ELEMENTAL FRIENDS di AngiAstrid (/viewuser.php?uid=58175)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Anno nuovo... ***
Capitolo 2: *** Incontri ***
Capitolo 3: *** Paura ***
Capitolo 4: *** STRANEZZE ***
Capitolo 1 *** Anno nuovo... ***
ANNO NUOVO...
01/01 “Caro diario,
un giorno senza un sorriso è un giorno perso, proprio vero.
Per tutti, soprattutto per me, una che ha sorriso molto nella sua vita.
Ormai non m’importa più niente di cosa pensano gli
altri di me, niente. So rispondere alle provocazioni, e anche bene, ma
le loro parole mi fanno sempre male. Perché...
perché sono capitata in un mondo così, basato
solo su quello che uno indossa, perché si pensa solo alla
bellezza? Ma basta disperarsi, tanto è e resterà
così. Anno nuovo, diario nuovo, vita nuova, si spera.
Già, la speranza è l’ultima a
morire.”
Scritte queste parole, Neagh si abbandonò sul letto e si
crogiolò nel calore delle coperte, guardando
l’orologio. Era tardi, ma la scuola sarebbe ricominciata solo
la settimana dopo. Appoggiò gli occhiali sul comodino, poi
si addormentò subito, di un sonno profondo. Era una ragazza
di tredici anni, alta e robusta, i capelli castano scuro, tendenti al
rosso, gli occhi nocciola. Era molto brava a scuola, anche se non
studiava un gran che, ma veniva canzonata con l’appellativo
di “secchiona”.
- Ariana, Teresa!!! Sveglia, su! È quasi
mezzogiorno! - la luce inondò la stanza.
- Quante volte te lo devo dire che mi chiamo Neagh? Neagh,
chiaro? Io non sono Ariana!!! -
- Basta con questa storia, Ariana, ti chiami così
punto e basta! Questo è il tuo nome, capito? Non Neagh! -
prese fiato -Dai, non voglio litigare con te anche il primo giorno
dell’anno, piccola mia, per adesso il tuo nome è
Ariana... ma mi sforzerò di chiamarti Neagh, ok? Non voglio
vederti triste! - le sorrise. -Dopo tutto sono tua madre -
- Grazie - Neagh si vestì e si preparò
velocemente, poi uscì di casa senza neanche salutare la
famiglia, corse veloce per raggiungere le sorellina, già in
cammino.
- Ter! Aspettami!- le gridò. Le voleva molto bene,
era la sua sorellina. Si girò, lei la osservò.
Stava crescendo, aveva ormai dodici anni ed era davvero carina: i
capelli di un biondo cenere, gli occhi di un verde smeraldo, bellissimi
anche se coperti da un paio di occhiali, slanciata, anche troppo alta
per la sua età. Le guance rosee, il nasino minuto e carino,
le labbra carnose, sempre sorridenti. Neagh la raggiunse correndo.
- Ma devi sempre essere in ritardo, Nigi? -
- Sei tu che sei sempre in anticipo, veramente, Ter! - una
risata -Comunque adesso siamo arrivate... e siamo puntuali! -
Davanti a loro, una casetta pitturata di rosa, con un giardinetto
sempre ben curato davanti, pieno di vasi floreali. Teresa
suonò il campanello, aspettando. Non passarono due secondi
che già la porta della casa si era spalancata ed una
ragazzina corse verso di loro.
- Neagh!!! Ter!!! - gridò, spalancando il cancello
ed abbracciando le due appena venute.
-Ciao Reb! - dissero all’unisono Neagh e Teresa.
Rebecca era mora, con gli occhi color carbone, abbastanza
bassa, magra il giusto. Aveva dieci anni, ed era la migliore amica di
Ter e Neagh. Le tre trascorrevano un sacco di tempo insieme sapevano
tutto l’una dell’altra.
- Vogliamo andare al “posto comune”
allora? -
- Certo! -
Si avviarono verso i giardini, il luogo in cui trascorrevano
più tempo, soprannominato “il posto
comune” chiacchierando del più e del meno.
Arrivate lì, si sedettero sulla panchina che ormai
sceglievano sempre e che avevano soprannominato “la
pan”, situata sotto un grande salice piangente. Appoggiarono
su di essa un cestino da pic-nic e cominciarono a pranzare, ridendo e
parlando insieme.
Ad un certo punto, un’enorme raffica di vento si
abbattè su di loro.
- Ter! Ter!!! - gridarono Reb e Neagh, ma la ragazzina era
già sparita in cielo.
- Cos’è successo? Cosa... - un turbine di
fuoco cercò poi di catturare Reb.
-No, non anche tu! - Neagh cercò di tenerla forte per una
gamba, ma subito una tromba d’acqua la portò con
sé, veloce. Dopo un forte botto, ai giardini
ricominciò a regnare un grande silenzio, rotto solamente dai
cinguettii degli uccellini e dal fruscio del vento.
Dopo qualche minuto, una luce accecante riempì il parchetto
e tre figure atterrarono sull’erba soffice, inerti. Poi la
luce sparì, lasciando le tre ragazze svenute a terra, tutte
e tre consapevoli di ciò che era successo, ma nello stesso
tempo spaventate ed emozionate.
-Ah... mi gira... tutto... dove... ragazze! - Neagh
abbracciò Rebecca e Teresa, felice, però poi si
bloccò, ricordando quelle parole. Intanto, anche le altre
due si ripresero del tutto, cercando di rendersi conto di cosa era
successo, sembrava una cosa troppo fantastica per essere vera.
-Ragazze... io... forse sembrerò pazza, ma... vi racconto:
il vento mi ha portata via, poi è apparsa una figura avvolta
il un mantello celeste, che mi ha donato dei poteri... i poteri
dell’aria e mi ha chiamata... Frescaria.. .- Teresa si
fermò, incredula, poi guardò le altre due.
-A me... la stessa cosa... ma io... fuoco... Fiammetta...- disse piano
Rebecca.
- Ed io... acqua. Acqua, già.... sono Neagarina...
allora non ho sognato? Devo... esserne sicura... io provo... ad usare i
miei poteri... proviamo insieme, ok? - Reb e Ter annuirono alla
proposta di Neagh, poi si alzarono in piedi. Cominciò
Teresa, con la trasformazione.
- Aria! Metamorfosi... Frescaria!!! - attorno a lei, si
creò un vortice d’aria, poi si placò
improvvisamente e la ragazza ne uscì, trasformata. Le altre
due la osservarono a bocca aperta: aveva una calzamaglia bianca,
lucida, ed era avvolta in un mantello largo, sempre bianco. I suoi
occhi, da verdi, erano diventati di un celeste cielo, sulle sue spalle,
spuntava un paio d’ali da angelo. Calzava delle mezzepunte da
danza, sempre di un bianco lucente, i capelli che ondeggiavano,
sciolti, era davvero bellissima.
-Ra-ragazze... io... adesso... magia... mani... - disse, spaventata.
Alzò tremolante le mani chiuse a pugno, poi le
aprì lentamente. - Vento! A me! - disse. Una brezza leggera
si alzò nell’aria, per poi tramutarsi in un forte
vento. Frescaria abbassò le mani e il vento svanì
di colpo, lasciando le tre ragazze disorientate, ma entusiaste.
- E’ davvero fantastico, Ter!!! Adesso tocca a me,
però... - Rebecca si preparò mentalmente.
- Fuoco! Metamorfosi... Fiammetta!!!- dopo che
svanì il vortice infiammato che l’aveva avvolta,
Fiammetta comparve in tutto il suo splendore: indossava dei
pantaloncini ed un top con le maniche attaccate, di seta, ai piedi dei
mocassini, il tutto sfumato tra il rosso, l’arancione ed il
giallo, come i nastri che le tenevano le codine. Gli occhi erano
diventati di un castano tendente al rosso, vivi. Subito alzò
le mani, decisa, e si preparò ad usare la magia del fuoco.
- Fuoco! Vai! - disse, una debole fiamma uscì dal
palmo delle sue mani, ma si trasformò dopo un po’
di concentrazione in un turbine, che spense poi abbassando le mani.
Sorrise.
-Adesso a te, Neagh! - disse poi, guardando la ragazza. Lei era un tipo
coraggioso e dinamico, ma sapeva benissimo che Ariana aveva bisogno di
un aiuto per partire.
- O-ok...- disse Neagh - Acqua! Metamorfosi... Neagarina!!! -
Attorno a lei, un turbine d’acqua, poi più niente.
Adesso i suoi occhi castani erano di un blu profondo, i capelli ricci
tirati indietro da una passatina azzurra. Indossava delle calze lunghe
con un body, da cui partiva un gonnellina che arrivava alle ginocchia,
dalle spalline uscivano due maniche a sbuffo. Il tutto era celeste,
azzurro e blu, come le ballerine che calzava ai piedi. - Oh- mio- dio!
- disse - Non ce la farò mai ad usare la mia magia... voi
siete così brave, ma io... - il cuore le batteva a mille.
- Ma no! Abbi fiducia in te stessa e ce la farai!!! Non sei da
meno, anzi! Dai, puoi farcela Neagh!!! - la incitavano. Neagh
alzò le mani e le guardò, cercando di prendere
fiducia.
- Acqua! Aiutami! - disse. Dalle sue mani, cominciarono ad
uscire delle sottilissime goccioline. Si scoraggiò, e non
uscì più niente. - Acqua! Aiutami per favore! -
ripetè. Questa volte dalle sue mani uscì un
piccolo corso d’acqua, che poi si trasformò in una
piccola cascata. Si fermò.
- Ragazze, abbiamo dei poteri! Vi rendete conto? - Reb era
eccitatissima. - Però... sono... un po’ stanca...
- si stropicciò gli occhi.
- Già, anche... - Teresa cadde a terra,
addormentata.
- Ter! Cosa... ti succede? - chiese Rebecca, prima di cadere
sull’erba soffice a sua volta.
- Ragazze! Ragazze!- a Neagh si chiudevano gli occhi, e
sebbene si sforzasse per non cadere nelle grinfie del sonno, si
addormentò anch’essa. Erano tutte e tre distese
sull’erba soffice, abbandonate ad un sonno ristoratore. Usare
quei poteri richiedeva molta energia e fatica, non erano ancora
abituate. I loro nuovi abiti scomparvero com’erano venuti,
lasciando spazio ai vestiti di tutti i giorni. I giardini erano immersi
in una quiete profonda, anche gli uccellini tacevano adesso.
- Teresa! Ehi, Teresa! Svegliati almeno tu! - Teresa
aprì gli occhi, davanti a sé una figura sfocata.
<- Dean? Ciao! Cosa ci fai qui? - chiese, sorpresa, mentre si
alzava a sedere.
- Vi ho viste accasciate qui, così... volevo
assicurarmi che andasse tutto bene. -
-Non preoccuparti, sto benissimo. Stavamo solamente riposando... Grazie
mille. -
- Di niente... ma loro non si svegliano... provi tu?-
- Ok... certo. Vedrai che si svegliano... - si
avvicinò alle amiche e le scosse piano. -Neagh, Rebecca!
Svegliatevi...- Rebecca si svegliò sbadigliando,
stropicciandosi gli occhi.
- Awhn... che bella dormita...- disse - Mi ci voleva proprio!
- salutò Dean con un cenno del capo, poi si alzò
a sedere. Neagh invece si svegliò di colpo, come rialzatasi
da un brutto incubo, ansimante. Si prese la testa tra le mani.
“Era solo un sogno, allora?” pensò, solo
dopo si accorse di essere in presenza di Ter, Reb e... - Dean? C- cosa
ci fai qui? - disse, tremante. Quel ragazzo le era sempre piaciuto: era
alto, castano, i capelli lisci non troppo corti, gli occhi di un color
nocciola profondo. Inoltre era gentile e molto simpatico, studioso il
giusto e sempre scherzoso: il ragazzo ideale.
-Neagh... ciao, ti sei risvegliata. Passavo di qui e vi ho viste
distese, pensavo vi fosse successo qualcosa... così vi ho
svegliate. - il suo dolce sorriso fece arrossire Neagh. -
Bhè, dato che state bene io vado... ci vediamo! -
- Ciao... - Neagh si morse le labbra. - E’...
così... carino... - disse non appena Dean fu scomparso.
-Oh, mio dio Neagh! Sei proprio cotta !- Reb rise. - Ma...
ragazze... - disse poi, tornando seria. - Ho sognato o ci è
successo... insomma... dei poteri... -
-Allora non era un sogno! Che bello! - dissero quasi insieme Ter e
Neagh, ridendo.
- Ma... proviamo? Vado io? -
- Ok, vai tu... per sicurezza .-
- O... ok... Fuoco! Metamorfosi... Fiammetta!!!! - niente. -
Metamorfosi... Fiammetta! Metamorfosi Fiammetta! Metamorfosi Fiammetta!
- ancora niente.
- No... ma io pensavo che non fosse un sogno, ne ero certa,
ma... - le vennero le lacrime agli occhi - Ma era solo un sogno - si
asciugò le lacrime e si alzò. - E’
giunta l’ora di andare... Ciao! - corse via verso casa sua.
- No, Reb! Aspetta! - Teresa cercò di fermarla, ma
senza risultati. Sospirò. - Meglio andare anche noi - Neagh
stette zitta e seguì Teresa fino a casa, non si parlarono
neanche quando arrivarono in camera e si abbandonarono sul letto, senza
neanche cenare. Alla domanda della madre “Non avete fame? Ma
vi ho preparato i vostri piatto preferiti!” risposero
entrambe con un secco “Non ho fame.” e stettero sui
propri letti a rimuginare.
“Perché, perché? Ne ero così
felice! E adesso... ma meglio non pensarci più, è
così e basta...>> Teresa si
addormentò.
“02/01 Caro diario,
Anno nuovo, vita nuova? Sì, una nuova vita da schifo!
Oggi... credevo di essere diventata qualcuno, invece sono sempre la
solita insulsa nessuno! Quei poteri... mi sembrava così
vero, così reale, quel sogno... era così
fantastico... troppo bello per essere vero, davvero troppo bello!
Lacrime amare già da adesso... Questa è la parte
negativa della giornata, ma devo dire che ce n’è
stata anche una positiva: ho visto il mio Dean!!! E’ sempre
più carino... ed è così dolce... il
mio amore!!!! Ci ha svegliate lui... ah, come sono felice!”
Neagh chiuse il diario e si addormentò dopo poco, scrivere
le serviva a sfogarsi.
Cosa dite? Vi
piace la storia? Sono arrivata a scrivere già il quarto
capitolo, ma se non piace a nessuno smetto... Bhè, cosa
dire? Io ci ho provato!!! Spero che a qualcuno piaccia... comunque
datemi consigli per aiutarmi!!! Se qualcuno commenta, tra qualche
giorno posterò il secondo capitolo... Ciao!!!
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Capitolo 2 *** Incontri ***
-Awhn...
accidenti,
che sonno!!!- Neagh urlò quasi quella parole,
però poi decise di alzarsi.
-E allora
perché ti alzi Neagh? Sai, non ti capisco proprio anche se
sei mia sorella!!!-
le disse Teresa, che era seduta sul suo letto ad ascoltare la musica,
poi
sorrise. –E poi, cos’hai tanto da urlare?-
-Bhè...
veramente devo uscire... vado a prenotare Harry Potter 7, dato che esce
solo
tra una settimana!!!- Neagh, mentre rispondeva alla sorella, si vestiva
velocemente.
-E come
mai ci vai alle nove di mattina?-
-Perché
la
libreria apre adesso, e dopo ci sarà troppa gente...
bhè io vado ciao!!!- uscì
fuori dalla camera, sbattendo rumorosamente la porta.
“Finalmente
ho il computer libero!!!” pensò Teresa sorridendo
e sedendosi alla scrivania.
Tornò subito sul letto, però quando la porta si
spalancò nuovamente. “Ok...
niente computer libero per ora...”
-Ho
dimenticato la borsa... che sbadata! Ma vuoi venire con me?-
l’altra scosse la
testa. Neagh alzò le spalle ed uscì di corsa.
-Adesso ho
davvero il computer libero!!!- disse Teresa tra sé e
sé, poi tornò lentamente
alla scrivania, spense l’I-pod e
l’appoggiò su una mensola.
Si
connesse a Msn e guardò sulla schermata i contatti in linea.
“Mmm... nessuno di
interessante in linea... ma non è strano, sono solo le
nove!” pensò di nuovo,
chiudendo la finestra e cominciando a navigare in internet, voleva
scaricare la
musica per il suo I-pod. Ad un tratto...
‘Jamil
scrive: Ciao!
Terry
scrive: Ehm... ciao... scusa
ma chi sei?
Jamil
scrive: Sono un’amica di una
tua amica... vuoi fare amicizia con me?’
“Bah...
chissà chi è questa, poi... ma posso sempre
parlarci...”
‘Terry
scrive: ok... bene, io sono
Teresa... tu invece?
Jamil
scrive: Io sono Jamil,
piacere... guarda, ti mando una mia foto. Se vuoi tu puoi mandarmene
una tua.’
Sulla
schermata apparve una piccola foto. Quando il caricamento fu terminato,
Teresa
l’aprì curiosa. La foto faceva vedere il primo
piano di una ragazzina di colore
con un viso allungato, gli occhi grandi nocciola ed i capelli raccolti
in un
fascio di treccine. Aveva il naso piccolo
all’insù, la bocca molto carnosa
piegata in un grande sorriso. Indossava una maglietta gialla, con il
colletto
alto e dei fiori viola disegnati sopra. No, decisamente Teresa non
l’aveva mai
vista prima.
Decise d
mandarle a sua volta una sua foto, in fondo non poteva accaderle nulla
di male.
Aprì la cartella “foto Ter”, poi fece
scorrere le immagini. Ne vide una adatta,
così la inviò. La foto la ritraeva interamente,
indossava un completo di un
tuta color rosso sangue e delle scarpette di tela bianche, era davanti
ad un
albero. Non aveva un sorriso particolarmente bello, ma sinceramente non
le
importava un gran che. Cliccò su “invia”
ed aspettò che il caricamento fosse
ultimato.
‘Jamil
scrive: sei davvero molto
carina, sai? E poi, e credo di non sbagliarmi, mi sembri anche molto
simpatica!!!
Terry
scrive: grazie... ma ora
basta complimenti, e poi anche tu sei molto carina!!!
Jamil
scrive: Tu abiti ad Arezzo
come me, non è vero?
Terry
scrive: sì, perché?
Jamil
scrive: no, niente... era
così per chiedere...
Terry
scrive: ok...’
La
conversazione continuò per circa un’ora, le due
ragazzine cominciavano già ad
essere molto amiche.
-Sono
tornata!!! Ed ho prenotato Harry Potter 7, finalmente!!!-
Teresa,
sentendo che la sorella era tornata, salutò Jamil e si
disconnesse in un lampo,
poi si buttò sul letto e riaccese l’I-pod, proprio
un secondo prima che la
porta si spalancasse. Odiava stare su msn se sua sorella la vedeva:
-Ehi, Ter,
sei ancora lì??? Ma ancora non ti sei stancata???- Teresa
fece cenno di no con
la testa, poi spense l’I-pod. –Mah, sei proprio
strana... e poi dici a me!- si
misero entrambe a ridere.
-Comunque,
perché hai fatto così tardi?- Neagh
arrossì e si grattò la testa.
-Bhè...
veramente... mi ero dimenticata che... la libreria apre alle dieci e
non alle
nove!!! Però non avevo voglia di tornare indietro,
così ho aspettato lì
davanti... e faceva anche freddo!!!-
-Oh,
Neagh!!! Sei sempre la solita!!! Io...- riflettè: doveva
dirle o no della sua
“chattata” con Jamil o no? Poi decise: era meglio
di no, altrimenti forse la
sorellòa le avrebbe detto “Non bisogna parlare
apertamente agli sconosciuti!!!”
il che era vero, ma per una volta... non sarebbe successo niente di
male!!!
-Tu?- le
chiese Negh, interrogativa.
-Io...
stavo ascoltando “Certe notti” adesso...-
mentì lei.
-E
c’era
bisogno di dirmelo? Ma va bhè... li hai già
finiti i compiti per le vacanze?
Manca poco, e...- ma non fece in tempo a finire la frase, infatti
Teresa si era
già fiondata allo zaino. –Presumo di no, allora!-
-Ehm...
già... ma li finirò velocemente, vedrai!!!- le
promise. In realtà la sorella
dovette aiutarla a fare matematica: lei era proprio una frana!!!
Alla sera
i compiti erano finiti, così Neagh uscì per
incontrarsi con le compagne di
classe: facevano una cena prima della fine delle vacanze natalizie.
Teresa era
di nuovo sola, così entrò di nuovo su Msn,
sperando che ci fosse qualcuno dei
suoi amici.
‘C’è
un messaggio non letto nella
posta.’
Appena
entrata l’accolse questo messaggio, così
aprì la posta elettronica e controllò
il nuovo messaggio. Si sorprese vedendo che era di Jamil, ma lo lesse
senza
esitazione.
‘Impara
dal passato,
vivi nel presente e spera nel futuro... ricordalo sempre. Ci conosciamo
da
appena un’ora o due, ma sei sempre nel mio cuore...
l’amore è cieco, ma
l’amicizia chiude gli occhi... non ti ho mai vista, ci siamo
solo “chattate”,
ma sei già la mia migliore amica... Ti voglio dire questo
perché mi sei
sembrata un po’ timida, mi sembrava che tu non credessi molto
in te stessa...
se ti fa piacere puoi credere in me!!! T.v.b. La tua Jamil.’
Teresa
leggendo quelle parole così semplici, ma così
profonde si commosse... le sfiorò
piano con la punta delle dita, sorridendo... -Jamil, come vorrei
vederti, anche
solo per un istante... vorrei conoscerti, davvero...-
mormorò...
-Ciao
Giuggy, grazie per avermi accompagnato a casa!!! Ci si sente presto!-
Neagh
salutò la biondina con la mano dopo averla abbracciata, poi
la guardò
allontanarsi. Era la sua migliore compagna di classe e le voleva
davvero molto
bene.
Entrò
in
casa cercando di non fare rumore, ma quando vide la luce filtrare da
sotto la
porta della sua camera si meravigliò: era già
mezzanotte e Teresa dove essere
già a dormire! Entrò arrabbiata, ma si
intenerì del tutto quando vide la
sorella addormentata sopra alla scrivania, con un’espressione
beata sul viso...
la prese in braccio e la poggiò sul letto, coprendola subito
dopo. Dopo aver
fatto ciò si infilò anch’essa sotto le
coperte e spense la luce.
-Buona
notte Terry...- mormorò prima di addormentarsi. Entrambe si
erano già
dimenticate- o semplicemente non volevano ricordare- il magico sono del
giorno
prima...
“Ma...
dove sono? Sto sognando, forse? Qui è tutto così
strano... ma dev’essere un
sogno: nello spazio non c’è ossigeno ed adesso io
non potrei respirare! E poi
non potrei stare qui, sulla luna, in piedi... nello spazio non
c’è gravità!!!”
pensò Teresa e chiuse gli occhi, poi li riaprì.
Ma niente, era di nuovo lì. Si
guardò intorno, disorientata. Alla sua sinistre, scorse la
cupa sagoma di un
albero.
“Un
albero
sulla luna!?! Questa, poi... ma sì, è proprio un
sogno!” si avvicinò alla
strana figura, che la risucchiò...
-Ah!!!-
gridò, cadendo nel vuoto, poi però una forza la
fece bloccare a mezz’aria... e
lo fece giusto per farle osservare quella scena...
Riconobbe
subito la ragazza conosciuta da poco su msn, Jamil, ed
un’altra ragazza alta e
slanciata, i capelli castani lunghi fino alle spalle, lisci, gli occhi
piccoli
e scuri. Indossava una magietta a maniche lunghe ed una gonna al
ginocchio blu,
con delle ballerine intonate ed era seduta ad una scrivania, davanti ad
un
computer. Dall’aria che aveva sembrava molto grande e
matura... Teresa bloccò i
suoi pensieri per osservare la scena...
-Jam, non
credevo che tu fossi così sdolcinata!- una nota di disprezzo
nella voce, mentre
fissava lo schermo.
-Non hai
detto tu che dobbiamo essere loro amiche? Te ne sei già
dimenticata?- “E poi è
anche molto simpatica, quella ragazza...” aggiunse
mentalmente.
-Sì,
ma
così è troppo! Bah, comunque fai cosa credi
più giusto...- accese la tv –adesso
ci sarà la mia intervista, diverrò famosa!-
risero.
‘Adesso
un servizio dal castello
della principessa Sphira. Abbiamo intervistato Costanza,
l’aiutante principale
della principessa. Ecco il servizio...’
Entrambe
le ragazze si voltarono verso la tv.
“E’
il mio
omento... l’ho aspettato tanto, ma adesso è
finalmente giunto!!!” pensò
Costanza.
“Aiutante
principale??? Ma chi credono che sia io, una servetta senza importanza?
A volte
la odio, quella...” Jamil guardò la compagna con
disprezzo, poi però si addolcì
un tantino vedendo tanta gioia nel suo sguardo.
‘Giornalista:
-Allora Costanza, ci
puoi raccontare cosa stai facendo attualmente con la principessa
Saphira? Ci
dicono che hai una missione segreta...-
Costanza:
-In effetti è così, io mi
occupo soprattutto dell’amministrazione
della missione con la principessa, mentre quella che soprattutto lo
svolge, e
lo fa anche al meglio, è la mia amica e compagna Jamil...-
Giornalista:
-E la missione?
Raccontaci un po’, se puoi, com’è?-
Costanza:
-Ci occupiamo di una cosa
delicata: dobbiamo ritrovare tutte le altre otto Elemental sparse sulla
Terra,
perché il loro pianeta è in pericolo... ma ancora
non sappiamo né chi sono, né
tanto meno dove si trovano... questo è tutto.-
Giornalista:
-Grazie mille per le
informazioni, arrivederci! Linea allo studio.-
-Costy,
grazie!!! Hai parlato anche di me!!! Tu sei... sei davvero mitica!-
Jamil corse
ad abbracciarla e ricevette un “prego” carico
d’amicizia. “A volte la odio...
ma è pur sempre la mia migliore amica!!!”
pensò, felice.
Teresa, ad
un tratto, sentì il vuoto sotto di sé e
cominciò a cadere, cadere...
-Ehi,
Terry, stai bene?- Neagh accese la lampada, guardando preoccupata la
sorella
che respirava affannosamente, tutta sudata.
-Sì,
era
solo un brutto sogno...-
-Sicura?
Ma... cos’hai sognato?- guardò la sorella, che
però aveva un’espressione
indecifrabile. “Cosa faccio? Le dico tutto? Ma no...
è solo uno stupido sogno,
e poi è meglio non ripensare agli avvenimenti di ieri...
già, perché poi
scoprirebbe anche di Jamil... meglio non dirle niente.”
-In
realtà
non ricordo...- disse con voce ferma, poi guardò la sveglia
sul comodino. –Bhè,
sono le dieci... è già l’ora di
alzarsi!!!- si vestirono in silenzio, poi
passarono la mattinata a finire i propri compiti delle vacanze.
-Non
capisco perché devono caricarci così per le
vacanze, cavoli!!!- sbuffò Teresa.
-Me lo
chiedo anch’io... ma tanto li dobbiamo fare- le rispose la
sorella.
-Io faccio
una pausa, vado a guardare “Hanna Montana” alla
tv!- la ragazza chiuse i libri
con uno schiocco sonoro, poi scese nella sala ed accese la tv. Il
telefilm era
già cominciato, ma poco le importava: voleva solo distrarsi
un po’.
Ad un
certo punto, lo schermo si oscurò di botto e Teresa si
avvicinò per vedere cosa
fosse successo. Sfiorò appena
l’apparecchiò, poi ci fu un botto e più
niente...
il silenzio tornò totale.
Grazie mille ad anil13 per la
recenzione, scusami per la banalità... spero che questo
capitolo sia un pò meglio, ma se è banale (il che
è molto probabile) a sua volta ditemelo... così
la smetto di scrivere. Va bhè, io ci ho provato... (ho
rivoluzionato tutta la stori per farla più
interessante!!!)^^ ciao. angiericcio.
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Capitolo 3 *** Paura ***
-Cosa???
Davvero sei innamorata del Marielli?- chiese Rebecca, sorpresa.
-B-bhè...
c’è qualcosa di male?!?- le disse in modo
scorbutico l’altra, sbuffando.. era
una ragazzina rossa, con i capelli ondulati, gli occhi color smeraldo e
di
corporatura minuta, il suo viso era ancora da bambina e si vedeva bene.
-No, no...
però prima mi dicevi di odiarlo!!! Ihihih...-
-E dai,
smettila!!! Non ne posso più di tutte queste prese in
giro!!!- sbuffò,
diventando rossa come un peperoncino.-
-Ehi,
guarda che non c’è proprio niente di mele... ma
che ti sei offesa?- le chiese,
leggendo un’espressione imbarazzata e nello stesso tempo
imbronciata sul viso
dell’amica, che rimase muta. Rebecca si preoccupò.
–Ma dai, davvero ti sei
arrabbiata? Scusa Federica...- le disse, triste. L’altra
scoppiò in una risata.
-Ma dai,
stavo scherzando!!! Mica mi offendo per così poco, io!!!-
entrambe risero a
crepapelle, gli occhi pieni di lacrime, fino a quando non sentirono il
petto
dolergli.
-Non
ridevo... così tanto... da quella volta in cui il Vinuzzi ha
fatto quel
capitombolo...- scoppiò di nuovo a ridere, seguita a ruota
da Rebecca.
Circa due
ore dopo, entrambe si prepararono ed uscirono di casa: erano le cinque
e
dovevano andare alla lezione di Judo, che avevano anche durante la
vacanze
perché le gare erano ormai imminenti.
Arrivate
alla palestra, si infilarono il Judoji, che era composto da un paio di
pantaloni larghi e da una specie di accappatoio molto resistente ed una
cintura, che aveva un colore diverso a seconda dei vari gradi. Entrambe
avevano
la cintura arancione, erano molto brave per avere solo dieci anni. Si
infilarono le ciabatte, che tolsero solo per salire sul tappeto, il
Tatami,
dove rimasero scalze.
Già
c’erano tutti i loro compagni, tra cui Carlo e Danilo, i
gemelli che nessuno
distingueva, Marino, detto Violino perché suonava quello
strumento, e Diana e
Manuel, i due unici cintura verde del gruppo. Rebecca e Federica
stavano sempre
con loro, che erano molto simpatici, ed andavano tutti
d’accordissimo.
Si
allenarono insieme, prima facendo i vari passi degli animali e poi
riprovando
le tecniche; solo alla fine combatterono tra di loro, e quella fu la
cosa più
divertente in assoluto per tutti. A fine serata, Rebecca e Federica si
cambiarono nuovamente e poi tornarono a casa di Rebecca, dove avrebbero
fatto
il loro pigiama party, il loro primo pigiama party. Erano entrambe
eccitatissime.
-Che bello
Reb!!! Ci divertiremo da matte!!!- disse Federica, azzannando una fetta
di
pizza.
-Già,
senza contare poi che siamo sole in casa... sarà davvero
stupendo!!!- anche lei
cominciò a riempirsi il piatto di cibo, mangiando con gusto.
A fine
cena, si infilarono dentro ai saccapelo, che avevano posizionato al
centro
della sala più grande della casa, che era arredata con gusto
ed aveva tutti gli
accessori intonati, di colore soprattutto rosso ramato.
-Sai Reb,
è proprio bella la tua casa!!! Questa stanza sembra
davvero... magica!!!-
-Grazie
Fede... ma ad arredare tutto è stata mia madre, che se ne
intende davvero di
mobili...-
-Bhè,
comunque prima ti stavo dicendo del Marielli, no?-
-Già,
già!!! Raccontami, dai!!! Insomma, perché ti
piace? E da quando? E...-
-Ehi,
calma, calma!!! Una cosa per volta... bhè, comunque lo
conosci anche tu...
quando lo si conosce diventa davvero un amico affidabile, poi
è buffo, ma è
anche molto dolce e sensibile...- le brillarono gli occhi, con sguardo
adulatore, mentre Rebecca faceva una faccia schifita e fingeva di
vomitare.
Federica cercò di strozzarla, mentre l’altra
contraccambiava i colpi e quella
si trasformo una vera e propria lotta di judo, infatti si alzarono dai
saccapeli.
Dopo un po’ si buttarono a terra, esauste.
-Cavoli,
che fatica...- disse Rebecca con il fiatone, mentre cercava di
riprendere il
fiato.
-Già,
poi
abbiamo fatto lezione di Judo fino a poco fa... oh cavoli!!! Che
fatiiiicaaa!!!- Federica era nelle stesse condizioni
dell’altra, sudata e senza
fiato, cercava di respirare con regolarità. Quando si furono
riprese un po’ si
guardarono, poi scoppiarono a ridere. Una risata che solo tra loro
facevano.
Per
Rebecca Neagh e Teresa erano le migliori amiche, ma anche Federica non
era da
meno: erano compagne di classe da sempre, fortunatamente, e si erano
conosciute
alla tenerissima età di due anni al parco giochi dei
bambini. Dopo essersi
conosciute meglio, avevano scoperto di avere molto in comune e si
volevano bene
come due sorelle. Si difendevano sempre a vicenda, si raccontavano ogni
segreto... erano vere e proprie “amiche del cuore”.
-Ehi,
Rebby, però non lo dire a nessuno del... cioè di
Giacomo...- arrossì. Poche
volte aveva pronunciato il suo vero nome, ma in quel momento le
sembrava il
nome più affascinante di tutti quelli che esistevano sulla
faccia della terra:
l’amore è l’amore...
-No, stai
tranquilla... e forse per non destare sospetti sarà meglio
chiamarlo... mmm...
Billo, ok?-
-Ok...
così nessuno scoprirà chi è!!!-
Continuando
a chiacchierare, passò la mezza notte ed arrivarono
addirittura alle quattro
della mattina.
-Accidenti,
non avevo mai fatto così tardi nella mia vita!!! Eppure non
sono stanca...-
disse Rebecca, controllando l’orologio.
-Neanche
io...
ma forse è meglio dormire, altrimenti domattina come ci
alziamo?-
-Già,
è
meglio... ‘notte Fede!!!-
-‘Notte
‘notte Rebby!!!- detto questo, spensero la bajour tenuta
accesa fino ad allora
e si addormentarono di colpo, con un sorriso che gli arrivava da un
orecchio
all’altro....
La mattina
passò velocemente e così Federica dovette tornare
a casa.
-Sono
stata benissimo... grazie di tutto Rebby!!!- le disse, poi
l’abbracciò così
forte da stritolarla.
-Di
niente... mi sono divertita tantissimo!!! Ciao Feddy!!!- la
salutò
calorosamente agitando frenetica la mano.
La
ragazzina tornò nella sala grande ed accese la tv per
guardare Hanna Montana,
uno dei suoi telefilm preferiti. Ad un certo punto, però, la
tv cambiò canale
da sola, mostrandole uno schermo bianco. Dopo qualche secondo, Rebecca
spalancò
la bocca e corse allo schermo... c’era una ragazzina che
cercava di uscire, lì,
e non poteva che essere...
-Terry!!!
Terry, dove sei? Dai, smettila di giocare a nascondino!!!- si
guardò ancora in
girò, frugando dappertutto con occhi attenti.
–Terry, basta scherzare!!! Adesso
mi sto davvero arrabbiando!!!- continuò a chiamare per un
bel po’, anche se un
dubbio balenava nella sua mente...
-Ary,
cos’hai da urlare?-
-Oh,
mamma! Hai visto Terry?-
-No, ma
non era a studiare con te?-
-Sì,
ma
era venuta un attimo qui e ora... non la trovo più!!!
È sparita!!! Nel
nulla!!!- sua madre sembrò sconvolta.
-Hai
cercato da per tutto?- Neagh annuì.
-Devo
chiamare la polizia?-
-No!!!
Forse è uscita... meglio che vada a cercarla, ma tu non
stare in ansia!!!-
abbracciò la madre, confortandola.
-Ok...- la
signora Bellini le sorrise, salutandola.
Teresa
cercò
di aprirsi un varco in quel vetro spesso che la separava
dall’amica, ci provò
con tutte le forze che ancora aveva... doveva farcela, non poteva
restare lì
per sempre... si sforzò per non piangere anche se gli arti
le dolevano, anche se
tutto attorno a lei girava vorticosamente... sentì un grido,
sentì urlare il
suo nome... era Rebecca. Teresa si girò dietro di
sé, istintivamente, ma vide
qualcosa di terribile: un’enorme cascata di rocce stava
precipitando su di
lei... chiuse gli occhi: era la fine, ne era davvero sicura.
Neagh corse,
corse e corse. Non aveva più fiato, non sentiva
più le gambe, ma doveva trovare
sua sorella, doveva. Era la seconda volta che girava la
città in
perlustrazione, stando attenta a frugare in ogni angolo, anche nei
punti più
remoti. Aveva detto alla madre di chiamarla se avesse avuto notizie di
Teresa,
ma il suo cellulare non voleva proprio decidersi a squillare. Ma lei
non doveva
fermarsi: doveva salvare la sorella, perché era sicura che
era in pericolo... era
come un suo istinto, sapere quando Teresa era agitata.
-Teresa!
Avete
per caso visto Teresa?-
-Chi
Teresa?-
-Teresa
Camberbilte-
-No... ci
dispiace, ma proprio non l’abbiamo vista...-
-Oh... ok
ciao- sorrise a stento, l’ennesimo tentativo era andato a
vuoto. Nessuno l’aveva
vista. Aveva chiesto a tutti quelli che la potevano conoscere, che
potevano
averla vista passare, che potevano averla salutata. Ma niente, sembrava
essere
sparita nel nulla.
“Ma
se non
è qui...” pensò Neagh, con la
preoccupazione che saliva ad ogni passo di più
“dov’è?”
-Ehi,
ragazza! Ti vedo agitata cara...- una vecchietta spuntò da
dietro un albero,
era tutta vestita di un rosa acceso. Era impossibile non notarla, per
non parlare
poi della sua voce, che era acuta e stridula.
-Già,
ma
scusi... dovrei andare.-
-No,
aspetta! Ho un consiglio per te: le ombre aiutano come le amiche... e i
vetri
tagliano se si rompono! Ciao cara!- scomparve, camminando alla
velocità della
luce, lasciando Neagh estremamente perplessa... ma poi forse
capì.
-No, non
è
il momento, questo, di fare domande. Ascoltami e basta!-
-Ok,
signore-
-Devi
mettere in atto il tutto... ma non devi farti mai vedere, mai...-
-Mai farmi
vedere-
-Non
dovranno mai riconoscerti.-
-Mai farmi
riconoscere-
-E se
proprio dovrai parlare, modificati la voce. Anzi, forse è
meglio non parlare
proprio, mai-
-Mai
parlare-
-Basta di
ripetere a pappagallo!!! Mi fai venire uggia, e ciò non
è affatto una cosa
buona!!!-
-Ok, mai
ripetere-
-E
smettila!!!-
-Ok,
dev... sto zitto-
Rebecca
vide le rocce che cadevano, ancora pochi centimetri e Teresa sarebbe
stata
seppellita... battè sullo schermo mentre le lacrime le
rigavano copiose il
volto. Una sola parola sulla labbra: “no”. Ecco le
rocce, Teresa era finita...
Scusate per questo
capitolo, forse è un pò troppo ingarbugliato...
spero che ci capiate qualcosa. Ok, è un capitolo un
pò penoso... se avete da fare delle considerazioni anche
negative, fatele!!! Anche le critiche mi saranno molto d'aiuto!!!
Grazie infiite a Luna22, davvero!!! Senza di te non avrei saputo se
continuare e avrei smesso probabilmente... Sono felicissima che la
storia ti sia piaciuta, spero di non averti delusa con il nuovo
capitolo!!!^^ Se comunque c'è qualcosa che non ti piace nel
mio scrivere, dimmi pure!
Grazie a chi legge, se c'è qualcuno che lo fa, davvero!!!
Spero di migliorare sempre più... baci. Angiericcio.
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Capitolo 4 *** STRANEZZE ***
Teresa si
ritrovò tra le braccia di una ragazza, o più
precisamente di un’ombra di una
ragazza da quel che vide, ma della sabbia si intrufolò nei
suoi occhi, così
dovette chiuderli... l’aveva salvata, l’aveva
salvata!!! Lacrime di gioia
l’avvolsero. Pochi secondi dopo, l’ombra
sparì e lei si ritrovò a sedere
appoggiata al vetro della tv. Avrebbe voluto dire almeno
“grazie” al suo
salvatore, ma non le fu possibile.
Delle
botte al vetro: si girò e vide Rebecca che cercava di
sfondarlo. Sorrise e
decise di aiutarla.
-Al tre
battiamo insieme, con tutta la forza che abbiamo, ok?- le chiese
Rebecca.
-Ok,
certo!!!- rispose lei.
-Allora:
1... 2...-
-NO!!!
NO!!!- un grido, fuori dalla casa. –Aprite, apritemi!!! Non
rompete... quel...
vetro...- una voce ansimante, che riconobbe appena le giunse alle
orecchie.
Rebecca corse fuori ad aprire alla nuova venuta, che entrò e
si posizionò
davanti alla tv.
-Chiama l’ombra,
Ter! Chiama l’ombra! Solo
lei... può aiutarti.- disse Neagh, poi si sedette a terra,
sfinita dalla corsa.
Non sapeva neanche lei come aveva compreso così facilmente
le parole della
vecchia, l’importante era che ci fosse riuscita. Era partita
subito a corsa
verso la casa di Rebecca, ma era arrivata tardi perché era
andata continuamente
a sbattere con le persone, così aveva dovuto scusarsi con
tutti.
-Ehm...
ombra! Mi puoi aiutare ad uscire?- chiese debolmente Teresa, voltando
le spalle
al vetro della tv. Subito apparve un’ombra avvolta da un
velo, che pronunciò
strane parole e poi sparì. Una luce abbagliante le
accecò, anzi in realtà
accecò tutta la città. Ogni persona, nello stesso
istante, si mise le mani
davanti agli occhi per proteggerli dalla luce che sembrava infinita.
Poi tornò
ad essere una luce normale e tutti ritornarono ai propri lavori o ai
loro
svaghi, anche se in realtà erano tutti piuttosto spaventati
dal fatto appena
accaduto... Cosa poteva essere?
-Terry!!!-
Neagh abbracciò la sorella che era di nuovo accanto a lei,
felice di averla
potuta salvare.
-Ma tu
come facevi a...-
-Bhè, una
vecchietta... che ho incontrato mi
ha detto con aria mistica: le ombre
aiutano come le amiche... e i vetri tagliano se si rompono!
Mi ha
spaventata, ma poi ho avuto come un presentimento che mi ha spinto a
venire
qui... insomma... io me lo sentivo... ma cos’è
successo di preciso?- dopo aver
ascoltato le spiegazioni con attenzione, rimase con la bocca spalancata.
-Oh,
Giove!!! Hai rischiato di morire, Ter!!!- abbracciò di nuovo
la sorella con
amore, le voleva così bene...
-Ehi...
ehi Neagh! Mi stai... schiacciando....-
-Oh,
scusa!- la ragazza arrossì, poi si mise a ridere assieme
alle altre due... la giornata
trascorse piacevole, come del resto anche gli ultimi giorni di vacanza,
anche
se tutte e tre le ragazze non riuscivano a spiegarsi
l’accaduto...
-C’è
un raggio di sole,
risplende la
su!
È
forse un invito a
sorrider di
più...
tu credici e
poi,
e poi tu
vedrai
che la vita
tua cambierà!!!
Un raggio di
sole
risplende la
su.
Illumina il
cielo,
ma solo in
teoria...
infatti se
guardi
e sorridi di
più...
vedrai
starai meglio anche tu!!!
Un raggio...-
-Ehi,
senti Reby! Non canta più...-
-Chi sa
chi era... chiunque sia ha una voce bellissima, così
melodiosa e soave...
vorrei proprio sapere chi è! Dev’essere proprio
una stella del canto, se...-
una gomitata le arrivò dritta dritta nello stomaco, ma non
ci fece caso e
continuò a cercare di sbirciare dal buco della serratura
-Dicevo... se sa
cantare così è di sicuro in un coro, no?-
sentì un secco colpo di tosse
provenire dalle sue spalle, così si volto... e
sgranò gli occhi, pronta a
balbettare qualche scusa. Avrebbe voluto potersi sotterrare: che figura
aveva
fatto!!!
-Rebecca,
vorresti essere così gentile da spiegarmi cosa ci fai qui
quando è vietato
andare in giro per la scuola durante la ricreazione? E per giunta, a
spiare dal
buco della serratura ed a parlare... da sola!?!-
Rebecca si
girò a guardare nel punto in cui poco prima c’era
l’amica Melissa, ma proprio
non c’era più nessuno...
“C’era
da
aspettarselo!” pensò maledicendo mentalmente la
compagna “Quando c’è qualche
problema o c’è di mezzo qualche nota sul registro,
scappa... cavoli, che
amica!”
-Scusa
maestra... ma... c’era qualcuno che cantava in maniera
sublime e così... ehm...
e poi stavo parlando... a bassa voce, mi sono lasciata sfuggire qualche
parola!
Eh, eh...- forse l’avrebbe passata liscia, o almeno
così sperava... aveva
cercato di proteggere l’amica per non farla finire nei guai,
ma quando
l’avrebbe rivista... “mi sente”
pensò.
-Qualcuno
cantava? Impossibile, dato che quella porta è sempre- disse
l’insegnante
sottolineando bene l’ultima parola –chiusa a
chiave... forse hai le
allucinazioni, vuoi che chiami i tuoi per farti portare a casa?-
-No,
maestra, non importa... torno in classe-
-Ok, ok...
ma se vuoi andare in giro per la scuola, ti prego ameno di chiedere il
permesso
a qualcuno!!! Promesso?-
-Sì,
sì,
promesso...- Rebecca sospirò di sollievo, vedendo la maestra
allontanarsi.
“Cavoli, che gente che c’è in giro...
cioè, che maestre che ci sono!!!”
pensò,
sicuramente con ragione. La sua maestra era molto giovane e inesperta,
era
biondissima con i capelli a caschetto e gli occhi di un blu profondo,
che se ci
si scrutava dentro ci si poteva scorgere l’immenso mare...
era alta e
slanciata, si vestiva sempre con degli abiti larghi dai colori
sgargianti ed
aveva fatto innamorare tutti i bambini della scuola... ma Rebecca
proprio non
la sopportava: le sembrava così stupida...
Ma
qualcosa interruppe i suoi pensieri. “Di nuovo!”
pensò, aprendo piano la porta
dell’aula di musica, che non era affatto chiusa a chiave. Una
figura era in
piedi davanti alla finestra aperta, cantava... Rebecca si richiuse la
porta
alle spalle cercando si fare piano, poi si avvicinò a
quell’... ombra...
“Non
è
possibile! Non è una persona, quella... e poi
è... nella Tv... Teresa...
salva...” i suoi pensieri erano confusi, troppo confusi...
poi l’ombra si
voltò. I suoi occhi di ghiaccio puro la spinsero al muso,
come bloccandocela.
Una risata maligna uscì dalle sue labbra, poi nella sua mano
apparve un
bastone...
-Che
cosa?!? Scomparsa? Rebecca? E chi...-
-Me
l’ha
detto Melissa, che va a scuola con lei...-
-E dove,
dov’è scomparsa?-
-A
scuola... che dici, cosa facciamo?-
-Oddio...
Reb... andiamo a scuola elementare, muoviti!- Neagh si
infilò i roller- blade,
poi si fiondò fuori dalla porta, seguita a ruota da Teresa.
Corsero per il
viale alberato, i rami scheletriti degli arbusti protesi verso
l’alto avevano
un’aria stranamente spettrale, ma le ragazze non ci fecero
caso... arrivarono
alla scuola a mattoncini rossi in circa venti minuti, distrutte dalla
corsa.
-Dov’è...
Rebecca?-
-E’...
sparita! L’ultima volta che l’ho vista era davanti
all’aula di musica, che è
sempre chiusa a chiave...- disse la maestra, così le sorelle
si precipitarono
lì. Davanti alla porta, si stupirono di poterla aprire senza
problemi, a
dispetto di ciò che aveva detto loro
l’insegnante...
-A me non
sembra molto... un’aula di musica!- disse Teresa.
-Già,
a me
sembra di più un...- continuò Neagh per lei.
-UN LABIRINTO!!!- conclusero
assieme. Si presero
per mano e anche senza parlarsi seppero cosa fare: stare unite e
cercare la
loro migliore amica. Si avventurarono tra le immense mura erbose, di
colore
verde scuro, senza preoccuparsi di cosa sarebbe successo loro andando
avanti.
-Basta
stare unite- si ripeterono a vicenda, continuando a camminare con passo
incerto, cercando di non avere paura. All’improvviso, un
boato squarciò l’aria.
Poi più niente.
-Co...
cos’è
stato?- chiese Teresa, sbarrando gli occhi terrorizzata e cominciando a
tremare. Neagh sembrava calma, anche se in realtà aveva
avuto un grande
spavento.
-Forse
è...- ma non terminò la frase, perché
un’enorme tromba d’aria si avventò su di
loro, travolgendole. Cercarono di non lasciarsi la mano, ma alla fine
dovettero
farlo, per cercare di salvarsi. Si chiamarono, urlando talmente forte
da
sovrastare il rombo del vento.
Dopo diversi
minuti di tremendi sballottamenti e cadute rovinose, le sorelle si
ritrovarono
entrambe appoggiate alla parete erbosa, piene di lividi e graffi, ma
una dalla
parte opposta dell’altra.
-Neagh!
Neagh!
Neagh!!!- nessuna risposta. –Neagh! Ti prego Neagh!!!
Neagh...- si alzò, le
piante tutto attorno a lei erano fittissime e formavano bastioni
enormi. Teresa
cominciò a camminare con attenzione, pronta a captare ogni
più minimo suono e
cercando contemporaneamente di trovare un’uscita in
quell’immenso labirinto che
la opprimeva sempre di più...
Ciao a tutti i
lettori di questa fic!!! (se ce ne sono...) vi prego di scusare il mio
colossale ritardo nel postare questo capitolo, per di più
non molto bello ed anche corto... Scusatemi, scusatemi, scusatemi!!!
Spero di rimediare la prossima volta...
Ringrazio infinitamente la mia amatissima scittrice DebyPotter, senza di te (e inoltre
anche della tua fic) come farei??? Comunque io rispetto a te non sono
niente!!! Sono solo una goccia d'acqua rispetto al tuo oceano...
Grazie davvero infinite anche a chi legge... Salutoni, alla
prossima!!!^^
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