ok?" disse Trunks alzandosi.
"Sí, ma vedete di muovervi, non come fate di solito che dite: -Andiamo a metterci le scarpe...Andiamo a cercare il radar...- e poi sparite per cinquantacento ore" disse Goku cercando pure di imitate la voce di sua nipote.
Pan e Trunks diventarono tutti rossi e la ragazza si affrettò a dire:
"No, no, torniamo subito, promesso"
Cinque minuti dopo, che ai due bambini impazienti sembrarono due ore, Trunks tornó con addosso una tuta blu identica a quella indossata da suo padre e Pan con una arancione, simile a quella che portava suo nonno.
Prima di iniziare, Trunks si avvicinó all'orecchio di suo padre e gli disse:
"P-papá...potresti andarci piano con Pan? Sai, non c'é bisogno di trasformarsi in ssj per combattere con lei..."
"Ma se ha tre o quattro o cinque volte la mia etá? Dovresti essere preoccupato per me, non per lei" rispose il bambino in evidente stato di confusione numerico.
"Beh, comunque...voglio dire...non esagerate...eh?" cercó di convincerlo Trunks preoccupato per le sorti della sua ragazza.
"Sí, sí, va bene...e tu cerca di non fare arrabbiare Kaaroth, che se si trasforma in quella sottospecie di scimmione che é quando diventa ssj4, poi ce lo dobbiamo tenere cosí per due ore e addio torneo..." concluse Vegeta.
"Ok, affare fatto! Buon combattimento allora!" concluse Trunks trasformandosi in ssj: il suo avversario sí che sarebbe stato tosto da battere.
I quattro diedero libero sfogo ai loro piú remoti istinti sayan per piú di tre ore. Contro ogni aspettativa, Pan si difese benissimo contro il suo piccolo avversario e Goku fu veramente un osso duro per Trunks che, comunque, un po' per la differenza d'etá, un po' per la differenza di mole e, non per ultimo, un po' anche per la fame di Goku, riuscí ad avere la meglio.
Alla fine, i quattro sayan si stavano divertendo cosí tanto a scontrarsi l'uno con l'altro, scambiando anche le coppie decise inizialmente, che non si resero nemmeno conto di quanto tempo fosse passato. Solo quando, ad un certo punto, Pan, Trunks e Vegeta decisero di bloccare a terra Goku per farlo morire di solletico, provocandone la trasformazione in ssj4, tutti capirono che il gioco era finito.
Si sdraiarono tutti sul pavimento esausti, formando una specie di croce. Quando l'affanno della lotta  passó, Vegeta, continuando a guardare il soffitto disse:
"Sei il solito guastafeste, Kaaroth!"
"Non é colpa mia, non vale tre contro uno...piccolo...non dovevate farmi il solletico..." rispose Goku mettendo il broncio manco fosse ancora piccolo.
"Dai non litigate, in fondo ci siamo divertiti abbastanza, no?" disse Pan per mettere fine alla discussione fin da subito.
"Sí, io mi sono divertito molto. E tu, Vegeta?" chiese Goku voltando la testa dai lunghi capelli neri verso il piccolo sayan.
"Mhmm, sí... discretamente...tua nipote avrebbe molte piú possibilità di diventare una vera sayan se la finisse di NON allenarsi con suo padre e di far finta di allenarsi con mio figlio. Dovrebbe venire qualche volta a fare un degno allenamento con me, ma non adesso che sono piccolo, quando sono come te, ssj4. Ancora non ho capito cosa combinate voi due quando vi chiudete nella camera gravitazionale... " rispose Vegeta un po' scocciato.
"Ah, vi chiudete nella camera gravitazionale, eh? Bravi, bravi..." chiese Goku col fare malizioso che assumeva ogni volta che diventava adulto.
"Ehm...ehm...potremmo cambiare argomento? C'é un bambino, qui..." disse Trunks diventando tutto rosso.
"Se é per questo mi trasformo anch'io, cosí poi me lo spiegate cosa combinate voi due, anziché allenarvi" disse Vegeta mettendosi seduto a gambe incrociate, mani conserte e sguardo ingrugnito.
"Fidati, Vegeta, se ti trasformi non hai piú bisogno di alcuna spiegazione" gli disse Goku con l'aria di chi la sa lunga.
"Mhmm, sará...ma non é finita qui, prima o poi qualcuno mi dovrá spiegare..." concluse Vegeta scocciato.
Seguí un terribile momento di silenzio imbarazzantissimo, interrotto dallo stesso Vegeta che, da buon bambino che era, aveva la pessima abitudine (in questo caso poi non tanto pessima, a pensarci bene) di passare da un argomento all'altro, come se nulla fosse e disse:
"Scusate, ma voi non avete fame?"
"Sí, decisamente sí!" risposero gli altri all'unanimità uscendo definitivamente dall'imbarazzo.
"Cosa si mangia stasera?" chiese di nuovo il bambino.
"Pensavo di fare un genuino e salutare passato di verdure" rispose allegra Pan senza minimamente rendersi conto di ció che avrebbe scatenato la sua proposta.
Un istante dopo, infatti, la ragazza sgranò letteralmente gli occhi vedendo Vegeta ritrarsi in un angolo, guardandola terrorizzato. Goku scattò in piedi e indietreggiò anche lui andando a mettersi vicino al suo piccolo amico. Entrambi la guardavano come se avesse detto che voleva ucciderli.
"Cos'ho detto di cosí grave? Capisco che a Vegeta, che é un bambino, il passato di verdure possa non piacere, ma a te nonno?...qual é il problema?" chiese Pan rivolgendosi a Trunks che era perplesso quanto lei.
"Non lo so...non ho mai visto una scena del genere...forse non gli piace il passato e preferiscono il min...
"Nooooo! Non osare dire quella parola davanti a me!" lo interruppe Vegeta urlando in preda alla disperazione.
I due ragazzi erano letteralmente esterrefatti. Solo Pan trovò il coraggio di chiedere una spiegazione e timidamente disse:
"Posso chiedere il perché di questa sorta di scenata che state facendo?"
A quel punto Vegeta si alzò e, convinto che la sua spiegazione non avrebbe avuto credito a causa della sua età, diede la mano a Goku, come per avere protezione da lui e gli disse:
"Kaaroth, per favore, spiegaglielo tu. Se non ti crederanno, almeno non cercheranno di controbatterti, grande e grosso come sei...ora"
"Sí, glielo spiego io...non ti preoccupare, Vegeta, calmati. Pan non l'ha mica fatto apposta...sono sicuro che non lo sapeva, vero Pan?" disse Goku che sembrava veramente voler calmare il piccolo principe.
"Ma fatto cosa? Io non capisco!" rispose la ragazza sempre più ansiosa di sapere quale sorta di diavoleria si fossero inventati quei due.
"Pan, come mi chiamo io?"
"Goku?" chiese lei perplessa senza capire cosa c'entrasse il nome.
"No, l'altro nome"
"Kaaroth"
"E come si chiama lui?" continuò Goku indicando il piccolo sayan.
"Vegeta, ma..."
"...E sai come si chiamava mio fratello?"
"R-radish? Ma nonno, non capisco...cosa c'entra tutto questo con la cena?"
A quel punto intervenne Vegeta con  un fare tra l'allibito e l'arrabbiato e le disse:
"Come fai a non capire? Tu mangeresti una cosa che si chiama Trunks? O Videl? I sayan NON mangiano Verdure e mi terrorizza il fatto che tu, probabilmente, le abbia mangiate, nella tua vita..."
Pan e Trunks a quel punto stavano per scoppiare a ridere, ma visto il tono serio con cui Vegeta aveva dato la spiegazione, decisero di trattenersi e, facendo un sospiro, Pan gli domandó:
"Ti rendi conto anche tu che questa é una cosa...strana?" chiese Pan scartando, in sequenza: assurda, inconcepibile e altre due o tre definizioni da rating non verde. Poi continuó:
"Scusa, é come se io non potessi mangiare...che ne so...i Pan di stelle"
"Perché, li...li...li hai mangiati? Ma tu sei...sei...impazzita? Come puoi fare una cosa del genere? Non é una cosa normale! Trunks, dimmi che tu non sei malvagio...come lei..." disse Vegeta parlando come se avesse ascoltato la piú grande eresia di tutta la sua vita.
"Ma...veramente io non sapevo che fosse un sacrilegio mangiare le verdure..." rispose il ragazzo timidamente.
"E secondo te, perché i sayan non hanno distrutto il pianeta che abbiamo visto stamattina?" chiese Vegeta al limite della esasperazione.
Pan e Trunks spostarono lo sguardo allibito da Vegeta a Goku e poi da Goku di nuovo a Vegeta. Entrambi alzarono nello stesso istante il sopracciglio destro con un aria veramente perplessa. Poi, vedendo che i due sayan mantenevano la stessa espressione seria che avevano avuto durante tutta la spiegazione, si guardarono in faccia e dissero contemporaneamente:
"Non stanno scherzando"
Pan a quel punto, fece un sospiro e disse:
"Ok, pizza?"
"Pizza" rispose secco Vegeta come per mettere fine alle ostilità.
"Ma scusa, papá...non per contraddire il tuo bel discorso, ma anche sulla pizza c'é una verdura...il pomodoro, perché quello va bene da mangiare?" chiese Trunks a cui il discorso era sembrato convincente, almeno fino a quel punto.
Vegeta si mise una mano in faccia e scosse la testa sconsolato, poi si girò verso Goku e gli disse:
"Kaaroth, oleilg icid ut?"
"Ehm...perché il pomodoro é molle...se chiami un sayan 'Tomato' é un'offesa, come sulla terra dire...idiota o...stupido" spiegò candidamente Goku, come se fosse la cosa piú normale del mondo.
"Avete capito adesso?" chiese Vegeta a Pan e Trunks che ora avevano due facce da pesce lesso.
A quel punto, ai due ragazzi non rimase altro che rassegnarsi all'evidenza e, alzandosi, Pan concluse:
"E pizza sia, tutto sommato nemmeno a me andava tanto...l'altra cosa"
Avviandosi verso la cucina, Goku e Vegeta si misero di nuovo a discutere in sayan. Trunks, avvicinandosi all'orecchio di Pan gli sussurrò:
"Temo ci convenga impararlo anche noi...il sayan...secondo te ci hanno raccontato tutta quella storia per non mangiare il minestrone?"
"No, temo invece che sia tutto vero, anche se é incredibile..." rispose Pan sottovoce.
"Quindi, ricapitolando, ogni volta che mangio Pan-e, Pan-na, Pan-carré, Pan di spagna e Pan-forte e quei biscotti che assomigliano alle sfere del drago abbronzate, mi dovrei sentire in colpa?"
"Sí, Salad, sei una persona orribile... Un Tomato..."
"E tu, che sei una Turnip con la potato?"
"Ma piantala!"
"Quale delle piante che ho detto?"
"Trunks?"
"Sí, Pan?"
"Basta"
"Ok...Posso chiamarti Turnipan?"
"No"
"Ok"
I quattro, tra pizza, giochi e scherzi sui nomi, passarono la serata piú bella dal giorno della partenza dalla loro amata Terra.

 

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Capitolo 7
*** Il compleanno di Trunks ***









Il mattino seguente, nessuno ebbe la forza e soprattutto la voglia di alzarsi presto. In realtà non c’era nessun motivo per impostare una sveglia, dato che il nuovo pianeta segnalato dal radar sarebbe stato raggiunto solo il giorno successivo.
Verso le undici del mattino, Pan decise finalmente di aprire gli occhi su una nuova giornata che si preannunciava piena di attività divertenti con i bambini. Il giorno seguente infatti, sarebbe stato il compleanno di Trunks e bisognava preparare una torta, disegnare dei festoni e, sicuramente, sul nuovo pianeta dove sarebbero atterrati, avrebbero dovuto cercare un bel regalo.
Pan si stiracchiò nel letto, poi si voltò verso il suo amato e, dopo avergli dato una carezza e un bacio sulla guancia per tentare di svegliarlo dolcemente, aspettò che lui aprisse i due fanali azzurri che la facevano tanto impazzire e gli disse:
“Buongiorno, dormito bene?”
“Mhm mhm” fu la risposta.
“Vado a svegliare i bambini, oggi è una giornata impegnativa”
“Mhm mhm” fu di nuovo la risposta.
“Hai intenzione di stare a letto tutto il giorno?”
“Mhm mhm”
“Bene, tanto non ci servi” esclamò allegra la ragazza alzandosi repentinamente dal letto e infilandosi nel bagno.
Ne uscì poco dopo vestita con la sua tuta arancione, che riteneva l’indumento più comodo che potesse indossare durante tutta quella che si preannunciava come una lunga giornata e uscì di soppiatto dalla camera, lasciando il suo fidanzato riaddormentato nel letto.
Entrò in camera dei bambini e, non sapendo come svegliarli (di certo la sveglia che aveva dato a Trunks non si addiceva ai due piccoli sayan), pensò bene di dire soltanto:
“Chi viene a preparare una torta con me?”
Non ci fu nemmeno il tempo di ripeterlo due volte. Goku e Vegeta scattarono in piedi e si vestirono in tre nanosecondi. Poi si misero in piedi davanti a Pan dritti come dei piccoli buffi soldatini che aspettavano solo il comando del loro capitano per procedere con le operazioni. La cosa fece sorridere Pan che, per prenderli un po’ in giro, gli disse:
“Riiiiposo!”
“Ma come riposo, non dobbiamo fare la torta? Ci siamo appena alzati!” disse Goku con una faccia veramente perplessa.
“Ma no…è un ordine…per dire che…fa niente, lasciamo perdere…Forza, andate in bagno a lavarvi. Io preparo la colazione e poi facciamo la torta, ok?” disse Pan un po’ stranita.

La preparazione della torta fu un totale delirio.
Pan si rese presto conto che alcuni concetti ‘elementari’ non erano poi così ‘elementari’ per i due bambini.
Aggiungere tre uova, magari senza guscio, non era così difficile da capire.
Aggiungere il burro fuso, magari senza farlo letteralmente scoppiare nel microonde, non era così difficile da fare.
La panna montata fece in tempo a smontarsi giusto quella decina di volte e la crema pasticcera andò ovunque perché un ‘frullino a mano’, quello usato da Goku per amalgamare gli ingredienti, perde di significato in mano ad un sayan che lo fa girare ad una velocità doppia di quella ottenibile con un normale frullino elettrico.
Alla fine però il risultato non fu poi così catastrofico e, una volta infilata la base nel forno, i due bambini si misero pure ad aiutare Pan a ripulire tutto il pasticcio che erano riusciti a generare. Dopo più di un’ora, estrassero al torta dal forno e, mentre aspettavano che si raffreddasse, Goku, che dei due bambini era sempre quello più irrequieto, chiese:
“Cosa facciamo adesso? Io mi annoio…”
“Ma nonno! abbiamo appena finito la torta, un attimo di respiro, no?”
Goku in tutta risposta fece due o tre sospiri profondi, poi disse:
“Ho respirato, adesso cosa facciamo?”
Pan sgranò gli occhi, ma anche lei era così quando aveva sei anni? Decisamente non se lo ricordava, oppure non se lo voleva ricordare. Fece anche lei un sospiro e poi disse:
“Ok, ho capito. Vi va di fare un festone con la scritta ‘AUGURI TRUNKS’? Mi sembra una cosa carina…che dite?”
I due bambini la guardarono un po’ perplessi, poi Vegeta le disse un po’ scocciato:
“Io so scrivere solo in sayan e Kaaroth non credo sia in grado nemmeno di tenere in mano una matita”
“Non è vero, la matita la so tenere in mano…anche se non so scrivere…ancora…ma sono sicuro che quando divento grande sono capace!” rispose allegro il sayan più piccolo.
“Tsk, ci mancherebbe…
“Ok, ok, non litigate, per favore…Lo striscione lo scrivo io e voi lo colorate. Ok?” li interruppe Pan prima che si mettessero a litigare.
“Va bene, ma con i colori a dito” rispose Goku entusiasta di poter usare quei bellissimi colori che gli aveva regalato il suo figlio minore, probabilmente per prenderlo in giro per la sua età. Ai due piccoli sayan quei colori piacevano tanto. Erano profumati, belli da vedere e, soprattutto, anche se non sapevano spiegarsi il perché, erano una vera goduria da utilizzare. Affondare le piccole dita in quella pasta morbida e fresca era veramente una sensazione bellissima che i due bambini amavano in un modo incredibile.
“Ok, e colori a dita siano!” rispose felice Pan che non vedeva nulla di male in una richiesta tanto innocente.

Pan unì con della colla alcuni fogli bianchi per creare un’unica striscia di carta bianca su cui poi scrivere ciò che aveva precedentemente pensato. Poi distese il lungo striscione sul pavimento dove la sera prima erano tutti sdraiati a riposare dopo l’estenuante allenamento e, soddisfatta, disse:
“Forza! Ora tocca a voi! Mi raccomando, non uscite dai bordi, altrimenti le lettere diventano indistinguibili…Io vado a terminare la torta. Buon lavoro!”
“Va bene, ciao!” disse Goku afferrando la sua scatola dei colori e estraendo tutti i barattolini contenenti l’amata pasta.
“Vieni Vegeta. Adesso ci divertiamo!”
Pan in cucina, immersa nel suo lavoro di decorazione della torta per il suo amato e soprattutto presa dai felici pensieri che le passavano per la testa, non si rese minimamente conto di nulla. Non si rese conto di ciò che aveva approvato poco prima, concedendo ai bambini di poter utilizzare i colori a dito per terminare il festone. La povera ragazza non poteva sapere a cosa aveva detto sì con troppa facilità, troppo entusiasmo e, soprattutto, troppa fiducia nella buona riuscita del compito affidato ai due pargoli. Pan non poteva sapere che MAI e poi MAI si devono lasciare due bambini soli in una stanza con i COLORI A DITO. Eppure le sembrava una cosa tanto innocente. I termini COLORI A DITO non si avvicinano nemmeno lontanamente al nome di una arma micidiale o a qualcosa di pericoloso. Eppure sulle scatole dovrebbero scriverlo: “ATTENZIONE: nuoce gravemente alla salute mentale degli adulti”. Questo fu quello che Pan si trovò a pensare una volta che, terminata la torta e riposta amorevolmente in frigo, tornò dai bambini per vedere se avessero anche loro concluso la loro opera d’arte. Quando tornò nella sala comandi, ciò che vide fu come vivere un terribile incubo.
Non solo i bambini avevano stampato le loro manine colorate di tempera ovunque (dove ‘ovunque’ per un sayan si intende anche soffitto e pareti), ma anche i loro adorabili piedini. Essendo i colori otto e avendo loro solo quattro mani a disposizione, avevano pensato bene di infilare anche le loro ditina dei piedi per poi passeggiare allegramente per tutta la sala comandi lasciando impronte ovunque. Inoltre, non contenti dei lunghi tempi di asciugatura della tempera, avevano pensato di accelerare il processo di essiccamento con delle micro sfere energetiche che erano riuscite ad imprimere, probabilmente per sempre, quelli che loro consideravano ‘capolavori d’arte’ su tutte le superfici esposte dell’enorme sala.
Pan aveva gli occhi fuori dalle orbite.
Com’era possibile che in così poco tempo quei due avessero trasformato quella grigia sala comandi in quello che ora sembrava il villaggio di little pony?
La ragazza chiuse gli occhi, fece un enorme sospiro e, scuotendo la testa chiese solo:
“Perché?”
“Mamamamama…Pannina…non…non ti piace? Prima era così buio e triste. Guarda adesso come è tutto più allegro. Trunks sarà contentissimo di festeggiare il suo compleanno in un posto così bello. Vero Vegeta?” disse Goku allegro.
“Anche a me il grigio non piace. Mi fa venire il voltastomaco” rispose secco il principe dei sayan.
“V-vegeta…s-scusa, non è per contraddirti…ma il TE adulto aveva chiesto esplicitamente a Bulma di fare tutto grigio perché, durante gli allenamenti, non volevi distrazioni” spiegò Pan timidamente.
“Beh, adesso mi va così. E poi il piacere di mettere anche le dita dei piedi dentro quei colori è una cosa indescrivibile, ricordamelo quando sono adulto, ok?” le rispose il principe stupendosi da solo del fatto di aver espresso un piacere personale proprio alla nipote di Kaaroth.
“Sì…sì, va bene…come vuoi tu…Ora è il caso che vi andiate a lavare, bambini” concluse la giovane sayan ancora un po’ frastornata. Poi invece, guardando lo striscione che avevano fatto, non potè fare a meno di notare che era venuto molto bene, molto meglio di come se lo era lei stesso immaginato. Guardò le due piccole creature che aveva davanti a sé e gli disse:
“E’ molto bello! Siete stati bravi! Vi meritate un bel pranzetto!”
“WOW! finalmente! Avevo una fame!” esclamò Goku allegro.
“Tsk, io molto più di te, Kaaroth!” gli fece eco Vegeta con il solito tono acido.
Pan diede loro due stracci per pulirsi almeno i piedi per non lasciare impronte per tutto il corridoio che li avrebbe condotti nel bagno.
Dopo essersi lavati, asciugati e rivestiti, i due sayan erano come nuovi e pronti ad affrontare famelici il pasto che Pan gli aveva amorevolmente preparato.
Nel pomeriggio i tre si dedicarono alla preparazione della sala per festeggiare, il giorno dopo, il compleanno di Trunks. Appesero lo striscione e posizionarono delle luci speciali e delle casse per la musica. Vegeta e Goku si preoccuparono di installare una mega postazione per video-giocare in quattro a tutti i giochi con marchio Capsule Corp che avevano a disposizione e, solo nel tardo pomeriggio, terminati tutti i preparativi, i tre si andarono a sdraiare esausti sull’enorme letto matrimoniale dove Trunks aveva poltrito tutto il giorno. Quando se li vide arrivare in camera, ancora mezzo addormentato, chiese:
“Che ore sono?”
“Le cinque” rispose Pan con un tono di voce che lasciava trapelare quanto fosse sfinita.
“E che fate qui a letto?” chiese lui come se fosse scocciato di essere stato disturbato.
“Riposiamo, che altro?” gli rispose Pan senza avere la forza nemmeno di voltarsi verso di lui.
“E loro devono stare qui? Non hanno la loro cameretta per riposare?” insistette il ragazzo dai capelli lilla riferendosi ai bambini.
“Brief?”
“Sì?”
“Non rompere” concluse Pan allo stremo delle forze.
“Beh, io mi alzo, ho fame, vado a vedere che c’è nel frigo”
“NOOOOOOOO!” sentenziarono Pan e i due bambini all’unanimità scattando in piedi per bloccarlo.
“Perché? Io ho fame…” insistette il giovane mettendo il broncio.
“No e poi no! Ti porto io da mangiare, ma assolutamente non puoi andare di là. Ci abbiamo messo tutto il giorno a prepararti una sorpresa. Non ce la vuoi rovinare, vero Trunks?” gli disse la sua ragazza avvicinandosi come una gattina che vuole fare le fusa al padrone per ottenere qualcosa.
“N-no…” rispose Trunks deglutendo per cercare di bloccare i brividi che si propagavano per tutto il suo corpo a causa della voce sensuale con cui gli era stata rivolta la domanda.
“Bravo. Ora te ne stai qui buono buonino a giocare con i bambini e io vado di là e preparo uno spuntino per tutti. Va bene?”
“Va bene…Panny…”

Anche quella sera passò in un modo estremamente piacevole per tutti. I quattro giocarono a carte, con grande soddisfazione di Goku che, non si sa per quale oscuro motivo, non perdeva mai. Poi passarono al Risiko, con grande soddisfazione di Vegeta che, in fatto di conquista di nuovi territori, non aveva rivali e, infine, a Monopoli. Quest’ultimo gioco si prolungò un po’ troppo e i quattro, stanchissimi, decisero di metterlo da parte prima di cadere addormentati, tutti nello stesso letto, come una bellissima e dolcissima famiglia felice.

Il mattino dopo, la navicella atterrò con molta poca grazia sul pianeta impostato sul pilota automatico. I quattro si ritrovarono uno addosso all’altro nel grande letto matrimoniale. Trunks si ritrovò la coda di Goku praticamente avvolta attorno al collo, quasi a strozzarlo e, cosa ancora più inquietante, Vegeta si ritrovò letteralmente sopra Pan. Quando la ragazza aprì gli occhi e vide il sorrisino compiaciuto del bambino che la guardava da poco sopra il suo seno, istintivamente non potè fare a meno di diventare tutta rossa e, con tutta la forza che aveva in corpo, di scaraventarlo dall’altra parte della stanza. Il bambino atterrò senza problemi e fortunatamente senza un graffio sul morbido pavimento della camera. Poi, riavvicinandosi al letto, la guardò e le disse:
“Che maniere…perché mi hai mandato via? Eri così morbida…”
“Papà?!?” intervenne Trunks allibito.
“Che c’è? Anche la mia mamma era così, come lei” rispose il piccolo principe lasciando tutti allibiti, tranne Goku che, ancora seduto sul letto, in tutta la sua infantile curiosità non fece altro che appoggiare una manina sul seno destro di Pan premendolo leggermente e dicendo:
“E’ vero…è morbida…posso appoggiare anche io la testa come Vegeta?”
Pan era incredula. Non voleva fare una scenata per ciò che era appena successo. Si immaginò che per i due bambini non fosse una cosa brutta da fare, né tantomeno che loro avessero nessuna intenzione maliziosa. Diamine, erano bambini, no? La ragazza vide Trunks che, esterrefatto, stava per intervenire e fu solo allora che decise di fargli un cenno con la mano per fermarlo. Pan fece un leggero sorriso e, molto dolcemente, disse:
“Dai nonno, mi fai il solletico! Smettila!”
Goku tolse subito la manina e, ricordandosi di quanto aveva sofferto la sera prima lui stesso per il solletico che loro gli avevano fatto, tanto da indurlo a trasformarsi in ssj4, abbassò lo sguardo e disse:
“Scusa, non lo sapevo…”
“No, non fa niente…però…c’è un’altra cosa, bambini…” continuò dolcemente Pan.
“E cosa?” chiese Vegeta assumendo un’aria seria.
A quel punto Pan avrebbe voluto dir loro che ciò che aveva appena fatto Goku non si fa, se non alla propria mamma o, nel caso, alla propria fidanzata, ma guardando Trunks che le faceva cenno di no con la testa, decise di non dir loro nulla e semplicemente concluse:
“L’altra cosa èèèè…che oggi è il compleanno di Trunks e il solletico lo dobbiamo fare a lui! Prendetelo!”
“COSA? No, No, aiutooooo!!” disse il ragazzo prima di venire completamente sommerso dai tre che lo massacrarono di solletico per più di dieci minuti. Il divertimento finì quando il povero ragazzo, per riuscire a liberarsi, si trasformò in ssj sotto lo sguardo un po’ deluso dei suoi tre torturatori che avrebbero voluto continuare a divertirsi ancora un po’.
“Ho detto basta! Per favore….” esclamò infine il ragazzo saltando giù dal letto per liberarsi delle grinfie dei suoi assalitori.
L’attentato alla pazienza di Trunks e i primi festeggiamenti della giornata si conclusero poco dopo quando i quattro, prendendo coscienza del fatto di essere atterrati sul nuovo pianeta,  si alzarono tutti per andare a guardare fuori dall’oblò della camera. Goku, non vedendo nulla di interessante, almeno da quel lato della navicella, disse:
“Hey, andiamo a vedere com’è questo nuovo pianeta!?”
“Io ho un brutto presentimento” disse Vegeta avvicinandosi stranamente a Pan, come per cercare protezione dietro di lei.
La ragazza si stupì molto del gesto del bambino e, accovacciandosi per poterlo guardare meglio negli occhi, alla sua stessa altezza, gli disse:
“Hey, Vegeta, cosa c’è che non va? Sei strano stamattina, cosa ti succede?”
“N-non…non lo so...” fece un sospiro e continuò “Per favore, posso rimanere qui? Non farmi scendere Pan…c’è qualcosa che non va su questo pianeta…non…non me la sento di venire. P-posso stare qui? Stai qui con me?” disse il bambino in stato di evidente preoccupazione.
“COSA? Ma papà, che ti succede? Non ti ho mai visto impaurito davanti a niente se non…Aspetta un attimo” disse Trunks con un tono misto tra allibito e preoccupato. Poi,  prima di uscire dalla camera disse:
“Goku, vieni con me. Voi due rimanete qui” concluse rivolgendosi a Pan che, nel contempo, aveva abbracciato un Vegeta tremante di paura e pallido come un cencio.
“Sì. State attenti” rispose semplicemente Pan prima di vederli sparire dietro la porta della camera.
Trunks e Goku percorsero il corridoio che li divideva dal portellone di ingresso dell’astronave in uno stato di grande apprensione per il ragazzo e di estrema curiosità per il bambino. Quando la grande porta si aprì, i due capirono subito cosa aveva tanto turbato Vegeta. Il pianeta era popolato da enormi, verdognoli, morbidi, disgustosi, striscianti, viscidi e totalmente innocui vermi giganti che passavano probabilmente le loro giornate a crogiolarsi sotto il sole tiepido che scaldava quel pianeta e a degustare altrettanto enormi foglie di insalata, unica vegetazione presente sull’intero pianeta.
I due sayan spalancarono la bocca davanti a quella visione, poi, cercando di escogitare un piano Trunks disse:
“Goku, mio padre NON deve vedere tutto questo. Ha paura di queste creature quando è ssj4, se le dovesse vedere da bambino temo possa morire di terrore. Ti prego, non dirgli cosa c’è qui fuori. Diciamogli che dobbiamo andare io e Pan a cercare la sfera e tu e lui state qui e…e….
“Finiamo di organizzare la festa di stasera?” gli suggerì Goku tirandolo fuori dall’imbarazzo di trovare un’attività per sé e per il suo piccolo amico principe.
“Ok, ottima idea. E mi raccomando: non dovete uscire, per nessun motivo al mondo, promettimelo Goku!” lo supplicò il ragazzo preoccupato per l’eventuale reazione del piccolo padre.
“Promesso! Parola di sayan!” rispose allegro Goku.
“Bene. Vieni, andiamo a chiamare Pan. Prima partiamo e prima possiamo andarcene da questo assurdo pianeta” concluse Trunks richiudendo il portellone.
Tornati in camera trovarono Pan che stava leggendo una storia di draghi, dame e cavalieri a Vegeta che non perdeva occasione per commentare ogni singola frase facendola impazzire a dare continue spiegazioni.
“Allora?” chiese la ragazza vedendo il compagno rientrare insieme al nonno.
“Pan, dobbiamo andare io e te a cercare la sfera. Goku e mio padre rimarranno qui per finire i preparativi della festa. Andiamo?” disse Trunks preparando uno zainetto con il radar e qualche cosa da sgranocchiare per strada.
“Cosa c’è là fuori Trunks?” chiese Vegeta impaurito dall’idea di dover lasciare andare la sua protettrice.
“Oh, niente di speciale, solo che c’è molta puzza e a te darebbe molto fastidio. State qui, ok? E non aprite il portellone per nessun motivo, la navicella si riempirebbe subito di quel cattivo odore…” disse Trunks mentendo spudoratamente al padre.
“Sono pronta, andiamo!” esclamò allegra Pan contenta dell’idea di poter passare un po’ di tempo con il suo amore, anche se su un pianeta così inospitale.
“Ciao bambini, non combinate qualche guaio, ok? Finite di sistemare tutto per stasera! A più tardi!” disse Pan prima di sparire con il fidanzato dietro la porta.
“Ciao!” risposero all’unanimità i due bambini rimasti soli.
“Cheffacciamo Vegeta?”
“Kaaroth, ha detto la verità Trunks? C’è puzza là fuori?” chiese il principe che non era per nulla convinto della spiegazione fornitagli dal figlio.
“Sì, una puzza terribile…cosa facciamo?” insistette Goku non raccontando l’intera verità.
“Mhm…andiamo a vedere com’è messa la torta che ha  fatto Pan…”
“Ottima idea! Così gli diamo anche un’assaggiatina…” esclamò Goku entusiasta.
I due bambini entrarono di soppiatto in cucina, aprirono il frigo e tirarono fuori la meraviglia di torta panna e fragole che Pan aveva magistralmente ornato.
Goku e Vegeta non resistettero nemmeno dieci secondi e si misero a mangiare tutte le fragole e gran parte della panna montata che ricopriva la torta. Quando poco dopo capirono di aver combinato un guaio e di aver rovinato il magnifico lavoro fatto da Pan, i due si guardarono ed esclamarono:
“O no…e adesso?”
Si misero a pensare e ripensare a come fare per porre rimedio a quel terribile disastro e, ad un tratto, Vegeta disse:
“Kaaroth, vai a prendere la panna montata che usa Trunks alla mattina per farsi la barba”
“Ah già!!!! Vegeta sei un genio! E per le fragole come facciamo?”
“Ora ci penso, inizia a prendere la panna” gli rispose secco il principe.
Goku corse in camera di Pan e Trunks e nel bagno trovò subito la bomboletta che cercava, nell’armadietto sopra al lavandino. Poi, prima di tornare da Vegeta, vide una scatoletta con disegnate sopra delle fragole e pensò che forse dentro ci fosse la soluzione ai loro problemi.
Quando tornò in cucina, vide che sopra la torta c’era uno strato di strani frutti rossi e subito chiese:
“Vegeta, hai trovato altre fragole per caso?”
“No, ma questi sono i pomodori ciliegini…ciliege, fragole, che differenza vuoi che faccia? Non se ne accorgeranno nemmeno. Tu cosa hai trovato?” chiese il principe osservando cosa l’amico stringeva nelle mani.
“Ah, sì, dunque…ecco la panna montata e poi…ho trovato questa scatoletta che ha disegnate sopra delle fragole e altri frutti e…
“Dammi qua, fa’ vedere” disse acido il principe scendendo dall’alto sgabello su cui era seduto e portandogliela via di mano.
“Mhm…interessante” concluse aprendola.
Ciò che tirò fuori però fu una completa delusione per entrambi. Non c’era niente dentro che avesse nemmeno la forma di una fragola, ma solo una serie di pacchettini quadrati, colorati e leggermente rigonfi.
“Uffa, pensavo di aver trovato qualcosa di interessante…” esclamò Goku un po’ demoralizzato.
“Già…ma cosa diavolo saranno questi? Apriamo quello rosso con disegnate le fragole, vediamo cosa c’è dentro” esclamò Vegeta incuriosito dagli strani pacchettini.
I due piccoli sayan ne presero uno e lo aprirono per poi rimanere per qualche secondo ad osservarne il gommoso, trasparente, profumato e parzialmente viscido contenuto.
“Cos’è, Vegeta?”
Il bambino più grande alzò un sopracciglio e, per non far vedere di non avere assolutamente idea di che cosa fosse, disse la cosa più scontata che gli venne in mente:
“I palloncini per la festa, ovvio!”
“Giàààà, perché non ci ho pensato prima? Ma allora li dobbiamo gonfiare e sistemare di là nella sala comandi e in fretta anche, prima che tornino Pan e Trunks!” disse allegro Goku.
“Già, tu comincia a gonfiarli, io metto la panna sulla torta e poi ti aiuto” disse Vegeta ri-ornando alla bella e meglio la torta con la schiuma da barba di Trunks per poi rimettere il dolce modificato nel frigo e la bomboletta, praticamente vuota, nell’armadietto del bagno del figlio.
Quando tornò in cucina, trovò Goku tutto rosso intento a gonfiare ancora il primo ‘palloncino’ che aveva raggiunto ormai dimensioni allucinanti.
“Kaaroth! Ma quanto grande lo vuoi fare? Così non esce nemmeno dalla porta della cucina! Dai sgonfialo e dammene un po’ che ti aiuto” lo sgridò Vegeta.
“Dici? Ma come fa a gonfiarsi così tanto senza scoppiare?” chiese Goku un po’ stupito della resistenza della gomma che, a poco a poco, stava facendo lentamente sgonfiare.
“E cosa vuoi che ne sappia io? Saranno speciali…” rispose secco il principe afferrandone una decina e aprendo il primo pacchettino.
“Certo che avranno anche la frutta disegnata sopra, ma per me puzzano lo stesso troppo ‘sti affari…” disse scocciato Vegeta prima di mettersi a gonfiare un ‘palloncino’ alla banana.
Quando i due bambini finirono erano quasi esausti per la fatica che l’intera operazione aveva richiesto loro. Andarono ad ornare la sala della festa mettendo ‘palloncini’ sparsi un po’ qua e un po’ là, appendendoli anche con molta cura ai lati dello striscione con la scritta “auguri Trunks”.
Alla fine, esausti, si sedettero sulle poltrone della postazione di comando e, di lì a poco, si addormentarono contenti del lavoro che avevano svolto.
Poco più di un’ora dopo, Pan e Trunks fecero ritorno all’astronave. Entrarono in fretta richiudendosi il portellone alle loro spalle.
“Bambini? Siamo tornati” chiamò Pan.
I due piccoli sayan si svegliarono all’istante e gli corsero incontro per salutarli. Il loro entusiasmo fu smorzato a più di due metri di distanza da loro, dato l’odore che i due emanavano.
Immediatamente Goku e il suo compagno di avventure si chiusero il naso con indice e pollice e fecero il gesto con la mano libera di allontanarsi dai due appena tornati.
“Che accoglienza!” disse Pan indispettita.
“Che puzza!” controbatte Vegeta ancora più scocciato.
“Ok, andiamo a farci una doccia e poi diamo il via ai festeggiamenti!” disse Trunks per finire la discussione fin da subito.
“Sì, dai, che bello! Abbiamo anche una sorpresa per voi!” disse allegro Goku.

Poco più tardi, i due bambini aspettarono i due adulti fuori dalla porta della loro camera per poterli bendare e portare così fino alla stanza della festa.
Trunks e Pan stettero al gioco e si fecero condurre per mano fino alla sala comandi. Quando furono davanti all’ingresso, i due bambini si alzarono leggermente in volo per poter togliere loro la benda dagli occhi e, entusiasti, gridarono:
“Uno, due, tre: SORPRESA!!!”
Quando gli tolsero i due pezzi di stoffa dagli occhi, gli stessi per poco non cadevano dalle orbite in cui solitamente alloggiavano. I due ragazzi spalancarono la bocca in un’espressione quantomeno sconcertata e, senza riuscire a guardare il suo compagno, Pan balbettò:
“T-T-T-Truunks?”
“NON-DIRE-UNA-SOLA-PAROLA” rispose Trunks scandendo ogni singola sillaba per accentuare il suo sconcerto.
“Bello eh?” disse Goku con gli occhi che gli brillavano dall’entusiasmo.
“Li abbiamo trovati nella vostra camera e abbiamo pensato che fosse una buona occasione per usarli!” continuò il nonno di Pan  sempre più eccitato.
“Usarli…” si limitarono a ripetere sottovoce Pan e Trunks.
“Che c’è? Non siete felici? Non è bello? Sentite? C’è anche un bel profumino di frutta!” continuò Goku non capendo lo stato di catalessi in cui erano finiti i due.
“Felici…” ripeterono loro come macchinette rotte.
Poi, dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante, Pan, riprendendosi in parte dallo shock disse:
“Eheh (risatina nervosa) siete stati bravissimi! Allora diamo il via ai festeggiamenti? Vado a prendere la torta! TRUNKS! Vieni…ad aiutarmi, eheh”
Mentre percorrevano il breve corridoio che li portava alla cucina la ragazza gli chiese con aria supplicante:
“Truunk?”
“No, Pan. La risposta è no. E non ne voglio più parlare, intesi?” rispose il ragazzo intuendo quale sarebbe stata la domanda della sua fidanzata.
Quella purtroppo non era la sola sconcertante notizia della giornata. Quando Pan aprì il frigo e vide la torta, un unico urlo echeggiò in tutta la navicella e in tutto lo spazio che la circondava:
“BAMBINIIIIIII!!!!!! COSA DIAVOLO AVETE COMBINATOOOOOO!!!!”

La torta di compleanno fu sostituita con dei buffissimi, bruciacchiatissimi e leggermente amarognoli muffin al cioccolato, preparati da Goku e Vegeta sotto la supervisione del festeggiato e della sua compagna. Per il resto, la serata fu comunque molto piacevole e divertente. Con la consapevolezza che purtroppo, o per fortuna, quella specie di lungo viaggio stava quasi per volgere al termine, i quattro se ne andarono a dormire felici e contenti del fatto che solo una sfera mancava all’appello e al loro tanto desiderato ritorno a casa.
Quella notte, Pan e Trunks, nonostante la grave perdita forzata dei loro ‘effetti personali’ avuta nel pomeriggio, decisero di recuperare tutto l’amore che si erano persi in quei lunghissimi sei giorni, disinteressandosi completamente del resto del mondo, o meglio, dello spazio, che li circondava e li cullava dolcemente, fino alla loro nuova meta. 









 

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Capitolo 8
*** L'ULTIMA SFERA ***


NA: Il capitolo che segue è stato diviso in tre parti perchè altrimenti sarebbe stato troppo lungo. Grazie a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di aspettare questo aggiornamento e buona lettura!




 
Ore 7.00
 
Pan fu svegliata da uno gridolino piagnucoloso, proveniente dal bagno dei bambini. Si alzò di malavoglia. Si infilò una vestaglia e delle ciabattine rosa con le orecchiette da coniglietto che le aveva regalato Goku e si trascinò fino alla porta del bagno. Fece un enorme sbadiglio e si mise ad origliare. Passarono pochi secondi da che Pan si trovò a sgranare gli occhi esterrefatta per ciò che riuscì a sentire:
“Kaaroth, apri quella bocca. Non farmi arrabbiare, sai?”
“No, ho detto di no”
“Kaaroth!!”
“No, non mi infilerai quell’affare in bocca, hai capito?”
“Ma smettila di fare il bambino. Ti ricordo che hai quanti? 40-50 anni? O di più? Cosa vuoi che ti faccia?”
“No, no e poi no. Perché lo devo fare solo io? Quando lo dovevi fare tu, delle scene pietose!”
“Non è vero!”
“Sì, ti ho sentito come frignavi chiuso in bagno con Trunks, sai?”
Pan stava per svenire…ma cosa diavolo stavano combinando quei due? Corse in camera e svegliò Trunks tirandolo letteralmente giù dal letto, prendendolo per una caviglia e trascinandolo per il corridoio, fino alla famigerata porta.
“Che c’è Pan? Cos’è successo?” chiese il ragazzo con la voce ancora impastata dal sonno.
“Tuo figlio…cioè, volevo dire…tuo…tuo padre…è chiuso in bagno…con Goku…non so cosa stiano facendo, ma devi venire! Presto!” spiegò la sayan in evidente stato confusionale.
“Sì, sì, va bene, vengo. Posso, posso camminare con le mie gambe, per favore?”
“Oh, sì, sì certo. Ma muoviti!” rispose la ragazza mollando la caviglia del fidanzato.
Un istante dopo, i due erano con l’orecchio appiccicato alla porta per poter capire cosa si fossero inventati i due mocciosi.
“Ah…ah…oooohhh…ah…
“Kaaroth, e sta’ fermo. Come faccio a infilarlo bene se continui a lamentarti?”
“Aaaaahhhh…
“Ma smettila, dai che ci sono quasi…aspetta…no, non ce la faccio, è troppo grosso…devo andare a chiamare Trunks, lui è bravissimo. Aspetta qui…torno subito”
Trunks e Pan sentirono un tonfo sordo, come se Vegeta fosse saltato sul pavimento. Prima che girasse la chiave nella toppa, i due ragazzi erano già corsi in camera e si erano riinfilati a letto, fingendo di dormire.
Videro la piccola sagoma di Vegeta sulla porta e, facendo finta di essersi appena destati, Pan gli chiese:
“Vegeta? Cosa succede? Dov’è Goku?”
“È in bagno. Trunks, vieni? C’è da fare un lavoretto. Quello che l’altro giorno hai fatto a me…” disse il bambino come se la sua richiesta avesse un senso logico per suo figlio.
“Truuunks?” chiese Pan sgranando gli occhi allucinata, sperando di ottenere una spiegazione.
“Ah! Quel lavoretto! Ok, arrivo, fammi vestire” rispose il ragazzo senza dare alcun peso al tono sconcertato della fidanzata.
“Sì, va bene, muoviti però, che altrimenti Kaaroth scappa dal bagno” esclamò secco il piccolo principe allontanandosi.
“Truuunks…cosa…cosa…cosa…
“Pan, ci sono lavori da uomini e lavori da donne. Questo è da uomini. Quindi, tu adesso te ne stai qui e aspetti tranquilla. E se senti Goku strillare, o qualsiasi cosa tu senta…non ti muovere di qui. Ci penserà mio padre a tenerlo fermo. Ok?” rispose il ragazzo con calma e indifferenza, infilandosi la tuta da combattimento.
“COSA? Nooo!…Non è ok…cosa devi fare a mio nonno?” insistette Pan preoccupata.
“Fidati, l’ho già fatto tre volte, a mio papà…sono un esperto ormai! Anche lui lo faceva a me…quando avevo la sua età!” rispose il sayan stampandole un bacio sulla bocca e uscendo dalla camera per andare a compiere la sua ‘missione’.
Pan rimase seduta sul letto a dir poco sconcertata. Poco dopo sentì suo nonno gridare:
“NOOOO TRUUUUNKS! Non farlo! NOOOOO”
“Goku, calmati! Vedrai che non ti farà niente! Che sayan sei ad avere paura di una cosa simile?” cercò di tranquillizzarlo Trunks, con una voce veramente dolcissima.
“Trunks, muoviti. Non trattarlo come farebbe sua nipote. Sbrigati che non ce la faccio più a tenerlo!” disse Vegeta scocciatissimo.
“Ok, da bravo Goku, apri la bocca. Vedrai che non ti farà male. Promesso!” insistette Trunks.
“E va bene…” disse la voce di Goku rassegnatissima.
“Bravo…così…fermo…aspetta…uno…due…tre…
SBANG
Pan sobbalzò nel sentire il rumore di una porta che sbatteva, ma poi si stupì non poco nel sentire suo nonno chiedere perplesso:
“Beh? Quanto ci vuole ancora?”
“Basta, è finito…hai visto che non ti ha fatto male? Tieni, vai a farlo vedere a Pan!” disse allegra la voce di Trunks.
“Grazie, corro!”
Pochi istanti dopo, Pan se lo vide comparire sulla porta della camera, con il braccio teso in avanti e con qualcosa di molto piccolo stretto tra indice e pollice.
“Guarda Pan! Adesso viene il topolino? Eh, Pan? Me lo porta il soldino? Eh, Pan? Paaan?” cominciò a domandare Goku salendo sul letto e iniziando a saltarci sopra come un canguro impazzito.
“Nonno! Nonno calmati!” cercava di bloccarlo Pan agitando le braccia verso di lui, per evitare che il bambino le cadesse addosso.
“Eheh, sono stato bravo?” chiese nel contempo Trunks che, con suo padre, era tornato in camera.
“Sì, sì, sei stato bravo. Adesso, per favore, lo puoi bloccare? Sembra…cosa? Drogato? Dice che un topo gli deve portare dei soldi…è completamente impazzito!” si affrettò a dire Pan, che già lo vedeva cadere di testa dal letto.
Per fortuna intervenne Vegeta che, partendo in volo, gli fece un placcaggio tipo football facendolo cadere sul morbido cuscino di Trunks.
“Adesso tu ti calmi, altrimenti ti disintegro. Chiaro?” lo aggredì il principe tenendolo bloccato sotto di sé.
“Va bene. Ma viene il topino a portarmi il soldino per il dente?” insistette Goku mettendo un broncino terribile.
“Ti ho detto che viene, a me è venuto, l’anno scorso” disse Vegeta per consolarlo.
“Ehm…papà? Era settimana scorsa, non l’anno scorso” precisò Trunks chiedendosi, ancora una volta, perché i bambini non avessero la minima idea della differenza tra anno, mese e giorno.
“Sì, vabbè, che differenza fa? Comunque diglielo anche tu che viene il topolino. Altrimenti questo si mette a frignare” rispose Vegeta continuando a tenere bloccato il suo piccolo amichetto.
“Ma certo Goku! Certo che viene il topolino. Devi mettere il tuo dentino sotto il cuscino e domattina troverai il tuo soldino. Ok?” lo tranquillizzò Trunks, facendo l’occhiolino a Pan che veramente non ci stava capendo più nulla.
“Ok…corro!” esclamò il piccolo sayan saltando giù dal letto e correndo fuori dalla porta.
“Eheh…bambini…” disse allegro Trunks prima di vederlo tornare tutto soddisfatto e sorridente.
“Beh, direi che dovremmo essere quasi arr…
SBADABAN
I quattro sayan si schiantarono uno addosso all’altro contro la parete della camera da letto. L’astronave era atterrata bruscamente sul pianeta sul quale avrebbero trovato l’ultima sfera.
“Che botta!” dissero praticamente all’unanimità Pan, Vegeta e Goku massaggiandosi le varie parti del corpo che si erano pestati.
Solo Trunks non disse nulla e si alzò velocemente in piedi, trasformandosi in ssj.
“Che succede, Trunks? Perché ti sei trasformato?” chiese Pan spaventata dal fatto che anche Vegeta e Goku si erano immediatamente rimessi in piedi, guardando seriamente il giovane.
“Ragazzi? Che succede?” insistette lei non ricevendo risposta.
“Le sentite anche voi?” chiese Trunks preoccupatissimo ai due bambini.
“Sentire cosa?” chiese Pan inutilmente.
“Sì, ma sono…strane…” disse Vegeta fissando un punto imprecisato al di fuori dell’oblò.
“Lo so, ma non mi fido. Ne conosco due, le altre no, ma non mi piacciono. Pan, mettiti la tuta. C’è gente poco raccomandabile, là fuori” ordinò Trunks senza nemmeno voltarsi per vedere se Pan stesse bene, dopo la botta che si erano presi.
“Ma dai Trunks. Anche io sento delle auree, ma non mi sembrano affatto minacciose” disse lei rialzandosi e massaggiandosi il sedere che aveva rovinosamente pestato durante il maldestro atterraggio.
“Vestiti, ti ho detto!” le disse secco lui facendola preoccupare veramente tanto.
Un minuto dopo, i quattro erano davanti al portellone di uscita dell’astronave. Radar alla mano, erano pronti a scendere e a recuperare l’ambita ultima sfera, al più presto possibile.
Il pianeta su cui si erano schiantati era molto, molto strano. Faceva un caldo infernale. Ovunque c’erano vulcani in eruzione continua e geyser di fuoco che sputavano fiammate altissime verso un cielo rosso rubino.
“Che sauna, ragazzi! Eheh” rise nervosamente Pan per cercare di smorzare la tensione. Non le piaceva vedere Trunks trasformato. La metteva a disagio perché si era autoconvinta che, in quello stato, potesse perdere il controllo da un momento all’altro.
“Già, sembra l’inferno…” commentò Trunks togliendosi il sudore dalla fronte passandoci sopra il dorso della mano.
“Viste le auree che sento io, potrebbe esserlo tranquillamente…hihihi…che spasso…” disse Goku che sembrava felicissimo di trovarsi su quel pianeta.
“Lo è. Io ho già visto un posto simile…quando ero…cattivo e sono…morto…Sono sicuro. Questo Ѐ l’inferno, o almeno…un pianeta che gli assomiglia parecchio…” disse Vegeta con un tono che parve a tutti molto triste.
“Davvero? Quindi le aure che sentiamo sono veramente ciò che penso che siano?” chiese Goku sempre più interessato.
“Già. Temo di sì” rispose il principe assumendo un’aria molto seria, per un bambino della sua età.
“Andiamo. Restiamo uniti. Non penso che siano pericolosi, ma stiamo all’erta” disse Trunks uscendo dall’astronave, prendendo per mano Pan.
Il radar li guidò attraverso una radura rocciosa con temperature che raggiungevano i cinquanta-sessanta gradi. L’aria era stranamente rarefatta e l’odore di zolfo peggiorava la già difficile respirazione dei quattro sayan. Con enorme fatica, arrivarono ad una sorta di piana al centro della quale sorgeva uno strano edificio, circondato da quello che doveva essere un giardinetto. Il perimetro era delineato da una rete metallica che non c’entrava nulla con tutto l’ambiente circostante, visto che era coloratissima. Al di là della recinzione, si potevano distinguere uno scivolo, un’altalena, un dondolo e una struttura per arrampicarsi: praticamente, un parco giochi. I due bambini impazzirono totalmente all’idea di potersi fiondare a giocare e, prima che Trunks li potesse bloccare, erano già corsi a  contendersi l’altalena.
“Andiamo Pan, dobbiamo recuperarli e andare a cercare la sfera” disse il giovane sayan preoccupatissimo da quell’anomalo ambiente che si erano trovati davanti.
“Aspetta Trunks, guarda! La sfera è lì dentro. Dentro la struttura. Dobbiamo entrare” spiegò la ragazza mostrandogli il puntino luminoso sul radar che aveva in mano.
“Ah, non ci voleva. Le auree vengono da lì. Forza, prendiamo i bambini” concluse il ragazzo entrando nel piccolo giardinetto.
“Bambini, venite, dobbiamo entrare. La sfera è qui dentro…” disse loro sottovoce mentre cercava ci dividerli dalla rissa che avevano messo in piedi, per conquistare l’ambito gioco.
“Già, ma non finisce qui…tocca prima a me…capito Kaaroth” lo minacciò Vegeta tirandogli un ultimo pugno sulla spalla che l’amichetto incassò con un: “Ahio”
“Sssshhh…entriamo” disse Trunks mettendosi un dito sulla bocca per accentuare la richiesta di silenzio.
Arrivati all’ingresso, si trovarono davanti ad una porta a vetri con appiccicati dei ridicoli disegnini di macchinine e camioncini. Ognuno di essi riportava delle iniziali di nomi che Pan lesse con molta attenzione:
“FJ, MJ, CJ1, CJ2, 3, 4, 5, 6, 7…J2…RJ…Ma che razza di nomi sono?” chiese alla fine.
“P-Paan…guarda cosa c’è scritto qui…” disse Trunks indicando un cartello che Pan non aveva visto perché era posto troppo in alto per lei. La ragazza fece un passo indietro per poterlo leggere meglio e, una volta letto, inarcò un sopracciglio perplessa e chiese:
“Job-day? I papà sono invitati a raccontare il loro lavoro? Ma che storia è questa? Vuoi dire che questa è una scuola?” chiese Pan confusa.
“No eh, io a scuola non ci torno. Punto fine” esclamò Goku incrociando le braccia e facendo una faccia serissima.
“Ma smettila di fare l’ignorante e poi non le senti che simpatiche auree vengono da qui dentro? Se tu non vuoi entrare, fai pure. Io non me le perdo per niente al mondo…” lo canzonò Vegeta.
“E va bene, ci vengo…ma non pens….
“Buongiorno! Benvenuti! Siete nuovi? Venite, venite! Presto che stiamo iniziando! Oggi è il Job-day! È lei il papà di questi due bellissimi bambini? E lei deve essere la mamma! È un piacere conoscervi. Io sono la maestra Luna. Mi occupo io dei bambini. Venite, prego, non abbiate paura!”
Goku fu interrotto da una simpatica signorina dalla pelle blu e i capelli rosa e ricci, che le ricadevano sulle spalle, sormontati da due simpatici cornini gialli. Li accolse come se li stesse aspettando da sempre. Li fece entrare senza nemmeno dar loro il tempo di reagire e li condusse attraverso un allegro corridoio le cui pareti erano completamente ricoperte da disegni di bambini, veramente di dubbio gusto. Li accompagnò fino ad una classe e aprì la porta entrando per prima e lasciandoli ad attendere nel corridoio.
I sayan la sentirono annunciare alla classe l’arrivo di due nuovi bambini, con un’allegria che era quasi disarmante:
“Cari bambini e cari genitori, sono felicissima di annunciarvi che sono arrivati due nuovi bimbi, accompagnati dalla loro mamma e dal loro papà. Ora entreranno e ci diranno come si chiamano e da dove vengono e soprattutto chi li ha…
“FATTI FUORI!” gridarono i bambini all’unanimità lasciando sbigottiti i sayan che, fuori dalla porta, aspettavano di essere ‘presentati’ alla classe.
“Avanti, entrate pure!” li richiamò la maestra.
Goku guardò Vegeta e fece spallucce. L’amico rispose facendogli un sorrisetto malizioso, degno di se stesso, da adulto e, abbassando la maniglia della porta, entrarono nella classe, seguiti da Trunks e Pan. Una volta entrati, non furono solo loro quattro a sgranare gli occhi di fronte agli alunni che sedevano nei piccoli banchi di fronte a loro, ma anche i ‘papà’ che sedevano su delle piccole seggioline in fondo alla sala.
Scese un silenzio tombale, durante il quale tutti scrutarono tutti facendo piombare nel più assoluto imbarazzo la maestra. La poverina non sapeva proprio spiegarsi l’atmosfera elettrizzata che si era venuta a creare, dopo l’ingresso dei due nuovi alunni. La sua ricerca delle parole giuste da dire, fu interrotta dalla voce tuonante del papà del piccolo RJ che fece voltare tutti esclamando:
“KAAROTH?”
“VEGETA?” esclamò la voce del padre dei sette gemelli CJ.
“T-TRUUNKS?” balbettò infine il padre di FJ terrorizzato.
I tre interpellati non poterono fare altro che alzare una mano in segno di saluto e, all’unanimità, esclamarono molto simpaticamente:
“Salve!”








 
 
 

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Capitolo 9
*** L'ULTIMA SFERA 2 ***






“Chi sono?” chiese Pan sottovoce avvicinandosi all’orecchio del fidanzato.
“Eheh…sono…sono…Beh…Goku, papà…ci pensate voi a fare le presentazioni? Io alcuni non li conosco…” disse Trunks facendo un sorrisino per smorzare la tensione.
“Lascia fare a me, Kaaroth, sono un principe, le presentazioni mi vengono particolarmente bene”
“Oh, fai pure, Vegeta…io mi sto godendo lo spettacolo…” rispose Goku visibilmente emozionato.
“Allora, cara nuora…” cominciò Vegeta facendo scoppiare a ridere Pan e Trunks “A partire da destra, abbiamo: l’inetto che avevo mandato sulla Terra per uccidere tuo nonno e che poi ci ha lasciato le penne lui: il generale Radish che, tra parentesi, è fratello di tuo nonno, quindi, se non sbaglio, è il tuo prozio…
“Ma non vi assomigliate per niente, nonno…” lo interruppe Pan.
“Sì, lo so…io sono incredibilmente più bello e fascinoso!”
“Fascinoso? Ma che parole usi, Kaaroth? Comunque, a fianco a lui c’è quella sottospecie di larva umanoide verde, con la coda aspirante, che prende il nome di Cell, tra l’altro ucciso da tuo padre con un mio piccolissimo contributo…
“Piccolissimo contributo un corno, scusa, eh, Vegeta…se mi posso permettere…mi hai sparato un Big Bang Attack, oltretutto alle spalle…” lo interruppe Cell per precisare come fosse avvenuto in realtà il suo trapasso.
“Vegeta…alle spalle? Lo sai che non si colpisce l’avversario alle spalle, scusa…non è educato…” intervenne Goku tanto per dire la sua.
“Davanti c’era tuo figlio…che gli faceva una Kamehameha…e poi, scusa, non era proprio di spalle…era un po’ spostato di lato…e poi lui, a tradimento, aveva ucciso Trunks, non lui, quell’altro, quello con quegli orribili capelli lunghi da femmina sulla testa…comunque…per continuare. A fianco a Cell c’è la parte cattiva e magrolina di quell’affare che si teneva in casa tuo nonno. La cicca rosa con il pisellino in testa è Majin-Bu, è lui che mi ha spedito qui la seconda volta. La prima è stata colpa di quello a fianco. Quello piccolino con la coda tra le gambe, lo vedi? Lui è Freezer. Anche lui l’hanno fatto fuori due volte: una ci ha pensato tuo nonno, l’altra mio figlio, ma ancora non lui” disse indicando Trunks “Quell’altro, quello che veniva dal futuro, che era sempre mio figlio, ma io non l’avevo mai conosciuto. Lui l’ha tagliato in due con una spada e poi ha ucciso anche suo padre, Re Cold…
“Hihihi…io gli ho fatto fuori anche il fratello…come si chiamava? Frigorifero?” lo interruppe di nuovo Goku ridendo sotto i baffi.
“Cooler…si chiamava Cooler…possibile che tu non ti riesca mai a ricordare di nulla? L’ultimo, il muso verde, non lo conosco, ma il figlio, che è qui in prima fila, mi ricorda vagamente Junior, l’amichetto di tuo papà. Quindi posso dedurre che quello sia suo padre, ma temo sia inutile chiedere a Kaaroth come si chiami…sicuro che non se lo ricorda…” concluse Vegeta osservando Goku che si batteva un pugno sulla testa, come per cercare di ricordarsi quel dannato nome.
"Mi chiamo Al Satan, signorina...Per servirla" disse il namecciano con un accento oxfordiano che lasciò tutti allibiti.
“Eheh…è un piacere…” disse Pan leggermente imbarazzata.
“Ma quale piacere, Pan? Se si trova qui, vuol dire che si è comportato male, no? Non è un piacere conoscere certa gente!” esclamo il piccolo suocero della ragazza furioso.
“Beh…sì…ma mi sembra una persona cordiale…e poi se è papà di un bambino…si è trovato anche una moglie…forse ha messo la testa a posto, come tutti gli altri…no?” insistette Pan non sapendo con chi avesse a che fare.
“Ma quale moglie? Mica che per fare un bambino ci vuole per forza la moglie, adesso!” insistette Vegeta che, come al solito, stava ricominciando a litigare con Pan.
“Ma come non ci vuole la moglie, Vegeta? Chi li fa i bambini?” chiese la giovane sayan perplessa del fatto che il piccolo principe non sapesse nemmeno questo.
A questo punto, Goku si sentì in dovere di intervenire, essendo l’unico ad aver assistito alla “nascita” di quasi tutti i ‘piccoli’ che costituivano le classe. Si schiarì la voce e disse:
“Ehm…Paaan…Vedi…Vegeta ha ragione. I figli di Cell sono usciti dalla sua coda…Il figlio di Al Satan è nato da un uovo uscito dalla sua bocca. Majin Bu credo che si sia staccato un pezzo di quell’assurdo codino che ha in testa e abbia fatto una copia di se stesso…in piccolo…l’unico che proprio non capisco, è mio fratello. Come ha fatto ad avere un figlio? Oltretutto non gli assomiglia per niente” spiegò Goku osservando il piccolo sayan più simile a se stesso, che a quello che doveva essere suo padre naturale.
“Già, è vero…come hai fatto, Radish?” chiese Vegeta altrettanto perplesso.
“Beh…ecco…ho adottato il figlio che Cell non voleva perché gli è uscito uguale a Kaaroth…dopo essere esploso, i vari combattenti che costituivano il suo corpo erano diventati difficilmente gestibili e ha cominciato a produrre figli somiglianti un po’ a tutti. L’altro mio figlio, in seconda elementare, è identico a te…Vegeta…Ma, a proposito, perché siete così piccoli?” chiese Radish perplesso dopo aver dato la spiegazione più assurda che i quattro avessero mai sentito.
“Cosa vuol dire adottato, Pan?” chiese Goku a sua nipote.
“Sei sempre il solito ignorante Kaaroth, vuol dire che lo prendi dagli altri perché non ne puoi avere uno da solo, no? E comunque, siamo piccoli perché Shenron, il drago, ci ha fatto diventare così esaudendo il desiderio di un idiota tappetto azzurro, un certo re Pilaf” spiegò Vegeta rivolgendosi prima a Goku e poi allo stesso Radish.
“Ah, ma quindi, voi non siete morti?” chiese la maestra perplessa.
“No, certo che no!” risposero all’unanimità i quattro sayan.
“E quindi, scusate, cosa ci fate qui?” chiese di nuovo l’insegnante che proprio non ci stava capendo più un tubo.
“Hey, tu, togliti il dito dal naso, non sai che è maleducazione…hey, no! NON.LO.FARE! Non osare metterti il dito in bocca e mangiarti…nooooo…AHH!! CHE SCHIFO!! Ma come lo stai tirando su tuo figlio, Radish? Ѐ veramente disgustoso!! Fa anche più schifo del figlio di Majin Bu che si sta ciucciando il codino viscido che ha sopra la testa! Fate schifo, tutti quanti!” interruppe tutti Vegeta osservando la scena decisamente disgustosa delle attività preferite dei piccoli della classe.
“RJ e MJ, basta fare schifezze, prendete un foglio e fate tutti un bel disegno, ok? Così finalmente posso capire di cosa hanno bisogno questi signori, forza! E non litigate per le matite…no…no…MJJJJJ! Ritrasforma subito RJ. Quante volte te lo devo dire che non puoi trasformare gli altri bambini in caramelle? Le cose si chiedono ‘per favore’…non ci si comporta così. Forza, chiedi scusa a RJ e fate pace!” intervenne la maestra per cercare di riprendere in mano la situazione.
“Scusa RJ, non ti trasformo più in caramella, ok? Mi presti il rosa?” disse il piccolo MJ intimorito.
I bambini si misero a disegnare/colorare/pasticciare/scarabocchiare una quantità infinita di fogli per buona pace degli ‘adulti’ che, finalmente, poterono dialogare con la maestra in tutta tranquillità…o quasi.
“Vede, noi stiamo cercando la settima e ultima sfera del drago che ci manca per completare il set e potercene finalmente tornare a casa, sulla Terra. Ci serve perché così possiamo esprimere il desiderio di far tornare adulti questi due bambini. Vede, lui è mio padre, il principe dei sayan, Vegeta e l’altro bambino è il nonno della mia fidanzata Pan e si chiama Goku…o Kaaroth…a seconda di chi lo chiama…”spiegò Trunks alla maestra facendo un po’ di presentazioni per farle capire meglio la situazione.
“Oh, capisco…e la sfera è qui?” chiese la signorina gentilmente.
“Beh, sì…Vede, abbiamo un radar costruito da mia madre che serve per cercarle e l’ultima risulta essere qui…in questa classe…Magari qualcuno dei bambini l’ha vista” continuò Trunks.
“Ѐ per caso questa che cercate?” intervenne Majin Bu richiamando su di sé l’attenzione di tutti quanti, tranne dei bambini che stavano ancora disegnando. Il mostro faceva saltellare sul palmo della mano proprio l’ambita sfera che i quattro stavano cercando e li guardava con uno sguardo truce e severo che lasciava intendere solo, che non l’avrebbe mollata tanto facilmente.
“Sìììì! Evvaiiii! L’abbiamo trovata! Che bello!” esclamò allegra Pan prendendo le mani di suo nonno e iniziando a saltellare in tondo tipo Heidi con le caprette.
“E no, carini…Non l’avete trovata voi. L’ho trovata io…qui, nella cesta dei giocattoli…e sapete cosa vi dico? Che a me, a differenza degli altri genitori inetti dei bambini altrettanto inetti, escluso il mio, ovviamente, di essere qui all’inferno non sta affatto bene. A differenza loro, io sono stato eliminato con l’energia sferica fatta da Goku con l’aiuto di tutti quegli incapaci dei terrestri. Qui non potresti mai accumularla, tanta energia. Primo perché qui è tutto…come dire…morto e secondo, perché non credo che i presenti siano molto intenzionati a darti una mano…” spiegò il mostro con fare provocatorio.
“Cosa vuoi Majin Bu? Ti abbiamo eliminato già una volta e ora siamo molto più potenti di allora. Vuoi combattere? Vuoi la rivincita? Non ci facciamo troppi problemi sai?” lo sfidò Goku tornando ad essere improvvisamente serio e con uno sguardo che, in quel momento, era identico a quello del suo amichetto Vegeta.
“TSK, ma a chi pensate di fare paura, pulci? Con quelle dimensioni, nemmeno se fate la fusione come facevano quegli altri due mocciosi riuscireste a battermi…e poi io…sono già morto…non potete di certo uccidermi più di così. Quindi se volete la sfera…venitevela a prendere!”
In un attimo, Majin Bu si mise la piccola palletta in bocca e la inghiottì sotto gli occhi sgranati dei presenti che avevano assistito alla disgustosa ingestione con tanto di leccata di labbra, come per assaporarne meglio il gusto inesistente.
“Fai schifo” disse semplicemente Vegeta imitando un finto conato di vomito.
“Farò anche schifo, ma la sfera ce l’ho io…allora? Venite a prendervela o no?” insistette facendosi comparire in viso un sorriso raccapricciante.
I quattro sayan lo guardarono perplessi e rimasero ammutoliti per quello che sembrò a tutti un lunghissimo minuto. Poi ad un tratto, Pan chiamò tutti ‘in riunione’ dicendo:
“Ehm…signor Majin Bu…potrebbe scusarci solo un secondo? Così decidiamo chi di noi deve venire a riprendersi la sfera, ok?”
“Sì, sì, fate pure…tanto io non ho fretta sapete…ho tutta l’eternità” rispose il mostro rosa rimettendosi ‘comodamente’ seduto sulla seggiolina e accavallando le gambe come se fosse un lord seduto su un trono.
I quattro sayan si riunirono in cerchio e iniziarono a discutere animatamente anche se a bassissima voce, per non farsi sentire:
“Io non ci torno dentro quell’essere…ha la mente più bacata di quella di Kaaroth e lo stomaco è anche peggio. Nella pancia ha pure degli enormi vermi che mi volevano mangiare, l’ultima volta!” disse Vegeta mettendo subito in chiaro quale fossero le sue intenzioni.
“Ma smettila, Vegeta! Ma quale mangiare? Alla fine ci hanno pure indicato la strada per andare a salvare Trunks, Goten e gli altri! Non erano mica così terribili! Comunque anche a me l’idea di tornare lì dentro non mi piace affatto. Secondo me è un inganno per assorbirci e diventare potentissimo” ribatté Goku evidenziando che le sue intenzioni erano uguali a quelle di Vegeta.
“Già…me lo ricordò com’è…lì dentro…se dovesse assorbirvi o assorbire tutti quanti noi sarebbe un vero pasticcio…Perché non vi trasformate tutti e due in ssj4? Con la fusione da adulti lo fate fuori in tre secondi, cosa ne dite?” chiese Trunks un po’ sconsolato.
“TRUUUNKS! Ma come puoi essere così crudele? A parte che è già morto e quindi non lo si può più uccidere. Ma come fai a pensare di fargli del male davanti a suo figlio? Andiamo! Siamo sayan, mica mostri come lui, no?” intervenne Pan sgridandolo.
“Beh, allora? Tu cosa proponi, Pan?” le chiese Vegeta un po’ scocciato del fatto che il piano di Trunks fosse stato scartato per colpa di un moccioso ciucciacodino che sedeva in seconda fila, vicino alla minicopia di Goku.
“Beh…lo portiamo fuori…gli mettiamo vicine le altre sei sfere e invochiamo Shenron, così la sfera uscirà immediatamente dal corpo di Majin Bu, senza che lui nemmeno se ne accorga. Poi esprimiamo il desiderio e le sfere si disperderanno…facile no?” spiegò la ragazza con il tono da maestrina che tanto irritava suo suocero che, immediatamente e imitandone malamente la voce, le fece subito il verso:
“Facile no? Facile un tubo, Pan…Non possiamo evocare Shenron qui all’inferno. Primo è una creatura divina, non comparirà mai qui e secondo, quando le sfere saranno tornate attive, se ‘sta gentaglia dovesse trovarle, tutte e sette, che desiderio pensi esprimeranno? Io non me li voglio ritrovare vivi e vegeti ancora una volta sulla Terra, dopo tutta la fatica che ha fatto tuo nonno e tuo padre, per eliminarli”
“E anche tu, Vegeta” aggiunse Goku facendogli un tenero sorriso.
“Beh, sì…un po’ anche io…allora? Come facciamo?”
La domanda di Vegeta venne interrotta da un rumorino molto poco piacevole seguito da un odorino ancor meno gradevole proveniente da uno dei bambini seduto nella prima fila di banchi.
“Posso andare a fare la cacca, maestra?” disse FJ alzando la manina.
“FJ, devi dire che devi andare alla toilette, senza specificare ogni volta cosa ci vai a fare…Comunque vai pure” gli rispose gentilmente la maestra.
Vegeta scosse la testa mentre Goku si sbatteva una mano in fronte per indicare che era frustrato quanto l’amichetto per quella situazione così anomala.
Quando tornarono a guardare Pan e Trunks, si accorsero che i due stavano confabulando tra di loro:
“…sì, potrebbe funzionare…
“…già perché no?
“…sì, credo che sia l’unica possibilità che abbiamo…
“Hey, voi due…di cosa state discutendo? Quale possibilità?” chiese Goku un po’ perplesso.
“La cacca” dissero all’unanimità gli altri due come se fosse la cosa più normale del mondo.
“La caccaaaa?” chiesero i bambini sayan in coro.
“SSSHHSH…parlate a bassa voce…Vedete, la sfera non è viva. Ѐ un oggetto e, come tale, non può essere assorbito da Majin Bu…quindi, prima o poi, verrà fuori, giusto?” spiegò Trunks con l’aria di chi aveva trovato la soluzione delle soluzioni.
“Sto per gomitare…” si limitò a dire Vegeta sempre più disgustato.
“Si dice vomitare, papà…E comunque questa è l’unica soluzione, mi pare. Non ci rimane altro da fare che aspettare. Fra poco andranno tutti a pranzo, troveremo qualcosa da dargli da mangiare che lo faccia correre in bagno il più presto possibile, prima recuperiamo la sfera, prima potremo andarcene da questo dannato pianeta. Allora, ci state?” spiegò il ragazzo che furbamente l’aveva buttata sul cibo.
“Ok! Mi è venuta anche un’ideona! Vediamo se ci sta…” disse Goku allegro.
I quattro si rimisero in fila in modo da guardare di nuovo Majin Bu che attendeva con ansia la loro decisione. Con così tanta ansia che, nel contempo, si era pure addormentato con tanto di bolla al naso.
Goku si schiarì la voce e subito il mostro si ridestò, stropicciandosi gli occhi e facendo uno sbadiglio molto poco signorile.
“Allora? Cosa avete deciso? Chi mi vuole sfidare?” chiese subito dopo.
“Ehm, veramente abbiamo pensato ad una sfida un po’ diversa dal nostro ultimo incontro” iniziò a spiegare Goku.
“Cioè?” chiese perplesso.
“Noi avvertiamo un leggero languorino e vorremmo sfidarti ad una gara a chi mangia di più…Io e Vegeta siamo troppo potenti per te, perché anche se siamo piccoli, ci possiamo comunque trasformare e anche fare la fusione…senza orecchini, questa volta…per cui non avresti molte possibilità…E visto che sei già morto, spariresti totalmente da questo e da altri mondi…lasciando solo il tuo bambino…Vuoi davvero lasciarlo orfano?” spiegò Goku con una naturalezza disarmante.
“TSK, mi vorreste far credere che potete diventare ssj adulti? Pensate che abbia paura di due biondini con la coda da scimmietta?” li provocò il mostro senza scomporsi.
A quel punto, Trunks, Pan e Goku, si sbatterono una mano in fronte e scossero la testa. Se c’era una cosa che mandava letteralmente fuori di testa Vegeta, era proprio sentirsi dare della scimmietta. Fece un paio di passi in avanti e lo aggredì con l’aria più seria che un bambino di sei anni potesse avere dipinta in volto:
“Coda da scimmietta? Guarda che io sono il principe dei sayan, non osare chiamarmi scimmietta, altrimenti te la faccio pagare, sai?”
“Scimmietta, scimmietta, scimmietta!!” continuò imperterrito la cicca rosa.
L’aura di Vegeta stava crescendo smisuratamente. Era chiaramente sull’orlo della trasformazione in ssj4, ma era evidente che gli ci volesse un ultimo aiutino. Senza girarsi verso la nuora la chiamò severamente:
“PAN!”
“Uffa! Ma ci devo pensare io tutte le volte?” rispose la ragazza con un tono scocciatissimo.
“Non fartelo ripetere due volte sai? O vuoi che ti disintegri?”
“PFUUUU…E va bene…Vegeta, è inutile che ti scaldi, tanto mio nonno è più forte di te, anche da piccolo…scimmietta” disse Pan con un’indifferenza totale facendo precedere la frase da uno sbuffo terribile.
Un secondo dopo, la ragazza era con la schiena al muro e sollevata dieci centimetri da terra. Vegeta la teneva per la tuta stretta in un pugno poco sotto al mento e la guardava con due occhi severissimi:
“Chiedimi scusa” le disse solamente.
Pan non fece in tempo ad aprire bocca che Vegeta si sentì un dito picchiettare sulla spalla. Voltò leggermente la testa e sentì Goku che, in un orecchio, gli sussurrava:
“Da bravo Vegeta. Mettila giù, eh? O vuoi finire per la terza volta in questo posto? Saresti in ottima compagnia”
Il principe rimise Pan a terra e subito andò a rifugiarsi dietro Trunks che non era intervenuto apposta per far trasformare anche Goku. Sapeva che sarebbe andato a difendere sua nipote e che, per farlo, doveva diventare ‘grande’ come suo padre.
“Sì…ehm…scusa…mi sono lasciato prendere la mano…” disse Vegeta all’amico che, in tutta risposta, gli fece l’occhiolino.
I due si misero a braccia conserte ad osservare Majin Bu che aveva, come tutti gli altri, gli occhi sbarrati e la mandibola che praticamente toccava terra, tanto le loro bocche erano spalancate dallo stupore.
“C’è bisogno che facciamo anche la fusione o è sufficientemente chiaro?” chiese Goku allo sfidante che li osservava incredulo.
“Ok, a che ora si pranza?” chiese il mostro alla maestra senza pensarci su nemmeno un secondo.
“Oh, fra dieci minuti andiamo tutti a lavarci mani, zampe e quant’altro e poi scendiamo alla mensa per il pranzo, sono contenta che vi fermiate tutti a pranzare con i bambini!” disse allegra la maestra che ancora non sapeva a cosa stesse andando incontro.
“Bene, non vedo l’ora!” disse Goku facendosi passare la mano sulla pancia, disegnando dei cerchi.
“A chi lo dici” aggiunse Vegeta.
“Non la scamperete, sayan. Se vinco io, dovete affermare qui, davanti a tutti che sono il più forte di tutti. Così la pianteranno di chiamarmi confettone o BigBubble o Marshmallow. Ѐ chiaro?” disse severamente il mostro rosa accettando la sfida propostagli.




NA: Ho dovuto dividere ulteriormente questo capitolo perchè altrimenti risultava ancora troppo lungo. Spero di concluderlo presto!
Grazie per qualsiasi recensione o solamente a chi legge!
A presto
DDS
 

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Capitolo 10
*** L'ULTIMA SFERA 3 ***


 



Un quarto d’ora dopo, erano tutti seduti ai piccoli tavolini della piccola mensa infernale, nel senso che faceva un caldo terribile, pronti a ‘degustare’ il ‘delizioso’ menù gentilmente offerto dalla scuola: pasta al sugo di barbabietole o di fagioli, carciofi bolliti e, per frutta, fichi d’india o prugne.
Inutile dire che dopo una cinquantina di piatti di pasta, i tre contendenti al titolo di ‘stomaco d’acciaio’ iniziarono a dare i primi segni di cedimento.
I bambini tifavano un po’ l’uno un po’ l’altro, senza aver molto chiaro per chi parteggiassero i loro padri che guardavano la sfida interdetti, quanto la maestra.
Effettivamente, Freezer si era messo a commentare assieme a Radish gli stili e le tecniche di ingestione del cibo. Al Satan e Pan, si erano letteralmente scocciati di seguire l’assurdo torneo messo in piedi dai tre divoratori per soddisfare la loro fame di vendetta e non solo e, intorno al ventesimo piatto di pasta, si erano sistemati in un angolo appartato a discutere di Junior, il primo figlio di Al Satan, nonché migliore amico di Gohan. Il namecciano volle sapere tutto, ma proprio tutto ciò che gli era successo, com’era cambiato e diventato ‘amico di famiglia’. Pan spiegò tutto con molta gioia, gli sembrava che quell’uomo fosse davvero molto gentile. Forse il fatto di aver avuto un secondo figlio da accudire lo aveva migliorato e Pan iniziò a pensare che anche per gli altri ‘cattivi’ doveva essere così. Ne ebbe parziale conferma quando, in prossimità del cinquantesimo carciofo mangiato da Majin Bu, si avvicinò al suo fidanzato che stava chiacchierando amichevolmente con Cell. Arrivò nel momento in cui il mostro verde si stava scusando con Trunks, per averlo ucciso colpendolo alla sprovvista, durante il suo torneo.
“Beh, ma te l’ho detto, non ero io. Era il me stesso venuto dal futuro. E poi, comunque, era pure tornato in vita poco dopo, con le sfere del drago. Non ti preoccupare, dai, sono cose che succedono durante i tornei! Ti posso presentare la mia fidanzata? Lei è Pan, la figlia di Gohan!” gli disse Trunks mettendo un braccio intorno alle spalle della sayan che si era avvicinata a lui.
“Pan, che piacere…sai, è un onore per me conoscere la figlia del sayan che mi ha eliminato. La cosa che mi ha dato più fastidio in assoluto, oltre al fatto di essere passato all’altro mondo…cioè a questo…è che sulla terra credono ancora tutti che io sia stato ucciso da quell’idiota di Mr. Satan. Ѐ veramente frustrante e…insopportabile…mi fa una rabbia…” spiegò il mostro stringendole la mano.
“Eheh…sì…ehm…piacere, Cell…Comunque Mr. Satan sarebbe mio nonno e sulla Terra sono tutti convinti che abbia ucciso anche Majin Bu…è una specie di eroe…incredibile eh?”
Il mostro sbiancò ancora di più di quanto già non fosse, con quel suo colorito grigiognolo e balbettò:
“Cosa? Sei…sei la nipote di Mr. Satan? S-Scusa…io non…non potevo saperlo…io non…
“Hey, Cell, va tutto bene! Non mi sono mica offesa! Io lo so che è stato mio padre e questo mi rende molto più felice che pensare che sia stato mio nonno! Non ti preoccupare! Piuttosto, i tuoi bambini sono davvero simpatici, cordiali ed educati. Penso che tu sia un bravo papà, come lo è anche Al Satan, d’altro canto…” lo consolò la ragazza dandogli una leggera pacca sulla spalla.
“Oh, sì, grazie…è difficile crescerli senza una mamma. Ѐ per questo che ho dovuto farne adottare due a Radish…Mi si è spezzato il cuore, ma è stato meglio così. I sayan devono crescere con i sayan…Giusto?” spiegò il mostro sinceramente.
“Beh…sì…penso di sì…Ma dì un po’, come mai siete diventati tutti così giudiziosi qui negli inferi?” chiese Trunks veramente allibito per il comportamento veramente OOC di tutti quanti.
“Beh…ecco…il fatto è che qui…o ti comporti bene, oppure ti spediscono ancora più giù, dove ci sono personaggi ancora più terribili di noi…Sai, la controparte negativa del vostro drago Shenron, per esempio, Baby e altri personaggi che, paragonati a noi, sono dei veri incubi. Ѐ per questo che ognuno di noi si è trovato un lavoretto e cresce dei bambini. Solo Majin Bu è un po’ una ‘testa calda’. Vuole essere il capo…che lo faccia pure, tanto qui siamo tutti nella stessa barca…” spiegò Cell dimostrando di aver raggiunto una maturità veramente disarmante. Trunks sgranò gli occhi allibito e, facendogli un sorriso gli rispose:
“Caspita, Cell! Complimenti! Non ti facevo così…
Il loro simpatico colloquio fu bruscamente interrotto da un:
“BASTA! Non ce la faccio più. Mi arrendo!” detto all’unanimità da Vegeta e Goku che avevano la pancia piena come un uovo.
“Cofa? Fo fife fo fifo?” chiese Majin Bu con la bocca ancora piena di cibo.
“Bla, sei disgustoso Majin Bu. Non lo sai che non si parla con la bocca piena? Mi fai venire il voltastomaco! Oltretutto Kaaroth e io non li possiamo mangiare i carciofi, per una questione di 'principio'...e tutti questi fichi d'india ci hanno letteralmente riempito. Più di così non ci sta più nulla” disse Vegeta disgustato.
“GLGLGLGLGL…Ehm…scusate…ehm…io dovrei fare un salto al bagno…non credo di sentirmi troppo bene” disse ad un tratto Goku emettendo un assurdo gorgoglio proveniente dalla pancia.
“UGH! Anch’io, ti seguo…ma proprio con la pasta alle barbabietole e i fichi d'india dovevamo fare ‘sta dannata sfida? Tutta roba che ti fa correre al bagno…Ma non c’era del sushi?” chiese Vegeta alzandosi per seguire l’amico.
“Eheh…niente mari…niente sushi…questo è quello che offre il pianeta…” gli rispose imbarazzata la maestra che aveva assistito allibita all’abbuffata.
I due occuparono gli unici due bagni liberi e quindi, quando anche l’intestino di Majin Bu decise che era il momento di ‘agire’, il mostro dovette far comparire un istantaneo WC chimico. Proprio come anni prima, quando Goku e Vegeta giravano liberi dentro il suo organismo, decise di trasformare un sasso nel suo gabinetto personale. Corse fuori dalla scuola e, un istante dopo, poteva finalmente liberarsi del ‘pranzetto’ che si era ingurgitato, dimenticandosi completamente della sfera che si era preso come ‘aperitivo’.
Pan, vedendolo uscire di corsa, decise di seguirlo. Prese per mano il piccolo MJ dicendogli:
“Hey, piccolino, andiamo a vedere dove va a nascondersi il tuo papà, eh?”
“Sììì! Seguiamolo!” rispose il bambino entusiasta allungando la manina rosa verso la sua nuova amica della vita.
Appena fuori, si nascose con lui dietro una roccia e stette ad aspettare che il padre del piccolo mostriciattolo rosa, uscisse dal suo privè.
Quando finalmente sentirono il rumore dello sciacquone e lo videro ricomparire affaticatissimo e sudatissimo come se avesse combattuto la peggiore delle battaglie, aspettarono che rientrasse a scuola per prendersi il suo ambito riconoscimento.
Appena sparì dietro la porta d’ingresso, Pan prese il radar cercasfere e subito constatò che il piano elaborato con Trunks aveva funzionato alla perfezione. Si voltò verso il piccolo e gli chiese sottovoce:
“Hey, ti va una caramella gigante?”
 “Ma la maestra non vuole che trasformo le cose in caramelle, perché poi le mangio e mi fanno male ai dentini…” spiegò il bambino mettendo il broncino.
“Ok, allora riesci a trasformare quella casetta in una ciliegia? La frutta fa bene, no? Una bella ciliegia gigante con dentro il nocciolino, eh?”
“Mhm mhm” rispose il bambino aprendo un sorrisone a cui mancavano tutti i denti da latte.
“Bravo, forza!”
Il bambino fece uscire dal suo codino un raggio luminoso che, appena colpì il WC usato da suo padre, lo trasformò in una grossa ciliegia rossa e succosa delle dimensioni di un pallone da calcio. Pan si avvicinò, prese la ciliegia e se la mise nello zaino, poi prese per mano il piccolo MJ e rientrò con estrema nonchalance nella scuola riportandolo direttamente in classe. Si fermarono fuori dalla porta e Pan gli disse:
“Bravo MJ, sei stato davvero gentile. Sai mantenere un segreto?”
“Mhm mhm” rispose il piccolo facendo cenno di sì con la testolina e facendone dondolare il codino.
“Guarda, ti regalo un soldino di cioccolato per tutti i dentini che ti sono caduti. Sai, li lascia il topolino la notte sul comodino e stanotte li lascerà a Goku, che ne ha perso uno proprio stamattina, come te. Ѐ giusto che li abbia anche tu perché sei proprio un bravo bambino, sai?” gli disse inginocchiandosi davanti a lui e prendendo dei soldini di cioccolato da mettergli nella taschina del grembiulino.
“Grazie” disse semplicemente MJ rifacendole lo stesso sorrisone sdentato di poco prima.
“Mi raccomando però MJ, non dire niente a nessuno della ciliegia, ok? Almeno fino a quando sarò partita. Me lo faresti questo favore?” chiese Pan stramaledicendo se stessa per essersi appena ‘comprata’ il silenzio del piccolo.
“Quale ciliegia?” chiese lui facendole un sorrisetto fin troppo malizioso per la sua età accompagnato pure da un occhiolino.
I due rientrarono in classe e mentre MJ riprendeva il suo posto a sedere, Pan si avvicinò a Trunks per comunicargli che aveva finalmente la sfera con sé.
“Non voglio sapere come l’hai presa” le sussurrò il ragazzo nell’orecchio facendo una faccia schifatissima.
“Poi lo vedrai!” rispose lei facendogli l’occhiolino.
I due vennero interrotti da Majin Bu che, ripresosi dallo sforzo epocale di poco prima, apostrofò i due sayan con un:
“Allora? Quali erano i patti?”
“Kaaroth! Potresti pensarci tu a dichiararci…sc…insomma, che ha v…O insomma! Hai capito no? Io non ce la faccio. Il mio orgoglio di principe me lo impedisce. Lo comprendi vero?” disse Vegeta con fare quasi supplichevole.
“O certo, nessun problema. Se uno è più forte, bisogna riconoscerlo, no?” disse Goku allegro.
Poi, voltandosi verso lo sfidante gli disse:
“Beh…hai vinto…Majin Bu. Sei decisamente più forte, vorace e famelico dei sayan. Hai battuto me e Vegeta e ti posso assicurare che io stesso pensavo fosse letteralmente impossibile. Quindi sì, sei decisamente il più forte di tutti. Senza alcun dubbio!”
“AHAHHAAH! Avete sentito? Sono il più forte! Il più forte di tutti!” esclamò Majin Bu scoppiando in una fragorosa risata e andando a prendere in braccio suo figlio per farlo volare in aria.
“Papà è il più forte!” gridava allegro il bambino mentre volava sopra la testa del fiero papà per poi essere ripreso dalle forti braccia paterne.
“Sìììì, sono il più forte! AHAHAHHA!”
Mentre i due mostravano agli altri la simpatica scenetta di vittoria, alla faccia della sportività, i quattro sayan salutarono e ringraziarono la maestra per la mattinata davvero ‘istruttiva’ e sgattaiolarono fuori dall’aula senza farsi sentire.
Uscirono a grandi passi dalla scuola voltandosi ogni tanto per vedere di non essere seguiti. Una volta fuori, decisero di partire in volo per tornare il più velocemente possibile alla loro navicella. Quando arrivarono però, c’era qualcuno ad aspettarli, appoggiato al portellone d’ingresso con le braccia incrociate.
“Cell? Che ci fai tu qui? E come hai fatto ad arrivare prima di noi?” chiese Goku un po’ perplesso.
“Che domande Goku! Me lo hai insegnato tu, il teletrasporto! Ho sentito le vostre aure venire da questa parte e sono venuto anche io, no?” rispose il mostro verde facendo un simpatico sorriso.
“Eheh…è vero! Il teletrasporto! Che scemo che sono…perché non ci teletrasportiamo tutti a casa anziché tornare con la navic…
PUF
Goku non fece in tempo a finire la frase che tornò ad essere piccolo assieme a Vegeta che commentò l’idea dell’amichetto con un:
“Ecco, appunto…adesso dobbiamo tornare con la navicella. Contento, Kaaroth?”
“E vabbè! Non è mica colpa mia no, se la trasformazione dura solo due ore…” ribattè Goku mettendo un broncio terribile.
“Ah, bambini, dai, fate i bravi. Fatemi sentire cosa è venuto a fare qui Cell” disse Trunks per sanare l’imminente rissa.
“Beh, ero venuto per salutarvi, veramente e per dare questo a Pan, da parte di MJ. Inoltre volevo chiederti se potevi salutare tuo padre da parte mia e dirgli che mi sarebbe piaciuta una rivincita, ma ora la sua aura si sente da qui…dubito di avere qualche possibilità…a meno che non mi voglia sfidare a scacchi o backgammon…lì sì che gli darei del filo da torcere!” spiegò il mostro porgendo a Pan un foglio su cui MJ aveva disegnato se stesso che le dava la manina e, tra i due, un’enorme ciliegia a forma di cuore.
“Grazie” disse Pan visibilmente commossa dopo aver osservato attentamente il disegno.
“Gli puoi dire che lo appenderò nella mia camera? Ѐ stato un pensiero molto carino…davvero”
Poi, dopo qualche istante di esitazione, continuò:
“Senti, Cell. Perché non vieni tu a salutare mio padre di persona? Penso gli farebbe immensamente piacere vedere come sei…ehm…cambiato. Così ci potresti anche teletrasportare a casa…cosa ne pensi?”
“Beh…ecco…io veramente…non posso proprio. Mi dispiace. Sono morto, sono all’inferno. Non mi è consentito teletrasportarmi fuori di qua. E poi, fra poco, escono i bambini da scuola e io devo assolutamente andare a prenderli…non voglio che si sentano abbandonati” si giustificò Cell con aria un po’ afflitta, come se la proposta lo avesse, in qualche modo, leggermente interessato.
“Ah, già! Ok, mi dispiace, me ne ero scordata…scusa. Porterò io i tuoi saluti al mio papà! Buona fortuna, Cell” concluse Pan stringendogli la mano.
“Grazie, anche a voi. Fate buon viaggio e…a mai più rivederci!” li salutò Cell mettendosi due dita in fronte e sparendo nel vuoto un istante dopo.
“Che personaggio!” esclamò Trunks.
“Già, puoi dirlo forte!” gli fece eco Goku.
“Incredibile come avere dei figli ti possa cambiare così tanto. Quelli erano spietati assassini senza scrupoli che hanno distrutto o volevano distruggere interi pianeti solo per il gusto di farlo. Ora sono qui e il solo fatto di avere dei bambini, li ha fatti completamente rincitrullire…Pazzesco. Per fortuna mi avete fatto tornare in vita, altrimenti sarei ridotto anch’io così” disse il piccolo principe scuotendo la testa.
“Ehm…Vegeta…scusa…non per puntualizzare, ma non ti sembra che anche tu sia…ehm…cambiato…rispetto a qualche anno fa, quand’eri…ehm…con Freezer?” chiese Goku timidamente, per non far arrabbiare l’amichetto.
“Certo che sono cambiato, scusa! Sono alto un metro e ho sei anni. Se dicessi che non sono cambiato sarei un deficiente, no?” rispose il piccolo principe dei sayan indispettito di aver dovuto constatare l’ovvio.
“Ma io mi riferivo a…niente, lasciamo perdere. Partiamo? Non vorrei che Majin Bu si ricordasse della sfera” concluse Goku.
Trunks aprì il portellone e tutti quanti salirono a bordo. Una volta seduti sulle poltroncine di partenza con le cinture allacciate, non rimase altro da fare che impostare la rotta verso l’ultima destinazione di quell’assurdo viaggio. Non erano passati molti giorni da quando avevano deciso di partire per cercare le sfere e tutti erano ora desiderosi di poter finalmente tornare a casa e riabbracciare i propri cari.
Solo Pan aveva assunto un’aria estremamente malinconica e l’unico ad accorgersene fu Trunks quando la vide digitare la parola ‘Terra’ con la mano tremolante.
“Panny. Hey, piccola, tutto bene? Lascia, le inserisco io le coordinate” le sussurrò nell’orecchio.
“Sì…cioè, voglio dire…un po’…possiamo parlarne dopo? Senza i bambini, voglio dire?” rispose lei sottovoce e abbassando lo sguardo per non fargli vedere che i suoi occhi si stavano riempiendo di enormi lacrimoni.
“Ok, ora partiamo. Appena ho inserito il pilota automatico andiamo di là e mi spieghi tutto, ok?” le rispose Trunks sempre sottovoce.
Poi, un po’ per cambiare argomento e ritirarle su il morale e un po’ per cercare di coinvolgere anche i due bambini, le disse:
“Allora Pan? Come hai fatto a recuperare la sfera? Non si sente nessun ‘odorino’ provenire dal tuo zaino…deduco che ti sia venuta qualche splendida idea per non ‘sporcarti le mani’!”
Pan si passò velocemente la mano sugli occhi, per impedire ai suoi lacrimoni di fomentare la serie martellante di domande che i due bambini avrebbero messo in piedi per capirne il motivo. Si fece comparire un sorriso in volto e, prendendo lo zainetto da terra ed estraendone il frutto di dimensioni spropositate, disse:
“Beh, ovviamente no, non avevo la minima intenzione di andare a ‘cercare’ la sfera. Mi ha aiutato MJ. Ha trasformato il gabinetto improvvisato di Majin Bu in questa grossa ciliegia, all’interno della quale, il nocciolo, è proprio la nostra sfera” 
“Ma sei geniale! Brava Pan! Non mi sarebbe mai venuta in mente un’idea così! Ѐ per questo che MJ ti ha regalato quel disegno?” chiese Trunks veramente sbalordito per l’idea della fidanzata.
“Già…” rispose solo Pan incupendosi di nuovo.
“Quindi adesso non ci rimane altro da fare che mangiarla e recuperare il nocciolo!” disse allegro Goku impedendo alle lacrime di Pan di tornare ad annegarle le iridi color pece.
“Kaaroth, fai schifo. Ti ricordo che quella ciliegia viene dalla trasformazione del gabinetto di Majin Bu…non penserai davvero di mangiartela, vero?” gli domandò il suo amichetto schifato per la proposta.
“Eheh…temo che tu non te la potrai mangiare comunque, nonno. Ci sta già pensando qualcuno a portare a termine la missione!” disse allegra Pan ritrovando in parte il sorriso mentre osservava una allegra famigliola di vermotti che, sotto i suoi occhi, si gustavano il succoso frutto con una lentezza estenuante.
“No eh! Non dirmi che…ci sono anche loro!” disse Vegeta quasi terrorizzato.
“Ma dai, Vegeta! Sono solo dei vermetti, cosa vuoi che ti facciano?” chiese Goku tanto per rigirare il dito nella piaga.
“Quelli mi volevano mangiare, quand’ero nella pancia di Majin Bu! Non te lo ricordi forse?” insistette il principe.
“Ma smettila! In fondo ci stanno facendo un favore, no? Mangiano la ciliegia così non facciamo nessuno sforzo per tirare fuori la sfera, ti pare?” cercò di convincerlo Goku.
“Mi pare, mi pare…sai cosa ti dico? Non mi pare affatto. Ora vado nella mia cameretta a dormire, tanto per oggi credo di aver già mangiato abbastanza, visto che non ho più fame. E quando avete recuperato quella dannata sfera, fatemi il piacere di spedire quei vermi fuori nello spazio, oppure domani mattina, finiscono disintegrati. Chiaro?” concluse Vegeta slacciandosi la cintura e saltando giù dalla sua poltrona per recarsi verso il corridoio che lo avrebbe portato al suo ambitissimo letto.
“Sì, sì…chiaro, chiaro…Sapete cosa vi dico? Che me ne vado a letto anche io. Sono davvero davvero stanchissimo. E anche io non ho alcuna fame…chissà come mai…Buonanotte!” disse Goku avviandosi a sua volta.
“Notte Goku, fate sogni d’oro!” disse Trunks.
“Buonanotte nonno e lavatevi i denti, prima di andare a letto!” aggiunse Pan prima di veder sparire il nonno dietro la porta della sua cameretta.
Rimasti soli, Trunks e Pan rimasero qualche minuto in silenzio, ognuno seduto alla propria postazione di comando ad osservare il meticoloso lavoro di ‘divorazione’ del frutto tra le mani di Pan, da parte dei graziosi vermicelli.
Appena usciti dall’atmosfera sulfurea del pianeta che avevano appena lasciato però, successe una cosa davvero strana. I quattro vermotti sparirono all’improvviso lasciando più della metà della ciliegia ancora da mangiare.
“Trunks, hai visto? Sono…sono spariti…”
“Già…forse perché facevano parte di Majin Bu e, come ha detto Cell, nessuno poteva abbandonare quel pianeta” rispose il ragazzo fornendo l’unica spiegazione plausibile.
Pan si slacciò la cintura per alzarsi a portare il frutto smangiucchiato in cucina e finire di farlo a pezzi. Appena fu in piedi, sentì Trunks che le afferrava il polso per trattenerla. Alzò lo sguardo e la scrutò per qualche secondo con i suoi occhi color cristallo, poi le disse:
“Pan, mi dici cos’hai? Non ti ho mai vista così triste. Per favore”
“Ok, ma prima vado in cucina a recuperare la sfera da questo frutto. Inserisci il pilota automatico e raggiungimi. Ti spiegherò tutto”
“Ok. Arrivo”





    
 

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Capitolo 11
*** SI TORNA! ***






Pochi minuti dopo, Trunks entrò in cucina e trovò la sua ragazza assorta in mille pensieri mentre, distrattamente e senza molto successo, con un coltello tentava di recuperare il nocciolo-sfera dal frutto che aveva tra le mani.
Il sayan si avvicinò e, incuriosito dall’inutilmente faticoso metodo che si era trovata per recuperare la sferetta a quattro stelle, le disse:
“Pan, lascia…è molto meno complicato di così”
Detto ciò, le tolse il frutto dalle mani e tenendolo bloccato tra il braccio e il fianco sinistro, infilò tutte e cinque le dita della mano destra nella polpa per andare ad afferrare la sfera che era proprio nel centro.
Una volta presa, la estrasse senza alcuna difficoltà facendo comparire un leggero sorriso sul volto di Pan che lo osservava come inebetita.
A quel punto, non gli rimase altro da fare che gettare il ciliegione denocciolato nel cestino, sciacquare la sfera e asciugarla con un panno per poi depositarla al centro del tavolo.
Trunks si sedette dalla parte opposta rispetto a dove era seduta Pan, in modo tale da poterla guardare. In mezzo a loro, la sfera si era leggermente illuminata, probabilmente iniziava a sentire l’effetto della vicinanza delle altre sei. I due sayan stettero in silenzio per qualche minuto ad osservare quel luccichio che andava via via scomparendo. Quando si spense del tutto, Trunks alzò lo sguardo che, per un istante, incrociò quello della sua amata la quale, poco dopo,  lo riabbassò mestamente.
Il ragazzo si rattristò parecchio nel vederla così amareggiata e decise che era giunto il momento di scoprirne il motivo. Allungò una mano sul tavolo per poter accarezzare e prendere quella di lei e le disse:
“Pan, ti va di dirmi cosa c’è che non va?”
La ragazza fece un enorme sospiro. Certo era inutile tenersi tutto dentro, sapeva che Trunks le voleva bene e non l’avrebbe sicuramente preso malamente, il motivo per cui lei era così triste. Con la mano libera si asciugò velocemente gli occhi che si erano di nuovo riempiti di lacrime, fece un secondo sospiro per farsi coraggio e, alzando lo sguardo per andare ad incrociare quello di lui, gli disse:
“Trunks, promettimi che non ti arrabbierai”
“Ma per cosa, piccola? Mi fai preoccupare, per cosa non dovrei arrabbiarmi?” rispose lui accarezzandole delicatamente la mano che stringeva ancora nella sua.
“Vedi, fra qualche giorno saremo tornati e mio nonno e tuo papà…ecco…loro torneranno ad essere adulti…ma io…io…ecco…io vorrei che rimanessero così, per sempre…soprattutto tuo papà. Io…lo adoro. Ѐ un bambino davvero speciale. Certo voglio bene anche a mio nonno, ma sai, lui da adulto non è così differente da com’è adesso, mentre tuo padre…beh…lo sappiamo com’è, no? Temo che mi mancherà tantissimo. Lui, il suo essere cinico e pungente anche se ha sei anni…Mi mancheranno tante di quelle cose che tu nemmeno puoi immaginare: quando mi da la manina appiccicosa, quando fa finta di non voler essere toccato, ma poi viene e ti abbraccia forte – pausa, sospiro -
Sai? Un giorno è entrato in camera, mentre facevo la doccia per calmarmi, dopo l’ennesima lite in cui mi avevano veramente stufato…mi ha chiesto se la pazienza si poteva ricomprare, da qualche parte…che lui qualche soldino lo aveva e se volevo me li dava…per ricomprarla. Gli ho detto che non ce n’era bisogno e l’ho mandato via…in malo modo, direi…Prima di uscire sai cosa mi ha detto? Mi ha chiesto scusa. Scusa per essersi comportato male. Ti rendi conto? Tuo padre! Il principe dei sayan! Non potevo crederci…Appena è uscito sono scoppiata a piangere. Ora, mentre guardo il disegno così…orribile…fatto da MJ, mi sento esattamente come quella sera. Non riesco a trattenere le lacrime e sai perché…perché io non voglio che questo viaggio finisca. Non voglio dire addio a quei due bambini e so di essere egoista e che questa cosa sarebbe…terribile…per tutti. Tua madre e nonna Chichi mi odierebbero e forse anche tutti gli altri, ma mi hai chiesto perché sto male ed è inutile nasconderti ciò che provo, perché tanto mi conosci meglio di chiunque altro e, in un modo o nell’altro, lo avresti capito comunque”
Pan disse tutto senza mai abbassare lo sguardo da quello attento di lui. Trunks l’aveva ascoltata ed era allo stesso tempo stupito e sollevato perché la cosa che rendeva infelice Pan aveva una sola e semplicissima soluzione. Certo non immediata, ma nemmeno così impossibile da realizzare. Il ragazzo le fece il sorriso più dolce e sincero che lei gli avesse mai visto dipinto in volto e aggrottando la fronte, un po’ indispettita gli disse:
“Ti fa ridere, Trunks?”
“No, non mi fa ridere ciò che hai detto, ma il fatto che forse ho una soluzione, al tuo ‘problema’”
“Ah sì? E quale sarebbe? Prendiamo le sfere ed evochiamo Shenron per chiedergli di farli rimanere piccoli?” chiese lei non troppo convinta che fosse la soluzione più adatta.
“No, non potrei mai fare una cosa del genere, né a mio padre, né a mia madre e nemmeno a noi” proseguì il ragazzo.
“A noi?” lo interruppe Pan perplessa.
“Certo, a noi. Vorresti veramente vivere tutta la tua vita con me e mio padre che ci gira per casa? So che è piccolo e carino e capisco che tu ti ci sia affezionata, ma lui è sempre mio padre e sa di esserlo. Non lo posso educare e far crescere secondo i miei principi perché sono io a dover stare alle sue regole, non lui alle mie. Non è mio figlio e non lo sarà mai. Sono io il suo e devo solo rispettare il suo desiderio di tornare ad essere l’adulta cinica carogna che è sempre stato…”
“E quindi? Quale sarebbe la tua soluzione? Che torni da Cell e mi faccia fare un bambino identico a tuo papà, come il fratello di RJ? O posso chiederlo a Shenron?” chiese Pan sparando idee a casaccio.
A quel punto Trunks scosse la testa. Si alzò lasciando la presa della mano di Pan per poter girare attorno al tavolo e andarle vicino. Prese la sedia su cui era seduta e la fece roteare di novanta gradi, verso di lui. Le braccia di Pan le caddero dal tavolo lungo i fianchi. Lui si accovacciò davanti a lei e le prese le mani tra le sue. La guardò dritta negli occhi per farle capire quanto sincero fosse quanto le stava per dire. Fece un sospiro e le disse:
“Non devi chiedere a nessun altro che a me, Pan. I sayan devono nascere dai sayan. Se è questo che vuoi, devi solo dirlo, principessa. Per me sarà solo un’immensa gioia, darti un figlio e crescerlo, assieme a te”
Pan, dopo un primo momento di incredulità, e dopo aver ingerito aria per circa una decina di volte, riuscì, in sequenza a far tornare: gli occhi nelle loro orbite, il cuore a battere, la connessione della rete neurale a funzionare e, addirittura, a formulare una frase di senso compiuto. Fece un gran respiro e la frase di senso compiuto, secondo lei, che ne uscì fu:
“E se poi esce come mio nonno?”
“Beh, sarà sempre un sayan, no?”
“No, non nonno Goku…nonno S…
“NOOOO! Non lo nominare nemmeno!” la interruppe Trunks sgranando gli occhi dalla paura all’idea di vedere un piccolo Mr. Satan girargli per casa. Pan, invece, pensando alla soluzione propostagli da Trunks, riuscì finalmente a farsi comparire in volto il sorriso che lui tanto desiderava vedere.
Staccò le mani dalle sue per andare a cercare l’elastico che gli aveva tenuto i capelli legati tutto il giorno e poterlo togliere, per lasciarli cadere sulle spalle e infilarci finalmente le dita per poterli accarezzare. Poi gli prese il viso tra le mani e lo avvicinò al suo per poterlo baciare per poi sussurrargli nell’orecchio un tenero ‘Grazie’, pieno di gioia e felicità per come lui le aveva prospettato il loro futuro assieme.
Dopo un lungo e appassionato bacio che servì solo a confermare la volontà di realizzare il loro progetto di vita, si guardarono teneramente negli occhi e, per una strana coincidenza, dissero entrambi la stessa identica cosa:
“Hey, io ho fame”
“Pasta e barbabietole, Pan?” le chiese Trunks per scherzare su cosa i due bambini si erano dovuti ingurgitare per tentare inutilmente di vincere la sfida contro Majin Bu.
“Nooo, per carità! Non ne voglio più nemmeno sentire l’odore…Ti rendi conto che ne hanno mangiati una cinquantina di piatti senza nemmeno assaggiare la pasta ai fagioli…che, secondo me, era nettamente migliore?” rispose lei agitando le mani davanti a sé per accentuare ancora di più la sua totale abnegazione ad ingurgitarsi di nuovo quel piatto disgustoso.
“PAAN! I sayan non mangiano le verdure, non l’hai ancora capito?” gli rispose lui tirandosi in piedi e imitando un po’ il tono di voce di suo padre.
“Ma scusa, Trunks…non è per puntualizzare…ma anche la barbabietola è una verdura…eh?!” cercò di controbattere lei, alzandosi dalla sedia.
“Ma la barbabietola è ‘molle’, come i pomodori…Quindi si può mangiare…capito?”
“Mi stai prendendo in giro, Trunks?”
“Eheh! Un po’…ma penso che sia veramente questo il motivo, non ne vedo altri…domani possiamo chiederglielo, comunque…Cosa ti andrebbe?”
“Te”
“Ma non hai detto che hai fame? Ti faccio una spremuta di arance, se hai sete…il te è pieno di caffeina, non va bene la sera…”
“Te nel senso di tu…comunque ti tengo per dopo…ora vorreiiii…mhmm…
“Pasta? Pizza?” propose il ragazzo sempre più famelico.
“Sushi!”
“E no daiiii…il sushi no! Pan! Mi vuoi vedere morto?!”
“Nooo! Che dici? Perché?” chiese con tono malizioso sapendo a cosa si stesse riferendo il suo fidanzato.
“lo so come lo prepari…il sushi…Ti metti lì, con quella calma e meticolosità assurda…pretendi che io ti stia a guardare, senza che possa aiutarti…e poi ti ciucci le dita e mi fai l’occhiolino e mi fai assaggiare i bocconcini…il tutto in un modo che non è descrivibile perché il rating di ‘sta storia è verde…Ѐ…Ѐ…Ѐ…troppo difficile, per me…da sopportare…Quindi, pasta, corta, così non fai nemmeno quel giochetto che fai di solito con i bucatini…” ribattè Trunks sull’orlo di una crisi ormonale.
“Ok…fusilli?”
“Fusilli”
 
I due si presero tutta la serata per loro. Cenarono ricordando la strana giornata trascorsa sul pianeta infernale, di come fossero cambiati i vari personaggi che avevano incontrato e della fortuna che avevano avuto a recuperare la sfera da Majin Bu senza che nemmeno lui se ne ricordasse.
“Sai, penso che alla fine ce l’avrebbe data lui stesso, senza fare troppe storie. Penso che, alla fine, anche lui si volesse divertire ancora un po’ con noi…Dai, anche lui sarà cambiato, no? Hai visto come si è messo a festeggiare con suo figlio quando Goku e mio papà si sono dichiarati sconfitti…Non è da lui” disse ad un tratto Trunks dopo aver riflettuto sullo strano comportamento dimostrato dal mostro rosa.
“Sì, lo penso anch’io…Forse ci avrebbe trattenuto volentieri per un paio di giorni, per inventarsi nuove sfide con mio nonno e tuo papà…Ma non credo che qualcuno di noi sarebbe rimasto volentieri. Troppa puzza, troppo caldo, troppo cibo orribile…è stato meglio venire via subito” rispose Pan prendendo un pezzo di pane per fare la scarpetta.
“Se fosse stato il pianeta Vegeta 3 mi sarei trattenuto volentieri. Lì sì che si mangiava bene, ti ricordi Pan?”
“Già…pensi che…
“Che?”
“Non è sulla rotta di ritorno il pianeta Vegeta 3? Potremmo farci una capatina, fare un po’ di rifornimento di cibo, salutare gli abitanti e poi ripartire. A tuo papà farebbe piacere, non credi?”
“Sì…beh, penso di sì…non dovremmo deviare molto per poterci passare di nuovo. Domattina chiederemo a mio padre e a Goku se gli va, ok?”
“Ok…Trunks?”
“Sì?”
“Ti va una doccia? Mi sembro un cerino con questo odore di zolfo addosso…”
“Bagno?”
“Bagno”
“Allora vado a riempire la vasca, tu porta il soldino sotto il cuscino di Goku…sai, per il dentino…Altrimenti domattina chi lo sente?”
“Oh, sì, già…me ne ero scordata. Vado subito”
Pan fece per uscire dalla cucina per andare a compiere la sua missione. Poco prima di varcare la porta, si voltò verso Trunks che stava mettendo piatti e pentole a mollo e gli disse:
“Trunks”
“Sì, Pan”
“Ti voglio bene”
“Anch’io, Pan”
“Sarai un papà fantastico”
“Sì, lo spero tanto…finisco qui e arrivo, ok?”
“Ok”




 

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Capitolo 12
*** UNA FERMATA INATTESA - parte prima - ***


NA: le parole in sayan si leggono sempre da destra verso sinistra...



Il mattino seguente, mentre Pan e Trunks dormivano ancora per riprendersi della notte passata a rotolarsi fra le lenzuola, Vegeta si svegliò molto presto con addosso una strana sensazione. Scese dal letto a castello e si mise a guardare il suo amichetto, che dormiva al piano di sotto, che era sdraiato a pancia in su con le gambe e le braccia aperte, formando una sgangherata X. La coda si agitava leggermente tra le gambe, come se scodinzolasse e la cosa fece sorridere Vegeta che, per fargli uno scherzo, la prese tre le mani tirandogliela leggermente.
“No, no…Supremo…non mi staccare la coda di nuovo…faccio il bravo, non la guardo più la Luna…ti prego…” bofonchiò Goku nel dormiveglia.
Vegeta si sorprese molto della frase detta inconsciamente dal suo piccolo amico sayan e immediatamente lasciò la presa.
Poi si sedette sul lettino, vicino ai piedini di Goku e lasciò che la sua coda si arrotolasse con quella dell’amichetto. Il piccolo principe tirò su le gambe stringendosele al petto e, appoggiando il mento alle ginocchia, si mise a pensare…a pensare…a pensare.
Più pensava e più la sua coda giocherellava simpaticamente con quella di Goku che dormiva ancora beatamente, ridacchiando ogni tanto per il probabile solletico che gli veniva trasmesso dalla sua appendice.
Vegeta pensava e guardava le due piccole codine che si divertivano a inseguirsi e ad intrecciarsi. Ad un tratto, i suoi pensieri giunsero finalmente ad una conclusione. Saltò giù dal letto strattonando la coda di Goku, che era ancora avvinghiata alla sua, facendolo svegliare di soprassalto con un terribile:
“AHIO!”
“Kaaroth, svegliati! Ti devo parlare”
“Sono già sveglio, mi hai fatto male…cosa facevi alla mia coda?”
“Io niente. Era lei che giochicchiava con la mia. Poi si sono arrotolate e non è stata colpa mia se ti devo dire una cosa importante. Forza, alzati!” lo incalzò Vegeta vedendolo poltrire.
“Sì, sì, va bene…ma…aspetta un attimo…” gli rispose Goku mettendosi a sedere sul letto per poi voltarsi ed alzare in tutta fretta il suo cuscino.
“Guarda! Ѐ venuto il topino, Vegeta!!! Come sono contento! Mi ha portato il soldino, mi ha portato il soldinoooo!” cominciò a strillare mettendosi a saltellare per tutta la camera.
“SSSHH…E sta’ fermo, Kaaroth! Questa non è la cosa più importante. Te l’avevo detto che sarebbe venuto, ma adesso tu ti calmi, ti rimetti seduto e mi ascolti, chiaro?”
“Ok…” disse Goku rassegnato rimettendosi a sedere sul bordo del letto.
Vegeta rimase in piedi davanti a lui, a braccia incrociate e fare da duro. Si schiarì la voce, come se dovesse fare il discorso del secolo e, guardandolo seriamente, gli disse:
“Kaaroth, hai pensato a come chiedere a Shenron di farci tornare adulti?”
“In che senso, Vegeta?” chiese Goku guardando l’amichetto altrettanto seriamente.
“Voglio dire, non possiamo dirgli semplicemente: ‘Ciao Shenron, per favore facci tornare come eravamo prima di essere trasformati in bambini’. Io non voglio tornare esattamente com’ero prima” proseguì Vegeta.
“Noo? E come vorresti essere? Più forte? Più alto? Più grasso? Coi capelli viola come Trunks? Eh, Vegeta? Come?”
“Ma nooo! Ma quale alto, basso, grasso…io voglio…vorrei solo che Shenron mi desse la possibilità di tenermi la coda. A me piace averla e, non so per quale motivo, anche a Bulma non dispiace affatto. Non la voglio tenere per trasformarmi in scimmione e distruggere tutto…come facevo una volta…credo…Ma se Shenron mi fa tornare grande senza coda, io non posso più diventare ssj4. E io voglio ancora allenarmi con te…così…Non mi va di dover chiedere a Bulma, tutte le volte, di accendere quella maledetta macchina che fa i raggi per farmi trasformare. Non voglio dipendere da lei…” concluse abbassando lo sguardo per non far vedere a Goku quanto quella cosa fosse frustrante. 
“Mhmm…capisco. Dimmi un po’, Vegeta…sei sicuro di non rivolere la coda per conquistare la Terra, vero?” gli chiese Goku non perfettamente convinto della sincerità del principe.
“Cosa? Ma come ti permetti, Kaaroth? Ritira subito quello che hai detto, sai? O vuoi che ti faccia saltare gli altri quattro denti che ti stanno dondolando? Guarda che io sono cambiato…e parecchio, anche! Come puoi pensare una cosa simile?” lo apostrofò Vegeta tornando a fissarlo negli occhi con un’aria rabbiosissima.
“Mhmm…sarà…ma la scusa dell’allenamento non mi convince molto, sai?” insistette Goku scuotendo la testa.
A quel punto, Vegeta non ci vide più dalla rabbia. Gli saltò addosso facendolo ricadere sul letto e, mettendosi a cavalcioni della sua pancia, cominciò a riempirlo di pugni in faccia che ebbero l’effetto scontato di far saltare due dei dentini ciondolanti di Goku che finirono sul cuscino sporcandolo.
“UHAAA! Basta Vegeta! Mi fai male! UHEEE!” cercò di bloccarlo Goku mettendosi a frignare come un poppante.
“Ritira quello che hai detto altrimenti…
“…MAY DAY…MAY DAY…onuclauq im evecir? Im omaihc BEET, OPAC led atenaip VEGETA 3…Im etitnes? Omais itats itaccatta. Otepir. Omais itats itaccatta. Es onuclauq ic evecir…Iv ogerp…icetat(uia)…AHAAAAA..
La voce disperata proveniente dalla radio di bordo interruppe la rissa tra Vegeta e Goku. Entrambi sgranarono gli occhi spaventatissimi per quanto avevano appena sentito e perfettamente compreso: il pianeta Vegeta 3 era in forte pericolo e gli unici che potevano fare qualcosa erano proprio loro.
I due bambini scattarono in piedi e, disinteressandosi completamente del loro litigio, Vegeta disse:
“Kaaroth, dobbiamo aiutarli. Vado a rispondere alla radio. Tu vai a svegliare Trunks e Pan. Dì a Trunks di venire subito in sala comandi. Facciamo rotta sul pianeta Vegeta 3. Va’, corri”
“Sì, vado subito” rispose Goku infilandosi la tuta e correndo fuori dalla camera.
Solo un minuto dopo, Vegeta era davanti alla radio a cercare di contattare inutilmente il pianeta colonia, mentre Goku entrava nella camera di Pan e Trunks sbattendo la porta e facendo sobbalzare i due giovani, che si misero seduti sul letto coprendo le loro ‘grazie’ come meglio poterono.
“Presto, Pan, Trunks! Venite! Ѐ successa una cosa terribile! Correte presto!” gridò loro con tono disperato.
“G-Goku? Ma che diavolo…” tentò di dire Trunks ancora frastornato per il cruento risveglio.
“Trunks, sbrigati! Dobbiamo cambiare rotta. Il pianeta Vegeta 3 è in grave pericolo, vieni!” insistette il bambino andando a fianco al letto e prendendo Trunks per un braccio per trascinarlo fuori dalle coperte.
“CHE COSA!? Il pianeta colonia? Come fai a saperlo?” chiese il ragazzo raccattando la parte inferiore del pigiama per rimettersela, prima di uscire dalle lenzuola.
“La radio! Nella radio c’era la voce di Beet! Diceva MEIDEI MEIDEI, ci hanno attaccato! Aiutateci!” spiegò Goku, a grandi linee.
“Ok, andiamo…dov’è mio papà?” chiese alzandosi.
“Sta provando a contattarli, ma finora non ci è riuscito! Presto!”
Goku lo prese per mano e lo trascinò fino alla sala comandi dove trovò Vegeta che, microfono alla mano, chiamava Beet come un disperato.
Come prima cosa andò a modificare la rotta, impostando, come nuova destinazione, il pianeta attaccato. Notò con sua grande soddisfazione che sarebbero arrivati lì in meno di mezz’ora. Reimpostò il pilota automatico e andò da suo padre, accovacciandosi a fianco alla poltrona su cui era seduto. Gli prese il microfono dalle mani e gli disse:
“Papà, lascia, bisogna premere contemporaneamente questi due pulsanti per comunicare con qualcuno…vedi? Tu hai le manine troppo piccole. Ora io li premo e tu chiami Beet, ok? Digli che saremo lì fra una ventina di minuti e di cercare di resistere. Cerca di capire chi li ha attaccati, ok?”
Il piccolo principe lo guardò con due occhi pieni di lacrime e di gratitudine per aver accettato di cambiare rotta, per tentare di salvare quella che lui considerava la sua colonia.
Trunks premette entrambi i pulsanti ai lati opposti del microfono e Vegeta iniziò a parlarci dentro scandendo bene le parole:
“Beet, Beet! Onos Vegeta, im itnes? Omeras ìl arf 20 itunim. Ihc iv ah itaccatta, Beet?”
Fruscio…
Urla…
Fruscio…
Stridio della radio…
Poi, dopo qualche istante di attesa insopportabile, finalmente la nota ma ansimante voce di Beet disse:
“Re Vege-ta…etaf otserp! I inomrev… i inomrev…ic onn-ah otaccatta…onn-ats od-na-rovid…ott-ut!”
“I inomrev? Ilauq inomrev?” chiese Vegeta senza avere risposta.
“I vermoni del pianeta su cui abbiamo trovato la sesta sfera…” disse Goku dimenticandosi totalmente che Vegeta non ne sapeva nulla.
“La sesta sfera? Ma quale pianeta, Kaaroth?” chiese Vegeta sempre più confuso, ma stranamente per nulla terrorizzato all’idea di dover affrontare questi famigerati vermoni.
“Papà, il giorno del mio compleanno siamo atterrati su un pianeta e io e Pan siamo andati a cercare la sfera perché tu avevi una strana sensazione, appena siamo atterrati, ti ricordi? Il pianeta era abitato da grossi vermi giganti che si nutrivano di insalata altrettanto gigante. Sembravano innocui…non pensavo potessero muoversi su altri pianeti e divorare tutto…” tentò di spiegare Trunks.
“Come erano? Com’erano i vermoni, Trunks?”
“Boh… enormi, verdognoli, morbidi, disgustosi, striscianti, viscidi…come sono normalmente…dei vermi…solo un bel po’ più grandi…” cercò di spiegare Trunks tentando di essere il più preciso possibile.
“Sono Quatch” disse secco Vegeta.
“Quatch?!” chiesero all’unanimità Trunks e Goku.
“Sì. I Quatch sono parassiti che si trasferiscono da un pianeta all’altro, divorando tutto ciò che trovano. Poi, quando non c’è più nulla da mangiare, creano dei bozzoli orribili dai quali nascono delle enormi farfalle che sono in grado di volare nello spazio aperto, senza problemi. Quando arrivano su un nuovo pianeta, le farfalle depositano le uova, dopodiché muoiono. Dopo poche ore nascono i nuovi Quatch che, in meno di mezza giornata, possono devastare un intero pianeta, grande come la Terra. Sono pericolosissimi. Se me lo aveste detto, l’altro giorno, sarei sceso io stesso a distruggere il pianeta su cui si trovavano, prima che andassero a distruggere la mia colonia” spiegò Vegeta quasi con le lacrime agli occhi.
“Oh, papà…mi dispiace davvero tanto. Sembravano innocui…non avrei mai creduto che potessero essere mostri simili…” tentò di giustificarsi Trunks.
“Già, non potevate saperlo…” rispose Vegeta abbassando lo sguardo sconsolato.
“Che succede?” chiese Pan appena arrivata alle spalle di Trunks, già vestita di tutto punto con tuta e stivaletti da combattimento.
Goku le spiegò tutto, sempre a grandi linee e, alla fine della spiegazione, la ragazza guardò Vegeta che ancora teneva lo sguardo basso e sembrava assorto in chissà quali pensieri e, avvicinandosi, si fece lasciare il posto da Trunks. Si accovacciò davanti al piccolo sayan, per poterlo guardare negli occhi. Quando lui alzò lo sguardo, lei, con un tono di voce fermo e serissimo, gli disse:
“Vegeta, dimmi la verità: tu hai paura dei Quatch?”
Vegeta si fece improvvisamente serio e le rispose:
“No, non ho paura di loro. Ho paura di ciò che fanno e di arrivare troppo tardi…quando non ci sarà più nulla da fare per salvare Vegeta 3”
“Questo non succederà, arriveremo in tempo e lo salveremo, ma tu…tu ora devi ascoltarmi attentamente…Tu sei il principe dei sayan. Hai conquistato centinaia di pianeti e colonizzato altri. Nessuno meglio di te può sapere come possiamo fare per salvare la colonia. Devi solo dirci cosa dobbiamo fare e noi eseguiremo tutti i tuoi ordini, per filo e per segno. L’unico che ci può guidare in questa missione, sei tu, Vegeta. Gli abitanti di questo pianeta ti considerano il loro re, non puoi deluderli. Contano sul fatto che tu andrai a salvarli. Quindi ora, tu e Trunks andate ad infilarvi una tuta, perché fra poco saremo arrivati e non abbiamo tempo da perdere. Prima di atterrare ci dirai qual è il piano. Hai capito?” spiegò Pan senza mai spostare lo sguardo da quello del bambino.
“Ma io sono soltanto un bambino, Pan! Non mi ricordo come si conquista un pianeta, non mi ricordo niente…e per favore, non fare nulla che mi faccia trasformare in ssj4, solo per farmi tornare la memoria di come ero e delle terribili cose che credo di aver fatto. Forse ci vorranno più di due ore per eliminare tutti i Quatch e io non voglio essere piccolo e inutile e stanco a causa della trasformazione…ti prego…” disse Vegeta con un tono di voce misto tra disperato e supplicante, che non era da lui.
“No, Vegeta, non ho la minima intenzione di farti trasformare. Io credo che non ce ne sarà nemmeno bisogno, neppure quando atterreremo, ma ora devi smetterla di piangerti addosso come una femminuccia. Tu sei il principe della razza dei guerrieri più potenti dell’intero universo. La conquista dei pianeti ce l’hai nel sangue, non nella mente, come…come…un programma per computer. Ora tu ti infili quella diavolo di tuta e poi torni qui e ci dici cosa dobbiamo fare appena atterrati, è chiaro?” concluse duramente Pan con uno sguardo che sembrava severo quanto quello di suo suocero da adulto.
Vegeta non fece altro che fare cenno di sì con la testa e saltare giù dalla sedia per poter correre in camera ad eseguire l’unico ordine che, in quella giornata, gli sarebbe stato impartito.
Per il piccolo principe fu una vera sorpresa ciò che avvenne di lì a poco. Si infilò la tuta, gli stivaletti e i guanti in miniatura che Bulma gli aveva riadattato con le sue nuove misure. Non appena ebbe finito, si guardò i palmi delle mani, rivestite da quei candidi guanti bianchi e strinse i pugni un paio di volte, come faceva sempre, un po’ come gesto scaramantico, un po’ per alleviare la tensione di un imminente attacco, prima di qualche conquista. Fu in quel preciso momento che sentì dentro di sé una forza indescrivibile. Spalancò gli occhi guardando fisso il vuoto davanti a sé e restò immobile per qualche secondo, come se stesse prendendo coscienza della sue capacità. Riabbassò lo sguardo per osservare le sue mani ancora per qualche istante, dopodiché, uscì a grandi passi dalla stanza per tornare nella sala comandi ad impartire gli ordini ai suoi aiutanti.
Trovò Pan e Trunks seduti ai posti di comando che stavano preparando la navicella all’atterraggio che sarebbe avvenuto di lì a pochi minuti e Goku che guardava fuori dall’oblò il pianeta in avvicinamento.
“Quanto manca all’atterraggio?” chiese appena arrivato.
“Cinque minuti, papà. Dove preferisci che atterriamo?” chiese Trunks un po’ per indagare se il padre avesse preso coscienza dell’importante incarico che gli era stato affidato.
“Dobbiamo cercare il nido dove hanno deposto le uova. Ce ne saranno a centinaia, non possiamo permettere che i Quatch nascano tutti, altrimenti non ci sarà più nulla da fare, per il pianeta. Quando siamo abbastanza vicini alla superficie, dobbiamo perlustrarla dall’alto. Dovremmo trovare un’enorme buca di colore scuro” iniziò a spiegare Vegeta confermando di avere le idee ben chiare su come agire.
“E quando l’abbiamo trovata cosa facciamo? Eh, Vegeta?” chiese Goku a cui il piano dell’amichetto stava iniziando a interessare parecchio.
“Kaaroth, vieni qui, per favore. Così vi spiego cosa dobbiamo fare”
Quando Goku si avvicinò, il principe poté proseguire:
“Quando troviamo il nido, Pan e io scendiamo in volo dalla navicella e andiamo a distruggerlo. Trunks, tu e Kaaroth atterrate con la navicella in un posto sicuro, il più possibile vicino alla città. Dopodiché, Trunks andrà a distruggere tutti i Quatch che la stanno attaccando e Kaaroth, tu devi andare a cercare Beet e accertarti di metterlo in salvo, sperando che non sia troppo tardi, per lui. Quando la città sarà al sicuro e il nido sarà distrutto, ci rincontreremo e finiremo di uccidere tutti i maledetti vermi che si staranno divorando le piantagioni di Vegeta 3. Ѐ chiaro? Qualche domanda?” spiegò Vegeta con una sicurezza decisamente inusuale, per un bambino di sei anni.
“Per me è tutto chiaro” disse Pan seriamente.
“Ma scusa, Vegeta, perché ci devo andare io a cercare Beet? Non ci può andare Trunks? Io sono un bambino, cosa vuoi che possa fare quando lo trovo?” chiese Goku un po’ sconsolato.
“Trunks non parla sayan e poi tu non sei in grado di attaccare un essere che non ti abbia attaccato per primo o che stia minacciando te o la tua famiglia. Te ne troveresti uno davanti e, come minimo, cercheresti di farci amicizia per tentare di convincerlo a non comportarsi male. Ma i Quatch sono esseri privi di cervello…la feccia della feccia dell’intero universo…vanno distrutti, tutti. Trunks è mio figlio, confido che sappia cosa sto provando, in questo momento. Il mio desiderio di eliminare quegli esseri infimi deve essere anche il suo. So che non mi deluderà”
“Puoi contarci papà. Farò tutto ciò che mi hai detto. Conta su di me” rispose il ragazzo facendogli un sorriso.
“E su di me” aggiunse Pan.
“Kaaroth? Ci sei?” chiese Vegeta voltandosi verso l’amichetto.
“Ovvio che sì. Sono un sayan, no?” rispose lui ormai convito che l’incarico che gli aveva affidato Vegeta, fosse di gran lunga il più importante e ‘adatto’ alla sua persona.
Solo due minuti dopo, la navicella entrò nell’atmosfera del pianeta Vegeta 3 e, come ordinato, Trunks sorvolò la superfice in cerca del famigerato nido che fu avvistato poco dopo, in una zona incolta, ad una ventina di chilometri dalla cittadella.
“Apri il portellone, Trunks!” ordinò Vegeta appena furono sopra l’enorme buca marrone scura piena di disgustose uova verdognole e appiccicose.
“Andiamo, Pan”
“Sì. Sta’ attento Trunks, e anche tu, nonno…A più tardi” disse Pan alzandosi e mettendosi a fianco a Vegeta che era già davanti all’uscita, in attesa che si aprisse.
“Ciao, piccola…sta’ attenta anche tu…” le disse Trunks accarezzandole la mano prima che si allontanasse dalla poltrona di comando.
“Ciao Pan, falli secchi! Eheh…secchi…vermi secchi…secchi vermi…vermi secchi…secchi vermi…
“Goku!” lo interruppe Trunks prima che andasse avanti tutta mattina con quell’assurda tiritera.
“Non ti fa ridere Trunks? Vermi secchi…secchi vermi…?” chiese lui andandosi a sedere nella postazione di Pan, a fianco al ragazzo.
“No, schiaccia quel pulsante verde, per favore. Così Pan e mio papà possono uscire” rispose secco Trunks impegnato nella manovra per far sbarcare i distruttori del nido.
Un istante dopo, i due volavano a pochi metri sopra la fossa puzzolente lanciando sfere di energia a destra e sinistra, distruggendo senza pietà le centinaia di uova contenenti piccoli mostri, ignari del motivo per cui non erano nemmeno riusciti a nascere.
La navicella si diresse verso la cittadella sorvolando campi devastati da quelle assurde creature che stavano letteralmente divorando qualsiasi cosa. La maggior parte delle bellissime colture che gli abitanti del pianeta avevano amorevolmente curato per mesi e mesi, prima del raccolto, erano andate completamente distrutte. Strisce di terra rimossa e ricoperta da una disgustosa bava giallognola si intrecciavano e si estendevano un po’ ovunque, creando un senso di profonda tristezza nei due sayan che, dall’alto, guardavano inorriditi quello scempio.
La navicella atterrò in una zona coperta da una folta vegetazione, non molto distante dalla cittadella. Goku e Trunks si prepararono in silenzio, rattristati da ciò che avevano visto e scesero dalla navicella partendo subito in volo, per andare ad eseguire gli ordini che Vegeta gli aveva assegnato.
Arrivati ad un centinaio di metri dalle musa, i due si divisero. Trunks si diresse deciso verso il fronte dei vermoni che avanzavano lentamente e inesorabilmente verso la città e Goku proseguì dritto per atterrare, pochi istanti dopo, proprio davanti al palazzo di Beet.
Ciò che il piccolo sayan si trovò davanti, però, fu davvero uno schock, per lui. Sgranò gli occhi e spalancò la bocca esterrefatto per ciò che fu costretto a vedere, alzando lentamente lo sguardo verso il cielo…





 

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Capitolo 13
*** UNA FERMATA INATTESA – Il desiderio di Vegeta - ***






Un enorme e raccapricciante bozzolo era stato costruito inglobando gran parte del palazzo di Beet. Probabilmente uno dei vermoni si stava già trasformando in farfalla, per volare su un altro pianeta o per depositare altre uova su Vegeta 3.
Goku deglutì aria, per cinque o sei volte prima di mettersi una mano dietro la nuca e, con il gesto che lo aveva sempre contraddistinto, si strofinò i capelli per qualche secondo, come per cercare di capire come dovesse agire. Sentiva Trunks che, fuori le mura, stava compiendo una vera e propria strage e lui si chiese, ancora una volta, perché era stato mandato a cercare Beet, senza valutare la possibilità che ci potesse essere qualche imprevisto…e che imprevisto!
Il bambino era terrorizzato. Non dalla paura di dover probabilmente, anzi, quasi sicuramente, andare a recuperare Beet dentro quel terribile bozzolo, ma di fare una cosa sbagliata, di prendere la decisione sbagliata e di deludere Vegeta, combinando qualche casino. Guardò di nuovo perplesso la schifezza che aveva davanti e, digrignando i denti disse, tra sé e sé:
“Oh, al diavolo…devo trovare Beet…ad ogni costo”
Pochi secondi dopo, aveva perforato la superficie del tremendo guscio puzzolente e si stava arrampicando su per le scale che portavano all’enorme salone da pranzo. All’interno del palazzo rivestito dal bozzolo, le scale, i corridoi e le stanze erano completamente occupate da filamenti appiccicosi e rivoltanti che circondavano ogni cosa, tanto che Goku dovette più volte farsi strada sparando qua e là qualche onda energetica.
Quando finalmente riuscì ad arrivare nella sala principale, vide per terra il povero Beet che, agonizzante, teneva ancora la radiolina in una delle otto mani. Goku corse da lui e gli si inginocchiò a fianco togliendogli l’apparecchio dalla mano. Poi prese delicatamente la sua testolina pelosa e se la mise sulle gambe per tentare di favorire la respirazione.
Beet aprì leggermente gli occhi e, guardandolo gli disse:
“Kaaroth…eteis itavirra…li oim atenaip è ovlas…Imatuia…it ogerp…
“SSSSHHH…non elarlap…aro it otrop irouf id iuq” gli rispose Goku accarezzandogli la testolina pelosa. Mentre pensava di aprire un varco nel bozzolo, per poi uscire da una finestra, Goku vide Beet chiudere gli occhi e smettere improvvisamente di respirare. Provò ripetutamente a chiamarlo e tentò anche di passargli parte della sua energia, ma Beet non era un sayan e il suo corpo la rifiutò all’istante. Il senso di profonda tristezza che pervase il corpo, la mente e il cuore di Goku fu sostituito a breve da uno stato di frustrazione indescrivibile che, di lì a poco, fece crescere in lui una rabbia incontrollabile. Pochi istanti dopo, un terribile:
“NOOOOOOO!!!!” squarciò l’aria e arrivò fino alle orecchie di Trunks che si girò immediatamente verso il punto dal quale lo aveva sentito arrivare. Se non ci fossero state le mura che gli coprivano la visuale del palazzo di Beet, Trunks avrebbe visto l’immensa luce sprigionata dalla trasformazione di Goku, ma non fu questa, la cosa più eclatante a cui avrebbe assistito. Pochi secondi dopo, infatti, un’esplosione di proporzioni gigantesche fece saltare per aria gran parte del palazzo e, sicuramente, l’intero bozzolo che lo rivestiva, facendone schizzare pezzi ovunque, che andarono a rivestire le campagne circostanti. Un’enorme nuvola di polvere e calcinacci si sollevò per un centinaio di metri nel cielo oscurando il sole, per interminabili minuti. Trunks si dovette rifugiare dietro una roccia per non venire investito prima dall’onda d’urto e poi dalla pioggia di materiale organico e sassi che ricadevano al suolo, spargendosi un po’ ovunque.
Quando finalmente anche l’ultimo frammento di tetto scaraventato per aria decise di ricadere a terra, il giovane sayan uscì dal suo nascondiglio e, ciò che vide, gli fece sgranare gli occhi dalla sorpresa.
Intorno a sé, tutti i vermoni, nel raggio di almeno un chilometro, giacevano privi di vita sui campi circostanti la città e, quando spostò lo sguardo su ciò che rimaneva del palazzo di Beet, vide la figura sfuocata di Goku che veniva verso di lui, con in braccio la creatura che era stato mandato a cercare.
Quando gli fu sufficientemente vicino, Goku mise Beet a terra. Poi guardò Trunks con due occhi tristissimi e gli disse:
“Nella mia vita Vegeta e suo padre mi hanno dato due missioni. Le ho fallite entrambe. Non sono degno di essere chiamato sayan…”
Trunks, dopo essersi accertato che per Beet non ci fosse più nulla da fare, si alzò e, guardando Goku con due occhi il più possibile sinceri, gli disse:
“Goku, non è colpa tua…sarebbe morto anche se lo avessi trovato io…sono sicuro che mio padre capirà…e sono anche convinto che Beet vorrebbe che finissimo di distruggere questi dannati mostri e salvare il suo pianeta, sei d’accordo?”
“Sì, è quello che ha detto, prima di morire…mi ha ringraziato per essere arrivati per salvare il pianeta” spiegò il ssj abbassando lo sguardo sconsolato.
“Forza, allora, non perdiamo altro tempo, c’è ancora molto lavoro da fare…” lo incitò Trunks dandogli una pacca sulla spalla pelosa.
“Ok”
 
L’intera distruzione di tutti i vermoni, dopo la polverizzazione del nido e l’uccisione di quelli vicini alla città, impiegò tutti e quattro i sayan per quasi due ore. Alla fine, Goku volle fare un giro veloce intorno al pianeta, per verificare che non ci fossero altri nidi o qualcuno di quegli orribili esseri che era per sbaglio sfuggito alla mattanza. A Vegeta parve che l’iniziativa di Goku fosse assolutamente un’ottima idea e, prima che partisse, lo informò che si sarebbero radunati tutti alla cittadella, dopo che lui, Trunks e Pan avrebbero finito di disintegrare tutti i corpi dei vermoni uccisi da Goku con l’esplosione.
Mentre perlustrava la superficie del pianeta, il giovane sayan cominciò a pensare e a ripensare a come giustificarsi con Vegeta per ciò che era successo a Beet. Si sentiva in colpa, terribilmente in colpa per ciò che gli era successo. Attribuiva ingiustamente a se stesso la morte della povera creatura per la quale, molto probabilmente, non ci sarebbe stato più nulla da fare nemmeno se fossero arrivati molto prima. Ma questo, a Goku, non interessava. Sentiva di aver tradito Vegeta e la cosa non gli andava giù.
In più quella mattina lo aveva accusato anche ingiustamente di voler tenere la coda per tentare di conquistare la Terra. Si sentiva davvero stupido. Vegeta era suo amico, da tanto di quel tempo, che nemmeno lui poteva ricordarsi quanto. Eppure lui lo aveva trattato come un mostro, uno dei tanti che, in tutti quegli anni, il principe dei sayan lo aveva aiutato a spedire all’inferno.
Quando ormai la perlustrazione era quasi conclusa, anche la trasformazione di Goku terminò. Intercettò l’aura di Vegeta e, pochi minuti dopo, atterrò a fianco del piccolo principe che, con Pan e Trunks, stava tornando alla cittadella, come stabilito.
“Oh, Kaaroth. Sei tornato piccolo! Hai perlustrato il pianeta?” chiese stupito il piccolo principe appena se lo vide comparire a fianco.
“Sì, non c’erano altri Quatch o nidi in giro, per fortuna” rispose il bambino facendo un timido sorriso.
“Bene, Kaaroth, ottimo lavoro…E anche voi due, grazie per l’aiuto. So che è stato faticoso” disse voltandosi verso Pan e Trunks che camminavano poco dietro di loro. Il tempo di girarsi e subito gridò:
“Trunks prendila!”  
Pan stava cadendo a terra, completamente priva di sensi e Trunks riuscì miracolosamente a prenderla in braccio, prima che si accasciasse completamente al suolo.
Subito i due bambini si avvicinarono per capire cosa le fosse successo e Trunks cominciò a chiamarla, senza però avere alcuna risposta.
“Cosa le è capitato papà? Le è successo qualcosa mentre distruggevate il nido?” chiese il ragazzo con un tono di voce disperato.
“No…non mi sembra…forse vuole solo dormire, sarà stanca, poverina” rispose il bambino con un tono di voce infantile e facendo pure le spallucce.
“Cosa? Ma papà, non è da Pan! Non si è mai stancata così facilmente…si è sempre allenata duramente con me, con suo padre e anche con voi due, da adulti…come fa qualche onda energetica a buttarla a terra in questo modo?” chiese lui esasperato.
“Forse si è ammalata perché avete dormito nudi…voi non avete mica la pelliccia come me e Vegeta quando siamo grandi…eh, scusa! Prima o poi anche Chichi e Bulma si ammaleranno a furia di dormire così…” disse Goku con il fare di uno che la sa lunga su non si capiva bene cosa.
“COME?!?...Sentite, Pan non è ammalata e non è da lei svenire in questo modo. Io voglio solo che si svegli…PAN, PAN!!!” si mise a gridarle il ragazzo disperato.
“E che gridi, Trunks! Dalle un po’ di energia, no? Così si riprende e possiamo finalmente andare…Su che ho fame e sicuro che Beet ha qualcosa da mangiare” concluse spiccio Vegeta.
Trunks scosse la testa come per dire: ‘Ma perché non ci ho pensato io…’, prese la mano di Pan e gli trasferì quasi tutta la sua energia. La ragazza riaprì subito gli occhi e scattò in piedi come se le avessero fatto un’endovenosa di adrenalina e, sgranando gli occhi, chiese:
“Cos’è successo?”
“Panny!! Stai…stai bene? Sei svenuta…sei stanca? Ti gira la testa? Ti fa male qualcosa? Ti…
“UOUOUO! Bloccati Trunks! Non vedi che sta meglio di te? Possiamo andare adesso?” lo interruppe bruscamente il principe impaziente.
“Sì, sì, sto bene…credo…ho fame…tanta fame…Dite che Beet ce lo offre il pranzo?” chiese lei tornando in sé.
“Eheh – rise nervosamente Trunks – ehm…
“TRUNKS! Lascia stare, glielo dico io...” lo interruppe Goku.
“Dirci cosa?” chiesero Vegeta e Pan all’unanimità incuriositi.
“Vedi…Vegeta…prima mi ero trasformato…perché…uno dei vermoni aveva costruito un bozzolo tutto attorno al palazzo e io sono entrato lo stesso…a cercare Beet, ma quando l’ho trovato…beh…era…era troppo tardi…e…mi sono arrabbiato molto…ma molto molto…e…ho fatto saltare tutto per aria…e…
Vegeta non lo fece nemmeno finire di parlare. Guardò severamente Trunks e gli chiese:
“Trunks, dov’è la navicella?”
“Nel bosco dietro la città, ma perché?”
Il ragazzo non ebbe alcuna risposta. Vegeta si voltò e partì in volo in direzione dell’astronave. Sorvolò la cittadella e vide la voragine creata dall’esplosione di Goku. Poi, poco fuori dalle mura, vide la roccia dietro la quale si era nascosto suo figlio per non essere investito dall’esplosione e, lì a fianco, notò un ammasso violetto in parte rivestito di polvere. Atterrò a pochi passi da quel corpo immobile e riconobbe subito Beet. Un senso di angoscia gli pervase il corpo e uno stato di malessere crescente iniziò a crescere dentro di lui. Si inginocchiò a fianco al piccolo essere e lo prese in braccio togliendolo dalla polvere e sentì di nuovo quella sensazione. Quell’orribile sensazione che veniva dai suoi occhi che iniziavano a pizzicargli. Incredibile quale strano effetto quel piccolo alieno riusciva a suscitare in lui. Senza pensarci due volte e prima che le lacrime avessero la meglio sulla sua volontà di dimostrare a se stesso che era sempre l’orgoglio principe dei sayan, ripartì in volo portandosi dietro il suo piccolo amico esanime. Atterrò poco dopo vicino alla navicella, appoggiò il corpo a terra ed entrò. Ne uscì poco dopo con lo zainetto di Pan, contenente tutte e sette le sfere che, con tanta fatica, erano riusciti a ritrovare. Le mise a terra davanti al corpo di Beet e disse:
“Drago Shenron, io ti invoco. Ti prego, esaudisci il MIO desiderio”
Subito il cielo si fece di un colore scuro come la notte che su quel pianeta non avevano mai visto, informando inevitabilmente Pan, Trunks e Goku, che Vegeta aveva evocato il drago, senza informarli. Decisero che sarebbe stato meglio accelerare il passo e, alzandosi in volo, arrivarono alla navicella nel momento in cui Shenron, di un innaturale colore blu elettrico che non era da lui, stava chiedendo:
“…Principe Vegeta, realizzerò qualsiasi tuo desiderio…
“Voglio…voglio che fai tornare in vita il mio amico Beet e tutti gli abitanti di questo pianeta che sono morti per colpa di quei dannati Quatch e, se ti è possibile, ripristinare il pianeta com’era prima del loro arrivo. Io…io te ne sarei infinitamente grato…Shenron…
“Oh…Vegeta” riuscì a dire sottovoce Pan prima di scoppiare a piangere per la generosità dimostrata dal piccolo principe.
“Ma…Papà” disse Trunks con un tono di voce così basso che solo Pan che si era stretta a lui riuscì a sentire.
Solo Goku non disse nulla, ma sul suo viso comparve un sorriso dolcissimo. Si avvicinò all’amichetto e gli mise una braccio sulle spalle, per rassicurarlo, anche se era sicuro non ce ne fosse bisogno, che quella fosse la cosa giusta da fare.
“Sei sicuro, principe Vegeta, di volere questo?” chiese Shenron guardandolo seriamente, riducendo i suoi profondissimi occhi neri a due fessure.
“Sì, voglio che torni tutto com’era prima…per favore…io, non desidero nient’altro, in questo momento” insistette Vegeta.
“Sai che posso realizzare un solo desiderio e hai deciso di usarlo per far tornare in vita questa creatura. Ma non era questo il motivo per cui avete radunato le sfere. O sbaglio?” chiese Shenron incuriosito dall’anomala richiesta del principe.
“Qual è il problema, Shenron? Non posso esprimere il desiderio che voglio? O quello che ho espresso non lo puoi realizzare? È vero, le sfere erano state raccolte per esprimerne un altro, molto più futile, se vuoi proprio saperlo. Io e Kaaroth volevamo tornare grandi…
“Con la coda” aggiunse Goku interrompendolo e sorprendendolo positivamente.
“Già, con la coda, possibilmente…Ma credo che la vita di questo pianeta sia molto più importante che la stupida necessità di far felici le nostre mogli…Possiamo aspettare che le sfere si siano riattivate, partiremo di nuovo a ricercarle e finalmente potremo tornare adulti. Non mi sembra un gran problema. Vero Kaaroth?”
“Eh, già!” esclamò Goku quasi felice di godersi per un altro po’ la spensieratezza del suo esser piccolo.
Il drago continuò a fissare i due bambini di sottecchi. Anche lui, come Pan e Trunks era allibito per la maturità dimostrata dai due bimbetti che, in quel momento, aveva davanti. Goku e Vegeta, da parte loro, attendevano con ansia il verdetto e si erano messi entrambi nella stessa identica posa: gambe leggermente divaricate, braccia incrociate sul petto, coda arrotolata attorno alla vita e sguardo impenetrabile da finto duro.
“Allora? Cos’hai deciso drago? Sto aspettando…non sai che è maleducazione far aspettare un principe?” insistette Vegeta sempre più impaziente.
“Principe Vegeta. Ho intenzione di esaudire il tuo desiderio, ma ti devo informare che purtroppo, non potrete più usare queste sfere che, a differenza delle altre, hanno le stellette blu. Avete scelto di rinunciare alle altre due serie, con le stellette nere o rosse, facendole sparire, in un modo o nell’altro, dalla faccia della Terra, per sempre; ma quelle avevano ben altri poteri. Le avete usate molte volte, prima che si ‘compromettessero’, si attivavano in un anno e a volte vi è stato concesso di esprimere fino a tre desideri. Queste, con le stelle blu, si riattivano in molto meno tempo, come avete visto, ma io posso realizzare un solo desiderio per volta e non più di due, in tutta la mia vita.  Rischiereste di evocare la mia parte negativa e non credo che lo vogliate, dopo ciò che avete passato sulla Terra, non molto tempo fa…Hai capito, principe Vegeta?”
“Capisco, ma non mi importa. Prima o poi ricrescerò, seguendo il corso normale della mia vita. Sono sicuro che mia moglie e i miei figli accetteranno la mia decisione e penso che anche la famiglia di Goku capirà. Vero, Kaaroth?” rispose tranquillamente Vegeta voltandosi verso Goku solo per rivolgergli la domanda.
“Ma certo, Vegeta. E poi due ore al giorno adulti ci possiamo sempre diventare! Sono sicuro che a Chichi e Bulma andrà bene così…anche perché, o così…o così…o no?” rispose lui facendo alzare il sopracciglio di perplessità a tutti, compreso Shenron il quale, dopo essersi ripreso un attimo dal ragionamento un po’ arrangiato di Goku, si schiarì il vocione e disse:
“Principe Vegeta, la tua generosità e quella di Goku è un pregio che desidero premiare, ma ciò che vi voglio concedere ha un prezzo, che spero siate disposti a pagare” spiegò il drago seriamente.
“E sarebbe?” chiese Vegeta altrettanto serio, nonchè incuriosito.
“Esaudirò il tuo primo desiderio e ti concederò di esprimerne un secondo se poi, quando avrò esaudito anche quello, mi chiederai di sparire per sempre, portandomi via le sfere con le stellette blu. Hai capito, principe Vegeta?”
“No, un momento, potrò esprimere un secondo desiderio se poi ti lascerò libero di andare via, portandoti via le sfere? Ma non è che ti vuoi portare via anche tu Kaaroth come ha fatto quell’altro e tenerlo con te per millemila anni e poi farlo tornare quando io non ci sarò più, vero?” chiese Vegeta impaurito di veder sparire il suo amico, come era successo anni prima, quando avevano sconfitto i draghi malvagi.
“No, me ne andrò da solo, con le sfere. Non le avrete mai più. Non ho intenzione di portarti via nessuno. Non devi temere per questo” lo rassicurò il drago mantenendo uno sguardo sincero.
“Ok, perfetto, allora accetto. Ora puoi per favore realizzare il mio primo desiderio? Avrei una certa fame e Beet è l’unico che cucina decentemente qui…” rispose Vegeta ritirando fuori la poca diplomazia e grazia tipica dei bambini.
“Ah, grazie!” esclamò Pan contrariata.
“Beh, è la verità, Beet cucina meglio di te. Anzi, per fortuna torniamo ad essere adulti, così Kaaroth ci può teletrasportare a casa tutti e subito e non dobbiamo più vivere assieme e non ti devi più occupare di noi, visto che ti abbiamo rotto il marrone tante di quelle volte che ormai ci odierai” disse Vegeta facendo scoppiare a ridere Trunks per aver detto ‘rompere il marrone’, ma gettando Pan nel più totale sconforto.
“Nooo, aspetta Vegeta! Non chiedere subito a Shenron di diventare adulto…per…per favore…io vorrei…vorrei passare ancora un po’ di tempo…ecco…con TE e con…Goku…Anche se solo per qualche giorno. Non è vero che vi odio e che mi avete stufato, come pensi tu. Io vi adoro, tutti e due e se sparite proprio ora io…sarò molto triste. Non pensavo che sareste diventati adulti proprio oggi e devo ancora…elaborare la vostra mancanza…nella mia vita. Io…ecco…vorrei tanto avere un bambino…come…come te, un giorno…e…
“Questo accadrà fra duecentosessantacinque giorni, sette ore ventidue minuti e quarantacinque secondi” la interruppe il drago lasciando tutti basiti.
“Come prego?” chiese Trunks passando in cinque secondi tutte le cinquanta sfumature che vanno dal rosa pallido al rosso fuoco.
“Hai capito bene, principe Trunks. Dalla pancia di Pan proviene una piccola aura sayan, ma penso che tu e lei, già lo sapevate, nel vostro cuore” spiegò Shenron abbozzando una sorta di sorriso.
A quel punto sul volto di Pan e Trunks apparve un sorriso luminosissimo di gioia e i due si abbracciarono e baciarono, incuranti dei due piccoli sayan che li stavano ancora guardando con due facce miste tra perplesso e schifato.
“Te l’avevo detto che si leccavano con le lingue…che schifo, Vegeta…ma come ha fatto a entrare un bambino nella pancia di Pan? Eh, Vegeta?” chiese Goku nell’orecchio dell’amichetto che guardava disgustato i due sbaciucchiarsi.
“Non lo so e non mi interessa, a quanto ne so io i bambini nascono sotto le barbabietole e si nutrono del succo zuccheroso fino a quando i genitori non li trovano…Forse la pasta alle barbabietole che ha mangiato ieri le ha fatto venire un bambino nella pancia” rispose Vegeta indifferente facendo spallucce.
“Sì, ma allora Trunks cosa c’entra?” chiese di nuovo Goku.
“Ma Kaaroth, cosa vuoi che ne sappia io? Ho solo un anno più di te. Glielo chiederemo più tardi, quando saremo sull’astronave. Ora facciamo tornare in vita Beet che è la cosa più importante” concluse Vegeta confermando a Goku la sua intenzione di accogliere la richiesta di Pan.
“Come? Vuoi finire il viaggio ed esprimere il desiderio una volta giunti sulla Terra? Sei sicuro Vegeta?” chiese Goku stupito.
“Sì, se per te va bene, ovviamente. A me piace Pan e la sua compagnia. Ci ha chiesto di passare ancora qualche giorno con lei e Trunks. Cosa c’è di male se li accontentiamo? E poi sarà divertente, vedrai! Anche a me non dispiace rimanere così ancora qualche giorno, che ne dici?”
“Perfettamente d’accordo! Su tutto! Bella idea, Vegeta” concluse Goku facendogli l’occhiolino.
Vegeta si voltò di nuovo verso Shenron, che attendeva pazientemente le decisioni dei due piccoli sayan e gli disse:
“Anche a te va bene aspettare qualche giorno per realizzare il secondo desiderio, vero Shenron?”
“Sì, va bene, purchè tu mantenga la parola data, principe Vegeta”
“Hai detto bene, sono il principe dei sayan, ogni promessa è un debito, per me. Avrai la tua libertà fra qualche giorno, quando avremo fatto ritorno a casa. Ora, per favore, realizza il mio primo desiderio”
“Desiderio esaudito, principe Vegeta, arrivederci”
I due bambini videro il drago rientrare nelle sfere che brillarono ancora per qualche secondo per poi spegnersi del tutto. Vegeta le raccolse e le rimise nello zainetto di Pan per poi riportarlo alla ragazza. Quando le fu davanti glielo porse guardandola di sbieco. Le glielo prese dalla mani e gli disse:
“Grazie. Di tutto, Vegeta”
Poi si chinò e gli diede un bacio sulla guancia che, solo per questa volta, Vegeta non si pulì con la mano, come aveva sempre fatto. Diventò solo un po’ rosso e, con un filo di voce, le disse:
“Sì, sì…prego. Comunque non mi sfuggi, stasera mi spieghi come e dove ti sei ingurgitata il piccolo sayan che hai nella pancia. E soprattutto, cosa c’entra mio figlio in tutto questo. Chiaro?”
“Eheh…ehm…sì…beh…forse era meglio farli tornare adulti…eh, Trunks?” disse Pan imbarazzatissima, diventando tutta rossa.
“E perché scu…
“Re Vegeta! Ehc olleb ivredevir!” li interruppe la voce di Beet che era in piedi e perfettamente in forma a fianco a Goku.
“Beet! Iats eneb?” gli chiese il principe voltandosi.
“OmissineB! E iov?”
“Omaibba emaf!” dissero i due bambini all’unanimità facendo ridere anche Pan e Trunks, che avevano intuito quale fosse il loro imminente desiderio.
Questa volta però, non fu necessario Shenron, per esaudirlo, bastò un solo piccolo e buffo esserino a otto mani, tre occhi e naso a trombetta per soddisfare la voracità di ben quattro (più uno) sayan.





NA: questo capitolo era stato pensato con ben altro finale, ma la mia coautrice e due recensioni mi hanno fatto cambiare 'rotta'. E' uscito così. Spero sia di vostro gradimento. Il prossimo sarà l'ultimo, purtroppo. Ne approfitto per ringraziare tutte le persone che hanno recensito, quelle che hanno inserito questa storia in una delle categorie e anche tutti coloro che hanno solo letto. Spero di aver scritto qualcosa di piacevole per tutti. 
Al prossimo  e ultimo capitolo.
Grazie
DDS

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Capitolo 14
*** IL RITORNO ***




Nel tardo pomeriggio di quella lunghissima giornata, i quattro sayan avevano programmato di ripartire, ma il governatore, Beet, insistette che si fermassero fino al giorno successivo, per potersi riposare, ricaricare le batterie della navicella e godere della festa che, quella stessa sera, lui avrebbe indetto in loro onore, per ringraziarli di aver salvato il pianeta e, ovviamente, di averlo fatto tornare in vita.
Gli ospiti accettarono senza nemmeno pensarci troppo, dato che erano tutti stranamente attratti da quel lontano pianeta, sul quale si sentivano come…come…a casa.
Beet organizzò una festa degna del migliore re che si fosse mai visto, comprensiva di banchetto, balli, spettacoli con dei giocolieri eccezionali, considerando che, in due, potevano vantare la bellezza di sedici braccia. E poi musiche e tante altre sorprese che, ai quattro sayan seduti al tavolo d’onore, non poterono fare altro che piacere. Il governatore fece addirittura venire un mago, da una regione a sud del pianeta, per intrattenere i due bambini che non gli tolsero gli occhi di dosso, neppure per un momento, tanto il prestigiatore fosse bravo a far sparire e ricomparire vari oggetti.
Quando ormai, a tarda serata, i sayan furono accompagnati nei loro alloggi, Pan, Trunks e tutti i piccoli abitanti del pianeta erano così stanchi che a fatica si reggevano in piedi. Al termine della festa, solo Goku e Vegeta sembravano come ‘drogati’ dall’eccitazione della bella serata che avevano trascorso.
 
Non appena Trunks appoggiò la testa sul cuscino guardò negli occhi la sua amata e le sussurrò:
“Sei felice, principessa?”
“Avremo un bambino, Trunks…Come potrei non esserlo? Tu lo sei?” chiese lei di rimando regalandogli un dolcissimo sorriso.
“Sì, immensamente. ‘Notte piccola” concluse il ragazzo vedendo gli occhi di Pan chiudersi cedendo alla stanchezza.
“’Notte, Trunks e grazie…per ciò che mi hai dato” riuscì a rispondere lei prima di abbandonarsi ad un sonno profondo.
Mentre anche Trunks chiudeva gli occhi beandosi della visione della madre del suo futuro figlio, i due piccoli sayan stavano entrando nella loro stanza. Si voltarono verso Beet, che li aveva personalmente accompagnati e gli dissero all’unanimità:
“Eizarg Beet, anoub etton e a inamod!”
“Anoub etton a iov, etaf ingos d’oro” rispose l’esserino chiudendo la porta della loro camera.
 
Nemmeno dieci secondi più tardi, i due erano a saltare sul letto come dei pazzi, tenendosi per mano e girando in tondo, come avevano fatto sul letto di Pan e Trunks, non appena saliti sulla navicella.
“Sì, ma non farmi ridere, questa volta, Vegeta! Che se faccio la pipì è un disastro!” si lasciò sfuggire Goku tra una risata e l’altra.
“Vai a farla se ti scappa, Kaaroth. Mica te lo devo dire io che puoi andare al bagno, ti pare?”
“Sì, è meglio che vada” rispose il bambino correndo verso l’enorme bagno presente nella camera da letto.
Non passò neppure mezzo minuto da che Goku era entrato nella toilette, che subito si mise a gridare:
“Vegeta! Vegeta! Vieni a vedere che vasca da bagno enorme! Ci si può tuffare, se la riempiamo d’acqua!”
Il principe si precipitò nel locale dove lo stava aspettando l’amichetto e, appena vide la vasca esclamò un:
“UAU! Riempiamola, forza!”
“Sì, ma niente schiuma ‘sta volta, va bene, Vegeta?”
“Già, meglio di no…”
Dieci minuti dopo i due erano immersi fino al collo nell’acqua moderatamente calda della vasca. Appoggiando la testolina al bordo, Goku, per sbaglio, premette un pulsante e, dal fondo della vasca, iniziarono a salire bolle che cominciarono a solleticare i piedini e il resto del corpo dei due piccoli sayan.
“Kaaroth, cos’hai combinato? Cosa sono queste bolle?” chiese Vegeta rimettendosi in piedi.
“Non looo sooo, ma soooono troooppo belleeee!” rispose il bambino sprofondandosi ancora di più nella vasca per godersi lo sconosciuto idromassaggio su tutta la superficie del corpo. Poi, guardando Vegeta titubante, gli disse:
“Vegeta, siediti, guarda che sono fortissime queste bolle, sono mooolto addormentanti!”
“Addormentanti? Ma come parli? Non penserai mica di dormire qui nell’acqua, vero? Domattina ti vengono le mani come le rane! Hai visto che megaletto che c’è di là?” chiese il bambino rimettendosi seduto, ma rimanendo comunque sul chi va là.
“Nooo, certo che nooo…dopo esco…esco…” rispose Goku con un tono di voce misto tra uno stato di trans e un tasso alcolico decisamente troppo elevato, anche per un adulto.
Vegeta lo lasciò rilassare per qualche minuto, cercando di tranquillizzarsi anche lui e mettendosi ‘comodo’ nella stessa posizione del suo amichetto, con la testa appoggiata al bordo della vasca e il corpo tenuto a galla dalle bolle, che scoppiettavano sulla superficie dell’acqua.
Quando le bolle terminarono automaticamente, Goku si voltò per riattivare quello che per lui era il paradiso dei massaggi, ma Vegeta lo bloccò:
“No, aspetta, Kaaroth. Non mi va più, voglio uscire. Vado a letto. Rimani pure, se vuoi…l’acqua calda e queste bolle mi hanno stancato molto” disse uscendo dalla vasca.
“Ok, vengo anch’io…facciamo la gara a chi lava prima i dentini?” rispose Goku alzandosi a sua volta.
“Vinci tu di sicuro, dopo che stamattina ti ho preso a pugni te ne sono rimasti ben pochi da lavare…” gli disse Vegeta asciugandosi e annodandosi poi l’asciugamano in vita.
“Giàààààà…è vero!! Ma allora viene ancora il topolino! Eh, Vegeta, che dici?” chiese Goku prendendo un asciugamano e imitando l’amichetto.
“Non credo, i denti non li hai messi sotto il cuscino. Al massimo passerà dall’astronave e, non trovandoti, passerà un’altra sera…Niente dentino, niente soldino…” sentenziò secco Vegeta come se stesse pronunciando una delle più profonde verità.
“Certo che mi hai fatto male stamattina, Vegeta. C’era bisogno di prendermi a pugni in quel modo?” chiese il sayan più piccolo massaggiandosi la guancia, come se gli facesse ancora male.
“Mi hai offeso. Hai detto che volevo la coda perché volevo distruggere tutto. Non hai pensato che la rivolevo perché mi fa sentire un vero sayan?”
Goku a quella domanda abbassò lo sguardo e, pochi istanti dopo, iniziò a tirare su il naso e a singhiozzare come un vero moccioso.
“Che hai Kaaroth? Volevi fare ancora le bolle?” chiese Vegeta stupito dall’improvviso cambio di umore del suo piccolo amico.
“No…uh uh…è che…che…uh…oggi ho capito uh uh…io non sono un vero sayan…uh uh…come te…uh uh” rispose Goku piagnucolando.
“Ma cosa stai dicendo, Kaaroth?” chiese Vegeta basito.
“Due compiti…due compiti mi sono stati assegnati, nella vita. Uno era andare sulla Terra e distruggerla, l’altro era salvare Beet, oggi. Nemmeno tu mi hai voluto assegnare il compito di uccidere i vermoni, perché eri sicuro che non avrei avuto il cuore per farlo. Sono un vero fallimento. La Terra è ancora dove è sempre stata e Beet…è morto. Sono…sono…uno sbaglio della natura…UAAAA” concluse scoppiando a piangere come un disperato.
“KAAROTH!” gridò Vegeta per farlo tornare in sé. Appena il bambino rialzò lo sguardo tristissimo, il piccolo principe potè continuare: “Spero tu stia scherzando! Ciò che hai detto è una vera e propria sciocchezza! Ma non vedi che razza di sayan sei? È vero, mio padre ti aveva mandato sulla Terra per distruggerla, ma per fortuna e dico, per fortuna, tu hai pestato quella zucca vuota che ti ritrovi e hai fatto di quel pianeta la tua nuova casa, la NOSTRA nuova casa. La Terra potrebbe tranquillamente essere una colonia del pianeta Vegeta e a me la cosa non dispiace affatto. Anni fa c’eri solo tu, ora siamo tanti e ce ne saranno sempre di più e tutto questo, solo grazie a te. Sono sicuro che mio padre non sarebbe affatto deluso, vedendo come viviamo noi sayan, ora, sulla Terra. Per quanto mi riguarda, poi…non mi sembra che Beet sia morto e in più oggi mi hai dimostrato di saperti ‘vendicare’. Solo un vero sayan lo avrebbe fatto. Quindi, per favore, ora smettila di frignare come una femminuccia, altrimenti mi fai pentire di averti fatto tutto questo bel discorso, hai capito, zucca vuota?”
Niente, nessun cenno a voler chiudere quei dannati rubinetti che dagli occhi neri e profondi di Goku, continuavano a far scendere quegli enormi lacrimoni che ora gli rigavano le guance, come fiumi in piena.
“Eddai, Kaaroth! Ma non ti vergogni? Pensaci un attimo scusa, quale essere umano impara il sayan in meno di mezz’ora e desidera avere una coda da scimmia?” insistette Vegeta per tirargli su il morale.
“E quale sayan trasgredisce per ben due volte gli ordini che gli vengono impartiti dal proprio re?” chiese Goku smettendo improvvisamente di piangere e con un tono di voce severissimo, che non era da lui.
“Ma piantala, Kaaroth! Ti ho detto che va tutto bene, mio padre ed io…beh…ti saremo sempre e solo debitori. E guarda che questo è un ringraziamento e non ho la minima intenzione di ripeterlo e lo negherò all’infinito, davanti a chiunque tu voglia farmelo ricordare. Hai capito, zucca vuota?” concluse Vegeta strofinandogli un pugno sui capelli arruffati e ancora bagnati.
Dopo qualche istante di silenzio in cui Goku sembrò elaborare un pensiero più grande di quello che il suo cervello si potesse permettere, l’unica cosa che riuscì a dire fu:
“Vegeta?”
“Sì, Kaaroth?”
“Ma se sono una zucca vuota, com’è possibile che ho imparato il sayan in meno di mezz’ora?” chiese alla fine con tono veramente ironico.
“Ah, Kaaroth, si vede che la tua testa è così vuota che la puoi riempire velocemente con qualsiasi nozione. Sei come…come una spugna…secca…Assorbi velocemente qualsiasi liquido con cui entri in contatto, no?” spiegò Vegeta per prenderlo un po’ in giro.
“Vegeta…io ho sonno”
“Anch’io, Kaaroth. Forza, laviamoci i denti e andiamo a dormire, che domani ci aspetta un lungo viaggio” concluse il principe mettendo il dentifricio sul suo spazzolino e su quello dell’amichetto.
“Grazie, Vegeta” concluse Goku.
“Di niente, Kaaroth. Un principe deve saper parlare ai propri uomini, no?” gli disse Vegeta con tono amorevole, ma saccente.
“Ma che hai capito, grazie per il dentifricio!” replicò Goku per prenderlo in giro.
Dieci minuti dopo, i due dormivano uno a fianco a l’altro nel grande letto che Beet gli aveva messo a disposizione, come i bambini che ancora per poco sarebbero stati. Dormivano beatamente, ad una certa distanza l’uno dall’altro e dandosi le spalle, come se nessuno dei due volesse dare fastidio all’altro, ma con le code dolcemente e teneramente legate, dalla loro profondissima amicizia.
 
Il mattino seguente si alzarono tutti relativamente tardi. Nessuno sembrava avere alcuna fretta di partire e tutti fecero tutto con molta, molta calma. Dopo un’abbondantissima colazione, salutarono con mille ringraziamenti Beet per la sua ospitalità e, con un’infinita tristezza nel cuore, salirono a bordo della navicella e abbandonarono il pianeta, con la promessa di tornare molto presto a far visita a quel pianeta, che tutti, oramai, consideravano come una seconda casa.
I quattro sayan passarono l’intera giornata senza scambiarsi nemmeno una parola e, mentre Trunks e Pan rimasero ai comandi dell’astronave con l’idea che pilotare il velivolo manualmente, li avrebbe distratti dai mille pensieri che affollavano le loro menti, Goku e Vegeta si chiusero in camera, presi dai mille ricordi che il pianeta Vegeta 3 gli aveva lasciato nel cuore. I due bambini si misero a disegnare, in silenzio, scambiandosi solo qualche richiesta del tipo:
“Mi passeresti il viola…”
Oppure:
“Mi passi il temperino, per favore?”
Ma niente di più. Quando finirono di colorare anche il più piccolo particolare del loro preziosissimo capolavoro, Goku prese il suo foglio e, con una spontaneità che solo un bambino di cinque anni può avere, chiese al suo amichetto, che era sdraiato sul pavimento a pancia in giù, a fianco a lui:
“Ti piace, Vegeta? Eh? Guarda, ti ho fatto a te che parli con Shenron. Ti piace?”
“Kaaroth, non si dice ‘ti ho fatto a te’…comunque quello non mi assomiglia per niente, guarda, mi hai fatto tutto blu…” rispose l’amichetto buttando uno sguardo velocissimo al disegno che gli era stato praticamente messo sotto al naso, prima di scansarlo in malomodo.
“Ma Vegeta, quello è il drago, tu sei questo, vedi?” rispose Goku indicando la piccola figura stilizzata del principe, disegnata nell’angolino, in basso a destra del foglio.
“Kaaroth, se mi avessi disegnato ancora più piccolo, mi ci voleva la lente ingranditora per vedermi…Guarda il mio che bello… Questo è Beet, questi siamo noi alla festa e questo è il mago che taglia a metà Pan…Chissà poi come ha fatto…a rincollarla assieme…Chissà se ha rincollato anche il bambino nella pancia di Pan…” disse il bambino sovrappensiero.
“Bello! Il tuo disegno è bellissimo, Vegeta! Me lo regali? Io ti regalo il mio, eh? Facciamo scambio?” propose Goku entusiasta.
“Sì, tieni”
Vegeta prese il disegno dalle mani dell’amico, porgendogli il suo. Poi si alzò e, senza dire nulla, uscì dalla camera. Tornò qualche minuto dopo con un piccolo rotolino di nastro adesivo in mano, assieme a delle forbicine dalla punta arrotondata. Staccò quattro pezzettini di nastro trasparente e li mise ai quattro angoli del disegno di Goku. Poi salì sul suo letto e attaccò il disegno sulla parete a fianco al suo cuscino.
“Anche io lo voglio attaccare!” esclamò Goku prendendo il nastro e le forbicine per imitare l’amico.
Una volta terminata la difficile impresa, visto che i tentativi di attaccare dritti i due fogli furono per entrambi un numero spropositato, i due si misero a guardare i loro capolavori e, solo dopo molti minuti di totale ammirazione, Goku ruppe il silenzio e disse:
“Vegeta…io ho fame”
“Anch’io, andiamo a vedere cosa fanno quei due…scommetto che si stanno sbaciucchiando come al solito…” rispose il piccolo principe con fare malizioso.
Le loro aspettative furono completamente smentite quando, entrando nella sala comandi, trovarono Pan e Trunks nella stessa identica posizione in cui li avevano lasciati, qualche ora prima, solo che ora conversavano del più e del meno, principalmente su dove comprare casa, una volta tornati sulla Terra.
“Hey, voi due…di che state confabulando? Noi abbiamo fame” disse loro seccamente Vegeta avvicinandosi alle poltrone di comando.
“Oh, ma sì, certo! Anche io ho una gran fame. Beet è stato così gentile da rifornirci di una gran quantità di cibo e di piatti già pronti…Vado a preparare. Preferite qualcosa in particolare?” chiese Pan alzandosi.
“C’è la pasta alle barbabietole?” chiese Goku leccandosi le labbra.
“Ancora? Ma non ne avete già mangiata abbastanza? E poi spiegatemi come mai, pur essendo un ortaggio, la barbabietola ve la mangiate e, in più, vorrei anche capire perchè Beet non è un nome sayan offensivo, come Tomato?” intervenne Trunks girandosi e alzando un sopracciglio perplesso, guardando il suo piccolo padre che era in piedi dietro di lui.
“Uffaaa…ma che domande fai, Trunks? La barbabietola È la verdura sotto cui si trovano i bambini? E allora? Beet è un nome nobile, altro che Tomato. Se tua madre avesse fatto scegliere a me, il tuo, anziché darti il nome assurdo che hai, a quest’ora ti chiameresti Beet. Altro che Trunks. E tua sorella…beh…
“NO! Non dirlo…non lo voglio sapere…già questa storia del nome nobile è difficile da digerire…in più…mi dispiace dovertelo dire, ma i bambini non si trovano sotto le barbabietole” lo interruppe il ragazzo senza riflettere sul fatto che, di lì a poco, sarebbe partita la tradizionale raffica-domande-bimbo sulla reale provenienza dei bambini.
“Beh, questo oramai lo abbiamo capito anche io e Kaaroth, visto che Pan ha un bambino nella pancia. Sicuro che le è venuto perché ha mangiato troppa pasta alle barbabietole” rispose Vegeta come se fosse la cosa più elementare dell’universo, oltre che l’unica spiegazione possibile, per un bambino di sei anni.
“Eheh – rise nervosamente Trunks – già…infatti…dev’essere proprio così…vero, Pan?”
“Eheh…Vero…eheh…ehm…andiamo a mangiare?” chiese timidamente Pan cercando di fuggire verso la cucina. La ragazza, però, venne intercettata dalla mano fulminea di Vegeta che la prese per un polso e le disse:
“Non così in fretta, Panny…Avrò sei anni, ma non sono stupido. Ti sarai anche mangiata il piatto di barbabietole col bambino dentro, ma dimmi un po’, furbetta, Trunks cosa c’entra in tutto questo?”
“Papà, senti, non voglio deludere le tue conoscenze tecniche e prettamente sayan…su come…ehm…un bambino si trovi ora nella pancia di Pan, ma fidati, ti prego, se ti dico che è stata…ehm…diciamo così…indispensabile…la mia presenza, perché questo bambino sia ora nella sua pancia…e ti posso anche assicurare che le barbabietole…ecco…benché Beet sia un bellissimo nome, non c’entrano proprio nulla con la nascita dei bambini…capisci?” intervenne timidamente Trunks mantenendo un tono di voce pacatissimo, in modo da non far arrabbiare suo padre.
“Ah, sì? E sentiamo, genialoide, perché sarebbe così ‘indispensabile’ la tua presenza? Ce lo hai messo tu il bambino nella sua pancia?”
“Mamamamama, Papà! Ma cosa ti interessa saperlo? Fra qualche giorno sarai tornato ad essere adulto, no? È ovvio che tu lo sappia già come nascono i bambini, perché vuoi che te lo spieghi io, scusa?” disse Trunks imbarazzatissimo.
“Stacchi un tuo pezzo e lo fai mangiare a Pan con le barbabietole e poi diventa un bambino nella sua pancia, come fa Majin Bu?” chiese Goku che, nel frattempo, tutta la storia aveva iniziato a interessare parecchio.   
“NOO! Ma, ma che SCHIFO!” ribattè Trunks assumendo una faccia disgustata.
“Hai fatto un uovo come Al Satan e Pan lo ha mangiato…assieme alle barbabietole?” insistette il piccolo continuando a sparare ipotesi a caso, ricordandosi però di ciò che aveva appreso all’asilo infernale..
“Gokuuuu! Basta! Non ho fatto nessun uovo e non oso nemmeno immaginare cosa possa elaborare la tua mente paragonandomi a Cell! Ho detto che voi, da adulti, lo sapete perfettamente come nascono i bambini. Scusate, eh, ne hai avuti due, entrambi, lo saprete come si fanno, no?” lo bloccò Trunks a cui passò un brivido per tutto il corpo immaginandosi la scena di lui che ‘partoriva’ suo figlio.
“Ok, ma all…
“Kaaroth!” li interruppe allora Vegeta “aicsal erats…odnoces em non ol as onemmen iul...Es non oleilg avecid Shenron, onemmen ol avepas…ehc allen aicnap id Pan ic are nu onibmab…”
“Già. Infatti” rispose Goku con sufficienza.
Già infatti, cosa?” chiese Pan scocciata dal fatto che ancora non riuscisse a capire quella dannata lingua.
“Niente, andiamo a mangiare…e fammi un favore, Pan. Quando nascerà mio nipote, fate fare a me e Kaaroth da baby sitter…mica che arrivi alla vostra età senza saper ancora parlare sayan e, magari, mangiando anche la verdura…per non parlare poi della cultura generale, quella sì che lascia molto a desiderare. Ok?” concluse Vegeta voltando le spalle ai due ragazzi e avviandosi con Goku verso la cucina.
“Orevop oloccip sayan…Àssihc elauq odrussa emon ilg onnarad…” borbottò Vegeta non appena si fu affiancato a Goku.
Trunks e Pan rimasero in piedi, letteralmente allucinati da ciò che le loro orecchie erano state costrette a sentire. Strizzarono tre o quattro volte gli occhi prima di potersi riprendere, anche se solo in parte, per poi guardarsi negli occhi e dirsi l’un l’altro:
“Ma che gli è preso?”
“Non ci credo…ci hanno…ci hanno per caso dato degli ignoranti?” chiese Trunks allibito.
“Temo…temo di sì…”gli rispose Pan ancora leggermente turbata.
“Io non lo voglio un figlio in giro per casa che borbotta in sayan frasi incomprensibili…o peggio ancora, comprensibili solo a mio padre e a tuo nonno…non credo di potercela fare…” concluse il ragazzo aggrottando le sopracciglia.
“Già…converrà che lo impariamo anche noi, non dev’essere così difficile se l’ha imparato addirittura mio nonno…”
“…PAAN…ti ho sentito sai?” gridò Goku dalla cucina con tono offeso.
“UGH…sarà meglio andare a preparare, prima che si arrabbino…e distrarli col cibo, prima che tornino sull’argomento ‘bambino’, che dici, Trunks? O vuoi che ti chiami Beet?” lo canzonò Pan dandogli una piccola pacca sulla spalla.
“Eh eh…simpatica…andiamo, Turnip…” concluse il ragazzo avviandosi con la sayan verso cucina.

 
*****
 
Il viaggio di ritorno risultò molto piacevole, per tutti. Tra allenamenti, giochi, mangiate e intrattenimenti vari, inventati dai due bambini, tra cui la serata del circo, quella dello spettacolo di magia e quella dello zoo, i giorni passarono senza alcuna noia.
Le sere in cui i due bambini erano particolarmente stanchi, chiedevano a Trunks di mettergli il loro cartone animato preferito: la Pimpa. Avevano scelto una puntata in particolare che continuavano a guardare e a riguardare, centinaia di volte, senza mai stancarsi: “Il piccolo Armando”. Quando l’episodio terminava, dopo soli quattro minuti e otto secondi, escludendo la sigla iniziale e finale, Goku e Vegeta, a turno, andavano da Trunks e, tirandolo per la manica, gli dicevano:
“Truunks, è finito…vieni a mettercelo di nuovo?”
Con una pazienza infinita, il ragazzo si alzava e andava a far ripartire il filmato, da capo, decine e decine di volte, senza mai stancarsi.
Quattro minuti e otto secondi.
Troppo poco tempo per organizzare un qualsiasi incontro con Pan.
Troppo poco tempo per fare una doccia, un po’ di allenamento, un solitario a carte, uno straccio di videogioco.
Troppo poco tempo per fare tutto. Giusto mangiarsi una mela o prepararsi un caffè.
Proprio mentre se ne stava sbucciando una, tagliando la buccia in un unico, lungo e perfetto ricciolo, il ragazzo si trovò a pensare quanto fosse davvero felice.
Felice perché era partito per quel viaggio sperando di tornare con le sfere che gli avrebbero ridato suo padre e invece, di lì a pochi mesi, lo sarebbe diventato lui stesso, un papà. Era semplicemente…meraviglioso.
Quando il mattino del giorno dell’atterraggio i sayan si svegliarono, si ritrovarono tutti in cucina per la colazione, con le facce tristi e i musi lunghi. Solo Trunks sembrava essere di ottimo umore. Quando il ragazzo entrò in cucina e vide le facce incupite dei suoi compagni di avventura, esclamò allegro:
“Hey! Ragazzi! Ma cosa sono queste facce tristi? Fra poco atterreremo e finalmente voi due potrete tornare adulti! Eddai, potrete tornare finalmente alle vostre vite…normali, con le vostre mogli! E tu, Pan…suuu, non sei contenta di tornare a casa? Con il tuo dolce fidanzatino? Dobbiamo comprare casa e preparare una cameretta per il bimbo e organizzare un sacco di cose. Perché siete tutti così mogi?”
I tre fecero un sospiro, e si misero a guardare un punto fisso in mezzo al tavolo, sul quale era appoggiata un recipiente di metallo.
“Ma allora? Che storia è questa? Ieri sera eravate tutti felici e contenti, vi siete guardati cento volte la Pimpa e ci avete fatto pure lo spettacolo di magia…non ve la sarete mica presa perché non vi ho fatto tagliare a metà Pan, vero? Ma dai…non è possibile che sia per questo. E tu, Pan? Stanotte non mi sembravi così incupita, anzi…direi che eri abbastanza…ehm…allegra…o sbaglio? Su, dai, fammi un bel sorriso…Panny? Pannina?”
Niente, nessuno lo cagava di striscio, né tantomeno alzava lo sguardo da quella dannatissima scatola di latta vuota posta al centro del tavolo.
“OHOO, ci siete? Trunks chiama equipaggio…rispondi equipaggio…Ma che avete? Si può sapere o no? Volete restare piccoli ancora per un po’? Volevate fermarvi ancora un pochino su Vegeta 3? Volevate fare un’altra tappa? Magari su quel pianeta coi fiori di gelatina di frutta? Volete…volete…ma si può sapere cosa diavolo volete ancora, tutti e tre?” chiese il ragazzo quasi esasperato.
Pan alzò leggermente lo sguardo per poterlo guardare in quegli occhi ancora raggianti e azzurri come il mare e, con un filo di voce gravissima, gli disse:
“Trunks…sono finiti…i biscotti…sono…sono finiti”
Il ragazzo sgranò gli occhi e spalancò la bocca. Senza dire nulla, scosse la testa e uscì dalla cucina, lasciando i tre a commiserarsi per la terribile perdita.
Andò a sedersi al posto di comando e tolse il pilota automatico decidendo di ‘distrarsi’ pilotando l’astronave manualmente. Quando finalmente entrarono nell’atmosfera terrestre, non vedendoli comparire in sala comandi, il ragazzo decise di prendere il microfono e chiamarli col vivavoce:
“Gentili passeggeri, il capitano vi informa che ci stiamo preparando all’atterraggio. La temperatura al suolo è di venticinque gradi centigradi e sulla Capsule Corp. splende il sole. L’atterraggio è previsto alle ore 10.00 ora locale. Esattamente fra cinque minuti e trenta secondi, quindi, per favore, MUOVETEVI A VENIRE IN SALA COMANDI, POGGIARE LE VOSTRE CHIAPPE SUI SEDILI E ALLACCIARE LE CINTURE! GRAZIE”
I tre comparirono subito dopo, con le stesse e identiche facce che avevano poco prima davanti alla scatola di biscotti vuota. Si sedettero ai loro posti e si allacciarono le cinture.
“Scusate, se vi distraggo dai vostri lugubri pensieri, ma non vi sembra di esagerare? Fra meno di cinque minuti saremo atterrati, potrete avere tutti i biscotti che volete…non mi sembra ‘sta gran tragedia, o no?” chiese il ragazzo ancora basito dell’atteggiamento dei tre sayan seduti comodi sui loro sedili.
“Trunks, tu non capisci. Quelli erano i biscotti del pianeta Vegeta 3…a forma di abitanti del pianeta…Dove li troviamo sulla Terra dei biscotti che rappresentano esserini a otto zampe tre occhi etc?” chiese Pan che sembrava disperata.
“COSA? Ma non ci posso credere…Pan! Ma quanti anni hai? Quattro? Capisco loro due che sono piccoli, ancora per poco, grazie a Shenron…ma tu?”
“Ma non capisci, Trunks? È tutto finito…i biscotti…il viaggio…tutto…” insistette Pan pronunciando questa frase così filosofica con un tono sconsolatissimo.
“Ma piantala, Pan! Questa era solo una specie di…di…vacanza…Se fossimo stati via più tempo ti saresti annoiata, alla fine…E poi, scusa, non ti sembra che avrai il tuo bel da fare, nei prossimi mesi?” la rimproverò Trunks che era veramente stupito del cambio d’umore dei suoi compagni di viaggio, rispetto alla sera precedente.
“Non trattarla male, sai? Sei brutto e cattivo, se tratti male Pan. Chiedile scusa, altrimenti io non chiedo a Shenron di diventare grande e gli chiedo i biscotti di Beet, come desiderio…” intervenne Vegeta in difesa di Pan.
“Mi ricatti, papà? Lo sai che i ricattini non mi piacciono, vero?” gli rispose il ragazzo un po’ adirato per il tono usato dal bambino.
“Gno gnai gne gni gnignagnigni gnon gni gniagniogno…” gli fece verso Vegeta facendolo irritare ancora di più.
“Papàààà! Piantala! Le vuoi prendere?”
“Trunks! Non l’hai detto veramente, vero? Lascia stare Vegeta, sai?” lo sgridò Pan prendendo le difese del bambino.
“Ah, perfetto! Cosa siete diventati? Un’associazione a delinquere? Vi difendete l’un l’altro adesso? Ci avete fatto passare un viaggio d’inferno, a me e Goku, tra litigi e battibecchi. Ora, a due minuti dall’atterraggio, fate comunella contro di me? E magari vi siete tirati Goku dalla vostra parte?” chiese il ragazzo esasperato.
“Io preferirei non mettermi con nessuno, visto che già devo sopportare Chichi…” disse semplicemente Goku facendo spallucce.
“Ahhh, siete incredibili. Lasciamo perdere, guardate, mi avete rovinato la giornata…ero così contento di essere finalmente tornato. Siamo rientrati sani e salvi, felici e contenti…Ora per una stupida scatola di biscotti, avete messo in piedi una tragedia…siete…insopportabili…” concluse Trunks dipingendosi in volto lo stesso muso lungo degli altri tre.
“E no, scusa…non lasciamo perdere per niente…Non hai ancora chiesto scusa a Pan…avan…
 
SBADABAN
 
L’astronave toccò terra, con uno scossone terribile, creando addirittura una voragine nel giardino di casa Brief. Il frastuono generato, fece uscire velocemente di casa Bulma e Chichi e tutti gli altri che aspettavano il ritorno dei loro cari con molta ansia, già dalle prime ore del mattino.
Quando il portellone si aprì, i sayan scesero tutti assieme, ancora litigando. Ora ci si era messo anche Goku a discutere con Vegeta accusandolo di aver distratto Trunks durante l’atterraggio e, per questo motivo, era stato così brusco da fargli pestare la testa contro il sedile di fronte al suo.
Trunks continuava a discutere animatamente con Pan, Vegeta con Goku, tutti accusavano tutti per chi avesse finito i biscotti. I loro parenti che si erano avvicinati nel contempo all’astronave, sentendoli litigare così animatamente, sgranarono gli occhi allibiti e increduli. Sentirono più volte le parole ‘biscotti’, ‘atterraggio’, ‘Vegeta 3’ e addirittura ‘barbabietole’, ovviamente senza capirci un emerito cavolo. Ad un tratto, per interrompere quello che sembrava per diventare un delirante litigio incontrollabile, Gohan decise di intervenire e, forse alzando un po’ troppo la voce, disse:
“STOOOP! Eheh, scusate…bentornati! Fatto buon viaggio?”
“Kaaroth, out oilgif è nu otacudelam…non as ehc non is adirg?” disse Vegeta interrompendo immediatamente la sua quasi azzuffata con l’amichetto.
“Vegeta? Ma come parli?” chiese Bulma sgranando ancora di più gli enormi occhi azzurri.
“È sayan…mamma…dice che è maleducazione gridare…Gohan” rispose Trunks facendo sgranare gli occhi a Pan e ai due bambini, oltre che a far cadere letteralmente le palle dalle orbite, a tutti gli altri.
“E da quando parlate sayan?” chiese Gohan esterrefatto.
“Già, da quando parli sayan, Trunks?” chiese Vegeta allibito quanto gli altri.
Trunks sbuffò. Era veramente stufo. Le discussioni, in genere, lo buttavano a terra e gli consumavano tutte le energie. In più, farlo con Pan, non gli piaceva affatto, soprattutto su una questione così stupida, come quella insorta pochi minuti prima. Guardò suo padre in quegli occhi neri ancora leggermente arrabbiati, ma anche stupiti e gli disse:
“Non lo so. Davvero. So solo che ora lo capisco…non credo di essere ancora in grado di parlarlo, ma almeno adesso non potrete più prendermi in giro, dicendo cose offensive…su me e Pan…”  poi, dopo una breve pausa, durante la quale osservò tutti con attenzione, continuò: “Sentite, basta litigare, ok? Abbiamo passato due settimane fantastiche. Ci siamo divertiti e abbiamo portato a termine la nostra missione. Abbiamo anche salvato il pianeta Vegeta 3 dalla distruzione. Penso sia giunto il momento di chiamare Shenron ed esprimere il desiderio per il quale abbiamo affrontato tutta questa avventura. Vi pare?”
A quel punto, Vegeta e Goku si guardarono l’un l’altro. Poi rivolsero lo sguardo verso tutti i loro parenti che ancora li guardavano come spaesati e, solo allora, capirono. Capirono che sì, si erano divertiti, si erano ancora una volta comportati da eroi, salvando quel lontano pianeta, avevano passato due settimane a dir poco stupende e, per questo, dovevano ringraziare Pan e Trunks che avevano accettato di accompagnarli in quella bellissima avventura nello spazio, ma che ora, era giunto il momento di tornare ad essere ciò che erano: mariti, padri e, ora, anche nonni.
Vegeta si tolse lo zainetto contenente le sfere dalla spalla, lo aprì e le mise vicine una all’altra, sul prato.
“Drago Shenron io ti invoco. Esaudisci i miei desideri”
Come pochi giorni prima sul pianeta Vegeta 3, il cielo si oscurò e, in pochi istanti, da un fulmine che squarciò il cielo dal basso verso l’alto, comparve la versione bluette del drago che, osservando la folta folla che lo scrutava dal basso, disse:
“Principe Vegeta, quale onore rivederti. Sono pronto ad esaudire ogni tuo desiderio. Avanti parla…”
“Bene, allora, io desidero…
“Aspetta!” intervenne Pan avvicinandosi ai due bambini.
“Che c’è, Pan?” chiese Goku un po’ preoccupato.
“Aspettate, io volevo solo…beh, se posso…posso abbracciarvi, l’ultima volta…per favore…non voglio lasciarvi diventare grandi senza che abbiamo fatto pace per la stupida discussione di stamattina…posso?” chiese la ragazza inginocchiandosi vicino a loro per essere alla loro stessa altezza.
I due bambini non ci pensarono nemmeno un secondo, le misero le braccia intorno al collo e se la sbaciucchiarono tutta, in un modo veramente affettuoso, che la fece sentire davvero bene. Poi, prima che si potesse rialzare, Vegeta si avvicinò al suo orecchio e, sottovoce, le disse:
“Os ehc ioup imripac…Adraug ehc i ittocsib il ah itinif Trunks…ettonats”
“Ol os” rispose semplicemente Pan, facendogli un occhiolino e un sorriso che il principe non avrebbe mai più scordato.
Pan si alzò e andò a mettersi a fianco a Trunks dicendogli:
“Io e te poi facciamo i conti, vero, mangione?”
Trunks divenne tutto rosso e abbassò lo sguardo sconsolato sussurrandole nell’orecchio uno: “Scusa…” pieno di vergogna per essere stato scoperto, come un bambino trovato con le mani nella marmellata.
“…Drago Shenron, per favore, vorrei che io e Kaaroth potessimo tornare adulti, possibilmente mantenendo la nostra coda. Dopodiché vorrei che tu sparissi per sempre, portando con te le tue sfere dalle stellette Blu. Grazie, Shenron”
“Niente di più semplice” rispose il drago pochi istanti prima di radunare le sfere per portarsele con sé e di sparire per sempre.
I due sayan tornati adulti, si guardarono le braccia, le gambe, le mani e poi uno con l’altro. Quando tentarono di voltarsi per andare finalmente ad abbracciare i loro parenti però, vennero bloccati dalle loro code che, ancora una volta, si erano arrotolate l’una con l’altra, come per ricordare loro quanto forte fosse la loro amicizia.
I due si guardarono negli occhi e, mentre Goku alzò un sopracciglio perplesso aprendo un leggero sorriso, Vegeta ridusse i suoi occhi a due fessure e, con tono severo disse:
“Kaaroth, vedi di mollare immediatamente la mia coda, o vuoi che ti disintegri?”
“Oh, Vegeta…sei tornato…tale e quale a com’eri…come sono felice! E hai tenuto anche la coda...hihihi monellaccio, ci sarà da divertirsi, d’ora in poi...” disse Bulma in modo davvero troppo malizioso, per tutta la gente che c’era ad ascoltarla.
“Hey, donna, bada a come parli sai? E poi fra qualche mese non avrò più tempo per te. Mi dovrò occupare di mio nipote. Non voglio commettere due volte gli stessi errori. Voglio che cresca da vero sayan, come me e Kaaroth” rispose secco lui.
“N-nipote? Ma cosa dici, papà? Io non aspetto nessun bambino!” intervenne Bra stupita.
“Beh, ovvio che no, a te le barbabietole non piacciono!” le rispose Trunks facendo scoppiare a ridere tutti i suoi compagni di viaggio e facendo comparire sul volto dei presenti il più grande punto interrogativo che gli avessero mai visto dipinto in viso.
 
Quella sera le famiglie cenarono tutte assieme.
C’era molte cose da dire.
Molte spiegazioni da dare.
Molti aneddoti da raccontare.
Il viaggio era finito, come i biscotti e i racconti, ma una cosa era certa: nessuno dei protagonisti se lo sarebbe mai dimenticato, per tutto il resto della propria esistenza.
 
Poi…
 
…260 giorni dopo…
 
“UHAAA UHHAAA”
“Panny! Ma che bellissimo…ma…scusa…non ha il pisellino? E per tutti questi mesi che lo abbiamo chiamato Beet, allora? E la cameretta azzurra…i vestitini…le macchinine…? Dov’è il pisellino?”
“Eheh – ride imbarazzata Pan – Quella che si vedeva nell’ecografia…ehm…era la coda…Ti dispiace che sia una bimba?”
“NOO, ma che dici? Come la chiamiamo?”
“Beh, mi è venuto in mente un solo nome”
“Cioè?”
“PJ”
 
 
 
 
 
FINE




NA: Per tutti coloro che vogliono tornare un po' bambini come i due piccoli protagonisti di questa storia che ho scritto con molto piacere con la mia piccola collaboratrice di casa, lascio il link della puntata della Pimpa citata in questo capitolo (https://www.youtube.com/watch?v=b6joW-2VcGc)
Dura 4 min e 8 sec...veramente. Il tempo di sbucciarvi una mela e mangiarvela mentre guardate l'episodio, spero faccia tornare piccoli voi come ha fatto tornare indietro di un bel po' di anni me, che ho rimesso lo stesso video tipo cento volte alla piccola coautrice di questo racconto.
Non so se ci sarà un seguito, di questa storia, ma ora come ora...spero vivamente di sì...
Alla prossima,
DDS

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