e se il tempo si fermasse..

di somethingtobelieve
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Scontro ***
Capitolo 2: *** Il Disastro ***
Capitolo 3: *** Una mente affollata di ricordi ***
Capitolo 4: *** La Spina Nera ***
Capitolo 5: *** Dopo la Tempesta... ***
Capitolo 6: *** ...Torna Sempre Il Sole! ***
Capitolo 7: *** La Bella di Ghiaccio e la Bestia di Cuore ***
Capitolo 8: *** Il Giardino Dove Tutto Ebbe Inizio ***



Capitolo 1
*** Primo Scontro ***


Primo Scontro

-Ma cosa stai dicendo! Non è vero, le persone che hanno sofferto in passato, si comportano diversamente, approcciano la vita in modo diverso, come se tutto fosse più difficile a volte si finisce addirittura col credere che certe cose siano impossibili, di certo non si dà l’impressione di essere tutti tranquilli e sicuri di se. -
Ecco l'ho detto. Dio, che imbarazzo. Mi sento bruciare le guance e le orecchie e pulsare tutto il collo e la testa. Non so perché, mi emoziono tremendamente quando esprimo la mia opinione in pubblico. Ho troppa paura di essere giudicato, perché non so se la persona che ho davanti può capire ciò che intendo dire.

E poi è inutile nascondere la verità anche a me stesso, sono fottutamente timido.
Quello stronzo poi non la smette di dire le sue immonde cazzate, dannato lui, quello che gli esce dalla bocca e tutta la sua sicurezza che sfoggia come un premio. Parla a sproposito e questa non potevo lasciargliela dire, lui è pieno di amici e di gente che lo stima è praticamente idolatrato, che cosa ne sa dei periodi di merda, non ci è mai passato, anzi, forse il suo dramma maggiore è non trovare un filtro giusto per le foto o non avere abbastanza mi piace su facebook o cose ridicole del genere …
Fortunatamente Elisabetta risponde -Si anche io credo che cose come il bullismo ad esempio, ti segnino, comunque non sei più come prima … almeno, non credo che chi lo abbia subito sia tutto allegro e contento o superficiale - ah allora qualcuno di ragionevole in questa classe c'è!


Non lo sopportavo più. Per questo mi sono lasciato andare dicendo quello che ho detto, di solito non lo faccio, è imprudente esprimere le proprie opinioni, per come la vedo io. In realtà invidio parecchio quel ragazzo.. ma non lo voglio ammettere, perché non sopporto davvero la sua sicurezza, il suo credersi figo, le centinaia di ragazze che gli sbavano dietro, perché è davvero molto bello, e lui non ne caga manco una.
Io sembro una donnetta in confronto, da quando sono piccolo i ragazzi mi prendono in giro dicendo cose come “un grembiule da cucina ti starebbe d'incanto”. Scommetto che invece a lui le ragazze non vedrebbero l'ora di vederlo con addosso solo il grembiule da cucina e nient’altro.
È uno di quelli che ha certe fortune e se ne vanta ovunque da sbruffone. Secondo me è tempo perso, potrebbe fare cose più utili a questo mondo.


Che poi in realtà, a parte il fatto di essere uno sbruffone, so che c’è di più oltre a quello che mette in mostra, non sarà il più sensibile dei ragazzi ma è molto intelligente. È bravo nello sport e anche a scuola ma evidentemente dà più importanza ai suoi amici idioti che allo studio. Ma a chi frega? Chi nota veramente che butta tutte le sue capacità e doti? Ai ragazzi di questa scuola importa solo quanta fama hai, se ti vesti bene e l’apparenza della tua vita sociale su facebook o ask magari. La gente davvero non riesce a guardare oltre, tutti lo vedono solo per l'aspetto fisico, se dovesse essere così anche per me, diciamolo, sarei fottuto.
Sono stato in classi peggiori, quindi non mi lamento. Ma per quanto questo sia soltanto uno scenario ristretto, questa scuola, mi fa pensare che la fuori siano un po’ tutti così.

Credo sia impossibile trovare un migliore amico, nella vita, perché bisogna trovare una brava persona e poi conoscerla affondo ma tanto prima o poi c’è sempre qualcosa che ti delude. Perciò anzi che buttarmi nelle amicizie senza riguardo, penso prima a proteggermi mantenendo una certa distanza fra me e gli altri.
E osservo.
Guardo bene il modo in cui si comportano tra di loro, sapendo che potrebbero fare lo stesso con me se gli dessi fiducia e dopo aver analizzato due o tre persone finisco sempre col fare di tutta l’erba un fascio perché è più comodo così, specie per chi, come me, ha la quasi costante, paura di essere ferito, anche se a volte anch’io abbasso la guardia visto che non sono proprio in pericolo ecco.


E così mi guarda come incredulo, per qualche secondo con la bocca semi aperta e gli occhi fissi su di me. Per i pochissimi secondi che è durato, mi è stato davvero difficile sostenere quello sguardo, che probabilmente non comunicava proprio nulla, ma mi sento come se mi avesse spogliato.
Ma poi, ecco che si volta a fare battute agli altri compagni, come se le mie parole non lo avessero nemmeno sfiorato. Tutto questo è il massimo che posso ottenere. Faccio una fatica immensa per esprimere quel pensiero, contro di lui che spara certe cavolate per sembrare sensibile e tutto ciò che ottengo è la sua attenzione per due secondi... seh a quanto pare gli è fregato molto. Quanto lo odio.

A che serve mi chiedo. Fare tutto questo se nessuno se ne accorge. Per ottenere così poco. Sono stato davvero stupido, lo dico sempre che devo starmene zitto.

 

Mi avvio verso la fermata del pullman, con le cuffie alle orecchie, il mio solito felpone addosso, i jeans e le converse luride. Un imitazione delle converse in realtà. So di essere ordinario, ma vado per il comfort, niente sfarzi, anzi mi piace andare contro corrente, quindi se adesso ai ragazzi piacciono le scarpone alte, bianche e se le puliscono ad ogni macchietta con tanto di saliva, io porto le mie care trasandate e rockettare, finte converse a strisce nere e rosse con tanto di scritte con pennarello non tanto indelebile.
Le converse o le porti immacolate o più sporche sono meglio è, intendiamoci.

Oggi sono da solo, i miei amici sono usciti prima grazie ad un'ora buca e i miei nuovi compagni di questa classe riescono a scroccare passaggi qua e là.
Quasi mi sento ancora scosso per quello che ho detto oggi, che palle non riesco a levarmi dalla testa quello stupido sguardo. Ma continuo a zittirmi da solo facendo finta che non mi importi nulla.
Cerco di rilassarmi lasciando uscire l'aria dalla bocca, e lascio che la musica mi trasporti, mi piacerebbe chiudere gli occhi per ascoltarla meglio ma so che sembrerei troppo strano e se qualcuno mi vedesse... però … qua intorno non vedo nessuno...
ok ma solo per qualche secondo eh..tengo la testa bassa così sembrerebbe che guardo giù...
ooh si, molto meglio...non capisco quelli che fumano, a me la musica alimenta ed è molto meglio che farsi un lungo tiro di sigaretta.


Evidentemente ho fatto la mossa sbagliata, questo si che è abbassare la guardia perché mi ritrovo presto vittima di uno scherzo spiacevole. Mi sento toccare la spalla sinistra, mi giro d’istinto e non vedo nessuno...il solito scherzo! Non faccio in tempo a rigirarmi dall'altra parte che...qualcosa mi salta addosso! O dovrei dire qualcuno...


Andiamo è sleale, ero completamente fuori dal mondo! Mi avrà visto chiudere gli occhi?? Penserà che sia uno strambo! Che infarto mi sento morire, già che ci sono voglio sotterrarmi!
Sento ridere animatamente qualcuno alle mie spalle poi dice:
- Ti ho presooo! – e chi poteva essere se non il mio caro compagno di classe incapace di rispondere quando la gente lo fa scendere dal piedistallo.
- Già ..heh..- mi strofina la mano sulla testa, chiusa in un pugno come fossimo amiconi e poi mi salta addosso - Ahi hem piano …!- dico ansimante, cavolo se pesa!
- Certo che devi essere proprio stanco, nemmeno ti accorgi che ti sto dietro! Scusa ma DOVEVO farti uno scherzo – dice continuando a ridere di gusto.
Non riesco a dire una parola, mi precedono i sentimenti di imbarazzo e vergogna al capire cosa stava effettivamente accadendo.
- Hey per caso stavi dormendo? Avevi gli occhi chiusi o sbaglio? – ecco la mia paura avverata, sono proprio un idiota, questa me la sono cercata.
- Hem no cioè io…- mi manca la voce per un attimo, ma cerco di ricompormi per sistemare la faccenda, devo evitare di rendermi più ridicolo di così. Faccio un respiro profondo e dico: -no è che pensavo di avere la scarpa slacciata e stavo quasi per chinarmi, mi hai colto di sorpresa proprio mentre lo stavo per fare- in realtà le mie scarpe stavano benissimo, assieme ai miei piedi, prima che questo essere me li schiacciasse senza la minima preoccupazione. Fortunatamente me ne sono accorto, così ho potuto usarla come scusa.
- Ah scusami dai te la riallaccio, non ce l'avevi slacciata prima, sono stato io – ridacchia fingendo imbarazzo. Ma come diavolo fa ad accorgersi di tutto?? Prima di abbassarsi si gratta dietro la testa guardando in basso, adesso sembra veramente imbarazzato. Io rimango a fissarlo stranito e lui vedendomi non fare nulla, fa spallucce, con un mezzo sorrisetto di chi ha fatto una burla, poi si china e … che cazzo fa?!?! Ho sedici anni diamine posso benissimo farlo da solo! Vuole prendermi in giro trattandomi come un bambino?? Mi sta sul serio allacciando la scarpa?!? No! Vedi di levarti coglione!
- Hey che cazzo..- è l’unica cosa che riesco a dire tra la sorpresa e il disgusto. Tiro via il piede e lo guardo esterrefatto, a bocca aperta e probabilmente devo avere una smorfia orribile dal modo in cui mi guarda.
Si alza e resta fisso, serio, di fronte a me … cazzo quant'è alto ... fa quasi paura e comincio a pentirmi di ciò che ho appena fatto.
Resta così per qualche secondo e temo di dover affrontare un altro sguardo ma impacciato come sono mi volto subito e per la timidezza mi tengo stretto alla manica della felpa. Credo di essere al massimo della mia forma in questo momento! Tutto disordinato perché un ragazzo di tre metri mi è saltato addosso, sono rosso in faccia, mezzo incazzato, non riesco a guardarlo negli occhi perché non sono nemmeno capace di sostenere un fottuto sguardo, mi afferro il braccio come fosse la mia coperta di linus e ho una scarpa slacciata.
E lui cosa fa?
-hahahahah hahahahaha! Aaaahahahahahahaha!!!-
si mette a ridere quell'idiota.
E ride di gusto lo stronzo. Ride così tanto che a momenti perde l'equilibrio. Si tiene la pancia tutto contorto dalle risate e quasi piange tanto è lo spettacolo che gli sto offrendo.
- Hehe..ma ti sei visto?! Ooh come sei cariiino -
Ma ti sei visto tu brutto coglione?? Cazzo sei un gigante e salti addosso a uno mingherlino come me?? E poi cerchi di allacciarmi le scarpe trattandomi da bambino! Sei tu un bambino! Cazzo salti addosso alla gente??? Ma che problemi haaii????
O almeno è questo quello che avrei voluto dirli ma mi manca il coraggio.
Mi infilo di corsa i lacci dentro le scarpe senza nemmeno allacciarmele. Fanculo. Basta. Mi ha rotto, ciao alla gentilezza e ciao alla timidezza. Sono un fuoco ora sono puro istinto. Corro dritto verso la strada che stavo percorrendo prima di tutto questo, e mentre gli passo davanti lo spingo incazzato, lo faccio con due mani proprio come farebbe un bambino, perché lui è davvero troppo alto, una mia mano non basterebbe nemmeno a chinarlo di un briciolo. Facendolo mi finiscono i capelli davanti alla faccia ma continuo ad andare avanti senza guardare nulla e nessuno. È così che mi fa sentire, come un piccolo bambino stupido. Insignificante.
No. Non me ne frega nulla. Non me ne frega niente. Niente, si come no' sto quasi per piangere, cazzo che rabbia! Lo odio, lo odio profondamente! Perché mi fa questo?? Mi considera un deficiente?? Perché è così superficiale?! Si meritava pure un calcio quel pezzo di merda.

 


Potete immaginare com'è finita la giornata. Testa sul finestrino del pullman, con la musica nelle orecchie, viaggio verso casa tra i palazzi grigi, il freddo e le foglie che iniziano a farsi gialle. Arrivo sotto casa e tiro via le chiavi dalla cartella, prendo la posta, salgo, poso tutto sul credenzone e la cartella per terra. Mi butto sul letto di camera mia sfinito e i cani mi saltano addosso leccandomi le guance fredde... voglio bene a questi due scemi, non mi danno fastidio i loro “baci” e poi col naso freddo leccandomi mi scaldano un po'. Invece mia madre quando vede questa scena, rimane quasi disgustata e dice sempre che mi avrebbe salutato dopo che mi fossi lavato la faccia, ma non lo faccio mai e la saluto lo stesso, d’altronde la scena si ripete tutti i giorni quando torno a casa da scuola. Poi mi chiede com'è andata la giornata. Mangio, guardo la tv, sto al pc e compro due cose per scuola, visto che siamo all’inizio dell’anno, passando ancora una volta tra i palazzi grigi e mezzi diroccati delle parti più antiche di questo paesino... a me è così che piace...la vita semplice. Vestirmi tutti i giorni così, semplicemente, l'aspetto delle cose che invecchiano, il paesino che cambia con le stagioni o il bellissimo campo di grano che ce dietro casa mia...a me piacciono queste cose, non le cose false, finte, sbruffone...che si vantano...
Torna mio padre da lavoro, ceniamo e preparo tutto per domani.



Sono molto rincoglionito. Tocco nel vuoto e prendo il cellulare, spengo la sveglia e accendo la lampadina. Mi batte il cuore. Anche se sono sveglio, sono molto più vivo dentro l'incubo che stavo sognando più che nella realtà... faccio tutto in modo confusionale. mi ci va un po’ ma poi mi riprendo bevendo un caffè americano, me lo devo scolare di fretta perché come al solito sono in ritardo e per quanto mi piaccia sentire il caffè caldo scendere giù per l'esofago, sentirlo bruciare le interiora perché appena tolto dai fornelli, non è poi così piacevole.


Stavo strozzando un mio compagno delle medie, veramente odioso, ma non di certo uno di quelli che aveva le palle per picchiarmi o fare qualsiasi altra cosa, no, era solo il mio vicino di banco che mi faceva sentire una nullità, vantandosi del padre ricco e del suo corso di equitazione...papino di qui papino di lì, cavalli, sella, razze, zoccoli...che noia. Di certo strozzarlo non sarebbe stata la soluzione anche se in un certo senso l'avrei volentieri messo a tacere più e più volte, ma così mi sembra eccessivo...con uno come lui poi...certo era solo un sogno.


Poi mi torna in mente il cretino di ieri ma non voglio pensarci, lo scaccio quasi subito via dalla mente se non fosse che mi balena una domanda: non so come ha reagito. Non mi sono girato. Non l'ho guardato dopo averlo spinto. Non so se può avere un briciolo di senso di colpa o se si è messo a ridacchiare fra se e se pensando che fossi ridicolo.


Prendo la cartella e stacco il cellulare dalla carica infilandolo subito in tasca.


Sono a scuola e in ritardo clamoroso, ho buttato la cartella sul banco e mi siedo goffamente, affannato per la corsa, fortuna che i miei due amici mi hanno tenuto il posto. Mentre tiro fuori diario e materiale scolastico, guardo un po' il resto della classe. Tutti hanno già quaderno e prendono appunti, ma qualcosa attira il mio sguardo... un buco verso destra, un ragazzo morde la penna girato verso di me ed è l'unico non impegnato a seguire la lezione. Mi guarda ansioso e mi indica la tasca del mio pantalone con la penna scassata dai denti e mezza salivosa. Prendo il cellulare indicandoglielo con fare interrogativo e lui annuisce...ce un messaggio che non avevo notato, evidentemente per la troppa fretta.
Da sconosciuto : -scusa :P-
É lui. Mah... quando mai un ragazzo chiede scusa ad un altro ragazzo?
Cazzo è stato gentile da parte sua, non me l'aspettavo.
No io ti voglio odiare, non voglio stringere amicizia né accettare le scuse di un idiota. Continuo a fissare il cellulare incredulo e per nascondere le mie facce contraddittorie.
Alzo lo sguardo e faccio “ok” con la mano, che non vuol dire molto, ce a chi non basterebbe, per esempio a me, ma lui si fa tutto contento, buon per lui...sarà apposto con la coscienza ora.
- Ma che c'ha quello?? -
- Eh? No nulla.. -
- Mh -
Lucrezia, una ragazza amica di quell’energumeno. Sbava di sicuro dietro a uno come lui anche se adesso è fidanzata, e di sicuro anche lui... quando non lo è quella testa vuota?


Matematica, fisica, inglese, storia due ore di italiano e tutti a casa, la solita tiritera solo che sta volta torno a casa, mangio, mia madre esce ed io mi addormento giocando al cellulare, sul divano. Mi sveglio più frastornato di questa mattina, lo so che non devo dormire al pomeriggio ma ieri mi sono addormentato alle due e sono tonato troppo stanco. Quest’anno ho ripreso le cattive abitudini un po’ prima del solito. Mi giro e vedo il cellulare lampeggiare. Un messaggio. Sarà Luca che chiede qualcosa di scuola. Accendo lo schermo e ci sono una serie di numeri in alto, poi scendono le scritte e leggo:
-hey com'è? Volevo chiederti scusa per l'altro giorno mi rendo conto troppo tardi di averti trattato in modo stupido :/ puoi perdonarmi?- di nuovo? Ma non gli bastava il messaggio di oggi? E poi che domanda è?? Puoi? Non sono crudele, certo che ti perdono. Ma poi ti mando al rogo.
- no, non fa nulla anche io sono stato esagerato. – rispondo.
Neanche un minuto dopo, un altro messaggio
- guarda che lo so che faccio incazzare spesso la gente. Sono arrogante. Lo so ma quando lo faccio non me ne rendo conto. Me ne hanno dovuto parlare per poterlo capire, da solo non ci arrivavo ma non voglio essere così con persone...come te. -
- ? non capisco... Intendi piccole? Basse? Di un altra stazza?-
- cosa? Noo… intendo...si insomma...gentili. -
Davvero? Gentili e tutto ciò che riesce a dire? Non rispondo subito, voglio vedere se continua con queste delicatissime scuse.
- senti sono un maschio, non perdo l'orgoglio per delle scuse ma visto che ho sbagliato... intendo dire che non voglio fare lo stronzo... con persone sensibili. SI l' ho notato, NO non negarlo e ancora SI sono più intelligente di quanto sembra...oddio non tanto mah non sono tutto muscoli niente cervello lo metto in chiaro
Allora sà di essere apprezzato per quello che appare e non per quello che è. Tutta questa sincerità non me l’aspettavo per niente. Perché è così sincero con me?
Non so cosa dire. Sarò schietto allora.
- allora perché se sei chiaro, le persone ti trattano “come se avessi solo i muscoli?” -
- perché non sono “chiaro” con tutti.-
Questo cosa vuol dire? Con chi allora? Con me?? Perché mai con me? È un modo di scusarsi? Meglio finirla qua.
- beh non ti preoccupare sono ancora vivo anche se pesi tanto per me non mi hai schiacciato, anzi mi spiace di averti spinto, non pensavo ti fregasse qualcosa delle altre persone -
- cazzo certo che mi interessa! Non sono un bastardo insensibile. So' l'effetto che faccio ma ...io non sono così. Non so come dirtelo. Ricominciamo da capo? -
Cos'è questa, una frase da film?
- bhu ok.-
Devo essere ancora rincoglionito per il sonno, non so' perché ho fatto tutto questo. Non voglio essergli amico. Nè avere pena di lui. Ne sapere i suoi segreti. Mi chiedo solo che persona sia. Sono sempre stato curioso della psicologia della gente, è l'unica cosa che mi ha spinto ad agire così forse.









Ciao gentee!! :P
questo è il mio primo capitolo in assoluto! Quindi siate gentili :3 ma totalmente sinceri, ne ho bisogno per andare avanti, quindi lasciate pure una recensione e sarò lieta di rispondervi!
tranquilli, non ho messo apposta i nomi dei due personaggi, ovvero il narratore e quello che in questo momento è l’antagonista, di proposito :P per invogliarvi a leggere il secondo capitolo, se credete sia meglio fare le “presentazioni” dall’inizio della storia ci tengo a saperlo !
aggiungo anche il fatto che questo capitolo è stato revisionato da capo a coda o dalla A alla Z circa 3 o 4 volte: prima, perché era troppo corto, poi perché non era scritto bene ci tenevo tantissimo a correggerlo dati i grandi numeri di visualizzazioni e le seguenti poche recensioni.

Spero l’introduzione non deluda la storia effettiva, spero di avervi lasciato un po’ di curiosità e anticipo che se non vi garba la narrazione in prima persona, un paio di capitoli avanti la “prospettiva” come piace chiamarla a me, cambia.
buonissima giornata a tutti quanti :)

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Capitolo 2
*** Il Disastro ***


Sono Andrea, ho sedici anni e sono timido. Fottutamente timido. Mi piace passare il tempo da solo, giocando ai videogiochi ascoltando la musica leggendo libri... insomma ormai preferisco passare del tempo con me stesso che con gli altri, non sopporto più le persone, sono sempre meno disposto a perdonare sempre meno tollerante, è molto più facile giudicare e avere pregiudizi tanto lo so come sono fatte le persone, ti deludono, sempre. E se possono ti trattano anche male si, ma non voglio rovinarmi la giornata così.

Mi vesto e mi preparo per andare a scuola dove troverò un odiosissimo compagno di classe. Ora mi rendo conto che sta diventando un problema. Il mio problema. E così non deve assolutamente essere, dopo il lungo periodo di merda delle medie, mi sono promesso che non mi sarei mai più fatto mettere i piedi in testa da nessuno e ora eccomi qua, ci penso quando vado a dormire, me lo ricordo quando sto per andare a scuola e lui è lì. Minimo per sei ore al giorno. Non posso far sì che diventi un problema oltretutto proprio all'inizio dell'anno. Il mio problema si chiama Alex. Odio già quel nome. Ecco che ricomincio! No, no! Non è un problema, non devo odiarlo. Devo solo rispondere agli attacchi se mai ci dovessero essere. Esatto solo nei casi estremi, devo continuare come ho sempre pensato fosse giusto, essere gentile non troppo scortese se riesco, non farmi notare, non impallidire o arrossire di timidezza o che altro. Non devo tralasciare sentimenti visibili, qualunque cosa che mostri un po' di me stesso mi rende vulnerabile, sarei un'idiota ad agire di testa. Eh proprio come ho fatto l'altra volta, massì lo so che un po' idiota lo sono.

Ok, mezzo addormentato ma ci sono, storia mi ha tenuto sveglio stamattina, passate le due ore ho già fame devo comprarmi qualcosa...

mi fermano dei vecchi compagni con cui stavo in classe in prima, parliamo quel tanto che basta a far svuotare il cestino e riempire la cassa di monetine del paninaro, mi tocca andare a comprare qualcosa alle macchinette! Non mi fa impazzire l'idea di girare così per la scuola ma mi brontola la pancia.

Ancora uno e tocca a me, cavoli questo è grosso meglio lasciargli tutto il tempo che vuole, ha delle spallone che fa paura non mi sognerei mai di fare arr... ? In effetti sembrava uno strambo col cappuccio, voglio dire chi si mette il cappuccio o ha freddo alla testa e con tutti i professori pelati che abbiamo che non se lo mettono, o è un po strambo oppure si fa il figo, indovina un po' quale delle tre riguarda questo ragazzo qua davanti? E indovina un po', sfigato di un Andrea chi è quello che si fa il figo qua davanti? Ovvio lui.Alex. Che deve rompermi i coglioni facendo l'amicone.

-hey ciaaoo!! bella lì come vaa??-

-bene- dico impassibile, mantenendo la pazienza, ricordando ciò che mi conviene fare.

-...ma quando sei entrato?? non ti ho visto proprio stamattina-

Sospiro incanalando la pazienza. Ce ne vuole tanta con un ritardato del genere. Prende il caffè con il suo odiosissimo fare sicuro, appoggiando un gomito sulla macchinetta e facendo roteare tra le dita la stecca per mescolare lo zucchero, mentre io prendo le monetine dalla mano..

-alle otte e dieci come tutti.-

-hah-

hah? Come sei fastidioso. Mentalmente gli sto facendo una di quelle smorfie...mmmm!! infilo i soldi nella macchinetta e vado per scegliere la mia bevanda ma mi perdo nei miei pensieri, nelle mie domande...perchè è così odioso? Che bisogno ha di farsi vedere così tanto? Di atteggiare così a figo, a casa non lo considerano? Forse...cos'è, la pecora nera della famiglia? No uno così muscoloso, deve fare di sicuro sport e uno che fa sport porta delle vittorie o comunque dei vanti, per essere uno sportivo a casa dovrebbe essere amato...allora non ne ha abbastanza? Forse cerca l'approvazione di un membro in particolare della famiglia? Il fatto dei muscoli e dello sport, oltre che ad essere qualcosa di mascolino, se dev'essere una certa dimostrazione a qualcuno, come membro della famiglia, allora è il padre! O il fratello maggiore...ovvio ammesso che ne abbia uno. Se invece, le spalle grandi fossero per protezione? Allora sarebbe la madre...sta male? Voglio dire ha una madre malata? Oddio chissà che avrà...noo dai sarebbe perennemente sofferente con una madre malata.. almeno credo... tutte queste domande che mi pongo interiormente mi rendono imbambolato esteriormente a guardare la macchinetta facendo aspettare gli altri, rendendomi fantasticamente ridicolo come quello che non sapeva decidere manco cosa bere. Così ci pensa l'arrogante al posto mio:

- che dici, scelgo io??haha - apre la sua bella manona pigiando un mucchio di tasti a caso senza nemmeno vedere cosa schiaccia,scende il bicchiere e a meno che non sia caffè con 4 dico 4 e non cinque di zucchero, dovrò ingurgitare una bevanda dal gusto orribile, sicuro. Grazie. Tanto ho messo i miei soldi no'?

Scende qualcosa ma io sono impegnato a trattenere tutto dentro, davanti a tutti non riuscirei comunque ad urlargli in faccia. Tengo tengo tengo....latte. Tra tutto quello che poteva schiacciare ha messo il latte! Perfetto, visto la tua sfiga?? ooh se ti prenderà per il culo, oh si che ti prenderà per...3, 2, 1

- hahaha hey tesoruccio potevi dirlo subito che volevi il latte uee - ride. E con lui qualche ragazza più indietro nella fila, almeno si diverte un po' dopo aver aspettato tanto e pensa anche che me lo meriti.

- se me lo dicevi subito avrei chiamato mammina!! - ride molto più forte ora e quasi tutti si girano, fortuna che ce chi ha di meglio da fare che guardare questo spettacolo pietoso. Me.

-bip- prendo il mio stupendo latte e faccio immediatamente marcia indietro, vorrei correre in classe ma il bicchiere è quasi pieno. Chi mai berrebbe tutto sto latte? E poi davvero non pensavo riempissero così il bicchiere del latte! Ma ovviamente lui mi segue. Fa ancora delle battute rivoltanti che il ronzio nella mia testa per la rabbia trattenuta non mi fa sentire, non che voglia farlo. Sono quasi in classe, bene! C'è un gruppetto di galline di un'altra classe davanti alla nostra porta, ti prego, dai, non farlo pure qua! Non è davvero necessario che lo sappia tutta la scuola!!

- quarda che se corri così ti cade eh! Eh! Eh! - fa dei tentativi per farmi cadere il bicchiere, lo sposto e ne cade una goccia, ci riprova, lo sposto ancora, sta volta ne cade un po' di più! Cavolo! Non contento, perché doveva proprio farlo rovesciare, dà un colpo deciso da sotto al bicchiere sta volta ci riesce...slow motion...il bicchiere salta, si gira ruotando verso di me, e mi cade tutto il resto del latte addosso. Prende il golfino, i pantaloni anche un po' sotto le ginocchia bagnandomi pure le scarpe.

Questo. È. Un. Disastro.

La fine del mondo. Non mi era mai capitato di bagnarmi così a scuola, neanche ai gavettoni, neanche alla materna facendomela addosso, eh no nemmeno per l'eccitazione.

Le ragazze subito tirano una specie di sospiro di spavento, qualcuna ci rimane male e continua a guardarmi a occhi sbarrati, la maggior parte ride. Non ci posso credere. Cazzo l'ha fatta davvero grossa, perché bagnato così lo noteranno anche i prof. Posso solo levarmi di corsa il golfino per fortuna non lo ha trapassato e la maglia è asciutta. Corro in bagno ed è una sensazione terribile, sembra davvero di essersela fatti addosso, ho tutti i jeans appiccicati alla pelle e sò di latte. Oddio. Beh ora che sono in bagno? Sono corso via dalle risate e mi sono tolto anche il golfino ma che dovrei fare? Sono così agitato, non credo nemmeno di aver metabolizzato ancora quello che è successo cerco solo una soluzione, disperatamente. Mi guardo attorno ma qua ce solo il sapone, il lavandino e i bagni cazzo! Stare alla finestra non sarà molto utile non è come un phon... ma ci sono i termosifoni! Oddio sono accesi anche!! davvero?! Non ci posso credere! Beh ok mah..per ora ci appoggio un po il culo e stendo il golfino sfregando un po' la parte bagnata. Quella roba scottava ma dopo cinque secondi si è raffreddata e ora prude la mia pelle delicata...solo sapesse come sclera mia madre per un prodotto decente per veri pelli delicate, li prende dalla farmacia solo per me e poi arriva un cretino simile! Eccolo che sta salendo fino a bruciare le orecchie, la vergogna. L'imbarazzo che non so' se ne ho mai provato uno simile in vita mia. Voglio pestargli la faccia! Altro che pazienza! Potessi gli salterei addosso con un carro armato, sta volta mi ha davvero fatto incazzare, giuro che se mi da anche una spintarella per gioco o un pizzicotto...alla minima scusa gli aggiusto il naso a quello! Diamine chi si crede di essere?!?! sul serio basta sentirsi figo per farmi un simile dispetto?! Mi reputi così in basso rispetto a te? Con quale insolenza irrumpi la mia tranquillità e spezzi il rispetto comune tra le persone?! Perché???? solo... perchè? Adesso sto male. Adesso è la parte in cui mi faccio piccolo piccolo, sto per crollare per frantumarmi in pezzetti, mi guardo i pantaloni e mi giro dall'altra parte per asciugarmi...che faccio? Potrei stare tutto il resto del tempo in bagno ma...si noterebbe la mia assenza e se riesco a stare il tempo che si asciuga tornando non avrei una scusa valida, no, non potrei dire la verità mai. Per umiliarmi davanti ad alte persone, così qualcuno davanti a me scrollerà la spalla a quello stronzo dicendogli “bravo!” con una risatina...bello scherzo già...vi riempirei io di secchiate di merda dalla testa ai piedi... l'unica è entrare in classe e filarmela al posto zitto zitto, non voglio nemmeno pensare a come me la caverò...

 

Ma poi non aveva detto che gli dispiaceva? Che voleva ricominciare da capo? È assurdo quello.. davvero non credevo fosse così stronzo e così strambo... prima ti fa male poi si dispiace e, cercando di migliorare, ne combina una peggio! Sono sicuro ormai che non glie ne frega nulla, mi ha tenuto buono solo per poterne combinare un'altra. Cazzo come sono stupido.. mi sono fattofregare, solo per la mia curiosità, solo per la speranza che in fondo ci sia qualcosa di buono nelle persone... ma non c'è! E tutto ciò che riescono a fare è confermartelo, negli anni non cambiano e non ti fanno cambiare idea su di loro. Mi fate tutti schifo. Mi fanno schifo le persone senza cervello, che agiscono di istinto e che parlano senza pensare, le parole fanno male. Davvero credono che si possa dire tutto senza ferire nessuno? Davvero pensano di fare solo piccoli scherzi? Quelli neanche si rendono conto di avere un comportamento di bullismo. Neanche gli balena in testa, provasse qualcuno a dirglielo penserebbero che di sicuro loro non sono e... non lo so..basta … inutili, soliti discorsi che ti fanno a pezzi... devo solo sbrigarmi ad uscire di qui.

Mi sciacquo la faccia, è l'unico modo per non sembrare che abbia pianto. Mi guardo i pantaloni e fortunatamente l'alone sopra non si nota tanto, sotto i pantaloni sono ancora umidicci, posso solo sperare che la parte bagnata che è più scura sembri solo un'ombra. Però, mi è andata abbastanza bene alla fine, è suonata la campanella da cinque minuti e solo il fondo dei pantaloni è bagnato, anzi umido, ed essendo stato attaccato al termosifone l'odore di latte è quasi svanito...sa' un po di vomito ma questa è la vita, si va' avanti! Con questa fortuna entrerò in classe con tutta la sicurezza che riesco a recitare, facendogli vedere che non mi ha fatto nulla, che il suo gioco non è riuscito. Stronzo... non importa, non è grave glie la passo, ma non mi farà vivere un' anno d'inferno questo se lo scorda.









Ciao ragazziiii!! alloooooora...
inanzitutto, spero che stia continuando abbastanza bene da più o meno appassionarvi xD...e con le recensioni mi date un graaande aiuto, perchè facendomi notare gli errori o le mancanze posso correggermi ed evitare di ripeterle >< quindi non siate timidi e recensite per piaceree !!bramo di conoscere le vostre considerazioni, da chi si è appena iscritto ai lettori incalliti di fanfiction!! xD
ah e ci tenevo a dire ancora una cosa, so' di essere abbastanza rude nel raccontare le sventure del povero Andrea, ma mi ci vedo abbastanza perchè il mio testo contiene comunque dei miei pensieri e le mie "lotte"/ denuncie (?), contro il bullismo e vorrei far capire bene cosa passa per la testa di chi subisce atti di bullismo, è tutto un alti e bassi come potete leggere dai pensieri di andrea; chi riesce con la propia positività a tirarsi su ancora una volta, ha sempre una chance di farcela perchè continua a lottare, poi si torna giù si, ci sono dei periodi che vanno di merda ma chi ha  molta speranza con se, ce la fa, sempre.
Quindi...non so spiegare bene, la storia è nata esattamente con la prima frase del primo capitolo, detta in un giorno di scuola, insomma ho preso ispirazione dalla realtà e poi tutto il resto mi scorre tra le dita che schiacciano questi tasti, ogni tanto non so' bene come continuare ma tutto sommato me la cavo, qualche elemento è simile a ciò che mi è successo in passato, ma la base della storia è tutta un altra, dalla trama ho fatto capire che l'amore (per quanto assurdo vi potrà sembrare ora) sboccierà propio tra questi due ragazzi andrea e alex, qundi espongo anche il mio parere/aiuto sul tema dell'omosessualità...comunque! se siete finiti su questa storia, magari fangirlate come me sugli yaoi, ed è propio quello che vorrei scrivere, una storia che mi emozioni e mi faccia fangirlare, ma per come sono fatta io non poteva essere una storia leggerissima, nel senso che parli propio di cose da tutti i giorni, e cercando di capire come costruire i due personaggi e le loro caratteristiche, ho creato quello passivo e quello...attivo? (non so come si dice xD) insomma un po come tutte le storie d'amore manga/anime abbiamo anche qui il più figo della scuola e la sfigata che non si caga nessuno (o qualcosa del genere) solo che sono entrambi maschi e rispecchiandomi un po' in quello sfigato (molto più negativo di me) ho capito che nel suo passato ci doveva essere il bullismo che lo ha reso così riluttante, e contro ogni contatto sociale ..o quasi, mentre quello figo... beh tutti hanno la propia storia no'? ecco e ve la spiegherò nei prossimi capitoli XD buonissima giornata a tutti!!!
sciaooooooooooo

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Capitolo 3
*** Una mente affollata di ricordi ***


Alla fine è andata bene, quasi nessuno se ne è accorto, sono passate altre due ore ed è meglio che gli stia lontano, quando sono tornato in classe mi ha dato solo due occhiatine, provabilmente chiedendosi come abbia fatto a tornare così asciutto. Te l'ho fatta eh..
Adesso però voglio andare in bagno ad asciugarmi ancora un po, vicino al termosifone si fa prima. Mi dirigo verso il bagno col golfino, quando dovrò tornare a casa farà già freddo e ne avrò bisogno...ma, noto con sorpresa e dispiacere che quel bulletto è proprio lì che mi aspetta, cazzo lo ha capito. È poggiato al termo, comodo comodo. Mi ha visto di sicuro correre in bagno! Che sciocco non ci avevo nemmeno pensato.

Che fa? No, che faccio? ormai mi ha visto entrare...di certo non abbasserò lo sguardo, piuttosto lo affronto... no, non è necessario, alla fine decido di filarmela in un bagno.


Sono in bagno col golfino in mano e quello stronzo fuori che mi aspetta, adesso un po' mi fa paura, non ho una buona relazione con i bagni di scuola...da sempre...dalle medie, i-i bagni..
Cerco di cacciare via il pensiero e mi affretto a fare qualcos'altro per tenermi occupato..si insomma...ci piscio su.
Adesso? è meglio se esco e basta, se non volevo beccarlo in giro, è l'unica cosa che mi resta fare, scapparmene in classe e poi volevo asciugare il golfino al termo solo per affrettare le cose, dovrei farcela lo stesso anche senza ...
- hey piccolo della mamma? -
- che vuoi? - dico secco e incazzato. Mi ha chiamato proprio appena uscito, sono ancora girato verso la porta.
- oh niente, mi chiedevo se avessi ancora voglia di un po' di latte o... o magari stare un po' qua al termosifone a far asciugare i tuoi vestiti come uno sfigato, lattante tutto sporco di latte... -
Mi sento la testa gonfiare. Voglio pestarlo, non mi importa la differenza d'altezza o cos'altro. Sarà la mia rabbia a tirargli i pugni.
- senti che cazzo vuoi?? - mi avvicino verso di lui molto evidentemente incazzato - qual'è il tuo problema? Cosa ti ho fatto?? perché ce l'hai con me ?! -
Finge sorpresa, con uno sguardo che sembra dire “ah senti un po' il piccoletto” alza le sopracciglia e si avvicina verso di me, soprattutto con la sua testa. Contro la mia. Siccome gli serve molto farsi “spesso”.
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- a me sembrava proprio ti fossi rovesciato il latte addosso. Da solo. Giusto? È stato solo un incidente. -
- a me non sembra proprio invece, a me sembra che tu sia solo un deficiente che cerca di farsi notare facendo questi scherzetti imbecilli, perché affrontarmi a parole non lo sapresti fare giusto? Io sono sincero se ho un problema te lo dico. In faccia. Tu invece forse non sai nemmeno parlare bene, poverino, hai bisogno di fare gesti per farti capire eh? Hmpf scimmione.. - ho esagerato. Non è vero, io ho le palle solo quando mi conviene, nei miei pensieri. Infatti per me tu sei un problema. Ma ancora non te l'ho detto.
Però ci ho azzeccato, proprio come ho detto, non sapendo come ribattermi mi da uno spintone,non serve che sia tanto forte, basta guardare la sua stazza. Contro la mia. Anche mi spingesse con un mignolo sarei capace di inciampare. Così sbatto contro la porta.
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Non ha fatto molto rumore, più che altro mi ha spaventato. Chiudo un attimo gli occhi, prendo il respiro e provo a tranquillizzarmi... non va affatto bene.. non può andare avanti così. Torno in classe tremante, mangio la merenda che prendo dallo zaino e so che non devo neanche provare a pensare a ciò che è successo, perché scoppierei a piangere, difatti mi sono costretto ad entrare in classe perché so' che non me lo permetterei mai di farlo davanti a tutti.
No, non è una bella cosa. Non è un bel gesto. In effetti non deve permettersi di fare certe cose. Proprio no.
Ho la testa vuota, senza pensieri. Sono riuscito a smettere di tremare, di avere paura. Semplicemente, non ci sto pensando.
Non ascolto nemmeno la lezione. Ho lo sguardo perso nel vuoto. So solo che è successo troppe volte ormai e credo che reagirò come un robot davvero. Non lo so spiegare. Mi sento semplicemente vuoto. Attaccato fin troppe volte. Ma non è che mi senta stanco in questo momento. Mi sento... come se mi ci fossi abituato. Sono così, pronto a ricevere e basta. Prendetemi di mira tutti quanti, per i vostri dolori personali, sono qua per far sfogare chi ne ha bisogno, andiamo fatti avanti. Chi ha bisogno di menare qualcuno per sentirsi più forte? Sono a disposizione,prego.


Ora mi farebbe comodo un super potere, perché no'? Per aggiustare tutti quelli che ci provano, a farmi soffrire, ad usarmi.
È qua che mi rendo conto che non è possibile... Che non sarò mai abbastanza forte per affrontarli tutti quanti.
Perchè devo essere sensibile da capire le sofferenze degli altri, per poter accettare il male che mi fanno? Perché comunque non potrei dirgli di smetterla, o meglio potrei ma non avrebbe alcun effetto. Non ho nessun potere per farli cambiare, nessuna persuasione per fare capire a tutti quanto soffro per farli smettere. Io non sono niente e nessuno. Non valgo. Le mie parole, i miei gesti. Non hanno senso. Prevarrà sempre il più forte è una legge della natura, è una legge animale e uno come me o sopporta...o sopprime.

 

Ma siccome credo di non essere nato per nulla, siccome credo la mia vita un senso ce l'abbia, non importa che la mia voce non si senta, questo non è un motivo per smettere di gridare. No. Non lo è. Io dovrò sempre provare, devo seguire ciò che voglio fare e avere la forza di seguirlo senza lasciare che gli altri si mettano sulla mia strada. Senza lasciare che mi impediscano di seguire i miei sogni o qualunque cosa io voglia fare. Io ho il diritto di essere ciò che voglio e di esprimere ciò che sento. Qua non si tratta di gazzelle e leoni né di lepri e volpi. Gli umani hanno il pensiero ed è con questo che posso batterli, con la parola e il ragionamento, perché in fondo loro, anche se un cervello ce l'hanno, non lo sanno usare, mentre io si e potrò sempre batterli e questo prevarrà sulla forza. Così funziona il mondo, non siamo animali, siamo persone.


Ed è così che c'è l'ho sempre fatta. Da solo. Incoraggiandomi da solo. Non mi fido di nessuno, a chi dovrei raccontarlo?
Alle medie, quando subivo il bullismo, non avevo nemmeno un amico. E non l'avrei detto al primo che capita. Non l'ho detto nemmeno hai miei, che avrebbero fatto? Sì qualcosa ho detto, in effetti mi sono sempre lamentato, ma non ho mai specificato. Non mi piaceva mica parlare di ciò che mi facevano. Di quanto piccolo mi sentivo, di quanto inutile. Del fatto che senza di me tutti sarebbero stati meglio, a forza di sentirmi così, pensavo davvero di essere utile a...nessuno, di non servire nemmeno alla mia famiglia. Pensavo davvero che forse, sparire, sarebbe stata l'unica cosa utile che potevo fare, se nessuno mi vuole, se tutti mi odiano? A che servo? A nulla di buono, solo all'odio, allora meglio che sparisco. Ma in qualche modo, mi sono sempre tirato su. Da solo. Perché non c'era nessuno per me e io non ero pronto a confidarmi con nessuno, così la mia forza sono diventato io. Ho iniziato ad avere delle fissazioni strane, certo, ma andava bene, da psicologo di me stesso mi dicevo che qualunque appiglio per farmi forza andava bene e che non me ne sarei dovuto vergognare.

Così feci incidere i miei dati anagrafici su due targhette da militare, si mi sfottevano per questo – cos'è, non ti ricordi come ti chiami? - no, ma a volte scordo chi sono e quanto valgo, e quando mi sento sull'orlo di un dirupo, le guardo e dico, sono io, Andrea, c'è l'ho fatta fin ora, e ce la farò sempre nulla può buttarmi giù, nulla mi vincerà, ho la forza di un militare, quella forza che ti fa seguire un solo obbiettivo, il mio, quello che voglio raggiungere a tutti i costi; non so' bene chi sono, ma so' chi non voglio essere, non come voi, che siete il nemico, avrò il coraggio di guardarvi in faccia come un militare, vi posso sfidare tutti quanti, si, e posso uscirne vincitore.
Nei momenti migliori le sfoggiavo, tintinnavano sempre e col mio corpo esile mi facevano sentire un duro, adesso non ho più bisogno di mostrarle, non ho un nemico, almeno fin'ora non credevo di averlo e comunque le targhette derivano da un periodo oscuro, non mi sembra il caso di lasciarle in vista, ormai è quasi un'abitudine, a volte ci dormo anche, con la catenina addosso, difatti le tengo sotto i vestiti, si nota un po' ma nessuno mi chiede nulla...


Questa è la mia storia all'incirca, manca di molto e molto altro ancora, ma quando mi fanno del male, anche se niente di grave, rivivo più o meno tutto questo. Ho una cicatrice e sono tutti bravi a passarci il coltello sopra, la società stessa tira via le croste e a farla sanguinare ci pensano gli altri, a volte chi si prende troppa confidenza, a volte chi azzarda una battuta intimidatoria, esagerata. A volte c'è chi ti fa sanguinare molto, o meglio ti mette l'adrenalina in corpo che fa schizzare il sangue fuori dalle ferite, adesso c'è una persona che si sta avvicinando a tutto ciò. Ed è lui. Giuro a quel dannato che lo aggiusterò, mi dovesse costare una rissa, non posso permettergli di credere di potermi fare quello che vuole, non posso lasciare che mi tratti così e la passi liscia, né lui deve credere che io non reagirò mai. Altro che se reagirò, vedrai, fai un altro passo falso e non aspetterò nulla, non perderò l'occasione di far sentire quell'adrenalina a te, la paura che qualcuno ti stia picchiando. Scommetto che non l'ha mai sentita.





ciaoooooo TT^TT zono ztanca mortaaa
ciao gente ;) inanzituttooooo graziieeeeee TT^TT non ci posso credere ho già una recensione e circa haha 3 persone che seguono la storia se non sbaglio xD vi ringrazio *^* a qualcuno sembra piacere almeno un po' :P
mi scuso. perchè magari qualcuno in questo capitolo diciamo che si aspettava uno sviluppo della storia cazzo!! e invece è per la maggior parte composto dai pensieri di andrea e da una specie di flashback. l ho gia detto che ci tengo al tema del bullismo e forse chi seguirà questa storia saranno propio chi ne ha subito o comunque ne ha presente di come sia,forse vi ci sto ficcando un po troppo nella storia, nel senso in un modo troppo tragico, ma quello che scrivo sono pensieri veri, giuro. è davvero ciò che accade nella testa di un povero ragazzo vittima di bullismo. il tuo carattere se ne va a puutane. l'autostima se ne va a puttane. poi come cerco di far sempre capire, chi ha questa specie di forza, non so come spiegarla, che trova in se stesso si tira sempre sù ed è per questo che ci tengo a dare il messaggio del "non mollare nai". argomento che stavo trattando un po' con me stessa, era appunto la vendetta, credetemi gente, quando subisci e subisci e sei un'anima pura, e ti chiedi perchè lo fanno ? perchè propio a me?
e credendo al " non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te" ti chiedi anche perchè si comportano così allora? hanno idea di quello che mi fanno passare? allora li...inizi a macchiarti. a non essere più tanto puro, dolce e carino insomma. allora inizi a chiederti...vorrei vedere se facessi loro ciò che fanno a me, se gli facessi provare anche solo un po...si renderebbero conto che è sbagliato? la finirebbero? diventerebbero più vulnerabili?
il nostro andrea non farà nulla di cattivo cioè , nulla di vendicativo e/o grave. non posso spoilerare ma inizia a farsi interessante la storia qua credo... xD hehe no davvero questo capitolo è stato un po così un capitolo di passaggio perchè davvero non è andata avanti la storia rispetto a quello precedente, lo so ditemele pure TT^TT le accetto comunque xD ditemi anche se fracasso troppo i coglioni con sta sofferenza xD tanto dovrebbe essere propio l'ultima volta che mi soffermo così. promesso :P io sò come va avanti, e che non ci saranno più grosse soffermazioni sui pensieri di Andrea
, e siccome avevo scritto già parte di qesto capitolo tempo fa xDmanca dei consigli che mi avete dato su precisazioni ambientali o sensoriali :P comunque cercherò di fare il possibile per seguire i vostri consigli dal primo all'ultimo d'ora in poi... :DDDD
beh che posso dire? spero tanto vi sia piaciuta, spero di non perdere lettori solo per questo capitolo un po "insensato" o meglio "non equilibrato"...corretto.. non so, siete voi i critici!! ci tengo davvero fatemi sapere tutto ciò che vi passa per la testa su questo quarto capitolo ;)
scusate la "depressione" di questo capitolo xD e di questo ragazzo xDDD voi passate una buona giornata invece :P
tanto tutto si risolverà per il meglio è appena cominciata la storia e il passato di Andrea è stato molto peggio di quanto pensiate...beh una specie di idea l'ho data in realtà
ok adesso davvero la finisco!!! xDDD
recensite numerosi!!!
al prossimo capitolo genteee !!! > <
ciauuuuu :3 ;*

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Capitolo 4
*** La Spina Nera ***


Alla fine è andata bene, quasi nessuno se ne è accorto, sono passate altre due ore ed è meglio che gli stia lontano, quando sono tornato in classe mi ha dato solo due occhiatine, provabilmente chiedendosi come abbia fatto a tornare così asciutto. Te l'ho fatta eh..
Adesso però voglio andare in bagno ad asciugarmi ancora un po, vicino al termosifone si fa prima. Mi dirigo verso il bagno col golfino, quando dovrò tornare a casa farà già freddo e ne avrò bisogno...ma, noto con sorpresa e dispiacere che quel bulletto è proprio lì che mi aspetta, cazzo lo ha capito. È poggiato al termo, comodo comodo. Mi ha visto di sicuro correre in bagno! Che sciocco non ci avevo nemmeno pensato.

Che fa? No, che faccio? ormai mi ha visto entrare...di certo non abbasserò lo sguardo, piuttosto lo affronto... no, non è necessario, alla fine decido di filarmela in un bagno.


Sono in bagno col golfino in mano e quello stronzo fuori che mi aspetta, adesso un po' mi fa paura, non ho una buona relazione con i bagni di scuola...da sempre...dalle medie, i-i bagni..
Cerco di cacciare via il pensiero e mi affretto a fare qualcos'altro per tenermi occupato..si insomma...ci piscio su.
Adesso? è meglio se esco e basta, se non volevo beccarlo in giro, è l'unica cosa che mi resta fare, scapparmene in classe e poi volevo asciugare il golfino al termo solo per affrettare le cose, dovrei farcela lo stesso anche senza ...
- hey piccolo della mamma? -
- che vuoi? - dico secco e incazzato. Mi ha chiamato proprio appena uscito, sono ancora girato verso la porta.
- oh niente, mi chiedevo se avessi ancora voglia di un po' di latte o... o magari stare un po' qua al termosifone a far asciugare i tuoi vestiti come uno sfigato, lattante tutto sporco di latte... -
Mi sento la testa gonfiare. Voglio pestarlo, non mi importa la differenza d'altezza o cos'altro. Sarà la mia rabbia a tirargli i pugni.
- senti che cazzo vuoi?? - mi avvicino verso di lui molto evidentemente incazzato - qual'è il tuo problema? Cosa ti ho fatto?? perché ce l'hai con me ?! -
Finge sorpresa, con uno sguardo che sembra dire “ah senti un po' il piccoletto” alza le sopracciglia e si avvicina verso di me, soprattutto con la sua testa. Contro la mia. Siccome gli serve molto farsi “spesso”.
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- a me sembrava proprio ti fossi rovesciato il latte addosso. Da solo. Giusto? È stato solo un incidente. -
- a me non sembra proprio invece, a me sembra che tu sia solo un deficiente che cerca di farsi notare facendo questi scherzetti imbecilli, perché affrontarmi a parole non lo sapresti fare giusto? Io sono sincero se ho un problema te lo dico. In faccia. Tu invece forse non sai nemmeno parlare bene, poverino, hai bisogno di fare gesti per farti capire eh? Hmpf scimmione.. - ho esagerato. Non è vero, io ho le palle solo quando mi conviene, nei miei pensieri. Infatti per me tu sei un problema. Ma ancora non te l'ho detto.
Però ci ho azzeccato, proprio come ho detto, non sapendo come ribattermi mi da uno spintone,non serve che sia tanto forte, basta guardare la sua stazza. Contro la mia. Anche mi spingesse con un mignolo sarei capace di inciampare. Così sbatto contro la porta.
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Non ha fatto molto rumore, più che altro mi ha spaventato. Chiudo un attimo gli occhi, prendo il respiro e provo a tranquillizzarmi... non va affatto bene.. non può andare avanti così. Torno in classe tremante, mangio la merenda che prendo dallo zaino e so che non devo neanche provare a pensare a ciò che è successo, perché scoppierei a piangere, difatti mi sono costretto ad entrare in classe perché so' che non me lo permetterei mai di farlo davanti a tutti.
No, non è una bella cosa. Non è un bel gesto. In effetti non deve permettersi di fare certe cose. Proprio no.
Ho la testa vuota, senza pensieri. Sono riuscito a smettere di tremare, di avere paura. Semplicemente, non ci sto pensando.
Non ascolto nemmeno la lezione. Ho lo sguardo perso nel vuoto. So solo che è successo troppe volte ormai e credo che reagirò come un robot davvero. Non lo so spiegare. Mi sento semplicemente vuoto. Attaccato fin troppe volte. Ma non è che mi senta stanco in questo momento. Mi sento... come se mi ci fossi abituato. Sono così, pronto a ricevere e basta. Prendetemi di mira tutti quanti, per i vostri dolori personali, sono qua per far sfogare chi ne ha bisogno, andiamo fatti avanti. Chi ha bisogno di menare qualcuno per sentirsi più forte? Sono a disposizione,prego.


Ora mi farebbe comodo un super potere, perché no'? Per aggiustare tutti quelli che ci provano, a farmi soffrire, ad usarmi.
È qua che mi rendo conto che non è possibile... Che non sarò mai abbastanza forte per affrontarli tutti quanti.
Perchè devo essere sensibile da capire le sofferenze degli altri, per poter accettare il male che mi fanno? Perché comunque non potrei dirgli di smetterla, o meglio potrei ma non avrebbe alcun effetto. Non ho nessun potere per farli cambiare, nessuna persuasione per fare capire a tutti quanto soffro per farli smettere. Io non sono niente e nessuno. Non valgo. Le mie parole, i miei gesti. Non hanno senso. Prevarrà sempre il più forte è una legge della natura, è una legge animale e uno come me o sopporta...o sopprime.

 

Ma siccome credo di non essere nato per nulla, siccome credo la mia vita un senso ce l'abbia, non importa che la mia voce non si senta, questo non è un motivo per smettere di gridare. No. Non lo è. Io dovrò sempre provare, devo seguire ciò che voglio fare e avere la forza di seguirlo senza lasciare che gli altri si mettano sulla mia strada. Senza lasciare che mi impediscano di seguire i miei sogni o qualunque cosa io voglia fare. Io ho il diritto di essere ciò che voglio e di esprimere ciò che sento. Qua non si tratta di gazzelle e leoni né di lepri e volpi. Gli umani hanno il pensiero ed è con questo che posso batterli, con la parola e il ragionamento, perché in fondo loro, anche se un cervello ce l'hanno, non lo sanno usare, mentre io si e potrò sempre batterli e questo prevarrà sulla forza. Così funziona il mondo, non siamo animali, siamo persone.


Ed è così che c'è l'ho sempre fatta. Da solo. Incoraggiandomi da solo. Non mi fido di nessuno, a chi dovrei raccontarlo?
Alle medie, quando subivo il bullismo, non avevo nemmeno un amico. E non l'avrei detto al primo che capita. Non l'ho detto nemmeno hai miei, che avrebbero fatto? Sì qualcosa ho detto, in effetti mi sono sempre lamentato, ma non ho mai specificato. Non mi piaceva mica parlare di ciò che mi facevano. Di quanto piccolo mi sentivo, di quanto inutile. Del fatto che senza di me tutti sarebbero stati meglio, a forza di sentirmi così, pensavo davvero di essere utile a...nessuno, di non servire nemmeno alla mia famiglia. Pensavo davvero che forse, sparire, sarebbe stata l'unica cosa utile che potevo fare, se nessuno mi vuole, se tutti mi odiano? A che servo? A nulla di buono, solo all'odio, allora meglio che sparisco. Ma in qualche modo, mi sono sempre tirato su. Da solo. Perché non c'era nessuno per me e io non ero pronto a confidarmi con nessuno, così la mia forza sono diventato io. Ho iniziato ad avere delle fissazioni strane, certo, ma andava bene, da psicologo di me stesso mi dicevo che qualunque appiglio per farmi forza andava bene e che non me ne sarei dovuto vergognare.

Così feci incidere i miei dati anagrafici su due targhette da militare, si mi sfottevano per questo – cos'è, non ti ricordi come ti chiami? - no, ma a volte scordo chi sono e quanto valgo, e quando mi sento sull'orlo di un dirupo, le guardo e dico, sono io, Andrea, c'è l'ho fatta fin ora, e ce la farò sempre nulla può buttarmi giù, nulla mi vincerà, ho la forza di un militare, quella forza che ti fa seguire un solo obbiettivo, il mio, quello che voglio raggiungere a tutti i costi; non so' bene chi sono, ma so' chi non voglio essere, non come voi, che siete il nemico, avrò il coraggio di guardarvi in faccia come un militare, vi posso sfidare tutti quanti, si, e posso uscirne vincitore.
Nei momenti migliori le sfoggiavo, tintinnavano sempre e col mio corpo esile mi facevano sentire un duro, adesso non ho più bisogno di mostrarle, non ho un nemico, almeno fin'ora non credevo di averlo e comunque le targhette derivano da un periodo oscuro, non mi sembra il caso di lasciarle in vista, ormai è quasi un'abitudine, a volte ci dormo anche, con la catenina addosso, difatti le tengo sotto i vestiti, si nota un po' ma nessuno mi chiede nulla...


Questa è la mia storia all'incirca, manca di molto e molto altro ancora, ma quando mi fanno del male, anche se niente di grave, rivivo più o meno tutto questo. Ho una cicatrice e sono tutti bravi a passarci il coltello sopra, la società stessa tira via le croste e a farla sanguinare ci pensano gli altri, a volte chi si prende troppa confidenza, a volte chi azzarda una battuta intimidatoria, esagerata. A volte c'è chi ti fa sanguinare molto, o meglio ti mette l'adrenalina in corpo che fa schizzare il sangue fuori dalle ferite, adesso c'è una persona che si sta avvicinando a tutto ciò. Ed è lui. Giuro a quel dannato che lo aggiusterò, mi dovesse costare una rissa, non posso permettergli di credere di potermi fare quello che vuole, non posso lasciare che mi tratti così e la passi liscia, né lui deve credere che io non reagirò mai. Altro che se reagirò, vedrai, fai un altro passo falso e non aspetterò nulla, non perderò l'occasione di far sentire quell'adrenalina a te, la paura che qualcuno ti stia picchiando. Scommetto che non l'ha mai sentita.





ciaoooooo TT^TT zono ztanca mortaaa
ciao gente ;) inanzituttooooo graziieeeeee TT^TT non ci posso credere ho già  recensioni e circa 3 persone che seguono la storia se non sbaglio xD vi ringrazio *^* a qualcuno sembra piacere e quando leggo le vostre recensioni ho quasi i brividi, non sò se mi abituerò a questo :P
mi spiace che magari vi aspettavate uno sviluppo della storia e invece il capitolo è
composto per la maggior parte dai pensieri di andrea e da una specie di flashback. Beh di quest'ultimo ne avevo bisogno per farvi conoscere il suo passato, comunque ribadisco che ci tengo al tema del bullismo e forse chi seguirà questa storia sà gia di cosa parlo avendolo provato sulla pelle, per chi invece non l'ha provato forse vi ci sto ficcando in un modo troppo tragico, ma quello che scrivo sono pensieri veri, giuro. è davvero ciò che accade nella testa di un povero ragazzo vittima di bullismo. E poi questo è il messaggio che voglio trasettere che vi passi o vi trapassi, per me è davvero importante che se ne parli, non lo si fa mai abbastanza secondo me, nelle scuole e non solo.
Perchè dopo continue aggressioni anche slo verbali, il tuo carattere se ne va a puutane. l'autostima se ne va a puttane. E quindi è molto importante continuare a cercare e credere nella forza interiore che tutti noi abbiamo, bisogna credere in se stessi e non mollare mai, senza cercare vendetta o altre stupidaggini, un altro argomento che stavo trattando un po' con me stessa, era appunto la vendetta, quando subisci e subisci ti chiedi perchè lo fanno ? perchè propio a me?
hanno idea di come mi fanno sentire? allora li...inizi a macchiarti. a non essere più tanto puro, dolce e carino insomma. allora inizi a chiederti...vorrei vedere se facessi loro ciò che fanno a me, se gli facessi provare anche solo un po...si renderebbero conto che è sbagliato? la finirebbero? diventerebbero più vulnerabili?
il nostro andrea non farà nulla di cattivo cioè , nulla di vendicativo e/o grave. non posso spoilerare ma inizia a farsi interessante la storia qua credo... xD hehe comunque questo capitolo è stato un capitolo di passaggio e non ci saranno più grosse soffermazioni sui pensieri di Andrea :P
Grazie mille per i consigli nelle recensioni!!cercherò di fare il possibile per seguirli dal primo all'ultimo :DDDD
beh che posso dire? spero tanto tanto vi sia piaciuto il capitolo! ci tengo davvero alle vostre recensioni, fatemi sapere tutto ciò che vi passa per la testa su questo quarto capitolo ;)
scusate la "depressione" di questo capitolo xD e di questo ragazzo xDDD voi passate una buona giornata invece :P
tanto tutto si risolverà per il meglio, è appena cominciata la storia !
ok adesso davvero la finisco!!! xDDD
recensite numerosi!!!
al prossimo capitolo genteee !!! > <
ciauuuuu :3 ;*

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Capitolo 5
*** Dopo la Tempesta... ***


Si spoglia e butta tutti i vestiti a terra. Passando avanti e indietro per il bagno nota la sua immagine riflessa allo specchio. Si guarda serio per un po', spostando il viso a destra e a sinistra per vedere se ci sono danni. Non contento sale sul water per potersi vedere al completo. Ha un paio di lividi ma non si mette di certo a guardarli uno per uno. Scende sconfortato, mettendosi una mano dietro al collo e sospirando. Accende le casse e mette la musica al massimo volume, non importa cosa va bene qualunque brano, purché vadino a raffica.
Sono grande adesso. Il bullismo è nel mio passato, è stato solo un' episodio, non capiterà più. Però... non mi ero mai picchiato così con nessuno...più o meno.
Inizia ad aprire il rubinetto della doccia sull'acqua calda, sistema il tappetino ed entra.
Prima fa una doccia calda, si sfrega i capelli, li lava e sfrega anche le macchie di sporco dell'asfalto. Guardandosi ferite e lividi e sciacquandole scoppia a piangere, e in un certo senso è confortante il fatto che l'acqua scorra perché ci sono già le gocce che bagnano il viso. Acqua per acqua sembrerebbe che non stia piangendo...


Che importa? Sono da solo in casa posso fare quello che voglio.
Si accuccia sotto al getto e si chiude a uovo “abbracciandosi” da solo.
Resta fermo così per un po', fin che non gli passa e decide di prenderla improvvisamente sul ridere.

Tira in su la testa... ad occhi chiusi... e poi, per gioco, apre la bocca. Iniziando a giocare sputando l'acqua per vedere quanto la fa arrivare lontano.
Dopo un paio di volte decise che stava bene in bagno e che ci avrebbe passato tutto il tempo che ne aveva voglia, quindi pensò bene di coccolarsi un po' facendo una di quelle cose che la madre non lo lasciava mai fare...il bagno vero e proprio!
Sia per i soldi che si spendono con l'acqua corrente sia per la sua pelle estremamente delicata, e quella di Andrea lo è talmente tanto che gli vengono le grinze dopo cinque minuti a contatto con l'acqua, la madre non lo lasciava mai fare il bagno e lui non se la sentiva di far ricadere le spese della bolletta. Però questa era una cosa che gli era mancata da quando era piccolo...e lo rendeva incredibilmente felice l'essersi riacquistato questa piccola gioia.
Così mise il tappo...e lasciò scorrere l'acqua!
Ooh chi se ne frega!!!
Acqua caldaa... che bello...
E così con la musica ad alto volume si rilassò, scivolò nella vasca lasciandosi cullare dall'acqua e per un po' chiuse gli occhi...
Non aveva pensieri per la testa adesso, anzi era felice. Rilassato. Poteva finalmente dirsi tranquillo e in un momento come questo non ci pensava proprio ai casini capitati quel giorno.
Anzi per riparare al male che gli era capitato, si fece un po' di bene... si mandò in estasi masturbandosi.
Era contento dell'orgasmo che era riuscito a provocarsi, non c'è niente di male in questo e lui lo sapeva.
E poi gli ormoni, tra uno sbalzo e l'altro durante la giornata... forse doveva finire in bellezza. Perché, non se lo meritava, per caso? Dopo tutto quello che ha sofferto e che ha dovuto subire, dopo lo sfogo nell'aver picchiato qualcuno e il malessere allo stesso tempo... forse quando si sta male così si trova gioia nelle piccole cose? Come farsi il bagno, da soli in casa? Stare un po' da soli con se stessi e col proprio corpo non può far male... questo è.. un piccolo regalino che mi faccio semplicemente...


Dopo essersi divertito come un bambino di 5 anni, a sentire i suoni ovattati con la testa sott'acqua e a fare le bolle col naso e con la bocca, decise che poteva bastare.
Sopratutto dopo l'orgasmo.
Non era la prima volta che lo faceva, ma da quando aveva iniziato, aveva capito il senso di “dipendenza” come dalla droga.
La sensazione che provava era così piacevole e soddisfacente, che lo portava fuori dal pianeta, di sicuro lo portava anche al non dover pensare a niente, quindi anche con questo pretesto finiva col chiudersi in bagno per ore.
Si coccolava esattamente come voleva, a volte preferiva stare a lungo, a volte bastava una sveltina e cominciava a desiderare che potesse provocarglielo un'altra persona.
Cazzo se è così bello da soli, immagino che non ho nemmeno idea di come possa essere se...


Si asciuga il corpo e passa l'asciugamano tra i capelli, camminando in punta di piedi tra un pantalone qui, lo slippino lì e maglia e calzini più in là.
Stare nel bagno ad asciugarsi i capelli allo specchio, per quanto poco durasse, era comunque un momento che passava solo con se stesso e con la nudità del suo corpo riflesso.
Non avrebbe mai avuto il coraggio o la presunzione di dire che era bello o di potersi piacere, nemmeno nei suoi pensieri, non se lo permetteva.
Guardava il suo petto, ammettendo di avere un corpo esile e magrolino, quindi di sembrare molto più ad un ragazzo che ad un uomo. Ma in fondo gli andava bene così. Non era un tipo da muscoli. Non è strano, non tutti i ragazzi vorrebbero essere muscolosi, come non tutte le ragazze amano i muscoli.
Però lui sentiva di preferire, come partner, qualcuno che lo avrebbe protetto e difeso e coccolato. Qualcuno che lo avrebbe fatto sentire al posto suo, di appartenere a qualcuno.


Ogni tanto, gli tornano in mente le dolci carezze della madre, che riceveva da piccolo, quando si divertiva a fingere di dormire. Lo facevano stare così bene che anche adesso, che è grande, le desidera, e non è poi così strano anche questo.


E se pensa a un partner, alla gioia che provava ad ogni carezza, quando la madre gli spostava i capelli dalla fronte, è quello che vorrebbe. Si immagina qualcuno, che con la felicità e l'amore che gli dà, possa fargli scordare i suoi dolori e le sue cicatrici, perché lui sapeva che l'amore ha questo effetto, l'ha provato una volta.


Vorrebbe qualcuno che possa strappargli via quella spina nera, ma sapeva di chiedere troppo e si diceva che in fondo questi, erano solo dei suoi momenti di tenerezza e di fragilità.
Per questi motivi gli andava bene la sua corporatura, che alla fine rispecchiava se stesso, fragile delicato e dolce.


Ora mette i vestiti a lavare, cercando di riparare il riparabile del suo corpo, fortunatamente riesce ad usare solo tre cerotti, il resto sono lividi e finalmente può vestirsi e sentirsi completamente fresco, quasi messo a nuovo se non fosse per la rissa.
Tornando nel bagno per spegnere la radio, nota ancora un livido in viso più il graffio sul labbro.
Occazzo e adesso? La faccia non posso mica nasconderla... certo potrei usare una sciarpa, ma, tutto il giorno? Si insospettirebbero, ovvio. E poi come potrei per cena?
Bocciata l'idea della sciarpa, quindi... come posso coprire una chiazza viola dal viso...o che scusa dovrei inventarmi...
no aspetta!... coprire?
Mmmh... non è un'idea poi così malata e potrebbe andare! Si! È l'unico modo!


Molte volte Andrea, aveva visto sua madre truccarsi, e le pubblicità che mettono in televisione ogni tre per due, ti ficcano in testa cose che neanche pensavi di sapere!
Coprire...trucco!
Iniziò a rovistare tutto preoccupato tra gli armadietti per cercare quei dannati aggeggi di tortura che usano le donne, come quel... quel coso..il...piega ciglia! È assurdo! Dopo svariati tentativi lo trova, fermandosi a guardarlo due secondi in più solo per il gusto di fare una smorfia schifo-terrorizzata.
Ha individuato il covo degli strumenti. Ora deve solo trovare la polverina per la pelle.
Apre una scatoletta tonda ed eccolo lì! Dev'essere questo..!giusto affianco al pennello per diffonderlo.
Schiaccia il pennello nella terra color pelle e la butta direttamente sulla parte interessata... per sicurezza ne usa molta...e molta.
Sembra una “polverina” buona! Cazzo queste cose fanno miracoli! Ma allora come sono le ragazze senza trucco?? …. ieuh
E funzionava davvero. Ci era riuscito. E non si notava... non troppo almeno. Rimase insoddisfatto solo di una piccola cosa, ma non durò molto... il labbro.
Nah! Un graffio del gatto easy!è il mio gatto, lo prendo sempre in braccio...qualche volta gli incidenti capitano no'?

 


Per quanto riguarda Alex, beh lui se la caverà piuttosto bene, risolvendo la cosa dando la colpa ad una partita di calcio, che “fortunatamente” per lui, avrebbe avuto proprio durante il tardo pomeriggio di quella giornata.
-un incidente. Mamma avresti dovuto vedere che casino! Il coach ci ha cazziati di brutto perché un ragazzo mi è venuto addosso, certo mi ha sfracassato, insomma ci siamo fatti male entrambi ma... è stato un incidente, avrebbe anche potuto non arrabbiarsi così esageratamente!-
- E chi è questo che ti è venuto addosso?-
- Mamma! Ti ho detto che è stato un incidente! Semplicemente non ci siamo visti...sai quando si corre all'indietro.. e comunque si chiama Marco ma non lo conosci.-
- Permetti che mi preoccupi per te?! Sei il mio bambino! Come diavolo è successo?? però secondo me il coach non ha tutti i torti...avrà i suoi metodi, io non sono un insegnante di sport e quindi non so, però è giusto che vi dica almeno di fare attenzione! Che ne sai, io ho capito che è stato un caso, ma magari la mamma di questo Marco potrebbe arrabbiarsi con lui, no'? Io avrei tutte le mie ragioni al posto suo, di essere arrabbiato.-
- si va beh ma ha esagerato comunque...- dice avviandosi verso la sua camera per cercare di sfuggire il più presto possibile dalla conversazione.
- eh beh? Te ne vai già? Su spiegami la dinamica dell'incidente-
Alex è bravo a inventarsi bugie così, sul momento, è un ragazzino e praticamente, ci nasce con quest'abilità e se la caverà con una specie di ruzzolamento, i due, dopo lo schianto, avrebbero iniziato a rotolare schiacciandosi a vicenda varie parti del corpo con le gambe e...
-beh la faccia è la parte più delicata e il labbro ci vuole poco a romperlo, mi ritengo fortunato a non essermi rotto il naso! eh... ma io sono un duro! Non ti preoccupare, ho messo subito il ghiaccio ed è andata meglio, non ti preoccupare sul serio, non può capitare due volte! E per evitare il coach ha deciso di mettere in panchina uno quando gioca l'altro quindi...-
- mh. Sarà meglio, tu però adesso ti prendi un po' di riposo, capisco la tua passione ma non mi sembra il caso di tornare conciati così, certo che potevano spedirmi anche il figlio a pezzettini, facevano prima! come ti hanno rimontato?-
- Eddai mammaaa – disse con tono sbuffante e parecchio scazzato
-vai a farti una doccia adesso và! Sta sera ne parliamo con papà, quello è capace che non ti manda più a calcio, quindi preparati.-
- Ma andiamo! Sei dalla mia parte o cosa??-
- Amore, vorresti mica nasconderglielo?-
- no è che...-
-vai a farti sta doccia và, che tanto ne riparliamo...-
-che cazzo -
-hei!!-


Così anche lui fece una doccia riflessiva e, per quanto fosse stato bravo a nascondere tutto, non riusciva a smettere di pensare a quello che era successo. A ciò che aveva fatto. Ad Andrea.
Sono stato un vero pezzo di merda...ma che ho fatto?! Come siamo arrivati a picchiarci?? non pensavo la situazione fosse così grave... se penso che il mio era solo un tentativo di ricevere le sue attenzioni...per una mia piccola curiosità...quanto sono stato stupido.
Vorrei tremendamente scusarmi, ma non saprei da dove cominciare e devo anche sapere se lui almeno è disposto ad accettare le mie scuse, intendo anche solo a sentirle...
Basta con i messaggi. Non ha senso, le ragazze di queste cose ne parlano sempre “non scrivermi certe cose!” me lo dicono spesso “vorrei che mi dimostrassi di più quello che provi, non me ne frega nulla di un sms sdolcinato!!” galline noiose...pff
Ma lui no. Non è così. E si merita delle scuse. Delle scuse sincere, come si devono. Come posso fare?









Ciao Ragazziii :DDD sono stra contenta di avere pubblicato il sesto capitoloo XDDDDD
.o0o°scusate questo rosa superfemminile°o0o.
Prima di tutto: spero non abbiate pensato male al "buona questa polverina" non sapevo come correggerla e nel momento in cui l'ho scritta, davvero non ci stavo pensando XDD
secondo: beh non ho molto da dire riguardo a questo capitolo, al solito, spero vi sia piaciuto. Ma ci tengo a fare una precisazione, se siete arrivati fin qua comunque credo sia perchè, la storia vi piace così più o meno :P però prima che possiiate lamentarvi ;) voglio dire che tengo davvero molto alle tematiche che affronto (per l'ennesima volta) e cercherò di seguire tutti i vostri consigli, per quanto riguarda l'abbreviare e il dettagliare dove serve ma la mia storia si svilupperà sempre nello stesso modo in cui si stà sviluppando ora.
Cioè. ci sono capitoli incentrati interamente sui pensieri di un personaggio, che a me non dispiacciono ma rendono la storia lenta, ad esempio se è accaduto qualcosa nel capitolo precedente e state leggendo il capitolo successivo, magari pensate ad un proseguimento, e invece vi trovate a leggere un intero capitolo che gira e rigira su un argomentazione pensata da un personaggio (o da un flashback, in quel caso necessario) dovendo passare a quello dopo ancora, per potere essere soddisfatti di uno sviluppo. A me non dispiace ci siano flashback o "lunghi" pensieri che rallentano la storia, piuttosto se vi piace la vedrei su un punto di vista diverso: vi fa innamorare del racconto, piano piano, sempre di più. E sopratutto vi fa entrare nella testa dei personaggi e vi fa provare ciò che loro provano o qualcosa di abbastanza simile. Per questo ci tengo ai miei "monologhi" che cercherò di abbreviare, certo, ma che saranno comunque, direi...spesso presenti. man mano che la storia và avanti credo diminuiranno, non so... anche esprimendo la felicità si può finire col parlare tanto, non solo con la tristzza D: e la depressione TT^TT del povero Andrea ;P
direi che è tutto gente :DD
come al solito lasciate una recensione! Ditemi cosa ne pensate e correggetemi se ho sbagliato qualcosa! o se la pensate in modo diverso! quslunque cosa, fatemi sapere come la pensate!! ci tengo e se riesco visito il sito tutti i giorni, quindi sono qua per rispondere !! :DDDD
Ringrazio anche le lettrici/lettori silenziose anche se conoscere quello che pensate su questa storia è una delle parti più belle di scrivere fanfiction, è come guardare i frutti del raccolto <3
dai ciao genteeeeeee buonissima giornata

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Capitolo 6
*** ...Torna Sempre Il Sole! ***


Dopo quello che è successo i due se la sono cavata meglio di quanto si potessero aspettare, nel nascondere i segni della lotta. Andrea non ha dovuto dare spiegazioni a nessuno, riuscendo a coprire i lividi in viso, col trucco, mentre Alex avendo astuzia li ha camuffati come un incidente durante le sue attività sportive, sfruttando la stessa spiegazione a compagni, amici e anche qualche professore.
É davvero andata “bene” ad entrambi, perché se fossero tornati a scuola, disastrati com'erano, sarebbe iniziato uno strano vociferare di “coincidenze” e tutti avrebbero fatto troppe domande per sopportarne il peso e per riuscire a nascondere l'accaduto, rendendo ancora più difficile inventarsi frottole sotto pressione.

Nel cortile della scuola, prima di entrare e iniziare le lezioni ad Alex rivolgono qualche battuta un po' moscia perchè un bel visino ridotto in quel modo faceva parecchio pena, ma lui non le accettava tanto facilmente: sono stato un coglione, non merito di certo tutta questa attenzione. Voleva anche scusarsi e non si sarebbe nemmeno avvicinato al farlo se avesse avuto l'aria da sbruffone, quindi cercò di evitare di parlare “dell'incidente” spostando ogni discorso su qualcos'altro, facendo capire agli altri che non era nulla di importante.
Qualche metro più in là c'è Andrea, che nonostante tutto si mostra felice di vedere i suoi vecchi compagni di classe ma nasconde bene la sua irrequietezza, cercando con gli occhi il suo nemico, come attento a non subire un agguato o a filare via appena lo vede evitando qualsiasi situazione.
Ma, senza volerlo c'è un incontro di sguardi. Tutti e due si stavano cercando. Era ovvio per entrambi che avrebbero nascosto l'accaduto, ma non sapevano l'uno come aveva reagito l'altro. Forse avrebbero voluto parlarsi, giusto per sapere come hanno deciso di affrontare la cosa, sopratutto Alex per scusarsi, e si chiedeva anche come era possibile che Andrea avesse quel suo solito viso tenero e quasi angelico, invece che quello distrutto fisicamente del giorno prima.
Era uno di quegli istanti che durano un eternità, che ti sembra di viverli a rallenty e che non puoi sopportare più il battito del cuore che pompa forte fino alle orecchie e ti fa quasi tremare.
I loro occhi si scontravano e quei secondi erano dannatamente lunghi, è come se la tua mente ragionasse molto più in fretta dello scorrere del tempo, balenando domande su domande, fino a che non passa un ragazzo davanti a loro, interrompendo il raggio visivo e l' agitazione che cominciava a salire sempre più ingestibile.
Non appena il ragazzo si era levato dalle palle, Alex è subito tornato a cercare il viso del ragazzo che il giorno prima aveva preso a pugni ma che adesso gli dava una dolce sensazione di morbidezza. Ma Andrea non era più lì. O meglio sembrava cercare di nascondersi dietro a un suo amico, parlando e facendo tutto come se non lo avesse visto. L'espressione crucciata e addolorata del rosso non lo aveva neppure sfiorato. E così fece per tutta la giornata, continuando a ignorarlo, freddo come il ghiaccio ma anche duro e severo. Certo era facile capire cosa provasse in questo momento quindi non lo biasimava, ma aveva assolutamente bisogno di parlargli e non era per sfogo, per levarsi via quel peso sulla coscienza, no, ne sentiva il bisogno e le parole che gli avrebbe detto continuavano a girare e rigirare nella sua testa rimbombando senza tregua. Le ripassava e le ripeteva cercando di renderle credibili, poi si fermava dicendosi che forse sarebbe meglio dire tutto di botto, come se la sentiva. Ma se al momento gli fosse mancata la parola? Se si bloccasse farebbe solo la figura dell'idiota e chissà forse si prenderebbe uno schiaffo in faccia. E cosi ricomincia da capo col suo monologo, quasi pregando che lo perdonasse, in poco tempo era diventato importante, era la sua missione, riparare al casino che aveva fatto e al male causato. Non se n'era reso conto e non era sua intenzione. Quel visino gli faceva pena. Molto più di quanto gli facesse schifo il suo di viso, sempre lodato e ammirato, per cosa? Qualcosa che si acquisisce per fortuna? La bellezza non è un pregio.
Alex è sempre sembrato un ragazzo stronzo e superficiale, in realtà è solo un po' stupido e si atteggia ma è molto sensibile. Tanto da percepire la sofferenza di Andrea, che lo aveva cambiato, che aveva sentito l'ingiustizia nel subire e non voleva più essere lui ad agire portando sofferenza. Ma è sempre difficile perdere le vecchie abitudini...
Al termine delle solite sei ore, tutti fuggono dalla classe di corsa e come al solito Alex segue Andrea, ma solo con lo sguardo, per i corridoi e per le scale, cercando di capire se riusciva a strappare l'ultimo minuto per parlargli. Scendono fino al cortile e l'ammasso di studenti non fa capire nulla, tanto che lo perde di vista e scoraggiato si ferma in un punto del marciapiede attaccato al cancello ad aspettare i suoi amici per fare con loro la strada fino alla fermata del pullman.
Apre il cellulare per guardare se ci sono messaggi, per abitudine e nel riporlo in tasca, come alza la testa un barlume di speranza gli illumina gli occhi, ecco Andrea che sta camminando nello stesso marciapiede, apparentemente da solo. Non ha ancora visto Alex, che apre bocca nel tentativo di dire qualcosa ma Andrea gli passa avanti.
Il rosso istintivamente lo afferra per il braccio, Andrea si spaventa un po', si gira di scatto e vede subito una faccia penosa, con un labbro spaccato, dei lividi e un espressione che sembra dire “ti prego” con le sopracciglia contorte al centro della fronte e spinte verso l'alto. Un espressione nuova, umile per una volta, ma qualunque essa sia, il piccoletto mantiene tutto dentro di se, nella severità del suo sguardo. In parte vorrebbe fargliela pagare, ma è anche stufo quindi in parte vorrebbe solo che lo lasciasse in pace. I cuori di entrambi battono forte, nonostante la confusione attorno a loro, giusto come quella mattina, sentono benissimo i loro battiti rullare nel petto come percussioni che compongono una melodia pesante, rivale e di attesa pressante. Per un attimo, il tempo si ferma. E ci sono solo gli occhi verdi di Alex che imprecano attenzioni e quelli nocciola di Andrea che urlano tregua mantenendo la loro solita compostezza apatica.
- Aspetta! Devo dirti una cosa... -
Alex si rende conto che per l'ansia stava stringendo il braccio dell'altro troppo forte e la ritira subito indietro. Quasi inizia a tremare, mentre ad Andrea salta fuori un espressione quasi schifata e risponde
- Hai già fatto abbastanza. -
- Aspetta posso accompagnarti!? -
Esclama, nella speranza di capire se almeno potesse essere disposto ad ascoltarle le sue scuse.
- Va via stronzo -

 


Un colpo netto al cuore. k.o.
Certo è stato duro ma ancora per una volta, poteva biasimarlo?
Forse così avrebbe capito una volta per tutte cos'aveva provocato.
Già il piccoletto deve proprio tenerti sulle spine per un po eh Alex?
L'hai fatto proprio soffrire, stupido. Te lo meriti.
Ci è rimasto proprio male e come Andrea se n'è andato, si ritrova ad asciugarsi gli occhi chiedendosi come fossero diventati umidi tutto d'un tratto.
Finisce la giornata e ognuno con i suoi piccoli dolori o colpe, se ne và a dormire.


La mattina dopo avrebbe portato buone nuove.
Si dice anche che la notte porti consiglio... beh ed era proprio ciò che aveva portato nella testolina del nostro istintivo e un po' scontroso ragazzo dai capelli rosso fuoco.

Con la vista da stalker passionale innata di Alex, riesce a vedere Andrea arrivare da lontano, con lo zaino in spalle, mezzo assonnato intento a raggiungere un gruppo di ragazzi coi quali passa la mattina aspettando che i cancelli di scuola aprano al suono della campanella. Decide di raggiungerlo, intestardito dal desiderio di scusarsi, nonostante la freddezza e schiettezza di Andrea che il giorno prima lo avevano decisamente scoraggiato.
E lo raggiunge prima che tutti possano notarlo.
Di prima mattina Andrea è un tipo parecchio scorbutico sopratutto appena sveglio, ma dopo l'effetto del caffè inizia ad entrare in modalità zombie. Ovvero troppo sveglio per dormire completamente e troppo stanco per essere completamente sveglio.
Così, non si sa esattamente come, reagisce piuttosto bene alla vista di Alex che gli viene contro per la centesima volta. Almeno, meglio di come ci saremmo potuti aspettare.
- hey – lo stesso viso coi lividi e il labbro spaccato dell'altro giorno osa rivolgergli la parola di nuovo e rompergli i coglioni per l'ennesima volta....solo che... sta volta gli fa un po' più pena.
Finalmente Andrea si mostra con dei sentimenti e non il solito uomo di pietra! Adesso ricorda che è stato lui, in fondo, a ridurlo in quel modo, si forse nel momento in cui gli stava rinnovando la faccia credeva che se lo meritasse. Ma adesso? Che motivo c'era di avercela con lui così a lungo? Beh il motivo c'era eccome ma ora Alex voleva scusarsi e Andrea aveva sopportato cose peggiori da non perdonare che adesso questa gli sembrava una sciocchezza.
Andrea poi non era uno a cui piaceva tenersi le cose dopo un litigio o qualcosa di simile. Insomma ha sempre fatto quello che faceva fare la pace a tutti perché non sopportava le situazioni di ansia. Sarebbe stupido agire contro se stesso per cui...
-hey...che vuoi ancora? - beh si ma non così in fretta.
È giusto che capisca ciò che ha fatto.
- almeno lascia che ti chieda scusa come si deve – aveva una faccia preoccupata così tenera che solo uno come Andrea poteva resistergli, risultando apatico, come al solito o assonnato. Era bravo a nascondere i sentimenti, quello scudo che si è creato è talmente forte che neanche un ragazzo carino col viso crucciato e scassato, che implora le sue scuse gli faceva effetto.
- tu non hai idea...-
Andrea è insicuro nella voce perché vorrebbe perdonarlo e sentire cos'ha da dire ma tutti i giorni quando si mette i pantaloni anche lui vede i lividi che l'altro ha provocato. Ma Alex sa perfettamente cosa dire, anche se quasi tremante, e quindi lo interrompe
- s-si lo so, ti prego devi credermi, so di essere stato un pezzo di merda, ma io volevo solo parlarti e che tu sei sempre così silenzioso e non sapevo come fare, pensavo di scherzare, di prenderla sul ridere e non mi sono nemmeno reso conto di essere stato sempre più violento, non avevo nemmeno capito come fossimo arrivati a picchiarci, devo aver perso la testa e se tu vuoi ancora farlo ti capisco in somma...- parla talmente veloce che inizia ad interrompere le sue stesse frasi entrando in confusione
- insomma... non devi per forza, se tu vuoi, cioè,non pretendo nulla, volevo solo, almeno avere un occasione per...-
- ok! Ok! Va bene come...-
Alex aspetta impaziente una risposta con degli occhi da cerbiatto irresistibili
- … come vuoi – ed ecco la risposta che Alex è riuscito a filtrare tramite la sciarpa che compre la bocca imbarazzata di Andrea. Certo le sue guance rosse sono per il freddo...ovviamente.
Un po per il sonno, un po perché esausto, un po' per il visino dolce rispose che le andava bene. Ma cosa?
- davvero ti sta bene? - risponde Alex incredulo, che ormai aveva finito col sembrare uno schiavetto devoto.
- si ma forse non capisci che devi anche muoverti, siamo davanti a scuola- intendendo che vogliono mantenere entrambi una specie di segretezza nel fatto di parlare assieme, insomma si odiavano prima, ed era ovvio per tutti, forse Andrea lo odia ancora, in ogni caso vuole che tutto resti come sembra. Anzi com'è! Mica siamo amici o cosa anzi, non si deve sapere che ci siamo picchiati e nemmeno che abbiamo “fatto pace”. È solo un punto a capo. Tutto torna come prima mantenendo possibilmente una certa linea di rispetto.
Ma forse Alex questo non lo aveva presente e resta in attesa di un seguito.
- devi muoverti perché siamo davanti a scuola...tra poco questo posto sarà pieno di gente che ti conosce... i tuoi amici... e i miei sono già lì! Non puoi parlarmi ancora per molto-
Afferrato il concetto finalmente.
- ah ok, ok. Giusto... beh ma io devo chiederti scusa -
E andrea che non lo sopporta più e vuole solo scacciarlo via:
- beh hai il mio numero. -









Ragazzi lo spazio autore lo riscrivo poi perchè sto stronzo di un pc sta dando dei problemi che non avete idea, già tanto se riesco a pubblicarvi la storia
<3 buona lettura comunque :D
e buona giornata :DD
e se dovete recensire recensite lo stesso !! GRAZIEEEEEEEEEEEE <3

 

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Capitolo 7
*** La Bella di Ghiaccio e la Bestia di Cuore ***


La Bella di Ghiaccio e La bestia di Cuore
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Hai il mio numero. Hai il mio numero. Il mio numero. Numero, numero....numero.
Ma che vuol dire?

Lo devo chiamare?
No mi sono già detto che non voglio assolutamente andare avanti a messaggini, l''ho capito che è stupido e non è il modo giusto per legare, se devo scusarmi poi... no devo fargli capire quanto ci tengo.
Ma come? Non so nemmeno come iniziare.
Certo Alex non era abituato al doversi scusare, i vip della scuola in genere non chiedono scusa, sono gli altri che leccano i piedi a loro, e così si lasciano idolatrare. Beh non l'aveva scelto lui questo, ma ormai c'era finito in mezzo e, in fondo, non gli dispiaceva affatto, essere una specie di idolo, ammirato da tutti, insomma di avere una certa importanza per qualcuno. Col passare del tempo però, è finito col montarsi la testa, perfino a prendersela con i più “deboli” senza nemmeno rendersene conto.
Ma ora era finalmente certo di una cosa. Deciso nel suo intento, forse come non lo era mai stato in vita sua e in parte non capiva perché questo interesse improvviso.
Beh...era per lui.
Lui, non è una creatura da offendere, ma da proteggere, è esile, delicato è un piccoletto in confronto a lui. È biondo e ha due grandi occhi color nocciola, tremendamente teneri e voleva vederli sorridere un po' di più, invece del solito vuoto sconcertante.


Doveva scoprire i suoi interessi.
Facile, è la prima cosa che si fa sempre nelle amicizie, trovare punti in comune.
Così iniziò a chiedersi che tipo di persona fosse, se fosse uno a cui piace leggere i libri o un fanatico dei videogiochi. Non sapeva quasi nulla di lui, poteva persino essere uno di quelli che preferiscono i documentari alle serie tv.
Ma chiedersi chi fosse e cosa gli potesse piacere era inutile, doveva agire. E darsi una mossa anche.

Si alza dal letto di scatto, come se la nuvoletta dei pensieri sopra la sua testa, fosse scoppiata così, tutto d'un botto. Si va a lavare i denti, si cambia velocemente ed esce.
- Ma scusami, mi son dimenticato di dirtelo, esco con Daniele e dei suoi amici, sono in ritardo, scappo -
- ah! Potevi avvisarmi prima...va bene tieniti il cellulare vicino e non te lo scordare -
Come se avessi due anni che lo lascio sulle altalene magari.
- no Ma, ti chiamo quando sto per tornare ok? -
Bisogna sempre rassicurarle anche se non farò nulla di ciò che ho detto, ovviamente.
- va beene ciao e fai attenzione! -
- certo mamma, ciaoo -

Chiude la porta e subito col cellulare in mano è pronto a fare una chiamata.

- ohi,Ciao Dani senti, sai il piccoletto della nostra classe? Il biondino, no? Sapresti mica dove abita?-
-S-si ho presente...ma perché lo vuoi sapere?-
-Mah…. perché c'è questa ragazza che mi tormenta, è tipo fissata sai gli piace Andrea da due anni, ma dice che non è ancora riuscita a rivolgergli la parola.-
-Ah. Che tipa! È lei che t'ha chiesto dove abita? Ma chi è questa??-
-Non credo tu la conosca perché... è di seconda -
-Ah pensa te! Beh ma come si chiama? Magari ci ho parlato una volta o potrei averla vista chissà....ma è bona?-
- Ma che ne so, non abbiamo mica gli stessi gusti...-
- Eddai che amico che sei! Mi basta sapere se ha le tette non chiedo molto! E il nome, così la cerco su facebook. -
- Ah ma guarda che non so mica il cognome, mi ha solo detto che si chiama Anna...e comunque è magra e ce le ha piccole.-
Devo essere sbrigativo non voglio arrivare ad arrampicarmi sugli specchi per inventare cavolate.
- Ah beh hem... fa nulla allora...ah vuoi l'indirizzo di Andrea? Mmm-
Non ho nemmeno pensato al fatto che potrebbe non saperlo e sono arrivato completamente impreparato. Beh però erano in classe insieme dalla prima penso che prima o poi l'abbia saputo no? O è troppo “asociale” per invitare amici a casa sua?Come al solito faccio tutto d'impulso.
-mmm...Ma perché ti interessa tanto?-
Deficiente non puoi rispondermi e basta?
Perché mi interessa tanto dici? Eh vorrei saperlo anch'io...
-Mah perché... perché... ecco...c'è una sua amica che è ….abbastanza gnocca...e in pratica pensavo di...-
- Ah beh ragazze questo spiga tutto -
- Già eh...che stavo dicendo? Ah si...ecco pensavo di giocarmela con un favore per un favore: io dico a lei che le darò informazioni sul ragazzo che piace alla sua amica solo se...beh sai cosa intendo -
- Ma ceeerto! Tu gli dici dove abita solo se anche lei farà qualcosa per te!! Ecco il nostro Alex sempre all'attacco! Che genio haha -
Ma che diamine sto dicendo??? Si menomale che te la ridi te! Così sembro un viscido opportunista. Questa telefonata deve finire, sto esaurendo le minchiate a disposizione.
- Beh allora? Questo indirizzo te lo ricordi? -
- Sei fortunato che lo sappia! Mi è capitato di prendere il pulman con lui qualche volta, o meglio l'ho visto sul pullman, ma forse lui non ha visto me, comunque non ci siamo salutati; però l'ho seguito con gli occhi e ho visto che prendeva le chiavi appena sceso, credo abiti proprio attaccato a una delle fermate del 65, aspetta che ci penso...però è strano che voglia sapere dove abita, non trovi? Cos'è una stalker?-
È più strano il fatto che interessi a me e comunque non c'è nulla di male a fare una visitina” pensa tra se e se sogghignando.
- Bho va a capire le ragazze parlano in continuazione e fanno pettegolezzi continuamente. Ti sbrighi! Dai che stavo parlando con quella, non posso stare tre ore in chiamata -
- Oops hai ragione sorry ecco, mi è venuto in mente! lo sfigatello abita in via **** in uno di quei palazzi che si trovano lì di fronte alla fermata, il resto fallo fare a lei, che tu devi pensare a sta tipa, e lei come si chiama? -
- Eh certo la prossima volta Daniele! Non sono così scemo lu..*coff* lei è mia -

Furbo eh? Al solito fa il bravo racconta-storie il nostro Alex.

Così ottiene magicamente l'indirizzo di casa di Andrea.
Fa sempre tutto di testa quello stronzetto. E se ci sono i genitori in casa? Cosa dovrebbe fare, presentarsi così come “sono un amico e mi sono auto-invitato, ah no, non fate caso alla mia faccia scassata, non sono un brutto ceffo che si cerca le risse!”
Qualcosa aveva in mente, e la testa di Alex è un mistero per chiunque. L'unica cosa certa è che ha tendenze ossessive da stalker. Ma Alex è un'amante passionale, è nella sua natura in parte.

Così, l'ingegno si fa forte e come al solito se ne inventa una delle sue.


-Ciao, Andrea dov'è? È lì? -
- Si...- la madre si allontana dalla cornetta del citofono -Andrea, c'è un bambino che ti vuole!! – abbassa i toni e toglie la mano dal citofono avvicinando ora la bocca per parlare al “bambino” - adesso arriva, come ti chiami tesoro? -
- M-Mario, sono un suo amico -
- ok Mario, sta arrivando, eccolo -
Andrea si avvicina alla madre stranito, perché non conosce nessun bambino di nome Mario, per quanto comune sia il nome.
- Si? Chi è? -
- Per favore aiutami, la palla da calcio è sulla siepe, è rimasta incastrata, non ci arrivo da solo, su! Andrea scendi! -
- ma io non...-
- Andreaa per favore dammi una mano io non ci posso arrivare!!-
decide così di scendere, vista l'insistenza irritante, e chi vede proprio sotto casa sua, davanti al portone?
Ebbene sì. Alex.
Quante volte abbiamo visto quegli scherzi telefonici dove perfino degli adulti, imitano le voci dei marmocchi e la gente ci casca? Beh era una specie di un altro dei suoi scherzi ben riusciti.
- hey ma tu che...-
- hey ciao, scusa ma non sapevo come fare, non mi và di chiederti scusa per messaggio, preferisco parlare faccia a faccia, e così sono venuto a trovarti! Non è meglio? -
- A trovarmi? In realtà dovresti almeno ricevere un invito o avvisarmi prima, a questo ti doveva servire il mio numero! E comunque piombare sotto casa mia e fingere di essere...Mario! Non significa affatto “venire a trovarmi”!! – Andrea è evidentemente alterato e scandisce ad alta voce tutto ciò che ha da dire riguardo questo “auto-invito improvviso”.
- ah. Beh non ci avevo pensato... ma non è molto meglio così? A sorpresa? -
Il biondino trova la risposta tremendamente stupida e il tutto talmente assurdo che la sua prima reazione, oltre all'esibire una faccia annoiata riferita alle ridicole parole di Alex, è quella di voltarsi indietro e tornarsene su, visto che non ha motivi per restare.
Ma al gentile richiamo del rosso, cambia idea e decide di ascoltarlo, viste le sue buone intenzioni e lo sforzo nel tentativo di farsi ascoltare, per supplicargli il perdono.
- no aspetta! Mi avevi detto che mi avresti permesso di porgerti le mie scuse! -
- beh... dimmi. - risponde freddo come al solito, quando invece, il suo cuore un po' si sta sciogliendo.
- ecco, ascolta bene e ti spiego ciò che devi fare...-

L'ennesima ideona di Alex convince Andrea a mentire ai suoi genitori, dicendo che sarebbe uscito col fratello del bambino che ha citofonato, un suo amico che non vede dalle medie, che sarebbero stati un po' in giro per il paese e se faceva troppo freddo sarebbero stati a casa dell'amico a giocare ai videogiochi, giusto per rassicurarli. E infatti ci credono e lo lasciano uscire liberamente.

-ok, ma fai attenzione -
- ok! Vado a prendere il giubotto e scendo subito, mi sta aspettando – Andrea che è meno bravo nel mentire se la fila via il prima possibile senza pensare ad altro.
- E non fare tardi, sai che la mamma non sta bene, non farla preoccupare...anzi se torni prima che si sveglia è meglio, così non devo stare nemmeno a spiegargli che sei uscito. Ho sempre paura che si preoccupi -
- Si, lo so... -
- Bene. Si è messa a dormire da poco quindi se torni tra due orette sarebbe l'ideale...due ore e mezza non di più. -
- Va bene ciao a dopo allora e non chiamo così la suoneria non dà fastidio...-
- Al solito. -

Ed ecco come il nostro Andrea si ritrova in un cafè a bere cioccolata calda offerta da quello strampalato di Alex per scusarsi.
Aveva calcolato tutto: per non farlo aspettare fuori, Andrea sarebbe corso a mettersi solo il giubotto e facendo tutto di fretta non avrebbe pensato a prendere anche il portafoglio così che il rosso sarebbe riuscito a pagare tutto ciò che il biondino desiderava al cafè senza problemi.
Il locale non è proprio vicinissimo, ma è il più vicino che conosce Alex.

Andrea.
Non è male, è un posto tranquillo, c'è poca gente e si sente quel leggero brusio che di certo è più piacevole del silenzio che ora si sta facendo avanti fra noi due.
All'entrata c'è il piano bar e qualche poltroncina con i tavoli, alternate a degli sgabelli alti, appostati accanto a un lungo e unico ripiano attaccato alla vetrina; al piano di sopra dove siamo seduti noi invece è una saletta abbastanza piccola e intima con delle poltroncine basse molto comode, che fanno sentire subito a proprio agio, data la vicinanza al pavimento è facile stare praticamente spaparanzati e assumere pose poco aggraziate, ma per vari motivi, manteniamo entrambi un certo distacco e questo ci porta a stare seduti composti l'uno di fronte all'altro.
Osservo che su ogni tavolo stranamente, ci sono solo i piattini con lo zucchero e non i tovaglioli molto più necessari.
I toni delle pareti e del mobilio in generale sono spenti ma caldi, è tutto marrone e grigio scuro, in un posto come questo c'è d'aspettarsi musica da ascensore, invece trasmettono la radio, ma a basso volume, qua e là appesi ci sono dei quadri che illustrano ricette, ingredienti e c'è ne uno carino che mostra la provenienza e varie informazioni sul caffè.
Insomma tutto di questo posto sa di casa ed è molto, molto accogliente, mi sorprende che uno come Alex conosca un posto del genere, ancor più se scoprissi che è abituale per lui venire qua.

Mi guardo intorno, incerto. Non sò se parlare per primo o aspettare e prolungare questo silenzio imbarazzante, infondo non sono io che devo scusarmi. Forse anche lui non sa come iniziare. Beh questo posto è carinissimo, tanto vale che mi metta a mio agio, mi sono fatto trascinare fin qui, e mi ha pure pagato la cioccolata calda e ora sto aspettando le sue scuse, non ho motivo per restare così rigido e impaurito.
- hem...ci vieni spesso qui? - ha il viso rivolto al suo fianco, senza guardare nulla, dev'essere in sovrappensiero. Mentre tiene con entrambe le mani il caffè americano, si gira, volge lo sguardo verso il basso e poggia il bicchiere di carta sul tavolo. Ora che si è girato vedo il suo viso ancora rovinato dalla rissa e mi fa venire un colpo al cuore. Dovrei essere davvero molto orgoglioso per non accettare le sue scuse e non sentirmi male per il casino che abbiamo fatto entrambi.
- spesso non direi, ma lo conosco bene, diciamo – ora volge il suo sguardo a me, mentre beve un sorso di caffè; forzandosi a guardare verso l'alto gli si aggrotta la fronte, ma io riesco solo a vedere quell'espressione da cane bastonato che mi fa male e allo stesso tempo una tenerezza micidiale. Sei un assassino, è come se continuassi a calpestarmi il cuore anche adesso mentre fai quel faccino tenero, anzi, perché mi fai quest'effetto? Perché mi guardi così??
- ah... beh grazie per la cioccolata – devo ammettere a me stesso che ho le farfalle nello stomaco. Mi sento male? Sarà la cioccolata? Mamma dice sempre che non fa bene...
- figurati, è il minimo che potessi fare...anzi – la sua voce. È così bella. È bassa, è calda, è dolce. Si sente che ci sta male. Ti prego facciamola finita, va bene così hai fatto un errore... tu..
- Mi... mi dispiace. Non so come sia successo, cioè, non voglio giustificarmi, io, non avevo capito...quanto tu stessi male, insomma quanto io...- adesso mi sta mettendo in imbarazzo, c'è gente qui e se sentisse uno come lui, grande grosso, figo e....rosso, scusarsi in questo modo? Oddio non ci voglio pensare vedi di fare in fretta...
- Giuro che volevo scusarmi per bene insomma, non so che fare, io sono seriamente dispiaciuto, sai io non sono così, non sono...aggressivo e non me la prendo così con le persone, sarà difficile da credere, ma davvero non trovo per niente che sia stato giusto quello che ti ho fatto, ti chiedo scusa per tutto, per i dispetti nei corridoi e in bagno e poi, cazzo non...- sussurra e china la testa avvicinandosi alla faccia di Andrea guardandolo negli occhi – non volevo prenderti a pugni, è stato un incidente, ero tutta una furia, vedi – adesso scazzato si butta con la schiena contro lo schienale tenendosi una mano dietro al collo – vedi non ci ho più visto e mi sono montato terribilmente ma – adesso basta, è ora che ti dai una pausa.
Così Andrea decide di interromperlo.
- Hey hey, va bene...ok sono sicuro che le tue scuse siano sincere, davvero... e come fa male a te...fa male anche a me. Credimi. Nemmeno io volevo sbottare così, credi sia una femminuccia che non sopporta nulla? Cioè intendo, che ho esagerato, nemmeno io pensavo di arrivare...a certi livelli -
Mi guarda incredulo e in parte contento di non dover continuare con le sue scuse, per le quali sta evidentemente facendo fatica ad esprimersi.
- wow...o-ok, beh -
- beh abbiamo sbagliato tutti e due, pace fatta. - non mi piacciono i sentimentalismi. O meglio non sarei riuscito a dire nulla guardandolo dritto in faccia perciò riesco ad essere freddo guardando da un'altra parte, per poi zittirmi con la cioccolata calda. Sono il solito codardo, lo so.
-sicuro che non sei arrabbiato? -
- no, non lo sono. Posso sembrarlo ma...io sono così -
-mh... ok...-
tiro un sospiro di sollievo, tengo la tazza della cioccolata vicina alla bocca e ci soffio un po' su. Approfittando del fatto che lui tenga il suo sguardo rivolto da un'altra parte, lo guardo mentre lui non se ne accorge. Lo fisso, finendo per esaminarlo, com'è già capitato, anche in classe alle volte. La sua mascella è davvero...beh è meglio della mia. Scendo con gli occhi fino al collo, devo ammettere che è un punto a cui faccio fatica a resistere e pian piano senza accorgermene finisco sul pomo d adamo. Ben pronunciato cazzo. Questo ragazzo ha un profilo perfetto.
Si rigira verso di me e mi scopre mentre lo stavo guardando, diamine devo fare attenzione! Porto il mio sguardo verso il basso imbarazzato, ma lui continua a fissarmi quasi incuriosito. Non riesco a reggere la tensione! Perché mi guarda?

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Alex.
Mi chiedo se sono veramente riuscito a farmi perdonare o se è solo quello che voglio credere, quasi per mettermi l'anima in pace. E pure il modo in cui mi ha risposto...è anche questa una mia impressione, o non sembrava molto convinto?
Ho combinato proprio un bel casino...chissà che gli gira per la testa...forse dopo essere piombato a casa sua e averlo portato qua, dopo le scuse quasi forzate...forse così mi odia solo di più.
Cazzo non ne faccio una giusta! Da quando ho incontrato questo ragazzo, ho scoperto una parte di me così pasticciona, incasinata e...impulsiva. Ecco non che non lo sia mai stato, ma.. con lui...lui...
Hey però...il biondino non è male...se riesce a mettermi la testa sottosopra in un attimo...e poi è...così.....
Mi riprendo dai miei pensieri e mi rendo conto che senza nemmeno accorgermene lo stavo fissando dritto dritto in faccia, e lui pare imbarazzato...chissà da quanto ero rimasto così impalato...che idiota...
A pensarci bene sembra più piccolo della sua età, in più è mingherlino ma...Oh andiamo! Ma a cosa sto pensando!? No, fin'ora ho solo provato dispiacere e tenerezza per lui, non posso vederlo all'improvviso come un...beh non è colpa mia se fa così il duro con me! Anche implorarlo sembra non sia mai abbastanza e non lascia mai un'emozione celata. È un ragazzo di ghiaccio. E questo mi fa pensare al suo dolore, e a quello che gli ho provocato io. Mi fa penare così tanto... e poi questo suo silenzio... è inevitabile che mi faccia pensare. Vorrei sapere cosa lo ha ridotto ad avere questo carattere così diffidente. Un po' e come se mi facesse pena ma vorrei anche proteggerlo. O almeno dirgli che non c'è nulla d'avere paura.
Paura...di me.
Vorrei potergli far cambiare idea. Anzi, voglio farlo a tutti i costi. Io non sono una cattiva persona. Non sono mica una brutta bestia da cui stare lontano. Non voglio che abbia questa impressione di me. Davvero, so di avere di buono da offrire.
È incredibile come fino a un po' di giorni fa, mi sembrava solo uno sfigato, con il quale vantarmi davanti ai miei amici per i dispetti che gli facevo. E adesso quel faccino d'angelo,mi ha messo in disordine la vita perché devo mostrargli il vero Alex, non quello delle dicerie e della reputazione. Non quello a scuola, che si fa il figo per le attenzioni e lo stronzo per i dispetti e con le ragazze.


Andrea avrebbe presto conosciuto il vero Alex, per com'è fatto. Con le sue paure, i suoi pensieri e i suoi sentimenti. E per i problemi, che anche lui come tutti, ha nella sua vita. Chissà perchè aveva scelto e trovato la persona a cui aprirsi e confidarsi... ma stiamo andando troppo avanti nella storia dei nostri Andrea e Alex che hanno appena cominciato a conoscersi o almeno a parlarsi senza astio!









Ciaoooo cari ragazzi!!! hehe mi siete mancatiiiiiiiiiiii > <
come va?? hehe a me bene direi :P non potete capire come sono eccitata di aver pubblicato questo capitolo, che ora dandogli una rilettura a distanza di un po di tempo (+ aggiunta e correzioni) mi piace da matti!! spero davvero possa andare avani bene, sò che ci sono dei colossi qua su efp ( come la mia amica ELISAKU andate a leggere perfavore sopratutto se vi piacciono i larry o così...so che è abbastanza inutile dirlo qua che non ho di certo milioni di lettori da poterglieli passare :_D hehe in più ho sinceramente paura che dopo che avrete letto un suo capitolo, manderete la mia storia al diavolo é_é eh-eh) ma il mio scopo non è certo quello di competere :) voglio solo...come dire...comunicare e esprimermi e diffondere la mia storia xD così che altre persone magari con problemi sia che riguardino il bullismo, l'omosessualità o il non riuscire ad accettare e amare se stessi, possano convincersi che tutto può cambiare, tutti possiamo farlo, che si cazzo quella medaglia si gira eccome quindi le cose non andranno sempre male come può capitare eccetera eccetera eccetera... Se sarò riuscita a convincere almeno un po' un'anima di questa storia sarò infinitamente contenta perchè vuol dire che sono riuscita nel mio intento.
ora la smetto di parlare che mi dilungo sempre troppo! comunque sono anche stra orgogliosa del cazzo di titolo che mi è venuto in mente scrivendo la storia.
CEH MA CAZZO GUARDATELO! QUEL TITOLO È FANTASTICO!!! HAAAAH <3<3<3<3<3<3<3<3<3<3
come se nella mia vita non avessi mai inventato niente e questa fosse la cosa più sbalorditiva uscita dalla mia tasta .__. ha-aaaah
bene sto diventando sempre più svampita capitolo per capitolo, vi avverto XDDDD
vi amo tantissimo ragazzi :D
solo se recensite ovvio u.u e se seguite la mia storia.
no scherzo se gli date un'opportunità leggendola vi amo già comunque perchè è qualcosa che ho scritto io e non avete idea di quanto ci abbia messo per arrivare a fare una cosa del genere, ovvero pubblicare "le mie cose" ( cose che vengono da ME) su internet ad un mare di sconosciuti xD
beh.CIAOOOOOOOOOOOOO ( finalmente se n'è andata oh!)
lasciate una recensione per farmi sapere del capitolo o anche tutto quello che vi passa per la testa :)
se vi siete convinti con LA BELLA DI GHIACCIO E LA BESTIA DI CUORE ( cazzo che titolo gente *^*) potreste anche cliccare la stellina e seguire la mia storia o metterla tra i preferiti :D
un bacione e buonissima giornata a tutti voiiiiiiiiiiiiiiiiii xDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD yeeeey hahahaha ciao ;P

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Capitolo 8
*** Il Giardino Dove Tutto Ebbe Inizio ***


- Che vuoi fare dopo? - dice alex prendendo un altro sorso di caffè.
- Eh? - risponde Andrea che era in sovrappensiero

- Ho detto.. che ti va di fare dopo? Ti ho portato qua perché non sapevo che altro fare, speravo di farti stare a tuo agio, certo non pretendo che ti stia subito simpatico, ma sembri sulle spine...cosa ti rilassa più della cioccolata calda? - si esprime il più gentilmente possibile, come se stesse parlando a un cucciolo spaventato, e in effetti tranquillo non era.
- Ah...non lo so...ma comunque devo prima finirla poi penso di poter tornare a casa -
- Ma no dai, ti ho praticamente trascinato fin qui e non voglio che pensi ancora male di me...sò che non sembra ma sono una brava persona e vorrei dimostrartelo -
Andrea è imbarazzato, in più Alex ha una voce dolce, profonda e rassicurante. Nonostante ciò ancora non sente di potersi fidare nemmeno di quello che dice...anche se vorrebbe.
- Vabbè fa nulla, grazie sei stato gentile per la cioccolata e tutto il resto...un po avventato ma … devo comunque tornare a casa presto, quindi grazie per l'invito ma non posso propio -
- Perché? I tuoi non ti fanno stare? -
- Si, esatto... -
- Ma hai detto loro la storia del bambino che ti avevo detto? -
- Si, si è che... in genere non posso stare molto fuori, ma tanto non è un problema perché non esco spesso -
- Come mai non puoi stare molto fuori? Hai dei genitori tanto severi? Senza offesa eh...-
- No tranquillo...no è che...mio padre a volte sembra severo ma il problema non è quello...i invece tuoi come sono? - chiede incuriosito perché effettivamente ancora adesso si chiede quale sia la sua storia e il perché di questi suoi strani atteggiamenti.
- Ah... bella domanda... mio padre è morto quando avevo dodici anni e mia madre da allora non si è più ripresa quindi beh è così... in pratica faccio l'uomo di casa hehe – ride un po' come per sdrammatizzare.
- Oh...mi spiace...cavolo...scusa...-
- No ma non devi chiedere scusa! Haha però...non ne parlare in giro, per favore...-
- Ma certo, figurati...non ne parlerei con nessuno...beh ma...no nulla -
- No cosa? -
- Mh...no nulla nulla -
- Ma no dai cosa, dimmi -
- Sei sporco sulla faccia. -

- Eh? Dove? -
- Lì sul lato...-
- Qui?? -
- No dall'altra parte..! -
- Dove qua? -
- Noo... aspetta! -
Andrea istintivamente prende un fazzoletto di stoffa dalla tasca e gli pulisce il lato della bocca sporco di caffè, dove per altro c'è la ferita che gli ha provocato prendendolo a pugni in faccia. Facendolo però, senza volerlo, fa male ad Alex, che trattiene un attimo il respiro dal dolore, Andrea invece resta come incantato a fissargli il labbro inferiore, tremendamente dispiaciuto. Il rosso allora, per tranquillizzarlo, gli prende il polso della mano che tiene ancora il fazzoletto verso di lui, la abbassa verso il tavolo e senza rendersene conto lascia la sua sopra quella del ragazzo quasi shockato, rimanendo con lo sguardo fisso sugli occhi di Andrea per cercare di rassicurarlo, aspettando un segno. Nota che gli occhi nocciola di Andrea si stanno inumidendo e ha paura che stiano per diventare apatici come suo solito, ma poi finalmente, si risveglia dalla “trance”, si accorge di tutto e torna a sedersi sussurrando – scusa – dispiaciuto, prima di abbassare il volto.
Poi, per non lasciare che la situazione sia avvolta da un silenzio imbarazzante, anche se sconfortato, cerca di riprendere subito la conversazione - Mia madre è molto malata ed è costretta a stare sempre a letto e non voglio che anche mio fratello soffra per quello che le sta accadendo... difatti mio padre mi vuole sempre accanto a lei. Per questo preferisco non uscire... tu hai fratelli? -
- Due sorelline, delle pesti di gemelle. Hanno cinque anni. Mi spiace per...la situazione...non sapevo...e tuo fratello quanti anni ha? -
- Dieci. Anche se il mio è già più grandino abbiamo molte cose in comune a quanto pare.-
- Già. -
- Scusa – chiede di nuovo Andrea
- Ancora? E di che!? Se è per mio pa...- lo interrompe senza farci caso e dice – Ti avevo giudicato male, lo ammetto – fa una risata a bocca chiusa – forse ci siamo incontrati nel modo sbagliato -
- vorrai dire scontrati! - e ci ridono su assieme.
Sono entrambi contenti di veder ridere l'altro e si sentono sollevati dopo queste confessioni. Parlare dei propri problemi li ha avvicinati e aiutati a capire che non sono nemici, ma molto più simili di quanto credessero. E finalmente l'atmosfera si fa più leggera.


- allora vuoi uscire? - propone Alex
- Qua si sta bene, fuori fa freddo...hai idea dove altro andare? -
- mmm... veramente nò ma possiamo farci un giro lo stesso -
- ma qua siamo in periferia non c'è molto da vedere -
- hai ragione...-
- Aspetta so io un posto! Ehm... ti da fastidio se andiamo in un comunissimo parco? - chiede Andrea.
- eh perché no? Mi piacciono i parchi -
- allora ti ci porto io in uno -
Alex è sorpreso dalla solarità di Andrea, adesso che ha fatto cadere tutte le barriere sembra un ragazzetto ingenuo sempre col sorriso stampato sulla faccia come un bambino in gita. Si vede che è un ragazzo dolce ed è tenerissimo con quei capelli a spazzola gialli come il sole.
Scendono da un vecchio pullman, che gira per il paese da chissà quanti anni, attraversano due tratti di strada e camminano per un marciapiede verso il parco chiacchierando.
- È il parco vicino a casa mia. Scusa se ti ho portato fin qui ma mi piace ed è bello grande. Per stare a gironzolare fuori penso sia adatto – dice facendo uscire le nuvolette d'aria calda dalla bocca a causa delle basse temperature. Il sole se ne sta già andando via e inizia a fare parecchio freddo. Arrivano finalmente al parco, salgono su una collinetta e si dirigono verso le altalene.
Andrea si diverte a fare un po' su e giù su una, mentre Alex resta appoggiato ad un'asse col suo solito fare da figo e si accende una sigaretta.
- Da quanto fumi? - chiede Andrea che ormai si è lasciato andare e ad ogni cosa che fa ricorda un bambino piccolo, tra il dondolarsi e le domande un po' stupide.
- che ti importa? - risponde. Perché adesso che è entrato in modalità “uomo vissuto” deve fare anche il misterioso.
- Niente in realtà, era solo una domanda. -
- mmm... dalla prima, quindi sono quattro anni –
- Ah! Io non fumerei mai -
Fà un tiro – Ssseh lo dicono in tanti – dice, facendo uscire il fumo dalla bocca mentre guarda il cielo.
- Ma io dico sul serio, a parte che mi fa venire mal di gola …- non finisce in tempo, che Alex gli si avvicina e gli soffia il fumo in faccia per gioco, con un sorrisetto perverso.
Andrea inizia a tossire -*coaf coaf* ma sei scemo?! Smettila con queste cose!!-
- Era solo un scherzo non ti scaldare piccoletto. Non lo faccio più... – ride a bocca chiusa.
- Dì la verità ti diverte darmi fastidio tutto il giorno eh? - risponde infastidito.
- Mh. Diciamo che...è difficile perdere il vizio, ma io sono un lupo buono dai!...- aspetta una specie di approvazione ma il viso severo di Andrea lo costringe a scusarsi, sta volta seriamente ma cantilenando - ...Dai giuro che la finisco, non pensavo te la prendessi tanto, scusa. -
- È che...sei sempre altezzoso e provocatorio... non me la sono presa solo...vacci piano con me -
- Non lo faccio a posta, sei così adorabile che mi ispiri la stronzaggine -
- Non la prendo come un complimento. -
- Invece lo era. Se non me ne fosse fregato nulla ti avrei ignorato dall'inizio alla fine.. ma c'è qualcosa...in quegli occhi...a volte sembra … che tu stia soffrendo interiormente in silenzio. In una maniera assurda. Non so perché ho questa sensazione dall'inizio dell'anno, sopratutto quando ti becco in sovrappensiero sai? -
- Che? Sono...spesso in sovrappensiero? Beh non me ne accorgo -
- Ovvio -
- Comunque non saprei dirti...insomma, tutti abbiamo i nostri dolori, ciò che dici potrebbe essere una frase presa dai cioccolatini, sul serio – dice Andrea volendo rispondere a tono per provare gusto nello spiazzare Alex e i suoi modi orgogliosi di fare.
Ma la cosa non gli funziona perché risulta intimidito da ciò che lui stesso ha detto e continua a toccarsi i polsi mostrandosi come uno insicuro e debole. Tanto che il predatore dai capelli rosso fuoco ne approfitta, afferrandolo per la mascella e avvicinandosi pericolosamente alla sua faccia per dire – Cioccolatini mh? Perché...starei cercando di rimorchiare secondo te?- psicologia inversa, quant'è furbo.
Andrea deglutisce intimorito e imbarazzato scrollandosi la mano di Alex di dosso, ma con gli occhi ancora agganciati ai suoi – N-no che dici – risponde con una specie di risata isterica finendo col guardare in basso.
Gli è sicuramente piaciuto” pensa Alex.


Con Andrea il gioco gli veniva molto più facile, intimorire e affondare. Nella sua insicurezza e con i gesti spavaldi di Alex, Andrea sarebbe facilmente caduto fra le sue braccia o almeno, questo è ciò di cui è convinto.


Ma, a causa dei suoi atteggiamenti assurdi, sono arrivati ad un punto morto della conversazione, perché Andrea è troppo imbarazzato per parlare, così Alex decide di mostrare il suo lato gentile, visto che tirare troppo avanti a fare lo stronzo sembra non funzionare. Butta la sigaretta a terra e la spegne col piede.


- Vuoi che ti spingo ? -
- Cosa!?!? -
- Sull'altalena! Hehe a cosa pensavi? -
- No grazie. -
- No sul serio, sono abituato con le gemelline non lo dicevo per male -
- Garda che non ho cinque anni come le tue sorelle, ma solo un anno meno di te! E comunque guarda come ci so andare bene da solo – si dondola forte da costringerlo a scansarsi.
- Ok!Ok... non ti tocco – dice alzando le mani in segno di difesa – comunque dico davvero, magari ho fatto una proposta imbarazzante ma ci sono abituato, a badare alle gemelle e stargli dietro, qualunque cosa facciano. Anche perché ciò che riguarda loro riguarda anche me – dice fra sé e sé quasi senza pensarci.
- In che senso scusa? -
- Beh è complicato da spiegare...parecchio anche...in più non è una storia che mi piace raccontare. Diciamo che... ecco mia madre non si è più ripresa da... -
- Ho capito, non ti preoccupare -
- E da allora mi occupo io di loro...beh, si, mia madre le sveglia, e loro si vestono, e fanno tutto ma...fosse per lei, resterebbero sempre in casa...non è che faccio tutto io perché comunque sono abbastanza grandi da fare le cose da sole, però io le porto al parco o in ludoteca così stanno un po' con altri bambini, dato che non ha voluto più mandarle alla materna -
- Scusa cos'è una ludoteca? Non ne ho mai sentito parlare -
-È un posto di ricreazione per i bambini, hanno tanti giochi e ci sono degli educatori che li fanno divertire. Hai presente? Cantano canzoncine, eccetera...? -
- Si, un po' quelle cose che facevo anch'io alla materna -
- Solo che là non hanno i banchi ma sono comunque contento che gli insegnino anche a stare buoni e composti e a chiedere permesso per andare in bagno... sai cose di questo genere. Senza aver fatto la scuola materna, avevo paura che avrebbero trovato difficili cose come queste una volta andati alle elementari, ma sono dei bravi bambini, alla fine si adeguano -
- Oh hai ragione non ci avrei mai pensato io... come si chiamano? -
- Martina e Valentina. Mamma e Papà le hanno voluti chiamare così -
- Oh, ma è una cosa carina dai! -
- Sai che fantasia...non lo so...si in effetti a tutti piace, ma fossi stato in loro avrei fatto di modo che i loro caratteri si distinguessero fin da subito, sai i complessi dei gemelli? Non vorrei sentissero questa cosa di dovere essere uguali...cioè voglio che si esprimano per quanto diverse sono -
- Non avrei mai detto avessi questi pensieri per la testa...a scuola sembri tutto il contrario, un ragazzo spensierato...questa cosa delle gemelle ti ha come responsabilizzato...sei più avanti rispetto agli altri ragazzi -
- Non che lo volessi -
- Che vuoi dire? -
- Che sono loro fratello e non i loro genitori -
Andrea rimane senza parole. Dopo un po cercando di supportarlo dice – Capisco...dev'essere dura per te... mi spiace...sei comunque un ragazzo molto in gamba e ti fa onore. Ti ammiro per quello che fai – la spudorata sincerità di Andrea lo fa rimanere a bocca aperta, ma lui, che in realtà non vuole“far pena” a nessuno, cerca di cambiare subito discorso, anche se la dolcezza del biondino gli fa sciogliere un po' il cuore.


Adesso che è distratto, Alex comincia a spingere l'altalena ad Andrea, che dopo questo discorso, lo lascia anche fare, sentendosi comunque un po' un idiota. Continuano a parlare per tutto il tempo che resta dell'uscita, prima che Andrea debba tornare a casa. Parlano un po' di tutto, videogiochi, sport, scuola ma anche di cose stupide tanto per ridere e vanno avanti così per giorni e settimane. Ovviamente, cercando di non farsi notare troppo a scuola, d'altronde entrambi avevano la propria cerchia di amici e la propria “fama” e nessuno voleva invadere il territorio dell'altro, però era impossibile non farsi battutine tutto il tempo: non erano vicini di banco, ma si sedevano in file vicine, e, passato un mese, Andrea aveva ottenuto il rispetto di Daniele che ora non faceva più il gradasso assieme ad Alex.
Durante il mese passato c'è stato tutto il tempo perché scomparissero i lividi e qualunque altro segno di lotta, Alex e la sua squadra di calcio avevano vinto due partite su tre e Andrea aveva terminato l'ennesima serie in streaming di un anime sul web e superato un paio di livelli ai giochi sparatutto.
Le temperature sono ancora più basse, tanto basse da rasentare lo zero e fare arrivare la prima nevicata.


È venerdì e al suono dell'ultima campanella, tutti scappano fuori dalla scuola e fuori dai cancelli per vedere la candida e gioiosa neve, che porta euforia alla maggior parte dei ragazzi. Palle di neve iniziano a volare ovunque beccando anche qualche professore, che assieme al terreno scivoloso, rendono tutto più buffo del solito.
Basta guardare fuori dalle finestre per restare incantati, il bianco soffice e freddo è sulla strada, sui tetti delle macchine, sugli alberi e sugli ombrelli dei passanti, e sui capelli e le ciglia delle persone che le fa sembrare più belle e gioiose. La neve è un tocco di purezza ovunque si posi e riporta tutti all'atmosfera natalizia.


Da un lato della strada ci sono anche Andrea e Alex ognuno col suo gruppo di amici impegnati a tirarsi palle di neve. Sono tutti sorridenti e pieni di voglia di giocare, sembrano tornati bambini. Tutti con i nasi e le guance rosse, il respiro affannoso, intenti a schivare e colpire, con o senza guanti è un divertimento da non perdere, la prima neve!
Ad un certo punto Andrea si allontana, camminando all'indietro, per schivare qualche palla, senza guardare dove stesse andando a finire, difatti sbatte proprio contro la schiena di Alex che stava per colpire un suo amico, ed entrambi cadono a terra, vittime degli altri compagni, che presto si allontanano per continuare la lotta fra di loro.
- Aaah stavo per beccare Daniele dritto in faccia! Sei un guastafeste !! - dice Alex
- Io? Io stavo scappando da Davide! Quello lancia direttamente pupazzi di neve, non palle di neve!!! se mi avesse beccato sarei potuto cadere atterra con un sol colpo! -
- Guarda un po! Invece siamo entrambi a terra strapieni di neve come DUE pupazzi!! La situazione ti suona familiare, per caso?? - e scoppiano a ridere di gusto, lì seduti, con la neve fino alle mutande.
- Hey oggi è venerdì -
- Davvero ?? Non l'avrei mai detto! Grazie Alex per ricordarmi i giorni della settimana, se non ci fossi tu mi dovrei comprare un calendario! -
- haha! No scemo, intendevo chiederti di uscire, non abbiamo organizzato più nulla per almeno...quanto sarà stato un mese? - dice mentre si alzano in piedi scrollandosi la neve di dosso.
- Eh? Ah già … ma con questa neve dove vuoi andare!?-
- Appunto! La neve! -
- Vuoi...vuoi venire di nuovo al giardino vicino casa mia? Quello sarà già ricoperto a quest'ora!! Se non hanno finito la neve i bambini che abitano lì -
- Pff figurati se l'anno finita!! Non prima che arriviamo noi!! -
- hahaha!! Allora vieni!? -
- Si dai a che ora? - Andrea viene colpito da una palla di neve dritta dritta in bocca prima che possa rispondere, e così Alex appena vede il colpevole ricambia con una palla di neve nei jeans. All'altezza del culo.
- Dai fa niente ti scrivo quando sto per arrivare tu fatti trovare pronto! -
- Okay! -


Alle quattro del pomeriggio Andrea, dotato di guanti, sciarpa, cappello, giubbotto stile palombaro e mambot si ritrova in una panchina del giardino ad aspettare Alex guardando verso la direzione in cui dovrebbe arrivare con il pullman. Dopo circa dieci minuti vede da lontano un genitore che porta due bambini per mano uno a destra uno a sinistra, saranno gli ennesimi che vengono in questo parco. Desolato, sbuffa iniziando a pensare che forse dovrà aspettare più di quanto previsto. Le tre figure si avvicinano sempre più, sono due bambine bionde che per la fretta lasciano le mani del genitore, per potersi buttare sulla neve, e la terza figura grida qualcosa tipo “fate attenzione” o “mi raccomando state sempre nei dintorni” continuando ad avvicinarsi verso di lui “vorrà sedersi sulla panchina mentre guarda i figli” pensa Andrea.
La voce era maschile e profonda, l'uomo vestiva un cappotto lungo e marrone con dei grandi bottoni neri e aveva sciarpa e cappello blu, con motivi invernali. Si avvicina lentamente a causa della neve, che è alta fino al ginocchio.
- Scusami, non ti ho avvertito che avrei portato le pesti! –

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