Rose & Jess [Una amicizia ~ Due ragazze ~ Una valanga di problemi.]

di Elettra_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Incontri ***
Capitolo 3: *** Scoperte ***
Capitolo 4: *** Lacrime ***
Capitolo 5: *** Sorprese ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Rose tamburellò impaziente con le dita sul tavolo.
Jess era in ritardo, e lei doveva assolutamente fuggire da quella casa, almeno per qualche ora.
Cercò di isolare il pianto delle gemelle ed i tentativi della madre per calmarle. Inutile dire che erano inutili. La ragazza si alzò in piedi, buttando nel cestino il barattolo vuoto dello yogurt. Il suono del campanello la sorprese:quasi non ci sperava più. Afferrò in fretta una felpa e la borsa
«Mamma! E' arrivata Jess, io vado» urlò, chiudendosi la porta alle spalle. Scese le scale due a due, fino ad aprire la porta di casa. Fece un sorriso a Jess
«Mi hai salvato la vita» constatò, mentre cominciavano a camminare. L'altra ragazza scoppiò a ridere
«Esagerata» la prese in giro. Rose si rabbuiò.
«Già, prova te a vivere con quelle due pesti» borbottò. Jess scosse la testa, alzando le mani in segno di resa.
«Va bene, va bene» si arrese, con una risata. Sorrise anche Rose. Jess era fantastica, sempre allegra e solare; eravano amiche praticamente da sempre. Continuarono a chiacchierare senza sosta finchè, dopo aver preso il bus per una decina di minuti, arrivarono un po' fuori città. Seguirono un sentiero, finchè non arrivarono ad una radura immersa nel verde, circondata di fiori, piante ed alberi, ed attraversata da un piccolo fiume.
Le due ragazze si guardarono, raggiungendo una roccia sopra il fiume e sedendocisi sopra. Quello era il loro posto segreto, un po' la loro “Terabithia”. Jess si sfilò i sandali ed immerse i piedi nell'acqua, sospirando di felicità.
Rose chiuse gli occhi, lasciandosi invadere da quel silenzio rotto solo dallo scroscio dell'acqua e dal cinguettio degli uccellini. Anche a lei sfuggì uno sospiro soddisfatto. Dopo essersi godute il silenzio per diversi minuti, Jess lo ruppe
«Allora...Cosa mi racconti?» domandò, avida, guardando l'amica. Rose scrollò le spalle.
«Niente di speciale. Non dormo niente, le gemelle continuano a rompere, mia madre è sull'orlo di una crisi nervosa...» disse, alzando gli occhi al cielo.
«Ragazzi?» domandò ancora l'amica. Rose alzò un sopracciglio.
«No, per il momento nessuno» rispose, sincera
«Jake continua a chiedermi quando esco con lui, e ogni volta devo inventarmi una scusa nuova»
Jess sospirò. Davvero non la capiva, in quei momenti, Rose. Jake Thomas era sicuramente il ragazzo più carino della scuola, praticamente tutte le ragazze gli sbavavano dietro, invece Rose ignorava tutti i suoi tentativi per conquistarla. Jess scommetteva che la metà delle ragazze della loro scuola avrebbe venduto l'anima per essere Rose.
Insomma...Grandi occhi azzurri da cerbiatto, pelle chiara, capelli biondi mossi, alta, slanciata...Rose era davvero bella, eppure non rientava nella categoria “bella ma vuota”. Anzi, lei per prima disprezzava quel tipo di ragazza...Insomma, un individuo un po' particolare. Tornò con la mente a Rose, che continuava a parlare
«E te come va con James?» domandò ad un tratto la ragazza, interessata. Jess scrollò le spalle, scostandosi una ciocca di capelli marrone scuro dal viso.
«Tutto ok, anche se mi piacerebbe vederlo un po' più spesso» ammise, mordendosi il labbro. Rose le sorrise, per confortarla.
«Dai, la scuola è appena finita, vedrai che ora avrete tutto il tempo» disse, tranquilla. Jess la guardò, ancora perplessa
«Sai, Rose...Non ti capisco» disse. Rose ricambiò l'occhiata, soffocando uno sbuffo.
«Per il fatto che respingo Jake e che non accetto di uscire con lui? Lo so, me lo hai già detto almeno un migliaio di volte» disse, un po' irritata. Jess scrollò le spalle, lasciando cadere il discorso. Anche Rose rimase in silenzio, meditabonda. La verità era che era molto difficile riuscire a provare per lei una qualsiasi attrazione in un ragazzo.
O, almeno, verso i ragazzi della loro scuola.
Erano tutti così...ordinari.
Scacciò quei pensieri:non aveva voglia di rimuginarci ancora.
«Cavolo, è tardissimo, mia madre mi fucila!» esclamò Jess, saltando in piedi. Erano quasi le otto di sera. Il tempo era passato incredibilmente veloce. Rose si alzò, e corsero fino alla fermata, prendendo per un pelo il bus.

La bionda fece scattare la serratura di casa. Silenzio assoluto. Scivolò in cucina, attenta a non fare rumore. C'era un piatto di insalata e del petto di tacchino. Prese veloce una forchetta ed un coltello e si ritirò in camera sua. Accese il pc, sedendosi davanti alla scrivania e masticando l'insalata.
Effettuò l'accesso a Messenger, sperando di trovare qualcuno in linea. Lo squillo del telefono la sorprese, e corse in corridoio a recuperarlo, per non far svegliare la madre e le sorelle.
«Pronto?» sussurrò.
«Oh, ciao zia. Sì. Sì. No, sta riposando. Sì...Sì, sì. Ok. Nel vaso. Va bene, zia. Sì. Sì, me ne ricorerò. Sì. Ok. Ciao, buonanotte» riagganciò. Ritornò in camera sua, prese il piatto e lo riportò in cucina. Aprì la lavastoviglie e, una volta finita l'operazione, la richiuse. Zampettò finalmente in camera sua, infilò rapida il pigiama e raccolse i capelli in una coda.
Alla fine si lasciò cadere finalmente davanti al pc.

Jake scrive
Ciao bella!

Rose alzò gli occhi al cielo

Rose scrive:
Ciao

Jake scrive:
come te la passi?

Rose scrive:
come sempre

Rose scrive:
te?

Jake scrivere:
non bene

Rose scrive:
come mai?

Jake scrive:
perchè tu non vuoi uscire con me

Rose scrive:
no comment...

Jake scrive:
sei davvero crudele, sai? Non mi vuoi dare nemmeno una possibilità!

Rose si morse il labbro. E ora? Sospirò, tamburellando con le dita sul tavolo

Rose scrive:
mi dispace, Jake, ma devi capire che per il momento non sono interessata...Forse dovresti concentrarti su qualcun'altra

Jake scrive:
stai scherzando? Come può piacermi un'altra se ci sei in giro tu?

Rose scrive:
sei molto gentile, Jake...ma preferisco di no.

Rose si sentì però un po' in colpa. In fondo non era bello ferire così i sentimenti di Jake

Rose scrive:
per il momento

Mossa sbagliata...Ora avrebbe continuato ad illudersi. Rose sbuffò.

Jake scrive:
ok, come preferisci

Jake scrive:
e se andassimo al cinema venerdì prossimo?

Jake scrive:
come amici, ovviamente.

Rose alzò gli occhi al cielo. Sempre lo stesso.

Rose scrive:
perfetto, mi stavo già organizzando con Jess e James...

Jake scrive:
ok...

Rose sapeva cosa stava pensando: era un'uscita a quattro...e Jess e James facevano coppia...Maledizione. Doveva trovare qualcun'altro da invitare.

Rose scrive:
bene

Jake scrive:
ok...ci sentiamo, ora io vado...bye piccola...non vedo l'ora di venerdì

Jake si è disconnesso.

Rose soffocò l'impulso di imprecare. Era troppo buona. E si era fatta fregare. Di nuovo. Si disconnesse anche lei, spegnendo il pc. Si infilò nel letto e spense la luce, rimanendo sveglia a pensare, mentre piano piano di addormentava. Era solo domenica...aveva più o meno quattro giorni per trovare qualcuno...


*Ecco qui una altra fic, questa volta sarà a capitoli...Spero che vi possa piacere, aspetto qualche commento (=
xoxo, Hys

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Capitolo 2
*** Incontri ***


*Grazie Lalla e Leslie per le recensioni. Sì, la mia storia continua, se vi piace...^^
Infatti ora posto il secondo capitolo, spero che lo possiate gradire!

Rose aprì gli occhi, svegliata bruscamente dal pianto dei gemelli. Lanciò un'occhiata veloce alla sveglia: erano le 5 di mattina. Soffocò un sospiro e si distese, coprendosi la testa con il cuscino.
Probabilmente sarebbe andata in esaurimento nel giro di qualche giorno.
Era praticamente impossibile non sentire i lamenti disperati dei fratellini. Rose scattò in piedi, irritata, e si diresse in cucina. Si sedette sul bancone e sorseggiò un bicchiere di acqua fresca, sforzandosi di non agitarsi. Erano mesi che non dormiva più bene, la sera si addormentava tardi, e la cosa non la aiutava.
Appoggiò il bicchiere vuoto nel lavello, si passò una mano fra i lunghi capelli e ritornò nel suo letto, lanciando un'ultima occhiata ai poster che ricoprivano i muri prima di riaddormentarsi, ignorando i fratellini.

La ragazza aprì un occhio. C'era silenzio. Si mise seduta e si stiracchiò, notando che erano solo le sette e mezza. Si avvicinò alla finestra ed aprì gli scuri, mentre la luce debole del sole illuminava la stanza.
Lasciò la finestra socchiusa per permettere all'aria di entrare; aveva lo stomaco completamente chiuso, quindi scartò l'idea di una colazione.
Guardò il suo riflesso nello specchio del bagno: i capelli biondi erano scompigliati, gli occhi azzurri ancora velati, e due occhiaie sotto gli occhi.
Sospirò, rassegnata.
Guardò un piccolo post-it attaccato alla porta della sua camera, che nell'uscire non aveva notato.
“Rose, sono uscita con i gemelli. Per piacere, potresti andare a comprare il pane e il latte? Quando torni dobbiamo parlare di una cosa, ricordamelo. Mamma.”
Si morse il labbro. E ora cosa aveva combinato?
Si vestì in fretta, infilando una maglia azzurra e dei pantaloncini corti chiari. Legò i capelli in una coda alta, recuperò il suo mazzo di chiavi, il portafogli ed uscì di casa.
Camminava lentamente, guardando in basso, gli occhi ancora affaticati. Era un po' preoccupata: di cosa voleva parlare sua madre? Il suo primo pensiero andò alla scuola: non era ancora finita, eppure i suoi voti non erano così disastrosi...No, di sicuro non era quello...
«Buongiorno, Rose» una voce roca la fece sussultare, mentre alzava lo sguardo appena in tempo per vedere un signore sorpassarla.
«Buongiorno signor Fulton» rispose, un po' troppo piano.
Il negozio di alimentari era affollato; Rose, stringendo un sacchetto di pane ed un cartone di latte, sgomitava fra la gente cercando di raggiungere la cassa, per scappare da quel posto incredibilmente caotico.
Le sfuggì un sospiro di sollievo quando si ritrovò di nuovo in strada, avvolta dal silenzio della mattina.
Guardò dritto davanti a sé, mentre socchiudeva gli occhi nel tentativo di dare un volto alla figura che si avvicinava sempre di più.
Era sicura di conoscerlo, non le era sconosciuto...
Le sfuggì un gemito quando realizzò che era Jake.
Lui le sorrise
«Rose, come mai in giro così presto?» domandò, fermandosi. Rose indicò il latte ed il pane.
«Ah, capito» rispose il ragazzo, senza fare troppo caso all'aria leggermente scocciata della ragazza. Rimasero tutti e due in silenzio per qualche minuto.
«Bene...Ora io vado» disse Rose, facendo un passo avanti. Jake la prese per il polso e la fermò. La guardò negli occhi e le accarezzò la guancia, prima di allontanarsi.
Rose rimase immobile, senza parole.
Camminò per tutto il tragitto lentamente, come se non fosse molto in sé.
Era arrivata quasi davanti al cancelletto di casa sua, quando sbattè contro un ragazzo, cadendo rovinosamente per terra.
«Ma dico! Stai più attenta quando cammini!» la voce di un ragazzo la risvegliò dal suo stato di trance.
«S-scusa» balbettò, mentre cercava di rialzarsi.
Lui la fulminò con i suoi occhi chiari, immobilizzandola.
Rimasero immobili per qualche minuto, finchè lui non le porse una mano per aiutarla a rialzarsi.
Rose la prese e si tirò in piedi, imbarazzata. Lui la guardò in silenzio, mentre lei invocava una morte rapida ed indolore.
«Scusami» mormorò abbassando lo sguardo, le guance infiammate. Lui scrollò le spalle
«Amen. Però la prossima volta fai più attenzione» disse, secco. Rose annuì, senza dire nulla.
«Bene, io ora vado. Ciao» mormorò il ragazzo, incamminandosi lungo il marciapiede.
Rose rimase immobile per diversi minuti, senza parole. Poi corse in casa, stringendo al petto i suoi acquisti, e si chiuse la porta alle spalle, il cuore che batteva all'impazzata.


*So...Ecco qui ^^
Spero vi sia piaciuto, e mi piacerebbe un commentino.
xoxo, Hys

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Capitolo 3
*** Scoperte ***


«Jessica Grey! Cosa ci fa la tua maglia qui?» L'urlo della signora Grey fece sobbalzare Jess.
-Oh cavolo...- pensò, mentre con orrore si ricordava di aver lasciato la maglia che la madre le aveva ripetutamente detto di mettere via in bagno.
Corse fino lì, dove trovò sua madre con gli occhi fiammeggianti. Fece un passo indietro, allarmata. La donna la guardò, sventolando la maglietta. Jess mise in avanti le mani, in segno di pace: era meglio fare lei la prima mossa
«Scusa mamma, me ne sono dimenticata» disse, mesta. La donna sbuffò e la mise nel cesto delle cose da lavare, dirigendosi poi in cucina.
Jess sospirò e tornò in camera sua. Negli ultimi tempi sua madre era incredibilmente nervosa ed irritabile, anche se non capiva perchè.
Si sedette alla scrivania e mordicchiò la biro, mentre pensava a cosa fare. Non voleva assolutamente restare in casa, non esisteva.
Un bip la fece voltare verso il suo comodino. Recuperò il cellulare ed osservò il display
“Ciao! Come va? Fai qualcosa oggi?”. Le sfuggì un sorriso. Digitò velocemente la risposta per James
“Tutto ok. No, a meno che tu non mi proponga qualcosa”; inviò il messaggio, attendendo la risposta che arrivò poco dopo
“Un giro potrebbe andare?”
Jess si morse il labbro. Con sua madre sarebbe stata una battaglia, a meno che non uscisse di casa di soppiatto. Ma al suo ritorno sarebbero stati guai.
“Perfetto, ci vediamo alle tre al parco” digitò, appoggiando il cellulare sul comodino.
«E' pronto!» urlò sua madre dalla cucina. Mestamente si avviò in cucina, lasciandosi cadere al suo posto. Arrivò anche suo padre, seguito dal fratello.
Cominciarono a mangiare in silenzio, mentre Jess meditava come introdurre pacificamente il discorso.
«Posso uscire pomeriggio?» domandò, esitante.
«No» «Certo»
I suoi genitori si guardarono, sorpresi entrambi dalla risposta dell'altro.
«No, lei non esce» disse la madre, ferma. Il padre sbuffò
«Invece lei esce. Insomma Miranda, lasciala un po' respirare!» ribattè il padre, irremovibile. Jess tirò un sospiro di sollievo mentale. Miranda aprì la bocca, furiosa, ma la richiuse di scatto.
«Ottima scelta, pà, così pomeriggio se esci la trovi che fa picci picci con...» Jack non riuscì a finire la frase, perchè la ragazza gli aveva tirato un calcio da sotto il tavolo. La madre socchiuse gli occhi, fissando la ragazza
«...con Rose» mormorò in fretta, fulminando il fratello, che aveva soffocato la risata con un colpo di tosse. Appena finito di sparecchiare sfrecciò in camera sua e ci si chiuse dentro.
Per fortuna non aveva il problema di scegliere cosa indossare: era abbastanza sicura, jeans e maglietta sarebbero andati bene; lei non era una molto “interessata” alla moda.
Guardò i capelli scuri socchiudendo gli occhi. Recuperò una spazzola e cominciò a spazzolarli. Una volta soddisfatta del risultato li fermò un una molletta.
Si sedette sul letto ed attese le tre meno venti.
Il tempo sembrava non passare mai.
Sentiva uno strano formicolio allo stomaco, mentre sentiva l'ansia farsi sempre più forte. Non capiva cosa le succedeva, sapeva solo che accadeva ogni volta che doveva uscire con James. Una volta con lui si divertiva da matti, ma prima dell'appuntamento aveva una strana ansia.

«Ciao»
«Ciao»
Jess guardò James, che le sorrideva. Rimase un po' in silenzio, prima che lui la prendesse dolcemente per mano
«Andiamo» disse il ragazzo, cominciando a camminare. L'aria era fresca, un venticello leggero si era alzato e scompigliava i capelli della ragazza. Si sedettero su di una panchina, e Jess si morse il labbro. Cosa succedeva? Perchè James era così silenzioso?
«Si avvicina la fine della scuola» disse, cercando di iniziare un discorso. James si rabbuiò ancora di più.
«Avremo tutta l'estate davanti...» continuò, disperata. Perchè scrollava le spalle? Perchè non parlava?
«Potremmo andare al mare, avremo più tempo da trascorrere insieme...ultimamente fra una cosa e l'altra non ci siamo più visti» mormorò Jess, mortificata. Quel silenzio era terribile, quasi quanto il suo monologo.
Alle sue ultime parole James scattò in piedi, allontanandosi. Jess dovette correre per raggiungerlo
«Ehi, ma si può sapere cosa ti prende?» sbottò, irritata. Il suo comportamento non aveva senso. Lui la guardò, ammorbidendosi
«Scusa» disse. Jess lo guardò, in attesa di una spiegazione. Lui infilò le mani in tasca, abbassando lo sguardo
«Ci trasferiamo» disse. Jess lo guardò senza capire
«Vi...trasferite? In che via?» domandò. Poteva essere una cosa positiva, magari andava ad abitare più vicino. Lui scosse la testa
«Andiamo via» rispose, tetro. Jess rimase immobile, congelata. Non era possibile. Le uscì un suono strozzato, mentre le lacrime affioravano nei suoi occhi.

Rose guardò sovrappensiero fuori dalla finestra. Riusciva a vedere la cucina della casa di fronte, disabitata per qualche anno. Ora sembrava si fosse trasferita una nuova famiglia. Poteva essere una cosa buona...Magari avrebbe trovato una ragazza della sua età.
Si voltò e cominciò a canticchiare, mentre svuotava la lavastoviglie; non riusciva a non pensare al ragazzo che la aveva fatta cadere. Non capiva cosa la avesse incuriosita tanto, se i modi duri e freddi con i quali la aveva trattata, o se quegli occhi di ghiaccio.
In qualunque caso continuava prepotentemente ad entrare nella sua mente, distraendola dal resto.
In fondo non aveva commesso un crimine, gli era semplicemente andata a sbattere contro. Non aveva motivo di trattarla in quel modo. Arricciandosi una ciocca di capelli infilò le scarpe, decisa a farsi un giro. Non voleva chiamare Jess, voleva stare un po' sola con i suoi pensieri.
Infilò la giacca e si chiuse la porta alle spalle, scendendo le scale. Subito in strada si sentì meglio, inspirando aria fresca.
Camminò a vuoto diversi minuti, finchè non notò un ragazzo arrivare dall'altra parte della strada, con passo veloce. Quando fu più vicino si rese conto che era il ragazzo, e senza farsi notare cominciò a seguirlo.
Arrivarono fino ad un piccolo parco, e mentre lei si nascondeva dietro un cespuglio lui si avvicinava ad un gruppo di amici. Non riusciva a sentire quello che dicevano, quindi aspettò, in attesa di qualche svolta.
Si passavano bottiglie, sembrava birra. Lei storse il naso, mentre lui rifiutava. Rimasero lì un'eternità, e proprio quando se ne stava per andare uno di loro indicò nella sua direzione.
Brutto segno.
Sentì due paia di braccia sollevarla e portarla allo scoperto, un'espressione colpevole sul viso.
«Guarda guarda, chi abbiamo qui?» domandò uno, un paio di occhiali scuri davanti agli occhi. Il suo sguardo si posò su l'unico volto a lei vagamente familiare. Lui la guardò, stupito ed impassibile allo stesso tempo. Chissà cosa leggeva nei suoi occhi.
«Lasciala, Mark...è la mia ragazza» disse, autoritario. Lui lo guardò poco convinto; la lasciò andare, e sentì un'ondata di sollievo mentre i suoi piedi toccavano terra.
Improvvisamente le venne vicino e le sollevò il viso, baciandola sulle labbra.
Lei, troppo sorpresa, tienne strette le sue, imitandolo. La sua mano lasciò il suo fianco, mentre si voltava verso il ragazzo robusto e lo guardava con aria di sfida.
«Convinto, ora?» domandò, una nota aggressiva nella voce. Lui alzò le mani in segno di resa
«Ehi, non serve scaldarsi, Alex» disse subito, facendo un passo indietro. Era chiaro chi fosse il boss, lì.
«Tesoro, forse è meglio andare» disse il ragazzo, notando che Mark stava tirando fuori una altra bottiglia ed accorgendosi dello sguardo vacuo della ragazza
«Mi sembri molto pallida» continuò in fretta, prendendola per mano.
«Ci vediamo, Mark» salutò, prima di trascinarmi via. Lo lasciai fare senza dire nulla, ancora troppo shoccata.
«Perchè mi seguivi?» la sua voce la riportò violentemente alla realtà. C'era un tono irritato, nella sua voce.
Alex.
Si chiamava Alex. Lo guardò in silenzio, gli occhi spalancati. Lui alzò un sopracciglio
«Beh?» domandò, però mi sembrava già più divertito.
«Non so» ammise, un sorriso imbarazzato sul viso. Lui alzò gli occhi al cielo, lasciando andare la mia mano. Uh, eravano già arrivati davanti a casa sua. Lo guardò, arrossendo
«Beh...ehm...grazie» balbettò. Senza aspettare oltre si fiondò verso la porta di casa, chiudendola di scatto. Il suo cuore batteva furioso, e per ben la seconda volta nella giornata.


*Ecco qui il terzo capitolo!
Passando ai ringraziamenti...
Leslie
Grazie, mi recensisci dal primo capitolo...Mi sostieni, e te ne sono immensamente grata! Tivvibbì!
LallaMatta4e
Grazie anche a te, che mi recensisci dal primo capitolo! Ho notato che sei pro Rose-Jake...;)
KeR
Grazie mille, sono felice che ti sia piaciuta! Eh già, in effetti Rose è un po' cattivella...>.<
Accidenti che sceema...>.< Ora ho corretto ^^'
vampistrella
Grazie anche a te ^^ In questo capitolo ho parlato un po' di più di Alex, inserendo qualche informazione...^^

xoxo, Hysteria

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Capitolo 4
*** Lacrime ***


Il cellulare di Rose vibrò.
“Notizie disastrose...Ti prego, devo assolutamente parlare con qualcuno...Ti aspetto a casa mia...:'( Jess”
La ragazza sussultò. Che succedeva?
«Mamma! Vado da Jess» urlò, prendendo di corsa una giacca e precipitandosi fuori. Sentì il pianto assordante dei gemelli, ormai svegli.
Ups.

Jess guardò l'armadio di fronte a lei, lo sguardo perso nel vuoto. Non aveva pranzato, quel giorno. Aveva finto di stare male, e si era chiusa in camera sua. Le immagini del pomeriggio precedente arrivavano di tanto in tanto, così prepotenti da toglierle il respiro.

«Cerca di capire...E' meglio che lasciamo perdere. Non abbiamo un futuro. E'...è finita» aveva detto, prima di voltarsi ed andarsene.

La ragazza singhiozzò, soffocando la voce con il cuscino. Non era possibile che la sua vita così bella fosse precipitata in quel modo. Sentì qualcuno bussare alla porta e scattò a sedere, asciugandosi le lacrime
«Chi è?» domandò, con voce stridula.
«Sono Rose» rispose la voce al di là della porta. Pochi secondi era fra le braccia di Rose, piangendo come una matta.
Qualche ora dopo erano entrambe accucciate sul letto della ragazza, abbracciate. Rose le accarezzava lentamente i capelli, cercando di consolarla; sapeva però di non poter fare più di tanto, in fondo.
Le sussurrò parole di conforto, eppure non era sicura di cosa doveva dire per farla stare meglio. Ovvio, James era stato troppo brusco: avrebbe sicuramente potuto essere più delicato con lei. Poteva capire che magari nemmeno a lui l'idea gli andava a genio, eppure non le sembrava necessario fare stare ancora più male Jess. Ci vollero due tazze di tè ed un pacchetto di biscotti per risollevare leggermente l'umore della ragazza.
Rose cercò di distrarla il più possibile, blaterando come poche volte aveva fatto in vita sua. Jess la ascoltava e qualche volta interveniva, però aveva sempre lo sguardo perso. Ormai non sapeva più cosa dire.
Lo sguardo di Jess finalmente catturò il suo, e probabilmente l'amica si rese conto dei pensieri della bionda
«Non ti preoccupare...so che non deve essere facile cercare di tirarmi su» mormorò a bassa voce. Rose sospirò e la abbracciò forte, mentre il profumo dell'altra le riempiva le narici.

«Grazie per essere rimasta...» mormorò Jess, mentre si infilava sotto le coperte del letto.
«A cosa servono le amiche, altrimenti?» domandò Rose con un sorriso, imitandola. Negli occhi di Jess lesse un'ombra, mentre il suo sguardo andava alle fotografie sopra il suo letto.
«Buonanotte, Rò» disse la ragazza, appoggiando la testa sul cuscino. Gli occhi le bruciavano ancora, e quando li chiuse non impiegò molto ad addormentarsi. Rose rimanse in silenzio un po', ancora mezza seduta.
Le era impossibile pensare di dormire, aveva troppi pensieri per la mente...Alex, James, sua madre, Jess...
«Buonanotte» rispose, nel silenzio della stanza.

~

[Una settimana dopo]

Jess guardò il display con aria di supplica. Perchè non squillava, non segnava un messaggio da parte di James? Sospirò, chiudendo gli occhi.
Perchè?
Perchè era successo tutto quello?
Si passò una mano fra i capelli, sforzandosi di restare calma. Ci potevano essere delle soluzioni...sarebbe andata a trovarlo...Non importava dove sarebbe andato... Eppure lui ha deciso di rompere, non vuole queste soluzioni...
Le sfuggì un singhiozzo. Era tutto così assurdo... Non era possibile che non la avesse più richiamata, che non gli fosse mancata nemmeno un po'.
Eppure era così.
E lui sarebbe salito su quel treno entro mezzogiorno.
Improvvisamente le venne a mancare il respiro: non poteva permettere che se ne andasse senza nemmeno averlo salutato.
Saltò giù dal letto, con una energia improvvisa; infilò una maglia ed un paio di jeans, spazzolò rapidamente i capelli e si lanciò fuori dalla porta di casa: erano le undici e un quarto, e la stazione distava parecchio da casa sua. Cominciò a correre a perdifiato, urtando persone che le urlavano insulti. Correva ansimando, correva senza fermarsi, nonostante sentisse delle fitte terribili al polmone. Il vento le graffiava le guance, e gli occhi cominciavano a bruciare. Eppure sapeva che non si poteva fermare.
Ed ecco che in lontananza riusciva a vedere la stazione...Con un gemito strinse i denti, accelerando la corsa. Era in ritardo se lo sentiva...era già partito, aveva capito male l'ora della partenza... Andò a sbattere contro un ragazzo che trascinava una grossa valigia, barcollando indietro
«S...scusi» mormorò, e non attese una risposta. Entrò nell'ampia sala, il respiro veloce. Le faceva male respirare, ma quel dolore non era nulla in confronto al pensiero di non essere riuscita ad intercettarlo. Si guardò attorno, ma nessuno di quei volti era quello di James. Con passo veloce uscì fuori, osservando i binari...Doveva essere lì, non poteva essere già partito...
Si lasciò cadere su di una panchina, con un singhiozzo.
Le faceva male il petto, e la prima lacrima che le rigò la guancia sicuramente non migliorò la situazione.
Ormai non riusciva più a fermarsi, le lacrime scorrevano libere lungo il suo volto. Si sentiva incredibilmente stupida...Come aveva potuto lasciar passare tutto quel tempo senza cercare di dirgli qualcosa, senza chiedere una spiegazione?
Ed ora era troppo tardi.
Si sentiva tagliata a metà, come se qualcuno le stesse perforando lo stomaco...Era stata troppo debole, non aveva protestato contro quella realtà ingiusta...
«Jess... Jess? Jess!» c'era una voce, lontana, che la chiamava...Chi era? Cosa voleva? Come conosceva il suo nome? Sentiva girare tutto, mormorava il nome di James fra un singhiozzo ed un altro, non vedeva oltre il velo di lacrime...Altrimenti avrebbe potuto osservare l'enorme orologio che segnava le undici e mezza.

*Finalmente anche il quarto capitolo ^^
Ci ho impiegato un po' a postare, però fra un impegno e l'altro non trovavo mai il tempo...^^'''
Passando ai ringraziamenti...
Leslie
Ora capisci come mi sento quando puntualmente il mio personaggio preferito muore o esce di scena...T^T
Comunque no, non mi sono ispirata a nessuno in particolare...o forse l'ho fatto inconsciamente, non saprei...^^'
LallaMatta4e
Max? xD Vabbè, abbiamo già chiarito il punto...^^
Immagino, anche a me a volte viene questa ansia da pre-uscita...terribile!
KeR
Accidenti, nemmeno me ne sono accorta >.< Ho corretto, grazie mille per avermelo fatto notare ^^''
Bacio!
vampistrella
Sì, la storia fra Rose è Alex si fa sempre più interessante come evanescente...In fondo fra loro non è successo nulla di che, l'ha baciata a stampo unicamente per "salvarle la pelle"...Chissà come andrà a finire ;)

xoxo, Hysteria

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Capitolo 5
*** Sorprese ***


Scusate il ritardo. Davvero, avete tutto il diritto di prendermi a mattarellate in testa. Eppure fra una cosa e l'altra non trovavo il tempo, spero che non siate diventati vecchi a furia di aspettare.
Bene, basta delirare, ecco a voi il quinto capitolo!


~

«Caro, finalmente ti abbiamo trovato...Santo cielo, cosa è successo?»
«Mamma, silenzio...»
«James...James...»


Rose prese in braccio Haylie.
«Shhh piccola...La mamma sta riposando» disse, saltellando piano sul posto.
*E mi piacerebbe se anche tu ti decidessi a dormire* pensò, mentre lei le sbavava sulla camicetta pulita. Sia chiaro, lei adorava i gemelli, però in quella fase erano davvero troppo pesanti. Andrew che le vomitava sulla gonna nuova, Haylie che la teneva sveglia con le sue urla. Decisamente negativo.
Due occhi azzurri, più freddi del ghiaccio...
Maledizione. Non di nuovo. Stupidi pensieri costanti.
Alex che la baciava.
Alex che la guardava, i suoi occhi freddi.
Il suo fisico da sballo.
Rose fece un gesto con la mano come per allontanare tutti quei pensieri, mentre usciva dalla stanza. Non era possibile che fosse riuscito a sconvolgere in quel modo la sua vita.
Non è nulla, sei solo attratta dal mistero...Quel segreto che lui porta con sé... pensò, mentre si spazzolava i lunghi capelli.
Rimase a lungo a rimirarsi nello specchio, prima di voltarsi per tornare in camera sua. Era opprimente, era una bella giornata e lei era rinchiusa in casa. Sarebbe voluta uscire con Jess, però sapeva perfettamente che l'amica era fuori gioco per via della storia di James
Certo che è incredibile pensò, mentre si sedeva davanti al pc quanto i ragazzi riescano ad incasinarti la vita
Come al solito effettuò l'accesso a Messenger, mentre apriva la libreria musicale ed un documento bianco.

Evee [I Love You, More Than You'll Never Know...] scrive:

La Rose!

____Rose. scrive:

Evee! Ma Ciaoo! Come va?

Evee [I Love You, More Than You'll Never Know...] scrive:

Oh, tutto ok, diciamo

Evee [I Love You, More Than You'll Never Know...] scrive:

e tu?

____Rose. scrive:

Oh, diciamo che non mi posso lamentare...dormo poco, però per il resto la mia vita è ok

Evee [I Love You, More Than You'll Never Know...] scrive:

Quel tipo, Jake, ti tormenta ancora?

____Rose. scrive:

Già =_____=

Evee [I Love You, More Than You'll Never Know...] scrive:

Povera Rò xD Dai, infondo come si può resistere al tuo fascino? XD

____Rose. scrive:

Eh certo! XD

Evee [I Love You, More Than You'll Never Know...] scrive:

Sai...Mi manchi un sacco, cuginetta

____Rose. scrive:

Idem...Quando è che torni qui?

Evee [I Love You, More Than You'll Never Know...] scrive:

Non lo so...sai, è un po' un casino...Cioè, gli studi e tutto...

____Rose. scrive:

Ah, lo so...non deve essere facile!

Evee [I Love You, More Than You'll Never Know...] scrive:

Hai perfettamente ragione...Ora scusa, ma devo proprio scappare! Bacio!



____Rose. scrive:

Ciau cara, ci sentiamo ^____________^

Evee [I Love You, More Than You'll Never Know...] si è disconnesso

Rose tornò sul documento bianco, e cominciò a scrivere. Lasciò la mente aperta, in modo che tutte quante le idee potessero affluire nella sua mente, trasferendosi in parole sul pc.
“Qualche volta le persone amano. Amano una persona. Amano una cosa. Amano una azione. Amano semplicemente l'Amore.
Eppure le situazioni sono diverse. Chi ama l'amore non ha mai provato cosa vuol dire amare davvero. Si è in uno stato di infatuazione, sì, però non si ama veramente. Solo chi ha pianto e sofferto e pianto e sofferto per amore, ha amato davvero.
Qualche volta le persone piangono. Piangono persone. Piangono cose. Piangono giusto per sentire gli occhi bruciare e il respiro farsi affannoso.
A volte è quasi più sano piangere tanto per, giusto per sfogarsi. Il piangere per una persona ci distrugge, dilania lentamente la nostra anima, finchè è troppo tardi...”
Il suono del suo cellulare la fece sobbalzare
“I gave it all the thought you said you needed
But the minutes got repeated for too long
Far too long
Can you save us all from the thought you said you needed
'Cause I feel like I've competed for too long
Far too long...” [*]
«Pronto?» rispose Rose in un sussurro. Ascoltò la voce all'altro capo del telefono, annuendo e passandosi una mano fra i capelli. Ma perchè Erica doveva chiamarla proprio ora? Dovette ascoltarla più di un'ora mentre parlava delle vacanze imminenti e dei suoi progetti per organizzare una vacanza con delle amiche.
«....E ovviamente ho pensato a te e a Jessica...» continuò la sua voce, entusiasta. Rose mormorò qualcosa che suonò come un “fantastico” e poi con una scusa mise giù. Non si sentiva dell'umore adatto per chiacchierare con nessuno. Nessuno al di fuori di Jess.
Non ce la faceva, stava male per lei...Si tormentò a lungo le mani, meditando su cosa fare. Riprese in mano il cellulare e compose il suo numero.
Squillò a lungo, e proprio quando la ragazza stava per mettere giù, la voce rispose. Parlava veloce, Rose dovette fare uno sforzo enorme per ascoltarla e starle dietro, perchè solo di una cosa era certa: quella non era la voce di Jess.
«Ma che cos...?»
«Senti, non ti preoccupare, lei sta bene...»
«Sì ma scusa, e tu chi sei?»
«Oh Rose...Santo cielo, non ti preoccupare, Jess è con me»
La linea cadeva, e la bionda rimaneva immobile, lo sguardo perso nel vuoto. Si diresse in cucina e prese un bicchiere d'acqua, posizionandosi davanti alla finestra. Riusciva a vedere la nuova casa che avevano costriuto, quella ancora poco abitata ed appiccicata alla sua. Guardò dritto dentro la finestra della casa di fronte, e sussultò.
Il bicchiere si infranse per terra, mentre lei spalancava gli occhi.
Ghiaccio.
Tanto, tanto ghiaccio.

~

«Oh Rose...Santo cielo, non ti preoccupare, Jess è con me»
Il ragazzo spense la chiamata, mentre la ragazza che stringeva fra le braccia continuava a singhiozzare.
«Ehi...tranquilla, ci sono io...Ti prego non piangere...Se piangi mi uccidi...» le mormorò all'orecchio, stringendola a sé.
Jess si asciugò le lacrime e guardò finalmente in faccia il ragazzo.
«Oh mio Dio...Ho creduto di aver fatto il più grande errore della mia vita» mormorò con voce strozzata, prima di abbracciare il ragazzo moro e di baciarlo sulle labbra
«Jessica...Sono stato uno stupido, è tutta colpa mia...Non avrei mai dovuto reagire in quel modo...»
«No...Shh, stai zitto...Stai zitto, lascia che sia il cuore a parlare...» mormorò lei, prendendo il respiro e lasciandosi baciare ancora.
Lui le passò una mano fra i capelli, annusando il loro profumo indescrivibile.
Fragole, sole, risate, giornate passate insieme
«Ricordatelo sempre...Io ti amo, Jessica...»
«Ti amo anche io, James».

[*] There For Tomorrow - No More Room To Breathe [<3]
Leslie
*asd* Sei moooolto perspicace, direi ^___________^
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, e grazie 1000 per il sostegno che mi dai sempre!
LallaMatta4e
Ma sei super fissata di Rose e Jake? xD Eh, almeno uno dei due desideri si è avverato, direi...^^
KeR
Grazie mille per i complimenti, non immagini quanto mi fai felice! Spero che il capitolo ti sia piaciuto ;)


xoxo, Hysteria

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