C'è qualcosa di più.

di SunsetBlue
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***




Le loro strade si incrociarono per la prima volta in un gelido giorno di dicembre.
Lei entrò nella sua vita con la solita prepotenza che ancora oggi la contraddistingue. Ne entrò per non uscirne più, per sconvolgerlo completamente.
Due persone completamente diverse, che per un qualche scherzo del destino si sono incontrate e appartenute dal primo sguardo.
“Dolce o salato?” Filippo sente indistintamente la voce di Amelia provenire dalla cucina, seguita dal rumore di dispense chiuse e riaperte frettolosamente.
“Salato!” le grida lui, per tornare a concentrarsi sul libro che ha in mano.
Dopo poco spunta sulla porta con tre pacchetti di patatine e un vasetto di Nutella stretti fra le braccia.
“Non dovevi uscire con Alice stasera?” chiede Filippo, afferrando il pacchetto di patatine.
“Dovevo, ma ora non più. Mi ha dato buca per uscire con Daniele.” risponde la ragazza, sedendosi sul letto e poggiando la schiena alla testiera.
“E io sarei il rimpiazzo?”
“Vedila come vuoi. Comunque si, quello.” dice sincera, aprendo il vasetto di Nutella e immergendovi dentro il cucchiaino arancio.
Filippo non può far a meno di sorridere, scuotendo la testa, per la sua sincerità “E cos’hai intenzione di fare?” chiede, abbandonando il pacchetto di patatine sul comodino.
“Usciamo, non ho voglia di stare qui a ingoffarmi fino a star male.” risponde, alzandosi e prendendo la giacca, lanciando le chiavi della macchina a Filippo.
“Dove hai messo la mia felpa?” le chiede lui, scavando sotto il mucchio di vestiti accatastati sulla sedia accanto al letto.
“In bagno.” le risponde lei, dall’entrata.
Amelia adora indossare le felpe di Filippo, calde e comode, di qualche taglia in più. La sua preferita è quella blu con il cappuccio.
Il ragazzo ha solo il tempo di indossare la felpa sulla maglia verde a mezze maniche, troppo leggera da indossare in quella stagione, prima di sentire Amelia che lo chiama impaziente.
“Arrivo!” le risponde lui, abbandonando il bagno e dirigendosi in salotto “Che fai?” le chiede, quando la vede ferma in mezzo alla stanza a guardarsi in torno.
“Ho cambiato idea, non si esce più!” dice la ragazza, girandosi a guardarlo con un sorriso a deformarle le labbra sottili.
“Quello sguardo non promette niente di buono, vero?”
“Ingrato, dovresti ringraziarmi.” scherza lei, togliendo la giacca e indicando i barattoli di pittura depositati in un angolo della stanza.
“Amelia, non ci penso neanche.” dice Filippo, guardandola mentre cerca di aprirne uno.
“Dai, sarà divertente. Mi aiuti?” chiede la ragazza, prendendo in mano un pennello e un rullo, e porgendogli il primo.
“No, sarà un disastro.” le dice Filippo, dandogliela comunque vinta.
“Non è vero, sarà un capolavoro.” le risponde sicura Amelia “Mettiamoci al lavoro!”



Filippo vive in un appartamento che ha comprato qualche anno fa, quando decise di trasferirsi a Siena.
Ha imparato ad amare quella casa che all’inizio con difficoltà considerava sua, ma che con il passare del tempo ha assunto anche il suo profumo.
Non cambierebbe mai la sua piccola cucina, in cui entrano al massimo tre persone, con una più grande dagli elettrodomestici moderni.
“Avevi ragione.” dice ad Amelia, guardando le pareti, ora blu e arancio, del salotto.
“Non è una novità.” risponde la ragazza, lasciando cadere il pennello su un giornale lasciato aperto sul pavimento per non sporcarlo di pittura “Finalmente questa stanza ha assunto un po’ di colore.” dice soddisfatta, alzando le braccia al cielo per distendere i muscoli.
“Sono quasi le sei.” l’informa il ragazzo, per poi uscire sul terrazzo.
Amelia lo segue fuori, stringendo le braccia intorno al corpo quando l’aria fredda le provoca i brividi e le fa lacrimare gli occhi verdi. Filippo accende una sigaretta estratta dal pacchetto nella tasca dei jeans e se la porta alle labbra prima di voltarsi a guardarla, con gli occhi assonnati e i capelli in disordine.
Amelia aspetta solo che lui finisca la sua sigaretta per stringerla a se.
La città si sveglia lentamente;  le prime automobili colorano le strade asfaltate, gli uccelli cinguettano pigri dalle punte degli alberi.
“Sono già passati due anni.” le dice Filippo, liberandola un po’ dalla sua stretta. Quando la guarda, è pronto a giurare che le brillano gli occhi.
“Per quanto ancora riuscirai a sopportarmi?”
“Potrei fare la stessa domanda e te, sai?”
“Credo che, nonostante tutto, potrei per sempre.” gli risponde Amelia.
“Nonostante tutto, eh?” scherza Filippo, ricevendo un pizzicotto dalla ragazza. “Penso che potrei anche io.” le confida alla fine.
Ce l’aveva con il mondo intero Amelia quel giorno; con la pioggia che scendeva imperterrita dal cielo, con il due in filosofia che avrebbe recuperato con grandi difficoltà, con il panino al salame che odia da sempre.
Pensa che l’unica cosa buona capitatale quel giorno sia Filippo.
Filippo che l’ha trovata rannicchiata su una panchina del parco a piangere. Tutta colpa del nervoso quelle lacrime che le bagnavano le guance arrossate dal freddo, perché Amelia non piange mai.
In cuor suo, ringrazia il cielo ogni mattina per averle portato lui.
Filippo che è riuscito a farla ridere, che le ha offerto una cioccolata calda al bar. Filippo al quale ha raccontato tutta la sua vita in meno di un quarto d’ora, lo stesso Filippo che ha pensato ‘questa ragazza è una pazza!’.
Sono passati due anni da quel giorno.
 “Ho capito da subito che saresti entrata nella mia vita per lascarvi un'impronta permanente, Amelia.” le dice Filippo, sorridendo al cielo.

 

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Capitolo 2
*** 2. ***




Al contrario di Amelia, Filippo si è iscritto all’università.
Frequenta da tre anni la facoltà di medicina. Vuole diventare un medico Filippo, indossare il camice bianco e dare un granello di speranza alla gente.
“Chiudi quel libro, ti prego!”
“Il prossimo mese ho un esame, Amelia.” le spiega paziente il ragazzo.
Vorrebbe tanto chiudere quell’enorme libro, su cui è chino da più di due ore, Filippo. Vorrebbe uscire da quella stanza, essere investito dall’aria fredda che si respira in strada e poi, magari, rimpiangere il calduccio che regnava in casa.
“Ti offro il pranzo gratis per l’intero mese, se chiudi quel libro.” cerca di convincerlo Amelia.
“E se facessimo tre mesi?”
“Per tutta la vita, se metti da parte quell’affare.” afferma esasperata la ragazza.
“La proposta è allettante, ma posso concederti solo una causa caffè.” risponde Filippo “Che ne dici?” chiede poi, dirigendosi in cucina.
“Filippo, tu non bevi caffè.” gli ricorda Amelia.
“Dai, sono disposto a fare un’eccezione.” le risponde il ragazzo, dall’altra stanza.
Dalla finestra entra la luce di un pomeriggio che sta per giungere al termine. La signora Rosa sta tornando a casa dopo un’intera giornata al lavoro, mentre il signor Gianni sta chiudendo la bottega all’angolo, pensando già alla partita che vedrà quella sera, stravaccato sulla poltrona rossa, sperando in una vittoria.
“Domani ho il giorno libero.” annuncia Amelia.
“Danno il giorno libero anche a te?” la prende in giro il ragazzo, aprendo la dispensa per prendere lo zucchero.
“Scemo, me lo merito tutto.” risponde lei “Lo zucchero è in alto a destra.” gli suggerisce, vedendolo in difficoltà con la ricerca.
“Ah, eccolo. Allora, cosa farai?” le chiede, girandosi a guardarla e trovandola alle prese nella lettura di un volantino della spesa.
“Cosa ti fa pensare che abbia già un programma?”
“Non ce l’hai?” domanda incuriosito.
“Si, sono a pranzo da Laura.” l’informa Amelia, avvicinandosi ai fornelli, prima che il caffè invada tutto il piano cottura.
“Così potrò studiare in pace, almeno domani.” la prende in giro il ragazzo.
“Certo, potrai passare l’intera giornata su quei noiosi libri e preparare l’esame che tanto aspetti.” dice lei, rivolgendogli uno dei suoi sguardi assassini.
“Però domani sera passi da me, vero?”
“Direi proprio di no.” afferma convinta la ragazza.
“E dai, non fare la bambina capricciosa.” Filippo le cinge i fianchi con un braccio.
Lei versa il caffè nelle tazzine verdi, lui le scompiglia i capelli. Lei sorride, lui le lascia un bacio sulla guancia.
Filippo ha vinto ancora una volta.
 


I giorni senza Amelia sono spenti, vuoti.
Filippo li odia.
Amelia gli colora le giornate, da’ loro un senso senza neanche accorgersene. E ora gli basterebbe anche solo uno dei suoi momenti di silenzio, per rendere quel giorno meno inutile.
Quant’è che quella ragazza è diventata così importante per lui, si chiede ora Filippo. Come riempiva le sue giornate prima, quando lei non c’era?
È seduto sul puffo verde da più di due ore, e pensa a lei.
Il ragazzo si tocca distrattamente i capelli scuri, mentre lo sguardo si perde sulla foto posizionata fra i tanti libri che ricoprono i piccoli scaffali della libreria, in soggiorno.
L’hanno scattata un mese fa, quella foto.
Secondo Amelia le foto nascondono in sé dei rimpianti; un qualcosa che avreste voluto dire, o semplicemente fare, ma che avete preferito lasciare in un angolino della vostra anima, ancora per un po’.
Allora lo fotografate, per ricordare, e ricordare al mondo intero, che c’è, è ancora lì, e prima o poi busserà per uscir fuori.
Filippo ha già rinunciato da un po’ a capire i ragionamenti contorti dell’amica.
Guarda la foto è sorride. Nell’immagine che li ritrai insieme, Amelia è seduta sulle sue gambe, imbacuccata, che gli si aggrappa alle spalle e lui che le lascia un tenero bacio sul naso, rosso per il freddo.
Sorride dolce, Amelia. Quanti rimpianti nasconderà quel timido sorriso?
Un suono stridulo lo scrolla dai vari pensieri: è il suo cellulare. Si alza di scatto e afferra il piccolo aggeggio nero, che scintilla nel buio della stanza.
Poi prende il pacchetto di sigarette e esce sul piccolo balconcino della cucina, senza neppure rispondere al messaggio.
Quando aspira la prima boccata di fumo, altri pensieri fanno capolino nella sua mente. Sono tanti, diversi e contrastanti fra di loro. Filippo cerca di riordinarli, con scarsi risultati.
Cerca di liberare la mente, non vuole pensare.
Da piccolo, amava guardare il cielo e trovare una forma a quei puntini luminosi che molte volte osservava da vicino con il cannocchiale di nonno Pietro.
Ora la sua mente non riesce più neanche a dare forma a quei puntini. Troppe domande ad affollarla, e troppe poche risposte a questi interrogativi.
Aspira un'altra boccata di fumo nell’esatto momento in cui suona il campanello della porta. Filippo spegne la sigaretta sulla balaustrata del balcone e poi la getta via, rientrando in casa.
Apre la porta di legno scuro, ed eccola con gli occhi lucidi, i capelli in disordine, il viso arrossato ed il fiatone, mentre si sorregge allo stipite della porta e sorride.
Sorride anche Filippo, che la tira dentro per la giacca e l’abbraccia.
C’è lei, ora.

 

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