Ci vuole coraggio per amare

di i suoi occhi verdi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Codardi ***
Capitolo 2: *** Una nuova canzone ***
Capitolo 3: *** Il destino ***
Capitolo 4: *** Sorrisi e lacrime ***
Capitolo 5: *** Ferire e curare ***
Capitolo 6: *** Come stai? ***
Capitolo 7: *** All'improvviso ***
Capitolo 8: *** :( ***



Capitolo 1
*** Codardi ***


Codardi
 
 “Tutto bene, Francesca?” chiese Diego guardandola negli occhi e sedendosi di fianco a lei.

La ragazza dai capelli corvini quasi smise di respirare alla vista di quelle pupille scure che si specchiavano nelle sue.

Scosse la testa come per cancellare quel pensiero alla sua testa.

No, lei stava con Marco.

Però doveva ammettere che c’era qualcosa in Diego che la attraeva, anche se non aveva ancora capito cosa.

Hai sempre avuto un debole per gli spagnoli, Francesca.

“Ehm, Diego dovrei chiederti un favore” disse la ragazza cercando di non ascoltare la sua vocina interiore.

“Dimmi”disse lui contento di essere di aiuto, di sentirsi importante.

“Vedi, in questi giorni, Marco è piuttosto assente e non ne capisco il perché. Tu sai cosa abbia? Siete migliori amici e forse ti ha raccontato qualcosa”

“Ehm, veramente no. Comunque tenterò di scoprire qualcosa” disse lui per poi stampargli un bacio sulla guancia e correre nel camerino.

Francesca restò ferma quel qualche secondo accarezzandosi la guancia, prima toccata daquelle labbra morbide.

Sei solo una codarda, perché non ammetti che quelli che provi per Diego, va oltre alla semplice amicizia?

No, lei stava con Marco.

Lei amava Marco o no?

Era tutto cosi confuso, cosi disordinato nella sua testa.

Eh brava Francesca, ti sei accalappiata due migliori amici.

“stai zitta!”

Violetta, che intanto era entrata e aveva cominciato a raccontare la sua uscita con Leon, si girò di scatto.

“Ok Fran, se non ti interessa quello che dico, sto zitta”

“No, no, non stavo dicendo a te” disse la mora alquanto imbarazzata.

“E con chi allora?” disse Violetta guardandosi intorno alla ricerca di qualcun altro che fosse nella stanza.

“c-con me stessa” disse Francesca appoggiando i gomiti sulla poltrona e sprofondandoci dentro, sconfitta.

“Che succede?” disse l’amica avvicinandosi a lei.

“niente, non riesco a finire una canzone che sto componendo”

Che codarda e bugiarda che sei, Fran.

“Piuttosto, raccontami di Leon”

Ed ecco che Violetta, ritorna a spiegare la sua fantastica uscita con il suo ragazzo, ma questa è un’altra storia.
 
“Ehi amico!” disse Marco notando Diego seduto in un angolo.

“Marco” disse lui con tranquillità “come stai?”

“Ehm, bene credo” disse il messicano torturandosi le mani, segno di nervosismo, che Diego notò subito.

“Credi? Senti, Marco, so che ti sta succedendo qualcosa e se me lo vuoi raccon..”

“Ho tradito Francesca” disse lui velocemente interrompendo l’amico.

“Che cosa hai fatto?!” disse Diego prendendolo per il colletto della camicia e sbattendolo contro il muro della stanza.

No, Francesca meritava di più di un ragazzino qualunque che la tradiva con la prima che passa. Ha bisogno di qualcuno che la faccia sentire perfetta, nei suoi capelli neri e nei suoi occhi tra il nocciola e il verde, nei suoi vestiti colorati e nel suo sorriso perfetto. Ha bisogno di amore.

Vuoi essere tu, Dieguccio, a dare questo amore?

Eh, basta! Questa vocina lo tormentava da mesi ormai.

Si, si era innamorato di Francesca. Si era innamorato della ragazza del suo migliore amico. Si era innamorato come mai prima d’ora.

Era codardo, però. Non avrebbe mai rischiato di rovinare tutto.

Francesca e Diego sono così, una coppia di codardi che si amano follemente.

 
 
 

Note autrice:


Hola!

Eccomi tornata con questa nuova storia per tutte le amanti della Diecesca come me.
Non potete immaginare quanto io ami questa coppia.
Poi Disney channel, con le nuove puntate di Violetta 3 mi ha dato un’ispirazione in più.

Marco proprio questa potevi risparmiartela.
Va bene con Ana, ma un’altra volta no eh.
Ci hai deluso.

Quanto sono belli i miei codardi?

Comunque questo è un esperimento e spero che vi piaccia in modo da continuarlo al più presto. Fatemi sapere con una recensione o semplicemente aggiungendola alla preferite. Ve ne sarò grata.
Dedico il primo capitolo a n
axinopuedeterminar, che mi ha ispirato con la sua piccola storia.
Un beso e alla prossima.
I suoi occhi verdi.

 

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Capitolo 2
*** Una nuova canzone ***


Una nuova canzone
“Prima di cominciare devo annunciare la morte della sottoscritta alla vista di questa foto qui seguente.”

“WAAAAAAAAAAAAAAA”
“SCLEROOOOOO.”
“Passiamo al capitolo va”

 
Violetta e Francesca erano sedute sulle poltroncine raccontandosi di tutto e di più.

Infatti per distrarsi dalla propria voce interiore Francesca aveva deciso di chiedere all’amica di raccontarle di Leon.

Si sa, infatti, che quando Violetta incomincia a parlare del ragazzo che ama, niente e nessuno la può fermare.

“Buon compleanno, amore mio” disse il ragazzo prendendola per i fianchi e attirandola a se.

Cavoli, con tutti i concerti, le canzoni da imparare, le coreografie da eseguire si era quasi dimenticata del suo compleanno.

“Grazie Leon” disse Violetta abbracciandolo forte.

Lui di tutta risposta la sollevò da terra, la fece girare più volte e risero felici.

“Ti amo” disse Violetta stupendosi della sua grande convinzione nel dire quelle due parole.

Due parole, cinque lettere, che possono cambiarti la vita.

Leon sorrise e senza aggiungere altro, le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente e appassionatamente dando vita ad un bacio lungo e estremamente pieno di tenerezza.

Violetta si lasciò andare ad un sospiro, sprofondando lentamente nella poltroncina con occhi sognanti.

Quasi non sentiva i gridolini isterici di Francesca che era rimasta incantata dal racconto dell’amica.

“E tu? Tu e Marco, come state?”

Subito lo sguardo dell’amica si accese di un’amara tristezza.
Neanche lei sapeva come andava.
Si sentiva tagliata fuori dalla vita di Marco, si sentiva esclusa, come se il messicano non volesse essere disturbato.
Si sentiva una ruota di scorta.

“Non lo so, Violetta. Non lo so.” Disse la mora abbracciandola mentre due lacrime solitarie uscivano dai suoi occhi nocciola.

Solitarie come lei, che si sentiva sola in una relazione.

Perché per essere una coppia bisogna essere in due a crederci e ormai pensava che fosse solo lei a sperare in un futuro insieme.
 
 
“Ehi, lasciami Diego! Che fai?!” disse Marco liberandosi dalla stretta dell’amico.

“Sai cosa faccio? Ti faccio capire come ci si sente ad essere traditi.” Disse Diego dando una spinta a Marco.

Lo prese per il colletto e disse:
“D’ora in poi le starai lontano. Dirai la verità a Francesca. Dopo di che non la guarderai o la sfiorerai neanche con un dito. “ Disse Diego fermo e deciso per poi lasciandolo andare.

“Ehi amico, stai dicendo sul serio? Da quando in qua ti importa di Francesca?!”

“Mi importa perché è la mia migliore amica.”

Bugiardo Dieguccio, tu la ami. Ecco perche ti importa.

“Davvero Diego, non ho voluto farlo. E’ stato per sbaglio!”

“NO! Per sbaglio si dimentica lo spartito a casa, per sbaglio si dimentica di studiare, per sbaglio ci si macchia con l’olio, per sbaglio si fanno tante cose, ma non puoi dirmi che per sbaglio sei inciampato sulle labbra di qualcuna o per sbaglio ci sei andato a letto.” Disse Diego aumentando pian piano il suo tono di voce.

“E ora lasciami in pace.” Disse Diego sedendosi davanti allo specchio.

Marco appoggiò una mano sulla spalla dell’amico che però fu rigettata dallo stesso.

“Ho detto Fuori!”
 
Dopo essersi sfogata con Violetta, Francesca sedeva davanti ad uno piccolo scrittoio.

Prese carta e penna e cominciò a sfogare il suo dolore sulla carta rendendo la canzone appena composta infinitamente triste.

 
Estuve allí contigo en tus peores momentos 
Estuve allí contigo en tus peores noches 
Pero me pregunto ¿dónde estabas? 
Cuando estaba en mis peores momentos, de rodillas 
Y dijiste que tenías mi apoyo 
Así que me pregunto ¿dónde estabas?


Ci sono stata nei tuoi momentti peggiori
Ci sono stata nelle tue notti peggiori
Pero mi domando: Dov’eri?
Quando nei momenti peggiori, quando ero in ginocchio
E dicevi che avevo il tuo appoggio
Cosi mi chiedo: “Dove eri?”
 
 
Anche Diego stremato dalla conversazione dura appena avuto con l’amico, impugno la penna e cominciò a scrivere.
 
El mapa que conduce hasta ti 
No hay nada que pueda hacer 
El mapa que conduce hasta ti 
Voy a seguir, voy a seguir, voy a seguirte 

 
La mappa che mi porta da te
Non c’è niente che io possa fare
La mappa che mi porta da te
La seguirò, la seguirò, ti seguirò.

 
Entrambi i ragazzi consumati dal dolore per non potersi amare, scrissero versi pieni di amore e tristezza e, calcando con la penna al centro del foglio, scrissero il titolo della canzone.
EL MAPA
LA MAPPA

 
Loro però non sanno che il cammino che stanno seguendo li porterà uno nelle braccia dell’altro.
 
 
NOTE AUTRICE:
HOLAAAA!

WAAAAAAAAA:
CI SARA’ DIECESCA IN VIOLETTA 3.

SCLEROOOOO.
BIP BIP BIIIIIIIIIIP.
E fu così che la sottoscritta morì.
Beh, credo che questo capitolo si commenti da solo.
Ci vediamo al mio funerale, i suoi occhi verdi.
 

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Capitolo 3
*** Il destino ***


Il Destino
Diego era sdraiato nella sua camera d’albergo, le braccia sotto la sua testa, le gambe incrociate, lo sguardo sul soffitto e la musica nelle orecchie.

Erano ore ormai che meditava sulla sua amata Francesca, sulla canzone appena scritta e sulle mille parole che avrebbe voluto dirle.

Ma cosa poteva fare?

E se lei rifiutasse?

E se lei fosse perdutamente innamorata di Marco?

Già, quel ragazzo era un vero e proprio mistero: aveva una ragazza come l’italiana e la perdeva per una scappatoia?

E poi pensiamo al dolore che proverà la mora al sapere del tradimento del suo ragazzo, ammesso che costui glielo dirà.

Il solo pensare di una Francesca in lacrime o con il cuore spezzato lo mandava in bestia.

Mille dubbi vagavano nella sua mente e non riusciva a decidersi sul da farsi.

Uhuh, chi l’avrebbe mai detto? Dieguccio sta diventando un ragazzo insicuro
.

“Io?! Insicuro?! Ti faccio vedere io vocina dei miei stivali!” pensò tra sé lo spagnolo alzandosi di scatto.

Restò qualche secondo in piedi davanti al letto, accarezzando con i piedi il tappeto soffice a stampa indiana.

Sbuffò rumorosamente e si di nuovo buttò di nuovo nel materasso.
“Eh va bene. Hai vinto tu.” Pensò Diego, accorgendosi solo allora che la musica si era fermata e lui indossava delle cuffie che non trasmettevano alcun rimedio contro  l’amore.
 
 
Neanche Francesca riusciva a togliersi dalla testa il ragazzo che ama.

Dipende quale intendi, Francesca. Lo spagnolo o il messicano?

“Cominci a starmi sui nervi” disse lei azzardando un tono aggressivo.

Ricorda che stai parlando con te stessa, tesoro mio.

“Meglio non ascoltarla”pensò tra sé, scuotendo la testa.

C’era qualcosa in Diego che la attraeva particolarmente. Non sapeva se si trattasse di quegli occhi verdi magnetici, del suo ciuffo di capelli disordinati o di quelle labbra carnose che sorridevano maliziosamente.
 
Ormai doveva ammettere che provava qualcosa per lui.

Francesca non credeva nel destino, ma se fosse stato quello ad unirli?

Se fosse stato il destino a scambiare le valigie all’aeroporto determinando il loro primo incontro?

E se fosse stata innamorata di Diego fin da subito, ma le attenzioni di Marco scoprivano il forte sentimento verso il suo migliore amico?
 
Prese la chitarra, liberandosi da quei pensieri che tornavano ogni volta nel suo cervello, come lunghi flashback.
 
Yo estaba allí para ti,
en tus momentos más oscuros,
yo estaba allí para ti,
en tu noche más oscura.
Yo estaba allí para ti,
en tus momentos más oscuros,
yo estaba allí para ti,
en tu noche más oscura.

Pero me pregunto dónde estabas tú
cuando yo estaba en mi peor momento, de rodillas.
Y tú dijiste "tienes mi apoyo",
así que me pregunto dónde estabas, 
si todos los caminos que tomabas conducian de vuelta a mí,
así que estoy siguiendo el mapa que conduce a ti.

 
 
Questa canzone la dedicava ai due ragazzi che le avevano cambiato la vita.
Si sentiva esclusa dalla vita di Marco come se non volesse avercela tra i piedi.
 
 
El mapa que conduce a ti,
no hay nada que pueda hacer,
el mapa que conduce a ti,
siguiéndolo, siguiéndolo, siguiéndolo hasta ti.
El mapa que conduce a ti,
no hay nada que pueda hacer,
el mapa que conduce a ti,
siguiéndolo, siguiéndolo, siguiéndolo.

 
 
Ma allo stesso tempo questo le permetteva di seguire il suo percorso e di imparare ad amare nuovamente e con più passione.
 
La sua canzone venne interrotta dallo squillo del suo telefono.

Si buttò letteralmente alla ricerca del cellulare.

Infatti, distrutta dalla giornata pesante, aveva abbandonato la borsa in un angolo della stanza, le scarpe nell’altro e si era buttata sul letto liberando l’immaginazione.

“Eccolo, finalmente” disse Francesca prendendo tra le mani il suo I-Phone rosso.

Sorrise inconsapevolmente leggendo il nome “Diego” sul display.
Si torturò il labbro all’idea di scoprire il perché di quella strana chiamata.

“Pronto?”

“Ehi Fran! Senti, sono in stanza che annoio, mi chiedevo se, beh, verresti a prendere un gelato con me stasera?” disse Diego un po’ titubante.

“Certo! Ho bisogno di distrarmi. A che ora?”

“Incontriamoci in piazza alle otto, okay?”

“Ottimo, ci vediamo li”

“Ciao principessa, a dopo” disse Diego chiudendo la chiamata.

Oddio, la aveva appena chiamata principessa, o sbaglio?
Fran saltellò per la stanza come una pazza.
Non poteva credere che proprio lui, Diego Dominguez, le avesse chiesto un’uscita.

Corse verso l’armadio e tirò fuori ogni vestito possibile.

“Fran, ma che cosa stai facendo?” disse Camilla affiancata da Violetta, alquanto perplesse.

“Io, ehm, okay ragazze promettete di non dirlo a nessuno” disse Francesca sedendosi sul letto.

Di tutta risposta le sue due migliori amiche si sedettero al suo fianco, guardandola con curiosità.

“Non so cosa mettermi per uscire con diefgscdvzffsv” disse la mora velocemente.

“Con chi?!”

“Diego” disse Francesca arrendendosi.

Si tappò le orecchie per non sentire le grida isteriche delle due che subito si capultarono verso i vestiti sparsi sul materasso.

Ecco, era iniziata la sua fine. Le avrebbero fatta provare milioni di abbinamenti.
 
 
 
 
HOLAAA
Ok, questo capitolo non è proprio pieno di momenti diecesca, ma fa capire i sentimenti che provano l’uno l’altro.
Eh bravo destino. Finalmente ne hai fatta una giusta eh?
 
Avete visto il capitolo 6 di Violetta 3, io sono tipo morta quando vedeva Violetta distrutta dall’incidente di Leon e Marco che ci riprova con Francesca!
No, no, no. Assolutamente no.
Se prima ero Marcesca all’ 100%, ora non posso vederli insieme.
Mi sale il crimine.
 
Diego aveva invitato Fran in un posto e chi incontrano? Marco, il quale, come al solito, rovina tutto.
Ma vai a Londra che è meglio.

Alla prossima, I suoi occhi verdi.
 

 
 

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Capitolo 4
*** Sorrisi e lacrime ***


Sorrisi e Lacrime
 
Diego, dopo la chiamata, si era steso sul letto, col sorriso sulle labbra. All’inizio sembrava non accorgersene, ma doveva ammettere che quella ragazza gli facesse veramente bene. Gli angoli della sua bocca erano piegati all’insù mostrando, in questo modo, i suoi denti perfetti. Era un sorriso vero, di quelli che ti scaldano il cuore solamente ad immaginarli.
 
Dieguccio sei proprio innamorato perso.
 
“Questa volta ti devo dare ragione, piccola bastarda” pensò Diego sorridendo ancora più apertamente.
 
 
Francesca intanto, con l’aiuto delle sue amiche, tra una chiacchiera e l’altra, aveva deciso cosa indossare.

Mentre si cambiava si era lasciata sfuggire di essere quasi cotta di Diego.

Le due ragazze rimasero alquanto sorprese, quasi shoccate da quella rivelazione.
 
“Ma non ami più Marco? Cosa farai con lui? Ti dichiarerai a Diego? E poi cosa farai?”
 
Queste erano le domande che Violetta e Camilla cominciare a ripetere a raffica, come dei robot.
 
Francesca fu paziente e cominciò a rispondere una ad una a tutte le domande.
 
“Oh, merda.” Disse Francesca tappandosi la bocca dopo aver imprecato.

“Sono già le 7! Sono in ritardassimo!” esclamò e cominciò a spingere le sue due migliori amiche fuori dalla stanza che erano assettate di risposte, come vampiri col sangue.
 
Si buttò sotto la doccia, lasciando che l’acqua calda la calmasse e le permettesse di rilassare i nervi.
Passò con delicatezza la mano insaponata sulle gambe e sulle braccia, inebriandosi del dolce profumo di orchidea che emetteva la schiuma soffice.
 
Uscì dalla doccia quasi correndo rischiando di scivolare sul pavimento bagnato del bagno.
 
Prese la gonna che aveva scelto tra le mani, non era né troppo corta né troppo lunga e adorava la stampa floreale e colorata.
La indossò sopra la pelle ancora umida accompagnandola con un semplice maglioncino azzurro.
Indossò delle ballerine blu, si asciugò i capelli e poi corse a prendere la sua pochette per i trucchi.
Non voleva esagerare, così optò per un po’ di eyeliner e un rossetto fuscia sulle labbra.
 
Si guardò allo specchio e sorrise. Era una delle poche volte che gli piaceva ciò che vedeva riflettuto su quel vetro.
 
 


Diego arrivò dieci minuti prima del previsto.
Non era mai stato puntuale, anzi molte volte si faceva attendere, ma quella volta non voleva essere in ritardo.

“Ok, Diego. Tutto quello che devi fare è offrirle un gelato senza dire sciocchezze. Ce la puoi fare. Sii dolce, sii educato e..” pensò Diego alquanto agitato, ma quando vide Francesca davanti a sé, le sue convinzioni andarono a farsi fottere.
 
“Sei bellissima” disse sincero squadrandola da capo a piedi.
 
“Oh, ehm Grazie” disse lei ridacchiando e abbassando lo sguardo tentando di mascherare il rossore delle sue guance.
 
“Andiamo allora?” disse lei interrompendo il silenzio che si era formato
 
Lui si limitò ad annuire, sorridendo ancora una volta.
 
 
 
“Hey” disse Violetta dolcemente rispondendo a quella chiamata tanto inaspettata quanto desiderata.

Dall’altro capo del telefono c’era un Leon sorridente, come mai prima d’ora.
 
“amore mio, come stai?”
 
“mm un po’ stanca tu?”
 
“Bene, ti ho disturbato? Altrimenti chiamo dopo o domani. Come preferisci eh, non farti problemi” disse il ragazzo velocemente.
 
“no, amore, non mi hai disturbato. Anzi volevo sentire la tua voce”
 
“Mi manchi tanto sai? Anche se ti ho visto una mezzoretta fa” disse Leon che improvvisamente aveva il bisogno di avere quella ragazza sempre più vicino a lui.
 
“Aww, anche tu mi manchi e ti prometto che domani ti do uno di quegli abbracci che ti piacciono tanto” disse Violetta dolcemente.
 
“Solo uno?”
 
Violetta poteva benissimo immaginare la faccia da cucciolo del suo ragazzo anche dall’altra parte del telefono.
 
“Mm vedremo, Leon scusami hanno bussato alla porta, ci sentiamo domani, okay?”
 
“tranquilla, notte piccola” disse Leon.
 
“Notte amore” disse Violetta chiudendo la chiamata.
 
 
“Che gusti volete?” chiese il gelataio ormai annoiato da tutti quei adolescenti indecisi che facevano la coda davanti al suo piccolo locale.
 
“Io, nutellone e bacio” disse Francesca pregustando fin da subito il dolce sapore del cioccolato.
 
“Io invece, frutti di bosco e stracciatella” disse Diego posando i soldi sul balcone.
 
Francesca si era battuta inutilmente per pagare per conto suo, ma Diego aveva insistito e il suo “Tutto per una principessa” la aveva sciolta come gelato al sole.
 
Si erano seduti sulla panchina mal ridotta davanti alla gelateria prendendo in giro il vecchio e burbero proprietario.
 
Francesca fissò Diego accorgendosi che aveva un po’ di gelato sulla punta del naso e non riuscì a contenersi dalle risate.
 
“Che succede? Ho qualcosa in faccia che ti fa tanto ridere?” disse lo spagnolo tentando di restare serio, ma non ci riusciva davanti alla risata cristallina dell’italiana.
 
“aspetta un attimo” disse Francesca porgendo un dito verso il suo naso, togliendo il gelato e assaporandolo, in un modo che Diego trovò estremamente sexy.
 
 
La mora rise ancora di gusto, notando la faccia sconvolta del suo “amico”.
 
Si voltò e la sua risata scomparve.
 
Gli occhi divennero lucidi e le lacrime minacciarono di scendere.
 
Marco stava baciando una ragazza molto simile a Lara.
 
 
Hola a todos!!
Questo capitolo è un po’ più lungo del solito.
Ed è pieno di momento diescescosi (?).
Ma, cavolo, Marco, proprio ora devi rovinarte il momento di serenità che avevo creato.
Certe volte ti prenderei a schiaffi, ti butterei da un ponte e ti affoghererei nell’acqua ghiacciata. Ah, e per la cronoca, certe volte intendo sempre.
 
Quanto sono dolci i miei Leonetta al telefono *-* li amo troppo.
 
Beh, ora resterò al pc per un altro paio di orette in attesa dell’ ottavo capitolo di Violetta 3.
Sono troppo eccitata.
Alla prossima, i suoi occhi verdi.

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Capitolo 5
*** Ferire e curare ***


Ferire e curare
 
 
Francesca si era alzata come una furia, Diego aveva tentato di raggiungerla, ma l’italiana gli aveva fatto cenno di lasciarla andare.
 
Diego, però, seguiva ogni suo mossa camminando lentamente.
 
Si era fatta spazio tra i diversi tavolini del bar di fronte, aveva “preso in prestino” un frullato alla fragola da una coppia felice e si dirigeva contro Marco.
 
Fu bello vedere come quell’idiota fu sorpreso di quel gesto e come si toccava i capelli per togliere quella sostanza appiccicosa.
 
Diego sorrise, perché avrebbe voluto spaccargli la faccia, ma notava che lo stava già facendo Francesca.
 
 
 
“Come hai potuto?!” gridò Francesca, rovesciandogli in testa il frappè.
 
Le lacrime cominciarono a farsi strada sul suo viso pallido, prima una, poi due, poi tre. Non riusciva né a contarle né a controllarle. Ogni volta che sentiva una nuova goccia inumidirle la guancia si dava della stupida, per non essere abbastanza forte.
 
“No, Francesca, aspetta non è quello che pensi” disse Marco cercando di pensare a qualcosa da dire.
 
“Ah, no?” disse Francesca ironica e sorridendo amaramente. Portò le braccia al petto, stringendole a sé, segno di insicurezza, di volersi chiudere in se stessa, come fa una conchiglia per proteggere il mollusco all’interno.
 
“No, senti i-io” tentò Marco, avvicinandosi a lei cercando di abbracciarla.
 
“Non osare toccarmi”disse fredda e decisa, ma lasciò comunque intravedere quella rabbia incontrollabile che le stava fondendo il cuore “Ecco perché eri così distaccato, così freddo con me. Non volevo crederci, non posso crederci.”
 
“Ma, Francesca, tutto quello che abbiamo vissuto, sognato, condiviso, amato?” disse il ragazzo con uno sguardo triste, dopotutto ci teneva a Francesca, la ragazza che gli aveva aperto il cuore all’amore.
 
“Amato?! Tu mi hai mai amato, Marco? Se mi avessi amato veramente non mi avresti mai tradito con questa sgualdrinella, non mi avresti umiliata così” disse per poi lasciarsi fuggire un singhiozzo.
 
“Si, ma..” disse il ragazzo fissando il collo di Francesca, circondato da un ciondolo da lui regalatole per il loro anniversario.
 
“Si, ma niente, Marco” disse togliendosi la collana e porgendola tra le mani di Lara “E’ finita” disse poi gelida, fissandolo negli occhi.
 
Marco fissò quelle pupille verdi arrossate dal pianto, spente dalla tristezza, ma accese dalla rabbia. Si chiedeva come potessero due sentimenti così forti e contrastanti fondersi in un unico corpo.
 
“Non mi cercare più, esci dalla mia vita e basta. Se mi ami veramente come dici, vattene e non tornare più, mi faresti ancora soffrire.” Disse lei tristemente e corse via sotto lo sguardo attento di Diego.
                                                                  
 
 
“hey, amico,non volevo farlo, ma per sbaglio l’ho tradita e..” disse Marco cercando di spiegare all’amico la vicenda.
 
Diego si massaggiò le nocche della mani, stringendo i denti mentre sorrideva tristemente.
“Tsk, per sbaglio..” disse per poi sferragli un montante in pieno viso “Per sbaglio mi è scappato un pugno” disse e dopo cercò con lo sguardo l’esile figura dell’italiana, trovandola mentre correva per le strade di Barcellona.
 
 
 
Francesca corse e corse, i passanti la fissavano, ma a lei non importava. Le lacrime continuava a scendere, una dopo l’altra inumidendole le labbra, facendole provare il gusto amaro del dolore.
 
Come poté, riuscì a calmarsi e si sedette su una panchina davanti allo stadio e cominciò a singhiozzare rumorosamente.  Appoggiò i gomiti sulle gambe stanche e coprì la faccia con le mani.
 
“Francesca” disse una voce dolce, ma alla stesso tempo preoccupata.
La mora scattò in piedi e abbracciò Diego con una forza sovraumana. Se aveva bisogno di qualcuno in quel momento era proprio lui.
 
“Ehi, non piangere” disse lo spagnolo accogliendola tra le sue braccia “Ora ti porto a casa” disse ancora e Francesca si lasciò guidare da quelle parole e dalle sue braccia.
 
 
Arrivarono nell’albergo di lei, la ragazza ritirò le chiavi della sua stanza e insieme salirono in camera. Francesca si sedette sul letto e cominciò a lacrimare.
Diego l’abbracciò dandole dolci baci sui capelli mentre lei si addormentava tra le sue braccia.
 
 
“Non andartene” gli aveva detto lei nel sonno e lui, come ipnotizzato da quella voce, si stese al suo fianco. Francesca appoggiò la testa sul suo petto, lasciandosi cullare dal battito del suo cuore. Mentre Diego la strinse a sé circondandole le spalle.
 
“Buonanotte principessa” le aveva sussurrato all’orecchio e poi aveva chiuso gli occhi anche lui, sorridente. Mai prima d’ora si era sentito più completo, la mora gli dava questo: completezza. Si sentiva in dovere di proteggerla da tutto e da tutti e lo avrebbe fatto, fino alla fine.
 
 
 
 
 
HOLA A TODOS!!
WAAAAAA. Sinceramente amo questo capitolo.
Non so cosa mi piaccia di più, se le parole di Francesca, il pugno di Diego o la parte finale con i due che si addormentato tra le loro braccia.
Ho visto l’anteprima di Violetta 3 del capitolo 11, Marco se ne va *prende lo spumante e comincia a ballare in mutande*.
Ci sarà più spazio per i Diecesca, amori miei.
A proposito, si avviso che il 18 agosto parto per la Toscana e torno il 24 e nonostante le mie continue suppliche i miei non mi permettono di portare il pc. L
Comunque spero di riuscire a scrivere e pubblicare il prossimo capitolo prima della mia partenza, in modo da pregustarvi il mio ritorno.
 
Alla prossima, i suoi occhi verdi.

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Capitolo 6
*** Come stai? ***


Come stai?
 
Diego venne svegliato da un lampo di luce proveniente dalla finestra lasciata aperta la sera prima. Il ragazzo osservò Francesca che dormiva al suo fianco: era bellissima, anche con il trucco colato e i capelli disordinati, anzi questi dettagli la rendevano ancora più particolare agli occhi dello spagnolo. Le labbra erano incurvate in un dolce sorriso, come se la vicinanza di Diego le trasmettesse una certa serenità.
 
Diego portò una mano sul viso pallido della ragazza spostando una ciocca che le era finita davanti agli occhi.
Ancora si chiedeva come l’italiana si fosse interessata a lui, ai suoi modi di fare arroganti e prepotenti che nascondono un’anima tormentata. Ancora si chiedeva come avesse fatto ad innamorarsi di nuovo, soprattutto di lei, ma ogni volta che se lo chiedeva la guardava ed ogni volta si innamorava di lei.
 
Francesca strizzò le palpebre, segno che si stava per svegliare, ma Diego era così assorto nei suoi pensieri che quasi non lo notò.
 
La ragazza aprì gli occhi guardandosi intorno, ma appena vide Diego al suo fianco, sorrise richiudendoli.
 
“Buongiorno” sussurrò stirandosi.
 
“Buongiorno principessa” disse Diego sorridendole di rimando “E’ ora di alzarsi, tra poco dovremmo essere in teatro”
 
“Ah, già! L’ultimo spettacolo, me ne ero quasi totalmente dimenticata” disse Francesca richiudendo nuovamente gli occhi e sbuffando.
 
“Ehi, stai tranquilla” disse il ragazzo fermandola mentre tentava di alzarsi “piuttosto come stai?” riprese guardandola negli occhi.
 
Già, come stava? Se lo chiedeva anche lei. Da una parte era felice di avere Diego al suo fianco, di aver passato una splendida serata insieme a lui, ma dall’altra era distrutta per il tradimento di Marco. Era un disastro di emozioni.
 
“Va tutto bene” rispose Francesca fingendo uno dei suoi migliori sorrisi, non voleva far preoccupare Diego più di quanto non fosse.
 
“Sicura?” disse lo spagnolo dubbioso, voleva accertarsi a tutti i costi che stesse bene.
 
“Diego, sto bene.” Disse decisa buttando fuori tutta l’aria che aveva nei polmoni.
 
“Va bene, ti crederò sulla parola” alzandosi e infilandosi le scarpe “Ora vado nella mia stanza, a prendere dei vestiti puliti” disse poi accennando un sorriso.
 
“Già te ne vai?” disse Francesca facendo il labbruccio e sbattendo più volte le ciglia.
 
A Diego venne da ridere alla vista di quella piccola bambina, dolce e indifesa, intrappolata in un corpo da donna.
 
“Ehi” disse prendendole il mento tra le mani “ci vediamo tra poco, okay?”
 
“Okay” disse per poi abbracciarlo.
 
“A dopo” disse lui dirigendosi verso l’uscita.
 
“Ah, Diego” disse lei attirando la sua attenzione “Russi troppo”
 
“Mai quanto te, principessa” disse Diego sorridendo come era solito fare in balia del suo lato scherzosa e chiuse la porta di scatto, evitando così di prendersi una cuscinata in faccia.


 
 
“Francesca come stai?”
“Tutto bene, grazie”
“Ne sei sicura? A me non sembra”
“Sono solo stanca”
 
Erano ore che ripeteva lo stesso monologo a tutte le persone che incontrava per le prove. Inoltre non era concentrata e sbagliava in continuazione i passi della coreografia di Codigo Amistad. Non riusciva proprio a cacciare dalla mente i brutti pensieri. Non riusciva a capire il motivo per il quale Marco l’avesse tradita, eppure erano cosi felici insieme. Forse per lui non valeva abbastanza? Cosa aveva Lara più di lei? Forse era più formosa, più brava a letto? Perché aveva scelto di tradirla con lei?
 
 
Leon e Violetta, con Nuestro Camino lasciarono una piccola tregua a Francesca, che si precipitò verso la sua bottiglietta d’acqua. Era sfinita, non solo dalle prove, ma anche dai suoi pensieri.
 
Si bloccò dietro le quinte ad osservare i suoi due migliori amici, i loro movimenti, i loro sguardi pieni d’amore.
Francesca sognava una storia così, non perfetta, anzi piena di difficoltà, in modo da ottenere un amore forte e determinato a resistere nel tempo.
 
Mentre li osservava incantata puntò lo sguardo dall’altra parte del palco. Un ragazzo dai capelli neri e gli occhi di un colore misto tra il verde e il nocciola la osservava da lontano. Possibile che Diego potesse donarle tutto quello che sognava da sempre?
 
Scosse la testa, cancellando il sorriso che si era formato sul suo viso e cominciò a camminare velocemente verso l’uscita.
 
 
“Francesca” disse Diego raggiungendola all’esterno ritrovandola davanti a sé.
 
“Vai via, Diego” disse la ragazza asciugandosi alcune lacrime che le bagnavano le guance.
 
“No, perché io so come stai in realtà. Nessuno se ne accorto, ma io si, perché credici o no, io sono esperto di queste cose” disse avvicinandosi.
 
Con le sue grandi mani asciugò le lacrime che scendevano dai suoi splendidi occhi.
 
“Ehi, guardami” disse Diego prendendole il viso tra le mani, facendosi che la guardasse “con me non devi fingere di stare bene”
 
Il labbro di Francesca tremò, i singhiozzi erano la sua unica risposta.
Lo abbracciò di scatto, facendosi pervadere dal calore così dolce e familiare che le trasmettevano le braccia di Diego.
 
Credo proprio di si, Fran, lui ne sarà capace.
 
 
 
HOLA CHICAS!
WAAAAAAAAAAAA! Questa storia è tra le più popolari. Io non ci posso credere, sono così felice.
 
Peccato che Fran non lo sia più di tanto. Ma quanto sono teneri i Diecesca in Violetta 3.
 
SI SONO BACIATI.
Io stavo per sclerare perché in vacanza avevo poco internet e non riuscivo a vedere le puntate.
 
Lascio a voi il commento di questo capitolo perché credo che passerò il resto della serata saltando in giro come una pazza.
 
P.S: non riuscirò a postare capitoli ogni giorno, ani passeranno parecchi giorni tra un capitolo e un altro, perché sono indietro con i compiti e il 12 incomincia la scuola.
 
RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE CONTINUANO A SEGUIRE LA STORIA, CHE LA RECENSISCONO O CHE SEMPLICEMENTE LA LEGGONO.
 
Alla prossima, i suoi occhi verdi.

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Capitolo 7
*** All'improvviso ***


All’improvviso

Ormai erano passati minuti da quando i loro corpi si erano incontrati e nessuno dei due voleva sciogliere l’abbraccio. Francesca aveva appoggiato la guancia tremante sul petto di Diego, mentre lui aveva appoggiato la testa sopra la sua mentre le sue braccia avvolgevano il suo esile corpo. Stranamente la ragazza non piangeva più come se al contatto con la pelle del moro tutti i dolori passassero, lasciando spazio ad amara dolcezza. Diego accarezzava con una mano i capelli corvini dell’italiana dandole di tanto in tanto alcuni baci sulla nuca che facevano rabbrividire la ragazza. La separazione dei loro corpi fece gemere i loro cuori, ma fece esultare i loro occhi che potevano finalmente specchiarsi l’uno negli altri.
 
“Scusami Diego, non saprei cosa fare senza di te” disse lei dopo essersi staccata ed essersi asciugata le ultime lacrime che le solcavano il volto.
 
“Shh, stai tranquilla, principessa. Io ci sono sempre sappilo” disse lui mettendole un dito sulle labbra per farla zittire.
 
Dio, quanto gli intrigavano quelle labbra rosa, carnose e segnate dai denti, coi i quali era solita morsicarsi il labbro quando era nervosa o imbarazzata. Quante avrebbe voluto assaggiarle, morderle e farle sue. In quel momento Diego si rese conto di quanto amore c’era nella sua vita ora che accanto a lui c’era lei. Si chiedeva come avesse fatto a fare a meno di quella droga.
 
PER LUI FRANCESCA ERA PEGGIO DELLA NICOTINA.
 
 
“Senti, andiamo a farci un giro. Nessuno noterà la nostra assenza. Vado a prendere la chitarra e andiamo”
 
“O-ok..” disse lei mentre osservava i suoi occhi cristallini infrangersi tra i suoi. Non le lasciò neanche il tempo di rispondergli che si era fiondato di nuovo nel teatro.
 
“Sei una piccola grande codarda Francesca. Non puoi continuare a fingere. “La mappa mi conduce a te” ricordi?”
 
Oh no, aveva dimenticato quell’orrenda vocina che risedeva in lei.
 
“HEI! NON SONO ORRIBILE, IO SONO PERFETTA. PUNTO E BASTA. AH E LA MIA VOCE E’ INCANTEVOLE. MA SE LA METTI COSI; VOCINA SE NE VA!”
 
Ah, ecco. Ci mancava che prendeva le sembianze di Ludmilla.
 
 
 
 
Diego e Francesca camminavano mano nella mano lungo le strade di Buenos Aires mentre nuvoloni neri si facevano spazio nel cielo. Trovarono una grande quercia sotto la quale si sedettero.
 
Lo sguardo di Francesca cadde sulle loro mani ancora intrecciate: le loro dita incastrate come due pezzi di un puzzle formavano un quadretto molto tenero tanto quanto imbarazzante.
 
“Cantiamo qualcosa?” disse Diego sciogliendo il legame per prendere la chitarra.
 
“Si certo, ma cosa?”


“Un po’ di tempo fa ho composto un piccolo brano” disse il ragazzo titubante.
 
“Fammelo sentire! Sono curiosa!” disse lei sorridendogli apertamente.
 
Cosi Diego cominciò a punzecchiare le corde della chitarra tra le dita creando una melodia alquanto famigliare per la mora.
 
 
Estuve allí contigo en tus peores momentos 
Estuve allí contigo en tus peores noches 
Pero me pregunto ¿dónde estabas? 
Cuando estaba en mis peores momentos, de rodillas 
Y dijiste que tenías mi apoyo 
Así que me pregunto ¿dónde estabas?
 
 
Più sentiva le parole della canzone, più si rendeva conto che la aveva scritta lei!
Non poteva crederci.
Cosi, al ritornello decise di unire la sua voce insieme a quella roca del moro.
 
 
El mapa que conduce hasta ti 
No hay nada que pueda hacer 
El mapa que conduce hasta ti 
Voy a seguir, voy a seguir, voy a seguirte
 
 
 
 
“Hey! Non sapevo conoscessi questa canzone.” Disse Diego guardandola negli occhi verdi intensamente.
 
“E’ ovvio! L’ho inventata io” disse Francesca sorpresa quanto il moro.
 
“E’ impossibile. L’ho scritta io quando..” disse Diego, ma si bloccò.
Non poteva di certo dirle “quando ho scoperto che Marco ti aveva tradita”.
 
“Quando?”
 
“No, niente lascia stare.” Disse il ragazzo imbarazzato.
 
Si guardavano negli occhi bramosi di loro stessi. Volevano aversi per l’eternità, ma nessuno dei due aveva il coraggio di fare il primo passo.
 
“Credi nel destino?” disse Diego con una certa luce che gli illuminava il viso.
 
“Si, ho sempre creduto, ad esempio, che due persone che sono destinate a stare insieme lo saranno.” Disse Francesca alzandosi da terra e cominciando a camminare.
 
“FRAN!” disse Diego alzandosi di scatto.
 
La ragazza si voltò,era a qualche passo da lui e non riusciva a sostenere il suo sguardo.
 
“Io ti amo” gli disse lei guardandolo con gli occhi lucidi, esasperata.
 
“Ecco. L’ho detto.” Aggiunse agitando le braccia.
 
Diego le si avvicinò correndo annullando le distanze tra loro due. E nello stesso momento in cui la pioggia cominciava a scendere. Le labbra dei due si erano incontrate in un dolce e lungo bacio.
 
“Ti amo anch’io” disse Diego sorridendole. Non poteva desiderare di meglio.
La prese tra le sue braccia e la sollevò mentre le mani pallide della ragazza tremavano al contatto con il suo viso.
Ambiva quelle labbra da troppo tempo.
Le loro lingue correvano e si inseguivano, mentre la leggera pioggerella si era trasformata in un acquazzone, accompagnando la danza dei corpi dei due innamorati. Nessuno dei due aveva mai provato emozioni cosi forti in una volta sola. Tremavano sotto il peso dei loro sentimenti, tremavano per amore, un amore nato all'improvviso.
 
 
TAN TAN TAAAAAANN.
Mi sono fatta aspettare eh?
Però spero che ne sia valsa la pena.
OK, forse, ma dico forse sarà pietoso.
MA IO AMO TROPPO I DIECESCA E NON RIUSCIVO A VEDERLI SEPARATI PER UN ALTRO CAPITOLO.
 
AL PROSSIMO SCLERO, i suoi occhi verdi.

 

 

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Capitolo 8
*** :( ***


Avviso

Mi dispiace dirvi che dovrò sospendere la storia per un po'. So che vi aspettavate un capitolo, ma purtroppo, per mancanza di idee e tempo non riesco a scrivere. Vorrei chiedervi un grandissimo piacere. Potreste recensire dicendo una o più di queste cose?

1- IDEE SU COME CONTINUARE
2- CANCELLO IL CAPITOLO PRECEDENTE COSI DA POTER AVERE PIU' IDEE?
3- UN COMMENTO SULLA STORIA FINO A QUESTO PUNTO

Mi rincuorerebbe sapere che, nonostante scriva un capitolo ogni morte di papa, siete ancora interessati alla storia.
Per favore siate clementi, è un periodo abbastanza difficile per me, ma vedrò di ritornare in vita al più presto.

P.S: Ho cancellato la mia storia "If I stay". Movente? Non mi piaceva tantissimo come suonava il capitolo, così ho deciso di cancellarlo per poterlo riscrivere migliorandolo. Inoltre a breve ricomincerò  postare capitoli in "Non buttiamoci giù" alla quale ci ono parecchio affezionata.

Grazie per ascoltarmi e sopportarmi nonostante i miei casini.
La vostra aurice, I suoi occhi verdi.

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