ELEMENTAL FRIENDS

di AngiAstrid
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Anno nuovo... ***
Capitolo 2: *** Incontri ***
Capitolo 3: *** Paura ***
Capitolo 4: *** STRANEZZE ***



Capitolo 1
*** Anno nuovo... ***


ANNO NUOVO...

01/01 “Caro diario,
un giorno senza un sorriso è un giorno perso, proprio vero. Per tutti, soprattutto per me, una che ha sorriso molto nella sua vita. Ormai non m’importa più niente di cosa pensano gli altri di me, niente. So rispondere alle provocazioni, e anche bene, ma le loro parole mi fanno sempre male. Perché... perché sono capitata in un mondo così, basato solo su quello che uno indossa, perché si pensa solo alla bellezza? Ma basta disperarsi, tanto è e resterà così. Anno nuovo, diario nuovo, vita nuova, si spera. Già, la speranza è l’ultima a morire.”
Scritte queste parole, Neagh si abbandonò sul letto e si crogiolò nel calore delle coperte, guardando l’orologio. Era tardi, ma la scuola sarebbe ricominciata solo la settimana dopo. Appoggiò gli occhiali sul comodino, poi si addormentò subito, di un sonno profondo. Era una ragazza di tredici anni, alta e robusta, i capelli castano scuro, tendenti al rosso, gli occhi nocciola. Era molto brava a scuola, anche se non studiava un gran che, ma veniva canzonata con l’appellativo di “secchiona”.
- Ariana, Teresa!!! Sveglia, su! È quasi mezzogiorno! - la luce inondò la stanza.

- Quante volte te lo devo dire che mi chiamo Neagh? Neagh, chiaro? Io non sono Ariana!!! -
- Basta con questa storia, Ariana, ti chiami così punto e basta! Questo è il tuo nome, capito? Non Neagh! - prese fiato -Dai, non voglio litigare con te anche il primo giorno dell’anno, piccola mia, per adesso il tuo nome è Ariana... ma mi sforzerò di chiamarti Neagh, ok? Non voglio vederti triste! - le sorrise. -Dopo tutto sono tua madre -
- Grazie - Neagh si vestì e si preparò velocemente, poi uscì di casa senza neanche salutare la famiglia, corse veloce per raggiungere le sorellina, già in cammino.
- Ter! Aspettami!- le gridò. Le voleva molto bene, era la sua sorellina. Si girò, lei la osservò. Stava crescendo, aveva ormai dodici anni ed era davvero carina: i capelli di un biondo cenere, gli occhi di un verde smeraldo, bellissimi anche se coperti da un paio di occhiali, slanciata, anche troppo alta per la sua età. Le guance rosee, il nasino minuto e carino, le labbra carnose, sempre sorridenti. Neagh la raggiunse correndo.
- Ma devi sempre essere in ritardo, Nigi? -
- Sei tu che sei sempre in anticipo, veramente, Ter! - una risata -Comunque adesso siamo arrivate... e siamo puntuali! -
Davanti a loro, una casetta pitturata di rosa, con un giardinetto sempre ben curato davanti, pieno di vasi floreali. Teresa suonò il campanello, aspettando. Non passarono due secondi che già la porta della casa si era spalancata ed una ragazzina corse verso di loro.
- Neagh!!! Ter!!! - gridò, spalancando il cancello ed abbracciando le due appena venute.
-Ciao Reb! - dissero all’unisono Neagh e Teresa.
 Rebecca era mora, con gli occhi color carbone, abbastanza bassa, magra il giusto. Aveva dieci anni, ed era la migliore amica di Ter e Neagh. Le tre trascorrevano un sacco di tempo insieme sapevano tutto l’una dell’altra.
- Vogliamo andare al “posto comune” allora? -
- Certo! -
Si avviarono verso i giardini, il luogo in cui trascorrevano più tempo, soprannominato “il posto comune” chiacchierando del più e del meno. Arrivate lì, si sedettero sulla panchina che ormai sceglievano sempre e che avevano soprannominato “la pan”, situata sotto un grande salice piangente. Appoggiarono su di essa un cestino da pic-nic e cominciarono a pranzare, ridendo e parlando insieme.
Ad un certo punto, un’enorme raffica di vento si abbattè su di loro.
- Ter! Ter!!! - gridarono Reb e Neagh, ma la ragazzina era già sparita in cielo.
- Cos’è successo? Cosa... - un turbine di fuoco cercò poi di catturare Reb.
-No, non anche tu! - Neagh cercò di tenerla forte per una gamba, ma subito una tromba d’acqua la portò con sé, veloce. Dopo un forte botto, ai giardini ricominciò a regnare un grande silenzio, rotto solamente dai cinguettii degli uccellini e dal fruscio del vento.
Dopo qualche minuto, una luce accecante riempì il parchetto e tre figure atterrarono sull’erba soffice, inerti. Poi la luce sparì, lasciando le tre ragazze svenute a terra, tutte e tre consapevoli di ciò che era successo, ma nello stesso tempo spaventate ed emozionate.
-Ah... mi gira... tutto... dove... ragazze! - Neagh abbracciò Rebecca e Teresa, felice, però poi si bloccò, ricordando quelle parole. Intanto, anche le altre due si ripresero del tutto, cercando di rendersi conto di cosa era successo, sembrava una cosa troppo fantastica per essere vera.
-Ragazze... io... forse sembrerò pazza, ma... vi racconto: il vento mi ha portata via, poi è apparsa una figura avvolta il un mantello celeste, che mi ha donato dei poteri... i poteri dell’aria e mi ha chiamata... Frescaria.. .- Teresa si fermò, incredula, poi guardò le altre due.
-A me... la stessa cosa... ma io... fuoco... Fiammetta...- disse piano Rebecca.
- Ed io... acqua. Acqua, già.... sono Neagarina... allora non ho sognato? Devo... esserne sicura... io provo... ad usare i miei poteri... proviamo insieme, ok? - Reb e Ter annuirono alla proposta di Neagh, poi si alzarono in piedi. Cominciò Teresa, con la trasformazione.
- Aria! Metamorfosi... Frescaria!!! - attorno a lei, si creò un vortice d’aria, poi si placò improvvisamente e la ragazza ne uscì, trasformata. Le altre due la osservarono a bocca aperta: aveva una calzamaglia bianca, lucida, ed era avvolta in un mantello largo, sempre bianco. I suoi occhi, da verdi, erano diventati di un celeste cielo, sulle sue spalle, spuntava un paio d’ali da angelo. Calzava delle mezzepunte da danza, sempre di un bianco lucente, i capelli che ondeggiavano, sciolti, era davvero bellissima.
-Ra-ragazze... io... adesso... magia... mani... - disse, spaventata. Alzò tremolante le mani chiuse a pugno, poi le aprì lentamente. - Vento! A me! - disse. Una brezza leggera si alzò nell’aria, per poi tramutarsi in un forte vento. Frescaria abbassò le mani e il vento svanì di colpo, lasciando le tre ragazze disorientate, ma entusiaste.
- E’ davvero fantastico, Ter!!! Adesso tocca a me, però... - Rebecca si preparò mentalmente.
- Fuoco! Metamorfosi... Fiammetta!!!- dopo che svanì il vortice infiammato che l’aveva avvolta, Fiammetta comparve in tutto il suo splendore: indossava dei pantaloncini ed un top con le maniche attaccate, di seta, ai piedi dei mocassini, il tutto sfumato tra il rosso, l’arancione ed il giallo, come i nastri che le tenevano le codine. Gli occhi erano diventati di un castano tendente al rosso, vivi. Subito alzò le mani, decisa, e si preparò ad usare la magia del fuoco.
- Fuoco! Vai! - disse, una debole fiamma uscì dal palmo delle sue mani, ma si trasformò dopo un po’ di concentrazione in un turbine, che spense poi abbassando le mani. Sorrise.
-Adesso a te, Neagh! - disse poi, guardando la ragazza. Lei era un tipo coraggioso e dinamico, ma sapeva benissimo che Ariana aveva bisogno di un aiuto per partire.
- O-ok...- disse Neagh - Acqua! Metamorfosi... Neagarina!!! - Attorno a lei, un turbine d’acqua, poi più niente. Adesso i suoi occhi castani erano di un blu profondo, i capelli ricci tirati indietro da una passatina azzurra. Indossava delle calze lunghe con un body, da cui partiva un gonnellina che arrivava alle ginocchia, dalle spalline uscivano due maniche a sbuffo. Il tutto era celeste, azzurro e blu, come le ballerine che calzava ai piedi. - Oh- mio- dio! - disse - Non ce la farò mai ad usare la mia magia... voi siete così brave, ma io... - il cuore le batteva a mille.
- Ma no! Abbi fiducia in te stessa e ce la farai!!! Non sei da meno, anzi! Dai, puoi farcela Neagh!!! - la incitavano. Neagh alzò le mani e le guardò, cercando di prendere fiducia.
- Acqua! Aiutami! - disse. Dalle sue mani, cominciarono ad uscire delle sottilissime goccioline. Si scoraggiò, e non uscì più niente. - Acqua! Aiutami per favore! - ripetè. Questa volte dalle sue mani uscì un piccolo corso d’acqua, che poi si trasformò in una piccola cascata. Si fermò.
- Ragazze, abbiamo dei poteri! Vi rendete conto? - Reb era eccitatissima. - Però... sono... un po’ stanca... - si stropicciò gli occhi.
- Già, anche... - Teresa cadde a terra, addormentata.
- Ter! Cosa... ti succede? - chiese Rebecca, prima di cadere sull’erba soffice a sua volta.
- Ragazze! Ragazze!- a Neagh si chiudevano gli occhi, e sebbene si sforzasse per non cadere nelle grinfie del sonno, si addormentò anch’essa. Erano tutte e tre distese sull’erba soffice, abbandonate ad un sonno ristoratore. Usare quei poteri richiedeva molta energia e fatica, non erano ancora abituate. I loro nuovi abiti scomparvero com’erano venuti, lasciando spazio ai vestiti di tutti i giorni. I giardini erano immersi in una quiete profonda, anche gli uccellini tacevano adesso.

- Teresa! Ehi, Teresa! Svegliati almeno tu! - Teresa aprì gli occhi, davanti a sé una figura sfocata.
<-  Dean? Ciao! Cosa ci fai qui? - chiese, sorpresa, mentre si alzava a sedere.
- Vi ho viste accasciate qui, così... volevo assicurarmi che andasse tutto bene. -
-Non preoccuparti, sto benissimo. Stavamo solamente riposando... Grazie mille. -
- Di niente... ma loro non si svegliano... provi tu?-
- Ok... certo. Vedrai che si svegliano... -  si avvicinò alle amiche e le scosse piano. -Neagh, Rebecca! Svegliatevi...- Rebecca si svegliò sbadigliando, stropicciandosi gli occhi.
- Awhn... che bella dormita...- disse - Mi ci voleva proprio! - salutò Dean con un cenno del capo, poi si alzò a sedere. Neagh invece si svegliò di colpo, come rialzatasi da un brutto incubo, ansimante. Si prese la testa tra le mani.
“Era solo un sogno, allora?” pensò, solo dopo si accorse di essere in presenza di Ter, Reb e... - Dean? C- cosa ci fai qui? - disse, tremante. Quel ragazzo le era sempre piaciuto: era alto, castano, i capelli lisci non troppo corti, gli occhi di un color nocciola profondo. Inoltre era gentile e molto simpatico, studioso il giusto e sempre scherzoso: il ragazzo ideale.
-Neagh... ciao, ti sei risvegliata. Passavo di qui e vi ho viste distese, pensavo vi fosse successo qualcosa... così vi ho svegliate. - il suo dolce sorriso fece arrossire Neagh. - Bhè, dato che state bene io vado... ci vediamo! -
- Ciao... - Neagh si morse le labbra. - E’... così... carino... - disse non appena Dean fu scomparso.
-Oh, mio dio Neagh! Sei proprio cotta !- Reb rise. - Ma... ragazze... - disse poi, tornando seria. - Ho sognato o ci è successo... insomma... dei poteri... -
-Allora non era un sogno! Che bello! - dissero quasi insieme Ter e Neagh, ridendo.
- Ma... proviamo? Vado io? -
- Ok, vai tu... per sicurezza .-
- O... ok... Fuoco! Metamorfosi... Fiammetta!!!! - niente. - Metamorfosi... Fiammetta! Metamorfosi Fiammetta! Metamorfosi Fiammetta! - ancora niente.
- No... ma io pensavo che non fosse un sogno, ne ero certa, ma... - le vennero le lacrime agli occhi - Ma era solo un sogno - si asciugò le lacrime e si alzò. - E’ giunta l’ora di andare... Ciao! - corse via verso casa sua.
- No, Reb! Aspetta! - Teresa cercò di fermarla, ma senza risultati. Sospirò. - Meglio andare anche noi - Neagh stette zitta e seguì Teresa fino a casa, non si parlarono neanche quando arrivarono in camera e si abbandonarono sul letto, senza neanche cenare. Alla domanda della madre “Non avete fame? Ma vi ho preparato i vostri piatto preferiti!” risposero entrambe con un secco “Non ho fame.” e stettero sui propri letti a rimuginare.
“Perché, perché? Ne ero così felice! E adesso... ma meglio non pensarci più, è così e basta...>> Teresa si addormentò.
“02/01 Caro diario,
Anno nuovo, vita nuova? Sì, una nuova vita da schifo! Oggi... credevo di essere diventata qualcuno, invece sono sempre la solita insulsa nessuno! Quei poteri... mi sembrava così vero, così reale, quel sogno... era così fantastico... troppo bello per essere vero, davvero troppo bello! Lacrime amare già da adesso... Questa è la parte negativa della giornata, ma devo dire che ce n’è stata anche una positiva: ho visto il mio Dean!!! E’ sempre più carino... ed è così dolce... il mio amore!!!! Ci ha svegliate lui... ah, come sono felice!” Neagh chiuse il diario e si addormentò dopo poco, scrivere le serviva a sfogarsi.

Cosa dite? Vi piace la storia? Sono arrivata a scrivere già il quarto capitolo, ma se non piace a nessuno smetto... Bhè, cosa dire? Io ci ho provato!!! Spero che a qualcuno piaccia... comunque datemi consigli per aiutarmi!!! Se qualcuno commenta, tra qualche giorno posterò il secondo capitolo... Ciao!!!

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Capitolo 2
*** Incontri ***


-Awhn... accidenti, che sonno!!!- Neagh urlò quasi quella parole, però poi decise di alzarsi.

-E allora perché ti alzi Neagh? Sai, non ti capisco proprio anche se sei mia sorella!!!- le disse Teresa, che era seduta sul suo letto ad ascoltare la musica, poi sorrise. –E poi, cos’hai tanto da urlare?-

-Bhè... veramente devo uscire... vado a prenotare Harry Potter 7, dato che esce solo tra una settimana!!!- Neagh, mentre rispondeva alla sorella, si vestiva velocemente.

-E come mai ci vai alle nove di mattina?-

-Perché la libreria apre adesso, e dopo ci sarà troppa gente... bhè io vado ciao!!!- uscì fuori dalla camera, sbattendo rumorosamente la porta.

“Finalmente ho il computer libero!!!” pensò Teresa sorridendo e sedendosi alla scrivania. Tornò subito sul letto, però quando la porta si spalancò nuovamente. “Ok... niente computer libero per ora...”

-Ho dimenticato la borsa... che sbadata! Ma vuoi venire con me?- l’altra scosse la testa. Neagh alzò le spalle ed uscì di corsa.

-Adesso ho davvero il computer libero!!!- disse Teresa tra sé e sé, poi tornò lentamente alla scrivania, spense l’I-pod e l’appoggiò su una mensola.

Si connesse a Msn e guardò sulla schermata i contatti in linea. “Mmm... nessuno di interessante in linea... ma non è strano, sono solo le nove!” pensò di nuovo, chiudendo la finestra e cominciando a navigare in internet, voleva scaricare la musica per il suo I-pod. Ad un tratto...

 

‘Jamil scrive: Ciao!

Terry scrive: Ehm... ciao... scusa ma chi sei?

Jamil scrive: Sono un’amica di una tua amica... vuoi fare amicizia con me?’

 

“Bah... chissà chi è questa, poi... ma posso sempre parlarci...”

 

‘Terry scrive: ok... bene, io sono Teresa... tu invece?

Jamil scrive: Io sono Jamil, piacere... guarda, ti mando una mia foto. Se vuoi tu puoi mandarmene una tua.’

 

Sulla schermata apparve una piccola foto. Quando il caricamento fu terminato, Teresa l’aprì curiosa. La foto faceva vedere il primo piano di una ragazzina di colore con un viso allungato, gli occhi grandi nocciola ed i capelli raccolti in un fascio di treccine. Aveva il naso piccolo all’insù, la bocca molto carnosa piegata in un grande sorriso. Indossava una maglietta gialla, con il colletto alto e dei fiori viola disegnati sopra. No, decisamente Teresa non l’aveva mai vista prima.

Decise d mandarle a sua volta una sua foto, in fondo non poteva accaderle nulla di male. Aprì la cartella “foto Ter”, poi fece scorrere le immagini. Ne vide una adatta, così la inviò. La foto la ritraeva interamente, indossava un completo di un tuta color rosso sangue e delle scarpette di tela bianche, era davanti ad un albero. Non aveva un sorriso particolarmente bello, ma sinceramente non le importava un gran che. Cliccò su “invia” ed aspettò che il caricamento fosse ultimato.

 

‘Jamil scrive: sei davvero molto carina, sai? E poi, e credo di non sbagliarmi, mi sembri anche molto simpatica!!!

Terry scrive: grazie... ma ora basta complimenti, e poi anche tu sei molto carina!!!

Jamil scrive: Tu abiti ad Arezzo come me, non è vero?

Terry scrive: sì, perché?

Jamil scrive: no, niente... era così per chiedere...

Terry scrive: ok...’

 

La conversazione continuò per circa un’ora, le due ragazzine cominciavano già ad essere molto amiche.

-Sono tornata!!! Ed ho prenotato Harry Potter 7, finalmente!!!-

Teresa, sentendo che la sorella era tornata, salutò Jamil e si disconnesse in un lampo, poi si buttò sul letto e riaccese l’I-pod, proprio un secondo prima che la porta si spalancasse. Odiava stare su msn se sua sorella la vedeva:

-Ehi, Ter, sei ancora lì??? Ma ancora non ti sei stancata???- Teresa fece cenno di no con la testa, poi spense l’I-pod. –Mah, sei proprio strana... e poi dici a me!- si misero entrambe a ridere.

-Comunque, perché hai fatto così tardi?- Neagh arrossì e si grattò la testa.

-Bhè... veramente... mi ero dimenticata che... la libreria apre alle dieci e non alle nove!!! Però non avevo voglia di tornare indietro, così ho aspettato lì davanti... e faceva anche freddo!!!-

-Oh, Neagh!!! Sei sempre la solita!!! Io...- riflettè: doveva dirle o no della sua “chattata” con Jamil o no? Poi decise: era meglio di no, altrimenti forse la sorellòa le avrebbe detto “Non bisogna parlare apertamente agli sconosciuti!!!” il che era vero, ma per una volta... non sarebbe successo niente di male!!!

-Tu?- le chiese Negh, interrogativa.

-Io... stavo ascoltando “Certe notti” adesso...- mentì lei.

-E c’era bisogno di dirmelo? Ma va bhè... li hai già finiti i compiti per le vacanze? Manca poco, e...- ma non fece in tempo a finire la frase, infatti Teresa si era già fiondata allo zaino. –Presumo di no, allora!-

-Ehm... già... ma li finirò velocemente, vedrai!!!- le promise. In realtà la sorella dovette aiutarla a fare matematica: lei era proprio una frana!!!

Alla sera i compiti erano finiti, così Neagh uscì per incontrarsi con le compagne di classe: facevano una cena prima della fine delle vacanze natalizie. Teresa era di nuovo sola, così entrò di nuovo su Msn, sperando che ci fosse qualcuno dei suoi amici.

‘C’è un messaggio non letto nella posta.’

Appena entrata l’accolse questo messaggio, così aprì la posta elettronica e controllò il nuovo messaggio. Si sorprese vedendo che era di Jamil, ma lo lesse senza esitazione.

 

‘Impara dal passato, vivi nel presente e spera nel futuro... ricordalo sempre. Ci conosciamo da appena un’ora o due, ma sei sempre nel mio cuore... l’amore è cieco, ma l’amicizia chiude gli occhi... non ti ho mai vista, ci siamo solo “chattate”, ma sei già la mia migliore amica... Ti voglio dire questo perché mi sei sembrata un po’ timida, mi sembrava che tu non credessi molto in te stessa... se ti fa piacere puoi credere in me!!! T.v.b. La tua Jamil.

 

Teresa leggendo quelle parole così semplici, ma così profonde si commosse... le sfiorò piano con la punta delle dita, sorridendo... -Jamil, come vorrei vederti, anche solo per un istante... vorrei conoscerti, davvero...- mormorò...

 

-Ciao Giuggy, grazie per avermi accompagnato a casa!!! Ci si sente presto!- Neagh salutò la biondina con la mano dopo averla abbracciata, poi la guardò allontanarsi. Era la sua migliore compagna di classe e le voleva davvero molto bene.

Entrò in casa cercando di non fare rumore, ma quando vide la luce filtrare da sotto la porta della sua camera si meravigliò: era già mezzanotte e Teresa dove essere già a dormire! Entrò arrabbiata, ma si intenerì del tutto quando vide la sorella addormentata sopra alla scrivania, con un’espressione beata sul viso... la prese in braccio e la poggiò sul letto, coprendola subito dopo. Dopo aver fatto ciò si infilò anch’essa sotto le coperte e spense la luce.

-Buona notte Terry...- mormorò prima di addormentarsi. Entrambe si erano già dimenticate- o semplicemente non volevano ricordare- il magico sono del giorno prima...

 

“Ma... dove sono? Sto sognando, forse? Qui è tutto così strano... ma dev’essere un sogno: nello spazio non c’è ossigeno ed adesso io non potrei respirare! E poi non potrei stare qui, sulla luna, in piedi... nello spazio non c’è gravità!!!” pensò Teresa e chiuse gli occhi, poi li riaprì. Ma niente, era di nuovo lì. Si guardò intorno, disorientata. Alla sua sinistre, scorse la cupa sagoma di un albero.

“Un albero sulla luna!?! Questa, poi... ma sì, è proprio un sogno!” si avvicinò alla strana figura, che la risucchiò...

-Ah!!!- gridò, cadendo nel vuoto, poi però una forza la fece bloccare a mezz’aria... e lo fece giusto per farle osservare quella scena... 

Riconobbe subito la ragazza conosciuta da poco su msn, Jamil, ed un’altra ragazza alta e slanciata, i capelli castani lunghi fino alle spalle, lisci, gli occhi piccoli e scuri. Indossava una magietta a maniche lunghe ed una gonna al ginocchio blu, con delle ballerine intonate ed era seduta ad una scrivania, davanti ad un computer. Dall’aria che aveva sembrava molto grande e matura... Teresa bloccò i suoi pensieri per osservare la scena...

 

-Jam, non credevo che tu fossi così sdolcinata!- una nota di disprezzo nella voce, mentre fissava lo schermo.

-Non hai detto tu che dobbiamo essere loro amiche? Te ne sei già dimenticata?- “E poi è anche molto simpatica, quella ragazza...” aggiunse mentalmente.

-Sì, ma così è troppo! Bah, comunque fai cosa credi più giusto...- accese la tv –adesso ci sarà la mia intervista, diverrò famosa!- risero.

 

‘Adesso un servizio dal castello della principessa Sphira. Abbiamo intervistato Costanza, l’aiutante principale della principessa. Ecco il servizio...’

 

Entrambe le ragazze si voltarono verso la tv.

“E’ il mio omento... l’ho aspettato tanto, ma adesso è finalmente giunto!!!” pensò Costanza.

“Aiutante principale??? Ma chi credono che sia io, una servetta senza importanza? A volte la odio, quella...” Jamil guardò la compagna con disprezzo, poi però si addolcì un tantino vedendo tanta gioia nel suo sguardo.

 

‘Giornalista: -Allora Costanza, ci puoi raccontare cosa stai facendo attualmente con la principessa Saphira? Ci dicono che hai una missione segreta...-

Costanza: -In effetti è così, io mi occupo soprattutto  dell’amministrazione della missione con la principessa, mentre quella che soprattutto lo svolge, e lo fa anche al meglio, è la mia amica e compagna Jamil...-

Giornalista: -E la missione? Raccontaci un po’, se puoi, com’è?-

Costanza: -Ci occupiamo di una cosa delicata: dobbiamo ritrovare tutte le altre otto Elemental sparse sulla Terra, perché il loro pianeta è in pericolo... ma ancora non sappiamo né chi sono, né tanto meno dove si trovano... questo è tutto.-

Giornalista: -Grazie mille per le informazioni, arrivederci! Linea allo studio.-

 

-Costy, grazie!!! Hai parlato anche di me!!! Tu sei... sei davvero mitica!- Jamil corse ad abbracciarla e ricevette un “prego” carico d’amicizia. “A volte la odio... ma è pur sempre la mia migliore amica!!!” pensò, felice.

 

Teresa, ad un tratto, sentì il vuoto sotto di sé e cominciò a cadere, cadere...

-Ehi, Terry, stai bene?- Neagh accese la lampada, guardando preoccupata la sorella che respirava affannosamente, tutta sudata.

-Sì, era solo un brutto sogno...-

-Sicura? Ma... cos’hai sognato?- guardò la sorella, che però aveva un’espressione indecifrabile. “Cosa faccio? Le dico tutto? Ma no... è solo uno stupido sogno, e poi è meglio non ripensare agli avvenimenti di ieri... già, perché poi scoprirebbe anche di Jamil... meglio non dirle niente.”

-In realtà non ricordo...- disse con voce ferma, poi guardò la sveglia sul comodino. –Bhè, sono le dieci... è già l’ora di alzarsi!!!- si vestirono in silenzio, poi passarono la mattinata a finire i propri compiti delle vacanze.

-Non capisco perché devono caricarci così per le vacanze, cavoli!!!- sbuffò Teresa.

-Me lo chiedo anch’io... ma tanto li dobbiamo fare- le rispose la sorella.

-Io faccio una pausa, vado a guardare “Hanna Montana” alla tv!- la ragazza chiuse i libri con uno schiocco sonoro, poi scese nella sala ed accese la tv. Il telefilm era già cominciato, ma poco le importava: voleva solo distrarsi un po’.

Ad un certo punto, lo schermo si oscurò di botto e Teresa si avvicinò per vedere cosa fosse successo. Sfiorò appena l’apparecchiò, poi ci fu un botto e più niente... il silenzio tornò totale.



Grazie mille ad anil13 per la recenzione, scusami per la banalità... spero che questo capitolo sia un pò meglio, ma se è banale (il che è molto probabile) a sua volta ditemelo... così la smetto di scrivere. Va bhè, io ci ho provato... (ho rivoluzionato tutta la stori per farla più interessante!!!)^^ ciao. angiericcio.

 

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Capitolo 3
*** Paura ***


-Cosa??? Davvero sei innamorata del Marielli?- chiese Rebecca, sorpresa.

-B-bhè... c’è qualcosa di male?!?- le disse in modo scorbutico l’altra, sbuffando.. era una ragazzina rossa, con i capelli ondulati, gli occhi color smeraldo e di corporatura minuta, il suo viso era ancora da bambina e si vedeva bene.

-No, no... però prima mi dicevi di odiarlo!!! Ihihih...-

-E dai, smettila!!! Non ne posso più di tutte queste prese in giro!!!- sbuffò, diventando rossa come un peperoncino.-

-Ehi, guarda che non c’è proprio niente di mele... ma che ti sei offesa?- le chiese, leggendo un’espressione imbarazzata e nello stesso tempo imbronciata sul viso dell’amica, che rimase muta. Rebecca si preoccupò. –Ma dai, davvero ti sei arrabbiata? Scusa Federica...- le disse, triste. L’altra scoppiò in una risata.

-Ma dai, stavo scherzando!!! Mica mi offendo per così poco, io!!!- entrambe risero a crepapelle, gli occhi pieni di lacrime, fino a quando non sentirono il petto dolergli.

-Non ridevo... così tanto... da quella volta in cui il Vinuzzi ha fatto quel capitombolo...- scoppiò di nuovo a ridere, seguita a ruota da Rebecca.

Circa due ore dopo, entrambe si prepararono ed uscirono di casa: erano le cinque e dovevano andare alla lezione di Judo, che avevano anche durante la vacanze perché le gare erano ormai imminenti.

Arrivate alla palestra, si infilarono il Judoji, che era composto da un paio di pantaloni larghi e da una specie di accappatoio molto resistente ed una cintura, che aveva un colore diverso a seconda dei vari gradi. Entrambe avevano la cintura arancione, erano molto brave per avere solo dieci anni. Si infilarono le ciabatte, che tolsero solo per salire sul tappeto, il Tatami, dove rimasero scalze.

Già c’erano tutti i loro compagni, tra cui Carlo e Danilo, i gemelli che nessuno distingueva, Marino, detto Violino perché suonava quello strumento, e Diana e Manuel, i due unici cintura verde del gruppo. Rebecca e Federica stavano sempre con loro, che erano molto simpatici, ed andavano tutti d’accordissimo.

Si allenarono insieme, prima facendo i vari passi degli animali e poi riprovando le tecniche; solo alla fine combatterono tra di loro, e quella fu la cosa più divertente in assoluto per tutti. A fine serata, Rebecca e Federica si cambiarono nuovamente e poi tornarono a casa di Rebecca, dove avrebbero fatto il loro pigiama party, il loro primo pigiama party. Erano entrambe eccitatissime.

-Che bello Reb!!! Ci divertiremo da matte!!!- disse Federica, azzannando una fetta di pizza.

-Già, senza contare poi che siamo sole in casa... sarà davvero stupendo!!!- anche lei cominciò a riempirsi il piatto di cibo, mangiando con gusto.

A fine cena, si infilarono dentro ai saccapelo, che avevano posizionato al centro della sala più grande della casa, che era arredata con gusto ed aveva tutti gli accessori intonati, di colore soprattutto rosso ramato.

-Sai Reb, è proprio bella la tua casa!!! Questa stanza sembra davvero... magica!!!-

-Grazie Fede... ma ad arredare tutto è stata mia madre, che se ne intende davvero di mobili...-

-Bhè, comunque prima ti stavo dicendo del Marielli, no?-

-Già, già!!! Raccontami, dai!!! Insomma, perché ti piace? E da quando? E...-

-Ehi, calma, calma!!! Una cosa per volta... bhè, comunque lo conosci anche tu... quando lo si conosce diventa davvero un amico affidabile, poi è buffo, ma è anche molto dolce e sensibile...- le brillarono gli occhi, con sguardo adulatore, mentre Rebecca faceva una faccia schifita e fingeva di vomitare. Federica cercò di strozzarla, mentre l’altra contraccambiava i colpi e quella si trasformo una vera e propria lotta di judo, infatti si alzarono dai saccapeli. Dopo un po’ si buttarono a terra, esauste.

-Cavoli, che fatica...- disse Rebecca con il fiatone, mentre cercava di riprendere il fiato.

-Già, poi abbiamo fatto lezione di Judo fino a poco fa... oh cavoli!!! Che fatiiiicaaa!!!- Federica era nelle stesse condizioni dell’altra, sudata e senza fiato, cercava di respirare con regolarità. Quando si furono riprese un po’ si guardarono, poi scoppiarono a ridere. Una risata che solo tra loro facevano.

Per Rebecca Neagh e Teresa erano le migliori amiche, ma anche Federica non era da meno: erano compagne di classe da sempre, fortunatamente, e si erano conosciute alla tenerissima età di due anni al parco giochi dei bambini. Dopo essersi conosciute meglio, avevano scoperto di avere molto in comune e si volevano bene come due sorelle. Si difendevano sempre a vicenda, si raccontavano ogni segreto... erano vere e proprie “amiche del cuore”.

-Ehi, Rebby, però non lo dire a nessuno del... cioè di Giacomo...- arrossì. Poche volte aveva pronunciato il suo vero nome, ma in quel momento le sembrava il nome più affascinante di tutti quelli che esistevano sulla faccia della terra: l’amore è l’amore...

-No, stai tranquilla... e forse per non destare sospetti sarà meglio chiamarlo... mmm... Billo, ok?-

-Ok... così nessuno scoprirà chi è!!!-

Continuando a chiacchierare, passò la mezza notte ed arrivarono addirittura alle quattro della mattina.

-Accidenti, non avevo mai fatto così tardi nella mia vita!!! Eppure non sono stanca...- disse Rebecca, controllando l’orologio.

-Neanche io... ma forse è meglio dormire, altrimenti domattina come ci alziamo?-

-Già, è meglio... ‘notte Fede!!!-

-‘Notte ‘notte Rebby!!!- detto questo, spensero la bajour tenuta accesa fino ad allora e si addormentarono di colpo, con un sorriso che gli arrivava da un orecchio all’altro....

La mattina passò velocemente e così Federica dovette tornare a casa.

-Sono stata benissimo... grazie di tutto Rebby!!!- le disse, poi l’abbracciò così forte da stritolarla.

-Di niente... mi sono divertita tantissimo!!! Ciao Feddy!!!- la salutò calorosamente agitando frenetica la mano.

La ragazzina tornò nella sala grande ed accese la tv per guardare Hanna Montana, uno dei suoi telefilm preferiti. Ad un certo punto, però, la tv cambiò canale da sola, mostrandole uno schermo bianco. Dopo qualche secondo, Rebecca spalancò la bocca e corse allo schermo... c’era una ragazzina che cercava di uscire, lì, e non poteva che essere...

 

-Terry!!! Terry, dove sei? Dai, smettila di giocare a nascondino!!!- si guardò ancora in girò, frugando dappertutto con occhi attenti. –Terry, basta scherzare!!! Adesso mi sto davvero arrabbiando!!!- continuò a chiamare per un bel po’, anche se un dubbio balenava nella sua mente...

-Ary, cos’hai da urlare?-

-Oh, mamma! Hai visto Terry?-

-No, ma non era a studiare con te?-

-Sì, ma era venuta un attimo qui e ora... non la trovo più!!! È sparita!!! Nel nulla!!!- sua madre sembrò sconvolta.

-Hai cercato da per tutto?- Neagh annuì.

-Devo chiamare la polizia?-

-No!!! Forse è uscita... meglio che vada a cercarla, ma tu non stare in ansia!!!- abbracciò la madre, confortandola.

-Ok...- la signora Bellini le sorrise, salutandola.

 

Teresa cercò di aprirsi un varco in quel vetro spesso che la separava dall’amica, ci provò con tutte le forze che ancora aveva... doveva farcela, non poteva restare lì per sempre... si sforzò per non piangere anche se gli arti le dolevano, anche se tutto attorno a lei girava vorticosamente... sentì un grido, sentì urlare il suo nome... era Rebecca. Teresa si girò dietro di sé, istintivamente, ma vide qualcosa di terribile: un’enorme cascata di rocce stava precipitando su di lei... chiuse gli occhi: era la fine, ne era davvero sicura.

 

Neagh corse, corse e corse. Non aveva più fiato, non sentiva più le gambe, ma doveva trovare sua sorella, doveva. Era la seconda volta che girava la città in perlustrazione, stando attenta a frugare in ogni angolo, anche nei punti più remoti. Aveva detto alla madre di chiamarla se avesse avuto notizie di Teresa, ma il suo cellulare non voleva proprio decidersi a squillare. Ma lei non doveva fermarsi: doveva salvare la sorella, perché era sicura che era in pericolo... era come un suo istinto, sapere quando Teresa era agitata.

-Teresa! Avete per caso visto Teresa?-

-Chi Teresa?-

-Teresa Camberbilte-

-No... ci dispiace, ma proprio non l’abbiamo vista...-

-Oh... ok ciao- sorrise a stento, l’ennesimo tentativo era andato a vuoto. Nessuno l’aveva vista. Aveva chiesto a tutti quelli che la potevano conoscere, che potevano averla vista passare, che potevano averla salutata. Ma niente, sembrava essere sparita nel nulla.

“Ma se non è qui...” pensò Neagh, con la preoccupazione che saliva ad ogni passo di più “dov’è?”

-Ehi, ragazza! Ti vedo agitata cara...- una vecchietta spuntò da dietro un albero, era tutta vestita di un rosa acceso. Era impossibile non notarla, per non parlare poi della sua voce, che era acuta e stridula.

-Già, ma scusi... dovrei andare.-

-No, aspetta! Ho un consiglio per te: le ombre aiutano come le amiche... e i vetri tagliano se si rompono! Ciao cara!- scomparve, camminando alla velocità della luce, lasciando Neagh estremamente perplessa... ma poi forse capì.

 

-No, non è il momento, questo, di fare domande. Ascoltami e basta!-

-Ok, signore-

-Devi mettere in atto il tutto... ma non devi farti mai vedere, mai...-

-Mai farmi vedere-

-Non dovranno mai riconoscerti.-

-Mai farmi riconoscere-

-E se proprio dovrai parlare, modificati la voce. Anzi, forse è meglio non parlare proprio, mai-

-Mai parlare-

-Basta di ripetere a pappagallo!!! Mi fai venire uggia, e ciò non è affatto una cosa buona!!!-

-Ok, mai ripetere-

-E smettila!!!-

-Ok, dev... sto zitto-

 

Rebecca vide le rocce che cadevano, ancora pochi centimetri e Teresa sarebbe stata seppellita... battè sullo schermo mentre le lacrime le rigavano copiose il volto. Una sola parola sulla labbra: “no”. Ecco le rocce, Teresa era finita...


Scusate per questo capitolo, forse è un pò troppo ingarbugliato... spero che ci capiate qualcosa. Ok, è un capitolo un pò penoso... se avete da fare delle considerazioni anche negative, fatele!!! Anche le critiche mi saranno molto d'aiuto!!! Grazie infiite a Luna22, davvero!!! Senza di te non avrei saputo se continuare e avrei smesso probabilmente... Sono felicissima che la storia ti sia piaciuta, spero di non averti delusa con il nuovo capitolo!!!^^ Se comunque c'è qualcosa che non ti piace nel mio scrivere, dimmi pure!
Grazie a chi legge, se c'è qualcuno che lo fa, davvero!!! Spero di migliorare sempre più... baci. Angiericcio.

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Capitolo 4
*** STRANEZZE ***


Teresa si ritrovò tra le braccia di una ragazza, o più precisamente di un’ombra di una ragazza da quel che vide, ma della sabbia si intrufolò nei suoi occhi, così dovette chiuderli... l’aveva salvata, l’aveva salvata!!! Lacrime di gioia l’avvolsero. Pochi secondi dopo, l’ombra sparì e lei si ritrovò a sedere appoggiata al vetro della tv. Avrebbe voluto dire almeno “grazie” al suo salvatore, ma non le fu possibile.

Delle botte al vetro: si girò e vide Rebecca che cercava di sfondarlo. Sorrise e decise di aiutarla.

-Al tre battiamo insieme, con tutta la forza che abbiamo, ok?- le chiese Rebecca.

-Ok, certo!!!- rispose lei.

-Allora: 1... 2...-

-NO!!! NO!!!- un grido, fuori dalla casa. –Aprite, apritemi!!! Non rompete... quel... vetro...- una voce ansimante, che riconobbe appena le giunse alle orecchie. Rebecca corse fuori ad aprire alla nuova venuta, che entrò e si posizionò davanti alla tv.

 -Chiama l’ombra, Ter! Chiama l’ombra! Solo lei... può aiutarti.- disse Neagh, poi si sedette a terra, sfinita dalla corsa. Non sapeva neanche lei come aveva compreso così facilmente le parole della vecchia, l’importante era che ci fosse riuscita. Era partita subito a corsa verso la casa di Rebecca, ma era arrivata tardi perché era andata continuamente a sbattere con le persone, così aveva dovuto scusarsi con tutti.

-Ehm... ombra! Mi puoi aiutare ad uscire?- chiese debolmente Teresa, voltando le spalle al vetro della tv. Subito apparve un’ombra avvolta da un velo, che pronunciò strane parole e poi sparì. Una luce abbagliante le accecò, anzi in realtà accecò tutta la città. Ogni persona, nello stesso istante, si mise le mani davanti agli occhi per proteggerli dalla luce che sembrava infinita. Poi tornò ad essere una luce normale e tutti ritornarono ai propri lavori o ai loro svaghi, anche se in realtà erano tutti piuttosto spaventati dal fatto appena accaduto... Cosa poteva essere?

-Terry!!!- Neagh abbracciò la sorella che era di nuovo accanto a lei, felice di averla potuta salvare.

-Ma tu come facevi a...-

 -Bhè, una vecchietta... che ho incontrato mi ha detto con aria mistica: le ombre aiutano come le amiche... e i vetri tagliano se si rompono! Mi ha spaventata, ma poi ho avuto come un presentimento che mi ha spinto a venire qui... insomma... io me lo sentivo... ma cos’è successo di preciso?- dopo aver ascoltato le spiegazioni con attenzione, rimase con la bocca spalancata.

-Oh, Giove!!! Hai rischiato di morire, Ter!!!- abbracciò di nuovo la sorella con amore, le voleva così bene...

-Ehi... ehi Neagh! Mi stai... schiacciando....-

-Oh, scusa!- la ragazza arrossì, poi si mise a ridere assieme alle altre due... la giornata trascorse piacevole, come del resto anche gli ultimi giorni di vacanza, anche se tutte e tre le ragazze non riuscivano a spiegarsi l’accaduto...

 

-C’è un raggio di sole,

risplende la su!

È forse un invito a

sorrider di più...

tu credici e poi,

e poi tu vedrai

che la vita tua cambierà!!!

Un raggio di sole

risplende la su.

Illumina il cielo,

ma solo in teoria...

infatti se guardi

e sorridi di più...

vedrai starai meglio anche tu!!!

Un raggio...-

 

-Ehi, senti Reby! Non canta più...-

-Chi sa chi era... chiunque sia ha una voce bellissima, così melodiosa e soave... vorrei proprio sapere chi è! Dev’essere proprio una stella del canto, se...- una gomitata le arrivò dritta dritta nello stomaco, ma non ci fece caso e continuò a cercare di sbirciare dal buco della serratura -Dicevo... se sa cantare così è di sicuro in un coro, no?- sentì un secco colpo di tosse provenire dalle sue spalle, così si volto... e sgranò gli occhi, pronta a balbettare qualche scusa. Avrebbe voluto potersi sotterrare: che figura aveva fatto!!!

-Rebecca, vorresti essere così gentile da spiegarmi cosa ci fai qui quando è vietato andare in giro per la scuola durante la ricreazione? E per giunta, a spiare dal buco della serratura ed a parlare... da sola!?!-

Rebecca si girò a guardare nel punto in cui poco prima c’era l’amica Melissa, ma proprio non c’era più nessuno...

“C’era da aspettarselo!” pensò maledicendo mentalmente la compagna “Quando c’è qualche problema o c’è di mezzo qualche nota sul registro, scappa... cavoli, che amica!”

-Scusa maestra... ma... c’era qualcuno che cantava in maniera sublime e così... ehm... e poi stavo parlando... a bassa voce, mi sono lasciata sfuggire qualche parola! Eh, eh...- forse l’avrebbe passata liscia, o almeno così sperava... aveva cercato di proteggere l’amica per non farla finire nei guai, ma quando l’avrebbe rivista... “mi sente” pensò.

-Qualcuno cantava? Impossibile, dato che quella porta è sempre- disse l’insegnante sottolineando bene l’ultima parola –chiusa a chiave... forse hai le allucinazioni, vuoi che chiami i tuoi per farti portare a casa?-

-No, maestra, non importa... torno in classe-

-Ok, ok... ma se vuoi andare in giro per la scuola, ti prego ameno di chiedere il permesso a qualcuno!!! Promesso?-

-Sì, sì, promesso...- Rebecca sospirò di sollievo, vedendo la maestra allontanarsi. “Cavoli, che gente che c’è in giro... cioè, che maestre che ci sono!!!” pensò, sicuramente con ragione. La sua maestra era molto giovane e inesperta, era biondissima con i capelli a caschetto e gli occhi di un blu profondo, che se ci si scrutava dentro ci si poteva scorgere l’immenso mare... era alta e slanciata, si vestiva sempre con degli abiti larghi dai colori sgargianti ed aveva fatto innamorare tutti i bambini della scuola... ma Rebecca proprio non la sopportava: le sembrava così stupida...

Ma qualcosa interruppe i suoi pensieri. “Di nuovo!” pensò, aprendo piano la porta dell’aula di musica, che non era affatto chiusa a chiave. Una figura era in piedi davanti alla finestra aperta, cantava... Rebecca si richiuse la porta alle spalle cercando si fare piano, poi si avvicinò a quell’... ombra...

“Non è possibile! Non è una persona, quella... e poi è... nella Tv... Teresa... salva...” i suoi pensieri erano confusi, troppo confusi... poi l’ombra si voltò. I suoi occhi di ghiaccio puro la spinsero al muso, come bloccandocela. Una risata maligna uscì dalle sue labbra, poi nella sua mano apparve un bastone...

 

-Che cosa?!? Scomparsa? Rebecca? E chi...-

-Me l’ha detto Melissa, che va a scuola con lei...-

-E dove, dov’è scomparsa?-

-A scuola... che dici, cosa facciamo?-

-Oddio... Reb... andiamo a scuola elementare, muoviti!- Neagh si infilò i roller- blade, poi si fiondò fuori dalla porta, seguita a ruota da Teresa. Corsero per il viale alberato, i rami scheletriti degli arbusti protesi verso l’alto avevano un’aria stranamente spettrale, ma le ragazze non ci fecero caso... arrivarono alla scuola a mattoncini rossi in circa venti minuti, distrutte dalla corsa.

-Dov’è... Rebecca?-

-E’... sparita! L’ultima volta che l’ho vista era davanti all’aula di musica, che è sempre chiusa a chiave...- disse la maestra, così le sorelle si precipitarono lì. Davanti alla porta, si stupirono di poterla aprire senza problemi, a dispetto di ciò che aveva detto loro l’insegnante...

-A me non sembra molto... un’aula di musica!- disse Teresa.

-Già, a me sembra di più un...- continuò Neagh per lei.

 -UN LABIRINTO!!!- conclusero assieme. Si presero per mano e anche senza parlarsi seppero cosa fare: stare unite e cercare la loro migliore amica. Si avventurarono tra le immense mura erbose, di colore verde scuro, senza preoccuparsi di cosa sarebbe successo loro andando avanti.

-Basta stare unite- si ripeterono a vicenda, continuando a camminare con passo incerto, cercando di non avere paura. All’improvviso, un boato squarciò l’aria. Poi più niente.

-Co... cos’è stato?- chiese Teresa, sbarrando gli occhi terrorizzata e cominciando a tremare. Neagh sembrava calma, anche se in realtà aveva avuto un grande spavento.

-Forse è...- ma non terminò la frase, perché un’enorme tromba d’aria si avventò su di loro, travolgendole. Cercarono di non lasciarsi la mano, ma alla fine dovettero farlo, per cercare di salvarsi. Si chiamarono, urlando talmente forte da sovrastare il rombo del vento.

Dopo diversi minuti di tremendi sballottamenti e cadute rovinose, le sorelle si ritrovarono entrambe appoggiate alla parete erbosa, piene di lividi e graffi, ma una dalla parte opposta dell’altra.

-Neagh! Neagh! Neagh!!!- nessuna risposta. –Neagh! Ti prego Neagh!!! Neagh...- si alzò, le piante tutto attorno a lei erano fittissime e formavano bastioni enormi. Teresa cominciò a camminare con attenzione, pronta a captare ogni più minimo suono e cercando contemporaneamente di trovare un’uscita in quell’immenso labirinto che la opprimeva sempre di più...

Ciao a tutti i lettori di questa fic!!! (se ce ne sono...) vi prego di scusare il mio colossale ritardo nel postare questo capitolo, per di più non molto bello ed anche corto... Scusatemi, scusatemi, scusatemi!!! Spero di rimediare la prossima volta...
Ringrazio infinitamente la mia amatissima scittrice
DebyPottersenza di te (e inoltre anche della tua fic) come farei??? Comunque io rispetto a te non sono niente!!! Sono solo una goccia d'acqua rispetto al tuo oceano...
Grazie davvero infinite anche a chi legge... Salutoni, alla prossima!!!^^

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